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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF NIKOLAY ZAYTSEV v. RUSSIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli:
Numero: 3447/06/2010
Stato: Russia
Data: 2010-02-18 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

PRIMA SEZIONE
CAUSA NIKOLAY ZAYTSEV C. RUSSIA
(Richiesta n. 3447/06)
SENTENZA
STRASBOURG
18 febbraio 2010
Questa sentenza diverrà definitivo nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Nikolay Zaytsev c. Russia,
La Corte europea dei Diritti umani (Prima Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Christos Rozakis, Presidente, Anatoly Kovler, Elisabeth Steiner, Dean Spielmann, Sverre Erik Jebens, Giorgio Malinverni, Giorgio Nicolaou, giudici,
e Søren Nielsen, Cancelliere di Sezione,
Avendo deliberato in privato il 28 gennaio 2010,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata i quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 3447/06) contro la Federazione russa depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino russo, Sig. N. I. Z. (“il richiedente”), il 7 dicembre 2005.
2. Il Governo russo (“il Governo”) fu rappresentato dal Sig. G. Matyushkin, il Rappresentante della Federazione russa alla Corte europea dei Diritti umani.
3. Il 28 novembre 2008 il Presidente della prima Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo e di dare all’applicazione il trattamento prioritario sotto l’Articolo 41 dell’Ordinamento di Corte. Fu deciso anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29 § 3).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. Il richiedente nacque nel 1927 e vive a Pskov.
5. Il richiedente, un membro delle Forze Armate militare e pensionato introdusse procedimenti contro il Commissariato del Servizio Militare della Regione di Pskov (“il Commissariato”).
6. Il 25 ottobre 2002 la Corte della Città di della Regione di Pskov decise che al richiedente venisse concessa una retribuzione mensile per danno di salute riferito alla fatica professionale di 4,540.52 rubli russi (RUB) ed una retribuzione mensile per spese alimentari di RUB 544.80. La corte trovò anche che il debito accumulato come risultato di una precedente sottopagamento della retribuzione mensile per danno di salute era RUB 49,566.56, il debito a riguardo dell’assegno per le spese alimentari era RUB 734.40 ed il debito a riguardo dell’assegno annuale per danno di salute accumulato nel 2001 era RUB 281.50. La corte ordinò anche che le retribuzioni mensili assegnate venissero successivamente attualizzate in linea con l’ inflazione.
7. Non fu fatto ricorso contro la sentenza e il 5 novembre 2002 divenne definitiva.
8. Il19 dicembre 2003 e il 23 marzo 2004 gli arretrati assegnati per il periodo dal 1 agosto 2001 al 31 marzo 2004 furono pagati al richiedente.
9. L’11 novembre 2003 il Commissariato fece domanda per la revisione direttiva della sentenza.
10. Il 12 marzo 2004 il Presidium della Corte Suprema della Russia, tramite procedimenti di revisione direttiva annullò la sentenza del 25 ottobre 2002 nella parte che obbligava il Commissariato rispondente a legare all’indicizzazione i pagamenti e sostenne il resto delle sentenze del primo giudice di prima istanza.
11. Il 5 agosto 2004 la Corte della Città di Pskov respinse la richiesta del Commissariato per l’annullamento della sentenza del 25 ottobre 2002 a causa della scoperta di nuove circostanze. Il richiedente fece osservazioni scritte e, apparentemente, era presente nella sala dell’ udienza.
12. Il 30 dicembre 2004 il Commissariato introdusse una nuova richiesta per revisione direttiva delle sentenze del24 ottobre 2002 e del 12 marzo 2004 presso la Corte Suprema della Federazione russa.
13. Il 30 settembre 2005 il Presidium della Corte Suprema della Federazione russa, tramite procedimenti di revisione direttiva annullò la sentenza del 25 ottobre 2002 sulla base dell’applicazione incorretta del diritto nazionale e rinviò la causa per un nuovo esame. Il Presidium annullò pertanto anche la sentenza del 12 marzo 2004 siccome quest’ultimo sostenne l’assegnazione resa il 25 ottobre 2002.
14. Il 27 gennaio 2006 la Corte della Città di Pskov esaminò da capo la causa e accolse le rivendicazioni del richiedente in pieno. La Corte ordinò al ordine Commissariato di pagare al richiedente RUB 37,896.38 per arretrato dell’ assegno per il cibo per il periodo dal1 luglio 2000 al 31 dicembre 2005 RUB36,930.96 di arretrati per risarcimento per danno di salute. Al richiedente furono assegnati inoltre RUB 1,640.91 mensili a riguardo dell’assegno per il cibo e RUB 6,838.04 per risarcimento per danno di salute. Il 4 aprile 2006 la sentenza fu sostenuta dalla Corte Regionale di Pskov. Il 5 maggio 2006 l’assegnazione fu eseguita.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE E DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1 A CAUSA DELLA REVISIONE DIRETTIVA
15. Il richiedente si lamentò sotto l’Articolo 6 della Convenzione e l’ Articolo 1 del Protocollo No.1 dell’annullamento della sentenza a suo favore del 30 settembre 2005. Le parti attinenti di queste disposizioni recitano come segue:
Articolo 6 § 1
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale …”
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale…”
16. Il Governo dibatté che la revisione direttiva della sentenza non aveva violato la Convenzione. Era stata iniziata da una parte ai procedimenti all’interno di meno di un anno dall’entrata in vigore della sentenza. L’annullamento era giustificato perché la sentenza era stata basata su un’applicazione non corretta della legge e quindi conteneva un difetto fondamentale. Il Presidium non aveva emesso una nuova sentenza nella causa, ma l’ha rinviata alla corte di prima istanza. L’annullamento della sentenza vincolante era stato legittimo in una società democratica ed era stato esercitato così da prevedere un equilibrio equo fra gli interessi del richiedente ed il bisogno di assicurare l’efficacia del sistema della giustizia. Riguardo all’azione di reclamo sotto l’ Articolo 1 del Protocollo No.1, il Governo presentò, con riferimento alla sentenza del 27 gennaio 2006, che i ricorsi del richiedente furono ammessi in pieno nel nuovo set dei procedimenti nazionali, e perciò i suoi diritti sotto l’ Articolo sopra menzionato non sono stati colpiti.
17. Il richiedente sostenne la sua rivendicazione. Lui indicò che la sentenza a favore suo era stata annullata più di due anni dopo che era divenuta definitiva e la richiesta per la revisione direttiva era stata introdotta dal Commissariato in violazione dei tempo-limiti procedurali stabiliti nel diritto nazionale. Il Commissariato andò a vuoto nell’ impugnare l’assegnazione introducendo un ricorso ordinario. Invece, la sentenza fu annullata su revisione direttiva in violazione del principio della certezza legale.
A. Ammissibilità
18. La Corte nota che questa azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarato perciò ammissibile.
B. Meriti
1. Articolo 6 della Convenzione
19. La Corte reitera la sua costante giurisprudenza secondo cui l’annullamento tramite revisione direttiva di una decisione giudiziale che è divenuta definitiva e vincolante può rendere illusorio il diritto del contendente ad una corte e può infrangere il principio di certezza legale (vedere, fra molte altre autorità, Brumărescu c. Romania [GC], n. 28342/95, § 62 ECHR 1999-VII; Ryabykh c. Russia, n. 52854/99, §§ 56-58 del 24 luglio 2003). Discostarsi da questo principio è giustificato solamente quando reso necessario da circostanze di carattere sostanziale ed impellente (vedere mutatis mutandis, Ryabykh citata sopra, § 52).
20. Rivolgendosi alla presente causa, la Corte osserva che la sentenza del 25 ottobre 2002 fu accantonata tramite una revisione direttiva solamente sulla base che la corte inferiore aveva applicato erroneamente il diritto sostanziale. La Corte reitera il suo approccio continuo che in assenza di un difetto fondamentale nei procedimenti precedenti il disaccordo di una parte con la valutazione resa dal primo giudice di prima istanza non è una circostanza di un carattere sostanziale ed impellente che garantisce l’annullamento di una sentenza esecutiva e vincolante e la riapertura dei procedimenti sulla rivendicazione del richiedente (vedere Dovguchits c. Russia, n. 2999/03, § 30 del 7 giugno 2007; e Kot c. Russia, n. 20887/03, § 29 del 18 gennaio 2007). Il Governo ha esposto nessun argomento tale da permettere alla Corte di giungere ad una conclusione diversa nelle due presenti cause. C’è stata, di conseguenza, una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione.
2. L’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1
21. La Corte nota che il richiedente aveva avuto successo in un nuovo round degli atti dopo l’annullamento e che come risultato dei procedimenti lui aveva ricevuto l’importo che equivaleva a quello iniziale reso a suo favore dalla sentenza definitiva del 25 ottobre 2002. In queste circostanze la Corte non considera necessario decidere sulla questione se c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 a riguardo del richiedente (vedere, mutatis mutandis, Zasurtsev c. Russia, n. 67051/01, §§ 53-55, 27 aprile 2006 Kurinnyy c. Russia, n. 36495/02, § 38 del 12 giugno 2008).
II. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 13 DELLA CONVENZIONE
22. Il richiedente si lamentò anche sotto l’Articolo 13 della Convenzione di non aver avuto a disposizione i una via di ricorso nazionale effettiva contro l’annullamento della sentenza definitiva a suo favore.
23. La Corte nota che questa azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
24. Comunque, avendo trovato sopra che la revisione direttiva violò i diritti effettivi del richiedente sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione, la Corte considera che non è necessario esaminare separatamente l’azione di reclamo dell’assenza di vie di ricorso effettive con riguardo ai procedimenti generati da questa revisione direttiva (vedere Sitkov c. Russia, n. 55531/00, § 39 del 18 gennaio 2007).
III. ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE DELLA CONVENZIONE
25. Il richiedente si lamentò, senza riferirsi alla Convenzione che la sentenza del 25 ottobre 2002 è rimasta non eseguita per sei mesi e che l’assegnazione iniziale non era stata indicizzata fino al 12 marzo 2004, quando fu annullato l’obbligo di attualizzare il risarcimento in linea con l’inflazione dal Presidium della Corte Regionale di Pskov.
26. Era incontestato dalle parti che al tempo attinente la legge russa di procedura civile non prevedeva qualsiasi ricorso ordinario contro una decisione con cui la sentenza definitiva era stata annullata tramite una revisione direttiva. In assenza di una via di ricorso effettiva la Corte conclude che è stato lo stesso atto dell’annullamento della sentenza definitiva del 10 marzo 1999 che provocò l’inizio del tempo-limite dei sei – mesi per depositare questa parte della richiesta presso Corte (vedere, mutatis mutandis, Sardin c. Russia (dec.), n. 69582/01, ECHR 2004-II). La Corte nota inoltre che l’annullamento di una sentenza definitiva è un atto istantaneo che non crea una situazione continua anche se comporta una riapertura dei procedimenti come nella presente causa (vedere Sitokhova c. Russia (dec.), n. 55609/00, 2 settembre 2004). Nella presente causa la sentenza definitiva del 25 ottobre 2004 nella parte che non era stata eseguita fu presumibilmente annullata dal Presidium della Corte Regionale di Pskov del 12 marzo 2004, e cessò di essere vincolante ed esecutiva. Non c’è niente nella presente causa che suggerisca che il richiedente non era stato consapevole della sentenza il 5 agosto 2004, la data dell’esame del ricorso straordinario del Commissariato contro la sentenza corretta presso la Corte della Città di Pskov, a più in ritardo. Comunque, non era sino a 7 dicembre 2005, più di sei mesi dopo che la decisione era stata annullata, che il richiedente si lamentò presso la Corte che le autorità erano andate a vuoto nell’ eseguire la sentenza nella parte che prevedeva l’indicizzazione dell’assegnazione.
27. Ne segue che questa parte della richiesta è stata introdotta fuori termine e deve essere respinta in conformità con l’Articolo 35 §§ 1 e 4 della Convenzione.
IV. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
28. Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
29. Il richiedente chiese 3,000 euro (EUR) a riguardo del danno non-patrimoniale. Lui non fece rivendicazioni a riguardo del danno patrimoniale. Il Governo presentò che la rivendicazione del richiedente per danno non-patrimoniale non è stata provata e che in qualsiasi caso l’assegnazione dovrebbe essere in linea con la pratica della Corte in cause simili.
30. Avendo riguardo alla natura della violazione in questa causa, facendo la sua valutazione su una base equa, la Corte assegna EUR 2,000 al richiedente a riguardo del danno non-patrimoniale, più qualsiasi tassa che può essere a carico del richiedente.
B. Costi e spese
31. Il richiedente chiese 318 rubli russi (RUB) per spese postali ed EUR 300 per la rappresentanza della sua propria causa di fronte alla Corte.
32. Il Governo dibatté che il richiedente aveva provato con delle ricevute postali solo le spese nell’importo di RUB 309. Contestò inoltre l’importo chiesto per auto-rappresentanza della causa da parte del richiedente sulla base che l’importo detto di EUR 300 non era stato pagato davvero dal richiedente.
33. Secondo la giurisprudenza della Corte, ad un richiedente viene concesso il rimborso dei costi e delle spese solo se viene mostrato che questi davvero e necessariamente sono stati incorsi e sono stati ragionevoli in merito al quantum Nella presente causa, avuto riguardo ai documenti in suo possesso ed ai criteri sopra, la Corte considera ragionevole assegnare la somma di EUR 8 più qualsiasi tassa che può essere a carico del richiedente, e respinge il resto delle rivendicazioni del richiedente riguardo ai costi di e spese come non comprovati.
C. Interesse di mora
34. La Corte considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a cui dovrebbero essere aggiunti tre punti percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara l’azione di reclamo riguardante l’annullamento della sentenza a favore del richiedente su revisione direttiva ammissibile ed il resto della richiesta inammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 della Convenzione;
3. Sostiene che non c’è nessun bisogno di esaminare le azioni di reclamo sotto l’Articolo 13 della Convenzione e l’ Articolo 1 del Protocollo No.1 della Convenzione;
4. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente deve pagare al richiedente, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione i seguenti importi, più qualsiasi tassa che può essere a carico del richiedente, da convertire in rubli russi al tasso applicabile in data dell’ accordo:
(i) EUR 2,000 (due mila euro) a riguardo del danno non-patrimoniale, e
(ii) EUR 8 (otto euro) a riguardo di costi e spese;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice sarà pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
5. Respinge il resto della rivendicazione del richiedente per la soddisfazione equa.

Fatto in inglesi, e notificato per iscritto il 18 febbraio 2010, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Søren Nielsen Christos Rozakis
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

FIRST SECTION
CASE OF NIKOLAY ZAYTSEV v. RUSSIA
(Application no. 3447/06)
JUDGMENT
STRASBOURG
18 February 2010
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Nikolay Zaytsev v. Russia,
The European Court of Human Rights (First Section), sitting as a Chamber composed of:
Christos Rozakis, President,
Anatoly Kovler,
Elisabeth Steiner,
Dean Spielmann,
Sverre Erik Jebens,
Giorgio Malinverni,
George Nicolaou, judges,
and Søren Nielsen, Section Registrar,
Having deliberated in private on 28 January 2010,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 3447/06) against the Russian Federation lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by a Russian national, Mr N. I. Z. (“the applicant”), on 7 December 2005.
2. The Russian Government (“the Government”) were represented by Mr G. Matyushkin, the Representative of the Russian Federation at the European Court of Human Rights.
3. On 28 November 2008 the President of the First Section decided to give notice of the application to the Government and to give the application priority treatment under Rule 41 of the Rules of Court. It was also decided to examine the merits of the application at the same time as its admissibility (Article 29 § 3).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
4. The applicant was born in 1927 and lives in Pskov.
5. The applicant, a retired military serviceman, brought court proceedings against the Military Service Commissariat of Pskov Region (“the Commissariat”).
6. On 25 October 2002 the Pskov Town Court of Pskov Region ruled that the applicant was entitled to a monthly allowance for health damage related to professional hardship of 4,540.52 Russian roubles (RUB) and a monthly allowance for food expenses of RUB 544.80. The court also found that the debt accrued as a result of previous underpayment of the monthly allowance for health damage was RUB 49,566.56, the debt in respect of the allowance for food expenses was RUB 734.40 and the debt in respect of the annual allowance for health damage accrued in 2001 was RUB 281.50. The court also ordered that the monthly allowances awarded to be subsequently adjusted in line with inflation.
7. The judgment was not appealed against and on 5 November 2002 became final.
8. On 19 December 2003 and 23 March 2004 the arrears awarded for the period from 1 August 2001 to 31 March 2004 were paid to the applicant.
9. On 11 November 2003 the Commissariat applied for the supervisory review of the judgment.
10. On 12 March 2004 the Presidium of the Supreme Court of Russia, by way of supervisory review proceedings, quashed the judgment of 25 October 2002 in the part obliging the respondent Commissariat to index-link the payments and upheld the remainder of the first instance court’s findings.
11. On 5 August 2004 the Pskov Town Court rejected the Commissariat’s request to annul the judgment of 25 October 2002 due to discovery of new circumstances. The applicant made written submissions and, apparently, was present at the court room.
12. On 30 December 2004 the Commissariat introduced a new application for the supervisory review of the judgments of 24 October 2002 and 12 March 2004 with the Supreme Court of the Russian Federation.
13. On 30 September 2005 the Presidium of the Supreme Court of the Russian Federation, by way of supervisory review proceedings, quashed the judgment of 25 October 2002 on the ground of incorrect application of the domestic law and remitted the case for a new examination. The Presidium also annulled the judgment of 12 March 2004 insofar as the latter upheld the award made on 25 October 2002.
14. On 27 January 2006 the Pskov Town Court examined the case afresh and granted the applicant’s claims in full. The court ordered the Commissariat to pay the applicant RUB 37,896.38 in arrears in food allowance for the period from 1 July 2000 to 31 December 2005 RUB 36,930.96 in arrears in compensation for health damage. The applicant was further awarded RUB 1,640.91 monthly in respect of the food allowance and RUB 6,838.04 in compensation for health damage. On 4 April 2006 the judgment was upheld by the Pskov Regional Court. On 5 May 2006 the award was enforced.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 6 OF THE CONVENTION AND ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 ON ACCOUNT OF THE SUPERVISORY REVIEW
15. The applicant complained under Article 6 of the Convention and Article 1 of Protocol No.1 about the quashing of the judgment in his favour on 30 September 2005. The relevant parts of these provisions read as follows:
Article 6 § 1
“In the determination of his civil rights and obligations …, everyone is entitled to a fair … hearing … by [a] … tribunal…”
Article 1 of Protocol No. 1
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law…”
16. The Government argued that the supervisory review of the judgment had not breached the Convention. It had been initiated by a party to the proceedings within less than one year from the judgment’s entry into force. The quashing had been justified because the judgment had been based on a misapplication of law and hence had contained a fundamental defect. The Presidium had not issued a new judgment in the case, but remitted it to the first instance court. Annulment of the binding judgment had been legitimate in a democratic society and had been exercised so as to strike a fair balance between the interests of the applicant and the need to ensure the effectiveness of the system of justice. As regards the complaint under Article 1 of Protocol No.1, the Government submitted, with reference to the judgment of 27 January 2006, that the applicant’s claims were granted in full in the new set of the domestic proceedings, and therefore his rights under the above mentioned Article have not been affected.
17. The applicant maintained his claim. He pointed out that the judgment in his favour had been quashed more than two years after it had become final and the application for the supervisory review had been introduced by the Commissariat in violation of the procedural time-limits established in the domestic law. The Commissariat failed to challenge the award by way of introducing an ordinary appeal. Instead, the judgment was annulled on supervisory review in violation of the principle of legal certainty.
A. Admissibility
18. The Court notes that this complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. Article 6 of the Convention
19. The Court reiterates its constant case-law to the effect that the quashing by way of supervisory review of a judicial decision which has become final and binding may render the litigant’s right to a court illusory and infringe the principle of legal certainty (see, among many other authorities, Brumărescu v. Romania [GC], no. 28342/95, § 62, ECHR 1999-VII; Ryabykh v. Russia, no. 52854/99, §§ 56-58, 24 July 2003). Departures from that principle are justified only when made necessary by circumstances of a substantial and compelling character (see, mutatis mutandis, Ryabykh, cited above, § 52).
20. Turning to the present case, the Court observes that the judgment of 25 October 2002 was set aside by way of a supervisory review solely on the ground that the lower court had incorrectly applied the substantive law. The Court reiterates its constant approach that in the absence of a fundamental defect in the previous proceedings a party’s disagreement with the assessment made by the first instance court is not a circumstance of a substantial and compelling character warranting the quashing of a binding and enforceable judgment and re-opening of the proceedings on the applicant’s claim (see Dovguchits v. Russia, no. 2999/03, § 30, 7 June 2007; and Kot v. Russia, no. 20887/03, § 29, 18 January 2007). The Government did not put forward any arguments which would enable the Court to reach a different conclusion in the present two cases. There has been, accordingly, a violation of Article 6 § 1 of the Convention.
2. Article 1 of Protocol No. 1
21. The Court notes that the applicant had been successful in a new round of the court proceedings after the quashing and that as a result of the proceedings he had received the amount which equalled the initial one made in his favour by the final judgment of 25 October 2002. In these circumstances the Court does not consider it necessary to rule on the question where there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 in respect of the applicant (see, mutatis mutandis, Zasurtsev v. Russia, no. 67051/01, §§ 53-55, 27 April 2006, Kurinnyy v. Russia, no. 36495/02, § 38, 12 June 2008).
II. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 13 OF THE CONVENTION
22. The applicant also complained under Article 13 of the Convention that he was not in possession of an effective domestic remedy against the quashing of the final judgment in his favour.
23. The Court notes that this complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
24. However, having found above that the supervisory review breached the applicant’s substantive rights under Article 6 § 1 of the Convention, the Court considers that it is not necessary to examine separately the complaint about the absence of effective remedies with regard to the proceedings begot by that supervisory review (see Sitkov v. Russia, no. 55531/00, § 39, 18 January 2007).
III. OTHER ALLEGED VIOLATIONS OF THE CONVENTION
25. The applicant complained, without referring to the Convention, that the judgment of 25 October 2002 had remained unenforced for six months and that the initial award had not been index-linked until 12 March 2004, when the obligation to upgrade the compensation in line with inflation was quashed by the Presidium of the Pskov Regional Court.
26. It was uncontested by the parties that at the material time the Russian law of civil procedure did not provide for any ordinary appeal against a decision by which the final judgement had been quashed by way of a supervisory review. In the absence of an effective remedy the Court concludes that it was the very act of quashing the final judgment of 10 March 1999 that triggered the start of the six-month time-limit for lodging this part of the application to the Court (see, mutatis mutandis, Sardin v. Russia (dec.), no. 69582/01, ECHR 2004-II). The Court further notes that the quashing of a final judgment is an instantaneous act, which does not create a continuing situation, even if it entails a re-opening of the proceedings as in the instant case (see Sitokhova v. Russia (dec.), no. 55609/00, 2 September 2004). In the present case the final judgment of 25 October 2004 in the part which had allegedly not been enforced was quashed by the Presidium of Pskov Regional Court on 12 March 2004, and ceased to be binding and enforceable. There is nothing in the present case to suggest that the applicant had not been aware of the judgment by 5 August 2004, the date of the examination of the Commissariat’s extraordinary appeal against the amended judgment at the Pskov Town Court, at latest. However, it was not until 7 December 2005, more than six months after the decision had been quashed, that the applicant complained to the Court that the authorities had failed to enforce the judgment in the part providing for index-linking of the award.
27. It follows that this part of the application has been introduced out of time and must be rejected in accordance with Article 35 §§ 1 and 4 of the Convention.
IV. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
28. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
A. Damage
29. The applicant claimed 3,000 euros (EUR) in respect of non-pecuniary damage. He did not make claims in respect of pecuniary damage. The Government submitted that the applicant’s claim for non-pecuniary damage was not substantiated and that in any event the award should be in line with the Court’s practice in similar cases.
30. Having regard to the nature of the breach in this case, making its assessment on an equitable basis, the Court awards the applicant EUR 2,000 in respect of non-pecuniary damage, plus any tax that may be chargeable to the applicant.
B. Costs and expenses
31. The applicant claimed 318 Russian roubles (RUB) in postal expenses and EUR 300 for representation of his own case before the Court.
32. The Government argued that the applicant had substantiated with the postal receipts the expenses in the amount of RUB 309 only. They further contested the amount claimed for self-representation of the case by the applicant on the ground that the said amount of EUR 300 had not been actually paid by the applicant.
33. According to the Court’s case-law, an applicant is entitled to the reimbursement of costs and expenses only in so far as it has been shown that these have been actually and necessarily incurred and were reasonable as to quantum. In the present case, regard being had to the documents in its possession and the above criteria, the Court considers it reasonable to award the sum of EUR 8 plus any tax that may be chargeable to the applicant, and to reject the remainder of the applicant’s claims as regards costs and expenses as unsubstantiated.
C. Default interest
34. The Court considers it appropriate that the default interest should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Declares the complaint concerning quashing of the judgment in the applicant’s favour on supervisory review admissible and the remainder of the application inadmissible;
2. Holds that there has been a violation of Article 6 of the Convention;
3. Holds that there is no need to examine the complaints under Article 13 of the Convention and Article 1 of Protocol No.1 of the Convention;
4. Holds
(a) that the respondent State is to pay the applicant, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 § 2 of the Convention, the following amounts, plus any tax that may be chargeable to the applicant, to be converted into Russian roubles at the rate applicable at the date of settlement:
(i) EUR 2,000 (two thousand euros) in respect of non-pecuniary damage, and
(ii) EUR 8 (eight euros) in respect of costs and expenses;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amounts at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;
5. Dismisses the remainder of the applicant’s claim for just satisfaction.

Done in English, and notified in writing on 18 February 2010, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Søren Nielsen Christos Rozakis
Registrar President

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

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Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

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