QUINTA SEZIONE
CAUSA IVAN PANCHENKO C. UCRAINA
(Richiesta n. 10911/05)
SENTENZA
STRASBOURG
10 dicembre 2009
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.
Nella causa Ivan Panchenko c. Ucraina,
La Corte europea dei Diritti umani (quinta Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Pari Lorenzen, Presidente, Renate Jaeger Karel Jungwiert, Rait Maruste Isabelle Berro-Lefèvre, Mirjana Lazarova Trajkovska giudici, Mykhaylo Buromenskiy giudice ad hoc,
e Claudia Westerdiek, Cancelliere di Sezione.
Avendo deliberato in privato il 17 novembre 2009,
Consegna la seguente s sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 10911/05) contro l’Ucraina depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino ucraino, il Sig. I. I. P. (“il richiedente”), l’ 8 febbraio 2005.
2. Il Governo ucraino (“il Governo”) fu rappresentato dal suo Agente, il Sig. Y. Zaytsev.
3. Il 22 settembre 2008 il Presidente della quinta Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29 § 3).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. Il richiedente nacque nel 1957 e vive a Brovary, Ucraina.
5. Il richiedente è un veterano disabile di guerra. Dal 1994 lui era su una lista speciale di persone a cui assegnare un appartamento da parte dello Stato su base prioritaria (vedere paragrafo 38 sotto).
1. Primo set di procedimenti
6. Nel maggio 1997 il richiedente avviò dei procedimenti presso la Corte della Città di Brovary (“la Corte della Città”) contro il Consiglio della Città di Brovary, richiedendo alla corte di ordinare che all’imputato venisse un appartamento su una base prioritaria.
7. Il 17 luglio 1997 la corte respinse la rivendicazione del richiedente.
8. Il richiedente fece appello e il 19 agosto 1997 la Corte Regionale di Kyiv (dal giugno 2001 la Corte d’appello Regionale di Kyiv) sostenne la sentenza della corte inferiore.
2. Secondo set di procedimenti
9. Nell’ agosto 2001 il richiedente avviò dei procedimenti presso la Corte della Città contro il Comitato Esecutivo della Città di Brovary, l’ Amministrazione Statale e Regionale di Kyiv ed il Ministero della Difesa dell’Ucraina, richiedendo alla corte di ordinare che agli imputati venisse offerto un appartamento su una base prioritaria cercando il risarcimento per danno non-patrimoniale.
10. Il 10 dicembre 2001 la corte respinse le rivendicazioni del richiedente.
11. Il 14 marzo 2002 la Corte d’appello Regionale di Kyiv (“la Corte d’appello”) annullò la sentenza della corte inferiore e rinviò la causa a questa per una nuova riconsiderazione.
12. Nel corso delle successive udienze di fronte alla Corte della Città il richiedente ritirò alcune delle sue rivendicazioni, richiedendo solamente infine alla corte di ordinare al Ministero della Difesa dell’Ucraina di fornirgli un appartamento su una base prioritaria.
13. Il 27 novembre 2002 la Corte della Città respinse la rivendicazione del richiedente. Il 27 dicembre 2002 la stessa corte rettificò certi errori materiali nella sua sentenza.
14. Il 6 giugno 2003 la Corte d’appello annullò la sentenza del 27 novembre 2002 e ne rese una nuova, ordinando al Ministero della Difesa dell’Ucraina di fornire al richiedente un appartamento entro tre mesi da quando la sentenza diviene definitiva. Apparentemente, non fu mai fatto ricorso contro questa sentenza.
15. Il 20 ottobre 2003 il Servizio dell’Ufficiale giudiziario Statale avviò procedimenti per eseguire questa sentenza.
16. Nel maggio 2004 il richiedente richiese alla Corte d’appello di cambiare i mezzi di esecuzione della sentenza del 6 giugno 2003. In particolare chiese la sostituzione dell’assegnazione in merce con un risarcimento valutario nell’importo di 225,332.40 hryvnia ucraini (UAH)1.
17. Il 27 maggio 2004 la corte respinse questa richiesta, indicando che la questione avrebbe dovuto essere esaminata dalla Corte della Città.
18. Il 13 ottobre 2004 la Corte della Città ammise in parte la richiesta del richiedente, ordinando al Ministero della Difesa dell’Ucraina di pagare al Consiglio della Città di Brovary la somma summenzionata per acquistare un appartamento per il richiedente.
19. Il 12 maggio 2005 questa somma fu trasferita al conto bancario del Consiglio della Città di Brovary.
20. Il 16 maggio 2005 il Servizio dell’Ufficiale giudiziario Statale terminò i procedimenti di esecuzione contro il Ministero della Difesa dell’Ucraina siccome la sentenza di 6 giugno 2003 come emendata dalla decisione del 13 ottobre 2004 era stata eseguita.
21. Il26 maggio 2005 il Consiglio della Città di Brovary Città autorizzò il Comitato Esecutivo di Brovary a programmare l’acquisto di un appartamento per il richiedente in ottemperanza con la sentenza del 6 giugno 2003 come corretta dalla decisione del 13 ottobre 2004.
22. Secondo il Governo, la somma assegnata il 13 ottobre 2004 era insufficiente per acquistare un appartamento per il richiedente sul mercato di seconda mano a causa dell’aumento drammatico dei prezzi dei beni immobili. Per questa ragione, avendo invitato denaro il 30 agosto2005 il Consiglio della Città di Brovary concluse un contratto con una società appropriata per la costruzione di un appartamento per il richiedente.
23. Entro il 2007 l’appartamento in questione era stato costruito, e il 14 agosto 2007 Comitato Esecutivo della Città di Brovary emise al richiedente una garanzia di alloggio (ордер на заселення житлово площі). In molte occasioni il richiedente fu invitato a prendere la garanzia ma inutilmente.
24. Il 3 luglio 2008 la Corte della Città trovò che il richiedente stava abusando dei suoi diritti (vale a dire, evadendo di concludere il contratto di affitto e, di conseguenza, pagando la parcella di affitto) e gli ordinò di prendere la garanzia dell’ alloggio e passare all’appartamento entro dieci giorni. A questo riguardo dei procedimenti di esecuzione furono avviati contro il richiedente ma la sentenza del 3 luglio 2008 non è stata ancora eseguito.
25. Nel novembre 2007 il richiedente avviò dei procedimenti presso la Corte della Città contro il Comitato Esecutivo della Città di Brovary, cercando di annullare la decisione dell’imputato del 14 agosto 2007 di emettergli la garanzia di alloggio. In particolare, lui si lamentò del fatto che lo spazio della superficie dell’appartamento a assegnato a lui era meno che quello garantito dal diritto nazionale e che l’appartamento era stato acquistato come risultato di movimento di contanti illegale. L’8 settembre 2008 la corte respinse le sue rivendicazioni come non comprovate. Non è chiaro se il richiedente fece appello contro quella decisione.
26. Secondo il richiedente, tuttavia la sentenza ancora non è stata eseguita. Lui non informò la Corte degli eventi esposti fuori nei paragrafi precedenti (23-25).
3. Terzo set di procedimenti
27. Nell’ ottobre 2005 il richiedente avviò procedimenti amministrativi presso la Corte della Città contro il Consiglio della Città Brovary, chiedendo l’ esecuzione della sentenza del 6 giugno 2003 come emendata dalla decisione del 13 ottobre 2004. In prospettiva dell’aumento dei prezzi dei beni immobili , il richiedente chiese anche una somma supplementare di soldi da pagare dall’imputato come risarcimento per danno patrimoniale come risultato dell’inattività addotta.
28. Il 28 ottobre 2005 la corte respinse la rivendicazione del richiedente a causa di difetti procedurali (in particolare, per insuccesso nel pagamento della parcella di corte).
29. Il 17 febbraio 2006 la Corte d’appello annullò questa decisione e rinviò la questione dell’ammissibilità della rivendicazione del richiedente alla Corte della Città per una nuova considerazione.
30. Il 24 novembre 2006 la Corte della Città respinse la rivendicazione del richiedente come non comprovata.
31. Il 26 febbraio 2007 la Corte d’appello sostenne quella sentenza.
32. Il 25 settembre 2008 la Corte amministrativa più Alta annullò le decisioni della corte inferiore e cessò i procedimenti, dopo aver trovato che la rivendicazione avrebbe dovuto essere esaminata sotto la procedura civile.
4. Quarto set di procedimenti
33. Il 31 ottobre 2006 il richiedente richiese all’Ufficio dell’ Accusatore Generale di avviare procedimenti penali contro il Consiglio della Città di Brovary, adducendo un’appropriazione indebita e un cattivo uso di finanziamenti budgetari.
34. Il 15 dicembre 2006 l’accusatore rifiutò di avviare procedimenti penali come richiesto. Il richiedente fece appello contro questa decisione alla Corte di Città.
35. Il 3 agosto 2007 la Corte della Città annullò la decisione in oggetto ed assegnò di nuovo la questione per un’ indagine supplementare. Successivamente l’accusatore si rifiutò di avviare i procedimenti in oggetto in molte occasioni ed il richiedente impugnò con successo quei rifiuti di fronte alla Corte della Città.
36. Apparentemente l’indagine è ancora pendente.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
A. Legislazione delle abitazioni
37. Sotto la sezione 61 del Codice delle abitazioni del 1983 Programma le abitazioni pubblicamente possedute saranno usate sulla base di un contratto di affitto concluso fra l’inquilino e l’autorità attinente.
38. L’ Atto Legale e Sociale per la Protezione dei Membri delle Forze Armate Militari (n. 2011-XII del 20 dicembre 1991, corretto al tempo attinente) espone che lo Stato offre ai membri delle Forze Armate militari, fra gli altri benefici, un’abitazione appropriata (sezione 12). A quei membri delle Forze Armate che sono andati in pensione a causa dei loro danni relativi e malattie relativi al loro servizio viene concessa un’abitazione su una base prioritaria ( sezione 12 § 4).
39. Sotto la sezione 6 § 1 dell’Atto di Privatizzazione del Fondo delle Abitazioni Statali (n. 2482-XII 19 giugno 1992, corretto al tempo attinente) l’abitazione occupata dai membri delle Forze Armate militari che godono di benefici sotto il sopra menzionato Atto Legale e Sociale per la Protezione dei Membri delle Forze Armate Militari sarà accordata esente da spese nella proprietà privata di questi membri delle Forze Armate militari.
40. L’Atto dei Veterani di Guerra ed e le loro Garanzie della Protezione Sociale (n. 3551-XII 22 ottobre 1993, corretto al tempo attinente) garantisce che i veterani di guerra invalidi saranno alloggiati entro due anni, al massimo, presentando una richiesta appropriata purché il loro alloggio esistente non si attenga con gli standard abitativi attinenti (la sezione 13 § 18).
41. L’Atto del Fondo dell’Abitazione Sociale e Statale (n. 3334-IV, valido dal 1 gennaio 2007) offre le stesse garanzie ai veterani di guerra (le sezioni 11 e 12). Sotto la sezione 3 § 5, comunque queste abitazioni sociali non sono soggette a privatizzazione.
B. Procedimenti di Esecuzione
42. Il diritto nazionale attinente è riassunto nella sentenza Romashov c. Ucraina (n. 67534/01, §§ 16-19 del 27 luglio 2004).
43. Sotto la sezione 33 dell’Atto dei Procedimenti d’Esecuzione all’ufficiale giudiziario e alle parti ai procedimenti di esecuzione (debitore e creditore) viene concesso di richiedere proprio motu alla corte attinente dir cambiare i mezzi di esecuzione di una decisione di corte se ci sono le circostanze che precludono la sua esecuzione coi mezzi specificati in quella decisione.
LA LEGGE
I. LUNGHEZZA DEL SECONDO SET DI PROCEDIMENTI ED ESECUZIONE DELLA SENTENZA A FAVORE DEL RICHIEDENTE
44. Il richiedente si lamentò sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione che la lunghezza del secondo set di procedimenti era stata eccessiva. Lui presentò inoltre che non eseguendo la sentenza del 6 giugno 2003 emendata dalla decisione del13 ottobre 2004, le autorità Statali avevano infranto i suoi diritti sotto Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. Il richiedente si lamentò sotto l’Articolo 13 della Convenzione che lui non aveva una via di ricorso effettiva a riguardo della non-esecuzione della sentenza sopra. Il richiedente si appellò anche all’ Articolo 8 della Convenzione riguardo al lungo esame della sua rivendicazione e dell’esecuzione della sentenza in oggetto. Le disposizioni sopra prevedono, nella parte attinente, come segue:
Articolo 6 § 1
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale…”
Articolo 8
“1. Ognuno ha diritto al rispetto della sua vita privata e famigliare, della sua casa e della sua corrispondenza.
2. Non ci sarà interferenza da parte un’autorità pubblica con l’esercizio di questo diritto eccetto nel caso fosse in conformità con la legge e necessaria in una società democratica negli interessi della sicurezza nazionale, della sicurezza pubblica o del benessere economico del paese, per la prevenzione del disturbo o del crimine, per la protezione della salute o della morale, o per la protezione dei diritti e delle libertà altrui.”
Articolo 13
“Chiunque i cui diritti e le libertà come riconosciuti [dalla] Convenzione sono violati avrà una via di ricorso effettiva di fronte ad un’autorità nazionale anche se la violazione fosse stata commessa da persone che agiscono in veste ufficiale.”
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale …”
A. Ammissibilità
45. Lo Stato sostenne che il richiedente non era più una vittima della violazione addotta siccome la sentenza del 6 giugno 2003 era già stata eseguita. Presentò anche che il richiedente aveva abusato del suo diritto di ricorso alla Corte evitando di prendere la garanzia dell’alloggio e non trasferendosi nell’appartamento costruito per lui. Non informando la Corte che l’appartamento era stato costruito per lui, il richiedente anche, secondo lui, agì in modo contrario ai suoi obblighi sotto l’Articolo 47 dell’Ordinamento di Corte e richiese alla Corte di dichiarare la richiesta inammissibile. Infine, dibatté che le azioni di reclamo sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 fossero incompatibili ratione personae siccome la sentenza del 6 giugno 2003, corretta dalla decisione del 13 ottobre 2004 non aveva conferito alcun diritto di proprietà al richiedente.
46. Il richiedente non fu d’accordo, asserendo che la sentenza in oggetto non era ancora stata eseguita.
47. Riguardo all’insuccesso del richiedente nell’ informare la Corte della costruzione dell’appartamento in questione e degli eventi relativi a questo (vedere paragrafi 23-24 sopra), la Corte nota che in molte occasioni ha dichiarato le richieste inammissibili perché i richiedenti non erano riusciti ad informarla degli importanti sviluppi nelle loro rispettive cause (vedere, fra altre, Keretchashvili c. Georgia (dec.), n. 5667/02, 2 maggio 2006 e, recentemente, Khvichia ed Altri c. Georgia (dec.), n. 26446/06, 23 giugno 2009). Comunque, la Corte distingue queste cause dalla presente siccome nelle cause precedenti i richiedenti non informarono la Corte del ricevimento di pagamenti attinenti alla loro causa sotto le assegnazioni valutarie mentre nella presente causa il richiedente non accettò l’appartamento assegnatogli sotto l’assegnazione in merce. Nella situazione dove il richiedente non accetta l’offerta come esecuzione della sentenza a suo favore (vedere le rivendicazioni del richiedente di fronte alla Corte della Città depositate nel novembre 2007 come esposte nel paragrafo 25 sopra), il suo insuccesso nell’ informare la Corte degli ulteriori sviluppi nella sua causa non corrispondeva, nella prospettiva della Corte, all’abuso di diritto di ricorso individuale. Di conseguenza, la Corte respinge l’eccezione del Governo.
48. La Corte nota inoltre che la sentenza del 6 giugno 2003 era stata eseguita formalmente entro il 16 maggio 2005 quando il Ministero della Difesa dell’Ucraina trasferì i soldi al Consiglio della Città di Brovary. Benché non ci sono stati procedimenti di esecuzione formali dopo quella data, la Corte considera che la sentenza rimase non eseguita fino al 14 agosto 2007, quando il Comitato Esecutivo della Città di Brovary emise al richiedente una garanzia di alloggio. Non spetta alla Corte, comunque speculare sul fatto se l’appartamento assegnato al richiedente si atteneva con la sentenza in questione, nonostante la posizione del richiedente secondo la quale ciò non era vero. In assenza della decisione della corte nazionale al contrario, ritiene, ai fini della presente causa che la sentenza è stata eseguita il 14 agosto 2007. Comunque, il fatto che la sentenza a favore del richiedente è stata eseguita non spoglia il richiedente del suo status di vittima in relazione al periodo durante il quale questa sentenza è rimasta non eseguita (vedere Romashov c. Ucraina, citata sopra, §§ 26-27). Di conseguenza respinge l’eccezione del Governo.
49. Riguardo all’ eccezione di compatibilità delle azioni di reclamo del richiedente sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 un’eccezione ratione personae che è difatti di naturai ratione materiae, la Corte reitera che l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 non garantisce il diritto ad acquisire delle proprietà (vedere Van der Mussele c. Belgio, 23 novembre 1983, § 48 Serie A n. 70, Kopecký c. Slovacchia [GC], n. 44912/98, § 35 ECHR 2004-IX). Un richiedente può addurre una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 solamente nella misura in cui le decisioni contestate si riferiscono alla sua “proprietà” all’interno del significato di questa disposizione. “La proprietà” può essere una “proprietà esistente” o dei beni, incluso le rivendicazioni a riguardo delle quali il richiedente può dibattere che lui ha almeno un’ “aspettativa legittima” di ottenere godimento effettivo di un diritto di proprietà (Kopecký, citata sopra, § 35). L’ “aspettativa legittima” deve essere di una natura più concreta di una mera speranza, e deve essere basata su una disposizione legale o un atto legale come una decisione giudiziale (l’ibid., § 49).
50. La Corte reitera inoltre che il diritto a qualsiasi beneficio sociale non è incluso come tale fra i diritti e le libertà garantiti dalla Convenzione (vedere, per esempio, Aunola c. Finlandia (dec.), n. 30517/96, 15 marzo 2001). Il diritto a vivere in una particolare proprietà non posseduta dal richiedente non costituisce come tale una “proprietà” all’interno del significato dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 (vedere H.F. c. Slovacchia (dec.), n. 54797/00, 9 dicembre 2003; Kovalenok c.a Lettonia (dec.), n. 54264/00, 15 febbraio 2001, e J.L.S. c. Spagna (dec.), n. 41917/98, 27 aprile 1999).
51. Nella presente causa la sentenza in questione non vincola le autorità ad accordare al richiedente la proprietà di un particolare appartamento, ma piuttosto di emettergli una garanzia di alloggio a riguardo di un qualsiasi appartamento che soddisfi il criterio stabilito nella legislazione nazionale. Così, avendo riguardo alla giurisprudenza nei paragrafi precedenti, il problema cruciale è se il richiedente aveva un’ “aspettativa legittima” di trovare l’appartamento contestato nella sua proprietà privata (vedere, mutatis mutandis, Malinovskiy c. Russia, n. 41302/02, § 44 ECHR 2005-VII (estratti)). Avendo riguardo alla legislazione nazionale attinente (vedere paragrafi 39 e 41 sopra) e che le parti non fecero commenti in questo senso, la Corte conclude, ai fini solo della presente causa, che almeno prima del 1 gennaio 2007 il richiedente aveva un’ “aspettativa legittima” di trovare l’appartamento in questione nella sua proprietà privata. Di conseguenza, respinge l’eccezione del Governo.
52. La Corte nota che queste azioni di reclamo non sono manifestamente mal-fondate all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non sono inammissibili per qualsiasi altro motivo. Devono essere dichiarate perciò ammissibili.
B. Meriti
53. Il Governo contestò che la lunghezza degli stadi giudiziali e di esecuzione della causa del richiedente non erano eccessivi. In particolare, affermò che la sentenza del 6 giugno 2003 non poteva essere eseguita siccome non c’era nessun appartamento disponibile in possesso del Ministero della Difesa dell’Ucraina a quel tempo. Successivamente, era il richiedente che aveva chiesto una somma insufficiente a sostituire l’assegnazione in merce e con la decisione del 13 ottobre 2004 aveva ristretto i mezzi del Consiglio della Città di Brovary per eseguire la sentenza in questione. Siccome i prezzi dei beni immobili erano aumentati, era impossibile per il Consiglio acquistare in anticipo un appartamento per il richiedente. Per questa ragione investì la somma assegnata nella costruzione dell’appartamento ma rimandò l’esecuzione della sentenza in questione. Siccome il Consiglio agì in buon fede e prese tutte le misure a lui disponibili, il ritardo nell’ esecuzione non poteva essere attribuito a lui. Il Governo concluse che non c’era stata nessuna violazione delle disposizioni invocate.
54. Il richiedente non fu d’accordo.
55. La Corte reitera che gli atti ed i procedimenti di esecuzione sono gli stadi uno e due nel corso totale dei procedimenti (vedere Scordino c. Italia (n. 1) [GC], n. 36813/97, § 197). Perciò, i procedimenti di esecuzione non dovrebbero essere dissociati dall’azione ed i procedimenti saranno esaminati nella loro interezza (vedere Estima Jorge c. Portogallo, 21 aprile 1998 § 35, Relazioni delle Sentenze e Decisioni 1998-II e Sika c. Slovacchia, n. 2132/02, §§ 24-27 del 13 giugno 2006).
56. La Corte nota che la considerazione della causa del richiedente da parte dei tribunali nazionali durò dall’ agosto 2001 al 6 giugno 2003, quando la Corte della Città si espresse a favore del richiedente. La lunghezza dei procedimenti nella fase giudiziale che coinvolge due livelli di giurisdizione è perciò un anno e nove mesi e non c’è periodo discernibile di inattività che può essere attribuito ai tribunali nazionali.
57. Comunque, la sentenza è rimasta non eseguita dal 6 giugno 2003 al 14 agosto 2007, cioè per quattro anni e due mesi.
58. La Corte ammette che l’esecuzione di una sentenza che incorpora una direttiva di natura non-patrimoniale può prendere più tempo che nel caso di un pagamento in denaro assegnato sotto una sentenza di corte (vedere Ganenko c. Ucraina (dec.), n. 27184/03, 11 gennaio 2005 dove il ritardo di due anni nel fornire al richiedente una macchina configurata per gli invalidi fu trovato essere compatibile con la Convenzione). È vero che nel 13 ottobre 2004 quando l’assegnazione di merce fu sostituita con una patrimoniale, la sentenza rimase non eseguita per un anno e due mesi che sono anche meno che nella causa di Ganenko. In particolari circostanze, la Corte non considera ciononostante, questo ritardo giustificato. A questo riguardo la Corte enfatizza che né il debitore né l’ufficiale giudiziario che erano o avrebbero dovuto essere consapevoli della mancanza di appartamenti disponibili fin dall’ inizio, fecero qualsiasi tentavo di predisporre delle disposizioni alternative per l’alloggio del richiedente o il risarcimento (vedere, mutatis mutandis, Shpakovskiy c. Russia, n. 41307/02, § 29, 7 luglio 2005, e Malinovskiy c. Russia, citata sopra, § 38). Fu il richiedente a chiedere la sostituzione dell’assegnazione in merce con una patrimoniale .
59. Inoltre, la Corte nota che ci vollero sette mesi supplementari per il Ministero della Difesa dell’Ucraina per trasferire la somma assegnata con la decisione del 13 ottobre 2004. Benché questo periodo non possa essere considerato eccessivo di per sé, avendo riguardo all’inattività esaminata nel paragrafo precedente e all’aumento drammatico addotto dei prezzo dei beni immobili, questo ritardo era ingiustificabile, diminuendo come fece le prospettive del richiedente di far eseguire la sentenza a suo favore.
60. La Corte indica che non riuscendo a prendere dei passi ragionevoli allo stadio iniziale dei procedimenti di esecuzione, le autorità nazionali protrassero l’esecuzione della sentenza più di quattro anni. La condotta diligente addotta del Consiglio della Città di Brovary non può giustificare di conseguenza l’intero periodo di non-esecuzione della sentenza del 6 giugno 2003.
61. La Corte reitera che ha già trovato violazioni dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione e dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 in cause riguardanti la prolungata non-esecuzione delle sentenze a favore dei richiedenti (vedere, fra molte altre autorità, Voytenko c. Ucraina, n. 18966/02, §§ 43 e 55, 29 giugno 2004). La Corte non trova nessuna base per scostarsi dalla sua giurisprudenza nella presente causa.
62. C’è stata di conseguenza una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 a riguardo della prolungata non-esecuzione della sentenza a favore del richiedente nella presente richiesta.
63. Avendo riguardo alla costatazione sopra, la Corte considera, che non è necessario esaminare se, in questa causa, c’è stata una violazione dell’ Articolo 8 (vedere, mutatis mutandis, Laino c. Italia [GC], n. 33158/96, § 25 ECHR 1999-I).
64. Infine, la Corte reitera che ha sostenuto in numerose occasioni che non esisteva nessuna via di ricorso sotto la legge ucraina contro la non-esecuzione di sentenze dei tribunali nazionali rese contro le autorità Statali (vedere, fra molte altre autorità, Voytenko c. Ucraina, citata sopra, § 48). Non trova nessuna base per scostarsi dalla sua giurisprudenza nella presente causa. C’è stata anche di conseguenza, violazione dell’ Articolo 13 della Convenzione nella presente richiesta.
II. ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE DELLA CONVENZIONE
65. Il richiedente si lamentò inoltre sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione della lunghezza di altri set dei suoi atti, per il rifiuto di accogliere la sua rivendicazione (terzo set di procedimenti) e mancanza di un’indagine penale effettiva delle sue azioni di reclamo (quarto set di procedimenti). Lui si appellò anche agli Articoli 3 e 17 della Convenzione.
66. Avendo considerato attentamente le osservazioni del richiedente alla luce di tutto il materiale in suo possesso, i la Corte costata che, in nella misura in cui le questioni di cui ci si lamenta sono all’interno della sua competenza, loro non rivelano qualsiasi comparizione di una violazione dei diritti e delle libertà esposte nella Convenzione.
67. Ne segue che questa parte della richiesta deve essere dichiarata inammissibile come manifestamente mal-fondato, facendo seguito all’ Articolo 35 §§ 3 e 4 della Convenzione.
III. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
68. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
69. Il richiedente chiese EUR 4,180,138 a riguardo del danno patrimoniale e lo stesso importo a riguardo del danno non-patrimoniale.
70. Il Governo contestò queste rivendicazioni come eccessive e non comprovate.
71. La Corte non discerne qualsiasi collegamento causale fra la violazione trovata ed il danno patrimoniale addotto; respinge perciò questa rivendicazione. D’altra parte assegna al richiedente, su una base equa EUR 1,200 a riguardo del danno non-patrimoniale.
B. Costi e spese
72. Il richiedente chiese anche EUR 15,439 per i costi e le spese incorsi di fronte ai tribunali nazionali ed EUR 968 per quelli incorsi di fronte alla Corte. In appoggio dei secondi lui offrì ricevute postali nell’importo totale di UAH 253.902.
73. Il Governo contestò queste rivendicazioni.
74. Secondo la giurisprudenza della Corte, ad un richiedente viene concesso il rimborso di costi e spese solamente nella misura in cui viene mostrato che questi sono stati davvero e necessariamente sostenuti e sono stati ragionevoli riguardo al quantum. Nella presente causa, avuto riguardo alle informazioni in suo possesso ed a criteri sopra, la Corte respinge la rivendicazione per costi e spese nei procedimenti nazionali e considera ragionevole assegnare la somma di EUR 23 per i procedimenti di fronte alla Corte.
C. Interesse di mora
75. La Corte lo considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a che dovrebbe essere aggiunto tre punti di percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara le azioni di reclamo sotto l’Articolo 6 § 1, 8 e 13 della Convenzione e l’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 riguardo alla lunghezza del secondo set di atti, inclusa la fase di esecuzione e la mancanza di via di ricorso in questo riguardo ammissibili ed il resto della richiesta inammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1;
3. Sostiene che non c’è nessun bisogno di esaminare l’azione di reclamo sotto l’Articolo 8 della Convenzione;
4. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 13 della Convenzione;
5. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente deve pagare al richiedente, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione EUR 1,200 (mille duecento euro) a riguardo del danno non-patrimoniale ed EUR 23 (venti tre euro) per costi e spese, da convertire nella valuta nazionale dello Stato rispondente al tasso applicabile in data dell’accordo, più qualsiasi tassa che può essere a carico del richiedente;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice interesse sarà pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
6. Respinge il resto della rivendicazione del richiedente per la soddisfazione equa.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 10 dicembre 2009, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Claudia Westerdiek Pari Lorenzen
Cancelliere Presidente
1 approssimativamente 35,416.20 euro (EUR) al tempo attinente.
2 di EUR 23.