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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF KONSTANTIN STEFANOV v. BULGARIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 35,P1-1
Numero: 35399/05/2015
Stato: Bulgaria
Data: 2015-10-27 00:00:00
Organo: Sezione Quarta
Testo Originale

Conclusioni: Nessuna violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 – Protezione di propriet? (Articolo 1 par. 1 di Protocollo N.ro 1 – godimento Tranquillo di propriet? Articolo 1 par.. 2 di Protocollo N.ro 1 – Controllo dell’uso di propriet?)

QUARTA SEZIONE

CAUSA KONSTANTIN STEFANOV C. BULGARIA

(Richiesta n. 35399/05)

SENTENZA

STRASBOURG

27 ottobre 2015

Questa sentenza diverr? definitivo nelle circostanze esposte fuori in Articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetto a revisione editoriale.

Nella causa di Konstantin Stefanov c. la Bulgaria,
La Corte europea di Diritti umani (quarta Sezione), riunendosi che come una Camera, compose di:
Guido Raimondi, Presidente
P?ivi Hirvel?,
Giorgio Nicolaou,
Ledi Bianku,
Paul Mahoney,
Krzysztof Wojtyczek,
Yonko Grozev, giudici
e Fato ?Arac, ?Sezione Cancelliere Aggiunto
Avendo deliberato in privato 6 ottobre 2015,
Consegna la sentenza seguente sulla quale fu adottata quel la data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da in una richiesta (n. 35399/05) contro la Repubblica della Bulgaria depositata con la Corte sotto Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libert? Fondamentali (?la Convenzione?) con un cittadino bulgaro, il Sig. OMISSIS (?il richiedente?), 20 settembre 2005.
2. Il richiedente fu rappresentato col Sig. OMISSIS, un avvocato che pratica in Plovdiv. Il Governo bulgaro (?il Governo?) fu rappresentato col loro Agente, il Sig.ra N. Nikolova, dal Ministero della Giustizia.
3. Il richiedente addusse, in particolare, che il suo diritto a godimento tranquillo delle sue propriet? fu violato come un risultato di non ricettazione una parcella per lavoro legale e di essere multato illegalmente durante atti nei quali lui era stato selezionato per comportarsi come consiglio di difesa di patrocinio gratuito.
4. In 24 maggio 2011 la richiesta fu comunicata al Governo.
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
5. Il richiedente nacque nel 1974. Lui ? un avvocato che vive e pratica in Plovdiv.
6. I fatti della causa possono essere riassunti siccome segue.
7. All’inizio di 2005, nel corso di procedimenti penali contro N.R. ed un altro individuale su accuse di furto aggravato, punibile con reclusione di su a quindici anni, la Corte distrettuale di Plovdiv (?la Corte distrettuale?) decise che negli interessi della giustizia due avvocati dovrebbero essere nominati consiglio di difesa per l’accusato del due che non poteva permettersi di pagare per un avvocato ma potrebbe desiderare essere rappresentato giuridicamente.
8. La Corte distrettuale sped? una richiesta alla Sbarra di Plovdiv che chiede a loro di nominare due avvocati come consiglio di difesa per rappresentare l’accusato. La lettera afferm?, inter alia che la rimunerazione del consiglio sarebbe determinata in conformit? con l’Ordinanza del Consiglio Decaduto e Nazionale su Avvocati ‘ Minimo Rimunerazione 2004 (?la Rimunerazione Ordinanza?).
9. In una lettera di 31 maggio 2005, sped? al richiedente e la Corte distrettuale, la Sbarra di Plovdiv nomin? il richiedente per rappresentare N.R. La lettera contenne il testo seguente:
?Nella conformit? con sezione 44 dell’Atto Decaduto, Lei deve comportarsi come consiglio di difesa… e sembra all’udienza negli atti. Inosservanza pu? dare luogo ad azione disciplinare sotto l’Atto Decaduto e vis-?-vis di responsabilit? civile le parti [ai procedimenti penali].
Nella sua decisione per nominare [Lei come] consiglio di difesa, il [penale] la corte… deve esporre [Suo] rimunerazione in un importo non abbassa che il minimo previde per nella Rimunerazione Ordinanza. Altrimenti Lei deve rifiutare di offrire rappresentanza legale perch? Lei ? a rischio di un disciplinare [la sanzione] per violazione di sezione 132 (6) dell’Atto Decaduto e le istruzioni del Consiglio Decaduto e Nazionale…?
10. La Corte distrettuale di Plovdiv sostenne un’udienza nella causa penale contro N.R. 10 giugno 2005. All’inizio dell’udienza, a circa le 3.30 di sera, la corte nomin? il richiedente come il consiglio di N.R e l’invit? ad affermare la sua posizione in riguardo di se c’era un ostacolo a procedendo con l’udienza o non.
11. Il richiedente rispose che lui avrebbe rappresentato N.R. se la corte si impegnasse attenersi con sezione 44(2) dell’Atto Decaduto che a turno si rifer? alla Rimunerazione Ordinanza, e con ci? determin? la sua rimunerazione ad o sopra dei minimi 550 levs bulgari (BGN; l’equivalente di approssimativamente 280 euros (EUR)) purch? per in legge.
12. Il giudice che presiede rifiut? di determinare la minima rimunerazione a che punto in tempo. Lui avvert? il richiedente che lui pu? eccellente lui se lui rifiutasse di comportarsi come consiglio per l’imputato.
13. Seguendo questo cambio, il richiedente rifiut? di rappresentare l’imputato e lasci? la sala d’udienza.
14. La corte mult? il richiedente BGN 500 (verso EUR 260). La decisione che impone la multa si rifer? ad Articolo 269 ? 7 del Codice di Diritto processuale penale 1974 (veda paragrafo 33 sotto) e determinato siccome segue:
?Nella prospettiva della corte, gli avvocati gi? nominati per notificare come consiglio di difesa non avrebbero dovuto chiedere della loro rimunerazione [a questo stadio dei procedimenti]. La corte sarebbe in una posizione per valutare che corrisponde solamente dopo la raccolta di ogni prova e seguendo le definitivo note orali. Con sollevando la problema di esporre la loro rimunerazione ad un minimo di BGN 550 di fronte all’esame della causa cominciata, il [due avvocati] mostr? mancanza di rispetto manifesta per la corte ed era in violazione del Codice di Diritto processuale penale. Nonostante un avvertimento, loro non fecero commenti, loro rifiutarono di comportarsi come rappresentanti legali nomin? con la Sbarra di Plovdiv sulla richiesta di questa corte… e lasci? la sala d’udienza. Vedendo che nella causa presente gli imputati devono essere rappresentati giuridicamente… l’udienza doveva essere aggiornata dovendo all’assenza ingiustificata del loro consiglio di difesa.
Perci?, [il richiedente e l’altro avvocato] sar? multato BGN 500 ognuno.?
15. Poi l’accusatore richiese un’interruzione di un’ora cos? che consiglio nuovo potrebbe essere trovato per l’accusato. Lui present? che, in prospettiva del principio di speediness di procedimenti penali ed il fatto che tutti i testimoni ed esperti erano nella sala d’udienza l?, l’udienza non dovrebbe essere aggiornata un pi? tardi la data. La corte accord? la richiesta e decise di procedere con la causa a 4.40 di sera nello stesso giorno.
16. L’udienza fu ripresa come elencato. L’accusatore chiese alla corte di nominare un altro avvocato che era presente nella sala d’udienza come consiglio per l’accusato e darlo tempo per fare la conoscenza dell’archivio di causa. La corte accord? la richiesta.
17. A 4.55 di sera l’avvocato nuovo afferm? che lui si era informato con la causa ed era convenuto essere nominato consiglio di difesa. La corte faceva cos? e proced? con la causa. I procedimenti terminarono con un accordo di affare di dichiarazione fra l’accusatore e gli imputati. La corte espose la rimunerazione del consiglio di difesa di sostituzione a BGN 30 (di EUR 15).
18. Su una data non specificata il richiedente fece appello contro la multa imposta su lui (veda paragrafo 14 sopra). Lui disse che lui non era stato nominato con la Corte distrettuale in conformit? con la legge. In particolare, la corte era stata legata con legge, specificamente l’Atto Decaduto determinare la sua rimunerazione nella decisione effettiva per nominarlo consiglia (veda paragrafo 30 sotto); la corte aveva dovuto determinare anche l’importo secondo la Rimunerazione Ordinanza. Rifiutando di attenersi con quelli requisiti giuridici, la corte aveva violato la legge. Perci?, il rifiuto del richiedente per comportarsi come consiglio era stato giustificato; lui non sarebbe dovuto essere contenuto responsabile per l’aggiornamento dell’udienza e lui non aveva agito scortesemente. Di conseguenza, lui present?, la multa era stata illegale.
19. 11 luglio 2005 il Plovdiv Corte Regionale respinse il ricorso del richiedente contro la multa in una definitivo decisione. Ammise che facendo seguito a sezione 44(2) dell’Atto Decaduto la rimunerazione per essere pagato ad un consiglio di difesa corte-nominato doveva essere indicata nell’ordine per suo o il suo appuntamento e che non deve ? pi? basso che il minimo previde per nella Rimunerazione Ordinanza. Comunque, la corte fond? che era solamente possibile determinare l’importo esatto di rimunerazione per essere pagato alla fine dei procedimenti. La ragione per questo era che la Rimunerazione Ordinanza previde per un importo pi? basso in causa di conclusione dei procedimenti penali con modo di un affare di dichiarazione (veda paragrafo 28 sotto). La corte non poteva predire la conseguenza dei procedimenti al loro inizio. Perci?, l’insistenza del richiedente su una determinazione precedente della sua parcella era contraria a sezione 44 dell’Atto Decaduto. Il richiedente aveva provocato cos? un aggiornamento ingiustificato ed era stato multato esattamente sotto Articolo 269 ? 7 del Codice di Diritto processuale penale. La corte infine contenne che l’importo della multa era proporzionato alla gravit? del reato.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
Appuntamento di A. di consiglio di difesa con una corte
20. Articolo 70 del Codice di Diritto processuale penale 1974 (?i 1974 CCP?) contenne un ruolo di circostanze che richiedono l’appuntamento di consiglio con la corte. Questi inclusero, fra altri, una situazione dove l’accusato desider? essere rappresentato giuridicamente e l? era un altro accusato con interessi contraddittori che gi? avevano trattenuto consiglio (l’Articolo 70 ? 1 (5) in relazione ad Articolo 70 ? 2 dei 1974 CCP). L’appuntamento di consiglio era anche obbligatorio quando l’accusato non potesse riconoscere-ma desider? a-sia rappresentato giuridicamente e gli interessi della giustizia cos? richiesto (l’Articolo 70 ? 1 (7) dei 1974 CCP). Separatamente dalle circostanze previste in Articolo 70 dei 1974 CCP, la corte era sotto un dovere di nominare consiglio quando l’accusato era unrepresented e l’accusatore aveva proposto un accordo di affare di dichiarazione (Articolo 414 ?dei 1974 CCP). Disposizioni simili sembrano nel Codice di Diritto processuale penale (?il CCP?) quale entr? in vigore nel 2006 (gli Articoli 94 ? 1 e 384 dei 2006 CCP).
21. Dove una corte che esamina una causa penale decide di nominare un consiglio di difesa, il Consiglio Decaduto ed attinente ? informato e seleziona uno dei suoi membri per il compito, mentre proponendoli lui o per appuntamento con l’udienza di corte la causa in oggetto (la sezione 44 ? 2 dell’Atto Decaduto).
22. 1 gennaio 2006 le disposizioni riguardo all’appuntamento di consiglio furono corrette e divennero parte dell’Assistenza Atto Legale e di recente adottato (le sezioni 21 a 26). Sotto il regime nuovo, patrocinio gratuito ? accordato una volta, l’asse di legale-aiuto spedisce una copia della sua decisione al Consiglio Decaduto e locale che nomina un avvocato per essere nominato come consiglio per l’accusato (la sezione 25 ? 4).
Circostanze di B. nelle quali pu? dimettersi un consiglio nominato
23. Sezione 44(1) dell’Atto Decaduto prevede che consiglio di difesa nomin? con la corte ? sotto un dovere di agire per l’accusato.
24. Consiglio legale, se nominato con la persona accusato o con la corte, ? concesso per dimettersi solamente i loro doveri in una situazione dove ?ragioni obiettive? renda il loro pagamento ?impossibile? (sezione 35 dell’Atto Decaduto ed Articolo 71 dei 1974 CCP).
Generale di C. decide su minime parcelle legali
25. Agli avvocati non ? permesso per accusare parcelle abbassi che quelli determinarono col Consiglio Decaduto e Nazionale. Loro possono offrire i loro servizi pro bono a, inter l’alia, persone di modesto vuole dire (sezioni 36(2) e 38(1) dell’Atto Decaduto).
26. Al tempo attinente le minime parcelle furono esposte fuori nella Rimunerazione Ordinanza.
27. Le minime parcelle differirono secondo il tipo di lavoro legale e lo stadio attinente dei procedimenti (sezioni 12-16 della Rimunerazione Ordinanza in riguardo di procedimenti penali).
D. parcelle Legali pagabile ad avvocati corte-nominati
28. Al tempo attinente, nella conformit? con sezione 44(2) dell’Atto Decaduto, le corti erano sotto un dovere di determinare le parcelle per consiglio di difesa corte-nominato in importi non abbassi che quegli esposero fuori nella Rimunerazione Ordinanza. La Rimunerazione Ordinanza convenne che la parcella per rappresentanza legale in cause dove dipendeva punibile con da quindici anni il reato era BGN 550. In una causa dove i procedimenti furono terminati con un accordo di affare di dichiarazione, l’importo era BGN 150.
29. Con l’adozione dell’Assistenza Atto Legale, in vigore come di 1 gennaio 2006, la Rimunerazione Ordinanza non fece domanda pi? a rappresentanza legale e corte-nominata. In linea con questa legislazione nuova il Consiglio di Ministri adott? una Ordinanza per il Rimborso di Assistenza 2006 Legale (?l’Assistenza Ordinanza Legale?) quale espose fuori gli specifici articoli che governano la rimunerazione di consiglio corte-nominato e purch? per sia minimo e massimo corrisponde di pagamento. L’Assistenza Atto Legale introdusse un sistema nuovo per trattare il pagamento effettivo delle parcelle di consiglio di difesa corte-nominato che, finch? entr? in vigore, era stato pagabile dal bilancio della corte.
E. Quando parcelle a causa di corte-nomin? consiglio ? determinato
30. Al tempo attinente sezione 44(2) dell’Atto Decaduto previde che la decisione di una corte di nominare un avvocato dovrebbe indicare l’importo di suo o la sua rimunerazione.
31. Come da 1 gennaio 2006 le disposizioni attinenti e nuove dell’Assistenza Legale non Agiscono pi?, richiede che la rimunerazione del consiglio sia indicata nella decisione della corte per suo o il suo appuntamento (la sezione 25 ?? 1 e 4). Alla conclusione dei procedimenti penali l’avvocato corte-nominato prepara un rapporto per il lavoro fatto, certificato col Consiglio Decaduto ed attinente sotto il sistema nuovo, e lo presenta all’Assistenza Scrivania Legale e Nazionale. La Scrivania paga le parcelle di consiglio in conformit? col tipo e quantit? del lavoro fatte, all’interno dei limiti previsti nell’Assistenza Ordinanza Legale. Non ? legato col rapporto del consiglio e pu? determinare un importo pi? alto o pi? basso (sezioni 37-39 dell’Assistenza Legale Agiscono e sezioni 1-12 dell’Assistenza Ordinanza Legale). La Scrivania pu? rifiutare anche di pagare se ? affrontato con una causa di cattiva condotta o mancanza di diligenza necessaria (sezione 4 dell’Assistenza Ordinanza Legale).
F. Multa imposta dal giudice che presiede
32. Sezione 103 del Sistema Giudiziale Agisce 1994, come in vigore al tempo attinente, purch? che durante udienze il giudice che presiede era responsabile per mantenere ordine; il giudice potrebbe emettere ordini vincolanti e sanzione quegli agendo in violazione degli articoli stabiliti, in conformit? col diritto procedurale applicabile. Gli stessi articoli sono riprodotti nel Sistema Giudiziale Atto 2007.
33. Nella conformit? con Articolo 269 ? 7 dei 1974 CCP, come in vigore al tempo attinente, quando un’udienza fu posticipata come un risultato di un insuccesso di una parte per sembrare, il giudice che presiede potrebbe imporre una multa di su a BGN 500 sulla parte in oggetto.
G. Sanzioni disciplinari Consiglio locale contro avvocati
34. Secondo sezione 132 (6) dell’Atto Decaduto ? un’infrazione disciplinare per comportarsi come consiglio per un accusato in violazione delle condizioni previde per con la legge. Sezione 133 dei ruoli di Atto Decaduti i tipi diversi di punizioni disciplinari applicabile ad avvocati. Questi includono un rabbuffo, una multa di su ad otto volte il minimo salario nel paese, e sospensione dalla sbarra per periodi che variano da tre mesi a cinque anni.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL? ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1 A ALLA CONVENZIONE
35. Il richiedente si lament? che, con non pagando la sua parcella di rappresentanza legale e multandolo, la Corte distrettuale di Plovdiv aveva violato il suo diritto a godimento tranquillo delle sue propriet? come previsto in Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione che legge siccome segue:
?Ogni persona fisica o giuridica ? abilitata al godimento pacifico delle sue propriet?. Nessuno sar? privato delle sue propriet? eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di propriet? in conformit? con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.?
a. Ammissibilit?
1. Le osservazioni del Governo
36. Prima, il Governo present? che l’azione di reclamo del richiedente dell’onorario legale era inammissibile siccome lui lui era stato responsabile per non ricettazione la parcella in oggetto. Dato che lui aveva scelto volontariamente di non eseguire il lavoro richiese per pagamento dell’onorario legale, lui non aveva una rivendicazione in riguardo di ricevere pagamento.
37. Come riguardi l’azione di reclamo rifer? in secondo luogo, alla multa, il Governo asser? che il richiedente aveva sofferto di nessun svantaggio significativo e cos? che azione di reclamo dovrebbe essere respinta. Questo era perch? la taglia della multa impose su lui era piccolo e lui non aveva mostrato che aveva colpito negativamente la sua situazione finanziaria.
2. Le osservazioni del Richiedente
38. Il richiedente non fu d’accordo. In particolare lui indic? che lui era stato privato illegalmente della parcella per rappresentare un imputato in una causa penale che era dovuta a lui sotto diritto nazionale.
39. Inoltre, con multandolo le autorit? aveva violato il suo diritto a godimento tranquillo della sua propriet?.
40. Infine, n? la taglia della parcella che lui non ricevette n? della multa potrebbe essere descritto come trascurabile. Piuttosto separatamente dal loro valore valutario (EUR 280 per l’onorario legale ed EUR 260 per la multa) nessuno di che era in se stesso insignificante sia rappresent? una mancanza chiara di riguardo con la corte al richiedente e quel l’aveva colpito negativamente.
3. La valutazione della Corte
(un) Parcella per rappresentanza legale
41. La Corte reitera che Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione fa domanda solamente alle propriet? di una persona (veda Marckx c. il Belgio, 13 giugno 1979, ? 50 la Serie Un n. 31, ed Anheuser-Busch Inc. c. il Portogallo [GC], n. 73049/01, ? 64 ECHR 2007 io [GC]) quale pu? essere uno ?propriet? esistenti? o i beni, incluso rivendicazioni in riguardo dei quali il richiedente pu? dibattere che lui o lei hanno almeno un ?l’aspettativa legittima? di ottenere godimento effettivo di un diritto di propriet? (veda J.A. Pye (Oxford) Ltd e J.A. Pye (Oxford) la Terra Ltd c. il Regno Unito [GC], ? 61; Von Maltzan ed Altri c. la Germania (il dec.) [GC], N. 71916/01, 71917/01 e 10260/02 ? 74 (il c), ECHR 2005 V; e Kopeck? c. la Slovacchia [GC], n. 44912/98, ? 35 (il c), ECHR 2004 IX). Importantemente, Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione non garantisce il diritto per acquisire propriet? (veda Slivenko ed Altri c. la Lettonia (il dec.) [GC], n. 48321/99, ? 121 ECHR 2002 II (gli estratti), e Kopeck?, citato sopra, ? 35 (b)). Reddito futuro costituisce un ?la propriet?? solamente se il reddito ? stato guadagnato o dove una rivendicazione esecutiva a s? esiste (veda Ian Edgar (Liverpool) Ltd c. il Regno Unito (il dec.), n. 37683/97, 25 gennaio 2000; Wendenburg c. la Germania (il dec.), n. 71630/01, 6 febbraio 2003; Lev?nen ed Altri c. la Finlandia (il dec.), n. 34600/03, 11 aprile 2006; Anheuser-Busch Inc, citato sopra, ? 64; e N.K.M. c. l’Ungheria, n. 66529/11, ? 36 14 maggio 2013).
42. Al giorno d’oggi causa che la Corte osserva che il richiedente scelse di sua propria volizione per non compiere il lavoro richiesto per la parcella per essere pagato. Stato stato detto col giudice che presiede che la parcella non sarebbe esposta all’inizio dell’udienza, il richiedente scelse di lasciare la sala d’udienza ed optare fuori del suo ruolo come consiglio di difesa corte-nominato. Lui perci? n? guadagn? la parcella futura n? lui avevano una rivendicazione a s? su motivi diversi.
43. Segue che questa parte della richiesta ? mal-fondata manifestamente e deve essere respinta in conformit? con Articolo 35 ?? 3 (un) e 4 della Convenzione.
(b) In riguardo della multa
44. La Corte nota che se il richiedente ha subito qualsiasi svantaggio significativo rappresenta l’elemento principale del criterio insorga avanti Articolo 35 ? 3(b) della Convenzione (veda Adrian Mihai Ionescu c. la Romania (il dec.), n. 36659/04, 1 giugno 2010; veda anche Korolev c. la Russia (il dec.), n. 25551/05, 1 luglio 2010). Inspirato col minimis di de di principio generale non curat praetor, questo criterio di ammissibilit? rimane sul locale che una violazione di un diritto, comunque davvero da un puramente punto di vista legale, dovrebbe raggiungere un minimo livello della gravit? per garantire la considerazione con una corte internazionale. La valutazione di questo minimo livello ?, nella natura di cose, relativo e dipende da tutte le circostanze della causa. La gravit? di una violazione dovrebbe essere valutata presa in conto sia le percezioni soggettive del richiedente e che che ? obiettivamente in pericolo in una particolare causa (veda Korolev, citato sopra). Nelle altre parole, l’assenza di qualsiasi svantaggio significativo pu? essere basato su criterio come l’impatto finanziario della questione in controversia o l’importanza della causa per il richiedente (veda Adrian Mihai Ionescu, citato sopra). La Corte osserva in questo collegamento che prima ha considerato la perdita patrimoniale di alcuno EUR 90 sub? presumibilmente col richiedente nella causa di Adrian Mihai Ionescu (cit? sopra) come non raggiungendo il livello richiesto di significato. Ha valutato anche come trascurabile una perdita patrimoniale di alcuno EUR 0.5 subita presumibilmente col richiedente nella causa di Korolev, citato sopra.
45. In riguardo della posizione del Governo che il richiedente nella causa presente non aveva sofferto di un svantaggio significativo come la taglia della multa era trascurabile, la Corte nota il seguente. Il richiedente fu multato verso EUR 260 con le corti nazionali nel contesto di una causa penale al quale lui era stato assegnato per comportarsi come consiglio di difesa per uno dell’accusato. N? festeggi informazioni presentate della situazione finanziaria del richiedente. La Corte osserva che, secondo un studio commissionato con l’Osservatorio europeo della Vita lavorativa (un’agenzia di Unione europea), il minimo salario mensile in Bulgaria al tempo dei fatti era equivalente a di EUR 61. Presumendo anche che il richiedente era un avvocato indipendente i cui guadagni non furono fissati al minimo livello di salario, la Corte considera le informazioni sopra indicativo dello standard di vita generale nel paese al tempo e, come cos?, di attinenza.
46. La Corte nota anche che la multa che ? la materia dell’azione di reclamo di fronte a s? fu imposta sul richiedente come una sanzione patrimoniale, o una sanzione penale per che che la corte nazionale considerata era la sua condotta scortese durante i procedimenti di causa. Perci?, oltre ad e separatamente dall’interesse patrimoniale del richiedente in non stato stato multato, ? anche necessario per prendere in considerazione il fatto che il problema di se lui era stato multato riguardato legalmente una questione di principio per lui che era che di riguardo per la sua posizione come un avvocato nell’esercizio delle sue attivit? professionali.
47. Sotto queste circostanze che il richiedente non pu?, nella prospettiva della Corte siano ritenute per non avere sofferto di un svantaggio significativo.
48. La Corte nota che il criterio di ammissibilit? insorse avanti Articolo 35 ? 3 (b) della Convenzione ? solamente applicabile quando il richiedente ha sofferto di nessun svantaggio significativo e purch? che le due clausole di salvaguardia contennero nella stessa disposizione ? rispettato. Segue che dove non ? stato determinato che il richiedente ha sofferto di nessun svantaggio significativo, questo criterio di ammissibilit? non fa domanda (veda Giuran c. la Romania, n. 24360/04, ? 24 ECHR 2011 (gli estratti)).
49. La Corte respinge di conseguenza l’eccezione del Governo in riguardo della multa. Notando che l’azione di reclamo del richiedente in riguardo della multa non ? mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 ? 3 (un) della Convenzione, e che non ? inammissibile su qualsiasi gli altri motivi, lo dichiara ammissibile.
B. Meriti
1. Le osservazioni delle parti
(a) le osservazioni di Il Governo
50. Il Governo present? che la multa impose sul richiedente non si pu? considerare che abbia, colp? illegalmente o sproporzionatamente suo ?le propriet?.? In particolare, la multa era stata esplicitamente una sanzione finanziaria purch? per in legislazione nazionale. Lo Stato fu concesso per introdurre meccanismi di controllo di tipi diversi che inclusero multe. La multa imposta sul richiedente era stata legale, dato che lui era stato una corte nomin? consiglio di difesa al tempo ma era stata assente dall’udienza. La multa era stata anche proporzionata alla sua condotta, determinato che era una punizione disciplinare per condotta immorale e mancanza di riguardo esposte col richiedente verso la corte. Infine, con lasciando la sala d’udienza e rifiutando di continuare rappresentando l’imputato, il richiedente aveva provocato un ritardo ingiustificato nei procedimenti per i quali gli era stato multato esattamente.
(b) Le osservazioni del Richiedente
51. Il richiedente present? che la multa impose su lui aveva interferito col suo diritto a godimento tranquillo delle sue propriet? e non era stata in conformit? con la legge.
52. Lui indic? che la corte era stata obbligata per indicare nella decisione di nominarlo consiglio di difesa la parcella lui stava per ricevere. La parcella non poteva essere pi? piccolo che il minimo importo convenne nella Rimunerazione Ordinanza; se la corte offrisse una pi? piccola parcella, l’avvocato doveva rifiutare di rappresentare l’imputato o altrimenti rischi? sanzioni con la Sbarra sotto sezione 132(6) dell’Atto Decaduto (veda paragrafo 9 sopra). Il richiedente dibatt? che, siccome la corte era andata a vuoto ad indicare la parcella per essere pagata a lui nella decisione che lo nomina consiglio, la corte non aveva agito legalmente; perci? lui non era stato nominato efficacemente consiglio prima che lui fosse multato. Lui indic? inoltre che lui non era riuscito a sembrare all’udienza; lui aveva infatti gir? su preparato agire per la difesa ed aveva lasciato solamente successivamente a causa del rifiuto illegale della corte per garantire una parcella di nessuno meno che il minimo legale. Per le ragioni sopra, il richiedente chiese, la multa non era stata legale.
2. La valutazione della Corte
(a) Principi Generali
53. La Corte indica che Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 che garantisce in sostanza il diritto a propriet? comprende tre articoli distinti. Il primo articolo, espresso nella prima frase del primo paragrafo ? di una natura generale e posa in gi? il principio di godimento tranquillo di uno ?le propriet?.? Il secondo articolo, nella seconda frase dello stesso paragrafo copre privazione di propriet? e lo fa soggetto alle certe condizioni. Il terzo articolo, contenuto nel secondo paragrafo riconosce che Stati sono concessi, fra le altre cose, controlli l’uso di propriet? in conformit? con l’interesse generale. La Corte ha sostenuto ripetutamente che il secondo e terzi articoli devono essere costruiti nella luce del principio generale posata in gi? nel primo articolo (veda, fra molte altre autorit?, Grifhorst c. la Francia, n. 28336/02, ?? 81-83 26 febbraio 2009).
54. La Corte reitera che qualsiasi interferenza con un’autorit? pubblica col godimento tranquillo di propriet? deve essere legale. In particolare, il secondo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, mentre recognising che Stati hanno diritto a controllare l’uso di propriet?, le materie il loro diritto alla condizione che sia esercitato con eseguendo ?le leggi.? Inoltre, il principio della legalit? presuppone che le disposizioni applicabili di diritto nazionale sono sufficientemente accessibili, precise e prevedibili nella loro richiesta (veda, mutatis mutandis, Frizen c. la Russia, n. 58254/00, ? 33 24 marzo 2005).
55. Inoltre, un equilibrio equo deve essere previsto fra le richieste dell’interesse generale della comunit? ed i requisiti della protezione dei diritti essenziali dell’individuo (veda SCHNEIDER Austria GmbH c. l’Austria (il dec.), n. 21354/93, 30 novembre 1994). L’equilibrio richiesto non sar? previsto dove la persona riguard? sopporta un carico individuale ed eccessivo (veda Valico S.r.l. c. l’Italia (il dec.), n. 70074/01, 21 marzo 2006). Di conseguenza, una responsabilit? finanziaria che sorge fuori di una multa pu? minare la garanzia riconosciuta con che approvvigiona se mette un carico eccessivo sulla persona o fondamentalmente interferisce con suo o la sua posizione finanziaria (veda Valico S.r.l., citato sopra). L’equilibrio equo costringe garanzie procedurali a stabilire la responsabilit? del richiedente da che cosa il richiedente ? riconosciuto un’opportunit? adeguata di fissare suo o la sua causa alle autorit? responsabili per supplicare, siccome ? probabile che la causa sia, l’illegalit? o condotta arbitraria ed irragionevole (veda Yildirim c. l’Italia (il dec.), n. 38602/02, 10 aprile 2003).
56. La Corte reitera anche che ? primariamente per le autorit? nazionali per decidere che genere di tasse o contributi sar? raccolto. Simile decisioni comporteranno comunemente la valutazione di questioni politiche, economiche e sociali che la Convenzione lascia all’interno della competenza degli Stati Contraenti. La Corte ha sostenuto ripetutamente che il margine della valutazione degli Stati Contraenti in quelle aree ? un ampio (veda, fra molte altre autorit?, Gasus Dosier – l’und F?rdertechnik GmbH c. i Paesi Bassi, 23 febbraio 1995, ? 60 la Serie Un n. 306 B. See anche, mutatis mutandis, in relazione a politica fiscale Bal?? c. la Slovacchia (il dec.), n. 60243/00, 16 settembre 2003).
(b) la Richiesta di quelli principi alla causa presente
57. La Corte osserva che il ?la propriet?? quale forma l’oggetto di questa azione di reclamo ? una somma di soldi che ? dire l’EUR 260 quale fu imposto come una multa sul richiedente (veda divide in paragrafi 14 e 19). Considera che questa misura corrisponde ad un’interferenza col diritto del richiedente a godimento tranquillo di propriet?. Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione ? perci? applicabile.
58. La multa costituisce un ?la sanzione penale? all’interno del significato della Convenzione. Incorre perci? all’interno della sfera del secondo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 quale permette agli Stati Contraenti di controllare l’uso di propriet? per garantire il pagamento di, inter alia, sanzioni penali.
59. In riguardo del ?la legalit?? dell’interferenza, il richiedente present?, sia nei procedimenti nazionali e di fronte a questa Corte che lui non era stato nominato come consiglio legale in conformit? con la legge applicabile, come nella decisione che lo nomina la corte nazionale di indicare la parcella per essere pagato a lui come and? a vuoto ex consiglio di officio. Questo era qualche cosa richiesto esplicitamente con legge nazionale al tempo. Siccome il richiedente non era stato nominato debitamente consiglio nei procedimenti, in conformit? coi requisiti giuridici applicabili che lui non poteva essere multato per non riuscendo a sembrare ed ostruire cos? i procedimenti giudiziali. Il Governo insist? che il richiedente fosse stato nominato consiglio con la corte prima che lo mult? sulla base di Articolo 269 del CCP e, perci?, che la multa era legale.
60. La Corte nota che, davvero, disposizioni contraddittorie esisterono sotto legge nazionale, mentre regolando l’appuntamento con le corti di ex rappresentanti legali di officio, e questo gener? una controversia come alla loro interpretazione corretta. La controversia era del tempo quando parcelle legali di ex avvocati di officio dovrebbero essere determinati con le corti, cos? come il loro importo. Sezione 44(2) dell’Atto Decaduto, applicabile al tempo, convenne che la corte doveva indicare l’importo di onorario legale per essere pagata per consigliare nella decisione con la quale nomin? la corte che consiglia di agire nei procedimenti. Questo fu confermato anche esplicitamente con prima la corte nazionale che fece appello il richiedente il contestato eccellente. L’Atto Decaduto convenne inoltre che le corti dovrebbero seguire le minime parcelle, come determinato col Consiglio Decaduto e Nazionale, qualche cosa che sembra le corti nazionali ? andato a vuoto a fare.
61. La Corte nota in che riguardo, che non ? il suo ruolo per interpretare e definire il significato preciso di legge nazionale, un compito che chiaramente incorre all’interno del reame delle corti nazionali (veda ?ahin di Nejdet e l’ahin di Perihan c. la Turchia [GC], n. 13279/05, ? 50 prima condannano, 20 ottobre 2011, con gli ulteriori riferimenti). ? infine per le corti nazionali per determinare la legalit? sotto legge nazionale di un’interferenza contestata il ruolo della Corte in che essere di riguardo limit?. La Corte nota inoltre che contrastare disposizioni legali ? una parte inevitabile di qualsiasi l’ordinamento giuridico e che il fine del requisito della legalit?, e di conseguenza della chiarezza e prevedibilit? del diritto nazionale, ? permettere ad ognuno di prevedere l?, ad un grado che ? ragionevole nelle particolari circostanze le conseguenze che pu? comportare un’azione determinata (veda Rekv?nyi c. l’Ungheria [GC], n. 25390/94, ? 34 ECHR 1999 III). Legislazione nazionale non poteva in qualsiasi causa prevede per ogni eventualit? ed il livello di precisione richiesto dipende ad un grado considerevole dal contenuto dello strumento in oggetto, il campo ? progettato per coprire ed il numero e status di quegli a chi ? rivolto (veda Hashman e Harrup c. il Regno Unito [GC], n. 25594/94, ? 31 ECHR 1999 VIII).
62. Prendendo in considerazione quelli principi e le circostanze della causa presente, la Corte non ? convinta, nonostante il conflitto evidente fra disposizioni diverse di legislazione nazionale che il contestato eccellente fu basato su legge che ? andata a vuoto a soddisfare standard di Convenzione. ? della particolare importanza nella causa presente che la multa ? stata imposta su un avvocato professionale, con un giudice di fronte al quale lui stava sembrando nella sua veste professionale. Sotto quelle circostanze il richiedente ? dovuto essere completamente consapevole dell’ultima responsabilit? del giudice che presiede i procedimenti giudiziali per la loro condotta corretta. Il richiedente fu istruito in nessuno termini poco chiari con la corte nazionale che lui ? stato nominato come consiglio di difesa, prima che lui fu multato per scegliere di lasciare l’udienza di corte. La corte nazionale mult? il richiedente che specificamente si riferisce ad una disposizione legale che era parte del Diritto processuale penale Codice, vesting l’ultima autorit? per l’amministrazione corretta dei procedimenti nel giudice. Dato che il richiedente era un avvocato, sia questo principio di base ed il contenuto e volere dire della particolare disposizione del CPC sarebbe dovuto essere sufficientemente chiaro a lui e le conseguenze della sua richiesta prevedibile. Come qualsiasi contesta della rimunerazione del richiedente un ex consiglio di officio non poteva essere aspettatosi di prendere precedenza sulla condotta corretta dei procedimenti giudiziali e quelli procedimenti giudiziali non poteva essere aspettatosi di essere il foro dove tale controversia dovrebbe essere risolta.
63. In prospettiva del sopra, la Corte ? preparata per accettare che il richiedente, come un rappresentante di una parte in procedimenti penali fu multato come un risultato della sua assenza dall’udienza. Come s? non pu? essere detto che la richiesta della legge alla situazione del richiedente era arbitraria, i costatazione di Corte che lui ? stato multato legalmente, quel ? dire sulla base di una disposizione legale ed accessibile, chiara e prevedibile.
64. Inoltre, la legge intraprese lo scopo legittimo di assicurare l’operazione liscia del sistema di giustizia (veda Dimitrov e Hamanov c. la Bulgaria, N. 48059/06 e 2708/09, ? 70 10 maggio 2011 con gli ulteriori riferimenti all’importanza di amministrare la giustizia senza ritardi che metterebbero in pericolo la sua efficacia e la credibilit?). La Corte riconosce che, innegabilmente, ? nell’interesse generale di societ? per avere un sistema di giustizia che opera efficientemente e questo include unhindered degli atti con ritardi ingiustificati.
65. Rimane essere determinato se un ?equilibrio equo? fu previsto fra le richieste dell’interesse generale ed i requisiti della protezione dei diritti essenziali del richiedente. Al giorno d’oggi causa, provocando la proroga dell’udienza senza una ragione valida come stabilito con le corti nazionali, rappresent? un ostacolo al lisciato funzionando del sistema di giustizia; corti sono chiamate su per assicurare il secondo. Il problema di se la condotta che conduce a che ostacolo dovrebbe essere punito con una sanzione finanziaria con un effetto di deterrente, come la multa nella causa presente viene all’interno del margine della valutazione dello Stato. Che margine ? un ampio (veda paragrafo 56 sopra).
66. Importantemente, il richiedente aveva alla sua disposizione una garanzia procedurale con che impugnare la sanzione penale, specificamente una possibilit? di portare procedimenti di controllo giurisdizionale in riguardo della multa. Lui si avvalse di che via di ricorso (veda paragrafo 18 sopra) e non c’? niente da mostrare che l’elaborazione decisionale che d? luogo alla multa si lament? di era ingiusto o arbitrario.
67. Infine, bench? la multa imponesse sul richiedente era nel massimo il possibile importo sotto la disposizione legale ed attinente, n? ? proibitivo, n? oppressivo o altrimenti sproporzionato (veda per un approccio simile Allianz-Slovenska-Poistovna, A.S., ed Altri c. la Slovacchia (il dec.), n. 19276/05, 9 novembre 2010).
68. La Corte indica che la situazione nella causa presente doveva essere distinta da cause che concernono il diritto di avvocati per esprimersi liberamente nella loro veste come consiglio di difesa; in quelle azioni di reclamo di cause ? stato reso con richiedenti e ? stato esaminato con la Corte sotto Articolo 10 della Convenzione (veda, per esempio, Nikula c. la Finlandia, n. 31611/96, ?? 29-56 ECHR 2002 II; veda, pi? recentemente, Morice c. la Francia [GC], n. 29369/10, ? 174 23 aprile 2015). In Nikula e Morice, sia cit? sopra, i richiedenti furono dichiarati colpevole per avere criticato rispettivamente un accusatore ed un giudice in una maniera che le corti nazionali trovarono diffamando. La Corte sostenne che il problema concern? i richiedenti la libert? di espressione di ‘; in Morice specificamente era parte di un dibattito su una questione di interesse pubblico del funzionare del sistema di giustizia e nel contesto di una causa che aveva ricevuto copertura di media ampia dall’inizio. Al giorno d’oggi la causa, il richiedente fu sanzionato con una multa per avere abbandonato il suo dovere di rappresentare l’accusato; che il dovere scatur? dal fatto che la corte aveva nominato il consiglio di difesa di richiedente e nessuno ragioni obiettive resero il pagamento dei suoi doveri di rappresentanza legali impossibile (veda divide in paragrafi 23 e 24 sopra).
69. Nelle circostanze della causa presente, in prospettiva di tutti detta sopra della Corte trova che le autorit? hanno previsto un equilibrio equo fra, sulla mano del una, l’interesse generale e, sull’altro, rispetti per il diritto del richiedente a propriet?. L’interferenza non faceva, perci?, imponga un carico eccessivo sul richiedente.
70. Segue che non c’? stata nessuna violazione di Articolo 1 o Protocollo N.ro 1 alla Convenzione.
II. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL? ARTICOLO 13 DELLA CONVENZIONE
71. Il richiedente si lament? anche che lui non aveva avuto alla sua disposizione una via di ricorso nazionale ed effettiva in collegamento con la sua azione di reclamo del godimento tranquillo di propriet?, contrari al requisito di Articolo 13 della Convenzione. Che approvvigiona legge siccome segue:
?Chiunque i cui diritti e le libert? come riconosciuti [dalla] Convenzione sono violati avr? una via di ricorso effettiva di fronte ad un’autorit? nazionale anche se la violazione fosse stata commessa da persone che agiscono in veste ufficiale.?
72. Il Governo contest? quel l’argomento.
Ammissibilit? di A.
73. La Corte nota che questa azione di reclamo ha collegato all’esaminato sopra, e deve essere dichiarato perci? similmente ammissibile.
B. Meriti
74. Avendo riguardo ad alle sue sentenze in riguardo delle garanzie procedurali sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione che era stata disponibile al richiedente (veda paragrafo 66 sopra), la Corte lo considera non necessario esaminare anche questo problema sotto Articolo 13 della Convenzione.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE, ALL?UNANIMITA?
1. Dichiara la richiesta ammissibile;

2. Sostiene che non c’? stata nessuna violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione;

3. Sostiene che non c’? nessun bisogno di esaminare l’azione di reclamo sotto Articolo 13 della Convenzione.
Fatto in inglesi, e notific? per iscritto 27 ottobre 2015, facendo seguito Decidere 77 ?? 2 e 3 degli Articoli di Corte.
Fato ?Arac? Guido Raimondi
Cancelliere aggiunto Presidente

Testo Tradotto

Conclusions: No violation of Article 1 of Protocol No. 1 – Protection of property (Article 1 para. 1 of Protocol No. 1 – Peaceful enjoyment of possessions Article 1 para. 2 of Protocol No. 1 – Control of the use of property)

FOURTH SECTION

CASE OF KONSTANTIN STEFANOV v. BULGARIA

(Application no. 35399/05)

JUDGMENT

STRASBOURG

27 October 2015

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Konstantin Stefanov v. Bulgaria,
The European Court of Human Rights (Fourth Section), sitting as a Chamber composed of:
Guido Raimondi, President,
P?ivi Hirvel?,
George Nicolaou,
Ledi Bianku,
Paul Mahoney,
Krzysztof Wojtyczek,
Yonko Grozev, judges,
and Fato? Arac?, Deputy Section Registrar,
Having deliberated in private on 6 October 2015,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 35399/05) against the Republic of Bulgaria lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by a Bulgarian national, Mr OMISSIS (?the applicant?), on 20 September 2005.
2. The applicant was represented by Mr OMISSIS, a lawyer practising in Plovdiv. The Bulgarian Government (?the Government?) were represented by their Agent, Ms N. Nikolova, from the Ministry of Justice.
3. The applicant alleged, in particular, that his right to peaceful enjoyment of his possessions was breached as a result of not receiving a fee for legal work and of being fined unlawfully during court proceedings in which he had been selected to act as legal aid defence counsel.
4. On 24 May 2011 the application was communicated to the Government.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
5. The applicant was born in 1974. He is a lawyer who lives and practises in Plovdiv.
6. The facts of the case may be summarised as follows.
7. At the beginning of 2005, in the course of criminal proceedings against N.R. and another individual on charges of aggravated theft, punishable by imprisonment of up to fifteen years, the Plovdiv District Court (?the District Court?) decided that in the interests of justice two lawyers should be appointed defence counsel for the two accused, who could not afford to pay for a lawyer but wished to be legally represented.
8. The District Court sent a request to the Plovdiv Bar asking them to nominate two lawyers as defence counsel to represent the accused. The letter stated, inter alia, that the counsel?s remuneration would be determined in accordance with the Ordinance of the National Bar Council on Lawyers? Minimum Remuneration 2004 (?the Remuneration Ordinance?).
9. In a letter of 31 May 2005, sent to the applicant and the District Court, the Plovdiv Bar nominated the applicant to represent N.R. The letter contained the following text:
?In accordance with section 44 of the Bar Act, you must act as defence counsel … and appear at the hearing in the court proceedings. Failure to comply may result in disciplinary action under the Bar Act and civil liability vis-?-vis the parties [to the criminal proceedings].
In its decision to appoint [you as] defence counsel, the [criminal] court … must set [your] remuneration in an amount not lower than the minimum provided for in the Remuneration Ordinance. Otherwise you must refuse to provide legal representation because you are at risk of a disciplinary [sanction] for breach of section 132 (6) of the Bar Act and the instructions of the National Bar Council …?
10. The Plovdiv District Court held a hearing in the criminal case against N.R. on 10 June 2005. At the beginning of the hearing, at around 3.30 p.m., the court appointed the applicant as N.R?s counsel and invited him to state his position in respect of whether there was an obstacle to proceeding with the hearing or not.
11. The applicant replied that he would represent N.R. if the court undertook to comply with section 44(2) of the Bar Act, which in turn referred to the Remuneration Ordinance, and thereby determined his remuneration at or above the minimum 550 Bulgarian levs (BGN; the equivalent of approximately 280 euros (EUR)) provided for in law.
12. The presiding judge refused to determine the minimum remuneration at that point in time. He warned the applicant that he would fine him if he refused to act as counsel for the defendant.
13. Following this exchange, the applicant refused to represent the defendant and left the courtroom.
14. The court fined the applicant BGN 500 (approximately EUR 260). The decision imposing the fine referred to Article 269 ? 7 of the Code of Criminal Procedure 1974 (see paragraph 33 below) and stated as follows:
?In the court?s view, the lawyers already appointed to serve as defence counsel should not have asked about their remuneration [at this stage of the proceedings]. The court would be in a position to estimate that amount only after the collection of all evidence and following the final oral pleadings. By raising the question of setting their remuneration at a minimum of BGN 550 before the examination of the case started, the [two lawyers] showed manifest disrespect for the court and were in breach of the Code of Criminal Procedure. Despite a warning, they did not comment, they refused to act as legal representatives nominated by the Plovdiv Bar upon this court?s request … and left the courtroom. Seeing that in the present case the defendants must be legally represented … the hearing will have to be adjourned owing to the unjustified absence of their defence counsel.
Therefore, [the applicant and the other lawyer] shall be fined BGN 500 each.?
15. Then the prosecutor requested a one-hour break so that new counsel could be found for the accused. He submitted that, in view of the principle of speediness of criminal proceedings and the fact that all witnesses and experts were there in the courtroom, the hearing should not be adjourned to a later date. The court granted the request and decided to proceed with the case at 4.40 p.m. on the same day.
16. The hearing was resumed as scheduled. The prosecutor asked the court to appoint another lawyer who was present in the courtroom as counsel for the accused and to give him time to get acquainted with the case file. The court granted the request.
17. At 4.55 p.m. the new lawyer stated that he had acquainted himself with the case and agreed to be appointed defence counsel. The court did so and proceeded with the case. The proceedings ended with a plea bargain agreement between the prosecutor and the defendants. The court set the replacement defence counsel?s remuneration at BGN 30 (about EUR 15).
18. On an unspecified date the applicant appealed against the fine imposed on him (see paragraph 14 above). He claimed that he had not been appointed by the District Court in accordance with the law. In particular, the court had been bound by law, specifically the Bar Act, to determine his remuneration in the actual decision to appoint him counsel (see paragraph 30 below); the court had also had to determine the amount according to the Remuneration Ordinance. By refusing to comply with those legal requirements, the court had breached the law. Therefore, the applicant?s refusal to act as counsel had been justified; he should not have been held responsible for the adjournment of the hearing and he had not acted disrespectfully. Consequently, he submitted, the fine had been unlawful.
19. On 11 July 2005 the Plovdiv Regional Court dismissed the applicant?s appeal against the fine in a final decision. It acknowledged that pursuant to section 44(2) of the Bar Act the remuneration to be paid to a court-appointed defence counsel had to be indicated in the order for his or her appointment and that it ought not be lower than the minimum provided for in the Remuneration Ordinance. However, the court found that it was only possible to determine the exact amount of remuneration to be paid at the end of the proceedings. The reason for this was that the Remuneration Ordinance provided for a lower amount in case of termination of the criminal proceedings by way of a plea bargain (see paragraph 28 below). The court could not predict the outcome of the proceedings at their outset. Therefore, the applicant?s insistence on a prior determination of his fee was contrary to section 44 of the Bar Act. The applicant had thus caused an unjustified adjournment and had rightly been fined under Article 269 ? 7 of the Code of Criminal Procedure. The court finally held that the amount of the fine was proportionate to the gravity of the offence.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
A. Appointment of defence counsel by a court
20. Article 70 of the Code of Criminal Procedure 1974 (?the 1974 CCP?) contained a list of circumstances requiring the appointment of counsel by the court. These included, among others, a situation where the accused wished to be legally represented and there was another accused with conflicting interests who had already retained counsel (Article 70 ? 1 (5) in relation to Article 70 ? 2 of the 1974 CCP). The appointment of counsel was also compulsory when the accused could not afford to ? but wished to ? be legally represented and the interests of justice so required (Article 70 ? 1 (7) of the 1974 CCP). Apart from the circumstances envisaged in Article 70 of the 1974 CCP, the court was under a duty to appoint counsel when the accused was unrepresented and the prosecutor had proposed a plea bargain agreement (Article 414? of the 1974 CCP). Similar provisions appear in the Code of Criminal Procedure (?the CCP?) which came into force in 2006 (Articles 94 ? 1 and 384 of the 2006 CCP).
21. Where a court examining a criminal case decides to appoint a defence counsel, the relevant Bar Council is informed and selects one of its members for the task, proposing him or her for appointment by the court hearing the case in question (section 44 ? 2 of the Bar Act).
22. On 1 January 2006 the provisions concerning the appointment of counsel were amended and became part of the newly adopted Legal Aid Act (sections 21 to 26). Under the new regime, once legal aid is granted, the legal-aid board sends a copy of its decision to the local Bar Council, which nominates a lawyer to be appointed as counsel for the accused (section 25 ? 4).
B. Circumstances in which an appointed counsel may resign
23. Section 44(1) of the Bar Act provides that defence counsel appointed by the court is under a duty to act for the accused.
24. Legal counsel, whether appointed by the accused person or by the court, are entitled to resign their duties solely in a situation where ?objective reasons? render their discharge ?impossible? (section 35 of the Bar Act and Article 71 of the 1974 CCP).
C. General rules on minimum legal fees
25. Lawyers are not allowed to charge fees lower than those determined by the National Bar Council. They may offer their services pro bono to, inter alia, persons of modest means (sections 36(2) and 38(1) of the Bar Act).
26. At the relevant time the minimum fees were set out in the Remuneration Ordinance.
27. The minimum fees differed according to the type of legal work and the relevant stage of the proceedings (sections 12-16 of the Remuneration Ordinance in respect of criminal proceedings).
D. Legal fees payable to court-appointed lawyers
28. At the relevant time, in accordance with section 44(2) of the Bar Act, the courts were under a duty to determine the fees for court-appointed defence counsel in amounts not lower than those set out in the Remuneration Ordinance. The Remuneration Ordinance stipulated that the fee for legal representation in cases where the offence was punishable with up to fifteen years was BGN 550. In a case where the proceedings were terminated by a plea bargain agreement, the amount was BGN 150.
29. With the adoption of the Legal Aid Act, in force as of 1 January 2006, the Remuneration Ordinance no longer applied to court-appointed legal representation. In line with this new legislation the Council of Ministers adopted an Ordinance for the Reimbursement of Legal Aid 2006 (?the Legal Aid Ordinance?) which set out specific rules governing the remuneration of court-appointed counsel and provided for both minimum and maximum amounts of payment. The Legal Aid Act introduced a new system for processing the actual payment of court-appointed defence counsel?s fees which, until it came into force, had been payable from the court?s budget.
E. When fees due to court-appointed counsel are determined
30. At the relevant time section 44(2) of the Bar Act provided that a court?s decision to appoint a lawyer should indicate the amount of his or her remuneration.
31. As from 1 January 2006, the new relevant provisions of the Legal Aid Act no longer require that the counsel?s remuneration be indicated in the court?s decision for his or her appointment (section 25 ?? 1 and 4). Under the new system, at the conclusion of the criminal proceedings the court-appointed lawyer prepares a report for the work done, certified by the relevant Bar Council, and submits it to the National Legal Aid Bureau. The Bureau pays counsel?s fees in accordance with the type and quantity of the work done, within the limits envisaged in the Legal Aid Ordinance. It is not bound by the counsel?s report and may determine a higher or lower amount (sections 37-39 of the Legal Aid Act and sections 1-12 of the Legal Aid Ordinance). The Bureau may also refuse to pay if faced with a case of misconduct or lack of necessary diligence (section 4 of the Legal Aid Ordinance).
F. Fines imposed by the presiding judge
32. Section 103 of the Judicial System Act 1994, as in force at the relevant time, provided that during hearings the presiding judge was responsible for maintaining order; the judge could issue binding orders and sanction those acting in breach of the established rules, in accordance with the applicable procedural law. The same rules are reproduced in the Judicial System Act 2007.
33. In accordance with Article 269 ? 7 of the 1974 CCP, as in force at the relevant time, when a hearing was postponed as a result of a failure of a party to appear, the presiding judge could impose a fine of up to BGN 500 on the party in question.
G. Disciplinary measures by Bar Councils against lawyers
34. According to section 132 (6) of the Bar Act it is a disciplinary offence to act as counsel for an accused in contravention of the conditions provided for by the law. Section 133 of the Bar Act lists the different types of disciplinary punishments applicable to lawyers. These include a reprimand, a fine of up to eight times the minimum salary in the country, and suspension from the bar for periods ranging from three months to five years.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 TO THE CONVENTION
35. The applicant complained that, by not paying his legal representation fee and by fining him, the Plovdiv District Court had breached his right to peaceful enjoyment of his possessions as provided in Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, which reads as follows:
?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?
A. Admissibility
1. The Government?s submissions
36. The Government submitted, first, that the applicant?s complaint about the legal fee was inadmissible as he himself had been responsible for not receiving the fee in question. Given that he had voluntarily chosen not to carry out the work required for payment of the legal fee, he did not have a claim in respect of receiving payment.
37. Secondly, as regards the complaint related to the fine, the Government asserted that the applicant had suffered no significant disadvantage and so that complaint should be dismissed. This was because the size of the fine imposed on him was small and he had not shown that it had negatively affected his financial situation.
2. The Applicant?s submissions
38. The applicant disagreed. In particular he pointed out that he had been unlawfully deprived of the fee for representing a defendant in a criminal case which was due to him under domestic law.
39. Furthermore, by fining him the authorities had breached his right to peaceful enjoyment of his property.
40. Lastly, neither the size of the fee which he did not receive nor of the fine could be described as negligible. Quite apart from their monetary value (EUR 280 for the legal fee and EUR 260 for the fine), neither of which was insignificant in itself, both represented a clear lack of respect by the court to the applicant and that had affected him negatively.
3. The Court?s assessment
(a) Fee for legal representation
41. The Court reiterates that Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention applies only to a person?s possessions (see Marckx v. Belgium, 13 June 1979, ? 50, Series A no. 31, and Anheuser-Busch Inc. v. Portugal [GC], no. 73049/01, ? 64, ECHR 2007 I [GC]) which can be either ?existing possessions? or assets, including claims, in respect of which the applicant can argue that he or she has at least a ?legitimate expectation? of obtaining effective enjoyment of a property right (see J.A. Pye (Oxford) Ltd and J.A. Pye (Oxford) Land Ltd v. the United Kingdom [GC], ? 61; Von Maltzan and Others v. Germany (dec.) [GC], nos. 71916/01, 71917/01 and 10260/02, ? 74 (c), ECHR 2005 V; and Kopeck? v. Slovakia [GC], no. 44912/98, ? 35 (c), ECHR 2004 IX). Importantly, Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention does not guarantee the right to acquire property (see Slivenko and Others v. Latvia (dec.) [GC], no. 48321/99, ? 121, ECHR 2002 II (extracts), and Kopeck?, cited above, ? 35 (b)). Future income constitutes a ?possession? only if the income has been earned or where an enforceable claim to it exists (see Ian Edgar (Liverpool) Ltd v. United Kingdom (dec.), no. 37683/97, 25 January 2000; Wendenburg v. Germany (dec.), no. 71630/01, 6 February 2003; Lev?nen and Others v. Finland (dec.), no. 34600/03, 11 April 2006; Anheuser-Busch Inc, cited above, ? 64; and N.K.M. v. Hungary, no. 66529/11, ? 36, 14 May 2013).
42. In the present case the Court observes that the applicant chose of his own volition not to perform the work required for the fee to be paid. Having been told by the presiding judge that the fee would not be set at the beginning of the hearing, the applicant chose to leave the courtroom and opt out of his role as court-appointed defence counsel. He therefore neither earned the future fee nor did he have a claim to it on different grounds.
43. It follows that this part of the application is manifestly ill-founded and must be rejected in accordance with Article 35 ?? 3 (a) and 4 of the Convention.
(b) In respect of the fine
44. The Court notes that whether the applicant has suffered any significant disadvantage represents the main element of the criterion set forth in Article 35 ? 3(b) of the Convention (see Adrian Mihai Ionescu v. Romania (dec.), no. 36659/04, 1 June 2010; see also Korolev v. Russia (dec.), no. 25551/05, 1 July 2010). Inspired by the general principle de minimis non curat praetor, this admissibility criterion rests on the premise that a violation of a right, however real from a purely legal point of view, should attain a minimum level of severity to warrant consideration by an international court. The assessment of this minimum level is, in the nature of things, relative and depends on all the circumstances of the case. The severity of a violation should be assessed taking into account both the applicant?s subjective perceptions and what is objectively at stake in a particular case (see Korolev, cited above). In other words, the absence of any significant disadvantage can be based on criteria such as the financial impact of the matter in dispute or the importance of the case for the applicant (see Adrian Mihai Ionescu, cited above). The Court observes in this connection that it has previously considered the pecuniary loss of some EUR 90 allegedly sustained by the applicant in the case of Adrian Mihai Ionescu (cited above) as not attaining the required level of significance. It has also assessed as negligible a pecuniary loss of some EUR 0.5 allegedly sustained by the applicant in the case of Korolev, cited above.
45. In respect of the Government?s position that the applicant in the present case had not suffered a significant disadvantage as the fine?s size was negligible, the Court notes the following. The applicant was fined approximately EUR 260 by the domestic courts in the context of a criminal case to which he had been assigned to act as defence counsel for one of the accused. Neither party submitted information about the applicant?s financial situation. The Court observes that, according to a study commissioned by the European Observatory of Working Life (a European Union agency), the minimum monthly salary in Bulgaria at the time of the facts was equivalent to about EUR 61. Even assuming that the applicant was a freelance lawyer whose earnings were not pegged to the minimum salary level, the Court considers the above information indicative of the general standard of living in the country at the time and, as such, of relevance.
46. The Court also notes that the fine, which is the subject of the complaint before it, was imposed on the applicant as a pecuniary sanction, or a penalty for what the domestic court considered was his disrespectful conduct during the case proceedings. Therefore, in addition to and apart from the applicant?s pecuniary interest in not having been fined, it is also necessary to take into account the fact that the issue of whether he had been fined lawfully concerned a question of principle for him, which was that of respect for his position as a lawyer in the exercise of his professional activities.
47. Under these circumstances the applicant cannot, in the Court?s view, be deemed not to have suffered a significant disadvantage.
48. The Court notes that the admissibility criterion set forth in Article 35 ? 3 (b) of the Convention is applicable only when the applicant has suffered no significant disadvantage and provided that the two safeguard clauses contained in the same provision are respected. It follows that where it has not been determined that the applicant has suffered no significant disadvantage, this admissibility criterion does not apply (see Giuran v. Romania, no. 24360/04, ? 24, ECHR 2011 (extracts)).
49. The Court accordingly dismisses the Government?s objection in respect of the fine. Noting that the applicant?s complaint in respect of the fine is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 ? 3 (a) of the Convention, and that it is not inadmissible on any other grounds, it declares it admissible.
B. Merits
1. The parties? submissions
(a) The Government?s observations
50. The Government submitted that the fine imposed on the applicant cannot be considered to have unlawfully or disproportionately affected his ?possessions?. In particular, the fine had been a financial sanction explicitly provided for in domestic legislation. The State was entitled to introduce control mechanisms of different types which included fines. The fine imposed on the applicant had been lawful, given that he had been a court appointed defence counsel at the time but had been absent from the hearing. The fine had also been proportionate to his conduct, given that it was a disciplinary punishment for unethical conduct and lack of respect displayed by the applicant towards the court. Lastly, by leaving the courtroom and by refusing to carry on representing the defendant, the applicant had caused an unjustified delay in the proceedings for which he had been rightly fined.
(b) The Applicant?s observations
51. The applicant submitted that the fine imposed on him had interfered with his right to peaceful enjoyment of his possessions and was not in accordance with the law.
52. He pointed out that the court had been obliged to indicate in the decision to appoint him defence counsel the fee he was going to receive. The fee could not be smaller than the minimum amount stipulated in the Remuneration Ordinance; if the court offered a smaller fee, the lawyer had to refuse to represent the defendant or otherwise risked sanctions by the Bar under section 132(6) of the Bar Act (see paragraph 9 above). The applicant argued that, as the court had failed to indicate the fee to be paid to him in the decision appointing him counsel, the court had not acted lawfully; therefore he had effectively not been appointed counsel before he was fined. He further pointed out that he had not failed to appear at the hearing; he had in fact turned up prepared to act for the defence and had only subsequently left because of the court?s unlawful refusal to guarantee a fee of no less than the legal minimum. For the above reasons, the applicant claimed, the fine had not been lawful.
2. The Court?s assessment
(a) General Principles
53. The Court points out that Article 1 of Protocol No. 1, which guarantees in substance the right to property, comprises three distinct rules. The first rule, expressed in the first sentence of the first paragraph, is of a general nature and lays down the principle of peaceful enjoyment of one?s ?possessions?. The second rule, in the second sentence of the same paragraph, covers deprivation of possessions and makes it subject to certain conditions. The third rule, contained in the second paragraph, recognises that States are entitled to, among other things, control the use of property in accordance with the general interest. The Court has repeatedly held that the second and third rules must be construed in the light of the general principle laid down in the first rule (see, among many other authorities, Grifhorst v. France, no. 28336/02, ?? 81-83, 26 February 2009).
54. The Court reiterates that any interference by a public authority with the peaceful enjoyment of possessions must be lawful. In particular, the second paragraph of Article 1 of Protocol No. 1, while recognising that States have the right to control the use of property, subjects their right to the condition that it be exercised by enforcing ?laws?. Moreover, the principle of lawfulness presupposes that the applicable provisions of domestic law are sufficiently accessible, precise and foreseeable in their application (see, mutatis mutandis, Frizen v. Russia, no. 58254/00, ? 33, 24 March 2005).
55. Further, a fair balance must be struck between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the individual?s fundamental rights (see SCHNEIDER AUSTRIA GmbH v. Austria (dec.), no. 21354/93, 30 November 1994). The requisite balance will not be struck where the person concerned bears an individual and excessive burden (see Valico S.r.l. v. Italy (dec.), no. 70074/01, 21 March 2006). Consequently, a financial liability arising out of a fine may undermine the guarantee afforded by that provision if it places an excessive burden on the person or fundamentally interferes with his or her financial position (see Valico S.r.l., cited above). The fair balance requires procedural guarantees to establish the applicant?s liability whereby the applicant is afforded an adequate opportunity to put his or her case to the responsible authorities in order to plead, as the case might be, illegality or arbitrary and unreasonable conduct (see Yildirim v. Italy (dec.), no. 38602/02, 10 April 2003).
56. The Court reiterates also that it is primarily for the national authorities to decide what kind of taxes or contributions are to be collected. Such decisions will commonly involve the appreciation of political, economic and social questions which the Convention leaves within the competence of the Contracting States. The Court has repeatedly held that the margin of appreciation of the Contracting States in those areas is a wide one (see, among many other authorities, Gasus Dosier – und F?rdertechnik GmbH v. the Netherlands, 23 February 1995, ? 60, Series A no. 306 B. See also, mutatis mutandis, in relation to fiscal policy, Bal?? v. Slovakia (dec.), no. 60243/00, 16 September 2003).
(b) Application of those principles to the present case
57. The Court observes that the ?possession? which forms the object of this complaint is a sum of money, that is to say the EUR 260 which was imposed as a fine on the applicant (see paragraphs 14 and 19). It considers that this measure amounts to an interference with the applicant?s right to peaceful enjoyment of possessions. Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention is therefore applicable.
58. The fine constitutes a ?penalty? within the meaning of the Convention. It therefore falls within the scope of the second paragraph of Article 1 of Protocol No. 1 which allows the Contracting States to control the use of property to secure the payment of, inter alia, penalties.
59. In respect of the ?lawfulness? of the interference, the applicant submitted both in the national proceedings and before this Court, that he had not been appointed as legal counsel in accordance with the applicable law, as in the decision appointing him the national court failed to indicate the fee to be paid to him as ex officio counsel. This was something explicitly required by national law at the time. As the applicant had not been duly appointed counsel in the proceedings, in accordance with the applicable legal requirements, he could not have been fined for failing to appear and thus obstructing the judicial proceedings. The Government insisted that the applicant had been appointed counsel by the court before it fined him on the basis of Article 269 of the CCP and, therefore, that the fine was lawful.
60. The Court notes that, indeed, conflicting provisions existed under national law, regulating the appointment by the courts of ex officio legal representatives, and this gave rise to a dispute as to their proper interpretation. The dispute was about the time when legal fees of ex officio lawyers should be determined by the courts, as well as their amount. Section 44(2) of the Bar Act, applicable at the time, stipulated that the court had to indicate the amount of legal fee to be paid to counsel in the decision with which the court appointed that counsel to act in the proceedings. This was also explicitly confirmed by the domestic court before which the applicant appealed the disputed fine. The Bar Act further stipulated that the courts should follow minimum fees, as determined by the National Bar Council, something, which it appears the national courts have failed to do.
61. The Court notes in that respect, that it is not its role to interpret and define the precise meaning of national law, a task that clearly falls within the realm of the national courts (see Nejdet ?ahin and Perihan ?ahin v. Turkey [GC], no. 13279/05, ? 50, first sentence, 20 October 2011, with further references). It is eventually for the national courts to determine the lawfulness under national law of an impugned interference the Court?s role in that respect being limited. The Court further notes that conflicting legal provisions are an inevitable part of any legal system and that the purpose of the requirement of lawfulness, and consequently of clarity and foreseeability of the domestic law, is there to allow everyone to foresee, to a degree that is reasonable in the particular circumstances, the consequences which a given action may entail (see Rekv?nyi v. Hungary [GC], no. 25390/94, ? 34, ECHR 1999 III). Domestic legislation could not in any case provide for every eventuality and the level of precision required depends to a considerable degree on the content of the instrument in question, the field it is designed to cover and the number and status of those to whom it is addressed (see Hashman and Harrup v. the United Kingdom [GC], no. 25594/94, ? 31, ECHR 1999 VIII).
62. Taking into account those principles and the circumstances of the present case, the Court is not convinced, despite the apparent conflict between different provisions of domestic legislation, that the impugned fine was based on law that failed to meet Convention standards. It is of particular importance in the present case that the fine was imposed on a professional lawyer, by a trial court before which he was appearing in his professional capacity. Under those circumstances the applicant must have been fully aware of the ultimate responsibility of the judge presiding the judicial proceedings for their proper conduct. The applicant was instructed in no unclear terms by the domestic court that he was appointed as defense counsel, before he was fined for choosing to leave the court hearing. The domestic court fined the applicant specifically referring to a legal provision which was part of the Criminal Procedure Code, vesting ultimate authority for the proper administration of the proceedings in the judge. Given that the applicant was a lawyer, both this basic principle and the content and meaning of the particular provision of the CPC should have been sufficiently clear to him and the consequences of its application foreseeable. Any dispute about the remuneration of the applicant as an ex officio counsel could not have been expected to take precedence over the proper conduct of the judicial proceedings and those judicial proceedings could not have been expected to be the forum where such a dispute should be resolved.
63. In view of the above, the Court is prepared to accept that the applicant, as a representative of a party in criminal proceedings, was fined as a result of his absence from the hearing. As it cannot be said that the application of the law to the applicant?s situation was arbitrary, the Court finds that he was fined lawfully, that is to say on the basis of an accessible, clear and foreseeable legal provision.
64. Furthermore, the law pursued the legitimate aim of ensuring the smooth operation of the justice system (see Dimitrov and Hamanov v. Bulgaria, nos. 48059/06 and 2708/09, ? 70, 10 May 2011 with further references to the importance of administering justice without delays which might jeopardise its effectiveness and credibility). The Court recognises that, undeniably, it is in the general interest of society to have a justice system which operates efficiently and this includes court proceedings unhindered by unjustified delays.
65. It remains to be determined whether a ?fair balance? was struck between the demands of the general interest and the requirements of the protection of the applicant?s fundamental rights. In the present case, causing the postponement of the hearing without a valid reason, as established by the national courts, represented an obstacle to the smooth functioning of the justice system; courts are called upon to ensure the latter. The issue of whether the conduct leading to that obstacle should be punished by a financial sanction with a deterrent effect, such as the fine in the present case, comes within the margin of appreciation of the State. That margin is a wide one (see paragraph 56 above).
66. Importantly, the applicant had at his disposal a procedural guarantee by which to challenge the penalty, specifically a possibility to bring judicial review proceedings in respect of the fine. He made use of that remedy (see paragraph 18 above) and there is nothing to show that the decision-making process resulting in the fine complained of was unfair or arbitrary.
67. Lastly, although the fine imposed on the applicant was in the maximum possible amount under the relevant legal provision, it is neither prohibitive, nor oppressive or otherwise disproportionate (see for a similar approach Allianz-Slovenska-Poistovna, A.S., and Others v. Slovakia (dec.), no. 19276/05, 9 November 2010).
68. The Court points out that the situation in the present case has to be distinguished from cases which concern the right of lawyers to express themselves freely in their capacity as defence counsel; in those cases complaints have been made by applicants and examined by the Court under Article 10 of the Convention (see, for example, Nikula v. Finland, no. 31611/96, ?? 29-56, ECHR 2002 II; see, more recently, Morice v. France [GC], no. 29369/10, ? 174, 23 April 2015). In Nikula and Morice, both cited above, the applicants were convicted for having criticised respectively a prosecutor and a judge in a manner which the domestic courts found defaming. The Court held that the issue concerned the applicants? freedom of expression; in Morice specifically it was part of a debate on a matter of public interest about the functioning of the justice system and in the context of a case which had received wide media coverage from the outset. In the present case, the applicant was sanctioned with a fine for having abandoned his duty to represent the accused; that duty stemmed from the fact that the court had appointed the applicant defence counsel and no objective reasons rendered the discharge of his legal representation duties impossible (see paragraphs 23 and 24 above).
69. In the circumstances of the present case, in view of all said above the Court finds that the authorities have struck a fair balance between, on the one hand, the general interest and, on the other, respect for the applicant?s right to property. The interference did not, therefore, impose an excessive burden on the applicant.
70. It follows that there has been no violation of Article 1 or Protocol No. 1 to the Convention.
II. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 13 OF THE CONVENTION
71. The applicant also complained that he had not had at his disposal an effective domestic remedy in connection with his complaint about the peaceful enjoyment of possessions, contrary to the requirement of Article 13 of the Convention. That provision reads as follows:
?Everyone whose rights and freedoms as set forth in [the] Convention are violated shall have an effective remedy before a national authority notwithstanding that the violation has been committed by persons acting in an official capacity.?
72. The Government contested that argument.
A. Admissibility
73. The Court notes that this complaint is linked to the one examined above, and must therefore likewise be declared admissible.
B. Merits
74. Having regard to its findings in respect of the procedural guarantees under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention which had been available to the applicant (see paragraph 66 above), the Court considers it unnecessary to examine this issue also under Article 13 of the Convention.
FOR THESE REASONS, THE COURT, UNANIMOUSLY,
1. Declares the application admissible;

2. Holds that there has been no violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention;

3. Holds that there is no need to examine the complaint under Article 13 of the Convention.
Done in English, and notified in writing on 27 October 2015, pursuant to Rule 77 ?? 2 and 3 of the Rules of Court.
Fato? Arac? Guido Raimondi
Deputy Registrar President

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

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