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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF PANCHENKO v. UKRAINE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli:
Numero: 10911/05/2009
Stato: Ucraina
Data: 2009-12-10 00:00:00
Organo: Sezione Quinta
Testo Originale

QUINTA SEZIONE
CAUSA IVAN PANCHENKO C. UCRAINA
(Richiesta n. 10911/05)
SENTENZA
STRASBOURG
10 dicembre 2009
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Ivan Panchenko c. Ucraina,
La Corte europea dei Diritti umani (quinta Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Pari Lorenzen, Presidente, Renate Jaeger Karel Jungwiert, Rait Maruste Isabelle Berro-Lefèvre, Mirjana Lazarova Trajkovska giudici, Mykhaylo Buromenskiy giudice ad hoc,
e Claudia Westerdiek, Cancelliere di Sezione.
Avendo deliberato in privato il 17 novembre 2009,
Consegna la seguente s sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 10911/05) contro l’Ucraina depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino ucraino, il Sig. I. I. P. (“il richiedente”), l’ 8 febbraio 2005.
2. Il Governo ucraino (“il Governo”) fu rappresentato dal suo Agente, il Sig. Y. Zaytsev.
3. Il 22 settembre 2008 il Presidente della quinta Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29 § 3).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. Il richiedente nacque nel 1957 e vive a Brovary, Ucraina.
5. Il richiedente è un veterano disabile di guerra. Dal 1994 lui era su una lista speciale di persone a cui assegnare un appartamento da parte dello Stato su base prioritaria (vedere paragrafo 38 sotto).
1. Primo set di procedimenti
6. Nel maggio 1997 il richiedente avviò dei procedimenti presso la Corte della Città di Brovary (“la Corte della Città”) contro il Consiglio della Città di Brovary, richiedendo alla corte di ordinare che all’imputato venisse un appartamento su una base prioritaria.
7. Il 17 luglio 1997 la corte respinse la rivendicazione del richiedente.
8. Il richiedente fece appello e il 19 agosto 1997 la Corte Regionale di Kyiv (dal giugno 2001 la Corte d’appello Regionale di Kyiv) sostenne la sentenza della corte inferiore.
2. Secondo set di procedimenti
9. Nell’ agosto 2001 il richiedente avviò dei procedimenti presso la Corte della Città contro il Comitato Esecutivo della Città di Brovary, l’ Amministrazione Statale e Regionale di Kyiv ed il Ministero della Difesa dell’Ucraina, richiedendo alla corte di ordinare che agli imputati venisse offerto un appartamento su una base prioritaria cercando il risarcimento per danno non-patrimoniale.
10. Il 10 dicembre 2001 la corte respinse le rivendicazioni del richiedente.
11. Il 14 marzo 2002 la Corte d’appello Regionale di Kyiv (“la Corte d’appello”) annullò la sentenza della corte inferiore e rinviò la causa a questa per una nuova riconsiderazione.
12. Nel corso delle successive udienze di fronte alla Corte della Città il richiedente ritirò alcune delle sue rivendicazioni, richiedendo solamente infine alla corte di ordinare al Ministero della Difesa dell’Ucraina di fornirgli un appartamento su una base prioritaria.
13. Il 27 novembre 2002 la Corte della Città respinse la rivendicazione del richiedente. Il 27 dicembre 2002 la stessa corte rettificò certi errori materiali nella sua sentenza.
14. Il 6 giugno 2003 la Corte d’appello annullò la sentenza del 27 novembre 2002 e ne rese una nuova, ordinando al Ministero della Difesa dell’Ucraina di fornire al richiedente un appartamento entro tre mesi da quando la sentenza diviene definitiva. Apparentemente, non fu mai fatto ricorso contro questa sentenza.
15. Il 20 ottobre 2003 il Servizio dell’Ufficiale giudiziario Statale avviò procedimenti per eseguire questa sentenza.
16. Nel maggio 2004 il richiedente richiese alla Corte d’appello di cambiare i mezzi di esecuzione della sentenza del 6 giugno 2003. In particolare chiese la sostituzione dell’assegnazione in merce con un risarcimento valutario nell’importo di 225,332.40 hryvnia ucraini (UAH)1.
17. Il 27 maggio 2004 la corte respinse questa richiesta, indicando che la questione avrebbe dovuto essere esaminata dalla Corte della Città.
18. Il 13 ottobre 2004 la Corte della Città ammise in parte la richiesta del richiedente, ordinando al Ministero della Difesa dell’Ucraina di pagare al Consiglio della Città di Brovary la somma summenzionata per acquistare un appartamento per il richiedente.
19. Il 12 maggio 2005 questa somma fu trasferita al conto bancario del Consiglio della Città di Brovary.
20. Il 16 maggio 2005 il Servizio dell’Ufficiale giudiziario Statale terminò i procedimenti di esecuzione contro il Ministero della Difesa dell’Ucraina siccome la sentenza di 6 giugno 2003 come emendata dalla decisione del 13 ottobre 2004 era stata eseguita.
21. Il26 maggio 2005 il Consiglio della Città di Brovary Città autorizzò il Comitato Esecutivo di Brovary a programmare l’acquisto di un appartamento per il richiedente in ottemperanza con la sentenza del 6 giugno 2003 come corretta dalla decisione del 13 ottobre 2004.
22. Secondo il Governo, la somma assegnata il 13 ottobre 2004 era insufficiente per acquistare un appartamento per il richiedente sul mercato di seconda mano a causa dell’aumento drammatico dei prezzi dei beni immobili. Per questa ragione, avendo invitato denaro il 30 agosto2005 il Consiglio della Città di Brovary concluse un contratto con una società appropriata per la costruzione di un appartamento per il richiedente.
23. Entro il 2007 l’appartamento in questione era stato costruito, e il 14 agosto 2007 Comitato Esecutivo della Città di Brovary emise al richiedente una garanzia di alloggio (ордер на заселення житлово площі). In molte occasioni il richiedente fu invitato a prendere la garanzia ma inutilmente.
24. Il 3 luglio 2008 la Corte della Città trovò che il richiedente stava abusando dei suoi diritti (vale a dire, evadendo di concludere il contratto di affitto e, di conseguenza, pagando la parcella di affitto) e gli ordinò di prendere la garanzia dell’ alloggio e passare all’appartamento entro dieci giorni. A questo riguardo dei procedimenti di esecuzione furono avviati contro il richiedente ma la sentenza del 3 luglio 2008 non è stata ancora eseguito.
25. Nel novembre 2007 il richiedente avviò dei procedimenti presso la Corte della Città contro il Comitato Esecutivo della Città di Brovary, cercando di annullare la decisione dell’imputato del 14 agosto 2007 di emettergli la garanzia di alloggio. In particolare, lui si lamentò del fatto che lo spazio della superficie dell’appartamento a assegnato a lui era meno che quello garantito dal diritto nazionale e che l’appartamento era stato acquistato come risultato di movimento di contanti illegale. L’8 settembre 2008 la corte respinse le sue rivendicazioni come non comprovate. Non è chiaro se il richiedente fece appello contro quella decisione.
26. Secondo il richiedente, tuttavia la sentenza ancora non è stata eseguita. Lui non informò la Corte degli eventi esposti fuori nei paragrafi precedenti (23-25).
3. Terzo set di procedimenti
27. Nell’ ottobre 2005 il richiedente avviò procedimenti amministrativi presso la Corte della Città contro il Consiglio della Città Brovary, chiedendo l’ esecuzione della sentenza del 6 giugno 2003 come emendata dalla decisione del 13 ottobre 2004. In prospettiva dell’aumento dei prezzi dei beni immobili , il richiedente chiese anche una somma supplementare di soldi da pagare dall’imputato come risarcimento per danno patrimoniale come risultato dell’inattività addotta.
28. Il 28 ottobre 2005 la corte respinse la rivendicazione del richiedente a causa di difetti procedurali (in particolare, per insuccesso nel pagamento della parcella di corte).
29. Il 17 febbraio 2006 la Corte d’appello annullò questa decisione e rinviò la questione dell’ammissibilità della rivendicazione del richiedente alla Corte della Città per una nuova considerazione.
30. Il 24 novembre 2006 la Corte della Città respinse la rivendicazione del richiedente come non comprovata.
31. Il 26 febbraio 2007 la Corte d’appello sostenne quella sentenza.
32. Il 25 settembre 2008 la Corte amministrativa più Alta annullò le decisioni della corte inferiore e cessò i procedimenti, dopo aver trovato che la rivendicazione avrebbe dovuto essere esaminata sotto la procedura civile.
4. Quarto set di procedimenti
33. Il 31 ottobre 2006 il richiedente richiese all’Ufficio dell’ Accusatore Generale di avviare procedimenti penali contro il Consiglio della Città di Brovary, adducendo un’appropriazione indebita e un cattivo uso di finanziamenti budgetari.
34. Il 15 dicembre 2006 l’accusatore rifiutò di avviare procedimenti penali come richiesto. Il richiedente fece appello contro questa decisione alla Corte di Città.
35. Il 3 agosto 2007 la Corte della Città annullò la decisione in oggetto ed assegnò di nuovo la questione per un’ indagine supplementare. Successivamente l’accusatore si rifiutò di avviare i procedimenti in oggetto in molte occasioni ed il richiedente impugnò con successo quei rifiuti di fronte alla Corte della Città.
36. Apparentemente l’indagine è ancora pendente.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
A. Legislazione delle abitazioni
37. Sotto la sezione 61 del Codice delle abitazioni del 1983 Programma le abitazioni pubblicamente possedute saranno usate sulla base di un contratto di affitto concluso fra l’inquilino e l’autorità attinente.
38. L’ Atto Legale e Sociale per la Protezione dei Membri delle Forze Armate Militari (n. 2011-XII del 20 dicembre 1991, corretto al tempo attinente) espone che lo Stato offre ai membri delle Forze Armate militari, fra gli altri benefici, un’abitazione appropriata (sezione 12). A quei membri delle Forze Armate che sono andati in pensione a causa dei loro danni relativi e malattie relativi al loro servizio viene concessa un’abitazione su una base prioritaria ( sezione 12 § 4).
39. Sotto la sezione 6 § 1 dell’Atto di Privatizzazione del Fondo delle Abitazioni Statali (n. 2482-XII 19 giugno 1992, corretto al tempo attinente) l’abitazione occupata dai membri delle Forze Armate militari che godono di benefici sotto il sopra menzionato Atto Legale e Sociale per la Protezione dei Membri delle Forze Armate Militari sarà accordata esente da spese nella proprietà privata di questi membri delle Forze Armate militari.
40. L’Atto dei Veterani di Guerra ed e le loro Garanzie della Protezione Sociale (n. 3551-XII 22 ottobre 1993, corretto al tempo attinente) garantisce che i veterani di guerra invalidi saranno alloggiati entro due anni, al massimo, presentando una richiesta appropriata purché il loro alloggio esistente non si attenga con gli standard abitativi attinenti (la sezione 13 § 18).
41. L’Atto del Fondo dell’Abitazione Sociale e Statale (n. 3334-IV, valido dal 1 gennaio 2007) offre le stesse garanzie ai veterani di guerra (le sezioni 11 e 12). Sotto la sezione 3 § 5, comunque queste abitazioni sociali non sono soggette a privatizzazione.
B. Procedimenti di Esecuzione
42. Il diritto nazionale attinente è riassunto nella sentenza Romashov c. Ucraina (n. 67534/01, §§ 16-19 del 27 luglio 2004).
43. Sotto la sezione 33 dell’Atto dei Procedimenti d’Esecuzione all’ufficiale giudiziario e alle parti ai procedimenti di esecuzione (debitore e creditore) viene concesso di richiedere proprio motu alla corte attinente dir cambiare i mezzi di esecuzione di una decisione di corte se ci sono le circostanze che precludono la sua esecuzione coi mezzi specificati in quella decisione.
LA LEGGE
I. LUNGHEZZA DEL SECONDO SET DI PROCEDIMENTI ED ESECUZIONE DELLA SENTENZA A FAVORE DEL RICHIEDENTE
44. Il richiedente si lamentò sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione che la lunghezza del secondo set di procedimenti era stata eccessiva. Lui presentò inoltre che non eseguendo la sentenza del 6 giugno 2003 emendata dalla decisione del13 ottobre 2004, le autorità Statali avevano infranto i suoi diritti sotto Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. Il richiedente si lamentò sotto l’Articolo 13 della Convenzione che lui non aveva una via di ricorso effettiva a riguardo della non-esecuzione della sentenza sopra. Il richiedente si appellò anche all’ Articolo 8 della Convenzione riguardo al lungo esame della sua rivendicazione e dell’esecuzione della sentenza in oggetto. Le disposizioni sopra prevedono, nella parte attinente, come segue:
Articolo 6 § 1
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale…”

Articolo 8
“1. Ognuno ha diritto al rispetto della sua vita privata e famigliare, della sua casa e della sua corrispondenza.
2. Non ci sarà interferenza da parte un’autorità pubblica con l’esercizio di questo diritto eccetto nel caso fosse in conformità con la legge e necessaria in una società democratica negli interessi della sicurezza nazionale, della sicurezza pubblica o del benessere economico del paese, per la prevenzione del disturbo o del crimine, per la protezione della salute o della morale, o per la protezione dei diritti e delle libertà altrui.”
Articolo 13
“Chiunque i cui diritti e le libertà come riconosciuti [dalla] Convenzione sono violati avrà una via di ricorso effettiva di fronte ad un’autorità nazionale anche se la violazione fosse stata commessa da persone che agiscono in veste ufficiale.”
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale …”

A. Ammissibilità
45. Lo Stato sostenne che il richiedente non era più una vittima della violazione addotta siccome la sentenza del 6 giugno 2003 era già stata eseguita. Presentò anche che il richiedente aveva abusato del suo diritto di ricorso alla Corte evitando di prendere la garanzia dell’alloggio e non trasferendosi nell’appartamento costruito per lui. Non informando la Corte che l’appartamento era stato costruito per lui, il richiedente anche, secondo lui, agì in modo contrario ai suoi obblighi sotto l’Articolo 47 dell’Ordinamento di Corte e richiese alla Corte di dichiarare la richiesta inammissibile. Infine, dibatté che le azioni di reclamo sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 fossero incompatibili ratione personae siccome la sentenza del 6 giugno 2003, corretta dalla decisione del 13 ottobre 2004 non aveva conferito alcun diritto di proprietà al richiedente.
46. Il richiedente non fu d’accordo, asserendo che la sentenza in oggetto non era ancora stata eseguita.
47. Riguardo all’insuccesso del richiedente nell’ informare la Corte della costruzione dell’appartamento in questione e degli eventi relativi a questo (vedere paragrafi 23-24 sopra), la Corte nota che in molte occasioni ha dichiarato le richieste inammissibili perché i richiedenti non erano riusciti ad informarla degli importanti sviluppi nelle loro rispettive cause (vedere, fra altre, Keretchashvili c. Georgia (dec.), n. 5667/02, 2 maggio 2006 e, recentemente, Khvichia ed Altri c. Georgia (dec.), n. 26446/06, 23 giugno 2009). Comunque, la Corte distingue queste cause dalla presente siccome nelle cause precedenti i richiedenti non informarono la Corte del ricevimento di pagamenti attinenti alla loro causa sotto le assegnazioni valutarie mentre nella presente causa il richiedente non accettò l’appartamento assegnatogli sotto l’assegnazione in merce. Nella situazione dove il richiedente non accetta l’offerta come esecuzione della sentenza a suo favore (vedere le rivendicazioni del richiedente di fronte alla Corte della Città depositate nel novembre 2007 come esposte nel paragrafo 25 sopra), il suo insuccesso nell’ informare la Corte degli ulteriori sviluppi nella sua causa non corrispondeva, nella prospettiva della Corte, all’abuso di diritto di ricorso individuale. Di conseguenza, la Corte respinge l’eccezione del Governo.
48. La Corte nota inoltre che la sentenza del 6 giugno 2003 era stata eseguita formalmente entro il 16 maggio 2005 quando il Ministero della Difesa dell’Ucraina trasferì i soldi al Consiglio della Città di Brovary. Benché non ci sono stati procedimenti di esecuzione formali dopo quella data, la Corte considera che la sentenza rimase non eseguita fino al 14 agosto 2007, quando il Comitato Esecutivo della Città di Brovary emise al richiedente una garanzia di alloggio. Non spetta alla Corte, comunque speculare sul fatto se l’appartamento assegnato al richiedente si atteneva con la sentenza in questione, nonostante la posizione del richiedente secondo la quale ciò non era vero. In assenza della decisione della corte nazionale al contrario, ritiene, ai fini della presente causa che la sentenza è stata eseguita il 14 agosto 2007. Comunque, il fatto che la sentenza a favore del richiedente è stata eseguita non spoglia il richiedente del suo status di vittima in relazione al periodo durante il quale questa sentenza è rimasta non eseguita (vedere Romashov c. Ucraina, citata sopra, §§ 26-27). Di conseguenza respinge l’eccezione del Governo.
49. Riguardo all’ eccezione di compatibilità delle azioni di reclamo del richiedente sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 un’eccezione ratione personae che è difatti di naturai ratione materiae, la Corte reitera che l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 non garantisce il diritto ad acquisire delle proprietà (vedere Van der Mussele c. Belgio, 23 novembre 1983, § 48 Serie A n. 70, Kopecký c. Slovacchia [GC], n. 44912/98, § 35 ECHR 2004-IX). Un richiedente può addurre una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 solamente nella misura in cui le decisioni contestate si riferiscono alla sua “proprietà” all’interno del significato di questa disposizione. “La proprietà” può essere una “proprietà esistente” o dei beni, incluso le rivendicazioni a riguardo delle quali il richiedente può dibattere che lui ha almeno un’ “aspettativa legittima” di ottenere godimento effettivo di un diritto di proprietà (Kopecký, citata sopra, § 35). L’ “aspettativa legittima” deve essere di una natura più concreta di una mera speranza, e deve essere basata su una disposizione legale o un atto legale come una decisione giudiziale (l’ibid., § 49).
50. La Corte reitera inoltre che il diritto a qualsiasi beneficio sociale non è incluso come tale fra i diritti e le libertà garantiti dalla Convenzione (vedere, per esempio, Aunola c. Finlandia (dec.), n. 30517/96, 15 marzo 2001). Il diritto a vivere in una particolare proprietà non posseduta dal richiedente non costituisce come tale una “proprietà” all’interno del significato dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 (vedere H.F. c. Slovacchia (dec.), n. 54797/00, 9 dicembre 2003; Kovalenok c.a Lettonia (dec.), n. 54264/00, 15 febbraio 2001, e J.L.S. c. Spagna (dec.), n. 41917/98, 27 aprile 1999).
51. Nella presente causa la sentenza in questione non vincola le autorità ad accordare al richiedente la proprietà di un particolare appartamento, ma piuttosto di emettergli una garanzia di alloggio a riguardo di un qualsiasi appartamento che soddisfi il criterio stabilito nella legislazione nazionale. Così, avendo riguardo alla giurisprudenza nei paragrafi precedenti, il problema cruciale è se il richiedente aveva un’ “aspettativa legittima” di trovare l’appartamento contestato nella sua proprietà privata (vedere, mutatis mutandis, Malinovskiy c. Russia, n. 41302/02, § 44 ECHR 2005-VII (estratti)). Avendo riguardo alla legislazione nazionale attinente (vedere paragrafi 39 e 41 sopra) e che le parti non fecero commenti in questo senso, la Corte conclude, ai fini solo della presente causa, che almeno prima del 1 gennaio 2007 il richiedente aveva un’ “aspettativa legittima” di trovare l’appartamento in questione nella sua proprietà privata. Di conseguenza, respinge l’eccezione del Governo.
52. La Corte nota che queste azioni di reclamo non sono manifestamente mal-fondate all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non sono inammissibili per qualsiasi altro motivo. Devono essere dichiarate perciò ammissibili.
B. Meriti
53. Il Governo contestò che la lunghezza degli stadi giudiziali e di esecuzione della causa del richiedente non erano eccessivi. In particolare, affermò che la sentenza del 6 giugno 2003 non poteva essere eseguita siccome non c’era nessun appartamento disponibile in possesso del Ministero della Difesa dell’Ucraina a quel tempo. Successivamente, era il richiedente che aveva chiesto una somma insufficiente a sostituire l’assegnazione in merce e con la decisione del 13 ottobre 2004 aveva ristretto i mezzi del Consiglio della Città di Brovary per eseguire la sentenza in questione. Siccome i prezzi dei beni immobili erano aumentati, era impossibile per il Consiglio acquistare in anticipo un appartamento per il richiedente. Per questa ragione investì la somma assegnata nella costruzione dell’appartamento ma rimandò l’esecuzione della sentenza in questione. Siccome il Consiglio agì in buon fede e prese tutte le misure a lui disponibili, il ritardo nell’ esecuzione non poteva essere attribuito a lui. Il Governo concluse che non c’era stata nessuna violazione delle disposizioni invocate.
54. Il richiedente non fu d’accordo.
55. La Corte reitera che gli atti ed i procedimenti di esecuzione sono gli stadi uno e due nel corso totale dei procedimenti (vedere Scordino c. Italia (n. 1) [GC], n. 36813/97, § 197). Perciò, i procedimenti di esecuzione non dovrebbero essere dissociati dall’azione ed i procedimenti saranno esaminati nella loro interezza (vedere Estima Jorge c. Portogallo, 21 aprile 1998 § 35, Relazioni delle Sentenze e Decisioni 1998-II e Sika c. Slovacchia, n. 2132/02, §§ 24-27 del 13 giugno 2006).
56. La Corte nota che la considerazione della causa del richiedente da parte dei tribunali nazionali durò dall’ agosto 2001 al 6 giugno 2003, quando la Corte della Città si espresse a favore del richiedente. La lunghezza dei procedimenti nella fase giudiziale che coinvolge due livelli di giurisdizione è perciò un anno e nove mesi e non c’è periodo discernibile di inattività che può essere attribuito ai tribunali nazionali.
57. Comunque, la sentenza è rimasta non eseguita dal 6 giugno 2003 al 14 agosto 2007, cioè per quattro anni e due mesi.
58. La Corte ammette che l’esecuzione di una sentenza che incorpora una direttiva di natura non-patrimoniale può prendere più tempo che nel caso di un pagamento in denaro assegnato sotto una sentenza di corte (vedere Ganenko c. Ucraina (dec.), n. 27184/03, 11 gennaio 2005 dove il ritardo di due anni nel fornire al richiedente una macchina configurata per gli invalidi fu trovato essere compatibile con la Convenzione). È vero che nel 13 ottobre 2004 quando l’assegnazione di merce fu sostituita con una patrimoniale, la sentenza rimase non eseguita per un anno e due mesi che sono anche meno che nella causa di Ganenko. In particolari circostanze, la Corte non considera ciononostante, questo ritardo giustificato. A questo riguardo la Corte enfatizza che né il debitore né l’ufficiale giudiziario che erano o avrebbero dovuto essere consapevoli della mancanza di appartamenti disponibili fin dall’ inizio, fecero qualsiasi tentavo di predisporre delle disposizioni alternative per l’alloggio del richiedente o il risarcimento (vedere, mutatis mutandis, Shpakovskiy c. Russia, n. 41307/02, § 29, 7 luglio 2005, e Malinovskiy c. Russia, citata sopra, § 38). Fu il richiedente a chiedere la sostituzione dell’assegnazione in merce con una patrimoniale .
59. Inoltre, la Corte nota che ci vollero sette mesi supplementari per il Ministero della Difesa dell’Ucraina per trasferire la somma assegnata con la decisione del 13 ottobre 2004. Benché questo periodo non possa essere considerato eccessivo di per sé, avendo riguardo all’inattività esaminata nel paragrafo precedente e all’aumento drammatico addotto dei prezzo dei beni immobili, questo ritardo era ingiustificabile, diminuendo come fece le prospettive del richiedente di far eseguire la sentenza a suo favore.
60. La Corte indica che non riuscendo a prendere dei passi ragionevoli allo stadio iniziale dei procedimenti di esecuzione, le autorità nazionali protrassero l’esecuzione della sentenza più di quattro anni. La condotta diligente addotta del Consiglio della Città di Brovary non può giustificare di conseguenza l’intero periodo di non-esecuzione della sentenza del 6 giugno 2003.
61. La Corte reitera che ha già trovato violazioni dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione e dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 in cause riguardanti la prolungata non-esecuzione delle sentenze a favore dei richiedenti (vedere, fra molte altre autorità, Voytenko c. Ucraina, n. 18966/02, §§ 43 e 55, 29 giugno 2004). La Corte non trova nessuna base per scostarsi dalla sua giurisprudenza nella presente causa.
62. C’è stata di conseguenza una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 a riguardo della prolungata non-esecuzione della sentenza a favore del richiedente nella presente richiesta.
63. Avendo riguardo alla costatazione sopra, la Corte considera, che non è necessario esaminare se, in questa causa, c’è stata una violazione dell’ Articolo 8 (vedere, mutatis mutandis, Laino c. Italia [GC], n. 33158/96, § 25 ECHR 1999-I).
64. Infine, la Corte reitera che ha sostenuto in numerose occasioni che non esisteva nessuna via di ricorso sotto la legge ucraina contro la non-esecuzione di sentenze dei tribunali nazionali rese contro le autorità Statali (vedere, fra molte altre autorità, Voytenko c. Ucraina, citata sopra, § 48). Non trova nessuna base per scostarsi dalla sua giurisprudenza nella presente causa. C’è stata anche di conseguenza, violazione dell’ Articolo 13 della Convenzione nella presente richiesta.
II. ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE DELLA CONVENZIONE
65. Il richiedente si lamentò inoltre sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione della lunghezza di altri set dei suoi atti, per il rifiuto di accogliere la sua rivendicazione (terzo set di procedimenti) e mancanza di un’indagine penale effettiva delle sue azioni di reclamo (quarto set di procedimenti). Lui si appellò anche agli Articoli 3 e 17 della Convenzione.
66. Avendo considerato attentamente le osservazioni del richiedente alla luce di tutto il materiale in suo possesso, i la Corte costata che, in nella misura in cui le questioni di cui ci si lamenta sono all’interno della sua competenza, loro non rivelano qualsiasi comparizione di una violazione dei diritti e delle libertà esposte nella Convenzione.
67. Ne segue che questa parte della richiesta deve essere dichiarata inammissibile come manifestamente mal-fondato, facendo seguito all’ Articolo 35 §§ 3 e 4 della Convenzione.
III. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
68. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
69. Il richiedente chiese EUR 4,180,138 a riguardo del danno patrimoniale e lo stesso importo a riguardo del danno non-patrimoniale.
70. Il Governo contestò queste rivendicazioni come eccessive e non comprovate.
71. La Corte non discerne qualsiasi collegamento causale fra la violazione trovata ed il danno patrimoniale addotto; respinge perciò questa rivendicazione. D’altra parte assegna al richiedente, su una base equa EUR 1,200 a riguardo del danno non-patrimoniale.
B. Costi e spese
72. Il richiedente chiese anche EUR 15,439 per i costi e le spese incorsi di fronte ai tribunali nazionali ed EUR 968 per quelli incorsi di fronte alla Corte. In appoggio dei secondi lui offrì ricevute postali nell’importo totale di UAH 253.902.
73. Il Governo contestò queste rivendicazioni.
74. Secondo la giurisprudenza della Corte, ad un richiedente viene concesso il rimborso di costi e spese solamente nella misura in cui viene mostrato che questi sono stati davvero e necessariamente sostenuti e sono stati ragionevoli riguardo al quantum. Nella presente causa, avuto riguardo alle informazioni in suo possesso ed a criteri sopra, la Corte respinge la rivendicazione per costi e spese nei procedimenti nazionali e considera ragionevole assegnare la somma di EUR 23 per i procedimenti di fronte alla Corte.
C. Interesse di mora
75. La Corte lo considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a che dovrebbe essere aggiunto tre punti di percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara le azioni di reclamo sotto l’Articolo 6 § 1, 8 e 13 della Convenzione e l’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 riguardo alla lunghezza del secondo set di atti, inclusa la fase di esecuzione e la mancanza di via di ricorso in questo riguardo ammissibili ed il resto della richiesta inammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1;
3. Sostiene che non c’è nessun bisogno di esaminare l’azione di reclamo sotto l’Articolo 8 della Convenzione;
4. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 13 della Convenzione;
5. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente deve pagare al richiedente, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione EUR 1,200 (mille duecento euro) a riguardo del danno non-patrimoniale ed EUR 23 (venti tre euro) per costi e spese, da convertire nella valuta nazionale dello Stato rispondente al tasso applicabile in data dell’accordo, più qualsiasi tassa che può essere a carico del richiedente;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice interesse sarà pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
6. Respinge il resto della rivendicazione del richiedente per la soddisfazione equa.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 10 dicembre 2009, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Claudia Westerdiek Pari Lorenzen
Cancelliere Presidente
1 approssimativamente 35,416.20 euro (EUR) al tempo attinente.

2 di EUR 23.

Testo Tradotto

FIFTH SECTION
CASE OF IVAN PANCHENKO v. UKRAINE
(Application no. 10911/05)
JUDGMENT
STRASBOURG
10 December 2009
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Ivan Panchenko v. Ukraine,
The European Court of Human Rights (Fifth Section), sitting as a Chamber composed of:
Peer Lorenzen, President,
Renate Jaeger,
Karel Jungwiert,
Rait Maruste,
Isabelle Berro-Lefèvre,
Mirjana Lazarova Trajkovska, judges,
Mykhaylo Buromenskiy, ad hoc judge,
and Claudia Westerdiek, Section Registrar.
Having deliberated in private on 17 November 2009,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 10911/05) against Ukraine lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by a Ukrainian national, Mr I. I. P. (“the applicant”), on 8 February 2005.
2. The Ukrainian Government (“the Government”) were represented by their Agent, Mr Y. Zaytsev.
3. On 22 September 2008 the President of the Fifth Section decided to give notice of the application to the Government. It was also decided to examine the merits of the application at the same time as its admissibility (Article 29 § 3).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
4. The applicant was born in 1957 and lives in Brovary, Ukraine.
5. The applicant is a disabled war veteran. From 1994 he was on a special list of persons to be allocated an apartment by the State on priority basis (see paragraph 38 below).
1. First set of proceedings
6. In May 1997 the applicant instituted proceedings in the Brovary Town Court (“the Town Court”) against Brovary Town Council, requesting the court to order the defendant to provide him with an apartment on a priority basis.
7. On 17 July 1997 the court dismissed the applicant’s claim.
8. The applicant appealed and on 19 August 1997 the Kyiv Regional Court (since June 2001 the Kyiv Regional Court of Appeal) upheld the lower court’s judgment.
2. Second set of proceedings
9. In August 2001 the applicant instituted proceedings in the Town Court against the Brovary Town Executive Committee, the Kyiv Regional State Administration and the Ministry of Defence of Ukraine, requesting the court to order the defendants to provide him with a apartment on a priority basis and seeking compensation for non-pecuniary damage.
10. On 10 December 2001 the court dismissed the applicant’s claims.
11. On 14 March 2002 the Kyiv Regional Court of Appeal (“the Court of Appeal”) quashed the lower court’s judgment and remitted the case to it for fresh consideration.
12. In the course of subsequent hearings before the Town Court the applicant withdrew some of his claims, eventually requesting the court only to order the Ministry of Defence of Ukraine to provide him with an apartment on a priority basis.
13. On 27 November 2002 the Town Court dismissed the applicant’s claim. On 27 December 2002 the same court rectified certain clerical errors in its judgment.
14. On 6 June 2003 the Court of Appeal quashed the judgment of 27 November 2002 and rendered a new one, ordering the Ministry of Defence of Ukraine to provide the applicant with an apartment within three months of the judgment becoming final. Apparently, this judgment was not appealed against.
15. On 20 October 2003 the State Bailiff’s Service instituted proceedings to enforce this judgment.
16. In May 2004 the applicant requested the Court of Appeal to change the means of enforcement of the judgment of 6 June 2003. In particular he sought replacement of the in-kind award with monetary compensation to him in the amount of 225,332.40 Ukrainian hryvnias (UAH)1.
17. On 27 May 2004 the court rejected that request, indicating that the matter should be examined by the Town Court.
18. On 13 October 2004 the Town Court allowed the applicant’s request in part, ordering the Ministry of Defence of Ukraine to pay Brovary Town Council the above-mentioned sum in order to purchase an apartment for the applicant.
19. On 12 May 2005 this sum was transferred to the bank account of Brovary Town Council.
20. On 16 May 2005 the State Bailiff’s Service terminated the enforcement proceedings against the Ministry of Defence of Ukraine as the judgment of 6 June 2003 as amended by the decision of 13 October 2004 had been enforced.
21. On 26 May 2005 Brovary Town Council authorised the Brovary Town Executive Committee to arrange the purchase of an apartment for the applicant in compliance with the judgment of 6 June 2003 as amended by the decision of 13 October 2004.
22. According to the Government, the sum awarded on 13 October 2004 was insufficient to purchase an apartment for the applicant on the second-hand market due to the dramatic increase in real estate prices. For that reason, having invited tenders, on 30 August 2005 the Brovary Town Council concluded a contract with an appropriate company for the construction of an apartment for the applicant.
23. By 2007 the apartment at issue had been constructed, and on 14 August 2007 the Brovary Town Executive Committee issued the applicant with a housing warrant (ордер на заселення житлової площі). On several occasions the applicant was invited to take that warrant but to no avail.
24. On 3 July 2008 the Town Court found the applicant to be abusing his rights (namely, by evading concluding the tenancy contract and, accordingly, paying the tenancy fee) and ordered him to take the housing warrant and move into the apartment within ten days. In that regard enforcement proceedings were instituted against the applicant but the judgment of 3 July 2008 has not yet been enforced.
25. In November 2007 the applicant instituted proceedings in the Town Court against the Brovary Town Executive Committee, seeking to annul the defendant’s decision of 14 August 2007 to issue him with the housing warrant. In particular, he pleaded that the floor space of the apartment allocated to him was less than that guaranteed by the domestic law and that the apartment had been purchased as a result of an unlawful tender. On 8 September 2008 the court dismissed his claims as unsubstantiated. It is not clear whether the applicant appealed against that decision.
26. According to the applicant, though, the judgment has still not been enforced. He did not inform the Court about the events set out in the preceding paragraphs (23-25).
3. Third set of proceedings
27. In October 2005 the applicant instituted administrative proceedings in the Town Court against Brovary Town Council, seeking enforcement of the judgment of 6 June 2003 as amended by the decision of 13 October 2004. In view of the increase in real estate prices, the applicant also sought an additional sum of money to be paid by the defendant as compensation for pecuniary damage as a result of the alleged inactivity.
28. On 28 October 2005 the court dismissed the applicant’s claim on account of procedural shortcomings (in particular, for failure to pay the court fee).
29. On 17 February 2006 the Court of Appeal quashed that decision and remitted the matter of the admissibility of the applicant’s claim to the Town Court for fresh consideration.
30. On 24 November 2006 the Town Court dismissed the applicant’s claim as unsubstantiated.
31. On 26 February 2007 the Court of Appeal upheld that judgment.
32. On 25 September 2008 the Higher Administrative Court quashed the lower courts’ decisions and discontinued the proceedings, having found that the claim should be examined under the civil procedure.
4. Fourth set of proceedings
33. On 31 October 2006 the applicant requested the General Prosecutor’s Office to institute criminal proceedings against Brovary Town Council, alleging embezzlement and misuse of budgetary funds.
34. On 15 December 2006 the prosecutor refused to institute criminal proceedings as requested. The applicant appealed against that decision to the Town Court.
35. On 3 August 2007 the Town Court quashed the decision in question and referred the matter back for additional investigation. Subsequently the prosecutor refused to institute the proceedings in question on several occasions and the applicant successfully challenged those refusals before the Town Court.
36. Apparently the investigation is still pending.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
A. Housing legislation
37. Under section 61 of the 1983 Housing Code publicly owned dwellings shall be used on the basis of a tenancy contract concluded between the tenant and the relevant authority.
38. The Military Servicemen Legal and Social Protection Act (no. 2011-XII of 20 December 1991, as amended at the material time) sets forth that the State provides the military servicemen with, among other benefits, appropriate dwelling (section 12). Those servicemen who have retired due to their service-related injuries and diseases are entitled to housing on a priority basis (section 12 § 4).
39. Under section 6 § 1 of the State Housing Fund Privatisation Act (no. 2482-XII of 19 June 1992, as amended at the material time) the dwelling occupied by the military servicemen who enjoy benefits under the above Military Servicemen Legal and Social Protection Act shall be granted free of charge into private property of these military servicemen.
40. The Veterans of War and Their Social Protection Guarantees Act (no. 3551-XII of 22 October 1993, as amended at the material time) guarantees that disabled war veterans shall be housed within two years, at maximum, of submitting an appropriate application, provided that their existing accommodation does not comply with the relevant housing standards (section 13 § 18).
41. The State Social Housing Fund Act (no. 3334-IV, valid since 1 January 2007) provides the same guarantees to the veterans of war (sections 11 and 12). Under section 3 § 5, however, social dwellings are not subject to privatisation.
B. Enforcement proceedings
42. The relevant domestic law is summarised in the judgment of Romashov v. Ukraine (no. 67534/01, §§ 16-19, 27 July 2004).
43. Under section 33 of the Enforcement Proceedings Act the bailiff and the parties to the enforcement proceedings (debtor and creditor) are entitled to request proprio motu the relevant court to change the means of enforcement of a court decision if there are circumstances which preclude its enforcement by the means specified in that decision.
THE LAW
I. LENGTH OF THE SECOND SET OF PROCEEDINGS AND ENFORCEMENT OF THE JUDGMENT IN THE APPLICANT’S FAVOUR
44. The applicant complained under Article 6 § 1 of the Convention that the length of the second set of proceedings had been excessive. He further submitted that by not enforcing the judgment of 6 June 2003, as amended by the decision of 13 October 2004, the State authorities had infringed his rights under Article 1 of Protocol No. 1. The applicant complained under Article 13 of the Convention that he had no effective remedy in respect of the non-enforcement of the above judgment. The applicant also relied on Article 8 of the Convention with respect to the lengthy examination of his claim and the enforcement of the judgment in question. The above provisions provide, in so far as relevant, as follows:
Article 6 § 1
“In the determination of his civil rights and obligations … everyone is entitled to a fair and public hearing within a reasonable time by an independent and impartial tribunal established by law. …”
Article 8
“1. Everyone has the right to respect for his private and family life, his home and his correspondence.
2. There shall be no interference by a public authority with the exercise of this right except such as is in accordance with the law and is necessary in a democratic society in the interests of national security, public safety or the economic well-being of the country, for the prevention of disorder or crime, for the protection of health or morals, or for the protection of the rights and freedoms of others.”
Article 13
“Everyone whose rights and freedoms as set forth in [the] Convention are violated shall have an effective remedy before a national authority notwithstanding that the violation has been committed by persons acting in an official capacity.”
Article 1 of Protocol No. 1
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest …”
A. Admissibility
45. The Government pleaded that the applicant was no longer a victim of the alleged violation as the judgment of 6 June 2003 had been already enforced. They also submitted that the applicant had abused his right of petition to the Court by avoiding taking the housing warrant and not moving into the apartment constructed for him. By failing to inform the Court that the apartment had been constructed for him, the applicant also, in their view, acted contrary to his obligations under Rule 47 of the Rules of Court and requested the Court to declare the application inadmissible. Lastly, they argued that the complaints under Article 1 of Protocol No. 1 were incompatible ratione personae as the judgment of 6 June 2003, as amended by the decision of 13 October 2004, had not conferred any property right on the applicant.
46. The applicant disagreed, asserting that the judgment in question had still not been enforced.
47. As to the applicant’s failure to inform the Court about the construction of the apartment at issue and events relating to it (see paragraphs 23-24 above), the Court notes that on several occasions it has declared applications inadmissible because the applicants had failed to inform it about important developments in their respective cases (see, among others, Keretchashvili v. Georgia (dec.), no. 5667/02, 2 May 2006 and, recently, Khvichia and Others v. Georgia (dec.), no. 26446/06, 23 June 2009). However, the Court distinguishes these cases from the present one as in the former cases the applicants did not inform the Court about receipt of relevant payments due to them under the monetary awards whereas in the present case the applicant resisted accepting the apartment allocated to him under the in-kind award. In the situation where the applicant does not accept the offer as enforcement of the judgment in his favour (see the applicant’s claims before the Town Court lodged in November 2007 as set out paragraph 25 above), his failure to inform the Court about further developments in his case does not, in the Court’s view, amount to abuse of right of individual petition. Accordingly, the Court dismisses the Government’s objection.
48. The Court further notes that the judgment of 6 June 2003 had been formally enforced by 16 May 2005 when the Ministry of Defence of Ukraine transferred money to Brovary Town Council. Although there were no formal enforcement proceedings after that date, the Court considers that the judgment remained unenforced till 14 August 2007, when the Brovary Town Executive Committee issued the applicant with a housing warrant. It is not for the Court, however, to speculate on whether the apartment allocated to the applicant complied with the judgment at issue, despite the applicant’s position that it did not. In the absence of the domestic court’s decision to the contrary, it deems, for the purposes of the present case, that the judgment was enforced on 14 August 2007. However, the fact that the judgment in the applicant’s favour has been enforced does not deprive the applicant of his victim status in relation to the period during which that judgment remained unenforced (see Romashov v. Ukraine, cited above, §§ 26-27). Accordingly it dismisses the Government’s objection.
49. As to the objection compatibility of the applicant’s complaints under Article 1 of Protocol No. 1 ratione personae, which is in fact an objection of a ratione materiae nature, the Court reiterates that Article 1 of Protocol No. 1 does not guarantee the right to acquire property (see Van der Mussele v. Belgium, 23 November 1983, § 48, Series A no. 70, Kopecký v. Slovakia [GC], no. 44912/98, § 35, ECHR 2004-IX). An applicant can allege a violation of Article 1 of Protocol No. 1 only in so far as the impugned decisions related to his or her “possessions” within the meaning of this provision. “Possessions” can be either “existing possessions” or assets, including claims, in respect of which the applicant can argue that he or she has at least a “legitimate expectation” of obtaining effective enjoyment of a property right (Kopecký, cited above, § 35). A “legitimate expectation” must be of a nature more concrete than a mere hope, and must be based on a legal provision or a legal act such as a judicial decision (ibid., § 49).
50. The Court further reiterates that the right to any social benefit is not included as such among the rights and freedoms guaranteed by the Convention (see, for example, Aunola v. Finland (dec.), no. 30517/96, 15 March 2001). The right to live in a particular property not owned by the applicant does not as such constitute a “possession” within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1 (see H.F. v. Slovakia (dec.), no. 54797/00, 9 December 2003; Kovalenok v. Latvia (dec.), no. 54264/00, 15 February 2001, and J.L.S. v. Spain (dec.), no. 41917/98, 27 April 1999).
51. In the present case the judgment at issue did not require the authorities to grant the applicant ownership of a particular apartment, but rather to issue him with a housing warrant in respect of any apartment satisfying the criteria laid down in the domestic legislation. Thus, having regard the case-law in the preceding paragraphs, the crucial issue is whether the applicant had a “legitimate expectation” to get the disputed apartment into his private property (see, mutatis mutandis, Malinovskiy v. Russia, no. 41302/02, § 44, ECHR 2005-VII (extracts)). Having regard the relevant domestic legislation (see paragraphs 39 and 41 above) and that the parties did not comment in this vein, the Court concludes, for the purposes of the present case only, that at least before 1 January 2007 the applicant had a “legitimate expectation” to get the apartment at issue into his private property. Accordingly, it dismisses the Government’s objection.
52. The Court notes that these complaints are not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention. It further notes that they are not inadmissible on any other grounds. They must therefore be declared admissible.
B. Merits
53. The Government pleaded that the length of the judicial and enforcement stages of the applicant’s case was not excessive. In particular, they stated that the judgment of 6 June 2003 could not be enforced as there had been no available apartments owned by the Ministry of Defence of Ukraine at the time. Subsequently, it was the applicant who had claimed a sum insufficient to replace the in-kind award and by the decision of 13 October 2004 had restricted Brovary Town Council’s means to enforce the judgment at issue. As real estate prices had increased, it was impossible for the Council to purchase an apartment for the applicant in advance. For that reason it invested the sum awarded in the construction of the apartment but it delayed the enforcement of the judgment at issue. As the Council acted in good faith and took all measures available to it, the delay in enforcement could not be attributed to it. The Government concluded that there had been no violation of the invoked provisions.
54. The applicant disagreed.
55. The Court reiterates that the court proceedings and the enforcement proceedings are stages one and two in the total course of proceedings (see Scordino v. Italy (no. 1) [GC], no. 36813/97, § 197). Therefore, the enforcement proceedings should not be dissociated from the action and the proceedings are to be examined in their entirety (see Estima Jorge v. Portugal, 21 April 1998, § 35, Reports of Judgments and Decisions 1998-II, and Sika v. Slovakia, no. 2132/02, §§ 24-27, 13 June 2006).
56. The Court notes that the consideration of the applicant’s case by the domestic courts lasted from August 2001 to 6 June 2003, when the Town Court found in the applicant’s favour. The length of proceedings in the judicial phase involving two levels of jurisdiction is therefore one year and nine months and there is no discernible period of inactivity which can be attributed to the domestic courts.
57. However, the judgment of 6 June 2003 remained unenforced till 14 August 2007, that is for four years and two months.
58. The Court admits that the enforcement of a judgment incorporating a ruling of a non-pecuniary nature may take more time than is the case for payment of money awarded under a court judgment (see Ganenko v. Ukraine (dec.), no. 27184/03, 11 January 2005, where the two-year delay in providing the applicant with a car designed for disabled persons was found to be compatible with the Convention). It is true that by 13 October 2004 when the in-kind award was replaced by a pecuniary one, the judgment had remained unenforced for one year and two months, which is even less than in the Ganenko case. Nevertheless, in the particular circumstances, the Court does not consider this delay justified. In this regard the Court emphasises that neither the debtor nor the bailiff, who were or ought to have been aware of the lack of available apartments from the very beginning, made any attempts to make alternative arrangements for the applicant’s accommodation or compensation (see, mutatis mutandis, Shpakovskiy v. Russia, no. 41307/02, § 29, 7 July 2005, and Malinovskiy v. Russia, cited above, § 38). It was the applicant who sought replacement of the in-kind award with the pecuniary one.
59. Furthermore, the Court notes that it took an additional seven months for the Ministry of Defence of Ukraine to transfer the sum awarded by the decision of 13 October 2004. Although this period cannot be considered excessive per se, having regard to the inactivity examined in the preceding paragraph and the alleged dramatic increase in real estate prices, this delay was inexcusable, diminishing as it did the applicant’s prospects to have the judgment in his favour enforced.
60. The Court points out that by failing to take reasonable steps at the initial stage of the enforcement proceedings, the domestic authorities protracted enforcement of the judgment over four years. The alleged diligent conduct of Brovary Town Council cannot accordingly justify the whole period of non-enforcement of the judgment of 6 June 2003.
61. The Court reiterates that it has already found violations of Article 6 § 1 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1 in cases concerning lengthy non-enforcement of judgments in the applicants’ favour (see, among many other authorities, Voytenko v. Ukraine, no. 18966/02, §§ 43 and 55, 29 June 2004). The Court finds no ground to depart from its case-law in the present case.
62. There has accordingly been a violation of Article 6 § 1 of the Convention and of Article 1 of Protocol No. 1 in respect of the lengthy non-enforcement of the judgment in the applicant’s favour in the present application.
63. Having regard to the above finding, the Court considers that it is not necessary to examine whether, in this case, there has been a violation of Article 8 (see, mutatis mutandis, Laino v. Italy [GC], no. 33158/96, § 25, ECHR 1999-I).
64. Lastly, the Court reiterates that it has held on numerous occasions that no remedy existed under Ukrainian law against non-enforcement of domestic court judgments given against State authorities (see, among many other authorities, Voytenko v. Ukraine, cited above, § 48). It finds no ground to depart from its case-law in the present case. Accordingly, there has been violation of Article 13 of the Convention in the present application as well.
II. OTHER ALLEGED VIOLATIONS OF THE CONVENTION
65. The applicant further complained under Article 6 § 1 of the Convention about the length of other sets of his court proceedings, refusal to entertain his claim (third set of proceedings) and lack of an effective criminal investigation of his complaints (fourth set of proceedings). He also relied on Articles 3 and 17 of the Convention.
66. Having carefully considered the applicant’s submissions in the light of all the material in its possession, the Court finds that, in so far as the matters complained of are within its competence, they do not disclose any appearance of a violation of the rights and freedoms set out in the Convention.
67. It follows that this part of the application must be declared inadmissible as being manifestly ill-founded, pursuant to Article 35 §§ 3 and 4 of the Convention.
III. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
68. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
A. Damage
69. The applicant claimed EUR 4,180,138 in respect of pecuniary damage and the same amount in respect of non-pecuniary damage.
70. The Government contested these claims as excessive and unsubstantiated.
71. The Court does not discern any causal link between the violation found and the pecuniary damage alleged; it therefore rejects this claim. On the other hand, it awards the applicant, on an equitable basis, EUR 1,200 in respect of non-pecuniary damage.
B. Costs and expenses
72. The applicant also claimed EUR 15,439 for the costs and expenses incurred before the domestic courts and EUR 968 for those incurred before the Court. In support of the latter he provided postal vouchers to the total amount of UAH 253.902.
73. The Government contested these claims.
74. According to the Court’s case-law, an applicant is entitled to the reimbursement of costs and expenses only in so far as it has been shown that these have been actually and necessarily incurred and are reasonable as to quantum. In the present case, regard being had to the information in its possession and the above criteria, the Court rejects the claim for costs and expenses in the domestic proceedings and considers it reasonable to award the sum of EUR 23 for the proceedings before the Court.
C. Default interest
75. The Court considers it appropriate that the default interest should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Declares the complaints under Article 6 § 1, 8 and 13 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1 concerning the length of the second set of court proceedings, including the enforcement phase, and lack of remedies in that respect admissible and the remainder of the application inadmissible;
2. Holds that there has been a violation of Article 6 § 1 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1;
3. Holds that there is no need to examine the complaint under Article 8 of the Convention;
4. Holds that there has been a violation of Article 13 of the Convention;
5. Holds
(a) that the respondent State is to pay the applicant, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 § 2 of the Convention, EUR 1,200 (one thousand two hundred euros) in respect of non-pecuniary damage and EUR 23 (twenty three euros) for costs and expenses, to be converted into the national currency of the respondent State at the rate applicable at the date of settlement, plus any tax that may be chargeable to the applicant;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amounts at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;
6. Dismisses the remainder of the applicant’s claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 10 December 2009, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Claudia Westerdiek Peer Lorenzen
Registrar President
1 About 35,416.20 euros (EUR) at the material time.

2 About EUR 23.

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