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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF GEORGIEVI v. BULGARIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli:
Numero: 10913/04/2010
Stato: Bulgaria
Data: 2010-01-07 00:00:00
Organo: Sezione Quinta
Testo Originale

QUINTA SEZIONE
CAUSA GEORGIEVI C BULGARIA
(Richiesta n. 10913/04)
SENTENZA
STRASBOURG
7 gennaio 2010
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Georgievi c. Bulgaria,
La Corte europea dei Diritti umani (quinta Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Pari Lorenzen, Presidente Karel Jungwiert, Rait Maruste il Mark Villiger, Isabelle Berro-Lefèvre, Mirjana Lazarova Trajkovska giudici, Pavlina Panova giudice ad hoc,
e Claudia Westerdiek, Cancelliere di Sezione
Avendo deliberato in privato il 1 dicembre 2009,
Consegna la seguente sentenza sulla che adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 10913/04) contro la Repubblica della Bulgaria depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da due cittadini bulgari, Sig. B. D. G. ed la Sig.ra B. P. G. (“i richiedenti”), 12 marzo 2004.
2. Il 6 dicembre 2008 il primo richiedente, il Sig. B. D. G. morì. Con una lettera del 17 gennaio 2009, sua figlia, la Sig.ra E. B. G., e sua moglie, il secondo richiedente, informarono la Corte che desideravano continuare la presente richiesta al suo posto.
3. I richiedenti furono rappresentati dalla Sig.ra S. M.-V., un avvocato che pratica a Sofia. Il Governo bulgaro (“il Governo”) fu rappresentato dal suo Agente, la Sig.ra S. Atanasova, del Ministero della Giustizia.
4. I richiedenti addussero di essere stati privati della loro proprietà in violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 e degli Articoli 13 e 14 della Convenzione.
5. Il 6 maggio 2008 il Presidente della quinta Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29 § 3).
6. Il Giudice Kalaydjieva, il giudice eletto a riguardo della Bulgaria, si astenne dal riunirsi nella causa. Il 30 gennaio 2009 il Governo nominò al suo posto la Sig.ra Pavlina Panova come giudice ad hoc (Articolo 27 § 2 della Convenzione e Articolo 29 § 1 dell’Ordinamento della Corte).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
7. I richiedenti nacquero rispettivamente nel 1926 e 1927. Le secondo richiedente vive a Sofia. I due richiedenti erano consorti.
8. Nel 1966 loro comprarono dal municipio di Sofia un appartamento di 81 metri quadrati, localizzato nel centro della città che era divenuta proprietà Statale in virtù della nazionalizzazione eseguita dal regime comunista in Bulgaria nel 1947 e nei seguenti anni.
9. All’inizio del 1993 l’erede dei precedenti proprietari della proprietà pre- nazionalizzazione introdussero procedimenti contro i richiedenti sotto la sezione 7 della Legge sulla Restituzione.
10. Con sentenze del 24 settembre 1996 e del 10 luglio 1998 la Corte distrettuale di Sofia ed la Corte ella Città di Sofia accolsero la rivendicazione. Loro trovarono il titolo dei richiedenti
era privo di valore legale per due motivi: 1) nessuna decisione del sindaco di iniziare la procedura di vendita era stata trovata nell’archivio della causa; né i richiedenti avevano stabilito che tale decisione era esistita ma era stata persa o era stata distrutta; 2) la vendita non era stata approvata dal Ministro delle Finanze, come richiesto dalla legge, ma da uno dei suoi sostituti.
11. I richiedenti non presentarono un ricorso per revisione (cassazione).
12. In una data non specificata nel 1998 sgombrarono l’appartamento. Nel maggio 1999 fu accordato loro l’affitto di un appartamento municipale di 51 metri quadrati.
13. A seguito del giudizio del 10 luglio 1998 i richiedenti richiesero di ricevere il risarcimento obbligazionario che avrebbe potuto essere usato denaro di privatizzazione o venduto a mediatori. Nel dicembre 2000 loro ottennero obbligazioni con un valore nominale totale di 62,400 lev bulgari (BGN), in conformità con una valutazione dell’appartamento preparata da un esperto.
14. Il 9 luglio 2003 il secondo richiedente vendette la sua la metà delle obbligazioni per BGN 7,434.01, l’equivalente di 3,810 euro (EUR).
15. Il 17 febbraio 2004 il primo richiedente vendette la sua la metà delle obbligazioni per BGN 7,387.68, l’equivalente di EUR 3,780.
II. FATTI DI FONDO ATTINENTI, DIRITTO NAZIONALE E PRATICA
16. I fatti di fondo ed attinenti, diritto nazionale e pratica sono stati riassunti nella sentenza della Corte nella causa Velikovi ed Altri c. Bulgaria, N. 43278/98, 45437/99, 48014/99, 48380/99, 51362/99, 53367/99, 60036/00, 73465/01, e 194/02, 15 marzo 2007.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 ALLA CONVENZIONE
17. I richiedenti si lamentarono di essere stati privati arbitrariamente della loro proprietà, non per colpa loro e senza il risarcimento adeguato. Loro si appellarono all’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 ed agli Articoli 13 e 14 della Convenzione.
18. La Corte è della prospettiva che l’azione di reclamo deve essere esaminata sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 che recita:
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
19. Il Governo dibatté che i richiedenti non erano riusciti ad esaurire le vie di ricorso nazionali, come richiesto dall’Articolo 35 § 1 della Convenzione, perché non avevano presentato un ricorso per revisione ( cassazione) contro la sentenza della Corte della Città del Sofia di 10 luglio 1998 (vedere paragrafo 11 sopra). Inoltre, dibatté che non c’era nessuna violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 nella causa siccome i richiedenti avevano ricevuto il risarcimento tramite obbligazioni ed avevano ricevuto subito dopo avere sgombrato il loro appartamento l’affitto di un appartamento posseduto dal municipio.
20. I richiedenti contestarono questi argomenti.
A. Ammissibilità
1. L’eccezione del Governo sul non-esaurimento delle vie di ricorso nazionali
21. La Corte nota che sotto l’Articolo 35 § 1 della Convenzione le sole vie di ricorso che si è obbligati ad esaurire sono quelle che sono effettive e capaci di compensare la violazione addotta (vedere Sejdovic c. Italia [GC], n. 56581/00, § 45 ECHR 2006-II). Nota inoltre che nella maggior parte delle cause un richiedente che rivendica una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 essendo presumibilmente il risultato di decisioni dei tribunali bulgari deve prendere l’opportunità di presentare un ricorso di cassazione (o, riguardo alle cause più vecchie come la presente, un “ricorso per revisione”) alla Corte Suprema di Cassazione (o, riguardo alle cause più vecchie, la Corte Suprema) prima di portare la sua azione di reclamo all’attenzione della Corte europea dei Diritti umani (vedere Raichinov c. Bulgaria (dec.), n. 47579/99, 1 febbraio 2005).
22. Comunque, in una recente causa simile alla presente, la Corte ha trovato, che un ricorso di cassazione non era una via di ricorso effettiva e che i richiedenti non erano obbligati ad avvalersi di questa. In questa causa, il titolo dei richiedenti su un appartamento comprato dallo Stato era stato trovato privo di valore legale sotto la sezione 7 della Legge sulla Restituzione perché un documento attinente riguardo alla vendita era stato firmato dal sostituto all’ufficiale il cui potere attinente era stato assegnato legalmente. Riferendosi alla pratica stabilita della Corte Suprema di Cassazione secondo la quale simili omissioni amministrative hanno dato luogo a titoli di proprietà che sono considerati privi di valore legale, la Corte ha concluso che qualsiasi tentativo da parte dei richiedenti di dibattere di fronte alla Corte Suprema di Cassazione che l’omissione delle autorità nella loro causa non avrebbe dovuto dichiarare il loro titolo privo di valore legale era destinato a fallire (vedere Vladimirova ed Altri c. Bulgaria, n. 42617/02, §§ 10 e 24-27, 26 febbraio 2009).
23. La Corte non vede alcuna ragione di giungere ad una conclusione diversa nella presente causa.
Nota che anche se i richiedenti avessero potuto ottenere una sentenza a loro favore a riguardo della prima base per dichiarare il loro titolo privo di valore legale (vedere paragrafo 10 sopra) dibattendo di fronte alla Corte Suprema di Cassazione che non era stata per colpa loro che la decisione del sindaco di iniziare la procedura di vendita non poteva essere più trovata nell’archivio della causa qualsiasi tentativo da parte loro di dibattere anche che il loro titolo non avrebbe dovuto essere dichiarato privo di valore legale sulla base che la vendita non era stata approvata dal Ministro di Finanza ma da uno dei suoi sostituti (la seconda base per dichiarare il loro titolo privo di valore legale) sarebbe stata, similmente alla causa Vladimirova ed Altri, destinata a fallire.
24. La Corte considera perciò che nelle specifiche circostanze di questa causa un ricorso per revisione (cassazione) non rappresentava una via di ricorso effettiva da esaurire in conformità con l’Articolo 35 § 1 della Convenzione. Di conseguenza, l’insuccesso dei richiedenti nel perseguire quella via di ricorso non può far respingere la loro richiesta per non-esaurimento.
2. LA norma dei sei-mese
25. La Corte nota inoltre che i procedimenti giudiziali nella causa dei richiedenti
Terminarono il 10 luglio 1998, mentre la presente richiesta fu depositata il 12 marzo 2004 (veda paragrafi 1 e 10 sopra). La Corte deve esaminare perciò se nella causa i richiedenti hanno rispettato la norma dei sei mesi sotto l’Articolo 35 § 1 della Convenzione.
26. In numerose cause simile a Velikovi ed Altri, citata sopra, la Corte trovò che gli eventi attinenti avrebbero dovuto essere visti come una situazione continua, siccome loro non solo riguardavano la privazione di proprietà ma anche il diritto che ne consegue al risarcimento che era il soggetto degli sviluppi legislativi e dei cambi di pratica almeno sino al 2007 (vedere Shoilekovi ed Altri c. Bulgaria (dec.), N. 61330/00, 66840/01 e 69155/01 del 18 settembre 2007). Nella causa Vladimirova ed Altri, citata sopra, anche simile a Velikovi ed Altri, la Corte reiterò che gli eventi avrebbero dovuto essere visti come una situazione continua finché i problemi di risarcimento non fossero stati decisi (vedere § 30 della sentenza).
27. Nella presente causa, avendo riguardo alle sue conclusioni nelle cause a cui si è fatto riferimento sopra, la Corte considera anche, che gli eventi attinenti dovrebbero essere visti come una situazione continua dopo la decisione definitiva di corte che spogliava i richiedenti della loro proprietà e riguardo al risarcimento che ne conseguiva. Una questione sorge comunque riguardo alla data di fine di questa situazione continua. La Corte è della prospettiva che è terminata quando il diritto dei richiedenti al risarcimento si fu realizzato con finalità. Accadde questo quando loro vendettero le loro rispettive quote delle obbligazioni ricevute come risarcimento; dopo questo non furono più interessati dagli sviluppi legislativi attinenti e dai cambi di pratica riguardo al risarcimento.
28. La Corte osserva che il primo richiedente vendette la sua la metà delle obbligazioni il 17 febbraio 2004 (vedere paragrafo 15 sopra). Siccome la presente richiesta fu depositata 12 il 2004 marzo meno di sei mesi dopo questo, è stato rispettato il tempo-limite dei sei -mese sotto l’Articolo 35 § 1 .
29. Comunque, il secondo richiedente vendette le sue obbligazioni di risarcimento il 9 luglio 2003 e la sua azione di reclamo sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 fu sollevata il 12 marzo 2004, cioé, più di sei mesi più tardi (vedere paragrafi 1 e 14 sopra). L’azione di reclamo del secondo richiedente è perciò fuori tempo limite e deve essere dichiarata inammissibile.
3. Gli altri motivi di ammissibilità
30. La Corte costata che l’azione di reclamo del primo richiedente sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 non è manifestamente mal-fondato all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione e non è inammissibile su qualsiasi altra base. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
B. Meriti
31. La Corte nota che la presente azione di reclamo concerne la stessa legislazione e gli stessi problemi di Velikovi ed Altri, citata sopra.
32. Gli eventi di cui ci si lamentava hanno costituito un’interferenza coi diritti di proprietà del primo richiedente.
33. L’interferenza era basata sulla legge attinente e perseguiva un importante scopo nell’interesse pubblico, vale a dire ripristinare la giustizia e rispettare la preminenza del diritto. Come in Velikovi ed Altri, citata sopra, §§ 162-76, la Corte considera che in particolari circostanze la questione se la legge attinente era sufficientemente chiara e prevedibile non può essere separata dal problema della proporzionalità.
34. Applicando i criteri stabiliti in Velikovi ed Altri (citata sopra, §§ 183-192) la Corte nota che il titolo del primo richiedente fu dichiarato privo di valore legale e lui fu privato della sua proprietà, al primo posto perché nessuna decisione del sindaco di iniziare la procedura di vendita era stata trovata nell’archivio riguardo alla vendita dell’appartamento ed i richiedenti non avevano stabilito che tale decisione era esistita ma era stata persa o era stata distrutta (vedere paragrafo 10 sopra). I tribunali nazionali non trovarono espressamente comunque, che nessuna decisione del sindaco di iniziare la procedura di vendita era stata presa al tempo; piuttosto, loro conclusero che il documento non poteva essere trovato nell’archivio di causa riguardo alla vendita dell’appartamento. Siccome l’archivio di causa era tenuto dalle autorità, la Corte è della prospettiva che i richiedenti non avrebbero potuto essere responsabili per la possibile perdita o per la distruzione del documento mancante. Perciò, questa deficienza è attribuibile alle autorità, non al primo richiedente.
35. Al secondo posto, i tribunali nazionali trovarono, che il titolo del primo richiedente era privo di valore legale perché la vendita dell’appartamento non era stata approvata dal Ministro di Finanza, come richiesto dalla legge, ma da uno dei suoi sostituti (vedere paragrafo 10 sopra). In numerose cause simili, la Corte ha sostenuto, che simili deficienze chiaramente erano attribuibili alle autorità, non agli individui riguardati (vedere, in Velikovi ed Altri, citata sopra, le cause Bogdanovi e Nikolovi, §§ 218 e 229 della sentenza, ed anche Peshevi c. Bulgaria, n. 29722/04, § 20 del 2 luglio 2009); non vede alcuna ragione di giungere ad una conclusione diversa nell’attuale causa.
36. La Corte considera perciò che la presente causa è simile a quella di Bogdanovi, Tzilevi e Nikolovi, esaminata in Velikovi ed Altri (vedere §§ 220, 224 e 231 di questa sentenza, citata sopra), dove sostenne che in simile cause l’equilibrio equo richiesto dall’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 non poteva essere realizzato senza il risarcimento adeguato. Nella valutazione se il risarcimento adeguato era disponibile ai richiedenti, la Corte deve avere riguardo alle particolari circostanze di ogni causa, incluso gli importi ricevuti e le perdite sopraggiunte e, come può essere il caso, la disponibilità del risarcimento e le realtà pratiche nella quale i richiedenti si trovavano.
37. La Corte nota che subito dopo avere sgombrato il suo appartamento al primo richiedente fu offerto l’affitto di un’abitazione posseduta dal municipio (vedere paragrafo 12 sopra). Comunque, considera che questo da solo non può assolvere lo Stato dall’obbligo di offrire il risarcimento adeguato.
38. Nasce così la questione se il risarcimento adeguato fu offerto al primo richiedente.
39. Il primo richiedente prese tutti i passi necessari sotto lo schema del risarcimento obbligazionario nel modo in cui operava a quel tempo ma ottenne solamente l’equivalente di EUR 3,780, meno del 23% del valore della sua metà dell’appartamento nel 2000 quando fu valutato da un esperto munito di certificato (vedere paragrafi 13 e 15 sopra). Inoltre, fra il 2000, quando questa valutazione fu resa (vedere paragrafo 13 sopra), e il 2004, quando il primo richiedente ottenne la somma sopra, il prezzo dei beni immobili aumentò notevolmente.
40. Come nella causa Bogdanovi, esaminata in Velikovi ed Altri (vedere § 222 della sentenza, citata sopra), la Corte è della prospettiva che non c’era nessuna circostanza che giustificasse questo risarcimento inadeguato.
41. Ne segue che le autorità andarono a vuoto nel prevedere un equilibrio equo fra i diritti del primo richiedente e l’interesse pubblico e che c’era stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
II. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
42. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
43. A riguardo del danno patrimoniale i richiedenti chiesero il valore dell’appartamento che loro avevano perso. Loro presentarono un rapporto di valutazione preparato da un esperto commissionato da loro, che valutava il valore dell’appartamento a EUR 162,000. a riguardo del danno non-patrimoniale subito dal primo richiedente, i suoi eredi chiesero EUR 8,000.
44. Il Governo considerò che queste rivendicazioni fossero eccessive. Indicò che il primo richiedente aveva ricevuto il risarcimento obbligazionario ed era stato accomodato in un appartamento posseduto dal municipio.
45. La Corte nota che all’inizio trovò solamente una violazione dell’ Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 nella presente causa a riguardo del primo richiedente (vedere paragrafo 41 sopra); può esaminare perciò le rivendicazioni sopra nella misura in cui riguardano il danno subito da quel richiedente.
46. Applicando l’approccio stabilito in cause simili e nella prospettiva della natura della violazione trovata, la Corte trova appropriato fissare un prezzo globale a riguardo del danno patrimoniale e non-patrimoniale con riferimento al valore della proprietà tolta dal primo richiedente e tutte le altre circostanze attinenti (vedere Todorova ed Altri c. Bulgaria (soddisfazione equa), N. 48380/99, 51362/99, 60036/00 e 73465/01 §§ 10 e 47, 24 aprile 2008). La Corte prenderà anche in considerazione il fatto che il primo richiedente ricevette EUR 3,780 dalla vendita del suo risarcimento obbligazionario (vedere paragrafo 15 sopra). Avendo riguardo a ciò che precede, a tutte le circostanze della causa ed alle informazioni a sua disposizione del prezzo dei beni immobili a Sofia, la Corte assegna EUR 37,000 al primo richiedente a riguardo del danno patrimoniale e non-patrimoniale. Questo importo sarà pagato ai suoi eredi, la Sig.ra B. P. G. (il secondo richiedente) e alla Sig.ra E. B. G..
Costi di B. e spese
47. I richiedenti chiesero EUR 4,240 per cinquanta-tre ore di lavoro legale del avvocato, la Sig.ra S. M.-V., ad un tasso orario di EUR 80. In appoggio dia questa rivendicazione loro presentarono un contratto per rappresentanza legale ed un foglio orario. Loro richiesero che qualsiasi somma assegnata sotto questo capo venisse pagata direttamente alla Sig.ra M.-V..
48. Loro chiesero altri BGN 450, l’equivalente di EUR 230 già pagati dai richiedenti per il lavoro legale del Sig.ra M.-V., e BGN 626.3, l’equivalente di EUR 321 per affrancatura e traduzione per i procedimenti di fronte alla Corte e per il costo del rapporto di valutazione presentato da loro. In appoggio a queste rivendicazioni loro presentarono le ricevute attinenti.
49. Il Governo considerò che queste rivendicazioni fossero eccessive.
50. Secondo la giurisprudenza della Corte, ad un richiedente viene concesso il rimborso di costi e spese solamente se viene mostrato che questi davvero e necessariamente sono stati impegnati e sono stati ragionevoli riguardo al quantum.
51. Nella presente causa, la Corte reitera che trovò una violazione del’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 solamente a riguardo del primo richiedente. Inoltre, considera che il numero di ore di lavoro chieste dalla Sig.ra M.-V. sembra eccessivo. Perciò, avendo riguardo a ciò che precede ed al fatto che lei ha già ricevuto BGN 450 dai richiedenti, la Corte considera ragionevole assegnare EUR 1,500 a riguardo delle parcelle legali della Sig.ra M.-V., da trasferire direttamente sul suo conto bancario.
52. Riguardo ai rimanenti costi e spese, per un totale di EUR 551 (vedere paragrafo 48 sopra) la Corte, considerando che trovò solamente una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 a riguardo del primo richiedente e che i due richiedenti hanno dovuto impegnare le spese in questione , assegna la metà dell’importo chiesto cioè EUR 276, da pagare congiuntamente agli eredi del primo richiedente la Sig.ra B. P. G. (il secondo richiedente) ed la Sig.ra E. B. G..
C. Interesse di mora
53. La Corte considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a cui dovrebbero essere aggiunti tre punti percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara le azioni di reclamo del primo richiedente ammissibili e le azioni di reclamo del secondo richiedente inammissibili;
2. Sostiene che a riguardo del primo richiedente c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione;
3. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente deve pagare agli eredi del primo richiedente, la Sig.ra B. P. G. e la Sig.ra E. B. G.a, entro tre mesi della data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione i seguenti importi da convertire in lev bulgaro al tasso applicabile in data dell’ accordo:
(i) EUR 37,000 (trenta-sette mila euro), più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, a riguardo del danno patrimoniale e non-patrimoniale;
(l’ii) EUR 1,776 (mille settecento settanta-sei euro), più qualsiasi tassa che può essere a carico della Sig.ra B. P. G. e della Sig.ra E. B. G., a riguardo di costi e spese EUR 1,500 (mille cinquecento) da trasferire direttamente sul conto bancario del rappresentante legale dei richiedenti , la Sig.ra M.-V.a;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice sarà pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
4. Respinge il resto delle rivendicazioni per la soddisfazione equa.
Fatto in inglesi, e notificato per iscritto il 7 gennaio 2010, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordiamento di Corte.
Claudia Westerdiek Pari Lorenzen
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

FIFTH SECTION
CASE OF GEORGIEVI v. BULGARIA
(Application no. 10913/04)
JUDGMENT
STRASBOURG
7 January 2010
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Georgievi v. Bulgaria,
The European Court of Human Rights (Fifth Section), sitting as a Chamber composed of:
Peer Lorenzen, President,
Karel Jungwiert,
Rait Maruste,
Mark Villiger,
Isabelle Berro-Lefèvre,
Mirjana Lazarova Trajkovska, judges,
Pavlina Panova, ad hoc judge,
and Claudia Westerdiek, Section Registrar,
Having deliberated in private on 1 December 2009,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 10913/04) against the Republic of Bulgaria lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by two Bulgarian nationals, Mr B. D. G. and Mrs B. P. G. (“the applicants”), on 12 March 2004.
2. On 6 December 2008 the first applicant, Mr B. D. G., passed away. By a letter of 17 January 2009, his daughter, Mrs E. B. G.a, and his wife, the second applicant, informed the Court that they wished to continue the present application in his stead.
3. The applicants were represented by Mrs S. M.-V., a lawyer practising in Sofia. The Bulgarian Government (“the Government”) were represented by their Agent, Mrs S. Atanasova, of the Ministry of Justice.
4. The applicants alleged that they had been deprived of their property in violation of Article 1 of Protocol No. 1 and Articles 13 and 14 of the Convention.
5. On 6 May 2008 the President of the Fifth Section decided to give notice of the application to the Government. It was also decided to examine the merits of the application at the same time as its admissibility (Article 29 § 3).
6. Judge Kalaydjieva, the judge elected in respect of Bulgaria, withdrew from sitting in the case. On 30 January 2009 the Government appointed in her stead Mrs Pavlina Panova as an ad hoc judge (Article 27 § 2 of the Convention and Rule 29 § 1 of the Rules of the Court).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
7. The applicants were born in 1926 and 1927 respectively. The second applicant lives in Sofia. The two applicants were spouses.
8. In 1966 they bought from the Sofia municipality an apartment of 81 square metres, located in the centre of the city, which had become State property by virtue of the nationalisations carried out by the communist regime in Bulgaria in 1947 and the following years.
9. At the beginning of 1993 the heir of the former pre-nationalisation owners of the property brought proceedings against the applicants under section 7 of the Restitution Law.
10. By judgments of 24 September 1996 and 10 July 1998 the Sofia District Court and the Sofia City Court allowed the claim. They found the applicants’ title to be null and void on two grounds: 1) no decision of the mayor to initiate the sale procedure had been found in the case file; nor had the applicants established that such a decision had existed but had been lost or destroyed; 2) the sale had not been approved by the Minister of Finance, as required by law, but by one of his deputies.
11. The applicants did not submit a petition for review (cassation).
12. On an unspecified date in 1998 they vacated the apartment. In May 1999 they were granted the tenancy of a municipal apartment of 51 square metres.
13. Following the judgment of 10 July 1998 the applicants applied to receive compensation bonds, which could be used in privatisation tenders or sold to brokers. In December 2000 they obtained bonds with a total face value of 62,400 Bulgarian levs (BGN), in accordance with a valuation of the apartment prepared by an expert.
14. On 9 July 2003 the second applicant sold her half of the bonds for BGN 7,434.01, the equivalent of 3,810 euros (EUR).
15. On 17 February 2004 the first applicant sold his half of the bonds for BGN 7,387.68, the equivalent of EUR 3,780.
II. RELEVANT BACKGROUND FACTS, DOMESTIC LAW AND PRACTICE
16. The relevant background facts, domestic law and practice have been summarised in the Court’ s judgment in the case of Velikovi and Others v. Bulgaria, nos. 43278/98, 45437/99, 48014/99, 48380/99, 51362/99, 53367/99, 60036/00, 73465/01, and 194/02, 15 March 2007.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1 TO THE CONVENTION
17. The applicants complained that they had been deprived of their property arbitrarily, through no fault of their own and without adequate compensation. They relied on Article 1 of Protocol No. 1 and Articles 13 and 14 of the Convention.
18. The Court is of the view that the complaint falls to be examined under Article 1 of Protocol No. 1, which reads:
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.”
19. The Government argued that the applicants had failed to exhaust domestic remedies, as required by Article 35 § 1 of the Convention, because they had not submitted a petition for review (cassation) against the Sofia City Court’s judgment of 10 July 1998 (see paragraph 11 above). Furthermore, they argued that there was no violation of Article 1 of Protocol No. 1 in the case as the applicants had received compensation through bonds and had soon after vacating their apartment been provided with the tenancy of a municipally-owned flat.
20. The applicants disputed these arguments.
A. Admissibility
1. The Government’s objection on non-exhaustion of domestic remedies
21. The Court notes that under Article 35 § 1 of the Convention the only remedies required to be exhausted are those that are effective and capable of redressing the alleged violation (see Sejdovic v. Italy [GC], no. 56581/00, § 45, ECHR 2006-II). It notes further that in most cases an applicant claiming a breach of Article 1 of Protocol No. 1 allegedly resulting from decisions of the Bulgarian courts must take the opportunity to submit a cassation appeal (or, as regards older cases such as the present one, a “petition for review”) to the Supreme Court of Cassation (or, as regards older cases, the Supreme Court) before bringing his grievance to the attention of the European Court of Human Rights (see Raichinov v. Bulgaria (dec.), no. 47579/99, 1 February 2005).
22. However, in a recent case similar to the present one, the Court found that a cassation appeal was not an effective remedy and that the applicants were not bound to make use of it. In that case, the applicants’ title to an apartment bought from the State had been found null and void under section 7 of the Restitution Law because a relevant document concerning the sale had been signed by the deputy to the official in whom the relevant power had been vested. Referring to the Supreme Court of Cassation’s established practice, according to which such administrative omissions resulted in property titles being considered null and void, the Court concluded that any attempt by the applicants to argue before the Supreme Court of Cassation that the authorities’ omission in their case should not result in their title being declared null and void had been bound to fail (see Vladimirova and Others v. Bulgaria, no. 42617/02, §§ 10 and 24-27, 26 February 2009).
23. The Court does not see a reason to reach a different conclusion in the present case. It notes that even if the applicants could obtain a finding in their favour in respect of the first ground for declaring their title null and void (see paragraph 10 above) arguing before the Supreme Court of Cassation that it had not been their fault that a decision of the mayor to initiate the sale procedure could no longer be found in the case file, any attempt on their part to also argue that their title should not be declared null and void on the ground that the sale had not been approved by the Minister of Finance but by one of his deputies (the second ground for declaring their title null and void) was, similarly to the case of Vladimirova and Others, bound to fail.
24. The Court considers therefore that in the specific circumstances of this case a petition for review (cassation) did not represent an effective remedy to be exhausted in accordance with Article 35 § 1 of the Convention. Accordingly, the applicants’ failure to pursue that remedy cannot result in their application being dismissed for its non-exhaustion.
2. The six-month rule
25. The Court notes furthermore that the judicial proceedings in the applicants’ case ended on 10 July 1998, whereas the present application was lodged on 12 March 2004 (see paragraphs 1 and 10 above). The Court must therefore examine whether in the case the applicants have complied with the six-month rule under Article 35 § 1 of the Convention.
26. In a number of cases similar to Velikovi and Others, cited above, the Court found that the relevant events should be viewed as a continuing situation, as they concerned not only deprivation of property but also the ensuing right to compensation which was the subject of legislative developments and changes of practice at least until 2007 (see Shoilekovi and Others v. Bulgaria (dec.), nos. 61330/00, 66840/01 and 69155/01, 18 September 2007). In the case of Vladimirova and Others, cited above, also similar to Velikovi and Others, the Court reiterated that the events should be viewed as a continuing situation until the compensation issues were settled (see § 30 of the judgment).
27. In the present case, having regard to its conclusions in the cases referred to above, the Court also considers that the relevant events should be viewed as a situation continuing after the final court decision depriving the applicants of their property and concerning the ensuing compensation. A question however arises as to the end date of that continuing situation. The Court is of the view that it ended when the applicants’ right to compensation was realised with finality. This occurred when they sold their respective shares of the bonds received as compensation; after that they were no longer affected by the relevant legislative developments and changes of practice concerning compensation.
28. The Court observes that the first applicant sold his half of the bonds on 17 February 2004 (see paragraph 15 above). As the present application was lodged on 12 March 2004, less than six months after that, the six-month time-limit under Article 35 § 1 has been complied with.
29. However, the second applicant sold her compensation bonds on 9 July 2003 and her complaint under Article 1 of Protocol No. 1 was raised on 12 March 2004, that is, more than six months later (see paragraphs 1 and 14 above). The second applicant’s complaint is therefore time-barred and must be declared inadmissible.
3. Other grounds for admissibility
30. The Court finds that the first applicant’s complaint under Article 1 of Protocol No. 1 is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention and not inadmissible on any other ground. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
31. The Court notes that the present complaint concerns the same legislation and issues as in Velikovi and Others, cited above.
32. The events complained of constituted an interference with the first applicant’s property rights.
33. The interference was based on the relevant law and pursued an important aim in the public interest, namely to restore justice and respect for the rule of law. As in Velikovi and Others, cited above, §§ 162-76, the Court considers that in the particular circumstances the question whether the relevant law was sufficiently clear and foreseeable cannot be separated from the issue of proportionality.
34. Applying the criteria set out in Velikovi and Others (cited above, §§ 183-192) the Court notes that the first applicant’s title was declared null and void and he was deprived of his property, on the first place, because no decision of the mayor to initiate the sale procedure had been found in the file concerning the sale of the apartment and the applicants had not established that such a decision had existed but had been lost or destroyed (see paragraph 10 above). However, the national courts did not find expressly that no decision of the mayor to initiate the sale procedure had been taken at the time; rather, they concluded that the document could not be found in the case file concerning the apartment’s sale. As the case file had been kept by the authorities, the Court is of the view that the applicants could not have been responsible for the possible loss or destruction of the missing document. Therefore, this deficiency is attributable to the authorities, not the first applicant.
35. On the second place, the domestic courts found that the first applicant’s title was null and void because the sale of the apartment had not been approved by the Minister of Finance, as required by law, but by one of his deputies (see paragraph 10 above). In numerous similar cases, the Court has held that such deficiencies were clearly attributable to the authorities, not the individuals concerned (see, in Velikovi and Others, cited above, the cases of Bogdanovi and Nikolovi, §§ 218 and 229 of the judgment, and also Peshevi v. Bulgaria, no. 29722/04, § 20, 2 July 2009); it does not see a reason to reach a different conclusion in the case at hand.
36. The Court considers therefore that the present case is similar to those of Bogdanovi, Tzilevi and Nikolovi, examined in Velikovi and Others (see §§ 220, 224 and 231 of that judgment, cited above), where it held that in such cases the fair balance required by Article 1 of Protocol No. 1 could not be achieved without adequate compensation. In the assessment whether adequate compensation was available to applicants, the Court must have regard to the particular circumstances of each case, including the amounts received and losses incurred and, as the case may be, the availability of compensation and the practical realities in which the applicants found themselves.
37. The Court notes that soon after vacating his apartment the first applicant was provided with the tenancy of a municipally-owned dwelling (see paragraph 12 above). However, it considers that this alone cannot absolve the State from the obligation to provide adequate compensation.
38. The question thus arises whether adequate compensation was provided to the first applicant.
39. The first applicant took all necessary steps under the bond compensation scheme as it operated at the time but only obtained the equivalent of EUR 3,780, less than 23% of the value of his half of the apartment as of 2000 when it was accessed by a certified expert (see paragraphs 13 and 15 above). Furthermore, between 2000, when this assessment was made (see paragraph 13 above), and 2004, when the first applicant obtained the above sum, real estate prices rose considerably.
40. As in the case of Bogdanovi, examined in Velikovi and Others (see § 222 of the judgment, cited above), the Court is of the view that there were no circumstances justifying this inadequate compensation.
41. It follows that the authorities failed to strike a fair balance between the first applicant’s rights and the public interest and that there was a violation of Article 1 of Protocol No. 1.
II. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
42. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
A. Damage
43. In respect of pecuniary damage the applicants claimed the value of the apartment they had lost. They presented a valuation report prepared by an expert commissioned by them, assessing the value of the apartment at EUR 162,000. In respect of non-pecuniary damage suffered by the first applicant, his heirs claimed EUR 8,000.
44. The Government considered these claims to be excessive. They pointed out that the first applicant had received compensation bonds and had been accommodated in a municipally-owned apartment.
45. The Court notes at the outset that it only found a violation of Article 1 of Protocol No. 1 in the present case in respect of the first applicant (see paragraph 41 above); it can therefore examine the claims above in so far as they concern damage suffered by that applicant.
46. Applying the approach set out in similar cases and in view of the nature of the violation found, the Court finds it appropriate to fix a lump sum in respect of pecuniary and non-pecuniary damage with reference to the value of the property taken away from the first applicant and all other relevant circumstances (see Todorova and Others v. Bulgaria (just satisfaction), nos. 48380/99, 51362/99, 60036/00 and 73465/01, §§ 10 and 47, 24 April 2008). The Court will also take into account the fact that the first applicant received EUR 3,780 from the sale of his compensation bonds (see paragraph 15 above). Having regard to the above, to all the circumstances of the case and to information at its disposal about real property prices in Sofia, the Court awards the first applicant EUR 37,000 in respect of pecuniary and non-pecuniary damage. That amount is to be paid to his heirs, Mrs B. P. G. (the second applicant) and Mrs E. B. G..
B. Costs and expenses
47. The applicants claimed EUR 4,240 for fifty-three hours of legal work by their lawyer, Mrs S. M.a-V., at an hourly rate of EUR 80. In support of this claim they presented a contract for legal representation and a time sheet. They requested that any sum awarded under this head be paid directly to Mrs M.-V..
48. They claimed another BGN 450, the equivalent of EUR 230, already paid by the applicants for legal work by Mrs M.-V., and BGN 626.3, the equivalent of EUR 321, for postage and translation for the proceedings before the Court and for the cost of the valuation report they submitted. In support of these claims they presented the relevant receipts.
49. The Government considered these claims to be excessive.
50. According to the Court’s case-law, an applicant is entitled to the reimbursement of costs and expenses only in so far as it has been shown that these have been actually and necessarily incurred and are reasonable as to quantum.
51. In the present case, the Court reiterates that it found a violation of Article 1 of Protocol No. 1 only in respect of the first applicant. Furthermore, it considers that the number of hours of work claimed by Mrs M.-V. appears excessive. Therefore, having regard to the above and to the fact that she has already received BGN 450 from the applicants, the Court considers it reasonable to award EUR 1,500 in respect of Mrs M.-V.’s legal fees, to be transferred directly into her bank account.
52. As to the remaining costs and expenses, totalling EUR 551 (see paragraph 48 above) the Court, considering that it only found a violation of Article 1 of Protocol No. 1 in respect of the first applicant and that the expenses at issue must have been incurred by the two applicants, awards a half of the amount sought, that is EUR 276, to be paid jointly to the first applicant’s heirs, Mrs B. P. G. (the second applicant) and Mrs E. B. G..
C. Default interest
53. The Court considers it appropriate that the default interest should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Declares the complaints of the first applicant admissible and the complaints of the second applicant inadmissible;
2. Holds that in respect of the first applicant there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention;
3. Holds
(a) that the respondent State is to pay to the first applicant’s heirs, Mrs B. P. G. and Mrs Emilia B. G., within three months of the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 § 2 of the Convention, the following amounts to be converted into Bulgarian levs at the rate applicable at the date of settlement:
(i) EUR 37,000 (thirty-seven thousand euros), plus any tax that may be chargeable, in respect of pecuniary and non-pecuniary damage;
(ii) EUR 1,776 (one thousand seven hundred seventy-six euros), plus any tax that may be chargeable to Mrs B. P. G. and Mrs E. B. G., in respect of costs and expenses, EUR 1,500 (one thousand five hundred) of which to be transferred directly into the bank account of the applicants’ legal representative, Mrs M.-V.;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amounts at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;
4. Dismisses the remainder of the claims for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 7 January 2010, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Claudia Westerdiek Peer Lorenzen
Registrar President

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