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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF MALIK v. THE UNITED KINGDOM

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: P1-1
Numero: 23780/08/2012
Stato: Inghilterra
Data: 2012-03-13 00:00:00
Organo: Sezione Quarta
Testo Originale

Conclusione Eccezione preliminare congiunta ai meriti (ratione materiae); Nessuna violazione di P1-1
QUARTA SEZIONE
CAUSA MALIK C. REGNO UNITO
(Richiesta n. 23780/08)
SENTENZA
STRASBOURG
13 marzo 2012
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Malik c. Regno Unito,
La Corte europea di Diritti umani (quarta Sezione), riunendosi che come una Camera, composta di:
Lech Garlicki, Presidente, Nicolas Bratza Päivi Hirvelä, Giorgio Nicolaou Zdravka Kalaydjieva, Nebojša Vučinić Vincenzo A. De Gaetano, giudici,
e Lorenzo Early, Cancelliere di Sezione ,
Avendo deliberato in privato 21 febbraio 2012,
Consegna la sentenza seguente sulla quale fu adottata quel la data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 23780/08) contro il Regno Unito di Gran Bretagna e l’Irlanda Settentrionale depositato presso la Corte sotto Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) con un cittadino britannico, OMISSIS (“il richiedente”), 28 aprile 2008.
2. Il richiedente fu rappresentato con OMISSIS, un procuratore legale che pratica a Londra, assistito con OMISSIS, consiglio. Il Regno Unito Governo (“il Governo”) fu rappresentato col loro Agente, il Sig.ra L. Dauban, dell’Estero e Repubblica Ufficio.
3. Il richiedente addusse che la sua sospensione dal ruolo di quegli autorizzato a praticare come dottori per il Servizio Sanitario Statale costituì una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
4. 20 gennaio 2010 il Vicepresidente della Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di decidere sull’ammissibilità e meriti della richiesta allo stesso tempo (l’Articolo 29 § 1).
5. Il richiedente richiese un’udienza orale ma la Camera decise di non sostenere un’udienza nella causa.
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
6. Il richiedente nacque nel 1943 e vive a Londra.
7. Nel 1978 il richiedente cominciò a praticare come un professionista medico e generale da locali che lui possedette. Lui era un risuoli professionista ed al tempo degli eventi al quale questa richiesta concerne lui aveva un ruolo paziente di circa 1,400 pazienti, molto di chi era dalla popolazione di Bangladeshi locale.
8. 30 marzo 2004, lui entrò in un contratto con la Waltham Foresta Primario Cura Fiducia (“il PCT”) nella conformità col Servizio Sanitario Statale (il Generale Servizi Contratti Medici) Regolamentazioni 2004 (vedere paragrafo 64 sotto). Sotto i termini del contratto, il richiedente fu obbligato per assicurare la disposizione di servizi medici ai pazienti di NHS, registrò con la sua pratica medica. Lui o potrebbe assicurare questa disposizione con compiendo servizi lui o con assumendo un altro dottore per fare così. Il richiedente fu concesso, sotto il contratto, ricevere pagamenti trimestrali dal PCT basò sul numero di pazienti registrato con la sua pratica. Il PCT lo pagò anche affitto astratto per i suoi locali siccome loro si usarono per i fini di NHS. Questo era un pagamento discrezionale, piuttosto che un diritto.
9. 20 gennaio 2005 una visita di monitoraggio del PCT ebbe luogo alla pratica medica del richiedente premette. 21 gennaio 2005 il direttore medico del PCT scrisse al richiedente che l’informa che la visita aveva dimostrato “il rischio serio Lei posa a pazienti sotto la Sua cura.” Il richiedente si mise al corrente che gli era stato sospeso “proteggere gli interessi di pazienti mentre un’indagine più particolareggiata nei problemi di preoccupazione ha luogo.”
10. Il richiedente impugnò la sospensione ed un’udienza prima che il PCT fu sistemato per 31 gennaio 2005. Nel frattempo gli assicuratori del richiedente scrissero al PCT che esprime la prospettiva che la sospensione era illegale. Loro fecero un’offerta al PCT che il richiedente può volontariamente assente lui da pratica per quattro settimane abilitarlo per in modo appropriato trattare con le questioni si appellò su contro lui. L’offerta non fu accettata.
11. Il PCT sistemò per sostituto sostituisca i pazienti del richiedente. Questi servizi non furono offerti ai suoi locali di chirurgia perché non era possibile trovare un sostituto si preparato a lavorare dai locali che devono alla loro condizione insoddisfacente.
12. 28 gennaio 2005 il PCT spedì una lettera al richiedente esponendo fuori le questioni per essere appellatosi su in appoggio della sospensione e specificamente riferendosi a regolamentazione 13(1)(a) del Servizio Sanitario Statale (Liste sostituti) Regolamentazioni 2004 (“le Regolamentazioni del Ruolo degli esecutori”-vedere paragrafo 65 sotto). La lettera identificò un numero di difetti, vale a dire: malattia inadeguata registra e documenti pazienti; mancanza di conoscenza clinica in relazione a disturbo bipolare, la contraccezione emergenza e la cessazione che fuma; la maternità inadeguata ripara; mancanza di attrezzatura di sterilizzazione corretta e la scoperta di una bottiglia di succo di arancia in un frigorifero contenente un vaccino anti influenzale; e disposizioni inadeguate per fuori-di-ore coprono ed aprendo ore.
13. Prima dell’udienza elencata per 31 gennaio 2005, il richiedente spedì un certificato medico che notifica il PCT del quale lui stava soffrendo da influenza. Lui ripeté la sua offerta per astenersi da pratica durante un’udienza ad un più tardi la data. Il PCT andò avanti comunque, con l’udienza nella sua assenza. 3 febbraio 2005 il PCT scrisse al richiedente che l’informa che la sospensione era continuare.
14. 27 febbraio 2005 i procuratori legali del richiedente scrissero al PCT che adduce che le sue azioni erano illegali. 2 marzo 2005 i procuratori legali del PCT risposero affermando:
“Il PCT considera che c’erano irregolarità procedurali decisioni circostanti assunte l’il 2005 e 31 gennaio 2005 di 21 gennaio. Di conseguenza, il PCT considera che quelle decisioni ora dovrebbero essere trattate come and/or di nullità revocato.”
15. Loro indicarono che un’udienza sarebbe stata contenuta per decidere se sospensione dovrebbe avere luogo dopo avere dato avviso corretto. Un’udienza nuova fu sistemata per 16 marzo 2005.
16. All’udienza 16 marzo 2005, fu deciso di sospendere il richiedente per sei mesi.
17. Il richiedente cominciò successivamente procedimenti civili che chiedono una dichiarazione che le sospensioni erano illegali e che qualsiasi udienza susseguente deve essere con un pannello di fresco nominato e deve avere un presidente giuridicamente qualificato. L’azione legale procedè come una rivendicazione per controllo giurisdizionale della sospensione.
18. Con lettera 18 marzo 2005 che il richiedente è stato messo al corrente datò che, facendo seguito a regolamentazione 13(17) delle Regolamentazioni del Ruolo degli esecutori (vedere paragrafo 72 sotto), pagamenti potrebbero continuare ad essere resi a lui sotto il PCT contragga in conformità con una determinazione col Ministro di Stato. Il diritto sarebbe basato su un’approssimazione ragionevole di ciò che corrispose a novanta percento dei suoi profitti mensili e normali sotto il PCT contragga (vedere paragrafo 73 sotto).
19. I procuratori legali del richiedente risposero 30 marzo 2005 che loro stavano considerando se il pagamento offerto aveva ragione e risponderebbe in corso dovuto. Nel frattempo, loro richiesero conferma che i pagamenti di sospensione erano cominciare solamente come di marzo 2005, e non gennaio 2005.
20. Con lettera 7 aprile 2005 datò i procuratori legali del richiedente sollevarono le due ulteriori questioni per la considerazione del PCT, vale a dire se il richiedente dovrebbe continuare ad essere pagato affitto e se i suoi costi di personale dovrebbero essere pagati col PCT.
21. Con lettera 16 maggio 2005 datò il PCT spiegò al richiedente che la ragione lui non aveva ricevuto qualsiasi affitto per i mesi di marzo ed aprile era che i locali non erano usati più per i fini di NHS.
22. 9 giugno 2005 il PCT offrì un’udienza nuova che riguarda la sua sospensione il richiedente. Lo rifiutò una sedia giuridicamente qualificata e rappresentanza legale, ma non aveva eccezione al suo consulente frequentando.
23. Con lettera 9 giugno 2005 uscì coi procuratori legali del richiedente indicati che lui sarebbe stato disposto a stabilire i procedimenti di controllo giurisdizionale se la sua sospensione fosse annullata; i suoi costi furono pagati; e perdite incorsero in come una conseguenza dei pagamenti ridotto sotto il contratto di PCT fu compensato.
24. 20 giugno 2005 il PCT notificò il richiedente che prima dell’udienza nuova, revocherebbe la sospensione esistente.
25. 21 giugno 2005 una dichiarazione nuova di causa fu notificata col PCT che espone fuori le questioni per essere appellatosi su all’udienza. Questo coprì tutte le questioni che avevano dato aumento per riguardare fin dall’estate di 2004.
26. 25 luglio 2005 i procedimenti di controllo giurisdizionale furono aggiornati durante l’udienza nuova che era succedere 3 agosto 2005. Benché il PCT prima l’avesse detto revocherebbe la sospensione imposta all’udienza 16 marzo, questo non era fatto.
27. Seguendo l’udienza 3 agosto 2005, il richiedente fu sospeso per due mesi sotto regolamentazione 13(1)(a) delle Regolamentazioni del Ruolo degli esecutori (vedere paragrafo 65 sotto).
28. 17 marzo 2006 la Corte Alta diede in giù la sua sentenza nella rivendicazione del richiedente per controllo giurisdizionale.
29. Come riguardi la sospensione stabilita di 21 gennaio 2005, la Sig. Justice che Collins ha fondato:
“Era evidente che questo era un esercizio stabilito del potere conferito con regolamentazione 13(1)(a). Era illegale. Violò regolamentazione 13(11) in che il rivendicatore né fu detto delle dichiarazioni contro lui né determinato qualsiasi l’opportunità di trattare con loro. Era anche manifestamente ingiusto. Io posso esprimere solamente sorpresa che un PCT dovrebbe trascurare così chiassosamente non solo i termini chiari delle regolamentazioni ma anche la guida data col Settore ed agisce in tale maniera ingiusta.”
30. Come all’udienza nell’assenza del richiedente 31 gennaio 2005, il giudice considerò, quel:
“Di nuovo, [il PCT] chiaramente agì in una maniera che era ingiusta poiché l’accordo per mantenere una sospensione volontaria voluta dire che pazienti non potessero essere a rischio se l’udienza fosse stata differita. Infatti, se loro avessero preso consiglio, loro si avrebbe informato che la procedura intera era illegale poiché loro non avrebbero dovuto sospendere il rivendicatore 21 gennaio e così l’udienza non potesse considerare in modo appropriato rappresentanze contro la decisione per sospendere. Il PCT doveva piuttosto, decidere se sospensione fu richiesta ed il carico era su loro per giustificare sospensione.”
31. Lui fondò che la decisione che segue che ascolta continuare la sospensione del richiedente era anche illegale, mentre facendo commenti:
“In ancora l’ulteriore violazione delle regolamentazioni, questa volta regolamentazione 13(2), gli imputati non riuscirono a specificare il periodo per il quale la sospensione era durare. Loro diedero come la loro ragione per non accettare l’offerta di sospensione volontaria che che ‘non Le impedirebbe dal lavorare come un sostituto ad un’altra pratica ‘. Io sono singolarmente non impresso con quel ragionando. L’impresa sarebbe potuta essere prolungata facilmente per coprire che se gli imputati avessero infastidito sollevarlo col rivendicatore ed i suoi consulenti.”
32. Riguardo all’udienza di 16 marzo 2005, il giudice concluse,:
“C’erano sfortunatamente, difetti seri all’udienza di 16 marzo che nella mia sentenza lo rese ingiusto e così illegale. L’ufficiale che presenta non era contento per appellarsi sulle questioni delle quali avviso era stato dato ma era stato proceduto riferirsi ad un numero delle altre questioni contro il rivendicatore nessuno di che era stato fissato a lui. Questa era una violazione di regolamentazione 13(11). Il presidente non riuscì a fermarlo facendo questo, ma si contentò, secondo il nota previsto successivamente, con l’istruendo i suoi colleghi sul pannello dopo che loro erano andati in pensione che ‘molte informazioni non necessarie erano state presentate ‘ e consigliandoli ‘di confinare la loro discussione ai problemi che erano stati considerati col pannello precedente e quelli che il OMISSIS era stato notificato di ‘. Il nota show che questo non è successo da allora durante il riferimento di discussione fu reso al OMISSIS che è ‘poco chiaro del prescrivere di borse di colostomy e cibo completa ‘. Quelli non riferirono alle questioni la materia di informazioni precedenti. In qualsiasi l’evento, le questioni sollevate devono avere inevitabilmente prevenute il rivendicatore e l’insuccesso per escluderli all’udienza si era ingiusto. Aggiunto a questo, c’era l’insuccesso per avere [un testimone attinente] frequenti nonostante la promessa che lui può e le osservazioni dell’ufficiale che presenta, combinate col presidente che la riunione era fare una rassegna la decisione di sospendere il rivendicatore. Quel non è stato perseguito con [consigli per il richiedente], ma è sintomatico dell’insuccesso col PCT seguire le procedure corrette.”
33. Come alla decisione per sospendere il richiedente che segue che ascolta, lui disse:
“Che [la decisione] era, piuttosto separatamente dall’iniquità dell’udienza, illegale poiché lui già era stato sospeso 21 gennaio 2005 e così non poteva essere sospeso oltre 21 luglio 2005.”
34. In riguardo dell’il 2005 udienza di 3 agosto, il giudice infine concluse, che, in luce del fatto che il PCT era andato a vuoto a revocare la sospensione precedente:
“… l’udienza 3 agosto chiaramente era illegale poiché c’era già una sospensione esistente nell’essere (presumendo che quel impose 16 marzo fu imposto legalmente) ed inoltre il rivendicatore già era stato sospeso (se legalmente o non essendo irrilevante) per più di sei mesi.”
35. Avendo concluso che la sospensione del richiedente era illegale, la questione sorse poi se c’era stata una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1. L’attinenza della questione era che solamente una violazione dei diritti umani del richiedente l’avrebbe dato un titolo ad a danni sotto i Diritti umani Agisca 1998.
36. Notando che sotto i termini di legislazione nazionale (vedere paragrafo 78 sotto) un dottore fu proibito dal vendere l’avviamento nella sua pratica, il giudice fondò:
“In questa causa, inclusione nel ruolo è simile alla proprietà di una licenza. Mentre l’avviamento della pratica non è commerciabile, l’inclusione ha un valore intrinseco in che abilita il dottore per praticare. Fin dall’importo della sua rimunerazione sarà colpito coi suoi numeri pazienti, sospensione può colpire bene il valore economico a lui della sua pratica. Così inclusione nel ruolo ha separatamente un valore attuale dal diritto a reddito futuro e, come sé sembra a me, la decisione in Van Marle v Gli appoggi di Paesi Bassi la prospettiva che può e corrisponde ad una proprietà…”
37. Lui si persuase perciò che inclusione nel ruolo era un “la proprietà” per i fini di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1. Se la sospensione fosse stata in modo appropriato e legalmente imposta, lui indicò che lui senza dubbio avrebbe avuto che l’interferenza sarebbe stata proporzionata e così giustificata. Comunque, come sé era illegale per le ragioni date, l’interferenza non fu giustificata. Lui concluse:
“… Così se il rivendicatore può stabilire che lui ha sofferto di danno recuperabile lui può essere concesso a delle somme per ricompensarlo per simile perdita. Poiché lui dovrebbe stare ricevendo pagamento che avrebbe dovuto mantenere il suo reddito, lui può avere la difficoltà nello stabilire qualsiasi la perdita. Comunque, io non sono in una posizione per decidere che problema.”
38. Il PCT ed il Ministro di Stato fecero appello contro la sentenza che c’era stata una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1. Nessun ricorso fu depositato contro la sentenza che le sospensioni erano state illegali.
39. 21 marzo 2006 i procuratori legali del richiedente scrissero al PCT che si riferisce alla dichiarazione di Corte Alta che la sospensione del richiedente dalla lista di sostituti era illegale. Loro indicarono che il richiedente desiderò ritornare per praticare appena praticabile. Con lettera 29 marzo 2006 che il PCT ha concordato datò che il richiedente potesse ritornare per praticare. Comunque, preoccupazioni precedenti e determinate riguardo ai locali di pratica medici, il PCT desiderò sistemare al più presto possibile un’ispezione di luogo.
40. Con lettera 11 aprile 2006 uscì coi procuratori legali del richiedente confermati che lui acconsentì all’ispezione di luogo e reiterò che lui era ansioso per ritornare per praticare al più presto possibile. Comunque, loro spiegarono che per assicurare un ritorno ordinato ed organizzato, lui il favoured una reintroduzione graduale per lavorare, con lavoro a tempo parziale lungo un altro professionista generale.
41. In 16 maggio 2006 i procuratori legali del richiedente immediatamente richiesero dalle informazioni di PCT riguardo alla taglia del ruolo paziente del richiedente di fronte alla sospensione stabilita a gennaio 2005 e come sé stette in piedi attualmente.
42. Con lettera 26 maggio 2006 datò i procuratori legali del richiedente informarono il PCT che la sua salute aveva deteriorato e che lui stava patendo una malattia stress-relativa. Di conseguenza, loro richiesero che piani per il ritorno del richiedente per praticare siano contenuti in sospensione temporanea.
43. 14 luglio 2006 i procuratori legali del PCT confermarono che il ruolo paziente del richiedente mette in ordine di grandezza era 1,380 pazienti sul 2005 e 1,013 pazienti di 1 gennaio in 23 maggio 2006.
44. 28 marzo 2007 la Corte d’appello diede in giù la sua sentenza. Dio Giustizia Auld identificò due questioni per la considerazione della corte. La prima questione era in che riguardo reddito futuro potrebbe essere un Articolo 1 “la proprietà.” Lui considerò bene stabilì che Articolo 1 protetto un diritto a proprietà esistenti ma non un diritto futuro per ricevere proprietà. Lui continuò:
“… [G]oodwill nel senso di una cliente-base stabilita col suo proprio valore di mercato inerente insieme agli altri beni esistenti di un affari, spesso non può essere prontamente distinguibile da prospettive di guadagno future da circostanze di commercio esistenti, fin dall’esistenza o valutazione di avviamento girerà almeno in parte su guadagni futuri e progettati. Comunque, nessuno simile macchiando della linea possono accadere qui, poiché la clientela del OMISSIS nella forma dei pazienti registrata con lui non ha valore economico e così non può costituire una proprietà di ‘’ a causa di rifiuto legale a lui di qualsiasi avviamento commerciabile nel suo ruolo di pazienti…”
45. Come all’approccio di questa Corte alla questione, il giudice notò,:
“Wendenburg, diversamente da Van Marle ed altro simile cause, non faceva, sui suoi fatti, accenda perdita della diminuzione di and/or di avviamento in valore dei beni fisici, ma su che che la Corte sembra avere considerato un genere di posizione media ed accettabile, una di un’aspettativa legittima di guadagni futuri…
Comunque, e riguardo alla Corte europea, la natura ombrosa di simile diritto di possesso è evidente dal modo dove si sbarazzò della causa contro i richiedenti. Contenne-presumendo senza decidere che la decisione della Corte tedesca aveva l’effetto di interferire con che diritto-che l’interferenza sarebbe stata giustificata sotto il secondo paragrafo dell’Articolo come essendo nell’interesse generale…
Nella mia prospettiva e con riguardo, la Corte Divisionale e la Corte d’appello in Campagna un tocco più sicuro espose, sia di principio e la praticità nel respingere la possibilità di qualsiasi posizione così media fra avviamento come una proprietà e reddito futuro che non sono…”
46. Così sulla questione se reddito futuro potrebbe essere un “la proprietà”, il giudice concluse:
“In riassunto sui problemi di avviamento e l’aspettativa legittima, è autorità di Strasbourg chiara, in Wendenburg e le altre cause ed autorità nazionale, in Campagna che i beni di un affari possono includere proprietà per il fine di Articolo 1 nella forma della clientela di ‘’ o avviamento degli affari. Dove simile clientele/goodwill esiste, misure che diminuiscono il suo valore, come, per esempio in Van Marle, interferenza con pratica professionale, può impegnare Articolo 1. Ma dove non esiste, come sé non fa qui, la decisione della Corte d’appello in Campagna… è anche autorità chiara per la proposta che, senza sé, perdita eventuale e mera di reddito futuro non può corrispondere ad una proprietà per il fine. Ugualmente qualsiasi la considerazione di un’ulteriore categoria di Articolo 1 proprietà basata su una nozione dell’aspettativa legittima in questo contesto macchierebbe inaccettabilmente che distinzione di principio. Può anche, siccome io ho indicato, conduca alle grandi difficoltà della richiesta pratica nei prossimi stadi dell’Articolo 1 esercizio di identificare precisamente che che legittimamente l’aspettata proprietà di ‘’ era stato interferito con ed a che misura, ed in in considerazione della legittimità di ‘’ dell’aspettativa contro le considerazioni dell’interesse generale sul problema della giustificazione.”
47. Sulla seconda questione-se un permesso personale, nella forma di inclusione su un ruolo professionale o una licenza era una proprietà-lui notò:
“… Qualche cosa può avere valore ad una persona sebbene non può avere valore nel mercato. Uno non può definire comprensivamente proprietà per questo fine con riferimento alla capacità di una persona o può desiderare venderlo… oggetti che possono essere di nessun valore economico ai loro possessori-completamente non commerciabile-può avere un valore personale e sentimentale o altro a loro per la protezione del loro godimento della quale Articolo 1 deve, se necessario, prevedere.

Dove… il diritto di possesso chiesto è, come qui, a del diritto intangibile conferito con una licenza o l’altra forma di permesso al contrattista per continuare a seguire un’attività al suo vantaggio sembra a me che alcuno fattore supplementare è necessario per renderlo un ‘ diritto di possesso ‘ come distinto dal concetto più largo di un diritto per fare così. È probabile che simile identificazione dipenda dall’esistenza di alcuno presente valore economico del diritto al chiedere individuale sé, in molti o la maggior parte di cause, conferì con una licenza o l’altra forma di permesso.
Le questioni di principio in questa causa-quale concerne con perdita potenziale del sostentamento-è, perciò, se valore economico è una caratteristica distinta di un diritto di possesso e se può essere identificato solamente nel senso della negoziabilità. Se non è confinato così, dove in qualsiasi causa determinata il confine fra un Articolo 1 proprietà e dell’altro e più largo diritto di Convenzione non stanno corrispondendo a tale proprietà?”
48. Lui considerò che era necessario per distinguere fra diritti valutari futuri e chiesti derivò da un strumento come una licenza o licenza ed un diritto futuro e chiesto basarono su un interesse personale in godimento di sé ma non coinvolgendo qualsiasi rivendicazione valutaria. Lui concluse:
“La questione ha in qualsiasi l’evento, stato fissato senza possibiltà di dubbio nella mia prospettiva con la direttiva di questa Corte in Campagna che ci lega mentre sostenuto il ragionamento della Corte Divisionale che la perdita valutaria di un individuo, nel senso di perdita del sostentamento futuro a meno che basato su perdita di alcuno professionale o avviamento di affari o l’altro presente diritto legale, non può costituire una proprietà che attira la protezione di Articolo 1.”
49. Ciononostante la sua conclusione che non c’era proprietà nella causa del richiedente, il giudice seguì a considerare se, se inclusione sulla lista sostituti fosse stata una proprietà, le azioni del PCT l’avrebbero spogliato di sé. Su questa questione, lui trovato,:
“Se inclusione in una lista sostituti è, contrari alla mia prospettiva, un Articolo 1 proprietà di ‘’, seguirebbe che sospensione da sé sotto le Regolamentazioni della lista sostituti è un’interferenza con che la proprietà di ‘’. Ma… il Giudice non discusse la questione in così… [H]e riconobbe il bisogno di esaminare l’impatto di sospensione sulla pratica del OMISSIS, e concluse che c’era simile interferenza perché la sua inclusione nel ruolo aveva separatamente ‘un valore attuale dal diritto a reddito futuro ‘ in che l’importo della sua rimunerazione fu colpito coi suoi numeri pazienti e sospensione colpirebbe bene il valore economico a lui della sua pratica. Non c’era comunque, prova di fronte al Giudice per sostenere simile sentenza di interferenza, in particolare, nessuna perdita effettiva di rimunerazione o di perdita effettiva o eventuale di pazienti, poiché lui continuò a ricevere 90% della sua rimunerazione di Servizio Sanitario Statale con riferimento al suo ruolo paziente, facendo seguito a regolamentazione 13(17) delle Regolamentazioni della lista sostituti 2004.. e la sua pratica fu preservata col PCT sistemando e pagando per i suoi pazienti per essere visto con un sostituto…
Io dovrei aggiungere che non c’è niente nell’ulteriore punto… che interferenza potrebbe essere stabilita nella cessazione del PCT di pagamento, mentre seguendo la sospensione del OMISSIS,… di affitto astratto per l’uso dei suoi locali… Durante il periodo della sua sospensione la pratica del OMISSIS continuò ad offrire servizi a pazienti sul suo ruolo, ma faceva così, siccome ho detto io, per un sostituto impegnato col PCT per compiere quelli servizi. A causa della condizione insoddisfacente della chirurgia del OMISSIS premette, il PCT fu obbligato per riferirsi i suoi pazienti di NHS ad un sostituto ad un’altra pratica vicina. I suoi locali ancora erano comunque, disponibili per il suo uso, per esempio, per il fine di vedere pazienti privati. Più importante , affitto così astratto siccome è probabile che lui avrebbe continuato ricevere ma per la sospensione non avrebbe costituito una proprietà per il fine.”
50. Sulla questione se avviamento potrebbe costituire un “la proprietà” nella causa presente, Dio Giustizia che Rix ha notato:
“La distinzione fra avviamento commerciabile, o in ogni caso che avviamento che sé è ammesso è una proprietà assegnata legalmente, e ciò che la Corte europea descrive come essendo soltanto una riflessione attuale di reddito futuro ed anticipato, aveva dovuto non essere determinato mai sui fatti… Una soluzione può essere… guardando solamente alla negoziabilità. Io non sono sicuro di che, comunque, per due ragioni: una è la distinzione effettiva disegnata con Denimark; l’altra è l’enfasi messa con la giurisprudenza di Strasbourg su avviamento come una proprietà nella causa di professionale riguardo alla loro clientela. Io sospetto che simile avviamento non è prontamente commerciabile: d’altra parte io posso concepire che una pratica professionale forse può solamente o meglio sia pensato di siccome comportando una proprietà assegnata legalmente in termini dell’avviamento che consiste nella sua clientela.
Al giorno d’oggi causa, comunque questa difficoltà non ha bisogno di risolvere, per, siccome ha indicato Auld LJ…, regolamentazione 3 dei Servizi Medici e Primari (Vendite di Avviamento e Restrizioni su Supplire-contraente) Regolamentazioni 2004… efficacemente vuole dire che l’avviamento di un dottore di NHS non ha valore economico. Come così, io non vedo come può essere considerato un bene o, perciò, una proprietà per i fini di [Articolo 1]. Né è una cosa fisica (terra o beni principali) né un diritto o altro scelse in azione, né un bene di qualsiasi il genere…”
51. Come riguardi l’inclusione del richiedente nella lista sostituti, lui considerò l’analogia fra inclusione sul ruolo e la concessione di una licenza essere inutile. Lui continuò:
“… licenze entrate in tutte le forme. Delle licenze sono i beni preziosi nel loro proprio diritto…. Le altre licenze sono solamente preziose nel senso che loro danno valore o il più grande valore a dell’altro bene. In tale causa, la giurisprudenza considerò sopra di, come Tre Traktörer stesso nella causa di una licenza di liquore, show che le proprietà in oggetto che ha bisogno essere considerato è i beni fondamentali, non la licenza. Così anche in Karni che nel suo modo è l’autorità più vicina ai fatti della causa presente, non era l’affiliazione al sistema di previdenza sociale della Svezia che fu considerato la proprietà con cui c’era stata interferenza con ragione del suo ritiro, ma il ‘del dottore assegnato legalmente interessa ‘ nella sua pratica che aveva dovuto essere chiusa…”
52. Lui considerò che nella causa del richiedente, inclusione sul ruolo non era in se stesso una licenza ma un precedente di condizione ad un dottore che è in grado compiere servizi lui nel NHS. Una volta sul ruolo, un dottore fu qualificato per ottenere un contratto per offrire lui servizi medici. Se lui fosse sospeso successivamente dal ruolo, lui non perse con ciò il suo contratto ma perse solamente sua capacità di offrire sé servizi col suo proprio adempimento personale sotto. Lui notò:
“Così nella causa del OMISSIS, la sua sospensione dalla lista sostituti non ostacolò il suo continuando contraente, solamente suo adempimento personale come un risuoli professionista sotto sé. Anche così, perché il suo contratto rimase in vigore, il PCT continuò a pagarlo la sua rimunerazione di NHS, sottoponga solamente ad una 10% deduzione per prendere conto di spese che lui sarebbe incorso in altrimenti. … I pazienti dei OMISSIS continuarono a ricevere servizi medici per un sostituto per che il PCT pagò. Lui continuò ad essere concesso per praticare privatamente come un dottore, dalla sua chirurgia.
… Sembra a me che inclusione sulla lista sostituti è una questione di regolamentazione, una condizione o qualifica per compiere NHS ripara, piuttosto che una proprietà o diritto di proprietà in se stesso… [O]ne non può parlare prontamente dell’inclusione sul ruolo come un interesse economico. Non è un bene. Non ha valore valutario. Se uno stesse cercando una proprietà in questo contesto, uno guarderebbe naturalmente al contratto di NHS, ma quel rimase a piedi, e non è l’argomento del OMISSIS… rivendicazione…”
53. Il giudice considerò se c’era dell’altra proprietà sulla quale potrebbe appellarsi il richiedente, e concluse:
“… Per ragioni discusse sopra di, non è possibile per il OMISSIS per mostrare che la sua pratica aveva qualsiasi il bene nella natura di avviamento separato dalla sua anticipazione di reddito futuro sotto il suo contratto di NHS. Citi al suo ruolo paziente… è nell’uno sente piuttosto più al punto, perché almeno può essere detto che i numeri su ruolo suo avevano un portante diretto, siccome io capisco la questione, su rimunerazione di NHS sua poiché quel doveva essere ricalcolato ogni tre mesi in conformità con quelli numeri. Comunque, addirittura così, il suo ruolo paziente rimase in posto, continuato a guadagnarlo rimunerazione sotto il suo contratto ed anche se quelli numeri incorsero piuttosto durante il periodo della sua sospensione come a che non c’era prova di fronte al giudice e nessuno sentenze che sembrano a me per essere semplicemente una questione relativo a reddito futuro piuttosto che un’interferenza con diritti acquisiti in proprietà. Disse il giudice che inclusione sul ruolo aveva ‘un valore intrinseco ‘ in che abilitò il dottore per praticare e lui immediatamente seguì a spiegare che perché l’importo di rimunerazione sarebbe colpito con numeri pazienti, la sospensione di ‘può colpire bene il valore economico della sua pratica ‘… Benché disse poi il giudice che quel riflettè separatamente un valore attuale dal diritto a reddito futuro, sembra a me che non faceva chiaramente. Il modo solo di misurare qualsiasi perdita è con riferimento a reddito futuro.”
54. Sulla questione se, era stato una proprietà là, ci sarebbe stata un’interferenza, lui disse:
“Non c’è stata nessuna base separata di ricorso in relazione alla questione separata di se, presumendo che una proprietà attinente era stata comportata, c’era stata un’interferenza con sé… Sembra a me che è fortemente difendibile che, se una proprietà attinente fosse stata comportata, ci sarebbe stata poi solamente un’interferenza per i fini di [Articolo 1] se c’era stato materiale conseguenze economiche: vedere Van Marle, Karni, e Tre Traktörer sopra. Non è come se qualsiasi causa della privazione è stata resa. Ma non si ha trovato che c’era qualsiasi il materiale conseguenze economiche. Come affermato sopra, il fine delle regolamentazioni era assicurare che durante un periodo di sospensione provvisoria le conseguenze finanziarie per il dottore riguardato furono intese di essere neutrale; e c’erano meccanismi a posto per risolvere qualsiasi le controversie in quel il contesto.”
55. Infine, sulla questione se c’era un “la proprietà” nella causa presente, Dio Giustizia che Moses ha notato:
“La mia preoccupazione, e, io sospetto, che del giudice per qualsiasi danno ingiustificato alla reputazione del dottore… mi porta ad un problema essenziale relativo ad avviamento che è sorto nel ricorso presente. Questa corte ha dovuto abbrancare col bisogno di mantenere una distinzione chiara e lavorabile fra avviamento del quale è una proprietà all’interno del significato [Articolo 1], ed un diritto a reddito futuro che non è.
Avviamento che è commerciabile è indubbiamente una proprietà, nonostante che il suo valore attuale riflette una veste di guadagnare profitti nel futuro. Ma avviamento deve essere commerciabile per essere identificato come una proprietà all’interno del significato di [Articolo 1]? Avviamento è composto di una varietà di elementi che differiscono in società diverse e professioni…”
56. Lui considerò che reputazione era indubbiamente un elemento di avviamento, benché non fosse commerciabile. Comunque, lui concluse
“… Io concordo, sulla base del ragionamento di Rix LJ… e di Auld LJ… che che elemento di avviamento… quale è fondato sulla reputazione del dottore, non è una proprietà entro [il significato di Articolo 1]. Non può essere venduto, non ha valore economico altro che essendo che quale un uomo professionale può sfruttare per guadagnare o aumentare i suoi guadagni per il futuro. Se il principio che la capacità di guadagnare reddito futuro non è una proprietà entro [il significato di Articolo 1] sarà sostenuto, deve seguire che se l’elemento di avviamento che ha o può essere danneggiato è reputazione, o la lealtà di clienti passati che elemento non sarà identificato come una proprietà. In termini di Denimark, l’azione di reclamo del dottore è come ad una perdita ingiustificata di reputazione, causata con atti illegali. Ma, in termini economici che sono nessuno più di un’azione di reclamo di un rischio di perdita di reddito futuro. Non è possibile distinguere la sua rivendicazione che il suo avviamento è stato danneggiato da una rivendicazione a perdita di reddito futuro.”
57. Il richiedente cercò successivamente permesso di fare appello alla Casa di Dio. La considerazione del suo ricorso per permesso era differita durante la conseguenza di un ricorso in Alleanza di Campagna, una causa anche riguardo all’applicabilità di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 nel quale il richiedente fu dato permesso per intervenire per iscritto. 28 novembre 2007, la Casa di Dio diede in giù la sua sentenza in Alleanza di Campagna (2007 UKHL 52). Nel corso della sentenza, Dio che Bingham di Cornhill ha notato:
“La giurisprudenza di Strasbourg ha disegnato una distinzione fra avviamento che può essere una proprietà per fini di articolo 1 del primo protocollo e reddito futuro, non ancora guadagnò ed a che esiste nessuna rivendicazione esecutiva che non può… La distinzione chiaramente fu fatta domanda in Karni v Svezia (1988) 55 DR 157 dove l’interesse assegnato legalmente di un dottore nella sua pratica medica fu considerato una proprietà, Van i Marle v Paesi Bassi (1986) 8 EHRR 483 dove la clientela di un ragioniere fu contenuta per essere un bene e da adesso una proprietà, e Wendenburg, sopra a CD 170, dove lo stesso articolo fu fatto domanda a pratiche di legge: in queste cause nessuna sentenza fu resa che i beni erano vendibili, benché questo è potuto essere presunto. In R (Malik) v Waltham Foresta la NHS Primario Cura Fiducia… la Corte d’appello sostenne che l’inclusione del nome del OMISSIS su un ruolo di quelli qualificato per lavorare localmente per il NHS era in effetto una licenza per rendere servizi al pubblico e, essendo non trasferibile e non-commerciabile, non una proprietà per fini di articolo 1. Mentre io non trovo la giurisprudenza su questa materia molto chiaro, io considero che la Corte d’appello giunse ad una conclusione corretta in che causa…”
58. 4 dicembre 2007 il ricorso del richiedente per permesso per fare appello fu rifiutato.
59. Il richiedente non ritornò mai per praticare come un risultato dei suoi problemi di salute che lui attribuì alla sua sospensione illegale.
60. Procedimenti del Generale Consiglio Medico (“GMC”) fu cominciato contro il richiedente. Nessuna decisione formale mai fu presa comunque, successivamente col GMC come il richiedente si dimise volontariamente sui motivi del suo cattiva salute.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE E PRATICA
A: Mantenimento di una Lista di esecutori
61. Al tempo attinente, la posizione fu governata col Servizio Sanitario Statale Atto 1977 (“l’Atto del 1977”). Facendo seguito a sezione 28X(1) dell’Atto del 1977:
“Regolamentazioni possono prevedere che un operatore sanitario di una descrizione prescritta non può compiere qualsiasi servizio medico e primario per che una Cura Fiducia Primaria o Salute Consiglio Locale è responsabile a meno che lui è incluso in un ruolo sostenuto sotto le regolamentazioni con una Cura Fiducia Primaria o Salute Consiglio Locale.”
62. Sotto sezione 25(3) della Servizio Sanitario Statale Riforma ed Assistenza sanitaria Professioni Atto 2002, professionisti generali erano operatori sanitari per i fini dell’Atto del 1977.
63. Le regolamentazioni attinenti furono esposte fuori nel Servizio Sanitario Statale (lista sostituti) Regolamentazioni 2004 (“le Regolamentazioni del Ruolo degli esecutori”). Regolamentazione 3 impose un dovere su PCTs per preparare e pubblicare un ruolo di sostituto medico. Regolamentazione 22 purché che un professionista medico non potesse compiere qualsiasi servizi medici e primari a meno che il suo nome fu incluso su un ruolo di sostituto medico. Regolamentazione 24(2) purché che un PCT fu costretto a rifiutare di ammettere un professionista medico al suo ruolo di sostituto medico se lui fosse incluso nel ruolo di sostituto medico di un altro PCT, a meno che lui aveva dato avviso a che PCT che lui ha desiderato ritirare da quel il ruolo.
64. Una volta su un ruolo, un professionista generale potrebbe entrare in un contratto per offrire servizi per il Servizio Sanitario Statale. Il Servizio Sanitario Statale (il Generale Servizi Contratti Medici) Regolamentazioni 2004 (“le Contratti Regolamentazioni”) esponga fuori in dettaglio la natura di simile contratti. Divida in paragrafi 53 di Orario 6 alle Contratti Regolamentazioni previste quel:
“… nessun professionista medico compirà servizi medici sotto il contratto a meno che lui è-
(un) incluso in un ruolo di sostituto medico per una Cura Fiducia Primaria in Inghilterra;
(b) non sospeso da che ruolo o dal Registro Medico; e
(c) non soggetto a sospensione provvisoria sotto sezione 41A dell’Atto 1983 Medico (ordini provvisori).”
B. Sospensione da una Lista di esecutori
65. Sotto le Regolamentazioni della Lista degli esecutori, un individuo potrebbe essere sospeso, o remoto dal ruolo. Regolamentazione 13 purché per il potere per sospendere:
“(1) se una Cura Fiducia Primaria è soddisfatta che è necessario per fare così per la protezione di membri del pubblico o è altrimenti nell’interesse pubblico, può sospendere un sostituto dalla lista di sostituti, nella conformità con le disposizioni di questa regolamentazione-
(un) mentre decide se esercitare i suoi poteri per rimuoverlo o no… o eventualmente lo rimuove…;
(b) mentre aspetta una decisione che lo colpisce di… un’autorizzazione o corpo regolatore;
…”
66. Regolamentazione 13(2) convenne che il PCT doveva specificare un periodo, mentre non eccedendo sei mesi, come il periodo di sospensione. Questo periodo iniziale potrebbe essere prolungato successivamente, facendo seguito a regolamentazione 13(8), purché che il periodo globale di sospensione non eccedè sei mesi. Regolamentazione 13(4) purché che il periodo di sospensione potesse prolungare oltre sei mesi in circostanze limitate che non erano attinenti alla causa presente.
67. Regolamentazione 13(9) spiegò che l’effetto di una sospensione era che, mentre un sostituto fu sospeso, lui sarebbe trattato come non essendo incluso nella lista di sostituti, anche se il suo nome sembrò in sé.
68. Regolamentazione 13(10) permise al PCT di revocare la sospensione a qualsiasi il tempo e notifica il sostituto la sua decisione.
69. Regolamentazione 13(11) esponga fuori la procedura applicabile per essere seguito col PCT prima di sospendendo un individuo dalla lista di sostituti:
“Dove una Cura Fiducia Primaria sta considerando sospendendoun sostiuto o variare il periodo di sospensione sotto questa regolamentazione, lo darà-
(un) l’avviso di qualsiasi la dichiarazione contro lui;
(b) avviso di che azione sta considerando e su che motivi; e
(il c) l’opportunità di mettere la sua causa ad un’udienza orale di fronte a sé, in un giorno specificato, purché che almeno 24 ore notano dell’udienza è dato.”
70. Regolamentazione 13(12) chiarificò che se il sostituto non desiderò avere un’udienza orale o non frequentò l’udienza orale, il PCT potrebbe sospenderlo con effetto immediato. Facendo seguito a regolamentazione 13(13), se un’udienza orale avesse luogo, il PCT doveva prendere in considerazione qualsiasi rappresentanze resero prima che giunse alla sua decisione. Regolamentazione 13(14) e (15) purché che il PCT potesse sospendere il sostituto con effetto immediato seguente l’udienza e che doveva notificare il sostituto della sua decisione e le ragioni per sé (incluso qualsiasi fatti si appellarono su) entro sette giorni di rendere quel la decisione.
71. Regolamentazione 18 degli esecutori Elenca Regolamentazioni proibì un professionista che fu sospeso da un ruolo sotto regolamentazione 13(1)(a) dal ritirare da un ruolo senza il beneplacito del Ministro di Stato sino alla questione del suo allontanamento o l’allontanamento eventuale è stato deciso. Così sospensione aveva l’effetto di impedire al professionista di prendere parte in NHS praticare così lungo siccome continuò la sospensione.
C. Pagamento durante la sospensione
72. Come a pagamenti durante sospensione, regolamentazione 13(17) delle Regolamentazioni del Ruolo degli esecutori previste:
“Durante un periodo di pagamenti di sospensione può essere reso ad o in riguardo delil sostiuto nella conformità con una determinazione del Ministro di Stato.”
73. L’articolo generale era pagare novanta per cento del reddito netto del professionista sotto il suo contratto col PCT. La deduzione di dieci per cento era riflettere il fatto che un professionista che pratica avrebbe avuto spese inerenti connesse alla sua pratica che sarebbe soddisfatta dal suo reddito.
74. Un diritto ad una revisione e fare appello della determinazione fu permesso sotto regolamentazione 13(19) e (20):
(19) se un sostituto è scontentato con una decisione di una Cura Fiducia Primaria (‘la decisione originale ‘)-
(un) rifiutare di fare un pagamento ad o in riguardo di lui facendo seguito ad una determinazione sotto paragrafo (17);
(b) fare un pagamento ad o in riguardo di lui facendo seguito ad una determinazione sotto paragrafo (17), ma ad un livello più basso che il livello al quale lui considera avere ragione;

lui può chiedere alla Cura Fiducia Primaria di fare una rassegna la decisione originale e, se lui fa così, riconsidererà che decisione, ed una volta ha fatto così, deve notificare per iscritto il sostiuto della decisione che è la conseguenza della sua revisione della sua decisione originale (‘la decisione riconsiderata ‘) e lo dà avviso delle ragioni per la sua decisione riconsiderata.
(20) se i resti di sostituti scontentassero (se sugli stessi o i motivi diversi), lui può fare appello al Ministro di Stato con dandolo una dichiarazione di appello entro un periodo di 28 giorni che cominciano nel giorno che la Cura Fiducia Primaria lo notificò della decisione riconsiderata.”
75. Regolamentazione 13(21) a 13(24) esponga fuori la procedura per un ricorso al Ministro di Stato.
D. Il Consiglio Generale Medico
76. Professionisti Generali sono regolati col GMC che mantiene un registro di quegli individui che sono considerati appropriato praticare come dottori. Un dottore può essere sospeso dal registro con decisione del GMC sui motivi, per esempio, di cattiva condotta.
77. Susseguente ai fatti della causa presente, l’Atto 1983 Medico fu corretto per introdurre un requisito, che dottori hanno una licenza per praticare quale è conferito e può essere ritirato col GMC.
E. Avviamento di una pratica medica
78. Fin dalla creazione del Servizio Sanitario Statale nel 1948, a professionisti sono stati impediti di vendere l’avviamento delle loro pratiche mediche. Che articolo è esposto attualmente fuori in Regolamentazione 3 dei Servizi Medici Primari (Vendita di Avviamento e Restrizioni su sub contratti) Regolamentazioni 2004 che prevedono che una persona con chi un PCT è entrato in un contratto di servizi medico e generale non può vendere l’avviamento della sua pratica medica in qualsiasi le circostanze e che nessuna altra persona può vendere che avviamento nel suo posto.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 ALLA CONVENZIONE
79. Il richiedente si lamentò che il suo diritto a godimento tranquillo delle sue proprietà era stato violato come un risultato della sua sospensione dalla lista dei sostituti. Lui si appellò su Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione che legge siccome segue:
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
80. Il Governo contestò quel l’argomento.
A. Ammissibilità
1. L’eccezione d incompatibilità i materiae di ratione
a. Il Governo
81. Il Governo dibatté che non c’era nessuna “proprietà” nella causa presente come attirare le garanzie di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1. Due principi potrebbero essere distinti dalla giurisprudenza della Corte. Prima, Articolo 1 protetto il diritto a proprietà esistenti solamente, e non conferì qualsiasi diritto per ricevere una proprietà nel futuro. Reddito futuro che non fu guadagnato ancora o soggetto ad una rivendicazione legale ed esecutiva non poteva qualificare perciò come un “la proprietà.” Secondo, l’avviamento di una pratica professionale poteva, nelle certe circostanze, abbia un valore intrinseco che potrebbe essere protetto come una proprietà.
82. Nella prospettiva del Governo, l’effetto di questi principi nella causa presente era, che né la posizione del richiedente sulla lista di sostituti né qualsiasi interesse fondamentale nella sua Pratica di NHS costituì una proprietà, per un numero di ragioni. Prima, la sua posizione sulla lista di sostitutinon era un “il bene” in qualsiasi il senso. Era personale e non trasferibile, ed era stato ottenuto dopo che lui aveva soddisfatto il PCT della sua appropriatezza per compiere servizi medici. Secondo, la sua inclusione sul ruolo non era simile ad una licenza per compiere un’attività economica: lui rimase concesso per praticare come un dottore in NHS ed ospedali privati, e come un professionista generale a pazienti privati con la virtù della sua registrazione col GMC. Terzo, lui non poteva appellarsi su un interesse fondamentale nel valore del suo NHS pratichi come l’articolo che gli impedì da disporre di qualsiasi avviamento nella pratica lo spogliò di un valore che avrebbe la natura di diritto privato. Come una conseguenza del sopra, il valore del NHS del richiedente pratica, posi solamente nella sua veste di generare reddito futuro per lui, una questione che incorse fuori della sfera di Articolo 1.
83. Il Governo invitò di conseguenza la Corte a trovare che c’era nessuno “la proprietà” nella causa presente e dichiarare la richiesta inammissibile come ratione materiae incompatibile con le disposizioni della Convenzione.
b. Il richiedente
84. Il richiedente accettò che la parola “la proprietà” in Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 non prolungò a proprietà future. Comunque, lui dibattè che questa restrizione era soggetto al concetto dell’aspettativa legittima di ricevere proprietà future come reddito, mentre si appellò sulla decisione della Corte in Wendenburg ed Altri c. la Germania (il dec.), n. 71630/01, ECHR 2003-II (gli estratti) sostenere il suo argomento.
85. Lui dibatté inoltre che la negoziabilità non era un elemento necessario di avviamento per rendere il secondo un “la proprietà” all’interno del significato di Articolo 1. Lui considerò che la giurisprudenza della Corte proteggeva gli elementi fisici della pratica di un dottore, incluso i suoi locali ed attrezzatura; i diritti contrattuali limitarono su nella pratica, come il diritto per ricevere affitto o compiere personalmente un contratto; e l’avviamento stabilito nel senso della sua lista base di pazienti clienti. Tutti di questi elementi furono dati valore col diritto del dottore per compiere servizi che fluirono dalla sua inclusione sulla lista di sostituti. Secondo il richiedente, inclusione era una licenza o simile ad una licenza.
86. Come alla trasferibilità, il richiedente considerò, che questo non era cruciale a stabilendo l’esistenza di una proprietà. Lui indicò che la licenza del ragioniere per praticare in Van Marle ed Altri c. i Paesi Bassi, 26 giugno 1986 la Serie Un n. 101, e la licenza del difensore in Wendenburg sia improbabile per essere stato trasferibile ed ancora ambo le cause furono trovate incorrere all’interno della sfera di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
87. Infine, come al bisogno per il bene in oggetto avere “un certo valore”, il richiedente indicò che la giurisprudenza della Corte era andata a vuoto così lontano a chiarificare la persona da cui prospettiva che il valore dovrebbe essere valutato. Solamente se valore ad una terza parte fosse richiesto la questione della negoziabilità di avviamento divenuta attinente. Comunque, se il valore fosse valutato con riferimento al richiedente, poi era chiaro che la pratica aveva valore significativo.
2. La valutazione della Corte
a. Principi Generali
88. La Corte reitera all’inizio che Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 fa domanda solamente ad una persona sta esistendo proprietà; non garantisce il diritto per acquisire proprietà (vedere Marckx c. il Belgio, 13 giugno 1979, § 50 la Serie Un n. 31; e Slivenko c. la Lettonia (il dec.) [GC], n. 48321/99, § 121 ECHR 2002-II (gli estratti)).
89. La Corte prima ha considerato che diritti simile a diritti di proprietà esistiti in cause riguardo a pratiche professionali dove a forza del loro proprio lavoro, i richiedenti riguardati avevano sviluppato una clientela. Spiegò che questa clientela aveva, in molti riguardi, la natura di un diritto privato e costituì un bene e, da adesso, una proprietà all’interno del significato della prima frase di Articolo 1 (vedere Van Marle ed Altri, citato sopra, § 41). In una causa che comporta un’interferenza allegato con la pratica medica di un richiedente, la Commissione notò, che il “interessi assegnati legalmente” nella pratica medica del richiedente potrebbe essere riguardato come “le proprietà” (vedere Karni c. la Svezia, n. 11540/85, decisione di Commissione di 8 marzo 1988, Decisioni e Relazioni 55, p. 157). In più tardi cause, la Corte spiegò, che legge pratica e la loro clientela sia entità di un certo valore che aveva in molti riguardi la natura di un diritto privato ed i beni così costituiti e perciò proprietà all’interno del significato della prima frase di Articolo 1 (vedere Olbertz c. la Germania (il dec.), n. 37592/97, 25 maggio 1999; Döring c. la Germania (il dec.), n. 37595/97, 9 novembre 1999; e Wendenburg c. la Germania, citato sopra). La Corte ha indicato anche che non si importò se i richiedenti acquisirono le proprietà con approfittando di una posizione favorevole, o solamente per le loro proprie attività. Fondò che quando trattando con la protezione di diritti concedè con legge, Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 era applicabile dove simile diritti condussero ad un’aspettativa legittima di acquisire le certe proprietà (vedere Wendenburg, citato sopra).
90. In cause precedenti che comportano pratiche professionali, la Corte ha preso la prospettiva che una restrizione su richiedenti il diritto di ‘ per praticare la professione riguardata, come un rifiuto per registrare un richiedente su un ruolo professionale, colpì significativamente le condizioni delle loro attività professionali e ridotto la sfera di quelle attività. Dove, come una conseguenza delle restrizioni, dell’il reddito del richiedente e del valore di clientela sua e, più generalmente, i suoi affari, incorra, la Corte ha sostenuto che c’era interferenza col diritto a godimento tranquillo di proprietà (vedere Van Marle, citato sopra, § 42).
91. In cause riguardo alle concessioni di licenze o permette di eseguire un affari, la Corte ha indicato che la revoca o ritiro di una licenza o licenza interferì coi richiedenti il diritto di ‘ al godimento tranquillo delle loro proprietà, incluso gli interessi economici connessi con gli affari fondamentali (vedere Fredin c. la Svezia (n. 1), 18 febbraio 1991, § 40 la Serie Un n. 192, in riguardo di una licenza di sfruttamento per una buca di ghiaia; e mutatis mutandis, Tre Traktörer Ab c. la Svezia, 7 luglio 1989, § 53 la Serie Un n. 159, riguardo ad una licenza per notificare bibite alcoliche in un ristorante. Vedere anche Rosenzweig e Vincolato Immagazzina Ltd. c. la Polonia, n. 51728/99, § 49 28 luglio 2005 che coinvolto una licenza per correre un negozio all’ingrosso vincolato). In questo riguardo a, la Corte osservò in particolare in Tre Traktörer Ab che il mantenimento della licenza era una delle condizioni principali per il continuare degli affari della società di richiedente, e che il suo ritiro aveva avuto effetti avversi sull’avviamento e valore del ristorante (a §§ 43 e 53 della sentenza della Corte).
92. Mentre la Corte è sembrata accettare su delle occasioni che la licenza stessa costituì un “la proprietà” per i fini di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione, è significativo che su queste occasioni la questione non era in controversia fra le parti così la Corte non fu costretta a prendere parte in un’analisi estesa della natura della proprietà nella causa. In qualsiasi l’evento, seguì a spiegare che, secondo la sua causa-legge, la conclusione di una licenza valida per correre un affari corrisposto ad un’interferenza col diritto al godimento tranquillo di proprietà (vedere Bimer S.A. c. la Moldavia, n. 15084/03, § 49 10 luglio 2007; e Megadat.com SRL c. la Moldavia, n. 21151/04, §§ 62-63 8 aprile 2008). È chiaro che in ambo le cause, le licenze furono connesse all’eseguire di un affari fondamentali.
93. I richiami di Corte che avviamento può essere un elemento nella valutazione di una pratica professionale o affari presa parte in commercio. Reddito futuro, d’altra parte è solamente un “la proprietà” una volta è stato guadagnato, o una rivendicazione esecutiva a sé esiste (vedere Ian Edgar [Liverpool] Ltd. c. il Regno Unito (il dec.), n. 37683/97, 25 gennaio 2000; e Denimark Limited e 11 Altri c. il Regno Unito (il dec.), n. 37660/97, 26 settembre 2000). Dove un richiedente si riferisce al valore dei suoi affari basato sui profitti generati con gli affari, o i mezzi di guadagnare un reddito dagli affari, come “l’avviamento”, la Corte ha indicato che questo riferimento sarà capito come un’azione di reclamo in sostanza di perdita di reddito futuro. La Corte prima ha trovato che questo elemento dell’azione di reclamo incorre fuori della sfera di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (vedere Ian Edgar [Liverpool] Ltd.; e Denimark Limited e 11 Altri, sia citò sopra).
b. L’applicazione dei principi generali ai fatti della causa
94. La revisione sopra dei principi generali che emergono da un esame della giurisprudenza della Corte dimostra che, in cause che comportano la sospensione o revoca di licenze e licenze o il rifiuto ad registrare una persona su una lista di individui con il titolo di praticare una particolare professione, la Corte ha badato riguardo a come una “ proprietà” gli affari fondamentali o pratica di professionale in oggetto. Restrizioni misero su registrazione, licenze o licenze connesse al lavoro eseguito con gli affari o la pratica della professione sono viste con la Corte come i mezzi generalmente con che l’interferenza con un affari o pratica professionale ha avuto luogo.
95. La Corte enfatizza all’inizio che le preoccupazioni applicative e presenti una pratica medica che opera all’interno del contesto del NHS nel Regno Unito e è all’interno di questo contesto limitato che le osservazioni seguenti e conclusioni devono essere capite.
96. In prospettiva della sua revisione della causa-legge, la Corte non considera, che l’inclusione del richiedente nella lista di sostitutiin Inghilterra costituì un “la proprietà” per i fini di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1. In ordine per che Articolo per fare domanda, si deve stabilire che c’era una pratica professionale e fondamentale di un certo valore che aveva, in molti riguardi la natura di un diritto privato e così costituì un bene e perciò un “la proprietà” all’interno del significato della prima frase di Articolo 1 (vedere paragrafo 89 sopra). La Corte fa le osservazioni seguenti.
97. Prima, non si contesta che il richiedente aveva praticato come un risuoli professionista nella stessa pratica medica per pressoché trenta anni. Col tempo il suo nome fu sospeso dalla lista dei sostituti, lui aveva costruito su una clientela nella forma del suo ruolo paziente di circa 1,400 pazienti (vedere paragrafo 7 sopra).
98. Secondo, la pratica medica era il veicolo per il quale il richiedente guadagnò il suo reddito. Il reddito ricevuto tramite fondi pagati a lui sotto il contratto di PCT fu collegato inoltre direttamente alla taglia del suo ruolo paziente (vedere paragrafo 8 sopra). È perciò chiaro che il richiedente aveva un interesse assegnato legalmente sia nella sua pratica medica generalmente e nell’assicurare che il numero di pazienti registrò con la sua pratica non incorra. Questo interesse era di una natura economica.
99. Terzo, il richiedente godè “l’avviamento” nella sua pratica, vale a dire il vantaggio che era sorto più di trenta anni di pratica dalla sua propria reputazione ed i collegamenti. Come notato sopra, il richiedente aveva un interesse assegnato legalmente nella sua pratica ed il suo ruolo paziente, e l’avviamento che lui aveva stabilito era attinente alla decisione di pazienti per rimanere registrato o scegliere di registrare con lui. Questa considerazione non è colpita col fatto che sotto i termini dei Servizi Medici e Primari (Vendita di Avviamento e Restrizioni su Sub contratto) Regolamentazioni 2004 (vedere paragrafo 78 sopra) lui fu precluso dal vendere l’avviamento nella sua pratica.
100. Avendo riguardo ad alle considerazioni sopra, la Corte è della prospettiva che la questione se c’è una proprietà nella causa presente è collegato inestricabilmente alla questione se c’è stata un’interferenza, una questione per essere esaminato nel contesto della considerazione della Corte dei meriti della causa. Si unisce perciò alla questione ai meriti. La Corte considera inoltre che gli aumenti applicativi problemi complessi di fatto e diritto che non può essere risolto a questo stadio nell’esame della richiesta. Segue che la richiesta non può essere dichiarata manifestamente mal-fondato all’interno del significato di Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nessuna altra base per dichiararlo inammissibile è stata stabilita. Deve essere dichiarato perciò ammissibile.
B. Meriti
1. Le osservazioni delle parti
un. Il richiedente
101. Il richiedente enfatizzò che la Corte Alta aveva trovato che era accaduta un’interferenza col suo diritto a godimento tranquillo di proprietà (vedere divide in paragrafi 36-37 sopra). Benché la sentenza della Corte Alta sul problema sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 era stato revocato su ricorso, Auld LJ aveva accettato che se lui avesse trovato l’inclusione del richiedente sulla lista di sostitutiper essere una proprietà, poi la sospensione avrebbe corrisposto ad un’interferenza con che proprietà (vedere paragrafo 49 sopra).
102. Il richiedente sostenne che lui aveva sofferto di perdita come un risultato della sospensione. Lui indicò che il problema di perdita era stato riservato un inoltre udienza di Collins J, ed in luce della decisione della Corte d’appello, non era stato rivolto mai (vedere paragrafo 37 sopra). Lui insistè che lui avesse sofferto di perdita come un risultato della sospensione perché i suoi pagamenti mensili furono ridotti; il PCT fermò di pagare affitto per i locali; ed i suoi numeri pazienti lasciavano cadere dal 1,380 a 1,013 (vedere paragrafo 43 sopra).
b. Il Governo
103. Il Governo dibatté che non c’era stata interferenza col godimento tranquillo delle proprietà del richiedente. Prima, loro indicarono che lui non era stato privato della sua pratica come un risultato della sospensione; davvero il PCT aveva preso passi attivi per preservarlo durante la sua sospensione. In questo riguardo a loro enfatizzarono che la Corte d’appello aveva trovato che non c’era nessuna prova di perdita effettiva o eventuale di pazienti (vedere paragrafo 53 sopra). Secondo, loro enfatizzarono che il contratto di PCT era rimasto in operazione in tutta la sospensione del richiedente e che lui aveva continuato a ricevere rimunerazione. Terzo, loro accentuarono che la sospensione non aveva avuto materiale conseguenze economiche: le Regolamentazioni del Ruolo degli esecutori furono intese di assicurare che le conseguenze finanziarie di sospensione erano neutrali, e questa era la causa come lontano siccome concernè il richiedente (vedere paragrafo 54 sopra).
104. Il Governo enfatizzò inoltre che in finora come il richiedente chiese di stabilire perdita economica come un risultato dei pagamenti ridotto in riguardo della sua rimunerazione ed affittare, lui non era riuscito ad esaurire via di ricorso disponibile a lui impugnare il livello dei pagamenti (vedere paragrafo 74 sopra). Come riguardi i numeri pazienti, il Governo dibattè che numeri pazienti potessero fluttuare nel corso normale di eventi, anche dove quel non era stato interruzione nel servizio previsto con un particolare dottore. Loro conclusero che non c’era prova di qualsiasi interferenza nella causa presente.
2. La valutazione della Corte
105. La Corte reitera che ha visto restrizioni su richiedenti i diritti di ‘ pratica

Testo Tradotto

Conclusion Preliminary objection joined to merits (ratione materiae) ; No violation of P1-1
FOURTH SECTION
CASE OF MALIK v. THE UNITED KINGDOM
(Application no. 23780/08)
JUDGMENT
STRASBOURG
13 March 2012
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Malik v. the United Kingdom,
The European Court of Human Rights (Fourth Section), sitting as a Chamber composed of:
Lech Garlicki, President,
Nicolas Bratza,
Päivi Hirvelä,
George Nicolaou,
Zdravka Kalaydjieva,
Nebojša Vučinić,
Vincent A. De Gaetano, judges,
and Lawrence Early, Section Registrar,
Having deliberated in private on 21 February 2012,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 23780/08) against the United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by a British national, OMISSIS (“the applicant”), on 28 April 2008.
2. The applicant was represented by OMISSIS, a solicitor practising in London, assisted by OMISSIS, counsel. The United Kingdom Government (“the Government”) were represented by their Agent, Ms L. Dauban, of the Foreign and Commonwealth Office.
3. The applicant alleged that his suspension from the list of those authorised to practise as doctors for the National Health Service constituted a violation of Article 1 of Protocol No. 1.
4. On 20 January 2010 the Vice-President of the Section decided to give notice of the application to the Government. It was also decided to rule on the admissibility and merits of the application at the same time (Article 29 § 1).
5. The applicant requested an oral hearing but the Chamber decided not to hold a hearing in the case.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
6. The applicant was born in 1943 and lives in London.
7. In 1978 the applicant began practising as a general medical practitioner from premises which he owned. He was a sole practitioner and at the time of the events to which this application pertains he had a patient list of around 1,400 patients, many of whom were from the local Bangladeshi population.
8. On 30 March 2004, he entered into a contract with the Waltham Forest Primary Care Trust (“the PCT”) in accordance with the National Health Service (General Medical Services Contracts) Regulations 2004 (see paragraph 64 below). Under the terms of the contract, the applicant was obliged to ensure the provision of medical services to NHS patients registered with his medical practice. He could ensure this provision either by performing services himself or by employing another doctor to do so. The applicant was entitled, under the contract, to receive quarterly payments from the PCT based on the number of patients registered with his practice. The PCT also paid him notional rent for his premises as they were used for NHS purposes. This was a discretionary payment, rather than an entitlement.
9. On 20 January 2005 a monitoring visit by the PCT took place at the applicant’s medical practice premises. On 21 January 2005 the medical director of the PCT wrote to the applicant informing him that the visit had demonstrated “the serious risk you pose to patients under your care”. The applicant was advised that he had been suspended “to protect the interests of patients while a more detailed investigation into the issues of concern take place”.
10. The applicant challenged the suspension and a hearing before the PCT was arranged for 31 January 2005. In the meantime the applicant’s insurers wrote to the PCT expressing the view that the suspension was unlawful. They made an offer to the PCT that the applicant would voluntarily absent himself from practice for four weeks to enable him to deal properly with the matters relied on against him. The offer was not accepted.
11. The PCT arranged for locum cover for the applicant’s patients. These services were not provided at his surgery premises because it was not possible to find a locum prepared to work from the premises owing to their unsatisfactory condition.
12. On 28 January 2005 the PCT sent a letter to the applicant setting out the matters to be relied on in support of the suspension and referring specifically to regulation 13(1)(a) of the National Health Service (Performers Lists) Regulations 2004 (“the Performers List Regulations” – see paragraph 65 below). The letter identified a number of defects, namely: inadequate disease registers and patient records; lack of clinical knowledge in relation to bipolar disorder, emergency contraception and smoking cessation; inadequate maternity services; lack of proper sterilising equipment and the discovery of a bottle of orange juice in a fridge containing flu vaccine; and inadequate arrangements for out-of-hours cover and opening hours.
13. Prior to the hearing scheduled for 31 January 2005, the applicant sent a medical certificate notifying the PCT that he was suffering from flu. He repeated his offer to abstain from practice pending a hearing at a later date. However, the PCT went ahead with the hearing in his absence. On 3 February 2005 the PCT wrote to the applicant informing him that the suspension was to continue.
14. On 27 February 2005 the applicant’s solicitors wrote to the PCT alleging that its actions were unlawful. On 2 March 2005 the PCT’s solicitors responded stating:
“The PCT considers that there were procedural irregularities surrounding decisions taken on the 21 January 2005 and 31 January 2005. Consequently, the PCT considers that those decisions should now be treated as nullities and/or revoked.”
15. They indicated that a hearing would be held to decide whether suspension should take place after giving proper notice. A new hearing was arranged for 16 March 2005.
16. At the hearing on 16 March 2005, it was decided to suspend the applicant for six months.
17. The applicant subsequently commenced civil proceedings seeking a declaration that the suspensions were unlawful and that any subsequent hearing must be by a freshly appointed panel and must have a legally qualified chairman. The legal action proceeded as a claim for judicial review of the suspension.
18. By letter dated 18 March 2005 the applicant was advised that, pursuant to regulation 13(17) of the Performers List Regulations (see paragraph 72 below), payments could continue to be made to him under the PCT contract in accordance with a determination by the Secretary of State. The entitlement was to be based on a reasonable approximation of what amounted to ninety percent of his normal monthly profits under the PCT contract (see paragraph 73 below).
19. The applicant’s solicitors replied on 30 March 2005 that they were considering whether the payment offered was correct and would respond in due course. In the meantime, they requested confirmation that the suspension payments were to commence only as of March 2005, and not January 2005.
20. By letter dated 7 April 2005 the applicant’s solicitors raised two further matters for the PCT’s consideration, namely whether the applicant should continue to be paid rent and whether his staff costs should be paid by the PCT.
21. By letter dated 16 May 2005 the PCT explained to the applicant that the reason he had not received any rent for the months of March and April was that the premises were no longer being used for NHS purposes.
22. On 9 June 2005 the PCT offered the applicant a fresh hearing regarding his suspension. It refused him a legally qualified chair and legal representation, but had no objection to his adviser attending.
23. By letter dated 9 June 2005 the applicant’s solicitors indicated that he would be willing to settle the judicial review proceedings if his suspension was quashed; his costs were paid; and losses incurred as a consequence of the reduced payments under the PCT contract were compensated.
24. On 20 June 2005 the PCT notified the applicant that prior to the fresh hearing, it would revoke the existing suspension.
25. On 21 June 2005 a fresh statement of case was served by the PCT setting out the matters to be relied on at the hearing. This covered all matters which had given rise to concern since the summer of 2004.
26. On 25 July 2005 the judicial review proceedings were adjourned pending the fresh hearing, which was to take place on 3 August 2005. Although the PCT had previously said it would revoke the suspension imposed at the hearing on 16 March, this was not done.
27. Following the hearing on 3 August 2005, the applicant was suspended for two months under regulation 13(1)(a) of the Performers List Regulations (see paragraph 65 below).
28. On 17 March 2006 the High Court handed down its judgment in the applicant’s claim for judicial review.
29. As regards the purported suspension of 21 January 2005, Mr Justice Collins found:
“It was apparent that this was a purported exercise of the power conferred by regulation 13(1)(a). It was unlawful. It breached regulation 13(11) in that the claimant was neither told of the allegations against him nor given any opportunity to deal with them. It was also manifestly unfair. I can only express surprise that a PCT should so blatantly disregard not only the clear terms of the regulations but also the guidance given by the Department and act in such an unfair manner.”
30. As to the hearing in the applicant’s absence on 31 January 2005, the judge considered that:
“Again, [the PCT] clearly acted in a manner which was unfair since the agreement to maintain a voluntary suspension meant that patients could not have been at risk if the hearing had been delayed. In fact, if they had taken advice, they would have been informed that the whole procedure was unlawful since they should not have suspended the claimant on 21 January and so the hearing could not properly have considered representations against the decision to suspend. Rather, the PCT had to decide whether suspension was required and the burden was on them to justify suspension.”
31. He found that the decision following that hearing to continue the applicant’s suspension was also unlawful, commenting:
“In yet further breach of the regulations, this time regulation 13(2), the defendants failed to specify the period for which the suspension was to last. They gave as their reason for not accepting the offer of voluntary suspension that that ‘would not prevent you from working as a locum at another practice’. I am singularly unimpressed with that reasoning. The undertaking could easily have been extended to cover that if the defendants had bothered to raise it with the claimant and his advisers.”
32. Regarding the hearing of 16 March 2005, the judge concluded:
“Unfortunately, there were serious flaws at the hearing of 16 March which in my judgment rendered it unfair and so unlawful. The presenting officer was not content to rely on the matters of which notice had been given but proceeded to refer to a number of other matters against the claimant none of which had been put to him. This was a breach of regulation 13(11). The chairman failed to stop him doing this, but contented herself, according to the notes provided subsequently, with instructing her colleagues on the panel after they had retired that ‘a lot of unnecessary information had been presented’ and advising them ‘to confine their discussion to the issues which had been considered by the previous panel and those which Dr Malik had been notified of’. The notes show that this did not happen since during the discussion reference was made to Dr Malik being ‘unclear about the prescribing of colostomy bags and food supplements’. Those related to matters not the subject of prior information. In any event, the matters raised must inevitably have prejudiced the claimant and the failure to exclude them at the hearing was itself unfair. Added to this, there was the failure to have [a relevant witness] attend despite the promise that he would and the observations of the presenting officer, compounded by the chairman, that the meeting was to review the decision to suspend the claimant. That has not been pursued by [counsel for the applicant], but it is symptomatic of the failure by the PCT to follow the proper procedures.”
33. As to the decision to suspend the applicant following that hearing, he said:
“That [decision] was, quite apart from the unfairness of the hearing, unlawful since he had already been suspended on 21 January 2005 and so could not be suspended beyond 21 July 2005.”
34. Finally, in respect of the 3 August 2005 hearing, the judge concluded that, in light of the fact that the PCT had failed to revoke the previous suspension:
“… the hearing on 3 August was clearly unlawful since there was already an existing suspension in being (assuming that that imposed on 16 March was lawfully imposed) and further the claimant had already been suspended (whether lawfully or not being irrelevant) for more than six months.”
35. Having concluded that the applicant’s suspension was unlawful, the question then arose whether there had been a breach of Article 1 of Protocol No. 1. The relevance of the question was that only a breach of the applicant’s human rights would have entitled him to damages under the Human Rights Act 1998.
36. Noting that under the terms of domestic legislation (see paragraph 78 below) a doctor was prohibited from selling the goodwill in his practice, the judge found:
“In this case, inclusion in the list is akin to the possession of a licence. While the goodwill of the practice is not marketable, the inclusion has an intrinsic value in that it enables the doctor to practise. Since the amount of his remuneration will be affected by his patient numbers, suspension may well affect the economic value to him of his practice. Thus inclusion in the list has a present value apart from the right to future income and, as it seems to me, the decision in Van Marle v The Netherlands supports the view that it can and does amount to a possession …”
37. He was therefore persuaded that inclusion in the list was a “possession” for the purposes of Article 1 of Protocol No. 1. Had the suspension been properly and lawfully imposed, he indicated that he would have had no doubt that the interference would have been proportionate and so justified. However, as it was unlawful for the reasons given, the interference was not justified. He concluded:
“… Thus if the claimant can establish that he has suffered recoverable damage he may be entitled to some sums to recompense him for such loss. Since he should have been receiving payment which should have maintained his income, he may have difficulty in establishing any loss. However, I am not in a position to decide that issue.”
38. The PCT and the Secretary of State appealed against the finding that there had been a violation of Article 1 of Protocol No. 1. No appeal was lodged against the finding that the suspensions had been unlawful.
39. On 21 March 2006 the applicant’s solicitors wrote to the PCT referring to the High Court declaration that the suspension of the applicant from the Performers List was unlawful. They indicated that the applicant wished to return to practice as soon as practicable. By letter dated 29 March 2006 the PCT agreed that the applicant could return to practice. However, given previous concerns regarding the medical practice premises, the PCT wished to arrange a site inspection as soon as possible.
40. By letter dated 11 April 2006 the applicant’s solicitors confirmed that he consented to the site inspection and reiterated that he was anxious to return to practice as soon as possible. However, they explained that in order to ensure an orderly and organised return, he favoured a gradual reintroduction to work, with part-time work alongside another general practitioner.
41. On 16 May 2006 the applicant’s solicitors requested from the PCT information concerning the size of the applicant’s patient list immediately before the purported suspension in January 2005 and as it currently stood.
42. By letter dated 26 May 2006 the applicant’s solicitors informed the PCT that his health had deteriorated and that he was suffering from a stress-related illness. Accordingly, they requested that plans for the applicant’s return to practice be held in abeyance.
43. On 14 July 2006 the PCT’s solicitors confirmed that the applicant’s patient list size was 1,380 patients on 1 January 2005 and 1,013 patients on 23 May 2006.
44. On 28 March 2007 the Court of Appeal handed down its judgment. Lord Justice Auld identified two questions for the court’s consideration. The first question was in what respect future income could be an Article 1 “possession”. He considered it well established that Article 1 protected a right to existing possessions but not a future right to receive possessions. He continued:
“… [G]oodwill in the sense of an established client-base with its own inherent market value along with other existing assets of a business, may often not be readily distinguishable from future earning prospects from existing trading circumstances, since the existence or valuation of goodwill will turn at least in part on projected future earnings. However, no such blurring of the line can occur here, since Dr Malik’s clientele in the form of the patients registered with him has no economic value and so cannot constitute a ‘possession’ because of statutory denial to him of any marketable goodwill in his patients list …”
45. As to the approach of this Court to the question, the judge noted:
“Wendenburg, unlike Van Marle and other such cases, did not, on its facts, turn on loss of goodwill and/or diminution in value of physical assets, but on what the Court appears to have regarded as a sort of acceptable middle position, one of a legitimate expectation of future earnings …
However, and with respect to the European Court, the shadowy nature of such possessory entitlement is evident from the way in which it disposed of the case against the applicants. It held – assuming without deciding that the German Court’s decision had the effect of interfering with that entitlement – that the interference would have been justified under the second paragraph of the Article as being in the general interest …
In my view and with respect, the Divisional Court and the Court of Appeal in Countryside displayed a surer touch, both of principle and practicality in rejecting the possibility of any such middle position between goodwill as a possession and future income which is not …”
46. Thus on the question whether future income could be a “possession”, the judge concluded:
“In summary on the issues of goodwill and legitimate expectation, there is clear Strasbourg authority, in Wendenburg and other cases, and domestic authority, in Countryside, that the assets of a business may include possessions for the purpose of Article 1 in the form of ‘clientele’ or goodwill of the business. Where such clientele/goodwill exists, measures that diminish its value, as, for example in Van Marle, interference with professional practice, may engage Article 1. But where it does not exist, as it does not here, the Court of Appeal’s decision in Countryside … is also clear authority for the proposition that, without it, mere prospective loss of future income cannot amount to a possession for the purpose. Equally, any consideration of a further category of Article 1 possession based on a notion of legitimate expectation in this context would unacceptably blur that distinction of principle. It would also, as I have indicated, lead to great difficulties of practical application in the next stages of the Article 1 exercise of identifying precisely what legitimately expected ‘possession’ had been interfered with and to what extent, and in considering the ‘legitimacy’ of the expectation against considerations of the general interest on the issue of justification.”
47. On the second question – whether a personal permission, in the form of inclusion on a professional list, or a licence was a possession – he noted:
“…Something may have value to a person though it may have no value in the market. One cannot comprehensively define possession for this purpose by reference to a person’s ability or wish to sell it … objects that may be of no economic value to their possessors – wholly unmarketable – may have a sentimental or other personal value to them for the protection of their enjoyment of which Article 1 should, if necessary, provide.

Where … the possessory right claimed is, as here, to some intangible entitlement conferred by a licence or other form of permission to the grantee to continue to follow an activity to his advantage, it seems to me that some additional factor is necessary to render it a ‘possessory’ entitlement as distinct from the broader concept of a legal right to do so. In many or most cases, such identification is likely to depend on the existence of some present economic value of the entitlement to the individual claiming it conferred by a licence or other form of permission.
The questions of principle in this case – which is concerned with potential loss of livelihood – is, therefore, whether economic value is a distinguishing feature of a possessory right and whether it can only be identified in the sense of marketability. If it is not so confined, where, in any given case is the boundary between an Article 1 possession and some other and broader Convention right not amounting to such a possession?”
48. He considered that it was necessary to distinguish between claimed future monetary entitlements derived from an instrument such as a licence or permit and a claimed future entitlement based on a personal interest in enjoyment of it but not involving any monetary claim. He concluded:
“The matter has, in any event, been put beyond doubt in my view by the ruling of this Court in Countryside, which binds us, upholding the reasoning of the Divisional Court that an individual’s monetary loss, in the sense of loss of future livelihood, unless based on loss of some professional or business goodwill or other present legal entitlement, cannot constitute a possession attracting the protection of Article 1.”
49. Notwithstanding his conclusion that there was no possession in the applicant’s case, the judge went on to consider whether, if inclusion on the performers list had been a possession, the actions of the PCT would have deprived him of it. On this matter, he found:
“If inclusion in a performers list is, contrary to my view, an Article 1 ‘possession’, it would follow that suspension from it under the Performers Lists Regulations is an interference with that ‘possession’. But … the Judge did not reason the matter in that way … [H]e recognised the need to examine the impact of suspension on Dr Malik’s practice, and concluded that there was such interference because his inclusion in the list had ‘a present value apart from the right to future income’ in that the amount of his remuneration was affected by his patient numbers and suspension might well affect the economic value to him of his practice. However, there was no evidence before the Judge to support such finding of interference, in particular, no effective loss of remuneration or of actual or prospective loss of patients, since he continued to receive 90% of his National Health Service remuneration by reference to his patient list, pursuant to regulation 13(17) of the 2004 Performers Lists Regulations … and his practice was preserved by the PCT arranging and paying for his patients to be seen by a locum …
I should add that there is nothing in the further point … that interference could be established in the PCT’s cessation of payment, following Dr Malik’s suspension, … of notional rent for the use of his premises … During the period of his suspension Dr Malik’s practice continued to provide services to patients on his list, but did so, as I have said, through a locum engaged by the PCT to perform those services. Because of the unsatisfactory condition of Dr Malik’s surgery premises, the PCT was obliged to refer his NHS patients to a locum at another nearby practice. However, his premises were still available for his use, for example, for the purpose of seeing private patients. More importantly, such notional rent as he might have continued to receive but for the suspension would not have constituted a possession for the purpose.”
50. On the question whether goodwill could constitute a “possession” in the present case, Lord Justice Rix noted:
“The distinction between marketable goodwill, or at any rate that goodwill which it is acknowledged is a vested possession, and what the European Court describes as being merely a present-day reflection of anticipated future income, has never had to be determined on the facts … One solution may be … looking only to marketability. I am not sure of that, however, for two reasons: one is the substantive distinction drawn by Denimark; the other is the emphasis placed by the Strasbourg jurisprudence on goodwill as a possession in the case of professionals with respect to their clientele. I suspect that such goodwill is not readily marketable: on the other hand, I can conceive that a professional practice can perhaps only or best be thought of as involving a vested possession in terms of the goodwill consisting in its clientele.
In the present case, however, this difficulty does not need resolving, for, as Auld LJ has pointed out …, regulation 3 of the Primary Medical Services (Sales of Goodwill and Restrictions on Sub-Contracting) Regulations 2004 … effectively means that an NHS doctor’s goodwill has no economic value. As such, I do not see how it can be regarded as an asset or, therefore, a possession for the purposes of [Article 1]. It is neither a physical thing (land or chattels) nor a right or other chose in action, nor an asset of any kind …”
51. As regards the applicant’s inclusion in the Performers List, he considered the analogy between inclusion on the list and the grant of a licence to be unhelpful. He continued:
“… licences come in all forms. Some licences are valuable assets in their own right …. Other licences are valuable only in the sense that they give value or greater value to some other asset. In such a case, the jurisprudence considered above, such as Tre Traktörer itself in the case of a liquor licence, shows that the possessions in question which need to be considered are the underlying assets, not the licence. So also in Karni, which in its way is the closest authority to the facts of the instant case, it was not the affiliation to Sweden’s social security system which was regarded as the possession with which there had been interference by reason of its withdrawal, but the doctor’s ‘vested interests’ in his practice which had had to be closed down …”
52. He considered that in the applicant’s case, inclusion on the list was not a licence in itself but a condition precedent to a doctor being able to perform services himself in the NHS. Once on the list, a doctor was qualified to obtain a contract to provide medical services himself. If he was subsequently suspended from the list, he did not thereby lose his contract but lost only his ability to provide services under it by his own personal performance. He noted:
“So in Dr Malik’s case, his suspension from the performers list did not prevent his contract continuing, only his personal performance as a sole practitioner under it. Even so, because his contract remained in force, the PCT continued to pay him his NHS remuneration, subject only to a 10% deduction to take account of expenses that he would otherwise have incurred. … Dr Malik’s patients continued to receive medical services through a locum for whom the PCT paid. He continued to be entitled to practise as a doctor privately, from his surgery.
… It seems to me that inclusion on the performers list is a matter of regulation, a condition or qualification for performing NHS services, rather than a possession or property right in itself …[O]ne cannot readily speak of the inclusion on the list as an economic interest. It is not an asset. It has no monetary value. If one was looking for a possession in this context, one would look naturally to the NHS contract, but that remained on foot, and is not the subject matter of Dr Malik’s … claim …”
53. The judge considered whether there was some other possession which the applicant could rely upon, and concluded:
“… For reasons discussed above, it is not possible for Dr Malik to show that his practice had any asset in the nature of goodwill separate from his anticipation of future income under his NHS contract. Reference to his patient list … is in one sense somewhat more to the point, because at least it can be said that the numbers on his list had a direct bearing, as I understand the matter, on his NHS remuneration, since that had to be recalculated every three months in accordance with those numbers. However, even so, his patient list remained in place, continued to earn him remuneration under his contract, and even if those numbers fell somewhat during the period of his suspension, as to which there was no evidence before the judge and no findings, that seems to me to be simply a matter relating to future income rather than an interference with vested rights in possession. The judge said that inclusion on the list had ‘an intrinsic value’ in that it enabled the doctor to practise and he went on immediately to explain that because the amount of remuneration would be affected by patient numbers, ‘suspension may well affect the economic value of his practice’ … Although the judge then said that that reflected a present value apart from the right to future income, it seems to me that it plainly did not. The only way to measure any loss is by reference to future income.”
54. On the question whether, had there been a possession, there would have been an interference, he said:
“There has been no separate ground of appeal in relation to the separate question of whether, assuming that a relevant possession had been involved, there had been an interference with it … It seems to me that it is strongly arguable that, if a relevant possession had been involved, then there would only have been an interference for the purposes of [Article 1] if there had been material economic consequences: see Van Marle, Karni, and Tre Traktörer above. It is not as though any case of deprivation has been made. But it has not been found that there were any material economic consequences. As stated above, the purpose of the regulations was to ensure that during a period of temporary suspension the financial consequences for the doctor concerned were intended to be neutral; and there were mechanisms in place to resolve any disputes in that context.”
55. Finally, on the question whether there was a “possession” in the present case, Lord Justice Moses noted:
“My concern, and, I suspect, that of the judge, for any unjustified damage to the doctor’s reputation … brings me to an essential issue relating to goodwill, which has arisen in the instant appeal. This court has had to grapple with the need to maintain a clear and workable distinction between goodwill which is a possession within the meaning of [Article 1], and a right to future income, which is not.
Goodwill which is marketable is undoubtedly a possession, notwithstanding that its present-day value reflects a capacity to earn profits in the future. But does goodwill have to be marketable in order to be identified as a possession within the meaning of [Article 1]? Goodwill is composed of a variety of elements, which differs in different businesses and professions …”
56. He considered that reputation was undoubtedly an element of goodwill, although it was not marketable. However, he concluded
“… I agree, on the basis of the reasoning of Rix LJ … and of Auld LJ … that that element of goodwill … which is founded on the doctor’s reputation, is not a possession within [the meaning of Article 1]. It cannot be sold, it has no economic value other than being that which a professional man may exploit in order to earn or increase his earnings for the future. If the principle that the ability to earn future income is not a possession within [the meaning of Article 1] is to be maintained, it must follow that if the element of goodwill which has or may be damaged is reputation, or the loyalty of past clients, that element is not to be identified as a possession. In Denimark terms, the doctor’s complaint is as to an unjustified loss of reputation, caused by unlawful acts. But, in economic terms, that is no more than a complaint of a risk of loss of future income. It is not possible to distinguish his claim that his goodwill has been damaged from a claim to loss of future income.”
57. The applicant subsequently sought permission to appeal to the House of Lords. Consideration of his petition for leave was deferred pending the outcome of an appeal in Countryside Alliance, a case also concerning the applicability of Article 1 of Protocol No. 1, in which the applicant was given leave to intervene in writing. On 28 November 2007, the House of Lords handed down its judgment in Countryside Alliance (2007 UKHL 52). In the course of the judgment, Lord Bingham of Cornhill noted:
“Strasbourg jurisprudence has drawn a distinction between goodwill which may be a possession for purposes of article 1 of the first protocol and future income, not yet earned and to which no enforceable claim exists, which may not … The distinction was less clearly applied in Karni v Sweden (1988) 55 DR 157 where a doctor’s vested interest in his medical practice was regarded as a possession, Van Marle v Netherlands (1986) 8 EHRR 483 where an accountant’s clientele was held to be an asset and hence a possession, and Wendenburg, above, at CD 170, where the same rule was applied to law practices: in these cases no finding was made that the assets were saleable, although this may have been assumed. In R (Malik) v Waltham Forest NHS Primary Care Trust … the Court of Appeal held that the inclusion of Dr Malik’s name on a list of those qualified to work locally for the NHS was in effect a licence to render services to the public and, being non-transferable and non-marketable, not a possession for purposes of article 1. While I do not find the jurisprudence on this subject very clear, I consider that the Court of Appeal reached a correct conclusion in that case …”
58. On 4 December 2007, the applicant’s petition for leave to appeal was refused.
59. The applicant never returned to practice as a result of his health problems, which he attributed to his unlawful suspension.
60. Proceedings by the General Medical Council (“GMC”) were commenced against the applicant. However, no formal decision was ever taken by the GMC as the applicant subsequently voluntarily resigned on grounds of his ill-health.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW AND PRACTICE
A. Maintenance of a Performers List
61. At the relevant time, the position was governed by the National Health Service Act 1977 (“the 1977 Act”). Pursuant to section 28X(1) of the 1977 Act:
“Regulations may provide that a health care professional of a prescribed description may not perform any primary medical service for which a Primary Care Trust or Local Health Board is responsible unless he is included in a list maintained under the regulations by a Primary Care Trust or Local Health Board.”
62. Under section 25(3) of the National Health Service Reform and Health Care Professions Act 2002, general practitioners were health care professionals for the purposes of the 1977 Act.
63. The relevant regulations were set out in the National Health Service (Performers Lists) Regulations 2004 (“the Performers List Regulations”). Regulation 3 imposed a duty on PCTs to prepare and publish a medical performers list. Regulation 22 provided that a medical practitioner could not perform any primary medical services unless his name was included on a medical performers list. Regulation 24(2) provided that a PCT was required to refuse to admit a medical practitioner to its medical performers list if he was included in the medical performers list of another PCT, unless he had given notice to that PCT that he wished to withdraw from that list.
64. Once on a list, a general practitioner could enter into a contract to provide services for the National Health Service. The National Health Service (General Medical Services Contracts) Regulations 2004 (“the Contracts Regulations”) set out in detail the nature of such contracts. Paragraph 53 of Schedule 6 to the Contracts Regulations provided that:
“… no medical practitioner shall perform medical services under the contract unless he is–
(a) included in a medical performers list for a Primary Care Trust in England;
(b) not suspended from that list or from the Medical Register; and
(c) not subject to interim suspension under section 41A of the Medical Act 1983 (interim orders).”
B. Suspension from a Performers List
65. Under the Performers List Regulations, an individual could be suspended or removed from the list. Regulation 13 provided for the power to suspend:
“(1) If a Primary Care Trust is satisfied that it is necessary to do so for the protection of members of the public or is otherwise in the public interest, it may suspend a performer from its performers list, in accordance with the provisions of this regulation–
(a) while it decides whether or not to exercise its powers to remove him … or contingently remove him …;
(b) while it waits for a decision affecting him of … a licensing or regulatory body;
…”
66. Regulation 13(2) stipulated that the PCT had to specify a period, not exceeding six months, as the period of suspension. This initial period could subsequently be extended, pursuant to regulation 13(8), provided that the aggregate period of suspension did not exceed six months. Regulation 13(4) provided that the period of suspension could extend beyond six months in limited circumstances which were not relevant to the present case.
67. Regulation 13(9) explained that the effect of a suspension was that, while a performer was suspended, he was to be treated as not being included in the Performers List, even though his name appeared in it.
68. Regulation 13(10) allowed the PCT to revoke the suspension at any time and notify the performer of its decision.
69. Regulation 13(11) set out the applicable procedure to be followed by the PCT prior to suspending an individual from the Performers List:
“Where a Primary Care Trust is considering suspending a performer or varying the period of suspension under this regulation, it shall give him–
(a) notice of any allegation against him;
(b) notice of what action it is considering and on what grounds; and
(c) the opportunity to put his case at an oral hearing before it, on a specified day, provided that at least 24 hours notice of the hearing is given.”
70. Regulation 13(12) clarified that if the performer did not wish to have an oral hearing or did not attend the oral hearing, the PCT could suspend him with immediate effect. Pursuant to regulation 13(13), if an oral hearing did take place, the PCT had to take into account any representations made before it reached its decision. Regulation 13(14) and (15) provided that the PCT could suspend the performer with immediate effect following the hearing and that it had to notify the performer of its decision and the reasons for it (including any facts relied upon) within seven days of making that decision.
71. Regulation 18 of the Performers List Regulations prohibited a practitioner who was suspended from a list under regulation 13(1)(a) from withdrawing from a list without the consent of the Secretary of State until the question of his removal or contingent removal has been decided. Thus suspension had the effect of preventing the practitioner from engaging in NHS practice so long as the suspension continued.
C. Payment during suspension
72. As to payments during suspension, regulation 13(17) of the Performers List Regulations provided:
“During a period of suspension payments may be made to or in respect of the performer in accordance with a determination by the Secretary of State.”
73. The general rule was to pay ninety per cent of the practitioner’s net income under his contract with the PCT. The deduction of ten per cent was to reflect the fact that a practising practitioner would have incidental expenses connected to his practice which would be met from his income.
74. A right to a review and to appeal of the determination was permitted under regulation 13(19) and (20):
(19) If a performer is dissatisfied with a decision of a Primary Care Trust (‘the original decision’)–
(a) to refuse to make a payment to or in respect of him pursuant to a determination under paragraph (17);
(b) to make a payment to or in respect of him pursuant to a determination under paragraph (17), but at a lower level than the level to which he considers to be correct;

he may ask the Primary Care Trust to review the original decision and, if he does so, it shall reconsider that decision, and once it has done so, it must notify the performer in writing of the decision that is the outcome of its reconsideration of its original decision (‘the reconsidered decision’) and give him notice of the reasons for its reconsidered decision.
(20) If the performer remains dissatisfied (whether on the same or different grounds), he may appeal to the Secretary of State by giving him a notice of appeal within a period of 28 days beginning on the day that the Primary Care Trust notified him of the reconsidered decision.”
75. Regulation 13(21) to 13(24) set out the procedure for an appeal to the Secretary of State.
D. The General Medical Council
76. General practitioners are regulated by the GMC, which maintains a register of those individuals who are considered fit to practise as doctors. A doctor can be suspended from the register by decision of the GMC on grounds, for example, of misconduct.
77. Subsequent to the facts of the present case, the Medical Act 1983 was amended to introduce a requirement that doctors have a licence to practice which is conferred and may be withdrawn by the GMC.
E. Goodwill in a medical practice
78. Since the creation of the National Health Service in 1948, practitioners have been prevented from selling the goodwill of their medical practices. That rule is currently set out in Regulation 3 of the Primary Medical Services (Sale of Goodwill and Restrictions on Sub-Contracting) Regulations 2004, which provides that a person with whom a PCT has entered into a general medical services contract may not sell the goodwill of his medical practice in any circumstances and that no other person may sell that goodwill in his stead.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1 TO THE CONVENTION
79. The applicant complained that his right to peaceful enjoyment of his possessions had been violated as a result of his suspension from the Performers List. He relied on Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, which reads as follows:
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.”
80. The Government contested that argument.
A. Admissibility
1. The objection of incompatibility ratione materiae
a. The Government
81. The Government argued that there was no “possession” in the present case such as to attract the guarantees of Article 1 of Protocol No. 1. Two principles could be discerned from the Court’s case-law. First, Article 1 protected the right to existing possessions only, and did not confer any right to receive a possession in the future. Future income which was not yet earned or subject to an enforceable legal claim could therefore not qualify as a “possession”. Second, the goodwill of a professional practice could, in certain circumstances, have an intrinsic value which could be protected as a possession.
82. In the Government’s view, the effect of these principles in the present case was that neither the position of the applicant on the Performers List nor any underlying interest in his NHS Practice constituted a possession, for a number of reasons. First, his position on the Performers List was not an “asset” in any sense. It was personal and non-transferable, and had been obtained after he had satisfied the PCT of his suitability to perform medical services. Second, his inclusion on the list was not akin to a licence to perform an economic activity: he remained entitled to practise as a doctor in NHS and private hospitals, and as a general practitioner to private patients by virtue of his registration with the GMC. Third, he could not rely on an underlying interest in the value of his NHS practice as the rule which prevented him from disposing of any goodwill in the practice deprived it of a value which would have the nature of private right. As a consequence of the above, the value of the applicant’s NHS practice lay only in its capacity to generate future income for him, a matter which fell outside the scope of Article 1.
83. The Government accordingly invited the Court to find that there was no “possession” in the present case and to declare the application inadmissible as incompatible ratione materiae with the provisions of the Convention.
b. The applicant
84. The applicant accepted that the word “possession” in Article 1 of Protocol No. 1 did not extend to future possessions. However, he argued that this restriction was subject to the concept of legitimate expectation of receiving future possessions as income, relying on the Court’s decision in Wendenburg and Others v. Germany (dec.), no. 71630/01, ECHR 2003-II (extracts) to support his argument.
85. He further argued that marketability was not a necessary element of goodwill in order to render the latter a “possession” within the meaning of Article 1. He considered that the jurisprudence of the Court protected the physical elements of a doctor’s practice, including his premises and equipment; the contractual rights bound up in the practice, such as the right to receive rent or to perform a contract personally; and the established goodwill in the sense of his client base/patient list. All of these elements were given value by the doctor’s right to perform services, which flowed from his inclusion on the Performers List. According to the applicant, inclusion was either a licence or akin to a licence.
86. As to transferability, the applicant considered that this was not crucial to establishing the existence of a possession. He pointed out that the accountant’s licence to practise in Van Marle and Others v. the Netherlands, 26 June 1986, Series A no. 101, and the advocate’s licence in Wendenburg were unlikely to have been transferable and yet both cases were found to fall within the scope of Article 1 of Protocol No. 1.
87. Finally, as to the need for the asset in question to have “a certain worth”, the applicant indicated that the Court’s case-law had thus far failed to clarify the person from whose perspective the worth should be valued. Only if worth to a third party was required would the matter of the marketability of goodwill become relevant. However, if the worth was to be assessed by reference to the applicant, then it was clear that the practice had significant worth.
2. The Court’s assessment
a. General principles
88. The Court reiterates at the outset that Article 1 of Protocol No. 1 applies only to a person’s existing possessions; it does not guarantee the right to acquire possessions (see Marckx v. Belgium, 13 June 1979, § 50, Series A no. 31; and Slivenko v. Latvia (dec.) [GC], no. 48321/99, § 121, ECHR 2002-II (extracts)).
89. The Court has previously considered that rights akin to property rights existed in cases concerning professional practices where by dint of their own work, the applicants concerned had built up a clientele. It explained that this clientele had, in many respects, the nature of a private right and constituted an asset and, hence, a possession within the meaning of the first sentence of Article 1 (see Van Marle and Others, cited above, § 41). In a case involving an alleged interference with an applicant’s medical practice, the Commission noted that the “vested interests” in the applicant’s medical practice could be regarded as “possessions” (see Karni v. Sweden, no. 11540/85, Commission decision of 8 March 1988, Decisions and Reports 55, p. 157). In later cases, the Court explained that law practices and their clientele were entities of a certain worth that had in many respects the nature of a private right and thus constituted assets and therefore possessions within the meaning of the first sentence of Article 1 (see Olbertz v. Germany (dec.), no. 37592/97, 25 May 1999; Döring v. Germany (dec.), no. 37595/97, 9 November 1999; and Wendenburg v. Germany, cited above). The Court has also indicated that it did not matter whether the applicants acquired the possessions by taking advantage of a favourable position, or solely through their own activities. It found that when dealing with the protection of privileges accorded by law, Article 1 of Protocol No. 1 was applicable where such privileges led to a legitimate expectation of acquiring certain possessions (see Wendenburg, cited above).
90. In previous cases involving professional practices, the Court has taken the view that a restriction on applicants’ right to practise the profession concerned, such as a refusal to register an applicant on a professional list, significantly affected the conditions of their professional activities and reduced the scope of those activities. Where, as a consequence of the restrictions, the applicant’s income and the value of his clientele and, more generally, his business, fell, the Court has held that there was interference with the right to peaceful enjoyment of possessions (see Van Marle, cited above, § 42).
91. In cases concerning the grants of licences or permits to carry out a business, the Court has indicated that the revocation or withdrawal of a permit or licence interfered with the applicants’ right to the peaceful enjoyment of their possessions, including the economic interests connected with the underlying business (see Fredin v. Sweden (no. 1), 18 February 1991, § 40, Series A no. 192, in respect of an exploitation permit for a gravel pit; and mutatis mutandis, Tre Traktörer AB v. Sweden, 7 July 1989, § 53, Series A no. 159, concerning a licence to serve alcoholic beverages in a restaurant. See also Rosenzweig and Bonded Warehouses Ltd. v. Poland, no. 51728/99, § 49, 28 July 2005, which involved a licence to run a bonded warehouse). In this regard, the Court observed in particular in Tre Traktörer AB that the maintenance of the licence was one of the principal conditions for the carrying on of the applicant company’s business, and that its withdrawal had had adverse effects on the goodwill and value of the restaurant (at §§ 43 and 53 of the Court’s judgment).
92. While the Court has appeared to accept on some occasions that the licence itself constituted a “possession” for the purposes of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, it is significant that on these occasions the question was not in dispute between the parties so the Court was not required to engage in an extensive analysis of the nature of the possession in the case. In any event, it went on to explain that, according to its case-law, the termination of a valid licence to run a business amounted to an interference with the right to the peaceful enjoyment of possessions (see Bimer S.A. v. Moldova, no. 15084/03, § 49, 10 July 2007; and Megadat.com SRL v. Moldova, no. 21151/04, §§ 62-63, 8 April 2008). It is clear that in both cases, the licences were connected to the carrying out of an underlying business.
93. The Court recalls that goodwill may be an element in the valuation of a professional practice or business engaged in commerce. Future income, on the other hand, is only a “possession” once it has been earned, or an enforceable claim to it exists (see Ian Edgar [Liverpool] Ltd. v. the United Kingdom (dec.), no. 37683/97, 25 January 2000; and Denimark Limited and 11 Others v. the United Kingdom (dec.), no. 37660/97, 26 September 2000). Where an applicant refers to the value of his business based upon the profits generated by the business, or the means of earning an income from the business, as “goodwill”, the Court has indicated that this reference is to be understood as a complaint in substance of loss of future income. The Court has previously found that this element of the complaint falls outside the scope of Article 1 of Protocol No. 1 (see Ian Edgar [Liverpool] Ltd.; and Denimark Limited and 11 Others, both cited above).
b. Application of the general principles to the facts of the case
94. The above review of the general principles which emerge from an examination of the Court’s case-law demonstrates that, in cases involving the suspension or revocation of licences and permits or the refusal to enrol a person on a list of individuals entitled to practise a particular profession, the Court has tended to regard as a “possession” the underlying business or professional practice in question. Restrictions placed on registration, licences or permits connected to the work carried out by the business or the practice of the profession are generally viewed by the Court as the means by which the interference with a business or professional practice has taken place.
95. The Court emphasises at the outset that the present application concerns a medical practice operating within the context of the NHS in the United Kingdom and it is within this limited context that the following observations and conclusions must be understood.
96. In view of its review of the case-law, the Court does not consider that the applicant’s inclusion in the Performers List in England constituted a “possession” for the purposes of Article 1 of Protocol No. 1. In order for that Article to apply, it must be established that there was an underlying professional practice of a certain worth that had, in many respects, the nature of a private right and thus constituted an asset and therefore a “possession” within the meaning of the first sentence of Article 1 (see paragraph 89 above). The Court makes the following observations.
97. First, it is not disputed that the applicant had practised as a sole practitioner in the same medical practice for almost thirty years. By the time his name was suspended from the Performers List, he had built up a clientele in the form of his patient list of around 1,400 patients (see paragraph 7 above).
98. Second, the medical practice was the vehicle through which the applicant earned his income. The income received by way of monies paid to him under the PCT contract was moreover directly linked to the size of his patient list (see paragraph 8 above). It is therefore clear that the applicant had a vested interest both in his medical practice generally and in ensuring that the number of patients registered with his practice did not fall. This interest was of an economic nature.
99. Third, the applicant enjoyed “goodwill” in his practice, namely the advantage which had arisen over thirty years of practice from his own reputation and connections. As noted above, the applicant had a vested interest in his practice and his patient list, and the goodwill he had established was relevant to the decision of patients to remain registered or to choose to register with him. This consideration is not affected by the fact that under the terms of the Primary Medical Services (Sale of Goodwill and Restrictions on Sub-Contracting) Regulations 2004 (see paragraph 78 above) he was precluded from selling the goodwill in his practice.
100. Having regard to the above considerations, the Court is of the view that the question whether there is a possession in the present case is inextricably linked to the question whether there has been an interference, a matter to be examined in the context of the Court’s consideration of the merits of the case. It therefore joins the question to the merits. The Court further considers that the application raises complex issues of fact and law which cannot be resolved at this stage in the examination of the application. It follows that the application cannot be declared manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention. No other ground for declaring it inadmissible has been established. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. The parties’ submissions
a. The applicant
101. The applicant emphasised that the High Court had found that an interference with his right to peaceful enjoyment of possessions had occurred (see paragraphs 36-37 above). Although the judgment of the High Court on the issue under Article 1 of Protocol No. 1 had been reversed on appeal, Auld LJ had accepted that if he had found the applicant’s inclusion on the Performers List to be a possession, then the suspension would have amounted to an interference with that possession (see paragraph 49 above).
102. The applicant maintained that he had suffered loss as a result of the suspension. He pointed out that the issue of loss had been reserved to a further hearing by Collins J, and in light of the decision of the Court of Appeal, had never been addressed (see paragraph 37 above). He insisted that he had suffered loss as a result of the suspension because his monthly payments were reduced; the PCT stopped paying rent for the premises; and his patient numbers had dropped from 1,380 to 1,013 (see paragraph 43 above).
b. The Government
103. The Government argued that there had been no interference with the peaceful enjoyment of the applicant’s possessions. First, they pointed out that he had not been deprived of his practice as a result of the suspension; indeed the PCT had taken active steps to preserve it during his suspension. In this regard they emphasised that the Court of Appeal had found that there was no evidence of actual or prospective loss of patients (see paragraph 53 above). Second, they emphasised that the PCT contract had remained in operation throughout the applicant’s suspension and that he had continued to receive remuneration. Third, they highlighted that the suspension had had no material economic consequences: the Performers List Regulations were intended to ensure that the financial consequences of suspension were neutral, and this was the case as far as the applicant was concerned (see paragraph 54 above).
104. The Government further emphasised that in so far as the applicant sought to establish economic loss as a result of the reduced payments in respect of his remuneration and rent, he had failed to exhaust remedies available to him to challenge the level of the payments (see paragraph 74 above). As regards the patient numbers, the Government argued that patient numbers could fluctuate in the normal course of events, even where that had been no interruption in the service provided by a particular doctor. They concluded that there was no evidence of any interference in the present case.
2. The Court’s assessment
105. The Court reiterates that in cases involving professional practices, it has viewed restrictions on applicants’ rights to practise the profession concerned as an interference where the restriction significantly affected the conditions of their professional activities and reduced the scope of those activities and where, as a consequence of the restriction, the applicant’s income and the value of his clientele and business fell (see paragraph 90 above).
106. In the present case, the applicant argued that his suspension from the Performers List amounted to an interference with his property rights. In this regard, the Court notes, first, that throughout the period of the suspension, the applicant continued to be paid under the PCT contract, at a rate of ninety percent of his normal remuneration. As the Court of Appeal noted in its judgment, he has therefore failed to produce evidence to support any effective loss of remuneration (see paragraphs 49 and 53-54 above). In so far as he complains about loss suffered as a consequence of the reduction in the amount paid or the failure of the PCT to continue to pay rent, the Court observes that he has failed to avail himself of the procedure set out in regulation 13(19) and (20) of the Performers List Regulations to challenge the determination of the sums due (see paragraph 74 above).
107. Second, the Court observes that although the applicant alleges that his patient numbers fell during the period of his suspension, he has failed to produce concrete evidence establishing that there was a significant reduction in numbers as a consequence of his suspension. In particular, it is not evident from the data submitted that the fluctuation in numbers between January 2005 and May 2006 was unusual and could be attributed to his suspension. In this regard, the Court notes that the PCT took steps to preserve the applicant’s medical practice and engaged a locum doctor to provide medical services in the applicant’s stead to patients on his list instead of distributing them among other doctors, a matter to which the Court of Appeal also referred in its judgment (see paragraphs 11 and 49 above).
108. Third, even if there was a significant reduction of numbers as a result of the applicant’s suspension, he has failed to demonstrate that such reduction had any direct impact on him or on his financial situation. He has not shown that the reduction led to a decrease in his income under the PCT contract during the suspension and following the High Court declaration that the suspension was unlawful he never returned to practice.
109. Finally, although the Court accepts that a reduction in patient numbers could have an impact on the value of the goodwill in a medical practice, the issue does not arise here given that the applicant was prevented from selling the goodwill in his practice and that any decrease in its marketable value was therefore of no consequence to him.
110. In light of the above, the Court concludes that since the applicant has failed to show that he has been affected by his suspension from the Performers List, there has been no interference with his right to peaceful enjoyment of his possessions. Accordingly, there has been no violation of Article 1 of Protocol No. 1 in the applicant’s case and it is not necessary, on that account, to determine whether the applicant had a possession, within the meaning of that Article.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Joins to the merits the Government’s objection based on incompatibility ratione materiae and declares the application admissible;
2. Holds that there has been no violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention and decides in consequence that there is no need to examine the Government’s above-mentioned objection.
Done in English, and notified in writing on 13 March 2012, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Lawrence Early Lech Garlicki
Registrar President

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

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