PRIMA SEZIONE
CAUSA NIKOLAY ZAYTSEV C. RUSSIA
(Richiesta n. 3447/06)
SENTENZA
STRASBOURG
18 febbraio 2010
Questa sentenza diverrà definitivo nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.
Nella causa Nikolay Zaytsev c. Russia,
La Corte europea dei Diritti umani (Prima Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Christos Rozakis, Presidente, Anatoly Kovler, Elisabeth Steiner, Dean Spielmann, Sverre Erik Jebens, Giorgio Malinverni, Giorgio Nicolaou, giudici,
e Søren Nielsen, Cancelliere di Sezione,
Avendo deliberato in privato il 28 gennaio 2010,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata i quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 3447/06) contro la Federazione russa depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino russo, Sig. N. I. Z. (“il richiedente”), il 7 dicembre 2005.
2. Il Governo russo (“il Governo”) fu rappresentato dal Sig. G. Matyushkin, il Rappresentante della Federazione russa alla Corte europea dei Diritti umani.
3. Il 28 novembre 2008 il Presidente della prima Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo e di dare all’applicazione il trattamento prioritario sotto l’Articolo 41 dell’Ordinamento di Corte. Fu deciso anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29 § 3).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. Il richiedente nacque nel 1927 e vive a Pskov.
5. Il richiedente, un membro delle Forze Armate militare e pensionato introdusse procedimenti contro il Commissariato del Servizio Militare della Regione di Pskov (“il Commissariato”).
6. Il 25 ottobre 2002 la Corte della Città di della Regione di Pskov decise che al richiedente venisse concessa una retribuzione mensile per danno di salute riferito alla fatica professionale di 4,540.52 rubli russi (RUB) ed una retribuzione mensile per spese alimentari di RUB 544.80. La corte trovò anche che il debito accumulato come risultato di una precedente sottopagamento della retribuzione mensile per danno di salute era RUB 49,566.56, il debito a riguardo dell’assegno per le spese alimentari era RUB 734.40 ed il debito a riguardo dell’assegno annuale per danno di salute accumulato nel 2001 era RUB 281.50. La corte ordinò anche che le retribuzioni mensili assegnate venissero successivamente attualizzate in linea con l’ inflazione.
7. Non fu fatto ricorso contro la sentenza e il 5 novembre 2002 divenne definitiva.
8. Il19 dicembre 2003 e il 23 marzo 2004 gli arretrati assegnati per il periodo dal 1 agosto 2001 al 31 marzo 2004 furono pagati al richiedente.
9. L’11 novembre 2003 il Commissariato fece domanda per la revisione direttiva della sentenza.
10. Il 12 marzo 2004 il Presidium della Corte Suprema della Russia, tramite procedimenti di revisione direttiva annullò la sentenza del 25 ottobre 2002 nella parte che obbligava il Commissariato rispondente a legare all’indicizzazione i pagamenti e sostenne il resto delle sentenze del primo giudice di prima istanza.
11. Il 5 agosto 2004 la Corte della Città di Pskov respinse la richiesta del Commissariato per l’annullamento della sentenza del 25 ottobre 2002 a causa della scoperta di nuove circostanze. Il richiedente fece osservazioni scritte e, apparentemente, era presente nella sala dell’ udienza.
12. Il 30 dicembre 2004 il Commissariato introdusse una nuova richiesta per revisione direttiva delle sentenze del24 ottobre 2002 e del 12 marzo 2004 presso la Corte Suprema della Federazione russa.
13. Il 30 settembre 2005 il Presidium della Corte Suprema della Federazione russa, tramite procedimenti di revisione direttiva annullò la sentenza del 25 ottobre 2002 sulla base dell’applicazione incorretta del diritto nazionale e rinviò la causa per un nuovo esame. Il Presidium annullò pertanto anche la sentenza del 12 marzo 2004 siccome quest’ultimo sostenne l’assegnazione resa il 25 ottobre 2002.
14. Il 27 gennaio 2006 la Corte della Città di Pskov esaminò da capo la causa e accolse le rivendicazioni del richiedente in pieno. La Corte ordinò al ordine Commissariato di pagare al richiedente RUB 37,896.38 per arretrato dell’ assegno per il cibo per il periodo dal1 luglio 2000 al 31 dicembre 2005 RUB36,930.96 di arretrati per risarcimento per danno di salute. Al richiedente furono assegnati inoltre RUB 1,640.91 mensili a riguardo dell’assegno per il cibo e RUB 6,838.04 per risarcimento per danno di salute. Il 4 aprile 2006 la sentenza fu sostenuta dalla Corte Regionale di Pskov. Il 5 maggio 2006 l’assegnazione fu eseguita.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE E DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1 A CAUSA DELLA REVISIONE DIRETTIVA
15. Il richiedente si lamentò sotto l’Articolo 6 della Convenzione e l’ Articolo 1 del Protocollo No.1 dell’annullamento della sentenza a suo favore del 30 settembre 2005. Le parti attinenti di queste disposizioni recitano come segue:
Articolo 6 § 1
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale …”
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale…”
16. Il Governo dibatté che la revisione direttiva della sentenza non aveva violato la Convenzione. Era stata iniziata da una parte ai procedimenti all’interno di meno di un anno dall’entrata in vigore della sentenza. L’annullamento era giustificato perché la sentenza era stata basata su un’applicazione non corretta della legge e quindi conteneva un difetto fondamentale. Il Presidium non aveva emesso una nuova sentenza nella causa, ma l’ha rinviata alla corte di prima istanza. L’annullamento della sentenza vincolante era stato legittimo in una società democratica ed era stato esercitato così da prevedere un equilibrio equo fra gli interessi del richiedente ed il bisogno di assicurare l’efficacia del sistema della giustizia. Riguardo all’azione di reclamo sotto l’ Articolo 1 del Protocollo No.1, il Governo presentò, con riferimento alla sentenza del 27 gennaio 2006, che i ricorsi del richiedente furono ammessi in pieno nel nuovo set dei procedimenti nazionali, e perciò i suoi diritti sotto l’ Articolo sopra menzionato non sono stati colpiti.
17. Il richiedente sostenne la sua rivendicazione. Lui indicò che la sentenza a favore suo era stata annullata più di due anni dopo che era divenuta definitiva e la richiesta per la revisione direttiva era stata introdotta dal Commissariato in violazione dei tempo-limiti procedurali stabiliti nel diritto nazionale. Il Commissariato andò a vuoto nell’ impugnare l’assegnazione introducendo un ricorso ordinario. Invece, la sentenza fu annullata su revisione direttiva in violazione del principio della certezza legale.
A. Ammissibilità
18. La Corte nota che questa azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarato perciò ammissibile.
B. Meriti
1. Articolo 6 della Convenzione
19. La Corte reitera la sua costante giurisprudenza secondo cui l’annullamento tramite revisione direttiva di una decisione giudiziale che è divenuta definitiva e vincolante può rendere illusorio il diritto del contendente ad una corte e può infrangere il principio di certezza legale (vedere, fra molte altre autorità, Brumărescu c. Romania [GC], n. 28342/95, § 62 ECHR 1999-VII; Ryabykh c. Russia, n. 52854/99, §§ 56-58 del 24 luglio 2003). Discostarsi da questo principio è giustificato solamente quando reso necessario da circostanze di carattere sostanziale ed impellente (vedere mutatis mutandis, Ryabykh citata sopra, § 52).
20. Rivolgendosi alla presente causa, la Corte osserva che la sentenza del 25 ottobre 2002 fu accantonata tramite una revisione direttiva solamente sulla base che la corte inferiore aveva applicato erroneamente il diritto sostanziale. La Corte reitera il suo approccio continuo che in assenza di un difetto fondamentale nei procedimenti precedenti il disaccordo di una parte con la valutazione resa dal primo giudice di prima istanza non è una circostanza di un carattere sostanziale ed impellente che garantisce l’annullamento di una sentenza esecutiva e vincolante e la riapertura dei procedimenti sulla rivendicazione del richiedente (vedere Dovguchits c. Russia, n. 2999/03, § 30 del 7 giugno 2007; e Kot c. Russia, n. 20887/03, § 29 del 18 gennaio 2007). Il Governo ha esposto nessun argomento tale da permettere alla Corte di giungere ad una conclusione diversa nelle due presenti cause. C’è stata, di conseguenza, una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione.
2. L’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1
21. La Corte nota che il richiedente aveva avuto successo in un nuovo round degli atti dopo l’annullamento e che come risultato dei procedimenti lui aveva ricevuto l’importo che equivaleva a quello iniziale reso a suo favore dalla sentenza definitiva del 25 ottobre 2002. In queste circostanze la Corte non considera necessario decidere sulla questione se c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 a riguardo del richiedente (vedere, mutatis mutandis, Zasurtsev c. Russia, n. 67051/01, §§ 53-55, 27 aprile 2006 Kurinnyy c. Russia, n. 36495/02, § 38 del 12 giugno 2008).
II. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 13 DELLA CONVENZIONE
22. Il richiedente si lamentò anche sotto l’Articolo 13 della Convenzione di non aver avuto a disposizione i una via di ricorso nazionale effettiva contro l’annullamento della sentenza definitiva a suo favore.
23. La Corte nota che questa azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
24. Comunque, avendo trovato sopra che la revisione direttiva violò i diritti effettivi del richiedente sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione, la Corte considera che non è necessario esaminare separatamente l’azione di reclamo dell’assenza di vie di ricorso effettive con riguardo ai procedimenti generati da questa revisione direttiva (vedere Sitkov c. Russia, n. 55531/00, § 39 del 18 gennaio 2007).
III. ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE DELLA CONVENZIONE
25. Il richiedente si lamentò, senza riferirsi alla Convenzione che la sentenza del 25 ottobre 2002 è rimasta non eseguita per sei mesi e che l’assegnazione iniziale non era stata indicizzata fino al 12 marzo 2004, quando fu annullato l’obbligo di attualizzare il risarcimento in linea con l’inflazione dal Presidium della Corte Regionale di Pskov.
26. Era incontestato dalle parti che al tempo attinente la legge russa di procedura civile non prevedeva qualsiasi ricorso ordinario contro una decisione con cui la sentenza definitiva era stata annullata tramite una revisione direttiva. In assenza di una via di ricorso effettiva la Corte conclude che è stato lo stesso atto dell’annullamento della sentenza definitiva del 10 marzo 1999 che provocò l’inizio del tempo-limite dei sei – mesi per depositare questa parte della richiesta presso Corte (vedere, mutatis mutandis, Sardin c. Russia (dec.), n. 69582/01, ECHR 2004-II). La Corte nota inoltre che l’annullamento di una sentenza definitiva è un atto istantaneo che non crea una situazione continua anche se comporta una riapertura dei procedimenti come nella presente causa (vedere Sitokhova c. Russia (dec.), n. 55609/00, 2 settembre 2004). Nella presente causa la sentenza definitiva del 25 ottobre 2004 nella parte che non era stata eseguita fu presumibilmente annullata dal Presidium della Corte Regionale di Pskov del 12 marzo 2004, e cessò di essere vincolante ed esecutiva. Non c’è niente nella presente causa che suggerisca che il richiedente non era stato consapevole della sentenza il 5 agosto 2004, la data dell’esame del ricorso straordinario del Commissariato contro la sentenza corretta presso la Corte della Città di Pskov, a più in ritardo. Comunque, non era sino a 7 dicembre 2005, più di sei mesi dopo che la decisione era stata annullata, che il richiedente si lamentò presso la Corte che le autorità erano andate a vuoto nell’ eseguire la sentenza nella parte che prevedeva l’indicizzazione dell’assegnazione.
27. Ne segue che questa parte della richiesta è stata introdotta fuori termine e deve essere respinta in conformità con l’Articolo 35 §§ 1 e 4 della Convenzione.
IV. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
28. Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
29. Il richiedente chiese 3,000 euro (EUR) a riguardo del danno non-patrimoniale. Lui non fece rivendicazioni a riguardo del danno patrimoniale. Il Governo presentò che la rivendicazione del richiedente per danno non-patrimoniale non è stata provata e che in qualsiasi caso l’assegnazione dovrebbe essere in linea con la pratica della Corte in cause simili.
30. Avendo riguardo alla natura della violazione in questa causa, facendo la sua valutazione su una base equa, la Corte assegna EUR 2,000 al richiedente a riguardo del danno non-patrimoniale, più qualsiasi tassa che può essere a carico del richiedente.
B. Costi e spese
31. Il richiedente chiese 318 rubli russi (RUB) per spese postali ed EUR 300 per la rappresentanza della sua propria causa di fronte alla Corte.
32. Il Governo dibatté che il richiedente aveva provato con delle ricevute postali solo le spese nell’importo di RUB 309. Contestò inoltre l’importo chiesto per auto-rappresentanza della causa da parte del richiedente sulla base che l’importo detto di EUR 300 non era stato pagato davvero dal richiedente.
33. Secondo la giurisprudenza della Corte, ad un richiedente viene concesso il rimborso dei costi e delle spese solo se viene mostrato che questi davvero e necessariamente sono stati incorsi e sono stati ragionevoli in merito al quantum Nella presente causa, avuto riguardo ai documenti in suo possesso ed ai criteri sopra, la Corte considera ragionevole assegnare la somma di EUR 8 più qualsiasi tassa che può essere a carico del richiedente, e respinge il resto delle rivendicazioni del richiedente riguardo ai costi di e spese come non comprovati.
C. Interesse di mora
34. La Corte considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a cui dovrebbero essere aggiunti tre punti percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara l’azione di reclamo riguardante l’annullamento della sentenza a favore del richiedente su revisione direttiva ammissibile ed il resto della richiesta inammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 della Convenzione;
3. Sostiene che non c’è nessun bisogno di esaminare le azioni di reclamo sotto l’Articolo 13 della Convenzione e l’ Articolo 1 del Protocollo No.1 della Convenzione;
4. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente deve pagare al richiedente, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione i seguenti importi, più qualsiasi tassa che può essere a carico del richiedente, da convertire in rubli russi al tasso applicabile in data dell’ accordo:
(i) EUR 2,000 (due mila euro) a riguardo del danno non-patrimoniale, e
(ii) EUR 8 (otto euro) a riguardo di costi e spese;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice sarà pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
5. Respinge il resto della rivendicazione del richiedente per la soddisfazione equa.
Fatto in inglesi, e notificato per iscritto il 18 febbraio 2010, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Søren Nielsen Christos Rozakis
Cancelliere Presidente