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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF GUBIYEV v. RUSSIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41, P1-1
Numero: 29309/03/2011
Stato: Russia
Data: 2011-07-19 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusione Violazione di P1-1; Resto inammissibile; danno Patrimoniale e danno non-patrimoniale – assegnazione
PRIMA SEZIONE
CAUSA GUBIYEV C. RUSSIA
(Richiesta n. 29309/03)
SENTENZA
STRASBOURG
19 luglio 2011
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Gubiyev c. Russia,
La Corte europea dei Diritti umani (Prima Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Nina Vajiæ, Presidente, Anatoly Kovler il Pari Lorenzen, Giorgio Nicolaou, Mirjana Lazarova Trajkovska, Julia Laffranque, Linos-Alexandre Sicilianos, giudici,
e da Søren Nielsen, Cancelliere di Sezione,
Avendo deliberato in privato il 28 giugno 2011,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 29309/03) contro la Federazione russa depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino russo, il Sig. OMISSIS (“il richiedente”), il 12 maggio 2003.
2. Il richiedente fu rappresentato dal Sig. M. S., un avvocato che pratica a Grozny. Il Governo russo (“il Governo”) fu rappresentato dal Sig. G. Matyushkin, il Rappresentante della Federazione russa alla Corte europea dei Diritti umani.
3. Il richiedente si lamentò, in particolare, che i membri delle Forze Armate federali avevano distrutto la proprietà della sua società durante un’operazione speciale nella Repubblica di Cecenia e che le corti nazionali avevano rifiutato di assegnargli qualsiasi risarcimento a questo riguardo. Lui si appellò all’ Articolo 6 della Convenzione ed all’ Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
4. Il 30 aprile 2008 il Presidente della prima Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di decidere sull’ammissibilità e i meriti della richiesta allo stesso tempo (Articolo 29 § 1).
5. Il 23 novembre 2009 il Presidente della prima Sezione decise di accordare priorità alla richiesta sotto l’Articolo 41 dell’Ordinamento di Corte.
I FATTI
I . LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
A. I fatti
6. Il richiedente nacque nel 1934 e vive a Cecenia-Aul.
7. Lui è il solo fondatore, direttore e proprietario di una società a responsabilità limitata chiamata V. (Общество с ограниченной ответственностью «Восход», “the company”).
8. Al tempo attinente secondo il richiedente la società possedeva un complesso del mulino, ed una stazione di benzina.
1. La distruzione delle proprietà
9. Nel tardo 1999 il Governo russo avviò un’operazione di anti-terrorismo in Cecenia.
10. Il 18 luglio 2000, durante un’operazione speciale nelle vicinanze del villaggio di Cecenia-Aul, i membri delle Forze Armate dell’ unità militare n. 3660 del Ministero russo dell’Interno fecero esplodere il mulino di proprietà della società, col risultato che era completamente distrutto e la pompa di benzina situata vicino fu danneggiata.
2. Le richieste ai corpi amministrativi
11. Nel 2000-2001 il richiedente si lamentò a favore della società presso un numero di ufficiali pubblici, incluso il comandante dell’ unità militare n. 3660, il capo dell’amministrazione della Repubblica di Cecenia ed accusatori a vari livelli, del danno inflitto.
12. Il 25 maggio 2001 l’ufficio del procuratore dell’ unità militare n. 20102 prese la decisione di fare a meno dei procedimenti penali in collegamento con l’incidente del 18 luglio 2000. La decisione affermò che, nella data in oggetto, i membri delle Forze Armate dell’ unità militare n. 3660 stavano eseguendo un’operazione speciale nelle vicinanze di Cecenia-Aul, e che per distruggere un posto che si supponeva essere un negozio di armi e munizioni per terroristi, e che i terroristi avevano trasformato in una base dalla quale loro avevano colpito un posto di controllo federale, i membri delle Forze Armate seguendo i loro ordini esecutivi ufficiali, avevano fatto esplodere il mulino complessa della società, col risultato che era stato completamente distrutto. La decisione affermò inoltre che le azioni degli ufficiali in carica e i membri delle Forze Armate dell’ unità militare n. 3660 erano basate sulla sezione 21 della Legge Federale sulla Repressione del Terrorismo (“l’Atto di Repressione del Terrorismo”), che erano state rese assolutamente necessarie dalle azioni illegali di combattenti illegali e non identificati che mettevano le vite dei membri delle Forze Armate federali in vero pericolo, ed erano tese ad eliminare quel pericolo. La decisione proseguiva notando che il pericolo non poteva essere eliminato con qualsiasi altro mezzo, e perciò la distruzione della proprietà della società non aveva costituito un reato penale. Concluse così che non c’era stata nessuna prova di un crimine nelle azioni dei membri delle Forze Armate. La decisione affermò anche che, prendendo in considerazione le circostanze summenzionate ed il fatto che il danno patrimoniale era stato inflitto su un terza persona che non aveva compiuto nessuna azioni che avrebbe reso l’inflizione del danno assolutamente necessaria, la questione del risarcimento per quel danno avrebbe dovuto essere risolta tramite una procedura civile.
3. Atti
13. Nel 2002 il richiedente, agendo per conto della società introdusse procedimenti contro l’ unità militare n. 3660 di fronte al Tribunale di commercio della Regione di Rostov. Lui chiese il risarcimento per le perdite subite nell’importo di 13,483,299 rubli russi (RUB) approssimativamente 335,000 euro (EUR).
14. Il 2 luglio 2002 la corte rese la sua sentenza. In tutta la sentenza la corte si riferì al complesso del mulino e alla stazione di benzina come le proprietà della società. Stabilì le circostanze dell’incidente del 18 luglio 2000 come erano state presentati dalla società rivendicatrice e confermato che il danno inflitto corrispose all’importo indicato nella rivendicazione della corte. A quest’ultimo riguardo, la corte basò la sua sentenza su una stima di lavoro (vedere paragrafo 33 sotto) ed una lettera dall’AGENZIA Statale per la Politica di Costruzione, Architettonica e degli Alloggi secondo la quale l’importo originale avrebbe dovuto essere aggiustato in linea con l’indice dei prezzi nel primo quarrto dell’anno 2002.
15. La corte sostenne inoltre come segue:
“… L’ufficio del procuratore militare dell’ unità militare n. 20102 eseguì un’indagine sull’incidente. In una decisione del 25 maggio 2001 che rifletteva il risultato dell’indagine era stato stabilito che il 18 luglio 2000, facendo seguito ad un ordine di combattimento, i membri delle Forze Armate dell’ unità militare n. 3660 stavano intraprendendo un’operazione speciale nel villaggio di Cecenia-Aul e sul suo territorio adiacente.
I materiali della causa rivelano che il mulino di proprietà della società V. era una posizione conveniente per dirigere il fuoco sull’avamposto delle truppe Interne collocate vicino, e che le vite e la salute dei membri delle Forze Armate furono messe a rischio continuo di conseguenza. Poiché la sezione 21 dell’Atto di Repressione del Terrorismo permette giuridicamente l’ inflizione intenzionale di danni sui interessi legalmente protetti di una persona, società, o Stato, gli ufficiali in carica dell’ unità militare n. 3660 presero una decisione sulla base di cui i membri delle Forze Armate di quell’ unità fecero esplodere il complesso del mulino appartenente alla società V… Come risultato dell’esplosione l’edificio fu completamente distrutto.

… In conformità con la sezione 21 della Atto di Repressione del Terrorismo…, sulla base della legislazione ed all’interno dei limiti stabiliti con questa, un danno può essere causato alla vita, alla salute e alla proprietà di terroristi, così come ad altri interessi giuridicamente protetti, nel corso di un’operazione di anti-terrorismo. Comunque, i membri delle Forze Armate, gli esperti e le altre persone che hanno preso parte alla Repressione del terrorismo saranno esentate dalla responsabilità per simili danni, in conformità con la legislazione della Federazione russa.
In virtù dell’ Articolo 1067 del Codice civile russo, i danni inflitti in una situazione di necessità assoluta, e n particolare per l’eliminazione di un pericolo che minaccia l’autore di illecito o terze parti, se il pericolo, nelle circostanze non potesse essere eliminato con qualsiasi altro mezzo, sarà compensato dall’autore di illecito.
Avendo riguardo alle circostanze in cui fu causato il danno, una corte può imporre un obbligo per compensare per simile danno su una terza parte sui cui interessi l’autore di illecito agì, o solleva da tale obbligo, parzialmente o in pieno, sia la terza parte che il disonesto.
La corte, prendendo in considerazione l’assenza dell’illegalità nelle azioni dell’imputato ed il fatto che quelle azioni furono compiute in una situazione di necessità assoluta, sostiene che loro erano legali. Simili azioni sono socialmente utili siccome loro sono tese alla protezione di un individuo, dei suoi diritti e delle libertà, gli interessi della società e delllo Stato da pericolo imminente.
Prendendo in considerazione le circostanze nelle quali fu causato il danno ed il fatto che [fu inflitto su] una persona che non aveva commesso nessun atto illegale ma era divenuto una vittima di una serie di eventi fortuiti, ed avendo riguardo alle circostanze della causa, la corte solleva la persona che provocò il danno dall’obbligo di ricompensare le perdite.”
16. La corte respinse così le rivendicazioni della società rivendicatrice nella loro interezza ed ordinò alla società di pagare una parcella di corte nell’importo di RUB 100,000 (circa EUR 2,500).
17. Il 29 agosto 2002 il Tribunale di commercio della Regione di Rostov, riunendosi in una corte d’appello, sostenne la sentenza di prima – istanza, riaffermando in essenza il suo ragionamento. Nella sua decisione la corte descrisse il complesso del mulino e la stazione di benzina come la proprietà della società.
18. Il 25 novembre 2002 il Circuito del Tribunale di commercio Federale del Nord- Caucaso (“il Tribunale di commercio Federale”) respinse il ricorso della società, affermando, in particolare:
“Secondo i certificati emessi dal Consiglio dell’ Inventario Tecnico del Ministero del Mantenimento degli Alloggi e dei beni utilitari e del 20 marzo e 13 giugno 1996 [il mulino e la pompa di benzina] sono registrati a nome della società V. (зарегистрированы за ООО «Восход») sulla base di decisioni della giunta comunale di Cecenia-Aul rispettivamente il 26 febbraio 1992 e il 26 dicembre 1993. Comunque, la società rivendicatrice non ha presentato a questa corte documenti a conferma che il complesso del mulino e la stazione di benzina furono trasferiti in modo appropriato nella proprietà della società (переданы на баланс ООО «Восход»), o prova di qualsiasi altro motivo legale per la società per acquisire il titolo di proprietà sul complesso del mulino e la stazione di benzina. Non c’è nessuna prova documentaria a conferma della condizione e del valore [della proprietà in oggetto] prima che fosse distrutta.
… La società rivendicatrice confermò [l’importo delle perdite] con stime di costi per la costruzione di un nuovo complesso del mulino e della stazione di benzina.
La società di V. non offrì prova che aveva acquisito la proprietà, o del suo valore al momento della distruzione, e perciò la corte respinse in modo corretto l’azione della società rivendicatrice.”
19. La corte sostenne anche il ragionamento delle due corti inferiori, affermando, in particolare, che le azioni dei membri delle Forze Armate erano basate sulla Atto di Repressione del Terrorismo e i decreti presidenziali attinenti ed erano tese a ripristinare l’ ordine costituzionale nella Repubblica di Cecenia. Notò anche che non c’era stata prova nei materiali della causa che i membri delle Forze Armate avevano agito ultra vires o che le loro azioni erano state illegali, e perciò i membri delle Forze Armate dovrebbero essere esenti dalla responsabilità per le loro azioni.
20. Da allora in poi il richiedente, agendo per conto della società, ha cercato di farsi ridurre l’importo della parcella di corte imposto su di lui con la dalla corte di prima – istanza ridotta. La sua richiesta fu respinta.
B. Documenti presentati delle parti
1. Documenti relativi allo status della società V.
21. Entrambe le parti presentarono i vari documenti che confermavano che il richiedente era il solo fondatore, proprietario e direttore della società.
22. Un certificato emesso da un’autorità fiscale confermava che la società era stata registrata da questa autorità il 3 maggio 2001 e che gli era stato dato un numero di identificazione come contribuente.
23. Un estratto del 1 luglio 2008 dal Registro dello Stato dell’Uniforme di Persone giuridiche (Единый государственный реестр юридических лиц) forniva i vari dettagli riguardo alla società V.. Indicava, in particolare, che l’esercizio d’impresa principale della società era la vendita al dettaglio di combustibile per motori, e la sua attività sussidiaria era la produzione di farina, miscele di farina e preparazioni di pasticceria da cuocere al forno.
2. Documenti relativi al titolo sulla proprietà
24. Con una decisione del 26 febbraio 1992 la giunta comunale del villaggio di Cecenia-Aul (“la giunta comunale di Cecenia-Aul”) assegnò al richiedente, nella sua veste di direttore della società V. un’area di terra che misurava 300 metri quadrati, ed autorizzò la società a costruire una stazione di benzina su quell’area.
25. Un certificato del 13 aprile 1993 emesso da un’autorità competente attestava che la costruzione della stazione di benzina era stata completata e che questa autorità l’aveva accettata come commissionata e completamente operativa.
26. In una decisione del 26 dicembre 1993 la giunta comunale di Cecenia-Aul, su richiesta del richiedente gli diede permesso per costruire un complesso del mulino e gli assegnò un’area di terra che misurava 1,500 metri quadrati a quel fine.
27. Un certificato del 20 marzo 1996 emesso dal Consiglio Repubblicano dell’ Inventario Tecnico del Ministero russo del Mantenimento degli Alloggi e delle Imprese di pubblica utilità confermò che il complesso del mulino era stato registrato come proprietà della società V. sulla base della decisione del 26 dicembre 1993 dalla giunta comunale di Cecenia-Aul. Un certificato simile fu emesso dal Consiglio Repubblicano dell’ Inventario Tecnico del 13 giugno 1996 a riguardo della stazione di benzina.
28. Sotto un contratto del 10 aprile 1999 la società era d’accordo nell’ acquistare le varie attrezzatura per il complesso del complesso del mulino e pagare RUB 125,000 (circa EUR 3,100).
29. Un certificato del 13 dicembre 2005 attestò la registrazione Statale del titolo di proprietà ad una stazione di benzina appartenente alla società V..
30. Un estratto del 18 luglio 2008 dal Registro dello Stato dell’Uniforme di Diritti a Patrimonio immobiliare e delle Operazioni collegate (Единый государственный реестр прав на недвижимое имущество и сделок с ним) confermava che la società V. era la proprietaria di una stazione di benzina. Un altro estratto della stessa data affermava che non c’era registrazione nel Registro summenzionato a riguardo di qualsiasi diritto di proprietà della società V. su qualsiasi complesso del mulino.
3. Documenti che attestano a sfavore della proprietà
31. Un rapporto del 19 luglio 2000 enunciava che in quella data una commissione della giunta comunale di Cecenia-Aul aveva esaminato, su richiesta del richiedente, il complesso del mulino della società V.. La commissione aveva stabilito che il mulino che aveva avuto una veste di produzione di 100 tonnellate di farina al giorno e consisteva di un edificio di tre – piani permanente che misura 20 x 30 metri, era stato completamente distrutto. Il rapporto diede poi una descrizione più particolareggiata del danno inflitta. Affermò anche che la commissione aveva esaminato il complesso del mulino in maggio 2000 ed aveva steso un rapporto di valutazione che attesta a del danno inflitto sull’edificio durante le azioni militari e precedenti. Il rapporto certificò poi che la distruzione completa del complesso del mulino, stabilì col perpetrazione su che data, era stato eseguito con vigori federali 18 luglio 2000 durante un’operazione speciale in Cecenia-Aul, questo che è confermato con prova di obiettivo e dichiarazioni di testimone all’effetto che rappresentanti dele forzefederali avevano piantato apparecchiature esplosive e poi avevano esposto via esplosioni in almeno otto parti dell’edificio di mulino. La commissione indicò anche nel rapporto che la società di V. dovrebbe fare domanda ad agenzie specializzate per valutazione del danno inflitto.
32. Con un certificato emise 5 novembre 2008 la giunta comunale di Cecenia-Aul attestata che 18 luglio 2000 il complesso del mulino con attrezzature appartenente alla società di V. era stato distrutto e la stazione di benzina era stata danneggiata.
33. Una stima operativa dei costi di riparazione del 15 settembre 2001 indicava che era necessario investire un importo complessivo di RUB 9,356,308 (circa EUR 234,000) ripristinare il complesso del mulino e della stazione di benzina.
34. Un rapporto dell’ 11 settembre 2002 redatto da un’agenzia Statale di esami competenti ha dichiarato che questa ultima autorità aveva, su richiesta del richiedente, fatto una valutazione competente della stima summenzionata dei costi di riparazione e aveva stabilito che loro sarebbero dovuti ammontare a RUB 13,677,294 (circa EUR 340,000), prendendo in considerazione l’indice dei prezzi nel terzo quadrimestre dell’anno 2002.
4. Altri documenti
35. In un certificato del 20 settembre 2000, emesso su richiesta del richiedente, la giunta comunale di Cecenia-Aul confermò, che il 18 luglio 2000, la data in cui il complesso del mulino che apparteneva alla società V. era stata fatta esplodere, le forze federali stavano eseguendo un’operazione speciale in Cecenia-Aul per far esplodere dell stazioni per raffinare il petrolio. L’operazione in oggetto era stata condotta dall’ unità militare n. 3660.
36. Nel suo chiarimento dato 27 giugno 2008 all’ufficio dell’accusatore della Repubblica di Cecenia il richiedente confermato che lui era il solo fondatore, proprietario e direttore della società di V.. Lui affermò inoltre che la giunta comunale di Cecenia-Aul nella sua decisione, di 26 febbraio 1992 (veda paragrafo 24 sopra), aveva autorizzato la società a costruire una stazione di benzina che la costruzione era stata completata 13 aprile 1993, e che alla stazione di benzina era stata data credito con un’autorità Statale e competente come commissionato e completamente operativo (veda paragrafo 25 sopra). Il richiedente indicò che la società aveva registrato debitamente il titolo di proprietà alla stazione di benzina con la Scrivania di Inventario Tecnico (veda paragrafo 27 sopra), ma nessuno documenti che confermano il trasferimento formale del titolo in riguardo della stazione di benzina alla società mai erano stati disegnati su. Il richiedente affermò anche che 26 dicembre 1993 la giunta comunale di Cecenia-Aul aveva autorizzato anche la società a costruire un complesso del mulino (veda paragrafo 26 sopra). Secondo lui, la costruzione era stata completata in tardo 1993 [apparentemente un errore, dovrebbe leggere 1994] ed il complesso di mulino cominciò a funzionare con una veste di produzione di 100 tonnellate di farina al giorno. Il richiedente affermò che lui non era stato capace di attenersi con la procedura da che cosa una costruzione nuova dovrebbe essere accettata con un’autorità Statale ed appropriata come commissionato e completamente operativo, a causa dell’inizio di azioni militari nella Repubblica di Cecenia a quel il tempo. Lui affermò anche che la società aveva registrato il titolo di proprietà al complesso del mulino con la Scrivania di Inventario Tecnico (veda paragrafo 27 sopra), ma nessuno documenti che confermano il trasferimento formale del titolo al complesso del mulino alla società mai erano stati disegnati su. Il richiedente chiese inoltre, con riferimento al contratto di 10 aprile 1999 (veda paragrafo 28 sopra), che la società aveva acquistato la varia attrezzatura per il mulino. Lui seguì ad affermare che da tardo 1999, quando la seconda operazione di anti-terrorismo nella Repubblica di Cecenia cominciata, fino ad in ritardo 2001 unità militare n. 3660 erano stati collocati sul luogo di società di V., incluso nel complesso del mulino, e che membri delle Forze Armate di che unità aveva disassemblato l’attrezzatura. Dopo unità militare n. 3660 erano stati trasferiti ad un’altra ubicazione, i membri delle Forze Armate di che unità era esplosa il mulino edificio complesso. Secondo il richiedente, prima degli eventi in oggetto nessun esame della stazione di benzina e complesso di mulino era stato fatto. Il richiedente si riferì inoltre ad una stima di 15 settembre 2001 (veda paragrafo 33 sopra) e determinato che attualmente l’importo necessario ripristinare la stazione di benzina e complesso di mulino era notevolmente più alto che quel indicò nella stima.
37. In un certificato di 5 novembre 2008 la giunta comunale di Cecenia-Aul confermò che per molti mesi, da primo 2000 sino a luglio 2000, membri delle Forze Armate federali erano stati collocati all’interno del territorio e sul luogo di società di V. del quale il richiedente era il fondatore e direttore.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
A. Costituzione
38. La Costituzione russa prevede come segue:
Articolo 35
“1. Il diritto di proprietà privata sarà protetto dalla legge.

3. Nessuno può essere privato altrimenti della proprietà se non con una decisione di corte. L’espropriazione di proprietà per necessità Statali può essere eseguita solamente previo risarcimento preliminare equivalente.”
Articolo 55
“…
3. I diritti e le libertà protetti dalla Costituzione possono essere limitati solamente dalla legge federale nella misura necessaria alla protezione dei principi fondamentali del sistema costituzionale, della moralità, della salute, dei diritti ed interessi legali di altre persone, o per garatnire la difesa del paese e la sicurezza dello Stato.”
B. Codice civile del 1994
39. Articolo 131 degli stati di Codice civile russi che il titolo ad e gli altri interessi di proprietà riservati in patrimonio immobiliare, limitazioni di quelli diritti, la loro creazione, trasferimento e conclusione saranno soggetto a registrazione Statale in un solo registro Statale con le autorità attinenti. La procedura di registrazione Statale fu stabilita nella Legge Federale Su Registrazione di Proprietà Diritti a Patrimonio immobiliare ed Operazioni con simile Proprietà (“Atto di Registrazione Statale”).
40. L’ Articolo 1064 prevede che danno causò alla proprietà di un individuo o di una persona giuridica sarà compensato per in pieno con la persona che inflisse simile danno. I secondi possono essere rilasciati dall’obbligo per pagare il risarcimento se lui o lei possono provare che il danno non fu inflitto per suo o la sua propria colpa; la legge può prevedere anche comunque, per il risarcimento in riguardo di danno nell’assenza di colpa con la persona che lo provocò. Danno inflitto con azioni legali sarà compensato per in cause stabilite con legge.
41. In virtù dell’ Articolo 1067, danno inflisse in una situazione della necessità assoluta, e notevolmente per l’eliminazione di un pericolo che minaccia il disonesto o terze parti, se il pericolo, nelle circostanze non potesse essere eliminato con qualsiasi altro vuole dire, sarà compensato per col disonesto. Avendo riguardo ad alle circostanze nelle quali fu causato il danno, una corte può imporre un obbligo per compensare per simile danno su una terza parte in cui interessa il disonesto agì, o può rilasciare da tale obbligo, parzialmente o in pieno, sia la terza parte ed il disonesto.
42. L’ Articolo 1069 conviene che un’agenzia Statale o una volontà ufficiale e Statale sono responsabili circa un cittadino per danno causato con le loro azioni illegali od omissione di atto. Il risarcimento per simile danno sarà assegnato al costo del federale o tesoreria regionale.
C. Codice di Procedura Commerciale
43. L’ Articolo 25 del Codice russo di Procedura Commerciale stabilisce che azioni devono essere portate nelle corti all’ubicazione dell’imputato.
D. Atto sulla repressione del Terrorismo
44. La Legge Federale sulla Repressione del Terrorismo del 25 luglio 1998 (от di закон di Федеральный 25 июля 1998 г. № 130-ФЗ «il борьбе di О с терроризмом», “la Atto di Repressione del Terrorismo”), come in vigore al time1 attinente, purché siccome segue:
Sezione 3. Concetti di base
“Ai fini della Legge Federale presente i seguenti concetti di base saranno applicati:
… La Repressione di ‘del terrorismo che ‘ si riferirà ad attività mirate alla prevenzione, la scoperta, Repressione e minimizzazione delle conseguenze delle attività terroriste;
Operazione di cassa-terrorista di ‘che ‘ si riferirà ad attività speciali mirate alla prevenzione di atti terroristici, mentre assicurando la sicurezza di individui, terroristi di neutralizzare e minimizzare le conseguenze di atti terroristici;
‘suddivide in zone di un’operazione di cassa-terrorista che ‘ si riferirà ad un terreno individuale o superficie di acqua, vuole dire di trasporto, mentre costruendo, struttura o locali con territorio adiacente dove un’operazione di cassa-terrorista è condotta;…”
Sezione 21. Esenzione dalla responsabilità per danni
“Sulla base della legislazione ed all’interno dei limiti stabiliti con sé, danno può essere causato alla vita, salute e proprietà di terroristi, così come agli altri interessi giuridicamente protegguti, nel corso di un’operazione di cassa-terrorista. Comunque, membri delle Forze Armate, esperti e le altre persone prese parte nella Repressione del terrorismo saranno esentate dalla responsabilità per simile danno, nella conformità con la legislazione della Federazione russa.”
E. Atto di Registrazione Statale
45. La Legge Federale Su Registrazione di Proprietà Diritti a Patrimonio immobiliare ed Operazioni con simile Proprietà (от di закон di Федеральный 21 июля 1997 г. № 122-ФЗ «О государственной регистрации прав на недвижимое имущество и сделок с ним, “il Registrazione Atto Statale”) nelle sue sezioni 2 e 4 prevedono che il titolo ad e gli altri interessi di proprietà riservati in patrimonio immobiliare saranno soggetto a registrazione Statale, e che le seconde saranno la prova sola dell’esistenza di un diritto di proprietà.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1 ALLA CONVENZIONE
46. Il richiedente si lamentò della distruzione della proprietà della sua società e rifiuto del risarcimento in questo riguardo a. Lui si riferì ad Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 della Convenzione che legge siccome segue:
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
A. Ammissibilità
1. Ottemperanza con la norma dei sei mesi
47. Il Governo dibatté che la presente richiesta era stata depositata fuori dal tempo-limite dei sei mesi stabilito nell’ Articolo 35 § 1 della Convenzione. Secondo lui, il periodo dei sei mesi sarebbe dovuto iniziare dal 18 luglio 2000, la data in cui la proprietà in oggetto era stata fatta esplodere, cioè la data della violazione addotta dei diritti di proprietà del richiedente.
48. La Corte reitera che, facendo seguito all’ Articolo 35 § 1 della Convenzione, può trattare solamente una questione entro un periodo di sei mesi dalla decisione definitiva nel processo dell’esaurimento. Se nessuna via di ricorso è disponibile o se sono giudicate inefficaci, il periodo dei sei mesi in principio funziona dalla data dell’atto di cui ci si lamenta (vedere Hazar ed Altri c. Turchia (dec.), N. 62566/00 et seq., 10 gennaio 2002). Considerazioni speciali si possono applicare in cause eccezionali dove un richiedente si giova prima di una via di ricorso nazionale e solamente in uno stadio successivo diviene consapevole, o sarebbe dovuto divenire consapevole, delle circostanze che rendono quella via di ricorso inefficace. In tale situazione, il periodo dei sei mesi può essere calcolato dal tempo in cui il richiedente diviene consapevole, o sarebbe dovuto divenire consapevole, di quelle circostanze (vedere Bulut e Yavuz c. Turchia (dec.), n. 73065/01, 28 maggio 2002).
49. Nella presente causa, la Corte osserva che dopo l’incidente del 18 luglio 2000 il richiedente, per conto della società introdusse dei procedimenti di fronte ai tribunali di commercio nei quali lui si lamentò del danno alla proprietà della società e richiese il risarcimento a quel riguardo. Presumendo anche che questa via di ricorso si fosse rivelata inefficace cosa che il Governo sembra avere suggerito dibattendo che il periodo dei sei mesi avrebbe dovuto essere calcolato dalla data della violazione addotta dei diritti di proprietà del richiedente, è chiaro che il richiedente non poteva divenire consapevole dell’inefficacia della via di ricorso in oggetto sino a che non fosse stata presa la decisione definitiva nella sua causa. La Corte osserva che tale decisione fu presa dal Tribunale di commercio Federale del Circuito del Caucaso del nord il 25 novembre 2002, mentre la presente richiesta fu depositata il 12 maggio 2003, cioè entro sei mesi da quella decisione.
50. In simile circostanze, la Corte non può giungere alla conclusione che il richiedente non è riuscito ad attenersi al tempo-limite stabilito nell’ Articolo 35 § 1 della Convenzione. Di conseguenza, l’eccezione del Governo a questo riguardo dovrebbe essere respinta.
2. Compatibilità ratione personae
51. Il Governo contestò inoltre lo status di vittima del richiedente riguardo alla sua azione di reclamo sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. Dibatté in riferimento ai certificati del 20 marzo e del 13 giugno 1996 (vedere paragrafo 27 sopra) che il complesso del mulino e la stazione di benzina erano stati registrati a nome della società piuttosto che quello del richiedente, mentre sotto la giurisprudenza della Corte solamente la persona colpita direttamente dall’atto o dall’ omissione in questione può rivendicare di essere “vittima” della violazione addotta all’interno del significato dell’ Articolo 34 della Convenzione. A questo riguardo secondo si appellò alla causa Nosov c. Russia (n. 30877/02, decisione del 20 ottobre 2005).
52. Il richiedente non fece particolari commenti a questo riguardo.
53. La Corte reitera che dove gli atti od omissioni di cui ci si lamenta colpiscono una società, la richiesta dovrebbe essere introdotta da quella società. Trascurare la personalità legale di una società riguardo alla questione di essere una “vittima” sarà giustificato solamente in circostanze eccezionali (vedere Capital Bank Ad c. Bulgaria (dec.), n. 49429/99, 9 settembre 2004; Camberrow MM5 Ad c. Bulgaria (dec.), n. 50357/99, 1 aprile 2004; G.J. c. Lussemburgo, n. 21156/93, § 23 del 26 ottobre 2000; ed Agrotexim ed Altri c. Grecia, 24 ottobre 1995, § 66 Serie A n. 330-A). D’altra parte solo il proprietario di una società può pretendere di essere una “vittima” all’interno del significato dell’Articolo 34 della Convenzione nella misura in cui sono coinvolte le misure contestate prese a riguardo della sua società, perché nel caso di un solo proprietario non c’è nessun rischio di divergenze di opinioni fra azionisti o fra azionisti ed un consiglio di amministrazione in merito alla realtà della violazione dei diritti della Convenzione o al modo più appropriato di reagire a tale violazione (vedere Ankarcrona c. Svezia (dec.), n. 35178/97, 27 giugno 2000; Dyrwold c. Svezia, n. 12259/86, decisione della Commissione del 7 settembre 1990; Nosov, citata sopra, o Khamidov c. Russia, n. 72118/01, § 123 ECHR 2007-XII (estratti)).
54. Nella presente causa, non è in controversia fra le parti che il richiedente era il solo fondatore, proprietario e direttore della società in oggetto. È perciò chiaro che non c’è rischio di qualsiasi differenza di opinione e/o interessi in conflitto che potrebbe creare delle difficoltà come riflesso nella giurisprudenza attinente della Corte. In simili circostanze, la Corte costata che il richiedente può pretendere di essere una “vittima” della violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 addotta da lui, e che l’eccezione del Governo a questo riguardo dovrebbe essere respinta.
3. Esistenza di proprietà
55. Il Governo ammise che la società era la proprietaria della stazione di benzina, ma contestò il titolo di proprietà della società riguardo al complesso del mulino. A questo secondo riguardo, fece riferimento all’ Articolo 131 del Codice civile russo e alle sezioni 2 e 4 dell’Atto sulla Registrazione Statale (vedere paragrafi 39 e 45 sopra), affermando che la sola prova dell’esistenza di qualsiasi diritto di proprietà a riguardo del patrimonio immobiliare era la loro registrazione Statale. A questo riguardo, dibatté , che non c’era registrazione nel Registro dello Uniforme dello Stato dei Diritti sul Patrimonio immobiliare e delle Transazioni in questo che confermavano il titolo di proprietà della società V. sul complesso del mulino (vedere paragrafo 30 sopra), e che non c’erano informazioni in merito se delle qualsiasi tasse erano state pagate su quel patrimonio immobiliare. Il Governo indicò anche che nella sua decisione del 25 novembre 2002 il Tribunale di commercio Federale si era riferito al complesso del mulino come “un oggetto in costruzione”, siccome il complesso non era stato accettato da un’autorità competente come commissionato e completamente operativo. A questo riguardo si appellò anche al chiarimento del richiedente del 27 giugno 2008 nel quale lui confermava questo come fatto (vedere paragrafo 36 sopra). Il Governo indicò inoltre che nella sua decisione del 25 novembre 2002 il Tribunale di commercio Federale aveva notato anche che non c’era prova che la stazione di benzina e il complesso del mulino erano stati trasferiti formalmente nella proprietà della società. Il Governo insistette così che la società V. non aveva avuto titolo alcun proprietà sul complesso del mulino, e che perciò la rivendicazione del richiedente in questa parte non era stata provata. D’altra parte il Governo era rimasto in silenzio in merito a chi, nella sua opinione era il proprietario giusto del complesso del mulino.
56. Il richiedente non fece particolari commenti a questo riguardo.
57. La Corte reitera che il concetto di “proprietà” nella prima parte dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 ha un significato autonomo che è indipendente dalle classificazioni formali in diritto nazionale: il problema che bisogna esaminare è se le circostanze della causa, considerate nell’insieme si possono riguardare come se avessero conferito al richiedente un interesse effettivo prottto da questo provvedimento (vedere, fra le più recenti autorità, Saghinadze ed Altri c. Georgia, n. 18768/05, § 103 del 27 maggio 2010).
58. Nella presente causa, il Governo avanzò, essenzialmente, due argomenti riguardo al complesso del mulino. Dibatté, in primo luogo, che la sua costruzione era rimasta incompleta, siccome la società non si era attenuta con la procedura secondo cui un articolo industriale di recente costruito di patrimonio immobiliare dovrebbe essere accettato da un’autorità Statale come commissionato ed operativo, e, in secondo luogo, che la società non aveva avuto titolo di proprietà sul complesso del mulino, non essendo riuscita a registrarlo come richiesto dalla legge nazionale attinente.
59. Riguardo al primo argomento del Governo, avendo osservato i documenti addotti la Corte no ha dubbio che la costruzione del complesso del mulino era completa ed il complesso era operativo. In particolare, il rapporto della giunta comunale di Cecenia-Aul del 19 luglio 2000 indicava che, prima della sua distruzione, il mulino aveva un carico di produzione di 100 tonnellate di farina al giorno, e descrisse il complesso del mulino come un edificio di tre piani permanente che misurava 20 x 30 metri (vedere paragrafo 31 sopra). Anche, l’estratto del 1 luglio 2008 dal Registro Uniforme dello Stato delle Persone giuridiche ha rivelato che uno degli esercizi d’impresa della società di V. era la produzione di farina, miscele di farina e preparazioni di pasticceria da cuocere al forno (vedere paragrafo 23 sopra). La Corte considera inoltre che il contesto storico nel quale gli eventi attinenti della causa ebbero luogo è anche di attinenza diretta. Effettivamente, è chiaro dal chiarimento del richiedente del 27 giugno 2008 che il completamento della costruzione del complesso del mulino coincise con lo scoppio delle ostilità nella Repubblica di Cecenia nel tardo 1994 (vedere paragrafo 36 sopra). La Corte non trova inattendibile l’asserzione del richiedente che in simili circostanze lui era stato incapace di attenersi con la procedura formale invocata dal Governo.
60. Contro questo background, la Corte non è capace di accettare l’argomento del Governo per cui la costruzione del mulino non era stata finita, e trova stabilito che al tempo attinente il complesso del mulino era un articolo completo ed operativo del patrimonio immobiliare.
61. In merito al titolo di proprietà sul complesso del mulino, il richiedente non negò che lui non si era attenuto con la procedura di registrazione Statale a riguardo di questo titolo, prevista dalla legge nazionale. Comunque, la Corte non è convinta che il mero fatto che i diritti di proprietà sul complesso del mulino non erano stati debitamente registrati sotto il diritto nazionale dovrebbe permetterle di concludere, come suggerito dal Governo che il complesso del mulino non poteva essere considerato proprietà della società, all’interno del significato dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
62. In questo collegamento, la Corte osserva, che con una decisione del 26 dicembre 1993 la giunta comunale di Cecenia-Aul assegnò un’area di terreno alla società V. al fine di costruire un complesso del mulino (vedere paragrafo 26 sopra). Ha stabilito anche sopra che il mulino fu poi costruito e messo in funzione. Non c’è prova nell’archivio della causa, e non è stato addotto mai dal Governo che qualsiasi soggetto individuale o giuridico diverso dalla società V. costruì e fece funzionare il complesso del mulino, o che la proprietà esclusiva della società del complesso del mulino fu mai contestata a livello nazionale al tempo attinente. Il Governo, contestando il titolo di proprietà della società per dei motivi formali, non indica qualsiasi proprietario della proprietà in oggetto diverso dalla società V..
63. È anche chiaro che la società mantenne la sua proprietà del complesso del mulino in buon fede, usandolo apertamente dal momento in cui fu integrato nel tardo 1994 sino al momento in cui fu distrutto dalle forze federali il 18 luglio 2000, cioè per più di cinque anni. Inoltre, la società intraprese certi passi per far registrare debitamente il suo titolo di proprietà, e specificamente ottenne un certificato a questo effetto da un’agenzia Statale, l’Ufficio Repubblicano dell’ Inventario Tecnico (vedere paragrafo 27 sopra). La Corte prese anche nota dei certificati emessi dalla giunta comunale di Cecenia-Aul nei quali quest’ultima autorità fece costantemente riferimento al complesso del mulino come alla proprietà della società V. (vedere paragrafi 31, 32 35 e 37 sopra). Inoltre, è chiaro che l’ufficio dell’accusatore dell’ unità militare n. 20102, e le corti nazionali ai primi due livelli di giurisdizione non hanno mai messo in dubbio il titolo della società sulla proprietà in oggetto, e hanno fatto riferimento costantemente al complesso del mulino e alla stazione di benzina come appartenenti alla società V. (vedere paragrafi 12, 14 e 17 sopra).
64. In simili circostanze, la Corte è soddisfatta, che il richiedente, essendo il solo proprietario della società V., aveva un interesse effettivo protetto dall’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 riguardo sia al complesso del mulino che alla stazione di benzina, e costata che entrambe le proprietà hanno costituito la sua “ proprietà”, all’interno del significato di questa disposizione della Convenzione.
4. Conclusione
65. Alla luce del precedente, la Corte nota, che questa azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
B. Meriti
1. Osservazioni delle parti
66. Il richiedente dibatté che la distruzione della proprietà della sua società e il rifiuto del risarcimento a questo riguardo erano incompatibili coi requisiti dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. Lui contese, in particolare, che la presenza di combattenti illegali sui locali del complesso del mulino, e di conseguenza il fatto che loro avevano posto in pericolo le vite dei membri delle Forze Armate federali o dei civili, non era stato provato o dall’ unità militare imputata negli atti nazionali, o dal Governo nei procedimenti di fronte alla Corte. Il richiedente addusse che, gruppi armati ed illegali erano stati localizzati ad una distanza di circa dieci chilometri dalla proprietà della sua società in realtà, i mentre membri delle Forze Armate dell’ unità militare n. 3660 erano collocati nel complesso del mulino stesso da molti mesi prima che fosse stato distrutto. A questo riguardo secondo il richiedente si appellò a un certificato della giunta comunale di Cecenia-Aul (vedere paragrafo 37 sopra). In simili circostanze sarebbe stato impossibile per i combattenti illegali usare il complesso del mulino per le loro attività criminali secondo lui, ed in particolare sparare sui membri delle Forze Armate federali. Lui dibatté perciò che le azioni dei membri delle Forze Armate federali che avevano fatto esplodere il complesso di mulino non avevano perseguito nessuno scopo legittimo ed erano state arbitrarie e sproporzionate.
67. Il richiedente affermò anche che lui aveva corroborato la rivendicazione della sua società per il risarcimento nei procedimenti nazionali con tutte le prove che lui aveva potuto ottenere nella situazione in cui un’ azione militare era in corso nella Repubblica di Cecenia.
68. Il Governo ammise che il complesso del mulino a cui ha fatto riferimento il richiedente era stato distrutto e la stazione di benzina danneggiata a un’esplosione eseguita dai membri delle Forze Armate dell’ unità militare n. 3660 il 18 luglio 2000. Comunque, dibatté che l’interferenza allegato era giustificata nelle circostanze della presente causa ed era compatibile coi requisiti dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
69. Indicò che al tempo attinente era in corso un’operazione anti-terrorismo di grande potenza, che coinvolgeva le forze federali, nella Repubblica di Cecenia. Questa operazione era divenuta necessaria nella prospettiva della situazione nella Repubblica di Cecenia nel periodo attinente ed era tesa a prevenire il disturbo pubblico, i crimini e gli attacchi terroristi, proteggendo gli interessi dei cittadini russi nella regione, e a garantire la sicurezza nazionale e l’adempimento degli obblighi internazionali della Russia nella lotta contro il terrorismo. A questo riguardo secondo il Governo citò una dichiarazione delle Nazioni Unito sulla lotta la terrorismo, all’effetto che gli Stati venivano esortati a garantire che i loro territori non venissero usati per l’organizzazione di atti terroristici. Secondo il Governo, “l’uso del potere militare ha sempre come sua conseguenza certe violazioni e limitazioni sui diritti degli individui.”
70. Il Governo inoltre sostenne le azioni dei membri delle Forze Armate federali nella presente causa erano basate sulla sezione 21 della Atto di Repressione del Terrorismo (vedere paragrafo 44 sopra). Il Governo affermò di aver preso in considerazione le sentenze attinenti della Corte rese nei paragrafi 143-44 della causa Khamidov (n. 72118/01, 15 novembre 2007) all’effetto che la disposizione legale summenzionata non può, di per sé servire da base legale sufficiente per un’interferenza coi diritti di proprietà di un individuo, e che una decisione individualizzata od ordine che indicano i motivi e le condizioni per tale interferenza contro cui si può fare ricorso potrebbe in corte dovrebbero essere messe in posto perché l’interferenza sia “legale” all’interno del significato dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. A questo riguardo il Governo dibatté che chiaramente era estremamente difficile definire nell’ambito della legge lo scopo e il metodo di esercizio dei poteri assegnati legalmente ad agenti Statali che agiscono all’interno della zona dell’operazione di anti-terrorismo, a causa della specifica natura di tale operazione e della specifica natura della guerra. Spiegò anche l’ampia enunciazione della sezione 21 della Atto di Repressione del Terrorismo col bisogno di rispondere rapidamente alle circostanze mutevoli all’interno della zona di un’operazione di anti-terrorismo e prendere decisioni atte a salvare le vite umane. Il Governo dibatté inoltre, con riferimento alle sentenze dell’indagine nazionale che i membri delle Forze Armate avevano fatto esplodere il complesso del mulino in ottemperanza coi loro ordini operativi ufficiali che, nella sua prospettiva, costituivano una base legale e corretta per l’interferenza addotta.
71. Secondo il Governo, la misura contestata era nell’interesse pubblico. Contestò come assurdo l’asserzione del richiedente che al periodo attinente che il complesso di mulino era stato occupato dai membri delle Forze Armate federali, e perciò era stato impossibile per i combattenti illegali penetrare là e fare fuoco mirato alle forze federali. Secondo il Governo, la presenza dei membri delle Forze Armate federali all’interno di un certo territorio non aveva escluso la possibilità di scontri di combattimento che accadono fra loro e i combattenti illegali. Il Governo insistette con riferimento alle sentenze attinenti nella decisione dell’ufficio dell’accusatore dell’unità militare n. 20102 del 25 maggio 2001 (vedere paragrafo 12 sopra), che nel 2000, periodo in cui le formazioni armate illegali stavano mostrando resistenza armata e violenta, i combattenti illegali avevano in numerose occasioni usato il complesso del mulino in oggetto per sparare sui membri delle Forze Armate federali dell’ unità militare 3660 collocata vicino ed anche su altre che passavano sulla strada. Perciò gli ufficiali in comando dell’ unità militare n. 3660 avevano preso la decisione di far esplodere il complesso del mulino, simili azioni essendo state assolutamente necessarie per eliminare il pericolo rappresentato da combattenti illegali e per proteggere le vite umane. Nell’osservazione del Governo il pericolo non poteva essere eliminato con nessun altro mezzo. Insistette che “gli ufficiali in comando dell’ unità militare n. 3660 non avrebbero mai preso la decisione di far esplodere il complesso del mulino di loro propria iniziativa se questo non fosse stato nell’interesse pubblico.”
72. Il Governo insistette anche che l’interferenza in questione non era stata sproporzionata allo scopo perseguito. Dibatté che la decisione delle autorità nazionali di dispensare con procedimenti penali non aveva impedito al richiedente di depositare per conto della sua società presso i tribunali di commercio nazionali una rivendicazione per il risarcimento per la proprietà danneggiata, e lui si era giovato di questa opportunità. Nella prospettiva del Governo, il fatto che la società del richiedente non aveva avuto successo in quei procedimenti non sconvolge il requisito dell’ “equilibrio equo” dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. A quel fine, il Governo dibatté che le corti nazionali avevano stabilito che il danno sulla proprietà della società era stato inflitto in una situazione di necessità assoluta e considerato che, in conformità con la sezione 21 della Atto di Repressione del Terrorismo e le altre disposizioni attinenti della legge nazionale, i membri delle Forze Armate federali che avevano inflitto questo danno erano esenti dalla responsabilità per quel danno. A questo riguardo, il Governo dibatté, che la compatibilità della sezione 21 della Atto di Repressione del Terrorismo con le disposizioni della Costituzione russa non era mai stata impugnata di fronte alla Corte Costituzionale russa, e perciò i tribunali di commercio nazionali erano giustificati nell’applicarle nella causa della società V..
73. Sottolineò anche le sentenze del Tribunale di commercio Federale all’effetto che la società rivendicatrice era andata a vuoto nel provare che il titolo di proprietà sulla proprietà danneggiata era stato trasferito debitamente a questa, e nel presentare qualsiasi prova convincente in merito al valore effettivo della proprietà in oggetto prima della sua distruzione. In particolare, il Governo indicò che il rapporto della giunta comunale di Cecenia-Aul del 19 luglio 2000 (vedere paragrafo 31 sopra) aveva attestato il fatto della distruzione ma aveva indicato che la valutazione di quel danno avrebbe dovuto essere fatta da “agenzie specializzate.” Il richiedente non aveva mai chiesto comunque, tale valutazione, ed aveva basato la sua rivendicazione di corte sui calcoli dell’importo necessario per la costruzione di un nuovo complesso di mulino. Secondo il Governo, tale rivendicazione non era giustificata, in quanto non poteva essere escluso che il complesso del mulino e la stazione di benzina erano già state danneggiate da combattenti illegali prima di venir fatte esplodere dai rappresentanti delle forze federali.
74. In generale, il Governo dibatté che il rifiuto delle corti nazionale di assegnare alla società del richiedente qualsiasi risarcimento per la proprietà distrutta era stato basato sulla legge nazionale, e perciò non aveva messo un carico sproporzionato sul richiedente all’interno del significato dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
2. La valutazione della Corte
75. La Corte osserva che il Governo ammise che il 18 luglio 2000 i membri delle Forze Armate federali avevano fatto esplodere il complesso del mulino e la pompa di benzina come erano come stabilito nel paragrafo 64 sopra, “la proprietà” del richiedente. C’era perciò un’interferenza all’interno del significato dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1, e la Corte considera che la situazione di cui ci si lamenta dovrebbe essere esaminato alla luce della norma generale contenuta nell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
76. Reitera inoltre che per essere compatibile con la norma generale dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1, un’interferenza deve essere legale, nell’interesse pubblico, e proporzionata allo scopo perseguito (vedere Saghinadze ed Altri, citata sopra, § 110).
77. In merito alla legalità dell’interferenza in oggetto, il Governo si riferì alla sezione 21 della Atto di Repressione del Terrorismo e ad un ordine degli ufficiali in carico dell’ unità militare n. 3660 di far esplodere il complesso del mulino come base per l’interferenza addotta.
78. La Corte reitera, come ha già notato in cause riguardo al conflitto nella Repubblica di Cecenia che la sezione 21 della Atto di Repressione del Terrorismo che solleva gli agenti Statali che partecipano ad un’operazione di anti-terrorismo da qualsiasi responsabilità per i danni causati e inter alia, “altri interessi protetti giuridicamente”, investendo di ampi poteri gli agenti Statali all’interno della zona di un’operazione di anti-terrorismo, non definisce con chiarezza sufficiente la sfera di quei poteri e il metodo del loro esercizio in modo da riconoscere una protezione adeguata ed individuale contro l’arbitrarietà (vedere Khamidov, citata sopra, § 143). La Corte non è capace di accettare l’argomento del Governo all’effetto che era difficile definire chiaramente la sfera e il metodo dell’esercizio dei poteri degli agenti Statali che partecipano ad un’operazione di anti-terrorismo, e che l’ampia enunciazione della sezione 21 era necessaria per permettere agli agenti Statali di adattarsi rapidamente alle circostanze mutevoli ed a prendere decisioni presenti nel corso di tale operazione. A questo riguardo, la Corte reitera, che in questioni riguardanti i diritti essenziali sarebbe contrario alla preminenza del diritto, uno dei principi di base di una società democratica custodito nella Convenzione, per una discrezione legale accordata all’esecutivo essere espressa in termini di un potere senza impedimenti. Di conseguenza, la legge deve indicare con chiarezza sufficiente la sfera di qualsiasi simile discrezione conferita alle autorità competenti e il metodo del suo esercizio (vedere Hasan e Chaush c. Bulgaria [GC], n. 30985/96, § 84 ECHR 2000-XI). Mentre è vero che è impossibile raggiungere la precisione assoluta nel formulare delle leggi, e che aglio agenti Statali dovrebbe essere concessa una certa libertà di azione nelle specifiche circostanze del combattimento contro il terrorismo, la Corte reitera inoltre, lei stessa prima ha sostenuto, che le disposizioni dell’ Atto di Repressione del Terrorismo non saranno costruite in modo tale da creare un’esenzione per qualsiasi genere di limitazioni dei diritti personali per un periodo indefinito di tempo e senza esporre confini chiari per le azione delle forze di sicurezza (vedere, mutatis mutandis, Imakayeva c. Russia, n. 7615/02, § 188 ECHR 2006-XIII (estratti).
79. La Corte considera così che questo Atto, formulato in termini vaghi e generali, non può servire come una base legale sufficiente per tale interferenza drastica come la distruzione della proprietà di un individuo. Reitera a questo riguardo che nessuno stato di emergenza o legge marziale sono stati dichiarati nella Repubblica di Cecenia al tempo attinente; nessuna legge federale è stata decretata per restringere i diritti della popolazione dell’area, e non è stata fatta nessuna deroga sotto l’Articolo 15 della Convenzione. L’operazione in oggetto doveva perciò essere esaminato contro un background legale normale (vedere Isayeva c. Russia, n. 57950/00, §§ 133 e 191, 24 febbraio 2005).
80. Il Governo dibatté che c’era stata un autorizzazione nella causa presente, specificamente l’ordine da parte degli ufficiali in comando dell’ unità militare n. 3660 di far esplodere il complesso del mulino. La Corte nota che il Governo non ha fornito nessun dettaglio riguardo a questo ordine. Inoltre, non sembra che nei procedimenti per il risarcimento per perdite patrimoniali che la società del richiedente introdusse successivamente, le corti nazionali esaminarono l’ordine in oggetto. Infatti, le corti nazionali basarono le loro sentenze sulle conclusioni della decisione del 25 maggio 2001 per dispensare procedimenti penali, e loro limitarono la loro valutazione a trovando che la decisione di far esplodere il complesso del mulino era stata presa nel contesto dell’operazione di anti-terrorismo tesa a ripristinare l’ordine costituzionale nella Repubblica di Cecenia ed era giustificata perciò, che non c’era nessuna prova d’illegalità nelle azioni dei membri delle Forze Armate siccome loro avevano partecipato nell’operazione di anti-terrorismo sulla base di decreti presidenziali attinenti, e che sotto la sezione 21 della Atto di Repressione del Terrorismo loro avrebbero dovuto essere esenti dalla responsabilità per le loro azioni.
81. La Corte non è perciò capace di valutare i contenuti dell’ordine in oggetto con la prospettiva di stabilire se gli ufficiali in comando dell’ unità militare n. 3660 agirono all’interno dei loro poteri, e se l’ordine dato a loro forniva i motivi e le condizioni per la distruzione della proprietà della società V.. In simili circostanze, la Corte non può accettare l’argomento del Governo che questo ordine costituì una base legale sufficiente per la distruzione del complesso del mulino.
82. La Corte nota inoltre che, dibattendo che l’ordine in oggetto aveva autorizzato i membri delle Forze Armate federali riguardate a distruggere il complesso del mulino, il Governo rimase silenzioso in merito a se questo ordine diede anche a quei membri delle Forze Armate qualsiasi potere di infliggere danni sulla stazione di benzina. Infatti, sembra, e non c’è prova al contrario che nessuna simile decisione fu mai presa a riguardo di questa ultima proprietà, e che era stato semplicemente un danno collaterale all’esplosione con la quale il complesso del mulino fu distrutto il 18 luglio 2000.
83. Alla luce del precedente, la Corte costata che l’interferenza coi diritti di proprietà del richiedente non era “legale”, all’interno del significato dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. Nella prospettiva di questa sentenza, non è necessario esaminare se l’interferenza in oggetto intraprese uno scopo legittimo ed era proporzionata a que lo scopo.
84. La Corte così costatata che c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione a causa della distruzione del complesso del mulino e dei danni inflitti sulla pompa di benzina appartenenti alla società del richiedente.
II. ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE DELLA CONVENZIONE
85. Il richiedente si lamentò anche che al tempo di materiale le corti non stavano funzionando nella Repubblica di Cecenia, e la società doveva perciò portare atti in una regione confinante. Fu messo così in uno svantaggio sostanziale vis-à-vis all’altra parte, siccome la società aveva la difficoltà nel garantendo la presenza di testimoni ed ottenere materiali necessari, e perché il suo rappresentante incorse in spese di viaggio supplementari. Lui si appellò su Articolo 6 della Convenzione che, nella sua parte attinente, legge siccome segue:
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale …”
86. Il Governo dibatté che il richiedente non potesse chiedere di essere un “la vittima” della violazione allegato di Articolo 6, all’interno del significato di Articolo 34 della Convenzione come sé la società di V. era, e non il richiedente nella sua veste personale che era stata un rivendicatore nei procedimenti di fronte ai tribunali di commercio. In questo riguardo loro si riferirono alle cause di F. Santos Lda. e Fachadas c. il Portogallo ((il dec.), n. 49020/99, 19 settembre 2000), e da di Banchine Silva e Pereira c. il Portogallo (n. 19157/91, decisione di Commissione di 5 luglio 1993), affermando che una persona non può lamentarsi di una violazione di suo o i suoi diritti in procedimenti ai quali lui o lei non erano una parte, nonostante il fatto che lei o lui erano un and/or dell’azionista direttore esecutivo di una società che era una parte ai procedimenti.
87. Il Governo asserì inoltre che la questione del corretto che funziona delle corti nella Repubblica di Cecenia era immateriale nelle circostanze della causa presente come in qualsiasi l’evento, sotto legislazione attinente controversie commerciali sarebbero portate solamente poi in vigore all’ubicazione di un imputato (veda paragrafo 43 sopra). Come unità militare n. 3660 avevano avuto il suo indirizzo legale nella Regione di Rostov, la società del richiedente non aveva avuto altra scelta che depositare la sua rivendicazione contro che unità con un tribunale di commercio situato nella Regione di Rostov. Il Governo indicò che questo articolo su tribunali di commercio la giurisdizione di ‘ era stata e stava facendo domanda costantemente a tutti i partecipanti in procedimenti di fronte a tribunali di commercio. Il Governo insisté inoltre che i principi dell’uguaglianza di braccio e procedimenti di adversarial non fossero stati violati col fatto che la causa fosse stata esaminata con corti nella Regione di Rostov- un’area situò vicina alla Repubblica di Cecenia-come sia parti avevano diritti procedurali ed uguali, ed era in grado presentare i loro argomenti.
88. La Corte non lo considera necessario rivolgere tutti gli argomenti avanzati col Governo, come, presumendo anche che il richiedente può chiedere di essere un “la vittima” della violazione addotta, all’interno del significato di Articolo 34 della Convenzione la sua azione di reclamo è inammissibile per le ragioni seguenti. La Corte osserva che Articolo 25 del Codice russo di Procedura Commerciale stabilisce l’articolo di giurisdizione esclusiva per controversie che comportano soggetti giuridici, come quello nella causa presente. È così chiaro che, come indicò esattamente col Governo, la società del richiedente non aveva altra scelta che portare la sua rivendicazione in un tribunale di commercio all’ubicazione dell’imputato che è nella Regione di Rostov. La Corte non ha nessuno ragioni di dubitare l’argomento del Governo che questo articolo è stato fatto domanda costantemente a tutti i partecipanti di procedimenti commerciali. Perciò l’argomento del richiedente riguardo all’inattività delle corti nella Repubblica di Cecenia al tempo di materiale è irrilevante. La Corte nota inoltre che il fatto che la società del richiedente fu costretta a portare la sua rivendicazione in una corte all’ubicazione dell’imputato non fa, in se stesso sollevi un problema sotto Articolo 6 della Convenzione, siccome questa disposizione seconda non impedisce allo Stato dell’esporre requisiti formali in riguardo di rivendicazioni presentò a corti di cittadino, e, in particolare, dallo stabilire i certi articoli di giurisdizione territoriale. Al giorno d’oggi la causa, la Corte non ha nessuna prova che l’abiliterebbe per concludere che la molta essenza del diritto della società del richiedente di accesso per corteggiare fu danneggiata, o che la società fu messa davvero ad un svantaggio sostanziale siccome comparato all’imputato.
89. La Corte così costatazione che l’azione di reclamo sotto Articolo 6 è mal-fondata manifestamente e dovrebbe essere respinta in conformità con Articolo 35 §§ 3 (un) e 4 della Convenzione.
90. Nelle sue osservazioni sull’ammissibilità e meriti della causa presente il richiedente citò anche infine, Articoli 13 e 14 della Convenzione ed Articolo 2 di Protocollo N.ro 4, senza l’ulteriore chiarimento. In questo riguardo, la Corte nota, che non c’è prova nella sua proprietà per rivelare qualsiasi comparizione di una violazione di qualsiasi degli Articoli summenzionati. Respinge perciò manifestamente le azioni di reclamo del richiedente come mal-fondò in conformità con Articolo 35 §§ 3 (un) e 4 della Convenzione.
III. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
91. L’ Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
1. Danno patrimoniale
92. Le rivendicazioni del richiedente in riguardo di perdite patrimoniali subito come un risultato del danno effettivo inflitto sulla proprietà della sua società riferita al risarcimento per il danno inflitto sul complesso del mulino e stazione di benzina ed il risarcimento per la perdita di u

Testo Tradotto

Conclusion Violation of P1-1 ; Remainder inadmissible ; Pecuniary damage and non-pecuniary damage – award
FIRST SECTION
CASE OF GUBIYEV v. RUSSIA
(Application no. 29309/03)
JUDGMENT
STRASBOURG
19 July 2011
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Gubiyev v. Russia,
The European Court of Human Rights (First Section), sitting as a Chamber composed of:
Nina Vajić, President,
Anatoly Kovler,
Peer Lorenzen,
George Nicolaou,
Mirjana Lazarova Trajkovska,
Julia Laffranque,
Linos-Alexandre Sicilianos, judges,
and Søren Nielsen, Section Registrar,
Having deliberated in private on 28 June 2011,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 29309/03) against the Russian Federation lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by a Russian national, Mr OMISSIS (“the applicant”), on 12 May 2003.
2. The applicant was represented by Mr M. S., a lawyer practising in Grozny. The Russian Government (“the Government”) were represented by Mr G. Matyushkin, the Representative of the Russian Federation at the European Court of Human Rights.
3. The applicant complained, in particular, that federal servicemen had destroyed his company’s property during a special operation in the Chechen Republic and that the domestic courts had refused to award him any compensation in this respect. He relied on Article 6 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1.
4. On 30 April 2008 the President of the First Section decided to give notice of the application to the Government. It was also decided to rule on the admissibility and merits of the application at the same time (Article 29 § 1).
5. On 23 November 2009 the President of the First Section decided to grant priority to the application under Rule 41 of the Rules of Court.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
A. The facts
6. The applicant was born in 1934 and lives in Chechen-Aul.
7. He is the sole founder, director and owner of a limited liability company called V. (Общество с ограниченной ответственностью «Восход», “the company”).
8. According to the applicant, at the material time the company owned a mill complex and a petrol station.
1. Destruction of property
9. In late 1999 the Russian Government launched a counter-terrorism operation in Chechnya.
10. On 18 July 2000, during a special operation in the vicinity of the village of Chechen-Aul, servicemen of military unit no. 3660 of the Russian Ministry of the Interior blew up the mill belonging to the company, with the result that it was completely destroyed and the petrol station situated nearby was damaged.
2. Applications to administrative bodies
11. In 2000-2001 the applicant complained on behalf of the company to a number of public officials, including the commander of military unit no. 3660, the head of the administration of the Chechen Republic and prosecutors at various levels, about the damage inflicted.
12. On 25 May 2001 the prosecutor’s office of military unit no. 20102 took a decision to dispense with criminal proceedings in connection with the incident of 18 July 2000. The decision stated that, on the date in question, the servicemen of military unit no. 3660 had been carrying out a special operation in the vicinity of Chechen-Aul, and that, in order to destroy a place which was supposed to be a terrorist arms and ammunition store, and which the terrorists had transformed into a base from which they had strafed a federal checkpoint, the servicemen, following their commanding officers’ order, had blown up the mill complex belonging to the company, with the result that it had been completely destroyed. The decision further stated that the actions of the commanding officers and servicemen of military unit no. 3660 had been based on section 21 of the Federal Law on Suppression of Terrorism (“the Suppression of Terrorism Act”), had been rendered absolutely necessary by unlawful actions of unidentified illegal fighters putting the federal servicemen’s lives in real danger, and had been aimed at eliminating that danger. The decision went on to note that the danger could not have been eliminated by any other means, and therefore the destruction of the company’s property had not constituted a criminal offence. It thus concluded that there had been no evidence of a crime in the servicemen’s actions. The decision also stated that, taking into account the aforementioned circumstances and the fact that the pecuniary damage had been inflicted on a third person who had not performed any actions that would have rendered the infliction of damage absolutely necessary, a question of compensation for that damage should be resolved by a civil procedure.
3. Court proceedings
13. In 2002 the applicant, acting on the company’s behalf, issued proceedings against military unit no. 3660 before the Commercial Court of the Rostov Region. He sought compensation for losses sustained in the amount of 13,483,299 Russian roubles (RUB, approximately 335,000 euros, EUR).
14. On 2 July 2002 the court rendered its judgment. Throughout the judgment the court referred to the mill complex and petrol station as the company’s property. It established the circumstances of the incident of 18 July 2000 as they had been presented by the claimant company and confirmed that the damage inflicted corresponded to the amount indicated in the court claim. In this latter respect, the court based its finding on a working estimate (see paragraph 33 below) and a letter from the State Agency for Construction, Architectural and Housing Policy, according to which the original amount should be adjusted in line with the index of prices in the first quarter of the year 2002.
15. The court further held as follows:
“… The military prosecutor’s office of military unit no. 20102 carried out an inquiry into the incident. In a decision of 25 May 2001 reflecting the result of the inquiry it had been established that on 18 July 2000, pursuant to a combat order, servicemen of military unit no. 3660 were pursuing a special operation in the village of Chechen-Aul and its adjacent territory.
The materials of the case reveal that the mill belonging to the V. company was a convenient position to direct fire on the outpost of Interior troops stationed nearby, and that the lives and health of the servicemen were put under constant risk as a result. Since section 21 of the Suppression of Terrorism Act permitted deliberate infliction of damage on the legally protected interests of a person, society, or the State, the commanding officers of military unit no. 3660 took a decision on the basis of which the servicemen of that unit blew up the mill complex belonging to the V. company. As a result of the explosion the building was completely destroyed.

… In accordance with section 21 of the Suppression of Terrorism Act …, on the basis of the legislation and within the limits established by it, damage may be caused to the life, health and property of terrorists, as well as to other legally protected interests, in the course of a counter-terrorism operation. However, servicemen, experts and other persons engaged in the suppression of terrorism shall be exempted from liability for such damage, in accordance with the legislation of the Russian Federation.
By virtue of Article 1067 of the Russian Civil Code, damage inflicted in a situation of absolute necessity, and notably for elimination of a danger threatening the tortfeasor or third parties, if the danger, in the circumstances, could not be eliminated by any other means, shall be compensated for by the tortfeasor.
Having regard to the circumstances in which the damage was caused, a court may impose an obligation to compensate for such damage on a third party in whose interests the tortfeasor acted, or release from such an obligation, partially or in full, both the third party and the tortfeasor.
The court, taking into account the absence of unlawfulness in the defendant’s actions and the fact that those actions were performed in a situation of absolute necessity, holds that they were lawful. Such actions are socially useful as they are aimed at protecting an individual, his rights and freedoms, the interests of society and the State from impending danger.
Taking into account the circumstances in which the damage was caused and the fact that [it was inflicted on] a person who had not committed any unlawful acts but had become a victim of a series of accidental events, and having regard to the circumstances of the case, the court releases the person who caused the damage from the obligation to compensate for the losses.”
16. The court thus dismissed the claimant company’s claims in their entirety and ordered the company to pay a court fee in the amount of RUB 100,000 (approximately EUR 2,500).
17. On 29 August 2002 the Commercial Court of the Rostov Region, sitting as an appellate court, upheld the first-instance judgment, having in essence restated its reasoning. In its decision the court described the mill complex and petrol station as the company’s property.
18. On 25 November 2002 the Federal Commercial Court of the North-Caucasus Circuit (“the Federal Commercial Court”) dismissed the company’s appeal, stating, in particular:
“According to certificates issued by the Bureau of Technical Inventory of the Ministry of Housing Maintenance and Utilities and dated 20 March and 13 June 1996 [the mill and the petrol station] are registered in the name of the V. company (зарегистрированы за ООО «Восход») on the basis of decisions of the Chechen-Aul local council dated 26 February 1992 and 26 December 1993 respectively. However, the claimant company has not submitted to this court documents confirming that the mill complex and petrol station were properly transferred into the company’s ownership (переданы на баланс ООО «Восход»), or proof of any other legal grounds for the company to acquire the property title to the mill complex and petrol station. There is no documentary evidence to confirm the condition and value of [the property in question] before it was destroyed.
… The claimant company confirmed [the amount of losses] by estimates of costs for the construction of a new mill complex and petrol station.
The V. company did not offer proof that it had acquired the property, or of its value at the moment of destruction, and therefore the court rightly dismissed the claimant company’s action.”
19. The court also upheld the reasoning of the two lower courts, stating, in particular, that the servicemen’s actions had been based on the Suppression of Terrorism Act and relevant presidential decrees and had aimed at restoring constitutional order in the Chechen Republic. It also noted that there had been no evidence in the materials of the case that the servicemen had acted ultra vires or that their actions had been unlawful, and therefore the servicemen should be exempt from responsibility for their actions.
20. Thereafter the applicant, acting on the company’s behalf, sought to have the amount of the court fee imposed on him by the first-instance court reduced. His request was dismissed.
B. Documents submitted by the parties
1. Documents relating to the status of the V. company
21. Both parties submitted various documents confirming that the applicant was the sole founder, owner and director of the company.
22. A certificate issued by a tax authority confirmed that the company had been registered with that authority on 3 May 2001 and had been given an identification number as a taxpayer.
23. An extract of 1 July 2008 from the Uniform State Register of Legal Entities (Единый государственный реестр юридических лиц) provided various details concerning the V. company. It indicated, in particular, that the company’s principal business activity was the retail sale of motor fuel, and its subsidiary activity was the production of flour, flour blends and pastry preparations for baking.
2. Documents relating to the title to the property
24. By a decision of 26 February 1992 the local council of the village of Chechen-Aul (“the Chechen-Aul local council”) assigned to the applicant, in his capacity as director of the V. company, a plot of land measuring 300 square metres, and authorised the company to build a petrol station on that plot.
25. A certificate of 13 April 1993 issued by a competent authority attested that the construction of the petrol station had been completed and that that authority had accepted it as commissioned and fully operational.
26. In a decision of 26 December 1993 the Chechen-Aul local council, at the applicant’s request, gave him permission to build a mill complex and assigned him a plot of land measuring 1,500 square metres for that purpose.
27. A certificate of 20 March 1996 issued by the Republican Bureau of Technical Inventory of the Russian Ministry of Housing Maintenance and Utilities confirmed that the mill complex had been registered as the V. company’s property on the basis of the decision of 26 December 1993 by the Chechen-Aul local council. A similar certificate was issued by the Republican Bureau of Technical Inventory on 13 June 1996 in respect of the petrol station.
28. Under a contract of 10 April 1999 the company agreed to purchase various equipment for the mill complex and to pay RUB 125,000 (approximately EUR 3,100).
29. A certificate of 13 December 2005 attested to the State registration of the property title to a petrol station belonging to the V. company.
30. An extract of 18 July 2008 from the Uniform State Register of Rights to Immovable Property and Transactions therewith (Единый государственный реестр прав на недвижимое имущество и сделок с ним) confirmed that the V. company was the owner of a petrol station. Another extract of the same date stated that there was no entry in the aforementioned Register in respect of any property rights of the V. company to any mill complex.
3. Documents attesting to the damage to the property
31. A report of 19 July 2000 stated that on that date a commission of the Chechen-Aul local council had examined, at the applicant’s request, the mill complex belonging to the V. company. The commission had established that the mill, which had had a production capacity of 100 tons of flour per day and had consisted of a permanent three-floor building measuring 20 x 30 metres, had been completely destroyed. The report then gave a more detailed description of the damage inflicted. It also stated that the commission had examined the mill complex in May 2000 and had drawn up an evaluation report attesting to some damage inflicted on the building during the previous military actions. The report then certified that the complete destruction of the mill complex, established by the commission on that date, had been carried out by federal forces on 18 July 2000 during a special operation in Chechen-Aul, this being confirmed by objective evidence and witness statements to the effect that representatives of the federal forces had planted explosive devices and then set off explosions in at least eight parts of the mill building. The commission also indicated in the report that the V. company should apply to specialised agencies for assessment of the damage inflicted.
32. By a certificate it issued on 5 November 2008 the Chechen-Aul local council attested that on 18 July 2000 the mill complex with equipment belonging to the V. company had been destroyed and the petrol station had been damaged.
33. A working estimate of repair costs of 15 September 2001 indicated that it was necessary to invest an overall amount of RUB 9,356,308 (approximately EUR 234,000) to restore the mill complex and petrol station.
34. A report of 11 September 2002 drawn up by a State agency of expert examinations stated that this latter authority had, at the applicant’s request, carried out an expert evaluation of the aforementioned estimate of repair costs and established that they should total RUB 13,677,294 (approximately EUR 340,000), taking into account the index of prices in the third quarter of the year 2002.
4. Other documents
35. In a certificate of 20 September 2000, issued at the applicant’s request, the Chechen-Aul local council confirmed that on 18 July 2000, the date on which the mill complex belonging to the V. company had been blown up, the federal forces had been carrying out a special operation in Chechen-Aul to blow up oil refining facilities. The operation in question had been conducted by military unit no. 3660.
36. In his explanation given on 27 June 2008 to the prosecutor’s office of the Chechen Republic the applicant confirmed that he was the sole founder, owner and director of the V. company. He further stated that the Chechen-Aul local council in its decision, of 26 February 1992, (see paragraph 24 above), had authorised the company to build a petrol station, that the construction had been completed on 13 April 1993, and that the petrol station had been acknowledged by a competent State authority as commissioned and fully operational (see paragraph 25 above). The applicant pointed out that the company had duly registered the property title to the petrol station with the Bureau of Technical Inventory (see paragraph 27 above), but no documents confirming the formal transfer of the title in respect of the petrol station to the company had ever been drawn up. The applicant also stated that on 26 December 1993 the Chechen-Aul local council had also authorised the company to build a mill complex (see paragraph 26 above). According to him, the construction had been completed in late 1993 [apparently a mistake, should read 1994] and the mill complex started functioning with a production capacity of 100 tons of flour per day. The applicant stated that he had been unable to comply with the procedure whereby a new construction should be accepted by an appropriate State authority as commissioned and fully operational, because of the beginning of military actions in the Chechen Republic at that time. He also stated that the company had registered the property title to the mill complex with the Bureau of Technical Inventory (see paragraph 27 above), but no documents confirming the formal transfer of the title to the mill complex to the company had ever been drawn up. The applicant further claimed, with reference to the contract of 10 April 1999 (see paragraph 28 above), that the company had purchased various equipment for the mill. He went on to state that from late 1999, when the second counter-terrorism operation in the Chechen Republic started, until late 2001, military unit no. 3660 had been stationed on the V. company site, including in the mill complex, and that servicemen of that unit had disassembled the equipment. After military unit no. 3660 had been transferred to another location, the servicemen of that unit had blown up the mill complex building. According to the applicant, prior to the events in question no survey of the petrol station and mill complex had been done. The applicant further referred to an estimate of 15 September 2001 (see paragraph 33 above) and stated that at present the amount necessary to restore the petrol station and mill complex was considerably higher than that indicated in the estimate.
37. In a certificate of 5 November 2008 the Chechen-Aul local council confirmed that for several months, from early 2000 until July 2000, federal servicemen had been stationed within the territory and on the V. company site, of which the applicant was the founder and director.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
A. Constitution
38. The Russian Constitution provides as follows:
Article 35
“1. The right of private property shall be protected by law.

3. No one may be deprived of property otherwise than by a court decision. Expropriation of property for State needs may only be carried out subject to preliminary and equivalent compensation.”
Article 55
“…
3. The rights and freedoms set forth in the Constitution may only be limited by the federal law to the extent necessary for the protection of the fundamental principles of the constitutional system, morality, health, the rights and lawful interests of other people, or for ensuring the defence of the country and security of the State.”
B. Civil Code of 1994
39. Article 131 of the Russian Civil Code states that the title to and other proprietary interests in immovable property, limitations of those rights, their creation, transfer and termination shall be subject to State registration in a single State register by the relevant authorities. The State registration procedure was established in the Federal Law On Registration of Property Rights to Immovable Property and Transactions with such Property (“the State Registration Act”).
40. Article 1064 provides that damage caused to the property of an individual or of a legal entity shall be compensated for in full by the person who inflicted such damage. The latter may be released from the obligation to pay compensation if he or she can prove that the damage was not inflicted through his or her own fault; however, the law may provide for compensation in respect of damage even in the absence of fault by the person who caused it. Damage inflicted by lawful actions shall be compensated for in cases established by law.
41. By virtue of Article 1067, damage inflicted in a situation of absolute necessity, and notably for elimination of a danger threatening the tortfeasor or third parties, if the danger, in the circumstances, could not be eliminated by any other means, shall be compensated for by the tortfeasor. Having regard to the circumstances in which the damage was caused, a court may impose an obligation to compensate for such damage on a third party in whose interests the tortfeasor acted, or may release from such an obligation, partially or in full, both the third party and the tortfeasor.
42. Article 1069 stipulates that a State agency or a State official will be liable towards a citizen for damage caused by their unlawful actions or failure to act. Compensation for such damage will be awarded at the cost of the federal or regional treasury.
C. Code of Commercial Procedure
43. Article 25 of the Russian Code of Commercial Procedure establishes that actions must be brought in the courts at the location of the defendant.
D. Suppression of Terrorism Act
44. The Federal Law on Suppression of Terrorism of 25 July 1998 (Федеральный закон от 25 июля 1998 г. № 130-ФЗ «О борьбе с терроризмом», “the Suppression of Terrorism Act”), as in force at the relevant time1, provided as follows:
Section 3. Basic Concepts
“For the purposes of the present Federal Law the following basic concepts shall be applied:
… ‘suppression of terrorism’ shall refer to activities aimed at the prevention, detection, suppression and minimisation of the consequences of terrorist activities;
‘counter-terrorist operation’ shall refer to special activities aimed at the prevention of terrorist acts, ensuring the security of individuals, neutralising terrorists and minimising the consequences of terrorist acts;
‘zone of a counter-terrorist operation’ shall refer to an individual terrain or water surface, means of transport, building, structure or premises with adjacent territory where a counter-terrorist operation is conducted;…”
Section 21. Exemption from liability for damage
“On the basis of the legislation and within the limits established by it, damage may be caused to the life, health and property of terrorists, as well as to other legally protected interests, in the course of a counter-terrorist operation. However, servicemen, experts and other persons engaged in the suppression of terrorism shall be exempted from liability for such damage, in accordance with the legislation of the Russian Federation.”
E. State Registration Act
45. The Federal Law On Registration of Property Rights to Immovable Property and Transactions with such Property (Федеральный закон от 21 июля 1997 г. № 122-ФЗ «О государственной регистрации прав на недвижимое имущество и сделок с ним, “the State Registration Act”) in its sections 2 and 4 provides that the title to and other proprietary interests in immovable property shall be subject to State registration, and that the latter shall be the only proof of the existence of a right of property.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 TO THE CONVENTION
46. The applicant complained about the destruction of his company’s property and refusal of compensation in this regard. He referred to Article 1 of Protocol No. 1 of the Convention, which reads as follows:
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.”
A. Admissibility
1. Compliance with the six-month rule
47. The Government argued that the present application had been lodged outside the six-month time-limit established in Article 35 § 1 of the Convention. In their opinion, the six-month period should run from 18 July 2000, the date on which the property in question had been blown up, that is the date of the alleged violation of the applicant’s property rights.
48. The Court reiterates that, pursuant to Article 35 § 1 of the Convention, it may only deal with a matter within a period of six months from the final decision in the process of exhaustion. If no remedies are available or if they are judged to be ineffective, the six-month period in principle runs from the date of the act complained of (see Hazar and Others v. Turkey (dec.), nos. 62566/00 et seq., 10 January 2002). Special considerations may apply in exceptional cases where an applicant first avails himself of a domestic remedy and only at a later stage becomes aware, or should have become aware, of the circumstances which make that remedy ineffective. In such a situation, the six-month period may be calculated from the time when the applicant becomes aware, or should have become aware, of those circumstances (see Bulut and Yavuz v. Turkey (dec.), no. 73065/01, 28 May 2002).
49. In the present case, the Court observes that after the incident of 18 July 2000 the applicant, on the company’s behalf, issued proceedings before commercial courts in which he complained about the damage to the company’s property and sought compensation in that respect. Even assuming that this remedy proved to be ineffective, which the Government seem to have suggested by arguing that the six-month period should be calculated from the date of the alleged violation of the applicant’s property rights, it is clear that the applicant could not become aware of the ineffectiveness of the remedy in question until the final decision in his case was taken. The Court observes that such a decision was taken by the Federal Commercial Court of the North Caucasus Circuit on 25 November 2002, whereas the present application was lodged on 12 May 2003, that is within six months of that decision.
50. In such circumstances, the Court cannot reach the conclusion that the applicant failed to comply with the time-limit established in Article 35 § 1 of the Convention. Accordingly, the Government’s objection in this regard should be dismissed.
2. Compatibility ratione personae
51. The Government further disputed the applicant’s victim status as regards his complaint under Article 1 of Protocol No. 1. They argued with reference to the certificates of 20 March and 13 June 1996 (see paragraph 27 above) that the mill complex and petrol station had been registered in the company’s name rather than in that of the applicant, whereas under the Court’s case-law only the person directly affected by the act or omission at issue may claim to be a “victim” of the alleged violation within the meaning of Article 34 of the Convention. In this latter respect they relied on the case of Nosov v. Russia (no. 30877/02, decision of 20 October 2005).
52. The applicant made no particular comments in this respect.
53. The Court reiterates that where the acts or omissions complained of affect a company, the application should be brought by that company. Disregarding a company’s legal personality as regards the question of being a “victim” will be justified only in exceptional circumstances (see Capital Bank AD v. Bulgaria (dec.), no. 49429/99, 9 September 2004; Camberrow MM5 AD v. Bulgaria (dec.), no. 50357/99, 1 April 2004; G.J. v. Luxembourg, no. 21156/93, § 23, 26 October 2000; and Agrotexim and Others v. Greece, 24 October 1995, § 66, Series A no. 330-A). On the other hand, the sole owner of a company can claim to be a “victim” within the meaning of Article 34 of the Convention in so far as the impugned measures taken in respect of his company are concerned, because in the case of a sole owner there is no risk of differences of opinion among shareholders or between shareholders and a board of directors as to the reality of infringement of Convention rights or to the most appropriate way of reacting to such an infringement (see Ankarcrona v. Sweden (dec.), no. 35178/97, 27 June 2000; Dyrwold v. Sweden, no. 12259/86, Commission decision of 7 September 1990; Nosov, cited above, or Khamidov v. Russia, no. 72118/01, § 123, ECHR 2007-XII (extracts)).
54. In the present case, it is not in dispute between the parties that the applicant was the sole founder, owner and director of the company in question. It is therefore clear that there is no risk of any competing interests and/or differences of opinion which could create difficulties as reflected in the Court’s relevant case-law. In such circumstances, the Court finds that the applicant can claim to be a “victim” of the violation of Article 1 of Protocol No. 1 alleged by him, and that the Government’s objection in that regard should be dismissed.
3. Existence of possessions
55. The Government acknowledged that the company was the owner of the petrol station, but disputed the company’s property title as regards the mill complex. In this latter respect, they referred to Article 131 of the Russian Civil Code and sections 2 and 4 of the State Registration Act (see paragraphs 39 and 45 above), stating that the only proof of the existence of any property rights in respect of immovable property was their State registration. In this respect, they argued that there was no entry in the Uniform State Register of Rights to Immovable Property and Transactions therewith confirming the property title of the V. company to the mill complex (see paragraph 30 above), and that there was no information as to whether any taxes had been paid from that immovable property. The Government also pointed out that in its decision of 25 November 2002 the Federal Commercial Court had referred to the mill complex as “an object under construction”, as the complex had not been accepted by a competent authority as commissioned and fully operational. In this respect they also relied on the applicant’s explanation of 27 June 2008, in which he confirmed that as fact (see paragraph 36 above). The Government further pointed out that in its decision of 25 November 2002 the Federal Commercial Court had also noted that there was no evidence that the petrol station and mill complex had been formally transferred into the company’s ownership. The Government thus insisted that the V. company had had no property title to the mill complex, and that therefore the applicant’s claim in this part had not been substantiated. On the other hand, the Government remained silent as to who, in their opinion, was the rightful owner of the mill complex.
56. The applicant made no particular comments in this respect.
57. The Court reiterates that the concept of “possessions” in the first part of Article 1 of Protocol No. 1 has an autonomous meaning which is independent of the formal classifications in domestic law: the issue that needs to be examined is whether the circumstances of the case, considered as a whole, may be regarded as having conferred on the applicant title to a substantive interest protected by that provision (see, among most recent authorities, Saghinadze and Others v. Georgia, no. 18768/05, § 103, 27 May 2010).
58. In the present case, the Government advanced, in essence, two arguments concerning the mill complex. They argued, firstly, that its construction had remained uncompleted, as the company had not complied with the procedure whereby a newly constructed industrial item of immovable property should be accepted by a State authority as commissioned and operational, and, secondly, that the company had had no property title to the mill complex, having failed to register it as was required by the relevant national law.
59. As regards the Government’s first argument, having observed the adduced documents, the Court has no doubt that the construction of the mill complex was complete and the complex operational. In particular, the report of the Chechen-Aul local council of 19 July 2000 indicated that, prior to its destruction, the mill had had a production capacity of 100 tons of flour per day, and described the mill complex as a permanent three-floor building measuring 20 x 30 metres (see paragraph 31 above). Also, the extract of 1 July 2008 from the Uniform State Register of Legal Entities revealed that one of the business activities of the V. company was the production of flour, flour blends and pastry preparations for baking (see paragraph 23 above). The Court further considers that the historical context in which the relevant events of the case took place is also of a direct relevance. Indeed, it is clear from the applicant’s explanation of 27 June 2008 that the completion of the construction of the mill complex coincided with the outbreak of hostilities in the Chechen Republic in late 1994 (see paragraph 36 above). The Court does not find unreliable the applicant’s assertion that in such circumstances he had been unable to comply with the formal procedure invoked by the Government.
60. Against this background, the Court is unable to accept the Government’s argument that the construction of the mill had not been finished, and finds it established that at the material time the mill complex had been a completed and operational item of immovable property.
61. As to the property title to the mill complex, the applicant did not deny that he had not complied with the State registration procedure in respect of that title, provided for in national law. The Court, however, is not convinced that the mere fact that the property rights to the mill complex were not duly registered under domestic law should enable it to conclude, as suggested by the Government, that the mill complex could not be regarded as the company’s property, within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1.
62. In this connection, the Court observes that by a decision of 26 December 1993 the Chechen-Aul local council assigned a plot of land to the V. company for the purpose of building a mill complex (see paragraph 26 above). It has also established above that the mill was then built and put into operation. There is no evidence in the case file, and it has never been alleged by the Government, that any individual or legal person other than the V. company constructed and operated the mill complex, or that the company’s exclusive possession of the mill complex was ever disputed at the domestic level at the material time. The Government, while contesting the company’s property title on formal grounds, did not indicate any owner of the property in question other than the V. company.
63. It is also clear that the company maintained its possession of the mill complex in good faith, using it openly from the moment when it was built in late 1994 until the moment when it was destroyed by the federal forces on 18 July 2000, that is for over five years. Moreover, the company took certain steps to have its property title duly registered, and specifically obtained a certificate to that effect from a State agency, the Republican Bureau of Technical Inventory (see paragraph 27 above). The Court also takes note of the certificates issued by the Chechen-Aul local council in which the latter authority consistently referred to the mill complex as the V. company’s property (see paragraphs 31, 32, 35 and 37 above). Moreover, it is clear that the prosecutor’s office of military unit no. 20102, and the domestic courts at the first two levels of jurisdiction never called into doubt the company’s title to the property in question, and consistently referred to the mill complex and petrol station as those belonging to the V. company (see paragraphs 12, 14 and 17 above).
64. In such circumstances, the Court is satisfied that the applicant, being the sole owner of the V. company, had a substantive interest protected by Article 1 of Protocol No. 1 with regard to both the mill complex and petrol station, and finds that these both properties constituted his “possessions”, within the meaning of this Convention provision.
4. Conclusion
65. In the light of the foregoing, the Court notes that this complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. Submissions by the parties
66. The applicant argued that the destruction of his company’s property and refusal of compensation in this respect had been incompatible with the requirements of Article 1 of Protocol No. 1. He contended, in particular, that the presence of illegal fighters on the premises of the mill complex, and consequently the fact that they had posed a danger to the lives of federal servicemen or civilians, had not been proven either by the defendant military unit in the domestic court proceedings, or by the Government in the proceedings before the Court. The applicant alleged that, in reality, illegal armed groups had been located at a distance of around ten kilometres from his company’s property, whereas servicemen of military unit no. 3660 had been stationed in the mill complex itself for several months before it had been destroyed. In this latter respect the applicant relied on a certificate of the Chechen-Aul local council (see paragraph 37 above). According to him, in such circumstances it would have been impossible for illegal fighters to use the mill complex for their criminal activities and in particular to fire on federal servicemen. He argued therefore that the actions of the federal servicemen who had blown up the mill complex had not pursued any legitimate aim and had been arbitrary and disproportionate.
67. The applicant also stated that he had corroborated his company’s claim for compensation in the domestic proceedings with all the evidence he could have obtained in a situation when military action had been under way in the Chechen Republic.
68. The Government acknowledged that the mill complex referred to by the applicant had been destroyed and the petrol station damaged by an explosion carried out by the servicemen of military unit no. 3660 on 18 July 2000. They argued, however, the alleged interference had been justified in the circumstances of the present case and compatible with the requirements of Article 1 of Protocol No. 1.
69. They pointed out that at the material time a large-scale counter-terrorist operation, involving various federal forces, had been under way in the Chechen Republic. This operation had become necessary in view of the situation in the Chechen Republic at the relevant period and was aimed at preventing public disorder, crimes and terrorist attacks, protecting the interests of Russian citizens in the region, and ensuring national security and the fulfilment of Russia’s international obligations in the fight against terrorism. In this latter respect the Government quoted a United Nations declaration on combating terrorism, to the effect that States were urged to ensure that their territories were not used for the organisation of terrorist acts. According to the Government, “the use of military power always has as its consequence certain violations of and limitations on individuals’ rights”.
70. The Government further contended the federal servicemen’s actions in the present case had been based on section 21 of the Suppression of Terrorism Act (see paragraph 44 above). The Government stated that they had taken into account the Court’s relevant findings made in paragraphs 143-44 of the Khamidov case (no. 72118/01, 15 November 2007) to the effect that the aforementioned legal provision cannot, in itself, serve as a sufficient legal basis for an interference with an individual’s property rights, and that an individualised decision or order indicating the grounds and conditions for such an interference which could be appealed against in court should be in place for the interference to be “lawful” within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1. In this respect the Government argued that it was extremely difficult clearly to define in law the scope, and the manner of exercise, of the powers vested in State agents acting within the zone of the counter-terrorism operation, because of the specific nature of such an operation and the specific nature of the warfare. They also explained the broad wording of section 21 of the Suppression of Terrorism Act by the need to respond quickly to changing circumstances within the zone of a counter-terrorism operation and to take instant decisions to save human lives. The Government furthermore argued, with reference to the findings of the domestic investigation, that the servicemen had blown up the mill complex in compliance with their commanding officers’ order which, in their view, constituted a proper legal basis for the alleged interference.
71. According to the Government, the impugned measure had been in the public interest. They disputed as absurd the applicant’s assertion that at the relevant period the mill complex had been occupied by federal servicemen, and therefore it had been impossible for illegal fighters to penetrate there and to deliver aimed fire at the federal forces. According to the Government, the presence of federal servicemen within a certain territory had not excluded the possibility of combat encounters taking place between them and illegal fighters. The Government insisted with reference to the relevant findings in the decision of the prosecutor’s office of military unit no. 20102 dated 25 May 2001 (see paragraph 12 above), that in 2000, in the period when illegal armed formations had been showing violent armed resistance, illegal fighters had on numerous occasions used the mill complex in question to fire on federal servicemen of military unit 3660 stationed nearby and also others travelling on the road. Therefore the commanding officers of military unit no. 3660 had taken a decision to blow up the mill complex, such actions having been absolutely necessary in order to eliminate danger emanating from illegal fighters and to protect human lives. In the Government’s submission, that danger could not have been eliminated by any other means. They insisted that “the commanding officers of military unit no. 3660 would have never taken a decision to explode the mill complex of their own motion if this had not been in the public interest”.
72. The Government also insisted that the interference at issue had not been disproportionate to the aim pursued. They argued that the domestic authorities’ decision to dispense with criminal proceedings had not prevented the applicant from lodging on his company’s behalf with domestic commercial courts a claim for compensation for the damaged property, and he had availed himself of this opportunity. In the Government’s view, the fact that the applicant’s company had been unsuccessful in those proceedings did not upset the “fair balance” requirement of Article 1 of Protocol No. 1. To that end, the Government argued that the domestic courts had established that the damage to the company’s property had been inflicted in a situation of absolute necessity and considered that, in accordance with section 21 of the Suppression of Terrorism Act and other relevant provisions of national law, the federal servicemen who had inflicted that damage were exempt from liability for that damage. In this respect, the Government argued that the compatibility of section 21 of the Suppression of Terrorism Act with the provisions of the Russian Constitution had never been challenged before the Russian Constitutional Court, and therefore the domestic commercial courts had been justified in applying it in the V. company’s case.
73. They also pointed to the findings of the Federal Commercial Court to the effect that the claimant company had failed to prove that property title to the damaged property had been duly transferred to it, and to submit any convincing evidence as to the actual value of the property in question before its destruction. In particular, the Government pointed out that the Chechen-Aul local council report of 19 July 2000 (see paragraph 31 above) had attested to the fact of the destruction but had indicated that the evaluation of that damage should be carried out by “specialised agencies”. However, the applicant had never sought such an evaluation, and had based his court claim on calculations of the amount necessary for construction of a new mill complex. According to the Government, such a claim had not been justified, as it could not be excluded that the mill complex and the petrol stations had already been damaged by illegal fighters before they had been blown up by representatives of the federal forces.
74. Overall, the Government argued that the domestic courts’ refusal to award the applicant’s company any compensation for the destroyed property had been based on national law, and therefore had not placed a disproportionate burden on the applicant within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1.
2. The Court’s assessment
75. The Court observes that the Government acknowledged that on 18 July 2000 the federal servicemen had blown up the mill complex and the petrol station, which were, as has been established in paragraph 64 above, the applicant’s “possessions”. There was therefore an interference within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1, and the Court considers that the situation complained of should be examined in the light of the general rule contained in Article 1 of Protocol No. 1.
76. It further reiterates that, in order to be compatible with the general rule of Article 1 of Protocol No. 1, an interference must be lawful, in the public interest, and proportionate to the aim pursued (see Saghinadze and Others, cited above, § 110).
77. As to the lawfulness of the interference in question, the Government referred to section 21 of the Suppression of Terrorism Act and an order of the commanding officers’ of military unit no. 3660 to blow up the mill complex as the basis for the alleged interference.
78. The Court reiterates, as it has already noted in cases concerning the conflict in the Chechen Republic, that section 21 of the Suppression of Terrorism Act, which releases State agents participating in a counter-terrorist operation from any liability for damage caused to, inter alia, “other legally protected interests”, while vesting wide powers in State agents within the zone of a counter-terrorism operation, does not define with sufficient clarity the scope of those powers and the manner of their exercise so as to afford an individual adequate protection against arbitrariness (see Khamidov, cited above, § 143). The Court is unable to accept the Government’s argument to the effect that it was difficult to define clearly the scope and manner of the exercise of powers of State agents participating in a counter-terrorism operation, and that the broad wording of section 21 was necessary to allow State agents to adapt themselves quickly to changing circumstances and to take instant decisions in the course of such an operation. In this respect, the Court reiterates that in matters affecting fundamental rights it would be contrary to the rule of law, one of the basic principles of a democratic society enshrined in the Convention, for a legal discretion granted to the executive to be expressed in terms of an unfettered power. Consequently, the law must indicate with sufficient clarity the scope of any such discretion conferred on the competent authorities and the manner of its exercise (see Hasan and Chaush v. Bulgaria [GC], no. 30985/96, § 84, ECHR 2000-XI). While it is true that it is impossible to attain absolute precision in framing laws, and that State agents should be allowed certain freedom of actions in specific circumstances of the combat against terrorism, the Court further reiterates, as it has previously held, that the provisions of the Suppression of Terrorism Act are not to be construed so as to create an exemption for any kind of limitations of personal rights for an indefinite period of time and without setting clear boundaries for the security forces’ actions (see, mutatis mutandis, Imakayeva v. Russia, no. 7615/02, § 188, ECHR 2006-XIII (extracts).
79. The Court thus considers that this Act, formulated in vague and general terms, cannot serve as a sufficient legal basis for such a drastic interference as the destruction of an individual’s property. It reiterates in this respect that no state of emergency or martial law has been declared in the Chechen Republic at the relevant time; no federal law has been enacted to restrict the rights of the population of the area, and no derogation under Article 15 of the Convention has been made. The operation in question therefore has to be examined against a normal legal background (see Isayeva v. Russia, no. 57950/00, §§ 133 and 191, 24 February 2005).
80. The Government argued that there had been an authorisation in the present case, specifically the order by the commanding officers of military unit no. 3660 to blow up the mill complex. The Court notes that the Government did not provide any details regarding this order. Moreover, it does not appear that in the proceedings for compensation for pecuniary losses which the applicant’s company brought subsequently, the domestic courts examined the order in question. In fact, the domestic courts based their findings on the conclusions of the decision of 25 May 2001 to dispense with criminal proceedings, and they limited their assessment to finding that the decision to blow up the mill complex had been taken in the context of the counter-terrorism operation aimed at restoring constitutional order in the Chechen Republic and had therefore been justified, that there was no evidence of unlawfulness in the servicemen’s actions as they had participated in the counter-terrorism operation on the basis of relevant presidential decrees, and that under section 21 of the Suppression of Terrorism Act they should be exempt from responsibility for their actions.
81. The Court is therefore unable to assess the contents of the order in question with a view to establishing whether the commanding officers of military unit no. 3660 acted within their remit, and whether the order they were given provided grounds and conditions for the destruction of the V. company’s property. In such circumstances, the Court cannot accept the Government’s argument that this order constituted a sufficient legal basis for the destruction of the mill complex.
82. The Court furthermore notes that, while arguing that the order in question had authorised the federal servicemen concerned to destroy the mill complex, the Government remained silent as to whether this order also gave those servicemen any power to inflict damage on the petrol station. In fact, it appears, and there is no evidence to the contrary, that no such decisions were ever taken with regard to this latter property, and that it was simply damage collateral to the explosion by which the mill complex was destroyed on 18 July 2000.
83. In the light of the foregoing, the Court finds that the interference with the applicant’s property rights was not “lawful”, within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1. In view of this finding, it is unnecessary to examine whether the interference in question pursued a legitimate aim and was proportionate to that aim.
84. The Court thus finds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention on account of the destruction of the mill complex and the damage inflicted on the petrol station belonging to the applicant’s company.
II. OTHER ALLEGED VIOLATIONS OF THE CONVENTION
85. The applicant also complained that at the material time the courts were not functioning in the Chechen Republic, and therefore the company had to bring court proceedings in a neighbouring region. It was thus placed at a substantial disadvantage vis-à-vis the other party, as the company had difficulty in securing the attendance of witnesses and obtaining necessary materials, and because its representative incurred additional travel expenses. He relied on Article 6 of the Convention which, in its relevant part, reads as follows:
“In the determination of his civil rights and obligations … everyone is entitled to a fair … hearing … by [a] … tribunal …”
86. The Government argued that the applicant could not claim to be a “victim” of the alleged violation of Article 6, within the meaning of Article 34 of the Convention, as it was the V. company, and not the applicant in his personal capacity, who had been a claimant in the proceedings before the commercial courts. In this respect they referred to the cases of F. Santos Lda. and Fachadas v. Portugal ((dec.), no. 49020/99, 19 September 2000), and Pires da Silva and Pereira v. Portugal (no. 19157/91, Commission decision of 5 July 1993), stating that a person cannot complain of a violation of his or her rights in proceedings to which he or she was not a party, despite the fact that she or he was a shareholder and/or executive director of a company which was a party to the proceedings.
87. The Government further averred that the question of the proper functioning of the courts in the Chechen Republic was immaterial in the circumstances of the present case as, in any event, under relevant legislation then in force commercial disputes were solely to be brought at the location of a defendant (see paragraph 43 above). As military unit no. 3660 had had its legal address in the Rostov Region, the applicant’s company had had no other choice than to lodge its claim against that unit with a commercial court situated in the Rostov Region. The Government pointed out that this rule on commercial courts’ jurisdiction had been and was being applied consistently to all participants in proceedings before commercial courts. The Government further insisted that the principles of equality of arms and adversarial proceedings had not been violated by the fact that the case had been examined by courts in the Rostov Region – an area situated close to the Chechen Republic – as both parties had equal procedural rights, and were able to present their arguments.
88. The Court does not consider it necessary to address all the arguments advanced by the Government, as, even assuming that the applicant can claim to be a “victim” of the violation alleged, within the meaning of Article 34 of the Convention, his complaint is inadmissible for the following reasons. The Court observes that Article 25 of the Russian Code of Commercial Procedure establishes the rule of exclusive jurisdiction for disputes involving legal persons, such as the one in the present case. It is thus clear that, as rightly pointed out by the Government, the applicant’s company had no other choice than to bring its claim in a commercial court at the location of the defendant, that is in the Rostov Region. The Court has no reasons to doubt the Government’s argument that this rule was applied consistently to all participants of commercial proceedings. Therefore the applicant’s argument concerning the inactivity of the courts in the Chechen Republic at the material time is irrelevant. The Court further notes that the fact that the applicant’s company was required to bring its claim in a court at the defendant’s location does not, in itself raise an issue under Article 6 of the Convention, as this latter provision does not prevent the State from setting formal requirements in respect of claims submitted to national courts, and, in particular, from establishing certain rules of territorial jurisdiction. In the present case, the Court has no evidence which would enable it to conclude that the very essence of the applicant’s company’s right of access to court was impaired, or that the company was indeed placed at a substantial disadvantage as compared to the defendant.
89. The Court thus finds that the complaint under Article 6 is manifestly ill-founded and should be dismissed in accordance with Article 35 §§ 3 (a) and 4 of the Convention.
90. Lastly, in his observations on the admissibility and merits of the present case the applicant also cited Articles 13 and 14 of the Convention and Article 2 of Protocol No. 4, without further explanation. In this respect, the Court notes that there is no evidence in its possession to disclose any appearance of a violation of any of the aforementioned Articles. It therefore rejects the applicant’s complaints as manifestly ill-founded in accordance with Article 35 §§ 3 (a) and 4 of the Convention.
III. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
91. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
A. Damage
1. Pecuniary damage
92. The applicant’s claims in respect of pecuniary losses sustained as a result of the actual damage inflicted on his company’s property related to compensation for the damage inflicted on the mill complex and petrol station and compensation for the loss of income from his business in the V. company.
93. As regards the damage caused to the property, the applicant stated that his actual losses amounted to 13,483,299 Russian roubles (RUB, approximately 335,000 euros, EUR), as was confirmed in a letter from the State Committee for Construction, Architectural and Housing Policy referred to in the judgment of 2 July 2002 given by the Commercial Court of the Rostov Region (see paragraph 14 above). According to the applicant, this amount should be increased to RUB 17,770,988 (approximately EUR 440,000) to take into account the average inflation of 31.8 % for the period between 5 May 1998, the date on which the Convention entered into force in respect of Russia, and August 2008.
94. The applicant further claimed compensation for loss of income from operating the mill complex and petrol station in the amount of RUB 552,000 (approximately EUR 14,000) per year for the period from 5 May 1998 until August 2008.
95. The Government contested the applicant’s claim under this head as excessive and unfounded. They argued that no award should be made to the applicant in respect of the damaged property, given that the domestic courts had rejected his company’s claim to that end, and in particular that the Federal Commercial Court had stated that the company had failed to prove the actual value of the property at the moment of its destruction. The Government further disputed the inflation rate of 31.8 % cited by the applicant, stating that this was not substantiated by any documents and was in conflict with official information concerning the inflation rate available on the official site of the State Agency of Statistics. The Government also disputed as unreliable the method of calculation applied by the applicant to estimate the amount of his lost income. They further pointed out that he was not justified when claiming damages for the period from 5 May 1998, given that he had lodged his application on 12 May 2003.
96. The Court reiterates that there must be a clear causal connection between the pecuniary damage claimed by the applicants and the violation of the Convention (see, among other authorities, Çakıcı v. Turkey [GC], no. 23657/94, § 127, ECHR 1999-IV). It has found a violation of Article 1 of Protocol No. 1 on account of the destruction of the property belonging to the applicant’s company by representatives of the federal forces on 18 July 2000. The Court has no doubt that there is a direct link between this violation and the pecuniary losses alleged by the applicant.
97. It further observes that, in so far as the actual damage to property is concerned, the Government disputed the amount indicated by the applicant, stating that he was referring in fact to the costs of construction of a new mill, whereas, as was noted by the Federal Commercial Court, he had not provided proof of the actual value of the property at the time of its destruction. In this respect, the Court notes first of all that in a situation where, the applicant was not apprised of the federal forces’ order to blow up the mill complex prior to the execution of that order, it is hardly conceivable that the applicant could have taken any measures to attest to the condition of his property before it was destroyed. The Court also takes into account the report of the Chechen-Aul local council dated 19 July 2000 (see paragraph 31 above), in so far as it stated that although some damage inflicted on the mill complex had been established in May 2000, the full and complete destruction of it had been carried out by representatives of the federal forces on 18 July 2000.
98. It further observes that, in order to substantiate his claim in so far as it concerned the damage inflicted on the property, the applicant submitted a working estimate of 15 September 2001 (see paragraph 33 above) and an expert report dated 11 September 2002 as a valuation of that estimate, where the initial amount of costs was adjusted to take into account the index of prices in the third quarter of the year 2002 (see paragraph 34 above). The Court notes that both these documents referred to costs of repair works necessary to restore the mill complex and petrol station rather than to new build. It further observes that the first-instance commercial court in the domestic proceedings agreed with the sum indicated in the working estimate of 15 September 2001 as the amount of pecuniary damage suffered by the V. company, and also does not seem to have disputed that that amount should be index-linked in line with inflation (see paragraph 14 above). In such circumstances, the Court is satisfied that the aforementioned two documents submitted by the applicant, their authenticity or amounts indicated therein having not been contested by the Government, reflected the amount of actual pecuniary damage sustained by him, adjusted in line with the index of prices in the third quarter of the year 2002. It thus finds that the amount of compensation of pecuniary damage should be equal to the amount indicated in the report of 11 September 2002, that is to EUR 340,000, even though it differs from the amount indicated by the applicant in his claim for compensation brought before the domestic courts (see paragraph 13 above).
99. On the other hand,

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