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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF OOO SK STROYKOMPLEKS AND OTHERS v. RUSSIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: P1-1
Numero: 7896/15 et 48168/17
Stato: Russia
Data: 2019-12-17 00:00:00
Organo: Sezione Terza
Testo Originale

TERZA PARTE

CASO DI OOO SK STROYKOMPLEKS E ALTRI V. RUSSIA

(Applicazioni n. 7896/15 e 48168/17)

Art. 1 P1 – Regolamentazione dell’uso dei beni – Ritenzione illecita dei beni delle societ? richiedenti sequestrati nel procedimento penale a carico del loro azionista di maggioranza, senza mai essere qualificati come prova materiale – Nessuna giustificazione per la sproporzionata ritenzione dei sequestri della quasi totalit? dei beni delle societ? non coinvolte nel procedimento penale a carico dell’azionista di maggioranza

STRASBURGO

17 dicembre 2019

Tale sentenza diventa definitiva alle condizioni previste dall’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetto a modifiche editoriali.

Nel caso di OOO SK Stroykompleks e altri contro la Russia,

La Corte europea dei diritti dell’uomo (Terza Sezione), che si riunisce in una sezione composta da :

Paul Lemmens, Presidente,

Georgios A. Serghides,

Paulo Pinto de Albuquerque,

Helen Keller,

Dmitry Dedov,

Mar?a El?segui,

Erik Wennerstr?m, giudici,

e Stephen Phillips, impiegato della sezione,

Dopo la deliberazione nelle camere del consiglio del 26 novembre 2019,
Emette la seguente sentenza, adottata in tale data:

PROCEDURA

1. Il caso ha avuto origine da due domande (n. 7896/15 e 48168/17) contro la Federazione Russa. I ricorrenti (cfr. elenco in appendice) hanno presentato istanza al Tribunale rispettivamente il 31 gennaio 2015 e il 1? luglio 2017 ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Le ricorrenti erano rappresentate dalla sig.ra Visentin, avvocato di Lainate (Italia). Il Governo russo (“il Governo”) era rappresentato da M. Galperin, Rappresentante della Federazione Russa presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
3. I ricorrenti hanno sostenuto in particolare che il sequestro prolungato dei loro beni, la detenzione prolungata da parte delle autorit? di alcuni oggetti e la mancanza di qualsiasi rimedio efficace per opporsi a tali misure hanno violato i loro diritti ai sensi dell’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione e degli articoli 6 ? 1 e 13 della Convenzione.
4. Il 25 maggio 2018 sono stati comunicati al Governo i reclami relativi al diritto al rispetto della propriet?, al diritto all’esecuzione delle decisioni giudiziarie entro un termine ragionevole e al diritto a un ricorso effettivo e le domande sono state dichiarate irricevibili per il resto, ai sensi dell’articolo 54 ? 3 del Regolamento del Tribunale.
IN FATTO
1.LE CIRCOSTANZE DEL CASO
A. La genesi del caso
5. La prima richiedente nella domanda n. 48168/17, la sig.ra Shapiro, ? l’azionista unico o di maggioranza delle 19 societ? richiedenti – societ? a responsabilit? limitata (si vedano le informazioni relative a tutti i richiedenti nell’allegato).
6. Nel maggio 2006 sono stati avviati diversi procedimenti penali contro diverse persone per truffa aggravata, appropriazione indebita aggravata e abuso d’autorit? aggravato, commessi in assemblea nella Regione Autonoma di Iamalo-Nenets.
7. In una data non specificata nel file, la signora Shapiro ha lasciato la Russia e si ? trasferita in Israele. Il 27 aprile 2007 ? stata incriminata in contumacia per truffa aggravata, appropriazione indebita aggravata e complicit? nella commissione di appropriazione indebita aggravata e abuso d’ufficio per un importo complessivo di quasi 125 milioni di rubli (Rubli).
8. Nel corso dell’inchiesta sono stati effettuati diversi provvedimenti investigativi, tra cui perquisizioni e sequestri di documenti e oggetti nei locali delle societ? richiedenti OOO SK Stroykompleks e OOOO Signal (domanda n. 7896/15) e sequestri di beni appartenenti a tutti i richiedenti (domanda n. 48168/17).
9. L’indagine penale contro la sig.ra Shapiro ? attualmente sospesa a causa della fuga della sig.ra Shapiro e di altre persone accusate.
B.I fatti relativi alla denuncia n. 7896/15 presentata dalle societ? OOO SK Stroykompleks e OOOO Signal
1.Perquisizioni e sequestri dei beni delle societ? richiedenti
10. Il 12 e 16 maggio 2006 sono state effettuate perquisizioni nei locali delle societ? richiedenti. Sono stati sequestrati diversi oggetti (??????), tra cui documenti, mainframe di computer e altri supporti elettronici.
11.Con decisioni del 30 maggio e del 14 luglio 2006, il Tribunale della citt? di Salekhard (Regione autonoma di Iamalo-Nenets) (“il Tribunale di Salekhard”) ha respinto i ricorsi delle societ? ricorrenti contro le perquisizioni e i sequestri dei suddetti oggetti e documenti.
12. Il 4 luglio 2006 l’investigatore penale ha esaminato (????????) le CPU sequestrate, ma non ha preso alcuna decisione in merito al loro status e non le ha dichiarate prove incriminanti.

2.Tentativi di restituzione dei beni sequestrati
13. Il 6 novembre 2012 le societ? richiedenti hanno chiesto all’investigatore, tra l’altro, di restituire loro le CPU in questione. In risposta, l’investigatore si ? offerto di copiare le informazioni memorizzate su queste CPU. Di fronte al rifiuto implicito dell’inquirente di restituire i propri beni, i ricorrenti hanno proposto un’azione ai sensi dell’articolo 125 del Codice di procedura penale (CPP) (commi 59-61).
14. Il 21 marzo 2014 il tribunale di Salekhard ha accolto il ricorso presentato dalle societ? ricorrenti. Essa ha ritenuto che tutti gli oggetti sequestrati fossero stati dichiarati come prove nel procedimento penale. Facendo riferimento all’articolo 82, paragrafo 2, comma 5, lettera b), del TBC (successivo paragrafo 51), il TBC ha ritenuto che non vi fosse alcun motivo per la conservazione prolungata dei supporti elettronici e degli originali di alcuni documenti da parte delle autorit? inquirenti e che non vi fossero ostacoli alla loro restituzione. Il Tribunale ha ritenuto che il trattenimento fosse eccessivo e ingiustificato, che l’assenza di una decisione dell’investigatore in risposta alla richiesta dei ricorrenti del 6 novembre 2012 fosse illegittima e ha ordinato all’investigatore di porre rimedio alle violazioni del CPP riscontrate in questo caso (????????? ??????????? ?????????).
15. Il 2 giugno 2014 il tribunale di Iamalo-Nenets ha modificato la decisione in appello del 21 marzo 2014. Ha rilevato che, contrariamente alla sentenza del tribunale di Salekhard, i mezzi di comunicazione elettronici e alcuni documenti sequestrati non sono mai stati qualificati come prove nel procedimento penale. Non ? stata emessa alcuna decisione formale sulla richiesta di restituzione delle CPU.
16. In data 1? agosto 2014, un giudice unico del Tribunale di Iamalo-Nenets ha rifiutato di presentare il ricorso in cassazione delle societ? ricorrenti al Presidio dello stesso tribunale per la valutazione. Egli ha osservato che le parti interessate potevano fare copie dei documenti che ritenevano necessari.
17. In mancanza della restituzione delle unit? centrali e di alcuni documenti, le societ? ricorrenti hanno presentato un nuovo ricorso dinanzi ai giudici ai sensi dell’articolo 125 del TBC.
18. Con decisione del 29 ottobre 2014, il tribunale di Salekhard ha ritenuto che l’investigatore non avesse preso una decisione sulla sorte degli oggetti non qualificati come prove nel caso penale e ha stabilito che tale omissione era illegale e ingiustificata (?????????? ? ???????????????). Lo stesso giorno ha emesso un ordine speciale (??????? ?????????????) che richiama l’attenzione della commissione d’inchiesta sulle violazioni del diritto processuale in relazione alla mancata esecuzione da parte dell’investigatore delle decisioni giudiziarie emesse ai sensi dell’articolo 125 del TBC (cfr. dettagli al paragrafo 32 in appresso).
19. Sembra che, alla data della presentazione delle parti nel 2019, le autorit? di perseguimento penale non abbiano preso alcuna decisione formale sulla sorte delle unit? centrali in questione.
C.I fatti relativi all’istanza n. 48168/17 presentata dalla sig.ra Shapiro e da 19 societ?
1.Pignoramenti dei beni dei Ricorrenti ordinati nel 2007 e nel 2010
20. In una data non specificata nel fascicolo, l’investigatore ha chiesto al tribunale di Salekhard di autorizzare il sequestro di tutti i beni immobili, veicoli e beni bancari noti ai richiedenti.
21. Con ordinanza del 2 maggio 2007, il tribunale distrettuale di Salekhard ha autorizzato il sequestro richiesto. Ha rilevato che la sig.ra Shapiro era l’unico azionista delle 19 societ? e quindi la considerava l’unica proprietaria dei beni che si presumeva fossero stati acquisiti attraverso attivit? criminali. L’ordinanza non specificava quali restrizioni al diritto di propriet? derivassero dal sequestro.
22. Il 23 agosto 2007 il tribunale di Iamalo-Nenets ha confermato l’ordinanza in cassazione. Essa ha approvato le conclusioni del tribunale e ha aggiunto che il provvedimento di sequestro conservativo non ha di per s? impedito un successivo rilascio del sequestro conservativo, ai sensi dell’articolo 115, paragrafo 9, del TBC (paragrafo 54).
23. Con cinque ordinanze del 30 marzo, 12 aprile e 29 aprile 2010, il tribunale distrettuale di Basmanny (citt? di Mosca) ha disposto il pignoramento dei beni bancari esistenti e futuri delle societ? OOO Rosa, OOO Spetsavtomatika, OOO Plyus-S, OOO Sever, OOO Stroitel-3, OOO Stil-S, OOO SK Stroykompleks, OOO Laska-S, OOO Saturn-S, OOO Alfa-S, OOO Plyus e OOO Stroymontazhproyekt. Il sequestro consisteva nel divieto di alienare i beni.
24. Il tribunale ha tenuto conto dell’argomentazione dell’investigatore secondo cui le societ? ricorrenti, guidate dalla sig.ra Shapiro, continuavano a svolgere attivit? commerciali di affitto dei locali sequestrati e di riscossione dei canoni di locazione.
Il 9 e 11 agosto 2010 il tribunale della citt? di Mosca ha respinto in cassazione i ricorsi contro le ordinanze di sequestro dei beni bancari.
2.Tentativi di ottenere il rilascio dei beni sequestrati
(a) Richieste di rilascio e ricorsi in base all’articolo 125 del CPP presentate dalle societ? richiedenti
25. Il 17 dicembre 2012 le societ? richiedenti hanno chiesto all’investigatore di revocare il sequestro dei loro beni, ai sensi dell’articolo 115 ? 9 del CPP.
26. Con due decisioni del 19 dicembre 2012, l’investigatore ha respinto la richiesta. Le ragioni del rifiuto sono state le seguenti: i sequestri avevano lo scopo di garantire l’esecuzione di una futura confisca dei beni della sig.ra Shapiro come sanzione penale; il CPP non prevedeva un limite di tempo per un sequestro e poteva essere mantenuto anche se l’indagine veniva sospesa; la durata dell’indagine penale e la sua sospensione sono state una diretta conseguenza della fuga della sig.ra Shapiro; il CPP non ha imposto una limitazione del valore dei beni pignorabili o una perizia sul valore di tali beni; i beni pignorati hanno subito un deprezzamento indipendentemente dal fatto del loro pignoramento, semplicemente a causa del passare del tempo.
27. Le societ? ricorrenti hanno impugnato tali decisioni mediante ricorso ai sensi dell’art. 125 del CPP. Il 23 aprile 2014 il tribunale di Salekhard, facendo riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale del 31 gennaio 2011 (paragrafo 55), ha accolto il ricorso. Il tribunale ha rilevato che in questo caso non ? stata intentata alcuna azione civile e che la pena della confisca ? stata introdotta nel codice penale solo nel 2006, mentre i reati di cui ? stata accusata la sig.ra Shapiro sono stati commessi tra il 2002 e il 2004. Egli ha ritenuto che il sequestro di tutti i beni non fosse proporzionato al presunto danno. Essa ha concluso che non vi erano pi? motivi per mantenere questa misura (???????????? ????????? ??? ?????????? ????? ????). Ha dichiarato che le decisioni dell’investigatore erano illegittime e ingiustificate e gli ha ordinato di porre rimedio alle violazioni del CPP riscontrate in questo caso.
28. Il 30 giugno 2014 il tribunale di Iamalo-Nenets ha respinto il ricorso del pubblico ministero contro la decisione del tribunale di Salekhard. Essa concordava con le conclusioni del tribunale e aggiungeva che il mandato di arresto emesso per la sig.ra Shapiro non poteva giustificare la prosecuzione del sequestro per un lungo periodo di tempo, soprattutto perch? i beni delle societ? ricorrenti non appartenevano alla sig.ra Shapiro.
29. Il 14 luglio 2014, l’investigatore ha riesaminato le richieste di rilascio dei richiedenti e ha emesso una nuova decisione con la quale ha rifiutato il rilascio delle sole societ? OOO Rosa, OOOO Signal, OOO Soyuz, OOO Spetsavtomatika e OOO Spetsservis, per gli stessi motivi sopra esposti.
30. In una data non specificata nel fascicolo, tutte le societ? richiedenti hanno presentato un nuovo ricorso ai sensi dell’articolo 125 del TBC. In tale ricorso, essi hanno lamentato la persistente inosservanza da parte dell’inquirente delle decisioni giudiziarie del 21 marzo 2014 (punto 14) e del 23 aprile 2014 (punto 27).
31. Con decisione del 29 ottobre 2014, il tribunale di Salekhard ha parzialmente accolto il ricorso, ritenendo all’inizio che “se una decisione del tribunale ai sensi dell’articolo 125 del TBC rimane inapplicata dalle autorit? inquirenti, l’attore pu? presentare ricorso contro tale inadempienza”. Egli ha ritenuto che l’investigatore non avesse adempiuto all’obbligo di eseguire la decisione del 23 aprile 2014, nella quale si concludeva chiaramente che non vi erano motivi per continuare i sequestri e che il riesame di tale sentenza da parte dell’investigatore era inammissibile. Il tribunale di Salekhard ha inoltre osservato che nella decisione del 14 luglio 2014 (paragrafo 29), l’investigatore non aveva preso alcuna decisione sulle rivendicazioni delle altre 14 societ?.
Ha ordinato all’investigatore di rimediare a tutte queste carenze.
32. Lo stesso giorno, il tribunale di Salekhard ha emesso un’ordinanza speciale (??????? ?????????????) all’attenzione della commissione d’inchiesta. In tale ordinanza, ha rilevato che l’inquirente ha ignorato l’obbligo impostogli dal tribunale di porre rimedio alle carenze riscontrate, che era inammissibile, e che l’inquirente non ha ancora attuato le decisioni del tribunale del 21 marzo e del 23 aprile 2014.
33. Il 22 gennaio 2015, l’investigatore ha nuovamente respinto la richiesta delle societ? richiedenti di sbloccare i sequestri, per le stesse ragioni sopra indicate. Egli riteneva che il rilascio dei sequestri avrebbe inevitabilmente portato alla scomparsa dei beni.
34. Con decisioni del 9 e 12 febbraio 2017, l’investigatore ha respinto, sempre per gli stessi motivi, due ulteriori richieste di OOO Stroymontazhproekt di revocare il sequestro dei suoi beni.
35. Con due lettere indirizzate alle societ? richiedenti il 25 giugno e il 7 agosto 2018, l’investigatore le ha informate che il sequestro dei loro beni non era stato revocato “per mancanza di motivi giuridici” (????? ????????????? ?????????? ?????????? ????????? ?????????).
b) Richieste di rilascio e ricorsi ai sensi dell’articolo 125 del TBC da parte della sig.ra Shapiro
36. Il 17 ottobre 2012, la signora Shapiro ha chiesto all’investigatore di revocare il sequestro dei suoi beni. Con decisione del 19 ottobre 2012, l’inquirente ha respinto la sua richiesta per motivi analoghi a quelli indicati nelle decisioni del 19 dicembre 2012 (cfr. paragrafo 26). La sig.ra Shapiro ha impugnato tale decisione mediante ricorso ai sensi dell’art. 125 del TBC.
37. Il 14 febbraio 2014 il tribunale distrettuale di Salekhard ha accolto il suo ricorso. Ha rilevato che i reati attribuiti alla sig.ra Shapiro non erano punibili, al momento della loro commissione, con la confisca come sanzione penale, che non era stata intentata alcuna azione civile e che il valore totale dei beni sequestrati superava pi? volte l’importo del presunto danno. Il tribunale ha concluso che la continuazione del sequestro non era pi? rilevante (??????? ???? ????????????) e che poneva un onere eccessivo sul denunciante (?????????????? ?????) non collegato alle reali esigenze dell’indagine. Di conseguenza, il tribunale di Salekhard ha stabilito che la decisione dell’investigatore era illegale e ingiustificata e gli ha ordinato di rimediare alle carenze riscontrate.
38. Il 17 aprile 2014 il tribunale di Iamalo-Nenets ha respinto il ricorso del pubblico ministero contro questa decisione. Essa ha sottolineato che l’assenza di un termine per il sequestro dei beni del convenuto nel CPP non permetteva che tale sequestro continuasse a tempo indeterminato.
39. Il 14 luglio 2014, l’investigatore ha rifiutato nuovamente di revocare il sequestro dei beni della signora Shapiro per le stesse ragioni sopra esposte. L’investigatore ha aggiunto che i reati per i quali ? stata accusata la signora Shapiro erano punibili con una multa. La signora Shapiro ha presentato nuovamente appello contro questa decisione.
40. Il 27 ottobre 2014 il Tribunale di Salekhard ha accolto il ricorso e ha dichiarato la decisione dell’inquirente illegittima e ingiustificata. Essa ha constatato che era stata intentata un’azione civile per un importo di quasi 4 milioni di rubli, di gran lunga inferiore al valore dei beni sequestrati, e ha ritenuto che la continuazione del sequestro avesse perso la sua rilevanza.
41. Con decisioni del 31 dicembre 2014 e del 27 agosto 2016, l’investigatore ha respinto, sempre per gli stessi motivi, due ulteriori richieste della sig.ra Shapiro per la revoca del sequestro dei suoi beni.
(c) il ricorso della sig.ra Shapiro ai sensi dell’articolo 115.1 del TBC
42. In una data non specificata nel fascicolo, la sig.ra Shapiro ha chiesto al tribunale di Salekhard, ai sensi degli artt. 115, n. 9, e 115, n. 1, del CPP (punti 54 e 58), la revoca dei sequestri dei suoi beni e di quelli delle societ? ricorrenti o la fissazione di un termine da fissare per tali sequestri.
43. Con decisione del 31 marzo 2016, il Tribunale ha respinto il ricorso senza esame in quanto solo l’investigatore, in quanto “autorit? incaricata del caso”, era competente a pronunciarsi in merito.
44. Il 30 maggio 2016 il tribunale di Iamalo-Nenets ha confermato questa decisione in appello. Ha aggiunto che il tribunale poteva ordinare il rilascio di un sequestro conservativo ai sensi dell’articolo 115.1 del TBC solo quando stava esaminando una richiesta dell’investigatore di estendere il termine per tale sequestro, e che il richiedente poteva presentare una nuova richiesta di rilascio all’investigatore e impugnare la decisione di rifiuto in tribunale, se necessario.
45. La sig.ra Shapiro ha presentato ricorso in cassazione, affermando, tra l’altro, che, in assenza di una richiesta dell’investigatore al tribunale di fissare un termine per i sequestri, aveva dovuto portare la questione direttamente davanti al tribunale. Il 24 agosto 2016, un giudice unico del tribunale di Iamalo-Nenets ha rifiutato di trasmettere l’appello per la cassazione al presidio dello stesso tribunale. Egli concordava con le conclusioni del Tribunale di Salekhard e del Tribunale di Iamalo-Nenets e aggiungeva che l’articolo 115.1 del CPP si applicava solo alle richieste di terzi in procedimenti penali, cosa che non era il caso della sig.ra Shapiro.
L’azione di risarcimento per la prolungata mancata esecuzione della decisione del tribunale
46. In una data non specificata nel fascicolo, le societ? richiedenti hanno presentato un’azione legale ai sensi della legge sul risarcimento dei danni come modificata con effetto dal 1? gennaio 2017 (paragrafo 64 di seguito). Lamentando una violazione del loro diritto di ottenere l’esecuzione della decisione del 23 aprile 2014 del tribunale distrettuale di Salekhard (paragrafo 27 di cui sopra) entro un termine ragionevole, hanno chiesto un risarcimento. Le societ? richiedenti hanno dichiarato, in particolare, che stavano affittando la maggior parte degli edifici sequestrati e che il proseguimento dei sequestri ha avuto un impatto negativo sulla loro reputazione professionale e ha reso loro difficile la gestione dei loro affari.
47. Con decisione del 28 giugno 2017, il tribunale distrettuale di Salekhard ha respinto la domanda senza riesame. Da un lato, ha ritenuto che la suddetta legge federale non avesse alcun effetto retroattivo. D’altro canto, ha ritenuto che il giudice che si ? pronunciato ai sensi dell’articolo 125 del Codice di procedura penale non fosse competente a ordinare il rilascio di un sequestro e che la decisione del 23 aprile 2014 non richiedesse all’investigatore di revocare i sequestri, ma si limitasse a ingiungere all’investigatore di porre rimedio alle carenze rilevate.
48. Con decisione del 3 agosto 2017, inviata alle societ? ricorrenti il 9 agosto 2017, il tribunale di Iamalo-Nenets ha respinto il ricorso contro la decisione del 28 giugno 2017. Il 17 gennaio 2018 un giudice unico del Tribunale di Iamalo-Nenets ha rifiutato di trasmettere il ricorso in cassazione delle societ? ricorrenti al Presidium dello stesso tribunale.
LA LEGISLAZIONE E LA PRASSI NAZIONALE IN MATERIA
Sul regime giuridico dei beni sequestrati (???????) come prova materiale in un procedimento penale
49. Ai sensi dell’articolo 81 ? 4 del TBC, gli oggetti e i documenti sequestrati dalle autorit? inquirenti nel corso di un’indagine penale, ma non qualificati come prove materiali, devono essere restituiti alle persone alle quali sono stati sequestrati. Dal 10 agosto 2012, questo articolo ? stato integrato da una dichiarazione secondo cui la restituzione deve essere effettuata tenendo conto del requisito di un termine ragionevole per il procedimento penale.
50. Il 15 luglio 2016 ? stato introdotto nel TBC il nuovo articolo 81.1. Questo articolo disciplina il regime giuridico degli oggetti – compresi i supporti elettronici – e dei documenti sequestrati nel corso di un’indagine su reati di natura economica (comprese la frode e la malversazione). Secondo questo articolo, gli oggetti e i documenti sequestrati devono essere qualificati come prove materiali entro un termine massimo di dieci giorni dal loro sequestro. Questo periodo pu? essere prorogato per 30 giorni in circostanze eccezionali. Gli oggetti e i documenti che non sono qualificati come prove materiali devono essere restituiti entro un massimo di cinque giorni dal momento in cui altri oggetti e documenti sono stati qualificati come prove.
51. Ai sensi dell’articolo 82 ? 2 (5) del TBC, in vigore dal 10 agosto 2012, i supporti elettronici che costituiscono prove materiali in un procedimento penale devono essere restituiti al legittimo possessore dopo essere stati esaminati e dopo essere stati sottoposti ad altre misure investigative necessarie, se tale restituzione ? possibile senza pregiudicare gli interessi dell’indagine penale.
52. Con la decisione dell’11 gennaio 2018 n. 1-P, la Corte Costituzionale si ? pronunciata sull’ambito di applicazione degli articoli 81.1 e 82 del TBC. Ha dichiarato che quando, nel corso di un’indagine penale per reati di natura economica, le autorit? inquirenti sequestrano beni appartenenti a terzi utilizzati nell’ambito della loro attivit? professionale, dopo aver condotto le necessarie misure investigative in relazione a tali beni, le autorit? devono immediatamente restituirli al loro proprietario o possessore per la custodia (??????????????? ???????????? ????????????? ??? ????????? ?? ?????????????? ????????), se ci? ? possibile senza pregiudicare gli interessi dell’indagine penale.
Sul sequestro (??????) di beni nell’ambito di un procedimento penale
53.L’articolo 115 del TBC disciplina la misura del sequestro dei beni nei procedimenti penali. Secondo questo articolo, il sequestro pu? essere effettuato per garantire l’esecuzione di una sentenza di condanna, da parte sua, per quanto riguarda l’azione civile, l’imposizione di una multa o la confisca dei beni.
54. L’articolo 115 ? 9 del TBC prevede che, quando il sequestro non ? pi? necessario, esso sia revocato da un’autorit? competente per il procedimento penale.
55. Nella sentenza n. 1-P del 31 gennaio 2011, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali alcune disposizioni dell’art. 115 del TBC in quanto non prevedono un rimedio effettivo per i proprietari espropriati in caso di sospensione dell’indagine penale a causa della fuga dell’imputato.
56. Nella sentenza n. 25-P del 21 ottobre 2014, la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionali alcune disposizioni dell’articolo 115 del Codice di procedura penale, in quanto non prevedeva un “meccanismo giuridico adeguato” per la “tutela giurisdizionale effettiva” dei diritti di terzi i cui diritti di propriet? sono stati lesi dall’applicazione prolungata di un provvedimento di sequestro. In particolare, ha ritenuto che il provvedimento di sequestro, per sua stessa natura, debba essere temporaneo e accompagnato da garanzie procedurali, e che la prosecuzione del sequestro debba essere soggetta ad un effettivo controllo giurisdizionale.
57. Ai sensi di queste due sentenze, il 15 settembre 2015 sono state modificate alcune disposizioni del TPP. In particolare, l’articolo 115 del CPP prevede ora che, quando viene eseguito un pignoramento, deve essere redatto un verbale in cui si dichiara che la persona espropriata ha la possibilit? di ricorrere contro il provvedimento di pignoramento, di chiedere un cambiamento delle restrizioni di propriet? o di chiedere il rilascio del provvedimento. Inoltre, il giudice che autorizza il sequestro dei beni di terzi deve ora fissare un termine per la validit? del provvedimento (articolo 115 ? 3 del CPP). Alla scadenza del termine, se il giudice non autorizza una proroga del termine, il pignoramento ? revocato (articolo 115 ? 9 del CPP).
58. Il nuovo articolo 115.1 del TBC, in vigore dal 15 settembre 2015, stabilisce le modalit? di autorizzazione giudiziaria per la proroga del termine per il sequestro dei beni di persone non coinvolte in procedimenti penali (cfr., per ulteriori dettagli, Lachikhina c. Russia (n. 38783/07, ?? 36-39, 10 ottobre 2017)). Con la decisione n. 1182-O del 23 giugno 2016, la Corte Costituzionale ha ritenuto che le disposizioni degli artt. 115 e 115.1 del TBC non esonerano il giudice dall’obbligo di pronunciarsi nel merito delle domande di terzi per la liberazione dal sequestro dei loro beni.
Sul ricorso previsto dall’articolo 125 del Codice di Procedura Penale
59. Le disposizioni pertinenti dell’articolo 125 del TBC sul controllo giurisdizionale delle decisioni e degli atti o delle omissioni di un investigatore o di un procuratore sono contenute nella sentenza Roman Zakharov c. Russia [GC] (n. 47143/06, ?? 89-91, CEDU 2015).
60. Il 10 febbraio 2009 l’assemblea plenaria della Corte di Cassazione ha emesso la sentenza n. 1 sulla portata dell’articolo 125 del TBC. In questa sentenza, la Corte suprema ha dichiarato che, quando il tribunale constata l’illegittimit? o l’ingiustizia di una decisione, di un atto o di un’omissione di un investigatore, gli ingiunge di porre rimedio alla carenza riscontrata (????????? ??????????? ?????????).
61. Nella stessa sentenza, la Corte Suprema ha anche stabilito che se l’autorit? giudiziaria non esegue una decisione giudiziaria definitiva ai sensi dell’articolo 125 del TBC, l’imputato pu? presentare un nuovo ricorso contro tale omissione sulla base dell’articolo 125 del TBC. In quest’ultimo caso, la Corte Suprema ha suggerito che i tribunali emettano un’ordinanza speciale, ai sensi dell’articolo 29 ? 4 del TBC (paragrafo 62), richiamando l’attenzione dei funzionari sulle violazioni della legge che impone loro di prendere le opportune misure.
Altre disposizioni rilevanti
62. Ai sensi dell’articolo 29, paragrafo 4 del TBC, quando, nel corso dell’esame di un procedimento penale, il tribunale scopre, tra l’altro, violazioni della legge commesse dalle autorit? responsabili dell’azione penale, pu? emettere un’ordinanza speciale (???????) per richiamare l’attenzione dei funzionari e delle entit? competenti su tali violazioni che richiedono l’adozione di misure appropriate. Se il tribunale lo ritiene necessario, pu? emettere un’ordinanza speciale anche in altri casi.
63. Il 15 settembre 2015 ? stata modificata la legge federale n. 68-FZ (“legge sulle indennit?”). A partire da tale data, in caso di violazione del termine ragionevole per l’esecuzione di un provvedimento di sequestro di beni di terzi in un procedimento penale, tali persone possono intentare un’azione di risarcimento per la violazione del diritto a un termine ragionevole, a condizione che il sequestro sia stato mantenuto per pi? di quattro anni.
64. Il 1? gennaio 2017 la legge sulle indennit? compensative ? stata ulteriormente modificata. Esso contiene ora disposizioni che ne estendono il campo di applicazione ai casi di mancata esecuzione di sentenze nazionali che impongono obblighi in natura a varie autorit? nazionali (cfr., per ulteriori dettagli, Shtolts e altri c. Russia (dicembre), nn. 77056/14, 17236/15 e 14023/16, ?? 26 e 31-41, 31 gennaio 2018).
IN DIRITTO
SULLA GIUNZIONE DELLE RICHIESTE
65. Data la somiglianza dei ricorsi, la Corte ritiene opportuno esaminarli insieme in un’unica sentenza.

SULL’ALLEGATO VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 DELLA CONVENZIONE
66. Le ricorrenti sostengono che le misure di sequestro dei loro beni, in vigore da diversi anni, e la ritenzione di alcuni oggetti da parte delle autorit? hanno violato il loro diritto al rispetto dei loro beni ai sensi dell’art. 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione. Questo articolo si legge come segue:

“Ogni persona fisica o giuridica ha il diritto al rispetto della sua propriet?. Nessuno pu? essere privato dei suoi beni se non nell’interesse pubblico e alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.

Le disposizioni che precedono non pregiudicano il diritto degli Stati di emanare le leggi che ritengono necessarie per regolamentare l’uso dei beni in conformit? all’interesse pubblico o per assicurare il pagamento di tasse o altri contributi o multe. ?

A. Sulla ricevibilit?
1.Tesi delle parti
67. Il governo ritiene che l’istanza n. 48168/17 sia tardiva perch? ? stata presentata il 1? luglio 2017, vale a dire pi? di sei mesi dopo l’ultima decisione finale del caso a suo parere, ossia la decisione del 29 ottobre 2014 del tribunale di Salekhard (cfr. punto 31). Secondo il Governo, i ricorrenti che si sono lamentati del mancato rispetto di tale decisione avrebbero dovuto adire la Corte entro un “termine ragionevole” e non due anni e sette mesi dopo la pronuncia della decisione.
68. Le ricorrenti hanno contestato tale argomento. Essi ritengono che il sequestro prolungato dei loro beni e la persistente mancata esecuzione delle decisioni giudiziarie da parte degli inquirenti equivalgano a una “situazione continuativa” ai sensi della Convenzione. Essi sostengono che, invece di revocare i sequestri e restituire la propriet?, come ordinato dai tribunali, gli inquirenti hanno di nuovo respinto le loro richieste in tal senso e hanno implicitamente suggerito di avviare nuovi rimedi sulla base dell’articolo 125 del TBC. Tuttavia, secondo i ricorrenti, in tali circostanze, questi nuovi rimedi sarebbero stati inefficaci.
69. I ricorrenti dichiarano inoltre di aver tentato di intentare un’azione di risarcimento per la violazione del loro diritto di ottenere l’esecuzione delle decisioni entro un termine ragionevole, in conformit? con la legge sul risarcimento dei danni come modificata il 1? gennaio 2017 (paragrafo 64 di cui sopra). Essi dichiarano di aver presentato la loro domanda entro sei mesi da tale data e di aver fornito al Tribunale i risultati dell’esame della loro azione entro sei mesi dall’ultima decisione sulla loro richiesta di risarcimento.
2.Valutazione della Corte
70. Ricordando che il rispetto del termine di sei mesi ? una condizione di ricevibilit? da sollevare, se del caso, d’ufficio, la Corte analizzer? la questione con riferimento alle due presenti istanze.
71. Il Tribunale ricorda che le unit? centrali informatiche sono state sequestrate nel 2006 e che il sequestro degli altri beni dei ricorrenti ? stato disposto nel 2007 e nel 2010, quindi diversi anni prima del deposito delle domande. Si segnala che i suddetti beni sono tuttora oggetto di pignoramento.
72. La Corte ritiene che il sequestro in quanto tale costituisca un atto istantaneo (Delev c. Bulgaria (dicembre), n. 1116/03, ? 34, 13 novembre 2013, con i riferimenti ivi citati). Pertanto, nella misura in cui i reclami riguardano l’esecuzione di sequestri (???????) e di ordini di sequestro di beni (??????), compresa la legittimit? di tali misure, essa ritiene che i reclami siano tardivi (cfr., mutatis mutandis, Forminster Enterprises Limited c. Repubblica Ceca, n. 38238/04, ? 71, 9 ottobre 2008) e che debbano essere respinti, ai sensi dell’articolo 35 ? 1 della Convenzione.
73. La Corte ritiene, d’altra parte, che la persistente conservazione degli oggetti sequestrati dalle autorit? e il mantenimento dei sequestri possano essere analizzati come una situazione continuativa (si veda, nel contesto della giurisdizione della Corte ratione temporis, Vasilescu c. Romania, 22 maggio 1998, ? 48, Reports of Judgments and Decisions 1998-III, e Karamitrov e altri c. Repubblica Ceca, n. 38238/04, ? 71, 9 ottobre 2008). Bulgaria, n. 53321/99, ? 71, 10 gennaio 2008; nel contesto di un conflitto politico che rende impossibile ai richiedenti l’accesso alle loro propriet?, Sargsyan c. Azerbaigian (dic.) [GC], n. 40167/06, ?? 136-140, 14 dicembre 2011, e Chiragov e altri c. Armenia (dic.) [GC], n. 40167/06, ?? 136-140, 14 dicembre 2011. Bulgaria, n. 32130/03, 7 gennaio 2010, caso in cui le autorit? avevano sequestrato l’auto del ricorrente nel febbraio 2002, il pubblico ministero aveva respinto la richiesta di restituzione del ricorrente nel dicembre 2002 e la domanda era stata presentata nel settembre 2003, e in cui il Tribunale aveva implicitamente accettato che non fosse tardiva).
Infatti, poich? i pignoramenti sono considerati misure temporanee, i richiedenti rimangono proprietari della propriet?, ma sono soggetti a continue restrizioni del loro diritto di propriet?.
74. La Corte ribadisce che, qualora la presunta violazione consista in una situazione continuativa, il termine di sei mesi non inizia a decorrere fino alla data in cui tale situazione ? cessata (cfr., ad esempio, H?seyin Kaplan c. Turchia, n. 24508/09, ? 31, 1? ottobre 2013, con i riferimenti citati). Al tempo stesso, la Corte ha gi? dichiarato che una situazione persistente non pu? rinviare a tempo indeterminato l’applicazione della regola dei sei mesi. Nelle summenzionate decisioni Sargsyan e Chiragov e altre, la Corte ha stabilito che i ricorrenti che sostengono di continuare a violare i loro diritti di propriet? non dovrebbero rimanere passivi per anni a fronte di una situazione che non ? pi? in evoluzione e che dovrebbero deferire la questione alla Corte una volta che si sono resi conto, o avrebbero dovuto rendersi conto, che non c’era alcuna prospettiva realistica di riacquistare l’accesso alla loro propriet? nel prossimo futuro. Tuttavia, la Corte non ha ritenuto opportuno indicare un termine concreto entro il quale il richiedente deve presentare una domanda ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione (Sargsyan, sopra citato, ?? 136-141, e Chiragov e altri, sopra citato, ?? 137-142).
75. Nel caso in questione, la Corte rileva che, di fronte alla continua detenzione dei loro beni e al continuo sequestro dei loro beni, i ricorrenti non sono rimasti passivi. A seguito delle decisioni giudiziarie del 27 e 29 ottobre 2014 (cfr. paragrafi 31 e 40), hanno ottenuto diverse nuove decisioni dagli inquirenti. Inoltre, hanno cercato di ottenere un risarcimento per la mancata esecuzione della decisione del 23 aprile 2014, e la signora Shapiro ha anche cercato di ottenere il rilascio dei sequestri direttamente in tribunale. Nessuna delle parti ha sostenuto che questi due ricorsi erano sin dall’inizio destinati a fallire, soprattutto alla luce dell’interpretazione degli articoli 115 e 115.1 da parte della Corte Costituzionale (si veda il precedente paragrafo 58).
76. Alla luce di quanto precede, il Tribunale ritiene che, nelle particolari circostanze del caso di specie, le ricorrenti abbiano agito senza ingiustificato ritardo e che la denuncia relativa alle continue restrizioni al loro diritto di propriet? non sia stata tardiva. Ne consegue che l’obiezione del Governo all’ammissibilit? deve essere respinta.

77. Ritenendo che la denuncia non fosse manifestamente infondata ai sensi dell’articolo 35, paragrafo 3, lettera a), della Convenzione e che non fosse altrimenti irricevibile per altri motivi, la Corte l’ha dichiarata ricevibile.

B. Nel merito
1.Tesi delle parti
a) Il governo
78. Per quanto riguarda la denuncia n. 7896/15, il Governo sostiene che tutti gli oggetti sequestrati durante le perquisizioni del 2006 sono stati qualificati come prove nel procedimento penale. Essa sostiene che le autorit? non hanno mai impedito alle societ? richiedenti di fare copie dei documenti sequestrati con i propri mezzi. Egli conclude che i diritti delle ricorrenti non sono stati violati.
79. Per quanto riguarda la denuncia n. 48167/17, il Governo sostiene che i sequestri non hanno impedito alle ricorrenti di utilizzare i beni rimasti in loro possesso.
80. Per quanto riguarda entrambe le domande, il Governo ritiene che il proseguimento del sequestro e la conservazione dei beni siano stati necessari e giustificati nel corso dell’indagine penale. Essa sostiene che l’indagine ? stata sospesa proprio a causa della fuga della sig.ra Shapiro, e che essa ? quindi l’unica responsabile dei danni che tutte le ricorrenti affermano di aver subito.
b) I richiedenti
81. Le societ? ricorrenti nella domanda n. 7896/15 sostengono che solo poche centinaia di documenti sequestrati sono stati qualificati come prove nel procedimento penale, cosa che, secondo loro, non ? stata fatta per le unit? centrali. Essi sostengono inoltre che gli inquirenti non hanno mai dimostrato la necessit? di trattenere le unit? centrali durante tutto quel tempo, soprattutto perch? dal 2007 non sono state prese misure investigative nei loro confronti.
82. Le societ? ricorrenti concludono che il mantenimento in stato di fermo delle unit? centrali per un periodo di quasi 12 anni ? illegittimo e sproporzionato, in particolare in quanto avrebbe reso loro impossibile lo svolgimento delle attivit? statutarie.
83. I ricorrenti nella domanda n. 48168/17 sostengono che, a seguito dei sequestri, hanno perso il controllo di quasi tutti i loro beni. Esse ritengono che tali misure siano illegittime, arbitrarie e sproporzionate, tenuto conto, in particolare, della loro durata. Essi sostengono che, ad eccezione di un’azione civile per ottenere 4 milioni di rubli, nessun’altra azione civile ? mai stata intentata nella causa penale e che i reati attribuiti alla sig.ra Shapiro non sono soggetti a confisca. Essi concludono che non c’? bisogno di continuare a confiscare tutti i loro beni.
84. I ricorrenti in entrambe le domande ritengono che, a causa di quello che considerano un atteggiamento arbitrario e abusivo da parte delle autorit? inquirenti nel loro caso, i provvedimenti di sequestro temporaneo sono diventati provvedimenti definitivi che equivalgono a confisca di fatto.

2.Valutazione della Corte
a) L’esistenza di interferenze e la regola applicabile
85. Non vi ? alcuna controversia tra le parti sul fatto che i beni sequestrati costituissero i “beni” dei ricorrenti ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione.
86. La Corte ribadisce che il sequestro di oggetti ai fini di un procedimento penale equivale ad un’ingerenza che rientra nell’ambito di applicazione delle norme che disciplinano l’uso dei beni (Lachikhina, citata, ? 58, con i riferimenti citati).
b) Sulla giustificazione dell’interferenza con il diritto di propriet?
87. La Corte ricorda che l’art. 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione non vieta il sequestro di beni nel corso di un procedimento penale. Tuttavia, per soddisfare i requisiti inerenti a tale articolo, il sequestro deve essere previsto dal diritto nazionale, perseguire uno scopo legittimo ed essere proporzionato allo scopo perseguito (Lachikhina, citato, ? 59).

Per quanto riguarda la conservazione delle unit? centrali di computer nell’applicazione n. 7896/15
88. La Corte osserva che nel caso in questione, contrariamente a quanto sostenuto dal Governo, le unit? centrali informatiche non sono mai state qualificate come prove materiali nel procedimento penale (si vedano le conclusioni dei tribunali su questo punto nei precedenti paragrafi 15 e 18).
89. Essa rileva che, ai sensi dell’articolo 81 ? 4 del TBC, gli oggetti e i documenti sequestrati dalle autorit? inquirenti nel corso di un’indagine penale, ma non classificati come prove materiali, devono essere restituiti alle persone alle quali sono stati sequestrati. Mentre inizialmente la legge non menzionava alcun termine per tale restituzione, dal 10 agosto 2012 la restituzione deve essere effettuata entro il “termine ragionevole del procedimento” e, dal 15 luglio 2016, tali oggetti devono essere restituiti entro cinque giorni dalla decisione dell’inquirente che dichiara altri oggetti come prove (punti 49-51).
90. Ne consegue che il mantenimento delle CPU dal 2006, pur non costituendo una prova, ? contrario agli articoli 81 ? 4 e 81.1 del CPP e quindi “illegale” ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione.
91. Sebbene tale conclusione renda superfluo l’esame dell’esistenza di una finalit? legittima e della proporzionalit? del provvedimento, la Corte non pu? fare a meno di constatare, come eccesso, che la detenzione non ha perseguito alcuna finalit? legittima. N? le autorit? nazionali n? il governo avevano avanzato l’esistenza di un obiettivo che richiedesse la detenzione di oggetti non qualificati come prove e che apparentemente non rappresentassero un interesse nell’indagine. Da parte sua, la Corte non ? stata in grado di individuare alcun motivo che giustifichi tale detenzione per quasi 13 anni (cfr., mutatis mutandis, Begu c. Romania, n. 20448/02, ?? 162-163, 15 marzo 2011, per quanto riguarda i beni che sono stati sigillati e detenuti quando non costituivano prove o indizi nella causa).
Di conseguenza, si ? verificata una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione.
Per quanto riguarda la continuazione del sequestro dei beni dei ricorrenti nella domanda n. 48168/17
92. Per quanto riguarda la legittimit? della prosecuzione del sequestro dei beni personali della sig.ra Shapiro – la persona indagata – la Corte constata che il CPP non prevede alcun termine per la prosecuzione del sequestro. Per quanto riguarda la legittimit? del proseguimento del sequestro dei beni personali delle societ? ricorrenti – persone che sono terze parti nel procedimento penale – la Corte osserva che dalla lettura degli artt. 115 e 115.1 del CPP risulta che, dal settembre 2015, tali sequestri devono essere soggetti a un termine o revocati da un giudice (punti 57-58). Tuttavia, non ? chiaro se il mantenimento a tempo indeterminato dei sequestri sia diventato contrario al CPP a partire da tale data, e le parti non hanno avanzato alcuna argomentazione su questo punto. La Corte ritiene di non essere competente a pronunciarsi su questo punto e quindi a pronunciarsi sulla legittimit? del provvedimento.
93. Inoltre, la Corte riconosce che il mantenimento dei sequestri persegue almeno due legittimi obiettivi: il pagamento di una multa a titolo di sanzione penale e la tutela degli interessi delle parti civili.
94. Ciononostante, essa ritiene che il continuo sequestro di quasi tutti gli edifici, i veicoli e i beni bancari dei ricorrenti per diversi anni sia stato sproporzionato. In effetti, la Commissione osserva che i giudici, nelle loro decisioni ai sensi dell’articolo 125 del TBC, hanno concluso che non vi erano pi? motivi per continuare i sequestri, che i sequestri erano eccessivamente lunghi, che non erano proporzionati al presunto danno, che non erano pi? pertinenti e che imponevano un onere ingiustificato alle persone interessate (paragrafi 27, 28, 31, 37 e 40). La Corte non vede alcuna ragione per discostarsi da queste conclusioni. Si limita ad aggiungere che, quasi quattro anni e mezzo dopo la pronuncia di queste decisioni giudiziarie, all’epoca delle dichiarazioni delle parti nel 2019, i sequestri in questione non erano stati revocati, il che, a suo avviso, non fa che aggravare la sproporzione dell’ingerenza.
Di conseguenza, c’? stata una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione.
SULLA PRESUNTA VIOLAZIONE DEGLI ARTICOLI 6 ? 1 E 13 DELLA CONVENZIONE
95. I ricorrenti lamentano la persistente inosservanza da parte degli inquirenti delle decisioni giudiziarie relative alla detenzione di oggetti e al mantenimento dei sequestri, nonch? la mancanza di un efficace rimedio interno per ottenere la restituzione dei loro beni detenuti e il rilascio dei sequestri. Esse invocano gli articoli 6 ? 1 e 13 della Convenzione, cos? formulati nelle loro parti rilevanti nel caso di specie:

Articolo 6 ? 1

“Ogni individuo ha diritto a che il suo caso sia ascoltato … da un tribunale … che decide … le controversie relative ai suoi diritti e doveri civili …”.

Articolo 13

“Ogni persona i cui diritti e le cui libert?, come stabilito nella (…) Convenzione, siano violati, deve avere un rimedio efficace dinanzi ad un’autorit? nazionale, nonostante la violazione sia stata commessa da persone che agiscono in veste ufficiale. ?

Tesi delle parti
96. Il Governo sostiene che l’articolo 125 del TBC fornisce un sufficiente meccanismo interno di protezione contro possibili abusi di potere da parte delle autorit? inquirenti. Inoltre, stabilisce che le parti di un procedimento penale possono presentare al pubblico ministero una denuncia per eccessiva durata del procedimento. Il governo non ha commentato i reclami relativi alla presunta mancata esecuzione delle decisioni del tribunale.
97. Le ricorrenti ammettono che il rimedio basato sull’articolo 125 del TBC ? in teoria un rimedio efficace contro possibili abusi da parte delle autorit? inquirenti e che, nel loro caso, i tribunali che decidono su tali rimedi hanno protetto i diritti di propriet? delle persone interessate. Essi sostengono che, tuttavia, nessun tribunale pu? obbligare l’investigatore a restituire gli oggetti sequestrati e a revocare i sequestri o a concedere un risarcimento per la mancata adozione di tali misure da parte dell’investigatore. Le ricorrenti concludono che nel caso di specie non avevano alcun rimedio per tutelare il loro diritto al rispetto della loro propriet?.
Valutazione della Corte
98. La Corte rileva che tali denunce sono collegate a quella sopra esaminata. Vista la conclusione cui ? giunta sulla base dell’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione (paragrafi 90, 91 e 94), non ritiene necessario valutare se vi sia stata una violazione degli articoli 6 e 13 della Convenzione nel caso in questione (si veda, mutatis mutandis, il paragrafo 90, 91 e 94), Forminster Enterprises Limited, citata, ?? 58-59, in cui la Corte ha deciso di esaminare la denuncia ai sensi dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione come parte della denuncia ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione in relazione ad un sequestro prolungato di azioni, e East West Alliance Limited v. Ucraina, n. 19336/04, ?? 219-222, 23 gennaio 2014, ?nsped Paket Servisi SaN. Ve TiC. A.?. c. Bulgaria, n. 3503/08, ?? 48-51, 13 ottobre 2015, e Barkanov c. Russia, n. 45825/11, ? 68, 16 ottobre 2018).

SU ALTRE PRESUNTE VIOLAZIONI
99. Facendo riferimento essenzialmente all’articolo 6 ?? 1, 2 e 3 e all’articolo 13 della Convenzione, la sig.ra Shapiro ha denunciato diverse violazioni in relazione al procedimento penale a suo carico. La Corte rileva che tali denunce sono sostanzialmente le stesse di quelle gi? dichiarate irricevibili in diversi ricorsi precedentemente presentati dalla ricorrente. Ne consegue che tali reclami devono essere respinti ai sensi dell’articolo 35 ? 2 (b) della Convenzione.
Invocando l’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione e l’articolo 13 della Convenzione, la sig.ra Shapiro ha denunciato la liquidazione arbitraria di una societ? non ricorrente di cui era l’unica azionista. Citando gli stessi articoli, tutti i ricorrenti hanno denunciato: il furto di veicoli e di alcuni materiali da costruzione sequestrati; il saccheggio di alcuni edifici sequestrati; il furto di alcune somme depositate in una banca; la perdita di altre somme depositate in un’altra banca a seguito del ritiro della licenza di quest’ultima e dell’apertura di una procedura di liquidazione; l’assenza di un’effettiva indagine nazionale sugli atti di furto e di saccheggio; il mancato risarcimento dei danni sotto questi aspetti.

101. La Corte constata, alla luce di tutto il materiale che le ? stato sottoposto, che i suddetti ricorsi sono in parte prematuri, in parte inammissibili per la non esaurimento dei mezzi di ricorso interni e che, per il resto, non rivelano alcuna apparenza di violazione dei diritti e delle libert? enunciati nella Convenzione. Ne consegue che tali reclami devono essere respinti ai sensi dell’articolo 35 ?? 1 e 3 (a) della Convenzione.
SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
102. Ai sensi dell’articolo 41 della Convenzione,

“Se il Tribunale dichiara che vi ? stata una violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente consente solo imperfettamente di eliminare le conseguenze di tale violazione, il Tribunale dar? giusta soddisfazione alla parte lesa, se del caso. ?

DANNO
Tesi delle parti
103. Per quanto riguarda i danni materiali che affermano di aver subito, i ricorrenti chiedono la restituzione dei loro beni e il rilascio dei sequestri. I ricorrenti nella domanda n. 48168/17 chiedono, qualora non sia possibile la liberazione, il rimborso del valore complessivo degli immobili (2,8 miliardi di rubli) e dei beni bancari (368 milioni di rubli) sequestrati.
104. Inoltre, le ricorrenti chiedono il risarcimento del danno effettivo che affermano di aver subito:
– 22 000 000 RUB per il valore di uno degli edifici sequestrati e presumibilmente saccheggiati;
– 31 440 000 RUB per il valore complessivo di 39 veicoli sequestrati e presumibilmente rubati;
– RUB 106.926.639 per somme depositate su alcuni conti bancari e presumibilmente rubate;
– 200.000 RUB per il valore dei materiali da costruzione conservati in uno degli edifici sequestrati e presumibilmente rubati.
105. Infine, rivendicano le seguenti somme per il lucro cessante :
– RUB 34.475.766 di interessi (“mancati introiti”) per denaro depositato in banche e presumibilmente rubato o scomparso;
– una somma non specificata corrispondente agli interessi per l’indisponibilit? dei beni bancari sequestrati (“interessi non percepiti sul deposito”), ottenuti sommando gli interessi annuali tra il 2007 e il 2018 per ogni somma di denaro depositata e sequestrata in ogni conto bancario, interessi che variano tra il 6,75% e il 7,10% a seconda dell’anno e della societ?;
– un importo non specificato per la riduzione e/o la cessazione dell’attivit? di costruzione e di leasing. Le societ? ricorrenti sostengono a tale riguardo che i sequestri hanno costituito un ostacolo all’esercizio delle loro attivit? statutarie allo stesso livello di prima e che hanno avuto un impatto negativo sulla loro reputazione professionale.
106. La sig.ra Shapiro chiede inoltre il risarcimento di 2 647 000 RUB per una liquidazione, che sostiene essere stata fraudolenta, di una societ? non ricorrente di cui era l’unico azionista. Tale somma corrisponde, a suo avviso, al capitale sociale della societ? liquidata.
107. Per quanto riguarda i danni morali, le societ? ricorrenti chiedono ciascuna 25 000 euro e la sig.ra Shapiro chiede personalmente 100 000 euro, sostenendo che il procedimento penale a suo carico, la sospensione delle indagini e la perdita del controllo dei suoi beni, pur essendo ritenuta del tutto innocente, le hanno causato gravi sofferenze mentali e depressione.
108. Le societ? ricorrenti nella domanda n. 7896/15 sostengono che il sequestro e la conservazione dei loro computer da parte delle autorit? di per s? precludono una valutazione del danno materiale causato dall’ingerenza, poich?, in mancanza dei beni conservati, esse non possono n? svolgere le loro attivit? statutarie n? provare l’innocenza della sig.ra Shapiro. Per questo motivo, essi chiedono EUR 100 000 per danni morali.
109. Il Governo ritiene che non sia dovuto alcun risarcimento ai ricorrenti, in quanto le ordinanze di sequestro sono, a suo avviso, conformi all’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione. Inoltre, ritiene che le richieste di risarcimento per mancato guadagno siano speculative e non comprovate e che le richieste di risarcimento per danni non pecuniari siano chiaramente eccessive. Invita la Corte a respingere tutte le richieste per la giusta soddisfazione in quanto, in tutti i casi, i diritti dei ricorrenti non sono stati violati.
Valutazione della Corte
a) Promemoria dei principi generali
110. La Corte ricorda che una sentenza che constata una violazione comporta per lo Stato convenuto l’obbligo giuridico, ai sensi della Convenzione, di porre fine alla violazione e di cancellarne le conseguenze in modo da ripristinare, per quanto possibile, la situazione precedente alla violazione. Gli Stati contraenti che sono parti di un caso sono in linea di principio liberi di scegliere i mezzi che utilizzeranno per conformarsi a una sentenza che constata una violazione. Se la natura della violazione consente la restitutio in integrum, spetta allo Stato convenuto eseguirla, poich? la Corte non ha n? la competenza n? la possibilit? pratica di farlo essa stessa. Se invece il diritto interno non permette, o permette solo in modo imperfetto, di cancellare le conseguenze della violazione, l’articolo 41 della Convenzione autorizza la Corte a concedere alla parte lesa la soddisfazione che ritiene opportuna (Sargsyan c. Azerbaigian (giusta soddisfazione) [GC], n. 40167/06, ? 35, 12 dicembre 2017, Chiragov e altri c. Armenia (giusta soddisfazione) [GC], n. 13216/05, ? 53, 12 dicembre 2017).
La Corte ribadisce inoltre che, secondo i principi stabiliti dalla sua giurisprudenza consolidata, la forma e l’entit? della giusta soddisfazione per la richiesta di risarcimento del danno differiscono da caso a caso e dipendono direttamente dalla natura della violazione riscontrata (si veda, ad esempio, Nurmiyeva c. Russia, n. 57273/13, ? 45, 27 novembre 2018), e che deve esistere un nesso causale tra il danno asserito dal ricorrente e la violazione della Convenzione (P, C. e S. c. Regno Unito, n. 56547/00, ? 147, CEDU 2002-VI, con i riferimenti citati, cos? come Sargsyan, sentenza citata, ? 36, e Chiragov e altri, sentenza citata, ? 54).
111. Infine, sottolinea che qualsiasi sequestro per sua natura comporta un danno e non implica di per s? un diritto al risarcimento dei danni subiti (Atanassov e Ovtcharov c. Bulgaria, n. 61596/00, ? 43, 17 gennaio 2008, e Simonjan-Heikinheimo c. Finlandia, (dic.), n. 6321/03, 2 settembre 2008), ma il danno subito non deve superare i limiti dell’inevitabile (Borjonov c. Russia, n. 18274/04, ? 61, 22 gennaio 2009, con i riferimenti citati).
b) Applicazione dei principi generali nel caso di specie
112. Nel caso di specie, la constatazione di una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione deriva dalla detenzione illegittima e ingiustificata delle unit? centrali informatiche (domanda n. 7896/15) e dalla continuazione sproporzionata del sequestro dei beni dei ricorrenti (domanda n. 48168/17).
113. In tali circostanze, la Corte ritiene che, per quanto riguarda l’istanza n. 7896/15, il rimedio adeguato sarebbe la restituzione delle unit? centrali di calcolo. In mancanza di una richiesta quantificabile da parte delle societ? richiedenti, il Tribunale non ? in grado di concedere un importo corrispondente al valore di tali beni o un importo specifico. Per quanto riguarda l’istanza n. 48168/17, ritiene che un rimedio adeguato sarebbe quello di dare esecuzione alle decisioni giudiziarie del 23 aprile e del 29 ottobre 2014 (punti 27 e 31) per tutte le societ? richiedenti, e del 14 febbraio e del 27 ottobre 2014 (punti 37 e 40) per la sig.ra Shapiro.
114. Il Tribunale osserva inoltre che le ricorrenti hanno presentato una serie di domande di risarcimento dei danni materiali e morali che ritengono di aver subito.
Per quanto riguarda le domande di risarcimento dei presunti danni materiali, il Tribunale ritiene che le societ? ricorrenti non abbiano dimostrato in che misura i continui sequestri, divenuti sproporzionati a partire dall’aprile 2014, abbiano avuto un impatto sulle loro attivit?, tanto pi? che nel 2017 hanno riconosciuto di continuare ad affittare gli immobili sequestrati (cfr. supra, punto 46). In tali circostanze, la richiesta di risarcimento per la riduzione o la cessazione delle attivit? statutarie deve essere respinta.
115. Per quanto riguarda la richiesta di interessi sui beni bancari sequestrati, il Tribunale non pu? accettare i calcoli effettuati dai ricorrenti. Parte di questi calcoli si riferiscono al periodo precedente al 2014, mentre solo nel 2014 i sequestri sono stati dichiarati sproporzionati. Inoltre, i richiedenti non spiegano a cosa corrispondono i tassi d’interesse applicati e perch? tali tassi differiscono a seconda delle singole societ?. Inoltre, alcuni interessi sono calcolati su somme di denaro che non sono state sequestrate. Per tali motivi, la Corte respinge tale parte del ricorso.

116. Infine, la Corte ritiene che i presunti danni per i quali le ricorrenti chiedono il risarcimento in quanto danni materiali reali non hanno alcun nesso diretto con la manutenzione sproporzionata dei sequestri e afferma che tali richieste si riferiscono a denunce per le quali non ? stata riscontrata alcuna violazione (cfr. anche, mutatis mutandis, Forminster Enterprises Limited c. Repubblica Ceca (solo soddisfazione), n. 38238/04, ? 18, 10 marzo 2011). Ne consegue che anche questi ricorsi devono essere respinti.
117. La Corte desidera chiarire che il rigetto delle richieste di risarcimento dei danni materiali non impedisce alle ricorrenti di chiedere un risarcimento, compresi gli interessi per l’indisponibilit? dei beni bancari, dinanzi ai tribunali nazionali attraverso qualsiasi meccanismo giuridico appropriato, qualora esse dimostrino l’esistenza di tali danni derivanti dagli atti impugnati.
118. Infine, la Corte rileva che le societ? ricorrenti hanno il diritto di chiedere il risarcimento del danno morale dinanzi ai tribunali russi a causa della proroga del termine per l’applicazione delle misure di sequestro, ai sensi della legge sul risarcimento dei danni (cfr. punto 63). Alla luce di tutte le prove a sua disposizione, la Corte ritiene che la constatazione di una violazione costituisca di per s? sufficiente e giusta soddisfazione per il danno non patrimoniale subito dalle ricorrenti.
Costi e spese
Tesi delle parti
119. Le societ? ricorrenti nella domanda n. 7896/15 chiedono la somma di EUR 15 000, che corrisponde a 34 giorni di lavoro, 8 ore al giorno, da parte del loro rappresentante dinanzi al Tribunale, la sig.ra Visentin. I ricorrenti nella domanda n. 48168/17 chiedono 110 220 euro per 1 336 ore di lavoro fornite dalla sig.ra Visentin.
120. Le ricorrenti producono diversi contratti per servizi legali conclusi principalmente dalla sig.ra Shapiro, nell’interesse delle societ? ricorrenti, ma anche di alcune di esse. Secondo tali contratti, la tariffa oraria applicata dalla sig.ra Visentin ? di EUR 150, la tariffa giornaliera ? di EUR 660, e il lavoro fornito dalla sig.ra Visentin riguarda sia il sequestro e la conservazione dei beni sia altri reclami non rivelati e inammissibili.
121. Tutti i ricorrenti chiedono inoltre il rimborso di 8 215 461 RUB (l’equivalente di quasi 111 000 EUR alla data delle osservazioni) per i costi e le spese che essi affermano di aver sostenuto dinanzi ai giudici nazionali. Secondo le ricorrenti, tale somma comprende le prestazioni legali e le spese di viaggio degli avvocati e degli operatori del diritto in diversi procedimenti nazionali.
122. Secondo i documenti forniti dai ricorrenti, gli avvocati che hanno partecipato al procedimento relativo alla conservazione di oggetti e documenti e al mantenimento dei sequestri hanno addebitato loro 548 ore di lavoro ad una tariffa oraria di EUR 300, per un importo complessivo di RUB 6 183 611, comprese le spese di viaggio (l’equivalente di EUR 83 562 alla data delle osservazioni). Gli stessi avvocati avrebbero addebitato loro un ulteriore importo di 27 600 EUR, incluse le spese di viaggio, per servizi legali nell’interesse di OOO Stroymontazhproyekt e OOO Signal in relazione al sequestro dei beni di tali societ?.
123. Le societ? ricorrenti affermano che l’avvocato che ha partecipato al procedimento relativo alla domanda di risarcimento per la violazione del diritto di far eseguire le decisioni entro un termine ragionevole (punti 46-48) ha addebitato loro 69 ore di lavoro ad una tariffa oraria compresa tra 2 000 e 3 000 RUB, per un totale di 229 900 RUB, comprese le spese di viaggio (pari a 3 100 EUR alla data delle osservazioni).
Senza commentare i documenti forniti dai ricorrenti (accordi sulle tariffe, conti orari e ricevute), il Governo sostiene che i reclami sono infondati, che la somma di EUR 15.000 per l’istanza n. 7896/15 ? esagerata e che le spese di RUB 8.215.461 per l’istanza n. 48168/17 non sono relative ai reclami esaminati dal Tribunale.
Valutazione della Corte
(125) Secondo la giurisprudenza della Corte, un richiedente pu? ottenere il rimborso delle sue spese solo nella misura in cui ne sia accertata la realt?, la necessit? e la ragionevolezza della tariffa. Le spese legali sono recuperabili solo nella misura in cui si riferiscono alla violazione riscontrata (Beyeler c. Italia (solo soddisfazione) [GC], n. 33202/96, ? 27, 28 maggio 2002).

126. Nel caso di specie, il Tribunale osserva che le spese di rappresentanza e di assistenza alle ricorrenti da parte della sig.ra Visentin si riferiscono solo in parte al lavoro legale svolto in relazione alle denunce per le quali sono state riscontrate violazioni. Inoltre, ritiene che la fatturazione di 1.336 ore di lavoro sulle domande (che rappresentano quasi 167 giorni di lavoro a tempo pieno) sia chiaramente eccessiva rispetto alla complessit? del caso (Iatridis c. Grecia (solo soddisfazione) [GC], n. 31107/96, ? 57, CEDU 2000-XI).
127. Alla luce delle prove a sua disposizione e tenuto conto, in particolare, della complessit? del caso, del numero di ricorrenti e del lavoro svolto dalla sig.ra Visentin, la Corte concede una somma forfettaria 10.000 euro per il procedimento della Convenzione a tutti i ricorrenti in solido.
128. Per quanto riguarda le spese sostenute dinanzi ai giudici nazionali, la Corte ritiene che non tutte le spese direttamente connesse ai presenti ricorsi siano state necessariamente sostenute e non siano ragionevoli. A parere della Corte, la tariffa oraria di 300 euro in particolare ? chiaramente eccessiva rispetto alla tariffa oraria media di quasi 40,5 euro applicata dagli avvocati della regione di Iamalo-Nenets. Inoltre, il numero di ore di lavoro non sembra essere giustificato dalla complessit? del caso, e diversi viaggi non sembrano essere stati necessari. Infine, le domande presentate mostrano che vi sono stati diversi casi di sovrapposizione e di duplicazione del lavoro.
129. Alla luce di tutte le prove a sua disposizione, il Tribunale ritiene ragionevole concedere alle ricorrenti in solido una somma forfettaria di 10 000 euro per le spese e i costi sostenuti dinanzi ai tribunali nazionali.
Interessi moratori
130. La Corte ritiene opportuno basare il tasso di interesse di mora sul tasso di interesse delle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea, maggiorato di tre punti percentuali.
PER QUESTI MOTIVI, IL TRIBUNALE, ALL’UNANIMIT?
Decide di aderire alle richieste ;
2. Dichiara le istanze ammissibili per quanto riguarda i crediti derivanti dalla continuazione della riserva di propriet? e dal mantenimento dei pignoramenti, e inammissibili per il resto;
1. constata una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione;
Sostiene che non ? necessario esaminare i reclami ai sensi degli articoli 6 ? 1 e 13 della Convenzione;
Sostiene che la constatazione di una violazione costituisce una soddisfazione giusta e sufficiente per il danno non patrimoniale subito dalle ricorrenti

Testo Tradotto

TROISI?ME SECTION

AFFAIRE OOO SK STROYKOMPLEKS ET AUTRES c. RUSSIE

(Requ?tes nos 7896/15 et 48168/17)

ARR?T

Art 1 P1 ? Re?glementer l?usage des biens ? R?tention ill?gale de biens des soci?t?s requ?rantes saisis dans le cadre de la proc?dure p?nale contre leur actionnaire majoritaire, sans jamais ?tre qualifi?s de preuves mat?rielles ? Absence de justification au maintien disproportionn? des saisies de la quasi?totalit? des biens de soci?t?s tierces ? la proc?dure p?nale contre l?actionnaire majoritaire

STRASBOURG

17 d?cembre 2019

D?FINITIF

17/04/2020

Cet arr?t est devenu d?finitif en vertu de l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire OOO SK Stroykompleks et autres c. Russie,

La Cour europ?enne des droits de l?homme (troisi?me section), si?geant en une Chambre compos?e de :

Paul Lemmens, pr?sident,

Georgios A. Serghides,

Paulo Pinto de Albuquerque,

Helen Keller,

Dmitry Dedov,

Mar?a El?segui,

Erik Wennerstr?m, juges,

et de Stephen Phillips, greffier de section,

Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 26 novembre 2019,

Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :

PROC?DURE

1. ? l?origine de l?affaire se trouvent deux requ?tes (nos 7896/15 et 48168/17) dirig?es contre la F?d?ration de Russie. Les requ?rantes (voir la liste en annexe) ont saisi la Cour les 31 janvier 2015 et 1er juillet 2017 respectivement en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).

2. Les requ?rantes ont ?t? repr?sent?es par Mme Visentin, juriste ? Lainate (Italie). Le gouvernement russe (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par M. M. Galperine, repr?sentant de la F?d?ration de Russie aupr?s de la Cour europ?enne des droits de l?homme.

3. Les requ?rantes all?guaient en particulier que les saisies prolong?es de leurs biens, la r?tention continue par les autorit?s de certains objets, ainsi que l?absence de tout recours effectif pour s?opposer ? ces mesures ont viol? leurs droits garantis par l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention et par les articles 6 ? 1 et 13 de la Convention.

4. Le 25 mai 2018, les griefs relatifs au droit au respect des biens, au droit ? l?ex?cution de d?cisions judiciaires dans un d?lai raisonnable et au droit ? un recours effectif ont ?t? communiqu?s au Gouvernement et les requ?tes ont ?t? d?clar?es irrecevables pour le surplus conform?ment ? l?article 54 ? 3 du r?glement de la Cour.

EN FAIT

LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
La gen?se de l?affaire
5. La premi?re requ?rante dans la requ?te no 48168/17, Mme Shapiro, est l?associ?e unique ou majoritaire des 19 soci?t?s requ?rantes ? soci?t?s ? responsabilit? limit?e (voir les informations concernant toutes les requ?rantes en annexe).

6. En mai 2006, plusieurs poursuites p?nales furent diligent?es contre plusieurs personnes pour escroquerie aggrav?e, d?tournement de fonds aggrav? et abus de pouvoir aggrav?, commis en r?union dans la r?gion autonome de Iamalo-Nenets.

7. ? une date non pr?cis?e dans le dossier, Mme Shapiro quitta la Russie et s?installa en Isra?l. Le 27 avril 2007, elle fut mise en examen in absentia pour escroquerie aggrav?e, d?tournement de fonds aggrav? et complicit? dans la commission de d?tournement de fonds aggrav? et d?abus de fonctions pour un montant total de pr?s de 125 millions de roubles (RUB).

8. Dans le cadre de l?enqu?te, plusieurs mesures d?instruction furent effectu?es, dont des perquisitions et des saisies de documents et d?objets dans les locaux des soci?t?s requ?rantes OOO SK Stroykompleks et OOO Signal (requ?te no 7896/15) ainsi que des saisies de biens appartenant ? toutes les requ?rantes (requ?te no 48168/17).

9. L?enqu?te p?nale contre Mme Shapiro est actuellement suspendue en raison de la fuite de celle-ci et d?autres personnes mises en examen.

Les faits se rapportant ? la requ?te no 7896/15 introduite par les soci?t?s OOO SK Stroykompleks et OOO Signal
Les perquisitions et les saisies des biens des soci?t?s requ?rantes
10. Les 12 et 16 mai 2006, des perquisitions furent men?es dans les locaux des soci?t?s requ?rantes. Plusieurs objets furent saisis (??????) dont des documents, des unit?s centrales d?ordinateurs et d?autres supports ?lectroniques.

11. Par des d?cisions rendues le 30 mai et le 14 juillet 2006, le tribunal de la ville de Salekhard (r?gion autonome de Iamalo-Nenets) (? le tribunal de Salekhard ?) rejeta les recours des soci?t?s requ?rantes tendant ? contester les perquisitions et les saisies des objets et documents pr?cit?s.

12. Le 4 juillet 2006, l?enqu?teur charg? de l?affaire p?nale examina (????????) les unit?s centrales d?ordinateurs saisies mais il ne prit aucune d?cision concernant le statut de celles-ci et ne d?clara pas qu?il s?agissait de preuves ? charge.

Les tentatives de restitution des biens saisis
13. Le 6 novembre 2012, les soci?t?s requ?rantes demand?rent ? l?enqu?teur, inter alia, de leur restituer les unit?s centrales en question. En r?ponse, l?enqu?teur leur proposa de copier les informations stock?es sur ces unit?s centrales. Face ? ce refus implicite de l?enqu?teur de leur rendre leurs biens, les requ?rantes form?rent un recours en justice fond? sur l?article 125 du code de proc?dure p?nale (CPP) (paragraphes 59-61 ci?dessus).

14. Le 21 mars 2014, le tribunal de Salekhard accueillit le recours form? par les soci?t?s requ?rantes. Il estima que tous les objets saisis avaient ?t? d?clar?s comme ?tant des preuves dans l?affaire p?nale. Se r?f?rant ? l?article 82 ? 2 (5) b) du CPP (paragraphe 51 ci-dessous), il jugea que la r?tention prolong?e des supports ?lectroniques et des originaux de certains documents par les autorit?s de poursuite n?avait aucun fondement et qu?il n?existait aucun obstacle ? la restitution de ceux-ci. Le tribunal consid?ra que la r?tention ?tait excessive et injustifi?e, que l?absence de toute d?cision de l?enqu?teur en r?ponse ? la demande des requ?rantes du 6 novembre 2012 ?tait ill?gale, et il enjoignit ? ce dernier de redresser les violations du CPP constat?es en l?esp?ce (????????? ?????????? ?????????).

15. Le 2 juin 2014, la cour de Iamalo-Nenets modifia en appel la d?cision 21 mars 2014. Elle constata que, contrairement ? ce qu?avait jug? le tribunal de Salekhard, les supports ?lectroniques et certains documents saisis n?avaient jamais ?t? qualifi?s de preuves dans l?affaire p?nale. Aucune d?cision formelle ne fut rendue concernant la demande de restitution des unit?s centrales d?ordinateurs.

16. Le 1er ao?t 2014, un juge unique de la cour de Iamalo-Nenets refusa de soumettre le pourvoi en cassation des soci?t?s requ?rantes ? l?examen du pr?sidium de la m?me cour. Il observa que les int?ress?es pouvaient faire des copies des documents dont elles estimaient avoir besoin.

17. Faute de restitution des unit?s centrales et de certains documents, les soci?t?s requ?rantes saisirent la justice d?un nouveau recours fond? sur l?article 125 du CPP.

18. Par une d?cision du 29 octobre 2014, le tribunal de Salekhard constata que l?enqu?teur avait omis de prendre une d?cision concernant le sort des objets qui n??taient pas qualifi?s de preuves dans l?affaire p?nale, et il jugea que cette omission ?tait ill?gale et injustifi?e (?????????? ? ??????????????). Le m?me jour, il rendit une ordonnance particuli?re (??????? ?????????????) en attirant l?attention du comit? d?instruction sur les violations de la loi proc?durale ? l?occasion de l?inex?cution par l?enqu?teur des d?cisions judiciaires rendues en application de l?article 125 du CPP (voir les d?tails dans le paragraphe 32 ci-dessous).

19. Il appara?t que, ? la date des observations des parties, en 2019, les autorit?s de poursuite n?ont pris aucune d?cision formelle sur le sort des unit?s centrales en cause.

Les faits se rapportant ? la requ?te no 48168/17 introduite par Mme Shapiro et 19 soci?t?s
Les saisies des biens des requ?rantes ordonn?es en 2007 et 2010
20. ? une date non pr?cis?e dans le dossier, l?enqu?teur demanda au tribunal de Salekhard d?autoriser les saisies de tous les biens immeubles, v?hicules et avoirs bancaires connus des requ?rantes.

21. Par une ordonnance du 2 mai 2007, le tribunal de Salekhard autorisa la saisie demand?e. Il nota que Mme Shapiro ?tait l?associ?e unique des 19 soci?t?s et la consid?ra de ce fait comme la seule propri?taire des biens qui auraient ?t? acquis au moyen d?activit?s criminelles. L?ordonnance ne pr?cisait pas quelles restrictions au droit de propri?t? d?coulaient de la saisie.

22. Le 23 ao?t 2007, la cour de Iamalo-Nenets confirma cette ordonnance en cassation. Elle fit siennes les conclusions du tribunal et rajouta que l?ordonnance de saisie ne faisait pas obstacle en soi ? une mainlev?e ult?rieure de la saisie, conform?ment ? l?article 115 ? 9 du CPP (paragraphe 54 ci-dessous).

23. Par cinq ordonnances des 30 mars, 12 avril et 29 avril 2010, le tribunal du district Basmanny (ville de Moscou) ordonna la saisie des avoirs bancaires existants et futurs des soci?t?s OOO Rosa, OOO Spetsavtomatika, OOO Plyus-S, OOO Sever, OOO Stroitel-3, OOO Stil-S, OOO SK Stroykompleks, OOO Laska-S, OOO Saturn-S, OOO Alfa-S, OOO Plyus et OOO Stroymontazhproyekt. La saisie consistait en une interdiction de disposer des avoirs.

24. Le tribunal tint compte de l?argument de l?enqu?teur selon lequel les soci?t?s requ?rantes, dirig?es par Mme Shapiro, continuaient ? exercer des activit?s commerciales de mise en location des locaux saisis et ? encaisser des loyers.

Les 9 et 11 ao?t 2010, la cour de la ville de Moscou rejeta en cassation les recours contre les ordonnances de saisie des avoirs bancaires.

Les tentatives d?obtention des mainlev?es des saisies
a) Les demandes de mainlev?e et les recours fond?s sur l?article 125 du CPP exerc?s par les soci?t?s requ?rantes

25. Le 17 d?cembre 2012, les soci?t?s requ?rantes demand?rent ? l?enqu?teur de lever les saisies de leurs biens, en application de l?article 115 ? 9 du CPP.

26. Par deux d?cisions du 19 d?cembre 2012, l?enqu?teur rejeta cette demande. Les motifs du rejet ?taient les suivants : les saisies ?taient destin?es ? garantir l?ex?cution d?une future confiscation des biens de Mme Shapiro en tant que sanction p?nale ; le CPP ne pr?voyait pas de d?lai pour une saisie et celle-ci pouvait ?tre maintenue m?me en cas de suspension de l?enqu?te ; la dur?e de l?enqu?te p?nale et sa suspension r?sultaient directement de la fuite de Mme Shapiro ; le CPP n?imposait ni une limitation de la valeur des biens saisissables ni une appr?ciation par un expert de la valeur de tels biens ; les biens saisis subissaient une d?pr?ciation ind?pendamment du fait de leur saisie, simplement par l?effet du passage du temps.

27. Les soci?t?s requ?rantes contest?rent ces d?cisions par la voie du recours fond? sur l?article 125 du CPP. Le 23 avril 2014, le tribunal de Salekhard, se r?f?rant ? l?arr?t de la Cour constitutionnelle du 31 janvier 2011 (paragraphe 55 ci-dessous), accueillit leur recours. Le tribunal nota qu?aucune action civile n?avait ?t? form?e en l?esp?ce et que la sanction de confiscation n?avait ?t? introduite dans le code p?nal qu?en 2006 alors que les infractions reproch?es ? Mme Shapiro avaient ?t? commises entre 2002 et 2004. Il estima que la saisie de la totalit? des biens n??tait pas proportionn?e au pr?judice all?gu?. Il conclut qu?il n?y avait plus de raisons de maintenir cette mesure (?????????? ????????? ??? ?????????? ????? ????). Il d?clara que les d?cisions de l?enqu?teur ?taient ill?gales et injustifi?es et lui enjoignit de redresser les violations du CPP constat?es en l?esp?ce.

28. Le 30 juin 2014, la cour de Iamalo-Nenets rejeta l?appel du procureur contre la d?cision du tribunal de Salekhard. Elle fit siennes les conclusions du tribunal et ajouta que le mandat d?arr?t d?livr? ? l??gard de Mme Shapiro ne pouvait pas justifier le maintien prolong? des saisies, d?autant plus que les biens des soci?t?s requ?rantes n?appartenaient pas ? Mme Shapiro.

29. Le 14 juillet 2014, l?enqu?teur r?examina les demandes de mainlev?e des requ?rantes et rendit une nouvelle d?cision de refus ? l??gard des soci?t?s OOO Rosa, OOO Signal, OOO Soyuz, OOO Spetsavtomatika et OOO Spetsservis seulement, pour les m?mes motifs que ceux expos?s pr?c?demment.

30. ? une date non pr?cis?e dans le dossier, toutes les soci?t?s requ?rantes form?rent un nouveau recours pr?vu par l?article 125 du CPP. Dans ce recours, elles se plaignaient d?une inex?cution persistante par l?enqu?teur des d?cisions judiciaires du 21 mars 2014 (paragraphe 14 ci?dessus) et du 23 avril 2014 (paragraphe 27 ci-dessus).

31. Par une d?cision du 29 octobre 2014, le tribunal de Salekhard accueillit partiellement le recours en consid?rant d?embl?e que ? si une d?cision de justice rendue en application de l?article 125 du CPP rest[ait] inex?cut?e par les autorit?s de poursuite, le plaignant [pouvait] former un recours contre ce manquement ?. Il estima que l?enqu?teur avait manqu? ? son obligation d?ex?cuter la d?cision du 23 avril 2014 dans laquelle il avait ?t? clairement conclu ? l?absence de raisons pour maintenir les saisies, et que le r?examen par l?enqu?teur de cette conclusion du tribunal ?tait inadmissible. Le tribunal de Salekhard observa aussi que, dans la d?cision du 14 juillet 2014 (paragraphe 29 ci-dessus), l?enqu?teur n?avait pris aucune d?cision quant aux demandes des 14 autres soci?t?s.

Il enjoignit ? l?enqu?teur de rem?dier ? toutes ces d?faillances.

32. Le m?me jour, le tribunal de Salekhard rendit une ordonnance particuli?re (??????? ?????????????) ? l?attention du comit? d?instruction. Dans cette ordonnance, il releva que l?enqu?teur avait pass? outre l?obligation qui lui avait ?t? impos?e par le tribunal de rem?dier aux d?faillances constat?es, ce qui ?tait inadmissible, et que l?enqu?teur n?avait toujours pas ex?cut? les d?cisions judiciaires des 21 mars et 23 avril 2014.

33. Le 22 janvier 2015, l?enqu?teur rejeta une nouvelle fois la demande des soci?t?s requ?rantes de mainlev?e des saisies, pour les m?mes motifs que ceux avanc?s pr?c?demment. Il consid?ra que la mainlev?e des saisies entra?nerait in?vitablement la disparition des biens.

34. Par les d?cisions des 9 et 12 f?vrier 2017, l?enqu?teur rejeta, toujours pour les m?mes motifs, deux nouvelles demandes de la soci?t? OOO Stroymontazhproekt de lever la saisie de ses biens.

35. Par deux lettres adress?es aux soci?t?s requ?rantes les 25 juin et 7 ao?t 2018, l?enqu?teur informa celles-ci que les saisies de leurs biens n?avaient pas ?t? lev?es ? faute de fondements l?gaux ? ? cela (????? ?????????? ???????? ?????????).

b) Les demandes de mainlev?e et les recours fond?s sur l?article 125 du CPP exerc?s par Mme Shapiro

36. Le 17 octobre 2012, Mme Shapiro demanda ? l?enqu?teur de lever la saisie de ses biens. Par une d?cision du 19 octobre 2012, celui-ci rejeta la demande de l?int?ress?e pour des motifs similaires ? ceux expos?s dans les d?cisions du 19 d?cembre 2012 (paragraphe 26 ci-dessus). Mme Shapiro contesta cette d?cision par la voie du recours fond? sur l?article 125 du CPP.

37. Le 14 f?vrier 2014, le tribunal de Salekhard accueillit son recours. Il nota que les infractions imput?es ? Mme Shapiro n??taient pas passibles, ? l??poque de leur commission, de confiscation comme sanction p?nale, qu?aucune action civile n?avait ?t? form?e, et que la valeur totale des biens saisis d?passait plusieurs fois le montant du pr?judice all?gu?. Le tribunal conclut que le maintien de la saisie n??tait plus pertinent (??????? ???? ????????????) et qu?il faisait supporter ? la plaignante une charge injustifi?e (?????????????? ?????) sans lien avec les besoins r?els de l?enqu?te. Par cons?quent, le tribunal de Salekhard jugea que la d?cision de l?enqu?teur ?tait ill?gale et injustifi?e et lui enjoignit de rem?dier aux d?faillances constat?es.

38. Le 17 avril 2014, la cour de Iamalo-Nenets rejeta l?appel du procureur contre cette d?cision. Elle souligna que l?absence d?indication dans le CPP de d?lais pour la saisie des biens de la personne mise en examen ne permettait pas de maintenir une telle saisie ind?finiment.

39. Le 14 juillet 2014, l?enqu?teur refusa une nouvelle fois de lever la saisie des biens de Mme Shapiro pour les m?mes motifs que ceux expos?s pr?c?demment. Il ajouta que les infractions imput?es ? l?int?ress?e ?taient passibles d?une amende. Mme Shapiro forma un nouveau recours contre cette d?cision.

40. Le 27 octobre 2014, le tribunal de Salekhard accueillit le recours et d?clara que la d?cision de l?enqu?teur ?tait ill?gale et injustifi?e. Il constata qu?une action civile avait ?t? form?e pour un montant de pr?s de 4 millions de RUB, ce qui ?tait largement inf?rieur ? la valeur des biens saisis, et il estima que le maintien de la saisie avait perdu sa pertinence.

41. Par des d?cisions du 31 d?cembre 2014 et du 27 ao?t 2016, l?enqu?teur rejeta, toujours pour les m?mes motifs, deux nouvelles demandes de Mme Shapiro visant ? obtenir la lev?e de la saisie de ses biens.

c) Le recours fond? sur l?article 115.1 du CPP exerc? par Mme Shapiro

42. ? une date non pr?cis?e dans le dossier, Mme Shapiro adressa au tribunal de Salekhard une demande, en application des articles 115 ? 9 et 115.1 du CPP (paragraphes 54 et 58 ci-dessous), de lev?e des saisies de ses biens et de ceux des soci?t?s requ?rantes ou d?assortir ces saisies d?un d?lai.

43. Par une d?cision du 31 mars 2016, le tribunal rejeta la demande sans examen au motif que seul l?enqu?teur, en tant ? [qu?]autorit? charg?e de l?affaire ? ?tait comp?tent pour statuer sur celle-ci.

44. Le 30 mai 2016, la cour de Iamalo-Nenets confirma cette d?cision en appel. Elle ajouta que le tribunal ne pourrait ordonner la mainlev?e d?une saisie en application de l?article 115.1 du CPP que lorsqu?il examinerait une demande de l?enqu?teur visant ? prolonger le d?lai d?une telle saisie, et que la requ?rante pourrait adresser ? l?enqu?teur une nouvelle demande de mainlev?e et contester en justice, le cas ?ch?ant, la d?cision de refus.

45. Mme Shapiro se pourvut en cassation en indiquant, inter alia, que, en l?absence d?une demande de l?enqu?teur au tribunal visant ? fixer un d?lai pour les saisies, elle avait d? saisir la justice directement. Le 24 ao?t 2016, un juge unique de la cour de Iamalo-Nenets refusa de transmettre le pourvoi en cassation pour examen au pr?sidium de la m?me juridiction. Il fit siennes les conclusions du tribunal de Salekhard et de la cour de Iamalo-Nenets et ajouta que l?article 115.1 du CPP s?appliquait seulement aux demandes des personnes tierces ? une proc?dure p?nale, ce qui n??tait pas le cas de Mme Shapiro.

L?action en indemnisation pour inex?cution prolong?e de la d?cision de justice
46. ? une date non pr?cis?e dans le dossier, les soci?t?s requ?rantes form?rent un recours en justice en application de la loi sur l?indemnisation telle que modifi?e ? compter du 1er janvier 2017 (paragraphe 64 ci-dessous). Se plaignant d?une violation de leur droit ? l?ex?cution dans un d?lai raisonnable de la d?cision du 23 avril 2014 rendue par le tribunal de Salekhard (paragraphe 27 ci-dessus), elles demandaient une indemnisation. Les soci?t?s requ?rantes indiquaient, en particulier, qu?elles mettaient en location la plupart des immeubles saisis et que le maintien des saisies avait un impact n?gatif sur leur r?putation professionnelle et rendait difficile la gestion de leurs affaires.

47. Par une d?cision du 28 juin 2017, le tribunal de Salekhard rejeta la demande sans examen. D?une part, il estima que la loi f?d?rale pr?cit?e n?avait pas de port?e r?troactive. D?autre part, il consid?ra que les tribunaux statuant en application de l?article 125 du CPP n??taient pas comp?tents pour ordonner la mainlev?e d?une saisie et que la d?cision du 23 avril 2014 n?imposait pas ? l?enqu?teur de lever les saisies mais lui enjoignait seulement de rem?dier aux d?faillances constat?es.

48. Par une d?cision du 3 ao?t 2017 envoy?e aux soci?t?s requ?rantes le 9 ao?t 2017, la cour de Iamalo-Nenets rejeta l?appel de celles-ci contre la d?cision du 28 juin 2017. Le 17 janvier 2018, un juge unique de la cour de Iamalo-Nenets refusa de transmettre le pourvoi en cassation des soci?t?s requ?rantes pour examen par le pr?sidium de la m?me juridiction.

LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
Sur le r?gime juridique des biens saisis (???????) comme preuves mat?rielles dans une affaire p?nale
49. Selon l?article 81 ? 4 du CPP, les objets et documents saisis par les autorit?s de poursuite dans le cadre d?une enqu?te p?nale mais non qualifi?s de preuves mat?rielles doivent ?tre restitu?s aux personnes ? qui ils ont ?t? saisis. Depuis le 10 ao?t 2012, cet article est compl?t? par une mention selon laquelle la restitution doit ?tre faite en tenant compte de l?exigence de d?lai raisonnable de la proc?dure p?nale.

50. Le 15 juillet 2016, le nouvel article 81.1 a ?t? introduit dans le CPP. Cet article r?glemente le r?gime juridique des objets ? y compris les supports ?lectroniques – et documents saisis dans le cadre d?une enqu?te concernant les infractions de nature ?conomique (dont l?escroquerie et le d?tournement de fonds). Selon cet article, les objets et documents saisis doivent ?tre qualifi?s de preuves mat?rielles dans un d?lai maximal de dix jours ? compter de leur saisie. Ce d?lai peut ?tre prolong? pour 30 jours dans certaines circonstances exceptionnelles. Les objets et documents qui ne sont pas qualifi?s de preuves mat?rielles doivent ?tre restitu?s dans un d?lai maximal de cinq jours ? compter du moment o? d?autres objets et documents ont ?t? qualifi?s de preuves.

51. Selon l?article 82 ? 2 (5) du CPP, en vigueur ? compter du 10 ao?t 2012, les supports ?lectroniques qui sont des preuves mat?rielles dans le cadre d?une affaire p?nale doivent ?tre restitu?s ? leur possesseur l?gitime apr?s avoir ?t? examin?s et apr?s avoir fait l?objet des autres mesures d?instruction n?cessaires, si cette restitution est possible sans porter pr?judice aux int?r?ts de l?enqu?te p?nale.

52. Dans sa d?cision du 11 janvier 2018 no 1-P, la Cour constitutionnelle s?est prononc?e sur la port?e des articles 81.1 et 82 du CPP. Elle a indiqu? que, lorsque, dans le cadre d?une enqu?te p?nale concernant des infractions de nature ?conomique, les autorit?s de poursuite saisissent des biens appartenant ? des personnes tierces utilis?s dans le cadre des activit?s professionnelles de celles-ci, apr?s avoir conduit les mesures d?instruction n?cessaires relatives ? ces biens, les autorit?s doivent aussit?t les restituer ? leur propri?taire ou possesseur pour conservation (??????????????? ???????????? ???????????? ??? ????????? ?? ????????????? ????????), si cela est possible sans porter pr?judice aux int?r?ts de l?enqu?te p?nale.

Sur les saisies (??????) des biens dans le cadre d?une affaire p?nale
53. L?article 115 du CPP r?glemente la mesure de saisie des biens dans le cadre d?une proc?dure p?nale. Selon cet article, la saisie peut ?tre op?r?e pour assurer l?ex?cution d?un jugement de condamnation dans sa partie concernant l?action civile, l?imposition d?une amende, ou encore la confiscation des biens.

54. L?article 115 ? 9 du CPP dispose que, lorsqu?une saisie n?est plus n?cessaire, elle est lev?e par une autorit? charg?e de l?affaire p?nale.

55. Dans son arr?t no 1-P du 31 janvier 2011, la Cour constitutionnelle a d?clar? inconstitutionnelles certaines dispositions de l?article 115 du CPP au motif qu?elles ne pr?voyaient pas de recours effectif pour les propri?taires d?poss?d?s de leurs biens en cas de suspension d?une enqu?te p?nale pour cause de fuite de l?inculp?.

56. Dans son arr?t no 25-P du 21 octobre 2014, la Cour constitutionnelle a d?clar? inconstitutionnelles certaines dispositions de l?article 115 du CPP en ce que cette norme ne pr?voyait pas de ? m?canisme l?gal appropri? ? pour la ? protection judiciaire effective ? des droits des tiers dont le droit de propri?t? avait ?t? affect? par l?application prolong?e d?une mesure de saisie. Elle a estim? en particulier que la mesure de saisie, par sa nature m?me, devait ?tre temporaire et ?tre assortie de garanties proc?durales, et que le maintien de la saisie devait ?tre assorti d?un contr?le judiciaire effectif.

57. En application de ces deux arr?ts, le 15 septembre 2015, certaines dispositions du CPP ont ?t? modifi?es. En particulier, l?article 115 du CPP pr?voit d?sormais que, lors de la r?alisation d?une saisie, un proc?s-verbal doit ?tre dress? et mentionner que la personne d?poss?d?e a la possibilit? de former un recours contre l?ordonnance de saisie, de demander une modification des restrictions ? la propri?t? ou de solliciter la mainlev?e de la mesure. En outre, d?sormais, le tribunal autorisant la saisie des biens des personnes tierces doit fixer un d?lai de validit? de la mesure (article 115 ? 3 du CPP). ? l?expiration du d?lai, si le tribunal n?autorise pas une prolongation de celui-ci, la saisie est lev?e (article 115 ? 9 du CPP).

58. Le nouvel article 115.1 du CPP, en vigueur ? compter du 15 septembre 2015, d?crit les modalit?s de l?autorisation judiciaire de prolongation du d?lai de saisie des biens des personnes tierces ? la proc?dure p?nale (voir, pour plus de d?tails, Lachikhina c. Russie (no 38783/07, ?? 36-39, 10 octobre 2017)). Dans sa d?cision no 1182-O du 23 juin 2016, la Cour constitutionnelle a estim? que les dispositions des articles 115 et 115.1 du CPP n?exon?raient pas le tribunal de l?obligation de statuer sur le fond des demandes ?manant des personnes tierces tendant ? la mainlev?e de la saisie de leurs biens.

Sur le recours pr?vu par l?article 125 du code de proc?dure p?nale
59. Les dispositions pertinentes en l?esp?ce de l?article 125 du CPP relatif au contr?le juridictionnel des d?cisions et des actes ou omissions d?un enqu?teur ou d?un procureur sont expos?es dans l?arr?t Roman Zakharov c. Russie [GC] (no 47143/06, ?? 89?91, CEDH 2015).

60. Le 10 f?vrier 2009, le pl?num de la Cour supr?me a rendu son arr?t no 1 relatif ? la port?e de l?article 125 du CPP. Dans cet arr?t, la Cour supr?me a d?clar? que, lorsque le tribunal constate le caract?re ill?gal ou injustifi? d?une d?cision, d?un acte ou d?une omission d?un enqu?teur, il lui enjoint de rem?dier ? la d?faillance constat?e (????????? ?????????? ?????????).

61. Dans ce m?me arr?t, la Cour supr?me a ?galement jug? que, si les autorit?s de poursuite n?ex?cutaient pas une d?cision judiciaire d?finitive rendue en application de l?article 125 du CPP, le justiciable pouvait former contre cette inaction un nouveau recours fond? sur l?article 125 du CPP. Dans ce dernier cas, la Cour supr?me a sugg?r? aux tribunaux de rendre une ordonnance particuli?re, conform?ment ? l?article 29 ? 4 du CPP (paragraphe 62 ci-dessous), en attirant l?attention des fonctionnaires sur les violations de la loi n?cessitant la prise de mesures appropri?es par ces derniers.

D?autres dispositions pertinentes
62. Selon l?article 29 ? 4 du CPP, lorsque, dans le cadre de l?examen d?une affaire p?nale, le tribunal d?couvre, entre autres, des violations de la loi commises par les autorit?s de poursuite, il peut rendre une ordonnance particuli?re (??????? ???????????) en attirant l?attention des fonctionnaires et entit?s comp?tents sur ces violations n?cessitant la prise de mesures appropri?es. Si le tribunal l?estime n?cessaire, il peut ?galement rendre une ordonnance particuli?re dans d?autres cas.

63. Le 15 septembre 2015, la loi f?d?rale no 68-FZ (? la loi sur l?indemnisation ?) a ?t? modifi?e. Depuis cette date, en cas de violation du d?lai raisonnable d?application d?une mesure de saisie des biens de personnes tierces ? une proc?dure p?nale, ces personnes peuvent former une action en indemnisation pour violation du droit ? un d?lai raisonnable, ? condition que la saisie soit maintenue depuis plus de quatre ans.

64. Le 1er janvier 2017, la loi sur l?indemnisation a encore ?t? modifi?e. D?sormais, elle contient des dispositions qui ?tendent sa port?e aux affaires relatives ? la non-ex?cution de jugements internes imposant des obligations en nature ? diverses autorit?s nationales (voir, pour plus de d?tails, Shtolts et autres c. Russie (d?c.), nos 77056/14, 17236/15 et 14023/16, ?? 26 et 31-41, 31 janvier 2018).

EN DROIT

SUR LA JONCTION DES REQU?TES
65. Compte tenu de la similitude des requ?tes, la Cour estime appropri? de les examiner conjointement en un seul arr?t.

SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1 ? LA CONVENTION
66. Les requ?rantes all?guent que les mesures de saisies de leurs biens, en place depuis plusieurs ann?es, et la r?tention de certains objets par les autorit?s ont viol? leur droit au respect de leurs biens pr?vu par l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention. Cet article est ainsi libell? :

? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.

Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les ?tats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?

Sur la recevabilit?
Th?ses des parties
67. Le Gouvernement estime que la requ?te no 48168/17 est tardive car elle a ?t? introduite le 1er juillet 2017, soit plus de six mois apr?s la derni?re d?cision d?finitive dans l?affaire ? ses yeux, ? savoir la d?cision du 29 octobre 2014 du tribunal de Salekhard (paragraphe 31 ci-dessus). Selon le Gouvernement, les requ?rantes qui se plaignent d?une inex?cution de cette d?cision auraient d? saisir la Cour dans un ? d?lai raisonnable ? et non deux ans et sept mois apr?s le prononc? de ladite d?cision.

68. Les requ?rantes combattent cette th?se. Elles estiment que les saisies prolong?es de leurs biens et le manquement persistant des enqu?teurs ? ex?cuter les d?cisions judiciaires s?analysent en une ? situation continue ? au sens de la Convention. Elles soutiennent que, au lieu de lever les saisies et de restituer les biens, comme cela leur aurait ?t? ordonn? par les tribunaux, les enqu?teurs ont de nouveau rejet? leurs demandes en ce sens et leur ont implicitement sugg?r? d?entamer de nouveaux recours fond?s sur l?article 125 du CPP. Or, aux yeux des requ?rantes, dans ces circonstances, ces nouveaux recours auraient ?t? sans effet.

69. Les requ?rantes indiquent par ailleurs avoir tent? d?exercer une action en indemnisation pour violation de leur droit ? l?ex?cution des d?cisions dans un d?lai raisonnable, conform?ment ? la loi sur l?indemnisation telle que modifi?e le 1er janvier 2017 (paragraphe 64 ci?dessus). Elles disent qu?elles ont introduit leur requ?te dans les six mois ? compter de cette date et ont fourni ? la Cour les r?sultats de l?examen de leur action dans les six mois ? compter de la derni?re d?cision rendue sur leur action en indemnisation.

Appr?ciation de la Cour
70. Rappelant que le respect du d?lai de six mois constitue une condition de recevabilit? ? soulever, le cas ?ch?ant, d?office, la Cour analysera cette question pour les deux pr?sentes requ?tes.

71. La Cour observe que les unit?s centrales d?ordinateurs ont ?t? saisies en 2006 et les saisies des autres biens des requ?rantes ont ?t? ordonn?es en 2007 et 2010, donc plusieurs ann?es avant l?introduction des requ?tes. Elle constate que les biens pr?cit?s sont toujours saisis.

72. La Cour consid?re que la saisie en tant que telle constitue un acte instantan? (Delev c. Bulgarie (d?c.), no 1116/03, ? 34, 13 novembre 2013, avec les r?f?rences qui y sont cit?es). Ainsi, pour autant que les griefs concernent la r?alisation des saisies (???????) et les ordonnances de saisie des biens (??????), y compris la l?galit? de ces mesures, elle estime que les griefs sont tardifs (voir, mutatis mutandis, Forminster Enterprises Limited c. R?publique tch?que, no 38238/04, ? 71, 9 octobre 2008) et qu?ils doivent ?tre rejet?s, en application de l?article 35 ? 1 de la Convention.

73. La Cour estime, en revanche, que la r?tention persistante des objets saisis par les autorit?s et le maintien des saisies s?analysent en une situation continue (voir, dans le contexte de la comp?tence ratione temporis de la Cour, Vasilescu c. Roumanie, 22 mai 1998, ? 48, Recueil des arr?ts et d?cisions 1998?III, et Karamitrov et autres c. Bulgarie, no 53321/99, ? 71, 10 janvier 2008 ; dans le contexte d?un conflit politique rendant impossible l?acc?s des requ?rants ? leurs biens, Sargsyan c. Azerba?djan (d?c.) [GC], no 40167/06, ?? 136-140, 14 d?cembre 2011, et Chiragov et autres c. Arm?nie (d?c.) [GC], no 13216/05, ?? 137-141, 14 d?cembre 2011 ; voir ?galement Delev, d?cision pr?cit?e, ? 34, et, r?cemment, Uzan et autres c. Turquie, no 19620/05 et 3 autres, ?? 178-179, 5 mars 2019 ; voir ?galement, mutatis mutandis, Petyo Petkov c. Bulgarie, no 32130/03, 7 janvier 2010, une affaire dans laquelle les autorit?s avaient saisi la voiture du requ?rant en f?vrier 2002, le procureur avait rejet? la demande de restitution formul?e par le requ?rant en d?cembre 2002 et la requ?te avait ?t? introduite en septembre 2003, et dans laquelle la Cour a implicitement admis que celle-ci n??tait pas tardive).

En effet, les saisies ?tant cens?es ?tre des mesures temporaires, les requ?rantes demeurent propri?taires des biens mais se voient appliquer des restrictions continues ? leur droit de propri?t?.

74. La Cour rappelle que, lorsque la violation all?gu?e consiste en une situation continue, le d?lai de six mois ne commence ? courir qu?? la date ? laquelle cette situation a pris fin (voir, par exemple, H?seyin Kaplan c. Turquie, no 24508/09, ? 31, 1er octobre 2013, avec les r?f?rences cit?es). En m?me temps, la Cour a d?j? jug? qu?une situation continue ne pouvait repousser ind?finiment l?application de la r?gle des six mois. Dans les d?cisions pr?cit?es Sargsyan et Chiragov et autres, la Cour a estim? que les requ?rants all?guant des violations continues de leur droit de propri?t? ne devaient pas rester passifs pendant des ann?es face ? une situation qui n??voluait plus et qu?ils devaient saisir la Cour une fois qu?ils s??taient rendu compte, ou auraient d? se rendre compte, qu?il n?y avait pas de perspective r?aliste de recouvrer l?acc?s ? leurs biens dans un avenir pr?visible. Cependant, la Cour n?a pas jug? appropri? d?indiquer un d?lai concret dans lequel le requ?rant doit introduire une requ?te conform?ment ? l?article 34 de la Convention (Sargsyan, d?cision pr?cit?e, ?? 136-141, et Chiragov et autres, d?cision pr?cit?e, ?? 137-142).

75. En l?esp?ce, la Cour rel?ve que, face ? la r?tention continue de leurs biens et au maintien des saisies, les requ?rantes ne sont pas rest?es passives. Apr?s les d?cisions judiciaires des 27 et 29 octobre 2014 (paragraphes 31 et 40 ci-dessus), elles ont obtenu plusieurs nouvelles d?cisions des enqu?teurs. En outre, elles ont tent? d?obtenir une indemnisation pour inex?cution de la d?cision du 23 avril 2014, et Mme Shapiro a aussi tent? d?obtenir une mainlev?e des saisies directement en justice. Aucune des parties n?a all?gu? que ces deux recours ?taient d?embl?e vou?s ? l??chec, surtout vu l?interpr?tation des articles 115 et 115.1 par la Cour constitutionnelle (paragraphe 58 ci-dessus).

76. Compte tenu de ce qui pr?c?de, la Cour consid?re que, dans les circonstances particuli?res de l?esp?ce, les requ?rantes ont agi sans d?lai excessif et que le grief tir? des restrictions continues ? leur droit de propri?t? n?est pas tardif. Il s?ensuit que l?exception d?irrecevabilit? du Gouvernement doit ?tre rejet?e.

77. Constatant que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention et qu?il ne se heurte par ailleurs ? aucun autre motif d?irrecevabilit?, la Cour le d?clare recevable.

Sur le fond
Th?ses des parties
a) Le Gouvernement

78. Concernant la requ?te no 7896/15, le Gouvernement all?gue que tous les objets saisis lors des perquisitions en 2006 ont ?t? qualifi?s de preuves dans l?affaire p?nale. Il argue que les autorit?s n?ont jamais emp?ch? les soci?t?s requ?rantes de faire des copies des documents saisis par leurs propres moyens. Il en conclut que les droits des requ?rantes n?ont pas ?t? viol?s.

79. Concernant la requ?te no 48167/17, le Gouvernement soutient que les saisies n?ont pas emp?ch? les requ?rantes d?utiliser les biens qui sont rest?s en leur possession.

80. Concernant les deux requ?tes, le Gouvernement estime que le maintien des saisies et la r?tention continue des biens ?taient n?cessaires et justifi?s tout au long de l?enqu?te p?nale. Il argue que l?enqu?te se trouve suspendue pr?cis?ment ? cause de la fuite de Mme Shapiro, qui serait donc la seule responsable du pr?judice que toutes les requ?rantes pr?tendent avoir subi.

b) Les requ?rantes

81. Les soci?t?s requ?rantes de la requ?te no 7896/15 all?guent que seules quelques centaines de documents saisis ont ?t? qualifi?s de preuves dans l?affaire p?nale, ce qui, selon elles, n?a pas ?t? le cas des unit?s centrales. Elles arguent ?galement que les enqu?teurs n?ont jamais d?montr? en quoi il ?tait n?cessaire de retenir les unit?s centrales pendant tout ce temps, d?autant plus que celles-ci n?ont fait l?objet d?aucune mesure d?instruction depuis 2007.

82. Les soci?t?s requ?rantes concluent que la r?tention continue des unit?s centrales pendant une p?riode de pr?s de 12 ans est ill?gale et disproportionn?e, notamment en ce qu?elle aurait rendu impossible l?exercice de leurs activit?s statutaires.

83. Les requ?rantes dans la requ?te no 48168/17 soutiennent que, du fait des saisies, elles ont perdu le contr?le de la quasi-totalit? de leurs biens. Elles estiment que ces mesures ont ?t? ill?gales, arbitraires et disproportionn?es eu ?gard notamment ? leur dur?e. Elles all?guent que, ? l?exception d?une action civile visant ? obtenir 4 millions de RUB, aucune autre action civile n?a jamais ?t? form?e dans l?affaire p?nale, et que les infractions imput?es ? Mme Shapiro ne sont pas passibles de confiscation. Elles concluent que le maintien des saisies de tous leurs biens n?est pas n?cessaire.

84. Les requ?rantes des deux requ?tes estiment que, ? cause d?une attitude ? leurs yeux arbitraire et abusive des autorit?s de poursuite dans leur affaire, les mesures temporaires de saisie sont devenues des mesures d?finitives assimilables ? des confiscations de fait.

Appr?ciation de la Cour
a) Sur l?existence d?une ing?rence et sur la r?gle applicable

85. Il ne fait pas pol?mique entre les parties que les biens saisis constituaient les ? biens ? des requ?rantes au sens de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.

86. La Cour rappelle que la saisie d?objets pour les besoins d?une proc?dure p?nale s?analyse en une ing?rence relevant de la r?glementation de l?usage des biens (Lachikhina, pr?cit?, ? 58, avec les r?f?rences cit?es).

b) Sur la justification de l?ing?rence dans le droit de propri?t?

87. La Cour rappelle que l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention ne prohibe pas la saisie des biens dans le cadre d?une proc?dure p?nale. Toutefois, pour r?pondre aux exigences inh?rentes ? cet article, la saisie doit ?tre pr?vue par la l?gislation interne, poursuivre un but l?gitime et ?tre proportionn?e au but poursuivi (Lachikhina, pr?cit?, ? 59).

En ce qui concerne la r?tention des unit?s centrales d?ordinateurs dans la requ?te no 7896/15
88. La Cour observe que, en l?esp?ce, contrairement ? ce que pr?tend le Gouvernement, les unit?s centrales d?ordinateurs n?ont jamais ?t? qualifi?es de preuves mat?rielles dans l?affaire p?nale (voir les conclusions des tribunaux sur ce point dans les paragraphes 15 et 18 ci-dessus).

89. Elle rel?ve que, selon l?article 81 ? 4 du CPP, les objets et documents saisis par les autorit?s de poursuite dans le cadre d?une enqu?te p?nale mais non qualifi?s de preuves mat?rielles doivent ?tre restitu?s aux personnes ? qui ils ont ?t? saisis. Si, initialement, aucun d?lai pour une telle restitution n?a ?t? mentionn? dans la loi, depuis le 10 ao?t 2012, la restitution doit ?tre effectu?e dans le respect du ? d?lai raisonnable de la proc?dure ?, et, depuis le 15 juillet 2016, de tels objets doivent ?tre restitu?s dans les cinq jours apr?s la d?cision de l?enqu?teur d?clarant que d?autres objets sont des preuves (paragraphes 49-51 ci-dessus).

90. Il s?ensuit que la r?tention des unit?s centrales depuis 2006, alors qu?elles ne constituent pas des preuves, est contraire aux articles 81 ? 4 et 81.1 du CPP, et, par cons?quent, ? ill?gale ? au sens de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.

91. Bien que cette conclusion rende superflu l?examen de l?existence d?un but l?gitime et de la proportionnalit? de la mesure, la Cour ne peut s?emp?cher de relever, ? titre surabondant, que ladite r?tention ne poursuivait aucun but l?gitime. En effet, ni les autorit?s internes ni le Gouvernement n?ont avanc? l?existence d?un but rendant n?cessaire la r?tention des objets qui n??taient pas qualifi?s de preuves et qui ne repr?sentaient apparemment pas d?int?r?t pour l?enqu?te. De son c?t?, la Cour ne parvient pas ? discerner de raison justifiant une telle r?tention pendant pr?s de 13 ans (voir, mutatis mutandis, Begu c. Roumanie, no 20448/02, ?? 162-163, 15 mars 2011, s?agissant des biens mis sous scell?s et retenus alors qu?ils ne constituaient pas des preuves ou des indices dans l?affaire).

Partant, il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.

En ce qui concerne le maintien des saisies des biens des requ?rantes dans la requ?te no 48168/17
92. S?agissant de la l?galit? du maintien de la saisie des biens personnels de Mme Shapiro ? personne mise en examen -, la Cour constate que le CPP ne pr?voit aucun d?lai pour le maintien de la saisie. S?agissant de la l?galit? du maintien des saisies des soci?t?s requ?rantes ? personnes tierces ? la proc?dure p?nale -, la Cour observe qu?il ressort de la lecture des articles 115 et 115.1 du CPP que, depuis septembre 2015, de telles saisies doivent ?tre assorties d?un d?lai ou lev?es par un tribunal (paragraphes 57?58). Cependant, il n?est pas clair si le maintien ind?fini des saisies est devenu contraire au CPP ? compter de cette date, et les parties n?ont pas avanc? d?arguments sur ce point. La Cour estime qu?elle n?est pas comp?tente pour trancher ce point et donc se prononcer sur la l?galit? de la mesure.

93. Par ailleurs, la Cour admet que le maintien des saisies poursuivait au moins deux buts l?gitimes ? le paiement d?une amende en tant que sanction p?nale et la protection des int?r?ts des parties civiles.

94. N?anmoins, elle consid?re que le maintien des saisies de quasiment tous les immeubles, v?hicules et avoirs bancaires des requ?rantes pendant plusieurs ann?es ?tait disproportionn?. En effet, elle note que les tribunaux, dans leurs d?cisions rendues en application de l?article 125 du CPP, ont conclu qu?il n?y avait plus de raisons justifiant le maintien des saisies, que celles-ci ?taient excessivement longues, qu?elles n??taient pas proportionn?es au pr?judice all?gu?, qu?elles n??taient plus pertinentes et qu?elles imposaient une charge injustifi?e aux int?ress?es (paragraphes 27, 28, 31, 37 et 40 ci-dessus). La Cour ne voit aucune raison de s??carter de ces conclusions. Elle ajoute seulement que, pr?s de quatre ans et demi apr?s le prononc? de ces d?cisions judiciaires, ? la date des observations des parties, en 2019, les saisies en question n?avaient pas ?t? lev?es, ce qui, ? son avis, ne fait qu?aggraver le caract?re disproportionn? de l?ing?rence.

Partant, il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.

SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DES ARTICLES 6 ? 1 ET 13 DE LA CONVENTION
95. Les requ?rantes se plaignent d?une inex?cution persistante par les enqu?teurs des d?cisions judiciaires relatives ? la r?tention des objets et au maintien des saisies, et d?une absence d?un recours interne effectif pour se voir restituer leurs biens retenus et pour obtenir une mainlev?e des saisies. Elles invoquent les articles 6 ? 1 et 13 de la Convention, ainsi libell?s en leurs parties pertinentes en l?esp?ce :

Article 6 ? 1

? Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue (…) par un tribunal (…), qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?

Article 13

? Toute personne dont les droits et libert?s reconnus dans la (…) Convention ont ?t? viol?s, a droit ? l?octroi d?un recours effectif devant une instance nationale, alors m?me que la violation aurait ?t? commise par des personnes agissant dans l?exercice de leurs fonctions officielles. ?

Th?ses des parties
96. Le Gouvernement soutient que l?article 125 du CPP repr?sente un m?canisme interne suffisant pour la protection contre les abus des pouvoirs ?ventuels commis par les autorit?s de poursuite. En outre, il indique que les parties ? la proc?dure p?nale peuvent se plaindre aupr?s du procureur d?une dur?e excessive de la proc?dure. Le Gouvernement n?a pas pr?sent? d?observations sur les griefs concernant l?inex?cution all?gu?e des d?cisions de justice.

97. Les requ?rantes admettent que le recours fond? sur l?article 125 du CPP constitue en th?orie un recours efficace contre les ?ventuels abus par les autorit?s de poursuite, et que, dans leur cas, les tribunaux statuant sur ces recours ont prot?g? les droits patrimoniaux des int?ress?s. Elles soutiennent que, n?anmoins, aucune juridiction ne peut contraindre l?enqu?teur ? restituer les objets saisis et ? lever les saisies ou allouer une indemnisation pour manquement de l?enqu?teur ? adopter ces mesures. Les requ?rantes concluent qu?elles ne disposaient en l?esp?ce d?aucun recours pour prot?ger leur droit au respect de leurs biens.

Appr?ciation de la Cour
98. La Cour rel?ve que ces griefs sont li?s ? celui examin? ci-dessus. Eu ?gard ? la conclusion ? laquelle elle est parvenue sur le terrain de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention (paragraphes 90, 91 et 94 ci-dessus), elle estime qu?il est inutile d?examiner la question de savoir si, en l?esp?ce, il y a eu violation des articles 6 et 13 de la Convention (voir, mutatis mutandis, Forminster Enterprises Limited, pr?cit?, ?? 58-59, o? la Cour a d?cid? d?examiner le grief tir? de l?article 6 ? 1 de la Convention en tant que partie du grief tir? de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention s?agissant d?une saisie prolong?e de parts sociales, ainsi que East West Alliance Limited c. Ukraine, no 19336/04, ?? 219-222, 23 janvier 2014, ?nsped Paket Servisi SaN. Ve TiC. A.?. c. Bulgarie, no 3503/08, ?? 48-51, 13 octobre 2015, et Barkanov c. Russie, no 45825/11, ? 68, 16 octobre 2018).

SUR LES AUTRES VIOLATIONS ALL?GU?ES
99. Invoquant en substance l?article 6 ?? 1, 2 et 3 et l?article 13 de la Convention, Mme Shapiro d?nonce diff?rentes violations en lien avec les poursuites p?nales dont elle faisait l?objet. La Cour constate que ces griefs sont essentiellement les m?mes que ceux ayant d?j? ?t? d?clar?s irrecevables dans plusieurs requ?tes pr?c?demment introduites par l?int?ress?e. Il s?ensuit que ces griefs doivent ?tre rejet?s, en application de l?article 35 ? 2 b) de la Convention.

100. Invoquant l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention et l?article 13 de la Convention, Mme Shapiro se plaint d?une liquidation arbitraire d?une soci?t? non requ?rante dont elle ?tait l?associ?e unique. Invoquant les m?mes articles, toutes les requ?rantes d?noncent : le vol des v?hicules saisis et de certains mat?riaux de construction ; le pillage de certains immeubles saisis ; le vol de certaines sommes d?pos?es dans une banque ; la perte d?autres sommes d?pos?es dans une autre banque ? la suite du retrait de la licence de celle-ci et de l?ouverture d?une proc?dure de liquidation ; l?absence d?enqu?te interne effective concernant les faits de vol et de pillage ; l?absence d?allocation de dommages-int?r?ts ? ces ?gards.

101. La Cour juge, ? la lumi?re de l?ensemble des ?l?ments dont elle dispose, que les griefs susmentionn?s sont en partie pr?matur?s, en partie irrecevables pour non-?puisement des voies de recours internes et que, pour le reste, ils ne r?v?lent aucune apparence de violation des droits et libert?s ?nonc?s dans la Convention. Il s?ensuit que ces griefs doivent ?tre rejet?s, au sens de l?article 35 ?? 1 et 3 a) de la Convention.

SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
102. Aux termes de l?article 41 de la Convention,

? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?

Dommage
Th?ses des parties
103. Au titre du pr?judice mat?riel dont elles s?estiment victimes, les requ?rantes demandent la restitution de leurs biens et la mainlev?e des saisies. Les requ?rantes de la requ?te no 48168/17 r?clament, si la mainlev?e n?est pas possible, le remboursement de la valeur totale des immeubles (2,8 milliards de roubles (RUB)) et des avoirs bancaires (368 millions de RUB) saisis.

104. En outre, les requ?rantes demandent une indemnisation du pr?judice r?el qu?elles disent avoir subi :

– 22 000 000 RUB pour ? la valeur de l?un des immeubles saisis et pr?tendument pill? ;

– 31 440 000 RUB pour la valeur totale de 39 v?hicules saisis et pr?tendument vol?s ;

– 106 926 639 RUB pour les sommes d?pos?es sur certains comptes bancaires et pr?tendument vol?es ;

– 200 000 RUB pour la valeur des mat?riaux de construction stock?s dans l?un des immeubles saisis et pr?tendument vol?s.

105. Enfin, elles r?clament les sommes suivantes pour manque ? gagner :

– 34 475 766 RUB d?int?r?ts (? lost income ?) pour l?argent d?pos? dans des banques et pr?tendument vol? ou disparu ;

– une somme non pr?cis?e correspondant ? des int?r?ts pour l?indisponibilit? des avoirs bancaires saisis (? unearned interest on the deposit ?), obtenue par addition des int?r?ts annuels entre 2007 et 2018 pour chaque somme d?argent d?pos?e et saisie sur chaque compte bancaire, int?r?ts ?tant compris entre 6,75 % et 7,10 % en fonction de l?ann?e et de la soci?t? ;

– une somme non pr?cis?e pour la r?duction et/ou la cessation d?activit?s de construction et de mise en location des locaux. Les soci?t?s requ?rantes all?guent ? cet ?gard que les saisies ont constitu? un obstacle ? l?exercice au m?me niveau qu?auparavant de leurs activit?s statutaires et qu?elles ont eu un impact n?gatif sur leur r?putation professionnelle.

106. Mme Shapiro demande ?galement une indemnisation de 2 647 000 RUB pour une liquidation qu?elle dit frauduleuse d?une soci?t? non requ?rante dont elle ?tait l?associ?e unique. Cette somme correspond, selon elle, au capital social de la soci?t? liquid?e.

107. S?agissant du pr?judice moral, les soci?t?s requ?rantes demandent 25 000 euros (EUR) chacune ? ce titre, et Mme Shapiro demande personnellement 100 000 EUR, soutenant que les poursuites p?nales ? son encontre, la suspension de l?enqu?te et la perte du contr?le de ses biens, alors qu?elle serait totalement innocente, lui ont caus? de graves souffrances psychiques et une d?pression.

108. Les soci?t?s requ?rantes dans la requ?te no 7896/15 all?guent que la saisie et la r?tention de leurs ordinateurs par les autorit?s font obstacle en soi ? une estimation du dommage mat?riel caus? par l?ing?rence, car, en l?absence des biens retenus, elles ne peuvent ni exercer leurs activit?s statutaires ni prouver l?innocence de Mme Shapiro. Pour cette raison, elles demandent 100 000 EUR pour pr?judice moral.

109. Le Gouvernement estime qu?aucune indemnisation n?est due aux requ?rantes, car les ordonnances de saisie sont selon lui conformes ? l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention. En outre, il consid?re que les demandes relatives ? un manque ? gagner sont sp?culatives et non ?tay?es, et que les demandes relatives ? un pr?judice moral sont clairement excessives. Il invite la Cour ? rejeter la totalit? des demandes de satisfaction ?quitable au motif que, dans tous les cas, les droits des requ?rantes n?ont pas ?t? viol?s.

Appr?ciation de la Cour
a) Rappel des principes g?n?raux

110. La Cour rappelle qu?un arr?t constatant une violation entra?ne pour l??tat d?fendeur l?obligation juridique au regard de la Convention de mettre un terme ? la violation et d?en effacer les cons?quences de mani?re ? r?tablir autant que faire se peut la situation ant?rieure ? celle-ci. Les ?tats contractants parties ? une affaire sont en principe libres de choisir les moyens dont ils useront pour se conformer ? un arr?t constatant une violation. Si la nature de la violation permet une restitutio in integrum, il incombe ? l??tat d?fendeur de la r?aliser, la Cour n?ayant ni la comp?tence ni la possibilit? pratique de l?accomplir elle-m?me. Si, en revanche, le droit national ne permet pas ou ne permet qu?imparfaitement d?effacer les cons?quences de la violation, l?article 41 de la Convention habilite la Cour ? accorder, s?il y a lieu, ? la partie l?s?e la satisfaction qui lui semble appropri?e (Sargsyan c. Azerba?djan (satisfaction ?quitable) [GC], no 40167/06, ? 35, 12 d?cembre 2017, Chiragov et autres c. Arm?nie (satisfaction ?quitable) [GC], no 13216/05, ? 53, 12 d?cembre 2017).

La Cour rappelle ?galement que, conform?ment aux principes d?gag?s par sa jurisprudence constante, la forme et le montant de la satisfaction ?quitable tendant ? la r?paration d?un pr?judice diff?rent selon les cas et d?pendent directement de la nature de la violation constat?e (voir, par exemple, Nurmiyeva c. Russie, no 57273/13, ? 45, 27 novembre 2018), et qu?il doit y avoir un lien de causalit? entre le dommage all?gu? par le requ?rant et la violation de la Convention (P., C. et S. c. Royaume?Uni, no 56547/00, ? 147, CEDH 2002?VI, avec les r?f?rences cit?es, ainsi que Sargsyan, arr?t pr?cit?, ? 36, et Chiragov et autres, arr?t pr?cit?, ? 54).

111. Elle rappelle enfin que toute saisie entra?ne par nature des dommages et n?implique pas en soi un droit d??tre indemnis? pour tout dommage subi (Atanassov et Ovtcharov c. Bulgarie, no 61596/00, ? 43, 17 janvier 2008, et Simonjan-Heikinheimo c. Finlande, (d?c.), no 6321/03, 2 septembre 2008), mais le pr?judice subi ne doit pas d?passer les limites de l?in?vitable (Borjonov c. Russie, no 18274/04, ? 61, 22 janvier 2009, avec les r?f?rences cit?es).

b) Application des principes g?n?raux en l?esp?ce

112. En l?esp?ce, le constat de violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention d?coule de la r?tention ill?gale et sans but l?gitime des unit?s centrales d?ordinateurs (requ?te no 7896/15), ainsi que du maintien disproportionn? des saisies des biens des requ?rantes (requ?te no 48168/17).

113. Dans ces circonstances, la Cour estime que, concernant la requ?te no 7896/15, le redressement appropri? serait la restitution des unit?s centrales d?ordinateurs. En l?absence d?une demande quantifiable de la part des soci?t?s requ?rantes, la Cour n?est pas en mesure d?allouer un montant correspondant ? la valeur de ces biens ou un montant d?termin?. Concernant la requ?te no 48168/17, elle consid?re qu?un redressement appropri? serait de donner effet aux d?cisions judiciaires des 23 avril et 29 octobre 2014 (paragraphes 27 et 31 ci-dessus) s?agissant de toutes les soci?t?s requ?rantes, et des 14 f?vrier et 27 octobre 2014 (paragraphes 37 et 40 ci?dessus) s?agissant de Mme Shapiro.

114. La Cour observe en outre que les requ?rantes ont formul? plusieurs demandes tendant ? la r?paration des pr?judices mat?riel et moral qu?elles estiment avoir subis.

Quant aux demandes de r?paration du pr?judice mat?riel all?gu?, la Cour estime que les soci?t?s requ?rantes n?ont pas d?montr? dans quelle mesure le maintien des saisies, devenu disproportionn? d?s avril 2014, a eu des cons?quences sur leurs activit?s, d?autant plus qu?elles ont reconnu en 2017 qu?elles continuaient ? mettre en location les immeubles saisis (paragraphe 46 ci-dessus). Dans ces conditions, la demande d?indemnisation des soci?t?s requ?rantes pour la r?duction ou la cessation de leurs activit?s statutaires doit ?tre rejet?e.

115. Quant ? la demande d?int?r?ts pour les avoirs bancaires saisis, la Cour ne peut pas accepter les calculs faites par les requ?rantes. En effet, une partie desdits calculs concerne la p?riode ant?rieure ? 2014, alors que ce n??tait qu?en 2014 que les saisies ont ?t? d?clar?es disproportionn?es. En outre, les requ?rantes n?expliquent pas ? quoi correspondent les taux d?int?r?ts demand?s et pourquoi ces taux diff?rent en fonction chaque soci?t?. Par ailleurs, certains int?r?ts sont calcul?s ? partir de sommes d?argent qui n?avaient pas ?t? saisies. Pour ces raisons, la Cour rejette cette partie de la demande.

116. Enfin, la Cour estime que les pertes all?gu?es pour lesquelles les requ?rantes demandent une indemnisation ? titre de pr?judice mat?riel r?el n?ont aucun lien direct avec le maintien disproportionn? des saisies, et indique que ces demandes se rapportent aux griefs pour lesquels aucune violation n?a ?t? constat?e (voir aussi, mutatis mutandis, Forminster Enterprises Limited c. R?publique tch?que (satisfaction ?quitable), no 38238/04, ? 18, 10 mars 2011). Il s?ensuit que ces demandes doivent ?galement ?tre rejet?es.

117. La Cour tient ? pr?ciser que le rejet par elle des demandes ? titre de pr?judice mat?riel ne fait pas obstacle ? ce que les requ?rantes demandent une indemnisation, y compris les int?r?ts pour l?indisponibilit? des avoirs bancaires, devant les juridictions internes par l?interm?diaire de tout m?canisme l?gal appropri?, si elles d?montrent l?existence d?un tel pr?judice d?coulant des mesures contest?es.

118. Enfin, la Cour rel?ve que les soci?t?s requ?rantes disposent du droit de r?clamer devant les juridictions russes une indemnisation du pr?judice moral en raison du d?lai prolong? de l?application des mesures de saisies, en vertu de la loi sur l?indemnisation (paragraphe 63 ci-dessus). Compte tenu de tous les ?l?ments dont elle dispose, la Cour juge que le constat de violation constitue en soi une satisfaction ?quitable suffisante quant au dommage moral subi par les requ?rantes.

Frais et d?pens
Th?ses des parties
119. Les soci?t?s requ?rantes de la requ?te no 7896/15 demandent 15 000 EUR, une somme correspondant selon elles ? 34 jours de travail, ? raison de 8 heures par jour, de leur repr?sentante devant la Cour, Mme Visentin. Les requ?rantes dans la requ?te no 48168/17 demandent 110 220 EUR pour 1 336 heures de travail fournies par Mme Visentin.

120. Les requ?rantes produisent plusieurs contrats de services juridiques conclus principalement par Mme Shapiro, dans les int?r?ts des soci?t?s requ?rantes, mais aussi par certaines d?elles. Selon ces contrats, le taux horaire pratiqu? par Mme Visentin est de 150 EUR, le taux journalier est de 660 EUR, et le travail fourni par celle-ci concerne tant les saisies et la r?tention des biens que d?autres griefs non communiqu?s et irrecevables.

121. Toutes les requ?rantes r?clament ?galement le remboursement de 8 215 461 RUB (l??quivalent de pr?s de 111 000 EUR ? la date des observations) pour les frais et d?pens qu?elles disent avoir engag?s devant les juridictions internes. Selon les requ?rantes, cette somme inclut les services juridiques et les frais de d?placement des avocats et juristes dans le cadre de plusieurs proc?dures internes.

122. Selon les documents fournis par les requ?rantes, les avocats ayant particip? aux proc?dures li?es ? la r?tention des objets et documents et au maintien des saisies leur ont factur? 548 heures de travail au taux horaire de 300 EUR, soit un montant total de 6 183 611 RUB comprenant les frais de d?placement (l??quivalent de 83 562 EUR ? la date des observations). Ces m?mes avocats leur auraient factur? 27 600 EUR suppl?mentaires, dont des frais de d?placement, pour services juridiques dans les int?r?ts des soci?t?s OOO Stroymontazhproyekt et OOO Signal dans le cadre des saisies des biens desdites soci?t?s.

123. Les soci?t?s requ?rantes indiquent que la juriste ayant particip? ? la proc?dure concernant la demande d?indemnisation pour violation du droit ? l?ex?cution des d?cisions dans un d?lai raisonnable (paragraphes 46-48 ci?dessus) leur a factur? 69 heures de travail ? un taux horaire compris entre 2 000 et 3 000 RUB, soit un montant total de 229 900 RUB comprenant les frais de d?placement (l??quivalent de 3 100 EUR ? la date des observations).

124. Sans commenter les documents fournis par les requ?rantes (conventions d?honoraires, d?comptes d?heures et re?us), le Gouvernement argue que les demandes ne sont pas ?tay?es, que la somme de 15 000 EUR concernant la requ?te no 7896/15 est exag?r?e, et que les frais de 8 215 461 RUB concernant la requ?te no 48168/17 ne se rapportent pas aux griefs faisant l?objet d?un examen par la Cour.

Appr?ciation de la Cour
125. Selon la jurisprudence de la Cour, un requ?rant ne peut obtenir le remboursement de ses frais et d?pens que dans la mesure o? se trouvent ?tablis leur r?alit?, leur n?cessit? et le caract?re raisonnable de leur taux. Les frais de justice ne sont recouvrables que dans la mesure o? ils se rapportent ? la violation constat?e (Beyeler c. Italie (satisfaction ?quitable) [GC], no 33202/96, ? 27, 28 mai 2002).

126. En l?esp?ce, la Cour observe que les frais de repr?sentation et d?assistance des requ?rantes par Mme Visentin ne se rapportent que partiellement ? un travail juridique fourni en lien avec les griefs pour lesquels des violations ont ?t? constat?es. En outre, elle estime que la facturation de 1 336 heures de travail sur les requ?tes (repr?sentant pr?s de 167 jours de travail ? temps plein) est clairement excessive par rapport ? la complexit? de l?affaire (Iatridis c. Gr?ce (satisfaction ?quitable) [GC], no 31107/96, ? 57, CEDH 2000?XI).

127. Compte tenu des ?l?ments dont elle dispose et eu ?gard en particulier ? la complexit? de l?affaire, au nombre des requ?rantes et au travail effectu? par Mme Visentin, la Cour accorde un montant forfaitaire de 10 000 EUR pour la proc?dure au titre de la Convention conjointement ? toutes les requ?rantes.

128. Quant aux frais engag?s devant les instances internes, la Cour estime que les frais qui se rapportent directement aux pr?sentes requ?tes n?ont pas n?cessairement tous ?t? expos?s et ne sont pas raisonnables. Aux yeux de la Cour, le taux horaire de 300 EUR en particulier est clairement excessif en comparaison avec les taux horaires moyens de pr?s de 40,5 EUR pratiqu?s par les avocats dans la r?gion de Iamalo-Nenets. En outre, le nombre d?heures de travail ne semble pas justifi? par la complexit? de l?affaire, et plusieurs d?placements n?apparaissent pas ayant ?t? n?cessaires. Enfin, les demandes pr?sent?es font appara?tre qu?il y a eu un certain nombre de fois un chevauchement et une duplication des travaux.

129. Compte tenu de tous les ?l?ments dont elle dispose, la Cour estime raisonnable d?allouer conjointement aux requ?rantes un montant forfaitaire de 10 000 EUR pour les frais et d?pens engag?s devant les juridictions internes.

Int?r?ts moratoires
130. La Cour juge appropri? de calquer le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.

PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,

D?cide de joindre les requ?tes ;
D?clare les requ?tes recevables quant aux griefs tir?s de la r?tention continue des biens et du maintien des saisies, et irrecevables pour le surplus ;
Dit qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention ;
Dit qu?il n?y a pas lieu d?examiner les griefs tir?s des articles 6 ? 1 et 13 de l

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