A.N.P.T.ES. Associazione Nazionale per la Tutela degli Espropriati. Oltre 5.000 espropri trattati in 15 anni di attività.
Qui trovi tutto cio che ti serve in tema di espropriazione per pubblica utilità.

Se desideri chiarimenti in tema di espropriazione compila il modulo cliccando qui e poi chiamaci ai seguenti numeri: 06.91.65.04.018 - 340.95.85.515

Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF OKLESEN AND POKOPALISKO POGREBNE STORITVE LEOPOLD OKLESEN S.P. v. SLOVENIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: P1-1
Numero: 35264/04/2010
Stato: Slovenia
Data: 2010-11-30 00:00:00
Organo: Sezione Terza
Testo Originale

Conclusione Resto inammissibile; Nessuna violazione di P1-1
TERZA SEZIONE
CAUSA OKLEŠEN E POKOPALIŠKO POGREBNE STORITVE LEOPOLD OKLEŠEN S.P. C. SLOVENIA
(Richiesta n. 35264/04)
SENTENZA
STRASBOURG
30 novembre 2010
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Oklešen e Pokopališko Pogrebne Storitve Leopold Oklešen S.P. c. Slovenia,
La Corte europea dei Diritti umani (terza Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Josep Casadevall, Presidente, Corneliu Bîrsan, Boštjan M. Zupančič, Egbert Myjer, Ineta Ziemele, Luis López Guerra, l’Ann Power, giudici,
e Santiago Quesada, Cancelliere di Sezione,
Avendo deliberato in privato il 9 novembre 2010,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 35264/04) contro la Repubblica della Slovenia depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) dal Sig. L.O., un cittadino sloveno, e da un’impresa privata chiamata L. O. C. e F. S. s.p. (Pokopališko pogrebne storitve Leopold Oklešen s.p.) il 28 settembre 2004.
2. I richiedenti furono rappresentati dal Sig. D. R., un avvocato che pratica a Murska Sobota. Il Governo sloveno (“il Governo”) fu rappresentato dal suo Agente, il Sig. L. Bembič, Avvocato-generale Statale.
3. I richiedenti addussero, in particolare, che c’era stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione e dell’ Articolo 14 della Convenzione, a causa del decreto municipale che aveva impedito al secondo richiedente di eseguire servizi funebri che offriva con successo da sette anni.
4. Il 3 ottobre 2007 il Presidente della terza Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29 § 3).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
5. Il primo richiedente, il Sig. L. O. è un cittadino sloveno che nacque nel 1947 e vive a Novo Mesto. Il secondo richiedente è un’impresa privata chiamata L. O. C. and F S. s.p. (Pokopališko pogrebne storitve Leopold Oklešen s.p.) ubicata a Novo Mesto.
6. Il secondo richiedente che era posseduto giuridicamente rappresentato ed amministrato dal primo richiedente, era in possesso di una licenza valida emessa dalla Camera delle Arti (obrtno dovoljenje) per la predisposizione di funerali, paesaggistica e mantenimento di superfici esterne (zunanja ureditev) dal 6 marzo 1995. La licenza confermò che il secondo richiedente era in ottemperanza con la sezione 9 dell’Atto sulle Arti (vedere paragrafo 22 sotto). Il secondo richiedente offriva tutti i servizi funebri alla municipalità di Novo Mesto, incluso la preparazione e il trasporto dei resti , l’ottenimento dei documenti necessari, l’organizzazione delle cremazioni , la vendita di articoli funebri (bare, ghirlande funebri, fiori e così via) e l’organizzazione di cerimonie. Sembra che i funerali rappresentassero un importante, se non la principale, parte delle attività del secondo richiedente.
7. Nel settembre 2000 entrò in vigore un Decreto sulla disposizione di utilità pubblica in merito al cimitero ed alle attività funebri, alla gestione dei cimiteri e delle cerimonie funebri presso la Municipalità di Novo Mesto (“Decreto del 2000”, vedere paragrafi 24-25 sotto). Successivamente, all’Impresa Municipale di Novo Mesto (Komunala Novo Mesto, “KNM”) furono affidati con questa disposizione simili servizi nell’area della municipalità.
8. Secondo il website della KNM (http://www.komunala-nm.si /, consultato il 3 settembre 2007), la KNM offriva servizi riguardanti, inter alia, organizzazione di scavi e di tombe, l’ottenimento di documenti riguardo al defunto, preparazione e deposito dei resti, affitto di case funebri, organizzazione ed adempimento di cerimonie e servizi funebri e trasporto dei resti.
9. Con una lettera del 1 marzo 2002,la KNM avvertì il secondo richiedente di attenersi col Decreto del 2000. Questo implicava, secondo la KNM che “tutte le attività relativa a quei deceduti (…) che saranno seppelliti nei cimiteri gestiti dalla KNM avrebbero dovuto essere eseguite solamente dalla KNM!”
10. Il 19 aprile 2002 la Municipalità di Novo Mesto spiegò su ulteriore richiesta del secondo richiedente, che il secondo richiedente non era abilitato a fornire servizi funebri a causa delle restrizioni esposte dal Decreto del 2000, l’Atto del 1993 sulle Pubbliche Utilità e l’Atto sulla Gestione del Cimitero e sui Servizi Funebri (“l’Atto sul Cimitero e sul Funerale del 1984”). Il Municipio affermò inoltre che la decisione della Corte Costituzionale n. U-I-48/97 aveva confermato che i funerali avrebbero dovuto essere di utilità pubblica obbligatoria (vedere paragrafi 26-27 sotto).
11. Il 25 novembre 2002 il secondo richiedente presentò una richiesta alla Corte Costituzionale per un riesame della costituzionalità e della legalità (pobuda za oceno ustavnosti in zakonitosti) del Decreto del 2000, nelle particolari sezioni 1 e 16. Mentre sezione 1 prevedeva, inter alia che i funerali avrebbero dovuto essere forniti come utilità pubblica, la sezione 16 stabiliva che un fornitore di utilità pubblica, vale a dire un’impresa di diritto pubblico avrebbe dovuto essere contattato nel caso di una morte e avrebbe dovuto essere responsabile per il trasporto dei resti.
12. Nella sua richiesta, il secondo richiedente dibatté, che questa disposizione funebre avrebbe dovuto essere sul libero mercato, e richiese alla Corte Costituzionale di emettere un’ingiunzione contro il Decreto del 2000. Il secondo richiedente affermò inoltre che, in seguito all’adozione del Decreto del 2000, la KNM aveva ottenuto un monopolio in questo campo e non gli permetteva di trasportare i resti ai cimiteri. Presentò che il Decreto del 2000 era stato introdotto con l’intenzione di chiudere i suoi affari di successo.
13. Il 1 aprile 2004 la Corte Costituzionale respinse la richiesta del secondo richiedente, riferendosi alla sua precedente decisione n. U-I-48/97 (vedere paragrafi 26-27 sotto) trovando che la sezione 2 dell’Atto sui Cimiteri e i Funerali del 1984 era in conformità con la Costituzione. La disposizione summenzionata letta insieme con la sezione 68 dell’Atto sulla Pubblica Utilità del 1993 determinava che i servizi funebri appartenevano alle utilità pubbliche ed obbligatorie. Questi articoli erano vincolanti per la Municipalità di Novo Mesto che fu costretta ad implementarli.
14. Come risultato della situazione sopra il secondo richiedente il secondo richiedente non è stato in grado di fornire i principali servizi funebri dall’attuazione del Decreto del 2000, e ha perso una grande proporzione della clientela a causa delle restrizioni del Decreto del 2000.
15. Il secondo richiedente continuò ad operare sino al 2006. Per delucidazione degli effetti delle restrizioni del Decreto del 2000 sui guadagni dei richiedenti, sembrerebbe dai primi formulari fiscali del richiedente riguardo all’attività del secondo richiedente che il suo reddito imponibile è stato calcolato come segue: nel 1998, era approssimativamente 15,000 euro (EUR), nel 1999 era EUR 26,000, nel 2000 era EUR 39,000 e nel 2001 era 27,000. Dopo l’attuazione del Decreto del 2000, il suo reddito imponibile era circa EUR 17,000 nel 2003, EUR 28,000 nel 2005 ed EUR 18,000 nel 2006.
16. Il 7 agosto 2006 il secondo richiedente fu rimosso dal registro sloveno delle imprese. Il primo richiedente andò in pensione nel novembre 2006.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE E PRATICA
A. La Costituzione
17. Le disposizioni attinenti della Costituzione della Repubblica della Slovenia (Ustava Republike Slovenije, Gazzetta Ufficiale n. 33/91), prevedeva come segue:
Articolo 33 – Diritto alla Proprietà Privata ed all’ Eredità
“Il diritto alla proprietà privata ed all’ eredità sarà garantito.”
Articolo 74 – la Libera impresa
“La libera Iniziativa economica sarà garantita.

Le condizioni per stabilire le organizzazioni commerciali saranno stabilite dalla legge. Le attività commerciali non possono essere iniziate in modo contrario all’interesse pubblico.

La pratica della Concorrenza sleale e le pratiche che restringono la competizione in modo contrario alla legge sono proibite.”
B. L’Atto della Corte Costituzionale
18. Le disposizioni attinenti dell’Atto della Corte Costituzionale (Zakon o ustavnem sodišču, Gazzetta Ufficiale n. 15/94) che riguardano il riesame della costituzionalità e della legalità erano al tempo attinente come segue:
Sezione 24
“(1) chiunque dimostri un interesse legale può presentare una richiesta per iniziare una procedura per il riesame della costituzionalità o della legalità di regolamentazioni o di atti generali emessi per l’esercizio di pubblica autorità.
(2) un interesse legale è ritenuto dimostrato se una regolamentazione o un atto generale emessi per l’esercizio di pubblica autorità il cui riesame è stato richiesto direttamente dal postulante interferisce coi suoi diritti, interessi legali, o posizione legale.”
Sezione 25
“(1) la Corte Costituzionale respinge una richiesta se le condizioni procedurali… non sono state adempiute.
…”
Sezione 26
“…
(2) la Corte Costituzionale respinge una richiesta se è manifestamente infondata o se non ci si può aspettare che un importante quesito legale verrà risolto.
(3) la Corte Costituzionale decide tramite ordinanza di accettare o respingere una richiesta con votazione maggioritarie dei giudici presenti. L’ordine di respingere una richiesta deve includere una dichiarazione delle ragioni.
(4) se la Corte Costituzionale accetta una richiesta, immediatamente può procedere a decidere sui meriti della causa se la situazione che riguarda i fatti è stata chiarificata e se durante la considerazione della richiesta alla parte avversaria è stata data l’opportunità di fare dichiarazioni.”
Sezione 30
“Nel decidere sulla costituzionalità e la legalità di una regolamentazione o un atto generale emessi per l’esercizio di pubblica autorità, la Corte Costituzionale non è legata dalla produzione di una richiesta. La Corte Costituzionale può fare un riesame anche della costituzionalità e della legalità di altre disposizioni dello stessa o di un’altra regolamentazione o di un atto generale emesso per l’esercizio di pubblica autorità per il quale una revisione della costituzionalità o della legalità non è stata proposta, se simili disposizioni sono mutuamente in relazione o se questo è necessario per chiarire la causa.”
Sezione 45
“…
(2) La Corte Costituzionale annulla le regolamentazioni o gli atti generali emessi per l’esercizio di autorità pubblica che sono incostituzionale o illegali quando determina che è necessario rimediare a conseguenze dannose che sorgono da simile incostituzionalità o illegalità. L’annullamento ha effetto retroattivo.
…”
Sezione 46
“(1) a qualsiasi persona che soffre di conseguenze dannose a causa di una regolamentazione o di un atto generale emessi per l’esercizio di autorità pubblica che sono stati annullati è concesso di richiedere che simile conseguenze siano rimediate.
…”
C. L’Atto sul Cimitero e Funerale del 1984
19. La Sezione 2 dell’Atto sul Cimitero e Funerale del 1984 che fu adottato nel 1984 e continuava ad essere in vigore dopo l’indipendenza della Slovenia (Zakon o pokopališki in pogrebni dejavnosti ter o urejanju pokopališč, Gazzetta Ufficiale della Repubblica Socialista della Slovenia n. 34/84), prevedeva che i servizi di cimitero e di funerale, così come la gestione dei cimiteri, corrispondeva ad“attività municipali d’importanza sociale speciale” (komunalna dejavnost posebnega družbenega pomena). Secondo la sezione 6, il trasporti del defunto sarebbe stato effettuato con un veicolo specialmente configurato di un’organizzazione pubblica locale (komunalne organizacije) o della comunità locale (krajevne skupnosti).
D. L’Atto di Pubblica Utilità del 1993
20. L’Atto di Utilità Pubblica del 1993 (Zakon o gospodarskih javnih službah, Gazzetta Ufficiale n. 32/93, entrato in vigore il 2 luglio 1993) prevedeva nella sezione 3 che le pubbliche utilità obbligatorie avrebbero dovuto essere stabilite dalla legge. Dei decreti locali avrebbero dovuti regolare il modo in cui le pubbliche utilità locali operavano .La Sezione 6 prevedeva che le utilità pubbliche potevano essere garantite attraverso la forma di un’impresa di diritto pubblico (javno podjetje), o attraverso concessioni (koncesija) concesse ad imprese private.
21. Infine, la sezione 68 prevede che sino all’introduzione della legislazione che stabiliva le specifiche utilità pubbliche, “le attività d’importanza sociale speciale” avrebbero dovuto essere ritenute come utilità pubbliche.
E. Atto sulle Arti
22. La Sezione 9 dell’Arto sulle Arti (Obrtni zakon, Gazzetta Ufficiale n. 50/1994) offre le seguenti condizioni sotto cui una licenza può essere emessa dalla Camera delle Arti:
“(1) le condizioni per ottenere una licenza per offrire un servizio delle arti sono le seguenti:
-titolo di maestro artigiano,
-prova dell’adempimento dei requisiti minimi prescritti per offrire un certo servizio.
(2) le condizioni per ottenere una licenza di arte per offrire un servizio che è simile ad un servizio di arti sono…
(3) i requisiti minimi prescritti per offrire un certo servizio dai paragrafi precedenti sono come segue:
-le condizioni tecniche minime ed altre relative allo spazio dove il servizio è offerto, terreno e altra superficie esterna, equipaggiamento ed attrezzature,
– condizioni sanitarie e di salute relative allo spazio dove il servizio è offerto, terreno e altra superficie esterna, equipaggiamento, attrezzature e persone che lavorano nel posto di lavoro
-le condizioni minime relative alla superficie esterna (terreno e altra superficie esterna).”
F. Decreti Municipali
1. I Decreti sulla disposizione delle pubbliche utilità nella Municipalità di Novo Mesto
23. Il 27 ottobre 1994 il Consiglio Municipale di Novo Mesto adottò un Decreto sulla disposizione delle pubbliche utilità (“Decreto del 1994”, Gazzetta Ufficiale 71/94) che elencava i servizi funebri come pubblica utilità opzionale. Questo Decreto fu emendato l’ 11 maggio 1998 (“Emendamento del 1998”, Gazzetta Ufficiale 40/98). Quest’ultimo faceva la lista dei servizi funebri e del cimiteri tra le pubbliche utilità obbligatorie e convenne che riguardo ai cimiteri forniti di decreto speciale questi servizi avrebbero dovuto essere offerti da un’impresa di diritto pubblico. Il 26 aprile 2001 il Consiglio Municipale adottò un nuovo Decreto sulla disposizione delle pubbliche utilità (“il Decreto del 2001”, Gazzetta Ufficiale 40/01) che annullava il precedente decreto ed il suo emendamento. Faceva anche la lista dei servizi del cimitero e funebri come pubbliche utilità obbligatorie e determinava che un decreto municipale speciale avrebbe dovuto determinare l’ esatta struttura tramite cui ciascuna delle pubbliche utilità elencate avrebbero dovuto essere fornite. Il 31 gennaio 2002 il Decreto del 2001 fu emendato (“l’Emendamento del 2002”, Gazzetta Ufficiale 11/02), includendo una disposizione che affermava che “le pubbliche utilità…. servizi funebri e di cimitero, che avrebbero dovuto essere gestiti da un’impresa di diritto pubblico secondo i decreti specifici sarebbero stati forniti dalla KNM.” L’Emendamento del 2002 affermava anche che “ammesso che un particolare servizio pubblico non fosse offerto completamente dalla KNM, una parte di quel servizio poteva essere eseguito da un’altra entità sulla base di un contratto firmato dalla KNM…”
2. Il Decreto sulla disposizione dell’utilità pubblica riguardo alle attività funebri e di cimitero,la gestione dei cimiteri e delle cerimonie funebri nella Municipalità di Novo Mesto (“il Decreto del 2000”)
24. Secondo il Decreto del 2000 (Gazzetta Ufficiale n. 74/00, entrato in vigore nel settembre 2000), i servizi funebri e di cimitero e la gestione dei cimiteri e delle cerimonie funebri nella Municipalità di Novo Mesto avrebbero dovuti essere forniti di pubblica utilità obbligatoria nella forma di un’impresa di diritto pubblico (sezioni 1 e 2). Il Decreto fa la lista di 32 cimiteri situati all’interno dell’ area municipale di Novo Mesto; si applica a tutti loro.
La Sezione 6 del Decreto prevede:
“I Funerali sono normalmente condotti fuori dai cimiteri ed includono in particolare ciò che segue:
– ottenimento dei documenti richiesti;
– preparazione del corpo e del trasporto dei resti;
– affitto di tombe e gestione del registro dei cimiteri;
– offerta di un servizio funebre d’ emergenza;
– offerta di altri servizi stabiliti dalla la legge o da questo decreto.”
25. La Sezione 16 del Decreto del 2000 prevede che i parenti e le istituzioni attinenti dovrebbero riportare la morte di una persona al fornitore di un’utilità pubblica obbligatoria. I resti possono essere presi solamente da un ospedale o da una casa di pensionamento dal fornitore di un’utilità pubblica obbligatoria. Quest’ultimo dovrebbe prendere i resti dalla persona o dall’ istituzione riguardata e portarli in un luogo specificamente designato a questo fine…”
G. La giurisprudenza della Corte Costituzionale
26. Il 6 luglio 2000 la Corte Costituzionale emise una decisione in una causa introdotta da un fornitore funebre privato, P. dalla Municipalità di Ravne na Koroškem. La corte trovò che la sezione 2 dell’Atto sul Cimitero e sul Funerale del 1984 non era in conflitto con l’Articolo 74 della Costituzione, e nemmeno lo era il decreto del municipio contestato che stabiliva i servizi funebri come di pubblica utilità locale. La Corte Costituzionale notò che, poiché nessun nuovo atto era stato adottato in questa area, il funerale e i servizi del cimitero venivano considerati come utilità pubblica sulla base della sezione 68 dell’ Atto di Utilità Pubblica del 1993 letto insieme con la sezione 2 del Cimitero dell’Atto sul Cimitero e sul Funerale del 1984 .
27. La Corte Costituzionale trovò che le restrizioni che risultavano dal sistema per cui i servi funebri e del cimitero dovevano essere forniti come pubblica utilità erano giustificate dall’interesse pubblico. Inoltre, la corte accettò l’argomento del municipio per cui per ragioni per etiche, sanitarie ed igieniche i funerali non potevano essere forniti sul libero mercato. Infine, la Corte Costituzionale prese in esame il fatto che la regolamentazione contestata era di transizione durante l’adozione di una specifica legge, e trovò che la durata di questa situazione non aveva contravvenuto ancora al principio della preminenza del diritto.
H. Decisioni dell’Ufficio per la Protezione della Competizione del3 ottobre 2002 e del 13 luglio 2007
28. Il 3 ottobre 2002 l’Ufficio per la Protezione della Competizione (Urad za varstvo konkurence-“l’Ufficio della Competizione”) emise una decisione che dichiarava la mancanza di giurisdizione per trattare l’azione di reclamo depositata dal fornitore di servizi funebri privato P. che Quest’ultimo aveva dibattuto che l’impresa municipale autorizzata a fornire servizi funebri sulla base del decreto municipale si rifiutava di accettare i resti trasportati al cimitero da lui stesso.
29. L’Ufficio della Competizione dichiarò mancanza di giurisdizione per trattare l’azione di reclamo, poiché il decreto contestato riguardava il controllo del mercato da parte dello Stato. Nonostante questo, l’Ufficio della Competizione espresse la critica riguardo alla regolamentazione dei funerali in Slovenia. Era, in particolare, critico per il fatto che, a causa di un vuoto legale, il Cimitero del 1984 e l’Atto sul Funerale, adottato sotto il precedente regime, era ancora in vigore. Questo Atto non distingueva fra funerali e servizi del cimitero. Di conseguenza, i funerali e i servizi del cimitero venivano automaticamente considerati utilità pubbliche sulla base della sezione 68 dell’ Atto di Pubblica Utilità del 1993. L’Ufficio della Competizione notò inoltre che i funerali che non potevano essere forniti liberamente e privatamente sotto il precedente regime venivano difatti eseguiti da imprese private registrate dall’indipendenza della Slovenia e dalla transizione del sistema economico. Queste imprese private avevano fornito tutti i servizi ad eccezioni di quelli riguardanti i cimiteri.
30. L’Ufficio della Competizione elencò poi i prodotti funebri e i servizi che avrebbero dovuto continuare ad essere forniti da imprese funebri e private. Loro inclusero, inter alia, la vendita di articoli funebri (bare, tappezzerie, urne di cremazione e targhe commemorative), composizioni floreali e funebri, trasporti dei resti (a parte i servizi d’emergenza che avrebbero dovuto essere forniti tramite concessione), la preparazione degli avvisi funebri, l’ottenimento delle licenze necessarie e dei documenti, l’organizzazione delle cerimonie ed i servizi per le tombe e la vendita e l’ installazione delle lapidi e delle targhe commemorative.
31. L’Ufficio della Competizione era dell’opinione che i servizi elencati avrebbero dovuto essere indubbiamente soggetti ad un regime di libero mercato e che le restrizioni in oggetto non potevano essere giustificate per motivi etici, sanitari o d’igiene.
32. P. presentò un nuovo reclamo nel 2003, rivendicando che l’impresa municipale aveva agito in modo discriminatorio rifiutando di seppellire i resti trasportati da lui mentre aveva permesso ai resti di essere trasportati da alcuni altri imprenditori privati. Inoltre al rinvio della causa della Corte Suprema, l’Ufficio della Competizione emise una decisione definitiva il 13 luglio 2007. Trovò che mentre era vero che P. aveva sofferto di un danno a causa degli atti dell’impresa municipale, l’impresa municipale aveva un monopolio legale sul territorio del rispettivo municipio che includeva il trasporto dei resti. Ha protetto perciò la sua posizione impedendo a P. di eseguire gli affari che lui non poteva portare avanti legalmente. Gli altri imprenditori a cui fu permesso di portare resti al cimitero erano di altri municipi. Come obiter dictum, l’Ufficio della Competizione mise in dubbio di nuovo l’appropriatezza e la costituzionalità del sistema che avrebbe dovuto operare solamente come una misura di transizione.
III. DIRITTO COMPARATO E PRATICA
33. Secondo le informazioni disponibili alla Corte da un certo numero di Stati membro, nella maggior parte di questi i servizi funebri sono soggetti al libero mercato e forniti da ditte private. In degli organi pubblici di alcuni paesi possono scegliere di fornite servizi funebri, comunque se lo fanno devono entrare in competizione con imprese private. Per esempio, in Austria, Belgio, Bulgaria e Francia i servizi funebri possono essere forniti anche da organi pubblici. Quindi, loro sono soggetti a regolamentazioni di mercato e devono competere sul libero mercato con imprese private. D’altra parte in Croazia, come in Slovenia, i servizi funebri sono elencati come utilità pubbliche e sono forniti soprattutto da organi pubblici.
34. Nella misura in cui si può vedere, i fornitori di servizi funebri sono regolati dalla legge in alcuni paesi, come è il caso del Belgio, Francia, Italia o la Slovacchia, e non regolati o auto-regolati in altri, come Germania, Lettonia, Irlanda ed Regno Unito.
35. In Austria, Croazia, Francia, Ungheria, Italia, Lituania e Slovacchia, per esempio i fornitori di servizi funebri privati possono operare solamente con una licenza o una concessione da parte di un organo pubblico. Le licenze o i permessi sono accordati dalle autorità locali e sono soggetti ad un numero di requisiti, come le qualifiche professionali e la competenza, l’adempimento di standard tecnici, di sicurezza e di protezione della salute, e l’analisi della situazione finanziaria della società.
36. Diversamente dai funerali, sembrerebbe, che i servizi del cimitero e di cremazione sono forniti da organi pubblici, soprattutto i municipi poiché loro sono considerati generalmente come servizi pubblici collegati intrinsecamente a problemi di salute pubblica. Quando la cremazione fu nazionalizzata in Belgio, fu offerto un periodo di transizione e fu pagata una certa forma di risarcimento alle imprese private che avevano prqaticato precedentemente la cremazione nel paese.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 ALLA CONVENZIONE
37. Sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione, i richiedenti si lamentarono che a causa del Decreto del 2000 e degli atti della KNM, al secondo richiedente fu impedito di fornire i servizi funebri che portava avanti con successo da anni. Di conseguenza, la situazione economica e sociale della famiglia del primo richiedente è stata messa a rischio ed il secondo richiedente è sotto minaccia di liquidazione.
L’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 di legge come segue:
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
A. Ammissibilità
1. Status di vittima
38. Il Governo obiettò alla rivendicazione del primo richiedente di essere una vittima della violazione addotta, siccome non aveva partecipato come parte ai procedimenti nazionali, in particolare riguardo ai procedimenti di fronte alla Corte Costituzionale. Inoltre, il secondo richiedente aveva cessato di esistere il 7 agosto 2006 e non c’erano perciò motivi per l’esame della presente richiesta.
39. I richiedenti non furono d’accordo. Il primo richiedente era un imprenditore privato (samostojni podjetnik) ed era stato responsabile degli obblighi derivanti dai suoi affari con tutti i suoi asset, personale e professionisti. Le operazioni del secondo richiedente venivano portate avanti usando i lnumero di identificazione del primo richiedente, incluso il suo numero fiscale.
40. La Corte nota che i richiedenti si lamentarono che il loro diritto sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 era stato violato dalle autorità locali che impedirono al secondo richiedente di continuare a fornire servizi funebri. Osserva inoltre che il primo richiedente era un imprenditore privato, e perciò il solo proprietario degli affari portati avanti dal secondo richiedente. Lui era anche un rappresentante legale del secondo richiedente ed era responsabile con la sua proprietà dei suoi obblighi e debiti. La Corte nota che in questa particolare situazione, in cui il proprietario e l’entità professionale sono connesse così da vicino, si può considerare che il primo richiedente sia una persona direttamente interessata dagli atti in questione, (vedere Eckle c. Germania, 15 luglio 1982, § 66 Serie A n. 51) e può rivendicare perciò di essere una vittima della violazione addotta nella presente causa. La Corte nota inoltre che il secondo richiedente cessò di esistere nel 2006 e che perciò è solamente il primo richiedente che può continuare ad intraprendere la presente richiesta.
2. L’esaurimento delle vie di ricorso nazionali
41. Il Governo dibatté che i richiedenti avevano avuto a loro disposizione una via di ricorso effettiva, vale a dire una richiesta per un riesame della costituzionalità e della legalità. Il secondo richiedente comunque la depositò solamente contro il Decreto del 2000 e non contro il precedente Decreto del 1994 e l’Emendamento 1998 o il susseguente Decreto del 2001 e l’ Emendamento del 2002. Il Decreto del 2000 esponeva solamente i mezzi di organizzazione dei servizi funebri. Comunque, i servizi funebri furono classificati come un’utilità pubblica nel Decreto del 1994. Inoltre, il secondo richiedente impugnò solamente le sezioni 1 e 16 del Decreto del 2000, mentre avrebbe dovuto impugnare la sezione 2 che stabiliva che un fornitore di servizi funebri avrebbe dovuto essere un’impresa di diritto pubblico.
42. I richiedenti contestarono questo argomento, presentando che loro avevano utilizzato tutte le vie disponibili nell’ordinamento giuridico nazionale.
43. La Corte osserva che i richiedenti si lamentarono specificamente degli effetti del Decreto del 2000 che il secondo richiedente aveva impugnato di fronte alla Corte Costituzionale. Quest’ultima che aveva il potere di considerare la legalità e la costituzionalità di tutte le disposizioni del decreto contestato (vedere paragrafo 18 sopra), trovò che il sistema di cui ci si lamentava era in conformità alle leggi applicabili e la costituzione (vedere paragrafo 13 sopra). La Corte nota anche che al centro dell’azione di reclamo dei richiedenti c’era il Decreto del 2000 che determinò che funerali avrebbero dovuto essere forniti da un’impresa di diritto pubblico. Il susseguente Decreto del 2001 e l’Emendamento 2002 concernenti tutte le utilità pubbliche nel municipio non aggiunsero nulla di significativo che avesse una prospettiva tale da cambiare la posizione della Corte Costituzionale su questo soggetto. Nota inoltre che sia il Decreto del 1994 che l’Emendamento del 1998 ai quali fa riferimento il Governo, erano stati annullati dal Decreto del 2001.
44. Avendo riguardo a quanto sopra, la Corte deve respingere l’eccezione del Governo riguardo all’esaurimento delle vie di ricorso nazionali.
3. Conclusione
45. La Corte nota che la parte della richiesta riguardo alle azioni di reclamo sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 perseguito dal primo richiedente non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarato perciò ammissibile. D’altra parte la parte della richiesta riguardo al secondo richiedente sarà dichiarata inammissibile in conformità con l’Articolo 34 della Convenzione (vedere paragrafo 40 sopra). Il primo richiedente sarà nominato in seguito come “il richiedente.” Il secondo richiedente sarà nominato come “la società del richiedente.”
B. Meriti
(a) gli argomenti delle parti
46. Il richiedente sostenne che a causa del Decreto del 2000 e della susseguente delega alla KNM del diritto di esclusiva di fornitura dei servizi funebri, alla società del richiedente era stato impedito di fornire dei servizi riguardo al defunto che doveva essere seppellito nei cimiteri gestito dalla KNM; specificamente, lui non era in grado di offrire il trasporto dei resti, la preparazione dei corpi e la preparazione delle camere mortuarie in case funebri.
47. Il Governo dibatté che la società del richiedente non aveva mai avuto diritto di fornire servizi pubblici in termini di funerali e di servizi del cimitero. Questi servizi erano già stati classificati come un’utilità pubblica nel Decreto del 1994. L’Emendamento del 1998 che li classificò come un’utilità pubblica obbligatoria entrò in vigore il 5 giugno 1998. Il richiedente sapeva perciò o avrebbe dovuto sapere che i funerali erano un’utilità pubblica prima di aver ottenuto la licenza. Inoltre, l’Atto sul Cimitero e Funerale del 1984 aveva già stabilito che i servizi funebri e del cimitero erano attività municipali d’importanza sociale speciale ed erano stati classificati come utilità pubbliche con l’introduzione dell’Atto di Utilità Pubblica nel 1993. Perciò, il Decreto del 2000 non poteva essere considerato come interferente col diritto del richiedente alla proprietà.
48. Inoltre, mentre il Governo ammise che la società del richiedente non poteva fornire servizi funebri, come quelli a riguardo della preparazione dei corpi ed il trasporto dei resti , poteva e continuava a vendere articoli funebri. La dichiarazione che la società del richiedente, era a rischio di liquidazione a causa del Decreto del 2000 era perciò non comprovata.
49. Il Governo sostenne inoltre che l’interferenza, ammesso che la Corte avesse trovato che ce n’era stata una, era nell’interesse pubblico e giustificata per motivazioni etiche, sanitarie e igieniche. In particolare, la determinazione del tempo della morte, compito speciale in casi di malattie comunicabili e i requisiti di igiene speciali riguardo al trasporto e il mantenimento dei resti non lasciava spazio ad un regime di libero mercato in questo campo. Inoltre, sarebbe immorale e non nell’interesse del consumatore ammettere la competizione in questa area di servizi. Il controllo di questi servizi da parte delle autorità locali era perciò essenziale.
50. Il Governo contestò l’attinenza dell’opinione dell’Ufficio della Competizione, dibattendo che l’Ufficio della Competizione aveva declinato la giurisdizione per trattare con la causa. Inoltre, presentò una copia di una decisione del 13 luglio 2007 nella quale l’Ufficio della Competizione trovò che P. che era un imprenditore privato con una licenza per la fornitura dei servizi funebri non aveva avuto successo con la sua azione di reclamo simile a quella del richiedente.
51. Inoltre, il Governo presentò che l’interferenza era severamente necessaria, essendo questo il solo modo di proteggere l’interesse pubblico. A questo riguardo menzionò che delle società private che fornivano dei funerali stavano preparando funerali per defunti in condizioni improprie.
52. Il Governo sostenne inoltre che lo stesso sistema esisteva in altri municipi sloveni e presentò copie di decreti municipali che dimostravano che i funerali o venivano regolati tramite una concessione assegnata ad una società privata tramite la competizione o tramite un’ impresa pubblica. Il Governo dibatté inoltre che la decisione di regolare la disposizione di funerali come utilità pubblica era una questione che rientrava all’interno del margine di valutazione dello Stato.
(b) la valutazione della Corte
53. La Corte deve esaminare se il richiedente aveva una “proprietà” all’interno del significato dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 prima di considerare se la legislazione attinente o il modo in cui è stata applicata al richiedente ha interferito coi suoi diritti come garantiti da questa norma (vedere Kopecký c. Slovacchia [GC], n. 44912/98, § 40 ECHR 2004-IX).
54. La Corte reitera che il concetto di “proprietà” nella prima parte dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 ha un significato autonomo che non è limitato alla proprietà di beni fisici ed è indipendente dalla classificazione formale in diritto nazionale. Di conseguenza, così come beni fisici, anche certi diritti ed interessi che costituiscono dei beni possono essere riguardati come “diritti di proprietà”, e così come “proprietà” ai fini di questa disposizione. L’applicabilità dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 si estende perciò anche a pratiche professionali e alla loro clientela, siccome queste sono entità di un certo valore aventi in molti riguardi la natura di diritti privati, e così costituiscono dei beni (vedere fra molte autorità, Van Marle ed Altri c. Paesi Bassi, 26 giugno 1986, § 41 Serie A n. 101, e Buzescu c. Romania, n. 61302/00, § 81 del 24 maggio 2005).
55. Inoltre, il concetto di “proprietà” non è limitato a “proprietà esistenti” ma può coprire anche dei beni, incluse le rivendicazioni a riguardo di cui si può sostenere che il richiedente abbia almeno una ragionevole “aspettativa legittima” di ottenere godimento effettivo di un diritto di proprietà (vedere, per esempio, Principe Hans-Adam II del Liechtenstein c. Germania [GC], n. 42527/98, § 83 ECHR 2001-VIII).
56. Tenendo presente i principi sopra, la Corte ha bisogno di esaminare se le circostanze della presente causa, considerate nell’insieme, possono essere considerate come aventi conferito sul titolo del richiedente un interesse effettivo protetto dall’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 (vedere, mutatis mutandis, Öneryıldız c. Turchia [GC], n. 48939/99, § 124 ECHR 2004-XII).
57. È incontrastato nella presente causa che il richiedente aveva sviluppato un livello significativo di avviamento in relazione alla fornitura funebre, come la preparazione dei corpi ed il trasporto dei resti (vedere paragrafo 6 sopra), durante i suoi sette anni di fornitura questo servizio. Comunque, nel 1995, quando il richiedente ottenne la sua licenza di arte, la fornitura funebre era già stata designata come utilità pubblica dall’Atto di Utilità Pubblica del 1993. Quest’ultimo lasciò alle autorità locali la latitudine per scegliere di regolare la fornitura funebre tramite la forma di un’impresa di diritto pubblico o tramite concessioni accordate ad imprese private. Le autorità locali nel municipio del richiedente regolarono pienamente questa area entro il 2002, quando l’Emendamento del 2002 fu adottato e quando le utilità pubbliche furono affidate all’impresa municipale KNM che acquisì un monopolio legale sulla fornitura di servizi funebri nell’area municipale.
58. La Corte trova che s poteva, per ammissione, dire che il richiedente avesse una proprietà esistente a riguardo la fornitura dei servizi funebri in oggetto, (vedere paragrafi 6, 46 e 48 sopra) durante il periodo vuoto legale. Comunque, l’azione di reclamo del richiedente concerne il periodo che segue l’attuazione del Decreto del 2000 e l’Emendamento del 2002 e perciò una questione in merito a se si sarebbe potuto considerare che lui avesse un’aspettativa ragionevole di continuare a fornire questi servizi, dopo che loro furono designati all’impresa municipale.
59. La Corte non può mettere in dubbio la decisione presa dalle autorità locali di designare la fornitura funebre all’impresa municipale invece di regolarla tramite i mezzi di concessione; un problema che fu lasciato dalla legislazione nazionale alla loro discrezione e che certamente rientra all’interno del margine di valutazione dello Stato. Dà un’importanza decisiva al fatto, incontrastato dal richiedente, che lui era stato per tutto l’intero periodo durante il quale lui forniva servizi funebri, consapevole che questa era solamente una soluzione provvisoria durante l’attuazione della legislazione nazionale che costringeva il municipio a regolare la fornitura funebre come utilità pubblica.
60. La Corte osserva che molti decreti locali ed emendamenti furono adottati nella Municipalità di Novo Mesto dal 1994 che regolavano le utilità pubbliche. È vero che il primo di loro, il Decreto del 1994, evidentemente in modo erroneo elencava i servizi funebri come utilità pubbliche opzionali. Comunque, nella prospettiva delle disposizioni chiare dell’Atto sulle Utilità Pubbliche del 1993 e l’Atto sul Cimitero e sul Funerale del 1984 e in assenza di qualsiasi ulteriore implementazione della legislazione locale questo non poteva essere capito come eliminante i servizi funebri dal reame pubblico. In qualsiasi caso, questo Decreto fu corretto con l’Emendamento del 1998 che elencò i servizi funebri come utilità pubbliche obbligatorie come fecero tutti i decreti susseguenti (vedere paragrafi 23-25 sopra). La Corte osserva perciò che la possibilità de facto del richiedente di fornire servizi funebri in oggetto nel periodo di sette anni che cessò de jure in seguito all’attuazione dell’Emendamento del 2002, era dall’inizio evidentemente di natura transitiva.
61. La Corte considera che il fatto che le autorità non interferirono in modo contrario con l’attività del richiedente durante il periodo di anno dei sette non poteva pregiudicare la conclusione sopra. Diversamente da Öneryıldız c. Turchia (citata sopra, §§127-9) e Beyeler c. Italia ([GC], n. 33202/96, § 121 ECHR 2000-I), dove le autorità contribuirono grandemente all’incertezza in merito al fato delle proprietà dei richiedenti, le autorità nella presente causa non fecero niente per contribuire all’aspettativa del richiedente di essere in grado di continuare a fornire servizi funebri dopo che le regolamentazioni necessarie furono adottate ed lo informarono anche immediatamente e costantemente degli effetti che i decreti attinenti avevano per i suoi affari (vedere paragrafi 9, 10 e 13 sopra). Riguardo al contesto più generale, il richiedente non ha offerto prova di qualsiasi discordanza da parte dei diversi municipi nell’implementare l’Atto delle Utilità Pubbliche del 1993 in questo campo, mostrando che alcuni di loro rifiutarono di regolare i servizi funebri come utilità pubbliche.
62. Perciò, avendo riguardo a tutto quanto sopra e nonostante l’opinione dell’Ufficio della Competizione che mette in dubbio l’appropriatezza del sistema (vedere paragrafi 28-32 sopra) ed il fatto che la piena nazionalizzazione o municipalizzazione dei servizi funebri sembra essere un avvenimento raro negli Stati membro (vedere paragrafi 33-36), la Corte non può concludere che la speranza del richiedente di essere in grado di continuare a fornire servizi i funebri in questione costituiva una rivendicazione di qualsiasi genere sufficientemente stabilita da costituire un’aspettativa legittima, e quindi una “proprietà” distinta all’interno del significato della giurisprudenza della Corte (vedere, mutatis mutandis, Öneryıldız citata sopra, § 126, e Zhigalev c. Russia, n. 54891/00, §§ 143 e 146, 6 luglio 2006).
63. Essendo così, il Decreto del 2000 e gli atti della KNM che impedirono al richiedente di continuare a fornire i servizi funebri non possono essere considerati un’interferenza con “la proprietà” del richiedente all’interno del significato dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. Le garanzie di questa norma non si applicano perciò alla presente causa.
64. La Corte conclude così che non c’è stata nessuna violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
II. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 14 DELLA CONVENZIONE LETTO INSIEME CON L’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 ALLA CONVENZIONE
65. Il richiedente si lamentò che la decisione della Corte Costituzionale del 1 aprile 2004 (vedere paragrafo 13 sopra) era incompatibile coi diritti custoditi nell’ Articolo 14 della Convenzione letto insieme con l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione.
L’Articolo 14 letture siccome segue:
“Il godimento dei diritti e delle libertà stabilite [nella] Convenzione sarà garantito senza discriminazione su alcuna base come il sesso,la razza, il colore, la lingua, la religione, l’opinione politica o altro, la cittadinanza od origine sociale, l’associazione con una minoranza nazionale, la proprietà,la nascita o altro status.”
66. La Corte nota che riguardo alla società del richiedente, non si può considerare che abbia una posizione tale da intraprendere questa parte della richiesta di fronte alla Corte, per le ragioni esposte nel paragrafo 40 sopra.
67. Riguardo al richiedente, la Corte avendo riguardo alla sentenza relativa all’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 (vedere paragrafi 53-64 sopra) e agli argomenti addotti dal richiedente, costata che questa azione di reclamo non è comprovata e deve essere respinta perciò come manifestamente mal-fondata in conformità con l’Articolo 35 §§ 3 e 4 della Convenzione.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara l’azione di reclamo concernente il diritto del Sig. L. O. sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione ammissibile ed il resto della richiesta inammissibile;
2. Sostiene che non c’è stata nessuna violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 30 novembre 2010, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Santiago Quesada Josep Casadevall
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

Conclusion Remainder inadmissible ; No violation of P1-1
THIRD SECTION
CASE OF OKLEŠEN AND POKOPALIŠKO POGREBNE STORITVE LEOPOLD OKLEŠEN S.P. v. SLOVENIA
(Application no. 35264/04)
JUDGMENT
STRASBOURG
30 November 2010
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Oklešen and Pokopališko Pogrebne Storitve Leopold Oklešen S.P. v. Slovenia,
The European Court of Human Rights (Third Section), sitting as a Chamber composed of:
Josep Casadevall, President,
Corneliu Bîrsan,
Boštjan M. Zupančič,
Egbert Myjer,
Ineta Ziemele,
Luis López Guerra,
Ann Power, judges,
and Santiago Quesada, Section Registrar,
Having deliberated in private on 9 November 2010,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 35264/04) against the Republic of Slovenia lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by Mr L.O., a Slovenian national, and a private enterprise called L. O. C. and F. S. s.p. (Pokopališko pogrebne storitve Leopold Oklešen s.p.) on 28 September 2004.
2. The applicants were represented by Mr D. R., a lawyer practising in Murska Sobota. The Slovenian Government (“the Government”) were represented by their Agent, Mr L. Bembič, State Attorney-General.
3. The applicants alleged, in particular, that there had been a breach of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention and Article 14 of the Convention, because of the municipal decree which had prevented the second applicant from carrying out funeral services, which it had been providing successfully for seven years.
4. On 3 October 2007 the President of the Third Section decided to give notice of the application to the Government. It was also decided to examine the merits of the application at the same time as its admissibility (Article 29 § 3).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
5. The first applicant, Mr L. O., is a Slovenian national who was born in 1947 and lives in Novo Mesto. The second applicant is a private enterprise called L. O. C. and F. S. s.p. (Pokopališko pogrebne storitve Leopold Oklešen s.p.) located in Novo Mesto.
6. The second applicant, which was owned, legally represented and run by the first applicant, had held a valid licence issued by Chamber of Crafts (obrtno dovoljenje) for the provision of funerals, landscaping and maintenance of exterior surfaces (zunanja ureditev) since 6 March 1995. The licence confirmed that the second applicant was in compliance with section 9 of the Crafts Act (see paragraph 22 below). The second applicant used to provide all funeral services in Novo Mesto municipality, including preparing and transporting remains, obtaining the necessary documents, arranging cremations, selling funeral items (coffins, funeral wreaths, flowers and so on) and organising ceremonies. It appears that funerals represented an important, if not the main, part of the activities of the second applicant.
7. In September 2000 a Decree on the provision of public utility as regards cemetery and funeral activities, management of cemeteries and funeral ceremonies in Novo Mesto Municipality (“the 2000 Decree”, see paragraphs 24-25 below) came into force. Subsequently, the Novo Mesto Municipal Enterprise (Komunala Novo Mesto, “KNM”) was entrusted with the provision of such services in the municipality’s area.
8. According to KNM’s website (http://www.komunala-nm.si/, consulted on 3 September 2007), KNM provided services concerning, inter alia, digging and organising graves, obtaining documents concerning the deceased, preparation and storage of remains, funeral home leasing, organisation and performance of funeral ceremonies and services and transportation of remains.
9. By a letter of 1 March 2002, KNM warned the second applicant to comply with the 2000 Decree. This implied, according to KNM, that “all activities relating to those deceased (…) who are to be buried in cemeteries managed by KNM should be carried out solely by KNM!”
10. On 19 April 2002, further to the second applicant’s request, Novo Mesto Municipality explained that the second applicant was not eligible to provide funeral services because of the restrictions set out in the 2000 Decree, the 1993 Public Utilities Act and the Cemetery and Funeral Services and Cemetery Management Act (“the 1984 Cemetery and Funeral Act”). The Municipality further stated that the Constitutional Court decision no. U-I-48/97 had confirmed that funerals should be a mandatory public utility (see paragraphs 26-27 below).
11. On 25 November 2002 the second applicant submitted a request to the Constitutional Court for a review of the constitutionality and legality (pobuda za oceno ustavnosti in zakonitosti) of the 2000 Decree, in particular sections 1 and 16. While section 1 provided, inter alia, that funerals should be provided by a public utility, section 16 established that a provider of a public utility, namely a public-law enterprise, should be contacted in the event of a death and should be responsible for transport of the remains.
12. In its request, the second applicant argued that funeral provision should be in the free market, and requested the Constitutional Court to issue an injunction against the 2000 Decree. The second applicant further stated that, following the adoption of the 2000 Decree, KNM had obtained a monopoly in this field and did not allow it to transport remains to cemeteries. It submitted that the 2000 Decree had been introduced with the intention of closing down its successful business.
13. On 1 April 2004 the Constitutional Court rejected the second applicant’s request, referring to its earlier decision no. U-I-48/97 (see paragraphs 26-27 below) finding that section 2 of the 1984 Cemetery and Funeral Act was in conformity with the Constitution. The above-mentioned provision read together with section 68 of the 1993 Public Utilities Act determined that the funeral services belonged to the mandatory public utilities. These rules were binding on the Novo Mesto Municipality, which was required to implement them.
14. According to the applicants, as a result of the above situation the second applicant has been unable to provide the core funeral services since the implementation of the 2000 Decree and has lost a large proportion of the clientele due to the 2000 Decree’s restrictions.
15. The second applicant continued to operate until 2006. For illustration of the effects of the 2000 Decree’s restrictions on the applicants’ earnings, it would appear from the first’s applicant’s tax forms concerning the second applicant’s activity, that his taxable income was calculated as follows: in 1998, it was approximately 15,000 euros (EUR), in 1999 it was EUR 26,000, in 2000 it was EUR 39,000 and in 2001 it was 27,000. After the implementation of the 2000 Decree, his taxable income was approximately EUR 17,000 in 2003, EUR 28,000 in 2005 and EUR 18,000 in 2006.
16. On 7 August 2006 the second applicant was removed from the Slovenian register of enterprises. The first applicant retired in November 2006.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW AND PRACTICE
A. The Constitution
17. The relevant provisions of the Constitution of the Republic of Slovenia (Ustava Republike Slovenije, Official Gazette no. 33/91), provide as follows:
Article 33 – Right to Private Property and Inheritance
“The right to private property and inheritance shall be guaranteed.”
Article 74 – Free Enterprise
“Free economic initiative shall be guaranteed.

The conditions for establishing commercial organisations shall be established by law. Commercial activities may not be pursued in a manner contrary to the public interest.

Unfair competition practices and practices which restrict competition in a manner contrary to the law are prohibited.”
B. The Constitutional Court Act
18. The relevant provisions of the Constitutional Court Act (Zakon o ustavnem sodišču, Official Gazette no. 15/94), which concern the review of constitutionality and legality, were at the relevant time as follows:
Section 24
“(1) Anyone who demonstrates a legal interest may submit a request for a procedure to be initiated for a review of the constitutionality or legality of regulations or general acts issued for the exercise of public authority.
(2) A legal interest is deemed to be demonstrated if a regulation or general act issued for the exercise of public authority whose review has been requested by the petitioner directly interferes with his rights, legal interests, or legal position.”
Section 25
“(1) The Constitutional Court rejects a request if the procedural conditions … have not been fulfilled.
…”
Section 26
“…
(2) The Constitutional Court dismisses a request if it is manifestly unfounded or if it cannot be expected that an important legal question will be resolved.
(3) The Constitutional Court decides by an order to accept or dismiss a request by a majority vote of judges present. The order to dismiss a request must include a statement of reasons.
(4) If the Constitutional Court accepts a request, it may immediately proceed to decide on the merits of the case if the factual situation has been clarified and if during consideration of the request the opposing party has been given the opportunity to make statements.”
Section 30
“In deciding on the constitutionality and legality of a regulation or general act issued for the exercise of public authority, the Constitutional Court is not bound by the production of a request. The Constitutional Court may also review the constitutionality and legality of other provisions of the same or another regulation or general act issued for the exercise of public authority for which a review of constitutionality or legality has not been proposed, if such provisions are mutually related or if this is necessary to resolve the case.”
Section 45
“…
(2) The Constitutional Court quashes regulations or general acts issued for the exercise of public authority that are unconstitutional or unlawful when it determines that it is necessary to remedy harmful consequences arising from such unconstitutionality or unlawfulness. Quashing has retroactive effect.
…”
Section 46
“(1) Any person who suffers harmful consequences due to a regulation or general act issued for the exercise of public authority which has been quashed is entitled to request that such consequences be remedied.
…”
C. The 1984 Cemetery and Funeral Act
19. Section 2 of the 1984 Cemetery and Funeral Act, which was adopted in 1984 and continued to be in force after the independence of Slovenia (Zakon o pokopališki in pogrebni dejavnosti ter o urejanju pokopališč, Official Gazette of the Socialist Republic of Slovenia no. 34/84), provides that cemetery and funeral services, as well as the running of cemeteries, correspond to “municipal activities of special social importance” (komunalna dejavnost posebnega družbenega pomena). According to section 6, transport of the deceased was to be provided by a specially designed vehicle of a local public organisation (komunalne organizacije) or the local community (krajevne skupnosti).
D. The 1993 Public Utilities Act
20. The 1993 Public Utilities Act (Zakon o gospodarskih javnih službah, Official Gazette no. 32/93, entered into force on 2 July 1993) provides in section 3 that mandatory public utilities should be established by law. Local decrees should regulate the way the local public utilities operate. Section 6 provides that public utilities may be ensured through the form of a public-law enterprise (javno podjetje), or through concessions (koncesija) granted to private enterprises.
21. Finally, section 68 provides that until the introduction of legislation establishing specific public utilities, “activities of special social importance” should be deemed to be public utilities.
E. Crafts Act
22. Section 9 of the Crafts Act (Obrtni zakon, Official Gazette no. 50/1994) provides the following conditions under which a licence may be issued by the Chamber of Crafts:
“(1) The conditions for obtaining a licence to provide a crafts service are as follows:
– title of master craftsman,
– proof of fulfilment of the minimum requirements prescribed for providing a certain service.
(2) The conditions for obtaining a craft licence to provide a service which is similar to a crafts service are …
(3) The minimum requirements prescribed for providing a certain service from the preceding paragraphs are as follows:
– minimum technical and other conditions relating to the space where the service is provided, land and other exterior surface, facilities and equipment,
– minimum sanitary and health conditions relating to the space where the service is provided, land and other exterior surface, facilities, equipment and the people who work in the workplace
– minimum conditions relating to the exterior surface (land and other exterior surface).”
F. The Municipal Decrees
1. The Decrees on the provision of public utilities in Novo Mesto Municipality
23. On 27 October 1994 the Novo Mesto Municipal Council adopted a Decree on the provision of public utilities (“the 1994 Decree”, Official Gazette 71/94), which listed funeral services as optional public utility. This Decree was amended on 11 May 1998 (“the 1998 Amendment”, Official Gazette 40/98). The latter listed funeral and cemetery services among the mandatory public utilities and stipulated that with respect to the cemeteries provided under special decree these services should be provided by a public-law enterprise. On 26 April 2001 the Municipal Council adopted a new Decree on the provision of public utilities (“the 2001 Decree”, Official Gazette 40/01), which quashed the previous decree and its amendment. It also listed cemetery and funeral services as mandatory public utilities and stated that a special municipal decree should determine the exact structure by means of which each of the listed public utilities should be provided. On 31 January 2002 the 2001 Decree was amended (“the 2002 Amendment”, Official Gazette 11/02), to include a provision stating that “public utilities …. funeral and cemetery services, which should be carried out by a public-law enterprise according to specific decrees, shall be provided by KNM”. The 2002 Amendment also stated that “provided that a particular public service is not entirely provided by KNM, a part of that service can be carried out by another entity on the basis of a contract signed with KNM…”
2. The Decree on the provision of public utility as regards cemetery and funeral activities, management of cemeteries and funeral ceremonies in Novo Mesto Municipality (“the 2000 Decree”)
24. According to the 2000 Decree (Official Gazette no. 74/00, entered into force in September 2000), cemetery and funeral services, management of cemeteries and funeral ceremonies in Novo Mesto Municipality should be provided by a mandatory public utility in the form of a public-law enterprise (sections 1 and 2). The Decree lists 32 cemeteries situated within the Novo Mesto municipal area; it applies to all of them.
Section 6 of the Decree provides:
“Funerals are normally conducted outside cemeteries and include in particular the following:
– obtaining the required documents;
– preparation of the body and transport of the remains;
– renting graves and managing the registry of cemeteries;
– providing an emergency funeral service;
– providing other services established by the law or this decree.”
25. Section 16 of the 2000 Decree provides that the relatives and the relevant institutions should report the death of a person to the provider of a mandatory public utility. The remains can be taken from a hospital or a retirement home only by the provider of a mandatory public utility. The latter should take the remains from the person or institution concerned and take them to a place specifically designated for this purpose…”
G. Constitutional Court’s case law
26. On 6 July 2000 the Constitutional Court issued a decision in a case brought by a private funeral provider, P., from Ravne na Koroškem municipality. The court found that section 2 of the 1984 Cemetery and Funeral Act was not in conflict with Article 74 of the Constitution, and neither was the impugned municipality decree, which established funeral services as a local public utility. The Constitutional Court noted that, since no new act had been adopted in this area, funeral and cemetery services were deemed to be public utility on the basis of section 68 of the 1993 Public Utilities Act read together with section 2 of the 1984 Cemetery and Funeral Act.
27. The Constitutional Court found that the restrictions resulting from the system whereby cemetery and funeral services must be provided as a public utility were justified by the public interest. In addition, the court accepted the municipality’s argument that for ethical, health and sanitary and hygiene reasons funerals could not be provided in the free market. Finally, the Constitutional Court took into consideration the fact that the impugned regulation was of a transitional nature pending the adoption of a specific law, and found that the duration of this situation had not yet contravened the principle of the rule of law.
H. Decisions of the Office for Protection of Competition of 3 October 2002 and 13 July 2007
28. On 3 October 2002 the Office for Protection of Competition (Urad za varstvo konkurence – “the Competition Office”) issued a decision declaring lack of jurisdiction to deal with the complaint lodged by the private funeral services provider P. The latter argued that the municipal enterprise authorised to provide funeral services on the basis of the municipal decree refused to accept at the cemetery remains transported by it.
29. The Competition Office declared lack of jurisdiction to deal with the complaint, since the impugned decree concerned the State’s control of the market. Despite this, the Competition Office expressed criticism concerning the regulation of funerals in Slovenia. It was, in particular, critical of the fact that, due to a legal vacuum, the 1984 Cemetery and Funeral Act, adopted under the previous regime, was still in force. This Act did not distinguish between funerals and cemetery services. Consequently, funerals and cemetery services were automatically considered public utilities on the basis of section 68 of the 1993 Public Utilities Act. The Competition Office further noted that funerals, which could not have been provided freely and privately under the previous regime, had in fact been carried out by registered private enterprises since the independence of Slovenia and the transition of the economic system. These private enterprises had provided all services except those concerning cemeteries.
30. The Competition Office then listed the funeral products and services which should continue to be provided by private funeral enterprises. They included, inter alia, the sale of funeral articles (coffins, upholstery, cremation urns and memorials), funeral flower arrangements, transport of remains (except for emergency services which should be provided through concession), preparing obituary notices, obtaining the necessary permits and documents, organising ceremonies and graveside services, and the sale and installation of tombstones and memorials.
31. The Competition Office was of the opinion that the listed services should undoubtedly be subject to a free market regime and that the restrictions in question could not be justified on ethical, health or sanitary or hygiene grounds.
32. P. lodged a new complaint in 2003, claiming that the municipal enterprise had acted in a discriminatory manner when it refused to bury the remains transported by him while allowing the remains to be transported by some other private entrepreneurs. Further to the remittal of the case by the Supreme Court, the Competition Office issued a final decision on 13 July 2007. It found that while it was true that P. had suffered damage due to the municipal enterprise’s acts, the municipal enterprise had a lawful monopoly on the territory of the respective municipality, which included the transport of remains. It has therefore protected its position by preventing P. from carrying out business which he could not have done lawfully. The other entrepreneurs who were allowed to bring remains to the cemetery were from other municipalities. As obiter dictum, the Competition Office again questioned the appropriateness and constitutionality of the system, which should operate only as a transitional measure.
III. COMPARATIVE LAW AND PRACTICE
33. According to the information available to the Court from a number of member States, in most of them funeral services are subject to the free market and provided by private firms. In some countries public bodies may choose to provide funeral services, however if they do they must compete with private enterprises. For example, in Austria, Belgium, Bulgaria and France, funeral services may also be provided by public bodies. If so, they are subject to market regulations and must compete on the free market with private enterprises. On the other hand, in Croatia, as in Slovenia, funeral services are listed as public utilities and are mostly provided by public bodies.
34. As far as can be seen, funeral services providers are regulated by law in some countries, as is the case in Belgium, France, Italy or Slovakia, and unregulated or self-regulated in others, like Germany, Latvia, Ireland and the United Kingdom.
35. In Austria, Croatia, France, Hungary, Italy, Lithuania and Slovakia, for example, private funeral service providers may only operate with a licence or concession from a public body. Permits or licences are granted by local authorities and subject to a number of requirements, such as professional qualifications and competence, fulfilment of technical, security and health protection standards, and analysis of the company’s financial situation.
36. Unlike funerals, it would appear that cemetery and crematorium services are generally provided by public bodies, mostly the municipalities, since they are considered essential public services which are intrinsically linked to public health issues. When crematoria were nationalised in Belgium, a transitional period was provided and a certain form of compensation was paid to the private enterprises which had formerly run the country’s crematoria.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1 TO THE CONVENTION
37. Under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, the applicants complained that due to the 2000 Decree and the acts of KNM, the second applicant was prevented from providing funeral services, which it had been successfully doing for years. As a result, the first applicant’s family’s economic and social situation has been put at risk and the second applicant is under threat of liquidation.
Article 1 of Protocol No. 1 which reads as follows:
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.”
A. Admissibility
1. Victim status
38. The Government objected to the first applicant’s claim to be a victim of the alleged violation, as he had not participated as a party to the domestic proceedings, in particular as regards the proceedings before the Constitutional Court. In addition, the second applicant had ceased to exist on 7 August 2006 and therefore there were no grounds for the examination of the present application.
39. The applicants disagreed. The first applicant was a private entrepreneur (samostojni podjetnik) and had been liable for the obligations deriving from his business with all his assets, personal and professional. The operations of the second applicant were carried out using the first applicant’s identification numbers, including his tax number.
40. The Court notes that the applicants complained that their right under Article 1 of Protocol No. 1 had been violated by the local authorities, which prevented the second applicant from continuing to provide funeral services. It further observes that the first applicant was a private entrepreneur, and therefore the sole owner of the business carried out by the second applicant. He was also a legal representative of the second applicant and was liable with his property for its obligations and debts. The Court notes that in this particular situation, where the owner and the professional entity are so closely connected, the first applicant can be considered to be a person directly effected by the acts at issue (see Eckle v. Germany, 15 July 1982, § 66, Series A no. 51) and can therefore claim to be a victim of the violation alleged in the present case. The Court further notes that the second applicant ceased to exist in 2006 and that therefore it is only the first applicant who can continue to pursue the present application.
2. Exhaustion of domestic remedies
41. The Government argued that the applicants had had at their disposal an effective remedy, namely a request for a review of constitutionality and legality. However, the second applicant lodged it only against the 2000 Decree and not against the previous 1994 Decree and 1998 Amendment or the subsequent 2001 Decree and 2002 Amendment. The 2000 Decree set out only the means of organisation of funeral services. However, funeral services were classified as a public utility in the 1994 Decree. In addition, the second applicant only challenged section 1 and 16 of the 2000 Decree, while it should have challenged section 2, which established that a provider of funeral services should be a public-law enterprise.
42. The applicants contested this argument, submitting that they had used all the avenues available in the domestic legal system.
43. The Court observes that the applicants specifically complained about the effects of the 2000 Decree, which the second applicant had challenged before the Constitutional Court. The latter, which had the power to consider the legality and constitutionality of all of the provisions of the impugned decree (see paragraph 18 above), found that the system complained of was in conformity with the applicable laws and the constitution (see paragraph 13 above). The Court also notes that it was the 2000 Decree which determined that funerals should be provided by a public-law enterprise, which is at the centre of the applicants’ complaint. The subsequent 2001 Decree and 2002 Amendment, which concerned all public utilities in the municipality, did not add anything significant which would seem to have a prospect of changing the position of the Constitutional Court on this subject. It further notes that both the 1994 Decree and the 1998 Amendment to which the Government referred, had been annulled by the 2001 Decree.
44. Having regard to the above, the Court must reject the Government’s objection concerning exhaustion of domestic remedies.
3. Conclusion
45. The Court notes that the part of the application concerning the complaints under Article 1 of Protocol No. 1 pursued by the first applicant is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible. On the other hand, the part of the application concerning the second applicant shall be declared inadmissible in accordance with Article 34 of the Convention (see paragraph 40 above). The first applicant will be referred to hereinafter as “the applicant”. The second applicant will be referred to as “the applicant’s company”.
B. Merits
(a) The parties’ arguments
46. The applicant maintained that because of the 2000 Decree and the subsequent delegation of the exclusive right to provide funeral services to KNM, the applicant’s company, had been prevented from providing services concerning the deceased who were to be buried in the cemeteries managed by KNM; specifically, he was unable to provide transport of remains, preparation of bodies and preparation of display rooms in funeral homes.
47. The Government argued that the applicant’s company had never had the right to provide public services in terms of funerals and cemetery services. These services had already been classified as a public utility in the 1994 Decree. The 1998 Amendment, which classified them as a mandatory public utility, entered into force on 5 June 1998. The applicant therefore knew or should have known that funerals were a public utility before he obtained the licence. What is more, the 1984 Cemetery and Funeral Act had already established that cemetery and funeral services had been municipal activities of special social importance and had been classified as public utilities with the introduction of the Public Utilities Act in 1993. Therefore, the 2000 Decree cannot be understood as interfering with the applicant’s right to property.
48. In addition, while the Government admitted that the applicant’s company could not provide core funeral services, such as those concerning the preparation of bodies and transport of remains, it could and did continue to sell funeral items. The allegation that the applicant’s company, was at risk of liquidation due to the 2000 Decree was therefore unsubstantiated.
49. The Government further maintained that the interference, provided that the Court found that there was one, was in the public interest and was justified on ethical, health and sanitary and hygiene grounds. In particular, determination of the time of death, special diligence in cases of communicable diseases and special hygiene requirements concerning the transport and keeping of remains did not allow for a free market regime in this field. In addition, it would be unethical and not in the interest of the consumer to allow competition in this area of services. Control of these services by local authorities was therefore essential.
50. The Government disputed the relevance of the Competition Office’s opinion, arguing that the Competition Office had declined jurisdiction to deal with the case. In addition, they submitted a copy of a decision of 13 July 2007 in which the Competition Office found that P., who was a private entrepreneur with a licence to provide funeral services, was unsuccessful with his complaint similar to that of the applicant.
51. Furthermore, the Government submitted that the interference was strictly necessary, as this was the only way to protect the public interest. In this respect they mentioned that some private companies providing funerals had been preparing deceased for funerals in inappropriate conditions.
52. The Government further maintained that the same system existed in other Slovenian municipalities and submitted copies of municipal decrees demonstrating that funerals were regulated either through a concession being awarded to a private company through competition or through public enterprise. The Government moreover argued that the decision to regulate the provision of funerals as a public utility was a matter which fell within the State’s margin of appreciation.
(b) The Court’s assessment
53. The Court must examine whether the applicant had a “possession” within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1 before considering whether the relevant legislation or the way it was applied to the applicant interfered with his rights as guaranteed by that provision (see Kopecký v. Slovakia [GC], no. 44912/98, § 40, ECHR 2004-IX).
54. The Court reiterates that the concept of “possessions” in the first part of Article 1 of Protocol No. 1 has an autonomous meaning which is not limited to ownership of physical goods and is independent from the formal classification in domestic law. Accordingly, as well as physical goods, certain rights and interests constituting assets may also be regarded as “property rights”, and thus as “possessions” for the purposes of this provision. The applicability of Article 1 of Protocol No. 1 therefore extends also to professional practices and their clientele, as these are entities of a certain worth that have in many respects the nature of private rights, and thus constitute assets (see among many authorities, Van Marle and Others v. the Netherlands, 26 June 1986, § 41, Series A no. 101, and Buzescu v. Romania, no. 61302/00, § 81, 24 May 2005).
55. Furthermore, the concept of “possessions” is not limited to “existing possessions” but may also cover assets, including claims, in respect of which the applicant can argue that he has at least a reasonable and “legitimate expectation” of obtaining effective enjoyment of a property right (see, for example, Prince Hans-Adam II of Liechtenstein v. Germany [GC], no. 42527/98, § 83, ECHR 2001-VIII).
56. Bearing in mind the above principles, the Court needs to examine whether the circumstances of the present case, considered as a whole, may be regarded as having conferred on the applicant title to a substantive interest protected by Article 1 of Protocol No. 1 (see, mutatis mutandis, Öneryıldız v. Turkey [GC], no. 48939/99, § 124, ECHR 2004-XII).
57. It is undisputed in the present case that the applicant had developed a significant level of goodwill in relation to funeral provision, such as preparation of bodies and transport of remains (see paragraph 6 above), during his seven years of providing this service. However, in 1995, when the applicant obtained his craft licence, funeral provision had already been designated as public utility by the 1993 Public Utilities Act. The latter left to the local authorities the latitude to choose to regulate funeral provision through the form of a public-law enterprise or through concessions granted to private enterprises. The local authorities in the applicant’s municipality fully regulated this area by 2002, when the 2002 Amendment was adopted and when public utilities were entrusted to the municipal enterprise KNM, which acquired a lawful monopoly on providing funeral services in the municipal area.
58. The Court finds that the applicant could, admittedly, be said to have an existing possession in respect of providing the funeral services in question (see perhaps 6, 46 and 48 above) during the period of legal vacuum. However, the applicant’s complaint concerns the period following the implementation of the 2000 Decree and the 2002 Amendment and therefore a question as to whether he could have been considered to have a reasonable expectation of continuing to provide these services after they were designated to the municipal enterprise.
59. The Court cannot question the decision made by the local authorities to designate the funeral provision to the municipal enterprise instead of regulating it through the means of concession; an issue which was left by the national legislation to their discretion and which certainly falls within the State’s margin of appreciation. It attaches decisive importance to the fact, undisputed by the applicant, that he had been throughout the entire period, in which he provided funeral services, aware that this was only a temporary solution pending the implementation of the national legislation, which required the municipality to regulate funeral provision as public utility.
60. The Court observes that several local decrees and amendments were adopted in Novo Mesto Municipality since 1994 regulating the public utilities. It is true that the first one of them, the 1994 Decree, apparently mistakenly, listed funeral services as the optional public utilities. However, in view of the clear provisions of the 1993 Public Utilities Act and the 1984 Cemetery and Funeral Act and in the absence of any further implementing local legislation this could not be understood as eliminating the funeral services from the public realm. In any event, this Decree was amended by the 1998 Amendment, which listed funeral services as mandatory public utilities, as did all the subsequent decrees (see paragraphs 23-25 above). The Court therefore observes that the applicant’s de facto possibility to provide funeral services in question in the period of seven years, which de jure ceased following the implementation of the 2002 Amendment, was from the beginning of an obviously transitional nature.
61. The Court considers that the fact that the authorities did not adversary interfere with the applicant’s activity during the seven year period could not affect the above conclusion. Unlike in Öneryıldız v. Turkey (cited above, §§127-9) and Beyeler v. Italy ([GC], no. 33202/96, § 121, ECHR 2000-I), where the authorities largely contributed to the uncertainty as to the fate of the applicants’ possessions, the authorities in the present case did nothing to contribute to the applicant’s expectation to be able to continue to provide funeral services after the necessary regulations were adopted and also immediately and consistently informed him about the effects the relevant decrees had for his business (see paragraphs 9, 10 and 13 above). As regards the more general context, the applicant has not provided proof of any inconsistency on the part of different municipalities in implementing the 1993 Public Utilities Act in this field, by showing that some of them refused to regulate funeral services as public utilities.
62. Therefore, having regard to all of the above and notwithstanding the Competition Office’s opinion questioning the appropriateness of the system (see paragraphs 28-32 above) and the fact that the full nationalisation or municipalisation of funeral services appears to be a rare occurrence in the member States (see paragraphs 33-36), the Court cannot conclude that the applicant’s hope of being able to continue to provide funeral services in question constituted a claim of a kind that was sufficiently established to constitute a legitimate expectation, and hence a distinct “possession” within the meaning of the Court’s case-law (see, mutatis mutandis, Öneryıldız, cited above, § 126, and Zhigalev v. Russia, no. 54891/00, §§ 143 and 146, 6 July 2006).
63. This being so, the 2000 Decree and KNM’s acts, which prevented the applicant from continuing to provide the funeral services, cannot be considered an interference with the applicant’s “possession” within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1. The guarantees of that provision do not therefore apply to the present case.
64. The Court thus concludes that there has been no violation of Article 1 of Protocol No. 1.
II. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 14 OF THE CONVENTION READ TOGETHER WITH ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1 TO THE CONVENTION
65. The applicant complained that the Constitutional Court’s decision of 1 April 2004 (see paragraph 13 above) was incompatible with the rights enshrined in Article 14 of the Convention read together with Article 1 of Protocol No. 1 to Convention.
Article 14 reads as follows:
“The enjoyment of the rights and freedoms set forth in [the] Convention shall be secured without discrimination on any ground such as sex, race, colour, language, religion, political or other opinion, national or social origin, association with a national minority, property, birth or other status.”
66. The Court notes that as regards the applicant’s company, it cannot be considered to have a standing to pursue this part of the application before the Court, for the reasons set out in paragraph 40 above.
67. As regards the applicant, the Court, having regard to the finding relating to Article 1 of Protocol No. 1 (see paragraphs 53-64 above) and the arguments adduced by the applicant, finds that this complaint is unsubstantiated and it must therefore be rejected as manifestly ill-founded in accordance with Article 35 §§ 3 and 4 of the Convention.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Declares the complaint concerning Mr L. O.’s right under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention admissible and the remainder of the application inadmissible;
2. Holds that there has been no violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.
Done in English, and notified in writing on 30 November 2010, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Santiago Quesada Josep Casadevall
Registrar President

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

Se l'espropriato ha già un Professionista di sua fiducia, può comunicagli che sul nostro sito trova strumenti utili per il suo lavoro.
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
    - Per richiederla cliccate qui: Colloquio telefonico gratuito
  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
    - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
    - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
    - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 10/12/2024