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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF MARINKOVIĆ v. SERBIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41, 06, P1-1
Numero: 5353/11/2013
Stato: Serbia
Data: 2013-10-22 00:00:00
Organo: Sezione Seconda
Testo Originale

Conclusioni :Violazione di Articolo 6 – Diritto ad un processo equanime (Articolo 6 – procedimenti di Esecuzione Articolo 6-1 – Accesso ad un tribunale)
Violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 – Protezione di proprietà (par 1 Articolo. 1 di Protocollo N.ro 1 – godimento Tranquillo di proprietà) danno Patrimoniale e non-patrimoniale – assegnazione

SECONDA SEZIONE

CAUSA MARINKOVIĆ C. SERBIA

(Richiesta n. 5353/11)

SENTENZA

STRASBOURG

22 ottobre 2013

Questa sentenza diverrà definitivo nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Marinković c. Serbia,
La Corte europea di Diritti umani (Seconda Sezione), riunendosi che come una Camera, composta da:
Guido Raimondi, Presidente
Pari Lorenzen,
Dragoljub Popović,
András Sajó,
Nebojša Vučinić,
Paulo il de di Pinto Albuquerque,
Helen Keller, giudici Stanley Naismith, Cancelliere di Sezione
Avendo deliberato in privato il 1 ottobre 2013,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata nell’ultima data menzionata:
PROCEDURA
1. La causa nacque da in una richiesta (n. 5353/11) contro la Repubblica di Serbia depositata con la Corte sotto Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) con un cittadino serbo, OMISSIS (“il richiedente”), 30 dicembre 2010.
2. Il richiedente fu rappresentato con OMISSIS, un avvocato che pratica in Novi Pazar. Il Governo serbo (“il Governo”) fu rappresentato col loro Agente, il Sig. S. Carić.
3. Il richiedente si lamentò della non-esecuzione della sentenza definitiva di corte resa a suo favore.
4. Con una decisione di 29 gennaio 2013, la Corte dichiarò la richiesta ammissibile.
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DI LA CAUSA
5. Il richiedente nacque nel 1955 e vive in Užice.
6. Il richiedente ebbe un lavoro con Raketa-Putnički Saobraćaj Ad, una societŕ basň in Užice (in seguito “il debitore”).
7. 15 giugno 2008 il richiedente fu respinto dal suo lavoro.
8. Su date non specificate il richiedente avviò tre set separati di procedimenti civili contro il debitore, mentre chiedendo pagamento dei suoi arretrati di salario ed i vari contributi di previdenza sociale.
A. Primo set di procedimenti
9. 2 marzo 2007 l’Užice Corte Municipale decise in favore del richiedente ed ordinò che il debitore gli pagasse:
(a) arretrati di salario nell’importo di 8,232 dinars serbi (RSD) per giugno 2006, RSD 9,408 per luglio 2006, e RSD 8,232 per agosto 2006, interesse legale e positivo;
(b) RSD 900 per le sue spese processuali; e
(c) la pensione, l’invalidità, salute e contributi di assicurazione di disoccupazione dovuto per il periodo giugno a dicembre 2006.
10. 22 settembre 2007 la sentenza divenne definitivo.
11. 2 ottobre 2007 il richiedente registrò una richiesta per l’esecuzione della sentenza sopra di fronte al Požega Corte Municipale.
12. 16 aprile 2008 la corte accettò la richiesta del richiedente ed emesso un ordine di esecuzione.
B. Secondo set di procedimenti
13. Il 26 luglio 2007 la Corte Municipale Užice decise in favore del richiedente ed ordinò che il debitore gli pagasse:
(a) arretrati di salario nell’importo di RSD 8,800 per febbraio 2007, RSD 9,680 per marzo 2007, RSD 9,240 per aprile 2007, e RSD 10,120 per maggio 2007, interesse legale e positivo;
(b) pasto di impiegato trae profitto (naknada za ishranu na radu) nell’importo di RSD 4,385 per dicembre 2006, RSD 4,385 per febbraio 2007, RSD 4,385 per marzo 2007, e RSD 4,385 per aprile 2007, interesse legale e positivo;
(c) festa paga (regres za godišnji odmor) nell’importo di RSD 25,000 per 2006, interesse legale e positivo da 1 gennaio 2007;
(d) RSD 1,950 per le sue spese processuali; e
(e) la pensione, l’invalidità, salute e contributi di assicurazione di disoccupazione dovuto per il periodo febbraio a maggio 2007.
14. 11 settembre 2007 la sentenza divenne definitivo.
15. 2 ottobre 2007 il richiedente registrò una richiesta per l’esecuzione della sentenza sopra di fronte al Požega Corte Municipale.
16. 7 febbraio 2008 la corte accettò la richiesta del richiedente ed emesso un ordine di esecuzione.
C. terzo set di procedimenti
17. 24 agosto 2007 l’Užice Corte Municipale decise in favore del richiedente ed ordinò che il debitore gli pagasse:
(a) arretrati di salario nell’importo di RSD 10,648 per febbraio 2007, RSD 10,648 per marzo 2007, RSD 10,648 per aprile 2007, e RSD 10,648 per maggio 2007, interesse legale e positivo;
(b) pasto di impiegato trae profitto (naknada za ishranu na radu) nell’importo di RSD 4,620 per settembre 2006, RSD 4,620 per dicembre 2006, RSD 4,620 per gennaio 2007, RSD 4,620 per febbraio 2007, RSD 4,620 per marzo 2007, RSD 4,620 per aprile 2007, e RSD 4,620 per maggio 2007, interesse legale e positivo;
(il c) festa paga (regres za godišnji odmor) nell’importo di RSD 35,135 per 2007, interesse legale e positivo da 24 giugno 2007;
(d) RSD 6,748.50 per le sue spese processuali; e
(e) la pensione, l’invalidità, salute e contributi di assicurazione di disoccupazione dovuto per periodo ottobre 2006 a giugno 2007.
18. 20 settembre 2007 che sentenza divenne definitivo.
19. A gennaio 2009 il richiedente registrò una richiesta per l’esecuzione della sentenza sopra di fronte alla Corte Municipale in Požega.
20. In 12 maggio 2009 la corte accettò la richiesta del richiedente ed emesso un ordine di esecuzione.
D. Procedura fallimentare
21. 12 luglio 2010 il Tribunale di commercio di Užice aprì procedura fallimentare in riguardo del debitore che condusse ai procedimenti di esecuzione in corso di fronte al Požega essere di Corte Municipale sospeso.
22. A luglio 2010 il richiedente registrò debitamente una rivendicazione per le somme specificate nelle sentenze assegnate a sopra.
23. Su una data non specificata lui fu riconosciuto come un creditore garantito.
24. 17 aprile 2012 alcuna della proprietà del debitore fu venduto. Una vendita dei beni rimanenti fu reclamizzata nei giornali ed una procedura di apertura di offerta pubblica fu elencato per 29 giugno 2012.
E. Lo status del debitore
25. 30 dicembre 2002 il debitore fu privatizzato.
26. 17 luglio 2007 il contratto per la vendita del debitore fu annullato perché l’acquirente in oggetto non era riuscito ad adempiere i suoi obblighi contrattuali.
27. Facendo seguire lo Stato l’annullamento della privatizzazione del debitore possedette 58.18% delle quote del debitore.
28. 11 dicembre 2008 lo Stato vendè le sue quote ad una società privata.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
A. L’Atto di Procedura di Esecuzione del 2004 (Zakon postupku di izvršnom di o; pubblicato nella Gazzetta ufficiale della Repubblica di Serbia – OG RS – n. 125/04)
29. L’Atto della Procedura dell’Esecuzione di 2004 (“l’Atto del 2004”) entrò in vigore 23 febbraio 2005, mentre abrogando con ciò l’Atto della Procedura dell’Esecuzione di 2000 (“l’Atto del 2000”). Articolo che 5 § 1 dell’Atto del 2004 offre che tutti i procedimenti di esecuzione saranno condotti urgentemente. Nella conformità con Articolo 12 § 5 di questo Atto un ricorso contro un ordine di esecuzione, in principio non posticipa l’esecuzione. Nella conformità con Articolo 304 dell’Atto del 2004, tutti i procedimenti di esecuzione avviati prima di 23 febbraio 2005 saranno eseguiti, facendo seguito all’Atto precedente del 2000.
B. L’Atto di Insolvenza (Zakon o stečaju, pubblicato in OG RS n. 104/2009, 99/2011 e 71/2012)
30. Questo Agisce regola la maniera e le condizioni per iniziando e condurre procedura fallimentare contro soggetti giuridici. Articolo 2 di questo Atto prevede che lo scopo dell’insolvenza sarà assicurare l’accordo di collettivo più favorevole di creditori. Articolo 8 di questo Atto afferma che tutte le procedura fallimentare saranno condotte urgentemente. Nella conformità con Articoli 19 § 1 ed Articolo 22 § 1, in procedura fallimentare contro società socially/State-possedute il ruolo dell’amministratore di insolvenza sarà compiuto con la Privatizzazione AGENZIA. Articolo 93 §§ che 1 e 2 offre che “come del giorno di istituzione delle procedura fallimentare” il debitore non può essere sottoposto simultaneamente ad una procedura di esecuzione separata. Qualsiasi procedimenti di esecuzione in corso saranno sospesi così, mentre procedimenti di esecuzione nuovi non possono essere avviati per come lungo come le procedura fallimentare sono pendenti.
C. disposizioni Attinenti che concernono società socialmente-possedute
31. Queste disposizioni sono esposte fuori nella causa di R. Kačapor ed Altri c. Serbia (N. 2269/06, 3041/06 3042/06, 3043/06 3045/06 e 3046/06, 15 gennaio 2008 §§ 71-76).
D. L’atto di Privatizzazione (Zakon o privatizaciji; pubblicato in OG RS N. 38/01, 18/03 45/05, 123/07 30/10 e 93/12)
32. Le disposizioni attinenti dell’Atto sono esposte fuori nella causa di Milunović e Čekrlić c. Serbia (il dec.), N. 3716/09 e 38051/09, §§ 35-39 17 maggio 2011). In oltre, 17 dicembre 2012, emendamenti a questo Atto sono stati pubblicati in OG RS n. 119/12 secondo che il termine massimo per la sospensione di esecuzioni in riguardo di società che subiscono ristrutturazione è stato prolungato a 30 giugno 2014, all’ultimo.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE PRESUNTA DELL’ ARTICOLO 6 E 13 DELLA CONVENZIONE E DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 ALLA CONVENZIONE

33. Il richiedente si lamentò dell’insuccesso dello Stato rispondente per eseguire tre definitivo sentenze reso nel suo favore contro il debitore e della mancanza di una via di ricorso effettiva in questo collegamento. Lui si appellò su Articoli 6 e 13 della Convenzione ed Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 quale, in finora come attinente, legga siccome segue:
Articolo 6 § 1
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale indipendente ed imparziale stabilito dalla legge.”
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
Articolo 13
“Chiunque i cui diritti e le libertà come riconosciuti [dalla] Convenzione sono violati avrà una via di ricorso effettiva di fronte ad un’autorità nazionale anche se la violazione fosse stata commessa da persone che agiscono in veste ufficiale.”

A. Le osservazioni delle parti
34. Il Governo informò la Corte 1 aprile 2013 che il debitore era stato privatizzato a dicembre 2008 e che lo Stato rispondente non poteva essere sostenuto perciò responsabile in questa causa. Loro dibatterono inoltre che lo Stato non poteva essere sostenuto direttamente responsabile per la mancanza del debitore dei beni.
35. Il richiedente non fu d’accordo e reiterò le sue azioni di reclamo originali.
B La valutazione della Corte
36. La Corte reitera che l’esecuzione di una sentenza data con una corte deve essere considerata una parte integrante del “il processo” per i fini di Articolo 6 (vedere Hornsby c. la Grecia, 19 marzo 1997, § 40 Relazioni di Sentenze e Decisioni 1997-II). Per ammissione, un ritardo nell’esecuzione di una sentenza può essere giustificato nelle particolari circostanze, ma il ritardo non può essere come per danneggiare l’essenza del diritto protegguta sotto Articolo 6 § 1 (Burdov c. la Russia, n. 59498/00, § 35, ECHR 2002-III, § 35, e Teteriny c. la Russia, n. 11931/03, § 41 30 giugno 2005).
37. Nello stesso contesto, l’impossibilità per un richiedente per ottenere l’esecuzione di una sentenza in suo o il suo favore in tempo dovuto costituisce un’interferenza col diritto al godimento tranquillo di proprietà, come esponga fuori nella prima frase del primo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione. Irrispettoso di se un debitore è un privato o un attore Stato-controllato, è su allo Stato per prendere tutti i passi necessari per eseguire una definitivo sentenza di corte, così come a, nel fare così, assicuri la partecipazione effettiva del suo apparato intero (vedere, mutatis mutandis, Pini ed Altri c. la Romania, N. 78028/01 e 78030/01, §§ 174-189 il 2004-V di ECHR (gli estratti); vedere anche, mutatis mutandis, Hornsby citata sopra, § 41, e R. Kačapor ed Altri c. Serbia, citata sopra, § 108). Nel contesto di società socially/State-possedute un periodo di non-esecuzione non dovrebbe essere limitato solamente allo stadio di esecuzione, ma dovrebbe includere anche le procedura fallimentare susseguenti (vedere, inter l’alia, R. Kačapor ed Altri, citata sopra, § 115).
38. In cause dell’esecuzione di una definitivo decisione di corte rese contro attori privati, lo Stato non è, come un articolo generale, direttamente responsabile per debiti di attori privati ed i suoi obblighi sotto Articolo 6 ed Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 è limitato ad offrendo l’assistenza necessaria al creditore nell’esecuzione delle rispettive assegnazioni di corte, per esempio per procedimenti di esecuzione o procedure di fallimento (vedere mutatis mutandis Kotov c. la Russia [GC], n. 54522/00, § 90 3 aprile 2012). Quando le autorità sono obbligate per agire per eseguire una definitivo decisione di corte e loro non riescono a fare così, la loro inattività può, nelle certe circostanze, impegni la responsabilità dello Stato sulla base di Articolo 6 § 1 della Convenzione ed Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (vedere Scollo c. Italia, sentenza di 28 settembre 1995 la Serie Un n. 315-C, § 44, e Fuklev c. l’Ucraina, n. 71186/01, § 84 7 giugno 2005). Il compito della Corte in simile cause è esaminare se misure fecero domanda con le autorità era adeguato e sufficiente e se loro agirono diligentemente per assistere un creditore in esecuzione di una sentenza (vedere Anokhin c. la Russia (il dec.), n. 25867/02, Fociac c. la Romania, n. 2577/02, § 70 3 febbraio 2005).
39. Quando viene all’esecuzione di definitivo decisioni di corte resa contro lo Stato o le entità che non godono “l’indipendenza istituzionale ed operativa sufficiente dallo Stato”, non è aperto allo Stato per o citare la mancanza dei suoi propri finanziamenti o l’indigenza del debitore come una scusa per la non-esecuzione di quelli decisione (vedere, mutatis mutandis, R. Kačapor ed Altri c. Serbia, citata sopra, § 114). Lo Stato è direttamente responsabile per i debiti di società Stato-controllate irrispettoso del fatto in simile cause nelle altre parole, se la società in questione ad un certo punto operò come un’entità privata (vedere Anđelić ed Altri c. Serbia [il Comitato], n. le 57611/10 e 166 altre richieste, § 32 28 maggio 2013). Inoltre, “il fatto che lo Stato vendette una grande parte della sua quota nella società possedette ad una persona privata non poteva rilasciare lo Stato dal suo obbligo per onorare un debito di sentenza che era sorto prima che le quote fossero vendute. Se i trasferimenti Statali tale obbligo ad un proprietario nuovo delle quote… lo Stato deve assicurare che il proprietario nuovo approva i requisiti, inerente in Articolo 6 § 1 della Convenzione ed Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, che un definitivo, legando che decisione giudiziale, non rimane non operante al danno di una parte” (vedere Solovyev c. l’Ucraina, n. 4878/04, § 21 14 dicembre 2006).
40. Rivolgendosi alla causa presente, la Corte è consapevole che il debitore non è più l’entità controllata dallo Stato (vedere paragrafo 28 sopra). Che che è cruciale comunque è che le sentenze nazionali resero nel favore del richiedente divenne definitivo a settembre 2007 quando il debitore operò come un’entità controllata dallo Stato (vedere paragrafi e 10, 14 e 18 sopra). In prospettiva di che ed il diritto giurisprudenziale della Corte citò sopra di, i costatazione di Corte che lo Stato rispondente è direttamente responsabile per l’esecuzione dei giudizi nazionali nella considerazione in questa causa.
41. La Corte osserva che ha trovato violazioni di Articolo 6 dell’and/or di Convenzione Articolo 1 di Protocollo frequentemente N.ro 1 alla Convenzione in cause che sollevano problemi simile a quelli sollevate nella causa presente (vedere R. Kačapor ed Altri, citata sopra, §§ 115-116 e § 120; Marčić ed Altri c. Serbia, n. 17556/05, § 60 30 ottobre 2007; Crnišanin ed Altri c. Serbia, N. 35835/05, 43548/05, 43569/05 e 36986/06, §§ 123-124 e §§ 133-134 13 gennaio 2009; Rašković e Milunović c. Serbia, N. 1789/07 e 28058/07, § 74 e § 79 31 maggio 2011; ed Adamović c. Serbia, n. 41703/06, § 41 2 ottobre 2012).
42. Avendo esaminato tutto il materiale presentato a sé, la Corte considera che il Governo non ha fissato in avanti qualsiasi fatto o argomento convincente capace di persuaderlo a giungere ad una conclusione diversa nella causa presente. Là, di conseguenza, c’è stata una violazione di Articolo 6 § 1 della Convenzione e dell’ Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
43. La Corte non trova necessario nelle circostanze di questa causa essenzialmente esaminare la stessa azione di reclamo sotto l’Articolo 13 della Convenzione (vedere mutatis mutandis, Ceppo-Stib e Majkić c. Serbia, n. 12312/05, § 90, 20 aprile 2010 e Slovyev citata sopra, § 25).

II. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
44. Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno, costi e spese
45. Il richiedente richiese che lo Stato sia ordinato pagare, dai suoi propri finanziamenti le somme assegnate con le definitivo sentenze rese nel suo favore e 5,000 euros (EUR) in riguardo del danno non-patrimoniale subito. Il richiedente chiese anche EUR 1,400 per le spese processuali incorse in di fronte alla Corte.
46. Il Governo considerò le rivendicazioni eccessivo ed ingiustificato.
47. Avendo riguardo ad alle violazioni trovate nella causa presente e la sua propria causa-legge (vedere R. Kačapor ed Altri, citata sopra, §§ 123-126, e Crnišanin ed Altri, citata sopra, § 139), la Corte considera che i richiedenti che ‘ chiede per danno patrimoniale devono essere accettati. Il Governo pagherà perciò il richiedente che le somme hanno assegnato nelle definitivo sentenze nazionali adottate 2 marzo 2007, il 2007 e 24 agosto 2007 di 26 luglio rispettivamente, meno qualsiasi importi che già sono potuti essere pagati in riguardo delle sentenze dette.
48. Come riguardi danno non-patrimoniale, la Corte considera che il richiedente subì della perdita non-patrimoniale che sorge dalle violazioni della Convenzione trovata in questa causa. Comunque, il particolare importo chiesto è eccessivo. Facendo la sua valutazione su una base equa, come richiesto con Articolo 41 della Convenzione, la Corte lo considera ragionevole ed equo assegnare EUR 2,000 al richiedente. Questa somma è coprire qualsiasi danno non-patrimoniale, così come costi e spese.
B. Interesse di mora
49. La Corte lo considera appropriato che il tasso di interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a che dovrebbe essere aggiunto tre punti di percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’

1. Sostiene che c’è stata una violazione di Articolo 6 della Convenzione e di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione;

2. Sostiene che non c’è nessun bisogno di esaminare l’azione di reclamo sotto Articolo 13 della Convenzione;

3. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente è pagare il richiedente, dai suoi propri finanziamenti ed entro tre mesi dalla data sui quali la sentenza diviene definitivo in conformità con Articolo 44 § 2 della Convenzione, le somme assegnarono nelle definitivo sentenze nazionali rese nel suo favore, meno qualsiasi importi che già sono potuti essere pagati in riguardo delle sentenze dette;
(b) che lo Stato rispondente è pagare il richiedente, entro lo stesso periodo EUR 2,000 (due mila euro) in riguardo di danno non-patrimoniale, costi e spese, più qualsiasi tassa che può essere addebitabile su questo importo che sarà convertito nella valuta dello Stato rispondente al tasso applicabile alla data di accordo;
(il c) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo il semplice interesse sarà pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti di percentuale;

4. Respinge il resto della rivendicazione del richiedente per la soddisfazione equa.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 22 ottobre 2013, facendo seguito all’articolo 77 §§ 2 e 3 degli Articoli di Corte.
Stanley Naismith Guido Raimondi
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

Conclusions : Violation of Article 6 – Right to a fair trial (Article 6 – Enforcement proceedings Article 6-1 – Access to court) Violation of Article 1 of Protocol No. 1 – Protection of property (Article 1 para. 1 of Protocol No. 1 – Peaceful enjoyment of possessions) Pecuniary and non-pecuniary damage – award

SECOND SECTION

CASE OF MARINKOVIĆ v. SERBIA

(Application no. 5353/11)

JUDGMENT

STRASBOURG

22 October 2013

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Marinković v. Serbia,
The European Court of Human Rights (Second Section), sitting as a Chamber composed of:
Guido Raimondi, President,
Peer Lorenzen,
Dragoljub Popović,
András Sajó,
Nebojša Vučinić,
Paulo Pinto de Albuquerque,
Helen Keller, judges
and Stanley Naismith, Section Registrar,
Having deliberated in private on 1 October 2013,
Delivers the following judgment, which was adopted on the last mentioned date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 5353/11) against the Republic of Serbia lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by a Serbian national, OMISSIS (“the applicant”), on 30 December 2010.
2. The applicant was represented by OMISSIS, a lawyer practising in Novi Pazar. The Serbian Government (“the Government”) were represented by their Agent, Mr S. Carić.
3. The applicant complained about the non-enforcement of the final court judgments rendered in his favour.
4. By a decision of 29 January 2013, the Court declared the application admissible.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
5. The applicant was born in 1955 and lives in Užice.
6. The applicant was employed by Raketa-Putnički Saobraćaj AD, a company based in Užice (hereinafter “the debtor”).
7. On 15 June 2008 the applicant was dismissed from his employment.
8. On unspecified dates the applicant instituted three separate sets of civil proceedings against the debtor, seeking payment of his salary arrears and various social security contributions.
A. First set of proceedings
9. On 2 March 2007 the Užice Municipal Court ruled in favour of the applicant and ordered the debtor to pay him:
(a) salary arrears in the amount of 8,232 Serbian dinars (RSD) for June 2006, RSD 9,408 for July 2006, and RSD 8,232 for August 2006, plus statutory interest;
(b) RSD 900 for his legal costs; and
(c) the pension, disability, health and unemployment insurance contributions due for the period June to December 2006.
10. On 22 September 2007 the judgment became final.
11. On 2 October 2007 the applicant filed a request for the enforcement of the above judgment before the Požega Municipal Court.
12. On 16 April 2008 the court accepted the applicant’s request and issued an enforcement order.
B. Second set of proceedings
13. On 26 July 2007 the Užice Municipal Court ruled in favour of the applicant and ordered the debtor to pay him:
(a) salary arrears in the amount of RSD 8,800 for February 2007, RSD 9,680 for March 2007, RSD 9,240 for April 2007, and RSD 10,120 for May 2007, plus statutory interest;
(b) employee meal benefits (naknada za ishranu na radu) in the amount of RSD 4,385 for December 2006, RSD 4,385 for February 2007, RSD 4,385 for March 2007, and RSD 4,385 for April 2007, plus statutory interest;
(c) holiday pay (regres za godišnji odmor) in the amount of RSD 25,000 for 2006, plus statutory interest from 1 January 2007;
(d) RSD 1,950 for his legal costs; and
(e) the pension, disability, health and unemployment insurance contributions due for the period February to May 2007.
14. On 11 September 2007 the judgment became final.
15. On 2 October 2007 the applicant filed a request for the enforcement of the above judgment before the Požega Municipal Court.
16. On 7 February 2008 the court accepted the applicant’s request and issued an enforcement order.
C. Third set of proceedings
17. On 24 August 2007 the Užice Municipal Court ruled in favour of the applicant and ordered the debtor to pay him:
(a) salary arrears in the amount of RSD 10,648 for February 2007, RSD 10,648 for March 2007, RSD 10,648 for April 2007, and RSD 10,648 for May 2007, plus statutory interest;
(b) employee meal benefits (naknada za ishranu na radu) in the amount of RSD 4,620 for September 2006, RSD 4,620 for December 2006, RSD 4,620 for January 2007, RSD 4,620 for February 2007, RSD 4,620 for March 2007, RSD 4,620 for April 2007, and RSD 4,620 for May 2007, plus statutory interest;
(c) holiday pay (regres za godišnji odmor) in the amount of RSD 35,135 for 2007, plus statutory interest from 24 June 2007;
(d) RSD 6,748.50 for his legal costs; and
(e) the pension, disability, health and unemployment insurance contributions due for period October 2006 to June 2007.
18. On 20 September 2007 that judgment became final.
19. In January 2009 the applicant filed a request for the enforcement of the above judgment before the Municipal Court in Požega.
20. On 12 May 2009 the court accepted the applicant’s request and issued an enforcement order.
D. Insolvency proceedings
21. On 12 July 2010 the Užice Commercial Court opened insolvency proceedings in respect of the debtor, which led to the ongoing enforcement proceedings before the Požega Municipal Court being stayed.
22. In July 2010 the applicant duly registered a claim for the sums specified in the judgments referred to above.
23. On an unspecified date he was recognised as a secured creditor.
24. On 17 April 2012 some of the debtor’s property was sold. A sale of the remaining assets was advertised in the newspapers and a public bid opening procedure was scheduled for 29 June 2012.
E. The debtor’s status
25. On 30 December 2002 the debtor was privatised.
26. On 17 July 2007 the contract for the sale of the debtor was annulled because the buyer in question had failed to fulfil his contractual obligations.
27. Following the annulment of the debtor’s privatisation the State owned 58.18% of the debtor’s shares.
28. On 11 December 2008 the State sold its shares to a private company.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
A. The Enforcement Procedure Act 2004 (Zakon o izvršnom postupku; published in the Official Gazette of the Republic of Serbia – OG RS – no. 125/04)
29. The Enforcement Procedure Act of 2004 (“the 2004 Act”) entered into force on 23 February 2005, thereby repealing the Enforcement Procedure Act of 2000 (“the 2000 Act”). Article 5 § 1 of the 2004 Act provides that all enforcement proceedings are to be conducted urgently. In accordance with Article 12 § 5 of this Act an appeal against an enforcement order, in principle, does not postpone the enforcement. In accordance with Article 304 of the 2004 Act, all enforcement proceedings instituted prior to 23 February 2005 are to be carried out pursuant to the previous 2000 Act.
B. The Insolvency Act (Zakon o stečaju, published in OG RS no. 104/2009, 99/2011 and 71/2012)
30. This Acts regulates the manner and conditions for initiating and conducting insolvency proceedings against legal persons. Article 2 of this Act provides that the aim of insolvency shall be to ensure the most favourable collective settlement of creditors. Article 8 of this Act states that all insolvency proceedings are to be conducted urgently. In accordance with Articles 19 § 1 and Article 22 § 1, in insolvency proceedings against socially/State-owned companies the role of the insolvency administrator is to be performed by the Privatisation Agency. Article 93 §§ 1 and 2 provides that “as of the day of institution of the insolvency proceedings” the debtor cannot simultaneously be subjected to a separate enforcement procedure. Any ongoing enforcement proceedings shall thus be stayed, while new enforcement proceedings cannot be instituted for as long as the insolvency proceedings are pending.
C. Relevant provisions concerning socially-owned companies
31. These provisions are set out in the case of R. Kačapor and Others v. Serbia (nos. 2269/06, 3041/06, 3042/06, 3043/06, 3045/06 and 3046/06, 15 January 2008, §§ 71-76).
D. The Privatisation Act (Zakon o privatizaciji; published in OG RS nos. 38/01, 18/03, 45/05, 123/07, 30/10 and 93/12)
32. The relevant provisions of the Act are set out in the case of Milunović and Čekrlić v. Serbia (dec.), nos. 3716/09 and 38051/09, §§ 35 39, 17 May 2011). In addition, on 17 December 2012, amendments to this Act have been published in OG RS no. 119/12 according to which the deadline for the suspension of enforcements in respect of companies undergoing restructuring has been extended to 30 June 2014, at the latest.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 6 AND 13 OF THE CONVENTION AND ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1 TO THE CONVENTION

33. The applicant complained about the respondent State’s failure to enforce three final judgments rendered in his favour against the debtor and about the lack of an effective remedy in this connection. He relied on Articles 6 and 13 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1 which, in so far as relevant, read as follows:
Article 6 § 1
“In the determination of his civil rights and obligations …, everyone is entitled to a fair and public hearing within a reasonable time by an independent and impartial tribunal established by law.”
Article 1 of Protocol No. 1
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.”
Article 13
“Everyone whose rights and freedoms as set forth in [the] Convention are violated shall have an effective remedy before a national authority notwithstanding that the violation has been committed by persons acting in an official capacity.”

A. The parties’ submissions
34. The Government informed the Court on 1 April 2013 that the debtor had been privatised in December 2008 and that the respondent State therefore could not be held liable in this case. They further argued that the State could not be held directly responsible for the debtor’s lack of assets.
35. The applicant disagreed and reiterated his original complaints.
B The Court’s assessment
36. The Court reiterates that the execution of a judgment given by a court must be regarded as an integral part of the “trial” for the purposes of Article 6 (see Hornsby v. Greece, 19 March 1997, § 40, Reports of Judgments and Decisions 1997 II). Admittedly, a delay in the execution of a judgment may be justified in particular circumstances, but the delay may not be such as to impair the essence of the right protected under Article 6 § 1 (Burdov v. Russia, no. 59498/00, § 35, ECHR 2002 III, § 35, and Teteriny v. Russia, no. 11931/03, § 41, 30 June 2005).
37. In the same context, the impossibility for an applicant to obtain the execution of a judgment in his or her favour in due time constitutes an interference with the right to the peaceful enjoyment of possessions, as set out in the first sentence of the first paragraph of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention. Irrespective of whether a debtor is a private or a State-controlled actor, it is up to the State to take all necessary steps to enforce a final court judgment, as well as to, in so doing, ensure the effective participation of its entire apparatus (see, mutatis mutandis, Pini and Others v. Romania, nos. 78028/01 and 78030/01, §§ 174-189, ECHR 2004-V (extracts); see also, mutatis mutandis, Hornsby, cited above, § 41, and R. Kačapor and Others v. Serbia, cited above, § 108). In the context of socially/State-owned companies a period of non-execution should not be limited to the enforcement stage only, but should also include the subsequent insolvency proceedings (see, inter alia, R. Kačapor and Others, cited above, § 115).
38. In cases of the execution of a final court decision rendered against private actors, the State is not, as a general rule, directly liable for debts of private actors and its obligations under Article 6 and Article 1 of Protocol No. 1 are limited to providing the necessary assistance to the creditor in the enforcement of the respective court awards, for example, through enforcement proceedings or bankruptcy procedures (see mutatis mutandis Kotov v. Russia [GC], no. 54522/00, § 90, 3 April 2012). When the authorities are obliged to act in order to enforce a final court decision and they fail to do so, their inactivity may, in certain circumstances, engage the State’s responsibility on the ground of Article 6 § 1 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1 (see Scollo v. Italy, judgment of 28 September 1995, Series A no. 315-C, § 44, and Fuklev v. Ukraine, no. 71186/01, § 84, 7 June 2005). The Court’s task in such cases is to examine whether measures applied by the authorities were adequate and sufficient and whether they acted diligently in order to assist a creditor in execution of a judgment (see Anokhin v. Russia (dec.), no. 25867/02, Fociac v. Romania, no. 2577/02, § 70, 3 February 2005).
39. When it comes to the execution of final court decisions rendered against the State or entities that do not enjoy “sufficient institutional and operational independence from the State”, it is not open to the State to cite either the lack of its own funds or the indigence of the debtor as an excuse for the non-enforcement of those decision (see, mutatis mutandis, R. Kačapor and Others v. Serbia, cited above, § 114). In other words, in such cases the State is directly liable for the debts of State-controlled companies irrespective of the fact whether the company at issue at one point operated as a private entity (see Anđelić and Others v. Serbia [Committee], no. 57611/10 and 166 other applications, § 32, 28 May 2013). Furthermore, “the fact that the State sold a large part of its share in the company it owned to a private person could not release the State from its obligation to honour a judgment debt which had arisen before the shares were sold. If the State transfers such an obligation to a new owner of the shares…the State must ensure that the new owner complies with the requirements, inherent in Article 6 § 1 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1, that a final, binding judicial decision does not remain inoperative to the detriment of a party” (see Solovyev v. Ukraine, no. 4878/04, § 21, 14 December 2006).
40. Turning to the instant case, the Court is aware that the debtor is no longer State-controlled entity (see paragraph 28 above). What is crucial however is that the domestic judgments rendered in the applicant’s favour became final in September 2007 when the debtor operated as a State-controlled entity (see paragraphs and 10, 14 and 18 above). In view of that and the Court’s case law cited above, the Court finds that the respondent State is directly responsible for the enforcement of the domestic judgements under consideration in this case.
41. The Court observes that it has frequently found violations of Article 6 of the Convention and/or Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention in cases raising issues similar to those raised in the present case (see R. Kačapor and Others, cited above, §§ 115-116 and § 120; Marčić and Others v. Serbia, no. 17556/05, § 60, 30 October 2007; Crnišanin and Others v. Serbia, nos. 35835/05, 43548/05, 43569/05 and 36986/06, §§ 123-124 and §§ 133-134, 13 January 2009; Rašković and Milunović v. Serbia, nos. 1789/07 and 28058/07, § 74 and § 79, 31 May 2011; and Adamović v. Serbia, no. 41703/06, § 41, 2 October 2012).
42. Having examined all the material submitted to it, the Court considers that the Government have not put forward any fact or convincing argument capable of persuading it to reach a different conclusion in the present case. There has, accordingly, been a violation of Article 6 § 1 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1.
43. The Court does not find it necessary in the circumstances of this case to examine essentially the same complaint under Article 13 of the Convention (see mutatis mutandis, Kin-Stib and Majkić v. Serbia, no. 12312/05, § 90, 20 April 2010 and Slovyev, cited above, § 25).

II. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
44. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
A. Damage, costs and expenses
45. The applicant requested that the State be ordered to pay, from its own funds, the sums awarded by the final judgments rendered in his favour and 5,000 euros (EUR) in respect of the non-pecuniary damage suffered. The applicant also claimed EUR 1,400 for the legal costs incurred before the Court.
46. The Government considered the claims excessive and unjustified.
47. Having regard to the violations found in the present case and its own case-law (see R. Kačapor and Others, cited above, §§ 123-126, and Crnišanin and Others, cited above, § 139), the Court considers that the applicants’ claims for pecuniary damage must be accepted. The Government shall therefore pay the applicant the sums awarded in the final domestic judgments adopted on 2 March 2007, 26 July 2007 and 24 August 2007 respectively, less any amounts which may have already been paid in respect of the said judgments.
48. As regards non-pecuniary damage, the Court considers that the applicant sustained some non-pecuniary loss arising from the breaches of the Convention found in this case. The particular amount claimed, however, is excessive. Making its assessment on an equitable basis, as required by Article 41 of the Convention, the Court considers it reasonable and equitable to award EUR 2,000 to the applicant. This sum is to cover any non-pecuniary damage, as well as costs and expenses.
B. Default interest
49. The Court considers it appropriate that the default interest rate should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY

1. Holds that there has been a violation of Article 6 of the Convention and of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention;

2. Holds that there is no need to examine the complaint under Article 13 of the Convention;

3. Holds
(a) that the respondent State is to pay the applicant, from its own funds and within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 § 2 of the Convention, the sums awarded in the final domestic judgments rendered in his favour, less any amounts which may have already been paid in respect of the said judgments;
(b) that the respondent State is to pay the applicant, within the same period, EUR 2,000 (two thousand euros) in respect of non-pecuniary damage, costs and expenses, plus any tax that may be chargeable on this amount, which is to be converted into the currency of the respondent State at the rate applicable at the date of settlement;
(c) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amounts at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;

4. Dismisses the remainder of the applicant’s claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 22 October 2013, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Stanley Naismith Guido Raimondi
Registrar President

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

Se l'espropriato ha già un Professionista di sua fiducia, può comunicagli che sul nostro sito trova strumenti utili per il suo lavoro.
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Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 17/01/2025