Conclusione Nessuna Violazione dell’ Art. 6-1; il resto inammissibile
PRIMA SEZIONE
CAUSA PETR KOROLEV C. RUSSIA
(Richiesta n. 38112/04)
SENTENZA
STRASBOURG
21 ottobre 2010
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.
Nella causa Petr Korolev c. Russia,
La Corte europea di Diritti umani (Prima la Sezione), riunendosi che come una Camera, composta da:
Christos Rozakis, Presidente, Nina Vajić, Anatoly Kovler, Elisabeth Steiner, Khanlar Hajiyev, Dean Spielmann, Sverre Erik Jebens, giudici,
e da André Wampach, Cancelliere Aggiunto di Sezione,
Avendo deliberato in privato il 30 settembre 2010,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 38112/04) contro la Federazione russa depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino russo, il Sig. P. V. K. (“il richiedente”), il 10 settembre 2004.
2. Il richiedente fu rappresentato dalla Sig.ra Y. G., un avvocato che pratica a Vladivostok. Il Governo russo (“il Governo”) fu rappresentato dalla Sig.ra V. Milinchuk, precedente Rappresentante della Federazione russa alla Corte europea dei Diritti umani.
3. Il 24 gennaio 2008 la Corte dichiarò la richiesta parzialmente inammissibile e decise di comunicare al Governo le azioni di reclamo a riguardo della lunghezza dei procedimenti penali contro il richiedente e la non-esecuzione di una sentenza estera a suo favore.
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. Il richiedente nacque nel 1951 e visse in Vladivostok.
A. La controversia sul lavoro
5. Il 17 luglio 1995 l’ufficiale in comando di un’unità militare nominò il richiedente come vice capitano della petroliera media (MT) Argun. Il 25 luglio 1995 il comando del servizio della flotta ausiliare della Flotta Pacifica russa spedì il richiedente in una missione commerciale a Singapore. Il 1 settembre 1995 il comandante dell’unità militare lo nominò come capitano della MT Argun. Il richiedente rimase in questo posizione sino al 10 aprile 1999.
6. Fra il28 aprile 1994 e il 5 aprile 1996 la petroliera fu affittata dal Comitato Statale per la Gestione della Proprietà della Federazione russa (“il Comitato della Proprietà Statale”) ad una società privata Inakva Co. L’accordo di contratto d’affitto prevedeva che la petroliera sarebbe stata fornita di personale tramite il servizio di flotta ausiliare della Flotta Pacifica che pagò anche i salari del personale nella valuta nazionale russa. Inakva Co era obbligata a coprire la parte dei salari del personale che erano stati pagati in valuta estera e le spese di manutenzione della petroliera.
7. Il 5 aprile 1996 il Comitato della Proprietà Statale firmò un nuovo accordo di contratto d’affitto con una società americano la National Pacific Limited .
8. In una data non specificata il richiedente ed il suo equipaggio introdussero procedimenti presso l’Alta Corte del Sudafrica per i salari non retribuiti guadagnati da loro nel 1995, 1996 e 1999.
9. Il 25 maggio 1999 la petroliera fu fermata a Città del Capo , Sudafrica , essendo pendente l’aggiudicazione della controversia.
10. Con una sentenza del 25 novembre 1999 (del 13 agosto 1999 secondo i documenti presentati dal Governo), l’Alta Corte del Sudafrica dichiarò la Federazione russa come proprietaria legale del vascello.
11. Il 12 marzo 2001 il Ministero della Proprietà Statale della Federazione russa, il successore del Comitato della Proprietà Statale firmò un nuovo accordo di contratto d’affitto con una società privata Oil Compact che era obbligata prendere tutte le possibili misure per far togliere il fermo sulla petroliera.
12. Con sentenza definitiva del 12 settembre 2002 l’Alta Corte assegnò 79,750.79 dollari degli Stati Uniti al richiedente contro il vascello MT Argun ed un interesse all’anno al tasso del 15.5% su quell’importo. Alla MT Argun fu ordinato di pagare gli oneri del richiedente e le spese di viaggio. Si decise anche che il vascello sarebbe stato venduto in una vendita all’asta per coprire le assegnazioni fatte dalla corte.
13. Il 16 maggio 2003 la Corte d’appello Suprema del Sudafrica ascoltò i ricorso delle parti e sostenne la sentenza del 12 settembre 2002.
14. 21 novembre 2003 il Ministero di Proprietà Statale e Ministero di Difesa firmò un accordo con un rappresentante privato OAO Sovfrakht che chiede liberazione di MT Argun da arresto ed il suo trasferimento alla Flotta Militare russa. Nello stesso giorno OAO Sovfrakht firmò un accordo con una terza parte Avangard-2 Shipping Società S.A. che vinse la vendita all’asta e comprò il vaso.
15. 16 gennaio 2004 il MT Argun fu dato su al russo Flotta Pacifica e Militare.
16. Lui ricevette parte dell’assegnazione giudiziale nell’importo di 7,156 USD in riguardo dei salarii e 4,752 USD in riguardo dell’interesse maturato in giugno e luglio 2006 secondo il richiedente.
17. In 4 maggio 2006 il richiedente portò procedimenti contro il lamentarsi Statale delle azioni (l’inazione) dell’AGENZIA Federale per Gestione di Proprietà Statale in riguardo delle sue rivendicazioni per salarii non retribuiti e cercando di recuperare i salarii detti nell’importo di 72.547 USD così come spese legali e danno non-patrimoniale. In 5 maggio 2006 la Corte distrettuale di Leninskiy di Vladivostok declinò giurisdizione nella causa. Questa decisione fu sostenuta col Primorye Corte Regionale 28 giugno 2006.
18. Da allora in poi, il richiedente portò le stesse rivendicazioni di fronte alla Corte distrettuale di Tverskoy di Mosca. 3 ottobre 2006 la Corte distrettuale declinò giurisdizione in favore di una giustizia della pace. Questa decisione fu sostenuta con la Mosca Città Corte 27 febbraio 2007. Sembra che il richiedente non portò le sue rivendicazioni a qualsiasi l’altra corte.
B. Procedimenti penali contro il richiedente
19. Il 25 novembre 2002 le autorità iniziarono procedimenti penali a riguardo del richiedente in collegamento con le sue rivendicazioni presso la corte sudafricana.
20. Il 17 marzo 2003 il richiedente fu accusato di acquisizione fraudolenta del titolo di proprietà della Federazione russa e di altri crimini ivi relativi. Lo stesso giorno la sua causa fu spedita per un’indagine preliminare all’ufficio dell’accusatore militare della Flotta Pacifica, ed al richiedente fu ordinato di non lasciare la città.
21. Il 26 agosto 2003 l’indagine preliminare fu sospesa durante la convalescenza del richiedente. Il 5 dicembre 2003 l’indagine fu ripresa.
22. Fra il16 gennaio 2004 e il 17 giugno 2005 il richiedente ed il suo consigliere legale studiarono l’archivio della causa.
23. Il 20 giugno 2005 la causa fu presentata per il processo presso la Corte distrettuale di Leninskiy di Vladivostok (“la Corte distrettuale”) e fu assegnata al giudice I.
24. Il 6 luglio 2005 il richiedente richiese che l’udienza preparatoria venisse posticipata a causa della malattia del suo consigliere.
25. Il 17 novembre 2005 la Corte distrettuale rifiutò di esaminare la causa ed ordinò all’accusa di redigere di nuovo l’imputazione di accusa contaminata da un certo numero di difetti. La causa fu ritornata alla corte il 29 novembre 2005.
26. Il 12 gennaio 2006 l’udienza non ebbe luogo siccome il giudice era impegnato con altri procedimenti.
27. Neanche l’udienza del 13 gennaio 2006 ebbe luogo a causa della malattia del richiedente. I procedimenti furono sospesi durante la sua convalescenza.
28. Il 6 luglio 2006 i procedimenti furono ripresi , ma l’udienza non ebbe luogo siccome il consigliere del richiedente non si presentò.
29. Il 12 luglio 2006 al richiedente fu accordato il permesso di studiare il nuovo l’imputazione dell’ accusa sino al 21 luglio 2006.
30. Il 24 luglio 2006 la corte accordò la richiesta del richiedente di spedire di nuovo la causa all’accusatore per redigere nuovamente l’imputazione di accusa. La causa fu ritornata alla corte il 18 agosto 2006 e fu assegnata al giudice P.
31. Le udienze programmate per il settembre e l’ ottobre 2006 non ebbero luogo a causa della malattia del richiedente.
32. Nel novembre 2006 la corte cominciò le udienze sui meriti della causa. La corte posticipò i procedimenti nel novembre 2006, gennaio e giugno 2007, ogni volta per una settimana, a causa della malattia del richiedente o del suo consigliere.
33. Il 25 giugno 2007 la corte posticipò i procedimenti di dieci giorni siccome il giudice andava via per un viaggio di studio.
34. Le udienze del 24 dicembre 2007 e del 25 gennaio 2008 non ebbero luogo in seguito alla contumacia del richiedente ed il suo consigliere.
35. Con una sentenza dell’ 11 marzo 2008 il richiedente fu dichiarato colpevole di acquisizione fraudolenta di titolo di proprietà in modo da ottenere dalla corte l’assegnazione dei salari presumibilmente non retribuiti, e ricevette una sentenza sospesa di cinque anni di reclusione.
36. Il 2 giugno 2009 il richiedente morì.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE E PRATICA
A. Codice di Procedura Civile della RSFSR del 1964 in vigore sino al 1 febbraio 2003
37. L’Articolo 437 prevedeva che la procedura per l’ esecuzione delle sentenze estere fosse determinata dai trattati internazionali attinenti. Affermava inoltre che una sentenza di un giudice straniero avrebbe potuto essere presentata per l’esecuzione entro tre anni dopo la sua adozione.
B. Code di Procedura Civile della Russia in vigore come al 1 febbraio 2003
38. L’Articolo 409 prevede che le sentenze dei giudici stranieri concernenti le questioni civili sono riconosciute ed eseguite in Russia facendo seguito ad un trattato internazionale pertinente. Conviene inoltre che simili sentenze possono essere presentate per l’ esecuzione entro tre anni dopo la loro adozione.
39. L’Articolo 410 prevede che una richiesta per esecuzione di una sentenza estera dovrebbe essere registrata da una corte regionale o da altra corte con qualità uguale nel luogo di residenza o di alloggio del debitore.
40. L’Articolo 411 stabilisce le norme di procedura da applicare alle richieste per l’esecuzione di sentenze estere.
C. Decisione della Corte Suprema della Russia del7 giugno 2002 № 5-Ã02-64
41. La corte decise che la mancanza di un trattato internazionale pertinente non può essere citata come motivo per il rifiuto di una richiesta di esecuzione di una sentenza estera. Affermò inoltre che tale richiesta può essere accordata nel caso in cui le corti dello Stato estero attinente riconoscano le sentenze delle corti russe sulla base della reciprocità. Ordinò che la corte inferiore verificasse se simile reciprocità esisteva nella causa in oggetto e chiese circa l’esistenza di altri trattati internazionali riguardo agli attinenti due Stati che potrebbero riguardare la co-operazione nell’ambito legale e giudiziale.
D. Convenzione sull’ Assistenza Legale in Cause Civili, Famigliari e Penali della Repubblica degli Stati Indipendenti del 1993
42. La Convenzione richiede che tutti i membri della Repubblica degli Stati Indipendenti, incluso la Russia Ucraina e la Bielorussia garantiscano ai cittadini degli altri Stati membri il regime legale e nazionale in tutte le questioni legali. La Sezione III determina l’ordine reciproco di riconoscimento e di esecuzione delle decisioni prese dagli enti legali in cause civili, famigliari e penali.
LA LEGGE
I. LOCUS STANDI
43. La Corte prende nota della morte del richiedente e del desiderio della Sig.ra K., sua vedova, di proseguire i procedimenti da lui iniziati.
44. La Corte reitera che dove un richiedente muore durante l’esame di una causa il suo o i suoi eredi possono in principio proseguire la richiesta sul suo conto (vedere Ječius c. Lituania, n. 34578/97, § 41 ECHR 2000-IX). In cause riguardanti la non-esecuzione di sentenze di corte e la lunghezza dei procedimenti, la Corte riconobbe inoltre, il diritto dei parenti del richiedente deceduto ad perseguire la richiesta (vedere Shiryayeva c. Russia, n. 21417/04, §§ 8-9 del 13 luglio 2006 riguardo alla non-esecuzione; Horváthová c. Slovacchia, n. 74456/01, § 26, 17 maggio 2005 nel contesto della lunghezza dei procedimenti).
45. La Corte nota che i diritti in gioco nella presente causa sono molto simili a quelli al cuore delle cause a cui si è fatto riferimento sopra. Nulla suggerisce che i diritti che il richiedente cercava di proteggere tramite il meccanismo della Convenzione erano strettamente personali e non trasferibili (vedere Malhous c. Repubblica ceca [GC], n. 33071/96, § 1 12 luglio 2001). Il Governo non ha rimesso in causa che la Sig.ra K. non aveva qualità di proseguire la causa. Perciò, la Corte considera che la vedova del richiedente ha un interesse legittimo nel proseguire la richiesta.
II. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 § 1 E DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1 DELLA CONVENZIONE A CAUSA DELLA NON-ESECUZIONE
46. Il richiedente si lamentò che l’insuccesso delle autorità russe nel pagargli pienamente l’assegnazione fatta con la sentenza del 12 settembre 2002 ha violato i diritti garantitigli dall’ Articolo 6 § 1 e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 della Convenzione. Le disposizioni attinenti recitano come segue:
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale …”
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
Ammissibilità
47. Il Governo presentò in primo luogo che la sentenza del 12 settembre 2002 dell’Alta Corte del Sudafrica non era esecutiva in Russia a causa della mancanza di un accordo pertinente fra Russia e Sud Africa. Dibatté inoltre che in qualsiasi caso il richiedente avrebbe dovuto tentare almeno di fare istanza presso una corte nazionale facendo seguito agli Articoli 410 e 411 del Codice di Procedura Civile, richiedendo esecuzione della sentenza e, riuscendo a fare così, lui non aveva esaurito le vie di ricorso nazionali disponibili. Il Governo contese che la via di ricorso suggerita era effettiva e citò a questo effetto tre decisioni consegnate dalla Corte Suprema della Russia due delle quali sostenevano l’esecuzione in Russia di sentenze di corte prima adottate in Ucraina ed in Bielorussia.
48. Il richiedente ribatté che la richiesta presso una corte nazionale con una richiesta per esecuzione della sentenza sarebbe stata inefficace nel suo caso siccome non vi era un accordo pertinente fra Russia e Sud Africa come richiesto dall’ Articolo 409 del Codice civile. Lui dibatté che per questa ragione i precedenti legali citati dal Governo non erano applicabili alla sua situazione.
49. La Corte è cosciente del fatto che secondo le sue precedenti sentenze, che non ci si possa aspettare che una persona che ha ottenuto una sentenza contro lo Stato introduca procedimenti di esecuzione separati a causa del fatto che l’ autorità statale convenuta deve essere debitamente avvisata e così deve essere ben collocata per prendere tutte le iniziative necessarie per attenersi a questo o trasmetterla ad un’altra autorità Statale competente responsabile per l’ottemperanza (vedere Akashev c. Russia, n. 30616/05, § 21 del 12 giugno 2008). Allo stesso tempo, la Corte ha ammesso nel passato che ad un contendente che ha avuto successo può venir richiesto di intraprendere certi passi procedurali per recuperare la sentenza, purché queste formalità richieste non restringano seriamente o riducano il suo accesso ai procedimenti di esecuzione (vedere Shvedov c. Russia, n. 69306/01, § 32 del 20 ottobre 2005).
50. Rivolgendosi alla presente situazione, la Corte osserva che il collegamento fra una corte di un Stato e le autorità di un altro Stato non è immediato ed evidente come quello fra le autorità giudiziali e di esecuzione dello stesso Stato. È chiaro che nell’ambiente moderno più Stati scelgono di installare una procedura di attuazione speciale per le sentenze adottate dagli altri Stati, a meno che loro prima non abbiano accettato un standard diverso. Perciò la Corte considera ragionevole distinguere la situazione del richiedente da quella in cui sia l’aggiudicazione della controversia che l’ attuazione della sentenza sono accadute nello stesso ordinamento giuridico nazionale. Ora controllerà quali vie di ricorso erano disponibili al richiedente.
51. La Corte reitera che le sole vie di ricorso che l’ Articolo 35 della Convenzione richiede di esaurire sono quelle che si riferiscono alle violazioni addotte ed allo stesso tempo sono disponibili e sufficienti. Spetta allo Stato che rivendica il non-esaurimento soddisfare la Corte che la via di ricorso era effettiva disponibile in teoria ed in pratica al tempo attinente e che era capace di offrire una compensazione a riguardo delle azioni di reclamo del richiedente e di offrire delle prospettive ragionevoli di successo. Comunque, una che volta questo onere della prova è stato soddisfatto, spetta al richiedente di stabilire che la via di ricorso avanzata dal Governo era stata difatti esaurita o era per qualche ragione inadeguata ed inefficace nelle particolari circostanze della causa o che esistevano delle circostanze speciali che lo assolvevano dal requisito (vedere Selmouni c. Francia [GC], n. 25803/94, §§ 75-76 il 1999-V di ECHR).
52. Seguendo questo approccio, la Corte richiama che davvero nel dibattere l’efficacia della via di ricorso suggerita, il Governo è ricorso a precedenti disponibili a riguardo dei paesi coi quale Russia ha un trattato internazionale che prevede riconoscimento reciproco e l’ esecuzione delle sentenze l’uno dell’altro (vedere paragrafo 41 sopra). È soddisfatta che nessun trattato simile esiste fra Russia e Sud Africa. Allo stesso tempo, nella prospettiva della decisione della Corte Suprema della Russia del 7 giugno 2002 citata sopra (paragrafo 40), è cosciente che l’ordinamento giuridico russo non esclude l’esecuzione delle sentenze adottate dalle corti dello Stato con cui la Russia non ha un accordo pertinente ed autorizza le corti della giurisdizione generale a considerare altri fattori attinenti esaminando la causa. Vedendo che la decisione citata era già in vigore al tempo in cui il richiedente ottenne una sentenza della corte sudafricana a suo favore, la Corte non può accettare l’argomento del richiedente per cui la mancanza di un accordo attinente fra i due Stati rese automaticamente la via di ricorso legale più ovvia nel suo caso inefficace e superflui i suoi tentativi potenziali di approfittare di questa. Considera che, specialmente nella prospettiva del fatto che il richiedente aveva tentato molte altre vie di azione per raggiungere la sua meta, nessuna circostanza obiettiva esisteva tale da rendergli impossibile introdurre una richiesta presso una corte nazionale per esecuzione della sentenza.
53. Avuto riguardo a quanto sopra, la Corte conclude che il richiedente non aveva esaurito le vie di ricorso nazionali disponibili. Perciò, questa azione di reclamo dovrebbe essere respinta in conformità con l’ Articolo 35 §§ 1 e 3 della Convenzione.
III. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 § 1 DELLA CONVENZIONE A CAUSA DELLA LUNGHEZZA DEI PROCEDIMENTI PENALI
54. Il richiedente si lamentò che la lunghezza dei procedimenti penali contro lui era incompatibile col il requisito del “termine ragionevole” come previsto nell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione. La parte attinente della disposizione invocata recita come segue:
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale…”
A. Ammissibilità
55. La Corte nota che questa azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
B. Meriti
56. Il Governo presentò che la maggior parte della lunghezza dei procedimenti penali era attribuibile al richiedente. In particolare, fa riferimento al lungo tempo impiegato dal richiedente e dal suo consigliere per studiare il suo archivio di causa, così come a numerosi incidenti della sua malattia o del suo consigliere e alle sue richieste per aggiornamento. Dibatté inoltre che la causa era stata complessa avendo riguardato un’accusa di frode commessa in un Stato estero e coinvolgeva prove multiple in una lingua straniera. La causa richiese anche un esame di approssimativamente trenta-quattro volumi di documenti, quaranta testimoni e tre esperti. Infine, rivendicò che la corte nazionale non aveva oziato, aveva programmato udienze regolari ed esaminato rapidamente tutte le questioni procedurali.
57. Il richiedente contestò il numero di testimoni esaminati e dei documenti e biasimò l’accusa per essersi sommata al volume della causa.
58. La Corte osserva che i procedimenti penali contro il richiedente sono cominciati il 25 novembre 2002 e terminati l’ 11 marzo 2008. Di conseguenza, le autorità nazionali hanno impiegato approssimativamente cinque anni e quattro mesi per esaminare la causa ad un livello di giurisdizione.
59. La Corte reitera che la ragionevolezza della lunghezza dei procedimenti deve essere valutata alla luce delle circostanze della causa e con riferimento ai seguenti criteri: la complessità della causa, la condotta del richiedente e la condotta delle autorità competenti (vedere, fra molte altre autorità, Pélissier e Sassi c. Francia [GC], n. 25444/94, § 67 ECHR 1999-II).
60. La Corte accetta che la causa penale del richiedente presentava un certo grado di complessità che riguardava una dichiarazione di frode commessa in uno Stato estero e coinvolgeva una somma notevole di prove in una lingua straniera. Comunque, non può accettare che la complessità della causa, presa da sola fosse tale da giustificare la lunghezza complessiva dei procedimenti (vedere, fra altre, Antonov c. Russia (dec.), n. 38020/03, 3 novembre 2005).
61. Riguardo alla condotta del richiedente, la Corte prende giurisdizione dell’osservazione del Governo che si è verificato un grande gap nei procedimenti quando il richiedente prese del tempo per studiare l’archivio di causa e che numerosi aggiornamenti si succedettero a causa della malattia del richiedente. La Corte accetta che il richiedente non può essere biasimato per essersi avvantaggiato dei diritti procedurali disponibili a lui ed è soddisfatta che una malattia costituisce un fattore obiettivo responsabile per il ritardo. Allo stesso tempo è anche dell’opinione che lo Stato non può sopportare la responsabilità per questo.
62. Pertanto nella misura in cui è coinvolto il comportamento delle autorità, la Corte osserva che il rinvio della causa all’accusa per la correzione di difetti in due occasioni ha condotto ad un ritardo di approssimativamente sei settimane. Neanche l’aggiornamento di due udienze a causa all’indisponibilità del giudice ha rallentato significativamente i procedimenti. La Corte nota che le autorità dimostrarono diligenza sufficiente nell’occuparsi della causa del richiedente. Le udienze furono fissate regolarmente, e gli aggiornamenti erano brevi.
63. Avendo riguardo alla relativa complessità della causa, ai ritardi significativi attribuibili al richiedente e al trattamento veloce della causa da parte delle autorità, la Corte è soddisfatta che il requisito “del termine ragionevole” non fu violato nella presente causa.
64. Non c’è stata , di conseguenza, nessuna violazione dell’ Articolo 6 § 1 su questo conto.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara l’azione di reclamo riguardo alla lunghezza dei procedimenti ammissibile ed il resto della richiesta inammissibile;
2. Sostiene che non c’è stata nessuna violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 21 ottobre 2010, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
André Wampach Christos Rozakis
Cancelliere Aggiunto Presidente