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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF NOSOV AND OTHERS v. RUSSIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 11, 41, 34, 35, 06, P1-1
Numero: 9117/04/2014
Stato: Russia
Data: 2014-02-20 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusioni: Eccezione preliminare respinta (Articolo 34 – la Vittima)
Eccezione preliminare respinta (Articolo 35-1 – Esaurimento delle vie di ricorso nazionali) il Resto inammissibile
Violazione di Articolo 6 – Diritto ad un processo equanime (Articolo 6-procedimenti di Esecuzione Articolo 6-1 – Accesso per corteggiare) Violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 – Protezione di proprietà (l’Articolo 1 parà. 1 di Protocollo N.ro 1 – godimento Tranquillo di proprietà) Nessuna violazione di Articolo 11 – Diritto di riunione e l’associazione (Articolo 11-1 – la Libertà di riunione tranquilla) danno Non-patrimoniale – l’assegnazione

PRIMA LA SEZIONE

CAUSA NOSOV ED ALTRI C. RUSSIA

(Richieste N. 9117/04 e 10441/04)

SENTENZA

STRASBOURG

20 febbraio 2014

Questa sentenza diverrà definitivo nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Nosov ed Altri c. Russia,
La Corte europea di Diritti umani (Prima la Sezione), riunendosi che come una Camera, compose di:
Isabelle Berro-Lefèvre, Presidente
Elisabeth Steiner,
Khanlar Hajiyev,
Linos-Alexandre Sicilianos,
Erik Møse,
Ksenija Turković,
Dmitry Dedov, giudici
e Søren Nielsen, Sezione Cancelliere
Avendo deliberato in privato 28 gennaio 2014,
Consegna la sentenza seguente sulla quale fu adottata quel la data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da due richieste (N. 9117/04 e 10441/04) contro la Federazione russa depositata con la Corte sotto Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) con quarantun cittadini russi (“i richiedenti”) in cui nomi e date di nascita sono elencate l’Annetta, 31 gennaio e 3 febbraio 2004.
2. Il Governo russo (“il Governo”) fu rappresentato col Sig.ra V. Milinchuk, ex Rappresentante della Federazione russa alla Corte europea di Diritti umani.
3. I richiedenti si lamentarono, in particolare, dell’esecuzione tarda di sentenze nel loro favore e di una violazione del loro diritto a diritto di riunione.
4. 13 settembre 2007 le richieste furono comunicate al Governo.
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
5. I richiedenti vivono in Vladikavkaz.
6. I richiedenti sono poliziotti precedenti. Loro erano tutti coinvolti nella conflitto-decisione e pace-tenendo operazione nella zona del conflitto di Ossetian-Ingush armato in ottobre e novembre 1992. Come una conseguenza loro furono concessi ai certi pagamenti sociali.
Procedimenti di A. in riguardo di arretrati di sociale-pagamenti
7. I richiedenti citarono Settore Regionale del Ministero di Affari Interni il Severnaya Osetiya-Alaniya (in futuro “dipartimento regionale degli affari interni”) per arretrati di sociale-pagamenti. Su varie date nel 2001 o 2002 la Corte distrettuale di Leninskiy di Vladikavkaz concedè le loro rivendicazioni ed ordinò che dipartimento regionale degli affari interni paghi gli arretrati. Le date delle sentenze e gli importi delle assegnazioni sono elencate nell’Annetta.
8. I richiedenti presentarono gli ordini di esecuzione della sentenza al Ministero di Finanza. Comunque il Ministero restituì gli ordini di esecuzione della sentenza sulla base di mancanza di finanziamenti per pagare i debiti di sentenza.
9. Le sentenze in favore di tutti i richiedenti furono eseguite infine fra settembre 2004 ed aprile 2005. Le date di pagamento in riguardo di ogni richiedente sono elencate nell’Annetta.
10. Tutti i richiedenti ad eccezione di OMISSIS chiamò in giudizio dipartimento regionale degli affari interni per danno patrimoniale incorso in per l’esecuzione tarda delle sentenze nel loro favore. Su varie date nel 2005 la Corte distrettuale di Leninskiy di Vladikavkaz ammise che i ritardi in esecuzione avevano violato i richiedenti i diritti di ‘ ed avevano assegnato ognuno di loro una somma coprire perdite di inflazione subite di conseguenza. Le assegnazioni furono pagate su varie date nel 2005. Uno dei richiedenti, il Sig. Tsallagov non presentò l’ordine di esecuzione della sentenza al Ministero di Finanza e non ricevette perciò la sua assegnazione.
B. Dimostrazione organizzata dai richiedenti
11. 15 settembre 2003 i richiedenti notificarono la Vladikavkaz Città Amministrazione della loro intenzione di sostenere una dimostrazione in Svoboda Square in Vladikavkaz protestare contro l’insuccesso del dipartimento regionale degli affari interni per stabilire il debito di sociale-pagamenti. La dimostrazione fu elencata per cominciare 30 settembre 2003 e fu annunciata come essendo della durata illimitata.
12. 24 settembre 2003 l’Amministrazione di Città rifiutò di approvare la sede e suggerì che la dimostrazione sia contenuta di fronte al teatro di Tkhapsayev.
13. 30 settembre 2003 i richiedenti cominciarono la loro dimostrazione in Svoboda Square di fronte al Severnaya Osetiya-Alaniya edificio Statale e Regionale. Approssimativamente cento persone parteciparono in sé. Loro fissarono su tende e rimasero nel giorno quadrato e notte. Loro visualizzarono affissi e bandiere che affermano le loro critiche e richieste.
14. 3 ottobre 2003 la Vladikavkaz Città Legislatura annullò la decisione di 24 settembre 2003 alla richiesta del reparto di interno-affare regionale “nel collegamento con un rischio di atti terroristici nei posti di adunate massicce di persone.” Chiese al reparto di interno-affare regionale di prendere misure per separarsi la dimostrazione e ripristinare ordine pubblico in piazza di Svoboda.
15. 11 ottobre 2003 la Corte distrettuale di Leninskiy di Vladikavkaz dichiarò la dimostrazione illegale perché violò i diritti di altri. La corte fondò che impedì cittadini l’accesso di ‘ a trasporto pubblico ed al cinema ed ufficiali l’accesso di ‘ agli edifici amministrativi situati in Piazza di Svoboda. I salmodiare anche di motti pubblicitari coi richiedenti disturbarono gli ufficiali il lavoro di ‘. Inoltre, dipartimento regionale degli affari interni aveva informazioni di un aspettato scoppio delle attività terroriste nella regione. L’adunata massiccia di persone nel vicinato degli edifici amministrativi aumentò il rischio di atti terroristici e gli altri reati che sono commessi ed impedì la condotta di operazioni preventive con le agenzie di legge-esecuzione. La corte notò inoltre che la Vladikavkaz Città Amministrazione aveva ordinato che tutte le riunioni e riunioni siano contenute di fronte al teatro di Tkhapsayev; perciò la dimostrazione in Piazza di Svoboda era in violazione di quel l’ordine. Infine, la corte fondò che adunate pubbliche della durata illimitata non furono autorizzate con legge russa.
16. Sembra dal videonastro ed articoli di stampa presentarono coi richiedenti che nello stesso giorno la polizia ordinò i contestatori per disperdere. Siccome i contestatori rifiutarono di fermare la dimostrazione, la polizia smantellò le tende che loro avevano eretto. I contestatori misero di nuovo comunque, sulle tende e continuarono la loro dimostrazione.
17. 18 novembre 2003 la Corte Suprema della Severnaya Osetiya-Alaniya Repubblica sostenne la sentenza di 11 ottobre 2003 su ricorso.
18. 27 novembre 2003 il Parlamento della Severnaya Osetiya-Alaniya Repubblica decretò che Svoboda Square in Vladikavkaz fu riservato per riunioni, riunioni e dimostrazioni organizzarono all’iniziativa delle autorità della Severnaya Osetiya-Alaniya Repubblica e la città di Vladikavkaz. Le altre adunate pubbliche sarebbero contenute ad una sede per essere determinato con la Vladikavkaz Città Amministrazione.
19. Su una data non specificata a dicembre 2003 i contestatori terminarono la dimostrazione.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
Esecuzione di A. di sentenze
20. Per le disposizioni attinenti del diritto nazionale riguardo all’esecuzione di definitivo sentenze, veda Burdov c. la Russia (n. 2) (n. 33509/04, §§ 22 e 26-29, 15 gennaio 2009).
21. Legge №68 federale – Зdi 30 aprile 2010 (in vigore come di 4 maggio 2010) prevede che nell’evento di una violazione del diritto a processo all’interno di un termine ragionevole o del diritto ad esecuzione di una definitivo sentenza, cittadini russi sono concessi per chiedere il risarcimento per danno non-patrimoniale. Legge №69 Зfederale №- Зadottò nello stesso giorno introdusse i cambi pertinenti nella legislazione russa.
22. Sezione 6.2 di Legge №68 Federale – Зprevede che ognuno che ha una richiesta pendente con la Corte europea di Diritti umani riguardo ad un’azione di reclamo della natura descrisse nella legge ha sei mesi per portare l’azione di reclamo alle corti nazionali.
B. riunioni Pubbliche
23. La Costituzione garantisce il diritto alla libertà di riunione tranquilla ed il diritto per sostenere riunioni, dimostrazioni, marzi e picchetti (Articolo 31).
24. Decreto presidenziale n. 524 di 25 maggio 1992 (in vigore al tempo di materiale) purché che l’esercizio del diritto a diritto di riunione non dovrebbe violare i diritti e le libertà di altri. Proibì anche l’uso di che diritto per il fine di violentemente overthrowing il Governo, incitando odio razziale, etnico o religioso o difendendo violenza o guerra (sezione 1).
25. Il Decreto del Presidium dell’URSS Consiglio Supremo n. 9306-XI 28 luglio 1988 (in vigore al tempo di materiale facendo seguito a Decreto Presidenziale n. 524 di 25 maggio 1992) purché che organizzatori di una riunione erano notificare una notificazione scritto sulle autorità municipali nessuno più tardi che dieci giorni prima della riunione progettata. La notificazione era menzionare i fini, tipo, ubicazione o itinerario della riunione, il tempo del suo inizio e termina, l’aspettato numero di partecipanti, ed i nomi ed indirizzi degli organizzatori (sezione 2). L’autorità era dare la sua risposta nessuno più tardi che cinque giorni prima della riunione. Poteva, se necessario, suggerisca un’altra sede o calcoli per la riunione (sezione 3). Una riunione si potrebbe proibire se il suo fine era contrario alla Costituzione o minacciò ordine pubblico o la sicurezza di cittadini (sezione 6). Una riunione sarebbe fermata alla richiesta delle autorità nelle cause seguenti: (1) se nessuna notificazione precedente della riunione fosse stata data; (2) se una decisione che proibisce la riunione fosse stata emessa; (3) se la procedura stabilita per la condotta di riunioni pubbliche fosse stata violata; (4) se c’era un pericolo a cittadini la vita di ‘ o salute; o (5) se l’ordine pubblico fosse violato (sezione 7).
Successione di C.
26. Successione è regolata con Parte 3 del Codice civile. Include la proprietà del defunto o diritti patrimoniali o rivendicazioni ma non include diritti od obblighi collegati intrinsecamente alla persona del defunto, come mantenimento al consorte o un diritto al risarcimento per danno a salute (Articolo 1112). Un erede dovrebbe chiedere e dovrebbe accettare successione e dovrebbe ottenere un certificato di successione da un notaio pubblico (Articoli 1152, 1162). Il diritto per ricevere pagamenti di salario e pagamenti che qualificano come così, pagamenti di pensione e le altre somme di soldi pagabile alla persona deceduta come un mezzo per esistenza che non fu ricevuta nella sua vita appartiene ai membri della famiglia del defunto che stava risiedendo con lui e qualsiasi persone a carico disabili, irrispettoso del loro avere risieduto col defunto o non (l’Articolo 1183 § 1). Nella conformità con sezione 63 della Legge Federale su Pensione Welfare di Servizio Personale Militare (1993), come in vigore al tempo di materiale, pagamenti di pensione a causa di un pensionato ma non ricevette nella sua vita è pagabile ai membri della famiglia del defunto se loro fossero responsabile di suo o il suo funerale, e non sarà incluso nella successione.
LA LEGGE
I. UNIONE DELLE RICHIESTE
27. Dato che le due richieste a preoccupazione di mano fatti simili ed azioni di reclamo ed aumento problemi identici sotto la Convenzione, la Corte decide di considerarli in una sola sentenza.
II. LOCUS STANDI
28. La Corte nota che uno dei richiedenti, OMISSIS morì e che sua madre, OMISSIS che agisce su suo proprio conto ed in favore di suo marito, il Sig. Alberto Aleksandrovich Nosov, espresse un desiderio per continuare con la richiesta. Similmente, sé prese notano della morte di un altro richiedente, OMISSIS e dell’interesse di sua moglie, OMISSIS, nell’intraprendere i procedimenti.
29. La Corte reitera che dove un richiedente muore durante l’esame di una causa suo o i suoi eredi possono in principio intraprenda la richiesta su suo o il suo conto (veda Jius čc. la Lituania, n. 34578/97, § 41 ECHR 2000 IX). In delle cause riguardo a non-esecuzione di sentenze di corte, la Corte riconobbe inoltre, il diritto dei parenti del richiedente deceduto per intraprendere la richiesta (veda Shiryayeva c. la Russia, n. 21417/04, §§ 8-9 13 luglio 2006; Sobelin ed Altri c. la Russia, N. 30672/03 et al., §§ 43-45, 3 maggio 2007; e Streltsov ed altro “Novocherkassk pensionati militari” le cause c. la Russia, N. 8549/06 et al., §§ 36-42, 29 luglio 2010). Similmente, la Corte riconobbe il diritto dei parenti del richiedente deceduto per intraprendere la richiesta riguardo all’esercizio del diritto a diritto di riunione (veda Szerdahelyi c. l’Ungheria, n. 30385/07, §§ 19-22 17 gennaio 2012).
30. Al giorno d’oggi causa che i successori hanno presentato documenti che confermano che loro erano i richiedenti ‘ parenti vicini ed eredi. Inoltre, nella conformità con le disposizioni attinenti del diritto nazionale (veda paragrafo 26 sopra), loro furono concessi per chiedere i pagamenti sociali a causa dei loro vicini parenti ma non furono ricevuti nelle loro vite. In queste circostanze, la Corte considera, che i richiedenti i successori di ‘ hanno un interesse legittimo nell’intraprendere le richieste in posto dei loro defunti parenti.
III. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE E DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1 A CAUSA DI NON-ESECUZIONE
31. I richiedenti si lamentarono dell’esecuzione ritardata delle sentenze nel loro favore. Loro si appellarono su Articolo 6 § 1 della Convenzione ed Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 nel quale lesse finora come attinente come segue:
Articolo 6 § 1
“Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi…, ognuno è concesso ad una fiera… ascolti… con [un]… tribunale…”
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
“Ogni naturale o legale persona è concessa al godimento tranquillo delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste per con legge e coi principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggia il diritto di un Stato per eseguire simile leggi come sé ritiene necessario controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o garantire il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
32. Il Governo, appellandosi sulla sentenza della Corte nella causa di Pellegrin c. la Francia ([GC], n. 28541/95, ECHR 1999 VIII), dibattè che i richiedenti le azioni di reclamo di ‘ sotto Articolo 6 della Convenzione erano ratione materiae incompatibili perché i richiedenti erano agenti di polizia precedenti e le assegnazioni rese con le corti era riguardato pagamenti sociali riferiti al loro servizio nel vigore di polizia.
33. Il Governo presentò inoltre che i richiedenti avevano ricevuto il risarcimento in riguardo del danno patrimoniale subito come un risultato dell’esecuzione tarda delle sentenze nel loro favore. Loro potrebbero dire più perciò, di essere vittime. Loro avrebbero potuto fare domanda anche per il risarcimento in riguardo del danno non-patrimoniale, ma non aveva fatto così. Il Governo si riferì a Capitolo 25 del Codice di Procedura Civile notevolmente sotto che potrebbero essere portate azioni di reclamo della negligenza da parte delle autorità e Capitolo 59 del Codice civile che posò in giù la procedura per chiedere danno non-patrimoniale. I richiedenti non avevano esaurito perciò le via di ricorso nazionali disponibile a loro sotto diritto nazionale.
34. Il Governo presentò infine che c’erano stati ritardi nell’esecuzione delle sentenze nei richiedenti favore di ‘ che deve mancare di finanziamenti. Loro sostennero che nel 2001 e 2002 approssimativamente milli sentenze erano state emesse contro dipartimento regionale degli affari interni che assegna approssimativamente 10,000 rubli russi i rivendicatori ognuno, l’aggravamento di che era un importo sostanziale nella loro prospettiva. Dipartimento regionale degli affari interni non aveva posseduto finanziamenti sufficienti per pagare quelle assegnazioni ed aveva dovuto fare domanda al Governo russo ed il Ministero di Finanza per risorse finanziarie e supplementari. Non era stato sino a 2004 che le risorse finanziarie richieste finalmente erano state assegnate al reparto di interno-affare regionale. Il Governo presentò anche che i richiedenti la condotta di ‘ aveva contribuito alla lunghezza dei procedimenti di esecuzione, poiché dopo che gli ordini di esecuzione della sentenza furono ritornati per mancanza di finanziamenti che alcuni di loro avevano re-presentato i documenti alle autorità competenti con un ritardo sostanziale.
35. I richiedenti mantennero le loro rivendicazioni.
Ammissibilità di A.
36. Come riguardi l’applicabilità di Articolo 6 della Convenzione, nella sentenza di Pellegrin la Corte sostenne davvero che il lavoro contesta fra le autorità e servitori pubblici i cui doveri tipizzano le specifiche attività del servizio pubblico, in finora come il secondo sta comportandosi come il deposito di autorità pubblica responsabile per proteggere gli interessi generali dello Stato, non è “civile” e è escluso dalla sfera di Articolo 6 § 1 della Convenzione. Comunque, in una più recente sentenza (veda Vilho Eskelinen ed Altri c. la Finlandia [GC], n. 63235/00, § 62 ECHR 2007 II) la Corte stabilì due criterio dell’applicabilità di Articolo 6 a simile controversie. Secondo questa sentenza Articolo 6 sotto suo “civile” capo sarà applicabile a tutte le controversie che comportano servitori civili, a meno che la legge nazionale esclude espressamente accesso ad una corte per la categoria di personale in oggetto, e questa esclusione è giustificata su motivi di obiettivo.
37. Rivolgendosi ai fatti della causa presente, la Corte nota che i richiedenti avevano accesso ad una corte sotto legge nazionale. Loro si avvalsero del loro diritto e portarono azioni contro dipartimento regionale degli affari interni. Le corti nazionali esaminarono i richiedenti ‘ chiede e li accettò, mentre assegnando arretrati di pagamento sociali ai richiedenti. Né le corti nazionali né il Governo, indicarono che il sistema nazionale sbarrò i richiedenti l’accesso di ‘ ad una corte. Di conseguenza, Articolo 6 è applicabile (veda, per ragionamento simile, Ustalov c. la Russia, n. 24770/04, § 13 6 dicembre 2007).
38. Inoltre, come riguardi i richiedenti status di vittima di ‘, la Corte accetta che le sentenze nei richiedenti il favore di ‘ fu eseguito in pieno. Successivamente, i richiedenti chiamarono in giudizio dipartimento regionale degli affari interni per il danno patrimoniale causato col ritardo in esecuzione di quelle sentenze. Le corti ammisero i loro ricorsi, mentre dando credito ai ritardi ed assegnò loro risarcimento che perdite di inflazione coprenti hanno subito come un risultato dell’esecuzione tarda. Dato che con riguardo ad a danno patrimoniale le corti nazionali chiaramente sono in una migliore posizione per determinare la sua esistenza e quantum (veda Scordino c. l’Italia (n. 1) [GC], n. 36813/97, § 203 ECHR 2006 V), la Corte non metterà in dubbio le sentenze delle corti nazionali in riguardo del danno patrimoniale. Effettivamente, i richiedenti non si lamentarono che gli importi assegnati erano insufficienti o che c’era stato qualsiasi ritardo nel pagamento del risarcimento assegnò. La Corte si soddisfa perciò che le autorità nazionali diedero credito alla violazione della Convenzione ed il risarcimento pagato in riguardo di danno patrimoniale.
39. Allo stesso tempo la Corte reitera che il pagamento del risarcimento in riguardo di danno patrimoniale non offre compensazione sufficiente per un ritardo in esecuzione di sentenze di corte da solo (veda Burdov c. la Russia (n. 2), n. 33509/04, § 108 ECHR 2009). È significativo che i richiedenti non ricevettero qualsiasi il risarcimento in riguardo di danno non-patrimoniale. In simile circostanze, la Corte trova, che i richiedenti non ricevettero compensazione sufficiente per le violazioni allegato della Convenzione ed ancora possono chiedere di essere vittime.
40. Infine, le prese di Corte notano dell’argomento del Governo che i richiedenti non hanno fatto domanda per il risarcimento per danno non-patrimoniale e non esaurirono perciò via di ricorso nazionali. Già ha trovato comunque, che le via di ricorso suggerirono col Governo è inefficace (veda, fra altri, Burdov (n. 2), citato sopra, §§ 103 e 106-116, e Moroko c. la Russia, n. 20937/07, §§ 25-30 12 giugno 2008).
41. La Corte non perde vista dell’esistenza di una via di ricorso nuova introdotta con le leggi №68 federali – Зe №69 – in seguito alla Зsentenza di pilota adottata nella causa di Burdov (n. 2). Questi statuti che entrarono in vigore in 4 maggio 2010 prepararono una via di ricorso nuova che abilita quelli riguardata per chiedere il risarcimento per il danno subita come un risultato della non-esecuzione di definitivo sentenze e la lunghezza irragionevole di procedimenti (veda divide in paragrafi 21 e 22 sopra).
42. La Corte osserva che nella causa presente le parti le osservazioni di ‘ arrivarono di fronte a 4 maggio 2010 e non contennero qualsiasi riferimenti allo sviluppo legislativo e nuovo. Comunque, accetta che come di 4 maggio 2010 i richiedenti hanno avuto diritto ad usare la via di ricorso nuova. Allo stesso tempo, già ha trovato, che sarebbe ingiusto per richiedere i richiedenti le cui cause già sono pendenti dal molti anni nel sistema nazionale e che è venuto alla Corte a chiedere il sollievo, portare di nuovo le loro rivendicazioni di fronte a tribunali nazionali (veda Burdov (n. 2), citato sopra, § 144). In linea con questo principio, la Corte esaminerà la richiesta presente sui suoi meriti (veda, per ragionamento simile, Kazmin c. la Russia, n. 42538/02, §§ 69-71 13 gennaio 2011).
43. La Corte nota inoltre che i richiedenti azione di reclamo di non-esecuzione di ‘ non è mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 § 3 (un) della Convenzione e non è inammissibile su qualsiasi gli altri motivi. Deve essere dichiarato perciò ammissibile.
B. Meriti
44. La Corte reitera che un irragionevolmente ritardo lungo nell’esecuzione di una sentenza vincolante può violare la Convenzione (veda Burdov c. la Russia, n. 59498/00, ECHR 2002-III).
45. Al giorno d’oggi la causa lo Stato evitò pagare il risarcimento assegnato ai richiedenti in almeno una sentenza nazionale per più di due anni. La ragione principale per il ritardo in esecuzione era la mancanza del debitore di finanziamenti. La Corte già ha trovato comunque, che non è aperto ad un’autorità Statale per citare la mancanza di finanziamenti o le altre risorse (come alloggio) come una scusa per non onorare un debito di sentenza (veda Burdov (n. 2), citato sopra, § 70).
46. Come riguardi l’eccezione che concerne alcuni dei richiedenti l’insuccesso di ‘ a resubmit l’esecuzione tappezza nel buon tempo, la Corte reitera che dove è contro lo Stato una sentenza, lo Stato deve prendere l’iniziativa per eseguirlo (veda Akashev c. la Russia, n. 30616/05, §§ 21–23 12 giugno 2008). La complessità della procedura di esecuzione nazionale non può alleviare lo Stato del suo obbligo per eseguire una decisione giudiziale e vincolante all’interno di un termine ragionevole (veda Burdov (n. 2), citato sopra, § 70).
47. Là, di conseguenza, è stato una violazione di Articolo 6 § 1 della Convenzione ed Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 in riguardo di ogni richiedente.
IV. Violazione allegato Di Articolo 11 Di La Convenzione
48. I richiedenti si lamentarono che le restrizioni imposero con le autorità sulla dimostrazione nella quale loro avevano partecipato violò il loro diritto a diritto di riunione sotto Articolo 11 della Convenzione. Che Articolo legge siccome segue:
“1. Ognuno ha il diritto alla libertà di riunione tranquilla ed alla libertà dell’associazione con altri, incluso il diritto per formare e congiungere sindacati per la protezione dei suoi interessi.
2. Nessuno restrizioni saranno messe sull’esercizio di questi diritti altro che come è prescritto con legge e è necessario in una società democratica negli interessi della sicurezza nazionale o la sicurezza di pubblico, per la prevenzione di disturbo o incrimina, per la protezione di salute o morale o per la protezione dei diritti e le libertà di altri. Questo Articolo non ostacolerà l’imposizione di restrizioni legali sull’esercizio di questi diritti con membri delle forze armate, della polizia o dell’amministrazione dello stato.”
A. Ammissibilità 49. La Corte nota che questa azione di reclamo non è mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 § 3 (un) della Convenzione e non è inammissibile su qualsiasi gli altri motivi. Deve essere dichiarato perciò ammissibile.
B. Meriti
50. Il Governo presentò che le corti russe avevano dichiarato la dimostrazione illegale per le ragioni seguenti. Prima, loro avevano trovato che la dimostrazione in piazza di Svoboda aveva violato i diritti di altri perché aveva impedito cittadini l’accesso di ‘ a trasporto pubblico ed istituzioni culturali e disturbato il lavoro degli uffici statali e regionali nel vicinato. Secondo, la dimostrazione aveva presentato un pericolo alla sicurezza perché c’era un rischio alto dell’attività terrorista nella regione al tempo. Loro elencarono otto atti terroristici che erano stati commessi nella Severnaya Osetiya-Alaniya Repubblica fra 1999 e 2003 cinque di che erano stati in Vladikavkaz. Infine, gli organizzatori della dimostrazione non avevano indicato nella notificazione la data di fine della dimostrazione come richiesto con legge russa. Il Governo enfatizzò che l’area di fronte al teatro di Tkhapsayev era stata proposta come una sede alternativa per la dimostrazione ma i richiedenti avevano respinto quel la proposta. Le restrizioni imposte sulla dimostrazione erano state giustificate perciò.
51. I richiedenti aguzzarono ad una contraddizione nelle osservazioni del Governo. Loro dibatterono che se c’era stato davvero un rischio dell’attività terrorista nella regione, che rischio sarebbe stato lo stesso di fronte al teatro di Tkhapsayev come sé era in piazza di Svoboda. Il riferimento alla minaccia di un atto terroristico era stato perciò un pretesto per bandire la dimostrazione dal centre di città alla periferia. I richiedenti presentarono inoltre che la loro dimostrazione non aveva impedito accesso pubblico a trasporto pubblico o il cinema vicino. Né aveva disgregato il lavoro degli uffici statali e regionali, perché i contestatori non avevano salmodiato qualsiasi i motti pubblicitari o rese qualsiasi l’altro rumore. Il loro atto di protesta era consistito di visualizzare criticising degli affissi le autorità per le loro azioni illegali.
52. La Corte reitera che “l’interferenza” non abbia bisogno di corrispondere ad un completamente proibizione, legale o de facto ma può consistere di varie altre misure prese con le autorità. Il termine “le restrizioni” in Articolo 11 § 2 deve essere interpretato come incluso sia misure prese prima o durante una riunione e quelli, come misure punitive presi dopo (veda Ezelin c. la Francia, 26 aprile 1991, § 39 la Serie Un n. 202). Per istanza, una proibizione precedente può avere un effetto che raffredda sulle persone che intendono di partecipare in una riunione e così corrispondere ad un’interferenza, anche se la riunione procede successivamente senza ostacolo da parte delle autorità (veda Bczkowski ąed Altri c. la Polonia, n. 1543/06, §§ 66-68 3 maggio 2007). Un ordine per cambiare il tempo o il posto della riunione può costituire bene un’interferenza come (veda L’Organizzazione macedone ed Unito Ilinden ed Ivanov c. la Bulgaria, n. 44079/98, § 103, 20 ottobre 2005, e Berladir ed Altri c. la Russia, n. 34202/06, §§ 47-51 10 luglio 2012). Lo stesso fa domanda a misure prese con le autorità durante una riunione, come dispersione della riunione o l’arresto di partecipanti (veda, per esempio, Oya Ataman c. la Turchia, n. 74552/01, §§ 7 e 30, ECHR 2006 XIII), e sanzioni penali imposero per avere preso parte in una riunione (veda, per esempio, Galstyan c. l’Armenia, n. 26986/03, §§ 100-102 15 novembre 2007).
53. Rivolgendosi alla causa presente, la Corte trova che le autorità il rifiuto di ‘ per approvare l’ubicazione scelta coi richiedenti, la decisione giudiziale che dichiara la dimostrazione illegale l’ordine per disperdere ed il susseguente smantellando dei contestatori ‘ vive sotto la tenda con la polizia costituì un’interferenza coi richiedenti il diritto di ‘ a diritto di riunione.
54. Non si contesta che l’interferenza era “prescrisse con legge” e “intraprese un scopo legittimo”, che di ostacolando disturbo e proteggere i diritti di altri, per i fini di Articolo 11 § 2. La controversia nella causa riferisce se l’interferenza era “necessario in una società democratica.”
55. La Corte ha riconosciuto che il diritto di riunione tranquilla custodì in Articolo 11 è un diritto essenziale in una società democratica e, come il diritto alla libertà di espressione, uno dei fondamenta di tale società (veda Djavit Un c. la Turchia, n. 20652/92, § 56 ECHR 2003 III, e la Parte di Persone Democristiane cristiane c. la Moldavia, n. 28793/02, §§ 62-63 ECHR 2006 II). Uno degli scopi di diritto di riunione è garantire un foro per dibattito pubblico e l’espressione aperta di protesta. La protezione dell’espressione di opinioni personali, garantita con Articolo 10 è uno degli obiettivi della libertà di riunione tranquilla custodito in Articolo 11 (veda Ezelin, citato sopra, § 37). In prospettiva della natura essenziale di diritto di riunione e la sua relazione vicina con democrazia là deve stare convincendo e deve obbligare ragioni di giustificare un’interferenza con questo diritto (veda Ouranio Toxo ed Altri c. la Grecia, n. 74989/01, § 36 ECHR 2005 X (gli estratti), ed Adal ıc. la Turchia, n. 38187/97, § 267, 31 marzo 2005 con gli ulteriori riferimenti).
56. Quando esaminando se restrizioni sui diritti e le libertà garantite con la Convenzione possono essere considerate “necessario in una società democratica” gli Stati Contraenti godono un certo ma non illimitato margine della valutazione. Un’interferenza sarà considerata “necessario in una società democratica” per un scopo legittimo se risponde un “pigiando bisogno sociale” e, in particolare, se è proporzionato allo scopo legittimo perseguito e se le ragioni adducessero con le autorità nazionali per giustificarlo è “attinente e sufficiente” (veda, per esempio, Coster c. il Regno Unito [GC], n. 24876/94, § 104, 18 gennaio 2001, e S. e Marper c. il Regno Unito [GC], N. 30562/04 e 30566/04, § 101 ECHR 2008).
57. Le prese di Corte notano degli argomenti del Governo che la dimostrazione nella quale parteciparono i richiedenti era illegale ed inoltre disgregò la vita di ogni giorno del centre di città. Reitera in questo collegamento che il fatto mero che si considera che una riunione sia illegale, non giustifici una violazione del diritto a diritto di riunione. Inoltre qualsiasi riunione in un posto pubblico è legata per provocare un certo livello della disgregazione alla vita ordinaria e l’ostilità di incontro. Nella prospettiva della Corte, dove partecipanti non prendono parte in atti della violenza è importante per le autorità pubbliche per mostrare un certo grado della tolleranza verso riunioni tranquille se il diritto di riunione garantisse con Articolo 11 della Convenzione non sarà privato di ogni sostanza (veda Oya Ataman, citato sopra, §§ 38-42; Galstyan, citato sopra, §§ 116-117, 15 novembre 2007; e Bukta ed Altri c. l’Ungheria, n. 25691/04, § 37 ECHR 2007 III).
58. Che essendo detto, la Corte già ha trovato che dopo un certo decorso del tempo lungo abbastanza per i partecipanti si può considerare che la dispersione di una riunione illegale sia giustificata negli interessi di ordine pubblico e la protezione dei diritti di altri in ordine, per esempio, raggiungere i loro obiettivi, ostacolare il deterioramento delle condizioni sanitarie o fermare la disgregazione di traffico causarono con la riunione (veda Cisse c. la Francia, n. 51346/99, §§ 50-54 ECHR 2002 III, e Çilolu ğed Altri c. la Turchia, n. 73333/01, §§ 49-53 6 marzo 2007).
59. La Corte nota che nella causa presente le autorità mostrarono la tolleranza verso i richiedenti la dimostrazione di ‘ nonostante il fatto che era stato dichiarato illegale. Effettivamente, imperterrito con le autorità il rifiuto di ‘ per approvare l’ubicazione nel centre di città scelto con loro, i contestatori raggrupparono a che ubicazione e rimase per più di due mesi là. È vero che su almeno un’occasione, approssimativamente due settimane dopo l’inizio della dimostrazione, la polizia richiese i contestatori per disperdere e smantellò le loro tende. Comunque, anche se i contestatori rifiutarono di attenersi con l’ordine di dispersione, la polizia non ricorse a vigore per disperderli. Ai contestatori non furono impediti del re-erigere le tende e dal rimanere all’ubicazione per come lungo come loro desiderarono. Loro erano in grado visualizzare affissi e bandiere che affermano le loro critiche e richieste per la durata della dimostrazione. È anche significativo che nessuni dei contestatori fu portato alla responsabilità in collegamento con la sua partecipazione nella dimostrazione.
60. In prospettiva del sopra la Corte considera che i richiedenti che la dimostrazione di ‘ è durata sufficientemente lunga per loro per esprimere la loro posizione di protesta ed attrarre l’attenzione del pubblico alle loro preoccupazioni.
61. In simile circostanze non può essere detto che le autorità oltrepassarono il margine della valutazione riconosciuto a loro in che particolare sfera o che le misure prese contro i richiedenti la dimostrazione di ‘ sia sproporzionata agli scopi legittimi perseguiti.
62. Non c’è stata di conseguenza nessuna violazione di Articolo 11 della Convenzione.
C. LE ALTRE VIOLAZIONI ALLEGATO DI LA CONVENZIONE
63. Infine, la Corte ha esaminato le altre azioni di reclamo presentate coi richiedenti, e, avendo riguardo ad a tutto il materiale nella sua proprietà ed in finora siccome loro incorrono all’interno della competenza della Corte, trova che queste azioni di reclamo non rivelano qualsiasi comparizione di una violazione dei diritti e le libertà espose fuori nella Convenzione o i suoi Protocolli. Segue che questa parte delle richieste deve essere respinta manifestamente come mal-fondò, facendo seguito ad Articolo 35 §§ 3 (un) e 4 della Convenzione.
VI. L’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
64. Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
65. Tutti i richiedenti chiesero il risarcimento in riguardo di danno non-patrimoniale. Alcuni di loro non specificarono l’importo del risarcimento, mentre altri chiesero somme che variano da 50,000 a 500,000 euro (EUR). Alcuni dei richiedenti chiesero anche i vari importi in riguardo di danno patrimoniale che rappresenta presumibilmente pagamenti sociali a causa di loro sotto diritto nazionale.
66. Il Governo presentò che le sentenze nei richiedenti il favore di ‘ era stato eseguito in pieno e che i richiedenti erano stati compensati per le perdite di inflazione subite come un risultato dell’esecuzione tarda. Loro erano stati compensati perciò per danno patrimoniale al livello nazionale. Come riguardi danno non-patrimoniale, il Governo presentò che le rivendicazioni erano eccessive e non furono sostenute con qualsiasi i documenti.
67. La Corte non discerne qualsiasi collegamento causale fra la violazione fondò ed il danno patrimoniale addusse; respinge perciò le rivendicazioni in riguardo di danno patrimoniale.
68. Come riguardi danno non-patrimoniale, la Corte reitera che è un’autorità giudiziale ed internazionale eventuale sul beneplacito degli Stati firmatario alla Convenzione, e che il suo compito principale è garantire riguardo per diritti umani, piuttosto che compensare minutamente ed esaurientemente richiedenti le perdite di ‘. Diversamente da in giurisdizioni nazionali, l’enfasi dell’attività della Corte è su sentenze pubbliche e passeggere che hanno esposto standard di umano-diritto attraverso l’Europa. Per questa ragione, in cause che coinvolgono similmente molti vittime situate un approccio unificato può essere richiesto. Questo approccio assicurerà che i richiedenti rimangono aggregato e che nessuna disparità nel livello delle assegnazioni avrà un effetto di divisive su loro (veda Ryabov e 151 altro “pensionati Privilegiati” le cause c. la Russia, N. 4563/07 et al., 17 dicembre 2009). In prospettiva del sopra, e facendo la sua valutazione su una base equa, la Corte assegna EUR 2,000 ogni richiedente in riguardo di danno non-patrimoniale, più qualsiasi tassa sulla quale può essere addebitabile quel l’importo.
69. Le assegnazioni in riguardo di OMISSIS dovrebbero essere pagate ai loro rispettivi eredi OMISSIS, nato 11 luglio 1940, ed OMISSIS, nato 15 ottobre 1952.
Costi di B. e spese
70. Appellandosi su fatture e ricevute, OMISSIS chiese 250,000 rubli russi (verso EUR 6,950) per postale, traduzione e spese di viaggio incorsero in nei procedimenti nazionali ed i procedimenti di fronte alla Corte. I richiedenti rimanenti chiesero anche che i loro costi e spese siano rimborsate, senza specificare gli importi chiesti.
71. Il Governo presentò che i richiedenti le rivendicazioni di ‘ non erano specifiche abbastanza e non furono sostenute con documenti attinenti.
72. Secondo la causa-legge della Corte, un richiedente è concesso solamente finora al rimborso di costi e spese in come sé è stato mostrato che questi davvero e necessariamente sono stati incorsi in e sono stati ragionevoli come a quantum. Al giorno d’oggi la causa, riguardo ad essere aveva ai documenti nella sua proprietà ed il criterio sopra, la Corte lo considera ragionevole assegnare a OMISSIS la somma di EUR 350, più qualsiasi tassa sulla quale può essere addebitabile quel l’importo. Che importo dovrebbe essere pagato al suo erede, OMISSIS.
73. Come riguardi gli altri richiedenti, loro non specificarono l’importo di costi e spese, né loro presentarono qualsiasi ricevute o ricevute sulla base delle quali simile importo potrebbe essere stabilito. Di conseguenza, la Corte respinge le loro rivendicazioni.
Interesse di mora di C.
74. La Corte lo considera appropriato che il tasso di interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a che dovrebbe essere aggiunto tre punti di percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE, ALL’UNANIMITA’
1. Decide di congiungere le richieste;

2. Sostiene, che OMISSIS ha la qualità per continuare i procedimenti al posto rispettivamente di OMISSIS;

3. Dichiara le azioni di reclamo riguardo a non-esecuzione delle sentenze nei richiedenti il favore di ‘ e l’interferenza col diritto a diritto di riunione ammissibile ed il resto delle richieste inammissibile;

4. Sostiene che c’è stata una violazione di Articolo 6 della Convenzione ed Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 in riguardo dell’esecuzione ritardata delle sentenze nei richiedenti il favore di ‘;

5. Sostiene che non c’è stata nessuna violazione di Articolo 11 della Convenzione;

6. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente è pagare i richiedenti, entro tre mesi dalla data sulla quale la sentenza diviene definitivo in conformità con Articolo 44 § 2 della Convenzione gli importi seguenti, essere convertito nella valuta dello Stato rispondente al tasso applicabile alla data di accordo:
(i) ad ogni richiedente, EUR 2,000 (due mila euro), più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, in riguardo di danno non-patrimoniale;
(l’ii) ad OMISSIS, EUR 350 (trecento e cinquanta euro), più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, in riguardo di costi e spese;
(b) che le assegnazioni in riguardo di OMISSIS dovrebbero essere pagate ai loro rispettivi eredi OMISSIS
(il c) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo il semplice interesse sarà pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti di percentuale;

7. Respinge il resto della richiesta dei richiedenti per la soddisfazione equa.
Fatto in inglesi, e notificò per iscritto 20 febbraio 2014, facendo seguito Decidere 77 §§ 2 e 3 degli Articoli di Corte.
Søren Nielsen Isabelle Berro-Lefèvre
Cancelliere Presidente

ANNESSO
OMISSIS

Testo Tradotto

Conclusions: Preliminary objection dismissed (Article 34 – Victim)
Preliminary objection dismissed (Article 35-1 – Exhaustion of domestic remedies) Remainder inadmissible
Violation of Article 6 – Right to a fair trial (Article 6 – Enforcement proceedings Article 6-1 – Access to court) Violation of Article 1 of Protocol No. 1 – Protection of property (Article 1 para. 1 of Protocol No. 1 – Peaceful enjoyment of possessions) No violation of Article 11 – Freedom of assembly and association (Article 11-1 – Freedom of peaceful assembly) Non-pecuniary damage – award

FIRST SECTION

CASE OF NOSOV AND OTHERS v. RUSSIA

(Applications nos. 9117/04 and 10441/04)

JUDGMENT

STRASBOURG

20 February 2014

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Nosov and Others v. Russia,
The European Court of Human Rights (First Section), sitting as a Chamber composed of:
Isabelle Berro-Lefèvre, President,
Elisabeth Steiner,
Khanlar Hajiyev,
Linos-Alexandre Sicilianos,
Erik Møse,
Ksenija Turković,
Dmitry Dedov, judges,
and Søren Nielsen, Section Registrar,
Having deliberated in private on 28 January 2014,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in two applications (nos. 9117/04 and 10441/04) against the Russian Federation lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by forty-one Russian nationals (“the applicants”), whose names and dates of birth are listed in the Annex, on 31 January and 3 February 2004.
2. The Russian Government (“the Government”) were represented by Ms V. Milinchuk, former Representative of the Russian Federation at the European Court of Human Rights.
3. The applicants complained, in particular, of the belated enforcement of judgments in their favour and of a breach of their right to freedom of assembly.
4. On 13 September 2007 the applications were communicated to the Government.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
5. The applicants live in Vladikavkaz.
6. The applicants are former policemen. They were all involved in the conflict-resolution and peace-keeping operation in the zone of the armed Ossetian-Ingush conflict in October and November 1992. As a consequence they were entitled to certain social payments.
A. Proceedings in respect of social-payments arrears
7. The applicants sued the Severnaya Osetiya-Alaniya Regional Department of the Ministry of Internal Affairs (hereafter “the regional internal-affairs department”) for social-payments arrears. On various dates in 2001 or 2002 the Leninskiy District Court of Vladikavkaz allowed their claims and ordered that the regional internal-affairs department pay the arrears. The dates of the judgments and the amounts of the awards are listed in the Annex.
8. The applicants submitted the writs of execution to the Ministry of Finance. However the Ministry returned the writs of execution on the ground of lack of funds to pay the judgment debts.
9. The judgments in favour of all the applicants were eventually enforced between September 2004 and April 2005. The dates of payment in respect of each applicant are listed in the Annex.
10. All the applicants except Mr Varziev sued the regional internal-affairs department for pecuniary damage incurred through the belated enforcement of the judgments in their favour. On various dates in 2005 the Leninskiy District Court of Vladikavkaz acknowledged that the delays in enforcement had violated the applicants’ rights and awarded each of them a sum to cover inflation losses sustained as a result. The awards were paid on various dates in 2005. One of the applicants, Mr Tsallagov, did not submit the writ of execution to the Ministry of Finance and did not therefore receive his award.
B. Demonstration organised by the applicants
11. On 15 September 2003 the applicants notified the Vladikavkaz Town Administration of their intention to hold a demonstration in Svoboda Square in Vladikavkaz to protest against the regional internal-affairs department’s failure to settle the social-payments debt. The demonstration was scheduled to start on 30 September 2003 and was announced as being of unlimited duration.
12. On 24 September 2003 the Town Administration refused to approve the venue and suggested that the demonstration be held in front of the Tkhapsayev theatre.
13. On 30 September 2003 the applicants began their demonstration in Svoboda Square in front of the Severnaya Osetiya-Alaniya Regional Government building. About one hundred people participated in it. They put up tents and remained in the square day and night. They displayed placards and banners stating their criticisms and demands.
14. On 3 October 2003 the Vladikavkaz Town Legislature annulled the decision of 24 September 2003 at the request of the regional internal-affairs department “in connection with a risk of terrorist acts in the places of mass gatherings of people”. It asked the regional internal-affairs department to take measures to break up the demonstration and restore public order in Svoboda square.
15. On 11 October 2003 the Leninskiy District Court of Vladikavkaz declared the demonstration unlawful because it violated the rights of others. The court found that it hampered citizens’ access to public transport and to the cinema and officials’ access to the administrative buildings situated in Svoboda Square. The chanting of slogans by the applicants also disturbed the officials’ work. Moreover, the regional internal-affairs department had information about an expected outbreak of terrorist activities in the region. The mass gathering of people in the vicinity of the administrative buildings increased the risk of terrorist acts and other offences being committed and impeded the conduct of preventive operations by the law-enforcement agencies. The court further noted that the Vladikavkaz Town Administration had ordered that all meetings and assemblies be held in front of the Tkhapsayev theatre; therefore the demonstration in Svoboda Square was in breach of that order. Lastly, the court found that public gatherings of unlimited duration were not authorised by Russian law.
16. It appears from the videotape and press articles submitted by the applicants that on the same day the police ordered the protesters to disperse. As the protesters refused to stop the demonstration, the police dismantled the tents they had erected. The protesters, however, put the tents back up and continued their demonstration.
17. On 18 November 2003 the Supreme Court of the Severnaya Osetiya-Alaniya Republic upheld the judgment of 11 October 2003 on appeal.
18. On 27 November 2003 the Parliament of the Severnaya Osetiya-Alaniya Republic decreed that Svoboda Square in Vladikavkaz was reserved for meetings, assemblies and demonstrations organised at the initiative of the authorities of the Severnaya Osetiya-Alaniya Republic and the town of Vladikavkaz. Other public gatherings were to be held at a venue to be determined by the Vladikavkaz Town Administration.
19. On an unspecified date in December 2003 the protesters ended the demonstration.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
A. Enforcement of judgments
20. For the relevant provisions of the domestic law regarding the enforcement of final judgments, see Burdov v. Russia (no. 2) (no. 33509/04, §§ 22 and 26-29, 15 January 2009).
21. Federal Law № 68-ФЗ of 30 April 2010 (in force as of 4 May 2010) provides that in the event of a violation of the right to trial within a reasonable time or of the right to enforcement of a final judgment, Russian citizens are entitled to seek compensation for non-pecuniary damage. Federal Law № 69-ФЗ adopted on the same day introduced the pertinent changes in the Russian legislation.
22. Section 6.2 of Federal Law № 68-ФЗ provides that everyone who has an application pending with the European Court of Human Rights concerning a complaint of the nature described in the law has six months to bring the complaint to the domestic courts.
B. Public assemblies
23. The Constitution guarantees the right to freedom of peaceful assembly and the right to hold meetings, demonstrations, marches and pickets (Article 31).
24. Presidential Decree no. 524 of 25 May 1992 (in force at the material time) provided that the exercise of the right to freedom of assembly should not violate the rights and freedoms of others. It also prohibited the use of that right for the purpose of violently overthrowing the Government, inciting racial, ethnic or religious hatred, or advocating violence or war (section 1).
25. The Decree of the Presidium of the USSR Supreme Council no. 9306-XI of 28 July 1988 (in force at the material time pursuant to Presidential Decree no. 524 of 25 May 1992) provided that organisers of an assembly were to serve a written notification on the municipal authorities no later than ten days before the planned assembly. The notification was to mention the purposes, type, location or itinerary of the assembly, the time of its beginning and end, the expected number of participants, and the names and addresses of the organisers (section 2). The authority was to give its response no later than five days before the assembly. It could, if necessary, suggest another venue or time for the assembly (section 3). An assembly could be banned if its purpose was contrary to the Constitution or threatened public order or the security of citizens (section 6). An assembly was to be stopped at the request of the authorities in the following cases: (1) if no prior notification of the assembly had been given; (2) if a decision banning the assembly had been issued; (3) if the established procedure for the conduct of public assemblies had been breached; (4) if there was a danger to citizens’ life or health; or (5) if the public order was breached (section 7).
C. Succession
26. Succession is regulated by Part 3 of the Civil Code. It includes the deceased’s property or pecuniary rights or claims but does not include rights or obligations intrinsically linked to the deceased’s person, such as alimony or a right to compensation for damage to health (Article 1112). An heir should claim and accept succession and obtain a succession certificate from a public notary (Articles 1152, 1162). The right to receive salary payments and payments qualifying as such, pension payments and other sums of money payable to the deceased person as a means of subsistence which were not received in his lifetime belongs to the members of the deceased’s family who had been residing with him and any disabled dependants, irrespective of their having resided with the deceased or not (Article 1183 § 1). In accordance with section 63 of the Federal Law on Pension Welfare of Military Service Personnel (1993), as in force at the material time, pension payments due to a pensioner but not received in his lifetime are payable to the members of the deceased’s family if they were in charge of his or her funeral, and shall not be included in the succession.
THE LAW
I. JOINDER OF THE APPLICATIONS
27. Given that the two applications at hand concern similar facts and complaints and raise identical issues under the Convention, the Court decides to consider them in a single judgment.
II. LOCUS STANDI
28. The Court notes that one of the applicants, Mr Aleksandr Albertovich Nosov, died and that his mother, Ms Anna Romanovna Nosova, acting on her own behalf and on behalf of her husband, Mr Albert Aleksandrovich Nosov, expressed a wish to continue with the application. Likewise, it takes note of the death of another applicant, Mr Akhsarbek Vladimirovich Pukhaev, and of the interest of his wife, Ms Aza Kharitonovna Pukhayeva, in pursuing the proceedings.
29. The Court reiterates that where an applicant dies during the examination of a case his or her heirs may in principle pursue the application on his or her behalf (see Jėčius v. Lithuania, no. 34578/97, § 41, ECHR 2000 IX). Furthermore, in some cases concerning non-enforcement of court judgments, the Court recognised the right of the relatives of the deceased applicant to pursue the application (see Shiryayeva v. Russia, no. 21417/04, §§ 8-9, 13 July 2006; Sobelin and Others v. Russia, nos. 30672/03 et al., §§ 43-45, 3 May 2007; and Streltsov and other “Novocherkassk military pensioners” cases v. Russia, nos. 8549/06 et al., §§ 36-42, 29 July 2010). Similarly, the Court recognised the right of the relatives of the deceased applicant to pursue the application concerning the exercise of the right to freedom of assembly (see Szerdahelyi v. Hungary, no. 30385/07, §§ 19-22, 17 January 2012).
30. In the present case the successors submitted documents confirming that they were the applicants’ close relatives and heirs. Furthermore, in accordance with the relevant provisions of the domestic law (see paragraph 26 above), they were entitled to claim the social payments due to their close relatives but not received in their lifetimes. In these circumstances, the Court considers that the applicants’ successors have a legitimate interest in pursuing the applications in place of their late relatives.
III. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 6 OF THE CONVENTION AND ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 ON ACCOUNT OF
NON-ENFORCEMENT
31. The applicants complained about the delayed enforcement of the judgments in their favour. They relied on Article 6 § 1 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1, which read in so far as relevant as follows:
Article 6 § 1
“In the determination of his civil rights and obligations …, everyone is entitled to a fair … hearing … by [a] … tribunal …”
Article 1 of Protocol No. 1
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.”
32. The Government, relying on the Court’s judgment in the case of Pellegrin v. France ([GC], no. 28541/95, ECHR 1999 VIII), argued that the applicants’ complaints under Article 6 of the Convention were incompatible ratione materiae because the applicants were former police officers and the awards made by the courts had concerned social payments related to their service in the police force.
33. The Government further submitted that the applicants had received compensation in respect of the pecuniary damage sustained as a result of the belated enforcement of the judgments in their favour. Therefore, they could no longer claim to be victims. They could also have applied for compensation in respect of the non-pecuniary damage, but had not done so. The Government notably referred to Chapter 25 of the Code of Civil Procedure, under which complaints about negligence on the part of the authorities could be brought and Chapter 59 of the Civil Code, which laid down the procedure for claiming non-pecuniary damage. The applicants had not therefore exhausted the domestic remedies available to them under domestic law.
34. The Government lastly submitted that there had been delays in the execution of the judgments in the applicants’ favour owing to lack of funds. They maintained that in 2001 and 2002 about a thousand judgments had been issued against the regional internal-affairs department awarding the claimants about 10,000 Russian roubles each, the aggregate of which was a substantial amount in their view. The regional internal-affairs department had not possessed sufficient funds to pay those awards and had had to apply to the Russian Government and the Ministry of Finance for additional financial resources. It had not been until 2004 that the financial resources requested had at last been allocated to the regional internal-affairs department. The Government also submitted that the applicants’ conduct had contributed to the length of the enforcement proceedings, since after the writs of execution were returned for lack of funds some of them had re-submitted the writs to the competent authorities with a substantial delay.
35. The applicants maintained their claims.
A. Admissibility
36. As regards the applicability of Article 6 of the Convention, in the Pellegrin judgment the Court indeed held that the employment disputes between the authorities and public servants whose duties typify the specific activities of the public service, in so far as the latter is acting as the depository of public authority responsible for protecting the general interests of the State, are not “civil” and are excluded from the scope of Article 6 § 1 of the Convention. However, in a more recent judgment (see Vilho Eskelinen and Others v. Finland [GC], no. 63235/00, § 62, ECHR 2007 II) the Court established two criteria of applicability of Article 6 to such disputes. According to this judgment Article 6 under its “civil” head shall be applicable to all disputes involving civil servants, unless the national law expressly excludes access to a court for the category of staff in question, and this exclusion is justified on objective grounds.
37. Turning to the facts of the present case, the Court notes that the applicants had access to a court under national law. They made use of their right and brought actions against the regional internal-affairs department. The domestic courts examined the applicants’ claims and accepted them, awarding social payment arrears to the applicants. Neither the domestic courts nor the Government indicated that the domestic system barred the applicants’ access to a court. Accordingly, Article 6 is applicable (see, for similar reasoning, Ustalov v. Russia, no. 24770/04, § 13, 6 December 2007).
38. Further, as regards the applicants’ victim status, the Court accepts that the judgments in the applicants’ favour were enforced in full. Subsequently, the applicants sued the regional internal-affairs department for the pecuniary damage caused by the delay in enforcement of those judgments. The courts granted their claims, acknowledging the delays and awarded them compensation covering inflation losses sustained as a result of the belated enforcement. Given that with regard to pecuniary damage the domestic courts are clearly in a better position to determine its existence and quantum (see Scordino v. Italy (no. 1) [GC], no. 36813/97, § 203, ECHR 2006 V), the Court will not question the findings of the domestic courts in respect of the pecuniary damage. Indeed, the applicants did not complain that the amounts awarded were insufficient or that there had been any delay in the payment of the compensation awarded. The Court is therefore satisfied that the domestic authorities acknowledged the breach of the Convention and paid compensation in respect of pecuniary damage.
39. At the same time the Court reiterates that the payment of compensation in respect of pecuniary damage alone does not provide sufficient redress for a delay in enforcement of court judgments (see Burdov v. Russia (no. 2), no. 33509/04, § 108, ECHR 2009). It is significant that the applicants did not receive any compensation in respect of non-pecuniary damage. In such circumstances, the Court finds that the applicants did not receive sufficient redress for the alleged breaches of the Convention and can still claim to be victims.
40. Finally, the Court takes note of the Government’s argument that the applicants did not apply for compensation for non-pecuniary damage and did not therefore exhaust domestic remedies. It has, however, already found that the remedies suggested by the Government are ineffective (see, among others, Burdov (no. 2), cited above, §§ 103 and 106-116, and Moroko v. Russia, no. 20937/07, §§ 25-30, 12 June 2008).
41. The Court does not lose sight of the existence of a new remedy introduced by the federal laws № 68-ФЗ and № 69-ФЗ in the wake of the pilot judgment adopted in the case of Burdov (no. 2). These statutes, which entered into force on 4 May 2010, set up a new remedy which enables those concerned to seek compensation for the damage sustained as a result of the non-enforcement of final judgments and the unreasonable length of proceedings (see paragraphs 21 and 22 above).
42. The Court observes that in the present case the parties’ observations arrived before 4 May 2010 and did not contain any references to the new legislative development. However, it accepts that as of 4 May 2010 the applicants have had the right to use the new remedy. At the same time, it has already found that it would be unfair to request the applicants, whose cases have already been pending for many years in the domestic system and who have come to the Court to seek relief, to bring their claims before domestic tribunals again (see Burdov (no. 2), cited above, § 144). In line with this principle, the Court shall examine the present application on its merits (see, for similar reasoning, Kazmin v. Russia, no. 42538/02, §§ 69-71, 13 January 2011).
43. The Court further notes that the applicants’ non-enforcement complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 (a) of the Convention and is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
44. The Court reiterates that an unreasonably long delay in the enforcement of a binding judgment may breach the Convention (see Burdov v. Russia, no. 59498/00, ECHR 2002-III).
45. In the present case the State avoided paying the compensation awarded to the applicants in at least one domestic judgment for more than two years. The main reason for the delay in enforcement was the debtor’s lack of funds. However, the Court has already found that it is not open to a State authority to cite the lack of funds or other resources (such as housing) as an excuse for not honouring a judgment debt (see Burdov (no. 2), cited above, § 70).
46. As regards the objection concerning some of the applicants’ failure to resubmit the enforcement papers in good time, the Court reiterates that where a judgment is against the State, the State must take the initiative to enforce it (see Akashev v. Russia, no. 30616/05, §§ 21–23, 12 June 2008). The complexity of the domestic enforcement procedure cannot relieve the State of its obligation to enforce a binding judicial decision within a reasonable time (see Burdov (no. 2), cited above, § 70).
47. There has, accordingly, been a violation of Article 6 § 1 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1 in respect of each applicant.
IV. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 11 OF THE CONVENTION
48. The applicants complained that the restrictions imposed by the authorities on the demonstration in which they had participated violated their right to freedom of assembly under Article 11 of the Convention. That Article reads as follows:
“1. Everyone has the right to freedom of peaceful assembly and to freedom of association with others, including the right to form and to join trade unions for the protection of his interests.
2. No restrictions shall be placed on the exercise of these rights other than such as are prescribed by law and are necessary in a democratic society in the interests of national security or public safety, for the prevention of disorder or crime, for the protection of health or morals or for the protection of the rights and freedoms of others. This Article shall not prevent the imposition of lawful restrictions on the exercise of these rights by members of the armed forces, of the police or of the administration of the state.”
A. Admissibility
49. The Court notes that this complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 (a) of the Convention and is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
50. The Government submitted that the Russian courts had declared the demonstration unlawful for the following reasons. First, they had found that the demonstration in Svoboda square had violated the rights of others because it had hampered citizens’ access to public transport and cultural institutions and disturbed the work of the regional government offices in the vicinity. Second, the demonstration had presented a danger to security because there was a high risk of terrorist activity in the region at the time. They listed eight terrorist acts that had been committed in the Severnaya Osetiya-Alaniya Republic between 1999 and 2003, five of which had been in Vladikavkaz. Lastly, the organisers of the demonstration had not indicated in the notification the end date of the demonstration as required by Russian law. The Government emphasized that the area in front of the Tkhapsayev theatre had been proposed as an alternative venue for the demonstration but the applicants had rejected that proposal. The restrictions imposed on the demonstration had been therefore justified.
51. The applicants pointed to a contradiction in the Government’s submissions. They argued that if there had indeed been a risk of terrorist activity in the region, that risk would have been the same in front of the Tkhapsayev theatre as it was in Svoboda square. The reference to the threat of a terrorist act had therefore been a pretext for banishing the demonstration from the town centre to the outskirts. The applicants further submitted that their demonstration had not impeded public access to public transport or the nearby cinema. Nor had it disrupted the work of the regional government offices, because the protesters had not chanted any slogans or made any other noise. Their act of protest had consisted of displaying placards criticising the authorities for their unlawful actions.
52. The Court reiterates that “interference” does not need to amount to an outright ban, legal or de facto, but can consist of various other measures taken by the authorities. The term “restrictions” in Article 11 § 2 must be interpreted as including both measures taken before or during an assembly and those, such as punitive measures, taken afterwards (see Ezelin v. France, 26 April 1991, § 39, Series A no. 202). For instance, a prior ban can have a chilling effect on the persons who intend to participate in an assembly and thus amount to an interference, even if the assembly subsequently proceeds without hindrance on the part of the authorities (see Bączkowski and Others v. Poland, no. 1543/06, §§ 66-68, 3 May 2007). An order to change the time or the place of the assembly may constitute an interference as well (see The United Macedonian Organisation Ilinden and Ivanov v. Bulgaria, no. 44079/98, § 103, 20 October 2005, and Berladir and Others v. Russia, no. 34202/06, §§ 47-51, 10 July 2012). The same applies to measures taken by the authorities during an assembly, such as dispersal of the assembly or the arrest of participants (see, for example, Oya Ataman v. Turkey, no. 74552/01, §§ 7 and 30, ECHR 2006 XIII), and penalties imposed for having taken part in an assembly (see, for example, Galstyan v. Armenia, no. 26986/03, §§ 100-102, 15 November 2007).
53. Turning to the present case, the Court finds that the authorities’ refusal to approve the location chosen by the applicants, the judicial decision declaring the demonstration unlawful, the order to disperse and the subsequent dismantling of the protesters’ tents by the police constituted an interference with the applicants’ right to freedom of assembly.
54. It is not contested that the interference was “prescribed by law” and “pursued a legitimate aim”, that of preventing disorder and protecting the rights of others, for the purposes of Article 11 § 2. The dispute in the case relates to whether the interference was “necessary in a democratic society”.
55. The Court has recognised that the right of peaceful assembly enshrined in Article 11 is a fundamental right in a democratic society and, like the right to freedom of expression, one of the foundations of such a society (see Djavit An v. Turkey, no. 20652/92, § 56, ECHR 2003 III, and Christian Democratic People’s Party v. Moldova, no. 28793/02, §§ 62-63, ECHR 2006 II). One of the aims of freedom of assembly is to secure a forum for public debate and the open expression of protest. The protection of the expression of personal opinions, secured by Article 10, is one of the objectives of the freedom of peaceful assembly enshrined in Article 11 (see Ezelin, cited above, § 37). In view of the essential nature of freedom of assembly and its close relationship with democracy there must be convincing and compelling reasons to justify an interference with this right (see Ouranio Toxo and Others v. Greece, no. 74989/01, § 36, ECHR 2005 X (extracts), and Adalı v. Turkey, no. 38187/97, § 267, 31 March 2005, with further references).
56. When examining whether restrictions on the rights and freedoms guaranteed by the Convention can be considered “necessary in a democratic society” the Contracting States enjoy a certain but not unlimited margin of appreciation. An interference will be considered “necessary in a democratic society” for a legitimate aim if it answers a “pressing social need” and, in particular, if it is proportionate to the legitimate aim pursued and if the reasons adduced by the national authorities to justify it are “relevant and sufficient” (see, for example, Coster v. the United Kingdom [GC], no. 24876/94, § 104, 18 January 2001, and S. and Marper v. the United Kingdom [GC], nos. 30562/04 and 30566/04, § 101, ECHR 2008).
57. The Court takes note of the Government’s arguments that the demonstration in which the applicants participated was unlawful and moreover disrupted the everyday life of the town centre. It reiterates in this connection that the mere fact that an assembly is considered to be unlawful does not justify an infringement of the right to freedom of assembly. Further, any assembly in a public place is bound to cause a certain level of disruption to ordinary life and encounter hostility. In the Court’s view, where participants do not engage in acts of violence it is important for the public authorities to show a certain degree of tolerance towards peaceful assemblies if the freedom of assembly guaranteed by Article 11 of the Convention is not to be deprived of all substance (see Oya Ataman, cited above, §§ 38-42; Galstyan, cited above, §§ 116-117, 15 November 2007; and Bukta and Others v. Hungary, no. 25691/04, § 37, ECHR 2007 III).
58. That being said, the Court has already found that after a certain lapse of time long enough for the participants to attain their objectives, the dispersal of an unlawful assembly may be considered to be justified in the interests of public order and the protection of the rights of others in order, for example, to prevent the deterioration of sanitary conditions or to stop the disruption of traffic caused by the assembly (see Cisse v. France, no. 51346/99, §§ 50-54, ECHR 2002 III, and Çiloğlu and Others v. Turkey, no. 73333/01, §§ 49-53, 6 March 2007).
59. The Court notes that in the present case the authorities showed tolerance towards the applicants’ demonstration despite the fact that it had been declared unlawful. Indeed, undeterred by the authorities’ refusal to approve the location in the town centre chosen by them, the protesters gathered at that location and remained there for more than two months. It is true that on at least one occasion, about two weeks after the beginning of the demonstration, the police requested the protesters to disperse and dismantled their tents. However, even though the protesters refused to comply with the dispersal order, the police did not resort to force to disperse them. The protesters were not prevented from re-erecting the tents and from remaining at the location for as long as they wished. They were able to display placards and banners stating their criticisms and demands for the duration of the demonstration. It is also significant that none of the protesters was brought to liability in connection with his participation in the demonstration.
60. In view of the above the Court considers that the applicants’ demonstration lasted sufficiently long for them to express their position of protest and to draw the attention of the public to their concerns.
61. In such circumstances it cannot be said that the authorities overstepped the margin of appreciation afforded to them in that particular sphere or that the measures taken against the applicants’ demonstration were disproportionate to the legitimate aims pursued.
62. There has accordingly been no violation of Article 11 of the Convention.
V. OTHER ALLEGED VIOLATIONS OF THE CONVENTION
63. Lastly, the Court has examined the other complaints submitted by the applicants, and, having regard to all the material in its possession and in so far as they fall within the Court’s competence, it finds that these complaints do not disclose any appearance of a violation of the rights and freedoms set out in the Convention or its Protocols. It follows that this part of the applications must be rejected as manifestly ill-founded, pursuant to Article 35 §§ 3 (a) and 4 of the Convention.
VI. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
64. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
A. Damage
65. All the applicants claimed compensation in respect of non-pecuniary damage. Some of them did not specify the amount of compensation, while others claimed sums ranging from 50,000 to 500,000 euros (EUR). Some of the applicants also claimed various amounts in respect of pecuniary damage representing social payments allegedly due to them under domestic law.
66. The Government submitted that the judgments in the applicants’ favour had been enforced in full and that the applicants had been compensated for the inflation losses sustained as a result of the belated enforcement. They had therefore been compensated for pecuniary damage at the domestic level. As regards non-pecuniary damage, the Government submitted that the claims were excessive and were not supported by any documents.
67. The Court does not discern any causal link between the violation found and the pecuniary damage alleged; it therefore rejects the claims in respect of pecuniary damage.
68. As regards non-pecuniary damage, the Court reiterates that it is an international judicial authority contingent on the consent of the States signatory to the Convention, and that its principal task is to secure respect for human rights, rather than compensate applicants’ losses minutely and exhaustively. Unlike in national jurisdictions, the emphasis of the Court’s activity is on passing public judgments that set human-rights standards across Europe. For this reason, in cases involving many similarly situated victims a unified approach may be called for. This approach will ensure that the applicants remain aggregated and that no disparity in the level of the awards will have a divisive effect on them (see Ryabov and 151 other “Privileged pensioners” cases v. Russia, nos. 4563/07 et al., 17 December 2009). In view of the above, and making its assessment on an equitable basis, the Court awards each applicant EUR 2,000 in respect of non-pecuniary damage, plus any tax that may be chargeable on that amount.
69. The awards in respect of OMISSIS should be paid to their respective heirs OMISSIS, born on 11 July 1940, and OMISSIS, born on 15 October 1952.
B. Costs and expenses
70. Relying on invoices and vouchers, OMISSIS claimed 250,000 Russian roubles (approximately EUR 6,950) for postal, translation and travel expenses incurred in the domestic proceedings and the proceedings before the Court. The remaining applicants also asked that their costs and expenses be reimbursed, without specifying the amounts claimed.
71. The Government submitted that the applicants’ claims were not specific enough and were not supported by relevant documents.
72. According to the Court’s case-law, an applicant is entitled to the reimbursement of costs and expenses only in so far as it has been shown that these have been actually and necessarily incurred and are reasonable as to quantum. In the present case, regard being had to the documents in its possession and the above criteria, the Court considers it reasonable to award to Mr Aleksandr Albertovich Nosov the sum of EUR 350, plus any tax that may be chargeable on that amount. That amount should be paid to his heir, Ms Anna Romanovna Nosova.
73. As regards the other applicants, they did not specify the amount of costs and expenses, nor did they submit any receipts or vouchers on the basis of which such amount could be established. Accordingly, the Court rejects their claims.
C. Default interest
74. The Court considers it appropriate that the default interest rate should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT, UNANIMOUSLY,
1. Decides to join the applications;

2. Holds, that OMISSIS have standing to continue the proceedings in place of OMISSIS respectively;

3. Declares the complaints concerning non-enforcement of the judgments in the applicants’ favour and the interference with the right to freedom of assembly admissible and the remainder of the applications inadmissible;

4. Holds that there has been a violation of Article 6 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1 in respect of the delayed execution of the judgments in the applicants’ favour;

5. Holds that there has been no violation of Article 11 of the Convention;

6. Holds
(a) that the respondent State is to pay the applicants, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 § 2 of the Convention, the following amounts, to be converted into the currency of the respondent State at the rate applicable at the date of settlement:
(i) to each applicant, EUR 2,000 (two thousand euros), plus any tax that may be chargeable, in respect of non-pecuniary damage;
(ii) to OMISSIS, EUR 350 (three hundred and fifty euros), plus any tax that may be chargeable, in respect of costs and expenses;
(b) that the awards in respect of OMISSIS should be paid to their respective heirs OMISSIS
(c) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amounts at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;

7. Dismisses the remainder of the applicants’ claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 20 February 2014, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Søren Nielsen Isabelle Berro-Lefèvre
Registrar President

ANNEX
OMISSIS

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

Se l'espropriato ha già un Professionista di sua fiducia, può comunicagli che sul nostro sito trova strumenti utili per il suo lavoro.
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
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  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
    - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
    - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
    - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 11/12/2024