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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF HOVHANNISYAN AND SHIROYAN v. ARMENIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41, P1-1
Numero: 5065/06/2010
Stato: Armenia
Data: 2010-07-20 00:00:00
Organo: Sezione Terza
Testo Originale

Conclusione Parte restante inammissibile; Violazione di P1-1; soddisfazione Equa riservata
TERZA SEZIONE
CAUSA HOVHANNISYAN E SHIROYAN C. ARMENIA
(Richiesta n. 5065/06)
SENTENZA
( meriti)
STRASBOURG
20 luglio 2010
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Hovhannisyan e Shiroyan c. Armenia,
La Corte europea dei Diritti umani (terza Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Josep Casadevall, Presidente, Elisabet Fura, Boštjan M. Zupančič, Alvina Gyulumyan, Ineta Ziemele, Luis López Guerra, l’Ann Power, giudici,
e Santiago Quesada, Cancelliere di Sezione,
Avendo deliberato in privato il 29 giugno 2010,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 5065/06) contro la Repubblica dell’Armenia depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da tre cittadini Armeni, OMISSIS (“i richiedenti”), il 17 gennaio 2006.
2. I richiedenti furono rappresentati col Sig. V. G., un avvocato che pratica a Yerevan. Il Governo Armeno (“il Governo”) fu rappresentato dal suo Agente, il Sig. G. Kostanyan, Rappresentante della Repubblica dell’Armenia alla Corte europea dei Diritti umani.
3. Il 3 settembre 2007 il Presidente della terza Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29 § 3).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. I richiedenti nacquero rispettivamente nel 1976, 1973 e 1999 e vivono a Yerevan.
5. Secondo i richiedenti, godevano un diritto di usufrutto di alloggio a riguardo di 33.8 metri quadrati di un appartamento che in totale misurava 66.8 metri quadrati e situato al 17 di Strada Byuzand, Yerevan. Sembra che l’appartamento fosse del loro membro famigliare, K.H. Il Governo contestò questa dichiarazione e sostenne che solamente i richiedenti OMISSIS (“il primo richiedente” e “il secondo richiedente”) godevano di tale diritto, mentre al richiedente OMISSIS (“il terzo richiedente”) che era un minore, era concesso solamente di vivere nell’appartamento in oggetto.
6. Il 1 agosto 2002 il Governo adottò il Decreto n. 1151-N, approvando le zone di espropriazione del patrimonio immobiliare (aree di terreno, edifici e costruzioni) situato all’interno dei confini amministrativi del Distretto Centrale di Yerevan che doveva essere preso per le necessità dello Stato al fine di eseguire dei progetti di costruzione, coprenti un’area totale di 345,000 metri quadrati. La via Byuzand fu inserita nella lista come una delle strade che rientravano all’interno di simili zone di espropriazione.
7. Il 17 giugno 2004 il Governo decise di appaltare la costruzione di una delle sezioni di Via Byuzand- che avrebbe cambiato il nome in Main Avenue -ad una società privata, V. Ltd.
8. Il 1 ottobre 2004 V. Ltd e l’Ufficio del Sindaco di Yerevan firmarono un accordo che, inter alia, autorizzavano il primo a negoziare direttamente coi proprietari della proprietà soggetta all’espropriazione e, se simili negoziazioni fossero andate a vuoto, avviare atti a favore dello Stato, chiedendo l’espropriazione forzata di simile proprietà.
9. Con una lettera del 25 febbraio 2005 V. Ltd il primo e il secondo richiedente furono informati che l’appartamento in oggetto situato all’interno della zona di espropriazione dell’area di Main Avenue sarebbe stato preso per necessità di Stato. Ad ogni richiedente fu offerto un totale di dracme Armene (AMD) equivalente a 3,500 dollari degli Stati Uniti (USD) come assistenza finanziaria, facendo seguito ai paragrafi 7(c) e 8(e) della procedura di risarcimento approvata dal Decreto Governativo n. 950 del 5 ottobre 2001 (vedere paragrafi 26 e 27 sotto; in futuro, “la procedura di risarcimento”).
10. Sembra che il primo e il secondo richiedente non accettarono questa offerta.
11. In una data non specificata, V. Ltd avviò dei procedimenti contro il primo e il secondo richiedente a favore dello Stato, chiedendo di terminare il loro diritto di usufrutto tramite pagamento di assistenza finanziaria e di sfrattare tutti i richiedenti con riferimento inter alia, agli Articoli 218 e 220 del Codice civile. Il querelante affermò che alle persone che godevano un diritto di usufrutto fu concesso, facendo seguito ai paragrafi 8 della procedura di risarcimento, di ricevere assistenza in dracme Armene equivalente di USD 3,500.
12. Sembra che nel corso degli atti V. Ltd propose anche lo stesso importo di risarcimento al terzo richiedente, poiché era allo stesso modo registrato nell’appartamento in oggetto. Il terzo richiedente si unì ai procedimenti come co-imputato.
13. Il 2 marzo 2005 fu firmato un contratto fra V. Ltd ed il proprietario dell’appartamento, K.H. secondo cui accettava di cedere l’appartamento allo Stato in cambio di un altro appartamento. Sembra che due altre persone che godevano allo stesso modo un diritto di usufrutto a riguardo dello stesso appartamento accettarono le offerte di prezzo fatte loro e rinunciarono ai loro diritti.
14. Il 16 marzo 2005 la Corte distrettuale di Kentron e di Nork-Marash di Yerevan (Երևան քաղաքի Կենտրոն և Նորք-Մարաշ համայնքների աոաջին ատյանի դատարան)accolse la rivendicazione di V. Ltd, terminando il diritto di usufrutto dei richiedenti ed assegnando loro un totale di dracme Armene equivalente a USD 10,500 come risarcimento. Nel fare così, la corte si riferì all’Articolo 218 §§ 1 e 2 ed all’ Articolo 220 § 1 del Codice civile, così come al paragrafo 10 della procedura di risarcimento.
15. Il 31 marzo 2005 i richiedenti depositarono un ricorso.
16. Il 3 giugno 2005 la Corte d’appello Civile (ՀՀ քաղաքացիական գործերով վերաքննիչ դատարան)accolse la rivendicazione di V. Ltd sulla base degli stessi motivi della Corte distrettuale.
17. Il 16 giugno 2005 un altro contratto fu firmato fra V. Ltd ed il proprietario dell’appartamento, K.H., simile a quello del 2 marzo 2005.
18. Il 21 giugno 2005 i richiedenti depositarono un ricorso sulle questioni di diritto che loro completarono il 15 luglio 2005.
19. Il 24 giugno 2005 la proprietà dello Stato a riguardo dell’appartamento fu registrata formalmente sulla base del contratto del 16 giugno 2005.
20. Il 18 luglio 2005 la Corte di Cassazione (ՀՀ վճռաբեկ դատարան) respinse il ricorso dei richiedenti.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
A. Le disposizioni nazionali con riferito al diritto di usufrutto dell’ alloggio
21. Per un riassunto delle disposizioni nazionali attinenti vedere la sentenza nella causa Minasyan e Semerjyan c. Armenia (n. 27651/05, §§ 23 e 34-43, 23 giugno 2009).
B. Altre disposizioni nazionali attinenti
1. Il Codice civile (come in vigore al tempo attinente)
22. Secondo l’Articolo 135, il diritto di proprietà e gli altri diritti di proprietà a riguardo del patrimonio immobiliare, le loro limitazioni, l’origine, il trasferimento e la conclusione sono soggetto a registrazione Statale.
23. Secondo l’Articolo 176, nel caso in cui un diritto a riguardo di proprietà è soggetto a registrazione Statale, il diritto di proprietà dell’acquisitore sorge dal momento di tale registrazione.
24. L’Articolo 218 §§ 1 e 2 prevede che è probabile che un’area di terreno venga presa dal proprietario per necessità dello Stato o della comunità compensando il suo valore. A seconda delle necessità per cui un’area di terreno sarebbe presa, il suo valore sarebbe compensato dallo Stato o dalla comunità. La decisione di prendere un’area di terreno per necessità dello Stato o della comunità sarebbe presa da un’autorità pubblica.
25. L’Articolo 220 § 1 prevede che, se non può essere raggiunto nessun accordo con il proprietario dell’area di terreno da prendere per necessità di Stato riguardo all’importo o alle altre condizioni del risarcimento, è probabile che l’autorità pubblica attinente avvii atti tesi a prendere l’area di terreno.
2. Decreto statale n. 950 del 5 ottobre 2001 che Approva la Procedura per Acquistare, Prendere e Fissare l’ Offerta del prezzo e Realizzare le Aree di Terreno e il Patrimonio immobiliare Situati nei Viali a Nord e Altre Zone di Espropriazione di Yerevan (come in vigore al tempo attinente)
26. Secondo il paragrafo 7(c) della procedura di risarcimento, le persone ed i loro figli minorenni-che furono registrati, incluso in costruzioni non autorizzate, prima della data in cui fu fatta la registrazione Statale (28 agosto 2001) sulla base della decisione dell’autorità pubblica competente di prendere l’area di terreno per necessità dello Stato- ognuno riceve assistenza nell’importo di dracme Armene equivalente a USD 2,000, sulla base del documento che conferma il fatto della registrazione (passaporto, certificato di nascita o un certificato fornito dall’autorità competente incaricata della registrazione).
27. Secondo il paragrafo 8(e) della procedura di risarcimento, le persone menzionate nel Paragrafo 7(c) di questa Procedura riceveranno assistenza nell’importo di dracme Armene equivalente di USD 1,500.
28. Secondo il paragrafo 10 della procedura di risarcimento, le persone che hanno acquisito un diritto di usufrutto o di contratto d’affitto in conformità con la procedura prevista dalla legge a riguardo di un’area di terreno situato in una zona di espropriazione riceverà come risarcimento il valore valutato del diritto di usufrutto o di contratto d’affitto della determinata area di terreno.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTO DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1 ALLA CONVENZIONE
29. I richiedenti si lamentarono che la privazione delle loro proprietà era in violazione delle garanzie dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 che legge come segue:
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
A. Le osservazioni delle parti
30. Il Governo presentò che i richiedenti non avevano “proprietà” all’interno del significato dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. Al tempo dell’espropriazione il solo proprietario dell’appartamento era lo Stato, come attestato dai due contratti firmati fra lo Stato ed il suo precedente proprietario, K.H. I richiedenti, d’altra parte godevano solamente di un diritto di usufrutto dell’ alloggio a riguardo dell’appartamento che era uguale ad un diritto di risiedere là e non poteva essere considerato come “proprietà.” Questo diritto non era assoluto e avrebbe potuto essere terminato sotto l’ Articolo 225 del Codice civile su richiesta del proprietario ciò che accadde nel presente caso.
31. Il terzo richiedente non godeva inoltre indipendentemente, anche di un diritto di usufrutto perché era un minorenne e godeva solamente il diritto di vivere insieme nell’alloggio con sua madre -il secondo richiedente -in virtù della Sezione 16 dell’Atto dei Diritti dei Figli. Insomma, dato che i richiedenti non avevano proprietà, la loro azione di reclamo era ratione materiae incompatibile con le disposizioni dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
32. I richiedenti presentarono che tutti i tre richiedenti godevano di un diritto di usufrutto dell’alloggio a riguardo dell’appartamento. Questo fu sostenuto con delle prova nella causa e, in particolare, le sentenze delle corti nazionali che decisero di terminare il diritto di usufrutto di tutti i tre richiedenti. Questo diritto era un diritto di proprietà e corrispondeva ad una “proprietà” all’interno del significato dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
33. I richiedenti presentarono inoltre che la privazione delle loro proprietà non fu eseguita sotto le condizioni previste dalla legge e violò, in particolare, i requisiti dell’ Articolo 28 della Costituzione e dell’ Articolo 225 del Codice civile. Quest’ultima disposizione, in particolare, prescriveva che un diritto di usufrutto dell’ alloggio avrebbe potuto essere terminato solamente su richiesta del proprietario dell’appartamento. Comunque, al tempo in cui la Corte d’appello accolse il ricorso di V. Ltd, cioè il 3 giugno 2005, l’appartamento non apparteneva ancora allo Stato ed era posseduto solamente da K.H. La proprietà dello Stato a riguardo dell’appartamento fu registrata solamente il 24 giugno 2005 e questo problema non fu mai sollevato neanche durante i procedimenti di fronte alla Corte di Cassazione.
34. I richiedenti infine dibatterono che la privazione delle loro proprietà non intraprendeva uno scopo legittimo nell’interesse generale perché fu effettuata solamente a beneficio di una società privata, V. Ltd. Inoltre, l’importo del risarcimento proposto a loro era arbitrario e non comprovato.
B. Valutazione della Corte
1. Ammissibilità
35. La Corte considera che l’eccezione del Governo riguardo all’incompatibilità dell’azione di reclamo dei richiedenti con le disposizioni dell’ Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 è collegata da vicino alla sostanza della loro azione di reclamo sotto questo Articolo, e dovrebbe essere congiunta perciò ai meriti.
36. La Corte nota che questa azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
2. Meriti
(a) Se c’era un’interferenza con la proprietà dei richiedenti
37. La Corte nota che il Governo sosteneva che i richiedenti non avevano “proprietà” all’interno del significato dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. Comunque, la Corte indica che ha già trovato che il diritto di usufrutto dell’ alloggio costituiva una “proprietà” all’interno del significato di quell’ Articolo (vedere Minasyan e Semerjyan c. Armenia, citata sopra, § 56).
38. Riguardo specificamente al terzo richiedente, la Corte osserva che la rivendicazione del Governo non ha base nelle sentenze delle corti nazionali che trovarono che tutti i richiedenti godevano un diritto di usufrutto dell’ alloggio e decisero di terminare questo diritto tramite pagamento del risarcimento.
39. La Corte conclude che tutti i richiedenti nella presente causa godevano di un diritto di usufrutto dell’ alloggio a riguardo dell’appartamento in oggetto e la conclusione di questo diritto al fine di implementare i progetti di costruzione nel centro di Yerevan corrispose ad un’interferenza col godimento tranquillo dei richiedenti delle loro proprietà nella forma di privazione di proprietà (ibid., §§ 59 e 61). L’eccezione del Governo riguardo all’incompatibilità dell’azione di reclamo dei richiedenti con le disposizioni dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 deve essere perciò respinta.
(b) Se l’interferenza con la proprietà dei richiedenti è stata giustificata
40. La Corte reitera che il primo e il più importante requisito dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 è che qualsiasi interferenza da parte di un’autorità pubblica col godimento tranquillo di proprietà dovrebbe essere legale: la seconda frase del primo paragrafo autorizza la privazione di proprietà solamente “soggetta a condizioni previste dalla legge” ed il secondo paragrafo riconosce che gli Stati hanno diritto a controllare l’uso della proprietà applicando “delle leggi.” Inoltre, la preminenza del diritto, uno dei principi fondamentali di una società democratica è inerente a tutti gli Articoli della Convenzione (vedere Re Precedente di Grecia ed Altri c. Grecia [GC], n. 25701/94, § 79 ECHR 2000-XII).
41. La Corte reitera inoltre che la frase “soggetto a condizioni previste dalla legge” richiede in primo luogo l’esistenza e l’ ottemperanza con le disposizioni legali nazionali adeguatamente accessibili e sufficientemente precise e prevedibili (vedere Lithgow ed Altri c. Regno Unito, 8 luglio 1986, § 110 Serie A n. 102; Hentrich c. Francia, 22 settembre 1994, § 42 Serie A n. 296-un; e Beyeler c. Italia [GC], n. 33202/96, § 109 ECHR 2000-I).
42. La Corte nota che prima ha esaminato un’azione di reclamo riguardo alla conclusione del diritto di usufrutto da parte delle autorità al fine dell’ attuazione di progetti di costruzione nel centro di Yerevan e trovò che simile interferenza con la proprietà del richiedente -con riferimento all’ Articolo 225 del Codice civile-era arbitraria ed illegale (vedere Minasyan e Semerjyan, citata sopra, § 75-76). Nella presente causa, il Governo addusse che il diritto all’usufrutto dei richiedenti fu terminato similmente sulla base dell’ Articolo 225 e col pieno rispetto per i requisiti di questo Articolo, poiché lo Stato era il proprietario dell’appartamento in oggetto al tempo attinente e gli era concesso sotto questo Articolo di terminare il diritto di usufrutto dei richiedenti tramite pagamento del risarcimento adeguato.
43. Comunque, la Corte nota che lo Stato acquisì la proprietà Statale dell’appartamento, facendo seguito agli Articoli 135 e 176 del Codice civile, solamente il 24 giugno 2005, quando il suo diritto di proprietà fu formalmente registrato (vedere paragrafo 19 sopra). Così, al tempo in cui V. Ltd avviò i procedimenti contro i richiedenti cercando di terminare il loro diritto di usufrutto, e quando la Corte distrettuale e la Corte d’appello decisero sui meriti di questa rivendicazione, vale a dire rispettivamente il 16 marzo e il 3 giugno 2005, il solo proprietario dell’appartamento era un terza persona, K.H. È vero che un contratto era stato firmato fra K.H. e V. Ltd prima che i meriti della rivendicazione sopra fossero determinato dalla Corte distrettuale e dalla Corte d’appello (vedere paragrafo 13 sopra). Comunque, sembra che non ci fu seguito a quell’ accordo e che la proprietà dello Stato fu registrata formalmente solamente dopo che un secondo contratto fu firmato fra le stesse parti in seguito alla sentenza della Corte d’appello (vedere paragrafi 16, 17 e 19 sopra). Inoltre, l’esame della causa nella Corte di Cassazione che ebbe luogo dopo che lo Stato aveva già acquisito il diritto di proprietà, fu limitato solamente a questioni di diritto e non toccò anche questo problema.
44. In qualsiasi caso, la Corte nota che né il querelante né le corti, si appellarono all’ Articolo 225 del Codice civile chiedendo e decidendo di terminare il diritto di usufrutto dei richiedenti. Infatti, questo fu fatto in riferimento alle disposizioni del Codice civile, vale a dire gli Articoli 218 e 220 che regolavano la questione dell’ espropriazione forzata del terreno. Così, la dichiarazione del Governo per cui il diritto d’usufrutto dei richiedenti è stato terminato legalmente sotto l’ Articolo 225 del Codice civile non è sostenuta dalle circostanze della causa.
45. La Corte osserva che, come già indicato sopra, il diritto d’usufrutto dei richiedenti a riguardo dell’appartamento fu terminato dalle corti con riferimento agli Articoli 218 e 220 del Codice civile. Comunque, la Corte nota che questi Articoli parlavano solamente della possibilità di terminare il diritto di proprietà a riguardo di terreni e non contenevano menzione del fatto di terminare il diritto di usufrutto dell’ alloggio (vedere paragrafo 24 e 25 sopra). Così, sembra che il diritto di usufrutto dei richiedenti fu terminato basandosi su articoli legali che non erano applicabili alla loro causa. La Corte considera che simile conclusione del loro diritto di usufrutto era destinata a dare luogo ad una conseguenza imprevedibile o arbitraria e ha spogliato i richiedenti di protezione effettiva dei loro diritti. Si può perciò solo descrivere l’interferenza con le proprietà dei richiedenti su tale base legale come arbitraria ed illegale (vedere, mutatis mutandis, Minasyan e Semerjyan citats sopra, § 75-76).
46. Questa conclusione non rende necessario accertare se un equilibrio equo è stato previsto fra le richieste dell’interesse generale della comunità ed i requisiti della protezione dei diritti essenziali dell’individuo (vedere Sporrong e Lönnroth c. Svezia, 23 settembre 1982, § 69 Serie A n. 52, ed Iatridis c. Grecia [GC], n. 31107/96, § 62 ECHR 1999-II).
47. C’è stata di conseguenza una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
II. ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE DELLA CONVENZIONE
48. I richiedenti si lamentarono inoltre che la privazione delle loro proprietà corrispose anche ad una violazione dell’ Articolo 8 della Convenzione e che gli atti furono condotti in violazione del processo equo garantito dall’Articolo 6 della Convenzione.
49. Avendo riguardo a tutto il materiale in suo possesso, ed nella misura in cui queste azioni di reclamo rientrano all’interno della sua competenza, i la Corte costata che loro non rivelano qualsiasi comparizione di una violazione dei diritti e delle libertà esposti nella Convenzione o nei suoi Protocolli. Ne segue che questa parte della richiesta deve essere respinta come manifestamente mal-fondata, facendo seguito all’ Articolo 35 §§ 3 e 4 della Convenzione.
III. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
50. L’ Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Osservazioni delle parti
1. I richiedenti
(a) Danno
51. I richiedenti addussero che loro erano incapaci di ottenere qualsiasi informazione dalle autorità pubbliche necessarie per la presentazione effettiva delle loro rivendicazioni per danno patrimoniale, a causa di ufficiali pubblici che avevano interessi economici nei progetti di costruzione e che bloccavano perciò qualsiasi accesso alle informazioni ufficiali attinenti, vale a dire alle informazioni riguardo ai prezzi dei beni immobili nel cento di Yerevan.
52. Nella prospettiva di quanto sopra, i richiedenti dibatterono, che il valore del loro diritto di usufrutto doveva essere calcolato utilizzando il metodo di capitalizzazione di reddito e applicando la formula prescritta dall’Articolo 225 corretto del Codice civile. Basato su tale calcolo, i richiedenti chiesero ciascuno AMD 7,560,000 a riguardo del danno patrimoniale che, secondo il cambio applicabile, era equivalente ad EUR 16,666.30.
53. I richiedenti chiesero inoltre EUR 10,000 ognuno a riguardo del danno non-patrimoniale, adducendo che loro avevano sofferto di sentimenti di frustrazione e mancanza di aiuto come risultato dell’espropriazione illegale ed essendo rimasti senza dimora.
(b) Costi e spese
54. Il primo richiedente chiese anche EUR 100 per costi postali.
2. Il Governo
55. Il Governo rivendicò che la formula suggerita dai richiedenti per il calcolo di danno patrimoniale non era applicabile al loro caso, perché gli emendamenti all’ Articolo 225 del Codice civile in oggetto che introdusse la formula erano entrati in vigore solamente il 26 novembre 2005, cioè dopo le circostanze della presente causa.
56. Il Governo chiese alla Corte di respingere le rivendicazioni dei richiedenti per danno patrimoniale e non-patrimoniale e costi e spese, perché i loro diritti garantiti dall’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 non erano stati violati.
2. La valutazione della Corte
57. La Corte considera che la questione dell’applicazione dell’ Articolo 41 non è pronta per una decisione. La questione deve essere riservata di conseguenza e l’ulteriore procedura fissata con dovuto riguardo alla possibilità di un accordo al quale potrebbero giungere il Governo ed i richiedenti.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE UNANIMAMENTE
1. Decide di congiungere ai meriti l’eccezione del Governo riguardo all’incompatibilità dell’azione di reclamo dei richiedenti sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 con le disposizioni di questo Articolo e di respingerla;
2. Dichiara l’azione di reclamo riguardo alla privazione delle proprietà dei richiedenti sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 ammissibile ed il resto della richiesta inammissibile;
3. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1;
4. Sostiene che la questione dell’applicazione dell’ Articolo 41 non è pronta per decisione;
di conseguenza,
(a) riserva detta la questione;
(b) invita il Governo ed i richiedenti a presentare, entro i tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione le loro osservazioni scritte sulla questione e, in particolare, a notificare alla Corte qualsiasi accordo al quale potrebbero giungere;
(c) riserva l’ulteriore procedura e delega al Presidente della Camera il potere per fissarla all’occorrenza.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 20 luglio 2010, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamentodi Corte.
Santiago Quesada Josep Casadevall
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

Conclusion Reminder inadmissible ; Violation of P1-1 ; Just satisfaction reserved
THIRD SECTION
CASE OF HOVHANNISYAN AND SHIROYAN v. ARMENIA
(Application no. 5065/06)
JUDGMENT
(merits)
STRASBOURG
20 July 2010
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Hovhannisyan and Shiroyan v. Armenia,
The European Court of Human Rights (Third Section), sitting as a Chamber composed of:
Josep Casadevall, President,
Elisabet Fura,
Boštjan M. Zupančič,
Alvina Gyulumyan,
Ineta Ziemele,
Luis López Guerra,
Ann Power, judges,
and Santiago Quesada, Section Registrar,
Having deliberated in private on 29 June 2010,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 5065/06) against the Republic of Armenia lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by three Armenian nationals, OMISSIS (“the applicants”), on 17 January 2006.
2. The applicants were represented by Mr V. G., a lawyer practising in Yerevan. The Armenian Government (“the Government”) were represented by their Agent, Mr G. Kostanyan, Representative of the Republic of Armenia at the European Court of Human Rights.
3. On 3 September 2007 the President of the Third Section decided to give notice of the application to the Government. It was also decided to examine the merits of the application at the same time as its admissibility (Article 29 § 3).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
4. The applicants were born in 1976, 1973 and 1999 respectively and live in Yerevan.
5. According to the applicants, they enjoyed a right of use of accommodation in respect of 33.8 sq. m of a flat which in total measured 66.8 sq. m. and was situated at 17 Byuzand Street, Yerevan. It appears that the flat was owned by their family member, K.H. The Government contested this allegation and claimed that only the applicants OMISSIS (“the first applicant” and “the second applicant”) enjoyed such a right, while the applicant OMISSIS (“the third applicant”), who was a minor, was only entitled to live in the flat in question.
6. On 1 August 2002 the Government adopted Decree no. 1151-N, approving the expropriation zones of the immovable property (plots of land, buildings and constructions) situated within the administrative boundaries of the Central District of Yerevan to be taken for the needs of the State for the purpose of carrying out construction projects, covering a total area of 345,000 sq. m. Byuzand Street was listed as one of the streets falling within such expropriation zones.
7. On 17 June 2004 the Government decided to contract out the construction of one of the sections of Byuzand Street – which was to be renamed Main Avenue – to a private company, V. Ltd.
8. On 1 October 2004 V. Ltd and the Yerevan Mayor’s Office signed an agreement which, inter alia, authorised the former to negotiate directly with the owners of the property subject to expropriation and, should such negotiations fail, to institute court proceedings on behalf of the State, seeking forced expropriation of such property.
9. By a letter of 25 February 2005 V. Ltd informed the first and second applicants that the flat in question was situated within the expropriation zone of the Main Avenue area and was to be taken for State needs. Each applicant was offered a total of the Armenian dram (AMD) equivalent of 3,500 United States dollars (USD) as financial assistance, pursuant to paragraphs 7(c) and 8(e) of the compensation procedure approved by Government Decree no. 950 of 5 October 2001 (see paragraphs 26 and 27 below; hereafter, “the compensation procedure”).
10. It appears that the first and second applicants did not accept this offer.
11. On an unspecified date, V. Ltd instituted proceedings against the first and second applicants on behalf of the State, seeking to terminate their right of use through payment of financial assistance and to evict all the applicants with reference to, inter alia, Articles 218 and 220 of the Civil Code. The plaintiff claimed that persons enjoying a right of use were entitled, pursuant to paragraph 8 of the compensation procedure, to receive assistance in the Armenian dram equivalent of USD 3,500.
12. It appears that in the course of the court proceedings V. Ltd offered the same amount of compensation also to the third applicant, since she was also registered at the flat in question. The third applicant joined the proceedings as a co-defendant.
13. On 2 March 2005 a contract was signed between V. Ltd and the owner of the flat, K.H., according to which she agreed to cede the flat to the State in exchange for another flat. It appears that two other persons who also enjoyed a right of use in respect of the same flat accepted the price offers made to them and gave up their rights.
14. On 16 March 2005 the Kentron and Nork-Marash District Court of Yerevan (Երևան քաղաքի Կենտրոն և Նորք-Մարաշ համայնքների աոաջին ատյանի դատարան) granted the claim of V. Ltd, terminating the applicants’ right of use and awarding them a total of the Armenian dram equivalent of USD 10,500 as compensation. In doing so, the court referred to Article 218 §§ 1 and 2 and Article 220 § 1 of the Civil Code, as well as paragraph 10 of the compensation procedure.
15. On 31 March 2005 the applicants lodged an appeal.
16. On 3 June 2005 the Civil Court of Appeal (ՀՀ քաղաքացիական գործերով վերաքննիչ դատարան) granted the claim of V. Ltd on the same grounds as the District Court.
17. On 16 June 2005 another contract was signed between V. Ltd and the owner of the flat, K.H., similar to that of 2 March 2005.
18. On 21 June 2005 the applicants lodged an appeal on points of law which they supplemented on 15 July 2005.
19. On 24 June 2005 the State’s ownership in respect of the flat was formally registered on the basis of the contract of 16 June 2005.
20. On 18 July 2005 the Court of Cassation (ՀՀ վճռաբեկ դատարան) dismissed the applicants’ appeal.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
A. The domestic provisions related to the right of use of accommodation
21. For a summary of the relevant domestic provisions see the judgment in the case of Minasyan and Semerjyan v. Armenia (no. 27651/05, §§ 23 and 34-43, 23 June 2009).
B. Other relevant domestic provisions
1. The Civil Code (as in force at the material time)
22. According to Article 135, the right of ownership and other property rights in respect of immovable property, their limitations, origin, transfer and termination are subject to State registration.
23. According to Article 176, in cases when a right in respect of property is subject to State registration, the acquirer’s right of ownership arises from the moment of such registration.
24. Article 218 §§ 1 and 2 provided that a plot of land might be taken from the owner for the needs of the State or the community by compensating its value. Depending on for whose needs a plot of land was to be taken, its value was to be compensated by either the State or the community. The decision to take a plot of land for the needs of the State or the community was to be taken by a public authority.
25. Article 220 § 1 provided that, if no agreement could be reached with the owner of the plot of land to be taken for State needs concerning the amount or other conditions of compensation, the relevant public authority might institute court proceedings seeking to take the plot of land.
2. Government Decree no. 950 of 5 October 2001 Approving the Procedure for Purchasing, Taking, Fixing the Price Offer and Realising the Plots of Land and Immovable Property Situated in the Northern Avenue’s and Other Expropriation Zones of Yerevan (as in force at the material time)
26. According to paragraph 7(c) of the compensation procedure, persons and their minor children – who were registered, including in unauthorised constructions, prior to the date on which State registration was made (28 August 2001) on the basis of the competent public authority’s decision to take the plot of land for the needs of the State – shall each receive assistance in the amount of the Armenian dram equivalent of USD 2,000, based on the document confirming the fact of registration (passport, birth certificate or a certificate provided by the competent authority in charge of the registration).
27. According to paragraph 8(e) of the compensation procedure, persons mentioned in Paragraph 7(c) of this Procedure shall receive assistance in the amount of the Armenian dram equivalent of USD 1,500.
28. According to paragraph 10 of the compensation procedure, persons who have acquired a right of use or of lease in accordance with the procedure prescribed by law in respect of a plot of land situated in an expropriation zone shall receive as compensation the assessed value of the right of use or of lease of the given plot of land.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 TO THE CONVENTION
29. The applicants complained that the deprivation of their possessions was in violation of the guarantees of Article 1 of Protocol No. 1, which reads as follows:
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.”
A. The parties’ submissions
30. The Government submitted that the applicants did not have “possessions” within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1. At the time of expropriation the sole owner of the flat was the State, as evidenced by the two contracts signed between the State and its former owner, K.H. The applicants, on the other hand, enjoyed only a right of use of accommodation in respect of the flat, which was equal to an entitlement to reside there and could not be considered as “possessions”. This right was not absolute and could be terminated under Article 225 of the Civil Code upon request by the owner, which happened in the present case.
31. Furthermore, the third applicant did not enjoy independently even a right of use because she was a minor and enjoyed only the right to live in the house together with her mother – the second applicant – by virtue of Section 16 of the Children’s Rights Act. In sum, given that the applicants did not have possessions, their complaint was incompatible ratione materiae with the provisions of Article 1 of Protocol No. 1.
32. The applicants submitted that all three applicants enjoyed a right of use of accommodation in respect of the flat. This was supported by the evidence in the case and, in particular, the findings of the domestic courts which decided to terminate the right of use of all three applicants. This right was a property right and amounted to a “possession” within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1.
33. The applicants further submitted that the deprivation of their possessions was not carried out under the conditions provided for by law and violated, in particular, the requirements of Article 28 of the Constitution and Article 225 of the Civil Code. The latter provision, in particular, prescribed that a right of use of accommodation could be terminated only upon request of the owner of the flat. However, at the time when the Court of Appeal granted the claim of V. Ltd, namely on 3 June 2005, the flat did not belong to the State yet and was owned solely by K.H. The State’s ownership in respect of the flat was registered only on 24 June 2005 and this issue was never even raised during the proceedings before the Court of Cassation.
34. The applicants finally argued that the deprivation of their possessions did not pursue a legitimate aim in the general interest because it was effected solely for the benefit of a private company, V. Ltd. Moreover, the amount of compensation offered to them was arbitrary and unsubstantiated.
B. The Court’s assessment
1. Admissibility
35. The Court considers that the Government’s objection regarding the incompatibility of the applicants’ complaint with the provisions of Article 1 of Protocol No. 1 is closely linked to the substance of their complaint under that Article, and should therefore be joined to the merits.
36. The Court notes that this complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
2. Merits
(a) Whether there was an interference with the applicants’ possessions
37. The Court notes that the Government claimed that the applicants did not have “possessions” within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1. The Court points out, however, that it has already found that the right of use of accommodation constituted a “possession” within the meaning of that Article (see Minasyan and Semerjyan v. Armenia, cited above, § 56).
38. As regards specifically the third applicant, the Court observes that the Government’s claim has no basis in the findings of the domestic courts, which found that all the applicants enjoyed a right of use of accommodation and decided to terminate that right through payment of compensation.
39. The Court concludes that all the applicants in the present case enjoyed a right of use of accommodation in respect of the flat in question and the termination of that right for the purpose of implementing construction projects in the centre of Yerevan amounted to an interference with the applicants’ peaceful enjoyment of their possessions in the form of deprivation of property (ibid., §§ 59 and 61). The Government’s objection regarding the incompatibility of the applicants’ complaint with the provisions of Article 1 of Protocol No. 1 must therefore be dismissed.
(b) Whether the interference with the applicants’ possessions was justified
40. The Court reiterates that the first and most important requirement of Article 1 of Protocol No. 1 is that any interference by a public authority with the peaceful enjoyment of possessions should be lawful: the second sentence of the first paragraph authorises deprivation of possessions only “subject to the conditions provided for by law” and the second paragraph recognises that the States have the right to control the use of property by enforcing “laws”. Moreover, the rule of law, one of the fundamental principles of a democratic society, is inherent in all the Articles of the Convention (see Former King of Greece and Others v. Greece [GC], no. 25701/94, § 79, ECHR 2000-XII).
41. The Court further reiterates that the phrase “subject to the conditions provided for by law” requires in the first place the existence of and compliance with adequately accessible and sufficiently precise and foreseeable domestic legal provisions (see Lithgow and Others v. the United Kingdom, 8 July 1986, § 110, Series A no. 102; Hentrich v. France, 22 September 1994, § 42, Series A no. 296-A; and Beyeler v. Italy [GC], no. 33202/96, § 109, ECHR 2000-I).
42. The Court notes that it has previously examined a complaint concerning the termination of the right of use by the authorities for the purpose of implementation of construction projects in the centre of Yerevan and found that such interference with the applicant’s possessions – with reliance on Article 225 of the Civil Code – was arbitrary and unlawful (see Minasyan and Semerjyan, cited above, § 75-76). In the present case, the Government alleged that the applicants’ right of use was terminated similarly on the basis of Article 225 and with full respect for the requirements of that Article, since the State was the owner of the flat in question at the material time and it was entitled under that Article to have the applicants’ right of use terminated through payment of adequate compensation.
43. The Court notes, however, that the State acquired ownership of the flat, pursuant to Articles 135 and 176 of the Civil Code, only on 24 June 2005, when its right of ownership was formally registered (see paragraph 19 above). Thus, at the time when V. Ltd instituted proceedings against the applicants seeking to terminate their right of use, and when the District Court and the Court of Appeal decided on the merits of that claim, namely on 16 March and 3 June 2005 respectively, the sole owner of the flat was a third person, K.H. It is true that a contract had been signed between K.H. and V. Ltd before the merits of the above claim was determined by the District Court and the Court of Appeal (see paragraph 13 above). However, it appears that there was no follow-up to that agreement and that the State’s ownership was formally registered only after a second contract was signed between the same parties following the Court of Appeal’s judgment (see paragraphs 16, 17 and 19 above). Furthermore, the examination of the case in the Court of Cassation, which took place after the State had already acquired the right of ownership, was limited only to points of law and did not even touch upon this issue.
44. In any event, the Court notes that neither the plaintiff nor the courts relied on Article 225 of the Civil Code when asking and deciding to terminate the applicants’ right of use. In fact, this was done with reference to the provisions of the Civil Code, namely Articles 218 and 220, which regulated the question of forced expropriation of land. Thus, the Government’s allegation that the applicants’ right of use was lawfully terminated under Article 225 of the Civil Code is not supported by the circumstances of the case.
45. The Court observes that, as already indicated above, the applicants’ right of use in respect of the flat was terminated by the courts with reference to Articles 218 and 220 of the Civil Code. The Court notes, however, that these Articles spoke solely of the possibility of terminating the right of ownership in respect of land and contained no mention whatsoever of terminating the right of use of accommodation (see paragraph 24 and 25 above). Thus, it appears that the applicants’ right of use was terminated with reliance on legal rules which were not applicable to their case. The Court considers that such termination of their right of use was bound to result in an unforeseeable or arbitrary outcome and must have deprived the applicants of effective protection of their rights. It therefore cannot but describe the interference with the applicants’ possessions on such a legal basis as arbitrary and unlawful (see, mutatis mutandis, Minasyan and Semerjyan, cited above, § 75-76).
46. This conclusion makes it unnecessary to ascertain whether a fair balance has been struck between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the individual’s fundamental rights (see Sporrong and Lönnroth v. Sweden, 23 September 1982, § 69, Series A no. 52, and Iatridis v. Greece [GC], no. 31107/96, § 62, ECHR 1999-II).
47. There has accordingly been a violation of Article 1 of Protocol No. 1.
II. OTHER ALLEGED VIOLATIONS OF THE CONVENTION
48. The applicants further complained that the deprivation of their possessions amounted also to a violation of Article 8 of the Convention and that the court proceedings were conducted in violation of the fair trial guarantees of Article 6 of the Convention.
49. Having regard to all the material in its possession, and in so far as these complaints fall within its competence, the Court finds that they do not disclose any appearance of a violation of the rights and freedoms set out in the Convention or its Protocols. It follows that this part of the application must be rejected as being manifestly ill-founded, pursuant to Article 35 §§ 3 and 4 of the Convention.
III. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
50. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
A. The parties’ submissions
1. The applicants
(a) Damage
51. The applicants alleged that they were unable to obtain any information from public authorities necessary for the effective presentation of their claims for pecuniary damage, because of public officials having economic interests in the construction projects and therefore blocking any access to the relevant official information, namely the information concerning real estate prices in the centre of Yerevan.
52. In view of the above, the applicants argued that the value of their right of use was to be calculated using the method of capitalisation of income and by applying the formula prescribed by the amended Article 225 of the Civil Code. Based on such a calculation, the applicants each claimed AMD 7,560,000 in respect of pecuniary damage which, according to the applicable exchange rate, was equivalent to EUR 16,666.30.
53. The applicants further claimed EUR 10,000 each in respect of non-pecuniary damage, alleging that they had suffered feelings of frustration and helplessness as a result of unlawful expropriation and becoming homeless.
(b) Costs and expenses
54. The first applicant also claimed EUR 100 for postal costs.
2. The Government
55. The Government claimed that the formula suggested by the applicants for the calculation of pecuniary damage was not applicable to their case, because the amendments to Article 225 of the Civil Code, which introduced the formula in question, entered into force only on 26 November 2005, that is after the circumstances of the present case.
56. The Government asked the Court to reject the applicants’ claims for pecuniary and non-pecuniary damage and costs and expenses, because their rights guaranteed by Article 1 of Protocol No. 1 had not been violated.
2. The Court’s assessment
57. The Court considers that the question of the application of Article 41 is not ready for decision. The question must accordingly be reserved and the further procedure fixed with due regard to the possibility of agreement being reached between the Government and the applicants.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Decides to join to the merits the Government’s objection concerning the incompatibility of the applicants’ complaint under Article 1 of Protocol No. 1 with the provisions of that Article and to dismiss it;
2. Declares the complaint concerning the deprivation of the applicants’ possessions under Article 1 of Protocol No. 1 admissible and the remainder of the application inadmissible;
3. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1;
4. Holds that the question of the application of Article 41 is not ready for decision;
accordingly,
(a) reserves the said question;
(b) invites the Government and the applicants to submit, within the three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 § 2 of the Convention, their written observations on the matter and, in particular, to notify the Court of any agreement that they may reach;
(c) reserves the further procedure and delegates to the President of the Chamber the power to fix the same if need be.
Done in English, and notified in writing on 20 July 2010, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Santiago Quesada Josep Casadevall
Registrar President

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

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Se l'espropriato ha già un Professionista di sua fiducia, può comunicagli che sul nostro sito trova strumenti utili per il suo lavoro.
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

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Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 11/11/2024