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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF KRAJNC v. SLOVENIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41,P1-1
Numero: 38775/14/2017
Stato: Slovenia
Data: 2017-10-31 00:00:00
Organo: Sezione Quarta
Testo Originale

Conclusioni
Violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 – Protezione di propriet? (l’Articolo 1 par?. 1 di Protocollo N.ro 1 – godimento Tranquillo di propriet?)
Danno patrimoniale e non-patrimoniale – l’assegnazione (Articolo 41 – danno Non-patrimoniale
Danno patrimoniale
Soddisfazione equa)

QUARTA SEZIONE

CAUSA KRAJNC C. SLOVENIA

(Richiesta n. 38775/14)

SENTENZA

STRASBOURG

31 ottobre 2017

DEFINITIVO

31/01/2018

Questa sentenza ? divenuta definitivo sotto Articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetto a revisione editoriale.

Nella causa di Krajnc c. la Slovenia,
La Corte europea di Diritti umani (quarta Sezione), riunendosi che come una Camera, compose di:
Ganna Yudkivska, Presidente
Paulo il de di Pinto Albuquerque,
Egidijus Kris?,
Iulia Motoc,
Carlo Ranzoni,
Marko Bo?njak,
P?ter Paczolay, giudici
e Marialena Tsirli, Sezione Cancelliere
Avendo deliberato in privato 10 ottobre 2017,
Consegna la sentenza seguente sulla quale fu adottata quel la data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da in una richiesta (n. 38775/14) contro la Repubblica della Slovenia depositata con la Corte sotto Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libert? Fondamentali (?la Convenzione?) con un cittadino di sloveno, OMISSIS (?il richiedente?).
2. Il richiedente fu rappresentato di fronte alla Corte con OMISSIS un avvocato che pratica in Celje. Il Governo di sloveno (?il Governo?) fu rappresentato col loro Agente, il Sig.ra V. Klemenc, Avvocato Statale.
3. Il richiedente addusse che la riduzione del beneficio in riguardo della sua invalidit? aveva violato i suoi diritti sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione.
4. 17 novembre 2014 la richiesta fu comunicata al Governo.
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
5. Il richiedente nacque nel 1952 e vive in Celje.
6. Lui era stata una conducente di autocarro professionale finch? lui divenne incapace per lavorare dovuto ad epilessia.
A. L’accordare al riguardo di beneficio di invalidit? al richiedente ed i cambi
7. 29 settembre 2003 il richiedente fu certificato siccome avendo un ?la categoria III l’invalidit? lavoro-relativa? come un risultato della sua condizione. Lui fu trovato avere un diritto per essere riassegnato ad una posizione appropriata di lavoro dove lui ed altri non sarebbero a rischio a causa della sua condizione, con (retroattivo) effetto da 14 agosto 2002.
8. 21 febbraio 2005 il Celje unit? regionale della Pensione ed Istituto dell’Assicurazione dell’Invalidit? della Slovenia (in seguito ?lo ZPIZ regionale?) concesso il richiedente un cos? definito ?assegno per il periodo di aspettare essere riassegnato ad o impiegato in una posizione appropriata e diversa di lavoro? (in seguito ?aspettando assegno di periodo?) da 8 ottobre 2004. Sebbene le somme sembrano essere pi? basse durante i primi mesi, lui stava ricevendo successivamente circa 390 euros (EUR) per mese assegno di periodo in servizio. Lo ZPIZ regionale si appell? su sezione 123 della Pensione ed Atto dell’Assicurazione dell’Invalidit? (in seguito ?l’Atto del 1992?) e sezione 446 della Pensione nuova ed Atto dell’Assicurazione dell’Invalidit? (in seguito ?l’Atto del 1999?-veda divide in paragrafi 24 e 25 sotto). Not? che il richiedente era stato registrato come inutilizzato 3 marzo 2003 ed era stato un beneficiario sotto sezione 22 dell’Atto del 1999 del 2003 a 7 ottobre 2004 di 1 marzo. Il suo assegno di disoccupazione aveva finito una volta cos?, lui era stato concesso ad un assegno di periodo di attesa sotto sezione 123 dell’Atto del 1992 (veda paragrafo 24 sotto). Lo ZPIZ regionale not? anche che, sotto sezione 193 dell’Atto del 1992, beneficiari furono concessi ad un assegno di periodo di attesa finch? loro adempierono alle condizioni per pensionamento (l’ibid.).
9. 15 ottobre 2010 il dottore del richiedente informato lo ZPIZ regionale di un danno di spalla il richiedente aveva subito ed aveva richiesto una rivalutazione del suo livello dell’invalidit?.
10. Sulla base di, inter alia, informazioni previste col dottore del richiedente, lo ZPIZ regionale 2 febbraio 2011 decisero che il richiedente aveva un diritto per essere riassegnato ad un’altra posizione di lavoro con molte limitazioni, come non lavorare ad altezze indifese o C della categoria della passeggiata ed i veicoli di E, con effetto da 1 febbraio 2011. 28 giugno 2011 adott? successivamente, una decisione che l’accorda un assegno di invalidit? (invalidnost di za di nadomestilo) dal 2011 onwards di 24 febbraio. Lo ZPIZ regionale si appell? sull’Atto del 1999 che aveva introdotto la certa invalidit? nuova trae profitto (il termine ?beneficio di invalidit?? ? usato coprire qualsiasi dattilografa di assegno che sorge da un’invalidit?) e cess? alcuni di quelli previsti per sotto l’Atto del 1992, incluso l’assegno di periodo di attesa. Sezioni che 397 e 446 dell’Atto del 1999 sono convenuti che un diritto ad un assegno di invalidit? fatto domanda come da 1 gennaio 2003 (veda paragrafo 25 sotto). Lo ZPIZ regionale not? nella sua decisione che il richiedente non era stato assicurato sotto il piano assicurativo obbligatorio all’assalto della sua invalidit?, ma era stato registrato come inutilizzato 3 marzo 2003 entro trenta giorni della definitivo decisione sulla sua invalidit?, come richiesto con sezione 97 dell’Atto del 1999. Si stabil? che la sua veste di lavorare aveva infatti inoltre ridotto, anche se la categoria (III) della sua invalidit? rimasta immutato. Lo ZPIZ regionale fond? che, facendo seguito a sezione 94(1)(1) e (3)(1) dell’Atto del 1999, lui dovrebbe ricevere un beneficio nella forma di assegno di invalidit? che nella sua causa corrispose ad EUR 192.91. Attrasse l’attenzione del richiedente a sezione 185 dell’Atto del 1999 che beneficiari richiesti per informare lo ZPIZ di qualsiasi cambio in circostanze sotto il quale potrebbero colpire i loro diritti che Atto (veda paragrafo 26 sotto).
11. 21 luglio 2011 il richiedente fece appello contro la decisione sopra, mentre dibattendo che nel determinare l’importo del suo beneficio di invalidit?, lo ZPIZ regionale avrebbe dovuto rispettare il principio di diritti acquisiti. Lui indic? che il suo beneficio aveva ridotto notevolmente, anche se la sua invalidit? aveva infatti peggior?, ed afferm? che tale decisione era illegale.
12. 21 ottobre 2011 la Pensione centrale ed Istituto dell’Assicurazione dell’Invalidit? della Slovenia (in seguito ?lo ZPIZ centrale?) respinse il ricorso del richiedente, mentre confermando che lo ZPIZ regionale in modo appropriato aveva fatto domanda la legge ed aveva calcolato correttamente l’importo del suo assegno di invalidit?.
B. Gli atti avviati col richiedente
1. I procedimenti di fronte al Lavori e corti Sociali
13. 5 dicembre 2011 il richiedente deposit? una rivendicazione col Celje Labour e Corte Sociale che impugnano le decisioni sopra. Lui reiter? che l’assegno di invalidit? accord? a lui sotto l’Atto del 1999 viol? i suoi diritti acquisiti e che invece di aumentare il suo beneficio s? lo ridusse con met? che era illegale ed incostituzionale.
14. 26 marzo 2012 il Celje Labour e Corte Sociale respinsero la rivendicazione del richiedente. Spieg? che mentre destinatari di diritti invalidit?-relativi sotto l’Atto del 1992 trattennero i loro diritti acquisiti dopo che la data espose fuori in sezione 446 dell’Atto del 1999, nella causa del richiedente una rivalutazione della sua invalidit? era stata eseguita 2 febbraio 2011 a causa di un peggioramento della sua condizione (veda paragrafo 10 sopra) che aveva risultato nelle ulteriori limitazioni di posto di lavoro ed i suoi diritti che sono determinati di conseguenza di nuovo. In cause dove una valutazione nuova fu fatta l’Atto del 1999 sarebbe fatto domanda. La corte concluse che l’Atto del 1999 non contenne il diritto ad un assegno di periodo di attesa. Sotto sezione 94, previde invece, per l’assegno di invalidit? (veda paragrafo 25 sotto) quale era stato accordato correttamente al richiedente.
15. 25 aprile 2012 il richiedente fece appello contro la sentenza, mentre ripet? le azioni di reclamo lui aveva reso di fronte alla corte di primo-istanza ed adducendo che lui sarebbe dovuto essere informato delle conseguenze di una richiesta per una rivalutazione della sua invalidit?. Se quel era stato la causa, lui avrebbe ?proibito? il suo dottore dal fare tale richiesta. Infine, lui reiter? che la decisione dello ZPIZ regionale di 28 giugno 2011 (veda paragrafo 10 sopra) era illegale ed incostituzionale, come s? il suo diritto viol? alla previdenza sociale; lui indic? che lui non era capace di sopravvivere sul di recente assegno di invalidit? deciso.
16. 21 giugno 2012 i pi? Alti Lavorano e Corte Sociale respinse il ricorso del richiedente, mentre confermando la posizione della corte pi? bassa che la causa del richiedente concern? un cambio nel livello di invalidit? che aveva richiesto una determinazione nuova del suo beneficio di invalidit?. In tale situazione, sezione 397(3) dell’Atto del 1999 previde che il richiedente acquis? diritti sotto l’Atto. Anche, poich? i diritti del richiedente erano stati determinati di nuovo, i pi? Alti Lavorano e Corte Sociale concluse che c’era stata nessuna violazione dei suoi diritti acquisiti riferita alla previdenza sociale, e cos? nessuna violazione della Costituzione.
2. I procedimenti di fronte alla Corte Suprema
17. 4 settembre 2012 il richiedente deposit? un ricorso su questioni di diritto di fronte alla Corte Suprema, dibattendo che lui non potesse aspettarsi legittimamente che il peggioramento della sua invalidit? darebbe luogo ad una riduzione grave del suo beneficio di invalidit?. In che il collegamento, lui addusse che i pi? Alti Lavorano e la prospettiva di Corte Sociale che la riduzione non ha interferito coi suoi diritti acquisiti o costitu? una violazione del suo diritto costituzionale alla previdenza sociale era arbitraria, siccome la corte non aveva offerto ragionando per quel la conclusione. Il richiedente addusse inoltre che l’importo di recente determinato di beneficio di invalidit? interfer? col suo diritto costituzionale a propriet?.
18. 5 marzo 2013 la Corte Suprema respinse il ricorso del richiedente su questioni di diritto, mentre trovando che i pi? Alti Lavorano e Corte Sociale sufficientemente aveva spiegato che il cambio nel suo livello dell’invalidit? aveva richiesto una determinazione nuova del suo beneficio in conformit? con l’Atto del 1999.
3. L’azione di reclamo costituzionale
19. In 21 maggio 2013 il richiedente present? un reclamo costituzionale contro la sentenza della Corte Suprema, mentre adducendo una violazione dei suoi diritti costituzionali a propriet? e la previdenza sociale. Lui dibatt? che la riduzione nel beneficio di invalidit? aveva messo la sua esistenza a rischio ed aveva fallito la prova della proporzionalit?.
20. 18 novembre 2013 la Corte Costituzionale rifiut? di accettare l’azione di reclamo del richiedente per la considerazione sui meriti, mentre riferendosi a sezione 55b(2) del Corte Atto Costituzionale (veda paragrafo 27 sotto).
C. il pensionamento di Il richiedente
21. In 22 maggio 2013, il richiedente adempiuto alle condizioni per una pensione di pensionamento nell’importo di EUR 374.73 ed il suo assegno di invalidit? fu cessato nel frattempo, da quel la data. Lui ricevette cos? l’assegno di invalidit? per un periodo di ventisetti mesi.
22. Dati riguardo al reddito del richiedente previsto con gli show di autorit? fiscali di sloveno che lui ricevette EUR 4,908 nel 2010 in pensione ed assicurazione di invalidit? e, dopo il cambio contestato nel suo assegno, EUR 2,902 in 2011 ed EUR 2,480 nel 2012.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE, PRATICA E MATERIALI
Costituzione di A.
23. I diritti a propriet? privata e parte di forma di previdenza sociale dei diritti umani e le libert? fondamentali garantite con la Costituzione. Le disposizioni attinenti prevedono siccome segue:
Articolo 33
Diritto a propriet? privata ed eredit?
?Il diritto a propriet? privata ed eredit? sar? garantito.?
Articolo 50
Diritto alla previdenza sociale
?Cittadini hanno il diritto alla previdenza sociale, incluso il diritto ad una pensione, sotto condizioni previste con legge.
Lo stato regoler? salute obbligatoria, assegni una pensione a, l’invalidit? e l’altra assicurazione sociale, ed assicura il suo funzionando corretto.
…?
B. Atto di assicurazione per pensione o invalidit?
1. 1992 atto
24. L? Atto di assicurazione per pensione o invalidit? (?l’Atto del 1992?) fu passato 5 marzo 1992 ed entr? in vigore 1 aprile 1992. Fu corretto successivamente molte volte. La versione corretta fece domanda nei procedimenti nazionali nelle letture di causa presenti siccome segue:
Sezione 123
?Il diritto ad un assegno per il periodo di aspettare essere riassegnato ad o impiegato in una posizione appropriata e diversa di lavoro sar? accordato al lavoratore disabile con una categoria II o l’invalidit? di III che sono concesse per essere riassegnate ad o impiegato in un lavoro appropriato e diverso o lavorare ad orario ridotto, se lui o lei non sono state offerte con simile lavoro.
Un lavoratore disabile con una categoria II o l’invalidit? di III saranno accordate l’assegno assegnato a nel paragrafo precedente se lui o lei registrano con l’ufficio di collocamento entro trenta giorni della definitivo decisione coi quali lui o lei sono state accordate il diritto per essere riassegnate ad o impiegato in una posizione appropriata e diversa di lavoro o lavorare ad orario ridotto.?
Sezione 193
?Il diritto a riassegnamento o lavoro in una posizione appropriata e diversa di lavoro… cessazioni per fare domanda ad un beneficiario con una veste rimanente per lavorare che ? inutilizzato o non assicurato… e non ? su un programme della riabilitazione professionale, nel giorno che lui o lei adempiono alle condizioni per una pensione di pensionamento.?
2. 1999 atto
25. La Pensione nuova ed Atto dell’Assicurazione dell’Invalidit? (?l’Atto del 1999?) fu passato 10 dicembre 1999 ed entr? in vigore 1 gennaio 2000. ? stato corretto successivamente molte volte. Il secondo consolid? versione, ZPIZ-1-UPB2 (Ufficiale Pubblica, n. 20/2004), fece domanda nei procedimenti nazionali nella causa presente. Le disposizioni attinenti lessero siccome segue:
Sezione 22
Beneficiari inutilizzati
?Persone inutilizzate assegno di disoccupazione ricevente e persone per che l’ufficio di collocamento sta pagando contributi per pensione ed assicurazione di invalidit? sono assicurate sotto lo schema obbligatorio finch? loro adempiono alle condizioni per pensionamento.?
Sezione 94
Diritto ad e la determinazione di assegno di invalidit?
?(1) il diritto ad assegno di invalidit? sar? accordato ad un beneficiario con una categoria l’invalidit? di II dopo che lui o lei giungono a 53 anni maggiorenne, o una categoria l’invalidit? di III se suo o la sua veste di lavorare ? stata ridotta entro meno che 50% o se lui o lei possono continuare a lavorare a tempo pieno in suo o la sua occupazione ma ? incapace di lavorare nel lavoro al quale ? stato assegnato lui o le, se:
– lui o lei erano and/or inutilizzato non coperto con assicurazione obbligatoria all’assalto dell’invalidit?;

(3) una persona assicurata con una categoria l’invalidit? di III, se suo o la sua veste di lavorare ? stata ridotta entro meno che 50% o se lui o lei possono continuare a lavorare a tempo pieno in suo o la sua occupazione ma ? incapace di lavorare nel lavoro al quale ? stato riassegnato lui o le, avr? suo o il suo assegno di invalidit? valut? siccome segue:
– nell’importo di 40% di pensione di invalidit? lui o lei sarebbero concesse ad all’assalto dell’invalidit? in cause dalla prima ordinazione di merci del primo paragrafo della sezione presente,
…?
Sezione 97
Lavoro di lavoratori disabili ed inutilizzati
?Un beneficiario che all’assalto dell’invalidit? era non assicurato… acquisisce un diritto ad una pensione di invalidit? parziale o assegno finanziario ed appropriato sotto questo Atto, se entro trenta giorni della definitivo decisione sui suoi diritti dall’assicurazione di invalidit?… registri con l’ufficio di collocamento.?

Sezione 397
Godimento di diritti riguardo ad assicurazione di invalidit? acquisita sotto
la legislazione precedente
?(1) destinatari dei diritti basarono su una veste rimanente di lavorare (la categoria II o l’invalidit? di III) asser? sotto le regolamentazioni applicabile alla data convenuta di questo in sezione 446 [1 gennaio 2003], tratterr? anche [lo stesso] i diritti dopo quel la data.

(3) destinatari dei diritti come per la prima sottosezione solamente i diritti possono acquisire in virt? del presente atto nell’evento di un peggioramento di un’invalidit? gi? stabilita o l’assalto di un nuovo.?
Sezione 446
La richiesta di disposizioni riguardo a diritti che scaturiscono dall’invalidit?
assicurazione
?(1) le sezioni 60 a 71, 80 a 101, 106 138(5) 158 a 163 e 169(4) ? applicabile come di 1 gennaio 2003.

(3) sino alla data della richiesta delle disposizioni nel paragrafo precedente e sezione, approvvigiona del [1992 Atto] dovrebbe fare domanda.?
26. Sotto sezione 185 dell’Atto del 1999, un beneficiario deve informare lo ZPIZ di qualsiasi cambio in circostanze che potrebbero colpire suo o i suoi diritti o la loro sfera o pagamenti.
C. Corte Atto Costituzionale
27. Sezione 55b(2) del Corte Atto Costituzionale (Ufficiale Pubblica n. 15/94 con emendamenti attinenti) prevede siccome segue:
?(2) un’azione di reclamo costituzionale sar? accettata per la considerazione:
– se c’? stata una violazione di diritti umani o le libert? fondamentali che hanno avuto conseguenze serie per il reclamante; o
– se concerne un importante problema costituzionale in oggetto il quale eccede l’importanza della particolare causa.?
D. la causa-legge di Corte Suprema
28. Il Governo si appell? su due sentenze della distribuzione di Corte Suprema con un argomento simile alla causa presente. In sentenza n. VIII Ips 389/2009 di 18 aprile 2011, la Corte Suprema enfatizz? che l’acquisizione di diritti sotto l’Atto del 1999 voluto dire che un beneficiario non potesse esercitare pi? suo o i suoi diritti sotto l’Atto del 1992. In sentenza n. VIII Ips 402/2007 di 7 settembre 2009, conferm? che il peggioramento di una condizione medica che diede luogo alle ulteriori limitazioni di posto di lavoro doveva essere interpretato come il peggioramento di un’invalidit? all’interno del significato di sezione 397(3) dell’Atto del 1999 che a turno volle dire che i diritti di un beneficiario dovrebbero essere determinati sotto l’Atto del 1999. Nella causa sotto la considerazione, questo implic?, che il beneficiario non potesse ricevere pi? l’assegno di periodo di attesa ma potrebbe concedere invece ad assegno di invalidit?. La Corte Suprema conferm? inoltre che beneficiari dei diritti basarono su una veste rimanente di lavorare (vale a dire la categoria II ed III) continu? a godere i loro diritti acquisiti solamente sotto l’Atto del 1992 se, al tempo di rivalutazione dei loro diritti, la situazione che riguarda i fatti che era la base per la decisione che accorda diritti sotto l’Atto del 1992 rimasto immutato.
Relazione di E. sulla situazione finanziaria di lavoratori disabili
29. Il Governo present? un rapporto sulla situazione finanziaria di lavoratori disabili (in seguito ?il rapporto?) preparato in aprile 2009 dell’Istituto per Ricerca Economica e fond? con lo ZPIZ. Il rapporto not? come dati incoraggianti che mostrano un aumento significativo nel numero di deregistering dei lavoratori disabile come inutilizzato. Not? anche che mentre nel 2005 solamente 16.8% dei lavoratori disabili avevano trovato lavoro che cifra aveva aumentato a 31% nel 2008. Comunque le opportunit? di lavoro furono trovate essere pi? basse fra i pi? vecchi lavoratori disabili.
30. Secondo il rapporto, l’importo medio di un assegno di periodo di attesa era, nel periodo fra il 2004 ed il 2008, fra 46 e 48% del salario netto e medio. Il rapporto not? che con l’introduzione dell’Atto del 1999 la situazione dei lavoratori disabili ed inutilizzati aveva deteriorato significativamente e quegli assegno di invalidit? ricevente si trov? in una finanziaria situazione estremamente cattiva, mentre ricevendo su media 18.3% del salario netto e medio.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE PRESUNTA DELL? ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 ALLA CONVENZIONE
31. Il richiedente si lament? che la riduzione nel suo beneficio di invalidit? era stata eccessiva. Lui si appell? su Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione che legge siccome segue:
?Ogni persona fisica o giuridica ? abilitata al godimento pacifico delle sue propriet?. Nessuno sar? privato delle sue propriet? eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di propriet? in conformit? con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.?

A. Ammissibilit?
32. La Corte nota che la richiesta non ? mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 ? 3 (un) della Convenzione. Nota inoltre che non ? inammissibile su qualsiasi gli altri motivi. Deve essere dichiarato perci? ammissibile.
B. Meriti
1. Gli argomenti delle parti
(a) Il richiedente
33. Il richiedente dibatt? che la riduzione nel suo beneficio di invalidit? era stata sproporzionata ed arbitraria. L’assegno di periodo di attesa ed assegno di invalidit? susseguente erano la sua fonte di reddito sola e con un’invalidit? di peggioramento lui non era capace di trovare lavoro. Il beneficio fu supposto cos? per concedergli sopravvivere sino a pensionamento.
34. Il richiedente sostenne che il problema di finanze pubbliche dovrebbe essere afferrato con rettifiche uguali e graduali e non con una riduzione significativa al danno di solamente alcuni beneficiari. In particolare, a causa del suo danno che lui aveva subito involontariamente e dovrebbe condurre logicamente ad un aumento nel beneficio, lui era stato colpito con la riduzione introdotta con la legge nuova, mentre quelli le cui condizioni non avevano peggiorato continuarono a ricevere il pieno importo accordato sotto l’Atto del 1992. Questo era sproporzionato e lui era stato reso per sopportare un carico eccessivo.
35. Il richiedente dibatt? inoltre che i suoi risparmi di vita nell’importo di 14,800 euros erano insignificanti e che lui stava tenendoli in causa di emergenza. L’interesse sul quale lui ha ricevuto che conto era nominale, mentre corrispondendo rispettivamente ad EUR 46 o 58 per mese nel 2011 e 2012. Effettivamente, i risparmi erano incapaci per sostituire un consolidi reddito e, nonostante le asserzioni del Governo (veda paragrafo 38 sotto), era irrilevante all’esame della sua causa. Lui indic? che l’importo del salario minimo che fu voluto dire rappresentare la soglia per una vita decente in Slovenia era EUR 748 in 2011 ed EUR 763 nel 2012.
(b) Il Governo
36. Il Governo dibatt? che anche se gener? un interesse di propriet? riservato, la legislazione in oggetto non generi un diritto ad un particolare importo di assegno di invalidit?. Loro sostennero che la legislatura doveva essere concessa per rispondere a cambi demografici e costrizioni budgetarie. L’Atto del 1992 aveva previsto per un piuttosto assegno di periodo di attesa alto che aveva dissuaso invalido dal trovare lavoro. L’Atto del 1999 fu inteso cos? di motivare lavoratori disabili per usare la loro veste rimanente di lavorare e sospensione assunse e, inoltre, fu voluto dire ridurre la spesa pubblica dello Stato. Come un risultato del cambio nella legislazione un numero di lavoratori disabili aveva trovato lavoro.
37. Il Governo dibatt? inoltre che l’Atto del 1999 non fece domanda retroattivamente ma solamente a quelle cause nelle quali la situazione aveva cambiato dopo la sua entrata in vigore e solamente ex il nunc. Il diritto ad un assegno di periodo di attesa era comunque solamente di una natura provvisoria e fu supposto per durare sino ad un cambio nella condizione medica della persona o situazione di lavoro. Beneficiari furono obbligati per informare lo ZPIZ di qualsiasi cambio in circostanze che potrebbero colpire i loro diritti, ed il richiedente non poteva evitare cos? le conseguenze contestate proibendo il suo dottore dall’informare le autorit?.
38. Infine, il Governo dibatt? che il richiedente aveva EUR 14,280 in risparmi ed aveva ricevuto rispettivamente le somme di EUR 562 ed EUR 703 in interesse nel 2011 e 2012. Lui non poteva dire perci? di essere a rischio dell’abbandono e potrebbe essere precisamente su conto dei suoi risparmi ineleggibile per assegno di appoggio sociale e regolare.
2. La valutazione della Corte
(un) principi di Generale
39. La Corte osserva che i principi generali riguardo alla perdita di benefici sociali ed assegni sono stati ripresi recentemente in B?l?n? Nagy c. l’Ungheria ([GC], n. 53080/13, ?? 72 a 89 e 112 a 118, ECHR 2016).
40. In particolare, la Corte ha sostenuto che Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 non impone restrizione sugli Stati Contraenti la libert? di ‘ decidere se avere in posto o no qualsiasi forma di schema di previdenza sociale, o scegliere il tipo o importo di benefici per prevedere sotto qualsiasi simile schema. Comunque, se un Stato Contraente ha legislazione vigente che prevede di pieno diritto per il pagamento di un beneficio di welfare-se condizionale o non sul pagamento precedente di contributi-che legislazione che genera un interesse di propriet? riservato che incorre all’interno dell’ambito di Articolo 1 di Protocollo deve essere considerata N.ro 1 per persone che soddisfano i suoi requisiti (veda B?l?n? Nagy, citato sopra, ? 82). Dove l’importo di un beneficio ? ridotto o ? cessato, questo pu? costituire interferenza con propriet? che costringono ad essere giustificate (l’ibid., ? 84).
41. Una condizione essenziale per un’interferenza con un diritto protegguto con Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 per essere ritenuto compatibile con che disposizione ? che dovrebbe essere legale e dovrebbe notificare un pubblico legittimo (o generale) interessi (veda B?l?n? Nagy, citato sopra, ?? 112 e 113). In oltre, Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 richiede che qualsiasi interferenza ? ragionevolmente proporzionata allo scopo cerc? di essere compreso. L’equilibrio equo e richiesto non sar? previsto dove la persona riguard? sopporta un carico individuale ed eccessivo (l’ibid., ? 115). Nel considerare se quel ? la causa, la Corte deve avere riguardo ad al particolare contesto di schemi di previdenza sociale che sono un’espressione della solidariet? di una societ? coi suoi membri vulnerabile (veda B?l?n? Nagy, citato sopra, ? 116, e Stefanetti ed Altri c. l’Italia, N. 21838/10 e 7 altri, ? 55 15 aprile 2014).
42. La Corte reitera inoltre che ? probabile che la privazione dell’interezza di una pensione violi le disposizioni di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 e che, al contrario., riduzioni ragionevoli ad una pensione o benefici relativi sono improbabili per fare cos?. La prova di equilibrio equa non pu? essere basata solamente comunque, sull’importo o percentuale della riduzione subita, nell’astratto. In un numero di cause la Corte ha endeavoured per valutare tutti gli elementi attinenti contro lo specifico sfondo, mentre dando l’importanza a simile fattori come la natura discriminatoria della perdita di diritto, l’assenza di misure di transizione, l’arbitrariet? della condizione cos? come la buon fede del richiedente (veda B?l?n? Nagy, citato sopra, ? 117, con therein dei riferimenti). Un’importante considerazione in questo contesto ? se il diritto del richiedente per dedurre benefici dallo schema di sociale-assicurazione in oggetto ? stato infranto in una maniera che d? luogo al danneggiamento dell’essenza di suo o i suoi diritti (veda, mutatis mutandis, B?l?n? Nagy citato sopra, ? 118).
(b) la Richiesta di questi principi alla causa presente
43. La Corte nota che non ? stato contestato fra le parti che Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione fa domanda alla causa presente e che la sostituzione dell’assegno di periodo di attesa con un assegno di invalidit? molto pi? basso corrisposto ad un’interferenza col diritto del richiedente a propriet? custodita nella disposizione summenzionata. La Corte non vede nessuna ragione di trovare altrimenti.
44. La Corte nota inoltre che la misura si lament? di fu basato su sezioni 94, 97 397 e 446 dell’Atto del 1999 (veda paragrafo 25 sopra) che insieme purch? che in cause dove l’assalto o peggiorando dell’invalidit? accadde dopo 1 gennaio 2003, lavoratori disabili ed eleggibili furono concessi a diritti, incluso un assegno di invalidit?, sotto l’Atto del 1999. Che, siccome dedotto dalle disposizioni dell’Atto del 1999 ed inveterato nella causa-legge della Corte Suprema (veda paragrafo 28 sopra), volle dire che beneficiari non erano pi? in simile cause concesse ai diritti previsti per nell’Atto del 1992. Perci?, la Corte ? soddisfatta che l’interferenza nella causa presente si attenuta col requisito della legalit?.
45. La Corte, avendo riguardo ad al margine ampio della valutazione disponibile alla legislatura nell’implementare politiche sociali ed economiche (veda B?l?n? Nagy, citato sopra, ?? 113 e 114), anche senza dubbio ha che l’interferenza contestata intraprese gli scopi legittimi di proteggere il denaro pubblico ed adulti disabili che motivano con una veste rimanente di lavorare trovare lavoro (veda divide in paragrafi 29, 34 e 36 sopra).
46. La Corte ora si rivolge al problema al centre della causa presente ?se l’interferenza impose un carico individuale ed eccessivo sul richiedente. Osserva che lui stava ricevendo un assegno di periodo di attesa mensile di di EUR 390 sino a febbraio 2011, sulla base di una decisione dello ZPIZ regionale (veda divide in paragrafi 8 e 10 sopra). La legislazione applicabile, sia di fronte alla riforma legislativa nel 1999 e dopo, fece l’accordare di un beneficio di invalidit? dipendente, inter alia, sulla condizione di avere una veste limitata di lavorare su motivi medici. La legislazione convenne anche che beneficiari furono obbligati per informare le autorit? di qualsiasi cambio in circostanze (veda divide in paragrafi 10 e 26 sopra). Dopo che il richiedente sub? un danno di spalla e lo ZPIZ regionale, nel 2011 rimposero il suo livello dell’invalidit?, mentre trov? che la sua veste di lavorare aveva ridotto inoltre, il suo assegno di periodo di attesa fu sostituito con un assegno di invalidit? di circa EUR 190 per mese che ? meno che la met? dell’importo lui stava ricevendo sotto le disposizioni dell’Atto del 1992 (veda paragrafo 10 sopra). Quel non era perch? lui non soddisfece pi? il criterio di eleggibilit? attinente (compari e contrasto Wieczorek c. la Polonia, n. 18176/05, ?? 67-74, 8 dicembre 2009, ed Iwaszkiewicz c. la Polonia, n. 30614/06, ? 56 26 luglio 2011), ma a causa di cambi nella legge (veda, mutatis mutandis, Lakievi ?ed Altri c. Montenegro e Serbia, N. 27458/06 e 3 altri, ? 70, 13 dicembre 2011, e Kjartan ?smundsson c. l’Islanda, n. 60669/00, ? 44 ECHR 2004-IX) quale era applicabile a quelli che o erano stati disabilitati dopo 1 gennaio 2003 o di chi invalidit? aveva peggiorato dopo che data (veda sezione 397 dell’Atto del 1999, citata in paragrafo 25 sopra e la posizione della Corte Suprema, cit? in paragrafo 28 sopra).
47. Sebbene le piccole informazioni furono presentate con le parti su che punto, sembrerebbe che l’assegno di periodo di attesa ed assegno di invalidit? susseguente non furono riferiti direttamente a qualsiasi contributi pagati col richiedente (veda paragrafo 10 sopra). Piuttosto, loro furono offerti essenzialmente basati sul principio della solidariet? (veda paragrafo 41 sopra) ed era perci? probabile essere alterato in risposta a cambi di societ? e prospettive che evolvono sulle categorie di persone che hanno bisogno di assistenza sociale (veda, fra molte altre autorit?, Wieczorek, citato sopra, ? 67, e, mutatis mutandis, Iwaszkiewicz citato sopra, ? 50).
48. Che detto, la Corte non pu? ignorare che la legislatura convenne nell’Atto del 1999 che quelli che avevano acquisito diritti sotto l’Atto del 1992 continuerebbero a goderli dopo che la legislazione nuova entr? in vigore (veda sezione 397(1) dell’Atto del 1999, cit? in paragrafo 25 sopra). Quel rafforz? l’aspettativa legittima del richiedente di continuare a ricevere un assegno di periodo di attesa dopo la riforma legislativa e, purch? che lui rimase inutilizzato, sino al suo pensionamento (veda divide in paragrafi 8 e 24 sopra). Era solamente quando la sua invalidit? fu trovata avere deteriorato ?un fatto che lui non avrebbe potuto predire proprio ed avrebbe potuto preparare per che lui fu colpito con la legislazione nuova. Nella prospettiva della Corte, questo trattamento differenziale di due gruppi di lavoratori disabili ed inutilizzati-quelli le cui invalidit? rimasero immutate e quelli le cui invalidit? avevano deteriorato dopo 1 gennaio 2003-quale diede luogo al richiedente che ? spossessato improvvisamente della met? della sua invalidit? tragga profitto mentre essendo inoltre allo stesso tempo limit? nel lavorare le opportunit?, porta il grande peso nella valutazione del problema di proporzionalit? sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (veda, mutatits mutandis, Kjartan ?smundsson citato sopra, ? 43).
49. Le altre importanti considerazioni per la valutazione della Corte riferiscono alla natura del beneficio e l’effetto che la misura contestata aveva sulla particolare situazione del richiedente. In che il collegamento, la Corte lo trova significativo che lui era inutilizzato ed evidentemente aveva difficolt? che intraprendono lavoro lucrativo a causa della sua invalidit? (veda, mutatis mutandis, B?l?n? Nagy citato sopra, ? 123). Che la vulnerabilit? era precisamente che che il beneficio di invalidit? in oggetto fu voluto dire rivolgere. La Corte nota inoltre che il richiedente era stato dipendente sull’assegno di periodo di attesa lui riceveva su una base regolare da pi? di sei anni (veda divide in paragrafi 8 e 10 sopra). Anche se lui aveva i certi risparmi (veda divide in paragrafi 35 e 38 sopra), loro sembrarono non avere avuto ruolo nella sua eleggibilit? per il beneficio di invalidit? ed inoltre chiaramente erano insufficienti per prevedere per la sua esistenza a lungo termine. La Corte osserva anche che il calo nel beneficio di invalidit? del richiedente che seriamente colpito suo vuole dire di esistenza (veda Moskal c. la Polonia, n. 10373/05, ? 74, 15 settembre 2009 e, con contrasto, Valkov ed Altri c. la Bulgaria, N. 2033/04 e 8 altri, ? 97 25 ottobre 2011), non fu attenuato con qualsiasi misura di transizione che gli concede adattare alla situazione nuova (veda, mutatis mutandis, B?l?n? Nagy citato sopra, ? 124).
50. In prospettiva delle considerazioni sopra, i costatazione di Corte che la misura contestata ha infranto il diritto del richiedente per dedurre benefici dallo schema di sociale-assicurazione in una maniera che d? luogo al danneggiamento dell’essenza dei suoi diritti. ? davvero attento del fatto che la riforma in legislazione riguardo a pensione ed assicurazione di invalidit? notific? un fine legittimo, come trovato sopra (veda paragrafo 45 sopra), ed anche de facto diede luogo al lavoro aumentato di lavoratori disabili (veda paragrafo 29 sopra). Quelli lavoratori disabili cui salute aveva deteriorato dopo 1 gennaio 2003 e non era stata capace di trovare lavoro, come il richiedente dovevano comunque, sopportare il carico sproporzionato di perdere una porzione significativa del loro beneficio di invalidit? e, siccome osservato nel rapporto dell’Istituto per Ricerca Economica presentata col Governo (veda divide in paragrafi 30 sopra), si trov? in una situazione particolarmente precaria.
51. La Corte considera cos? che, nonostante il margine ampio dello Stato della valutazione nel campo, il richiedente doveva sopportare un carico individuale ed eccessivo che sconvolse l’equilibrio equo che doveva essere previsto fra la protezione di propriet? ed i requisiti dell’interesse generale.
52. C’? stata di conseguenza una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione.
II. L?APPLICAZIONE DELL? ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
53. Articolo 41 della Convenzione prevede:
?Se la Corte costata che c’? stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell?Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte pu?, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.?
A. Danno
54. Il richiedente chiese 5,395 euros (EUR) in riguardo di danno patrimoniale pi? interesse da 23 maggio 2013. Che somma corrisponde alla differenza fra il beneficio lui avrebbe ricevuto sotto l’Atto del 1992 ed il beneficio lui fu accordato sotto l’Atto del 1999 pi? di ventisetti mesi (veda paragrafo 21 sopra). Il richiedente afferm? inoltre EUR 10,000 in riguardo di danno non-patrimoniale, mentre presentando che lui aveva dovuto appellarsi su famiglia ed amici per appoggio che l’aveva lasciato sentendosi vergognoso cos? come tratt? disugualmente e deluse con lo Stato.
55. Il Governo dibatt? che la rivendicazione in riguardo di danno non-patrimoniale fu esagerata ed infondato. Come riguardi la rivendicazione in riguardo di danno patrimoniale, loro dibatterono che la differenza fra i due benefici corrisposti ad EUR 5,394 e che il richiedente dovrebbe essere concesso solamente ad un importo proporzionato alla violazione trovata.
56. La Corte si soddisfa che il richiedente ha sofferto di danno patrimoniale come un risultato della violazione trovato e considera che lui dovrebbe essere assegnato ragionevolmente il risarcimento nell’importo riferito a qualsiasi pregiudizio sub?, mentre prende anche col tempo in considerazione deprezzamento dell’assegnazione.
57. Come riguardi la rivendicazione del richiedente in riguardo di danno non-patrimoniale, la Corte considera che lui ha dovuto soffrire dell’ansia e l’angoscia che non possono essere compensate solamente con la Corte sta trovando di una violazione nella sua causa.
58. Decidendo nella luce delle cifre approvvigion? con le parti e delle considerazioni eque, la Corte lo considera ragionevole assegnare EUR 10,000 per coprire tutti i capi di danno il richiedente, pi? qualsiasi tassa sulla quale pu? essere addebitabile quel l’importo.
Costi di B. e spese
59. Il richiedente, appellandosi sulla tariffa ufficiale per avvocati, EUR 2,329.72 chiesto incluso di tassa valore-aggiunta (IVA), per i costi e spese incorse in di fronte alle corti nazionali, incluso EUR 700 per la preparazione della sua azione di reclamo costituzionale. Lui disse anche EUR 1,520 per i costi incorsi in di fronte alla Corte, mentre appellandosi di nuovo sulla tariffa ufficiale per avvocati. In appoggio della sua rivendicazione, lui present? due fatture: uno dat? 14 maggio 2014 per EUR 410 ed un altro dat? 22 aprile 2015 per EUR 585, sia concernendo la sua rappresentanza di fronte alla Corte.
60. Il Governo contest? la rivendicazione del richiedente riguardo ai costi incorsi in nei procedimenti di fronte alla Corte, mentre dibattendo che a parte le due fatture, il richiedente non era riuscito a provare la sua rivendicazione. In oltre, le due fatture sembrarono suggerire che il richiedente era stato accusato due volte per lo stesso lavoro. Come riguardi i procedimenti nazionali, il Governo dibatt? che il richiedente aveva non prov? che questi costi davvero erano stati incorsi in e, come riguardi la sua azione di reclamo costituzionale, lui non li aveva dichiarati nei procedimenti di fronte alla Corte Costituzionale.
61. Secondo la causa-legge della Corte, un richiedente ? concesso solamente finora al rimborso di costi e spese in come s? ? stato mostrato che questi davvero e necessariamente sono stati incorsi in e sono stati ragionevoli come a quantum. Inoltre, la Corte reitera che non si considera confine con scale nazionali e pratiche, bench? possa dedurre dell’assistenza da loro (veda, fra molti esempi, Gaspari c. la Slovenia, n. 21055/03, ? 83 21 luglio 2009).
62. Con riguardo ad ai costi incorsi in nei procedimenti nazionali, la Corte osserva, che il richiedente esaur? le via di ricorso nazionali disponibile a lui sotto diritto nazionale prima di fare domanda alle istituzioni di Convenzione. La Corte accetta perci? che lui incorse in spese nel chiedere compensazione per violazioni della Convenzione per l’ordinamento giuridico nazionale (veda Centro Europa 7 S.r.l. e Di Stefano c. l’Italia [GC], n. 38433/09, ? 224 ECHR 2012). La Corte nota in che collegamento che il richiedente ha dichiarato, basato sulla tariffa ufficiale per avvocati, che lui era incorso in EUR 1,357, mentre escludendo IVA, in costi e spese nei procedimenti nazionali. Trova che rivendicazione prov? e ragionevole e lo sostiene. Comunque, respinge il resto della rivendicazione, vale a dire EUR 700 per i procedimenti di fronte alla Corte Costituzionale, come s? non fu spiegato in qualsiasi il dettaglio.
63. Come riguardi i procedimenti di fronte alla Corte, la Corte nota che il richiedente present? due fatture, uno di EUR 410 relativo al tempo quando la richiesta fu depositata ed un altro di EUR 585 al tempo quando le osservazioni furono registrate nella causa. Lo trova perci? ragionevole assegnargli EUR 995 per i procedimenti di fronte alla Corte. Come riguardi il resto della rivendicazione sotto questo capo, la Corte, avendo riguardo ad alle fatture summenzionate, non trovi prov? e perci? lo respinge.
64. La Corte assegna perci? la somma totale di EUR 2,352 il richiedente per costi e spese.
Interesse di mora di C.
65. La Corte lo considera appropriato che il tasso di interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a che dovrebbe essere aggiunto tre punti di percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE, UNANIMAMENTE
1. Dichiara la richiesta ammissibile;

2. Sostiene che c’? stata una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione;

3. Sostiene,
(un) che lo Stato rispondente ? pagare il richiedente, entro tre mesi dalla data sulla quale la sentenza diviene definitivo in conformit? con Articolo 44 ? 2 della Convenzione gli importi seguenti:
(i) EUR 10,000 (dieci mila euros), pi? qualsiasi tassa che pu? essere addebitabile, in riguardo di danno patrimoniale e non-patrimoniale;
(l’ii) EUR 2,352 (due mila trecento e cinquanta-due euros), pi? qualsiasi tassa che pu? essere a carico del richiedente, in riguardo di costi e spese;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo il semplice interesse sar? pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito pi? tre punti di percentuale;

4. Respinge il resto della rivendicazione del richiedente per la soddisfazione equa.
Fatto in inglesi, e notific? per iscritto 31 ottobre 2017, facendo seguito Decidere 77 ?? 2 e 3 degli Articoli di Corte.
Marialena Tsirli Ganna Yudkivska
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

Conclusions
Violation of Article 1 of Protocol No. 1 – Protection of property (Article 1 para. 1 of Protocol No. 1 – Peaceful enjoyment of possessions)
Pecuniary and non-pecuniary damage – award (Article 41 – Non-pecuniary damage
Pecuniary damage
Just satisfaction)

FOURTH SECTION

CASE OF KRAJNC v. SLOVENIA

(Application no. 38775/14)

JUDGMENT

STRASBOURG

31 October 2017

FINAL

31/01/2018

This judgment has become final under Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Krajnc v. Slovenia,
The European Court of Human Rights (Fourth Section), sitting as a Chamber composed of:
Ganna Yudkivska, President,
Paulo Pinto de Albuquerque,
Egidijus K?ris,
Iulia Motoc,
Carlo Ranzoni,
Marko Bo?njak,
P?ter Paczolay, judges,
and Marialena Tsirli, Section Registrar,
Having deliberated in private on 10 October 2017,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 38775/14) against the Republic of Slovenia lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by a Slovenian national, OMISSIS (?the applicant?).
2. The applicant was represented before the Court by OMISSIS a lawyer practising in Celje. The Slovenian Government (?the Government?) were represented by their Agent, Mrs V. Klemenc, State Attorney.
3. The applicant alleged that the reduction of the benefit in respect of his disability had violated his rights under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.
4. On 17 November 2014 the application was communicated to the Government.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
5. The applicant was born in 1952 and lives in Celje.
6. He had been a professional truck driver until he became unable to work due to epilepsy.
A. The granting of disability benefit to the applicant and the changes thereof
7. On 29 September 2003 the applicant was certified as having a ?category III work-related disability? as a result of his condition. He was found to have a right to be reassigned to a suitable position of employment where he and others would not be at risk because of his condition, with (retroactive) effect from 14 August 2002.
8. On 21 February 2005 the Celje regional unit of the Pension and Disability Insurance Institute of Slovenia (hereinafter ?the regional ZPIZ?) granted the applicant a so-called ?allowance for the period of waiting to be reassigned to or employed in a different appropriate position of employment? (hereinafter ?waiting period allowance?) from 8 October 2004. Though the sums appear to be lower during the first few months, he had been subsequently receiving around 390 euros (EUR) per month in waiting period allowance. The regional ZPIZ relied on section 123 of the Pension and Disability Insurance Act (hereinafter ?the 1992 Act?) and section 446 of the new Pension and Disability Insurance Act (hereinafter ?the 1999 Act? ? see paragraphs 24 and 25 below). It noted that the applicant had been registered as unemployed on 3 March 2003 and had been a beneficiary under section 22 of the 1999 Act from 1 March 2003 to 7 October 2004. Thus, once his unemployment allowance had come to an end he had become entitled to a waiting period allowance under section 123 of the 1992 Act (see paragraph 24 below). The regional ZPIZ also noted that, under section 193 of the 1992 Act, beneficiaries were entitled to a waiting period allowance until they fulfilled the conditions for retirement (ibid.).
9. On 15 October 2010 the applicant?s doctor informed the regional ZPIZ about a shoulder injury the applicant had sustained and requested a reassessment of his level of disability.
10. On the basis of, inter alia, information provided by the applicant?s doctor, the regional ZPIZ, on 2 February 2011, decided that the applicant had a right to be reassigned to another position of employment with several limitations, such as not to work at unprotected heights or drive category C and E vehicles, with effect from 1 February 2011. Subsequently, on 28 June 2011 it adopted a decision granting him a disability allowance (nadomestilo za invalidnost) from 24 February 2011 onwards. The regional ZPIZ relied on the 1999 Act, which had introduced certain new disability benefits (the term ?disability benefit? is used to cover any type of allowance that arises from a disability) and discontinued some of those provided for under the 1992 Act, including the waiting period allowance. Sections 397 and 446 of the 1999 Act stipulated that a right to a disability allowance applied as from 1 January 2003 (see paragraph 25 below). The regional ZPIZ noted in its decision that the applicant had not been insured under the compulsory insurance scheme at the onset of his disability, but had been registered as unemployed on 3 March 2003 within thirty days of the final decision on his disability, as required by section 97 of the 1999 Act. It was established that his capacity to work had in fact further reduced, even though the category (III) of his disability remained unchanged. The regional ZPIZ found that, pursuant to section 94(1)(1) and (3)(1) of the 1999 Act, he should receive a benefit in the form of disability allowance, which in his case amounted to EUR 192.91. It drew the applicant?s attention to section 185 of the 1999 Act, which required beneficiaries to inform the ZPIZ of any change in circumstances which could affect their rights under that Act (see paragraph 26 below).
11. On 21 July 2011 the applicant appealed against the above decision, arguing that in determining the amount of his disability benefit, the regional ZPIZ should have respected the principle of acquired rights. He pointed out that his benefit had reduced considerably, even though his disability had in fact worsened, and claimed that such a decision was unlawful.
12. On 21 October 2011 the central Pension and Disability Insurance Institute of Slovenia (hereinafter ?the central ZPIZ?) dismissed the applicant?s appeal, confirming that the regional ZPIZ had properly applied the law and correctly calculated the amount of his disability allowance.
B. The court proceedings instituted by the applicant
1. The proceedings before the Labour and Social courts
13. On 5 December 2011 the applicant lodged a claim with the Celje Labour and Social Court challenging the above decisions. He reiterated that the disability allowance granted to him under the 1999 Act violated his acquired rights and that instead of increasing his benefit it reduced it by half, which was unlawful and unconstitutional.
14. On 26 March 2012 the Celje Labour and Social Court dismissed the applicant?s claim. It explained that while recipients of disability-related rights under the 1992 Act retained their acquired rights after the date set out in section 446 of the 1999 Act, in the applicant?s case a reassessment of his disability had been carried out on 2 February 2011 due to a worsening of his condition (see paragraph 10 above), which had resulted in further workplace limitations and his rights being consequently determined anew. In cases where a fresh assessment was made the 1999 Act was to be applied. The court concluded that the 1999 Act did not contain the right to a waiting period allowance. Instead, under section 94, it provided for the disability allowance (see paragraph 25 below) which had been correctly granted to the applicant.
15. On 25 April 2012 the applicant appealed against the judgment, repeating the complaints he had made before the first-instance court and alleging that he ought to have been informed of the consequences of a request for a reassessment of his disability. If that had been the case, he would have ?forbidden? his doctor from making such a request. Lastly, he reiterated that the decision of the regional ZPIZ of 28 June 2011 (see paragraph 10 above) was unlawful and unconstitutional, as it violated his right to social security; he pointed out that he was unable to survive on the newly determined disability allowance.
16. On 21 June 2012 the Higher Labour and Social Court dismissed the applicant?s appeal, confirming the position of the lower court that the applicant?s case concerned a change in the level of disability, which had required a fresh determination of his disability benefit. In such a situation, section 397(3) of the 1999 Act provided that the applicant acquired rights under the Act. Also, since the applicant?s rights had been determined anew, the Higher Labour and Social Court concluded that there had been no violation of his acquired rights related to social security, and thus no violation of the Constitution.
2. The proceedings before the Supreme Court
17. On 4 September 2012 the applicant lodged an appeal on points of law before the Supreme Court, arguing that he could not have legitimately expected that the worsening of his disability would result in a severe reduction of his disability benefit. In that connection, he alleged that the Higher Labour and Social Court?s view that the reduction did not interfere with his acquired rights or constitute a violation of his constitutional right to social security was arbitrary, as the court had provided no reasoning for that conclusion. The applicant further alleged that the newly determined amount of disability benefit interfered with his constitutional right to property.
18. On 5 March 2013 the Supreme Court dismissed the applicant?s appeal on points of law, finding that the Higher Labour and Social Court had sufficiently explained that the change in his level of disability had required a fresh determination of his benefit in accordance with the 1999 Act.
3. The constitutional complaint
19. On 21 May 2013 the applicant lodged a constitutional complaint against the Supreme Court?s judgment, alleging a violation of his constitutional rights to property and social security. He argued that the reduction in the disability benefit had put his subsistence at risk and failed the test of proportionality.
20. On 18 November 2013 the Constitutional Court refused to accept the applicant?s complaint for consideration on the merits, referring to section 55b(2) of the Constitutional Court Act (see paragraph 27 below).
C. The applicant?s retirement
21. In the meantime, on 22 May 2013, the applicant fulfilled the conditions for a retirement pension in the amount of EUR 374.73 and his disability allowance was discontinued from that date. He thus received the disability allowance for a period of twenty-seven months.
22. Data concerning the applicant?s income provided by the Slovenian tax authorities shows that he received EUR 4,908 in 2010 in pension and disability insurance and, after the impugned change in his allowance, EUR 2,902 in 2011 and EUR 2,480 in 2012.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW, PRACTICE AND MATERIALS
A. Constitution
23. The rights to private property and social security form part of the human rights and fundamental freedoms guaranteed by the Constitution. The relevant provisions provide as follows:
Article 33
Right to private property and inheritance
?The right to private property and inheritance shall be guaranteed.?
Article 50
Right to social security
?Citizens have the right to social security, including the right to a pension, under conditions provided by law.
The state shall regulate compulsory health, pension, disability and other social insurance, and ensure its proper functioning.
…?
B. Pension and Invalidity Insurance Act
1. 1992 Act
24. The Pension and Disability Insurance Act (?the 1992 Act?) was passed on 5 March 1992 and came into force on 1 April 1992. It was subsequently amended several times. The amended version applied in the domestic proceedings in the present case reads as follows:
Section 123
?The right to an allowance for the period of waiting to be reassigned to or employed in a different appropriate position of employment shall be granted to the disabled worker with a category II or III disability who is entitled to be reassigned to or employed in a different appropriate job or to work part-time, if he or she has not been provided with such employment.
A disabled worker with a category II or III disability shall be granted the allowance referred to in the preceding paragraph if he or she registers with the employment office within thirty days of the final decision by which he or she has been granted the right to be reassigned to or employed in a different appropriate position of employment or to work part-time.?
Section 193
?The right to reassignment or employment in a different appropriate position of employment … ceases to apply to a beneficiary with a remaining capacity to work who is unemployed or uninsured … and is not on a professional rehabilitation programme, on the day that he or she fulfills the conditions for a retirement pension.?
2. 1999 Act
25. The new Pension and Disability Insurance Act (?the 1999 Act?) was passed on 10 December 1999 and came into force on 1 January 2000. It has subsequently been amended several times. The second consolidated version, ZPIZ-1-UPB2 (Official Gazette, no. 20/2004), applied in the domestic proceedings in the present case. The relevant provisions read as follows:
Section 22
Unemployed beneficiaries
?Unemployed persons receiving unemployment allowance and persons for whom the employment office is paying contributions for pension and disability insurance are insured under the compulsory scheme until they fulfill the conditions for retirement.?
Section 94
Right to and determination of disability allowance
?(1) The right to disability allowance shall be granted to a beneficiary with a category II disability after he or she reaches 53 years of age, or a category III disability if his or her capacity to work has been reduced by less than 50% or if he or she can continue to work full-time in his or her occupation but is incapable of working in the job to which he or she has been assigned, if:
– he or she was unemployed and/or not covered by compulsory insurance at the onset of the disability;

(3) An insured person with a category III disability, if his or her capacity to work has been reduced by less than 50% or if he or she can continue to work full-time in his or her occupation but is incapable of working in the job to which he or she has been reassigned, shall have his or her disability allowance assessed as follows:
– in cases from the first indent of the first paragraph of the present section, in the amount of 40% of disability pension he or she would be entitled to at the onset of the disability,
…?
Section 97
Employment of unemployed disabled workers
?A beneficiary, who at the onset of the disability was uninsured … acquires a right to a partial disability pension or appropriate financial allowance under this Act, if within thirty days of the final decision on his rights from the disability insurance … registers with the employment office.?

Section 397
Enjoyment of rights concerning disability insurance acquired under
the previous legislation
?(1) Recipients of the rights based on a remaining capacity to work (category II or III disability) asserted under the regulations applicable at the date stipulated in section 446 hereof [1 January 2003], shall also retain [the same] rights after that date.

(3) Recipients of the rights as per the first subsection may only acquire the rights hereunder in the event of a worsening of an already established disability or the onset of a new one.?
Section 446
Application of provisions concerning rights stemming from disability
insurance
?(1) Sections 60 to 71, 80 to 101, 106, 138(5) 158 to 163 and 169(4) are applicable as from 1 January 2003.

(3) Until the date of application of the provisions in the preceding paragraph and section, provisions of the [1992 Act] should apply.?
26. Under section 185 of the 1999 Act, a beneficiary must inform the ZPIZ of any change in circumstances which could affect his or her rights or their scope or payments.
C. Constitutional Court Act
27. Section 55b(2) of the Constitutional Court Act (Official Gazette no. 15/94 with relevant amendments) provides as follows:
?(2) A constitutional complaint shall be accepted for consideration:
– if there has been a violation of human rights or fundamental freedoms which has had serious consequences for the complainant; or
– if it concerns an important constitutional issue which exceeds the importance of the particular case in question.?
D. Supreme Court?s case-law
28. The Government relied on two judgments of the Supreme Court dealing with a similar subject matter to the present case. In judgment no. VIII Ips 389/2009 of 18 April 2011, the Supreme Court emphasised that the acquisition of rights under the 1999 Act meant that a beneficiary could no longer exercise his or her rights under the 1992 Act. In judgment no. VIII Ips 402/2007 of 7 September 2009, it confirmed that the worsening of a medical condition which resulted in further workplace limitations had to be interpreted as the worsening of a disability within the meaning of section 397(3) of the 1999 Act, which in turn meant that a beneficiary?s rights should be determined under the 1999 Act. In the case under consideration, this implied that the beneficiary could no longer receive the waiting period allowance but was instead entitled to disability allowance. The Supreme Court further confirmed that beneficiaries of the rights based on a remaining capacity to work (namely category II and III) continued to enjoy their rights acquired under the 1992 Act only if, at the time of reassessment of their rights, the factual situation, which was the basis for the decision granting rights under the 1992 Act, remained unchanged.
E. Report on the financial situation of disabled workers
29. The Government submitted a report on the financial situation of disabled workers (hereinafter ?the report?) prepared in April 2009 by the Institute for Economic Research and founded by the ZPIZ. The report noted as encouraging data showing a significant increase in the number of disabled workers deregistering as unemployed. It also noted that while in 2005 only 16.8% of the disabled workers had found employment, that figure had increased to 31% in 2008. However the chances of employment were found to be lower amongst older disabled workers.
30. According to the report, the average amount of a waiting period allowance was, in the period between 2004 and 2008, between 46 and 48% of the average net salary. The report noted that with the introduction of the 1999 Act the situation of the unemployed disabled workers had significantly deteriorated and those receiving disability allowance found themselves in an extremely bad financial situation, receiving on average 18.3% of the average net salary.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1 TO THE CONVENTION
31. The applicant complained that the reduction in his disability benefit had been excessive. He relied on Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, which reads as follows:
?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?
A. Admissibility
32. The Court notes that the application is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 ? 3 (a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. The parties? arguments
(a) The applicant
33. The applicant argued that the reduction in his disability benefit had been disproportionate and arbitrary. The waiting period allowance and subsequent disability allowance were his only source of income and with a worsening disability he was unable to find employment. The benefit was thus supposed to allow him to survive until retirement.
34. The applicant maintained that the problem of public finances should be tackled by equal and gradual adjustments and not by a significant reduction to the detriment of only some beneficiaries. In particular, because of his injury, which he had sustained involuntarily and should logically lead to an increase in the benefit, he had been affected by the reduction introduced by the new law, whereas those whose conditions had not worsened continued to receive the full amount granted under the 1992 Act. This was disproportionate and he had been made to bear an excessive burden.
35. The applicant further argued that his life savings in the amount of 14,800 euros were insignificant and that he was keeping them in case of emergency. The interest he received on that account was nominal, amounting to EUR 46 or 58 a month in 2011 and 2012 respectively. Indeed, the savings were unable to replace a steady income and, despite the Government?s assertions (see paragraph 38 below), were irrelevant to the examination of his case. He pointed out that the amount of the minimum wage, which was meant to represent the threshold for a decent life in Slovenia, was EUR 748 in 2011 and EUR 763 in 2012.
(b) The Government
36. The Government argued that even if it did generate a proprietary interest, the legislation in question did not give rise to a right to a particular amount of disability allowance. They maintained that the legislature had to be allowed to respond to demographic changes and budgetary constraints. The 1992 Act had provided for a rather high waiting period allowance, which had dissuaded disabled person from finding employment. The 1999 Act was thus intended to motivate disabled workers to use their remaining capacity to work and stay employed and, moreover, was meant to reduce the State?s public spending. As a result of the change in the legislation a number of disabled workers had found employment.
37. The Government further argued that the 1999 Act did not apply retroactively but only to those cases in which the situation had changed after its entry into force and only ex nunc. The right to a waiting period allowance was anyhow only of a temporary nature and was supposed to last until a change in the person?s medical condition or employment situation. Beneficiaries were obliged to inform the ZPIZ of any change in circumstances which could affect their rights, and the applicant thus could not have avoided the impugned consequences by banning his doctor from informing the authorities.
38. Lastly, the Government argued that the applicant had EUR 14,280 in savings and had received the sums of EUR 562 and EUR 703 in interest in 2011 and 2012 respectively. He could not therefore claim to be at risk of destitution and was precisely on account of his savings ineligible for regular social support allowance.
2. The Court?s assessment
(a) General principles
39. The Court observes that the general principles concerning the loss of social benefits and allowances have recently been resumed in B?l?n? Nagy v. Hungary ([GC], no. 53080/13, ?? 72 to 89 and 112 to 118, ECHR 2016).
40. In particular, the Court has held that Article 1 of Protocol No. 1 imposes no restriction on the Contracting States? freedom to decide whether or not to have in place any form of social security scheme, or to choose the type or amount of benefits to provide under any such scheme. However, if a Contracting State has legislation in force providing for the payment as of right of a welfare benefit ? whether conditional or not on the prior payment of contributions ? that legislation must be regarded as generating a proprietary interest falling within the ambit of Article 1 of Protocol No. 1 for persons satisfying its requirements (see B?l?n? Nagy, cited above, ? 82). Where the amount of a benefit is reduced or discontinued, this may constitute interference with possessions which requires to be justified (ibid., ? 84).
41. An essential condition for an interference with a right protected by Article 1 of Protocol No. 1 to be deemed compatible with that provision is that it should be lawful and serve a legitimate public (or general) interest (see B?l?n? Nagy, cited above, ?? 112 and 113). In addition, Article 1 of Protocol No. 1 requires that any interference be reasonably proportionate to the aim sought to be realised. The requisite fair balance will not be struck where the person concerned bears an individual and excessive burden (ibid., ? 115). In considering whether that is the case, the Court must have regard to the particular context of social security schemes, which are an expression of a society?s solidarity with its vulnerable members (see B?l?n? Nagy, cited above, ? 116, and Stefanetti and Others v. Italy, nos. 21838/10 and 7 others, ? 55, 15 April 2014).
42. The Court further reiterates that the deprivation of the entirety of a pension is likely to breach the provisions of Article 1 of Protocol No. 1 and that, conversely, reasonable reductions to a pension or related benefits are unlikely to do so. However, the fair balance test cannot be based solely on the amount or percentage of the reduction suffered, in the abstract. In a number of cases the Court has endeavoured to assess all the relevant elements against the specific background, attaching importance to such factors as the discriminatory nature of the loss of entitlement, the absence of transitional measures, the arbitrariness of the condition, as well as the applicant?s good faith (see B?l?n? Nagy, cited above, ? 117, with references therein). An important consideration in this context is whether the applicant?s right to derive benefits from the social-insurance scheme in question has been infringed in a manner resulting in the impairment of the essence of his or her rights (see, mutatis mutandis, B?l?n? Nagy, cited above, ? 118).
(b) Application of these principles to the present case
43. The Court notes that it has not been disputed between the parties that Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention applies to the present case and that the replacement of the waiting period allowance with a much lower disability allowance amounted to an interference with the applicant?s right to property enshrined in the aforementioned provision. The Court sees no reason to find otherwise.
44. The Court further notes that the measure complained of was based on sections 94, 97, 397 and 446 of the 1999 Act (see paragraph 25 above), which together provided that in cases where the onset or worsening of the disability occurred after 1 January 2003, eligible disabled workers were entitled to rights, including a disability allowance, under the 1999 Act. That, as inferred from the provisions of the 1999 Act and confirmed in the Supreme Court?s case-law (see paragraph 28 above), meant that beneficiaries were in such cases no longer entitled to the rights provided for in the 1992 Act. Therefore, the Court is satisfied that the interference in the present case complied with the requirement of lawfulness.
45. The Court, having regard to the wide margin of appreciation available to the legislature in implementing social and economic policies (see B?l?n? Nagy, cited above, ?? 113 and 114), also has no doubt that the impugned interference pursued the legitimate aims of protecting the public purse and motivating disabled adults with a remaining capacity to work to find employment (see paragraphs 29, 34 and 36 above).
46. The Court now turns to the issue at the centre of the present case ? whether the interference imposed an excessive individual burden on the applicant. It observes that he had been receiving a monthly waiting period allowance of about EUR 390 until February 2011, on the basis of a decision by the regional ZPIZ (see paragraphs 8 and 10 above). The applicable legislation, both before the legislative reform in 1999 and afterwards, made the granting of a disability benefit dependent, inter alia, on the condition of having a limited capacity to work on medical grounds. The legislation also stipulated that beneficiaries were obliged to inform the authorities of any change in circumstances (see paragraphs 10 and 26 above). After the applicant sustained a shoulder injury and the regional ZPIZ, in 2011, reassessed his level of disability, finding that his capacity to work had further reduced, his waiting period allowance was replaced with a disability allowance of around EUR 190 per month, which is less than half of the amount he was receiving under the provisions of the 1992 Act (see paragraph 10 above). That was not because he no longer met the relevant eligibility criteria (compare and contrast Wieczorek v. Poland, no. 18176/05, ?? 67-74, 8 December 2009, and Iwaszkiewicz v. Poland, no. 30614/06, ? 56, 26 July 2011), but because of changes in the law (see, mutatis mutandis, Laki?evi? and Others v. Montenegro and Serbia, nos. 27458/06 and 3 others, ? 70, 13 December 2011, and Kjartan ?smundsson v. Iceland, no. 60669/00, ? 44, ECHR 2004-IX) which were applicable to those who had either become disabled after 1 January 2003 or whose disability had worsened after that date (see section 397 of the 1999 Act, cited in paragraph 25 above, and the Supreme Court?s position, cited in paragraph 28 above).
47. Though little information was submitted by the parties on that point, it would appear that the waiting period allowance and subsequent disability allowance were not directly related to any contributions paid by the applicant (see paragraph 10 above). Rather, they were essentially provided based on the principle of solidarity (see paragraph 41 above) and were therefore likely to be altered in response to societal changes and evolving views on the categories of persons who need social assistance (see, among many other authorities, Wieczorek, cited above, ? 67, and, mutatis mutandis, Iwaszkiewicz, cited above, ? 50).
48. That said, the Court cannot ignore that the legislature stipulated in the 1999 Act that those who had acquired rights under the 1992 Act would continue to enjoy them after the new legislation came into force (see section 397(1) of the 1999 Act, cited in paragraph 25 above). That reinforced the applicant?s legitimate expectation of continuing to receive a waiting period allowance after the legislative reform and, provided that he remained unemployed, until his retirement (see paragraphs 8 and 24 above). It was only when his disability was found to have deteriorated ? a fact which he could have hardly predicted and prepared for ? that he became affected by the new legislation. In the Court?s view, this differential treatment of two groups of unemployed disabled workers ? those whose disabilities remained unchanged and those whose disabilities had deteriorated after 1 January 2003 ? which resulted in the applicant being suddenly divested of half of his disability benefit while being at the same time further limited in working opportunities, carries great weight in the assessment of the proportionality issue under Article 1 of Protocol No. 1 (see, mutatits mutandis, Kjartan ?smundsson, cited above, ? 43).
49. Other important considerations for the Court?s assessment relate to the nature of the benefit and the effect the impugned measure had on the applicant?s particular situation. In that connection, the Court finds it significant that he was unemployed and evidently had difficulties pursuing gainful employment due to his disability (see, mutatis mutandis, B?l?n? Nagy, cited above, ? 123). That vulnerability was precisely what the disability benefit in question was meant to address. The Court further notes that the applicant had been dependent on the waiting period allowance he had been receiving on a regular basis for more than six years (see paragraphs 8 and 10 above). Even if he had certain savings (see paragraphs 35 and 38 above), they appeared to have played no role in his eligibility for the disability benefit and moreover were clearly insufficient to provide for his long-term subsistence. The Court also observes that the decrease in the applicant?s disability benefit, which seriously affected his means of subsistence (see Moskal v. Poland, no. 10373/05, ? 74, 15 September 2009, and, by contrast, Valkov and Others v. Bulgaria, nos. 2033/04 and 8 others, ? 97, 25 October 2011), was not mitigated by any transitional measure allowing him to adapt to the new situation (see, mutatis mutandis, B?l?n? Nagy, cited above, ? 124).
50. In view of the above considerations, the Court finds that the disputed measure has infringed the applicant?s right to derive benefits from the social-insurance scheme in a manner resulting in the impairment of the essence of his rights. It is indeed mindful of the fact that the reform in legislation concerning pension and disability insurance served a legitimate purpose, as found above (see paragraph 45 above), and also de facto resulted in the increased employment of disabled workers (see paragraph 29 above). However, those disabled workers whose health had deteriorated after 1 January 2003 and were unable to find employment, like the applicant, had to bear the disproportionate burden of losing a significant portion of their disability benefit and, as observed in the report of the Institute for Economic Research submitted by the Government (see paragraphs 30 above), found themselves in a particularly precarious situation.
51. The Court thus considers that, notwithstanding the State?s wide margin of appreciation in the field, the applicant had to bear an excessive individual burden, which upset the fair balance that had to be struck between the protection of property and the requirements of the general interest.
52. There has accordingly been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.
II. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
53. Article 41 of the Convention provides:
?If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.?
A. Damage
54. The applicant claimed 5,395 euros (EUR) in respect of pecuniary damage plus interest from 23 May 2013. That sum corresponds to the difference between the benefit he would have received under the 1992 Act and the benefit he was granted under the 1999 Act over twenty-seven months (see paragraph 21 above). The applicant further claimed EUR 10,000 in respect of non-pecuniary damage, submitting that he had had to rely on family and friends for support, which had left him feeling ashamed, as well as unequally treated and let down by the State.
55. The Government argued that the claim in respect of non-pecuniary damage was exaggerated and unfounded. As regards the claim in respect of pecuniary damage, they argued that the difference between the two benefits amounted to EUR 5,394 and that the applicant should only be entitled to an amount proportionate to the violation found.
56. The Court is satisfied that the applicant has suffered pecuniary damage as a result of the violation found and considers that he should be awarded compensation in the amount reasonably related to any prejudice suffered, taking into account also loss of value of the award over time.
57. As regards the applicant?s claim in respect of non-pecuniary damage, the Court considers that he must have suffered anxiety and distress that cannot be compensated solely by the Court?s finding of a violation in his case.
58. Deciding in the light of the figures supplied by the parties and of equitable considerations, the Court considers it reasonable to award the applicant EUR 10,000 to cover all heads of damage, plus any tax that may be chargeable on that amount.
B. Costs and expenses
59. The applicant, relying on the official tariff for lawyers, claimed EUR 2,329.72, inclusive of value-added tax (VAT), for the costs and expenses incurred before the domestic courts, including EUR 700 for the preparation of his constitutional complaint. He also claimed EUR 1,520 for the costs incurred before the Court, relying again on the official tariff for lawyers. In support of his claim, he submitted two invoices: one dated 14 May 2014 for EUR 410 and another dated 22 April 2015 for EUR 585, both concerning his representation before the Court.
60. The Government disputed the applicant?s claim concerning the costs incurred in the proceedings before the Court, arguing that except for the two invoices, the applicant had failed to substantiate his claim. In addition, the two invoices seemed to suggest that the applicant had been charged twice for the same work. As regards the domestic proceedings, the Government argued that the applicant had not proved that these costs had actually been incurred and, as regards his constitutional complaint, he had not declared them in the proceedings before the Constitutional Court.
61. According to the Court?s case-law, an applicant is entitled to the reimbursement of costs and expenses only in so far as it has been shown that these have been actually and necessarily incurred and are reasonable as to quantum. Moreover, the Court reiterates that it does not consider itself bound by domestic scales and practices, although it may derive some assistance from them (see, among many examples, Gaspari v. Slovenia, no. 21055/03, ? 83, 21 July 2009).
62. With regard to the costs incurred in the domestic proceedings, the Court observes that before applying to the Convention institutions, the applicant exhausted the domestic remedies available to him under domestic law. The Court therefore accepts that he incurred expenses in seeking redress for violations of the Convention through the domestic legal system (see Centro Europa 7 S.r.l. and Di Stefano v. Italy [GC], no. 38433/09, ? 224, ECHR 2012). The Court notes in that connection that the applicant declared, based on the official tariff for lawyers, that he had incurred EUR 1,357, excluding VAT, in costs and expenses in the domestic proceedings. It finds that claim substantiated and reasonable and upholds it. However, it rejects the remainder of the claim, namely EUR 700 for the proceedings before the Constitutional Court, as it was not explained in any detail.
63. As regards the proceedings before the Court, the Court notes that the applicant submitted two invoices, one of EUR 410 relating to the time when the application was lodged and another of EUR 585 to the time when the observations were filed in the case. It therefore finds it reasonable to award him EUR 995 for the proceedings before the Court. As regards the remainder of the claim under this head, the Court, having regard to the aforementioned invoices, does not find it substantiated and therefore rejects it.
64. The Court therefore awards the applicant the total sum of EUR 2,352 for costs and expenses.
C. Default interest
65. The Court considers it appropriate that the default interest rate should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT, UNANIMOUSLY,
1. Declares the application admissible;

2. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention;

3. Holds,
(a) that the respondent State is to pay the applicant, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 ? 2 of the Convention, the following amounts:
(i) EUR 10,000 (ten thousand euros), plus any tax that may be chargeable, in respect of pecuniary and non-pecuniary damage;
(ii) EUR 2,352 (two thousand three hundred and fifty-two euros), plus any tax that may be chargeable to the applicant, in respect of costs and expenses;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amounts at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;

4. Dismisses the remainder of the applicant?s claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 31 October 2017, pursuant to Rule 77 ?? 2 and 3 of the Rules of Court.
Marialena Tsirli Ganna Yudkivska
Registrar President

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La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 14/09/2024