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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF NOVIKOV v. RUSSIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41, 34, 35, P1-1
Numero: 35989/02/2009
Stato: Russia
Data: 2009-06-18 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusione Obiezione preliminare respinta ( non-esaurimento di vie di ricorso nazionali); obiezione Preliminare respinta ( vittima); Violazione di P1-1; Resto inammissibile; danno Materiale – assegnazione; danno morale – costatazione violazione sufficiente
PRIMA SEZIONE
CAUSA NOVIKOV C. RUSSIA
(Richiesta n. 35989/02)
SENTENZA
STRASBOURG
18 giugno 2009
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Novikov c. Russia,
La Corte europea dei Diritti umani (Prima Sezione), riunendosi in una Camera, compota di:
Christos Rozakis, Presidente, Anatoly Kovler, Elisabeth Steiner, Dean Spielmann, Sverre Erik Jebens, Giorgio Malinverni, Giorgio Nicolaou, giudici,
e Søren Nielsen, Cancelliere di Sezione ,
Avendo deliberato in privato il 28 maggio 2009,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 35989/02) contro la Federazione russa depositata con la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e le Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino russo, il Sig. A. G. N. (“il richiedente”), il 2 luglio 2002.
2. Il richiedente a cui era stato accordato il patrocinio gratuito fu rappresentato dalla Sig.ra V. B. e dal Sig. M. R., avvocati che praticano a Mosca. Il Governo russo (“il Governo”) fu rappresentato dal Sig. P. Laptev, precedente Rappresentante della Federazione russa alla Corte europea di Diritti umani.
3. Il 7 marzo 2006 il Presidente della prima Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo deloa sua ammissibilità (Articolo 29 § 3).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. Il richiedente nacque nel 1963 e vive nella città di Blagoveshchensk, Regione di Amur.
A. Confisca e deposito del combustibile
5. Il 30 novembre 1998 la polizia regionale di Amur fermò una macchina. Durante un’ispezione della macchina, la polizia scoprì una grande quantità di combustibile dell’ aviazione. Siccome il conducente non era capace di produrre un certificato per il combustibile che stava trasportando, la polizia (ufficiale S) sequestrò 22,622 litri di combustibile. La polizia l’affidò per custodirlo in modo sicuro ad un college tecnico di Belogorsk e più tardi all’ unità militare n. 62266.
6. Siccome il combustibile era appartenuto presumibilmente ad una società privata O. (“la società”), ufficiale S richiese al direttore della società, il Sig. P, di produrre un documento che confermasse che il combustibile era stato acquisito legalmente. Il Sig. P presentò una fattura datata 1 agosto 1998. Comunque, dei procedimenti penali furono avviati contro il Sig. P per sospetto di falsificazione di questa fattura. L’accusatore della città di Belogorsk chiuse successivamente i procedimenti per il fatto che solamente la falsificazione di documenti ufficiali era punibile sotto il Codice Penale. Nessuna decisione fu presa riguardo alla sorte del combustibile.
7. Come può essere visto dalle sentenze dei tribunali nazionali (veda paragrafo 15 sotto), nel frattempo, l’ufficiale S decise di non avviare alcun procedimento penale in relazione al combustibile sequestrato. Comunque, il 2 febbraio 1999 il procuratore aggiunto di Belogorsk accantonò questa decisione ed ordinò un’indagine supplementare. Non c’è nessuna indicazione che questa indagine ha condotto ad una qualsiasi accusa o che una qualsiasi decisione fu presa in relazione al combustibile sequestrato.
8. La società tentò così di riguadagnare proprietà del suo combustibile. Con una lettera del 17 maggio 1999 il procuratore aggiunto di Belogorsk informò la società che il combustibile non era stato allegato al file della causa penale contro il Sig. P come prova e nessuna decisione doveva così essere presa. Lui invitò il Sig. P a raccogliere il combustibile per il reparto di polizia. In una data non specificata, comunque la società apprese dal reparto di polizia di Amur che il combustibile era stato rubato mentre era immagazzinato nell’unità militare.
9. Nel frattempo, le autorità nazionali si sforzarono di identificare gli ufficiali responsabili della perdita del combustibile. Procedimenti penali furono avviati contro ufficiale S per abuso di potere, così come contro il comandante dell’unità militare e l’ ufficiale St che si erano presumibilmente appropriati indebitamente del combustibile nell’unità militare. Il 18 dicembre 1999 il procuratore militare della città di Belogorsk terminò i procedimenti contro l’ufficiale St ed il capo dell’unità militare perché non c’era nessuna indicazione di un reato penale. L’8 aprile 2000 i procedimenti contro l’ufficiale S furono cessati perché la sua partecipazione nella scomparsa del combustibile non era stata provata.
10. Non sembra che alcuna indagine penale o altro continuava da allora in poi in relazione al combustibile sequestrato ma mancante. Nessuna ulteriore rivendicazione fu depositata riguardo a ciò dalla società o da qualsiasi altra persona o persona giuridica. Né sembra che la società abbia fatto un qualsiasi tentativo di ottenere il risarcimento dopo il 17 maggio 1999 ( cf. paragrafo 8 sopra). Invece, la società scelse di assegnare le rivendicazioni relative al richiedente (vedere sotto).
B. Accordo di cessione
11. Il 26 ottobre 2001 la società trasferì titolo relativo al combustibile sequestrato al richiedente. Il 25 novembre 2001 le parti corressero l’accordo di cessione, indicando che l’assegnazione includeva una rivendicazione riguardo a qualsiasi danno o perdita causati dalle autorità su conto della confisca del combustibile, così come una rivendicazione per il risarcimento riguardo all’arricchimento ingiustificato sullo stesso conto ed una rivendicazione per restituzione del combustibile. L’accordo corretto affermò anche che la firma di questo accordo “annullava il debito della società di 50,000 rubli russi sotto un contratto datato 20 ottobre 2000.”
12. La società informò il reparto di polizia regionale del trasferimento del titolo. Dal 27 ottobre 2001 il richiedente richiese inutilmente al reparto di polizia di restituire il combustibile.
C. Procedimenti nei tribunali di commercio
13. Nel novembre 2001 il richiedente citò la Tesoreria Regionale di Amur, chiedendo il risarcimento per il danno subito come un risultato della confisca e della perdita del combustibile. Il Tribunale di commercio della Regione di Amur designò il Ministero dell’Interno come il giusto convenuto, col beneplacito del richiedente. La corte diede anche il reparto di polizia regionale, l’unità militare e la società libertà di intervenire come terze parti nei procedimenti.
14. Con sentenza del 14 marzo 2002 il Tribunale di commercio della Regione di Amur respinse l’azione del richiedente. La corte sostenne ciò che segue:
“Sotto un accordo di cessione del 26 ottobre 2001 la società O. trasferì tutti i suoi diritti sul combustibile [al richiedente]… L’assegnazione non contravvenne agli Articoli 158, 388 e 389 del Codice civile… Il combustibile era stato sequestrato in relazione all’accusa di falsificazione contro il Sig. P…
[L’azione penale] contro l’ufficiale S fu chiusa… Il combustibile era stato appropriato indebitamente da parte dell’ ufficiale St, contro cui i procedimenti furono cessati il 18 dicembre 1999…
[La responsabilità di] un ufficiale del Ministero dell’Interno per la confisca illegale del combustibile della società deve essere stabilita da una sentenza definitiva in una causa penale. Il tribunale di commercio, sotto l’Articolo 22 del Codice di Procedura di Arbitrato non ha diritto di valutare la legalità o l’illegalità delle azioni (omissione di atto) delle autorità inquirenti e dell’ufficio dell’accusatore.
Il querelante non presentò alcuna prova che mostrasse che la confisca del combustibile da parte del l’ufficiale del reparto di polizia regionale di Amur era stato dichiarato illegale da un tribunale e che [l’ufficiale] era responsabile per la perdita del combustibile.
L’azione si deve respingere perché non c’era colpa da parte della persona che aveva presumibilmente provocato il danno.”
15. Il richiedente fece ricorso sostenendo che l’assenza di una condanna penale a riguardo dell’ufficiale era stata irrilevante e che il convenuto e l’unità militare erano entrati in un contratto per il deposito del combustibile sequestrato dalla società. Il 15 aprile 2002 la Divisione del Tribunale d’Appello del commercio della Regione di Amur sostenne la sentenza del 14 marzo 2002. Il tribunale affermò inter alia ciò che segue:
“L’Ufficiale S agì legalmente quando ispezionò e prese il combustibile… avendo verificato se il combustibile era stato acquisito legalmente, l’ufficiale S decise di non portare avanti procedimenti penali; il 2 febbraio 1999 il procuratore aggiunto di Belogorsk accantonò questa decisione ed ordinò un’indagine supplementare…
Il fallimento dell’Ufficiale S di osservare la procedura per l’ ispezione e il trasferimento del combustibile ai fini del suo mantenimento in sicurezza non ha collegamento causale diretto con la perdita del combustibile…”
Infine, la corte di ricorso fece le seguenti osservazioni in relazione all’unità militare:
“L’Unità militare n. 62266 ricevette il combustibile sequestrato per il deposito… in conformità con l’Articolo 84 § 2 del Codice RSFSR di Procedura penale. Sotto l’Articolo 906 del Codice civile della Federazione russa l’unità militare divenne civilmente responsabile vis-à-vis al querelante per la custodia sicura del combustibile. Sotto l’Articolo 902 § 1 del Codice civile della Federazione russa, in caso di perdita del combustibile [l’unità militare] doveva compensare il querelante per il danno risultante, a meno che altrimenti previsto dalla legge.”
La sentenza di ricorso divenne definitiva nella stessa data.
16. L’ 11 giugno 2002 il Tribunale di commercio del Circuito dell’Estremo Oriente, riunendosi come corte d’istanza di cassazione, sostenne le sentenze del 14 marzo e del 15 aprile 2002. La corte notò che la confisca del combustibile fu dovuta all’assenza, a quel tempo di un qualsiasi documento che confermasse il titolo della società a se stessa. La corte sostenne che il querelante non aveva provato che l’investigatore era stato responsabile del danno causato.
D. Procedimenti nei tribunali di giurisdizione generale (tribunali civili)
17. Nel frattempo, il 29 aprile 2002 il richiedente iniziò procedimenti presso la Corte della Città di Blagoveshchensk della Regione di Amur, inter alia, contro l’unità militare. Rivendicava che l’insuccesso delle autorità nel restituire il combustibile o nel pagare il risarcimento fosse dichiarato illegale.
18. Con una sentenza del 12 novembre 2003 la Corte Civica respinse la rivendicazione del richiedente. La corte sostenne che la confisca di combustibile era stata eseguita dall’ ufficiale S prima che qualsiasi procedimento penale fosse iniziato a causa del bisogno di condurre misure investigative urgenti, vale a dire un’ispezione della scena del crimine in ottemperanza del Codice RSFSR di Procedura penale(vedere paragrafo 26 sotto). La Corte Civica sostenne anche ciò che segue:
“Come stabilito nella sentenza del tribunale di commercio, durante la confisca del combustibile la società O. non aveva fornito nessun documento per confermare la legalità della sua acquisizione. Più tardi il Sig. P presentò una fattura contraffatta che generò procedimenti penali contro lui. Un accordo datato 2 novembre 1998 fra la società O. ed un Sig. G per l’acquisto di 22,622 litri di combustibile fu prodotto di fronte a questa corte. Non può essere accettato come una prova della legalità dell’acquisizione di combustibile perché il contenuto di questo accordo non corrisponde ai materiali nella causa penale che era stata cessata. Né corrisponde alla deposizione del Sig. P nei procedimenti penali, alla fattura o al rapporto competente n. 141-k del 17 febbraio 1999 che ha determinato che le iscrizioni scritte a mano sulla fattura n. 983 del 1 agosto 1998 erano state fatte dal Sig. P. La Corte respinge la dichiarazione infondata del Sig. P secondo cui i documenti nell’archivio penale e la sua deposizione erano stati ottenuti sotto prigionia. Inoltre, la Corte considera che gli argomento del Sig. P e [del richiedente] hanno il fine di impugnare le circostanze già determinate con la sentenza definitiva del tribunale di commercio, in particolare riguardo alla legalità dell’acquisizione del combustibile da parte della società… La Corte conclude che nessuna prova è stata addotta per confermare [questo]. La Corte non accetta l’argomento [del richiedente] per cui il tribunale di commercio aveva confermato la legalità dell’acquisizione del combustibile; simile questione non era stata contestata di fronte al tribunale di commercio…
I motivi per il risarcimento riguardo il danno causato dalle autorità inquirenti, incluso una rivendicazione per restituzione del combustibile sono regolati dagli Articoli 1069 e 1070 del Codice civile. Quelli motivi furono esaminati anche dai tribunali di commercio e non possono essere soggetto ad un riesame nella presente causa. Nessuna relazione legale (обязательственные отношения) fu stabilita fra [il richiedente] da una parte e l’unità militare, il Ministero della Difesa o il Ministero dell’Interno dall’altra. Quindi, le sue rivendicazioni… dovrebbero essere respintr.”
Infine, la corte trovò che il richiedente aveva superato il tempo-limite legale sotto l’Articolo 256 del Codice di Procedura Civile per portare la questione di fronte ai tribunali di giurisdizione generale.
19. Il 9 gennaio 2004 la Corte Regionale di Amur sostenne la sentenza. La corte considerò che la sentenza del tribunale di commercio del 14 marzo 2002 aveva respinto le rivendicazioni del richiedente, inter alia, a causa del suo insuccesso nel produrre una prova che confermasse la legalità dell’acquisizione del combustibile. Non fu fornita al tribunale civile neanche una prova che la società aveva avuto titolo di proprietà rispetto al combustibile.
E. Gli altri procedimenti non correlati
20. Un tribunale di commercio emise un ordine di esecuzione per una società privata in merito a una somma di soldi nei confronti di un’impresa Statale. La società non presentò il documento all’interno del tempo-limite legale e gli ufficiali giudiziari rifiutarono di eseguire la sentenza. La società assegnò la rivendicazione al richiedente che poi richiese al tribunale di commercio di designarlo come creditore riguardo all’assegnazione giudiziale sopra e di ripristinare il tempo-limite per depositare l’ordine di esecuzione. Nel 2002 il tribunale di commercio respinse entrambe le richieste. Il richiedente non fece ricorso.
21. Il richiedente ha anche richiesto a un tribunale di giurisdizione generale di designarlo come creditore riguardo all’assegnazione assegnata e di assegnargli un risarcimento per il danno subito. Il 26 febbraio 2003 la Corte Regionale di Primorye, nell’ istanza definitiva respinse la prima rivendicazione perché già era stato determinata il 24 ottobre 2002 con la decisione definitiva del tribunale di commercio. Il 12 marzo 2003 la Corte Regionale, nell’ istanza definitiva, respinse la rivendicazione per danni per il fatto che il titolo di proprietà del richiedente non era mai stato confermato da un tribunale.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE E PRATICA
A. Codice civile
22. Il Codice civile della Federazione russa, in vigore dal 1 gennaio 1995, prevede ciò che segue:
Articolo 1069 Responsabilità per danno causato da agenzie Statali, agenzie di autogoverno locale e dai loro ufficiali
“Il danno causato ad un individuo o ad una persona giuridica come risultato di azioni illegali (omissione di atto) di agenzie Statali, agenzie di autogoverno locale o ufficiali di queste agenzie, incluso come risultato dell’emissione di un atto di un’agenzia Statale o agenzia di autogoverno locale contrario ad una legge o qualsiasi l’altro atto legale, sarà soggetto a risarcimento. Il danno sarà compensato a spese, rispettivamente della Tesoreria della Federazione russa, della tesoreria della regione della Federazione russa, o della tesoreria dell’autorità municipale.”
Articolo la 1070 Responsabilità per danno causato dalle azioni illegali di agenzie di indagine e di indagine preliminare, dagli uffici dei procuratori e dai tribunali
“1. Il danno causato ad un individuo come risultato della sua condanna sbagliata o dell’azione penale illegale, o dall’applicazione illegale, come misura preventiva, di carcerazione preventiva in custodia o di un impegno scritto a non lasciare un posto specificato, o l’imposizione illegale di una sanzione penale amministrativa nella forma di arresto o lavoro correttivo, sarà compensato in pieno a spese della Tesoreria della Federazione russa e in certi casi, stabiliti per legge, a spese della tesoreria del soggetto della Federazione russa o dell’autorità municipale, a prescindere da qualsiasi colpa da parte ufficiali delle agenzie di indagine o d’ indagine preliminare, degli uffici del procuratori o dei tribunali, in conformità con la procedura stabilita dalla legge.
2. Il danno causò ad un individuo o una persona giuridica come risultato dell’attività illegale di agenzie di indagine o d’ indagine preliminare o degli uffici del procuratore che non hanno comportato le conseguenze specificate nel paragrafo 1 di questo Articolo, sarà compensato sulla base e secondo la procedura prevista dall’ Articolo 1069 di questo Codice…”
23. L’Articolo 385 del Codice richiede alla persona o all’ entità che fa un assegnazione di fornire al nuovo creditore i documenti che certificano i diritti dei cedenti. Il 30 ottobre 2007 il Tribunale di commercio Supremo della Russia emise una nota informativa che riassumeva la giurisprudenza esistente su vari aspetti dell’interpretazione e l’applicazione delle disposizioni del Codice civile sull’assegnazione delle rivendicazioni e sulle responsabilità. In particolare, notò che l’invalidamento o l’invalidazione della rivendicazione assegnata non implicava l’invalidamento dell’accordo di cessione. Allo stesso tempo, notò, che ciò che precede ha dato al cessionario il diritto a citare in giudizio il cedente sotto l’Articolo 390 del Codice civile. Né il Codice civile ha ostacolato l’assegnazione di una rivendicazione futura o di una che era ancora non-esistente quando l’ accordo di cessione è stato firmato. La Corte Suprema notò anche che l’insuccesso del cedente nel fornire al cessionario i documenti che certificano il diritto precedente o la rivendicazione non significa che il diritto o la rivendicazione non erano state conferiti al cessionario.
24. Sotto il Codice civile, un obbligo di tenere o immagazzinare articoli nasce da un contratto (Articolo 886) o se è previsto dalla legge (Articolo 906).
B. Codice RSFSR di Procedura penale
25. Il RSFSR Code di Procedura penale del 1961, in vigore al tempo attinente prevede ciò che segue:
Articolo 84 custodia Sicura dei reperti materiali
“… I reperti materiali devono essere immagazzinati in una causa penale. Se gli articoli di prova, a causa della loro taglia o per qualsiasi altra ragione, non possono essere immagazzinati nell’archivio della causa penale, deve essere fatta la loro fotografia; se possibile, [loro] devono essere sigillati e devono essere immagazzinati in un posto specificato dall’investigatore, dal procuratore, dal tribunale …”
Articolo 85 Periodo per immagazzinare i reperti materiali
“I reperti materiali saranno immagazzinati finché la sentenza del processo diviene definitiva o sino a scadenza del tempo-limite per depositare un ricorso contro una decisione con cui vengono cessati procedimenti…
I reperti materiali che possono essere danneggiati facilmente e la cui restituzione al loro proprietario è impossibile dovrebbe essere dati alle entità appropriate per l’ uso in conformità con il fine [dei reperti] . Se necessario, gli articoli dello stesso tipo e qualità saranno restituiti al proprietario come risarcimento, o al proprietario sarà pagata una somma equivalente al loro valore.”
26. L’Articolo 178 del Codice prevede che un investigatore possa ispezionare la scena del delitto o le altre ubicazioni, locali o articoli al fine di scoprire prove fisiche del crimine o chiarificare le circostanze. In situazioni urgenti, l’ispezione può essere eseguita, prima che procedimenti penali vengano avviati. In simili situazioni, i procedimenti dovrebbero essere avviati immediatamente dopo l’ispezione.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1
27. Riferendosi agli Articoli 6 e 17 della Convenzione e all’ Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, il richiedente si lamentò della confisca del combustibile da parte delle autorità, il loro insuccesso nel restituirlo ed il rifiuto dei tribunali di concedergli un risarcimento. La Corte esaminerà questa azione di reclamo sotto l’Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 che si legge come segue:
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
A. Ammissibilità
1. L’esaurimento delle vie di ricorso nazionali
28. Il Governo affermò che il richiedente avrebbe dovuto depositare una rivendicazione contro l’unità militare presso i tribunali di commercio.
29. Il richiedente ammise che la sua rivendicazione del 2002 di fronte al tribunale di commercio era stata diretta contro la Tesoreria ed il reparto di polizia regionale come una terza parte ai procedimenti. La corte aveva deciso di esaminare la rivendicazione del richiedente come diretta contro il Ministero dell’Interno, ed aveva riclassificato il reparto di polizia, la Tesoreria e l’unità militare come terze parti (vedere paragrafo 14 sopra). I meriti della rivendicazione del richiedente erano stati esaminati dai tribunali di commercio. Così, lui dovrebbe essere considerato come se avesse esaurito le vie di ricorso nazionali.
30. La Corte osserva che nel 2003 il richiedente citò in giudizio le autorità russe, incluso l’unità militare di fronte ai tribunali di giurisdizione generale (tribunali civili). Sia la Città che le Corti Regionali presero giurisdizione dei meriti delle rivendicazioni del richiedente e li respinsero come infondati. Il loro ragionamento non fu confinato alla compatibilità dell’azione di reclamo del richiedente coi requisiti formali (vedere paragrafo 18 sopra). La Corte costatò che poiché i tribunali nazionali esaminarono la sostanza dell’azione di reclamo del richiedente non si può dire che lui non sia riuscito ad esaurire le vie di ricorso nazionali a causa del suo insuccesso nell’avanzare le stesse rivendicazioni contro l’unità militare di fronte ai tribunali di commercio, (vedere Dzhavadov c. Russia, n. 30160/04, § 27, 27 settembre 2007 con gli ulteriori riferimenti). Nulla nelle osservazioni del Governo suggerisce che la stessa rivendicazione presso i tribunali di commercio avrebbe una migliore prospettiva di successo. Ne segue che l’azione di reclamo non può essere dichiarata inammissibile per il non-esaurimento delle vie di ricorso nazionali.
2. Lo status del richiedente come “ vittima” della violazione addotta e l’esistenza di interferenza e di “ proprietà” all’interno del significato dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1
31. Il Governo contese anche che il richiedente non era stato una vittima della violazione addotta a causa dei giudizi resi nelle sentenze del 12 novembre 2003 e del 9 gennaio 2004 (vedere paragrafo 18 sopra). In sostanza, disse in questo collegamento che il richiedente non aveva acquisito alcun titolo di proprietà del combustibile e così non poteva avere alcuna rivendicazione valida contro le autorità.
32. Il richiedente presentò che il titolo di proprietà della società o del richiedente del combustibile non era stato contestato nei procedimenti di tribunale di commercio. La sentenza del tribunale civile del 12 novembre 2003 non avrebbe dovuto impugnare le sentenze attinenti rese dal tribunale di commercio. La corte civile indicò che il richiedente aveva addotto una prova che confermava il titolo di proprietà del combustibile; comunque, questa prova era stata respinta in quanto contraddiceva le sentenze dell’indagine penale.
33. La Corte reitera che il termine “vittima” nell’ Articolo 34 della Convenzione denota la persona colpita direttamente dall’atto o dall’ omissione in questione (vedere, fra le altre autorità, Mişcarea Producătorilor Agricoli pentru Drepturile Omului c. Romania, n. 34461/02, § 34 del 22 luglio 2008). Reitera anche che l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 si appllica solamente alla proprietà esistente di una persona e non garantisce il diritto ad acquisire una proprietà (vedere Marckx c. Belgio, 13 giugno 1979, § 50 Serie A n. 31). Di conseguenza, una persona di che si lamenta di una violazione del suo diritto sotto l’Articolo 1 del Protocollo prima deve mostrare che tale diritto esiste; un “rivendicazione” può rientrare all’interno della sfera di questo Articolo solo se sufficientemente è stabilita da essere esecutiva (vedere OAO Plodovaya Kompaniya c. Russia, n. 1641/02, § 27 del 7 giugno 2007; Zhigalev c. Russia, n. 54891/00, § 146 del 6 luglio 2006; Uskova c. Russia (dec.), n. 20116/02, 24 ottobre 2006; e Grishchenko c. Russia (dec.), n. 75907/01, 8 luglio 2004). L’assegnazione di un debito è capace in principio di corrispondere a tale “proprietà” (vedere Nosov c. Russia (dec.), n. 30877/02, 20 ottobre 2005; Gerasimova c. Russia, n. 24669/02, §§ 18-22 1del 3 ottobre 2005; e Reggen Company c. Ucraina, n. 773/03, § 61 del 3 aprile 2008; vedere anche OOO Rusatommet c. Russia (dec.), n. 12064/04, 27 novembre 2008). La Corte deve così, accertare se l’assegnazione nella presente causa ha dato luogo all’acquisizione da parte del richiedente di una “proprietà” o una “rivendicazione” all’interno del significato dell’ Articolo 1 del Protocollo.
34. La Corte osserva all’inizio del 2002 le sentenze dei tribunale di commercio hanno dato credito al fatto che l’accordo di cessione fosse conforme ai requisiti del Codice civile. Loro non hanno sostenuto nessun ulteriore argomento od analisi sul problema della proprietà del combustibile. La Corte considera se la questione fosse stata sollevata nei procedimenti del tribunale di commercio, i tribunali di commercio certamente si sarebbero rivolti a questo specifico argomento nelle loro sentenze. Poiché nessuna parte ai procedimenti apparentemente lo contestò, i tribunali a tre livelli di giurisdizione procedettero alla presunzione che la società era stata il proprietario legale del combustibile quando stabilirono e successivamente confermarono le sentenze riguardati i fatti attinenti.
35. La Corte osserva inoltre che nel 2003 la corte di giurisdizione generale respinse le rivendicazioni del richiedente, concludendo che aveva non provato che la società aveva avuto un qualsiasi titolo di proprietà sul combustibile prima di firmare l’accordo di cessione riguardo a questo. La corte di prima – istanza sostenne che il contratto di acquisto del combustibile concluso nel 1998 fra la società ed il Sig. G non poteva confermare che la società aveva acquisito legalmente il combustibile perché il contratto “non corrispondeva ai reperti nella causa penale che era stata cessata” o agli altri reperti, incluso la deposizione del direttore della società resa nei procedimenti penali. La Corte Civica rifiutò di accettare gli argomenti del Sig. P e del richiedente riguardo alla legalità dell’acquisto del combustibile, affermando espressamente che facendo così avrebbe impugnato prima le sentenze riguardanti i fatti resi a questo riguardo dai tribunali di commercio. Nella stessa sentenza, la corte civile indicò comunque, che il titolo della società non era stato contestato di fronte al tribunale di commercio. Come la Corte ha già notato sopra, le decisioni del tribunale di commercio non contenevano davvero costatazioni riguardo al titolo di proprietà sul combustibile in oggetto.
36. Inoltre, la Corte nota che non c’era nessuna altra decisione giudiziale che confutasse il titolo della società sul combustibile. Nessun tribunale invalidò l’acquisto o l’accordo di cessione nella presente causa. Neanche sembra che la legge russa ostacolò l’assegnazione di crediti derivanti dalla legge di illecito civile, incluso quelli che coinvolgono la responsabilità Statale. Benché la Corte nota che il contratto di acquisto del 1998 fu addotto evidentemente per la prima volta solamente nei procedimenti del2003 , non può fare a meno di notare anche che il tribunale civile non fornì alcun chiarimento riguardo al perché questo contratto contraddiceva le conclusioni rese durante l’indagine penale che diede luogo all’interruzione dei procedimenti penali per falsificazione contro il direttore della società. Non c’è nessuna indicazione che l’indagine penale sia arrivata ad una qualsiasi costatazione che il titolo di proprietà sul combustibile era stato conferito ad un’entità differente dalla società in oggetto.
37. Infine, si nota che l’Articolo 385 del Codice civile richiedeva che la persona o l’entità che fa un’ assegnazione per fornire al nuovo creditore i documenti che certificano i crediti dei cedenti (vedere paragrafo 23 sopra). Al richiedente fu fornita una copia del contratto di acquisto datata 2 novembre 1998. È noto anche che sotto l’accordo di cessione del 26 ottobre 2001 come corretto il 25 novembre 2001, la società trasferì il titolo di proprietà sul combustibile sequestrato al richiedente, incluso una rivendicazione riguardo a qualsiasi danno o perdita causati dalle autorità a seguito della confisca del combustibile così come una rivendicazione per il risarcimento riguardo all’arricchimento ingiustificato per o stesso motivo ed una rivendicazione per la restituzione del combustibile. Secondo la Corte, il richiedente non poteva essere costretto nelle circostanze della causa a fornire qualsiasi ulteriore documento che certificasse la validità della diritto assegnato a lui.
38. Essendo sensibile alla natura sussidiaria del suo ruolo, la Corte non è legata ciononostante dalle sentenze dei tribunali nazionali e può scostarsi da queste dove questo è reso inevitabile dalle circostanze di una particolare causa (vedere, per esempio, Matyar c. Turchia, n. 23423/94, § 108, 21 febbraio 2002, e Khamidov c. Russia, n. 72118/01, § 135 e succ., ECHR 2007 -… (estratti)). Nelle circostanze della causa, la Corte è soddisfatta, del fatto che il richiedente potrebbe essere considerato come se avesse un credito esigibile nei confronti delle autorità sulla base dell’accordo di cessione.
39. Così, l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 è applicabile nella presente causa ed il richiedente può in quest’ottica rivendicare di essere una vittima all’interno del significato dell’ Articolo 34 della Convenzione.
3. Conclusione
40. La Corte conclude che questa azione di reclamo non è manifestamente mal fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
B. Meriti
1. Osservazioni delle parti
41. Il richiedente dibatté che la confisca del combustibile era stata illegale perché non c’era stata nessuna decisione emessa da un investigatore o procuratore sotto l’Articolo 84 del Codice RSFSR di Procedura penale (CCrP) (vedere paragrafo 25 sopra). Inoltre, la decisione di chiudere i procedimenti contro il Sig. P non aveva incluso una direttiva su ciò che doveva accadere al combustibile, in violazione dell’ Articolo 85 del CCrP. L’Articolo 84 del CCrP disciplina le relazioni fra le autorità, la custodia sicura di proprietà mobili ed il suo proprietario dove la proprietà in oggetto è stata allegata come prova fisica nei procedimenti penali. Il combustibile in oggetto non aveva costituito simile prova. Il trattenimento del combustibile corrispose da allora in poi ad una privazione di proprietà. Né la confisca del combustibile o la sua trattenuta avevano perseguito un qualsiasi scopo legittimo.
42. Il Governo presentò che il combustibile era stato sequestrato per ispezione sotto l’Articolo 178 del CCrP (vedere paragrafo 26 sopra). La misura sopra corrispose a un controllo legale dell’ uso piuttosto che ad una privazione della proprietà. Il Governo contese che il tribunale di commercio aveva respinto la rivendicazione del richiedente per mancanza di giurisdizione perché le rivendicazioni contro gli ufficiali del Ministero dell’Interno, incluse le rivendicazioni che sorgevano dall’addotta confisca illegale di proprietà nella struttura di procedimenti penali sarebbero state esaminate dai tribunali di giurisdizione generale. Il tribunale di commercio aveva indicato che il richiedente avrebbe dovuto dirigere le sue rivendicazioni contro l’unità militare piuttosto che contro il Ministero dell’Interno. Il contratto di deposito fu regolato dall’Articolo 84 del CCrP e dall’ Articolo 906 del Codice civile (vedere paragrafi 24 e 25 sopra). Spettava all’unità militare sotto l’Articolo 902 del Codice civile di pagare danni per una qualsiasi perdita causata alla proprietà del richiedente.
2. La valutazione della Corte
43. Avendo stabilito che il richiedente aveva una “proprietà” sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1, la Corte deve determinare se l’interferenza di cui si è lamentato era in ottemperanza coi requisiti di quella disposizione.
44. La Corte non deve determinare se le circostanze della causa dovrebbero essere classificate come una privazione di proprietà o un controllo dell’ uso. Neanche deve prendere una posizione riguardo a se l’ispezione e la confisca del combustibile erano in ottemperanza con la legge russa. Presumendo anche che gli atti sopra fossero stato legali ed avessero perseguito uno scopo legittimo, la Corte considera che l’insuccesso delle autorità nel restituire il combustibile o nel pagare il risarcimento è sproporzionato.
45. La Corte reitera che ci deve essere una relazione ragionevole di proporzionalità fra i mezzi impiegati e lo scopo che si cerca di realizzare tramite una qualsiasi misura applicata dallo Stato. Questo requisito è espresso dalla nozione di un “equilibrio equo” che deve essere predisposto fra le richieste dell’interesse generale della comunità ed i requisiti della protezione dei diritti essenziali dell’individuo (vedere Edwards c. Malta, n. 17647/04, § 69, 24 ottobre 2006 con gli ulteriori riferimenti).
46. La Corte prima ha sostenuto che non deriva dall’ Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 che l’assoluzione di un richiedente da accuse criminali deve di per sé dare origine ad un determinato diritto al risarcimento per una qualsiasi perdita addotta di essere stata subita come risultato della confisca dei suoi beni durante il periodo dell’indagine (vedere Adamczyk c. Polonia (dec.), n. 28551/04, 7 novembre 2006, ed Andrews c. Regno Unito (dec.), n. 49584/99, 26 settembre 2002; vedere anche, mutatis mutandis, Simonjan-Heikinheino c. Finlandia (dec.), n. 6321/03, 2 settembre 2008). Comunque, in Karamitrov ed Altri c. Bulgaria (n. 53321/99, § 77 10 gennaio 2008) la Corte considerò con riferimento all’ Articolo 13 della Convenzione che “quando le autorità sequestrano e custodiscono beni come prove fisiche dovrebbe esistere la possibilità nella legislazione nazionale di iniziare procedimenti contro lo Stato e chiedere il risarcimento per un qualsiasi danno che è il risultato dell’insuccesso delle autorità di tenere in custodia sicura detti beni ragionevolmente in buone condizioni” (confronta Repubblica islamica delle Linee di navigazione dell’ Iran c. Turchia, n. 40998/98, §§ 87, 96-103 ECHR 2007 -…; Immobiliare Saffi c. Italia [GC], n. 22774/93, §§ 46 e 57, ECHR 1999-V; Urbárska Obec Trenčianske Biskupice c. Slovacchia, n. 74258/01, § 126 ECHR 2007 -… ( estratti), ed Associazione d’Alloggi degli Invalidi di Guerra e Vittime della Guerra dell’ Attica ed Altri c. Grecia, n. 35859/02, § 39 13 luglio 2006).
47. È incontestato che il combustibile non fu allegato come prova alla causa penale contro il Sig. P o in qualsiasi altro procedimento penale, per esempio per conto della sua appropriazione indebita o furto (vedere divide i paragrafi 6 – 10 e 26 sopra). La Corte osserva e non è in controversia fra le parti che il combustibile fosse stato consumato o perso per colpa di un’autorità pubblica, un fatto anche ammesso dai tribunali nazionali. Nonostante le sentenze sopra, le corti russe rifiutarono di assegnare un qualsiasi risarcimento al richiedente.
48. Benché sia all’interno della provincia dei tribunali nazionali per interpretare ed applicare la legge nazionale, la Corte non può fare a meno di notare queste sentenze contraddittorie rese dai tribunali commerciali e civili in relazione alla rivendicazione del richiedente sotto le disposizioni generali del Codice civile riguardo alla responsabilità da atto illecito e le sue specifiche disposizioni riguardo alla responsabilità Statale (vedere paragrafo 22 sopra).
49. Il tribunale del commercio esaminò e respinse la rivendicazione per mancanza di prove che la confisca del combustibile “era stata dichiarata illegale” e che l’ufficiale S era responsabile della sua perdita. Il tribunale di ricorso sostenne la sentenza di prima -istanza e sostenne che le violazioni della legge commesse dall’ ufficiale S durante l’ispezione e la confisca del combustibile non aveva avuto collegamento causale diretto alla perdita del combustibile o a qualsiasi danno causato al richiedente. Trovò che il richiedente non aveva addotto alcuna prova che una qualsiasi azione illegale da parte del convenuto, il Ministero dell’Interno, gli aveva provocato un danno. Infine, il tribunale di ricorso sostenne che il richiedente e l’unità militare erano entrate in una relazione legale sotto l’Articolo 906 del Codice civile per deposito del combustibile (vedere paragrafo 15 sopra). Così, concluse che qualsiasi danno causato al combustibile durante il periodo di deposito avrebbe dovuto essere imputabile al custode. Successivamente, la corte di cassazione d’istanza sostenne le sentenze rese dai tribunali sotto. In quel collegamento, la Corte non può fare a meno di notare che era proprio decisione del tribunale di commercio a designare, sebbene col beneplacito del richiedente, il Ministero dell’Interno come convenuto appropriati in relazione alle rivendicazioni del richiedente.
50. Seguendo le istruzioni del tribunale di commercio, il richiedente citò in giudizio l’unità militare in un tribunale civile. Diversamente dai tribunali di commercio, la Corte Civica concluse comunque, nella sua sentenza del 12 novembre 2003 che non c’era stata relazione legale fra il richiedente e le autorità, incluso l’unità militare (vedere paragrafo 18 sopra).
51. Segue da ciò che precede che benché il richiedente avesse un’opportunità di portare procedimenti contro lo Stato, i tribunali nazionali resero delle sentenze contraddittorie in relazione alle basi legali e di fatto per la rivendicazione del richiedente per il risarcimento dando credito al fatto che l’impossibilità di restituire il combustibile fosse imputabile ad un’autorità pubblica. Alla luce delle considerazioni sopra, la Corte considera, che i rifiuti dei tribunali russi di assegnare il risarcimento del richiedente per la perdita subita come risultato dell’insuccesso delle autorità di mantenere in sicurezza la sua proprietà ha corrisposto nelle circostanze della causa ad un’interferenza sproporzionata con la sua “proprietà” sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
52. C’è stata perciò una violazione di questa disposizione.
II. ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE DELLA CONVENZIONE
53. Il richiedente si lamentò anche in sostanza sotto l’Articolo 6 della Convenzione che nel procedimento del 2002 dei tribunale di commercio gli era stato ordinato di provare la colpa degli ufficiali Statali per il danno subito e che i tribunali nazionali avevano designato il Ministero dell’Interno come convenuto e poi respinto la sua azione perché avrebbe dovuto essere depositata presso un’autorità diversa.
54. Infine, riferendosi a procedimenti non correlati (vedere paragrafi 20 e 21 sopra) il richiedente si lamentò che le autorità erano andate a vuoto nell’ eseguire un’assegnazione giudiziale e che a lui era stato negato l’ accesso ad un tribunale.
55. Comunque, alla luce di tutto il materiale in suo possesso, dal momento che le questioni di ci si lamenta sono all’interno della sua competenza, la Corte costata che non rivela alcuna comparizione di violazione dei diritti e delle libertà esposte nella Convenzione o nei suoi Protocolli. Ne segue che questa parte della richiesta è manifestamente mal-fondata e deve essere respinta in conformità con l’Articolo 35 §§ 3 e 4 della Convenzione.
III. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
56. Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
57. Il richiedente chiese 452,440 rubli russi (RUB) per il valore del combustibile sequestrato dalle autorità e RUB 109,490 per perdite a causa dell’ inflazione per il periodo dal 1998 al 2006. Chiese anche RUB 1,809,790 riguardo al danno morale.
58. Il Governo considera che nessuna soddisfazione equa dovrebbe essere assegnata al richiedente. Presentò che la sua rivendicazione materiale per il valore del combustibile dovrebbe essere respinta in prospettiva delle sentenze rese dai tribunali civili. L’assegnazione morale non deve in qualsiasi caso eccedere l’assegnazione resa dalla Corte in Baklanov c. Russia, (n. 68443/01, § 51, 9 giugno 2005).
59. Prima, la Corte reitera la sua costatazione sopra che fin dall’ ottobre 2001 il richiedente aveva una rivendicazione valida riguardo al combustibile che era stato sequestrato dalle autorità nazionali nel 1998 e che il loro insuccesso nel restituirlo o nel pagare il risarcimento corrispose ad un’interferenza sproporzionata in violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. Avendo riguardo alle informazioni fornite dal richiedente ed non contestate dal Governo, la Corte assegna 13,300 euro al richiedente (EUR) riguardo al danno materiale per conto del valore del combustibile, più qualsiasi tassa che può essere addebitabile su quell’importo. La Corte respinge allo stesso tempo come infondata la rivendicazione del richiedente per perdite a causa dell’ inflazione.
60. Infine, la Corte considera che la costatazione di una violazione costituisce di per sé una soddisfazione equa riguardo alla rivendicazione morale del richiedente riguardato.
B. Costi e spese
61. Il richiedente chiese EUR 2,640 per i servizi legali dei suoi due rappresentanti di fronte alla Corte.
62. Il Governo considerò che il richiedente non aveva fatto rivendicazioni sotto questo capo.
63. La Corte osserva che ogni rappresentante chiese EUR 1,320 per il lavoro di ventisei ore. Si nota che un importo di EUR 850 fu già pagato agli avvocati tramite patrocinio gratuito sotto l’Articolo 91 § 1 degli Articoli di Corte. Il richiedente non presentò una copia di un qualsiasi accordo che mostrava che lui già aveva sostenuto le spese sopra o era stato sotto un obbligo giuridicamente esecutivo di pagare una qualsiasi parcella ai suoi avvocati (vedere Salmanov c. Russia, n. 3522/04, § 98 31 luglio 2008). La Corte respinge perciò la rivendicazione del richiedente sotto questo capo.
C. Interesse di mora
64. La Corte considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a cui dovrebbero essere aggiunti tre punti percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara l’azione di reclamo riguardo all’insuccesso delle autorità nel restituire il combustibile o nel pagare il risarcimento ammissibile ed il resto della richiesta inammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 di Protocollo N.ro 1;
3. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente deve pagare il richiedente, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione EUR 13,300 (tredici mila trecento euro) riguardo al danno materiale, più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, da convertire in rubli russi al tasso applicabile in data dell’ accordo;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice sarà pagabile sull’importo sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
4. Respinge il resto della rivendicazione del richiedente per soddisfazione equa.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 18 giugno 2009, facendo seguito all’articolo 77 §§ 2 e 3 degli Articoli di Corte.
Søren Nielsen Christos Rozakis
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

Conclusion Preliminary objection dismissed (non-exhaustion of domestic remedies); Preliminary objection dismissed (victim); Violation of P1-1; Remainder inadmissible; Pecuniary damage – award; Non-pecuniary damage – finding of a violation sufficient
FIRST SECTION
CASE OF NOVIKOV v. RUSSIA
(Application no. 35989/02)
JUDGMENT
STRASBOURG
18 June 2009
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Novikov v. Russia,
The European Court of Human Rights (First Section), sitting as a Chamber composed of:
Christos Rozakis, President,
Anatoly Kovler,
Elisabeth Steiner,
Dean Spielmann,
Sverre Erik Jebens,
Giorgio Malinverni,
George Nicolaou, judges,
and Søren Nielsen, Section Registrar,
Having deliberated in private on 28 May 2009,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 35989/02) against the Russian Federation lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by a Russian national, Mr A. G. N. (“the applicant”), on 2 July 2002.
2. The applicant, who had been granted legal aid, was represented by Ms V. B. and Mr M. R., lawyers practising in Moscow. The Russian Government (“the Government”) were represented by Mr P. Laptev, former Representative of the Russian Federation at the European Court of Human Rights.
3. On 7 March 2006 the President of the First Section decided to give notice of the application to the Government. It was also decided to examine the merits of the application at the same time as its admissibility (Article 29 § 3).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
4. The applicant was born in 1963 and lives in the town of Blagoveshchensk, Amur Region.
A. Seizure and storage of the fuel
5. On 30 November 1998 the Amur regional police stopped a car. During an inspection of the car, the police discovered a large quantity of aviation fuel. As the driver was unable to produce a certificate for the fuel he was transporting, the police (officer S) seized 22,622 litres of fuel. The police entrusted it for safe keeping to a Belogorsk technical college and later to military unit no. 62266.
6. As the fuel allegedly belonged to a private company O. (the “company”), officer S required the company director, Mr P, to produce a document confirming that the fuel had been acquired lawfully. Mr P submitted an invoice dated 1 August 1998. Criminal proceedings were, however, instituted against Mr P on suspicion of forgery of this invoice. The Belogorsk town prosecutor subsequently discontinued the proceedings on the ground that only the forgery of official documents was punishable under the Criminal Code. No decision was taken regarding the fate of the fuel.
7. As can be seen from the domestic courts’ findings (see paragraph 15 below), in the meantime, officer S decided not to institute any criminal proceedings in relation to the seized fuel. However, on 2 February 1999 the Belogorsk deputy prosecutor set aside this decision and ordered an additional inquiry. There is no indication that this inquiry led to any prosecution or that any decision was taken in relation to the seized fuel.
8. The company thus attempted to regain possession of its fuel. By a letter of 17 May 1999 the Belogorsk deputy prosecutor informed the company that the fuel had not been attached to the criminal case file against Mr P as evidence and thus no decision had to be taken. He invited Mr P to collect the fuel through the police department. On an unspecified date, however, the company learnt from the Amur police department that the fuel had been stolen when it had been stored in the military unit.
9. Meanwhile, the national authorities endeavoured to identify the officials responsible for the loss of the fuel. Criminal proceedings were instituted against officer S for abuse of power, as well as against the commander of the military unit and officer St, who had allegedly misappropriated the fuel in the military unit. On 18 December 1999 the Belogorsk town military prosecutor discontinued the proceedings against officer St and the head of the military unit because there was no indication of a criminal offence. On 8 April 2000 the proceedings against officer S were discontinued because his participation in the disappearance of the fuel had not been proven.
10. It does not appear that any criminal or other investigation continued thereafter in relation to the seized but missing fuel. No further claim was lodged in respect of it by the company or any other person or legal entity. Nor does it appear that the company made any attempts to obtain compensation after 17 May 1999 (cf. paragraph 8 above). Instead, the company chose to assign the related claims to the applicant (see below).
B. Assignment agreement
11. On 26 October 2001 the company transferred title to the seized fuel to the applicant. On 25 November 2001 the parties amended the assignment agreement, indicating that the assignment included a claim in respect of any damage or loss caused by the authorities on account of the seizure of the fuel, as well as a claim for compensation in respect of unjustified enrichment on the same account and a claim for return of the fuel. The amended agreement also stated that the signing of that agreement “annulled the company’s debt of 50,000 Russian roubles under a contract dated 20 October 2000”.
12. The company informed the regional police department of the transfer of title. Since 27 October 2001 the applicant has unsuccessfully requested the police department to return the fuel.
C. Proceedings in the commercial courts
13. In November 2001 the applicant sued the Amur Regional Treasury, claiming compensation for the damage incurred as a result of the seizure and loss of the fuel. The Commercial Court of the Amur Region designated the Ministry of the Interior as the proper respondent, with the applicant’s consent. The court also gave the regional police department, the military unit and the company leave to intervene as third parties in the proceedings.
14. By judgment of 14 March 2002 the Commercial Court of the Amur Region dismissed the applicant’s action. The court held as follows:
“Under an assignment agreement of 26 October 2001 the O. company transferred all its rights to the fuel to [the applicant]…The assignment did not contravene Articles 158, 388 and 389 of the Civil Code… The fuel had been seized in relation to the accusation of forgery against Mr P…
[T]he criminal prosecution against officer S was discontinued …The fuel was misappropriated by officer St, against whom proceedings were discontinued on 18 December 1999…
[T]he responsibility of an officer of the Ministry of the Interior for unlawful seizure of the company’s fuel must be established by a final judgment in a criminal case. The commercial court, under Article 22 of the Code of Arbitration Procedure, does not have the right to assess the lawfulness or unlawfulness of the actions (failure to act) of the investigating authorities and the prosecutor’s office.
The plaintiff did not submit any evidence showing that the seizure of the fuel by the officer of the Amur regional police department had been declared unlawful by a court and that [the officer] was responsible for the loss of the fuel.
The action must be dismissed because there was no fault on the part of the person who allegedly caused the damage.”
15. The applicant appealed contending that the absence of a criminal conviction in respect of the officer had been irrelevant and that the respondent and the military unit had entered into a contract for storage of the fuel seized from the company. On 15 April 2002 the Appellate Division of the Commercial Court of the Amur Region upheld the judgment of 14 March 2002. The court stated inter alia as follows:
“Officer S acted lawfully when he inspected and seized the fuel…Having verified whether the fuel had been lawfully acquired, officer S decided not to bring criminal proceedings; on 2 February 1999 the Belogorsk deputy prosecutor set aside this decision and ordered an additional inquiry…
Officer S’s failure to observe the procedure for inspection and transfer of the fuel for safe-keeping purposes has no direct causal link with the loss of the fuel…”
Lastly, the appeal court made the following observations in relation to the military unit:
“Military unit no. 62266 received the seized fuel for storage … in accordance with Article 84 § 2 of the RSFSR Code of Criminal Procedure. Under Article 906 of the Civil Code of the Russian Federation the military unit became civilly liable vis-à-vis the plaintiff for the safe keeping of the fuel. Under Article 902 § 1 of the Civil Code of the Russian Federation, in the event of the loss of the fuel [the military unit] had to compensate the plaintiff for the resulting damage, unless otherwise provided by the law.”
The appeal judgment became final on the same date.
16. On 11 June 2002 the Commercial Court of the Far Eastern Circuit, sitting as a cassation-instance court, upheld the judgments of 14 March and 15 April 2002. The court noted that the seizure of the fuel had been due to the absence, at the time, of any document confirming the company’s title to it. The court held that the plaintiff had not proved that the investigator had been responsible for the damage caused.
D. Proceedings in the courts of general jurisdiction (the civil courts)
17. In the meantime, on 29 April 2002 the applicant brought proceedings in the Blagoveshchensk Town Court of the Amur Region against, inter alia, the military unit. He claimed that the authorities’ failure to return the fuel or to pay compensation be declared unlawful.
18. By a judgment of 12 November 2003 the Town Court rejected the applicant’s claim. The court held that the fuel seizure had been carried out by officer S before any criminal proceedings had been initiated because of the need to conduct urgent investigative measures, namely a crime-scene inspection, in compliance with the RSFSR Code of Criminal Procedure (see paragraph 26 below). The Town Court also held as follows:
“As established in the judgment of the commercial court, during the seizure of the fuel the O. company had not supplied any document to confirm the lawfulness of its acquisition. Later Mr P submitted a forged invoice, which gave rise to criminal proceedings against him. An agreement dated 2 November 1998 between the O. company and a Mr G for the purchase of 22,622 litres of fuel was produced before this court. It cannot be accepted as a proof of the lawfulness of the fuel acquisition because the content of that agreement does not correspond to the materials in the criminal case which had been discontinued. Nor does it correspond to Mr P’s deposition in the criminal proceedings, to the invoice or the expert report no. 141-k of 17 February 1999 which stated that the handwritten inscriptions in invoice no. 983 of 1 August 1998 had been done by Mr P. The Court rejects as unfounded Mr P’s allegation that the documents in the criminal file and his deposition had been obtained under duress. Besides, the Court considers that Mr P’s and [the applicant’s] arguments are intended to challenge the circumstances already determined by the final judgment of the commercial court, in particular as regards the lawfulness of the fuel acquisition by the company…The Court concludes that no evidence has been adduced to confirm [it]. The Court does not accept [the applicant’s] argument that the commercial court had confirmed the lawfulness of the fuel acquisition; such matter had not been contested before the commercial court…
The grounds for compensation in respect of damage caused by the investigating authorities, including a claim for restitution of the fuel, are regulated by Articles 1069 and 1070 of the Civil Code. Those grounds were also examined by the commercial courts and cannot be subject to a re-examination in the present case. No legal relationship (обязательственные отношения) was established between [the applicant] on the one hand and the military unit, the Ministry of Defence or the Ministry of the Interior on the other. Hence, his claims … should be rejected.”
Lastly, the court found that the applicant had missed the statutory time-limit under Article 256 of the Code of Civil Procedure for bringing the matter before the courts of general jurisdiction.
19. On 9 January 2004 the Amur Regional Court upheld the judgment. The court considered that the commercial court’s judgment of 14 March 2002 had dismissed the applicant’s claims, inter alia, due to his failure to produce evidence confirming the lawfulness of the fuel acquisition. Neither was the civil court provided with any proof that the company had had title to the fuel.
E. Other unrelated proceedings
20. A commercial court issued a private company with an enforcement order for a sum of money against a State-owned enterprise. The company did not submit the writ within the statutory time-limit and bailiffs refused to enforce the judgment. The company assigned the claim to the applicant, who then requested the commercial court to designate him as creditor in respect of the above judicial award and to restore the time-limit for lodging the enforcement order. In 2002 the commercial court rejected both requests. The applicant did not appeal.
21. The applicant also requested a court of general jurisdiction to designate him as creditor in respect of the assigned award and to award him compensation for the damage sustained. On 26 February 2003 the Primorye Regional Court, at final instance, disallowed the first claim because it had already been determined on 24 October 2002 by the final decision of the commercial court. On 12 March 2003 the Regional Court, at final instance, dismissed the claim for damages on the ground that the applicant’s title had never been confirmed by a court.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW AND PRACTICE
A. Civil Code
22. The Civil Code of the Russian Federation, in force from 1 January 1995, provided as follows:
Article 1069 Responsibility for damage caused by State agencies, agencies of local self-government and their officials
“Damage caused to an individual or a legal entity as a result of the unlawful actions (failure to act) of State agencies, agencies of local self-government or officials of these agencies, including as a result of the issuance of an act of a State agency or agency of local self-government which is contrary to a law or any other legal act, shall be subject to compensation. The damage shall be compensated for at the expense, respectively, of the Treasury of the Russian Federation, the treasury of the region of the Russian Federation, or the treasury of the municipal authority.”
Article 1070 Responsibility for damage caused by the unlawful actions of agencies of inquiry and preliminary investigation, prosecutor’s offices and the courts
“1. Damage caused to an individual as a result of his or her wrongful conviction or unlawful criminal prosecution, or the unlawful application, as a preventive measure, of remand in custody or of a written undertaking not to leave a specified place, or the unlawful imposition of an administrative penalty in the form of arrest or corrective labour, shall be compensated for in full at the expense of the Treasury of the Russian Federation and in certain cases, stipulated by law, at the expense of the treasury of the subject of the Russian Federation or of the municipal authority, irrespective of any fault by the officials of the agencies of inquiry or preliminary investigation, prosecutor’s offices or courts, in accordance with the procedure established by law.
2. Damage caused to an individual or a legal entity as a result of the unlawful activity of agencies of inquiry or preliminary investigation or prosecutor’s offices, which has not entailed the consequences specified in paragraph 1 of this Article, shall be compensated for on the grounds and according to the procedure provided for by Article 1069 of this Code…”
23. Article 385 of the Code required the person or entity making an assignment to supply the new creditor with the documents certifying the assignor’s claims. On 30 October 2007 the Supreme Commercial Court of Russia issued an information note summarising the existing case-law on various aspects of the interpretation and application of the provisions of the Civil Code on the assignment of claims and liabilities. In particular, it noted that the invalidity or invalidation of the claim assigned did not imply the invalidity of the assignment agreement. At the same time, it noted that the former gave the assignee the right to sue the assignor under Article 390 of the Civil Code. Nor did the Civil Code prevent the assignment of a future claim or one that was still non-existent when an assignment agreement was signed. The Supreme Court also noted that the assignor’s failure to provide the assignee with documents certifying the former’s entitlement or claim did not mean that the entitlement or claim had not been conferred on the assignee.
24. Under the Civil Code, an obligation to keep or store items arises under a contract (Article 886) or if provided for by law (Article 906).
B. RSFSR Code of Criminal Procedure
25. The RSFSR Code of Criminal Procedure of 1961, in force at the material time, provided as follows:
Article 84 Safe keeping of material exhibits
“… Material exhibits must be stored in a criminal case. If items of evidence, owing to their size or for any other reason, cannot be stored in the criminal case file, their picture must be taken; if possible, [they] must be sealed and stored in a place specified by the investigator, prosecutor, court…”
Article 85 Period for storing material exhibits
“Material exhibits shall be stored until the trial judgment becomes final or until expiry of the time-limit for lodging an appeal against a decision by which proceedings are discontinued…
Material exhibits which can be damaged easily and whose return to their owner is impossible should be given to appropriate entities for use in accordance with [the exhibits’] purpose. If necessary, items of the same type and quality shall be returned to the owner as compensation, or the owner shall be paid a sum equivalent to their value.”
26. Article 178 of the Code provides that an investigator may inspect the crime scene or other locations, premises or items for the purpose of detecting physical evidence of the crime or clarifying the circumstances. In urgent situations, the inspection may be carried out before criminal proceedings are instituted. In such situations, the proceedings should be instituted immediately after the inspection.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1
27. Referring to Articles 6 and 17 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1, the applicant complained about the seizure of the fuel by the authorities, their failure to return it and the courts’ refusal to award him compensation. The Court will examine this complaint under Article 1 of Protocol No. 1, which reads as follows:
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.”
A. Admissibility
1. Exhaustion of domestic remedies
28. The Government claimed that the applicant should have lodged a claim against the military unit in the commercial courts.
29. The applicant admitted that his 2002 claim before the commercial court had been directed against the Treasury and the regional police department as a third party to the proceedings. The court had decided to examine the applicant’s claim as being directed against the Ministry of the Interior, and had reclassified the police department, the Treasury and the military unit as third parties (see paragraph 14 above). The merits of the applicant’s claim had been examined by the commercial courts. Thus, he should be considered as having exhausted the domestic remedies.
30. The Court observes that in 2003 the applicant sued the Russian authorities, including the military unit, before the courts of general jurisdiction (civil courts). Both the Town and Regional Courts took cognisance of the merits of the applicant’s claims and rejected them as unfounded. Their reasoning was not confined to the compatibility of the applicant’s complaint with the formal requirements (see paragraph 18 above). The Court finds that since the domestic courts examined the substance of the applicant’s complaint he cannot be said to have failed to exhaust domestic remedies on account of his failure to raise the same claims against the military unit before the commercial courts (see Dzhavadov v. Russia, no. 30160/04, § 27, 27 September 2007, with further references). Nothing in the Government’s submissions suggests that the same claim in the commercial courts would have a better prospect of success. It follows that the complaint cannot be declared inadmissible for non-exhaustion of domestic remedies.
2. The applicant’s status as a “victim” of the alleged violation and the existence of interference and of “possessions” within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1
31. The Government also contended that the applicant had not been a victim of the alleged violation on account of the findings made in the judgments of 12 November 2003 and 9 January 2004 (see paragraph 18 above). In substance, they claimed in this connection that the applicant had not acquired any title to the fuel and thus could have no valid claim against the authorities.
32. The applicant submitted that the company’s or the applicant’s title to the fuel had not been contested in the commercial court proceedings. The civil court judgment of 12 November 2003 should not have challenged the relevant findings made by the commercial court. The civil court indicated that the applicant had adduced evidence confirming the ownership title to the fuel; however, that evidence had been rejected as contradicting the findings of the criminal investigation.
33. The Court reiterates that the term “victim” in Article 34 of the Convention denotes the person directly affected by the act or omission which is at issue (see, among other authorities, Mişcarea Producătorilor Agricoli pentru Drepturile Omului v. Romania, no. 34461/02, § 34, 22 July 2008). It also reiterates that Article 1 of Protocol No. 1 applies only to a person’s existing possessions and does not guarantee the right to acquire possessions (see Marckx v. Belgium, 13 June 1979, § 50, Series A no. 31). Consequently, a person who complains of a violation of his or her right under Article 1 of the Protocol must first show that such a right existed; a “claim” can only fall within the scope of that Article if it is sufficiently established to be enforceable (see OAO Plodovaya Kompaniya v. Russia, no. 1641/02, § 27, 7 June 2007; Zhigalev v. Russia, no. 54891/00, § 146, 6 July 2006; Uskova v. Russia (dec.), no. 20116/02, 24 October 2006; and Grishchenko v. Russia (dec.), no. 75907/01, 8 July 2004). The assignment of a debt is capable in principle of amounting to such a “possession” (see Nosov v. Russia (dec.), no. 30877/02, 20 October 2005; Gerasimova v. Russia, no. 24669/02, §§ 18-22, 13 October 2005; and Regent Company v. Ukraine, no. 773/03, § 61, 3 April 2008; see also OOO Rusatommet v. Russia (dec.), no. 12064/04, 27 November 2008). Thus, the Court has to ascertain whether the assignment in the present case resulted in the acquisition by the applicant of a “possession” or a “claim” within the meaning of Article 1 of the Protocol.
34. The Court observes at the outset that the 2002 commercial court judgments acknowledged that the assignment agreement was compliant with the requirements of the Civil Code. They contain no further argument or analysis on the issue of ownership of the fuel. The Court considers that had the matter been raised in the commercial court proceedings, the commercial courts would have certainly addressed this specific argument in their judgments. Since no party to the proceedings apparently contested it, the courts at three levels of jurisdiction proceeded on the assumption that the company had been the lawful owner of the fuel when they established and subsequently confirmed the relevant factual findings.
35. The Court further observes that in 2003 the court of general jurisdiction rejected the applicant’s claims, concluding that he had not proved that the company had had any title to the fuel before signing the assignment agreement in respect of it. The first-instance court held that the fuel purchase contract concluded in 1998 between the company and Mr G could not confirm that the company had acquired the fuel lawfully because the contract “did not correspond to the materials in the criminal case which had been discontinued” or to other materials, including the company director’s deposition made in the criminal proceedings. The Town Court refused to accept Mr P’s and the applicant’s arguments concerning the lawfulness of the fuel purchase, expressly stating that to do so would challenge the factual findings previously made in that respect by the commercial courts. However, in the same judgment, the civil court indicated that the company’s title had not been contested before the commercial court. As the Court has already noted above, the commercial court decisions indeed contained no findings as to the title to the fuel in question.
36. Furthermore, the Court notes that there was no other judicial decision refuting the company’s title to the fuel. No court invalidated the purchase or assignment agreements in the present case. Neither does it appear that Russian law prevented the assignment of claims arising under tort law, including those engaging State liability. Although the Court notes that the 1998 purchase contract was adduced apparently for the first time only in the 2003 proceedings, it cannot but note as well that the civil court furnished no explanation as to why this contract contradicted the conclusions made during the criminal investigation, which resulted in the discontinuation of the criminal proceedings for forgery against the company director. There is no indication that the criminal inquiry resulted in any finding that the title to the fuel had been conferred on an entity other than the company in question.
37. Lastly, it is noted that Article 385 of the Civil Code required the person or entity making an assignment to supply the new creditor with the documents certifying the assignor’s claims (see paragraph 23 above). The applicant was provided with a copy of the purchase contract dated 2 November 1998. It is also noted that under the assignment agreement dated 26 October 2001, as amended on 25 November 2001, the company transferred title to the seized fuel to the applicant, including a claim in respect of any damage or loss caused by the authorities on account of the seizure of the fuel, as well as a claim for compensation in respect of unjustified enrichment on the same account and a claim for restitution of the fuel. In the Court’s opinion, the applicant could not have been required in the circumstances of the case to furnish any further documents certifying the validity of the claim assigned to him.
38. Being sensitive to the subsidiary nature of its role, the Court nevertheless is not bound by the findings of domestic courts and may depart from them where this is rendered unavoidable by the circumstances of a particular case (see, for instance, Matyar v. Turkey, no. 23423/94, § 108, 21 February 2002, and Khamidov v. Russia, no. 72118/01, § 135 et seq., ECHR 2007-… (extracts)). In the circumstances of the case, the Court is satisfied that the applicant could be considered as having an enforceable claim against the authorities on the basis of the assignment agreement.
39. Thus, Article 1 of Protocol No. 1 is applicable in the present case and the applicant may in this respect claim to be a victim within the meaning of Article 34 of the Convention.
3. Conclusion
40. The Court concludes that this complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. Submissions by the parties
41. The applicant argued that the seizure of the fuel had been unlawful because there had been no decision issued by an investigator or prosecutor under Article 84 of the RSFSR Code of Criminal Procedure (CCrP) (see paragraph 25 above). Furthermore, the decision to discontinue the proceedings against Mr P had not included a ruling on what was to happen to the fuel, in breach of Article 85 of the CCrP. Article 84 of the CCrP governed relations between the authorities, the safe keeper of movable property and its owner, where the property in question was attached as physical evidence in criminal proceedings. The fuel in question had not constituted such evidence. The retention of the fuel thereafter amounted to a deprivation of property. Nor had the seizure of the fuel or its retention pursued any legitimate aim.
42. The Government submitted that the fuel had been seized for inspection under Article 178 of the CCrP (see paragraph 26 above). The above measure amounted to lawful control of use rather than a deprivation of property. The Government contended that the commercial court had rejected the applicant’s claim for lack of jurisdiction because claims against officers of the Ministry of the Interior, including claims arising out of the alleged unlawful seizure of property in the framework of criminal proceedings, were to be examined by the courts of general jurisdiction. The commercial court had indicated that the applicant should have directed his claims against the military unit rather than the Ministry of the Interior. The storage contract was regulated by Article 84 of the CCrP and Article 906 of the Civil Code (see paragraphs 24 and 25 above). It was incumbent on the military unit under Article 902 of the Civil Code to pay damages for any loss caused to the applicant’s property.
2. The Court’s assessment
43. Having established that the applicant had “possessions” under Article 1 of Protocol No. 1, the Court has to determine whether the interference complained of was in compliance with the requirements of that provision.
44. The Court does not have to determine whether the circumstances of the case should be classified as a deprivation of possessions or control of use. Neither does it have to take a stance as to whether the inspection and seizure of the fuel was in compliance with Russian law. Even assuming that the above acts were lawful and pursued a legitimate aim, the Court considers that the authorities’ failure to return the fuel or pay compensation is disproportionate.
45. The Court reiterates that there must be a reasonable relation of proportionality between the means employed and the aim sought to be realised by any measures applied by the State. That requirement is expressed by the notion of a “fair balance” that must be struck between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the individual’s fundamental rights (see Edwards v. Malta, no. 17647/04, § 69, 24 October 2006, with further references).
46. The Court has previously held that it does not follow from Article 1 of Protocol No. 1 that an applicant’s acquittal of the criminal charges must of itself give rise to an entitlement to compensation for any loss alleged to have been suffered as a result of the impounding of his chattels during the period of the investigation (see Adamczyk v. Poland (dec.), no. 28551/04, 7 November 2006, and Andrews v. the United Kingdom (dec.), no. 49584/99, 26 September 2002; see also, mutatis mutandis, Simonjan-Heikinheino v. Finland (dec.), no. 6321/03, 2 September 2008). However, in Karamitrov and Others v. Bulgaria (no. 53321/99, § 77, 10 January 2008) the Court considered with reference to Article 13 of the Convention that “when the authorities seize and hold chattels as physical evidence the possibility should exist in domestic legislation to initiate proceedings against the State and to seek compensation for any damage resulting from the authorities’ failure to keep safe the said chattels in reasonably good condition” (compare Islamic Republic of Iran Shipping Lines v. Turkey, no. 40998/98, §§ 87, 96-103, ECHR 2007-…; Immobiliare Saffi v. Italy [GC], no. 22774/93, §§ 46 and 57, ECHR 1999-V; Urbárska Obec Trenčianske Biskupice v. Slovakia, no. 74258/01, § 126, ECHR 2007-… (extracts), and Housing Association of War Disabled and Victims of War of Attica and Others v. Greece, no. 35859/02, § 39, 13 July 2006).
47. It is uncontested that the fuel was not attached as evidence to the criminal case against Mr P or any other criminal proceedings, for instance on account of its misappropriation or theft (see paragraphs 6 – 10 and 26 above). The Court observes and it is not in dispute between the parties that the fuel had either been consumed or been lost through the fault of a public authority, a fact also acknowledged by the national courts. Despite the above findings, the Russian courts refused to award any compensation to the applicant.
48. Although it is within the province of the national courts to interpret and apply national law, the Court cannot but note the contradictory findings made by the commercial and civil courts in relation to the applicant’s claim under the general provisions of the Civil Code concerning tort liability and its specific provisions concerning State liability (see paragraph 22 above).
49. The commercial court examined and rejected the claim for lack of evidence that the seizure of the fuel “had been declared unlawful” and that officer S was responsible for its loss. The appeal court upheld the first-instance judgment and held that the breaches of the law committed by officer S during the inspection and seizure of the fuel had had no direct causal link to the loss of the fuel or to any damage caused to the applicant. It found that the applicant had adduced no evidence that any unlawful actions on the part of the respondent, the Ministry of the Interior, had caused him damage. Lastly, the appeal court held that the applicant and the military unit had entered into a legal relationship under Article 906 of the Civil Code for storage of the fuel (see paragraph 15 above). Thus, it concluded that any damage caused to the fuel during the storage period should have been imputable to the keeper. Subsequently, the cassation-instance court upheld the judgments given by the courts below. In that connection, the Court cannot but note that it was the commercial court’s own decision to designate, though with the applicant’s consent, the Ministry of the Interior as a proper respondent in relation to the applicant’s claims.
50. Following the commercial court’s instructions, the applicant sued the military unit in a civil court. However, unlike the commercial courts, the Town Court concluded in its judgment of 12 November 2003 that there had been no legal relationship between the applicant and the authorities, including the military unit (see paragraph 18 above).
51. It follows from the above that although the applicant had an opportunity to bring proceedings against the State, the national courts made contradictory findings in relation to the factual and legal grounds for the applicant’s claim for compensation while acknowledging the fact that the impossibility to return the fuel was imputable to a public authority. In the light of the above considerations, the Court considers that the Russian courts’ refusals to award the applicant compensation for the loss sustained as a result of the authorities’ failure to safe-keep his property amounted in the circumstances of the case to a disproportionate interference with his “possessions” under Article 1 of Protocol No. 1.
52. There has therefore been a violation of that provision.
II. OTHER ALLEGED VIOLATIONS OF THE CONVENTION
53. The applicant also complained in substance under Article 6 of the Convention that in the 2002 commercial court proceedings he had been ordered to prove the fault of the State officials for the damage sustained and that the domestic courts had designated the Ministry of the Interior as the respondent and then dismissed his action because it should have been lodged against a different authority.
54. Lastly, referring to unrelated proceedings (see paragraphs 20 and 21 above) the applicant complained that the authorities had failed to enforce a judicial award and that he had been denied access to a court.
55. However, in the light of all the material in its possession, and in so far as the matters complained of are within its competence, the Court finds that they do not disclose any appearance of a violation of the rights and freedoms set out in the Convention or its Protocols. It follows that this part of the application is manifestly ill-founded and must be rejected in accordance with Article 35 §§ 3 and 4 of the Convention.
III. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
56. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
A. Damage
57. The applicant claimed 452,440 Russian roubles (RUB) for the value of the fuel seized by the authorities and RUB 109,490 in inflation losses for the period from 1998 to 2006. He also claimed RUB 1,809,790 in respect of non-pecuniary damage.
58. The Government considered that no just satisfaction should be awarded to the applicant. They submitted that his pecuniary claim for the value of the fuel should be rejected in view of the findings made by the civil courts. The non-pecuniary award should not in any event exceed the award made by the Court in Baklanov v. Russia, no. 68443/01, § 51, 9 June 2005.
59. First, the Court reiterates its above finding that since October 2001 the applicant had a valid claim in respect of the fuel, which had been seized by the national authorities in 1998, and that their failure to return it or pay compensation amounted to a disproportionate interference in breach of Article 1 of Protocol No. 1. Having regard to the information provided by the applicant and uncontested by the Government, the Court awards the applicant 13,300 euros (EUR) in respect of pecuniary damage on account of the value of the fuel, plus any tax that may be chargeable on that amount. At the same time, the Court rejects as unfounded the applicant’s claim for inflation losses.
60. Lastly, the Court considers that the finding of a violation constitutes just satisfaction in so far as the applicant’s non-pecuniary claim is concerned.
B. Costs and expenses
61. The applicant claimed EUR 2,640 for the legal services of his two representatives before the Court.
62. The Government considered that the applicant had made no claims under this head.
63. The Court observes that each representative claimed EUR 1,320 for twenty-six hours’ work. It is noted that an amount of EUR 850 was already paid to the lawyers by way of legal aid under Rule 91 § 1 of the Rules of Court. The applicant did not submit a copy of any agreement showing that he had already incurred the above expenses or was under a legally enforceable obligation to pay any fee to his lawyers (see Salmanov v. Russia, no. 3522/04, § 98, 31 July 2008). The Court therefore rejects the applicant’s claim under this head.
C. Default interest
64. The Court considers it appropriate that the default interest should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Declares the complaint concerning the authorities’ failure to return the fuel or to pay compensation admissible and the remainder of the application inadmissible;
2. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1;
3. Holds
(a) that the respondent State is to pay the applicant, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 § 2 of the Convention, EUR 13,300 (thirteen thousand three hundred euros) in respect of pecuniary damage, plus any tax that may be chargeable, to be converted into Russian roubles at the rate applicable at the date of settlement;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amount at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;
4. Dismisses the remainder of the applicant’s claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 18 June 2009, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Søren Nielsen Christos Rozakis
Registrar President

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