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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF PYRANTIENĖ v. LITHUANIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41, P1-1
Numero: 45092/07/2013
Stato: Lituania
Data: 2013-11-12 00:00:00
Organo: Sezione Seconda
Testo Originale

Conclusioni: Resto inammissibile
Violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 – Protezione della proprietà (Articolo 1 parà. 1 del Protocollo N.ro 1 – Privazione di proprietà) soddisfazione Equa riservata

SECONDA SEZIONE

CAUSA PYRANTIEN ĖC. LITUANIA

(Richiesta n. 45092/07)

SENTENZA
(meriti)

STRASBOURG

12 novembre 2013

Questa sentenza diverrà definitivo nelle circostanze esposte fuori in Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetto a revisione editoriale.

Nella causa di Pyrantien ėc. Lituania,
La Corte europea di Diritti umani (Seconda Sezione), riunendosi che come una Camera, compose di:
Guido Raimondi, Presidente
Danut ėJoien,
Pari Lorenzen,
Dragoljub Popović,
Il ıKarakaş,
Nebojša Vuinić,
Paulo il de di Pinto Albuquerque, giudici
e Stanley Naismith, Sezione Cancelliere
Avendo deliberato in privato 22 ottobre 2013,
Consegna la sentenza seguente sulla quale fu adottata quel la data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da in una richiesta (n. 45092/07) contro la Repubblica della Lituania depositata con la Corte sotto Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) con un cittadino lituano, OMISSIS (“il richiedente”), 11 ottobre 2007.
2. Il richiedente fu rappresentato con OMISSIS, un avvocato che pratica in Vilnius. Il Governo lituano (“il Governo”) fu rappresentato col loro Agente, il Sig.ra E. Baltutyt.ė
3. Il richiedente addusse che lei non ricevette il risarcimento adeguato dopo che decisioni delle corti nazionali l’avevano spogliata della proprietà lei possedeva da nove anni, in violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione.
4. 29 giugno 2012 la richiesta fu comunicata al Governo. Fu deciso anche di decidere sull’ammissibilità e meriti della richiesta allo stesso tempo (l’Articolo 29 § 1).
I FATTI
IO. LE CIRCOSTANZE DI LA CAUSA
5. Il richiedente nacque nel 1942 e vive in Akademija, Regione di Kaunas.
6. Nel 1994 un’autorità locale assegnò un’area di terra di 0.5 ettari al richiedente. 6 agosto 1996 la Kaunas Regione Amministrazione confermò la vendita della terra al richiedente.
7. Con un accordo di 24 settembre 1996 lei acquisì l’area di terra dallo Stato per 61 “ricevute di investimento di singolo-uso” (investiciniai čekiai) e lo registrò con la Terra Cancelleria nel suo nome.
8. Il richiedente crebbe poi vegetali sull’area e li vendè al mercato.
9. Seguendo una rivendicazione civile tratta dicembre 2001 con terze parti che chiedono restituzione di diritti di proprietà a che area, 2 ottobre 2003 il Kaunas Corte Regionale, mentre comportandosi come una corte d’appello, annullò le autorità la decisione di ‘ di 6 agosto 1996 come illegale, ed annullò la vendita dell’area contestata di terra che doveva poi essere ritornata allo Stato. Si concluse che le autorità non avevano diritto a vendere che area di terra come i proprietari precedenti già avuti nel 1991 depositato una richiesta per restituzione dei loro diritti di proprietà alla proprietà nazionalizzata. Fu deciso anche di rinviare la causa alla corte di primo-istanza per la determinazione di questioni di restituzione ed il risarcimento, siccome l’accordo di terra-vendita ora era stato dichiarato privo di valore legale. 6 febbraio 2004 la Corte Suprema rifiutò il permesso di richiedente per fare appello come fuori termini su questioni di diritto.
10. Dopo l’area di terra fu preso dal richiedente con lo Stato, fu trasferito ai proprietari precedenti che seguono una decisione di 16 settembre 2005 con la Kaunas Regione Amministrazione per ripristinare diritti di proprietà a T.M.K. e J.R.
11. Dopo che la causa era stata rinviata alla corte di primo-istanza un perito indipendente fu nominato nei procedimenti.
12. Una valutazione dell’area fu eseguita con un stimatore indipendente e munito di certificato del quale incluse una valutazione comprensiva delle caratteristiche che area di terra e valutò il suo valore con comparando prezzi di mercato.
13. Si stabilì che il valore di mercato dell’area a settembre 2005 era 112,500 litai lituano (LTL, approssimativamente 32,580 euros (EUR)) mentre ad agosto 1996 aveva corrisposto a LTL 18,000. Nondimeno, il Kaunas Corte Regionale, comportandosi come un giudice di prima istanza 5 ottobre 2006 decise di assegnare LTL 1,466 il richiedente (verso EUR 430), notando che che prezzo corrispose alla somma il richiedente aveva pagato in ricevute di investimento di singolo-uso nel 1996.
14. 26 febbraio 2007 la Corte d’appello sostenne la decisione della corte più bassa e respinto gli argomenti del richiedente che l’Articolo 6.147 § 2 del Codice civile doveva essere fatto domanda con assegnando il valore più alto della proprietà il richiedente, siccome lei era stata privata di sé a causa di errore con le autorità Statali.
15. In 8 maggio 2007 la Corte Suprema rifiutò di accettare il ricorso di cassazione del richiedente per esame, sulla base che il suo ricorso non sollevò importanti problemi legali.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE E PRATICA
A. disposizioni Legali
16. La Costituzione della Repubblica della Lituania prevede:
Articolo 23
“Proprietà sarà inviolabile. Diritti di proprietà saranno protegguti con legge.
Proprietà può essere espropriata solamente per le necessità di società e nella conformità con la procedura stabilita con legge, e sarà compensato giustamente.”
17. La Legge sulla procedura e le condizioni per restituzione di diritti di proprietà a beni immobili esistente (Įstatymas dl ėpiliei ųnuosavybs ėteisi įišlikus nekilnojamj turt ąatstatymo tvarkos ir slygų), decretò 18 giugno 1991 e corresse su occasioni numerose (in seguito “la Restituzione Legge”), purché che, nel ripristinare diritti di proprietà, priorità sarebbe data a restituzione in natura. Lo Stato trattenne il diritto per comprare fuori una proprietà dai proprietari precedenti se le condizioni sociali e correnti e relazioni così richiesto. In particolare, Articolo 12 paragrafo 1 (3) della Legge previde che lo Stato potesse comprare fuori terra in un’area rurale che era stata assegnata ad un coltivatore ed era stata occupata con un’area personale, alloggio o le altre strutture delle quali il coltivatore aveva il diritto di proprietà.
18. La parte attinente del Codice civile, in vigore fin da 1 luglio 2001, prevede siccome segue:
Articolo la 1.80 Nullità di un’operazione che non si attiene con le disposizioni legali ed obbligatore
“1. Qualsiasi operazione che va a vuoto ad attenersi con le disposizioni legali ed obbligatore sarà privo di valore legale.
2. Quando un’operazione è dichiarata privo di valore legale, ogni parte sarà costretta a ripristinare all’altra parte tutto lui o lei hanno ricevuto con vuole dire di che operazione (la restituzione). Dove è impossibile per ripristinare in natura gli articoli ricevette, le parti saranno costrette a compensare l’un l’altro nei soldi, a meno che la legge prevede per altre conseguenze come un risultato dell’essere dell’operazione dichiarò lacuna…”
Articolo il 6.147 Preventivo di valutario equivalente
“1. Valutario equivalente sarà valutato secondo prezzi che erano validi al tempo quando il debitore ricevette che che lui è responsabile per ripristinare.
2. Nell’evento della distruzione o trasferimento di proprietà soggetto a restituzione, la persona sarà legata per compensare per il valore della proprietà come sé, era al tempo quando la proprietà fu ricevuta, fu distrutta o fu trasferita, o al tempo della sua restituzione, valore qualunque è il più basso. Nell’evento della persona responsabile fare restituzione che è in mala fede, o dove è dovuta alla sua colpa la restituzione, lui sarà legato per restituire il valore più alto della proprietà.”
19. Articolo 6.271 del Codice civile prevede che danno causò con atti illegali con istituzioni di autorità pubblica deve essere compensato per con lo Stato, irrispettoso della colpa di un particolare servitore pubblico o l’altro impiegato dell’istituzione di autorità pubblica.
20. Il decreto del Governo n. 816 sull’allocazione di aree di terra per personale ed uso di servizio, in vigore fin da 4 novembre 1993, previde che aree nuove di terra per l’agricoltura individuale devono essere misurate solamente in aree che prima erano usate come aree di fattoria individuali o erano state assegnate come aree di fattoria individuali in conformità coi piani stabilite per che territorio durante la riforma agraria.
B. lituano corteggia la pratica di ‘
21. Nella sua direttiva di 27 maggio 1994 la Corte Costituzionale sostenne, inter l’alia che proprietà che erano state nazionalizzate con le autorità sovietiche poiché 1940 dovrebbero essere considerati come “proprietà sotto il controllo de facto dello Stato.” La Corte Costituzionale affermò anche che, se possibile, i diritti di proprietà dovrebbero essere ripristinati in natura. Stabilì inoltre che comprando fuori terra in aree rurali per il fine di costruire alloggio privato non notificò interesse pubblico, poiché dopo che simile terra era stata comprata fuori sé potrebbe essere privatizzato, mentre violando con ciò i proprietari precedenti il diritto di ‘ a restituzione.
22. Sul problema della legalità della vendita di proprietà prima nazionalizzata, nelle sue decisioni N. 3K-3-384/1999 6 settembre 1999
e 3K-3-698/2003 16 giugno 2003 che la Corte Suprema ha sostenuto che come lungo la questione della restituzione dei diritti di proprietà del proprietario precedente era pendente e non era stato risolto definitivamente, che proprietà doveva essere considerata siccome contestato. Di conseguenza, simile proprietà non potevano essere trasferite a terze parti, perché questo potesse dare luogo a violazioni successive dei diritti di proprietà del proprietario precedente.
LA LEGGE
IO. Violazione allegato Di Articolo 1 Di Protocollo N.ro 1 A La Convenzione
23. Il richiedente si lamentò che lei non era stata compensata adeguatamente per la privazione della sua terra con le autorità. Le corti nazionali andarono a vuoto a prendere in considerazione il valore di mercato dell’area nel 2005 e fecero domanda invece il suo valore nominale in 1996 che erano molte volte abbassi. Di conseguenza, il richiedente non era capace di acquisire un’area simile e nuova di terra col risarcimento le era stato assegnato. Lei si appellò su Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 che legge siccome segue:
“Ogni naturale o legale persona è concessa al godimento tranquillo delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste per con legge e coi principi generali di diritto internazionale…”
Ammissibilità di A.
24. Il Governo presentò che il richiedente non era riuscito ad esaurire tutte le via di ricorso nazionali ed effettive con non iniziando procedimenti giudiziali separati e nuovi sotto Articolo 6.271 del Codice civile contro lo Stato per compensazione per il presumibilmente il risarcimento inadeguato.
25. Il richiedente non fece commenti su quel l’argomento.
26. La Corte reitera che l’articolo dell’esaurimento di via di ricorso nazionali assegnò ad in Articolo 35 § 1 della Convenzione obbliga richiedenti ad usare le via di ricorso che sono normalmente disponibili e sufficiente nell’ordinamento giuridico nazionale per abilitarli ottenere compensazione per violazioni addotte per essere successo. L’esistenza delle via di ricorso deve essere sufficientemente sicura, in pratica così come in teoria, fallendo a loro mancherà quale l’accessibilità richiesta e l’efficacia; incorre allo Stato rispondente per stabilire che queste varie condizioni sono soddisfatte (veda Vernillo c. la Francia, 20 febbraio 1991, § 27 la Serie Un n. 198; Aksoy c. la Turchia, n. 21987/93, §§ 51-52 Relazioni di Sentenze e Decisioni 1996-VI; ed Akdivar ed Altri c. la Turchia, n. 21893/93, §§ 65-67 Relazioni 1996-IV).
27. I costatazione di Corte che la via di ricorso ha assegnato a col Governo erano inadeguati per garantire compensa per la violazione allegato, siccome il Governo non offrì prova della sua efficacia al tempo quando la richiesta presente fu introdotta.
28. Che che è più, la Corte non vede come quelli procedimenti nuovi avrebbero potuto proporre efficacemente una conseguenza più favorevole al richiedente che quelli per che lei già aveva subito dopo il rinvio della causa
riesame per avere l’importo del risarcimento per proprietà ritornata stabilì (veda paragrafo 11 sopra). Di conseguenza, non è stato dimostrato, che una rivendicazione sotto Articolo 6.271 del Codice civile sarebbe stata una via di ricorso effettiva nella causa del richiedente (veda, mutatis mutandis, Beshiri ed Altri c. l’Albania, n. 7352/03, § 55, 22 agosto 2006, e Zwierzynski c. la Polonia (il dec.), n. 34049/96, 15 giugno 2000).
29. Di conseguenza, la Corte respinge l’eccezione del Governo che il richiedente non è riuscito ad esaurire via di ricorso nazionali.
30. La Corte nota che questa azione di reclamo non è mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 § 3 (un) della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile su qualsiasi gli altri motivi. Deve essere dichiarato perciò ammissibile.
B. Merits
1. Le parti le osservazioni di ‘
31. Il richiedente addusse che il risarcimento assegnò a lei era ingiusto ed inadeguato, come sé era molte volte abbassano che il valore di mercato della terra quando lei perse il suo titolo a sé. Perciò, lei non poteva permettersi di acquisire un’area comparabile e nuova di terra, mentre prendendo in considerazione la sua età avanzata ed il fatto specialmente che lei aveva un’invalidità dal 1994. Il richiedente concordò neanche con la dichiarazione del Governo che simile interferenza era necessaria per proteggere l’interesse pubblico.
32. Il richiedente dibattè inoltre che nel 1996 lei acquistò la proprietà in buon fede e nella conformità con le leggi in vigore e le autorità le decisioni di ‘. Perciò lei non dovrebbe essere resa per sopportare il carico di responsabilità che appartenne esattamente allo Stato.
33. Il richiedente contese infine che essendo un acquisitore onesto della terra contestata ed appellandosi sulle decisioni delle autorità Statali lei aveva aspettative legittime che lei rimarrebbe il proprietario e potrebbe prendere parte in attività agricole che lei davvero faceva per nove anni.
34. Il Governo contestò quegli argomenti e presentò che l’interferenza si lamentò di fu eseguito in conformità con le disposizioni del Codice civile riguardo al ritorno di proprietà dopo che un contratto di vendita è dichiarato privo di valore legale con le corti. La taglia del risarcimento fu predeterminata anche col fatto che il richiedente aveva pagato un prezzo vantaggioso nel 1996 e non aveva reso qualsiasi miglioramenti notevoli all’area. Inoltre, avendo riguardo ad al fatto che il richiedente visse altrove, la proprietà non costituì la sua casa sola, così la causa presente doveva essere distinta dalle altre cause simili esaminato con la Corte. Secondo il Governo, rimborso del pieno prezzo di mercato avrebbe dato luogo all’arricchimento ingiusto del richiedente.
35. Loro sostennero anche che l’interferenza coi diritti di proprietà del richiedente fu giustificata con l’interesse pubblico, vale a dire con la difesa dei diritti dei proprietari precedenti che persero il loro titolo alla terra durante il regime comunista. Come così, la decisione delle corti di dichiarare gli atti amministrativi ed attinenti di 1994-96 illegali fu presa in conformità con la Restituzione Legge e pratica ben stabilita della Corte Suprema e della Corte Costituzionale della Lituania. Nell’elaborazione di restituzione di priorità di diritti di proprietà è dato al ritorno di proprietà prima nazionalizzata ai suoi proprietari precedenti in natura; perciò, proprietà nazionalizzata non può essere trasferita agli altri individui se la questione della restituzione di diritti di proprietà dei proprietari precedenti ancora è pendente.
36. In oltre, le corti nazionali stabilirono che l’allocazione della terra al richiedente nel 1996 era in violazione di Decisione 816 Statale di 29 ottobre 1993, perché che terra non era stata coltivata prima che fu assegnato al richiedente come un’area di fattoria individuale.
2. La valutazione della Corte
(un) principi di Generale
37. La Corte si riferisce alla sua causa-legge stabilita sulla struttura di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 e la maniera nelle quali i tre articoli contennero in che disposizione sarà fatta domanda (veda, fra molte altre autorità, J.A. Pye (Oxford) Ltd e J.A. Pye (Oxford) la Terra Ltd c. il Regno Unito [GC], n. 44302/02, § 52 ECHR 2007-III; Bruncrona c. la Finlandia, n. 41673/98, §§ 65-69 16 novembre 2004; e Broniowski c. la Polonia [GC], n. 31443/96, § 134 il 2004-V di ECHR).
38. La Corte reitera che qualsiasi interferenza con un’autorità pubblica col godimento tranquillo di proprietà dovrebbe essere legale, deve essere nell’interesse pubblico, e deve intraprendere un scopo legittimo con vuole dire ragionevolmente proporzionato allo scopo cercò di essere compreso (veda Dorusöz ğed Aslan c. la Turchia, n. 1262/02, § 27, 30 maggio 2006, e Moskal c. la Polonia, n. 10373/05, §§ 49-50 15 settembre 2009).
39. Un’interferenza col godimento tranquillo di proprietà deve prevedere perciò un “equilibrio equo” fra le richieste dell’interesse pubblico o generale della comunità ed i requisiti della protezione dei diritti essenziali dell’individuo.
40. In questo collegamento, la presa di proprietà senza pagamento di un importo ragionevolmente riferito al suo valore normalmente costituirà un’interferenza sproporzionata che non può essere giustificata sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1. Comunque, questa disposizione non garantisce un diritto al pieno risarcimento in tutte le circostanze, poiché legittimo “interesse pubblico” obiettivi possono mandare a chiamare rimborso di meno che il pieno valore di mercato (veda, fra le altre autorità, Papachelas c. la Grecia [GC], n. 31423/96, § 48 ECHR 1999-II).
(b) la Richiesta dei principi sopra nella causa presente
(i) Se c’è stata un’interferenza con le proprietà del richiedente
41. La Corte reitera che l’area di terra fu assegnata al richiedente nel 1994 e lei l’acquistò dalla Kaunas Regione Amministrazione nel 1996. Fu registrato nel suo nome, senza interruzione, sino a 2005.
42. La Corte così i costatazione che la decisione delle corti nazionali di annullare il titolo del richiedente chiaramente avuto l’effetto di spogliare il richiedente della sua proprietà all’interno del significato della seconda frase di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (veda, mutatis mutandis, Dorusöz ğed Aslan citato sopra, § 29).
(l’ii) la Legalità dell’interferenza
43. La decisione delle corti di annullare l’accordo di acquisto di terra fu prescritta con legge, come sé fu basato su disposizioni della Restituzione Legge, Articoli 1.80, 6.146 e 6.147 del Codice civile così come in linea con la giurisprudenza della Corte Suprema e la Corte Costituzionale. La Corte perciò costatazione che non c’è nessuna ragione di dubitare che la privazione era in conformità con la legge, come richiesto con Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
(l’iii) scopo Legittimo
44. La Corte ora deve determinare se questa privazione di proprietà intraprese un scopo legittimo che è se era “nell’interesse pubblico.” A questa fine nota che in Padaleviius čc. la Lituania (n. 12278/03, § 61 7 luglio 2009) le corti nazionali invalidarono il titolo del richiedente alla proprietà acquisita nel 1995 per soddisfare le rivendicazioni di restituzione di persone da chi che proprietà era stata espropriata negli anni quaranta. La Corte considera che nella causa presente lo scopo dell’interferenza era simile.
45. La Corte ha sostenuto anche che a causa della loro conoscenza diretta di società e le sue necessità, le autorità nazionali sono meglio in principio messo che il giudice internazionale per apprezzare che che è “nell’interesse pubblico.” Sotto il sistema di protezione stabilito con la Convenzione, è così per le autorità nazionali per fare una valutazione iniziale come all’esistenza di un problema di preoccupazione pubblica che garantisce misure della privazione di proprietà. Qui, come negli altri campi ai quali prolungano le salvaguardie della Convenzione, le autorità nazionali godono di conseguenza un certo margine della valutazione (veda Moskal, citato sopra, § 61; Pincová e Pinc c. la Repubblica ceca, n. 36548/97, § 47 ECHR 2002 VIII; e Velikovi ed Altri c. la Bulgaria, N. 43278/98, 45437/99, 48014/99 48380/99, 51362/99 53367/99, 60036/00 73465/01 e 194/02, § 168 15 marzo 2007).
46. Inoltre, la nozione di “interesse pubblico” necessariamente è esteso. La Corte, trovandolo naturale che il margine della valutazione disponibile alla legislatura nell’implementare politiche sociali ed economiche dovrebbe essere un ampio, rispetterà la sentenza della legislatura come a che che è “nell’interesse pubblico” a meno che che sentenza è manifestamente senza fondamento ragionevole (veda James ed Altri c. il Regno Unito, 21 febbraio 1986, § 46 la Serie Un n. 98, e Broniowski, citato sopra, § 149).
47. Come affermato sopra, la misura si lamentò di fu disegnato correggere l’errore delle autorità e difendere gli interessi dei proprietari precedenti con ripristinando i loro diritti di proprietà all’area di terra in natura.
48. La Corte accetta che l’obiettivo generale di leggi di restituzione, vale a dire attenuare le conseguenze di certe violazioni di diritti di proprietà commesse col regime comunista è un scopo legittimo ed un mezzi di salvaguardare la legalità di operazioni legali, mentre protegge lo sviluppo socio-economico del paese (veda Pincová e Pinc, citato sopra, § 58), o, come nella causa presente, garantendo i diritti di proprietari precedenti. In queste circostanze, ed avendo riguardo ad al margine dello Stato della valutazione, la Corte accetta, che la privazione di proprietà esperimentò col richiedente non solo notificò gli interessi dei proprietari originali della terra in oggetto, ma anche gli interessi generali di società nell’insieme (veda Bevá ře Beváová c. la Repubblica ceca, n. 58358/00, § 67, 14 dicembre 2004, e Padaleviius čcitato sopra, § 65).
(l’iv) la Proporzionalità
49. La Corte reitera che qualsiasi interferenza con proprietà deve, oltre ad essendo legale ed avendo un scopo legittimo, anche soddisfi il requisito della proporzionalità. Un equilibrio equo deve essere previsto fra le richieste dell’interesse generale della comunità ed i requisiti della protezione dei diritti essenziali dell’individuo, la ricerca per tale essere di equilibrio equo inerente nell’intero della Convenzione. L’equilibrio richiesto non sarà previsto dove la persona riguardò sopporta un carico individuale ed eccessivo (veda Sporrong e Lönnroth c. la Svezia, 23 settembre 1982, §§ 69-74 la Serie Un n. 52, e Brumrescu ăc. la Romania [GC], n. 28342/95, § 78 ECHR 1999-VII).
50. Su molte occasioni in cause simili che, come nella causa presente, interessato la correzione di errori resa con le autorità Statali nell’elaborazione di restituzione, la Corte ha enfatizzato la necessità di assicurare che il rimediare a di vecchi danni non crea mali nuovi e sproporzionati (veda Velikovi ed Altri, citato sopra, § 178). A quello fine, la legislazione dovrebbe rendere possibile sé prendere in considerazione le particolari circostanze di ogni causa, così che individui che hanno acquisito le loro proprietà in buon fede non sono resi per sopportare il carico di responsabilità che è giustamente che dello Stato che ha confiscato quelle proprietà.
51. Per valutare il carico sopportato col richiedente la Corte deve valutare le particolari circostanze di ogni causa, vale a dire le condizioni sotto le quali fu acquisita la proprietà contestata ed il risarcimento che è stato ricevuto col richiedente in cambio per la proprietà, così come la situazione personale e sociale del richiedente (veda, mutatis mutandis, Mohylová c. la Repubblica ceca (il dec.), n. 75115/01, 6 settembre 2005).
52. Prima dovrebbe essere notato comunque, che nella causa presente, diversamente da nelle cause menzionate sopra di, l’acquisizione della proprietà contestata col richiedente ebbe luogo nel 1994-96, quel è dopo il ristabilimento dell’indipendenza del paese, e non durante il regime sovietico. Così, l’atto illegale di vendere la proprietà al richiedente è attribuibile alle autorità dello Stato presente, e non che del regime sovietico (veda, mutatis mutandis, Gashi c. Croatia, n. 32457/05, §§ 27-34, 13 dicembre 2007, e Vistiš ņe Perepjolkins c. la Lettonia [GC], n. 71243/01, § 124 25 ottobre 2012).
53. Piuttosto differentemente dalle cause dove i proprietari precedenti dibatterono il loro diritto ad una restituzione di diritti di proprietà a proprietà che è stata nazionalizzata durante il regime comunista, la causa presente non concerne la rivendicazione di un richiedente per avere la sua proprietà ritornato o per il risarcimento per proprietà nazionalizzate (veda Broniowski, citato sopra, § 121; Jasinien ėc. la Lituania, n. 41510/98, § 40 6 marzo 2003; e Jureviius čc. la Lituania, n. 30165/02, § 23 14 novembre 2006).
54. Il titolo del richiedente si invalidò dopo che i proprietari precedenti depositarono una rivendicazione civile che fu concessa poi con le corti nazionali. Fu stabilito che le autorità locali non furono concesse per trasferire la proprietà contestata al richiedente di fronte alla questione di restituzione di diritti dei proprietari precedenti era stato risolto. Le procedure per la vendita della terra furono condotte con corpi ufficiali che esercitano l’autorità dello Stato (veda divide in paragrafi 6-7 sopra) e la terra acquista accordo fu firmato fra il richiedente e la Kaunas Regione Amministrazione sotto le condizioni standard. La Corte considera che il richiedente aveva le opportunità molto limitate, se qualsiasi, influenzare i termini del contratto o l’acquisto fissa il prezzo di, come questo era all’interno della competenza esclusiva dello Stato (veda, mutatis mutandis, Gladysheva c. la Russia, n. 7097/10, § 79 6 dicembre 2011). Perciò, era l’obbligo delle autorità per verificare l’eleggibilità del richiedente per l’allocazione della terra e la conformità della vendita di terra con procedure e leggi in vigore.
55. Nell’esaminare la conformità di questi eventi con la Convenzione, la Corte reitera la particolare importanza del principio di buon governo. Richiede che dove è in pericolo un problema che concerne all’interesse generale, specialmente quando colpisce diritti umani fondamentali, incluso diritti di proprietà le autorità pubbliche devono agire prontamente ed in un appropriato e soprattutto maniera coerente (veda Beyeler c. l’Italia [GC], n. 33202/96, § 120 ECHR 2000 io; Megadat.com SRL c. la Moldavia, n. 21151/04, § 72 ECHR 2008; e Rysovskyy c. l’Ucraina, n. 29979/04, § 71 20 ottobre 2011).
56. I motivi sui quali il titolo del richiedente fu dichiarato violazioni incluse e privo di valore legale di disposizioni effettive della legislazione attinente su restituzione di diritti di proprietà. Le autorità locali la decisione di ‘ di vendere il richiedente la terra sembra essere stata presa senza un esame appropriato di tutte le condizioni che prima sono eseguite.
57. Come riguardi le aspettative legittime del richiedente, la Corte nota che la sua buon fede come all’acquisizione della proprietà in oggetto non è stato contestato mai al livello nazionale (veda, mutatis mutandis, Vistiš ņe Perepjolkins citarono sopra di, § 120). Come notato sopra, non era per il richiedente per prendere sulle spalle il rischio di proprietà che è revocata su conto di difetti procedurali che sarebbero dovuti essere eliminati, e per che specialmente disegnò procedure esistè. Il richiedente non sapeva che la terra era stata venduta a lei in violazione della legge e non seppe che questo era il risultato di omissioni da parte dell’amministrazione; l’illegalità dell’acquisto di terra fu stabilita per la prima volta solamente con la corte di appello 2 ottobre 2003.
58. Inoltre, in contrasto coi fatti in Padaleviius č(citò sopra, § 68), al giorno d’oggi la causa non ci sono segnali che il richiedente fosse potuto essere consapevole di certi problemi riguardo all’area che lei acquisì più tardi dallo Stato, o qualsiasi le assunzioni che lei avesse potuto usare la sua posizione privilegiata.
59. Il richiedente nella situazione corrente era piuttosto un cittadino ordinario, mentre non godendo diritti speciali, e l’acquisto fu basato su leggi che erano applicabili ad ognuno. Così, la Corte è dell’opinione che la sua situazione deve essere distinta dalle cause di individui che hanno approfittato della loro posizione privilegiata o hanno agito altrimenti illegalmente acquisire proprietà in un regime totalitario, così come i loro eredi, e che non può aspettare tenere il loro guadagno in una società governò democraticamente per l’articolo di legge. L’interesse pubblico e fondamentale in simile cause è ripristinare la giustizia e rispettare per l’articolo di legge (veda Mohylová, citato sopra, e Velikovi ed Altri, citato sopra, § 201).
60. In questo collegamento la Corte è soddisfatta che il richiedente acquisì la proprietà in buon fede, senza sapere che prima era stato confiscato e senza essere in grado influenzare i termini del contratto. Contiene che lei era un proprietario in buona fede ed il suo interesse di proprietà riservato nel godimento della terra sufficientemente era stato stabilito (veda, per paragone, Hamer c. il Belgio, n. 21861/03, § 76 ECHR 2007 V (gli estratti)). Per la Corte, il fatto che il richiedente pagò per l’area contestata di terra con ricevute di investimento è immateriale in termini dei suoi diritti di proprietà (veda, mutatis mutandis, Vistiš ņe Perepjolkins citato sopra, § 121).
61. Inoltre, la Corte considera che il richiedente fu concesso anche per appellarsi sul fatto che l’atto legale sulla base del quale lei aveva acquisito la proprietà non sarebbe invalidato retrospettivamente al suo danno. In queste circostanze, il “l’aspettativa legittima” è basato anche su un ragionevolmente affidamento allineato su un atto legale che ha un suono base legale e quale nasce su diritti di proprietà (veda Kopecký c. la Slovacchia [GC], n. 44912/98, § 47 ECHR 2004 IX, e Sviluppi della Valle del Pino Ltd ed Altri c. l’Irlanda, 29 novembre 1991, § 51 la Serie Un n. 222). Di conseguenza, il richiedente aveva, un “l’aspettativa legittima” di essere in grado continuare a godere quel la proprietà.
62. Come riguardi la situazione personale e sociale del richiedente, lei perse il suo titolo alla terra all’età di sessanta-tre e è disabilitata dal 1994. Dal molto inizio dei procedimenti il richiedente sta affermando che la terra fu usata per l’agricoltura ed era una delle fonti principali del suo reddito. Il Governo non contestò quel l’asserzione.
63. Il richiedente fu assegnato LTL 1,466 (il prezzo nominale della terra nel 1996) per la terra il cui valore di mercato a settembre 2005 fu valutato con esperti autorizzati e corte-nominati per essere LTL 112,500, o pressocché ottanta volte che corrispondono. Si dovrebbe notare anche che il prezzo nominale del 1996 che fu assegnato al richiedente aveva sofferto evidentemente della svalutazione considerevole e non poteva essere riferito ragionevolmente nove anni più tardi al suo valore.
64. In prospettiva del sopra, e determinato l’aumento significativo nei prezzi di beni immobili fin da 1996, l’importo chiaramente era insufficiente per l’acquisto di un’area comparabile e nuova di terra a prezzi di mercato (veda Velikovi ed Altri, citato sopra, § 207).
65. Il risarcimento chiama sotto la legislazione attinente è materiale alla valutazione di se la misura contestata rispetta l’equilibrio equo e richiesto e, notevolmente, se impone un carico sproporzionato sul richiedente. In questo collegamento, la Corte già ha trovato, che la presa di proprietà senza pagamento di un importo ragionevolmente riferito al suo valore costituirà un’interferenza sproporzionata normalmente (veda I Conventi Santi c. la Grecia, 9 dicembre 1994, § 71 la Serie Un n. 301 Un; Re Precedente di Grecia ed Altri c. la Grecia [GC], n. 25701/94, § 89 ECHR 2000 XII; e Zvolský e Zvolská c. la Repubblica ceca, n. 46129/99, § 70 ECHR 2002 IX).
66. Avendo riguardo ad alle circostanze della causa presente e la causa-legge della Corte in cause simili riguardo all’espropriazione di proprietà, l’equilibrio menzionato sopra di generalmente è realizzato, dove il risarcimento pagò alla persona la cui proprietà è stata presa è riferito ragionevolmente a suo “il mercato” il valore, come determinato al tempo dell’espropriazione (veda Pincová e Pinc citarono sopra di, § 53, Gashi citato sopra, § 41; e, mutatis mutandis, Vistiš ņe Perepjolkins citato sopra, § 111; Guiso-Gallisay c. l’Italia (soddisfazione equa) [GC], n. 58858/00, § 103 22 dicembre 2009).
67. Segue che l’importo del risarcimento per l’annullamento del titolo del richiedente alla terra deve essere calcolato sulla base del valore della proprietà sulla data sulla quale fu persa al riguardo proprietà.
68. Nella prospettiva del sopra, il fatto che il risarcimento di LTL 1,466 fu assegnato con le corti nazionali sufficientemente non attenui le circostanze negative per il richiedente, in particolare determinato la sproporzione fra l’importo del risarcimento ed il valore effettivo della terra al tempo lei fu ne privata.
69. Sembra che nella causa presente le corti nazionali diedero retta l’annullamento dell’operazione di terra-vendita ed alla difesa dei diritti dei proprietari precedenti, mentre in mancanza di allo stesso tempo prendere nell’esame i diritti di proprietà e le aspettative legittime del proprietario in buona fede, il richiedente.
70. La Corte reitera che errori o errori con autorità Statali dovrebbero notificare al beneficio di quelli colpito, specialmente dove è in pericolo nessun altro interesse privato che contrasta. Nelle altre parole, il rischio di qualsiasi errore rese con l’autorità Statale deve essere sopportato con lo Stato ed errori non devono essere rimediati ad alla spesa dell’individuo riguardata (veda Gashi, citato sopra, § 40, e Gladysheva, citato sopra, § 80).
71. Rivolgendosi alla causa a mano, la Corte sostiene che il risarcimento assegnò al richiedente non prenda conto della sua situazione personale e sociale, né riflettè il vero valore della proprietà o il fatto che era stato acquisito col richiedente in buon fede. La sproporzione fra il valore di mercato della terra ed il risarcimento assegnato è troppo significativo per la Corte per trovare che un “equilibrio equo” fu previsto fra gli interessi della comunità ed i richiedenti i diritti essenziali di ‘ (veda, mutatis mutandis, Urbárska Obec Trenianske čBiskupice c. la Slovacchia, n. 74258/01, § 126, 27 novembre 2007, e Vistiš ņe Perepjolkins citato sopra, § 130).
72. Le considerazioni precedenti sono sufficienti per abilitare la Corte per concludere che le condizioni sotto le quali il richiedente l’aveva intitolano all’area di terra rimossa imposto un carico individuale ed eccessivo su lei e che le autorità sono andate a vuoto a prevedere un equilibrio equo fra le richieste dell’interesse pubblico sulla mano del un’e il diritto del richiedente al godimento tranquillo delle sue proprietà sull’altro.
73. C’è stata di conseguenza una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione.
II. ALTRE VIOLAZIONI ALLEGATO
74. Articolo 13 che cita della Convenzione che il richiedente si è lamentato di una violazione del suo diritto ad una via di ricorso effettiva, perché la Corte Suprema aveva rifiutato il suo ricorso di cassazione per l’esame. La Corte lo considera appropriato esaminare questa azione di reclamo sotto Articolo 6 della Convenzione.
75. La Corte reitera che è per le corti nazionali per chiarire questioni di diritto nazionale. Il “diritto ad una corte” di che il diritto di accesso è un aspetto, non è assoluto; è soggetto a limitazioni permesse con implicazione, in particolare dove le condizioni dell’ammissibilità di un ricorso concernono, poiché con la sua molta natura manda a chiamare regolamentazione con lo Stato nel quale gode un certo margine della valutazione questo riguardo a (veda García Manibardo c. la Spagna, n. 38695/97, § 36, ECHR 2000-II, e Mortier c. la Francia, n. 42195/98, § 33 31 luglio 2001). Che che è più, le condizioni dell’ammissibilità di un ricorso su questioni di diritto possono essere più rigide di quelli per un ricorso ordinario (veda Bleš ěed Altri c. la Repubblica ceca, n. 47273/99, § 62 ECHR 2002 IX).
76. Dato che la valutazione dei motivi per cassazione è su una questione che la Corte Suprema lituana ha risuola giurisdizione, non è per la Corte per speculare se il richiedente sarebbe dovuto essere dato permesso per fare appello con la Corte Suprema (veda Impar Ltd c. la Lituania, n. 13102/04, § 32 5 gennaio 2010). Nella prospettiva del sopra e nell’assenza di qualsiasi restrizione irragionevole sull’accesso del richiedente alla Corte Suprema, la Corte considera che questa azione di reclamo deve essere respinta come manifestamente
mal-fondato, facendo seguito ad Articolo 35 §§ 3 e 4 della Convenzione.
77. Il richiedente si lamentò inoltre che le corti nazionali errarono nella richiesta delle disposizioni attinenti di diritto sostanziale.
78. La Corte reitera che è il ruolo delle corti nazionali per interpretare e fare domanda gli articoli attinenti di legge procedurale ed effettiva (veda, fra molte altre autorità, Baumann c. l’Austria, n. 76809/01, § 49 7 ottobre 2004). Al giorno d’oggi la causa, l’interpretazione della disposizione attinente di diritto nazionale con le corti nazionali non sembra essere in violazione di Articolo 6 § 1 della Convenzione. La Corte considera così che questa parte della richiesta deve essere dichiarata come manifestamente inammissibile
mal-fondato, facendo seguito ad Articolo 35 §§ 3 (un) e 4 della Convenzione.
III. La richiesta Di Articolo 41 Di La Convenzione
79. Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se i costatazione di Corte che c’è stata una violazione della Convenzione o i Protocolli inoltre, e se la legge interna della Parte Contraente ed Alta riguardasse permette a riparazione solamente parziale di essere resa, la Corte può, se necessario, riconosca la soddisfazione equa alla vittima.”
80. Il richiedente chiese 112,500 litai lituani (LTL, 32,580 euros (EUR)) nel risarcimento per danno patrimoniale e LTL 50,000 (EUR 14,480) per danno non-patrimoniale. Appellandosi sul rapporto dell’esperto di settembre 2005, lei presentò che l’importo per danno patrimoniale corrisposto al valore di mercato dell’area di terra al tempo della privazione. Il richiedente chiese inoltre EUR 524 per costi e spese incorse in di fronte alla Corte.
81. Il Governo considerò l’importo per danno patrimoniale per essere eccessivo e respinto le sentenze del rapporto dell’esperto come mancando l’obiettività e dipendendo esclusivamente dalla metodologia di calcolo. Il Governo dibattè anche che la Corte non potesse assegnare danno patrimoniale a meno che che la questione era stata esaminata con le corti nazionali. In appoggio dei loro argomenti il Governo non presentò comunque, qualsiasi valutazione alternativa del valore di mercato dell’area contestata, per esempio un documento dal registro di vero-appezzamento di terreno con informazioni attinenti sul valore della proprietà.
82. Nelle circostanze della causa la Corte considera che la questione della richiesta di Articolo 41 non è pronta per decisione. È perciò necessario per riservare la questione, dovuto riguardo ad essere aveva alla possibilità di un accordo fra lo Stato rispondente ed il richiedente (l’Articolo 75 §§ 1 e 4 degli Articoli di Corte).
83. Di conseguenza, la Corte riserva questa questione ed invita il Governo e la società di richiedente a notificarlo, entro sei mesi dalla data sui quali la sentenza diviene definitivo in conformità con Articolo 44 § 2 della Convenzione di qualsiasi accordo al quale loro possono giungere.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE UNANIMAMENTE
1. Dichiara l’azione di reclamo sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 ammissibile ed il resto della richiesta inammissibile;

2. Sostiene che c’è stata una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione;

3. Sostiene che, la questione della richiesta di Articolo 41 non è pronta per decisione e di conseguenza,
(un) le riserve la questione detta;
(b) invita il Governo ed il richiedente a notificare la Corte, entro sei mesi dalla data dei quali la sentenza diviene definitivo in conformità con Articolo 44 § 2 della Convenzione di qualsiasi accordo al quale loro possono giungere;
(il c) le riserve l’ulteriore procedura e delegati al Presidente della Camera il potere per fissare lo stesso se bisogno è.
Fatto in inglesi, e notificò per iscritto 12 novembre 2013, facendo seguito Decidere 77 §§ 2 e 3 degli Articoli di Corte.
Stanley Naismith Guido Raimondi
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

Conclusions: Remainder inadmissible
Violation of Article 1 of Protocol No. 1 – Protection of property (Article 1 para. 1 of Protocol No. 1 – Deprivation of property) Just satisfaction reserved

SECOND SECTION

CASE OF PYRANTIENĖ v. LITHUANIA

(Application no. 45092/07)

JUDGMENT
(merits)

STRASBOURG

12 November 2013

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Pyrantienė v. Lithuania,
The European Court of Human Rights (Second Section), sitting as a Chamber composed of:
Guido Raimondi, President,
Danutė Jočienė,
Peer Lorenzen,
Dragoljub Popović,
Işıl Karakaş,
Nebojša Vučinić,
Paulo Pinto de Albuquerque, judges,
and Stanley Naismith, Section Registrar,
Having deliberated in private on 22 October 2013,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 45092/07) against the Republic of Lithuania lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by a Lithuanian national, OMISSIS (“the applicant”), on 11 October 2007.
2. The applicant was represented by OMISSIS, a lawyer practising in Vilnius. The Lithuanian Government (“the Government”) were represented by their Agent, Ms E. Baltutytė.
3. The applicant alleged that she did not receive adequate compensation after decisions of the domestic courts had deprived her of the property she had owned for nine years, in breach of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.
4. On 29 June 2012 the application was communicated to the Government. It was also decided to rule on the admissibility and merits of the application at the same time (Article 29 § 1).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
5. The applicant was born in 1942 and lives in Akademija, Kaunas Region.
6. In 1994 a local authority assigned a plot of land of 0.5 hectares to the applicant. On 6 August 1996 the Kaunas Region Administration confirmed the sale of the land to the applicant.
7. By an agreement of 24 September 1996 she acquired the plot of land from the State for 61 “single-use investment vouchers” (investiciniai čekiai) and registered it with the Land Registry in her name.
8. The applicant then grew vegetables on the plot and sold them at the market.
9. Following a civil claim brought in December 2001 by third parties seeking restoration of ownership rights to that plot, on 2 October 2003 the Kaunas Regional Court, acting as a court of appeal, quashed the authorities’ decision of 6 August 1996 as unlawful, and cancelled the sale of the disputed plot of land, which then had to be returned to the State. It was concluded that the authorities did not have the right to sell that plot of land as the former owners had already in 1991 lodged a request for restoration of their property rights to the nationalised property. It was also decided to remit the case to the first-instance court for the determination of questions of restitution and compensation, as the land-sale agreement had now been declared null and void. On 6 February 2004 the Supreme Court refused the applicant leave to appeal on points of law as out of time.
10. After the plot of land was taken from the applicant by the State, it was transferred to the former owners following a decision of 16 September 2005 by the Kaunas Region Administration to restore ownership rights to T.M.K. and J.R.
11. After the case had been remitted to the first-instance court an independent expert was appointed in the proceedings.
12. A valuation of the plot was carried out by an independent and certified valuer, which included a comprehensive assessment of the characteristics of that plot of land and estimated its value by comparing market prices.
13. It was established that the plot’s market value in September 2005 was 112,500 Lithuanian litai (LTL, approximately 32,580 euros (EUR)) while in August 1996 it had amounted to LTL 18,000. Nonetheless, the Kaunas Regional Court, acting as a court of first instance, on 5 October 2006 decided to award the applicant LTL 1,466 (approximately EUR 430), noting that that price corresponded to the sum the applicant had paid in single-use investment vouchers in 1996.
14. On 26 February 2007 the Court of Appeal upheld the decision of the lower court and rejected the applicant’s arguments that Article 6.147 § 2 of the Civil Code had to be applied by awarding the applicant the highest value of the property, as she had been deprived of it because of error by the State authorities.
15. On 8 May 2007 the Supreme Court refused to accept the applicant’s cassation appeal for examination, on the ground that her appeal raised no important legal issues.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW AND PRACTICE
A. Statutory provisions
16. The Constitution of the Republic of Lithuania provides:
Article 23
“Property shall be inviolable. Rights of ownership shall be protected by law.
Property may be expropriated only for the needs of society and in accordance with the procedure established by law, and shall be justly compensated.”
17. The Law on the procedure and conditions for restoration of ownership rights to existing real property (Įstatymas dėl piliečių nuosavybės teisių į išlikusį nekilnojamąjį turtą atstatymo tvarkos ir sąlygų), enacted on 18 June 1991 and amended on numerous occasions (hereinafter “the Restitution Law”), provided that, in restoring property rights, priority was to be given to restitution in natura. The State retained the right to buy out a property from the previous owners if the current social conditions and relations so required. In particular, Article 12 paragraph 1 (3) of the Law provided that the State could buy out land in a rural area which had been allocated to a farmer and was occupied by a personal plot, house or other structures of which the farmer had the right of ownership.
18. The relevant part of the Civil Code, in force since 1 July 2001, provides as follows:
Article 1.80 Nullity of a transaction that does not comply with the mandatory statutory provisions
“1. Any transaction that fails to comply with the mandatory statutory provisions shall be null and void.
2. When a transaction is declared null and void, each party shall be required to restore to the other party everything he or she has received by means of that transaction (restitution). Where it is impossible to restore in kind the items received, the parties shall be required to compensate each other in money, unless the law provides for other consequences as a result of the transaction’s being declared void …”
Article 6.147 Estimation of monetary equivalent
“1. Monetary equivalent shall be estimated according to prices that were valid at the time when the debtor received what he is liable to restore.
2. In the event of destruction or transfer of property subject to restitution, the person shall be bound to compensate for the value of the property as it was at the time when the property was received, destroyed or transferred, or at the time of its restitution, whichever value is the lowest. In the event of the person liable to make restitution being in bad faith, or where the restitution is due to his fault, he shall be bound to return the highest value of the property.”
19. Article 6.271 of the Civil Code provides that damage caused by unlawful acts by institutions of public authority must be compensated for by the State, irrespective of the fault of a particular public servant or other employee of the public authority institution.
20. The Government’s decree no. 816 on allocation of plots of land for personal and service use, in force since 4 November 1993, provided that new plots of land for individual farming must be measured only in areas which had previously been used as individual farm plots or had been allocated as individual farm plots in accordance with the plans established for that territory during the land reform.
B. Lithuanian courts’ practice
21. In its ruling of 27 May 1994 the Constitutional Court held, inter alia, that possessions which had been nationalised by the Soviet authorities since 1940 should be considered as “property under the de facto control of the State”. The Constitutional Court also stated that, if possible, the property rights should be restored in natura. It further ruled that buying out land in rural areas for the purpose of building private housing served no public interest, since after such land had been bought out it could be privatised, thereby breaching the previous owners’ right to restitution.
22. On the issue of the lawfulness of the sale of previously nationalised property, in its decisions nos. 3K-3-384/1999 of 6 September 1999
and 3K-3-698/2003 of 16 June 2003 the Supreme Court held that as long the question of the restoration of the former owner’s property rights was pending and had not been definitively resolved, that property had to be considered as disputed. Accordingly, such properties could not be transferred to third parties, because this could result in successive violations of the former owner’s ownership rights.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 TO THE CONVENTION
23. The applicant complained that she had not been adequately compensated for the deprivation of her land by the authorities. The domestic courts failed to take into account the plot’s market value in 2005 and applied instead its nominal value in 1996, which was many times lower. As a result, the applicant was unable to acquire a new similar plot of land with the compensation she had been awarded. She relied on Article 1 of Protocol No. 1, which reads as follows:
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law …”
A. Admissibility
24. The Government submitted that the applicant had failed to exhaust all the effective domestic remedies by not initiating new separate judicial proceedings under Article 6.271 of the Civil Code against the State for redress for the allegedly inadequate compensation.
25. The applicant did not comment on that argument.
26. The Court reiterates that the rule of exhaustion of domestic remedies referred to in Article 35 § 1 of the Convention obliges applicants to use the remedies that are normally available and sufficient in the domestic legal system to enable them to obtain redress for breaches alleged to have taken place. The existence of the remedies must be sufficiently certain, in practice as well as in theory, failing which they will lack the requisite accessibility and effectiveness; it falls to the respondent State to establish that these various conditions are satisfied (see Vernillo v. France, 20 February 1991, § 27, Series A no. 198; Aksoy v. Turkey, no. 21987/93, §§ 51-52, Reports of Judgments and Decisions 1996-VI; and Akdivar and Others v. Turkey, no. 21893/93, §§ 65-67, Reports 1996-IV).
27. The Court finds that the remedy referred to by the Government was inadequate to secure redress for the alleged breach, as the Government did not provide evidence of its effectiveness at the time when the present application was introduced.
28. What is more, the Court does not see how those new proceedings could effectively have offered a more favourable outcome to the applicant than those which she had already undergone after the case’s remittal for
re-examination to have the amount of compensation for returned property established (see paragraph 11 above). As a result, it has not been demonstrated that a claim under Article 6.271 of the Civil Code would have been an effective remedy in the applicant’s case (see, mutatis mutandis, Beshiri and Others v. Albania, no. 7352/03, § 55, 22 August 2006, and Zwierzynski v. Poland (dec.), no. 34049/96, 15 June 2000).
29. Accordingly, the Court dismisses the Government’s objection that the applicant failed to exhaust domestic remedies.
30. The Court notes that this complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 (a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. The parties’ submissions
31. The applicant alleged that the compensation awarded to her was unfair and inadequate, as it was many times lower than the market value of the land when she lost her title to it. Therefore, she could not afford to acquire a new comparable plot of land, especially taking into account her advanced age and the fact that she had had a disability since 1994. The applicant also did not agree with the Government’s allegation that such interference was necessary to protect the public interest.
32. The applicant further argued that in 1996 she purchased the property in good faith and in accordance with the laws in force and the authorities’ decisions. Therefore she should not be made to bear the burden of responsibility, which rightly belonged to the State.
33. The applicant lastly contended that being an honest acquirer of the disputed land and relying on the decisions of the State authorities she had legitimate expectations that she would remain the owner and could engage in agricultural activities, which she actually did for nine years.
34. The Government contested those arguments and submitted that the interference complained of was carried out in accordance with the provisions of the Civil Code concerning the return of property after a contract of sale is declared null and void by the courts. The size of the compensation was predetermined also by the fact that the applicant had paid an advantageous price in 1996 and had not made any major improvements to the plot. Moreover, having regard to the fact that the applicant lived elsewhere, the property did not constitute her only home, so the present case had to be distinguished from other similar cases examined by the Court. According to the Government, reimbursement of the full market price would have resulted in unjust enrichment of the applicant.
35. They also maintained that the interference with the applicant’s property rights was justified by the public interest, namely by the defence of the rights of the former owners, who lost their title to the land during the communist regime. As such, the decision of the courts to declare the relevant administrative acts of 1994-96 unlawful were taken in accordance with the Restitution Law and well-established practice of the Supreme Court and of the Constitutional Court of Lithuania. In the process of restoration of property rights priority is given to the return of previously nationalised property to its former owners in natura; therefore, nationalised property cannot be transferred to other individuals if the question of the restoration of ownership rights of the former owners is still pending.
36. In addition, the domestic courts established that the allocation of the land to the applicant in 1996 was in breach of Government Resolution 816 of 29 October 1993, because that land had not been farmed before it was allocated to the applicant as an individual farm plot.
2. The Court’s assessment
(a) General principles
37. The Court refers to its established case-law on the structure of Article 1 of Protocol No. 1 and the manner in which the three rules contained in that provision are to be applied (see, among many other authorities, J.A. Pye (Oxford) Ltd and J.A. Pye (Oxford) Land Ltd v. the United Kingdom [GC], no. 44302/02, § 52, ECHR 2007-III; Bruncrona v. Finland, no. 41673/98, §§ 65-69, 16 November 2004; and Broniowski v. Poland [GC], no. 31443/96, § 134, ECHR 2004-V).
38. The Court reiterates that any interference by a public authority with the peaceful enjoyment of possessions should be lawful, must be in the public interest, and must pursue a legitimate aim by means reasonably proportionate to the aim sought to be realised (see Doğrusöz and Aslan v. Turkey, no. 1262/02, § 27, 30 May 2006, and Moskal v. Poland, no. 10373/05, §§ 49-50, 15 September 2009).
39. An interference with the peaceful enjoyment of possessions must therefore strike a “fair balance” between the demands of the public or general interest of the community and the requirements of the protection of the individual’s fundamental rights.
40. In this connection, the taking of property without payment of an amount reasonably related to its value will normally constitute a disproportionate interference that cannot be justified under Article 1 of Protocol No. 1. This provision does not, however, guarantee a right to full compensation in all circumstances, since legitimate “public interest” objectives may call for reimbursement of less than the full market value (see, among other authorities, Papachelas v. Greece [GC], no. 31423/96, § 48, ECHR 1999-II).
(b) Application of the above principles in the present case
(i) Whether there has been an interference with the applicant’s possessions
41. The Court reiterates that the plot of land was allocated to the applicant in 1994 and she purchased it from the Kaunas Region Administration in 1996. It was registered in her name, without interruption, until 2005.
42. The Court thus finds that the decision of the domestic courts to annul the applicant’s title had clearly the effect of depriving the applicant of her property within the meaning of the second sentence of Article 1 of Protocol No. 1 (see, mutatis mutandis, Doğrusöz and Aslan, cited above, § 29).
(ii) Lawfulness of the interference
43. The decision of the courts to annul the land purchase agreement was prescribed by law, as it was based on provisions of the Restitution Law, Articles 1.80, 6.146 and 6.147 of the Civil Code, as well as in line with the jurisprudence of the Supreme Court and the Constitutional Court. The Court therefore finds that there is no reason to doubt that the deprivation was in accordance with the law, as required by Article 1 of Protocol No. 1.
(iii) Legitimate aim
44. The Court must now determine whether this deprivation of property pursued a legitimate aim, that is, whether it was “in the public interest”. To this end it notes that in Padalevičius v. Lithuania (no. 12278/03, § 61, 7 July 2009) the domestic courts invalidated the applicant’s title to the property acquired in 1995 in order to satisfy the restitution claims of persons from whom that property had been expropriated in the 1940s. The Court considers that in the present case the aim of the interference was similar.
45. The Court has also held that because of their direct knowledge of society and its needs, the national authorities are in principle better placed than the international judge to appreciate what is “in the public interest”. Under the system of protection established by the Convention, it is thus for the national authorities to make an initial assessment as to the existence of a problem of public concern warranting measures of deprivation of property. Here, as in other fields to which the safeguards of the Convention extend, the national authorities accordingly enjoy a certain margin of appreciation (see Moskal, cited above, § 61; Pincová and Pinc v. the Czech Republic, no. 36548/97, § 47, ECHR 2002 VIII; and Velikovi and Others v. Bulgaria, nos. 43278/98, 45437/99, 48014/99, 48380/99, 51362/99, 53367/99, 60036/00, 73465/01 and 194/02, § 168, 15 March 2007).
46. Furthermore, the notion of “public interest” is necessarily extensive. The Court, finding it natural that the margin of appreciation available to the legislature in implementing social and economic policies should be a wide one, will respect the legislature’s judgment as to what is “in the public interest” unless that judgment is manifestly without reasonable foundation (see James and Others v. the United Kingdom, 21 February 1986, § 46, Series A no. 98, and Broniowski, cited above, § 149).
47. As stated above, the measure complained of was designed to correct the mistake of the authorities and to defend the interests of the former owners by restoring their ownership rights to the plot of land in natura.
48. The Court accepts that the general objective of restitution laws, namely to mitigate the consequences of certain infringements of property rights committed by the communist regime, is a legitimate aim and a means of safeguarding the lawfulness of legal transactions, protecting the country’s socio-economic development (see Pincová and Pinc, cited above, § 58), or, as in the present case, securing the rights of former owners. In these circumstances, and having regard to the State’s margin of appreciation, the Court accepts that the deprivation of property experienced by the applicant served not only the interests of the original owners of the land in question, but also the general interests of society as a whole (see Bečvář and Bečvářová v. the Czech Republic, no. 58358/00, § 67, 14 December 2004, and Padalevičius, cited above, § 65).
(iv) Proportionality
49. The Court reiterates that any interference with property must, in addition to being lawful and having a legitimate aim, also satisfy the requirement of proportionality. A fair balance must be struck between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the individual’s fundamental rights, the search for such a fair balance being inherent in the whole of the Convention. The requisite balance will not be struck where the person concerned bears an individual and excessive burden (see Sporrong and Lönnroth v. Sweden, 23 September 1982, §§ 69-74, Series A no. 52, and Brumărescu v. Romania [GC], no. 28342/95, § 78, ECHR 1999-VII).
50. On several occasions in similar cases which, as in the present case, concerned the correction of mistakes made by the State authorities in the process of restitution, the Court has emphasised the necessity of ensuring that the remedying of old injuries does not create disproportionate new wrongs (see Velikovi and Others, cited above, § 178). To that end, the legislation should make it possible to take into account the particular circumstances of each case, so that individuals who have acquired their possessions in good faith are not made to bear the burden of responsibility, which is rightfully that of the State which has confiscated those possessions.
51. In order to assess the burden borne by the applicant, the Court must assess the particular circumstances of each case, namely the conditions under which the disputed property was acquired and the compensation that was received by the applicant in exchange for the property, as well as the applicant’s personal and social situation (see, mutatis mutandis, Mohylová v. the Czech Republic (dec.), no. 75115/01, 6 September 2005).
52. It should first be noted, however, that in the present case, unlike in the cases mentioned above, acquisition of the disputed property by the applicant took place in 1994-96, that is after the re-establishment of the independence of the country, and not during the Soviet regime. Thus, the unlawful act of selling the property to the applicant is attributable to the authorities of the present State, and not that of the Soviet regime (see, mutatis mutandis, Gashi v. Croatia, no. 32457/05, §§ 27-34, 13 December 2007, and Vistiņš and Perepjolkins v. Latvia [GC], no. 71243/01, § 124, 25 October 2012).
53. Quite differently from the cases where the former owners argued their entitlement to a restoration of ownership rights to property that was nationalised during the communist regime, the present case does not concern an applicant’s claim to have his property returned or for compensation for nationalised possessions (see Broniowski, cited above, § 121; Jasiūnienė v. Lithuania, no. 41510/98, § 40, 6 March 2003; and Jurevičius v. Lithuania, no. 30165/02, § 23, 14 November 2006).
54. The applicant’s title was invalidated after the former owners lodged a civil claim, which was then allowed by the domestic courts. It was established that the local authorities were not entitled to transfer the disputed property to the applicant before the question of restoration of rights of the former owners had been resolved. The procedures for the sale of the land were conducted by official bodies exercising the authority of the State (see paragraphs 6-7 above) and the land purchase agreement was signed between the applicant and the Kaunas Region Administration under the standard conditions. The Court considers that the applicant had very limited opportunities, if any, to influence the terms of the contract or the purchase price, as this was within the State’s exclusive competence (see, mutatis mutandis, Gladysheva v. Russia, no. 7097/10, § 79, 6 December 2011). Therefore, it was the obligation of the authorities to verify the applicant’s eligibility for allocation of the land and the conformity of the land sale with procedures and laws in force.
55. In examining the conformity of these events with the Convention, the Court reiterates the particular importance of the principle of good governance. It requires that where an issue pertaining to the general interest is at stake, especially when it affects fundamental human rights, including property rights, the public authorities must act promptly and in an appropriate and above all consistent manner (see Beyeler v. Italy [GC], no. 33202/96, § 120, ECHR 2000 I; Megadat.com SRL v. Moldova, no. 21151/04, § 72, ECHR 2008; and Rysovskyy v. Ukraine, no. 29979/04, § 71, 20 October 2011).
56. The grounds on which the applicant’s title was declared null and void included violations of substantive provisions of the relevant legislation on restitution of ownership rights. The local authorities’ decision to sell the applicant the land appears to have been taken without an appropriate examination of all the conditions first being carried out.
57. As regards the applicant’s legitimate expectations, the Court notes that her good faith as to the acquisition of the property in question has never been disputed at the national level (see, mutatis mutandis, Vistiņš and Perepjolkins cited above, § 120). As noted above, it was not for the applicant to shoulder the risk of ownership being revoked on account of procedural defects which should have been eliminated, and for which specially designed procedures existed. The applicant was unaware that the land had been sold to her in breach of the law and did not know that this was the result of omissions on the part of the administration; the unlawfulness of the land purchase was established by the appellate court for the first time only on 2 October 2003.
58. Moreover, in contrast with the facts in Padalevičius (cited above, § 68), in the present case there are no signs that the applicant could have been aware of certain problems concerning the plot which she later acquired from the State, or any assumptions that she could have used her privileged position.
59. The applicant in the current situation was rather an ordinary citizen, enjoying no special privileges, and the purchase was based on laws which were applicable to everyone. Thus, the Court is of the opinion that her situation must be distinguished from the cases of individuals who have taken advantage of their privileged position or have otherwise acted unlawfully to acquire property in a totalitarian regime, as well as their heirs, and who cannot expect to keep their gain in a society governed democratically through the rule of law. The underlying public interest in such cases is to restore justice and respect for the rule of law (see Mohylová, cited above, and Velikovi and Others, cited above, § 201).
60. In this connection the Court is satisfied that the applicant acquired the possession in good faith, without knowing that it had previously been confiscated and without being able to influence the terms of the contract. It holds that she was a bona fide owner and her proprietary interest in the enjoyment of the land had been sufficiently established (see, for comparison, Hamer v. Belgium, no. 21861/03, § 76, ECHR 2007 V (extracts)). For the Court, the fact that the applicant paid for the disputed plot of land with investment vouchers is immaterial in terms of her rights of ownership (see, mutatis mutandis, Vistiņš and Perepjolkins, cited above, § 121).
61. Moreover, the Court considers that the applicant was also entitled to rely on the fact that the legal act on the basis of which she had acquired the property would not be retrospectively invalidated to her detriment. In these circumstances, the “legitimate expectation” is also based on a reasonably justified reliance on a legal act which has a sound legal basis and which bears on property rights (see Kopecký v. Slovakia [GC], no. 44912/98, § 47, ECHR 2004 IX, and Pine Valley Developments Ltd and Others v. Ireland, 29 November 1991, § 51, Series A no. 222). As a result, the applicant had a “legitimate expectation” of being able to continue to enjoy that possession.
62. As regards the applicant’s personal and social situation, she lost her title to the land at the age of sixty-three and has been disabled since 1994. From the very beginning of the proceedings the applicant has been claiming that the land was used for agriculture and was one of the main sources of her income. The Government did not contest that assertion.
63. The applicant was awarded LTL 1,466 (the nominal price of the land in 1996) for the land whose market value in September 2005 was estimated by court-appointed authorised experts to be LTL 112,500, or almost eighty times that amount. It should also be noted that the nominal 1996 price, which was awarded to the applicant, had obviously suffered considerable devaluation and could not reasonably be related to its value nine years later.
64. In view of the above, and given the significant increase in the prices of real property since 1996, the amount was clearly insufficient for the purchase of a new comparable plot of land at market prices (see Velikovi and Others, cited above, § 207).
65. Compensation terms under the relevant legislation are material to the assessment of whether the contested measure respects the requisite fair balance and, notably, whether it imposes a disproportionate burden on the applicant. In this connection, the Court has already found that the taking of property without payment of an amount reasonably related to its value will normally constitute a disproportionate interference (see The Holy Monasteries v. Greece, 9 December 1994, § 71, Series A no. 301 A; Former King of Greece and Others v. Greece [GC], no. 25701/94, § 89, ECHR 2000 XII; and Zvolský and Zvolská v. the Czech Republic, no. 46129/99, § 70, ECHR 2002 IX).
66. Having regard to the circumstances of the present case and the Court’s case-law in similar cases concerning the expropriation of property, the balance mentioned above is generally achieved where the compensation paid to the person whose property has been taken is reasonably related to its “market” value, as determined at the time of the expropriation (see Pincová and Pinc cited above, § 53, Gashi, cited above, § 41; and, mutatis mutandis, Vistiņš and Perepjolkins, cited above, § 111; Guiso-Gallisay v. Italy (just satisfaction) [GC], no. 58858/00, § 103, 22 December 2009).
67. It follows that the amount of compensation for the annulment of the applicant’s title to the land must be calculated on the basis of the value of the property on the date on which ownership thereof was lost.
68. In the view of the above, the fact that compensation of LTL 1,466 was awarded by the national courts does not sufficiently mitigate the negative circumstances for the applicant, in particular given the disproportion between the amount of the compensation and the actual value of the land at the time she was deprived of it.
69. It appears that in the present case the domestic courts paid significantly greater attention to the annulment of the land-sale transaction and to the defence of the rights of the former owners, while failing at the same time to take into consideration the property rights and legitimate expectations of the bona fide owner, the applicant.
70. The Court reiterates that mistakes or errors by State authorities should serve to the benefit of those affected, especially where no other conflicting private interest is at stake. In other words, the risk of any mistake made by the State authority must be borne by the State and errors must not be remedied at the expense of the individual concerned (see Gashi, cited above, § 40, and Gladysheva, cited above, § 80).
71. Turning to the case at hand, the Court holds that the compensation awarded to the applicant did not take account of her personal and social situation, nor did it reflect the real value of the property or the fact that it had been acquired by the applicant in good faith. The disproportion between the land’s market value and the compensation awarded is too significant for the Court to find that a “fair balance” was struck between the interests of the community and the applicants’ fundamental rights (see, mutatis mutandis, Urbárska Obec Trenčianske Biskupice v. Slovakia, no. 74258/01, § 126, 27 November 2007, and Vistiņš and Perepjolkins, cited above, § 130).
72. The foregoing considerations are sufficient to enable the Court to conclude that the conditions under which the applicant had her title to the plot of land removed imposed an individual and excessive burden on her and that the authorities have failed to strike a fair balance between the demands of the public interest on the one hand and the applicant’s right to the peaceful enjoyment of her possessions on the other.
73. There has accordingly been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.
II. OTHER ALLEGED VIOLATIONS
74. Citing Article 13 of the Convention the applicant complained of a violation of her right to an effective remedy, because the Supreme Court had refused her cassation appeal for the examination. The Court considers it appropriate to examine this complaint under Article 6 of the Convention.
75. The Court reiterates that it is for the national courts to resolve questions of domestic law. The “right to a court”, of which the right of access is one aspect, is not absolute; it is subject to limitations permitted by implication, in particular where the conditions of admissibility of an appeal are concerned, since by its very nature it calls for regulation by the State, which enjoys a certain margin of appreciation in this regard (see García Manibardo v. Spain, no. 38695/97, § 36, ECHR 2000-II, and Mortier v. France, no. 42195/98, § 33, 31 July 2001). What is more, the conditions of admissibility of an appeal on points of law may be more rigorous than those for an ordinary appeal (see Běleš and Others v. the Czech Republic, no. 47273/99, § 62, ECHR 2002 IX).
76. Given that the assessment of the grounds for cassation is a matter over which the Lithuanian Supreme Court has sole jurisdiction, it is not for the Court to speculate whether the applicant should have been given leave to appeal by the Supreme Court (see Impar Ltd v. Lithuania, no. 13102/04, § 32, 5 January 2010). In the view of the above and in the absence of any unreasonable restriction on the applicant’s access to the Supreme Court, the Court considers that this complaint must be dismissed as manifestly
ill-founded, pursuant to Article 35 §§ 3 and 4 of the Convention.
77. The applicant further complained that the domestic courts erred in the application of the relevant provisions of substantive law.
78. The Court reiterates that it is the role of the domestic courts to interpret and apply the relevant rules of procedural and substantive law (see, among many other authorities, Baumann v. Austria, no. 76809/01, § 49, 7 October 2004). In the present case, the interpretation of the relevant provision of domestic law by the national courts does not appear to be in breach of Article 6 § 1 of the Convention. The Court thus considers that this part of the application must be declared inadmissible as manifestly
ill-founded, pursuant to Article 35 §§ 3 (a) and 4 of the Convention.
III. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
79. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
80. The applicant claimed 112,500 Lithuanian litai (LTL, 32,580 euros (EUR)) in compensation for pecuniary damage and LTL 50,000 (EUR 14,480) for non-pecuniary damage. Relying on the expert’s report of September 2005, she submitted that the amount for pecuniary damage corresponded to the market value of the plot of land at the time of deprivation. The applicant further claimed EUR 524 for costs and expenses incurred before the Court.
81. The Government considered the amount for pecuniary damage to be excessive and rejected the findings of the expert’s report as lacking objectivity and depending exclusively on the calculation methodology. The Government also argued that the Court could not award pecuniary damage unless that matter had been examined by the domestic courts. However, in support of their arguments the Government did not submit any alternative assessment of the market value of the disputed plot, for example, a record from the real-estate register with relevant information on the value of the property.
82. In the circumstances of the case the Court considers that the question of the application of Article 41 is not ready for decision. It is therefore necessary to reserve the matter, due regard being had to the possibility of an agreement between the respondent State and the applicant (Rule 75 §§ 1 and 4 of the Rules of Court).
83. Accordingly, the Court reserves this question and invites the Government and the applicant company to notify it, within six months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 § 2 of the Convention, of any agreement that they may reach.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Declares the complaint under Article 1 of Protocol No. 1 admissible and the remainder of the application inadmissible;

2. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention;

3. Holds that, the question of the application of Article 41 is not ready for decision and accordingly,
(a) reserves the said question;
(b) invites the Government and the applicant to notify the Court, within six months from the date of which the judgment becomes final in accordance with Article 44 § 2 of the Convention, of any agreement that they may reach;
(c) reserves the further procedure and delegates to the President of the Chamber the power to fix the same if need be.
Done in English, and notified in writing on 12 November 2013, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Stanley Naismith Guido Raimondi
Registrar President

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