TERZA SEZIONE
CAUSA MLĂDIN C. ROMANIA
(Richiesta n. 5381/04)
SENTENZA
STRASBOURG
9 febbraio 2010
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.
Nella causa Mlădin c. Romania,
La Corte europea dei Diritti umani (terza Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Josep Casadevall, Presidente, Elisabet Fura, Corneliu Bîrsan, Boštjan M. Zupančič, Alvina Gyulumyan, Egbert Myjer, Luis López Guerra, giudici,
e Santiago Quesada, Cancelliere di Sezione ,
Avendo deliberato in privato il 19 gennaio 2010,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 5381/04) contro la Romania depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino rumeno, la Sig.ra A. M. (“la richiedente”), il 29 dicembre 2003.
2. Il Governo rumeno (“il Governo”) fu rappresentato dal suo Agente, il Sig. Răzvan-Horaţiu Radu.
3. Il 5 settembre 2007 il Presidente della terza Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29 § 3).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. La richiedente nacque nel 1929 e vive a Bucharest.
5. La richiedente ereditò un’ area di terra di 300. Metri quadrati situata a Eforie Sud all’ 11 di via Vlad Ţepeş.
6. Il 13 febbraio 2001 la richiedente introdusse procedimenti civili per far rimuovere un trasformatore elettrico che occupava 25 metri quadrati dal suo terreno o per farlo trasferire terra nell’area confinante. Lei presentò che la sua intenzione era costruire un alloggio, ma lei non aveva ottenuto un autorizzazione a costruire su questa terra a causa di quel trasformatore.
7. Il 18 marzo 2002 la Corte distrettuale di Constanţa, considerando che alla richiedente fu impedito di godere delle prerogative conferite dal suo diritto alla proprietà, ordinò alle autorità amministrative locali di darle in risarcimento un’area di terreno con la stessa area e le stesse caratteristiche della sua terra. Questa sentenza divenne definitiva.
8. Il 22 aprile 2003 la Corte distrettuale di Constanţa, su richiesta della richiedente ordinò alle autorità amministrative locali di pagare una multa per il ritardo giornaliero nell’ esecuzione di quella sentenza.
9. Il 15 dicembre 2003 la giunta comunale decise di compensare la richiedente con del terreno in un’altra ubicazione differente dall’area adiacente alla sua terra. La richiedente chiese l’annullamento di questa decisione e il 19 maggio 2005 l’Organo giudiziario locale di Constanţa accolse la sua azione, considerando che la terra proposta alla richiedente non era equivalente al suo terreno. Perciò ordinò alle autorità amministrative locali di assegnare un’altra area di terreno di 300 metri quadrati alla richiedente con le stesse caratteristiche della sua terra, come previsto dalla sentenza del 18 marzo 2002. Questa sentenza divenne definitiva.
10. Il 30 novembre 2005, la Corte distrettuale di Constanţa, con una decisione interlocutoria dichiarò su richiesta della richiedente, che la sentenza del 19 maggio 2005 avrebbe potuto essere eseguita. Il 22 dicembre 2005 l’ufficiale giudiziario ordinò alle autorità amministrative locali di emettere una nuova decisione che permettesse alla richiedente di prendere proprietà di 300 metri quadrati di terra come previsto dalla sentenza del 18 marzo 2002.
11. Il 17 marzo 2006 la giunta comunale decise di stendere un rapporto di valutazione a riguardo della terra della richiedente e di un’area di 676.67 metri quadrati in un’ubicazione diversa. La richiedente declinò questa offerta, considerando che la terra proposta non aveva le stesse caratteristiche della sua terra.
12. Il 10 aprile 2006 la richiedente presentò una querela penale contro il sindaco adducendo un abuso d’ autorità e di inadempienza con le decisioni di corte. Il 18 aprile 2007 lei richiese all’accusatore di informarla della soluzione. Il 21 febbraio 2008 il Governo informò la Corte che i procedimenti erano ancora pendenti.
13. L’ 8 agosto 2006 il consiglio della città decise di redigere un rapporto di valutazione a riguardo della terra del richiedente e della stessa area di terra nell’area confinante.
14. Nel 2008 le autorità amministrative locali informarono la richiedente che loro l’avrebbero compensata con della terra dall’area adiacente alla sua terra.
15. Con una decisione del 31 luglio 2009 il consiglio di città ordinò il risarcimento con la terra dall’area nelle vicinanze. La richiedente concordò con quella decisione.
16. Finora la richiedente non ha ricevuto un titolo di proprietà per la terra assegnata come risarcimento.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
17. Il diritto nazionale attinente è riassunto nelle sentenze Sabin Popescu c. Romania, n. 48102/99, §§ 42-46, 2 marzo 2004, e Drăculeţ c. Romania, n. 20294/02, § 29, 6 dicembre 2007.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONI ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 § 1 DELLA CONVENZIONE E DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1 ALLA CONVENZIONE
18. La richiedente si lamentò che la non-esecuzione della sentenza a suo favore aveva infranto i suoi diritti garantiti dall’Articolo 6 § 1 della Convenzione e dall’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione che, nelle parti attinenti, recitano come segue:
Articolo 6 § 1
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale …”
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
19. Il Governo contestò questi argomenti.
A. Ammissibilità
20. La Corte nota che la richiesta non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarato perciò ammissibile.
B. Meriti
21. Il Governo presentò che le autorità avevano fatto tre tentativi per eseguire la sentenza del 18 marzo 2002. Il ritardo nell’ esecuzione era stato dovuto a ragioni obiettive, vale a dire la difficoltà nell’identificare una terra equivalente così come le variazione continue fatte dalla richiedente che richiese solamente nel 2006 il risarcimento tramite terreno nell’area vicino. Dibatté anche che non c’era stata interferenza col diritto della richiedente al godimento tranquillo delle sue proprietà, poiché le autorità avevano offerto le diversi terreni come risarcimento. Nel caso la Corte sostenesse che c’era stata interferenza basata su un ritardo in esecuzione della sentenza del 18 marzo 2002, il Governo avrebbe presentato che l’interferenza addotta era stata giustificata ed era stata proporzionata.
22. La richiedente non fu d’accordo. In particolare, lei presentò che di aver richiesto il risarcimento delle autorità locale tramite terreno nell’area vicina anche prima di introdurre i procedimenti civili nel 2001.
23. La Corte nota che la sentenza del 18 marzo 2002 ha autorizzato la richiedente a ricevere come risarcimento un’area di terreno con la stessa area e le stesse caratteristiche del suo terreno. Conferì così alla richiedente un’aspettativa legittima di essere in grado prendere possesso della terra assegnatale in questa sentenza e di ottenere successivamente un titolo di proprietà sulla terra, come previsto dalla legislazione interna (vedere il diritto nazionale attinente in Drăculeţ, citata sopra, § 29). Dopo molti tentativi da parte delle autorità di offrire del terreno alla richiedente come risarcimento che furono contestati dalla richiedente loro decisero il 31 luglio 2009 di assegnarle una terra nell’area adiacente alla sua terra. La richiedente acconsentì al modo di esecuzione della sentenza del 18 marzo 2002. Comunque deve ricevere ancora la proprietà effettiva di questa terra e ricevere un titolo di legittimazione. Avendo riguardo al fatto che i procedimenti amministrativi sono ancora pendenti, la Corte considera che la sentenza summenzionata non è stata eseguita. In modo che la richiedente possa godere pienamente delle prerogative conferite dal possesso della sua terra, lei deve avere una proprietà de facto ed un titolo di legittimazione che certifichi la sua proprietà in (vedere Dimitriu e Dumitrache c. Romania, n. 35823/03, § 33, 20 gennaio 2009, e Hîrgău ed Arsinte c. Romania, n. 252/04, § 31 del 20 gennaio 2009).
24. La Corte considera perciò che benché le autorità abbiano l’ obbligo di eseguire le sentenze di corte, in questo causo compensando la richiedente con un’area di terreno con la stessa area e le stesse caratteristiche della sua terra la sentenza del 18 marzo 2002 rimane ad oggi non eseguita. Questa sentenza è ciononostante ancora valida, non essendo stato avviato nessun procedimento sotto la legge rumena per farla variare o annullare dai tribunali nazionali. A parte l’ esecuzione, è solo tramite simile annullamento o emendamento da parte dei tribunali con un obbligo equivalente che la situazione continua di non-esecuzione può finire (vedere Sabin Popescu, citata sopra, § 54).
25. La Corte non accetta l’argomento del Governo per cui la richiedente ha richiesto solamente nel 2006 il terreno nell’area vicina. La richiedente chiese dall’inizio, nella sua azione introdotta nel 2001 di recuperare la sua intera terra o che le venisse assegnata una terra nell’area vicina (vedere paragrafo 6 sopra). Le rivendicazioni della richiedente furono così chiaramente specificate, nella sentenza che le autorità dovevano eseguire.
26. La Corte ha trovato frequentemente violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione e dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 in cause che sollevavano problemi simili a quelli nella presente causa (vedere, fra altre, Sabin Popescu, citata sopra, e Dragne ed Altri c. Romania, n. 78047/01, 7 aprile 2005).
27. Avendo esaminato il materiale presentato a sé, la Corte nota che il Governo non ha esposto nessun fatto o argomento capace di persuaderla a giungere ad una conclusione diversa nella presente causa. C’è stata di conseguenza una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
II. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
28. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
29. La richiedente chiese l’esecuzione della sentenza del 18 marzo 2002, come deciso dalla decisione amministrativa del 31 luglio 2009. Lei chiese anche 100,000 euro (EUR) rappresentanti la perdita di profitto o qualsiasi beneficio dalla sua proprietà fra il 1990 ed il 2008, l’affitto che lei aveva pagato dove aveva vissuto, così come danno non-patrimoniale del quale lei aveva sofferto.
30. Nelle sue osservazioni del 31 luglio 2008 il Governo ha considerato la restitutio in integrum come la maniera più appropriata per fare riparazione ma, se la restituzione non fosse stata possibile, è probabile che venga assegnato il risarcimento. Presentò che, in linea col suo proprio rapporto competente, il valore di quella terra corrispondeva ad EUR 34,740. Inoltre, loro considerarono che la sentenza di una violazione avrebbe costituito di per sé la soddisfazione equa sufficiente per qualsiasi
danno non-patrimoniale del quale è probabile che la richiedente abbia sofferto.
31. La Corte reitera che, dove ha trovato una violazione della Convenzione in una sentenza, lo Stato rispondente è sotto l’ obbligo legale di mettere una fine a questa violazione e di riparare le sue conseguenze in modo tale da ripristinare il più possibile la situazione esistente prima della violazione (vedere Iatridis c. la Grecia (soddisfazione equa) [GC], n. 31107/96, § 32 ECHR 2000-XI).
32. La Corte considera, nelle circostanze della causa, che l’esecuzione della sentenza del 18 marzo 2002 metterebbe il più possibile la richiedente in una situazione equivalente a quella nella quale lei sarebbe stata se non ci fosse stata una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione e dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. In questo collegamento, la Corte osserva, che la richiedente ha concordato con la decisione delle autorità del 31 luglio 2009 di compensarla con una terra nell’area vicina. Perciò sostiene che lo Stato rispondente debba permettere alla richiedente di prendere possesso effettivo di quella terra e di offrirle un titolo a riguardo di quella terra.
33. Riguardo all’importo di denaro addotto dalla richiedente per la perdita di profitto o qualsiasi beneficio dalla sua proprietà, la Corte nota che la richiedente non presentò nessun documento a sostegno per provare la sua rivendicazione. In assenza di qualsiasi prova, la Corte non speculerà riguardo alla perdita di profitto o di qualsiasi beneficio e, perciò, non farà un’assegnazione sotto questo capo (vedere Dragne ed Altri c. Romania (soddisfazione equa), n. 78047/01, § 18 del 16 novembre 2006).
34. La Corte considera che la grave interferenza col diritto della richiedente di accesso ad una corte e col godimento tranquillo della sua proprietà ha causato un importante pregiudizio morale alla richiedente. Facendo una valutazione su una base equa, come richiesto dall’ Articolo 41 della Convenzione, la Corte assegna la somma di EUR 4,800 a riguardo del danno non-patrimoniale.
B. Costi e spese
35. La richiedente presentò che l’importo summenzionato di EUR 100,000 includeva anche il rimborso dei costi e spese che lei aveva sostenuto nei procedimenti presso i tribunali nazionali, senza quantificarli o presentare nessun documento a sostegno.
36. Il Governo considerò che la richiedente non aveva chiesto un particolare importo a questo riguardo.
37. La Corte reitera che sotto l’Articolo 41 della Convenzione rimborserà solamente i costi e le spese per cui viene dimostrato che sono stati davvero e necessariamente sostenuti e che sono ragionevoli riguardo al quantum (vedere Arvelakis c. Grecia, n. 41354/98, § 34 12 aprile 2001). Inoltre, l’Articolo 60 § 2 dell’Ordinamento di Corte prevede che dei dettagli particolareggiati di qualsiasi rivendicazione fatta sotto l’Articolo 41 della Convenzione devono essere presentati, insieme con gli attinenti documenti o ricevute di sostegno, in mancanza di cui la Corte può respingere la rivendicazione interamente o in parte.
38. Nella presente causa, la Corte osserva, che la richiedente non ha provato la sua rivendicazione in qualsiasi modo, siccome lei non ha né quantificato i suoi costi né presentato qualsiasi documento di a sostegno. Di conseguenza, la Corte non assegna qualsiasi somma sotto questo capo (vedere Cumpn ǎe Mazre c. Romania [GC], n. 33348/96, §§ 133-134 ECHR 2004-XI).
C. Interesse di mora
39. La Corte considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a cui dovrebbero essere aggiunti tre punti percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara la richiesta ammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1;
3. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente garantirà, con appropriati mezzi, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione, l’esecuzione della sentenza del 18 marzo 2002 della Corte distrettuale di Constanţa, come proposto dalla decisione amministrativa del 31 luglio 2009, permettendo alla richiedente di prendere possesso effettivo di quella terra ed anche offrendole un titolo di legittimazione sulla sua terra;
(b) che lo Stato rispondente deve pagare la richiedente, entro gli stessi tre mesi EUR 4,800 (quattro mila ottocento euro), più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, a riguardo del danno non-patrimoniale da convertire nella valuta nazionale dello Stato rispondente al tasso applicabile in data dell’ accordo;
(c) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice sarà pagabile sull’importo sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
4. Respinge il resto della rivendicazione della richiedente per soddisfazione equa.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 9 febbraio 2010, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Santiago Quesada Josep Casadevall
Cancelliere Presidente