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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF KAZAKEVICH v. RUSSIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli:
Numero: 14290/03/2010
Stato: Russia
Data: 2010-01-14 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

PRIMA SEZIONE
CAUSA KAZAKEVICH
E 9 ALTRE CAUSE DI “PENSIONATI DELL’ ESERCITO” C. RUSSIA
(Richieste N. 14290/03, 19089/04 42059/04, 27800/04 43505/04, 43538/04 3614/05, 30906/05 39901/05 e 524/06)
SENTENZA
STRASBOURG
14 gennaio 2010
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Kazakevich e 9 altre cause di “pensionati dell’ esercito” c. Russia,
La Corte europea dei Diritti umani (Prima Sezione), riunendosi in una Camera, composta dai:
Christos Rozakis, Presidente, Nina Vajić, Anatoly Kovler, Elisabeth Steiner, Khanlar Hajiyev, Dean Spielmann, Sverre Erik Jebens, giudici,
e Søren Nielsen, Cancelliere di Sezione,
Avendo deliberato in privato il 15 dicembre 2009,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata nell’ultima data menzionata:
PROCEDURA
1. La causa nacque da dieci richieste (N. 14290/03, 19089/04 42059/04, 27800/04 43505/04, 43538/04 3614/05, 30906/05 39901/05 e 524/06) contro la Federazione russa depositate presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da dieci cittadini russi (“i richiedenti”). I nomi dei richiedenti e le date delle loro richieste presso la Corte compaiono nella tabella sotto.
2. Il richiedente V. K. è stato rappresentato dal Sig. R. M., un avvocato che pratica a Sebastopol. Il richiedente V. Z. è stato rappresentato dal Sig. D. C., un avvocato che pratica a Vologda. Gli altri richiedenti non furono rappresentati da un avvocato.
3. Il Governo russo (“il Governo”) fu rappresentato dal Sig. P. Laptev e dalla Sig.ra V. Milinchuk, precedenti rappresentanti della Federazione russa presso la Corte e dal Sig. G. Matyushkin, il Rappresentante della Federazione russa presso la Corte.
4. I richiedenti si lamentarono inter alia dell’annullamento di revisioni direttive su sentenze vincolanti ed esecutive rese a loro favore fra il 2000 ed il 2004.
5. In varie date il Presidente della prima Sezione decise di comunicare queste azioni di reclamo al Governo rispondente. Fu deciso anche in tutte le cause di esaminare i meriti delle richieste allo stesso tempo della loro ammissibilità (Articolo 29 § 3). Il Governo fece obbiezione all’esame unito dell’ammissibilità e dei meriti in molte cause, ma la Corte respinse questa eccezione.
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLE CAUSE
6. I nomi e gli altri dettagli dei richiedenti sono indicati nella tabella sotto. Tutti i richiedenti eccetto la Sig.ra O. sono membri pensionati delle Forze Armate russi a cui è stato concesso il pagamento di pensioni da parte dello Stato. La Sig.ra O. è la vedova di un colonnello che morì nell’incidente di un aereo di addestramento.
7. In varie date i richiedenti citarono in giudizio le commissioni militari nelle loro regioni e, nella causa Kazakevich ed Osipov, rispettivamente il Ministero della Difesa ed il Servizio della Sicurezza Federale (FSB), chiedendo il pagamento di una pensione o un aumento delle pensioni a fronte del loro servizio militare e, nella causa Odintsova, a fronte della morte di suo marito.
8. Le corti nazionali accolsero le richieste dei richiedenti (vedere dettagli delle sentenze nella tabella sotto). Le sentenze nelle cause Sukchev e Zamakhayev furono sostenute su ricorso; non fu fatto ricorso contro le altre sentenze da parte delle autorità imputate. Tutte le sentenze a favore dei richiedenti divennero così vincolanti ed esecutive nelle date indicate nella tabella sotto.
9. In varie date il Presidiums delle corti più alte accolsero le richieste delle autorità imputate per una revisione direttiva ed annullò le sentenze a favore dei richiedenti, considerando che le corti inferiori usarono malamente la legge attinente (vedere dettagli delle sentenze nella tabella sotto). Nelle cause Odintsova ed Osipov il Presidiums respinse le richieste dei richiedenti con le stesse sentenze. Nelle altre cause il Presidiums spedì di nuovo le cause ai primi giudici di prima istanza che più tardi respinsero le rivendicazioni dei richiedenti.
10. In cinque cause (Kazakevich, Odintsova, Osipov, Sukchev e Zamakhayev), le sentenze a favore dei richiedenti non furono eseguite. Nelle altre cinque cause (Legkov, Afanasyev, Polyanskiy, Malakhov e Zorin), le sentenze a favore dei richiedenti furono eseguite riguardo a somme globali e/o ad assegnazioni mensili. Sembra che il pagamento delle assegnazioni mensili fu fermato poco tempo prima o dopo l’annullamento delle sentenze su revisione direttiva.
11. Nella causa Odintsova, la Corte distrettuale di Samarskiy di Samara consegnò il 27 maggio 2003 un’altra sentenza a favore del richiedente, accordando arretrati di pensione ed una somma di 2,500.00 rubli russi (RUB) come risarcimento per danno non-patrimoniale e costi. Non fu fatto ricorso contro la sentenza e divenne esecutiva il 6 giugno 2003. Il Governo presentò che tutte le assegnazioni erano state accreditate sul conto bancario del richiedente il 12 agosto 2003 e che una somma separata di RUB 2,500.00 era stata accreditata sul conto del richiedente di nuovo il 9 novembre 2004 come risultato di un errore di un impiegato. Il richiedente presentò che gli arretrati di pensione assegnati dalla corte erano stati accreditai sul suo conto il 3 settembre 2003 ma la restante assegnazione di RUB 2,500.00 era stata accreditata solamente nel novembre 2004.
12. Il24 dicembre 2001 la Sig.ra O. intraprese un processo separato contro il Ministero della Difesa, chiedendo il risarcimento a riguardo del danno patrimoniale e non-patrimoniale. Il 2 ottobre 2003 la Corte distrettuale di Kirovskiy di Samara respinse le sue rivendicazioni. L’11 novembre 2003 la Corte Regionale di Samara sostenne la sentenza su ricorso.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
13. Il diritto nazionale attinente che disciplina la procedura di revisione direttiva al tempo attinente è riassunto nella sentenza della Corte nella causa Sobelin ed Altri (vedere Sobelin ed Altri c. Russia, N. 30672/03 et al., §§ 33-42, 3 maggio 2007).
14. Nel 2001-2005 i giudizi consegnati contro le autorità pubbliche furono eseguiti in conformità con una procedura speciale stabilita, inter alia, dal Decreto del Governo N.ro 143 del 22 febbraio 2001 e, successivamente, dal Decreto N.ro 666 del 22 settembre 2002, affidando l’esecuzione al Ministero delle Finanze (vedere gli ulteriori dettagli in Pridatchenko ed Altri c. Russia, N. 2191/03 et al., §§ 33-39, 21 giugno 2007).
LA LEGGE
I. UNIONE DELLE RICHIESTE
15. Dato che queste dieci richieste concernono fatti simili ed azioni di reclamo e sollevano problemi quasi identici sotto la Convenzione, la Corte decide di considerarle in una sola sentenza.
II. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 E DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1 A CAUSA DELL’ANNULLAMENTO DELLE SENTENZE A FAVORE DEI RICHIEDENTI
16. Tutti i richiedenti si lamentarono delle violazioni dell’ Articolo 6 a causa dell’annullamento delle sentenze esecutive e vincolanti a loro favore tramite revisione direttiva. La maggior parte di loro si lamentarono anche di violazioni dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 in relazione agli stessi fatti. La Corte considererà tutte le cause alla luce di entrambe le disposizioni che pertanto nelle parti attinenti, recitano ciò che segue:
Articolo 6 § 1
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale …”
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale…”
A. Ammissibilità
1. L’abuso addotto del diritto al ricorso individuale nella causa Polyanskiy (n. 43538/04)
17. Nelle sue osservazioni sull’ammissibilità e i meriti del 7 ottobre 2007 il richiedente impugnò l’imparzialità di un giudice della Corte della Città di Mosca e la buona fede del precedente Rappresentante russo presso la Corte. Il Governo dibatté che queste dichiarazioni provocative erano inaccettabili all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione.
18. La Corte reitera che l’uso persistente di un linguaggio provocativo e di insulti può essere considerato un abuso del diritto della richiesta all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 (vedere Chernitsyn c. Russia, n. 5964/02, § 25 del 6 aprile 2006). Comunque, la Corte non discerne qualsiasi dichiarazione inaccettabile da parte del richiedente nella presente causa. Riferendosi alla possibile intenzione del Governo di distorcere i fatti ed impugnando l’atteggiamento del giudice nella sua causa, la critica del richiedente non stava né d’insulto né persistente (vedere Zhuk c. Russia, n. 42389/02, §§ 18-19 del 14 novembre 2008). Di conseguenza la Corte non trova nessuna base per dichiarare la richiesta inammissibile come abuso del diritto di ricorso. L’eccezione del Governo dovrebbe essere perciò respinta.
2. L’applicabilità dell’ Articolo 6
19. Il Governo dibatté in alcune cause che l’Articolo 6 della Convenzione non era applicabile alle cause nazionali siccome loro riguardavano il personale militare pensionato e non potevano essere qualificate perciò come “civili.” Il Governo presentò così che le azioni di reclamo erano incompatibili ratione materiae con la Convenzione.
20. I richiedenti non furono d’accordo, sostenendo che l’Articolo 6 era applicabile.
21. La Corte reitera che funzionari civili possono essere esclusi solamente dalla protezione incarnata nell’ Articolo 6 se lo Stato nella sua legge nazionale escludesse espressamente l’accesso ad una corte per la categoria di personale in oggetto e se questa esclusione fosse giustificata da motivi obiettivi nell’interesse dello Stato (vedere Vilho Eskelinen ed Altri c. Finlandia, [GC], n. 63235/00, §62 ECHR 2007 -…). La Corte considera che queste condizioni non furono soddisfatte nelle presenti cause, siccome tutti i richiedenti avevano accesso a corti in conformità col diritto nazionale. Di conseguenza, l’eccezione del Governo dovrebbe essere respinta in linea con le decisioni della Corte in numerose cause simili (vedere Dovguchits c. Russia, no.2999/03, §§ 19-24, 7 giugno 2007, e Kulkov ed Altri c. Russia, N. 25114/03 et al., § 19, 8 gennaio 2009).
22. La Corte nota inoltre che le azioni di reclamo dei richiedenti non sono manifestamente mal-fondate all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota anche che loro non sono inammissibili per qualsiasi altro motivo. Loro devono essere dichiarate perciò ammissibili.
B. Meriti
23. Tutti i richiedenti dibatterono in sostanza che l’annullamento della sentenze esecutive e vincolanti a loro favore tramite revisione direttiva aveva violato il principio della certezza legale e perciò il loro diritto ad una corte sotto l’Articolo 6. Loro offrirono un numero di argomenti a sostengono della legalità delle assegnazioni dei tribunali nazionali a loro favore e fecero riferimento a sentenze simili consegnate da altre corti russe a riguardo di pensionati dell’ esercito. La maggior parte dei richiedenti hanno insistito così sulle loro aspettative legittime di ricevere l’assegnazione della corte in questione, enfatizzando il fatto che le autorità erano andate a vuoto nel fare appello contro le sentenze prima che loro fossero divenute vincolanti ed esecutive.
24. Il Governo dibatté che i procedimenti di revisione direttiva che danno luogo all’annullamento delle sentenze in questione erano legali: loro furono iniziati dalle autorità imputate all’interno dei tempo-limiti previsti dal diritto nazionale. Le corti regionali annullarono le sentenze illegali delle corti inferiori , correggendo così un’ ingiustizia flagrante ed evitando precedenti pericolosi. Nella prospettiva del Governo, nessuna aspettativa di qualsiasi beneficio avrebbe potuto sorgere da simile sentenze difettose. Offrì informazioni particolareggiate sulla legge attinente che era stata presumibilmente ignorata dalle corti inferiori. Il Governo specificò, inoltre, che il primo giudice di prima istanza violò la prescrizione nella causa Osipov (n. 42059/04) ed agì oltre la sua giurisdizione nella causa Afanasyev (n. 43505/04). Indicò che alcune delle sentenze in questione furono eseguite ugualmente sino al loro annullamento. Infine, il Governo si riferì alla decisione del Comitato dei Ministri ResDH (2006)1 dell’8 febbraio 2006 che diede credito a sviluppi positivi nella procedura di revisione direttiva. Concluse che la revisione direttiva delle sentenze fu esercitata così come prevedere, alla misura di massimo possibile, un equilibrio equo fra gli interessi dell’individuo ed il bisogno di assicurare il corretto ed amministrazione di uniforme della giustizia.
25. La Corte reitera che la certezza legale che è uno degli aspetti fondamentali della preminenza del diritto presuppone il rispetto per il principio di res judicata che è il principio della finalità delle sentenze. Uno scostamento da questo principio è giustificato solamente quando è rese necessario a circostanze di carattere sostanziale ed irresistibile, come la correzione di difetti fondamentali o di errori giudiziari (vedere Brumărescu c. Romania [GC], n. 28342/95, § 61 ECHR 1999-VII; Ryabykh c. Russia, n. 52854/99, § 51-52 ECHR 2003-IX).
26. La Corte richiami inoltre che già ha trovato numerose violazioni della Convenzione a causa dell’annullamento di sentenze esecutive e vincolanti tramite revisione direttiva sotto il Codice di Procedura Civile come in vigore al tempo attinente. Alcune di queste violazioni furono trovate in circostanze simili e, in certe occasioni, virtualmente identiche riguardanti membri delle Forze Armate pensionati (vedere Sergey Petrov c. Russia, n. 1861/05, 10 maggio 2007; Parolov c. Russia, n. 44543/04, 14 giugno 2007, e Kulkov ed altri, citata sopra). In quelle cause la Corte ha trovato che l’annullamento di sentenze definitive a favore dei richiedenti non era giustificato da circostanze costrittive e di carattere eccezionale. La Corte non trova nessuna ragione giungere ad una conclusione diversa nelle presenti cause.
27. Gli argomenti presentati dal Governo nelle presenti cause furono esaminati in dettaglio e respinti in precedenti cause simili. La disapplicazione della legge attinente da parte dei primi giudici di prima istanza non giustifica di per sé l’annullamento di sentenze esecutive e vincolanti su revisione direttiva, anche se questa ultima fu esercitata all’interno del tempo-limite di uno anno stabilito nel diritto nazionale (Kot c. Russia, n. 20887/03, § 29 del 18 gennaio 2007). Né la Corte può discernere qualsiasi difetto fondamentale nelle cause Osipov ed Afanasyev che nascono dagli specifici motivi esposti dal Governo. In ambo le cause, come in tutte le altre, la revisione direttiva fu sollecitata dal disaccordo delle corti più alte circa il diritto dei richiedenti a benefici sociali che furono determinati in procedimenti contraddittori equi in prima istanza (confronta Protsenko c. Russia, n. 13151/04, §§ 30-34, 31 luglio 2008, e Tishkevich c. Russia, n. 2202/05, §§ 25-26 del 4 dicembre 2008). Infine, mentre lo scopo dell’uniforme applicazione del diritto nazionale può essere realizzata tramite vari mezzi legislativi ed aggiudicativi, non può trascurare la fiducia legittima dei richiedenti sulla res judicata (vedere Kulkov ed Altri, citata sopra, § 27).
28. La Corte conclude di conseguenza che l’annullamento delle sentenze esecutive e vincolanti a favore dei richiedenti corrisponde ad una violazione del principio della certezza legale in violazione dell’ Articolo 6 della Convenzione.
29. La Corte reitera inoltre che le sentenze esecutive e vincolati crearono un diritto stabilito al pagamento a favore dei richiedenti favore considerato come“proprietà” all’interno del significato dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 (vedere Vasilopoulou c. Grecia, n. 47541/99, § 22 del 21 marzo 2002). Gli annullamenti di queste sentenze in violazione del principio della certezza legale frustrarono la fiducia dei richiedenti nelle decisioni giudiziali vincolanti e li spogliarono di un’opportunità di ricevere le assegnazioni giudiziali che si erano legittimamente aspettati di ricevere (vedere Dovguchits, citata sopra, § 35). C’è stata di conseguenza anche una violazione dell’ Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
III. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE A CAUSA DEI DIFETTI PROCEDURALI DEI PROCEDIMENTI DI REVISIONE DIRETTIVA
30. In alcune delle cause i richiedenti si lamentarono anche dell’iniquità dei procedimenti di revisione direttiva a causa di vari difetti procedurali. La Sig.ra O. si lamentò inoltre della lunghezza eccessiva dei procedimenti conclusi con la sentenza consegnata su revisione direttiva. Data la sua costatazione che il diritto dei richiedenti ad una corte fu violato con l’annullamento delle sentenze a loro favore tramite revisione direttiva (vedere paragrafo 28 sopra), la Corte non trova necessario esaminare separatamente gli addotti difetti procedurali di quei procedimenti.
IV. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE E DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 A CAUSA DELLA NON-ESECUZIONE DELLE SENTENZE
31. Quattro richiedenti (il Sig. K., la Sig.ra Ok, il Sig. Ok ed il Sig. Zk) si lamentarono anche di una violazione dell’ Articolo 6 della Convenzione e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 a causa della non-esecuzione delle sentenze che furono annullate su revisione direttiva. La Sig.ra O. si lamentò inoltre dell’ esecuzione ritardata della sentenza di 27 maggio 2003 (vedere paragrafo 11 sopra). Le parti attinenti delle disposizioni della Convenzione a cui hanno fatto riferimento i richiedenti sono citate sopra.
32. La Corte reitera che i principi che insistono che una decisione giudiziale definitiva non avrebbe dovuto essere chiamata in questione e avrebbe dovuto essere eseguita rappresentano due aspetti dello stesso concetto generale, vale a dire il diritto ad una corte. Avendo riguardo alla sua costatazione di violazioni dell’ Articolo 6 a causa dell’annullamento delle sentenze in procedimenti di revisione direttiva (vedere paragrafo 28 sopra), la Corte costata che non è necessario esaminare separatamente il problema della loro susseguente non-esecuzione da parte delle autorità (vedere Boris Vasilyev c. Russia, n. 30671/03, §§ 41-42 15 febbraio 2007; e Sobelin ed Altri, citata sopra, §§ 67-68).
33. Una questione separata riguardo alla non-esecuzione di sentenze sorge solamente nelle cause Kazakevich, Osipov e Zamakhayev siccome le sentenze a favore dei richiedenti sono rimaste non eseguite per un anno o più prima che loro furono annullate su revisione direttiva (vedere Kulkov ed Altri, citata sopra, § 36). La Corte esaminerà anche separatamente l’azione di reclamo del Sig.ra O. che riguardo alla non-esecuzione addotta della sentenza del 27 maggio 2003 che non è stata mai annullato (vedere paragrafo 11 sopra).
A. Ammissibilità
34. Il Governo addusse che i richiedenti non avevano esaurito le vie di ricorso nazionali disponibili a loro sotto il diritto nazionale. Loro si riferirono al Capitolo 25 del Codice di Procedura Civile che permette di lamentarsi circa la negligenza delle autorità ed in particolare al Capitolo 59 del Codice civile che apre un modo di rivendicare un danno non-patrimoniale. Nella prospettiva del Governo la seconda disposizione aveva provato la sua efficacia in pratica, come mostrato da molti esempi di giurisprudenza nazionale.
35. La Corte reitera che valutò recentemente l’efficacia delle vie di ricorso a cui fa riferimento il Governo e concluse che nessuna via di ricorso nazionale effettiva era disponibile a riguardo della non-esecuzione o l’esecuzione ritardata delle sentenze (vedere Burdov c. Russia (n. 2), n. 33509/04, §§ 101-116 ECHR 2009 -…). L’eccezione del Governo deve essere perciò respinta.
36. La Corte nota inoltre che le azioni di reclamo dei richiedenti non sono manifestamente mal-fondate all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non sono inammissibili per qualsiasi altro motivo. Loro devono essere dichiarate perciò ammissibili.
B. Meriti
1. Sentenze in favore del Sig. K., il Sig. O. ed il Sig. Z.
37. Il Governo dibatté che i ritardi nell’ esecuzione di queste sentenze erano ragionevoli e giustificati. Si riferì ai vari passi procedurali presi dalle autorità per eseguire queste sentenze prima del loro annullando su revisione direttiva .
38. I richiedenti mantennero le loro azioni di reclamo.
39. La Corte reitera che un irragionevolmente ritardo lungo in esecuzione di una sentenza vincolante può violare la Convenzione (veda Burdov c. la Russia, n. 59498/00, ECHR 2002-III). La ragionevolezza di simile ritardo che ha sarà determinata riguardo ad in particolare alla complessità dei procedimenti di esecuzione, il proprio comportamento del richiedente e che delle autorità competenti, l’importo e la natura di assegnazione di corte (veda Raylyan c. la Russia, n. 22000/03, § 31 15 febbraio 2007).
40. La Corte nota che le sentenze esecutive e vincolanti a favore dei richiedenti rimasero non eseguite per un anno o più. L’esecuzione delle assegnazioni giudiziali non era complessa, essendo limitata al pagamento di assegnazioni valutarie. La Corte ha frequentemente sostenuto che l’insuccesso delle autorità per simili periodi prolungati nell’ onorare i loro debiti di valuta sotto le sentenze nazionali non sia compatibile con la Convenzione (vedere, fra molte altre, Kozodoyev ed Altri c. Russia, N. 2701/04, 3597/04, 11898/04 31946/04 e 34826/04, § 11 del 15 gennaio 2009). Non trova nessuna ragione di abbandonare questa giurisprudenza nelle presenti cause.
41. C’è stata, di conseguenza, una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. A causa della non-esecuzione prolungata delle sentenze a favore di questi tre richiedenti.
2. Sentenza del 27 maggio 2003 a favore della Sig.ra O.
42. Le parti diedero conti divergenti riguardo a come e a quando la sentenza del 27 maggio 2003 fu eseguita (vedere paragrafo 11 sopra). Loro presentarono anche dei documenti finanziari e contraddittori su questa questione. Avendo esaminato il materiale in suo possesso, la Corte non può trovare stabilito che l’importo di RUB 2,500.00 fu escluso dalla somma accreditata sul conto della richiedente il 3 settembre 2003 e che la piena esecuzione della sentenza fu differita sino al novembre 2004 come suggerito dalla richiedente. Di conseguenza, la Corte non può trovare qualsiasi violazione su questo conto.
V. LE ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE DELLA CONVENZIONE
43. Riferendosi alle varie disposizioni della Convenzione, dei richiedenti si lamentarono del proscioglimento da parte delle corti nazionali delle loro rivendicazioni a seguito dell’ annullamento delle sentenze a loro favore. La Sig.ra O, si lamentò anche sotto l’Articolo 6 l’ Articolo 14 del risultato dei procedimenti che terminarono nella sentenza dell’ 11 novembre 2003 (vedere paragrafo 12 sopra). Lei si riferì in particolare alla discriminazione di sua figlia siccome a quest’ultima fu negato il risarcimento supplementare presumibilmente dovuto sotto il Codice civile. Dei richiedenti si lamentarono inoltre dell’impossibilità di contestare le sentenze consegnate su revisione direttiva di fronte a qualsiasi altra istanza giudiziale.
44. La Corte reitera che non fa una revisione, in principio, dell’applicazione della legge nazionale fatta dalle corti nazionali (vedere García Ruiz c. Spagna [GC], n. 30544/96, § 28 ECHR 1999-I, con gli ulteriori riferimenti). Le sentenze nazionali che respingono le richieste dei richiedenti e gli altri materiali a disposizione della Corte non rivelano qualsiasi illegalità o arbitrarietà e non spetta alla Corte rivalutare la questione del diritto dei richiedenti a benefici sociali sotto il diritto nazionale (vedere Larioshina c. Russia (dec.), n. 56869/00, 23 aprile 2002). Né la Convenzione garantisce , come tale, un diritto ad una via di ricorso di appello a riguardo delle decisioni prese tramite revisione direttiva: il mero fatto che la sentenza del corpo giudiziale più alto non è soggetta ad ulteriore controllo giurisdizionale non infrange la Convenzione (vedere Parolov, citata sopra, § 35).
45. Riferendosi all’ Articolo 6 § 1 della Convenzione, la Sig.ra O. si lamentò inoltre della lunghezza eccessiva di due set di procedimenti conclusi con le sentenze del 27 aprile 2001 e dell’11 novembre 2003. La Corte trova che queste azioni di reclamo sono inammissibili per le seguenti ragioni. L’azione di reclamo relativa al primo set di procedimenti è fuori termini siccome fu depositata più di sei mesi dopo la sentenza del 27 aprile 2001. L’azione di reclamo riguardo al secondo set di procedimenti è manifestamente mal-fondata: la lunghezza complessiva di questi procedimenti era meno di due anni per due livelli di giurisdizione.
46. Infine il Sig.ra O. si lamentò sotto l’Articolo 2 del Protocollo sotto N.ro 1 di una violazione del diritto di sua figlia all’ istruzione a causa dei ritardi nel pagamento dei debiti di sentenza. Comunque, la Corte considera questa azione di reclamo come una riaffermazione delle azioni di reclamo della richiedente relative alla non-esecuzione delle sentenze nazionali (vedere paragrafi 31 e 42 sopra).
47. La Corte conclude che tutte le azioni di reclamo sopra devono essere respinte come inammissibile sotto Articolo 35 §§ 1, 3 e 4 della Convenzione.
VI. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
48. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
1. Le osservazioni delle parti
49. I richiedenti chiesero a riguardo del danno patrimoniale le somme che avrebbero dovuto essere pagate a loro in conformità con le sentenze nazionali a loro favore. Le rivendicazioni dei richiedenti includono la somma globale non retribuita e/o le assegnazioni mensili fatte dalle corti. Alcuni dei richiedenti inclusero importi supplementari per il risarcimento di perdite di inflazione per il periodo trascorso dalle sentenze nazionali a loro favore. Inoltre, i richiedenti chiesero i vari importi per danno non-patrimoniale. I dettagli delle rivendicazioni dei richiedenti appaiono nella tabella sotto.
50. Il Governo non fu d’accordo e chiese alla Corte di respingere le rivendicazioni dei richiedenti . Riguardo al danno patrimoniale, il Governo presentò, che la Corte non deve sostituirsi alle corti nazionali che respinsero infine le richieste dei richiedenti sotto il diritto nazionale. Perciò, i richiedenti non hanno nessun diritto a qualsiasi pensione o aumento di pensione. Riguardo alle possibili perdite di inflazione che sorgono da ritardi di esecuzione, i richiedenti avrebbero dovuto presentare le rivendicazioni attinenti alle corti nazionali. Riguardo al danno non-patrimoniale, il Governo considerò le richieste dei richiedenti eccessive ed irragionevoli.
2. La valutazione della Corte
(a) Danno patrimoniale
51. La Corte richiama che la forma più appropriata di compensazione a riguardo delle violazioni trovate sarebbero mettere il più possibile i richiedenti nella posizione in cui si sarebbero trovati se i requisiti della Convenzione non fossero stati trascurati (vedere Piersack c. Belgio (Articolo 50), 26 ottobre 1984, Serie A n. 85, p. 16, § 12 e, mutatis mutandis, Gençel c. Turchia, n. 53431/99, § 27 del 23 ottobre 2003). La Corte considera che questo principio dovrebbe essere applicato alle presenti cause come è stato fatto in numerose cause decise nel passato (vedere Dovguchits, citata sopra, §48).
52. La Corte trova perciò appropriato assegnare ai richiedenti gli importi che loro avrebbero ricevuto sotto le sentenze nazionali. D’altra parte la Corte non può accordare le richieste dei richiedenti nella misura in cui includono i pagamenti mensili presumibilmente dovuti dopo l’annullamento delle sentenze nazionali su revisione direttiva ed il proscioglimento che consegue delle richieste dei richiedenti da parte delle corti nazionali. Una volta annullate effettivamente le sentenze definitive, loro cessarono esistere sotto il diritto nazionale; la Corte non può ripristinare il potere di queste sentenze né può presumere il ruolo delle autorità nazionali nell’assegnare i benefici sociali per il futuro. Perciò, la Corte dovrebbe assegnare solamente le somme che sono dovute ai richiedenti sino all’annullamento delle sentenze a loro favore ed il rifiuto definitivo delle loro rivendicazioni a livello nazionale (Tarnopolskaya ed Altri c. Russia, N. 11093/07 et al., § 51, 7 luglio 2009).
53. La Corte accetta anche le richieste dei richiedenti relative al deprezzamento delle assegnazioni della corte dalla consegna delle sentenze a loro favore e trova appropriato assegnare somme supplementari a questo riguardo, dove loro furono richieste (vedere Kondrashov ed Altri c. Russia, N. 2068/03 et al., § 42, 8 gennaio 2009).
54. Siccome il Governo non ha presentato qualsiasi metodo alternativo di calcolo delle perdite patrimoniali dei richiedenti , la Corte determinerà il risarcimento sulla base dei calcoli forniti dai richiedenti. La Corte assegna di conseguenza i seguenti importi:
RUB 81,000 (EUR 2,300) alla Sig. K.;
RUB 37,943.84 (EUR 1,020) alla Sig.ra O.;
RUB 418,244.13 (EUR 11,370) al Sig. Os.;
RUB 32,298.50 (EUR 910) al Sig. S.;
RUB 127,931.81 (EUR 3,625) al Sig. Z.;
Questi importi includono il risarcimento per deprezzamento delle assegnazioni delle corti nazionali dove simile risarcimento è stato chiesto dai richiedenti. Le somme in rubli russi sono convertite in Euro al tasso applicabile in data della sottomissione delle rivendicazioni dei richiedenti .
55. Riguardo alle altre cinque cause (Legkov, Afanasyev, Polyanskiy, Malakhov e Zorin), la Corte nota che le sentenze nazionali a favore dei richiedenti furono eseguite sino al loro annullamento su revisione direttiva (vedere paragrafo 10 sopra). Le richieste dei richiedenti in queste cause corrispondono agli importi che erano presumibilmente dovuti dopo il proscioglimento delle loro rivendicazioni a livello nazionale. Avendo riguardo alla sua conclusione nel paragrafo 52 sopra, la Corte respinge la richiesta dei richiedenti per danno patrimoniale in queste cinque cause.
(b) danno Non-patrimoniale
56. Con riferimento alla sua giurisprudenza stabilita in cause simili la Corte trova che i richiedenti hanno sofferto di un danno non-patrimoniale come risultato delle violazioni trovate che non può essere compensato con la mera costatazione di una violazione. Avendo riguardo alle circostanze delle cause e facendo la sua valutazione su una base equa, come richiesto dall’ Articolo 41 della Convenzione, la Corte assegna ad ogni richiedente una somma di EUR 3,000 a riguardo del danno non-patrimoniale, più qualsiasi tassa che quale può essere addebitabile su quell’importo.
B. Costi e spese
57. In tre cause (Kazakevich, Polyanskiy e Zorin) i richiedenti chiesero certi importi per costi e spese (vedere dettagli nella tabella sotto). Il Governo trovò quelle rivendicazioni non comprovate.
58. La Corte reitera che ad un richiedente viene concesso il rimborso di costi e spese solamente
sé è stato mostrato che questi davvero e necessariamente sono stati incorsi e sono stati ragionevoli riguardo al quantum. Avuto riguardo alle informazioni in suo possesso ed ai criteri sopra, la Corte decide di accordare le richieste dei richiedenti in queste tre cause. Di conseguenza, la Corte assegna 1,247.00 Hryvnia ucraini (UAH) (EUR 190) al Sig. K., RUB 1,960.90 (EUR 55) al Sig. P. e RUB 40,628.40 (EUR 1,130) al Sig. Z..
C. Interesse di mora
59. La Corte considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a cui dovrebbero essere aggiunti tre punti percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Decide di congiungere le richieste;
2. Dichiara le azioni di reclamo riguardo all’annullamento delle sentenze vincolanti ed esecutive nei procedimenti di revisione direttiva e la non-esecuzione di queste sentenze ammissibili ed il resto delle richieste inammissibile;
3. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 della Convenzione e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 in tutte le cause a causa dell’annullamento delle sentenze a favore dei richiedenti tramite revisione direttiva;
4. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 della Convenzione e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 a causa della non-esecuzione prolungata delle sentenze prima del loro annullamento nelle cause i Kazakevich, Osipov e Zamakhayev e che non c’è stata nessuna violazione di queste disposizioni a causa dell’ esecuzione della sentenza del 27 maggio 2003 nella causa Odintsova;
5. Sostiene che non è necessario considerare separatamente il resto delle azioni di reclamo dei richiedenti relative alla non-esecuzione delle sentenze e/o dei difetti procedurali dei procedimenti di revisione direttiva;
6. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente deve pagare ai richiedenti, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione le seguenti somme da convertire in rubli russi al tasso applicabile in data dell’accordo:
(i) a riguardo del danno patrimoniale:
EUR 2,300 (due mila trecento euro) a V. K.;
EUR 1,020 (mille e venti euro) a Y. O.;
EUR 11,370 (undici mila trecento e settanta euro) a me. O.;
EUR 910 (novecento e dieci euro) a B. S.;
EUR 3,625 (tre mila seicento e venti cinque euro) a V. Z.;
(ii) EUR 3,000 (tre mila euro) ad ogni richiedente a riguardo del danno non-patrimoniale più qualsiasi tassa che può essere addebitabile su questi importi;
(iii) a riguardo ai costi e spese:
EUR 190 (cento e novanta euro) a V. K.;
EUR 55 (cinquanta cinque euro) a V. P.;
EUR 1,130 (mille cento e trenta euro) a V. Z.;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice sarà pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
7. Respinge il resto della richiesta dei richiedenti per la soddisfazione equa.
Fatto in inglesi, e notificato per iscritto il 14 gennaio 2010, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Søren Nielsen Christos Rozakis
Cancelliere Presidente

APPENDICE
Richiesta N.( DATA) RICHIEDENTE(ANNO DI NASCITA) CORTI DEI GIUDIZI)/DATE IMPORTO ASSEGNATO CORTE DELLA REVISIONE DIRETTIVA DELLASENTENZA D/DATE SODDISFAZIONE EQUA Rivendicazioni (Articolo 41)
14290/03
(2/04/03) OMISSIS
(1951) Corte Militare di Novorossiysk Garnison, 15/05/02 esecutiva 28/05/02 Ordine di assegnare una pensione Presidium del Circuito della Corte Militare del Caucaso Settentrionale, 27/05/03 RUB 134,246.00
(danno patrimoniale);
RUB 500,000.00
(danno non-patrimoniale);
UAH 1,247.00 (costa)
19089/04
(25/04/04) OMISSIS

(1957) Corte distrettuale di Samarskiy di Samara, 24/03/04 esecutiva 04/04/04 RUB 21,559.00 Presidium della Corte Regionale del Samara, 10/02/05 RUB 1,622,054.21
(danno patrimoniale);
RUB 100,000.00
(danno non-patrimoniale)
42059/04
(03/11/04) OMISSIS
(1948) Corte distrettuale di Leninskiy di Ulyanovsk, 28/04/03 esecutiva12/05/03 RUB 269,226.99 Presidium della Corte Regionale dell’Ulyanovsk, 01/07/04 RUB 418,244.13
(danno patrimoniale);
RUB 418,244.13
(danno non-patrimoniale)
27800/04
(05/07/04) OMISSIS
(1953) Corte distrettuale di Tverskoy di Mosca, 27/09/02 esecutivo 8/10/02 RUB 176,408.97
(somma globale)
più aumentati pagamenti mensili Presidium della Corte della Città di Mosca, 08/07/04 RUB 89,031.00
(danno patrimoniale);
importo non specificato per danno non-patrimoniale
43505/04
(26/11/04) OMISSIS
(1952) Corte distrettuale di Tverskoy di Mosca, 23/08/02 esecutiva 03/09/02 RUB 13,619.44
(somma globale)
più aumentati pagamenti mensili Presidium della Corte della Città di Mosca, 3/06/04 RUB 250,202.00
(danno patrimoniale);
EUR 3,000.00
(danno non-patrimoniale)
43538/04
(30/11/04) OMISSIS
(1938) Corte distrettuale di Tverskoy di Mosca, 11/10/02 esecutiva 21/10/02 RUB 232,512.66
(somma globale)
più aumentati pagamenti mensili Presidium della Corte della Città di Mosca, 10/06/04 RUB 218,269.20
(danno patrimoniale);
importo non specificato per
danno non-patrimoniale;
RUB 1,960.90 (costa)
3614/05
(03/12/04) OMISSIS
(1939) Corte distrettuale di Tverskoy di Mosca, 08/07/02 esecutiva 18/07/02 RUB 104,988.80
(somma globale)
più aumentati pagamenti mensili Presidium della Mosca Città Corte, 09/06/04 Non specificato
(i dettagli della rivendicazione del richiedente presentarono fuori termini)
30906/05
(28/07/05) OMISSIS
(1958) Corte della Città di Vologda della Regione di Vologda, 19/09/00 esecutiva 30/09/00 Ordine di ricalcolare la pensione Presidium della Corte Regionale del Vologda, 5/03/05 RUB 69,979.62
(danno patrimoniale);
RUB 180,000.00
(danno non-patrimoniale);
RUB 40,628.40 (costa)
39901/05
(27/09/05) OMISSIS
(1948) Corte distrettuale di Sovetskiy di Kazan, Repubblica di Tatarstan, 08/06/04 esecutiva 12/08/04 RUB 20,528.86
(somma globale)
più aumentati pagamenti mensili Presidium della Corte Suprema della Repubblica di Tatarstan, 01/06/05 RUB 93,177.90
(danno patrimoniale);
EUR 20,000.00
(danno non-patrimoniale)
524/06
(2/11/05) OMISSIS
(1953) Corte distrettuale di Sovetskiy di Kazan, Repubblica di Tatarstan, 30/01/04
esecutiva 26/04/04 Ordine di ricalcolare il pagamento degli arretrati Presidium della Corte Suprema della Repubblica di Tatarstan, 3/08/05 RUB 173,274.73
(danno patrimoniale);
RUB 100,000.00
(danno non-patrimoniale)

Testo Tradotto

FIRST SECTION
CASE OF KAZAKEVICH
and 9 other “army pensioners” cases v. RUSSIA
(Applications nos. 14290/03, 19089/04, 42059/04, 27800/04, 43505/04, 43538/04, 3614/05, 30906/05, 39901/05 and 524/06)
JUDGMENT
STRASBOURG
14 January 2010
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Kazakevich and 9 other “army pensioners” cases v. Russia,
The European Court of Human Rights (First Section), sitting as a Chamber composed of:
Christos Rozakis, President,
Nina Vajić,
Anatoly Kovler,
Elisabeth Steiner,
Khanlar Hajiyev,
Dean Spielmann,
Sverre Erik Jebens, judges,
and Søren Nielsen, Section Registrar,
Having deliberated in private on 15 December 2009,
Delivers the following judgment, which was adopted on the last-mentioned date:
PROCEDURE
1. The case originated in ten applications (nos. 14290/03, 19089/04, 42059/04, 27800/04, 43505/04, 43538/04, 3614/05, 30906/05, 39901/05 and 524/06) against the Russian Federation lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by ten Russian nationals (“the applicants”). The applicants’ names and the dates of their applications to the Court appear in the table below.
2. The applicant V. K. was represented by Mr R. M., a lawyer practising in Sebastopol. The applicant V. Z. was represented by Mr D. C., a lawyer practising in Vologda. Other applicants were not represented by a lawyer.
3. The Russian Government (“the Government”) were represented by Mr P. Laptev and Ms V. Milinchuk, former representatives of the Russian Federation at the Court, and by Mr G. Matyushkin, the Representative of the Russian Federation at the Court.
4. The applicants complained inter alia of the quashing on supervisory-review of binding and enforceable judgments delivered in their favour between 2000 and 2004.
5. On various dates the President of the First Section decided to communicate these complaints to the respondent Government. It was also decided in all cases to examine the merits of the applications at the same time as their admissibility (Article 29 § 3). The Government objected to the joint examination of the admissibility and merits in several cases, but the Court rejected this objection.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASES
6. The applicants’ names and other details are indicated in the table below. All the applicants except Ms O. are Russian retired servicemen entitled to payment of pensions by the State. Ms O. is the widow of a colonel who died in the crash of a training aircraft.
7. On various dates the applicants sued the military commissions in their regions and, in case of Kazakevich and Osipov, the Ministry of Defense and the Federal Security Service (FSB) respectively, claiming payment of a pension or increase of pensions on account of their military service and, in the case of Odintsova, on account of her husband’s death.
8. The domestic courts granted the applicants’ claims (see details of the judgments in the table below). The judgments in cases of Sukchev and Zamakhayev were upheld on appeal; other judgments were not appealed against by the defendant authorities. All the judgments in the applicants’ favour thus became binding and enforceable on the dates indicated in the table below.
9. On various dates the Presidiums of higher courts allowed the defendant authorities’ applications for supervisory review and quashed the judgments in the applicants’ favour, considering that the lower courts misapplied the material law (see details of the judgments in the table below). In the cases of Odintsova and Osipov the Presidiums dismissed the applicants’ claims by the same judgments. In the other cases the Presidiums sent the cases back to the first instance courts, which later dismissed the applicants’ claims.
10. In five cases (Kazakevich, Odintsova, Osipov, Sukchev and Zamakhayev), the judgments in the applicants’ favour were not enforced. In the other five cases (Legkov, Afanasyev, Polyanskiy, Malakhov and Zorin), the judgments in the applicants’ favour were enforced as regards the lump sum and/or monthly awards. It appears that the payment of monthly awards was stopped a short time before or after the quashing of the judgments on supervisory review.
11. In the case of Odintsova, the Samarskiy District Court of Samara delivered on 27 May 2003 another judgment in the applicant’s favour, granting pension arrears and a sum of 2,500.00 Russian roubles (RUB) as compensation for non-pecuniary damage and costs. The judgment was not appealed against and became enforceable on 6 June 2003. The Government submitted that all awards had been credited to the applicant’s bank account on 12 August 2003 and that a separate sum of RUB 2,500.00 had again been credited to the applicant’s account on 9 November 2004 as a result of a clerical error. The applicant submitted that the pension arrears awarded by the court had been credited to her account on 3 September 2003 but the remainder award of RUB 2,500.00 had only been credited in November 2004.
12. On 24 December 2001 Ms O. filed a separate lawsuit against the Ministry of Defense, claiming compensation in respect of pecuniary and non-pecuniary damage. On 2 October 2003 the Kirovskiy District Court of Samara rejected her claims. On 11 November 2003 the Samara Regional Court upheld the judgment on appeal.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
13. The relevant domestic law governing the supervisory review procedure at the material time is summed up in the Court’s judgment in the case of Sobelin and Others (see Sobelin and Others v. Russia, nos. 30672/03 et al., §§ 33-42, 3 May 2007).
14. In 2001-2005 judgments delivered against the public authorities were executed in accordance with a special procedure established, inter alia, by the Government’s Decree No. 143 of 22 February 2001 and, subsequently, by Decree No. 666 of 22 September 2002, entrusting execution to the Ministry of Finance (see further details in Pridatchenko and Others v. Russia, nos. 2191/03 et al., §§ 33-39, 21 June 2007).
THE LAW
I. JOINDER OF THE APPLICATIONS
15. Given that these ten applications concern similar facts and complaints and raise almost identical issues under the Convention, the Court decides to consider them in a single judgment.
II. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 6 AND ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 ON ACCOUNT OF THE QUASHING OF THE JUDGMENTS IN THE APPLICANTS’ FAVOUR
16. All applicants complained of violations of Article 6 on account of the quashing of the binding and enforceable judgments in their favour by way of supervisory review. Most of them also complained of violations of Article 1 of Protocol No. 1 in relation to the same facts. The Court will consider all the cases in the light of both provisions, which insofar as relevant, read as follows:
Article 6 § 1
“In the determination of his civil rights and obligations …, everyone is entitled to a fair and public hearing within a reasonable time by [a] … tribunal…”
Article 1 of Protocol No. 1
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law…”
A. Admissibility
1. Alleged abuse of the right to individual petition in the case of Polyanskiy (no. 43538/04)
17. In his observations on the admissibility and merits of 7 October 2007 the applicant challenged the impartiality of a judge of the Moscow City Court and the good faith of the former Russian Representative at the Court. The Government argued that these provocative statements were unacceptable within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention.
18. The Court reiterates that the persistent use of insulting or provocative language may be considered an abuse of the right of application within the meaning of Article 35 § 3 (see Chernitsyn v. Russia, no. 5964/02, § 25, 6 April 2006). However, the Court does not discern any unacceptable statement by the applicant in the present case. While referring to the Government’s possible intention to distort the facts and challenging the judge’s attitude in his case, the applicant’s criticism was neither insulting, nor persistent (see Zhuk v. Russia, no. 42389/02, §§ 18-19, 14 November 2008). Accordingly the Court finds no ground to declare the application inadmissible as an abuse of the right of petition. The Government’s objection should therefore be dismissed.
2. Applicability of Article 6
19. The Government argued in some cases that Article 6 of the Convention was not applicable to the domestic litigations as they concerned the retired military personnel and could therefore not be qualified as “civil”. The Government thus submitted that the complaints were incompatible ratione materiae with the Convention.
20. The applicants disagreed, maintaining that Article 6 was applicable.
21. The Court reiterates that civil servants can only be excluded from the protection embodied in Article 6 if the State in its national law expressly excluded access to a court for the category of staff in question and if this exclusion was justified on objective grounds in the State’s interest (see Vilho Eskelinen and Others v. Finland, [GC], no. 63235/00, §62, ECHR 2007-…). The Court considers that these conditions were not satisfied in the present cases, as all applicants had access to courts in accordance with the domestic law. Accordingly, the Government’s objection should be dismissed in line with the Court’s decisions in numerous similar cases (see Dovguchits v. Russia, no.2999/03, §§ 19-24, 7 June 2007, and Kulkov and Others v. Russia, nos. 25114/03 et al., § 19, 8 January 2009).
22. The Court further notes that the applicants’ complaints are not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention. It also notes that they are not inadmissible on any other grounds. They must therefore be declared admissible.
B. Merits
23. All applicants argued in substance that the quashing of the binding and enforceable judgments in their favour by way of supervisory review had violated the principle of legal certainty and therefore their right to a court under Article 6. They provided a number of arguments supporting the lawfulness of the domestic courts’ awards in their favour and referred to similar judgments delivered by other Russian courts in respect of army pensioners. Most of the applicants thus insisted on their legitimate expectations to receive the court awards at issue, emphasising the fact that the authorities had failed to appeal against the judgments before they became binding and enforceable.
24. The Government argued that the supervisory review proceedings resulting in the quashing of the judgments at issue were lawful: they were initiated by the defendant authorities within the time-limits provided for by domestic law. The regional courts quashed lower courts’ unlawful judgments, thus correcting flagrant injustice and erasing dangerous precedents. In the Government’s view, no expectation of any benefit could have arisen from such flawed judgments. They provided detailed information on the material law that had allegedly been ignored by the lower courts. The Government specified, in addition, that the first instance court violated the statute of limitations in the case of Osipov (no. 42059/04) and acted beyond its jurisdiction in the case of Afanasyev (no. 43505/04). They pointed out that some of the judgments at issue were nonetheless enforced until their quashing. Finally, the Government referred to the Committee of Ministers’ Resolution ResDH (2006)1 of 8 February 2006, which acknowledged positive developments in the supervisory review procedure. They concluded that the supervisory review of the judgments was exercised so as to strike, to the maximum extent possible, a fair balance between the interests of the individual and the need to ensure the proper and uniform administration of justice.
25. The Court reiterates that legal certainty, which is one of the fundamental aspects of the rule of law, presupposes respect for the principle of res judicata, that is the principle of the finality of judgments. A departure from that principle is justified only when made necessary by circumstances of a substantial and compelling character, such as correction of fundamental defects or miscarriage of justice (see Brumărescu v. Romania [GC], no. 28342/95, § 61, ECHR 1999-VII; Ryabykh v. Russia, no. 52854/99, § 51-52, ECHR 2003-IX).
26. The Court further recalls that it has already found numerous violations of the Convention on account of the quashing of binding and enforceable judgments by way of supervisory review under the Code of Civil Procedure as in force at the material time. Some of these violations were found in similar and, on certain occasions, virtually identical circumstances involving retired servicemen (see Sergey Petrov v. Russia, no. 1861/05, 10 May 2007; Parolov v. Russia, no. 44543/04, 14 June 2007, and Kulkov and others, cited above). In those cases the Court found that the quashing of final judgments in the applicants’ favour was not justified by circumstances of compelling and exceptional character. The Court finds no reason to come to a different conclusion in the present cases.
27. The arguments submitted by the Government in the present cases were addressed in detail and dismissed in previous similar cases. Misapplication of material law by the first instance courts does not in itself justify the quashing of binding and enforceable judgments on supervisory review, even if the latter was exercised within the one-year time-limit set in domestic law (Kot v. Russia, no. 20887/03, § 29, 18 January 2007). Nor can the Court discern any fundamental defect in the cases of Osipov and Afanasyev arising from the specific grounds put forward by the Government. In both cases, like in all others, the supervisory review was prompted by higher courts’ disagreement about the applicants’ entitlement to social benefits, which was determined in fair adversarial proceedings at the fist-instance (compare Protsenko v. Russia, no. 13151/04, §§ 30-34, 31 July 2008, and Tishkevich v. Russia, no. 2202/05, §§ 25-26, 4 December 2008). Finally, while the aim of uniform application of domestic law may be achieved through various legislative and adjudicative means, it cannot justify disregard for the applicants’ legitimate reliance on res judicata (see Kulkov and Others, cited above, § 27).
28. The Court accordingly concludes that the quashing of the binding and enforceable judgments in the applicants’ favour amounts to a breach of the principle of legal certainty in violation of Article 6 of the Convention.
29. The Court further reiterates that the binding and enforceable judgments created an established right to payment in the applicants’ favour, which is considered as “possession” within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1 (see Vasilopoulou v. Greece, no. 47541/99, § 22, 21 March 2002). The quashing of these judgments in breach of the principle of legal certainty frustrated the applicants’ reliance on the binding judicial decisions and deprived them of an opportunity to receive the judicial awards they had legitimately expected to receive (see Dovguchits, cited above, § 35). There has accordingly been also a violation of that Article 1 of Protocol No. 1.
III. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 6 OF THE CONVENTION ON ACCOUNT OF PROCEDURAL SHORTCOMINGS OF THE SUPERVISORY REVIEW PROCEEDINGS
30. In some cases the applicants also complained of unfairness of the supervisory review proceedings on account of various procedural defects. Ms O. furthermore complained of the excessive length of the proceedings concluded by the judgment delivered on supervisory review. Given its finding that the applicants’ right to a court was violated by the quashing of the judgments in their favour by way of supervisory review (see paragraph 28 above), the Court does not find it necessary to examine separately the alleged procedural shortcomings of those proceedings.
IV. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 6 OF THE CONVENTION AND ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1 ON ACCOUNT OF THE NON-ENFORCEMENT OF THE JUDGMENTS
31. Four applicants (Mr K., Ms O., Mr O. and Mr Z.) also complained of a violation of Article 6 of the Convention and of Article 1 of Protocol No. 1 on account of non-enforcement of the judgments which were quashed on supervisory review. Ms O.a complained in addition of delayed enforcement of the judgment of 27 May 2003 (see paragraph 11 above). The relevant parts of the Convention provisions referred to by the applicants are quoted above.
32. The Court reiterates that the principles insisting that a final judicial decision must not be called into question and should be enforced represent two aspects of the same general concept, namely the right to a court. Having regard to its finding of violations of Article 6 on account of the quashing of the judgments in supervisory-review proceedings (see paragraph 28 above), the Court finds that it is not necessary to examine separately the issue of their subsequent non-enforcement by the authorities (see Boris Vasilyev v. Russia, no. 30671/03, §§ 41-42, 15 February 2007; and Sobelin and Others, cited above, §§ 67-68).
33. A separate issue as to non-enforcement of judgments arises only in the cases of Kazakevich, Osipov and Zamakhayev as the judgments in the applicants’ favour remained unenforced for one year or more before they were quashed on supervisory review (see Kulkov and Others, cited above, § 36). The Court will also examine separately Ms Odintsova’s complaint regarding alleged non-enforcement of the judgment of 27 May 2003, which has never been quashed (see paragraph 11 above).
A. Admissibility
34. The Government alleged that the applicants had not exhausted the domestic remedies available to them under domestic law. They notably referred to Chapter 25 of the Code of Civil Procedure allowing to complain about the authorities’ negligence and to Chapter 59 of the Civil Code opening a way to claim non-pecuniary damage. In the Government’s view the latter provision had proven its effectiveness in practice, as shown by several examples of domestic case-law.
35. The Court reiterates that it recently assessed the effectiveness of the remedies referred to by the Government and concluded that no effective domestic remedy was available in respect of non-enforcement or delayed enforcement of judgments (see Burdov v. Russia (no. 2), no. 33509/04, §§ 101-116, ECHR 2009-…). The Government’s objection must therefore be dismissed.
36. The Court further notes that the applicants’ complaints are not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention. It further notes that they are not inadmissible on any other grounds. They must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. Judgments in favour of Mr K., Mr O. and Mr Z.
37. The Government argued that the delays in enforcement of these judgments were reasonable and justified. They referred to various procedural steps taken by the authorities to enforce these judgments prior their quashing on supervisory review.
38. The applicants maintained their complaints.
39. The Court reiterates that an unreasonably long delay in enforcement of a binding judgment may breach the Convention (see Burdov v. Russia, no. 59498/00, ECHR 2002-III). The reasonableness of such delay is to be determined having regard in particular to the complexity of the enforcement proceedings, the applicant’s own behaviour and that of the competent authorities, the amount and the nature of court award (see Raylyan v. Russia, no. 22000/03, § 31, 15 February 2007).
40. The Court notes that the binding and enforceable judgments in the applicants’ favour remained unenforced for one year or more. The enforcement of judicial awards was not complex, being limited to payment of monetary awards. The Court has frequently held that the authorities’ failure for such prolonged periods to honour their monetary debts under domestic judgments were not compatible with the Convention (see, among many others, Kozodoyev and Others v. Russia, nos. 2701/04, 3597/04, 11898/04, 31946/04 and 34826/04, § 11, 15 January 2009). It finds no reason to depart from this case-law in the present cases.
41. There has, accordingly, been a violation of Article 6 § 1 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1. on account of prolonged non-enforcement of the judgments in favour of these three applicants.
2. Judgment of 27 May 2003 in favour of Ms O.
42. The parties gave divergent accounts as to how and when the judgment of 27 May 2003 was enforced (see paragraph 11 above). They also submitted some contradictory financial documents on this issue. Having examined the material in its possession, the Court cannot find it established that the amount of RUB 2,500.00 was excluded from the sum credited to the applicant’s account on 3 September 2003 and that the full enforcement of the judgment was delayed until November 2004 as suggested by the applicant. Accordingly, the Court cannot find any violation on this count.
V. OTHER ALLEGED VIOLATIONS OF THE CONVENTION
43. Referring to various provisions of the Convention, some applicants complained of dismissal by the domestic courts of their claims following the quashing of the judgments in their favour. Ms O. also complained under Article 6 and Article 14 about the outcome of the proceedings which ended in the judgment of 11 November 2003 (see paragraph 12 above). She referred in particular to discrimination of her daughter as the latter was denied additional compensation allegedly due under the Civil Code. Some applicants furthermore complained of the impossibility to contest the judgments delivered on supervisory review before any other judicial instance.
44. The Court reiterates that it does not review, in principle, the application of the national law made by domestic courts (see García Ruiz v. Spain [GC], no. 30544/96, § 28, ECHR 1999-I, with further references). The domestic judgments dismissing the applicants’ claims and other materials at the Court’s disposal do not disclose any unlawfulness or arbitrariness and it is not for the Court to reassess the question of the applicants’ entitlement to social benefits under domestic law (see Larioshina v. Russia (dec.), no. 56869/00, 23 April 2002). Nor does the Convention guarantee, as such, a right to appellate remedies in respect of the decisions taken by way of supervisory review: the mere fact that the judgment of the highest judicial body is not subject to further judicial review does not infringe the Convention (see Parolov, cited above, § 35).
45. Referring to Article 6 § 1 of the Convention, Ms O. further complained about the excessive length of two sets of proceedings concluded by the judgments of 27 April 2001 and 11 November 2003. The Court finds that these complaints are inadmissible for the following reasons. The complaint relating to the former set of proceedings is out of time as it was lodged more than six months after the judgment of 27 April 2001. The complaint concerning the latter set of proceedings is manifestly ill-founded: the overall length of these proceedings was less than two years for two levels of jurisdiction.
46. Finally Ms O. complained under Article 2 of Protocol No. 1 of a violation of her daughter’s right to education on account of delays in payment of the judgment debts. However, the Court considers this complaint to be a restatement of the applicant’s complaints relating to non-enforcement of the domestic judgments (see paragraphs 31 and 42 above).
47. The Court concludes that all the above complaints must be rejected as inadmissible under Article 35 §§ 1, 3 and 4 of the Convention.
VI. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
48. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
A. Damage
1. The parties’ submissions
49. The applicants claimed in respect of pecuniary damage the sums that should have been paid to them in accordance with the domestic judgments in their favour. The applicants’ claims include the unpaid lump sum and/or monthly awards made by the courts. Some of the applicants included additional amounts for compensation of inflation losses for the period elapsed since the domestic judgments in their favour. In addition, the applicants claimed various amounts for non-pecuniary damage. The details of the applicants’ claims appear in the table below.
50. The Government disagreed and asked the Court to reject the applicants’ claims. As to pecuniary damage, the Government submitted that the Court must not substitute itself to the national courts which eventually dismissed the applicants’ claims under domestic law. Therefore, the applicants have no right to any pension or pension increases. As to possible inflation losses arising from enforcement delays, the applicants should have submitted the relevant claims to domestic courts. As to non-pecuniary damage, the Government considered the applicants’ claims to be excessive and unreasonable.
2. The Court’s assessment
(a) Pecuniary damage
51. The Court recalls that the most appropriate form of redress in respect of the violations found would be to put the applicants as far as possible in the position they would have been if the Convention requirements had not been disregarded (see Piersack v. Belgium (Article 50), 26 October 1984, Series A no. 85, p. 16, § 12, and, mutatis mutandis, Gençel v. Turkey, no. 53431/99, § 27, 23 October 2003). The Court considers that this principle should apply in the present cases as it did in numerous similar ones decided in the past (see Dovguchits, cited above, §48).
52. The Court therefore finds it appropriate to award the applicants the amounts they would have received under the domestic judgments. On the other hand, the Court cannot grant the applicants’ claims in so far as they include the monthly payments allegedly due after the quashing of the domestic judgments on supervisory review and the ensuing dismissal of the applicants’ claims by the domestic courts. Indeed, once the final judgments quashed, they ceased to exist under domestic law; the Court cannot restore the power of these judgments nor assume the role of the national authorities in awarding social benefits for the future. Therefore, the Court should only award the sums which must have been paid to the applicants until the quashing of the judgments in their favour and the final rejection of their claims at the domestic level (Tarnopolskaya and Others v. Russia, nos. 11093/07 et al., § 51, 7 July 2009).
53. The Court also accepts the applicants’ claims relating to the loss of value of the court awards since the delivery of the judgments in their favour and finds it appropriate to award additional sums in this respect, where they were requested (see Kondrashov and Others v. Russia, nos. 2068/03 et al., § 42, 8 January 2009).
54. As the Government have not submitted any alternative method of calculation of the applicants’ pecuniary losses, the Court will determine the compensation on the basis of the calculations provided by the applicants. The Court accordingly awards the following amounts:
RUB 81,000 (EUR 2,300) to Mr K.;
RUB 37,943.84 (EUR 1,020) to Ms O.;
RUB 418,244.13 (EUR 11,370) to Mr O.;
RUB 32,298.50 (EUR 910) to Mr S.;
RUB 127,931.81 (EUR 3,625) to Mr Z.;
These amounts include the compensation for loss of value of the domestic court awards where such compensation was claimed by the applicants. The sums in Russian roubles are converted into Euros at the rate applicable on the date of submission of the applicants’ claims.
55. As regards the other five cases (Legkov, Afanasyev, Polyanskiy, Malakhov and Zorin), the Court notes that the domestic judgments in the applicants’ favour were enforced until their quashing on supervisory review (see paragraph 10 above). The applicants’ claims in these cases correspond to the amounts which were allegedly due after the dismissal of their claims at the domestic level. Having regard to its conclusion in paragraph 52 above, the Court dismisses the applicants’ claims for pecuniary damage in these five cases.
(b) Non-pecuniary damage
56. With reference to its established case-law in similar cases the Court finds that the applicants have suffered non-pecuniary damage as a result of the violations found which cannot be compensated by the mere finding of a violation. Having regard to the circumstances of the cases and making its assessment on an equitable basis, as required by Article 41 of the Convention, the Court awards to each applicant a sum of EUR 3,000 in respect of non-pecuniary damage, plus any tax that may be chargeable on that amount.
B. Costs and expenses
57. In three cases (Kazakevich, Polyanskiy and Zorin) the applicants claimed certain amounts for costs and expenses (see details in the table below). The Government found those claims unsubstantiated.
58. The Court reiterates that an applicant is entitled to the reimbursement of costs and expenses only in so far as it has been shown that these have been actually and necessarily incurred and were reasonable as to quantum. Regard being had to the information in its possession and the above criteria, the Court decides to grant the applicants’ claims in these three cases. Accordingly, the Court awards 1,247.00 Ukrainian Hryvnias (UAH) (EUR 190) to Mr K., RUB 1,960.90 (EUR 55) to Mr P. and RUB 40,628.40 (EUR 1,130) to Mr Z..
C. Default interest
59. The Court considers it appropriate that the default interest should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Decides to join the applications;
2. Declares the complaints concerning the quashing of the binding and enforceable judgments in supervisory-review proceedings and the non-enforcement of these judgments admissible and the remainder of the applications inadmissible;
3. Holds that there has been a violation of Article 6 of the Convention and of Article 1 of Protocol No. 1 in all cases on account of the quashing of the judgments in the applicants’ favour by way of supervisory review;
4. Holds that there has been a violation of Article 6 of the Convention and of Article 1 of Protocol No. 1 on account of prolonged non-enforcement of the judgments prior to their quashing in the cases of Kazakevich, Osipov and Zamakhayev and that there has been no violation of these provisions on account of enforcement of the judgment of 27 May 2003 in the case of Odintsova;
5. Holds that it is not necessary to consider separately the remainder of the applicants’ complaints relating to non-enforcement of the judgments and/or procedural shortcomings of the supervisory review proceedings;
6. Holds
(a) that the respondent State is to pay the applicants, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 § 2 of the Convention, the following sums to be converted into Russian roubles at the rate applicable at the date of the settlement:
(i) in respect of pecuniary damage:
EUR 2,300 (two thousand three hundred euros) to V. K.;
EUR 1,020 (one thousand and twenty euros) to Y. O.;
EUR 11,370 (eleven thousand three hundred and seventy euros) to I. O.;
EUR 910 (nine hundred and ten euros) to B. S.;
EUR 3,625 (three thousand six hundred and twenty five euros) to V. Z.;
(ii) EUR 3,000 (three thousand euros) to each applicant in respect of non-pecuniary damage plus any tax that may be chargeable on these amounts;
(iii) in respect of costs and expenses:
EUR 190 (one hundred and ninety euros) to V. K.;
EUR 55 (fifty five euros) to V. P.;
EUR 1,130 (one thousand one hundred and thirty euros) to V. Z.;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amounts at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;
7. Dismisses the remainder of the applicants’ claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 14 January 2010, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Søren Nielsen Christos Rozakis
Registrar President

APPENDIX
APP. NO.
(DATE) APPLICANT
(YEAR OF BIRTH) JUDGMENT(S)
COURT(S)/DATE(S) AMOUNT(S)
AWARDED SUPERVISORY REVIEW JUDGMENT
COURT/DATE(S) JUST SATISFACTION
CLAIMS (ARTICLE 41)
14290/03
(2/04/03) OMISSIS
(1951) Novorossiysk Garnison Military Court, 15/05/02, enforceable on 28/05/02 Order to allocate a pension Presidium of the Northern Caucasus Circuit Military Court, 27/05/03 RUB 134,246.00
(pecuniary damage);
RUB 500,000.00
(non-pecuniary damage);
UAH 1,247.00 (costs)
19089/04
(25/04/04) OMISSIS

(1957) Samarskiy District Court of Samara, 24/03/04, enforceable 04/04/04 RUB 21,559.00 Presidium of the Samara Regional Court, 10/02/05 RUB 1,622,054.21
(pecuniary damage);
RUB 100,000.00
(non-pecuniary damage)
42059/04
(03/11/04) OMISSIS
(1948) Leninskiy District Court of Ulyanovsk, 28/04/03, enforceable on 12/05/03 RUB 269,226.99 Presidium of the Ulyanovsk Regional Court, 01/07/04 RUB 418,244.13
(pecuniary damage);
RUB 418,244.13
(non-pecuniary damage)
27800/04
(05/07/04) OMISSIS
(1953) Tverskoy District Court of Moscow, 27/09/02, enforceable on 8/10/02 RUB 176,408.97
(lump sum)
plus increased monthly payments Presidium of the Moscow City Court, 08/07/04 RUB 89,031.00
(pecuniary damage);
unspecified amount for non-pecuniary damage
43505/04
(26/11/04) OMISSIS
(1952) Tverskoy District Court of Moscow, 23/08/02, enforceable on 03/09/02 RUB 13,619.44
(lump sum)
plus increased monthly payments Presidium of the Moscow City Court, 3/06/04 RUB 250,202.00
(pecuniary damage);
EUR 3,000.00
(non-pecuniary damage)
43538/04
(30/11/04) OMISSIS
(1938) Tverskoy District Court of Moscow, 11/10/02, enforceable on 21/10/02 RUB 232,512.66
(lump sum)
plus increased monthly payments Presidium of the Moscow City Court, 10/06/04 RUB 218,269.20
(pecuniary damage);
unspecified amount for
non-pecuniary damage;
RUB 1,960.90 (costs)
3614/05
(03/12/04) OMISSIS
(1939) Tverskoy District Court of Moscow, 08/07/02, enforceable on 18/07/02 RUB 104,988.80
(lump sum)
plus increased monthly payments Presidium of the Moscow City Court, 09/06/04 Unspecified
(the details of the applicant’s claim submitted out of time)
30906/05
(28/07/05) OMISSIS
(1958) Vologda Town Court of the Vologda Region, 19/09/00, enforceable on 30/09/00 Order to recalculate the pension Presidium of the Vologda Regional Court, 5/03/05 RUB 69,979.62
(pecuniary damage);
RUB 180,000.00
(non-pecuniary damage);
RUB 40,628.40 (costs)
39901/05
(27/09/05) OMISSIS
(1948) Sovetskiy District Court of Kazan, Republic of Tatarstan, 08/06/04, enforceable on 12/08/04 RUB 20,528.86
(lump sum)
plus increased monthly payments Presidium of the Supreme Court of the Republic of Tatarstan, 01/06/05 RUB 93,177.90
(pecuniary damage);
EUR 20,000.00
(non-pecuniary damage)
524/06
(2/11/05) OMISSIS
(1953) Sovetskiy District Court of Kazan, Republic of Tatarstan, 30/01/04,
enforceable on 26/04/04 Order to recalculate pay arrears Presidium of the Supreme Court of the Republic of Tatarstan, 3/08/05 RUB 173,274.73
(pecuniary damage);
RUB 100,000.00
(non-pecuniary damage)

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

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La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 10/12/2024