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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF N.K.M. v. HUNGARY

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41, 35, P1-1
Numero: 66529/11/2013
Stato: Ungheria
Data: 2013-05-14 00:00:00
Organo: Sezione Seconda
Testo Originale

Conclusioni
Resto inammissibile
Violazione Articolo 1 Protocollo N.ro 1 – Protezione di proprietà (l’Articolo 1 par. 1 Protocollo N.ro 1 – Privazione di proprietà godimento Tranquillo di proprietà – Proprietà) danno Patrimoniale e non-patrimoniale – assegnazione

SECONDA SEZIONE

CAUSA DI N.K.M. C. UNGHERIA

(Richiesta n. 66529/11)

SENTENZA

STRASBOURG

14 maggio 2013

Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa di N.K.M. c. Ungheria,
La Corte europea di Diritti umani (Seconda Sezione), riunendosi che come una Camera, composta da:
Guido Raimondi, Presidente
Danutė Jočienė,
Pari Lorenzen,
András Sajó,
Işıl Karakaş,
Nebojša Vučinić,
Helen Keller, giudici e
Stanley Naismith, Cancellieredi Sezione
Avendo deliberato in privato il 2 aprile 2013,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 66529/11) contro la Repubblica dell’Ungheria depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) con un cittadino ungherese, il Sig.ra N.K.M. (“il richiedente”), 19 ottobre 2011. Il Presidente della Sezione acconsentì alla richiesta del richiedente per non avere il suo nome rivelato (l’Articolo 47 § 3 degli Articoli di Corte).
2. Il richiedente fu rappresentato dal Sig. D. K. un avvocato che pratica a Budapest. Il Governo ungherese (“il Governo”) fu rappresentato dal Sig. Z. Tallódi, Agente, Ministero dell’ Amministrazione pubblica e della Giustizia.
3. Il richiedente si lamentò sotto l’Articolo 1 di Protocollo N.ro 1-letto da solo ed in concomitanza con Articolo 13-che l’imposizione di una tassa del 98% sulla fascia di reddito superiore della sua liquidazione costituì una privazione ingiustificata di proprietà, altrimenti tassazione ad un tasso smodatamente sproporzionato, senza via di ricorso disponibile.
Inoltre, lei dibatté sotto l’Articolo 8 che la presunzione legale degli uffici imposte contestati che contravvengono alla buona morale corrispose ad un’interferenza col suo diritto ad una buon reputazione.
Lei infine asserì che l’Articolo 14 della Convenzione letto in concomitanza l’Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 era stato violato perché solamente quelli liquidati dal settore pubblico furono sottoposti alla tassa e perché una soglia preferenziale era applicabile solamente a un gruppo di quelli riguardati.
4. Il 14 febbraio 2012 la richiesta fu comunicata al Governo. Fu deciso anche di decidere sull’ammissibilità e meriti della richiesta allo stesso tempo (l’Articolo 29 § 1).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
5. Il richiedente nacque nel 19… e vive a Budapest.
6. Il richiedente, servitore civile per trenta anni era stato nel servizio di un ministero statale. In 27 maggio 2011 lei fu respinta, con effetto da 28 luglio 2011. Il suo proscioglimento era parte di un’onda di misure simili in tutto il servizio civile ed intero.
7. Su proscioglimento, il richiedente fu concesso statutariamente al ‘ di due mesi stipendi per giugno e luglio 2011 durante che tempo che lei è stata esentata dal lavorare. In oltre, lei era ricevere indennità di liquidazione che corrisponde a otto mesi di stipendi nella richiesta di sezione 19(2) il grammo) di Atto n. XXIII di 1992 sullo Status di Servitori Civili, così come ad una somma non specificata che corrisponde a congedo non usato.
Questi benefici-in finora siccome loro non rappresentarono il risarcimento per 2011 congedo non usato-fu tassato successivamente a 98% nella loro parte che eccede 3.5 milioni di forints ungheresi (HUF). La parte che eccede era HUF 2.4 milione. Questo rappresentò un onere fiscale complessivo di approssimativamente 52% sull’interezza della separazione, come opposto al tasso di imposta sul reddito personale e generale di 16% di periodo attinente.
L’importo di tassa in oggetto non fu sborsato mai al richiedente, ma fu trattenuto col datore di lavoro e trasferì direttamente all’autorità fiscale.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
8. Sezione 19 di Atto n. XXIII di 1992 sullo Status di Servitori Civili prevede siccome segue:
“(1) un servitore civile… sarà concesso a separazione se la sua relazione di servizio è terminata con proscioglimento ordinario… .
(2) l’importo di separazione sarà, se il servizio del servitore civile è stato almeno:

g) 20 anni: otto mesi di stipendi…”
9. Il 22 luglio 2010 il Parlamento adottò l’Atto n. XC di 2010 sull’Adozione e Modifica di Certe Leggi Economiche e Finanziarie (“l’Atto”). L’Atto che fu pubblicato nell’Ufficiale Pubblica 13 agosto 2010, introdusse inter l’alia una tassa nuova su certi pagamenti per impiegati del settore pubblico il cui lavoro fu terminato. Di conseguenza, indennità di liquidazione e gli altri pagamenti riferirono alla conclusione di lavoro (come risarcimento per congedo non usato) eccedendo HUF 2 milione divenne soggetto ad una 98% tassa. Comunque, imposta sul reddito e contributi di previdenza sociale già pagati potrebbero essere dedotti dalla tassa. Nonostante il limite di HUF 2 milione, le disposizioni legali sulla somma di indennità di liquidazione-in delle cause che corrispondono al rimunerazione di ‘ di dodici mesi-non fu cambiato. Il conto che precede l’Atto giustificò la tassa con riferimento a morale pubblica e situazione budgetaria non favorevole del paese.
10. L’Atto entrò in vigore 1 ottobre 2010; comunque, la tassa sarebbe fatta domanda agli uffici imposte attinenti come da 1 gennaio 2010. Simultaneamente, la Costituzione che stabilì anche la responsabilità di tassa retroattiva in riguardo dell’anno di tassa determinato che riguarda fu corretta “qualsiasi rimunerazione contro la buona morale” pagato nel settore pubblico.
11. L’Atto fu impugnato di fronte alla Corte Costituzionale all’interno della struttura di un astratto ex controllo di facto di posto. Questa corte trovò le disposizioni attinenti incostituzionale in decisione n. 184/2010. (X.28.) Ab 26 ottobre 2010.
Secondo la Corte Costituzionale, uffici imposte guadagnarono solamente sulla base di disposizioni legali ed attinenti (quel è, la maggioranza opprimente degli uffici imposte riguardata con la legislazione contestata) non poteva essere considerato essendo contro la buona morale, e perciò non anche l’emendamento costituzionale giustificò una 98% tassa retroattiva. La Corte Costituzionale indicò che fece una rassegna solamente insolitamente il tasso o importo di tasse; comunque, contenne che un carico patrimoniale era incostituzionale se fosse di una natura di confiscatory o la sua misura chiaramente fu esagerato, cioé. era sproporzionato ed ingiustificato. Considerando anche il “cinquanta per articolo di cento” (Halbteilungsgrundsatz) esponga fuori col tedesco Corte Costituzionale e Federale-secondo che il carico di tassa complessivo su beni deve essere limitato a 50-60% del prodotto su quelli beni-la corte fondò che la 98% tassa era eccessiva e punitiva, ancora fece domanda ugualmente ad indennità di liquidazione guadagnata in una maniera completamente incorrotta. La tassa fu imposta su o dedusse dagli uffici imposte riguardati anche se la loro origine moralmente dubbiosa non poteva essere stabilita. La Corte Costituzionale annullò retroattivamente le disposizioni attinenti, quel è, dal giorno dell’entrata dell’Atto in vigore. Si appellò sugli argomenti sopra, piuttosto che sulle considerazioni della protezione di proprietà alla quale il suo scrutinio non prolungò nella causa.
12. La decisione della Corte Costituzionale contenne in particolare le considerazioni seguenti:
“5.2. … [L’Atto] fa domanda a… pagamenti che nascono da in diritti legali ed incondizionati e definì con criterio obiettivo che è a quelli… ricevuto da qualsiasi fonte specificò nell’Atto ed eccedendo il [attinente] l’importo…. L’Atto non fa domanda solamente ad istituzioni budgetarie ma agli altri, Statali datori di lavoro come bene. L’uso di risorse private dipende relativamente dai cittadini ‘ scelte gratis e decisioni autonome. Comunque, decisioni riguardo a finanziamenti pubblici sono diverse. [La legislazione contestata] riferisce a finanziamenti pubblici, e determina -almeno indirettamente – l’uso di risorse pubbliche.
5.3. … Dipendendo dalle circostanze, [il] 98% tassa può fare domanda a pagamenti che derivano dalla richiesta obbligatoria di disposizioni legali e convincenti. … In queste cause, la tassa speciale non funziona come un strumento regolatore, determinato la sua base che riguarda i fatti ed inevitabile. Né mira ad ostacolare pagamenti abusivi; il suo fine deve imporre piuttosto pressoché il reddito intero [in oggetto] per il bilancio centrale. …
Il volume dei doveri pubblici è considerato incostituzionale se loro hanno una natura di confiscatory o corrispondono ad un evidentemente tasso eccessivo di qualche genere che può essere riguardato come sproporzionato ed ingiustificato. …
La causa di materiale concerne una tassa punitiva e sostanziale che anche fa domanda a pagamenti che sono ricevuti, con virtù di legge ed all’interno dei limiti dell’esercizio corretto di diritti, sulla conclusione di lavoro nel settore pubblico. L’Atto sarebbe fatto domanda anche in cause dove nessuna violazione di legge può essere stabilita in collegamento coi pagamenti riguardo alla conclusione di una relazione legale. Spoglierebbe le persone tassabili di redditi che nascono da in diritti legali ed incondizionati. …
Aumentare uffici imposte budgetari e garantire una distribuzione generale e proporzionata di carico pubblico sono solamente il secondario e fine eventuale del legislatore quando introducendo tale tassa. Il fine diretto del legislatore in questa causa è esporre una certa barriera sui redditi con usando i mezzi di diritto tributario. Comunque, imponendo una tassa o l’altro dovere simile è nessuno costituzionale vuole dire realizzare simile fine. Molti strumenti costituzionali sono alla disposizione del legislatore per portare a termine il suo obiettivo. Può ridurre o anche può abolire degli assegni di Stato che incorrono la sfera dell’Atto per il futuro sotto, o trasforma il sistema di allocazione così che nel futuro non dovrebbe essere possibile acquisire gli ulteriori diritti ad assegni sopra di un certo limite. La discrezione del legislatore prevale solamente nondimeno, nella struttura di legge di comunità internazionale ed europea.”
13. Su un conto nuovo introdusse nello stesso giorno come la data della decisione della Corte Costituzionale, sul 2010 Parlamento di 16 novembre la 98% tassa ristabilì con le certe modifiche secondo le quali questa tassa fece domanda da 1 gennaio 2005; comunque, per la maggioranza di quelli colpita (escludendo alcuni ufficiali senior) fece domanda solamente ad uffici imposte HUF 3.5 milione sopra. La legislazione nuova fu pubblicata nell’Ufficiale Pubblichi di 16 novembre ed entrò in vigore 30 dicembre 2010.
14. Allo stesso tempo, Parlamento corresse di nuovo la Costituzione, mentre concedendo tassazione retroattiva che ritorna cinque anni. Inoltre, i poteri della Corte Costituzionale furono limitati: gli articoli corretti della Costituzione contennero una restrizione sul diritto della Corte Costituzionale per fare una rassegna legislazione su budgetario e problemi di tassa. Questa restrizione-quale è sostenuto anche nel diritto vigente Di base e nuovo da 1 gennaio 2012-lascia spazio solamente a revisione costituzionale in riguardo di violazioni del diritto alla vita e la dignità umana, la protezione di dati personali, libertà di pensiero che coscienza e religione, ed i diritti hanno riferito a cittadinanza ungherese.
15. Su un ricorso per un astratto ex facto del posto controllano, in 6 maggio 2011 la Corte Costituzionale annullò- nonostante i suoi poteri limitati-la richiesta retroattiva e quinquennale della 98% tassa in decisione n. 37/2011 (V.10.) Ab, appellandosi sul diritto alla dignità umana. Comunque, il ragionamento della decisione sottolineò che solamente la tassazione di uffici imposte raggruppò di fronte al 2010 anno di tassa costituì una violazione del diritto alla dignità umana. La Corte Costituzionale non trovò incostituzionale come simile la presunzione dell’Atto che gli uffici imposte attinenti infransero la buona morale; comunque, decise che questa presunzione dovrebbe essere suscettibile ad una richiesta legale. In prospettiva della sua giurisdizione limitata, non considerò gli aspetti effettivi della tassa.
16. La decisione della Corte Costituzionale contenne in particolare le considerazioni seguenti:
“1. … La Corte Costituzionale ha sostenuto che l’effetto retroattivo dell’Atto non solo fa domanda a redditi guadagnò morali di bonos di contropartita, ma anche a redditi che nascono da in diritti legali ed incondizionati. Pagamenti di importi legali [quali non sono stati aboliti] non può essere considerato essendo morali di bonos di contropartita.
Come riguardi le disposizioni eventuali dell’Atto, la Corte Costituzionale ha indicato che la tassa in problema è anche applicabile a pagamenti ricevuti giuridicamente ed all’interno dei limiti di esercizio corretto di diritti su conclusione di lavoro nel settore pubblico, e che spoglia le persone riguardate di redditi che nascono da in diritti legali ed incondizionati. In questa causa il legislatore interpretò comunque, il “tasso speciale” come un ritiro intero del reddito col quale oltrepassò il suo mandato costituzionale e violò l’articolo costituzionale e corretto di distribuire carico pubblico.
2. In ricerca di decisione [n. 184/2010 (X.28.) Ab], Parlamento corresse gli articoli sulla competenza della Corte Costituzionale così come la disposizione della Legge Di base che determina la distribuzione di carico pubblico, e ristabilì la tassa speciale. …
2.2. … [La legislazione nuova] non contiene riferimento alla nozione “morali di bonos di contropartita”, e lascia spazio a legislazione retroattiva con riguardo ad al quinto anno di tassa arretrato così come per [qualsiasi] imposizione che incorre brevemente di [il totale] la privazione di reddito. …
3. … Le relazioni legali che incorrono la sfera della tassa speciale sotto sono regolate tipicamente col così definite “la condizione giuridica” gli Atti [cioé. gli Atti riguardo alla condizione giuridica di servitori civili]. [In questo contesto, il] salario è specificato col così definito “paghi scala” che è indipendente dalle parti ed obbligatorio per loro.
[Inoltre,] la sfera personale della tassa speciale include anche datori di lavoro ed impiegati, principalmente quelli sotto che appartengono l’Operi Codice che può influenzare significativamente l’importo dell’assegno ricevuto sulla conclusione di lavoro. …
In questo riguardo, la tassa speciale è una tassa il cui fine è non generare [lo Stato] l’ufficio imposte. È, in questo collegamento, un strumento regolatore. … Le certe tasse non solo possono notificare il fine di reddito pubblico in aumento, ma anche funziona come strumenti regolatore. Secondariamente, ma non in modo insignificante, [questa] tassazione può essere considerata anche parte della politica economica dello Stato. In questo riguardo alla legislatura è riconosciuta un margine costituzionale ed insolitamente largo della discrezione. …
4.1.4. … La tassa speciale non è un’imposta sul reddito generale applicabile a tutti i tipi di reddito, ma piuttosto una particolare tassa impose su pagamenti non-ripetitivi, non-regolari che riferiscono alle certe circostanze fattuale (cioè. la conclusione di una relazione legale) e quali eccedono un certo limite. …
Tale tassa con ex non si può considerare che effetto di nunc violi il diritto a protezione della dignità umana o costituire un’interferenza impropria con lo Stato con autonomia individuale. Prendendo in considerazione la sua base, i redditi che non appartengono in che base ed i loro importi, la tassa speciale non può essere considerata come spossessare completamente le materie di tassa. …
L’acquisizione dell’individuo del reddito soggetto alla tassa speciale è restretta con una limitazione di pubblico-legge che nasce da in che tassa…
4.2.4. … In causa di cattivo uso di risorse pubbliche, la limitazione su pagamenti avrebbe anche effetto retroattivo, [sotto] sezione 70/I (2) della Costituzione. La Corte Costituzionale già ha enfatizzato nella sua decisione [n. 184/2010 (X.28.) Ab] che una tassa speciale e retroattiva può essere imposta su pagamenti ingiustamente alti, su certi tipi di indennità di liquidazione o sul risarcimento per periodi significativi di tempo di vacanza non usato anni accumularono su; l’Atto che mira ad ostacolando gli abusi e girando il senso della società della giustizia non è in se stesso incostituzionale, ma deve rimanere all’interno della struttura della Costituzione corretta.
4.2.5. Comunque, imporre tassa sui redditi [legalmente] acquisito durante l’anno di tassa… non può essere considerato come l’attuazione del paragrafo nuovo (2) di sezione 70/I della Costituzione, ma piuttosto interferenza con un’autorità pubblica con autonomia individuale che va a simile lunghezze che non possono avere la giustificazione costituzionale, e perciò viola i contribuenti ‘ la dignità umana. …
La tassa speciale non prevede per una valutazione equa ed equa di circostanze individuali; i suoi articoli retroattivi fanno domanda ad ognuno [con due eccezioni menzionate sopra di] senza la differenziazione. Né prende in considerazione circostanze obiettive riguardo ad una serie ampia di contribuenti, come la crisi economica o situazioni emergenza che possono influenzare svantaggiosamente gli individui le circostanze di ‘. …”
17. Sul 2011 Parlamento di 9 maggio di nuovo ristabilì la richiesta retroattiva della 98% tassa. L’emendamento per Agire n. XC di 2010 fu pubblicato nell’Ufficiale Pubblichi in 13 maggio ed entrò in vigore in 14 maggio 2011. Sé previde che uffici imposte solamente attinenti guadagnati dopo 1 gennaio 2010 dovrebbero essere soggetto alla tassa. La legislazione corretta non contenne qualsiasi la via di ricorso disponibile a quelli colpiti.
18. L’Atto, come in vigore come di 14 maggio 2011, prevede (in sezioni 8-12/B) che gli articoli di tassa speciali sono applicabili a redditi ricevuti 1 gennaio 2010 o dopo. Redditi saranno soggetto ad una 98% tassa speciale dove l’individuo privato ha funzionato ad un operatore economico o un’organizzazione che opera da soldi pubblici, il pagamento è effettuato su conto della conclusione della relazione di lavoro dell’individuo privato, e l’importo del reddito eccede HUF 3,5 milione (nelle certe cause HUF 2 milione). Redditi ricevuti fra il 2010 e 29 dicembre 2010 di 1 gennaio furono dichiarati con individui privati con vuole dire di stesso-valutazione, in dichiarazione dei redditi presentata sino a 25 febbraio o 10 maggio 2011 (dipendendo dal gruppo di contribuente). La tassa era pagabile con le stesse date.
19. Membri di Parlamento, sindaci di vizio e Membri del Parlamento europeo dichiararono il loro reddito guadagnato nel 2010 e soggetto alla tassa speciale in una maniera diversa, in una dichiarazione dei redditi separata presentata sino a 31 luglio 2011. Loro pagarono la tassa speciale sino alla stessa data. Persone sottoposte al pagamento di tassa speciale dichiararono i loro redditi imponibili guadagnati fra il 2011 e 13 maggio 2011 di 1 gennaio con modo di dichiarazione dei redditi presentato sino a 25 febbraio o 20 maggio 2012 (dipendendo dal gruppo di contribuente), e pagato la tassa con le stesse date. In tutte le altre cause, la tassa speciale è dedotta con l’emittente di pagamento come ritenuta fiscale, e la deduzione è indicata nella dichiarazione dei redditi dell’individuo privato per l’anno di ufficio imposte determinato.
Qualsiasi accuse pagarono con o dedussero dall’individuo privato incluso, nella particolare, personale imposta sul reddito o contributi individuali sarà considerato anticipi di tassa pagati sulla tassa speciale.
III. LEGGE ATTINENTE DELL’UNIONE EUROPEA
20. Lo Statuto di Diritti essenziali dell’Unione europea prevede siccome segue:
Articolo 34 – la previdenza sociale ed assistenza sociale
“1. L’Unione riconosce e rispetta il diritto alla previdenza sociale trae profitto e servizi sociali che offrono protezione in cause come maternità, malattia, infortuni sul lavoro, dipendenza o la maturità, e nella causa di perdita di lavoro, nella conformità con gli articoli posati in giù con legge di Comunità e leggi di cittadino e pratiche.”
21. La Corte di giustizia europea sostenne in Causa C-499/08 Andersen c. la Regione Syddanmark, [2010] ECR Io-09343 siccome segue:
“29. Lo scopo perseguito con l’assegno di separazione di proteggendo lavoratori con molti anni di servizio in un’impresa ed aiutarli a trovare lavoro nuovo incorre all’interno della categoria di politica di lavoro legittima ed opera obiettivi di mercato previsti per in Articolo 6(1) di Direttiva 2000/78.”
22. Commissione Raccomandazione europea di 30 aprile 2009 su politiche di rimunerazione nel settore di servizi finanziario (2009/384/EC) prevede siccome segue:
“1. Rischio-presa eccessiva nell’industria di servizi finanziaria ed in particolare in banche e ditte di investimento hanno contribuito all’insuccesso di imprese finanziarie ed a problemi sistematici nel Membro gli Stati e globalmente….
5. Incentivi appropriati che creano all’interno del sistema di rimunerazione stesso dovrebbero ridurre il carico su gestione di rischio e dovrebbero aumentare la probabilità che questi sistemi divenuti effettivo. C’è perciò, un bisogno di stabilire principi su politiche di rimunerazione di suono.”
LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 DELLA CONVENZIONE
23. Il richiedente si lamentò che l’imporre di tassa ad un tasso di 98% su parte della sua indennità di liquidazione aveva corrisposto ad una privazione di proprietà che era ingiustificata. Lei si appellò su Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 che prevede siccome segue:
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
24. Il Governo contestò quell’argomento.
A. Ammissibilità
25. La Corte nota che questa azione di reclamo non è mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 § 3 (un) della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
B. Meriti
1. Le osservazioni delle parti
a. Il Governo
26. Il Governo non contestò che la privazione contestata di ufficio imposte aveva corrisposto ad un’interferenza col diritto del richiedente a proprietà. Nella loro prospettiva, questa interferenza fu prescritta comunque, con legge ed intraprese gli scopi legittimi del senso di società soddisfacente della giustizia e di proteggere il denaro pubblico. Questi scopi di interesse generale furono riconosciuti anche con l’Unione europea che era iniziata passi legislativi (vedere paragrafo 22 sopra) contro pagamenti di separazione eccessivi, come il loro importo spesso per se violato il senso di società della giustizia e la politica di rimunerazione fatto domanda nel settore finanziario ad ufficiali esecutivi aveva contribuito alla crisi finanziaria ed internazionale degli anni passati.
27. Il Governo sia ulteriore dell’opinione che per realizzare gli scopi sopra di interesse generale tassazione può, in una società democratica, sia considerato il più appropriato regolatore vuole dire. In finora come la tassa contestata potrebbe essere visto siccome contrae cambiando i contenuti del lavoro esistente del richiedente, loro presentarono che riguardo per contratti già conclusi richiesto che la loro modifica o l’annullamento hanno luogo secondo le leggi, anche se loro contennero apparentemente impegni legali alla spesa del bilancio Statale che viola il senso di società della giustizia.
28. Il Governo indicò che con introducendo la tassa speciale il legislatore aveva inteso di prevedere un equilibrio equo fra lo scopo perseguì e la limitazione sui diritti dell’individuo-con pagando, allo stesso tempo attenzione dovuta alla circostanza che, nel mezzo di una crisi economica mondiale e profonda, carichi supplementari non solo dovrebbero essere sopportati con lo Stato ma anche con gli altri partecipanti di mercato. Nella prospettiva del Governo, un margine ampio della valutazione dovrebbe essere lasciato alle autorità nazionali in questo riguardo. Aliquote d’imposta significativamente alte non erano ignote sotto i vari regimi di tassa.
Il Governo enfatizzò anche che separazione che non eccede HUF 3.5 milione non incorse l’Atto contestato sotto (in questa parte, era soggetto al tasso di imposta sul reddito personale e generale di 16%); perciò i dividere di carichi dovrebbero essere considerati fiera ed equo. In questo collegamento il Governo presentò che questa somma era approssimativamente equivalente al ‘ di sedici mesi salario medio in Ungheria nel 2010.
29. La privazione di ufficio imposte non aveva imposto un carico individuale ed eccessivo sul richiedente, o. Lei non era stata privata di una proprietà esistente o reddito, perciò il pagamento della tassa, dedotto col suo datore di lavoro dalla sua indennità di liquidazione non aveva comportato le fatiche intollerabili per lei. Il tasso della tassa non era stato eccessivo e-avendo riguardo a fare la media di uffici imposte ungheresi, il sociale e situazione economica e l’importo di benefici ricevuti col richiedente-non aveva imposto un carico sproporzionato sul richiedente o in via d’estinzione la sua esistenza.
b. Il richiedente
30. Il richiedente dibattè che l’interferenza coi suoi diritti di proprietà era nata da in legislazione cui stabilì scopo-quel è, “proteggere il senso di società della giustizia”-era caratteristica di regimi totalitari, violò la Convenzione ed in qualsiasi l’evento, era troppo vago per soddisfare il requisito di prevedibilità. La restrizione non poteva essere considerata o di conseguenza, come “prescrisse con la legge” o “intraprendendo un interesse generale.”
31. Inoltre, l’indennità di liquidazione in oggetto sarebbe stato vitale per il richiedente, perché lei era inutilizzata dopo la sua conclusione di lavoro e per più di un anno senza qualsiasi il reddito e, come un risultato di proscioglimento improvviso suo, lei non aveva l’opportunità di prendere qualsiasi misura puntò contro di alleviando le sue conseguenze. Perciò, la misura in oggetto costituì un carico sproporzionato ed eccessivo per lei.
2. La valutazione della Corte
a. Se c’era “una proprietà” all’interno del significato dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1
32. Al giorno d’oggi le circostanze, la natura del “la proprietà” manda a chiamare un scrutinio più vicino in prospettiva del fatto che il richiedente mai davvero possedette l’interezza dell’indennità di liquidazione in oggetto, la tassa speciale stata stata trattenuta direttamente con le autorità.
33. Il concetto di “le proprietà” nel primo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 ha un significato autonomo che non è limitato alla proprietà di beni di materiale e è indipendente dalla classificazione formale in diritto nazionale. Nello stesso modo come beni di materiale, i certi altri diritti ed interessi che costituiscono i beni può essere riguardato anche come “diritti di proprietà”, e così come “le proprietà” per i fini di questa disposizione. In ogni causa il problema che ha bisogno di essere esaminato è se le circostanze della causa, considerato nell’insieme, conferì sul titolo di richiedente ad un interesse effettivo protegguto con Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (vedere Iatridis c. la Grecia [GC], n. 31107/96, § 54 ECHR 1999-II; Beyeler c. l’Italia [GC], n. 33202/96, § 100 ECHR 2000-io; e Broniowski c. la Polonia [GC], n. 31443/96, § 129 il 2004-V di ECHR).
34. La Corte indica che “le proprietà” all’interno del significato di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 può essere uno “proprietà esistenti” o i beni, incluso rivendicazioni in riguardo dei quali un richiedente può dibattere che lui ha almeno un “l’aspettativa legittima” che di loro si saranno resi conto (vedere Gratzinger e Gratzingerova c. la Repubblica ceca (il dec.) [GC], n. 39794/98, § 69 ECHR 2002-VII).
35. Così, un “l’aspettativa legittima” di ottenere un bene la protezione di Articolo 1 di Protocollo può godere anche N.ro 1. Così, dove è nella natura di una rivendicazione un interesse di proprietà riservato, la persona in chi è assegnato legalmente può essere riguardato siccome avendo un “l’aspettativa legittima” se c’è una base sufficiente per l’interesse in legge nazionale, per esempio dove là è stabilito giurisprudenzadelle corti nazionali che confermano la sua esistenza. Comunque, nessuno “l’aspettativa legittima” si può dire che sorga, dove c’è una controversia come all’interpretazione corretta e la richiesta di diritto nazionale e le osservazioni del richiedente è respinto successivamente con le corti nazionali (vedere Kopecký c. la Slovacchia [GC], n. 44912/98, § 50 ECHR 2004-IX; Centro Europa 7 S.R.L. e Di Stefano c. l’Italia [GC], n. 38433/09, § 173 ECHR-2012; Eparhija Budimljansko-Nikšićka ed Altri c. il Montenegro (il dec.), n. 26501/05, §§ 66 a 69, 9 ottobre 2012).
36. Al giorno d’oggi la causa, i costatazione di Corte che-irrispettoso di se il richiedente ricevette parte dell’indennità di liquidazione con l’obbligo per riportarlo e pagare in corso dovuto la tassa applicabile o se la tassa è dedotta automaticamente dalla separazione-la separazione costituisce un interesse effettivo protetto dall’ Articolo 1 di Protocollo N.ro 1. Per la Corte, è innegabile che “già è stato guadagnato o è stato definitivamente pagabile,” quale lo trasforma in una proprietà per i fini di questa disposizione, specialmente poiché la Corte Costituzionale qualificò questa somma come nascente da in un diritto legale ed incondizionato (vedere divide in paragrafi 12 e 16 sopra), non soggetto a qualsiasi controversia o sentenza giudiziale ed ulteriore, una volta la relazione di servizio è terminata.
Inoltre, la Corte aggiungerebbe che il molto fatto che tassa fu imposta su questo reddito dimostra che fu considerato ufficio imposte esistente con lo Stato, sé che è inconcepibile per imporre tassa su una proprietà non-acquisita o ufficio imposte.
37. La Corte indicherebbe inoltre che un’impresa legale riguardo a separazione può essere corretta nell’evento di un cambio di politica sociale e che in riguardo di simile scelte lo Stato ha un margine ampio della valutazione-specialmente se presumendo che la separazione costituisce un “l’aspettativa legittima” piuttosto che un “proprietà esistente.” La Corte rispetterà perciò la sentenza della legislatura come a che che è “nell’interesse pubblico” a meno che che sentenza è manifestamente senza fondamento ragionevole (vedere James ed Altri c. il Regno Unito, 21 febbraio 1986, § 46 la Serie Un n. 98). Comunque, la Corte enfatizza che, nell’eseguire che scrutinio, la considerazione sarà data alla natura dell’aspettativa in oggetto. Nella causa di un servitore civile che viene ad un specifico regime legale sotto e che accettò volentieri limitazioni su alcune dei suoi diritti essenziali ed una rimunerazione dettata unilateralmente con legge, come notato con la Corte Costituzionale (vedere paragrafo 16 sopra), la separazione statutariamente convenuta rappresenta un’aspettativa a lungo termine sul lato del servitore civile ed un impegno sul lato dello Stato come padronale. Per la Corte, le aspettative così a lungo termine, eseguì con molti anni di garanzie legali ed immutate, non può essere trascurato leggermente. La giustificazione per la protezione di aspettative legittime che nascono da in un’impresa legale è che la legge dovrebbe proteggere la fiducia che è stata riposta nell’impresa resa dalla legislazione. Per la Corte, il buon governo dipende sulla fiducia fra i governarono ed il governatore (vedere, mutatis mutandis, nel contesto di sussidi statutariamente dovuti Plalam S.P.A. c. l’Italia, n. 16021/02, §§ 35 a 42, 18 maggio 2010). A meno che la fiducia è stata subita e protetta, i governi non saranno creduti e servitori civili non ordineranno i loro affari su che assunzione come richiesto con la loro lealtà elevata.
38. Nella particolare causa, la Corte osserva, che il richiedente servitore civile rese i suoi servizi allo Stato che ha fiducia nel secondo che i servizi (incluso garanzie di separazione) purché col datore di lavoro nella considerazione della lealtà e lavora, creerebbe una situazione dove l’aspettativa legittima sarebbe corroborata inoltre con l’adempimento continuato dello Stato di quelli servizi-quale nella prospettiva della Corte non può essere accantonato senza ragioni appropriate.
39. Separazione non può essere considerata semplicemente inoltre, un bene patrimoniale; determinato la sua funzione sociale, il diritto ad assegno di separazione deve essere considerato piuttosto una misura socialmente importante proporsi per lavoratori che sono stati resi ridondante e che desiderano rimanere nell’operi mercato. La Corte di giustizia europea considerò questo- benché in un contesto diverso-essere un’importante meta di politica nell’Unione europea (vedere paragrafo 21 sopra).
40. La Corte gli ulteriori costatazione che un schema legale che prevede per separazione (sia a servitori civili e gli altri impiegati) include un diritto legale. Inoltre, questo non è un lago ex diritto di gratia ma un diritto acquisito che sono garantiti statutariamente in cambio per il servizio rese.
41. La Corte aggiungerebbe per analogiam che dove un Stato Contraente ha in legislazione di vigore che prevede di pieno diritto per il pagamento di una pensione-se o non condizionale sul pagamento precedente di contributi-che legislazione doveva essere considerata generando un interesse di proprietà riservato che incorre all’interno dell’ambito di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 per persone che soddisfano i suoi requisiti (vedere Carson ed Altri c. il Regno Unito [GC], n. 42184/05, § 64 ECHR 2010). Per la Corte, le considerazioni simili fanno domanda a misure separazione toccante. Nel momento in cui molto come con pensione, è della particolare importanza se la legislatura riconoscesse gli impiegati affettati un periodo di transizione entro il quale loro sarebbero in grado adattarsi allo schema nuovo (vedere, mutatis mutandis, Lakićević ed Altri c. Montenegro e Serbia, N. 27458/06, 37205/06 37207/06 e 33604/07, § 72 13 dicembre 2011).
La Corte nota a questa connessione che la Corte Costituzionale ha fondato che la tassazione di indennità di liquidazione di fronte all’anno di tassa e già usato aveva violato la dignità umana, in prospettiva della difficoltà di rettifica al carico nuovo con la persona riguardata (vedere paragrafo 15 sopra)-benché deve essere notato che nella particolare causa questa non era la situazione precisa del richiedente.
b. Se c’era un’interferenza
42. Nella sua sentenza di 23 settembre 1982 nella causa di Sporrong e Lönnroth c. la Svezia, la Corte analizzò Articolo 1 siccome comprendendo “tre articoli distinti”: il primo articolo, esposto fuori nella prima frase del primo paragrafo è di una natura generale ed enuncia il principio del godimento tranquillo di proprietà; il secondo articolo, contenuto nella seconda frase del primo paragrafo copre privazione di proprietà e materie sé alle certe condizioni; il terzo articolo, determinato nel secondo paragrafo, riconosce che gli Stati Contraenti sono concessi, fra le altre cose, controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale (la Serie Un n. 52, § 61). La Corte osservò inoltre che, prima di chiedere se il primo articolo generale si è stato attenuto con, deve determinare se lo scorso due sono applicabili (l’ibid.). Comunque, i tre articoli non sono “distinto” nel senso di essere distaccato. Il secondo e terzi articoli concernono con le particolari istanze di interferenza col diritto a godimento tranquillo di proprietà e dovrebbero essere costruiti perciò nella luce del principio generale enunciata nel primo articolo (vedere, fra molte altre autorità, James ed Altri, citato sopra, § 37).
Inoltre, un’interferenza, incluso uno essendo il risultato di una misura per garantire pagamento di tasse, deve prevedere un “equilibrio equo” fra le richieste dell’interesse generale della comunità ed i requisiti della protezione dei diritti essenziali dell’individuo. La preoccupazione per realizzare questo equilibrio è riflessa nella struttura di Articolo 1 nell’insieme, incluso il secondo paragrafo: ci deve essere una relazione ragionevole della proporzionalità fra i mezzi assunti e gli scopi perseguirono. La questione per essere risposto è se, nelle specifiche circostanze del richiedente, la richiesta del diritto tributario impose un carico irragionevole su lei o fondamentalmente minò la sua situazione finanziaria-e con ciò non riuscì a prevedere un equilibrio equo fra i vari interessi coinvolti (vedere M.A. e 34 Altri c. la Finlandia (il dec.), n. 27793/95, 10 giugno 2003; il de di Imbert Trémiolles c. la Francia (il dec.), N. 25834/05 e 27815/05 (congiunse), 4 gennaio 2008; Spampinato c. l’Italia (il dec.), n. 69872/01, 29 marzo 2007; e Wasa Liv Omsesidigẗ, Forsakringsbolaget Valands Pensionsstiftelse c. la Svezia, n. 13013/87, decisione di Commissione di 14 dicembre 1988, Decisioni e Relazioni 58, p. 186).
43. I richiami di Corte che nella certa perdita di circostanze di proprietà di proprietà che è il risultato di una misura legislativa o da un ordine di una corte non sarà associato a con un “la privazione” di proprietà: nelle cause di AGOSI c. il Regno Unito (24 ottobre 1986, Serie Un n. 108) ed Aria il Canada c. il Regno Unito (5 maggio 1995, Serie Un n. 316-un), la confisca o l’altra perdita di proprietà fu trattata come un “controlli di uso” di proprietà all’interno del significato del secondo paragrafo di Articolo 1 Protocollo N.ro 1. In Gasus Dosier – l’und Fördertechnik GmbH c. i Paesi Bassi (23 febbraio 1995, Serie Un n. 306-B), sequestro fu considerato come una misura che garantisce il pagamento di tasse all’interno del significato del secondo paragrafo di Articolo 1 in fine, mentre in Beyeler (citata sopra), l’interferenza coi diritti di proprietà del richiedente fu esaminata sotto la prima frase di quell’Articolo.
La Corte non considera necessario decidere su se la seconda frase del primo paragrafo di Articolo 1 fa domanda in questa causa. La complessità del che riguarda i fatti e posizione legale impedisce alla misura contestata di essere classificato in una categoria precisa. I richiami di Corte che la situazione ha previsto nella seconda frase del primo paragrafo di Articolo 1 sono solamente una particolare istanza di interferenza col diritto a godimento tranquillo di proprietà come garantito con l’articolo generale insorto avanti la prima frase (vedere, per esempio, Lithgow ed Altri c. il Regno Unito, 8 luglio 1986, § 106 la Serie Un n. 102). La Corte considera perciò che dovrebbe esaminare la situazione si lamentò di nella luce di che articolo generale (il cf. Beyeler, citata sopra, § 106).
44. Nella prospettiva della Corte, la classificazione di una misura generale presa in appoggio di una politica sociale di redistribuzione come un “controlli di uso” di proprietà piuttosto che un “la privazione” di proprietà non è finora decisivo in come i principi che governano la questione della giustificazione è sostanzialmente gli stessi, mentre richiedendo sia un scopo legittimo e la conservazione di un equilibrio equo fra lo scopo notificato ed i diritti di proprietà individuali in oggetto.
Inoltre, un emendamento legislativo che rimuove un’aspettativa legittima può corrispondere nel suo proprio diritto ad un’interferenza con “le proprietà” (vedere, mutatis mutandis, Maurizio c. la Francia [GC], n. 11810/03, §§ 67-71 e 79, ECHR 2005-IX; Draon c. la Francia [GC], n. 1513/03, §§ 70-72 6 ottobre 2005; e Hasani c. Croatia (il dec.), n. 20844/09, 30 settembre 2010).
45. Al giorno d’oggi la causa, la Corte nota che le parti concordano che la tassazione contestata rappresenta un’interferenza col diritto del richiedente a godimento tranquillo di proprietà.
La Corte esaminerà il problema sotto il primo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, soggetto allo specifico articolo riguardo al pagamento di tasse contenuto in Articolo 1 in multa.
c. La legalità dell’interferenza
i. Principi Generali
46. La Corte reitera che Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 richiede che qualsiasi interferenza con un’autorità pubblica col godimento tranquillo di proprietà dovrebbe essere legale: effettivamente, la seconda frase del primo paragrafo di che Articolo autorizza la privazione di proprietà “soggetto alle condizioni previste per con legge.” Inoltre, l’articolo di legge, uno dei principi fondamentali di una società democratica è una nozione inerente in tutti gli Articoli della Convenzione (vedere Re Precedente di Grecia ed Altri c. la Grecia [GC] (i meriti), n. 25701/94, § 79 ECHR 2000-XII, e Broniowski, citato sopra, § 147).
47. Comunque, l’esistenza di una base legale in diritto nazionale non basta, in se stesso, soddisfare il principio della legalità. In oltre, la base legale deve avere una certa qualità, vale a dire deve essere compatibile con l’articolo di legge e deve offrire garanzie contro l’arbitrarietà.
48. Segue che, oltre ad essendo in conformità col diritto nazionale dello Stato Contraente, incluso la sua Costituzione le norme legali sulle quali è basata la privazione di proprietà dovrebbero essere sufficientemente accessibili, precise e prevedibili nella loro richiesta (vedere Guiso-Gallisay c. l’Italia, n. 58858/00, §§ 82-83 8 dicembre 2005). La Corte aggiungerebbe che le considerazioni simili fanno domanda ad interferenze col godimento tranquillo di proprietà.
Come alla nozione di “la prevedibilità”, la sua sfera dipende ad un grado considerevole dal contenuto dello strumento in problema, il campo è progettato per coprire ed il numero e status di quegli a chi è rivolto (vedere, mutatis mutandis, Sud Fondi S.r.l. ed Altri c. l’Italia, n. 75909/01, § 109 20 gennaio 2009). In particolare, un articolo è “prevedibile” quando riconosce una misura di protezione contro interferenze arbitrarie con le autorità pubbliche (vedere Centro Europa 7 S.r.1. e Di Stefano, citato sopra, § 143). Similmente, la legge applicabile deve fornire alle minime salvaguardie procedurali commisurato l’importanza del principio in pericolo (vedere, mutatis mutandis, Sanoma Uitgevers B.V. c. i Paesi Bassi [GC], n. 38224/03, § 88 14 settembre 2010; Vistiņš e Perepjolkins c. la Lettonia [GC], n. 71243/01, §§ 96-98 25 ottobre 2012).
49. La Corte può, inoltre, reiteri la sentenza nella sua giurisprudenzafissa che le autorità nazionali sono meglio in principio mise che una corte internazionale per valutare necessità locali e le condizioni. Nelle questioni di politica sociale ed economica generale sulle quali opinioni all’interno di una società democratica possono differire ragionevolmente estesamente, il politica-creatore nazionale dovrebbe essere riconosciuto un margine particolarmente largo della valutazione (vedere, per esempio, Stec ed Altri c. il Regno Unito [GC], n. 65731/01, § 52 ECHR 2006-VI).
50. In finora come la sfera di tassa riguarda, la posizione ben stabilita della Corte è che Stati possono essere riconosciuti del grado di riguardo supplementare e latitudine nell’esercizio delle loro funzioni fiscali sotto la prova di legalità (vedere Cittadino & Edificio Società Provinciale, Leeds Edificio Società Permanente e Yorkshire Building la Società c. il Regno Unito, 23 ottobre 1997 §§ 75 a 83, Relazioni di Sentenze e Decisioni 1997-VII; OAO Neftyanaya Kompaniya Yukos c. la Russia, n. 14902/04, § 559 20 settembre 2011).
51. Inoltre, poiché nella causa presente l’interferenza col godimento tranquillo del richiedente di proprietà era incarnated con una misura di tassa, è conveniente per indicare che tassazione retroattiva essenzialmente può essere applicabile per rimediare a deficienze tecniche della legge, in particolare dove la misura è giustificata ultimamente con pubblico-interessi le considerazioni. C’è infatti un interesse pubblico ed ovvio ed irresistibile per assicurare che le entità private non godono il beneficio di un frutto abbattuto dal vento in una conversione ad un regime di tassa-pagamento nuovo (vedere ecc. Cittadino, citato sopra, §§ 80 a 83).
Comunque, nessuno simile deficienza della legge è stata dimostrata nelle circostanze della causa presente. Perciò, la Corte considera che la particolare cautela è richiesta quando valutando se o non la misura contestata era “legale” per i fini di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
ii. l’applicazione dei principi summenzionati alla causa presente
52. La Corte nota che, mentre è vero che il pagamento e la tassazione della separazione in oggetto accadde dopo la promulgazione della definitivo versione della legislazione contestata, la tassazione si lamentò di può essere dibattuto per avere le certe caratteristiche retroattive, poiché-benché la separazione stessa fosse generata sul proscioglimento del richiedente-il lavoro in riguardo del quale era quota era stato fatto prima dell’introduzione della legislazione in questione e la tassa concernè rimunerazione per servizi previsti di fronte all’entrata in vigore del diritto tributario applicabile.
53. La Corte non può trascurare l’elaborazione legislativa che conduce alla promulgazione della legge che colpisce il richiedente. Osserva che la Corte Costituzionale fondò, nella sua prima decisione (vedere paragrafo 11 sopra), la misura incostituzionale per essere confiscatory, specialmente in riguardo ad a statutariamente purché separazione a servitori civili che non si poteva considerare che l’abbiano ricevuto in violazione di buona morale, o altrimenti illegalmente.
Nella sua seconda decisione (vedere paragrafo 15 sopra) la Corte Costituzionale sostenne che per l’anno di tassa corrente (quel è, per 2010), la tassa non era incostituzionale in riguardo ad a pagamenti di separazione che furono resi di fronte all’entrata in vigore dell’Atto, poiché non violò la dignità umana- che era la base sola per valutazione costituzionale di un diritto tributario dopo la riduzione delle competenze della Corte Costituzionale. Comunque, questo non cambiò la sentenza di non costituzionalità effettiva di disposizioni essenzialmente identiche del Atto fiscale originale-solamente che la Corte Costituzionale non potesse fare una rassegna le disposizioni leggermente corrette dell’Emendamento.
L’Atto fiscale cambiato fu adottato in 13 maggio 2011 ed entrò in vigore il prossimo giorno, 14 maggio 2011 essendo applicabile a separazione e pagamenti relativi guadagnò dopo 1 gennaio 2010 (vedere paragrafo 17 sopra). Il richiedente fu notificato del suo proscioglimento in 27 maggio 2011-effettivo come di 28 luglio 2011 (vedere paragrafo 6 sopra), quel è, approssimativamente dieci settimane dopo l’entrata in vigore dell’Atto corretto.
54. Contro questo sfondo, la Corte considera, che, benché le decisioni dell’aumento di Corte Costituzionale i certi problemi come alla costituzionalità-e perciò la legalità- dell’Atto contestato, può essere accettato ciononostante, siccome offrendo una base legale e corretta per la misura in oggetto, prendendo che in considerazione il grado di riguardo supplementare e latitudine, riconobbe in questo campo (vedere paragrafo 50 sopra).
d. Interesse pubblico
55. Il richiedente impugnò la legittimità dello scopo perseguita con la misura contestata. In questo collegamento, la Corte reitera, che, a causa della loro conoscenza diretta della loro società e le sue necessità, le autorità nazionali sono meglio in principio messo che il giudice internazionale per apprezzare che che è “nell’interesse pubblico.” Sotto il sistema di protezione stabilito con la Convenzione, è così per le autorità nazionali per fare la valutazione iniziale come all’esistenza di un problema di preoccupazione pubblica garantendo misure della privazione di proprietà o interferendo col godimento tranquillo di proprietà. Qui, come negli altri campi ai quali prolungano le salvaguardie della Convenzione, le autorità nazionali godono di conseguenza un certo margine della valutazione. Inoltre, la nozione di “interesse pubblico” necessariamente è esteso (vedere Vistiņš e Perepjolkins, citato sopra, § 106).
56. La Corte reitera inoltre che l’imporre di tasse costituisce in principio un’interferenza col diritto garantito col primo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 e che simile interferenza può essere giustificata sotto il secondo paragrafo di che Articolo che espressamente prevede per un’eccezione in riguardo del pagamento di tasse o gli altri contributi. Questo problema è nondimeno comunque, all’interno del controllo della Corte (vedere divide in paragrafi 42 e 45 sopra).
57. È naturalmente inoltre, nel primo posto per le autorità nazionali per decidere che genere di tasse o contributi sarà raccolto. Le decisioni in questa area coinvolgeranno comunemente la valutazione di questioni politiche, economiche e sociali che la Convenzione lascia all’interno della competenza degli Stati festeggia, le autorità nazionali che sono messe meglio che la Corte in questo collegamento. Il potere della valutazione degli Stati festeggia in simile questioni è perciò un ampio (vedere Gasus Dosier – l’und Fördertechnik GmbH, citato sopra, § 60, e Cittadino ecc., citato sopra, §§ 80-82).
58. Comunque, come riguardi il riferimento implicito del Governo a Commissione europea Raccomandazione 2009/384/EC (vedere divide in paragrafi 22 e 26 sopra), i costatazione di Corte che questa considerazione è immateriale in riguardo ad al richiedente. Le misure previste nella Raccomandazione che sarà applicabile nel futuro per restringere pagamenti eccessivi nel settore finanziario furono concepite perché “rischio-presa eccessiva nell’industria di servizi finanziaria ed in particolare in banche e ditte di investimento hanno contribuito all’insuccesso di imprese finanziarie ed a problemi sistematici nel Membro gli Stati e globalmente.” La Raccomandazione suggerisce regolamentazione nazionale che prevede per componenti adempimento-basati di rimunerazione basata su adempimento di lungo-termine e non contiene riferimento alle aspettative di giustizia sociali. Per la Corte, rischio-presa eccessiva nel settore finanziario è irrilevante per servitori civili che operano in un ambiente regolato di secondarietà.
59. Ciononostante, determinato il margine sopra della valutazione riguardo alla determinazione di che che è “nell’interesse pubblico”, concesso a misure generali che interferiscono col godimento tranquillo di proprietà, la Corte accetta, che il “senso della giustizia sociale della popolazione”, in combinazione con l’interesse proteggere il denaro pubblico e distribuire il carico pubblico soddisfano il requisito di Convenzione di un scopo legittimo, nonostante la sua larghezza. La Corte non ha prova convincente su che concludere che le ragioni assegnarono a col Governo era manifestamente privo di qualsiasi base ragionevole (compari e contrasto Tkachevy c. la Russia, n. 35430/05, § 50 14 febbraio 2012).
Comunque, dubbi seri rimangono come all’attinenza di queste considerazioni in riguardo ad al richiedente che solamente ricevette un statutariamente il risarcimento dovuto e non poteva essere costituito responsabile i problemi fiscali che lo Stato intese di rimediare a. Mentre la Corte riconosce che la misura contestata fu intesa di proteggere il denaro pubblico contro pagamenti di separazione eccessivi, non si convince che questa meta fu notificata primariamente con tassazione. Siccome notò la Corte Costituzionale, c’era una possibilità di cambiare separazione decide e riduce gli importi che erano contrari ad interesse pubblico, ma le autorità non optarono per questo corso di azione. Comunque, non è necessario per la Corte per decidere a questa connessione sull’adeguatezza di una misura che formalmente notifica una meta sociale, poiché questa misura è in qualsiasi evento soggetto alla prova di proporzionalità.
e. Proporzionalità
i. Principi Generali
60. Anche se è successo soggetto alle condizioni previste per con legge-implicando l’assenza dell’arbitrarietà-e nell’interesse pubblico, un’interferenza col diritto al godimento tranquillo di proprietà deve prevedere sempre, un “equilibrio equo” fra le richieste dell’interesse generale della comunità ed i requisiti della protezione dei diritti essenziali dell’individuo. In particolare, ci deve essere una relazione ragionevole della proporzionalità fra i mezzi assunti e lo scopo cercò di essere compreso con la misura contestata (vedere Scordino c. l’Italia (n. 1) [GC], n. 36813/97, § 93 il 2006-V di ECHR); ed anche divide in paragrafi 42 sopra).
61. Nel determinare se questo requisito è soddisfatto, la Corte reitera che lo Stato gode un margine ampio della valutazione con riguardo a sia a scegliendo i mezzi di esecuzione ed ad accertando se le conseguenze di esecuzione sono giustificate nell’interesse generale per il fine di realizzare l’oggetto della legge in oggetto (vedere Chassagnou ed Altri c. la Francia [GC], N. 25088/94, 28331/95 e 28443/95, § 75 ECHR 1999 III, e Herrmann c. la Germania [GC], n. 9300/07, § 74 26 giugno 2012). Ciononostante, la Corte non può abdicare il suo potere di revisione e deve determinare perciò se l’equilibrio richiesto fu sostenuto in una maniera conforme col diritto dei richiedenti al godimento tranquillo delle loro proprietà, all’interno del significato della prima frase di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (vedere Jahn ed Altri c. la Germania [GC], N. 46720/99, 72203/01 e 72552/01, § 93 ECHR 2005-VI). Nella determinazione della proporzionalità della misura, la Corte faceva anche di passato consideri la situazione personale dei richiedenti, incluso la loro buon fede (vedere Vistiòð e Perepjolkins, citato sopra, § 120).
62. Per valutare la conformità della condotta dello Stato coi requisiti di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, la Corte deve condurre un esame complessivo dei vari interessi in questione, mentre avendo riguardo ad al fatto che si intende che la Convenzione garantisca diritti che sono, “pratico ed effettivo”, non teoretico o illusorio. Deve andare sotto di comparizioni e deve guardare nella realtà della situazione in questione, mentre prendendo conto di tutte le circostanze attinenti, incluso la condotta delle parti ai procedimenti i mezzi assunti con lo Stato e l’attuazione di quelli mezzi. Dove è in pericolo un problema nell’interesse generale, è in carica sulle autorità pubbliche per agire nel buon tempo, ed in una maniera appropriata e coerente (vedere Rum di Fener Erkek Lisesi Vakfı c. la Turchia, n. 34478/97, § 46, 9 gennaio 2007, e Bistrović c. Croatia, n. 25774/05, § 35 31 maggio 2007).
63. Nel contesto di riscossione delle imposte, la Corte considera, che l’appropriatezza di metodi è una considerazione nella costituzione della proporzionalità di una misura di interferenza (vedere, nel contesto di esercizio del diritto dello Stato di pre-acquisto, Hentrich c. la Francia, 22 settembre 1994, § 48 la Serie Un n. 296 Un).
64. Benché Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 non contiene requisiti procedurali ed espliciti per valutare la proporzionalità dell’interferenza la Corte guarda al grado di protezione da arbitrarietà che è riconosciuta coi procedimenti nella causa (vedere Hentrich, citato sopra, § 46). In particolare, la Corte esamina se i procedimenti riguardo all’interferenza coi richiedenti il diritto di ‘ al godimento tranquillo delle loro proprietà fu frequentato con salvaguardie procedurali e di base. Già ha contenuto che un’interferenza non può essere legittima nell’assenza di procedimenti di adversarial che si attengono col principio dell’uguaglianza di braccio, argomento abilitante per essere presentato sui problemi attinente per la conseguenza di una causa (vedere Hentrich, citato sopra, § 42; e Jokela c. la Finlandia, n. 28856/95, § 45 ECHR 2002-IV). Una prospettiva comprensiva deve essere presa delle procedure applicabili (vedere AGOSI, citato sopra, § 55; Hentrich, citato sopra, § 49; e Jokela, citato sopra, § 45).
ii. L’applicazione dei principi summenzionati alla causa presente
65. Come sé traspira dalla sua causa-legge, nell’area di legislazione sociale ed economica incluso nell’area di tassazione come un mezzo per simile politiche Stati godono un margine ampio di valutazione che negli interessi della giustizia sociale e benessere economico legittimamente può condurrli, nella prospettiva della Corte aggiustare, copertura o anche riduce l’importo di separazione normalmente pagabile alla popolazione qualificativa. Comunque qualsiasi simile misure devono essere implementate in una maniera non-discriminatoria e devono essere attenutesi coi requisiti della proporzionalità.
In particolare, come riguardi l’esistenza di un “relazione ragionevole della proporzionalità fra i mezzi assunti e lo scopo cercò di essere compreso”, la Corte nota all’inizio che la prima decisione della Corte Costituzionale può essere capita per caratterizzare la tassa in oggetto siccome corrispondendo ad una misura di confiscatory. Aliquote d’imposta che eccedono 50% sono state trovate recentemente inoltre, incostituzionali in del Membro Stati del Consiglio dell’Europa, come Germania e la Francia. In molti altri paesi europei tassi di reddito personali possono raggiungere comunque, 75%-benché quelli tassi siano solamente di solito applicabili agli scaglioni di reddito più alti, relativo ad uffici imposte che chiaramente eccedono l’importo che è contemplato nel contesto della separazione legale ungherese.
66. La soglia applicabile nella causa presente era HUF 3.5 milione sopra, gli importi di liquidazione che incorre sotto questo limite che è soggetto al tasso di imposta sul reddito personale e generale di 16%. Nel caso del richiedente, questo rappresentò un onere fiscale complessivo di approssimativamente 52% sull’interezza della separazione (vedere paragrafo 7 sopra).
67. Nella causa presente, la Corte prende nell’esame nell’analisi di proporzionalità che l’aliquota d’imposta fatta domanda eccede notevolmente il tasso applicabile a tutti gli altri uffici imposte, incluso indennità di liquidazione nel settore privato senza determinare in abstracto se o meno l’onere fiscale era, mentre parlando quantitativamente, confiscatorio in natura. Per la Corte, dato il margine della valutazione accordato a Stati nelle questioni di tassazione, l’aliquota d’imposta applicabile non può essere in se stesso decisiva, specialmente in circostanze piaccia quelli della causa presente.
68. I costatazione di Corte che il richiedente che fu concesso a separazione legale sulla base del diritto vigente e di chi agendo in buon fede non stato stato chiamato mai in questione, fu sottoposto ad una tassa il cui tasso eccedè approssimativamente tre volte il tasso di imposta sul reddito personale e generale di 16% (vedere paragrafo 7 sopra)-e questo nonostante il fatto che la separazione notificò lo specifica e riconobbe meta sociale di operi ripristino. Non sembra che qualsiasi l’altro ufficio imposte che nasce da dal denaro pubblico fu sottoposto a tassa similmente alta.
69. Inoltre, alla misura che il Governo può essere capito per dibattere che servitori civili e senior erano in una posizione per influenzare il loro proprio lavoro trae profitto che fenomeno potrebbe essere opporsi a solamente con tassazione designata come bersaglio (vedere divide in paragrafi 26 e 27 sopra), la Corte si soddisfa che non c’è niente nell’archivio di causa per corroborare simile assunzione dell’abuso nella causa del richiedente.
70. Come riguardi il carico personale che il richiedente subì su conto della misura contestata, la Corte nota che lei doveva soffrire di una privazione sostanziale di reddito in un periodo della difficoltà personale e considerevole, vale a dire che di disoccupazione. La Corte osserverebbe in questo contesto che Articolo 34 dello Statuto di Diritti essenziali dell’Unione europea (vedere paragrafo 20 sopra) gira benefici che offrono protezione nella causa di perdita di lavoro, e che secondo la Corte di giustizia europea, lo scopo perseguito con separazione-quel è, mentre aiutando impiegati respinti a trovare lavoro nuovo-appartiene all’interno di mete di politica di lavoro legittime (vedere paragrafo 21 sopra). Per la Corte, è piuttosto plausibile che l’elemento che lei è stata sottoposta alla misura contestata mentre inutilizzato, insieme con l’inaspettato e natura rapida del cambio del regime di tassa che rese qualsiasi la preparazione virtualmente impossibile per quelli riguardati, esposto il richiedente alle fatiche personali e sostanziali.
71. Nella prospettiva della Corte, il richiedente, insieme con un gruppo di servitori civili e respinti (vedere paragrafo 6 sopra), fu reso per sopportare un carico eccessivo e sproporzionato, mentre gli altri servitori civili con benefici legali ed altri comparabili non furono costretti apparentemente a contribuire ad una misura comparabile al carico pubblico, anche se loro erano nella posizione di comando che li ha abilitati per definire potenzialmente i certi benefici contrattuali disapprovò col pubblico. Inoltre, la Corte osserva che la legislatura non riconobbe il richiedente un periodo di transizione entro che adattarsi allo schema nuovo.
72. Contro questo sfondo, i costatazione di Corte di che la misura si è lamentata comportarono un carico eccessivo ed individuale sul lato del richiedente. Questo è tutto il più evidente quando in considerazione del fatto che la misura designò come bersaglio solamente un certo gruppo di individui che apparentemente erano cacciati dall’amministrazione pubblica nella loro qualità di impiegati. Presumendo che la misura contestata servì l’interesse del bilancio Statale ad un tempo della fatica economica, la Corte nota che la maggioranza di cittadini non fu obbligata a contribuire, ad una misura comparabile, al carico pubblico.
73. La Corte nota inoltre che la tassa fu dedotta direttamente col datore di lavoro dalla separazione senza qualsiasi individualizzò valutazione della situazione del richiedente che è concessa.
74. La Corte osserva inoltre che la tassa fu imposta su reddito riferito alle attività prima del materiale tassi anno e comprese nell’anno di tassa, sul proscioglimento del richiedente. In questo collegamento i richiami di Corte che tassazione ad un’aliquota d’imposta notevolmente più alta che che in vigore quando l’ufficio imposte in oggetto fu generato potrebbe essere considerato discutibilmente un’interferenza irragionevole con aspettative protette dall’ Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (vedere M.A. e 34 Altri, citato sopra). La tassa fu determinata in un statuto che è stato decretato ed entrò in vigore delle dieci settimane di fronte alla conclusione della relazione di servizio civile del richiedente, e la tassa non fu intesa di rimediare a deficienze tecniche della legge che preesiste, né il richiedente aveva goduto il beneficio di un frutto abbattuto dal vento in una conversione ad un regime di tassa-pagamento nuovo (compari e contrapponga, Cittadino ecc., citato sopra, §§ 75 a 83).
75. La Corte conclude che la specifica misura in oggetto, siccome fatto domanda al richiedente, anche se volle dire notificare la giustizia sociale, non può essere giustificato con l’interesse pubblico e legittimo

Testo Tradotto

Conclusions
Remainder inadmissible
Violation of Article 1 of Protocol No. 1 – Protection of property (Article 1 para. 1 of Protocol No. 1 – Deprivation of property Peaceful enjoyment of possessions – Possessions) Pecuniary and non-pecuniary damage – award

SECOND SECTION

CASE OF N.K.M. v. HUNGARY

(Application no. 66529/11)

JUDGMENT

STRASBOURG

14 May 2013

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of N.K.M. v. Hungary,
The European Court of Human Rights (Second Section), sitting as a Chamber composed of:
Guido Raimondi, President,
Danutė Jočienė,
Peer Lorenzen,
András Sajó,
Işıl Karakaş,
Nebojša Vučinić,
Helen Keller, judges,
and Stanley Naismith, Section Registrar,
Having deliberated in private on 2 April 2013,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 66529/11) against the Republic of Hungary lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by a Hungarian national, Ms N.K.M. (“the applicant”), on 19 October 2011. The President of the Section acceded to the applicant’s request not to have her name disclosed (Rule 47 § 3 of the Rules of Court).
2. The applicant was represented by Mr D. Karsai, a lawyer practising in Budapest. The Hungarian Government (“the Government”) were represented by Mr Z. Tallódi, Agent, Ministry of Public Administration and Justice.
3. The applicant complained under Article 1 of Protocol No. 1 – read alone and in conjunction with Article 13 – that the imposition of a 98% tax on the upper bracket of her severance constituted an unjustified deprivation of property, or else taxation at an excessively disproportionate rate, with no remedy available.
Moreover, she argued under Article 8 that the legal presumption of the impugned revenues contravening good morals amounted to an interference with her right to a good reputation.
She finally asserted that Article 14 of the Convention read in conjunction Article 1 of Protocol No. 1 had been violated because only those dismissed from the public sector were subjected to the tax and because a preferential threshold was applicable to only a group of those concerned.
4. On 14 February 2012 the application was communicated to the Government. It was also decided to rule on the admissibility and merits of the application at the same time (Article 29 § 1).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
5. The applicant was born in 19… and lives in Budapest.
6. The applicant, civil servant for thirty years, had been in the service of a government ministry. On 27 May 2011 she was dismissed, with effect from 28 July 2011. Her dismissal was part of a wave of similar measures throughout the entire civil service.
7. On dismissal, the applicant was statutorily entitled to two months’ salary for June and July 2011 during which time she was exempted from working. In addition, she was to receive severance pay amounting to eight months’ salary in application of section 19(2) g) of Act no. XXIII of 1992 on the Status of Civil Servants, as well as to an unspecified sum corresponding to unused leave of absence.
These benefits – in so far as they did not represent compensation for unused 2011 leave of absence – were subsequently taxed at 98% in their part exceeding 3.5 million Hungarian forints (HUF) . The exceeding part was HUF 2.4 million . This represented an overall tax burden of approximately 52% on the entirety of the severance, as opposed to the general personal income tax rate of 16% in the relevant period.
The tax amount in question was never disbursed to the applicant, but was withheld by the employer and directly transferred to the tax authority.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
8. Section 19 of Act no. XXIII of 1992 on the Status of Civil Servants provides as follows:
“(1) A civil servant … shall be entitled to severance if his service relationship is terminated by ordinary dismissal … .
(2) The amount of severance shall be, if the civil servant’s service has been at least:

g) 20 years: eight months’ salary …”
9. On 22 July 2010 Parliament adopted Act no. XC of 2010 on the Adoption and Modification of Certain Economic and Financial Laws (“the Act”). The Act, which was published in the Official Gazette on 13 August 2010, introduced inter alia a new tax on certain payments for employees of the public sector whose employment was terminated. Consequently, severance pay and other payments related to the termination of employment (such as compensation for unused leave of absence) exceeding HUF 2 million became subject to a 98% tax. However, income tax and social security contributions already paid could be deducted from the tax. Notwithstanding the limit of HUF 2 million, the statutory provisions on the sum of severance pay – in some cases amounting to twelve months’ remuneration – were not modified. The bill preceding the Act justified the tax with reference to public morals and the unfavourable budgetary situation of the country.
10. The Act entered into force on 1 October 2010; however, the tax was to be applied to the relevant revenues as from 1 January 2010. Simultaneously, the Constitution was also amended establishing retroactive tax liability in respect of the given tax year concerning “any remuneration against good morals” paid in the public sector.
11. The Act was challenged before the Constitutional Court within the framework of an abstract ex post facto control. This court found the relevant provisions unconstitutional in decision no. 184/2010. (X.28.) AB on 26 October 2010.
According to the Constitutional Court, revenues earned solely on the basis of relevant statutory provisions (that is, the overwhelming majority of the revenues concerned by the disputed legislation) could not be regarded as being against good morals, and therefore not even the constitutional amendment justified a retroactive 98% tax. The Constitutional Court pointed out that it reviewed the rate or amount of taxes only exceptionally; however, it held that a pecuniary burden was unconstitutional if it was of a confiscatory nature or its extent was clearly exaggerated, i.e. was disproportionate and unjustified. Considering also the “fifty per cent rule” (Halbteilungsgrundsatz) set out by the German Federal Constitutional Court – according to which the overall tax load on assets must be limited to 50-60% of the yield on those assets – the court found that the 98% tax was excessive and punitive, yet it equally applied to severance pay earned in a fully untainted manner. The tax was levied on or deducted from the revenues concerned even if their morally doubtful origin could not be established. The Constitutional Court annulled the relevant provisions retroactively, that is, from the day of the Act’s entry into force. It relied on the above arguments, rather than on considerations about the protection of property, to which its scrutiny did not extend in the case.
12. The Constitutional Court’s decision contained in particular the following considerations:
“5.2. … [The Act] applies to … payments originating in unconditional statutory entitlements and defined by objective criteria, that is, to those … received from any source specified in the Act and exceeding the [relevant] amount …. The Act does not apply only to budgetary institutions but to other, State-owned employers as well. The use of private resources depends on the citizens’ relatively free choices and autonomous decisions. However, decisions concerning public funds are different. [The impugned legislation] relates to public funds, and determines – at least indirectly – the use of public resources.
5.3. … Depending on the circumstances, [the] 98% tax may apply to payments which derive from the obligatory application of cogent legal provisions. … In these cases, the special tax does not function as a regulatory instrument, given its inescapable factual basis. Nor does it aim to prevent abusive payments; its purpose is rather to levy almost the entire income [in question] for the central budget. …
The volume of public duties is considered unconstitutional if they have a confiscatory nature or amount to an evidently excessive rate of the kind which can be regarded as disproportionate and unjustified. …
The material case concerns a substantial punitive tax which also applies to payments which are received, by virtue of law and within the limits of the proper exercise of rights, upon the termination of employment in the public sector. The Act would be applied also in cases where no infringement of law can be established in connection with the payments concerning the termination of a legal relation. It would deprive the taxable persons of incomes originating in unconditional statutory entitlements. …
To increase budgetary revenues and secure a general and proportionate distribution of public burden is only the secondary and eventual purpose of the legislator when introducing such a tax. The direct purpose of the legislator in this case is to set a certain barrier on incomes by using the means of tax law. However, imposing a tax or other similar duty is no constitutional means to achieve such purpose. Several constitutional instruments are at the disposal of the legislator to accomplish its objective. It may reduce or even abolish some State allowances falling under the scope of the Act for the future, or transform the allocation system so that in the future it should not be possible to acquire further entitlements to allowances above a certain limit. Nonetheless, the discretion of the legislator only prevails in the framework of international and European community law.”
13. Upon a new bill introduced on the same day as the date of the Constitutional Court’s decision, on 16 November 2010 Parliament re-enacted the 98 % tax with certain modifications, according to which this tax applied from 1 January 2005; however, for the majority of those affected (excluding some senior officials) it only applied to revenues above HUF 3.5 million. The new legislation was published in the Official Gazette of 16 November and entered into force on 30 December 2010.
14. At the same time, Parliament again amended the Constitution, allowing retroactive taxation going back five years. Furthermore, the Constitutional Court’s powers were limited: the amended articles of the Constitution contained a restriction on the Constitutional Court’s right to review legislation on budgetary and tax issues. This restriction – which has also been maintained in the new Basic Law in force from 1 January 2012 – allows for constitutional review only in respect of violations of the right to life and human dignity, the protection of personal data, freedom of thought, conscience and religion, and the rights related to Hungarian citizenship.
15. Upon a petition for an abstract ex post facto control, on 6 May 2011 the Constitutional Court annulled – notwithstanding its limited powers – the five-year retroactive application of the 98% tax in decision no. 37/2011 (V.10.) AB, relying on the right to human dignity. However, the reasoning of the decision underlined that only the taxation of revenues gathered before the 2010 tax year constituted a violation of the right to human dignity. The Constitutional Court did not find unconstitutional as such the Act’s presumption that the relevant revenues infringed good morals; however, it ruled that this presumption should be susceptible to a legal challenge. In view of its limited jurisdiction, it did not consider the substantive aspects of the tax.
16. The Constitutional Court’s decision contained in particular the following considerations:
“1. … The Constitutional Court has held that the retroactive effect of the Act does not only apply to incomes earned contra bonos mores, but also to incomes originating in unconditional statutory entitlements. Payments of statutory amounts [which have not been abolished] cannot be regarded as being contra bonos mores.
As regards the prospective provisions of the Act, the Constitutional Court has pointed out that the tax in issue is also applicable to payments received legally and within the limits of proper exercise of rights upon termination of employment in the public sector, and that it deprives the persons concerned of incomes originating in unconditional statutory entitlements. However, in this case the legislator interpreted the “special rate” as an entire withdrawal of the income, by which it overstepped its constitutional mandate and breached the amended constitutional rule of distributing public burden.
2. In pursuit of decision [no. 184/2010 (X.28.) AB], Parliament amended the rules on the Constitutional Court’s competence as well as the provision of the Basic Law determining the distribution of public burden, and re-enacted the special tax. …
2.2. … [The new legislation] contains no reference to the notion “contra bonos mores”, and allows for retroactive law-making with regard to the fifth tax year in arrears as well as for [any] imposition falling short of [the total] deprivation of income. …
3. … The legal relations falling under the scope of the special tax are typically regulated by the so-called “legal status” Acts [i.e. the Acts concerning the legal status of civil servants]. [In this context, the] salary is specified by the so-called “pay scale”, which is independent from the parties and obligatory for them.
[Moreover,] the personal scope of the special tax also includes employers and employees, mainly those who belong under the Labour Code, who can significantly influence the amount of the allowance received upon the termination of employment. …
In this respect, the special tax is a tax whose purpose is not to generate [State] revenue. It is, in this connection, a regulatory instrument. … Certain taxes may serve not only the purpose of increasing State revenue, but also function as regulatory instruments. Secondarily, but not insignificantly, [this] taxation can be also seen as part of the State’s economic policy. In this regard the legislature is afforded an exceptionally broad constitutional margin of discretion. …
4.1.4. … The special tax is not a general income tax applicable to all types of income, but rather a particular tax levied on non-repetitive, non-regular payments which relate to certain factual circumstances (i.e. the termination of a legal relation) and which exceed a certain limit. …
Such a tax with ex nunc effect cannot be considered to violate the right to protection of human dignity or to constitute an improper interference by the State with individual autonomy. Taking into account its base, the incomes not belonging in that base and their amounts, the special tax cannot be considered as completely dispossessing the tax subjects. …
The individual’s acquisition of the income subject to the special tax is restricted by a public-law limitation originating in that tax …
4.2.4. … In case of misuse of public resources, the limitation on payments might even have retroactive effect, [under] section 70/I (2) of the Constitution. The Constitutional Court has already emphasised in its decision [no. 184/2010 (X.28.) AB] that a retroactive special tax may be imposed on unfairly high payments, on certain types of severance pay or on compensation for significant periods of unused vacation time accumulated over years; the Act aiming at preventing abuses and endorsing the society’s sense of justice is not unconstitutional in itself, but must remain within the framework of the amended Constitution.
4.2.5. However, to impose tax on incomes [lawfully] acquired during the tax year … cannot be considered as the implementation of the new paragraph (2) of section 70/I of the Constitution, but rather interference by a public authority with individual autonomy going to such lengths that cannot have constitutional justification, and therefore violates the taxpayers’ human dignity. …
The special tax does not provide for a fair and just assessment of individual circumstances; its retroactive rules apply to everyone [with two exceptions mentioned above] without differentiation. Nor does it take into account objective circumstances concerning a wide range of taxpayers, such as the economic crisis or emergency situations, which may disadvantageously influence the individuals’ circumstances. …”
17. On 9 May 2011 Parliament again re-enacted the retroactive application of the 98% tax. The amendment to Act no. XC of 2010 was published in the Official Gazette on 13 May and entered into force on 14 May 2011. It provided that only relevant revenues earned after 1 January 2010 should be subject to the tax. The amended legislation did not contain any remedy available to those affected.
18. The Act, as in force as of 14 May 2011, provides (in sections 8-12/B) that the special tax rules are applicable to incomes received on 1 January 2010 or after. Incomes shall be subject to a 98% special tax where the private individual has worked at an economic operator or an organisation operating from public money, the payment is effected on account of the termination of the private individual’s work relationship, and the amount of the income exceeds HUF 3,5 million (in certain cases HUF 2 million). Incomes received between 1 January 2010 and 29 December 2010 were declared by private individuals by means of self-assessment, in tax returns submitted until 25 February or 10 May 2011 (depending on the taxpayer group). The tax was payable by the same dates.
19. Members of Parliament, vice mayors and Members of the European Parliament declared their income earned in 2010 and subject to the special tax in a different manner, in a separate tax return submitted until 31 July 2011. They paid the special tax until the same date. Persons subjected to the payment of special tax declared their taxable incomes earned between 1 January 2011 and 13 May 2011 by way of tax returns submitted until 25 February or 20 May 2012 (depending on the taxpayer group), and paid the tax by the same dates. In all other cases, the special tax is deducted by the payment issuer as withholding tax, and the deduction is indicated in the private individual’s tax return for the given revenue year.
Any charges paid by or deducted from the private individual including, in particular, personal income tax or individual contributions shall be regarded as tax advances paid on the special tax.
III. RELEVANT LAW OF THE EUROPEAN UNION
20. The Charter of Fundamental Rights of the European Union provides as follows:
Article 34 – Social security and social assistance
“1. The Union recognises and respects the entitlement to social security benefits and social services providing protection in cases such as maternity, illness, industrial accidents, dependency or old age, and in the case of loss of employment, in accordance with the rules laid down by Community law and national laws and practices.”
21. The European Court of Justice held in Case C-499/08 Andersen v. Region Syddanmark, [2010] ECR I-09343 as follows:
“29. The aim pursued by the severance allowance of protecting workers with many years of service in an undertaking and helping them to find new employment falls within the category of legitimate employment policy and labour market objectives provided for in Article 6(1) of Directive 2000/78.”
22. European Commission Recommendation of 30 April 2009 on remuneration policies in the financial services sector (2009/384/EC) provides as follows:
“1. Excessive risk-taking in the financial services industry and in particular in banks and investment firms has contributed to the failure of financial undertakings and to systemic problems in the Member States and globally….
5. Creating appropriate incentives within the remuneration system itself should reduce the burden on risk management and increase the likelihood that these systems become effective. Therefore, there is a need to establish principles on sound remuneration policies.”
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1 OF THE CONVENTION
23. The applicant complained that the levying of tax at a rate of 98% on part of her severance pay had amounted to a deprivation of property which was unjustified. She relied on Article 1 of Protocol No. 1, which provides as follows:
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.”
24. The Government contested that argument.
A. Admissibility
25. The Court notes that this complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 (a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. The parties’ submissions
a. The Government
26. The Government did not dispute that the contested deprivation of revenue had amounted to an interference with the applicant’s right to property. However, in their view, this interference was prescribed by law and pursued the legitimate aims of satisfying society’s sense of justice and of protecting the public purse. These aims of general interest were also recognised by the European Union which had initiated legislative steps (see paragraph 22 above) against excessive severance payments, as their amount often per se violated society’s sense of justice and the remuneration policy applied in the financial sector to executive officers had contributed to the international financial crisis of the past years.
27. The Government were further of the opinion that, in order to achieve the above aims of general interest, taxation can, in a democratic society, be regarded as the most suitable regulatory means. In so far as the impugned tax could be seen as modifying the contents of the applicant’s existing employment contract, they submitted that respect for contracts already concluded required that their modification or cancellation take place according to the laws, even if they contained seemingly lawful commitments at the expense of the State budget violating society’s sense of justice.
28. The Government pointed out that by introducing the special tax the lawmaker had intended to strike a fair balance between the aim pursued and the limitation on the individual’s rights – by paying, at the same time, due attention to the circumstance that, in the midst of a deep world-wide economic crisis, additional burdens should be borne not only by the State but also by other market participants. In the Government’s view, a wide margin of appreciation should be left to the national authorities in this respect. Significantly high tax rates were not unknown under the various tax regimes.
The Government also emphasised that severance not exceeding HUF 3.5 million did not fall under the impugned Act (in this part, it was subject to the general personal income tax rate of 16%); therefore the sharing of burdens should be regarded as fair and just. In this connection the Government submitted that this sum was approximately equivalent to sixteen months’ average salary in Hungary in 2010.
29. The deprivation of revenue had not imposed an excessive individual burden on the applicant, either. She had not been deprived of an existing possession or income, therefore the payment of the tax, deducted by her employer from her severance pay, had not entailed intolerable hardships for her. The rate of the tax had not been excessive and – having regard to average Hungarian revenues, the social and economic situation and the amount of benefits received by the applicant – had not imposed a disproportionate burden on the applicant or endangered her subsistence.
b. The applicant
30. The applicant argued that the interference with her property rights had originated in legislation whose purported aim – that is, “to protect society’s sense of justice” – was characteristic of totalitarian regimes, violated the Convention and, in any event, was too vague to meet the requirement of foreseeability. Consequently, the restriction could not be considered either as “prescribed by the law” or “pursuing a general interest”.
31. Moreover, the severance pay in question would have been vital for the applicant, because she was unemployed after her termination of employment and for more than a year, without any income and, as a result of her sudden dismissal, she did not have the opportunity to take any measure aimed at alleviating its consequences. Therefore, the measure in question constituted a disproportionate and excessive burden for her.
2. The Court’s assessment
a. Whether there were “possessions” within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1
32. In the present circumstances, the nature of the “possession” calls for a closer scrutiny in view of the fact that the applicant never actually possessed the entirety of the severance pay in question, the special tax having been directly withheld by the authorities.
33. The concept of “possessions” in the first paragraph of Article 1 of Protocol No. 1 has an autonomous meaning which is not limited to the ownership of material goods and is independent from the formal classification in domestic law. In the same way as material goods, certain other rights and interests constituting assets can also be regarded as “property rights”, and thus as “possessions” for the purposes of this provision. In each case the issue that needs to be examined is whether the circumstances of the case, considered as a whole, conferred on the applicant title to a substantive interest protected by Article 1 of Protocol No. 1 (see Iatridis v. Greece [GC], no. 31107/96, § 54, ECHR 1999–II; Beyeler v. Italy [GC], no. 33202/96, § 100, ECHR 2000 I; and Broniowski v. Poland [GC], no. 31443/96, § 129, ECHR 2004–V).
34. The Court points out that “possessions” within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1 can be either “existing possessions” or assets, including claims, in respect of which an applicant can argue that he has at least a “legitimate expectation” that they will be realised (see Gratzinger and Gratzingerova v. the Czech Republic (dec.) [GC], no. 39794/98, § 69, ECHR 2002–VII).
35. Thus, a “legitimate expectation” of obtaining an asset may also enjoy the protection of Article 1 of Protocol No. 1. Thus, where a proprietary interest is in the nature of a claim, the person in whom it is vested may be regarded as having a “legitimate expectation” if there is a sufficient basis for the interest in national law, for example where there is settled case-law of the domestic courts confirming its existence. However, no “legitimate expectation” can be said to arise where there is a dispute as to the correct interpretation and application of domestic law and the applicant’s submissions are subsequently rejected by the national courts (see Kopecký v. Slovakia [GC], no. 44912/98, § 50, ECHR 2004 IX; Centro Europa 7 S.R.L. and Di Stefano v. Italy [GC], no. 38433/09, § 173, ECHR–2012; Eparhija Budimljansko-Nikšićka and Others v. Montenegro (dec.), no. 26501/05, §§ 66 to 69, 9 October 2012).
36. In the present case, the Court finds that – irrespective of whether the applicant received part of the severance pay with the obligation to report it and to pay in due course the applicable tax or whether the tax is automatically deducted from the severance – the severance constitutes a substantive interest protected by Article 1 of Protocol No. 1. For the Court, it is undeniable that it “has already been earned or is definitely payable,” which turns it into a possession for the purposes of that provision, especially since the Constitutional Court qualified this sum as one originating in an unconditional statutory entitlement (see paragraphs 12 and 16 above), not subject to any dispute or ulterior judicial finding, once the service relation is terminated.
Furthermore, the Court would add that the very fact that tax was imposed on this income demonstrates that it was regarded as existing revenue by the State, it being inconceivable to impose tax on a non-acquired property or revenue.
37. The Court would further point out that a statutory undertaking concerning severance can be amended in the event of a change of social policy and that in respect of such choices the State has a wide margin of appreciation – especially if assuming that the severance constitutes a “legitimate expectation” rather than an “existing possession”. The Court will therefore respect the legislature’s judgment as to what is “in the public interest” unless that judgment be manifestly without reasonable foundation (see James and Others v. the United Kingdom, 21 February 1986, § 46, Series A no. 98). However, the Court emphasises that, in carrying out that scrutiny, consideration shall be given to the nature of the expectation in question. In the case of a civil servant, who comes under a specific legal regime and who willingly accepted limitations on some of his fundamental rights and a remuneration unilaterally dictated by law, as noted by the Constitutional Court (see paragraph 16 above), the statutorily stipulated severance represents a long-term expectation on the side of the civil servant and a commitment on the side of the State as employer. For the Court, such long-term expectations, reinforced by many years of unchanged statutory guarantees, cannot be lightly disregarded. The justification for the protection of legitimate expectations originating in a statutory undertaking is that the law should protect the trust that has been reposed in the undertaking made by legislation. For the Court, good government depends upon trust between the governed and the governor (see, mutatis mutandis, in the context of statutorily due subsidies, Plalam S.P.A. v. Italy, no. 16021/02, §§ 35 to 42, 18 May 2010). Unless that trust is sustained and protected, governments will not be believed and civil servants will not order their affairs on that assumption as required by their heightened loyalty.
38. In the particular case, the Court observes that the applicant civil servant rendered her services to the State trusting the latter that the services (including guarantees of severance) provided by the employer in consideration of the loyalty and work, would create a situation where the legitimate expectation would be further corroborated by the State’s continued performance of those services – which in the Court’s view cannot be set aside without appropriate reasons.
39. Furthermore, severance cannot be simply regarded as a pecuniary asset; given its social function, the entitlement to severance allowance must be rather seen as a socially important measure intended for workers who have been made redundant and who wish to remain in the labour market. The European Court of Justice considered this – although in a different context – to be an important policy goal in the European Union (see paragraph 21 above).
40. The Court further finds that a statutory scheme that provides for severance (both to civil servants and other employees) encompasses a statutory entitlement. Moreover, this is not a mere ex gratia entitlement but an acquired right that is statutorily guaranteed in exchange for the service rendered.
41. The Court would add per analogiam that where a Contracting State has in force legislation providing for the payment as of right of a pension – whether or not conditional on the prior payment of contributions – that legislation has to be regarded as generating a proprietary interest falling within the ambit of Article 1 of Protocol No. 1 for persons satisfying its requirements (see Carson and Others v. the United Kingdom [GC], no. 42184/05, § 64, ECHR 2010). For the Court, similar considerations apply to measures affecting severance. Just as much as with pension, it is of particular importance if the legislature afforded the affected employees a transitional period within which they would be able to adjust themselves to the new scheme (see, mutatis mutandis, Lakićević and Others v. Montenegro and Serbia, nos. 27458/06, 37205/06, 37207/06 and 33604/07, § 72, 13 December 2011).
The Court notes at this juncture that the Constitutional Court found that the taxation of severance paid before the tax year and already used had violated human dignity, in view of the difficulty of adjustment to the new burden by the person concerned (see paragraph 15 above) – although it must be noted that in the particular case this was not the applicant’s precise situation.
b. Whether there was an interference
42. In its judgment of 23 September 1982 in the case of Sporrong and Lönnroth v. Sweden, the Court analysed Article 1 as comprising “three distinct rules”: the first rule, set out in the first sentence of the first paragraph, is of a general nature and enunciates the principle of the peaceful enjoyment of property; the second rule, contained in the second sentence of the first paragraph, covers deprivation of possessions and subjects it to certain conditions; the third rule, stated in the second paragraph, recognises that the Contracting States are entitled, amongst other things, to control the use of property in accordance with the general interest (Series A no. 52, § 61). The Court further observed that, before inquiring whether the first general rule has been complied with, it must determine whether the last two are applicable (ibid.). The three rules are not, however, “distinct” in the sense of being unconnected. The second and third rules are concerned with particular instances of interference with the right to peaceful enjoyment of property and should therefore be construed in the light of the general principle enunciated in the first rule (see, among many other authorities, James and Others, cited above, § 37).
Moreover, an interference, including one resulting from a measure to secure payment of taxes, must strike a “fair balance” between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the individual’s fundamental rights. The concern to achieve this balance is reflected in the structure of Article 1 as a whole, including the second paragraph: there must be a reasonable relationship of proportionality between the means employed and the aims pursued. The question to be answered is whether, in the applicant’s specific circumstances, the application of the tax law imposed an unreasonable burden on her or fundamentally undermined her financial situation – and thereby failed to strike a fair balance between the various interests involved (see M.A. and 34 Others v. Finland (dec.), no. 27793/95, 10 June 2003; Imbert de Trémiolles v. France (dec.), nos. 25834/05 and 27815/05 (joined), 4 January 2008; Spampinato v. Italy (dec.), no. 69872/01, 29 March 2007; and Wasa Liv Ömsesidigt, Försäkringsbolaget Valands Pensionsstiftelse v. Sweden, no. 13013/87, Commission decision of 14 December 1988, Decisions and Reports 58, p. 186).
43. The Court recalls that in certain circumstances loss of ownership of property resulting from a legislative measure or from an order of a court will not be equated with a “deprivation” of possessions: in the cases of AGOSI v. the United Kingdom (24 October 1986, Series A no. 108) and Air Canada v. the United Kingdom (5 May 1995, Series A no. 316-A), the forfeiture or other loss of ownership was treated as a “control of use” of property within the meaning of the second paragraph of Article 1 Protocol No. 1. In Gasus Dosier- und Fördertechnik GmbH v. the Netherlands (23 February 1995, Series A no. 306-B), impoundment was considered as a measure securing the payment of taxes within the meaning of the second paragraph of Article 1 in fine, while in Beyeler (cited above), the interference with the applicant’s property rights was examined under the first sentence of that Article.
The Court does not consider it necessary to rule on whether the second sentence of the first paragraph of Article 1 applies in this case. The complexity of the factual and legal position prevents the impugned measure from being classified in a precise category. The Court recalls that the situation envisaged in the second sentence of the first paragraph of Article 1 is only a particular instance of interference with the right to peaceful enjoyment of property as guaranteed by the general rule set forth in the first sentence (see, for example, Lithgow and Others v. the United Kingdom, 8 July 1986, § 106, Series A no. 102). The Court therefore considers that it should examine the situation complained of in the light of that general rule (cf. Beyeler, cited above, § 106).
44. In the Court’s view, the classification of a general measure taken in furtherance of a social policy of redistribution as a “control of use” of property rather than a “deprivation” of possessions is not decisive in so far as the principles governing the question of justification are substantially the same, requiring both a legitimate aim and the preservation of a fair balance between the aim served and the individual property rights in question.
Furthermore, a legislative amendment which removes a legitimate expectation may amount in its own right to an interference with “possessions” (see, mutatis mutandis, Maurice v. France [GC], no. 11810/03, §§ 67-71 and 79, ECHR 2005–IX; Draon v. France [GC], no. 1513/03, §§ 70-72, 6 October 2005; and Hasani v. Croatia (dec.), no. 20844/09, 30 September 2010).
45. In the present case, the Court notes that the parties agree that the impugned taxation represents an interference with the applicant’s right to peaceful enjoyment of possessions.
The Court will examine the issue under the first paragraph of Article 1 of Protocol No. 1, subject to the specific rule concerning the payment of taxes contained in Article 1 in fine.
c. Lawfulness of the interference
i. General principles
46. The Court reiterates that Article 1 of Protocol No. 1 requires that any interference by a public authority with the peaceful enjoyment of possessions should be lawful: indeed, the second sentence of the first paragraph of that Article authorises the deprivation of possessions “subject to the conditions provided for by law”. Moreover, the rule of law, one of the fundamental principles of a democratic society, is a notion inherent in all the Articles of the Convention (see Former King of Greece and Others v. Greece [GC] (merits), no. 25701/94, § 79, ECHR 2000–XII, and Broniowski, cited above, § 147).
47. However, the existence of a legal basis in domestic law does not suffice, in itself, to satisfy the principle of lawfulness. In addition, the legal basis must have a certain quality, namely it must be compatible with the rule of law and must provide guarantees against arbitrariness.
48. It follows that, in addition to being in accordance with the domestic law of the Contracting State, including its Constitution, the legal norms upon which the deprivation of property is based should be sufficiently accessible, precise and foreseeable in their application (see Guiso-Gallisay v. Italy, no. 58858/00, §§ 82-83, 8 December 2005). The Court would add that similar considerations apply to interferences with the peaceful enjoyment of possessions.
As to the notion of “foreseeability”, its scope depends to a considerable degree on the content of the instrument in issue, the field it is designed to cover and the number and status of those to whom it is addressed (see, mutatis mutandis, Sud Fondi S.r.l. and Others v. Italy, no. 75909/01, § 109, 20 January 2009). In particular, a rule is “foreseeable” when it affords a measure of protection against arbitrary interferences by the public authorities (see Centro Europa 7 S.r.1. and Di Stefano, cited above, § 143). Similarly, the applicable law must provide minimum procedural safeguards commensurate with the importance of the principle at stake (see, mutatis mutandis, Sanoma Uitgevers B.V. v. the Netherlands [GC], no. 38224/03, § 88, 14 September 2010; Vistiņš and Perepjolkins v. Latvia [GC], no. 71243/01, §§ 96-98, 25 October 2012).
49. The Court would, moreover, reiterate the finding in its settled case-law that the national authorities are in principle better placed than an international court to evaluate local needs and conditions. In matters of general social and economic policy, on which opinions within a democratic society may reasonably differ widely, the domestic policy-maker should be afforded a particularly broad margin of appreciation (see, for example, Stec and Others v. the United Kingdom [GC], no. 65731/01, § 52, ECHR 2006–VI).
50. In so far as the tax sphere is concerned, the Court’s well-established position is that States may be afforded some degree of additional deference and latitude in the exercise of their fiscal functions under the lawfulness test (see National & Provincial Building Society, Leeds Permanent Building Society and Yorkshire Building Society v. the United Kingdom, 23 October 1997, §§ 75 to 83, Reports of Judgments and Decisions 1997–VII; OAO Neftyanaya Kompaniya Yukos v. Russia, no. 14902/04, § 559, 20 September 2011).
51. Moreover, since in the present case the interference with the applicant’s peaceful enjoyment of possessions was incarnated by a tax measure, it is convenient to point out that retroactive taxation can be applicable essentially to remedy technical deficiencies of the law, in particular where the measure is ultimately justified by public-interest considerations. There is in fact an obvious and compelling public interest to ensure that private entities do not enjoy the benefit of a windfall in a changeover to a new tax-payment regime (see National etc., cited above, §§ 80 to 83).
However, no such deficiency of the law has been demonstrated in the circumstances of the present case. Therefore, the Court considers that particular caution is called for when assessing whether or not the impugned measure was “lawful” for the purposes of Article 1 of Protocol No. 1.
ii. Application of the above-mentioned principles to the present case
52. The Court notes that, while it is true that the disbursement and the taxation of the severance in question occurred after the enactment of the final version of the impugned legislation, the taxation complained of can be argued to have certain retroactive features, since – although the severance itself was generated on the applicant’s dismissal – the work in respect of which it was due had been done prior to the introduction of the legislation at issue and the tax concerned remuneration for services provided before the entry into force of the applicable tax law.
53. The Court cannot overlook the legislative process leading to the enactment of the law affecting the applicant. It observes that the Constitutional Court found, in its first decision (see paragraph 11 above), the measure unconstitutional for being confiscatory, especially in regard to statutorily provided severance to civil servants who could not be considered to have received it in violation of good morals or otherwise illegally.
In its second decision (see paragraph 15 above) the Constitutional Court held that for the current tax year (that is, for 2010), the tax was not unconstitutional in regard to severance payments which were made before the entry into force of the Act, since it did not violate human dignity – which was the only basis for constitutional evaluation of a tax law after the reduction of the competences of the Constitutional Court. This did not, however, change the finding of substantive unconstitutionality of essentially identical provisions of the original Tax Act – only that the Constitutional Court could not review the slightly amended provisions of the Amendment.
The modified Tax Act was adopted on 13 May 2011 and entered into force the next day, 14 May 2011, being applicable to severance and related payments earned after 1 January 2010 (see paragraph 17 above). The applicant was notified of her dismissal on 27 May 2011 – effective as of 28 July 2011 (see paragraph 6 above), that is, about ten weeks after the entry into force of the amended Act.
54. Against this background, the Court considers that, although the decisions of the Constitutional Court raise certain issues as to the constitutionality – and therefore the legality – of the impugned Act, it can nevertheless be accepted as providing a proper legal basis for the measure in question, taking into account the degree of additional deference and latitude afforded in this field (see paragraph 50 above).
d. Public interest
55. The applicant challenged the legitimacy of the aim pursued by the impugned measure. In this connection, the Court reiterates that, because of their direct knowledge of their society and its needs, the national authorities are in principle better placed than the international judge to appreciate what is “in the public interest”. Under the system of protection established by the Convention, it is thus for the national authorities to make the initial assessment as to the existence of a problem of public concern warranting measures of deprivation of property or interfering with the peaceful enjoyment of possessions. Here, as in other fields to which the safeguards of the Convention extend, the national authorities accordingly enjoy a certain margin of appreciation. Furthermore, the notion of “public interest” is necessarily extensive (see Vistiņš and Perepjolkins, cited above, § 106).
56. The Court further reiterates that the levying of taxes constitutes in principle an interference with the right guaranteed by the first paragraph of Article 1 of Protocol No. 1 and that such interference may be justified under the second paragraph of that Article, which expressly provides for an exception in respect of the payment of taxes or other contributions. However, this issue is nonetheless within the Court’s control (see paragraphs 42 and 45 above).
57. Moreover, it is naturally in the first place for the national authorities to decide what kind of taxes or contributions are to be collected. The decisions in this area will commonly involve the appreciation of political, economic and social questions which the Convention leaves within the competence of the States parties, the domestic authorities being better placed than the Court in this connection. The power of appreciation of the States parties in such matters is therefore a wide one (see Gasus Dosier- und Fördertechnik GmbH, cited above, § 60, and National etc., cited above, §§ 80-82).
58. However, as regards the Government’s implied reference to European Commission Recommendation 2009/384/EC (see paragraphs 22 and 26 above), the Court finds that this consideration is immaterial in regard to the applicant. The measures envisioned in the Recommendation, which will be applicable in the future to restrict excessive payments in the financial sector, were conceived because “excessive risk-taking in the financial services industry and in particular in banks and investment firms has contributed to the failure of financial undertakings and to systemic problems in the Member States and globally.” The Recommendation suggests national regulation that provides for performance-based components of remuneration based on longer-term performance and contains no reference to social justice expectations. For the Court, excessive risk-taking in the financial sector is irrelevant for civil servants who operate in a regulated environment of subordination.
59. Nevertheless, given the above margin of appreciation regarding the determination of what is “in the public interest”, granted to general measures interfering with the peaceful enjoyment of possessions, the Court accepts that the “sense of social justice of the population”, in combination with the interest to protect the public purse and to distribute the public burden satisfies the Convention requirement of a legitimate aim, notwithstanding its broadness. The Court has no convincing evidence on which to conclude that the reasons referred to by the Government were manifestly devoid of any reasonable basis (compare and contrast Tkachevy v. Russia, no. 35430/05, § 50, 14 February 2012).
However, serious doubts remain as to the relevance of these considerations in regard to the applicant who only received a statutorily due compensation and could not have been made responsible for the fiscal problems which the State intended to remedy. While the Court recognises that the impugned measure was intended to protect the public purse against excessive severance payments, it is not convinced that this goal was primarily served by taxation. As the Constitutional Court noticed, there was a possibility to change severance rules and reduce the amounts which were contrary to public interest, but the authorities did not opt for this course of action. However, it is not necessary for the Court to decide at this juncture on the adequacy of a measure that formally serves a social goal, since this measure is in any event subject to the proportionality test.
e. Proportionality
i. General principles
60. Even if it has taken place subject to the conditions provided for by law – implying the absence of arbitrariness – and in the public interest, an interference with the right to the peaceful enjoyment of possessions must always strike a “fair balance” between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the individual’s fundamental rights. In particular, there must be a reasonable relationship of proportionality between the means employed and the aim sought to be realised by the impugned measure (see Scordino v. Italy (no. 1) [GC], no. 36813/97, § 93, ECHR 2006 V); and also paragraph 42 above).
61. In determining whether this requirement is met, the Court reiterates that the State enjoys a wide margin of appreciation with regard both to choosing the means of enforcement and to ascertaining whether the consequences of enforcement are justified in the general interest for the purpose of achieving the object of the law in question (see Chassagnou and Others v. France [GC], nos. 25088/94, 28331/95 and 28443/95, § 75, ECHR 1999 III, and Herrmann v. Germany [GC], no. 9300/07, § 74, 26 June 2012). Nevertheless, the Court cannot abdicate its power of review and must therefore determine whether the requisite balance was maintained in a manner consonant with the applicants’ right to the peaceful enjoyment of their possessions, within the meaning of the first sentence of Article 1 of Protocol No. 1 (see Jahn and Others v. Germany [GC], nos. 46720/99, 72203/01 and 72552/01, § 93, ECHR 2005 VI). In the determination of the proportionality of the measure, the Court did in the past also consider the personal situation of the applicants, including their good faith (see Vistiņš and Perepjolkins, cited above, § 120).
62. In order to assess the conformity of the State’s conduct with the requirements of Article 1 of Protocol No. 1, the Court must conduct an overall examination of the various interests at issue, having regard to the fact that the Convention is intended to guarantee rights that are “practical and effective”, not theoretical or illusory. It must go beneath appearances and look into the reality of the situation at issue, taking account of all the relevant circumstances, including the conduct of the parties to the proceedings, the means employed by the State and the implementation of those means. Where an issue in the general interest is at stake, it is incumbent on the public authorities to act in good time, and in an appropriate and consistent manner (see Fener Rum Erkek Lisesi Vakfı v. Turkey, no. 34478/97, § 46, 9 January 2007, and Bistrović v. Croatia, no. 25774/05, § 35, 31 May 2007).
63. In the context of tax collection, the Court considers that the suitability of methods is a consideration in the establishment of proportionality of a measure of interference (see, in the context of exercise of the State’s right of pre-emption, Hentrich v. France, 22 September 1994, § 48, Series A no. 296 A).
64. Although Article 1 of Protocol No. 1 contains no explicit procedural requirements, in order to assess the proportionality of the interference the Court looks at the degree of protection from arbitrariness that is afforded by the proceedings in the case (see Hentrich, cited above, § 46). In particular, the Court examines whether the proceedings concerning the interference with the applicants’ right to the peaceful enjoyment of their possessions were attended by basic procedural safeguards. It has already held that an interference cannot be legitimate in the absence of adversarial proceedings that comply with the principle of equality of arms, enabling argument to be presented on the issues relevant for the outcome of a case (see Hentrich, cited above, § 42; and Jokela v. Finland, no. 28856/95, § 45, ECHR 2002–IV). A comprehensive view must be taken of the applicable procedures (see AGOSI, cited above, § 55; Hentrich, cited above, § 49; and Jokela, cited above, § 45).
ii. Application of the above-mentioned principles in the present case
65. As it transpires from its case-law, in the area of social and economic legislation including in the area of taxation as a means of such policies States enjoy a wide margin of appreciation, which in the interests of social justice and economic well-being may legitimately lead them, in the Court’s view, to adjust, cap or even reduce the amount of severance normally payable to the qualifying population. However, any such measures must be implemented in a non-discriminatory manner and comply with the requirements of proportionality.
In particular, as regards the existence of a “reasonable relationship of proportionality between the means employed and the aim sought to be realised”, the Court notes at the outset that the Constitutional Court’s first decision can be understood to characterise the tax in question as amounting to a confiscatory measure. Moreover, tax rates exceeding 50% have recently been found unconstitutional in some Member States of the Council of Europe, such as Germany and France. However, in several other European countries personal income rates may reach 75% – although those rates are usually applicable only to the highest income brackets, related to revenues clearly exceeding the amount that is contemplated in the context of the Hungarian statutory severance.
66. The applicable threshold in the present case was above HUF 3.5 million, the amounts of severance falling below this limit being subject to the general personal income tax rate of 16%. In the applicant’s case, this represented an overall tax burden of approximately 52% on the entirety of the severance (see paragraph 7 above).
67. In the instant case, the Court takes into consideration in the proportionality analysis that the tax rate applied exceeds considerably the rate applicable to all other revenues, including severance paid in the private sector, without determining in abstracto whether or not the tax burden was, quantitatively speaking, confiscatory in nature. For the Court, given the margin of appreciation granted to States in matters of taxation, the applicable tax rate cannot be decisive in itself, especially in circumstances like those of the present case.
68. The Court finds that the applicant, who was entitled to statutory severance on the basis of the law in force and whose acting in good faith has never been called into question, was subjected to a tax whose rate exceeded about three times the general personal income tax rate of 16% (see paragraph 7 above) – and this notwithstanding the fact that the severance served the specific and recognised social goal of labour reintegration. It does not appear that any other revenue originating from the public purse was subjected to similarly high tax.
69. Moreover, to the extent that the Government may be understood to argue that senior civil servants were in a position to influence their own employment benefits, which phenomenon could only be countered by targeted taxation (see paragraphs 26 and 27 above), the Court is satisfied that there is nothing in the case file to corroborate such assumption of abuse in the case of the applicant.
70. As regards the personal burden which the applicant sustained on account of the impugned measure, the Court notes that she had to suffer a substantial deprivation of income in a period of considerable personal difficulty, namely that of unemployment. The Court would observe in this context that Article 34 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union (see paragraph 20 above) endorses benefits providing protection in the case of loss of employment, and that according to the European Court of Justice, the aim pursued by severance – that is, helping dismissed employees find new employment – belongs within legitimate employment policy goals (see paragraph 21 above). For the Court, it is quite plausible that the element that she was subjected to the impugned measure while unemployed, together with the unexpected and swift nature of the change of the tax regime which made any preparation virtually impossible for those concerned, exposed the applicant to substantial personal hardships.
71. In the Court’s view, the applicant, together with a group of dismissed civil servants (see paragraph 6 above), was made to bear an excessive and disproportionate burden, while other civil servants with comparable statutory and other benefits were apparently not required to contribute to a comparable extent to the public burden, even if they were in the position of leadership that enabled them to define certain contractual benefits potentially disapproved by the public. Moreover, the Court observes that the legislature did not afford the applicant a transitional period within which to adjust herself to the new scheme.
72. Against this background, the Court finds that the measure complained of entailed an excessive and individual burden on the applicant’s side. This is all the more evident when considering the fact that the measure targeted only a certain group of individuals, who were apparently singled out by the public administration in its capacity as employer. Assuming that the impugned measure served the interest of the State budget at a time of economic hardship, the Court notes that the majority of citizens were not obliged to contribute, to a comparable extent, to the public burden.
73. The Court further notes that the tax was directly deducted by the employer from the severance without any individualised assessment of the applicant’s situation being allowed.
74. The Court moreover observes that the tax was imposed on income related to activities prior to the material tax year and realised in the tax year, on the applicant’s dismissal. In this connection the Court recalls that taxation at a considerably higher tax rate than that in force when the revenue in question was generated could arguably be regarded as an unreasonable interference with expectations protected by Article 1 of Protocol No. 1 (see M.A. and 34 Others, cited above). The tax was determined in a statute that was enacted and entered into force some ten weeks before the termination of the applicant’s civil service relationship, and the tax was not intended to remedy technical deficiencies of the pre-existing law, nor had the applicant enjoyed the benefit of a windfall in a changeover to a new tax-payment regime (compare and contrast, National etc., cited above, §§ 75 to 83).
75. The Court concludes that the specific measure in question, as applied to the applicant, even if meant to serve social justice, cannot be justified by the legitimate public interest relied on by the Government. It affected the applicant (and other dismissed civil servants in a similar situation) being in good-faith standing and deprived her of the larger part of a statutorily guaranteed, acquired right serving the special social interest of reintegration. In the Court’s opinion, those who act in good faith on the basis of law should not be frustrated in their statute-based expectations without specific and compelling reasons. Therefore the measure cannot be held reasonably proportionate to the aim sought to be realised.
76. The foregoing considerations are sufficient to enable the Court to conclude that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1.
II. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 13 OF THE CONVENTION READ IN CONJUNCTION WITH ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1
77. The applicant also complained that she did not have any effective remedy at her disposal in respect of the alleged violation of her rights under Article 1 of Protocol No. 1. She relied on Article 13 of the Convention.
78. The Government contested that argument in general terms.
79. The Court notes that this complaint is linked to the one examined above and must therefore likewise be declared admissible.
80. Having regard to the finding relating to Article 1 Protocol 1 (see paragraph 76 above), the Court considers that it is not necessary to examine separately whether, in this case, there has been a violation of Article 13.
III. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 14 OF THE CONVENTION READ IN CONJUNCTION WITH ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1
81. The applicant further complained of the facts that only those dismissed from the public sector were subjected to the tax and that the threshold of HUF 3.5 million was applicable to only a group of those concerned. In her view, this was discriminatory, in breach of Article 14 of the Convention, which reads as follows:
“The enjoyment of the rights and freedoms set forth in [the] Convention shall be secured without discrimination on any ground such as … property … or other status.”
82. The Government contested that argument. Referring to the reasons set forth in decision no. 37/2011. (V.10.) AB of the Constitutional Court, they argued that the group of payment issuers in question were determined under the Act according to objective criteria. The employees of these payment issuers were to be regarded as being in a different position compared with other employees. Therefore the fact that the special tax did, under certain conditions specified in the Act, treat benefits originating in public funds differently from other type of benefits did not violate the right to human dignity. The rules were not arbitrary or discriminatory.
83. The Court reiterates that Article 14 has no independent existence, but plays an important role by complementing the other provisions of the Convention and the Protocols, since it protects individuals placed in similar situations from any discrimination in the enjoyment of the rights set forth in those other provisions. Where a substantive Article of the Convention has been invoked both on its own and together with Article 14 and a separate breach has been found of the substantive Article, it is not generally necessary for the Court to consider the case under Article 14 also, though the position is otherwise if a clear inequality of treatment in the enjoyment of the right in question is a fundamental aspect of the case (see, for example, Chassagnou and Others, cited above, § 89).
84. In the circumstances of the present case, the Court is of the view that the inequality of treatment of which the applicant claimed to be a victim has been sufficiently taken into account in the above assessment that has led to the finding of a violation of Article 1 of Protocol No. 1 taken separately (see paragraph 76 above). Accordingly, it finds that – while this complaint is also admissible – there is no cause for a separate exami

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