QUINTA SEZIONE
CASO DI P?LKA E ALTRI c. REPUBBLICA CECA
(Ricorso n. 30262/13)
SENTENZA
Art. 1 P1 – Privazione della propriet? – Equilibrio iniquo nei procedimenti giudiziari di espropriazione immobiliare e di indennizzo – Mancata valutazione delle conseguenze dell’espropriazione da parte dei giudici nazionali e mancato rispetto dei requisiti procedurali stabiliti dalla giurisprudenza della Corte
STRASBURGO
24 marzo 2022
FINALE
24/06/2022
La presente sentenza ? divenuta definitiva ai sensi dell’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetta a revisione editoriale.
Nel caso P?lka e altri c. Repubblica Ceca,
La Corte europea dei diritti dell’uomo (Quinta Sezione), riunita in Camera composta da:
S?ofra O’Leary, Presidente,
M?rti?? Mits,
St?phanie Mourou-Vikstr?m,
L?tif H?seynov,
Ivana Jeli?,
Arnfinn B?rdsen,
Kate?ina ?im??kov?, giudici,
e Victor Soloveytchik, cancelliere di sezione,
visti i seguenti atti:
il ricorso (n. 30262/13) contro la Repubblica Ceca presentato alla Corte ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”) dal sig. V?clav P?lka, dalla sig.ra Marie Hochmanov?, dal sig. Bohuslav Ku?era e suo figlio (omonimo) e dal sig. Josef P?lka, cittadini cechi, (“i ricorrenti”), il 2 maggio 2013;
la decisione di notificare al Governo ceco (“il Governo”) il reclamo ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 e di dichiarare irricevibile il resto del ricorso;
le osservazioni delle parti;
Avendo deliberato in privato il 1? marzo 2022,
pronuncia la seguente sentenza, adottata in tale data:
INTRODUZIONE
1. Il presente caso riguarda l’approccio applicato dalle autorit? ceche nel fissare l’indennizzo pagato ai ricorrenti per l’espropriazione dei loro beni e la proporzionalit? del suo importo. Il caso solleva una questione ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1.
I FATTI
LE CIRCOSTANZE DEL CASO
2. I ricorrenti sono nati rispettivamente nel 1947 e nel 1969, nel 1941, nel 1972 e nel 1943 e vivono a Hradec Kr?lov?, Jina?ovice e Brno. I ricorrenti sono stati rappresentati dall’avvocato L. Prudil, che esercita a Brno.
3. Il Governo era rappresentato dal suo agente, V. A. Schorm, del Ministero della Giustizia.
4. I fatti della causa possono essere riassunti come segue.
Procedimento di esproprio
5. Nel 2000 la Direzione ceca delle strade e delle autostrade (?editelstv? silnic a d?lnic ?R, di seguito “la Direzione delle autostrade”), un quango (p??sp?vkov? organizace) istituito dal Ministero dei Trasporti, ha avviato trattative con i ricorrenti, e con i predecessori legali di alcuni di loro, in merito al futuro utilizzo di una parte della loro propriet? – vale a dire un terreno nel catasto di Tluma?ov na Morav? classificato come seminativo e protetto come terreno agricolo – per la costruzione dell’autostrada R55.
6. Nel 2003 i ricorrenti sono stati invitati a firmare un contratto di acquisto per il lotto n. 1233/6 con una superficie di 15.499 metri quadrati e per il lotto n. 1233/13 con una superficie di 64 metri quadrati. Il contratto di acquisto, senza fare riferimento ad alcuna disposizione legislativa, indicava come prezzo di acquisto un importo di 778.149,80 corone ceche (CZK) (24.607 euro all’epoca). Il documento stabiliva inoltre quanto segue:
“I partecipanti riconoscono che si tratta di un prezzo amministrativo [??edn? cena] determinato in conformit? al regolamento sui prezzi pertinente”.
Di conseguenza, il prezzo di acquisto offerto era stato valutato in 50 CZK (1,58 EUR) al metro quadro.
7. Il 21 aprile 2004 i ricorrenti hanno informato la Direzione delle autostrade di non essere d’accordo con il prezzo di acquisto offerto. Hanno dichiarato, tra l’altro, quanto segue:
“Come indicato … nella bozza di contratto d’acquisto, il prezzo d’acquisto … ? il prezzo amministrativo [cena ??edn?] calcolato in base al relativo regolamento sui prezzi. Questo regolamento (regolamenti) [?] il Decreto n. 540/2002 che attua alcune disposizioni della Legge n. 151/1997 sulla valutazione dei beni, e successive modifiche. Tuttavia, dalla bozza del contratto d’acquisto non risulta quali precise disposizioni … siano state utilizzate per il calcolo del prezzo d’acquisto proposto …”.
I ricorrenti hanno inoltre dichiarato che il prezzo di appezzamenti di terreno comparabili in quella localit? e in quel momento era di circa 100 CZK al metro quadro, che consideravano un compenso adeguato per i loro appezzamenti di terreno[1].
8. L’11 ottobre 2004 la Direzione autostrade present? una domanda di esproprio all’Ufficio Edilizia del Comune di Otrokovice (m?stsk? ??ad – stavebn? ??ad, “l’Ufficio Edilizia”) sulla base di una somma di indennizzo vicina al prezzo di acquisto che era stato offerto ai ricorrenti, ossia 778.150 CZK (25.647 EUR all’epoca dei fatti).
9. Il 13 gennaio 2005 il Ministero delle Finanze, dopo aver presentato una richiesta di deroga da parte della Direzione Autostrade che le consentiva di concordare un prezzo superiore a quello stabilito, ha emesso una decisione in cui dichiarava di non accogliere tale richiesta. La decisione ? stata motivata, tra l’altro, con il fatto che la Direzione delle autostrade non aveva presentato una proposta specifica in merito a (i) il prezzo di acquisto pi? elevato da concordare e (ii) la determinazione dell’importo del prezzo concordato. Nella sua richiesta, la Direzione autostrade si era basata sui documenti forniti dai ricorrenti, che non avevano fornito alcuna giustificazione per il risarcimento di 1.556.300 CZK (51.229 euro all’epoca dei fatti) da loro richiesto; n? avevano fornito alcuna prova (a parte l’argomentazione secondo cui 100 CZK al metro quadro era un prezzo che ritenevano essere il prezzo usuale di terreni comparabili nelle vicinanze e all’epoca in questione, a seguito di un sondaggio tra le agenzie immobiliari della zona).
10. Il 3 maggio 2005 l’Ufficio Edilizia ha emesso una decisione che ordinava l’espropriazione del terreno in questione in cambio di un indennizzo di 778.149,80 CZK (25.647 euro all’epoca dei fatti) determinato da una perizia ai sensi della legislazione applicabile – ossia la Legge n. 151/1997, il Decreto n. 540/2002 e del Decreto n. 122/1984, emanati dall’ex Ministero federale delle Finanze, sull’indennizzo per gli edifici, i terreni, la vegetazione e i relativi diritti espropriati.
11. Il 20 settembre 2005, in appello, l’Ufficio regionale di Zl?n (krajsk? ??ad) ha confermato la decisione dell’Ufficio costruzioni. L’Ufficio ha dichiarato che, poich? la costruzione dell’autostrada era di interesse pubblico, le condizioni per l’esproprio erano soddisfatte. Ha inoltre affermato che l’Ufficio per l’edilizia aveva proceduto in conformit? con la legge e che non aveva riscontrato altri errori procedurali. La decisione di esproprio ? diventata definitiva il 26 settembre 2005. Di conseguenza, ai ricorrenti ? stato corrisposto un indennizzo per il bene espropriato entro il termine di sessanta giorni.
Il procedimento giudiziario
12. I ricorrenti hanno presentato un ricorso al Tribunale regionale di Brno (krajsk? soud) per il controllo giudiziario delle decisioni amministrative, sostenendo che i requisiti legali per l’esproprio non erano stati soddisfatti perch? un’autostrada di importanza locale non avrebbe dovuto essere considerata un progetto di costruzione “di interesse pubblico” e avrebbe potuto comunque essere realizzata senza interferire con i loro diritti di propriet?. Hanno inoltre sostenuto che le trattative per il trasferimento del titolo di propriet? non si erano svolte in conformit? con la legge e che il prezzo negoziato (cena vyjedn?vac?) come indennizzo per la propriet? espropriata era stato determinato in modo errato ed era per loro inaccettabile tenendo conto della localit? del terreno espropriato.
13. Con sentenza del 27 settembre 2006, il Tribunale regionale ha annullato la decisione dell’Ufficio regionale, osservando che non aveva trattato adeguatamente l’obiezione dei ricorrenti riguardo all’importo dell’indennizzo. Nel determinare l’entit? dell’indennizzo, l’Ufficio regionale si era limitato a fare riferimento alla perizia che aveva determinato l’indennizzo ai sensi del regolamento generalmente vincolante, ignorando l’obiezione dei ricorrenti secondo cui il prezzo determinato dalla perizia era significativamente inferiore al prezzo di mercato. Il Tribunale regionale ha dichiarato, tra l’altro, quanto segue:
“L’autorit? amministrativa non pu? abrogare il suo dovere [di trattare l’obiezione d’appello relativa all’importo dell’indennizzo per il terreno espropriato] sulla base del fatto che ha semplicemente [basato la sua decisione] sulla perizia, [e ha ignorato il fatto che] le conclusioni di quest’ultima erano state contestate dai [ricorrenti] … [La questione se la decisione dell’autorit? amministrativa in merito all’importo dell’indennizzo sia basata solo sul prezzo determinato in conformit? al regolamento sui prezzi – senza [prendere in considerazione] il prezzo corrispondente alla domanda e all’offerta in un determinato luogo e momento (in altre parole, il prezzo a cui l’oggetto in questione potrebbe essere venduto …) – non emerge dalla motivazione [della decisione amministrativa] e costituisce una motivazione sufficiente … che … l’autorit? amministrativa … ? tenuta ad affrontare nel conseguente procedimento. ? necessario che … [la decisione amministrativa] sia motivata in modo convincente per quanto riguarda il fatto che [l’autorit? amministrativa] abbia determinato l’importo dell’indennizzo sulla base del prezzo di mercato [cena tr?n?], e quindi sul prezzo al quale il terreno avrebbe potuto essere venduto al momento dell’inizio della procedura di esproprio.
L’esproprio ? una cos? grave interferenza con i diritti di propriet?, [che sono costituzionalmente protetti], che qualsiasi interpretazione restrittiva delle condizioni stabilite dalla legge per l’esproprio non ? ammissibile; … lo stesso vale per la determinazione dell’indennizzo.
…
A questo proposito, il [tribunale ha fatto riferimento] alla decisione della Corte costituzionale n. III ?S 102/94 [in cui si afferma che]: “l’espropriazione forzata dei diritti di propriet? … deve soddisfare le condizioni costituzionali di cui all’articolo 11 ? 4 della Carta dei diritti e delle libert? fondamentali. Tali condizioni comprendono l’obbligo di fornire un risarcimento. Per “indennizzo adeguato” [si intende] una somma equivalente [di denaro], o un importo [che sia sufficiente], nelle condizioni locali, ad acquistare un oggetto simile alla quota di un comproprietario di una propriet? che ? stata assegnata ad altri comproprietari” [p?isouzen ostatn?m spoluvlastn?k?m].
…
Per quanto riguarda l’osservazione dell'[autorit? amministrativa] secondo cui la perizia si basava sul Decreto n. 122/1984 e sulla Legge n. 151. 122/1984 e sulla Legge n. 151/1997 e che, pertanto, [l’autorit? amministrativa] non aveva motivo di mettere in discussione le sue conclusioni, [il tribunale osserva] che da quanto sopra deriva che i prezzi degli appezzamenti di terreno dovrebbero essere basati sul prezzo di mercato e che [l’autorit? amministrativa] aveva [aveva il dovere] di affrontare l’obiezione dei [ricorrenti] in merito alla notevole sproporzione tra il prezzo determinato dalla perizia e il prezzo di mercato”.
14. Il 26 giugno 2007, su ricorso per cassazione (kasa?n? st??nost) dell’Ufficio regionale, la Corte amministrativa suprema (Nejvy??? spr?vn? soud) ha rinviato il caso alla Corte regionale, ritenendo di non essere autorizzata a riesaminare l’indennit? di esproprio in quanto si trattava di una questione di diritto civile che doveva essere esaminata ai sensi del quinto capitolo del Codice di procedura civile (il “CCP”) e non dalla magistratura amministrativa. La Corte ha sottolineato che le sentenze relative alle decisioni di esproprio e le sentenze relative all’indennit? da versare per i beni espropriati sono tipi di sentenze distinte e che anche le modalit? di revisione sono diverse. Mentre le sentenze di esproprio dovevano essere impugnate davanti a un tribunale amministrativo, le sentenze che determinavano l’indennizzo per la propriet? espropriata erano soggette a revisione ai sensi del quinto capitolo del PCC.
15. Il 15 novembre 2007 il Tribunale regionale ha respinto il ricorso dei ricorrenti e li ha informati che avrebbero potuto avviare un procedimento giudiziario ai sensi del quinto capitolo del PCC davanti a un tribunale civile entro un mese se avessero voluto impugnare la decisione delle autorit? amministrative sull’indennit? di esproprio.
16. Il 16 gennaio 2008 i ricorrenti hanno intentato un’azione legale ai sensi del quinto capitolo del PCC per stabilire che l’indennit? dovuta per i beni immobili espropriati avrebbe dovuto essere il prezzo di mercato e per ottenere il pagamento della differenza tra l’indennit? ricevuta e il prezzo di mercato stimato, che – secondo la loro valutazione peritale – era di 385 CZK per mq, per un totale di 5.991.760 CZK (240.385 euro). Di conseguenza, i ricorrenti hanno chiesto l’importo di 5.213.610 CZK (209.166 EUR all’epoca dei fatti).
17. Con sentenza del 3 novembre 2008, il Tribunale municipale di Praga (m?stsk? soud) ha respinto il loro ricorso. Ha concluso che la decisione di esproprio era diventata definitiva il 26 settembre 2005, data in cui era ancora in vigore la legge n. 50/1976 sull’urbanistica e i regolamenti edilizi (la “legge edilizia”), in vigore fino al 30 giugno 2006. In base a tale legge, l’importo dell’indennizzo da versare per l’esproprio doveva essere calcolato in base al regolamento generalmente vincolante, senza lasciare alcun margine di discrezionalit? all’Ufficio Edilizia del Comune. Solo dopo l’entrata in vigore di un emendamento alla legge edilizia, il 1? luglio 2006, le autorit? amministrative sono state obbligate a fare riferimento al prezzo usuale (di mercato) (obvykl? cena) nel determinare l’indennizzo dovuto in caso di esproprio. Le autorit? amministrative che avevano deciso l’esproprio avevano quindi proceduto in conformit? con la legge. Il Tribunale municipale ha dichiarato esplicitamente che:
“La decisione di esproprio ? diventata definitiva il 26.9.2005. Di conseguenza, l’indennit? di esproprio ? stata calcolata ai sensi dell’articolo 111 della legge n. 50/1976, in vigore fino al 30.6.2006 – vale a dire prima della modifica introdotta dalla legge n. 186/2006, entrata in vigore solo l’1.7.2006.
Ai sensi dell’articolo 111(2) della Legge n. 50/1976, in vigore fino al 30.6.2006, l’indennit? di espropriazione, le modalit? di tale indennit?, il soggetto che doveva pagare l’indennit? e il soggetto a cui doveva essere pagata – nonch? l’importo massimo di tale indennit? – sono regolati dalla normativa generalmente vincolante, [che ?] il Decreto n. 122/1984 (abrogato dalla Legge n. 186/2006, entrata in vigore solo l’1.7.2006). 122/1984 (abrogato dalla Legge n. 184/2006 l’1.1.2007), che, nella sezione 2(1) …, [stabilisce che] le modalit? di determinazione dell’importo del prezzo [sono disciplinate] dalla normativa applicabile in materia di prezzi, ossia la Legge n. 151/1977 e il Decreto attuativo n. 540/2002. 540/2002
Ne consegue … che se il valore [del terreno nel caso di specie ? stato [effettivamente] valutato … allora in base al decreto n. 540/2002, ? stato fatto in conformit? con l’articolo 111(2) della … legge sull’edilizia, come in vigore il 30.6.2006, perch? l’indennizzo ? stato determinato in conformit? con il regolamento generalmente vincolante.
A questo proposito, ? necessario sottolineare che [i ricorrenti] non … contestano l’erroneit? della perizia, ma piuttosto il meccanismo impreciso con cui ? stato determinato l’importo dell’indennizzo, [che ha dato luogo a una] discrepanza tra il prezzo determinato da un regolamento generalmente vincolante (che tiene conto del numero di abitanti del comune) [da un lato, e il prezzo abituale (di mercato) [dall’altro].
…
[La legge sull’edilizia ? stata abrogata dalla legge n. 183/2006 a partire dall’1.1.2007.
Nel periodo compreso tra l’1.7.2006 e l’1.1.2007, la sfera dell’espropriazione, disciplinata dalla legge n. 50/1976, ? stata modificata dalla legge n. 186/2006, che ha rivisto alcuni atti relativi all’adozione della legge sull’edilizia e della legge sull’espropriazione.
Ai sensi dell’articolo 111, paragrafo 1, lettera a), della legge n. 50/1976, come modificata dalla legge n. 186/2006, [una persona che ? stata privata della sua propriet?] ha diritto a un indennizzo pari al prezzo normale del terreno o dell’edificio, comprese tutte le parti e gli accessori…
Un confronto tra l’articolo 111, paragrafo 2, della precedente legge sull’edilizia e l’articolo 111, paragrafo 1, lettera a), della legge sull’edilizia, come modificata dalla legge n. 186/2006, rivela un cambiamento significativo per quanto riguarda la determinazione degli importi dell’indennizzo [da versare] per gli appezzamenti di terreno espropriati. Dall’entrata in vigore della Legge n. 186/2006, gli importi pagati a titolo di indennizzo non sono pi? stati calcolati in base alle norme generalmente vincolanti, ma come il prezzo abituale [per tali terreni].
…
Di conseguenza, il calcolo dell’indennizzo ai sensi della normativa in vigore dall’1.7.2006 (Legge n. 186/2006), sulla base del prezzo usuale, ? in netto contrasto con la normativa precedente, in cui il prezzo era determinato in base al decreto di indennizzo e al [pertinente] regolamento sui prezzi, e non in base al prezzo usuale.
Pertanto, se le autorit? che hanno agito nella procedura di esproprio hanno effettivamente proceduto in conformit? con l’articolo 111(2) della Legge n. 50/1976, in vigore fino al 30 giugno 2006, e hanno calcolato l’indennizzo per i terreni espropriati sulla base del regolamento generalmente vincolante, allora hanno proceduto correttamente”.
18. Il 3 settembre 2009 l’Alta Corte di Praga (vrchn? soud) ha confermato la sentenza di cui sopra, osservando che gli organi amministrativi avevano ragione a basarsi sulla legislazione applicabile all’epoca dei fatti e che non si poteva dedurre un effetto retroattivo di una legge entrata in vigore il 1? luglio 2006. Ha affermato, tra l’altro, che:
“Ai sensi dell’articolo 11 ? 4 della Carta dei diritti e delle libert? fondamentali [ceca] […], l’espropriazione o altre limitazioni obbligatorie dei diritti di propriet? sono consentite nell’interesse pubblico, sulla base della legge e dietro compenso”. Questa disposizione, che costituisce un’eccezione al principio dell’intangibilit? dei diritti di propriet? garantito dall’articolo 11 ? 1 della Carta, non fornisce ulteriori criteri per la determinazione dell’indennizzo per i beni espropriati. Ai sensi del Protocollo n. 1 alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo, … nessuno pu? essere privato dei suoi beni se non nell’interesse pubblico e alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale (articolo 1, seconda frase). [Tuttavia, questo principio non affronta la questione dell’ammontare dell’indennizzo per l’espropriazione [di beni] in modo pi? dettagliato[.] [Al contrario, fa riferimento alla normativa legale (cio? interna) e ai principi generali del diritto internazionale. Ai sensi dell’articolo 128 ? 2 del Codice civile, un bene pu? essere espropriato o la sua propriet? pu? essere limitata – a meno che lo scopo [perseguito] possa essere raggiunto altrimenti – solo sulla base della legge, nell’interesse pubblico, [e] solo per questo scopo e dietro compenso. Sebbene non risulti da questa disposizione che l’esproprio debba essere basato sulla legge, ci? deriva necessariamente dall’articolo 111 della … (legge edilizia), in vigore fino al 30.6.2006 …, poich? la decisione di esproprio in questione ? diventata definitiva il 26.9.2005. … Si pu? quindi concludere che, nel caso in esame, il prezzo per gli appezzamenti di terreno espropriati ? stato determinato nel modo prescritto dalla legge e che, alla luce di quanto sopra, questa procedura era pienamente conforme al termine di costituzionalit? e al requisito derivante dalla Convenzione [e] dai suoi Protocolli”.
19. Il 9 novembre 2011 la Corte Suprema (Nejvy??? soud) ha respinto il ricorso dei ricorrenti per motivi di diritto (dovol?n?), affermando che le autorit? avevano proceduto in conformit? con la legge applicabile.
20. Il 1? novembre 2012 la Corte costituzionale (?stavn? soud) ha respinto il reclamo costituzionale (?stavn? st??nost) dei ricorrenti, ritenendo che le decisioni impugnate fossero state adottate in conformit? alla legge applicabile all’epoca dei fatti. Ha ritenuto, tra l’altro, che:
“La sentenza della Corte Suprema ? conforme alla decisione della Corte Suprema n. 30 Cdo 730/2008 del 18 marzo 2010 …; con le conclusioni [in essa contenute] relative a tale questione giuridica la Corte Costituzionale concorda pienamente. [In tale decisione, [che riguardava] l’analoga questione interpretativa, la Corte di Cassazione ha affermato che: “[La] legislazione in vigore al momento in cui le autorit? amministrative hanno deciso l’esproprio ? decisiva per la determinazione dell’importo dell’indennizzo…”. Poich? il ricorrente aveva gi? diritto all’indennizzo per l’esproprio in quel momento, il principio secondo cui la situazione esistente al momento della pronuncia ? decisiva per l’importo dell’indennizzo (articolo 154, paragrafo 1, del Codice di procedura civile) non pu? essere applicato. L’articolo 31 della legge n. 184/2006 non pu? essere applicato perch? [questa legge] ? entrata in vigore il 1? gennaio 2007, ossia solo dopo la chiusura del procedimento di esproprio”.
QUADRO GIURIDICO E PRASSI RILEVANTI
Legge applicabile all’epoca dei fatti
La Carta dei diritti e delle libert? fondamentali
21. L’articolo 11, paragrafo 1, garantisce a tutti il diritto di propriet?. La propriet? di ciascun proprietario ha lo stesso contenuto legale e gode della stessa protezione. Ai sensi del paragrafo 4, l’espropriazione o qualsiasi altra limitazione obbligatoria dei diritti di propriet? pu? essere consentita se nell’interesse pubblico, da esercitarsi sulla base della legge e in cambio di un indennizzo.
Codice civile (Legge n. 40/1964) (in vigore fino al 31 dicembre 2013)
22. Nell’interesse pubblico, un oggetto pu? essere espropriato o la sua propriet? pu? essere limitata, a meno che lo scopo [perseguito] non possa essere raggiunto in altro modo; l’esproprio o la restrizione [in questione] possono essere imposti solo sulla base della legge, solo per questo scopo e [solo] dietro compenso.
Il Codice di procedura civile (Legge n. 99/1963)
23. Ai sensi dell’articolo 154 ? 1, la sentenza deve essere emessa sulla base della situazione esistente al momento della pronuncia.
Il quinto capo riguarda la giurisdizione nei procedimenti amministrativi. L’articolo 244 stabilisce che, nell’ambito della loro giurisdizione di diritto amministrativo, i tribunali civili devono controllare la legittimit? delle decisioni delle autorit? amministrative su richiesta o in appello.
Legge n. 50/1976 sulla pianificazione urbanistica e territoriale e sui regolamenti edilizi (Legge edilizia) (in vigore fino al 30 giugno 2006)
24. Ai sensi dell’articolo 111(2), un regolamento di applicazione generale prevedeva l’indennizzo per l’esproprio, le modalit? di tale indennizzo, la parte che doveva pagare l’indennizzo e la parte a cui doveva essere pagato l’indennizzo, nonch? l’importo massimo di tale indennizzo, se applicabile.
Decreto n. 122/1984 sull’indennit? per gli edifici, i terreni, la vegetazione e i diritti espropriati (in vigore fino al 31 dicembre 2006).
25. In base alla sezione 2, l’indennizzo per gli edifici, i terreni e la vegetazione da corrispondere ai cittadini e alle organizzazioni diverse dalle “organizzazioni socialiste” doveva essere fissato all’importo indicato nelle norme tariffarie applicabili. Alla data dell’esproprio, la legge n. 151/1997 sulla valutazione delle propriet? era il regolamento tariffario applicabile.
Legge n. 151/1997 sulla valutazione delle propriet?
26. Ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, la valutazione di beni o servizi deve basarsi sul prezzo usuale, a meno che non sia previsto un metodo di valutazione diverso. Ai fini della legge, per “prezzo” si intende il prezzo che sarebbe stato ottenuto per la vendita di un bene identico o simile o per la prestazione di un servizio identico o simile in conformit? al “principio di libera concorrenza” nella Repubblica Ceca alla data della valutazione. Allo stesso tempo, devono essere prese in considerazione tutte le circostanze che influenzano il prezzo. Tuttavia, gli effetti di circostanze di mercato straordinarie, la situazione personale del venditore o dell’acquirente e qualsiasi fattore preferenziale speciale devono essere ignorati. Per “circostanze straordinarie del mercato” si intendono, ad esempio, la costrizione del venditore o dell’acquirente o le conseguenze di una calamit? naturale o di altro tipo. La “situazione personale” pu? includere, a titolo esemplificativo, i rapporti patrimoniali, familiari e altri rapporti personali tra il venditore e l’acquirente. “Preferenza speciale” pu? includere un valore speciale attribuito a un bene o a un servizio derivante da un rapporto personale con esso.
27. Ai sensi dell’articolo 10(1), il valore di un terreno edificabile deve essere calcolato moltiplicando l’area del terreno per il prezzo al metro quadro indicato nella mappa dei prezzi emessa dal comune. Se il valore di un lotto non ? indicato nella mappa dei prezzi, deve essere calcolato moltiplicando l’area del lotto per il prezzo base al metro quadro – adeguato per tenere conto dell’ubicazione e di altri fattori che influenzano, in particolare, l’uso del lotto per la costruzione – o per un prezzo stabilito con un altro metodo di valutazione ai sensi dell’articolo 2, come stabilito nel decreto applicabile.
28. Il metodo di calcolo dell’importo dell’indennizzo ? stabilito dal Decreto n. 540/2002. 540/2002 che attua alcune disposizioni della Legge n. 151/1997 sulla valutazione dei beni.
Legge applicabile dopo il 1? luglio 2006
Legge n. 50/1976 sulla pianificazione urbanistica e territoriale e sui regolamenti edilizi (legge sull’edilizia) (modificata dalla legge n. 186/2006, in vigore dopo il 1? luglio 2006).
29. Ai sensi dell’articolo 111, paragrafo 1, lettera a), l’indennizzo equivalente al prezzo usuale del terreno o dell’edificio, comprese tutte le sue componenti e le sue pertinenze, era dovuto in cambio dell’esproprio se il terreno in questione veniva espropriato.
30. L’articolo 111, paragrafo 3, prevedeva che l’indennizzo fosse determinato in modo e per un importo corrispondente al danno pecuniario subito dall’espropriato a causa dell’esproprio. Nel caso in cui il prezzo usuale ai sensi della sottosezione 1(a) fosse inferiore al prezzo riscontrato in base al regolamento sui prezzi, un indennizzo pari al prezzo riscontrato era dovuto al proprietario del bene espropriato.
Legge attualmente applicabile
Legge n. 184/2006 sull’espropriazione o la limitazione del diritto di propriet? di un terreno o di un edificio (Legge sull’espropriazione) (entrata in vigore il 1? gennaio 2007).
31. Ai sensi dell’articolo 10, paragrafo 1, lettera a), il proprietario del bene espropriato ha diritto a un indennizzo pari al prezzo normale del terreno o dell’edificio, comprese le pertinenze se anch’esse vengono espropriate.
32. Ai sensi dell’articolo 10(3), l’indennizzo ai sensi delle sottosezioni 1 e 2 deve essere determinato in modo e per un importo proporzionato al danno pecuniario che il proprietario del bene espropriato subisce a causa dell’esproprio.
33. La Sezione 10(5) stabilisce che il prezzo del terreno o dell’edificio ai fini della determinazione dell’indennizzo deve essere determinato sulla base della condizione “as-is” dello stesso e della destinazione d’uso alla data di presentazione della domanda di esproprio. Tale valutazione non deve tenere conto di eventuali diminuzioni o aumenti di valore in relazione allo scopo proposto per l’esproprio.
Sentenze rilevanti della Corte Costituzionale
Sentenza n. II. ?S 1135/14 del 30 giugno 2015
34. In questa sentenza la Corte Costituzionale ha esaminato la questione della violazione del diritto alla protezione dei beni nel contesto dell’importo dell’indennizzo dovuto per l’espropriazione di terreni diversi da quelli appartenenti ai ricorrenti, e ha affermato che:
“10. La Corte Costituzionale osserva in primo luogo che questo caso riguarda l’applicazione dell’articolo 111(2) della Legge sull’Edilizia, in vigore fino al 30 giugno 2006, che prevedeva che l’indennizzo per l’espropriazione, le modalit? dell’indennizzo, la parte che doveva pagare l’indennizzo e la parte a cui l’indennizzo doveva essere pagato – e, [se del caso,] l’importo massimo di tale indennizzo – fosse determinato da un regolamento legale generalmente vincolante. Questo regolamento era il Decreto n. 122/1984 sull’indennizzo per gli edifici, i terreni e la vegetazione espropriati e i relativi diritti[.] [Ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 1, l’indennizzo per gli edifici, i terreni e la vegetazione versato ai cittadini e alle organizzazioni non socialiste doveva essere fissato all’importo specificato nelle norme tariffarie applicabili. I regolamenti sui prezzi validi erano la Legge n. 151/1997 sulla valutazione della propriet? e sugli emendamenti ad alcune leggi (la Legge sulla valutazione della propriet?), e successive modifiche, e il Decreto n. 540/2002, che [insieme] implementavano la legge sulla valutazione della propriet?. 540/2002, che [insieme] attuava alcune disposizioni della Legge n. 151/1997 …, modificata dal Decreto n. 452/2003. 452/2003. La norma giuridica citata, in vigore fino al 30 giugno 2006, si basava sul fatto che l’indennizzo era stabilito come prezzo “amministrativo” […] [? stato solo sulla base della legge n. 186/2006 sulla modifica di alcuni atti relativi all’adozione della legge sull’edilizia e della legge sull’esproprio (entrata in vigore il 1? luglio 2006) che ? stato possibile concedere il prezzo normale (di mercato) per i beni immobili espropriati.
…
12. La Corte Costituzionale ? consapevole del fatto che all’epoca dei fatti (fino al 30 giugno 2006) la legge edilizia allora in vigore e le relative norme sui prezzi prevedevano che l’indennizzo per i beni espropriati fosse fissato al prezzo amministrativo piuttosto che al prezzo di mercato. Tuttavia, nella sua giurisprudenza consolidata, la Corte costituzionale ha ribadito pi? volte che non avrebbe tollerato un approccio formalistico da parte delle autorit? pubbliche e, in particolare, dei tribunali ordinari che applicano ragionamenti essenzialmente sofisticati per evidenti ingiustizie.
…
16. Nel caso in esame, la seconda sezione della Corte costituzionale ? giunta a conclusioni diverse da quelle indicate nella decisione citata. Tale approccio non ? contrario all’articolo 89 ? 2 della Costituzione – che prevede che le sentenze esecutive della Corte Costituzionale siano vincolanti per tutti gli organi e le persone e si riflette quindi nel regime decisionale della Corte Costituzionale stessa – ma non si applica alle decisioni che non hanno tale natura generalmente vincolante. La Corte Costituzionale osserva che nella decisione sopra citata non aveva affatto considerato il conflitto tra il diritto dei ricorrenti a un equo indennizzo per la propriet? espropriata e i diritti sanciti dalla Carta, dalla Costituzione, dalla Convenzione, dal Patto internazionale sui diritti civili e politici, dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Nel caso in esame, invece, la presunta violazione dei diritti dei ricorrenti – cos? come sanciti dalle fonti del diritto citate – costituisce la ragione principale per cui la Corte costituzionale ha ritenuto fondato il ricorso costituzionale. A ci? si aggiungono le diverse circostanze di fatto costituite dalla durata del procedimento, in quanto nel caso di specie – a differenza del caso n. IV. ?S 1163/12 – il Tribunale regionale di Brno ha deciso l’importo dell’indennizzo per l’esproprio quasi dieci anni dopo che era stato originariamente determinato dall’Ufficio Edilizia del Comune di Otrokovice. La questione del tempo gioca un ruolo cruciale nell’assegnazione dell’indennizzo per i beni espropriati perch?, con il passare del tempo, aumenta la disparit? tra il prezzo stabilito dal Decreto n. 122/1984 e l’equo indennizzo corrispondente al prezzo del bene. 122/1984 e l’equo indennizzo corrispondente al valore di mercato.
…
24. Nel caso in esame, il tribunale di prima istanza ha proceduto nel modo descritto sopra quando ha concluso, sulla base delle motivazioni di cui sopra, che il pagamento del prezzo amministrativo del terreno non soddisfaceva la condizione costituzionale e legale secondo cui l’indennizzo previsto per l’esproprio deve essere ragionevole ed equo per soddisfare il suo significato e scopo. Il tribunale di primo grado ha dedotto che solo il prezzo di mercato soddisfa tali requisiti, essendo il prezzo al quale il bene espropriato potrebbe essere venduto nel rispettivo momento e luogo, e che si basa sul valore equo del bene espropriato e fornisce un adeguato risarcimento per il danno pecuniario causato dalla perdita della propriet?. Il tribunale di primo grado ha quindi concluso che l’autorit? amministrativa ha commesso un errore nel fissare l’indennit? di esproprio a 1.482.000 CZK sulla base del prezzo amministrativo e avrebbe dovuto invece determinare l’indennizzo finanziario sulla base del prezzo di mercato di 11.139.700 CZK.
…
27. Il Tribunale regionale ha proceduto correttamente quando, nel decidere l’importo dell’indennizzo per l’esproprio, ha emesso una sentenza basata sulla legislazione in vigore al momento della pronuncia. Il quinto capitolo del Codice di procedura civile, relativo al controllo giurisdizionale delle decisioni delle autorit? amministrative, non contiene una disciplina giuridica completa per la rinegoziazione di una causa privata o di altre questioni legali decise da un’autorit? amministrativa. Per i casi in cui il quinto capitolo non fornisce una regolamentazione giuridica di una particolare questione procedurale, l’articolo 245 del Codice di procedura civile stabilisce che si applicano le disposizioni generali dei capitoli da 1 a 4 di questo Codice, in particolare gli articoli 153 e 154, in base ai quali il Tribunale regionale ha proceduto nel caso sopra citato.
28. In sintesi, sebbene l’Alta Corte di Olomouc e la Corte Suprema siano giunte alla conclusione che l’importo dell’indennizzo nei casi di esproprio debba essere deciso in base alla legislazione in vigore al momento dell’esproprio – vale a dire che sarebbe stato assegnato il prezzo amministrativo – tale conclusione non era conforme all’articolo 154 del Codice di Procedura Civile e agli obblighi internazionali della Repubblica Ceca (articolo 1 ? 1 della Costituzione).”
Sentenza n. I. ?S 1904/14 dell’11 agosto 2015.
35. La Corte costituzionale ha ribadito le sue conclusioni nella successiva sentenza I. ?S 1135/14 del 30 giugno 2015 sulla questione dell’equo indennizzo per i beni espropriati.
LA LEGGE
PRESUNTA VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1. 1
36. I ricorrenti lamentavano la violazione del loro diritto al pacifico godimento dei loro beni, in quanto l’indennizzo che era stato loro corrisposto per i terreni espropriati era stato determinato secondo un approccio rigido e ammontava solo al 13% del prezzo di mercato della propriet? espropriata, che non poteva quindi essere considerato un indennizzo proporzionato al prezzo di mercato della propriet?. Essi si sono basati sull’articolo 1 del Protocollo n. 1, che recita come segue:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al pacifico godimento dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato dei suoi beni se non nell’interesse pubblico e alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.
Tuttavia, le disposizioni precedenti non pregiudicano in alcun modo il diritto di uno Stato di applicare le leggi che ritiene necessarie per controllare l’uso della propriet? in conformit? all’interesse generale o per assicurare il pagamento di imposte o di altri contributi o sanzioni.”
Ammissibilit?
37. Il Governo ha sostenuto che il ricorso era irricevibile a causa del mancato esaurimento delle vie di ricorso interne, in quanto i ricorrenti avevano presentato un’azione presso i tribunali civili ai sensi del quinto capitolo del PCC contestando solo la sentenza sull’indennit? di esproprio. Essi non avevano proseguito il procedimento dinanzi ai tribunali amministrativi, nel quale avrebbero potuto contestare la sentenza di esproprio dei terreni e il fatto che essa non fosse stata eseguita nell’interesse pubblico e nel rispetto delle condizioni previste dalla legge.
38. I ricorrenti hanno affermato che non stavano lamentando una violazione del loro diritto al pacifico godimento dei beni perch? erano stati privati della loro propriet?. Il loro ricorso era diretto esclusivamente contro il fatto che era stato loro corrisposto un indennizzo che non corrispondeva al prezzo di mercato del bene espropriato.
39. Nel caso in esame, la denuncia dei ricorrenti si concentra sul fatto che le autorit? hanno fornito loro un indennizzo che, a quanto pare, non era affatto proporzionato al valore di mercato della propriet? espropriata. A tal fine, i ricorrenti hanno avviato un procedimento dinanzi ai tribunali civili ai sensi del quinto capitolo del PCC (cfr. paragrafi 16-20). Nelle loro osservazioni ai tribunali nazionali, esprimendo profondo disaccordo con l’indennizzo previsto, hanno chiaramente contestato la proposta finanziaria in questione, invocando la tutela costituzionale del diritto al pacifico godimento dei loro beni.
40. La Corte ritiene che, nel sollevare questo motivo dinanzi ai tribunali nazionali, i ricorrenti si siano avvalsi normalmente dei rimedi a loro accessibili e che riguardavano, in sostanza, i fatti contestati a livello europeo (si vedano, mutatis mutandis, Zarb Adami c. Malta (dec.), n. 17209/02, 24 maggio 2005, e Sammut e Visa Investments Ltd c. Malta (dec.), n. 27023/03, 28 giugno 2005). Pertanto, il rimedio a cui fa riferimento il Governo, relativo alla possibilit? di presentare reclamo contro la decisione sull’espropriazione stessa, non ? pertinente al caso di specie.
41. Alla luce di quanto sopra, la Corte ritiene che l’eccezione preliminare del Governo debba essere respinta. Essa osserva che il presente ricorso non ? manifestamente infondato ai sensi dell’articolo 35 ? 3. Essa osserva inoltre che non ? inammissibile. Rileva inoltre che non ? irricevibile per altri motivi. Deve pertanto essere dichiarato ricevibile.
Il merito
Le argomentazioni delle parti
42. I ricorrenti hanno sostenuto che l’indennizzo per l’espropriazione dei loro beni non aveva corrisposto al loro valore di mercato e che i tribunali non avevano affrontato questo argomento, omettendo di trattare il conflitto tra la precedente legislazione sull’espropriazione e la giurisprudenza della Corte.
43. Hanno inoltre insistito sul fatto che l’iniquit? della normativa legale applicabile all’epoca dell’esproprio era dimostrata dal fatto che solo un anno dopo l’esproprio dei terreni era stata adottata una modifica della legislazione che prevedeva che l’indennizzo pagato per i terreni espropriati fosse il prezzo di mercato anzich? il prezzo amministrativo. Inoltre, c’? stato un cambiamento fondamentale nella giurisprudenza della Corte Costituzionale – avvenuto due anni dopo la conclusione del procedimento giudiziario riguardante i ricorrenti – che ha portato alla conclusione che le assegnazioni del prezzo amministrativo per i terreni espropriati effettuate nello stesso periodo del caso dei ricorrenti avevano violato il diritto alla protezione della propriet? ai sensi dell’articolo 11 ? 1 della Carta dei diritti e delle libert? fondamentali.
44. Il Governo ha sostenuto che l’indennizzo pagato ai ricorrenti per il terreno espropriato ? stato interamente proporzionato al suo valore di mercato. La perizia presentata dai ricorrenti ignorava il fatto che prima dell’emissione della decisione di pianificazione sulla localizzazione dell’autostrada R55, i terreni in questione erano seminativi. La natura del terreno non avrebbe quindi mai permesso la costruzione di case familiari. Ci? premesso, secondo il Governo, sarebbe errato e autoreferenziale aver determinato il presunto prezzo di mercato sulla base delle vendite di terreni destinati alla costruzione di case famiglia.
45. Il Governo ha inoltre osservato che, secondo il Rapporto sullo stato dei terreni e le prospettive 2006 pubblicato dal Ministero dell’Agricoltura, il prezzo medio di mercato per i terreni agricoli di oltre 5 ettari idonei all’uso agricolo era di 3,58 CZK per metro quadro nella Repubblica Ceca nel 2005. Il prezzo medio di mercato di tutti i terreni agricoli nel periodo 1993-2005 si ? attestato a 18,43 CZK per mq. Come indicato nel Rapporto sul mercato fondiario di Farmy.cz, nel 2016 il prezzo dei terreni agricoli si ? attestato a circa 20,41 CZK per mq e il prezzo dei terreni coltivabili ? stato in media di 21,7 per mq. Pertanto, poich? ai ricorrenti ? stato corrisposto un risarcimento di 50 CZK per mq, essi hanno ricevuto un pagamento significativamente pi? elevato rispetto al prezzo medio pagato per i terreni agricoli nella Repubblica Ceca nel 2005.
46. Per quanto riguarda le sentenze della Corte Costituzionale n. II. ?S 1135/14 e I. ?S 1904/14, il Governo ha ammesso che i tribunali nazionali avevano valutato il prezzo di mercato degli appezzamenti in questione in modo diverso, non facendo riferimento al prezzo amministrativo come era avvenuto nel procedimento di esproprio impugnato. Tuttavia, il Governo non ha condiviso la tesi dei ricorrenti secondo cui questi due casi sarebbero identici al caso in esame. Inoltre, il Governo non era convinto che l’indennizzo finale previsto per gli appezzamenti in quei casi fosse pari al loro prezzo di mercato all’epoca dei fatti.
La valutazione della Corte
(a) Principi generali
47. Secondo la giurisprudenza della Corte, qualsiasi privazione di propriet? ai fini della seconda frase dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 deve rispettare il principio di legalit?, deve essere nell’interesse pubblico e deve perseguire uno scopo legittimo con mezzi ragionevolmente proporzionati allo scopo perseguito (si veda, ad esempio, Jahn e altri c. Germania [GC], nn. 46720/99, 72203/01 e 72552/01, ?? 81-94, CEDU 2005).
48. In particolare, per quanto riguarda il requisito della proporzionalit?, la Corte ha ripetutamente affermato che deve essere raggiunto un “giusto equilibrio” tra le esigenze del pubblico o dell’interesse generale della comunit? e le esigenze di tutela dei diritti fondamentali dell’individuo. I termini di indennizzo previsti dalla legislazione pertinente sono rilevanti per valutare se la misura contestata rispetti l’equo bilanciamento richiesto e, in particolare, se non imponga un onere sproporzionato ai ricorrenti (si veda Vistin? e Perepjolkins c. Lettonia [GC], n. 71243/01, ? 110 con ulteriori riferimenti, 25 ottobre 2012, CEDU 2012, e Urb?rska obec Tren?ianske Biskupice c. Slovacchia, n. 74258/01, ? 114, 27 novembre 2007).
49. Se ? vero che in molti casi di espropriazione legittima ? solo l’indennizzo completo che pu? essere considerato “ragionevolmente correlato” al valore della propriet?, l’articolo 1 del Protocollo n. 1 non garantisce il diritto all’indennizzo completo in tutte le circostanze. Obiettivi legittimi di “interesse pubblico”, come quelli perseguiti da misure di riforma economica o da misure volte a conseguire una maggiore giustizia sociale, possono richiedere un rimborso inferiore all’intero valore di mercato (si veda l’esauriente rassegna della giurisprudenza della Corte su questo tema in Scordino c. Italia (n. 1) [GC], n. 36813/97, ?? 95). 36813/97, ?? 95-98, CEDU 2006-V, con ulteriori riferimenti).
50. Inoltre, la Corte ribadisce che, quando la propriet? di un individuo ? stata espropriata, dovrebbe esserci una procedura che garantisca una valutazione complessiva delle conseguenze dell’espropriazione, compresa l’assegnazione di un importo di indennizzo che mantenga il rapporto ragionevole tra tale importo e il valore della propriet? espropriata. Tale procedura dovrebbe includere anche la determinazione dei titolari del diritto all’indennizzo e di qualsiasi altra questione relativa all’esproprio, nonch? le spese del procedimento (si veda Alfa Glass Anonymi Emboriki Etairia Yalopinakon c. Grecia, n. 74515/13, ? 36, 28 gennaio 2021).
51. Nel determinare se questi requisiti sono stati soddisfatti, la Corte riconosce che lo Stato gode di un ampio margine di apprezzamento sia per quanto riguarda la scelta dei mezzi di esecuzione sia per verificare se le conseguenze dell’esecuzione sono giustificate nell’interesse generale al fine di raggiungere l’obiettivo della legge in questione (si veda Chassagnou e altri c. Francia [GC], nn. 25088/94, 28331/95 e 28443/95, ? 75, CEDU 1999-III). Tuttavia, la Corte non pu? abdicare al suo potere di controllo e deve stabilire se l’equilibrio richiesto sia stato mantenuto in modo conforme al diritto dei ricorrenti al pacifico godimento dei loro beni, ai sensi della prima frase dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 (si veda Jahn, sopra citato, ? 93).
(b) Applicazione dei principi pertinenti al caso di specie
(i) Se vi sia stata un’interferenza
52. Avendo ammesso che i beni in questione appartenevano ai ricorrenti prima della decisione di esproprio, la Corte ritiene che vi sia stata un’ingerenza nel diritto dei ricorrenti al pacifico godimento dei loro beni, che equivale a una “privazione” dei beni ai sensi della seconda frase del primo paragrafo dell’articolo 1 del Protocollo n. 1. La Corte deve pertanto esaminare se l’ingerenza sia stata causata dal diritto dei ricorrenti al pacifico godimento dei loro beni. La Corte deve quindi esaminare se l’ingerenza lamentata possa essere giustificata ai sensi di tale disposizione.
(ii) Rispetto del principio di legalit?
53. La Corte ribadisce che il primo e pi? importante requisito dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 ? che qualsiasi interferenza da parte di un’autorit? pubblica con il pacifico godimento dei beni deve essere legittima: la seconda frase del primo paragrafo autorizza una privazione dei beni solo “alle condizioni previste dalla legge” e il secondo paragrafo riconosce che gli Stati hanno il diritto di controllare l’uso della propriet? applicando “leggi”. Inoltre, la legge su cui si basa l’ingerenza deve essere conforme al diritto interno dello Stato contraente, comprese le disposizioni pertinenti della Costituzione (cfr. Ex Re di Grecia e altri c. Grecia [GC], n. 25701/94, ?? 79 e 82, CEDU 2000-XII).
54. Il principio di legalit? presuppone inoltre che le disposizioni applicabili del diritto interno siano sufficientemente accessibili, precise e prevedibili (si veda Hentrich c. Francia, sentenza del 22 settembre 1994, Serie A n. 296-A, pp. 19-20, ? 42, e Lithgow e altri c. Regno Unito, sentenza dell’8 luglio 1986, Serie A n. 102, p. 47, ? 110).
55. Nel caso di specie, la Corte osserva che, sotto certi aspetti, la legislazione nazionale mancava di chiarezza in merito alla questione se la sentenza del Tribunale municipale di Praga sull’ammontare dell’indennizzo avrebbe dovuto basarsi sulla legislazione in vigore al momento della sua pronuncia o su quella in vigore al momento della decisione amministrativa sull’esproprio dei beni dei ricorrenti. Tuttavia, poich? le decisioni dei tribunali nazionali sulla legge applicabile nel caso dei ricorrenti erano debitamente motivate e sembrano essere state supportate dalla giurisprudenza pertinente all’epoca dei fatti, non si pu? concludere che l’ingerenza in questione fosse imprevedibile o arbitraria e quindi incompatibile con il principio di legalit?.
56. La Corte ribadisce a questo proposito che spetta innanzitutto alle autorit? nazionali, in particolare ai tribunali, interpretare e applicare il diritto interno (si veda, ad esempio, Wittek c. Germania, no. 37290/97, ? 49, CEDU 2002-X; Forrer-Niedenthal c. Germania, no. 47316/99, ? 39, 20 febbraio 2003; e Ex Re di Grecia e altri, sopra citata, ? 82). La Corte conclude quindi che la privazione dei beni era prevista dalla legge, come richiesto dall’articolo 1 del Protocollo n. 1.
57. Tuttavia, la Corte ? tenuta a verificare che il modo in cui il diritto interno ? stato interpretato e applicato – anche quando i requisiti sono stati rispettati – non comporti conseguenze contrarie agli standard della Convenzione. Da questo punto di vista, l’elemento di incertezza di una legge e il considerevole margine di manovra che essa concede alle autorit? sono considerazioni materiali da prendere in considerazione per stabilire se una determinata misura abbia raggiunto un giusto equilibrio.
(iii) Lo scopo dell’interferenza
58. I ricorrenti non hanno contestato che l’interferenza fosse nell’interesse pubblico e la Corte non trova alcuna ragione per ritenere il contrario.
(iv) L’esistenza di un giusto equilibrio
59. Nel caso di specie, la Corte osserva che la decisione di esproprio ? divenuta definitiva il 26 settembre 2005, quando la Legge sull’edilizia, in vigore fino al 30 giugno 2006, prevedeva che l’importo dell’indennizzo dovuto per l’esproprio fosse calcolato in base al regolamento generalmente vincolante (cfr. paragrafi 17 e 24). La Corte osserva inoltre che l’indennizzo concesso ai ricorrenti ? stato calcolato sulla base dei criteri stabiliti dalla legge sulla valutazione della propriet? e dai decreti n. 122/1984 e 540/2002 (cfr. paragrafi 10, 17, 28 e 33). La Corte osserva a questo proposito che la legislazione applicabile (in particolare la legge sulla valutazione della propriet?) prevedeva che il “prezzo usuale” fosse pagato come indennizzo per i beni espropriati (cfr. paragrafo 26). La Corte osserva inoltre che la stessa formulazione ? stata utilizzata sia nella legislazione entrata in vigore il 1? luglio 2006 sia in quella attualmente in vigore (cfr. paragrafi 29-30 e 31-33 supra). Tuttavia, mentre questa formulazione ? rimasta identica prima e dopo il 30 giugno 2006, la legislazione in vigore fino al 30 giugno 2006 vincolava strettamente il calcolo del “prezzo usuale” alla normativa sui prezzi, lasciando alle autorit? amministrative un margine di discrezionalit? minimo o nullo (si veda la spiegazione dettagliata della questione contenuta nella sentenza del Tribunale municipale di Praga del 3 novembre 2008 nella causa del ricorrente, descritta al paragrafo 17), mentre tutta la legislazione in vigore dopo il 30 giugno 2006 ha tenuto conto del danno patrimoniale subito a seguito dell’espropriazione (si vedano i paragrafi 30 e 32 e la sentenza della Corte Costituzionale del 30 giugno 2015 citata al paragrafo 34).
60. Alla luce della giurisprudenza della Corte ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione (si veda, mutatis mutandis, Papachelas c. Grecia, [GC], no. 31423/96, ?? 48-49 e 53-55, CEDU 1999-II, e Platakou c. Grecia, no. 38460/97, ? 54, CEDU 2001-1), ? evidente che il diritto interno che prevede un sistema rigido di determinazione dell’indennizzo che non tiene conto di fattori diversi dai prezzi fissati amministrativamente rischia di alterare l’equo equilibrio richiesto da tale disposizione. La Corte osserva che la Corte costituzionale ceca, nelle sentenze del 30 giugno e dell’11 agosto 2015, ha ragionato in modo analogo (applicando il diritto nazionale, la Convenzione e altri strumenti di diritto internazionale), e ha rilevato che l’applicazione della legislazione pertinente (come in vigore fino al 30 giugno 2006) sull’importo dell’indennizzo da pagare per l’esproprio poteva avere un risultato in conflitto, tra l’altro, con il diritto internazionale vincolante per la Repubblica ceca (cfr. paragrafi 34 e 35 supra).
61. Sembra che gli sviluppi sopra citati abbiano segnato un cambiamento nella giurisprudenza della Corte Costituzionale in materia; tuttavia, tale cambiamento ? arrivato troppo tardi per i ricorrenti, poich? il loro caso era stato esaminato e deciso in precedenza. ? evidente che nel procedimento relativo alla causa dei ricorrenti, conclusosi nel 2012, i tribunali nazionali non si sono basati sulla pertinente giurisprudenza della Corte e si sono rifiutati di esaminare qualsiasi questione di proporzionalit? ed equit? in relazione all’indennizzo concesso ai ricorrenti, attenendosi rigidamente alla posizione secondo cui solo i prezzi fissati per regolamento erano rilevanti ai fini del calcolo dell’indennizzo da corrispondere per l’espropriazione dei loro beni (si vedano i paragrafi 16-20 sopra).
62. I regolamenti sui prezzi, in vigore all’epoca, prescrivevano gli specifici importi vincolanti da assegnare a titolo di indennizzo per l’espropriazione, non consentendo alle autorit? nazionali di effettuare una valutazione che tenesse conto delle circostanze specifiche del caso. Sebbene non si possa affermare che un sistema di indennizzo basato su tabelle e tassi emessi dall’amministrazione sia di per s? problematico ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione, nel caso di specie la legislazione in vigore all’epoca non prevedeva “una procedura che garantisse una valutazione globale delle conseguenze dell’esproprio” (cfr. Efstathiou e Michailidis & Co. Motel Amerika c. Grecia, no. 55794/00, ? 29, ECHR 2003-IX). In particolare, i tribunali nazionali hanno stabilito che dovevano essere applicati solo i prezzi fissati nei regolamenti e quindi, su tale base, si sono rifiutati di esaminare qualsiasi altra prova relativa al bene espropriato.
63. Una conseguenza diretta di quanto sopra ? la controversia tra le parti del procedimento dinanzi alla Corte sul rapporto tra l’indennizzo pagato e il valore della propriet? espropriata. Mentre i ricorrenti sostengono di aver ricevuto un indennizzo pari al 13% del prezzo di mercato del terreno espropriato (si veda il paragrafo 36 supra), il Governo sostiene che l’indennizzo ? stato del tutto proporzionato al valore di mercato del terreno in questione (si veda il paragrafo 44 supra). Tuttavia, in assenza di un’adeguata valutazione da parte dei tribunali nazionali, la Corte non pu? ipotizzare quale indennizzo sarebbe o avrebbe potuto essere offerto ai ricorrenti; pu? solo valutare se, all’epoca dei fatti, il diritto nazionale prevedesse una procedura adeguata – amministrativa o giudiziaria – nei casi di espropriazione, come nel caso degli attuali ricorrenti. Ne consegue che nel caso di specie il problema principale non risiede nell’importo determinato come indennizzo per l’esproprio, ma nella legislazione pertinente e nella sua interpretazione da parte dei tribunali nazionali prima del cambiamento della giurisprudenza della Corte Costituzionale.
64. A questo proposito, il procedimento interno nel caso dei ricorrenti ? stato condotto sulla base di un approccio errato, non garantendo una valutazione complessiva delle conseguenze dell’esproprio. Tale approccio ? stato riconosciuto successivamente dalla Corte Costituzionale come incompatibile con l’articolo 1 del Protocollo n. 1 – conclusione che la Corte condivide.
65. In questo contesto, la Corte ritiene che il giusto equilibrio ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 sia stato turbato in quanto l’approccio rigido applicato dai tribunali nazionali non ha rispettato i requisiti procedurali stabiliti dalla pertinente giurisprudenza della Corte ai sensi di tale disposizione (si vedano i paragrafi 50-51 supra).
66. Alla luce di quanto sopra, la Corte ritiene che vi sia stata una violazione del diritto dei ricorrenti al pacifico godimento dei loro beni, come garantito dall’articolo 1 del Protocollo n. 1.
APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
67. L’articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte constata una violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente interessata consente una riparazione solo parziale, la Corte accorda, se necessario, un’equa soddisfazione alla parte lesa”.
68. I ricorrenti hanno chiesto un’equa soddisfazione dell’importo di 1.000.000 CZK per ciascun ricorrente, vale a dire 5.000.000 di corone ceche (CZK – 164.586 EUR) in totale, in relazione al danno non patrimoniale. Per quanto riguarda i costi e le spese, i ricorrenti hanno chiesto 24.006 CZK per le spese sostenute nel procedimento davanti alla Corte e per la traduzione delle loro osservazioni scritte in inglese.
69. Il Governo ha ritenuto eccessivo l’ammontare del danno non patrimoniale.
Data la natura del reclamo dei ricorrenti, le ragioni per cui ha riscontrato una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 e il fatto che i ricorrenti sono liberi di presentare un’istanza per la riapertura del procedimento davanti alla Corte Costituzionale (sezioni 119-119b) della Legge sulla Corte Costituzionale (Legge n. 182/1993)), la Corte ritiene che la constatazione di una violazione costituisca una giusta soddisfazione sufficiente rispetto a qualsiasi danno non patrimoniale subito dai ricorrenti.
70. Per quanto riguarda i costi e le spese, la Corte ribadisce che un richiedente ha diritto al rimborso dei costi e delle spese solo nella misura in cui ? stato dimostrato che questi sono stati effettivamente e necessariamente sostenuti e sono ragionevoli nel loro ammontare. Nel caso di specie, tenuto conto dei documenti in suo possesso e dei criteri sopra esposti, la Corte ritiene ragionevole assegnare la somma di 790 euro a copertura delle spese sotto tutti i profili.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
Dichiara ricevibile la denuncia ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1;
Dichiara che vi ? stata una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1;
Dichiara
(a) che la constatazione di una violazione costituisce una giusta soddisfazione sufficiente per qualsiasi danno non pecuniario subito dai ricorrenti;
(b) che lo Stato convenuto paghi congiuntamente ai ricorrenti, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diventer? definitiva ai sensi dell’articolo 44 ? 2 della Convenzione, 790 euro (settecentonovanta euro), pi? le imposte eventualmente applicabili, a titolo di costi e spese, da convertire in corone ceche al tasso applicabile alla data del regolamento;
(c) che a partire dalla scadenza dei tre mesi di cui sopra e fino al saldo saranno dovuti interessi semplici sugli importi di cui sopra a un tasso pari al tasso di prestito marginale della Banca Centrale Europea durante il periodo di inadempienza, maggiorato di tre punti percentuali.
Fatto in inglese e notificato per iscritto il 24 marzo 2022, ai sensi dell’articolo 77, paragrafi 2 e 3, del Regolamento del Tribunale.
Victor Soloveytchik S?ofra O’Leary
Cancelliere Presidente