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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF OLIARI AND OTHERS v. ITALY

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41
Numero: 18766/11/2015
Stato: Italia
Data: 2015-07-21 00:00:00
Organo: Sezione Quarta
Testo Originale

Conclusioni: Resto inammissibile
Violazione di Articolo 8 – Diritto per rispettare per privato e la vita di famiglia (Articolo 8 – obblighi Positivi Articolo 8-1 – Riguardo per la vita di famiglia
Rispetti per la vita privata) danno Patrimoniale – rivendicazione respinse (Articolo 41 – danno Patrimoniale la soddisfazione Equa)
Danno non-patrimoniale – l’assegnazione (Articolo 41 – danno Non-patrimoniale
Soddisfazione equa)

QUARTA SEZIONE

CAUSA OLIARI ED ALTRI C. ITALIA

(Richieste N. 18766/11 e 36030/11)

SENTENZA

STRASBOURG

21 luglio 2015

Questa sentenza diverr? definitivo nelle circostanze esposte fuori in Articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetto a revisione editoriale.

Nella causa di Oliari ed Altri c. l’Italia,
La Corte europea di Diritti umani (quarta Sezione), riunendosi che come una Camera, compose di:
P?ivi Hirvel?, Presidente
Guido Raimondi,
Ledi Bianku,
Nona Tsotsoria,
Paul Mahoney,
Faris Vehabovi?,
Yonko Grozev, giudici
e Fran?oise Elens-Passos, Sezione Cancelliere
Avendo deliberato in privato 30 giugno 2015,
Consegna la sentenza seguente sulla quale fu adottata quel la data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da in due richieste (N. 18766/11 e 36030/11) contro la Repubblica italiana depositata con la Corte sotto Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libert? Fondamentali (?la Convenzione?) con sei cittadini italiani, OMISSIS (?i richiedenti?), 21 marzo e 10 giugno 2011 rispettivamente.
2. I primi due richiedenti furono rappresentati con OMISSIS, un avvocato che pratica in Trento. I richiedenti rimanenti furono rappresentati con OMISSIS, avvocati che praticano a Milano. Il Governo italiano (?il Governo?) fu rappresentato col loro Agente, il Sig.ra Ersiliagrazia Spatafora.
3. I richiedenti si lamentarono che la legislazione italiana non li conced? per sposarsi o entrare in qualsiasi l’altro tipo di unione civile e loro erano discriminati cos? contro come un risultato del loro orientamento sessuale. Loro citarono Articoli 8, 12 e 14 della Convenzione.
4. 3 dicembre 2013 la Camera alla quale fu assegnata la causa decise che le azioni di reclamo riguardo ad Articolo 8 da solo ed in concomitanza con Articolo 14 sarebbe comunicato al Governo. Decise inoltre che le richieste dovrebbero essere congiunte.
5. 7 gennaio 2013 il Vicepresidente della Sezione al quale la causa era stata assegnata decise di accordare l’anonimia ad uno dei richiedenti sotto Articolo 47 ? 3 degli Articoli di Corte.
6. Osservazioni scritto furono ricevute anche congiuntamente da FIDH, Centre di AIRE, ILGA-Europa, ECSOL, UFTDU ed UDU, Associazione Radicale Certi Diritti, ed ECLJ (Centre europeo per Legge e la Giustizia) che era stato dato permesso per intervenire col Vicepresidente della Camera (l’Articolo 36 ? 2 della Convenzione). Il Sig. Pavel Parfentev in favore di sette NGOS russi (Famiglia e Fondamento di Demografia, Per Famiglia Diritti Mosca Genitori Comitato Urbano, Santo-Petersburg Genitori Comitato Urbano, Genitori Comitato di Citt? di Volgodonsk la carit? regionale ?Svetlitsa? Genitori ‘ Cultura Centre, ed il ?il mnogodetki di Peterburgskie? organizzazione sociale), e tre NGOS ucraini (il Comitato Parentale di Ucraina, il Comitato Parentale ed Ortodosso, e la Salute Nazione organizzazione sociale), era stato dato anche permesso per intervenire col Vicepresidente della Camera. Comunque, nessuno osservazione ? stato ricevuto con la Corte.
7. Il Governo obiett? alle osservazioni presentate congiuntamente con FIDH, Centre di AIRE, ILGA-Europa, ECSOL, UFTDU ed UDU, siccome loro erano giunti alla Corte dopo il termine massimo fisso, vale a dire 27 marzo 2014 invece di 26 marzo 2014. La Corte nota che al tempo attinente il Vicepresidente della Camera non prese una decisione di respingere le osservazioni presentate che era infatti sped? alle parti per commento. La Corte, avendo considerato che le osservazioni furono anticipate con ed impostino e ricevettero con la Corte a 2.00 di mattina 27 marzo 2014, e che la copia permanente ricevette pi? tardi con fax che giorno contenne una scusa cos? come un chiarimento per il ritardo, respinge l’eccezione del Governo.
8. I richiedenti in richiesta n. 18766/11 richiesero che un’udienza orale sia contenuta nella causa. 30 giugno 2015 la Corte consider? questa richiesta. Decise che avendo riguardo ad ai materiali di fronte a s? un’udienza orale non era necessaria.
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
9. I dettagli riguardo ai richiedenti possono essere trovati nell’Annetta.
Lo sfondo alla causa
1. Il Sig. OMISSIS ed il Sig. A.

10. A luglio 2008 questi due richiedenti che erano l’un con l’altro in una relazione stabile ed impegnata dichiararono la loro intenzione di sposarsi, e richiese l?Ufficio di Stato Civile del Comune di Trento per emettere l?atto del matrimonio attinente.
11. 25 luglio 2008 la loro richiesta fu respinta.
12. I due richiedenti impugnarono la decisione di fronte al Tribunale di Trento (nella conformit? con Articolo 98 del Codice civile). Loro dibatterono che legge italiana non proib? esplicitamente matrimonio fra persone dello stesso sesso, e che, anche se quel era la causa, tale posizione sarebbe incostituzionale.
13. Con una decisione di 24 febbraio 2009 il Tribunale di Trento respinse la loro rivendicazione. Not? che la Costituzione non stabil? i requisiti per contrarre matrimonio, ma il Codice civile faceva e previde precisamente che uno che simile requisito era che consorti sono del sesso opposto. Un matrimonio fra persone dello stesso sesso manc? cos?, uno dei requisiti pi? essenziali a renderlo un atto legale e valido, vale a dire una differenza in sesso fra le parti. In qualsiasi l’evento non c’era nessun diritto essenziale da sposarsi, neanche le disposizioni di legge limitate costituisca la discriminazione, poich? le limitazioni subirono coi richiedenti era gli stessi come quelli fatti domanda ad ognuno. Inoltre, not? che Unione europea (?EU?) legge lasci? simile diritti per essere regolata all’interno dell’ordine nazionale.
14. I richiedenti fecero appello alla Corte d’appello di Trento. Mentre la corte reiter? l’interpretazione unanime data a legge italiana nel campo, vale a dire all’effetto che legge ordinaria, particolarmente il Codice civile non ha concesso matrimonio fra persone dello stesso sesso lo consider? attinente fare una raccomandazione alla Corte Costituzionale in collegamento con le rivendicazioni di incostituzionalit? del diritto vigente.
15. La Corte Costituzionale italiana in sentenza n. 138 15 aprile 2010 dichiarato inammissibile i richiedenti ‘ richiesta costituzionale ad Articoli 93, 96, 98, 107 108, 143 143 bis e 231 del Codice civile italiano, come s? fu diretto all’ottenimento di norme supplementari non previsto per con la Costituzione (il diretta ad ottenere una pronunzia additiva non costituzionalmente obbligata).
16. La Corte Costituzionale consider? Articolo 2 della Costituzione italiana che previde che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili della persona, come un individuo ed in gruppi sociali dove la personalit? ? espressa, cos? come i doveri della solidariet? politica, economica e sociale contro che non c’era derogazione. Not? che col sociale di gruppo capire qualsiasi forma della comunit?, semplice o complesso intese di abilitare ed incoraggiare lo sviluppo gratis aveva di qualsiasi individuale con vuole dire di relazioni. Tale nozione incluse unioni di omosessuale, cap? come una convivenza stabile di due persone dello stesso sesso che ha un diritto essenziale per esprimere liberamente la loro personalit? in una coppia mentre ottenne-in tempo e coi mezzi e limiti per essere esposto con legge-riconoscimento giuridico dei diritti attinenti ed i doveri. Comunque, questo riconoscimento che necessariamente richiede regolamentazione legale e generale mir? ad esponendo fuori i diritti ed i doveri dei partner in una coppia, potrebbe essere realizzato separatamente negli altri modi dall’istituzione di matrimonio fra omosessuali. Siccome mostrato coi sistemi diversi in Europa, la questione del tipo di riconoscimento fu lasciata a regolamentazione con Parlamento, nell’esercizio della sua piena discrezione. Ciononostante, la Corte Costituzionale chiarific? che senza pregiudizio alla discrezione di Parlamento, potesse intervenire comunque secondo il principio dell’uguaglianza nelle specifiche situazioni riferite ai diritti essenziali di una coppia di omosessuale, dove lo stesso trattamento di coppie sposate e coppie di omosessuale fu richiesto. La corte pu? in simile cause valuti la ragionevolezza delle misure.
17. Segu? a considerare che era vero che i concetti di famiglia e matrimonio non potevano essere considerati ?cristallizz?? in riferimento al momento quando la Costituzione entr? in vigore, determinato che principi costituzionali devono essere interpretati che porta in cambi di mente nell’ordine legale e l’evoluzione di societ? e le sue dogane. Ciononostante, tale interpretazione non poteva essere prolungata al punto dove colp? la molta essenza di norme legali, mentre li cambia in tale modo come includere fenomeni e problemi che non erano stati considerati in qualsiasi il modo quando fu decretato. Infatti sembr? dal lavoro preparatorio alla Costituzione che la questione di unioni di omosessuale non era stata dibattuta con la riunione, nonostante il fatto che l’omosessualit? non era ignota. Nel redigere Articolo 29 della Costituzione, la riunione aveva discusso un’istituzione con una forma precisa ed una disciplina articolata previde per col Codice civile. Cos?, nell’assenza di qualsiasi simile riferimento, era inevitabile per concludere che che che era stato considerato era la nozione di matrimonio come definito nel Codice civile che entr? in vigore nel 1942 e quale al tempo, ed ancora oggi, stabilito che consorti dovevano essere del sesso opposto. Perci?, il significato di questo precetto costituzionale non poteva essere alterato con un’interpretazione creativa. In conseguenza, la norma costituzionale non prolung? ad unioni di omosessuale, e fu inteso di riferirsi a matrimonio nel suo senso tradizionale.
18. Infine, la corte consider? che, in riguardo di Articolo 3 della Costituzione riguardo al principio dell’uguaglianza, la legislazione attinente non cre? la discriminazione irragionevole, determinato che unioni di omosessuale non potevano essere considerate equivalenti a matrimonio. Anche Articolo 12 della Convenzione europea su Diritti umani ed Articolo 9 dello Statuto di Diritti essenziali non richiese la piena uguaglianza fra unioni di omosessuale e matrimoni fra un uomo ed una donna, come questo una questione della discrezione Parlamentare era essere regolata con legge nazionale, siccome attestato con gli approcci diversi che esistono in Europa.
19. In conseguenza della sentenza sopra, con una decisione (l’ordinanza) deposit? nella cancelleria attinente 21 settembre 2010 la Corte d’appello respinse i richiedenti che ‘ chiede in pieno.
2. Il Sig. OMISSIS ed il Sig. OMISSIS
20. Nel 2003 questi due richiedenti si incontrarono ed entrarono l’un con l’altro in una relazione. Nel 2004 il Sig. OMISSIS decise di intraprendere gli ulteriori studi (e cos? ferm? guadagno qualsiasi il reddito), una possibilit? aperto a lui grazie all’appoggio finanziario del Sig. OMISSIS.
21. 1 luglio 2005 la coppia si mosse insieme in. Nel 2005 e 2007 i richiedenti scrissero al Presidente della Repubblica che accentua le difficolt? incontrato con coppie di stesso-sesso e sollecitando la promulgazione di legislazione in favore di unioni civili.
22. Nel 2008 la convivenza fisica dei ? stata registrata nei documenti delle autorit? . Nel 2009 loro designarono l?un l’altro come custodi in caso di incapacit? (amministratori di sostegno).
23. 19 febbraio 2011 loro richiesero il loro atto del matrimonio per essere emessi. 9 aprile 2011 la loro richiesta fu respinta sulla base della legge e la giurisprudenza che concernono all’argomento (vedere diritto nazionale Attinente sotto).
24. I due richiedenti non intrapresero la via di ricorso prevista per sotto Articolo 98 del Codice civile, in finora come s? non poteva essere considerato seguire effettivo la dichiarazione di Corte Costituzionale menzionata sopra di.
3. Il Sig. OMISSIS ed il Sig. OMISSIS
25. Nel 2002 questi due richiedenti si incontrarono ed entrarono l’un con l’altro in una relazione. Di stesso anno loro cominciarono a coabitare e da allora poi loro sono stati in una relazione impegnata.
26. Nel 2006 loro aprirono un conto bancario unito.
27. Nel 2007 i richiedenti ‘ che la convivenza fisica ? stata registrata nelle autorit? i documenti di ‘.
28. 3 novembre 2009 loro richiesero che il loro atto del matrimonio sia emesso. La persona in accusa all’ufficio non li richiese per riempire nella richiesta attinente, mentre allegando semplicemente la loro richiesta ad un numero di richieste analoghe rese con le altre coppie.
29. 5 novembre 2009 la loro richiesta fu respinta sulla base della legge e la giurisprudenza che concernono all’argomento (vedere diritto nazionale Attinente sotto).
30. OMISSIS impugn? la decisione di fronte al Tribunale di Milano.
31. Con una decisione (il decreto) di 9 giugno 2010 depositato nella cancelleria attinente 1 luglio 2010 il Tribunale di Milano respinse la loro rivendicazione, mentre considerando che era legittimo per lo Status Ufficio Civile per rifiutare una richiesta avere atto del matrimonio emesso per i fini di un matrimonio fra persone dello stesso sesso, in linea con la sentenza della sentenza di Corte Costituzionale n. 138 15 aprile 2010.
32. I richiedenti non depositarono un’ulteriore richiesta (il reclamo) sotto Articolo 739 del Codice di Procedura Civile, in finora come s? non poteva essere considerato seguire effettivo la dichiarazione di Corte Costituzionale.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE E DIRITTO INTERNAZIONALE E PRATICA
A. diritto nazionale Attinente e pratica
1. La Costituzione italiana
33. Articoli 2, 3 e 29 della Costituzione italiana lessero siccome segue:
Articolo 2
?La Repubblica riconosce e garantisce diritti umani inviolabili, sia come un individuo ed in gruppi sociali dove la personalit? ? sviluppata, e richiede l’adempimento di obblighi della solidariet? politica, economica, sociale contro che non c’? derogazione.?
Articolo 3
?Tutti i cittadini hanno la dignit? sociale ed uguale e sono uguali di fronte alla legge, senza distinzione di sesso razza, lingua, religione, opinione politica, condizioni personali e sociali. ? il dovere della Repubblica di rimuovere quegli ostacoli di una natura economica o sociale che costringe la libert? e l’uguaglianza di cittadini, mentre impedendo con ci? il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione effettiva di tutti i lavoratori nel politico, organizzazione economica e sociale del paese.?
Articolo 29
?La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come una naturale societ? fondata su matrimonio. Matrimonio ? basato sul morale e l’uguaglianza legale dei consorti all’interno dei limiti posati in gi? con legge per garantire l’unit? della famiglia.?
2. Matrimonio
34. Sotto diritto nazionale italiano, a coppie di stesso-sesso non ? permesso per contrarre matrimonio, siccome affermato nella sentenza di Corte Costituzionale n. 138 (menzion? sopra).
35. Lo stesso ? stato affermato con la Corte italiana di Cassazione nella sua sentenza n. 4184 15 marzo 2012 che concerne due cittadini italiani dello stesso sesso che si spos? nei Paesi Bassi e che aveva impugnato il rifiuto di autorit? italiane per registrare il loro matrimonio nel documento di status civile sulla base del ?non-configurability come un matrimonio.? La Corte di Cassazione concluse che i rivendicatori avevano nessuno diritto registrare il loro matrimonio, non perch? non esist? o era nullo, ma a causa della sua incapacit? per produrre qualsiasi effetto legale nell’ordine italiano. Contenne inoltre che persone dello stesso sesso che vive insieme in una relazione stabile avevano diritto a rispettare per loro privato e la vita di famiglia sotto Articolo 8 della Convenzione europea; perci?, nell’esercizio del diritto per vivere liberamente il loro status inviolabile come una coppia loro possono portare un’azione di fronte ad una corte per chiedere, nelle specifiche situazioni riferite a diritti essenziali loro lo stesso trattamento come quel riconobbe con legge a coppie sposate.
36. Inoltre, la Corte Costituzionale nella sua sentenza n. 170/2014 che riguardano ?il forzato divorzio? riassegnamento di genere seguente di uno dei consorti, fond? che era per il legislatore per assicurare che un’alternativa a matrimonio fu offerta, mentre permettendo tale coppia di evitare la trasformazione nella loro situazione, da una di tutela giuridica di massimo ad un assolutamente incerto. La Corte Costituzionale segu? ad affermare che il legislatore doveva agire prontamente chiarire l’aspirapolvere legale che provoca una mancanza di protezione per la coppia.
3. Altra giurisprudenzaattinente nel contesto di coppie di stesso-sesso
37. In una causa di fronte al Tribunale di Reggio Emilia, i rivendicatori (una coppia di stesso-sesso) non aveva richiesto il tribunale per riconoscere il loro matrimonio entrato in in Spagna, ma riconoscere il loro diritto alla vita di famiglia in Italia, sulla base che loro sono stati riferiti. Il Tribunale di Reggio Emilia, con vuole dire di un’ordinanza di 13 febbraio 2012, nella luce dei che indica la direzione di EU e la loro trasposizione in legge italiana cos? come l’EU Charter di Diritti essenziali, considerato che tale matrimonio era valido per i fini di ottenere un permesso di soggiorno in Italia.
38. Nella sentenza del Tribunale di Grosseto di 3 aprile 2014, consegn? con un giudice di prima istanza, si contenne che il rifiuto per registrare un matrimonio estero era illegale. La corte ordin? cos? l’autorit? pubblica e competente per procedere con registrazione del matrimonio. Mentre l’ordine era eseguito, la causa fu piaciuta contro con lo Stato. Con una sentenza di 19 settembre 2014 la Corte d’appello di Firenze, mentre avendo scoperto un errore procedurale, annull? la decisione di prima – istanzae rinvi? la causa al tribunale di Grosseto.
4. Accordi di convivenza
39. Accordi di convivenza non sono offerti specificamente per in legge italiana.
40. Protezione di coabitare coppie more uxorio ? stata derivata da Articolo 2 della Costituzione italiana sempre, siccome interpretato nelle varie sentenze di corte durante il corso degli anni (posto 1988). Nei pi? recenti anni (2012 in avanti) sentenze nazionali hanno considerato coabitare anche lo stesso sesso accoppia come meritando simile protezione.
41. Con effetto da 2 dicembre 2013 ? stato possibile entrare in per riempire la lacuna nella legge scritto ?accordi di convivenza?, vale a dire un atto privato che non ha una forma specificata previsto con legge, e quale pu? essere entrato in coabitando persone, sia loro in una relazione parentale, partner, amici, i semplici flatmates o carers, ma non con coppie sposate. Simile contratti regolano principalmente gli aspetti finanziari di vivere insieme, cessazione della convivenza ed assistenza nell’evento di malattia o l’incapacit?.
5. Unioni civili
42. Diritto nazionale italiano non prevede per qualsiasi unione alternativa a matrimonio, o per coppie di omosessuale o per uni eterosessuali. I precedenti non hanno cos? nessuno mezzi di riconoscimento.
43. In un rapporto di 2013 preparato con Professore F. Gallo (poi Presidente della Corte Costituzionale) rivolse alle autorit? costituzionali italiane e pi? alte, il secondo determinato:
?Dialogo ? pi? difficile con qualche volta il [Costituzionale] il naturale interlocutore di Corte. Questo ? particolarmente cos? in cause dove sollecita la legislatura per cambiare una norma legale che consider? essere in contrasto con la Costituzione. Simile richieste non saranno sottovalutate. Loro costituiscono, infatti, il solo vuole dire disponibile al [Costituzionale] Corte per obbligare gli organi legislativi ad eliminare qualsiasi situazione che non ? compatibile con la Costituzione, e quale, bench? identific? col [Costituzionale] la Corte, non conduca ad una dichiarazione dell’anti-costituzionalit?. … Una richiesta di questo tipo che rimase inosservato era quel rese in sentenza n. 138/10 che, mentre trovando il fatto che un matrimonio potrebbe essere contratto solamente con persone di un sesso diverso per essere costituzionale conforme, anche afferm? che coppie di stesso-sesso avevano un diritto essenziale per ottenere riconoscimento legale, coi diritti attinenti ed i doveri, della loro unione. Lo lasci? a Parlamento per prevedere per simile regolamentazione, coi mezzi ed all’interno dei limiti ritenuti appropriato.?
44. Ciononostante, delle citt? hanno stabilito registri di ?unioni civili? fra persone non sposate dello stesso sesso o di sessi diversi: fra altri le citt? di Empoli, Pisa, Milano, Firenze e Napoli sono. Comunque, la registrazione di ?unioni civili? di coppie non sposate in simile registri un valore soltanto simbolico ha.
6. Giurisprudenza nazionale e susseguente
45. Similmente, la Corte Costituzionale italiana, nelle sue sentenze N. 276/2010 7 luglio 2010 depositarono nella cancelleria 22 luglio 2010, e 4/2011 16 dicembre 2010 depositarono nella cancelleria 5 gennaio 2011, rivendicazioni manifestamente mal-fondate e dichiarate che gli articoli summenzionati del Codice civile (in finora siccome loro non concederono matrimonio fra persone dello stesso sesso) non era in conformit? ad Articolo 2 della Costituzione. La Corte Costituzionale reiter? che riconoscimento giuridico di unioni di omosessuale non richiese un’unione uguale a matrimonio, siccome mostrato con gli approcci diversi si impegnati in paesi diversi, e che sotto Articolo 2 della Costituzione era per il Parlamento, nell’esercizio della sua discrezione regolare ed approvvigionare garantiscono e riconoscimento a simile unioni.
Pi? recentemente, in una causa riguardo al rifiuto per emettere atto del matrimonio ad una coppia di stesso-sesso che aveva richiesto cos?, la Corte di Cassazione nella sua sentenza n. 2400/15 9 febbraio 2015, respinse i rivendicatori la richiesta di ‘. Avendo considerato la recente giurisprudenza nazionale ed internazionale, concluse che-mentre coppie di stesso-sesso dovevano essere protette sotto Articolo 2 della Costituzione italiana e che era per la legislatura per intentare causa per assicurare riconoscimento dell’unione fra simile coppie-l’assenza di matrimonio di stesso-sesso non era incompatibile col sistema nazionale ed internazionale applicabile di diritti umani. Di conseguenza, la mancanza di matrimonio di stesso-sesso non poteva corrispondere a trattamento discriminatorio: il problema nell’ordinamento giuridico corrente girato circa il fatto che non c’era nessuna altra unione disponibile, separatamente da matrimonio sia s? per eterosessuale o coppie di omosessuale. Comunque, not? che la corte non potesse stabilire tramite questioni di giurisprudenza che andarono oltre la sua competenza.
7. Recente e corrente legislazione
46. La Casa di Sostituti ha esaminato recentemente Bill n. 242 chiamarono ?Emendamenti al Codice civile e le altre disposizioni sull’uguaglianza in accesso a matrimonio e filiazione con stesso-sesso accoppiano? e Bill n. 15 ?Norme contro la discriminazione in matrimonio.? Il Senato in 2014 Bill esaminato n. 14 su unioni civili e Bill n. 197 riguardo ad emendamenti al Codice civile in relazione alla convivenza, cos? come Bill n. 239 sull’introduzione nel Codice civile di un accordo sulla convivenza e la solidariet?.
47. Un conto unificato che concerne tutte le proposte legali ed attinenti fu presentato al Senato nel 2015 e fu adottato col Senato 26 marzo 2015 come un testo di base abilitare le ulteriori discussioni con la Commissione di Giustizia. Emendamenti sarebbero presentati con maggio 2015, ed un testo present? alle due Camere che costituiscono Parlamento con estate 2015. 10 giugno 2015 la Casa pi? Bassa adott? un’istanza a favore l’approvazione di una legge su unioni civili, prendendo il particolare conto della situazione di persone dello stesso sesso.
8. Via di ricorso nel sistema nazionale
48. Una decisione dello Status Ufficio Civile pu? essere impugnata (entro Trentoa giorni) di fronte al tribunale ordinario, in conformit? con Articolo 98 del Codice civile.
49. Un decreto del tribunale ordinario pu? a turno sia impugnato di fronte alla Corte d’appello (entro dieci giorni) con virt? di Articolo 739 del Codice di Procedura Civile.
50. Secondo il suo paragrafo (3) nessuna ulteriore disposizione di ricorso contro la decisione della Corte d’appello. Comunque, secondo Articolo 111 (7) della Costituzione siccome interpretato con giurisprudenza consolidata, cos? come Articolo 360 (4) del Codice di Procedura Civile (siccome cambiato con decreto legislativo n. 40/06) se il decreto di ricorso colpisce diritti soggettivi, ? di una natura decisiva, e costituisce una determinazione di una questione potenzialmente irreversibile (avendo cos? il valore di una sentenza), la decisione di ricorso pu? essere impugnata di fronte alla Corte di Cassazione entro sessanta giorni, nelle circostanze e forma stabilite con Articolo 360 del Codice di Procedura Civile. Secondo Articolo 742 del Codice di Procedura Civile un decreto che non incorre la definizione summenzionata sotto rimane revocabile e modificabile a qualsiasi data futura soggetto ad un cambio nelle circostanze fattuale o legge fondamentale (diritto di di di presupposti).
51. Secondo Articoli 325 a 327 del Codice di Procedura Civile, un ricorso alla Corte di Cassazione deve essere depositato entro sessanta giorni della data sui quali la decisione di ricorso ? notificata sulla parte. In qualsiasi l’evento, nell’assenza di notificazione tale ricorso non pu? essere depositato pi? tardi che sei mesi dalla data fu depositato nella cancelleria (la pubblicazione).
52. Secondo Articolo 324 del Codice di Procedura Civile, una decisione diviene definitivo, inter alia, quando non ? pi? soggetto ad un ricorso, alla Corte d’appello o Cassazione a meno che altrimenti purch? per con legge.
B. legge Comparativa ed europea e pratica
1. Materiale di giurisprudenza comparativs
53. Il materiale di comparativo-legge disponibile alla Corte sull’introduzione di forme ufficiali di associazione non-maritale all’interno degli ordinamenti giuridici di Consiglio dell’Europa (CoE) il membro gli show di Stati che undici paesi (Belgio, Danimarca, Francia, Islanda, Lussemburgo, i Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia ed il Regno Unito) riconosca matrimonio di stesso-sesso.
54. Diciotto membro gli Stati (Andorra, Austria, Belgio, Croatia, la Repubblica ceca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, Irlanda, Liechtenstein, Lussemburgo, Malta, i Paesi Bassi, Slovenia, Spagna, Svizzera ed il Regno Unito) autorizzi della forma di associazione civile per coppie di stesso-sesso. Nelle certe cause simile unione pu? conferire il pieno set di diritti ed i doveri applicabile all’istituto di matrimonio, e cos?, ? uguale a matrimonio in tutto ma chiama, come per esempio in Malta. In oltre, sulla 9 ottobre 2014 Estonia anche riconobbe giuridicamente unioni di stesso-sesso con decretando l’Associazione Atto Registrato che entrer? in vigore 1 gennaio 2016. Portogallo non ha una forma ufficiale di unione civile. Ciononostante, la legge riconosce unioni civili e de facto che hanno effetto automatico e non costringono la coppia a prendere qualsiasi passi formali per riconoscimento. Danimarca, Norvegia, Svezia e l’Islanda prevedevano per associazione registrata nella causa di unioni di stesso-sesso, ma fu abolito in favore di matrimonio di stesso-sesso.
55. Segue che datare ventiquattro paesi fuori del membro di CoE del quaranta-sette Stati gi? ha decretato legislazione che permette stesso-sesso accoppia avere la loro relazione riconosciuto come un matrimonio legale o come una forma di unione civile o associazione registrata.
2. Consiglio attinente dei materiali di Europa
56. Nella sua Raccomandazione 924 (1981) sulla discriminazione contro omosessuali, la Riunione Parlamentare del Consiglio dell’Europa (il Ritmo) critic? le varie forme della discriminazione contro omosessuali nel certo membro Stati del Consiglio dell’Europa.
57. In Raccomandazione 1474 (2000) sulla situazione di lesbiche e gays in Consiglio del membro di Europa gli Stati, il Ritmo raccomand? che il Comitato di chiamata di Ministri su membro Stati, fra le altre cose ?adottare legislazione che costituisce disposizione associazioni registrate.? Inoltre, in Raccomandazione 1470 (2000) sulla pi? specifica materia della situazione di gays e lesbiche ed i loro partner in riguardo di asilo e l’immigrazione nel membro Stati del Consiglio dell’Europa, raccomand? al Comitato di Ministri che esorta membro Stati, inter l’alia, ?fare una rassegna le loro politiche nel campo di diritti sociali e protezione di emigranti per assicurare che associazioni di omosessuale e famiglie sono trattate sulla stessa base come associazioni eterosessuali e famiglie….?
58. Cammini Decisione 1547 (2007) di 18 aprile 2007 concesso ?Stato di diritti umani e la democrazia in Europa? fece appello ad ogni membro Stati del CoE, ed in particolare i loro rispettivi corpi parlamentari, rivolgere tutti i problemi sollevati nei rapporti ed opinioni che sono posto sotto a questa decisione ed in particolare, a, inter l’alia, combatta efficacemente tutte le forme della discriminazione basate su genere od orientamento sessuale, introduca anti legislazione di discriminazione, diritti di associazione e programmes che consapevolezza-sollevano dove gi? non sono a posto questi;? (punto 34.14.).
59. Decisione 1728 (2010) della Riunione Parlamentare del Consiglio dell’Europa, adott? 29 aprile 2010 e ammise ?la Discriminazione sulla base di orientamento sessuale e l’identit? di genere?, chiama su membro Stati a ?assicura riconoscimento legale di associazioni di stesso-sesso quando legislazione nazionale prevede simile riconoscimento, come gi? raccomandato con la Riunione nel 2000?, con prevedendo, inter alia, per:
?16.9.1. gli stessi diritti patrimoniali ed obblighi come quelli che concernono a coppie di sesso diverse;
16.9.2. ?parente prossimo lo status di ‘;
16.9.3. misure per assicurare che, dove ? estero un partner in una relazione di stesso-sesso, questo partner ? concesso gli stessi diritti di residenza siccome farebbe domanda se lei o lui fossero in una relazione eterosessuale;
16.9.4. riconoscimento di disposizioni con effetti simili adottati con gli altri stati membro;?
60. In Raccomandazione CM/Rec(2010)5 su misure per combattere la discriminazione sui motivi di orientamento sessuale o l’identit? di genere, il Comitato di Ministri raccomand? quel il membro gli Stati:
?1. Esamini esistendo misure legislative ed altre, li tenga sotto revisione, e raccolga ed analizzi dati attinenti per esaminare e compensazione qualsiasi la discriminazione diretta o indiretta sui motivi di orientamento sessuale o l’identit? di genere;
2. Assicuri che misure legislative ed altre sono adottate ed implementarono efficacemente combattere la discriminazione sui motivi di orientamento sessuale o l’identit? di genere, assicurare riguardo per i diritti umani di lesbica gaio, bisessuale e persone di transgender e promuovere la tolleranza verso loro…?
61. La Raccomandazione osserv? anche siccome segue:
?23. Dove legislazione nazionale conferisce diritti ed obblighi su coppie non sposate, stati membro dovrebbero assicurare che fa domanda in un modo non-discriminatorio a sia lo stesso sesso e diverso-sesso accoppia, incluso riguardo alla pensione di superstite trae profitto e diritti di affitto.
24. Dove legislazione nazionale riconosce associazioni di stesso-sesso registrate, stati membro dovrebbero cercare di assicurare che la loro condizione giuridica ed i loro diritti ed obblighi sono equivalenti a quelli di coppie eterosessuali in una situazione comparabile.
25. Dove legislazione nazionale non riconosce n? conferisce diritti od obblighi su associazioni di stesso-sesso registrate e coppie non sposate, stati membro sono invitati per considerare la possibilit? di prevedere, senza la discriminazione di qualsiasi il genere, incluso contro coppie di diverso-sesso, stesso-sesso accoppia con legale o altro vuole dire rivolgere i problemi pratici riferiti alla realt? sociale nella quale loro vivono.?
3. Legge di Unione europea
62. Articoli 7, 9 e 21 dello Statuto di Diritti essenziali dell’Unione europea che fu firmata 7 dicembre 2000 ed entr? in vigore 1 dicembre 2009 lessero siccome segue:
Articolo 7
?Ognuno ha diritto a rispettare per suo o lei privato e la vita di famiglia, casa e comunicazioni.?
Articolo 9
?Il diritto per sposarsi e fondare una famiglia sar? garantito in conformit? con le leggi nazionali che governano l’esercizio di questi diritti.?
Articolo 21
?1. Qualsiasi la discriminazione bas? su qualsiasi base come sesso, razza, colore, origine etnica o sociale, caratteristiche genetiche, lingua, religione o credenza, politico o qualsiasi l’altra opinione, appartenenza di una minoranza nazionale che propriet?, nascita, l’invalidit?, et? od orientamento sessuale saranno proibite.
2. All’interno della sfera di applicazione del Trattato che stabilisce la Comunit? europea e del Trattato su Unione europea, e senza pregiudizio alle disposizioni speciali di quelli Trattati qualsiasi la discriminazione sui motivi della nazionalit? sar? proibita.?
63. Il Commentario dello Statuto di Diritti essenziali dell’Unione europea, preparato in 2006 dell’EU Network di Esperti Indipendenti su Diritti essenziali, stati siccome segue con riguardo all? Articolo 9 dello Statuto:
?Trend moderni e sviluppi nei diritti nazionali in un numero di paesi verso la pi? grande franchezza e l’accettazione di coppie di stesso-sesso nonostante, alcuni stati ancora hanno regolamentazioni di and/or di politiche pubbliche che esplicitamente impediscono la nozione che coppie di stesso-sesso hanno diritto a sposarsi. C’? attualmente riconoscimento legale e molto limitato di relazioni di stesso-sesso nel senso che matrimonio non ? disponibile a coppie di stesso-sesso. I diritti nazionali della maggioranza di stati presuppongono, nelle altre parole, che i consorti che proporsi sono di sessi diversi. Ciononostante, in alcuni paesi, e.g., nei Paesi Bassi ed in Belgio, matrimonio fra persone dello stesso sesso ? riconosciuto giuridicamente. Altri, come i paesi nordici hanno girato una legislazione di associazione registrata che implica fra le altre cose che pi? disposizioni riguardo a matrimonio, cio?. le sue conseguenze legali come distribuzione di propriet?, diritti di eredit?, ecc. sono anche applicabili a queste unioni. Allo stesso tempo ? importante per indicare che il nome ?registr? associazione ‘ ? stato scelto intenzionalmente di non confonderlo con matrimonio e ? stato stabilito come un metodo alternativo di riconoscere relazioni personali. Questa istituzione nuova ?, di conseguenza, come un articolo solamente accessibile a coppie che non possono sposarsi, e la stessa associazione di sesso non ha lo stesso status e gli stessi benefici come matrimonio…
Per prendere in considerazione la diversit? di regolamentazioni nazionali su matrimonio Articolo 9 dello Statuto si riferisce a legislazione nazionale. Come s? sembra dalla sua formulazione, la disposizione ? pi? larga nella sua sfera che gli articoli corrispondenti negli altri strumenti internazionali. Non c’? da allora riferimento esplicito agli uomini di ?e donne ‘ come la causa ? negli altri strumenti di diritti umani, si pu? dibattere che non c’? nessun ostacolo per riconoscere relazioni di stesso-sesso nel contesto di matrimonio. Non c’? comunque, requisito esplicito che diritti nazionali dovrebbero facilitare simile matrimoni. Corti internazionali e comitati hanno esitato finora a prolungare la richiesta del diritto per sposarsi a coppie di stesso-sesso…?
64. Un numero di altri Direttiva pu? essere anche di interesse nella causa presente: loro possono essere trovati in Vallianatos ed Altri c. la Grecia ([GC], N. 29381/09 e 32684/09, ?? 33-34 ECHR 2013 (gli estratti)).
4. Gli Stati Uniti
65. 26 giugno 2015, nella causa di al di et di Obergefell. c. Hodges, Direttore, Settore di Ohio di al di et di Salute che la Corte Suprema degli Stati Uniti ha sostenuto che coppie di stesso-sesso possono esercitare il diritto essenziale per sposarsi in ogni Stati, e che non c’era base legale per un Stato per rifiutare di riconoscere un matrimonio di stesso-sesso legale compi? in un altro Stato sulla base del suo carattere di stesso-sesso.
I postulanti avevano chiesto che gli ufficiali statali e rispondenti violarono il quattordicesimo Emendamento negando loro il diritto a sposarsi o avere matrimoni compiuti legalmente in un altro pieno riconoscimento dello Stato.
La Corte Suprema sostenne che le leggi impugnate oppressero la libert? di coppie di stesso-sesso, e compendi? precetti centrali dell’uguaglianza. Consider? che i diritti matrimoniali eseguirono coi convenuti era disuguale come coppie di stesso-sesso fu negato tutti i benefici riconosciuti a coppie di opposto-sesso e fu sbarrato dall’esercitare un diritto essenziale. Questo rifiuto a stesso-sesso accoppia del diritto per sposarsi lavor? una tomba e continuando danno e l’imposizione di questa invalidit? su gays e lesbiche notific? a mancanza di rispetto e li subordina. Effettivamente, la Protezione Clausola Uguale, come l’Elaborazione Clausola Dovuta proib? questa violazione ingiustificata del diritto essenziale per sposarsi. Queste considerazioni condussero alla conclusione che il diritto per sposarsi era un diritto essenziale inerente nella libert? della persona, e sotto l’Elaborazione Dovuta e Protezione Clausole Uguali delle quattordicesimo coppie di Emendamento dello stesso-sesso non pu? essere privato di che diritto e quel la libert?. La Corte Suprema sostenne cos? che coppie di stesso-sesso possono esercitare il diritto essenziale per sposarsi.
Avendo notato che attenzione sostanziale era stata dedicata alla questione coi vari attori in societ?, e che secondo i loro individui di sistema costituzionali attendere azione legislativa prima di asserire un diritto essenziale non ha bisogno, consider? quel era la Corte Suprema per sospendere la sua mano e concedere pi? lento, la determinazione di causa-con-causa della disponibilit? richiesta di specifici benefici pubblici alle stesse coppie di sesso ancora negherebbe gays e lesbiche che molti diritti e le responsabilit? hanno attorcigliato con matrimonio.
Infine, notando che i molti Stati gi? concederono matrimonio di stesso-sesso-e gi? era accaduto centinaio di migliaia di questi matrimoni-opin? che la disgregazione caus? con le proibizioni di riconoscimento era significativo e mai crescendo. La Corte Suprema fond? anche cos?, che non c’era base legale per un Stato per rifiutare di riconoscere un matrimonio di stesso-sesso legale compiuto in un altro Stato.
LA LEGGE
I. ECCEZIONI PRELIMINARI
A. Regola 47
66. Il Governo cit? Articolo 47 degli Articoli di Corte. Loro accentuarono che secondo la recente revisione di Articolo 47 degli Articoli emessa con la Corte Assoluta, gli articoli su che che deve contenere una richiesta deve essere fatto domanda in un modo pi? severo. Cos?, inosservanza coi requisiti esposti fuori in paragrafi che 1 e 2 di questo articolo possono dare luogo alla richiesta che non ? esaminata con la Corte.
67. I richiedenti in richiesta n. 18766/11 presentarono che sulla base del principio di actum di regit di tempus, l’Articolo 47 nuovo adottato nel 2013 non potesse fare domanda ad una richiesta depositata nel 2011.
68. La Corte nota che, piuttosto separatamente dall’insuccesso del Governo per indicare in che modo i richiedenti non riuscirono ad adempiere i requisiti di Articolo 47, ? solamente di 1 gennaio 2014 che l’Articolo corretto le 47 condizioni pi? severe fatte domanda per l’introduzione di una richiesta con la Corte. Presentela causa, la Corte nota che tutti i richiedenti depositarono le loro richieste nel 2011, e non c’? nessuna ragione di considerare che loro non hanno adempiuto ai requisiti di Articolo 47 come applicabile al tempo.
69. Segue che qualsiasi eccezione Statale in questo riguardo deve essere respinta.
B. Status di Vittima
70. Bench? non sollev? esplicitamente come un’eccezione alle richieste l’ammissibilit? di ‘, il Governo present? che i richiedenti non avevano indicato in che modo loro avevano subito qualsiasi danno effettivo, ed il riferimento al danno dei richiedenti era solamente astratto (diritti di eredit?, assistenza al partner supplire-entrata in atti di relazioni economici). Loro indicarono che la Corte poteva solamente giudice sulle specifiche circostanze di una causa e non fa valutazioni che vanno oltre la sfera delle richieste.
71. La Corte lo considera appropriato trattare con l’argomento a questo stadio. Nota che i richiedenti sono individui oltre l’et? del discernimento che, secondo le informazioni presentate, ? in relazioni di stesso-sesso ed in delle cause sta coabitando. Alla misura che la Costituzione italiana siccome interpretato con le corti nazionali esclude coppie di stesso-sesso dalla sfera di diritto matrimoniale, e che a causa dell’assenza di qualsiasi struttura legale a quell’effetto i richiedenti non possono entrare in un’unione civile e possono organizzare di conseguenza la loro relazione, la Corte considera che loro concernono direttamente con la situazione e hanno un interesse personale e legittimo nel vederlo port? ad una fine (vedere, mutatis mutandis, Vallianatos ed Altri c. la Grecia [GC], N. 29381/09 e 32684/09, ? 49 ECHR 2013 (gli estratti), e con implicazione, Schalk e Kopf c. l’Austria, n. 30141/04, ECHR 2010).
72. Di conseguenza, la Corte conclude che gli individui nelle richieste presenti dovrebbero essere considerati ?le vittime? delle violazioni allegato all’interno del significato di Articolo 34 della Convenzione.
C. Esaurimento delle vie di ricorso nazionali
1. Il Governo
73. Il Governo present? che i richiedenti non erano riusciti ad esaurire via di ricorso nazionali. Loro notarono che in cause come il presente ? possibile fare appello contro rifiuto per pubblicare sposando atto di fronte al tribunale attinente. La decisione di prima ? istanza potrebbe essere impugnata poi di fronte alla Corte d’appello e la Corte di Cassazione. Comunque, OMISSIS ed il Sig. A. erano andati a vuoto a depositare un ulteriore ricorso alla Corte di Cassazione, OMISSIS non avevano reso qualsiasi richiesta al rifiuto amministrativo per pubblicare il loro atto, ed OMISSIS erano andati a vuoto a fare appello contro la sentenza di prima -istanza diede in gi? nella loro causa.
74. Il Governo si rifer? al principio di sussidiariet?, e considerato che le corti nazionali avessero potuto dare i richiedenti compensazione adeguata per il danno subito ed avrebbero potuto offrire loro il legale e giudiziale vuole dire tradizionalmente ottenere almeno una dichiarazione recognising la loro unione come una formazione sociale come un’associazione di vita come cap? [sic]. In appoggio di questo il Governo fece riferimento alla Corte di sentenza di Cassazione n. 4184 consegnarono nel 2012 riguardo alla registrazione di stesso matrimonio di sesso contratta all’estero che secondo la loro traduzione legge siccome segue:
?[Il diritto giurisprudenziale di T]he di questa Corte (di Cassazione)-secondo che ? la differenza in sesso della coppia occupata, insieme con la manifestazione della volont? espressa con lo stesso nella presenza del celebrante di ufficiale statale e civile, minimo requisito indispensabile per l’esistenza di ?di matrimonio civile ‘ come atto giuridicamente attinente-? nessuno pi? appropriato alla realt? legale e corrente, stato stato superato radicalmente l’idea che la differenza in sesso accoppia preparando per matrimonio ? un requisito indispensabile, come dire naturale ‘ della stessa esistenza di ??’ di matrimonio. Per tutte le ragioni sopra, la nessuno-trascrizione di unioni di omosessuale dipende,-non dalla loro non-esistenza di ?’, n? col loro invalidamento di ?’ ma-con la loro incapacit? per produrre, come documenti di matrimonio precisamente, effetti legali nel sistema italiano.?
In che luce, il Governo consider? che se i richiedenti avessero portato la loro causa di fronte ai giudici nazionali loro avrebbero avuto almeno un riconoscimento legale della loro unione. Loro avevano scelto intenzionalmente comunque, di non fare cos?.
75. Inoltre, loro notarono che le rivendicazioni depositarono solamente di fronte alle corti nazionali riguardava la loro incapacit? per ottenere matrimonio di stesso-sesso e non l’incapacit? per ottenere una forma alternativa di riconoscimento per simile coppie.
2. I richiedenti
76. I richiedenti presentarono che mentre la Corte Costituzionale nella sua sentenza di n. 138/10 avevano trovato che Articolo 2 della Costituzione richiese tutela giuridica di unioni di stesso-sesso, non aveva altra scelta ma dichiarare l’azione di reclamo inammissibile, dato la competenza della legislatura nella questione. Una situazione simile ottenne in sentenza n. 170/14 (vedere paragrafo 36 sopra). Inoltre, i richiedenti presentarono che il Governo aveva non prov?, con vuole dire di esempi che le corti nazionali potrebbero offrire qualsiasi riconoscimento legale delle loro unioni. Effettivamente, dato che il difetto rifer? alla legge (o manca al riguardo), a corti nazionali ed ordinarie furono impedite di prendere qualsiasi azione riparatore: anche la corte con competenza per fare una rassegna le leggi non era capace di fare questo. All’interno del sistema nazionale la via di ricorso appropriata sarebbe stata una richiesta di fronte alla Corte Costituzionale che gi? aveva affermato la Corte non era una via di ricorso per essere usato, s? che non ? direttamente accessibile ad individui (vedere Scoppola c. l’Italia (n. 2) [GC], n. 10249/03, ? 70 17 settembre 2009). Inoltre, presentela causa tale richiesta non avrebbe avuto successo il precedente che pos? in sentenza n. 138/10, successivamente confermati con le altre decisioni.
3. La valutazione della Corte
77. La Corte reitera che Articolo che 35 ? 1 della Convenzione richiede che azioni di reclamo intesero di essere rese successivamente a Strasbourg sarebbe dovuto essere reso al corpo nazionale ed appropriato, almeno in sostanza (vedere Akdivar ed Altri c. la Turchia, 16 settembre 1996, ? 66 le Relazioni 1996 IV, e G?fgen c. la Germania [GC], n. 22978/05 ?? 144 e 146, ECHR 2010). Il fine dell’articolo di esaurimento ? riconoscere gli Stati Contraenti l’opportunit? di ostacolando o mettere diritto le violazioni addotta contro loro prima che quelle dichiarazioni sono presentate a s? (vedere, fra molte altre autorit?, Selmouni c. la Francia [GC], n. 25803/94, ? 74 il 1999-V di ECHR). Che articolo ? basato sull’assunzione, riflett? in Articolo 13 della Convenzione col quale ha affinit? vicina che c’? una via di ricorso effettiva disponibile in riguardo della violazione allegato nel sistema nazionale (l’ibid.). Una via di ricorso deve essere capace di rimediare a direttamente lo stato contestato di affari per essere effettivo, e deve offrire prospettive ragionevoli del successo (vedere Sejdovic c. l’Italia [GC], n. 56581/00, ? 46 ECHR 2006 II).
78. La sfera degli Stati Contraenti gli obblighi di ‘ sotto Articolo 13 variano dipendendo dalla natura dell’azione di reclamo del richiedente; comunque, la via di ricorso richiesta con Articolo 13 deve essere ?effettivo? in pratica cos? come in legge (vedere, per esempio, ?lhan c. la Turchia [GC], n. 22277/93, ? 97 ECHR 2000-VII). ? per la Corte per determinare se i mezzi disponibile ad un richiedente per sollevare un’azione di reclamo ? ?effettivo? nel senso entrambi ostacolare la violazione allegato o la sua continuazione, o di offrire compensazione adeguata per qualsiasi violazione che gi? era accaduta (vedere Kuda ?c. la Polonia [GC], n. 30210/96, ?? 157-158 ECHR 2000 XI). Se la compensazione data ? effettiva dipender?, fra le altre cose, essere stati violati addusse sulla natura del diritto, le ragioni date per la decisione e la persistenza delle conseguenze sfavorevoli per la persona riguardata dopo che decisione (vedere, per esempio, Freimanis e Ldums ?c. la Lettonia, N. 73443/01 e 74860/01, ? 68 9 febbraio 2006). Nelle certe cause una violazione non pu? essere resa buona per il pagamento mero del risarcimento (vedere, per esempio, Petkov ed Altri c. la Bulgaria, N. 77568/01, 178/02 e 505/02, ? 80 11 giugno 2009 nel collegamento con Articolo 3 di Protocollo N.ro 1) e l’incapacit? per rendere una decisione vincolante che accorda compensazione pu? sollevare anche problemi (vedere Argento ed Altri c. il Regno Unito, 25 marzo 1983, ? 115 la Serie Un n. 61; Leander c. la Svezia, 26 marzo 1987, ? 82 la Serie Un n. 116; e Segerstedt-Wiberg ed Altri c. la Svezia, n. 62332/00, ? 118 ECHR 2006 VII).
79. Le via di ricorso sole che Articolo 35 della Convenzione costringe ad essere esaurito sono quelle che riferiscono alle violazioni addotte ed allo stesso tempo ? disponibile e sufficiente. L’esistenza di simile via di ricorso non solo deve essere sufficientemente sicura in teoria ma anche in pratica, fallendo a loro mancher? quale l’accessibilit? richiesta e l’efficacia (vedere Akdivar ed Altri, citato sopra, ? 66, e Vukovi ?ed Altri c. Serbia [GC], n. 17153/11, ? 71 25 marzo 2014).
80. In oltre, secondo il ?generalmente riconobbe principi di diritto internazionale?, ci possono essere circostanze speciali che assolvono il richiedente dall’obbligo per esaurire le via di ricorso nazionali alla sua disposizione (vedere Selmouni, citato sopra, ? 75). Comunque, la Corte indica che l’esistenza di dubbi meri come alle prospettive del successo di una particolare via di ricorso che non ? evidentemente futile una ragione valida non ? per non riuscire ad esaurire via di ricorso nazionali (vedere Vukovi ?ed Altri, citato sopra, ? 74, e Brusco c. l’Italia (il dec.), n. 69789/01, ECHR 2001 IX). Il problema di se via di ricorso nazionali sono state esaurite sar? determinato con riferimento alla data normalmente quando la richiesta fu depositata con la Corte. Questo articolo ? soggetto ad eccezioni che sarebbero giustificate con le specifiche circostanze di ogni causa comunque (vedere, per esempio, Baumann c. la Francia, n. 33592/96, ? 47 22 maggio 2001; Nogolica c. Croatia (il dec.), n. 77784/01, ECHR 2002-VIII; e Mari?n c. il Belgio (il dec.), n. 46046/99, 24 giugno 2004).
81. Come riguardi l’argomento principale del Governo che nessuni dei richiedenti si ? giovato a della piena serie di via di ricorso disponibile (su alla Corte di Cassazione), la Corte osserva che al tempo quando tutti i richiedenti introdussero le loro richieste di fronte alla Corte (marzo e giugno 2011) la Corte Costituzionale gi? aveva dato sentenza sui meriti dei primi due richiedenti ‘ chiede (15 aprile 2010), come un risultato del quale la Corte d’appello respinse le loro rivendicazioni 21 settembre 2010. La Corte Costituzionale reiter? successivamente quelle sentenze in due ulteriori sentenze (deposit? nella cancelleria attinente il 2010 e 5 gennaio 2011 di 22 luglio, vedere paragrafo 45 sopra) anche consegn? di fronte ai richiedenti introdusse le loro richieste con la Corte. Cos?, al tempo quando i richiedenti desiderarono lamentarsi delle violazioni allegato l? fu consolidato giurisprudenza della corte pi? alta della terra che indica che le loro rivendicazioni non avevano nessuna prospettiva del successo.
82. Il Governo non ha mostrato, n? la Corte immagina, che le giurisdizioni ordinarie avessero potuto ignorare le sentenze della Corte Costituzionale e conclusioni diverse e consegnate accompagnate con la compensazione attinente. Inoltre, la Corte osserva che la Corte Costituzionale stessa non poteva ma invita la legislatura ad intentare causa, e non si ha dimostrato che le corti ordinarie avessero potuto agire pi? efficacemente nel compensare le situazioni nelle cause presenti. In questo collegamento, e nella luce dell’argomento del Governo che loro avessero potuto ottenere almeno una dichiarazione sul riconoscimento della loro unione bas? sulla Corte di sentenza di Cassazione n. 4184/12, la Corte nota siccome segue: in primo luogo, il Governo and? a vuoto a dare anche un esempio di tale riconoscimento formale con le corti nazionali; in secondo luogo, ? discutibile se simile riconoscimento, se a del tutto possibile, avrebbe avuto qualsiasi effetto legale sulla situazione pratica dei richiedenti nell’assenza di una struttura legale-davvero il Governo non ha spiegato che che questo ad dichiarazione di hoc di riconoscimento comporterebbe; ed in terzo luogo, sentenza n. 4184, assegn? a col Governo (quale rende solamente certo cita en passant), fu consegnato dopo che i richiedenti avevano introdotto la loro richiesta con la Corte.
83. Tenendo presente il sopra, la Corte considera che non c’? nessuna prova che l’abilita per sostenere che sulla data quando le richieste furono depositate con la Corte le via di ricorso disponibile nel sistema nazionale italiano avrebbe avuto qualsiasi prospettive del successo. Segue che i richiedenti non possono essere biasimati per non avere intrapreso una via di ricorso inefficace, o a tutti o sino alla fine dell’elaborazione giudiziale. Cos?, la Corte accetta che c’erano circostanze speciali che assolsero i richiedenti dal loro obbligo normale per esaurire via di ricorso nazionali (vedere Vilnes ed Altri c. la Norvegia, N. 52806/09 e 22703/10, ? 178 5 dicembre 2013).
84. Senza pregiudizio al sopra, la Corte osserva in replica allo scorso argomento del Governo che i procedimenti nazionali (si impegnato entro quattro dei richiedenti nella causa presente) relativo alle autorit? il rifiuto di ‘ per permettere i richiedenti per sposarsi. Come l’opportunit? di entrare in un’associazione registrata non esista in Italia, ? difficile vedere come i richiedenti avrebbero potuto sollevare la problema di riconoscimento legale di associazione loro eccetto con cercando di sposarsi, specialmente dato che loro non avevano accesso diretto alla Corte Costituzionale. Di conseguenza, la loro azione di reclamo nazionale si concentr? sulla loro mancanza di accesso a matrimonio. Effettivamente, la Corte considera che il problema di riconoscimento legale ed alternativo ? connesso cos? da vicino al problema di mancanza di accesso a matrimonio che doveva essere considerato come inerente nella richiesta presente (vedere Schalk e Kopf, citato sopra, ? 76). Cos?, la Corte accetta che tale azione di reclamo, almeno in sostanza incluso la mancanza di qualsiasi altro vuole dire avere la loro relazione riconosciuto con legge (l’ibid., ? 75). Segue che le corti nazionali, particolarmente l’udienza di Corte Costituzionale la causa riguardo ai primi due richiedenti, era in una posizione per trattare col problema e, davvero, lo rivolse brevemente, bench? solamente concludere che era per la legislatura per intentare causa sulla questione. In queste circostanze, la Corte ? soddisfatta, che giurisdizioni nazionali furono date l’opportunit? di compensare le violazioni allegato che si sono lamentate di in Strasbourg, come anche caratterizz? con la Corte (vedere, mutatis mutandis, Gatt c. il Malta, n. 28221/08, ? 24 ECHR 2010).
85. Segue che in queste circostanze l’eccezione del Governo deve essere respinta.

D. Sei mesi
1. Il Governo
86. Il Governo present? che la richiesta completa n. 18766/11 4 agosto 2011 furono ricevuti con la Corte 9 agosto 2011, un anno dopo la sentenza della Corte d’appello di Trento dat? 23 settembre 2010, e che la richiesta completa n. 36030/11 10 giugno 2011 furono ricevuti con la Corte 17 giugno 2011, un anno dopo la sentenza del Tribunale di Milano di 9 giugno 2010 depositato nella cancelleria attinente 1 luglio 2010 in riguardo del Sig. Perelli Cippo ed il Sig. Zaccheo e nell’assenza di qualsiasi sentenza in riguardo del Sig. Felicetti ed il Sig. Zappa. Qualsiasi materiale presentato alla Corte di fronte a quelle date non aveva contenuto tutte le caratteristiche della richiesta.
2. I richiedenti
87. I richiedenti in richiesta n. 18766/11 presentarono che sotto legge italiana la decisione della Corte d’appello di Trento notificata sui richiedenti 23 settembre 2010 divenne definitivo dopo sei mesi. Segu? che la richiesta introdusse 21 marzo 2011 si attenuto con l’articolo di mese del sei previsto nella Convenzione.
88. I richiedenti in richiesta n. 36030/11 considerato che le violazioni allegato avevano un carattere continuo, come lungo come unioni di stesso-sesso non furono riconosciute sotto legge italiana.
3. La valutazione della Corte
(un) date di introduzione delle richieste
89. La Corte reitera che il periodo di sei-mese ? interrotto sulla data di introduzione di una richiesta. Nella conformit? con la sua pratica stabilita e Decide 47 ? 5 degli Articoli di Corte, come normalmente consider? che la data dell’introduzione di una richiesta fosse la data della prima comunicazione indicando un’intenzione di depositare una richiesta e dando dell’indicazione della natura della richiesta in vigore al tempo attinente. Simile prima comunicazione che al tempo potrebbe prendere la forma di una lettera spedita con fax, in interruzione di principio la gestione del periodo di sei-mese (vedere Yartsev c. la Russia (il dec.) n. 1376/11, ? 21 26 marzo 2013; Abdulrahman c. i Paesi Bassi (il dec.), n. 66994/12, 5 febbraio 2013; e Centre Biblico della Repubblica di Chuvash c. la Russia, n. 33203/08, ? 45 12 giugno 2014).
90. Nella causa presente, riguardo alla richiesta n. 18766/11, la prima comunicazione che indica il desiderio per depositare una causa con la Corte cos? come l’oggetto della richiesta (nella causa presente nella forma di una richiesta incompleta), fu depositato a mano alla Corte Cancelleria 21 marzo 2011: una richiesta completata segu? in conformit? con le istruzioni della Cancelleria. C’? cos? senza dubbio che la data di introduzione in riguardo della richiesta n. 18766/11 erano 21 marzo 2011. Similmente, riguardo alla richiesta n. 36030/11 che una richiesta completa ? stata ricevuta con la Corte con fax 10 giugno 2011, fu seguito con l’originale ricevette con la Corte 17 giugno 2011. C’? perci? anche senza dubbio che la data di introduzione in riguardo della richiesta n. si deve considerare che 36030/11 a siano 10 giugno 2011. Segue che in queste circostanze la data di ?la ricevuta? con la Corte degli originali o i moduli di domanda completati ? irrilevante per determinare la data di introduzione; l’argomento del Governo a che effetto ? giudicato male perci?.
91. Rimane essere determinato se le richieste introdussero in quelli giorni si attenuti con LA norma dei sei- mesI.
(b) Ottemperanza col tempo-limite di sei -mesi
(i) principi di Generale
92. Come un articolo, il periodo di sei-mese funziona dalla data della definitivo decisione nell’elaborazione dell’esaurimento di via di ricorso nazionali. Dove ? chiaro dall’inizio, comunque che nessuna via di ricorso effettiva ? disponibile al richiedente, il periodo funziona dalla data degli atti o misure si lament? di, o dalla data di conoscenza di che atto o il suo effetto su o pregiudizio al richiedente (vedere Mocanu ed Altri c. la Romania [GC], N. 10865/09, 45886/07 e 32431/08, ? 259 ECHR 2014 (gli estratti)). Dove un richiedente si giova a di una via di ricorso evidentemente esistente e solamente successivamente diviene consapevole di circostanze che rendono la via di ricorso inefficace, pu? essere appropriato per i fini di Articolo 35 ? 1 prendere l’inizio del periodo di sei -mesi come la data quando il richiedente prima divenne o sarebbe dovuto divenire consapevole di quelle circostanze (l’ibid., ? 260; vedere anche El-Masri c. la Repubblica iugoslava e precedente del Macedonia [GC], n. 39630/09, ? 136, ECHR 2012, e Paul ed Audrey Edwards c. il Regno Unito (il dec.), n. 46477/99, 4 giugno 2001).
93. In cause dove c’? una situazione che continua, il periodo avvia correre da capo ogni giorno, e ? solamente in generale quando che fini di situazione che il periodo di mese del sei davvero avvia correre (vedere Varnava ed Altri c. la Turchia [GC], N. 16064/90, 16065/90, 16066/90 16068/90, 16069/90 16070/90, 16071/90 16072/90 e 16073/90, ? 159 ECHR 2009).
94. Il concetto di un ?continuando situazione? si riferisce ad un stato di affari col quale operano con attivit? continue o da parte dello Stato che rende le vittime di richiedenti (vedere Ananyev ed Altri c. la Russia, N. 42525/07 e 60800/08, ? 75 10 gennaio 2012; vedere anche, al contrario., McDaid ed Altri c. il Regno Unito, n. 25681/94, decisione di Commissione di 9 aprile 1996, Decisioni e Relazioni (DR) 85-un, p. 134, e Posti e Rahko c. la Finlandia, n. 27824/95, ? 39 ECHR 2002 VII). La Corte ha stabilito comunque anche che omissioni da parte delle autorit? possono costituire anche ?le attivit? continue con o da parte dello Stato? (vedere, per esempio, Vasilescu c. la Romania, 22 maggio 1998, ? 49 Relazioni di Sentenze e Decisioni 1998 III riguardo ad una sentenza che impedisce al richiedente del riguadagnare propriet? della sua propriet?; Sabin Popescu c. la Romania, n. 48102/99, ? 51 2 marzo 2004 riguardo all’incapacit? di un genitore per riguadagnare diritto parentale; Iordache c. la Romania, n. 6817/02, ? 66 14 ottobre 2008; e Hadzhigeorgievi c. la Bulgaria, n. 41064/05, ?? 56-57, 16 luglio 2013 sia riguardo a non-esecuzione di sentenze, cos? come, con implicazione, Centro Europa 7 S.r.l. e Di Stefano c. l’Italia [GC], n. 38433/09, ? 104, ECHR 2012 riguardo all’incapacit? per trasmettere programmi della televisione).
95. In giurisprudenza la Corte ha considerato che c’era ?continuando situazioni? portando la causa all’interno di competenza sua con riguardo ad ad Articolo 35 ? 1, dove una disposizione legale gener? un stato permanente di affari, nella forma di una limitazione permanente su una Convenzione individuale diritto protetto, come il diritto per votare o stare in piedi per elezione (vedere Paksas c. la Lituania [GC], n. 34932/04, ? 83, 6 gennaio 2011, ed Anchugov e Gladkov c. la Russia, N. 11157/04 e 15162/05, ? 77 4 luglio 2013) o il diritto di accesso per corteggiare (vedere Nataliya Mikhaylenko c. l’Ucraina, n. 49069/11, ? 25 30 maggio 2013), o nella forma di una disposizione legislativa che si intrude sulla vita privata di un individuo continuamente (vedere Dudgeon c. il Regno Unito, 22 ottobre 1981, ? 41 la Serie Un n. 45, e Dar?czy c. l’Ungheria, n. 44378/05, ? 19 1 luglio 2008)
(l’ii) la Richiesta alla causa presente
96. Rivolgendosi alle particolari caratteristiche della causa presente, la Corte nota che in finora come i diritti sotto Articoli 8, 12 e 14 riguardo all’incapacit? per sposarsi o entrare in un’unione civile sono in questione i richiedenti le azioni di reclamo di ‘ non concernono un atto che accade ad un punto determinato in tempo o anche gli effetti durevoli di tale atto, ma piuttosto disposizioni interessate (o in questa causa la mancanza al riguardo) generando un stato che continua di affari, vale a dire una mancanza di riconoscimento della loro unione con tutte le sue conseguenze pratiche su una base quotidiana contro le quali nessuna via di ricorso nazionale ed effettiva era infatti disponibile. Gli organi di Convenzione prima hanno contenuto che quando loro ricevono una richiesta riguardo ad una disposizione legale che genera un stato permanente di affari per che non c’? via di ricorso nazionale, la questione del periodo di sei- mesi sorge solamente dopo che questo stato di affari ha cessato esistere: ?… nelle circostanze, ? precisamente, come se la violazione allegato era ripetuta quotidiano, mentre ostacolando cos? la gestione del periodo di mese del sei? (vedere De Becker c. il Belgio, (il dec.) 9 giugno 1958, n. 214/56, Annuario 2, e Paksas citato sopra, ? 83).
97. Nella causa presente, nell’assenza di una via di ricorso nazionale ed effettiva data lo stato di giurisprudenza nazionale ed il fatto che lo stato di affari si lament? di non ha cessato chiaramente, la situazione deve essere considerata come un continuando (vedere, per esempio, Anchugov e Gladkov c. la Russia, N. 11157/04 e 15162/05, ? 77, 4 luglio 2013 bench? una linea diversa prima era stata presa in cause britanniche che concernono circostanze simili, vedere Toner c. Il Regno Unito (il dec.), ? 29, n. 8195/08, 15 febbraio 2011, e Mclean e Cole c. Il Regno Unito (il dec.), ? 25, 11 giugno 2013). Non si pu?

Testo Tradotto

Conclusions: Remainder inadmissible
Violation of Article 8 – Right to respect for private and family life (Article 8 – Positive obligations Article 8-1 – Respect for family life
Respect for private life) Pecuniary damage – claim dismissed (Article 41 – Pecuniary damage Just satisfaction)
Non-pecuniary damage – award (Article 41 – Non-pecuniary damage
Just satisfaction)

FOURTH SECTION

CASE OF OLIARI AND OTHERS v. ITALY

(Applications nos. 18766/11 and 36030/11)

JUDGMENT

STRASBOURG

21 July 2015

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Oliari and Others v. Italy,
The European Court of Human Rights (Fourth Section), sitting as a Chamber composed of:
P?ivi Hirvel?, President,
Guido Raimondi,
Ledi Bianku,
Nona Tsotsoria,
Paul Mahoney,
Faris Vehabovi?,
Yonko Grozev, judges,
and Fran?oise Elens-Passos, Section Registrar,
Having deliberated in private on 30 June 2015,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in two applications (nos. 18766/11 and 36030/11) against the Italian Republic lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by six Italian nationals, OMISSIS (?the applicants?), on 21 March and 10 June 2011 respectively.
2. The first two applicants were represented by OMISSIS, a lawyer practising in Trent. The remaining applicants were represented by OMISSIS, lawyers practising in Milan. The Italian Government (?the Government?) were represented by their Agent, Ms Ersiliagrazia Spatafora.
3. The applicants complained that the Italian legislation did not allow them to get married or enter into any other type of civil union and thus they were being discriminated against as a result of their sexual orientation. They cited Articles 8, 12 and 14 of the Convention.
4. On 3 December 2013 the Chamber to which the case was allocated decided that the complaints concerning Article 8 alone and in conjunction with Article 14 were to be communicated to the Government. It further decided that the applications should be joined.
5. On 7 January 2013 the Vice-President of the Section to which the case had been allocated decided to grant anonymity to one of the applicants under Rule 47 ? 3 of the Rules of Court.
6. Written observations were also received from FIDH, AIRE Centre, ILGA-Europe, ECSOL, UFTDU and UDU jointly, Associazione Radicale Certi Diritti, and ECLJ (European Centre for Law and Justice), which had been given leave to intervene by the Vice-President of the Chamber (Article 36 ? 2 of the Convention). Mr Pavel Parfentev on behalf of seven Russian NGOS (Family and Demography Foundation, For Family Rights, Moscow City Parents Committee, Saint-Petersburg City Parents Committee, Parents Committee of Volgodonsk City, the regional charity ?Svetlitsa? Parents? Culture Centre, and the ?Peterburgskie mnogodetki? social organisation), and three Ukrainian NGOS (the Parental Committee of Ukraine, the Orthodox Parental Committee, and the Health Nation social organisation), had also been given leave to intervene by the Vice-President of the Chamber. However, no submissions have been received by the Court.
7. The Government objected to the observations submitted by FIDH, AIRE Centre, ILGA-Europe, ECSOL, UFTDU and UDU jointly, as they had reached the Court after the set deadline, namely on 27 March 2014 instead of 26 March 2014. The Court notes that at the relevant time the Vice-President of the Chamber did not take a decision to reject the submissions presented, which were in fact sent to the parties for comment. The Court, having considered that the observations were anticipated by e mail and received by the Court at 2.00 a.m. on 27 March 2014, and that the hard copy received by fax later that day contained an apology as well as an explanation for the delay, rejects the Government?s objection.
8. The applicants in application no. 18766/11 requested that an oral hearing be held in the case. On 30 June 2015 the Court considered this request. It decided that having regard to the materials before it an oral hearing was not necessary.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
9. The details concerning the applicants may be found in the Annex.
The background to the case
1. Mr OMISSIS and Mr A.

10. In July 2008 these two applicants, who were in a committed stable relationship with each other, declared their intention to marry, and requested the Civil Status Office of the Trent Commune to issue the relevant marriage banns.
11. On 25 July 2008 their request was rejected.
12. The two applicants challenged the decision before the Trent Tribunal (in accordance with Article 98 of the Civil Code). They argued that Italian law did not explicitly prohibit marriage between persons of the same sex, and that, even if that were the case, such a position would be unconstitutional.
13. By a decision of 24 February 2009 the Trent Tribunal rejected their claim. It noted that the Constitution did not establish the requirements to contract marriage, but the Civil Code did and it precisely provided that one such requirement was that spouses be of the opposite sex. Thus, a marriage between persons of the same sex lacked one of the most essential requirements to render it a valid legal act, namely a difference in sex between the parties. In any event there was no fundamental right to marry, neither could the limited law provisions constitute discrimination, since the limitations suffered by the applicants were the same as those applied to everyone. Furthermore, it noted that European Union (?EU?) law left such rights to be regulated within the national order.
14. The applicants appealed to the Trent Court of Appeal. While the court reiterated the unanimous interpretation given to Italian law in the field, namely to the effect that ordinary law, particularly the Civil Code, did not allow marriage between people of the same sex, it considered it relevant to make a referral to the Constitutional Court in connection with the claims of unconstitutionality of the law in force.
15. The Italian Constitutional Court in judgment no. 138 of 15 April 2010 declared inadmissible the applicants? constitutional challenge to Articles 93, 96, 98, 107, 108, 143, 143 bis and 231 of the Italian Civil Code, as it was directed to the obtainment of additional norms not provided for by the Constitution (diretta ad ottenere una pronunzia additiva non costituzionalmente obbligata).
16. The Constitutional Court considered Article 2 of the Italian Constitution, which provided that the Republic recognises and guarantees the inviolable rights of the person, as an individual and in social groups where personality is expressed, as well as the duties of political, economic and social solidarity against which there was no derogation. It noted that by social group one had to understand any form of community, simple or complex, intended to enable and encourage the free development of any individual by means of relationships. Such a notion included homosexual unions, understood as a stable cohabitation of two people of the same sex, who have a fundamental right to freely express their personality in a couple, obtaining ? in time and by the means and limits to be set by law ? juridical recognition of the relevant rights and duties. However, this recognition, which necessarily requires general legal regulation aimed at setting out the rights and duties of the partners in a couple, could be achieved in other ways apart from the institution of marriage between homosexuals. As shown by the different systems in Europe, the question of the type of recognition was left to regulation by Parliament, in the exercise of its full discretion. Nevertheless, the Constitutional Court clarified that without prejudice to Parliament?s discretion, it could however intervene according to the principle of equality in specific situations related to a homosexual couple?s fundamental rights, where the same treatment of married couples and homosexual couples was called for. The court would in such cases assess the reasonableness of the measures.
17. It went on to consider that it was true that the concepts of family and marriage could not be considered ?crystallised? in reference to the moment when the Constitution came into effect, given that constitutional principles must be interpreted bearing in mind changes in the legal order and the evolution of society and its customs. Nevertheless, such an interpretation could not be extended to the point where it affected the very essence of legal norms, modifying them in such a way as to include phenomena and problems which had not been considered in any way when it was enacted. In fact it appeared from the preparatory work to the Constitution that the question of homosexual unions had not been debated by the assembly, despite the fact that homosexuality was not unknown. In drafting Article 29 of the Constitution, the assembly had discussed an institution with a precise form and an articulate discipline provided for by the Civil Code. Thus, in the absence of any such reference, it was inevitable to conclude that what had been considered was the notion of marriage as defined in the Civil Code, which came into effect in 1942 and which at the time, and still today, established that spouses had to be of the opposite sex. Therefore, the meaning of this constitutional precept could not be altered by a creative interpretation. In consequence, the constitutional norm did not extend to homosexual unions, and was intended to refer to marriage in its traditional sense.
18. Lastly, the court considered that, in respect of Article 3 of the Constitution regarding the principle of equality, the relevant legislation did not create unreasonable discrimination, given that homosexual unions could not be considered equivalent to marriage. Even Article 12 of the European Convention on Human Rights and Article 9 of the Charter of Fundamental Rights did not require full equality between homosexual unions and marriages between a man and a woman, as this was a matter of Parliamentary discretion to be regulated by national law, as evidenced by the different approaches existing in Europe.
19. In consequence of the above judgment, by a decision (ordinanza) lodged in the relevant registry on 21 September 2010 the Court of Appeal rejected the applicants? claims in full.
2. Mr OMISSIS and Mr OMISSIS
20. In 2003 these two applicants met and entered into a relationship with each other. In 2004 Mr OMISSIS decided to undertake further studies (and thus stopped earning any income), a possibility open to him thanks to the financial support of Mr OMISSIS.
21. On 1 July 2005 the couple moved in together. In 2005 and 2007 the applicants wrote to the President of the Republic highlighting difficulties encountered by same-sex couples and soliciting the enactment of legislation in favour of civil unions.
22. In 2008 the applicants? physical cohabitation was registered in the authorities? records. In 2009 they designated each other as guardians in the event of incapacitation (amministratori di sostegno).
23. On 19 February 2011 they requested their marriage banns to be issued. On 9 April 2011 their request was rejected on the basis of the law and jurisprudence pertaining to the subject matter (see Relevant domestic law below).
24. The two applicants did not pursue the remedy provided for under Article 98 of the Civil Code, in so far as it could not be considered effective following the Constitutional Court pronouncement mentioned above.
3. Mr OMISSIS and Mr OMISSIS
25. In 2002 these two applicants met and entered into a relationship with each other. In the same year they started cohabiting and since then they have been in a committed relationship.
26. In 2006 they opened a joint bank account.
27. In 2007 the applicants? physical cohabitation was registered in the authorities? records.
28. On 3 November 2009 they requested that their marriage banns be issued. The person in charge at the office did not request them to fill in the relevant application, simply attaching their request to a number of analogous requests made by other couples.
29. On 5 November 2009 their request was rejected on the basis of the law and jurisprudence pertaining to the subject matter (see Relevant domestic law below).
30. OMISSIS challenged the decision before the Milan Tribunal.
31. By a decision (decreto) of 9 June 2010 lodged in the relevant registry on 1 July 2010 the Milan Tribunal rejected their claim, considering that it was legitimate for the Civil Status Office to refuse a request to have marriage banns issued for the purposes of a marriage between persons of the same sex, in line with the finding of the Constitutional Court judgment no. 138 of 15 April 2010.
32. The applicants did not lodge a further challenge (reclamo) under Article 739 of the Code of Civil Procedure, in so far as it could not be considered effective following the Constitutional Court pronouncement.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW AND INTERNATIONAL LAW AND PRACTICE
A. Relevant domestic law and practice
1. The Italian Constitution
33. Articles 2, 3 and 29 of the Italian Constitution read as follows:
Article 2
?The Republic recognises and guarantees inviolable human rights, both as an individual and in social groups where personality is developed, and requires the fulfilment of obligations of political, economic, social solidarity, against which there is no derogation.?
Article 3
?All citizens have equal social dignity and are equal before the law, without distinction of sex, race, language, religion, political opinion, personal and social conditions. It is the duty of the Republic to remove those obstacles of an economic or social nature which constrain the freedom and equality of citizens, thereby impeding the full development of the human person and the effective participation of all workers in the political, economic and social organization of the country.?
Article 29
?The Republic recognises the rights of the family as a natural society founded on marriage. Marriage is based on the moral and legal equality of the spouses within the limits laid down by law to guarantee the unity of the family.?
2. Marriage
34. Under Italian domestic law, same-sex couples are not allowed to contract marriage, as affirmed in the Constitutional Court judgment no. 138 (mentioned above).
35. The same has been affirmed by the Italian Court of Cassation in its judgment no. 4184 of 15 March 2012 concerning two Italian citizens of the same sex who got married in the Netherlands and who had challenged the refusal of Italian authorities to register their marriage in the civil status record on the ground of the ?non-configurability as a marriage?. The Court of Cassation concluded that the claimants had no right to register their marriage, not because it did not exist or was invalid, but because of its inability to produce any legal effect in the Italian order. It further held that persons of the same sex living together in a stable relationship had the right to respect for their private and family life under Article 8 of the European Convention; therefore, in the exercise of the right to freely live their inviolable status as a couple they may bring an action before a court to claim, in specific situations related to their fundamental rights, the same treatment as that afforded by law to married couples.
36. Furthermore, the Constitutional Court in its judgment no. 170/2014 concerning ?forced divorce? following gender reassignment of one of the spouses, found that it was for the legislator to ensure that an alternative to marriage was provided, allowing such a couple to avoid the transformation in their situation, from one of maximum legal protection to an absolutely uncertain one. The Constitutional Court went on to state that the legislator had to act promptly to resolve the legal vacuum causing a lack of protection for the couple.
3. Other relevant case-law in the context of same-sex couples
37. In a case before the Tribunal of Reggio Emilia, the claimants (a same-sex couple) had not requested the tribunal to recognise their marriage entered into in Spain, but to recognise their right to family life in Italy, on the basis that they were related. The Tribunal of Reggio Emilia, by means of an ordinance of 13 February 2012, in the light of the EU directives and their transposition into Italian law, as well as the EU Charter of Fundamental Rights, considered that such a marriage was valid for the purposes of obtaining a residence permit in Italy.
38. In the judgment of the Tribunal of Grosseto of 3 April 2014, delivered by a court of first instance, it was held that the refusal to register a foreign marriage was unlawful. The court thus ordered the competent public authority to proceed with registration of the marriage. While the order was being executed, the case was appealed against by the State. By a judgment of 19 September 2014 the Court of Appeal of Florence, having detected a procedural error, quashed the first-instance decision and remitted the case to the tribunal of Grosseto.
4. Cohabitation agreements
39. Cohabitation agreements are not specifically provided for in Italian law.
40. Protection of cohabiting couples more uxorio has always been derived from Article 2 of the Italian Constitution, as interpreted in various court judgments over the years (post 1988). In more recent years (2012 onwards) domestic judgments have also considered cohabiting same sex couples as deserving such protection.
41. In order to fill the lacuna in the written law, with effect from 2 December 2013 it has been possible to enter into ?cohabitation agreements?, namely a private deed, which does not have a specified form provided by law, and which may be entered into by cohabiting persons, be they in a parental relationship, partners, friends, simple flatmates or carers, but not by married couples. Such contracts mainly regulate the financial aspects of living together, cessation of the cohabitation, and assistance in the event of illness or incapacity .
5. Civil unions
42. Italian domestic law does not provide for any alternative union to marriage, either for homosexual couples or for heterosexual ones. The former have thus no means of recognition.
43. In a report of 2013 prepared by Professor F. Gallo (then President of the Constitutional Court) addressed to the highest Italian constitutional authorities, the latter stated:
?Dialogue is sometimes more difficult with the [Constitutional] Court?s natural interlocutor. This is particularly so in cases where it solicits the legislature to modify a legal norm which it considered to be in contrast with the Constitution. Such requests are not to be underestimated. They constitute, in fact, the only means available to the [Constitutional] Court to oblige the legislative organs to eliminate any situation which is not compatible with the Constitution, and which, albeit identified by the [Constitutional] Court, does not lead to a pronouncement of anti-constitutionality. … A request of this type which remained unheeded was that made in judgment no. 138/10, which, while finding the fact that a marriage could only be contracted by persons of a different sex to be constitutional compliant, also affirmed that same-sex couples had a fundamental right to obtain legal recognition, with the relevant rights and duties, of their union. It left it to Parliament to provide for such regulation, by the means and within the limits deemed appropriate.?
44. Nevertheless, some cities have established registers of ?civil unions? between unmarried persons of the same sex or of different sexes: among others are the cities of Empoli, Pisa, Milan, Florence and Naples. However, the registration of ?civil unions? of unmarried couples in such registers has a merely symbolic value.
6. Subsequent domestic case-law
45. Similarly, the Italian Constitutional Court, in its judgments nos. 276/2010 of 7 July 2010 lodged in the registry on 22 July 2010, and 4/2011 of 16 December 2010 lodged in the registry on 5 January 2011, declared manifestly ill-founded claims that the above-mentioned articles of the Civil Code (in so far as they did not allow marriage between persons of the same sex) were not in conformity with Article 2 of the Constitution. The Constitutional Court reiterated that juridical recognition of homosexual unions did not require a union equal to marriage, as shown by the different approaches undertaken in different countries, and that under Article 2 of the Constitution it was for the Parliament, in the exercise of its discretion, to regulate and supply guarantees and recognition to such unions.
More recently, in a case concerning the refusal to issue marriage banns to a same-sex couple who had so requested, the Court of Cassation, in its judgment no. 2400/15 of 9 February 2015, rejected the claimants? request. Having considered recent domestic and international case-law, it concluded that ? while same-sex couples had to be protected under Article 2 of the Italian Constitution and that it was for the legislature to take action to ensure recognition of the union between such couples ? the absence of same-sex marriage was not incompatible with the applicable domestic and international system of human rights. Accordingly, the lack of same-sex marriage could not amount to discriminatory treatment: the problem in the current legal system revolved around the fact that there was no other available union, apart from marriage, be it for heterosexual or homosexual couples. However, it noted that the court could not establish through jurisprudence matters which went beyond its competence.
7. Recent and current legislation
46. The House of Deputies has recently examined Bill no. 242 named ?Amendments to the Civil Code and other provisions on equality in access to marriage and filiation by same-sex couples? and Bill no. 15 ?Norms against discrimination in matrimony?. The Senate in 2014 examined Bill no. 14 on civil unions and Bill no. 197 concerning amendments to the Civil Code in relation to cohabitation, as well as Bill no. 239 on the introduction into the Civil Code of an agreement on cohabitation and solidarity.
47. A unified bill concerning all the relevant legal proposals was presented to the Senate in 2015 and was adopted by the Senate on 26 March 2015 as a basic text to enable further discussions by the Justice Commission. Amendments were to be submitted by May 2015, and a text presented to the two Chambers constituting Parliament by summer 2015. On 10 June 2015 the Lower House adopted a motion to favour the approval of a law on civil unions, taking particular account of the situation of persons of the same sex.
8. Remedies in the domestic system
48. A decision of the Civil Status Office may be challenged (within thirty days) before the ordinary tribunal, in accordance with Article 98 of the Civil Code.
49. A decree of the ordinary tribunal may in turn be challenged before the Court of Appeal (within ten days) by virtue of Article 739 of the Code of Civil Procedure.
50. According to its paragraph (3) no further appeal lay against the decision of the Court of Appeal. However, according to Article 111 (7) of the Constitution as interpreted by consolidated case-law, as well as Article 360 (4) of the Code of Civil Procedure (as modified by legislative decree no. 40/06) if the appeal decree affects subjective rights, is of a decisive nature, and constitutes a determination of a potentially irreversible matter (thus having the value of a judgment), the appeal decision may be challenged before the Court of Cassation within sixty days, in the circumstances and form established by Article 360 of the Code of Civil Procedure. According to Article 742 of the Code of Civil Procedure a decree which does not fall under the above-mentioned definition remains revocable and modifiable, at any future date subject to a change in the factual circumstances or underlying law (presupposti di diritto).
51. According to Articles 325 to 327 of the Code of Civil Procedure, an appeal to the Court of Cassation must be lodged within sixty days of the date on which the appeal decision is served on the party. In any event, in the absence of notification such an appeal may not be lodged later than six months from the date it was lodged in the registry (pubblicazione).
52. According to Article 324 of the Code of Civil Procedure, a decision becomes final, inter alia, when it is no longer subject to an appeal, to the Court of Appeal or Cassation, unless otherwise provided for by law.
B. Comparative and European law and practice
1. Comparative-law material
53. The comparative-law material available to the Court on the introduction of official forms of non-marital partnership within the legal systems of Council of Europe (CoE) member States shows that eleven countries (Belgium, Denmark, France, Iceland, Luxembourg, the Netherlands, Norway, Portugal, Spain, Sweden and the United Kingdom) recognise same-sex marriage .
54. Eighteen member States (Andorra, Austria, Belgium, Croatia, the Czech Republic, Finland, France, Germany, Hungary, Ireland, Liechtenstein, Luxembourg, Malta, the Netherlands, Slovenia, Spain, Switzerland and the United Kingdom) authorise some form of civil partnership for same-sex couples. In certain cases such union may confer the full set of rights and duties applicable to the institute of marriage, and thus, is equal to marriage in everything but name, as for example in Malta. In addition, on 9 October 2014 Estonia also legally recognised same-sex unions by enacting the Registered Partnership Act, which will enter into force on 1 January 2016. Portugal does not have an official form of civil union. Nevertheless, the law recognises de facto civil unions , which have automatic effect and do not require the couple to take any formal steps for recognition. Denmark, Norway, Sweden and Iceland used to provide for registered partnership in the case of same-sex unions, but was abolished in favour of same-sex marriage.
55. It follows that to date twenty-four countries out of the forty-seven CoE member States have already enacted legislation permitting same-sex couples to have their relationship recognised as a legal marriage or as a form of civil union or registered partnership.
2. Relevant Council of Europe materials
56. In its Recommendation 924 (1981) on discrimination against homosexuals, the Parliamentary Assembly of the Council of Europe (PACE) criticised the various forms of discrimination against homosexuals in certain member States of the Council of Europe.
57. In Recommendation 1474 (2000) on the situation of lesbians and gays in Council of Europe member States, the PACE recommended that the Committee of Ministers call upon member States, among other things, ?to adopt legislation making provision for registered partnerships?. Furthermore, in Recommendation 1470 (2000) on the more specific subject of the situation of gays and lesbians and their partners in respect of asylum and immigration in the member States of the Council of Europe, it recommended to the Committee of Ministers that it urge member States, inter alia, ?to review their policies in the field of social rights and protection of migrants in order to ensure that homosexual partnerships and families are treated on the same basis as heterosexual partnerships and families …?.
58. PACE Resolution 1547 (2007) of 18 April 2007 entitled ?State of human rights and democracy in Europe? called upon all member States of the CoE, and in particular their respective parliamentary bodies, to address all the issues raised in the reports and opinions underlying this resolution and in particular, to, inter alia, combat effectively all forms of discrimination based on gender or sexual orientation, introduce anti discrimination legislation, partnership rights and awareness-raising programmes where these are not already in place;? (point 34.14.).
59. Resolution 1728 (2010) of the Parliamentary Assembly of the Council of Europe, adopted on 29 April 2010 and entitled ?Discrimination on the basis of sexual orientation and gender identity?, calls on member States to ?ensure legal recognition of same-sex partnerships when national legislation envisages such recognition, as already recommended by the Assembly in 2000?, by providing, inter alia, for:
?16.9.1. the same pecuniary rights and obligations as those pertaining to different sex couples;
16.9.2. ?next of kin? status;
16.9.3. measures to ensure that, where one partner in a same-sex relationship is foreign, this partner is accorded the same residence rights as would apply if she or he were in a heterosexual relationship;
16.9.4. recognition of provisions with similar effects adopted by other member states;?
60. In Recommendation CM/Rec(2010)5 on measures to combat discrimination on grounds of sexual orientation or gender identity, the Committee of Ministers recommended that member States:
?1. Examine existing legislative and other measures, keep them under review, and collect and analyse relevant data, in order to monitor and redress any direct or indirect discrimination on grounds of sexual orientation or gender identity;
2. Ensure that legislative and other measures are adopted and effectively implemented to combat discrimination on grounds of sexual orientation or gender identity, to ensure respect for the human rights of lesbian, gay, bisexual and transgender persons and to promote tolerance towards them …?
61. The Recommendation also observed as follows:
?23. Where national legislation confers rights and obligations on unmarried couples, member states should ensure that it applies in a non-discriminatory way to both same sex and different-sex couples, including with respect to survivor?s pension benefits and tenancy rights.
24. Where national legislation recognises registered same-sex partnerships, member states should seek to ensure that their legal status and their rights and obligations are equivalent to those of heterosexual couples in a comparable situation.
25. Where national legislation does not recognise nor confer rights or obligations on registered same-sex partnerships and unmarried couples, member states are invited to consider the possibility of providing, without discrimination of any kind, including against different-sex couples, same-sex couples with legal or other means to address the practical problems related to the social reality in which they live.?
3. European Union law
62. Articles 7, 9 and 21 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union, which was signed on 7 December 2000 and entered into force on 1 December 2009, read as follows:
Article 7
?Everyone has the right to respect for his or her private and family life, home and communications.?
Article 9
?The right to marry and to found a family shall be guaranteed in accordance with the national laws governing the exercise of these rights.?
Article 21
?1. Any discrimination based on any ground such as sex, race, colour, ethnic or social origin, genetic features, language, religion or belief, political or any other opinion, membership of a national minority, property, birth, disability, age or sexual orientation shall be prohibited.
2. Within the scope of application of the Treaty establishing the European Community and of the Treaty on European Union, and without prejudice to the special provisions of those Treaties, any discrimination on grounds of nationality shall be prohibited.?
63. The Commentary of the Charter of Fundamental Rights of the European Union, prepared in 2006 by the EU Network of Independent Experts on Fundamental Rights, states as follows with regard to Article 9 of the Charter:
?Modern trends and developments in the domestic laws in a number of countries toward greater openness and acceptance of same-sex couples notwithstanding, a few states still have public policies and/or regulations that explicitly forbid the notion that same-sex couples have the right to marry. At present there is very limited legal recognition of same-sex relationships in the sense that marriage is not available to same-sex couples. The domestic laws of the majority of states presuppose, in other words, that the intending spouses are of different sexes. Nevertheless, in a few countries, e.g., in the Netherlands and in Belgium, marriage between people of the same sex is legally recognized. Others, like the Nordic countries, have endorsed a registered partnership legislation, which implies, among other things, that most provisions concerning marriage, i.e. its legal consequences such as property distribution, rights of inheritance, etc., are also applicable to these unions. At the same time it is important to point out that the name ?registered partnership? has intentionally been chosen not to confuse it with marriage and it has been established as an alternative method of recognizing personal relationships. This new institution is, consequently, as a rule only accessible to couples who cannot marry, and the same sex partnership does not have the same status and the same benefits as marriage …
In order to take into account the diversity of domestic regulations on marriage, Article 9 of the Charter refers to domestic legislation. As it appears from its formulation, the provision is broader in its scope than the corresponding articles in other international instruments. Since there is no explicit reference to ?men and women? as the case is in other human rights instruments, it may be argued that there is no obstacle to recognize same-sex relationships in the context of marriage. There is, however, no explicit requirement that domestic laws should facilitate such marriages. International courts and committees have so far hesitated to extend the application of the right to marry to same-sex couples …?
64. A number of other Directives may also be of interest in the present case: they can be found in Vallianatos and Others v. Greece ([GC], nos. 29381/09 and 32684/09, ?? 33-34, ECHR 2013 (extracts)).
4. The United States
65. On 26 June 2015, in the case of Obergefell et al. v. Hodges, Director, Ohio Department of Health et al, the Supreme Court of the United States held that same-sex couples may exercise the fundamental right to marry in all States, and that there was no lawful basis for a State to refuse to recognise a lawful same-sex marriage performed in another State on the ground of its same-sex character.
The petitioners had claimed that the respondent state officials violated the Fourteenth Amendment by denying them the right to marry or to have marriages lawfully performed in another State given full recognition.
The Supreme Court held that that the challenged laws burdened the liberty of same-sex couples, and abridged central precepts of equality. It considered that the marriage laws enforced by the respondents were unequal as same-sex couples were denied all the benefits afforded to opposite-sex couples and were barred from exercising a fundamental right. This denial to same-sex couples of the right to marry worked a grave and continuing harm and the imposition of this disability on gays and lesbians served to disrespect and subordinate them. Indeed, the Equal Protection Clause, like the Due Process Clause, prohibited this unjustified infringement of the fundamental right to marry. These considerations led to the conclusion that the right to marry was a fundamental right inherent in the liberty of the person, and under the Due Process and Equal Protection Clauses of the Fourteenth Amendment couples of the same-sex may not be deprived of that right and that liberty. The Supreme Court thus held that same-sex couples may exercise the fundamental right to marry.
Having noted that substantial attention had been devoted to the question by various actors in society, and that according to their constitutional system individuals need not await legislative action before asserting a fundamental right, it considered that were the Supreme Court to stay its hand and allow slower, case-by-case determination of the required availability of specific public benefits to same sex couples, it still would deny gays and lesbians many rights and responsibilities intertwined with marriage.
Lastly, noting that many States already allowed same-sex marriage ? and hundreds of thousands of these marriages had already occurred ? it opined that the disruption caused by the recognition bans was significant and ever growing. Thus, the Supreme Court also found that there was no lawful basis for a State to refuse to recognise a lawful same-sex marriage performed in another State.
THE LAW
I. PRELIMINARY OBJECTIONS
A. Rule 47
66. The Government cited Article 47 of the Rules of Court. They highlighted that according to the recent revision of Article 47 of the Rules issued by the Plenary Court, the rules on what an application must contain must be applied in a stricter way. Thus, failure to comply with the requirements set out in paragraphs 1 and 2 of this rule may result in the application not being examined by the Court.
67. The applicants in application no. 18766/11 submitted that on the basis of the principle of tempus regit actum, the new Rule 47 adopted in 2013 could not apply to an application lodged in 2011.
68. The Court notes that, quite apart from the failure of the Government to indicate in what way the applicants failed to fulfil the requirements of Rule 47, it is only from 1 January 2014 that the amended Rule 47 applied stricter conditions for the introduction of an application with the Court. In the present case, the Court notes that all the applicants lodged their applications in 2011, and there is no reason to consider that they have not fulfilled the requirements of Rule 47 as applicable at the time.
69. It follows that any Government objection in this respect must be dismissed.
B. Victim status
70. Although not explicitly raised as an objection to the applications? admissibility, the Government submitted that the applicants had not indicated in what way they had suffered any actual damage, and the reference to the injury of the applicants was only abstract (inheritance rights, assistance to the partner, sub-entry into economic relationships acts). They pointed out that the Court could only judge upon specific circumstances of a case and not make evaluations going beyond the scope of the applications.
71. The Court considers it appropriate to deal with the argument at this stage. It notes that the applicants are individuals past the age of majority, who, according to the information submitted, are in same-sex relationships and in some cases are cohabiting. To the extent that the Italian Constitution as interpreted by the domestic courts excludes same-sex couples from the scope of marriage law, and that because of the absence of any legal framework to that effect the applicants cannot enter into a civil union and organise their relationship accordingly, the Court considers that they are directly concerned by the situation and have a legitimate personal interest in seeing it brought to an end (see, mutatis mutandis, Vallianatos and Others v. Greece [GC], nos. 29381/09 and 32684/09, ? 49, ECHR 2013 (extracts), and by implication, Schalk and Kopf v. Austria, no. 30141/04, ECHR 2010).
72. Accordingly, the Court concludes that the individuals in the present applications should be considered ?victims? of the alleged violations within the meaning of Article 34 of the Convention.
C. Exhaustion of domestic remedies
1. The Government
73. The Government submitted that the applicants had failed to exhaust domestic remedies. They noted that in cases such as the present one it is possible to appeal against refusal to publish wedding banns before the relevant tribunal. The first-instance decision could then be challenged before the Court of Appeal and the Court of Cassation. However, OMISSIS and Mr A. had failed to lodge a further appeal to the Court of Cassation, OMISSIS had not made any challenge to the administrative refusal to publish their banns, and OMISSIS had failed to appeal against the first-instance judgment handed down in their case.
74. The Government referred to the principle of subsidiarity, and considered that the domestic courts could have given the applicants adequate redress for the damage suffered and offered them the legal and judicial means to obtain a statement at least recognising their union as a social formation like a life partnership as traditionally understood [sic]. In support of this the Government made reference to the Court of Cassation judgment no. 4184 delivered in 2012 concerning the registration of same sex marriage contracted abroad, which according to their translation reads as follows:
?[T]he case law of this Court (of Cassation) ? according to which the difference in sex of the engaged couple is, together with the manifestation of the will expressed by the same in the presence of the civil state officer celebrant, indispensable minimum requirement for the ?existence of civil marriage? as legally relevant act ? is no more suitable to the current legal reality, having been radically overcome the idea that the difference in sex couples preparing for marriage is a prerequisite, as to say ?natural? of the same ?existence? of marriage. For all the above reasons, the no-transcription of homosexual unions depends ? not from their ?non-existence?, nor by their ?invalidity? but ? by their inability to produce, as marriage records precisely, legal effects in the Italian system.?
In that light, the Government considered that if the applicants had brought their case before the domestic judges they would at least have had a legal recognition of their union. However, they had deliberately chosen not to do so.
75. Furthermore, they noted that the claims lodged before the domestic courts solely concerned their inability to obtain same-sex marriage and not the inability to obtain an alternative form of recognition for such couples.
2. The applicants
76. The applicants submitted that while the Constitutional Court in its judgment of no. 138/10 had found that Article 2 of the Constitution required legal protection of same-sex unions, it had no other option but to declare the complaint inadmissible, given the legislature?s competence in the matter. A similar situation obtained in judgment no. 170/14 (see paragraph 36 above). Furthermore, the applicants submitted that the Government had not proved, by means of examples, that the domestic courts could provide any legal recognition of their unions. Indeed, given that the flaw related to the law (or lack thereof), ordinary domestic courts were prevented from taking any remedial action: even the court with competence to review the laws was unable to do this. Within the domestic system the appropriate remedy would have been a challenge before the Constitutional Court, which the Court had already stated was not a remedy to be used, it not being directly accessible to individuals (see Scoppola v. Italy (no. 2) [GC], no. 10249/03, ? 70, 17 September 2009). Moreover, in the present case such a challenge would not have been successful, given the precedent which lay in judgment no. 138/10, subsequently confirmed by other decisions.
3. The Court?s assessment
77. The Court reiterates that Article 35 ? 1 of the Convention requires that complaints intended to be made subsequently at Strasbourg should have been made to the appropriate domestic body, at least in substance (see Akdivar and Others v. Turkey, 16 September 1996, ? 66, Reports 1996 IV, and G?fgen v. Germany [GC], no. 22978/05 ?? 144 and 146, ECHR 2010). The purpose of the exhaustion rule is to afford the Contracting States the opportunity of preventing or putting right the violations alleged against them before those allegations are submitted to it (see, among many other authorities, Selmouni v. France [GC], no. 25803/94, ? 74, ECHR 1999-V). That rule is based on the assumption, reflected in Article 13 of the Convention, with which it has close affinity, that there is an effective remedy available in respect of the alleged breach in the domestic system (ibid.). To be effective, a remedy must be capable of remedying directly the impugned state of affairs, and must offer reasonable prospects of success (see Sejdovic v. Italy [GC], no. 56581/00, ? 46, ECHR 2006 II).
78. The scope of the Contracting States? obligations under Article 13 varies depending on the nature of the applicant?s complaint; however, the remedy required by Article 13 must be ?effective? in practice as well as in law (see, for example, ?lhan v. Turkey [GC], no. 22277/93, ? 97, ECHR 2000-VII). It is for the Court to determine whether the means available to an applicant for raising a complaint are ?effective? in the sense either of preventing the alleged violation or its continuation, or of providing adequate redress for any violation that had already occurred (see Kud?a v. Poland [GC], no. 30210/96, ?? 157-158, ECHR 2000 XI). Whether the redress given is effective will depend, among other things, on the nature of the right alleged to have been breached, the reasons given for the decision and the persistence of the unfavourable consequences for the person concerned after that decision (see, for example, Freimanis and L?dums v. Latvia, nos. 73443/01 and 74860/01, ? 68, 9 February 2006). In certain cases a violation cannot be made good through the mere payment of compensation (see, for example, Petkov and Others v. Bulgaria, nos. 77568/01, 178/02 and 505/02, ? 80, 11 June 2009 in connection with Article 3 of Protocol No. 1) and the inability to render a binding decision granting redress may also raise issues (see Silver and Others v. the United Kingdom, 25 March 1983, ? 115, Series A no. 61; Leander v. Sweden, 26 March 1987, ? 82, Series A no. 116; and Segerstedt-Wiberg and Others v. Sweden, no. 62332/00, ? 118, ECHR 2006 VII).
79. The only remedies which Article 35 of the Convention requires to be exhausted are those that relate to the breaches alleged and at the same time are available and sufficient. The existence of such remedies must be sufficiently certain not only in theory but also in practice, failing which they will lack the requisite accessibility and effectiveness (see Akdivar and Others, cited above, ? 66, and Vu?kovi? and Others v. Serbia [GC], no. 17153/11, ? 71, 25 March 2014).
80. In addition, according to the ?generally recognised principles of international law?, there may be special circumstances which absolve the applicant from the obligation to exhaust the domestic remedies at his disposal (see Selmouni, cited above, ? 75). However, the Court points out that the existence of mere doubts as to the prospects of success of a particular remedy which is not obviously futile is not a valid reason for failing to exhaust domestic remedies (see Vu?kovi? and Others, cited above, ? 74, and Brusco v. Italy (dec.), no. 69789/01, ECHR 2001 IX). The issue of whether domestic remedies have been exhausted shall normally be determined by reference to the date when the application was lodged with the Court. This rule is however subject to exceptions which might be justified by the specific circumstances of each case (see, for example, Baumann v. France, no. 33592/96, ? 47, 22 May 2001; Nogolica v. Croatia (dec.), no. 77784/01, ECHR 2002-VIII; and Mari?n v. Belgium (dec.), no. 46046/99, 24 June 2004).
81. As regards the Government?s main argument that none of the applicants availed themselves of the full range of remedies available (up to the Court of Cassation), the Court observes that at the time when all the applicants introduced their applications before the Court (March and June 2011) the Constitutional Court had already given judgment on the merits of the first two applicants? claim (15 April 2010), as a result of which the Court of Appeal dismissed their claims on 21 September 2010. The Constitutional Court subsequently reiterated those findings in two further judgments (lodged in the relevant registry on 22 July 2010 and 5 January 2011, see paragraph 45 above) also delivered before the applicants introduced their applications with the Court. Thus, at the time when the applicants wished to complain about the alleged violations there was consolidated jurisprudence of the highest court of the land indicating that their claims had no prospect of success.
82. The Government have not shown, nor does the Court imagine, that the ordinary jurisdictions could have ignored the Constitutional Court?s findings and delivered different conclusions accompanied by the relevant redress. Further, the Court observes that the Constitutional Court itself could not but invite the legislature to take action, and it has not been demonstrated that the ordinary courts could have acted more effectively in redressing the situations in the present cases. In this connection, and in the light of the Government?s argument that they could have obtained a statement at least on the recognition of their union based on the Court of Cassation judgment no. 4184/12, the Court notes as follows: firstly, the Government failed to give even one example of such a formal recognition by the domestic courts; secondly, it is questionable whether such recognition, if at all possible, would have had any legal effect on the practical situation of the applicants in the absence of a legal framework ? indeed the Government have not explained what this ad hoc statement of recognition would entail; and thirdly, judgment no. 4184, referred to by the Government (which only makes certain references en passant), was delivered after the applicants had introduced their application with the Court.
83. Bearing in mind the above, the Court considers that there is no evidence enabling it to hold that on the date when the applications were lodged with the Court the remedies available in the Italian domestic system would have had any prospects of success. It follows that the applicants cannot be blamed for not having pursued an ineffective remedy, either at all or until the end of the judicial process. Thus, the Court accepts that there were special circumstances which absolved the applicants from their normal obligation to exhaust domestic remedies (see Vilnes and Others v. Norway, nos. 52806/09 and 22703/10, ? 178, 5 December 2013).
84. Without prejudice to the above, in reply to the Government?s last argument the Court observes that the domestic proceedings (undertaken by four of the applicants in the present case) related to the authorities? refusal to permit the applicants to marry. As the opportunity to enter into a registered partnership did not exist in Italy, it is difficult to see how the applicants could have raised the question of legal recognition of their partnership except by seeking to marry, especially given that they had no direct access to the Constitutional Court. Consequently, their domestic complaint focused on their lack of access to marriage. Indeed, the Court considers that the issue of alternative legal recognition is so closely connected to the issue of lack of access to marriage that it has to be considered as inherent in the present application (see Schalk and Kopf, cited above, ? 76). Thus, the Court accepts that such a complaint, at least in substance, included the lack of any other means to have their relationship recognised by law (ibid., ? 75). It follows that the domestic courts, particularly the Constitutional Court hearing the case concerning the first two applicants, was in a position to deal with the issue and, indeed, addressed it briefly, albeit only to conclude that it was for the legislature to take action on the matter. In these circumstances, the Court is satisfied that national jurisdictions were given the opportunity to redress the alleged violations being complained of in Strasbourg, as also characterised by the Court (see, mutatis mutandis, Gatt v. Malta, no. 28221/08, ? 24, ECHR 2010).
85. It follows that in these circumstances the Government?s objection must be dismissed.

D. Six months
1. The Government
86. The Government submitted that the complete application no. 18766/11 of 4 August 2011 was received by the Court on 9 August 2011, one year after the judgment of the Court of Appeal of Trent dated 23 September 2010, and that the complete application no. 36030/11 of 10 June 2011 was received by the Court on 17 June 2011, one year after the judgment of the Milan Tribunal of 9 June 2010, lodged in the relevant registry on 1 July 2010 in respect of Mr Perelli Cippo and Mr Zaccheo and in the absence of any judgment in respect of Mr Felicetti and Mr Zappa. Any material submitted to the Court before those dates had not contained all the characteristics of the application.
2. The applicants
87. The applicants in application no. 18766/11 submitted that under Italian law the decision of the Trent Court of Appeal served on the applicants on 23 September 2010 became final after six months. It followed that the application introduced on 21 March 2011 complied with the six month rule provided in the Convention.
88. The applicants in application no. 36030/11 considered that the alleged violations had a continuous character, as long as same-sex unions were not recognised under Italian law.
3. The Court?s assessment
(a) Dates of introduction of the applications
89. The Court reiterates that the six-month period is interrupted on the date of introduction of an application. In accordance with its established practice and Rule 47 ? 5 of the Rules of Court, as in force at the relevant time, it normally considered the date of the introduction of an application to be the date of the first communication indicating an intention to lodge an application and giving some indication of the nature of the application. Such first communication, which at the time could take the form of a letter sent by fax, would in principle interrupt the running of the six-month period (see Yartsev v. Russia (dec.) no. 1376/11, ? 21, 26 March 2013; Abdulrahman v. the Netherlands (dec.), no. 66994/12, 5 February 2013; and Biblical Centre of the Chuvash Republic v. Russia, no. 33203/08, ? 45, 12 June 2014).
90. In the instant case, concerning application no. 18766/11, the first communication indicating the wish to lodge a case with the Court as well as the object of the application (in the instant case in the form of an incomplete application), was deposited by hand at the Court Registry on 21 March 2011: a completed application followed in accordance with the instructions of the Registry. There is thus no doubt that the date of introduction in respect of application no. 18766/11 was 21 March 2011. Similarly, concerning application no. 36030/11 a complete application was received by the Court by fax on 10 June 2011, it was followed by the original received by the Court on 17 June 2011. There is therefore also no doubt that the introduction date in respect of application no. 36030/11 must be considered to be 10 June 2011. It follows that in these circumstances the date of ?receipt? by the Court of the original or the completed application forms is irrelevant for determining the date of introduction; the Government?s argument to that effect is therefore misconceived.
91. It remains to be determined whether the applications introduced on those days complied with the six-month rule.
(b) Compliance with the six-month time-limit
(i) General principles
92. As a rule, the six-month period runs from the date of the final decision in the process of exhaustion of domestic remedies. Where it is clear from the outset, however, that no effective remedy is available to the applicant, the period runs from the date of the acts or measures complained of, or from the date of knowledge of that act or its effect on or prejudice to the applicant (see Mocanu and Others v. Romania [GC], nos. 10865/09, 45886/07 and 32431/08, ? 259, ECHR 2014 (extracts)). Where an applicant avails himself of an apparently existing remedy and only subsequently becomes aware of circumstances which render the remedy ineffective, it may be appropriate for the purposes of Article 35 ? 1 to take the start of the six-month period as the date when the applicant first became or ought to have become aware of those circumstances (ibid., ? 260; see also El-Masri v. the former Yugoslav Republic of Macedonia [GC], no. 39630/09, ? 136, ECHR 2012, and Paul and Audrey Edwards v. the United Kingdom (dec.), no. 46477/99, 4 June 2001).
93. In cases where there is a continuing situation, the period starts to run afresh each day, and it is in general only when that situation ends that the six month period actually starts to run (see Varnava and Others v. Turkey [GC], nos. 16064/90, 16065/90, 16066/90, 16068/90, 16069/90, 16070/90, 16071/90, 16072/90 and 16073/90, ? 159, ECHR 2009).
94. The concept of a ?continuing situation? refers to a state of affairs which operates by continuous activities by or on the part of the State which render the applicants victims (see Ananyev and Others v. Russia, nos. 42525/07 and 60800/08, ? 75, 10 January 2012; see also, conversely, McDaid and Others v. the United Kingdom, no. 25681/94, Commission decision of 9 April 1996, Decisions and Reports (DR) 85-A, p. 134, and Posti and Rahko v. Finland, no. 27824/95, ? 39, ECHR 2002 VII). The Court has however also established that omissions on the part of the authorities may also constitute ?continuous activities by or on the part of the State? (see, for example, Vasilescu v. Romania, 22 May 1998, ? 49, Reports of Judgments and Decisions 1998 III concerning a judgment preventing the applicant from regaining possession of her property; Sabin Popescu v. Romania, no. 48102/99, ? 51, 2 March 2004 concerning a parent?s inability to regain parental rights; Iordache v. Romania, no. 6817/02, ? 66, 14 October 2008; and Hadzhigeorgievi v. Bulgaria, no. 41064/05, ?? 56-57, 16 July 2013, both concerning non-enforcement of judgments, as well as, by implication, Centro Europa 7 S.r.l. and Di Stefano v. Italy [GC], no. 38433/09, ? 104, ECHR 2012, concerning the inability to broadcast television programmes).
95. In its case-law the Court has considered that there were ?continuing situations? bringing the case within its competence with regard to Article 35 ? 1, where a legal provision gave rise to a permanent state of affairs, in the form of a permanent limitation on an individual Convention protected right, such as the right to vote or to stand for election (see Paksas v. Lithuania [GC], no. 34932/04, ? 83, 6 January 2011, and Anchugov and Gladkov v. Russia, nos. 11157/04 and 15162/05, ? 77, 4 July 2013) or the right of access to court (see Nataliya Mikhaylenko v. Ukraine, no. 49069/11, ? 25, 30 May 2013), or in the form of a legislative provision which intrudes continuously on an individual?s private life (see Dudgeon v. the United Kingdom, 22 October 1981, ? 41, Series A no. 45, and Dar?czy v. Hungary, no. 44378/05, ? 19, 1 July 2008)
(ii) Application to the present case
96. Turning to the particular features of the present case, the Court notes that in so far as the rights under Articles 8, 12 and 14 concerning the inability to marry or enter into a civil union are at issue the applicants? complaints do not concern an act occurring at a given point in time or even the enduring effects of such an act, but rather concern provisions (or in this case the lack thereof) giving rise to a continuing state of affairs, namely a lack of recognition of their union, with all its practical consequences on a daily basis, against which no effective domestic remedy was in fact available. The Convention organs have previously held that when they receive an application concerning a legal provision which gives rise to a permanent state of affairs for which there is no domestic remedy, the question of the six-month period arises only after this state of affairs has ceased to exist: ?… in the circumstances, it is exactly as though the alleged violation was being repeated daily, thus preventing the running of the six month period? (see De Becker v. Belgium, (dec.) 9 June 1958, no. 214/56, Yearbook 2, and Paksas, cited above, ? 83).
97. In the instant case, in the absence of an effective domestic remedy given the state of domestic case-law, and the fact that the state of affairs complained of has clearly not ceased, the situation must be considered as a continuing one (see, for example, Anchugov and Gladkov v. Russia, nos. 11157/04 and 15162/05, ? 77, 4 July 2013, albeit a different line had been taken previously in British cases concerning similar circumstances, see Toner v. The United Kingdom (dec.), ? 29, no. 8195/08, 15 February 2011, and Mclean and Cole v. The United Kingdom (dec.), ? 25, 11 June 2013). It cannot therefore be maintained that the applications are out of time.
98. Accordingly, the Government?s objection is dismissed.
II. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 8 OF THE CONVENTION AND ARTICLE 14 IN CONJUNCTION WITH ARTICLE 8
99. The applicants in application no. 18766/11 complained that they had no means of legally safeguarding their relationship, in that it was impossible to enter into any type of civil union in Italy. They invoked Article 8 alone. The applicants in application nos. 18766/11 and 36030/11 complained that they were being discriminated against in breach of Article 14 in conjunction with Article 8. Those provisions read as follows:
Article 8
?1. Everyone has the right to respect for his private and family life, his home and his correspondence.
2. There shall be no interference by a public authority with the exercise of this right except such as is in accordance with the law and is necessary in a democratic society in the interests of national security, public safety or the economic well-being of the country, for the prevention of disorder or crime, for the protection of health or morals, or for the protection of the rights and freedoms of others.?
Article 14
?The enjoyment of the rights and freedoms set forth in [the] Convention shall be secured without discrimination on any ground such as sex, race, colour, language, religion, political or other opinion, national or social origin, association with a national minority, property, birth or other status.?
100. The Court reiterates that it is the master of the characterisation to be given in law to the facts of the case (see, for example, Gatt, cited above, ? 19). In the present case the Court considers that the complaints raised by the applicants in application no. 36030/11, also fall to be examined under Article 8 alone.
A. Admissibility
1. Applicability
101. The Government, referring to Schalk and Kopf (?? 93-95), did not dispute the applicability of Article 14 in conjunction with Article 8.
102. As the Court has consistently held, Article 14 complements the other substantive provisions of the Convention and its Protocols. It has no independent existence, since it has effect solely in relation to ?the enjoyment of the rights and freedoms? safeguarded by those provisions. Although the application of Article 14 does not presuppose a breach of those provisions ? and to this extent it is autonomous ? there can be no room for its application unless the facts at issue fall within the ambit of one or more of the latter (see, for instance, E.B. v. France [GC], no. 43546/02, ? 47, 22 January 2008; Karner v. Austria, no. 40016/98, ? 32, ECHR 2003 IX; and Petrovic v. Austria, 27 March 1998, ? 22, Reports 1998 II).
103. It is undisputed that the relationship of a same-sex couple, such as those of the applicants, falls within the notion of ?private life? within the meaning of Article 8. Similarly, the Court has already held that the relationship of a cohabiting same-sex couple living in a stable de facto partnership falls within the notion of ?family life? (see Schalk and Kopf, cited above, ? 94). It follows that the facts of the present applications fall within the notion of ?private life? as well as ?family life? within the meaning of Article 8. Consequently, both Article 8 alone and Article 14 taken in conjunction with Article 8 of the Convention apply.
2. Conclusion
104. The Court notes that the complaints are not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 ? 3 (a) of the Convention. It further notes that they are not inadmi

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

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La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 14/09/2024