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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF FRENDO RANDON AND OTHERS v. MALTA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41, 34, 06, P1-1
Numero: 2226/10/2011
Stato: Malta
Data: 2011-11-22 00:00:00
Organo: Sezione Quarta
Testo Originale

Conclusione Violazione di Art. 6-1; violazione di P1-1; soddisfazione Equa – riservata
QUARTA SEZIONE
CAUSA FRENDO RANDON ED ALTRI C. MALTA
(Richiesta n. 2226/10)
SENTENZA
(I meriti)
STRASBOURG
22 novembre 2011
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Frendo Randon ed Altri c. Malta,
La Corte europea di Diritti umani (quarta Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Nicolas Bratza, Presidente, Päivi Hirvelä Giorgio Nicolaou, Ledi Bianku Zdravka Kalaydjieva, Nebojša Vučinić giudici, David Scicluna ad giudice di hoc,
e Fatoş Aracı, Sezione Cancelliere Aggiunto
Avendo deliberato in privato il 3 novembre 2011,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da in una richiesta (n. 2226/10) contro la Repubblica del Malta depositata con la Corte sotto Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) con quaranta-sei cittadini maltesi, OMISSIS (“i richiedenti”), 6 gennaio 2010.
2. I richiedenti furono rappresentati col Dr OMISSIS, un avvocato che pratica in Valletta. Il Governo maltese (“il Governo”) fu rappresentato dal suo Agente, il Dr Pietro Grech, Avvocato General.
3. I richiedenti addussero una violazione dei loro diritti sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione ed Articolo 6 § 1 (mancanza di accesso per corteggiare ed un’udienza corretta all’interno di un termine ragionevole).
4. 13 settembre 2010 il Presidente della quarta Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di decidere sull’ammissibilità e meriti della richiesta allo stesso tempo (l’Articolo 29 § 1).
5. Il Sig. De di V. Gaetano, il giudice eletto in riguardo del Malta, non era capace di riunirsi nella causa (Articolo 28 degli Articoli di Corte). Il Presidente della Camera nominò di conseguenza il Sig. David Scicluna per riunirsi come giudice ad hoc (l’Articolo 29 § 1(b)).
I FATTI
IO. LE CIRCOSTANZE DI LA CAUSA
6. I richiedenti nacquero in 1926, 1969 1925, 1923 1926, 1937 1938, 1949 1953, 1946 1973, 1975 1949, 1950 1953, 1951 1955, 1957 1946, 1941 1944, 1944 1945, 1946 1950, 1960 1955, 1931 1923, 1926 1940, 1941 1943, 1944 1946, 1925 1955, 1954 1930, 1958 1959, 1954 1979, 1982 1987, 1953 1929 e 1959 rispettivamente. I primi trenta-otto richiedenti vivono in Malta, i prossimi otto richiedenti vivono negli Stati Uniti dell’America, il richiedente penultimo vive in Canada e le scorse vite di richiedente nel Regno Unito.
Sfondo di A. della causa
7. I richiedenti o i loro predecessori in titolo (in seguito “i richiedenti”) possedette quattro aree di terra di taglie diverse. I richiedenti furono notificati che la loro terra era stata resa soggetto a due dichiarazioni col Governatore Generale datate 13 febbraio 1969 e 20 febbraio 1969, affermando che la terra sarebbe stata espropriata per un scopo di pubblica utilità. Lo scopo di pubblica utilità intenzionale era l’edificio del Freeport di Malta. Le aree dette furono numerate Area 2 (16,544 sq.m), Disegni 3 (405 sq.m), Disegni 41 (6,841 sq.m) e Disegna 53 (12,538 sq.m).
8. Avvisi seguenti per trattare rispettivamente del 1969 e 24 febbraio 1969 di 21 febbraio, i richiedenti furono offerti 3,225 lire maltesi ((MTL) – approssimativamente 7,512 euros (EUR)) per Area 2, MTL 973,40 (verso EUR 2,267) per Area 3, MTL 575 (verso EUR 1, 340) per Area 41, e MTL 1,127 (verso EUR 2,625) per Area 53. A marzo 1969 i richiedenti rifiutarono le offerte summenzionate in riguardo di Aree 2, 41 e 53 e presentò le loro controfferte. Secondo il Governo, i richiedenti accettarono l’offerta in riguardo di Area 3; comunque, i richiedenti contestarono questo. Successivamente, il Commissario di Terre (CoL) fu costretto ad avviare procedimenti di fronte al Consiglio dell’Arbitrato della Terra (il LAB) (vedere “diritto nazionale Attinente sotto”). Benché nessuno simile procedimenti conseguirono, il CoL diede proprietà delle quattro aree di terra alla Malta Freeport Società per azioni.
9. I richiedenti inutilmente richiesero il CoL per iniziare procedimenti un numero di tempi; comunque, i secondi non facevano così, insistendo che lui volle le ulteriori informazioni in relazione ai richiedenti titolo di proprietà di ‘. La legge al tempo attinente non previde per una procedura che permetterebbe i richiedenti di iniziare procedimenti per il risarcimento. L’iniziazione di procedimenti di risarcimento era un’azione che potrebbe essere impegnatasi solamente con le autorità, ed a che fece domanda nessun tempo-limite. Negli anni novanta era stato confermato comunque, che le corti ordinarie avevano la competenza, su una richiesta resa con persone in una posizione simile ai richiedenti esporre un tempo-limite per l’adempimento di che obbligo, con virtù di Articolo 1078 del Codice civile.
10. 27 agosto 1996 i richiedenti depositarono così, procedimenti civili ed ordinari, mentre richiedendo la corte per ordinare che il CoL iniziare i procedimenti necessari all’interno di una cornice di tempo stabilita.
11. 4 febbraio 2000 la Corte Civile sostenne i richiedenti che ‘ richiede, ed ordinò che il CoL iniziasse procedimenti di fronte al LAB entro tre mesi di quel la data. Notò che gli avvisi attinenti per trattare erano stati emessi a tutti i proprietari concerniti chi al tempo ancora era vivo. Inoltre, era in carica sul CoL per stabilire l’identità dei proprietari della terra ed assicurare che loro furono notificati e che i procedimenti attinenti in modo appropriato furono intrapresi. Nessun ricorso stato stato depositato, la sentenza divenne definitivo.
12. 18 aprile 2000 il CoL avviò procedimenti di risarcimento in riguardo di solamente due delle aree di terra in oggetto (Disegna 41 e 53). Questi procedimenti ancora sono pendenti, siccome loro furono sospesi dado sinusoidale, durante la conseguenza dei procedimenti costituzionali menzionata sotto.
13. Procedimenti di risarcimento in relazione ad Aree 2 e 3 non erano stati iniziati col tempo i richiedenti avviarono procedimenti di compensazione costituzionali. 6 febbraio 2003, un orario di deposito fu registrato comunque, in corte durante i procedimenti costituzionali, in relazione per Disegnare 2, consistendo di MTL 3,225 (verso EUR 7,512) coprendo il prezzo della terra e MTL 3,288 (verso EUR 7,659) come danni per il ritardo in pagamento.
14. Con che data, solamente una porzione delle quattro aree di terra era usata, la porzione rimanente che rimane non usato ma marchiò per espansione futura. La maggior parte di Area 2 è sviluppata attualmente più precisamente, come un’area di accatastamento per contenitori per i fini del Freeport, il rimanendo 500 sq. metro che forma parte di un’area di terra concessa su contratto d’affitto con la Società per azioni di Freeport a Medserv Ltd. Disegni 3 (consistendo di una casa colonica e strutture rurali ed adiacenti) e Disegna 41 sono fuori della zona di Freeport, e è attualmente nel loro stato originale ma può essere marchiato per espansione futura. Disegni 53 è quasi completamente all’interno della zona di Freeport e è usato per che fine, incluso l’edificio di strade, a parte un appezzamento di terreno che misura 600 sq.m che sono fuori della zona di Freeport e sono attualmente nel suo stato originale ma possono essere marchiati per espansione futura.
15. In conseguenza, i richiedenti che rimangono non compensati ad oggi avviarono due set di procedimenti costituzionali.
B. Il primo set di procedimenti di compensazione costituzionali (17/2002)
1. Procedimenti di fronte alla Corte Civile
16. Nel 2002 i richiedenti avviarono procedimenti in relazione alla presa di Aree 41 e 53, lamentandosi Articolo 6 della Convenzione di una mancanza di accesso per corteggiare sotto; una mancanza di un’udienza corretta all’interno di un termine ragionevole (in riguardo dei trenta anni di fronte ai procedimenti cominciati ed in riguardo dei procedimenti pendenti e correnti di fronte al LAB), di fronte ad un tribunale indipendente ed imparziale, il secondo in che loro considerarono che la costituzione del LAB non adempiè i requisiti detti. Loro si lamentarono inoltre sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione della mancanza del risarcimento adeguato in relazione alla presa; in particolare, loro notarono che la legge come sé stette in piedi assegnato a valori applicabile al tempo di prendere. Alle definitivo tappa di osservazioni orali loro dibatterono inoltre che la presa non era stata eseguita nell’interesse pubblico come sé era stato dato ad un’entità commerciale e che la terra non usata sarebbe ritornata secondo la giurisprudenza di Cachia (vedere diritto nazionale attinente e pratichi sotto).
17. 20 ottobre 2008, la Corte Civile (Prima la Sala) nella sua giurisdizione costituzionale una violazione di Articolo trovò 6 § 1 della Convenzione, in che i richiedenti erano stati negati accesso per corteggiare. Effettivamente, era solamente il CoL che potrebbe avviare procedimenti secondo diritto nazionale. Il fatto che recentemente la legge era stata fatta domanda per permettere i richiedenti prendere su procedimenti che richiedono una corte per ordinare il secondo di agire all’interno di un tempo-limite non detrasse dal fatto che rimase ultimamente il dovere del CoL di prendere su questi procedimenti, e gli individui affettati non avevano nessun obbligo per sollecitare tale azione. Si riferì anche nell’evento in questione il quale proprietà di terra era, inoltre, al più primo ragionando della Corte Civile in questo riguardo (vedere paragrafo 11 sopra) e, inoltre, considerato che il CoL avesse potuto avviare procedimenti con vuole dire di un amministratore. Assegnò loro EUR 100,000 con modo di danni e respinse il resto delle loro rivendicazioni. Contenne che la presa delle due aree di terra che era stata usando per il Freeport era stata nell’interesse pubblico, l’essere secondo un importante azzardo economico per il paese. Il fatto che fu privatizzato più tardi non porti via l’elemento di interesse pubblico, nonostante il fatto che l’atto dell’espropriazione non era stato reso definitivo ancora. Inoltre, gli un decimo delle due aree che erano fuori della zona di Freeport che era rimasta non usato potrebbero essere usati per sviluppo futuro. Non riuscì a prendere giurisdizione dell’azione di reclamo riguardo al risarcimento, mentre sostenendo che questo non era stato determinato ancora col LAB. Come all’azione di reclamo della lunghezza dei procedimenti, vale a dire trenta anni per il CoL per iniziare procedimenti, la corte contenne che separatamente dal fatto che questo era stato riferito all’azione di reclamo precedente sotto Articolo 6, la disposizione si riferì a procedimenti che già avevano cominciato ed avevano preso un tempo irragionevole per infine essere decisi; perciò non era applicabile nella causa presente che ancora era pendente. Infine, poiché la legge era cambiata, la composizione del LAB chiaramente soddisfece l’Articolo 6 requisiti.
2. Procedimenti di fronte alla Corte Costituzionale
18. Con una decisione di 10 luglio 2009 i Costituzionali invertirono la sentenza detta in parte su ricorso. Confermò che c’era stata finora una violazione di Articolo 6 in come i richiedenti era stato privato di accesso ad una corte ma solamente dal periodo che comincia 30 aprile 1987, la data quando Malta introdusse il diritto di ricorso individuale. Considerò anche che c’era stata una violazione del principio di termine ragionevole fra il 1987 e 18 aprile 2000 di 30 aprile, la data quando i procedimenti di risarcimento furono iniziati. Aveva riguardo a comunque al fatto che i richiedenti dovettero biasimare anche per non avere preso sulla via di ricorso civile disponibile sollecitare il CoL più primo di loro. Inoltre, nessuna prova era stata approvvigionata che i procedimenti attualmente pendente di fronte al LAB non stava soddisfacendo il requisito di termine ragionevole.
19. La Corte Costituzionale trovò inoltre una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione. Sostenendo che l’interesse pubblico doveva persistere dalla data della presa alla data della conclusione dell’atto dell’espropriazione, considerò che anche la terra che era rimasta non usato era stata presa per tale fine, poiché il Freeport potrebbe espandere ragionevolmente coprire simile terra. Inoltre, la privatizzazione del Freeport non detrasse dall’interesse pubblico coinvolto. La corte confermò inoltre che non era in una posizione per considerare l’importo di risarcimento che doveva essere deciso ancora col LAB. Comunque, il fatto che l’elaborazione dell’espropriazione aveva preso decadi aveva causato i richiedenti per soffrire di un carico sproporzionato, mentre costituendo una violazione dei richiedenti diritti di proprietà di ‘.
20. La Corte Costituzionale ridusse l’importo del risarcimento ad EUR 20,000, mentre coprendo danno morale in relazione alle violazioni dette ed inveterato il rifiuto delle azioni di reclamo rimanenti.
C. Il secondo set di procedimenti di compensazione costituzionali (18/2002)
21. I richiedenti avviarono procedimenti in relazione alla presa di Aree 2 e 3 nel 2002 in parallelo, con azioni di reclamo identiche a quegli in causa n. 17/2002 (vedere paragrafo 16 sopra).
22. 20 ottobre 2008 la Corte Civile (Prima la Sala) nella sua giurisdizione costituzionale una violazione di Articolo trovò 6 § 1 della Convenzione, in che i richiedenti erano stati negati accesso per corteggiare, e respinto le azioni di reclamo rimanenti sulla stessa base della sentenza in causa n. 17/2002 (vedere paragrafo 17 sopra). Aggiunse comunque che la causa presente era una violazione più seria dei richiedenti il diritto di ‘ di accesso per corteggiare, siccome il CoL era andato a vuoto ad avviare procedimenti uguaglia dopo che lui fu ordinato per fare così con una corte. Assegnò così EUR 125,000 i richiedenti con modo di danni.
23. Con una decisione di 10 luglio 2009 la Corte Costituzionale invertì la sentenza detta in parte su ricorso. Contenne che le sentenze della Corte Costituzionale nella sua sentenza in causa n. 17/2002, fatti domanda nello stesso modo in questa causa a parte il fatto che la violazione del principio di termine ragionevole era in riguardo del periodo di 30 aprile 1987 alla data di questa sentenza, poiché il CoL non aveva avviato ancora i procedimenti attinenti. Assegnò EUR 27,000 i richiedenti in danno morale.
D. Sviluppi mentre questi procedimenti erano pendenti
24. Poco prima di e durante i procedimenti costituzionali i certi sviluppi ebbero luogo. Giurisprudenza nazionale sviluppata con vuole dire della causa di Cachia (vedere “diritto nazionale Attinente” sotto); ed il Governo annunciò la privatizzazione del Freeport, con concedendolo su un contratto d’affitto a lungo termine (di trenta anni al prezzo di uno milione di dollari di Stati Uniti (USD) per anno, essere augmented durante il corso degli anni per giungere ad un massimo di USD 15,220,000 per anno); la giurisprudenza nella causa di Cachia fu rovesciata; e, nel 2002 la legge fu corretta per offrire una procedura per un individuo per iniziare procedimenti di risarcimento di fronte al LAB in relazione alle espropriazioni nuove e recenti.
E. Sviluppi dopo che i procedimenti costituzionali furono conclusi
25. All’udienza di 5 novembre 2009 il CoL informò il LAB della conseguenza dei procedimenti costituzionali. Né i richiedenti né i loro avvocati, erano comunque, presenti a che ascolta; né loro fu presentano alle cinque udienze susseguenti. 31 gennaio 2011 i richiedenti richiesero un aggiornamento per rendere regolare la loro posizione.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE E PRATICA
A. Espropriazione
26. L’Ordinanza dell’ Acquisizione di Terra (Scopi di pubblica utilità) (Capitolo 88 delle Leggi del Malta), in finora come attinente, legge siccome segue:
Sezione 3
“Il Presidente del Malta può con dichiarazione firmata con lui dichiari qualsiasi terra per essere richiesto per un scopo di pubblica utilità.”
Prima degli emendamenti introdotti nel 2002, la Terra Acquisizione (gli Scopi di pubblica utilità) Ordinanza previde quel:
Sezione 12 (1)
“… l’autorità competente darà al proprietario un avviso… con vuole dire di un atto giudiziale, mentre affermando l’importo del risarcimento, come mostra una valutazione per essere allegato all’avviso per trattare.”
Sezione 13(1)
“L’importo del risarcimento per essere pagato per qualsiasi terra richiese con un’autorità competente può essere determinato a qualsiasi tempo con accordo fra l’autorità competente ed il proprietario…”
Sezione 22
“Se il proprietario può con un ribasso di atto giudiziale per accettare l’offerta resa con l’autorità competente, la questione sarà portata di fronte al Consiglio con una richiesta per essere reso con l’autorità competente, ed il Consiglio darà tutti gli ordini necessari o direzioni in conformità con le disposizioni di questa Ordinanza.”
B. Obblighi
27. Articolo 1078 (b) del Codice civile maltese, Capitolo 16 delle Leggi del Malta, in finora come attinente, legge siccome segue:
“Dove il tempo per l’adempimento dell’obbligo è stato lasciato alla volontà del debitore, o dove è stato concordato che il debitore assolverà l’obbligo quando sarà possibile per lui per fare così, o quando lui avrà i mezzi per fare così, gli articoli seguenti saranno osservati:
(b) se la materia-questione dell’obbligo è altra che il pagamento di una somma di soldi, il tempo entro il quale sarà compiuto l’obbligo sarà fissato con la corte secondo circostanze.”
C. Giurisprudenza nazionale
28. In Pawlu Cachia vs Avukat Generali u l-Kummissarju ta l-Artijiet (Rikors Nru 586/97, 28/12/2001) la Corte Costituzionale sostenne, dopo avere dato una veduta d’insieme dei principi applicabili sotto Articolo 1 di Protocollo No.1 alla Convenzione che ogni qualvolta l’elaborazione con la quale un individuo è spossessato della sua proprietà non è conclusa, l’interferenza rimane perciò uno di controllo di uso, lo Stato ha l’obbligo per rilasciare la proprietà ai suoi proprietari giusti appena traspira che là più esiste motivi sui quali aveva originalmente lo Stato, presi validamente e scusabilmente la misura con la quale fu restretto l’uso del proprietario. Era per il Governo per provare che sia al tempo della dichiarazione del Governatore ed in tutto i procedimenti sino al trasferimento della proprietà che conclude l’espropriazione là un interesse pubblico esisteva per la presa della proprietà.
29. In questa causa la prova rivelò che da almeno quattro anni le autorità competenti consideravano attivamente rilasciare la proprietà ai suoi proprietari giusti, come sé fu avuto bisogno più per i fini per i quali era stato preso originalmente. Inoltre, decadi erano passate fin dalla data della dichiarazione e la richiesta presente, e così la mancanza di interesse pubblico era evidente. La Corte Costituzionale notò che un interesse generale era esistito davvero al tempo della dichiarazione. Emerse successivamente comunque, che il Sig. C. ‘ proprietà di s non sarebbe usata per che fine e perciò il Governo avrebbe dovuto restituire la proprietà detta. Inosservanza con questo obbligo secondo corrisposto ad una violazione dei richiedenti diritti di proprietà di ‘ sotto la Convenzione.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 ALLA CONVENZIONE E DELL’ ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE
30. I richiedenti si lamentarono Articolo 1 di Protocollo sotto N.ro 1 alla Convenzione ed Articolo 6 della Convenzione che l’espropriazione della loro terra non era stata nell’interesse pubblico e che loro avevano sofferto di un carico individuale ed eccessivo, in prospettiva dell’insuccesso per avviare procedimenti di risarcimento e la lunghezza susseguente dei procedimenti insieme col fatto che legge maltese non previde per il risarcimento adeguato. La lettura di disposizioni attinente, in finora come attinente, siccome segue:
Articolo 1 del Protocollo N.ro 1
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
Articolo 6 § 1
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale …”
31. Il Governo contestò quell’argomento.
A. Ammissibilità
1. L’eccezione preliminare del Governo
32. Il Governo presentò che i procedimenti di fronte al LAB, mentre seguendo i procedimenti costituzionali, era stato differito per la colpa dei richiedenti che non erano riusciti a sembrare quando quelli procedimenti avevano ricapitolato seguenti i procedimenti di compensazione costituzionali. In riguardo delle due aree di terra in relazione al quale nessuno procedimenti erano stati iniziati presumibilmente, il Governo notò, che in riguardo di Area 2, un orario di deposito era stato registrato con la corte, e riguardo ad Area 3, il risarcimento offerto era stato accettato, benché pagamento non era stato reso (in prospettiva della prova sufficiente e pendente di titolo che ancora era insoluto). Inoltre, le sentenze della Corte Costituzionale di 10 luglio 2009 avevano sostenuto le violazioni che erano state trovate dei richiedenti i diritti di ‘ sotto Articolo 6 ed Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione, ed aveva assegnato un importo totale di somma i richiedenti EUR 47,000. In conseguenza, i richiedenti ancora non potevano chiedere di essere vittime delle violazioni dette.
33. I richiedenti considerarono che loro ancora erano vittime di una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, ed Articolo 6 § 1 della Convenzione (mancanza di accesso per corteggiare e di un’udienza corretta all’interno di un termine ragionevole), poiché il risarcimento assegnò con la Corte Costituzionale era stato troppo basso e perché nessuno procedimento era stato iniziato in riguardo di due delle aree di terra. In riguardo dell’azione di reclamo seconda, loro non avevano inoltre, nessuno mezzi di eseguire la sentenza di 4 febbraio 2000 che ordina il CoL iniziare procedimenti. Come a qualsiasi disposizione precedente in riguardo di Area 3, questo non era stato dibattuto mai di fronte alle corti nazionali. Come loro contesero Disegnare 2, che non era possibile impugnare l’importo assegnato, come la procedura nuova solamente si riferita alle recenti espropriazioni. Inoltre, le assegnazioni rese con la Corte Costituzionale non erano state pagate per datare e non c’erano nessuno mezzi di eseguire simile rivendicazioni. Infine, i richiedenti rimasero, datare, non compensati per la presa di tutte le aree di terra.
34. La Corte reitera che un richiedente è privato di suo o il suo status come una vittima se le autorità nazionali hanno ammesso, o espressamente o in sostanza, e poi riconobbe compensazione appropriata e sufficiente per, una violazione della Convenzione (vedere, per esempio, Scordino c. l’Italia (n. 1) [GC], n. 36813/97, §§ 178-193, il 2006-V di ECHR, ed il de di Gera Petri Testaferrata Bonici Ghaxaq c. il Malta, n. 26771/07, § 50 5 aprile 2011).
35. Come riguardi la prima condizione, vale a dire il riconoscimento di una violazione della Convenzione che la Corte considera che le sentenze della Corte Costituzionale nelle due sentenze separate – vale a dire che l’elaborazione di espropriazione che durava da decadi, aveva provocato i richiedenti per soffrire di una violazione dei loro diritti di proprietà ed il loro diritto di accesso corteggiare ed avere procedimenti ascoltò all’interno di un termine ragionevole – corrispose ad un riconoscimento che c’era stata una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 ed Articolo 6 della Convenzione. Comunque, nota che nella prospettiva della Corte Costituzionale questa violazione fu limitata al periodo dopo 1987. La Corte osserva che, nell’assenza di una limitazione espressa, la dichiarazione maltese di 30 aprile 1987 è retrospettiva e la Corte è perciò competente esaminare fatti che accaddero fra 1967, l’anno di ratifica e 1987, l’anno nel quale la dichiarazione dello Stato sotto Articolo 25 precedente divenne effettiva (vedere Bezzina Wettinger ed Altri c. il Malta, n. 15091/06, § 54 8 aprile 2008). Come le dichiarazioni del Governo in riguardo dei richiedenti la proprietà di ‘ fu resa nel 1969, la Corte considera che non c’è stato un riconoscimento che i richiedenti stavano soffrendo di una violazione dei loro diritti, in tutto il periodo di diciotto-anno da 1969 a 1987.
36. Con riguardo ad alla seconda condizione, vale a dire compensazione appropriata e sufficiente, la Corte deve accertare se le misure prese con le autorità, nelle particolari circostanze della causa presente riconosciuto i richiedenti compensazione appropriata in tale modo come per spogliarli del loro status di vittima. La Corte nota che la Corte Costituzionale nelle sue due sentenze separate assegnò congiuntamente rispettivamente EUR 20,000 ed EUR 27,000 i richiedenti.
37. La Corte osserva che dopo quaranta anni la Corte Costituzionale, avendo stabilito che c’era stata una violazione dei richiedenti i diritti di ‘ decadi seguenti di inazione, non riuscite a determinare l’importo di quota di risarcimento patrimoniale. Effettivamente, quaranta anni dopo la presa, i procedimenti in riguardo di Aree 41 e 53 ancora sono pendenti, ed i procedimenti in riguardo di Aree 2 e 3 non sono stati iniziati mai, nonostante l’ordine della corte di 4 febbraio 2000 a questo effetto. Il fatto che un orario di deposito era stato depositato col Governo in riguardo di Area 2 non detragga da questa conclusione. In riguardo di Area 3, la Corte lo trova sorprendendo che l’argomento del Governo (vedere paragrafo 32 sopra) non è stato portato mai di fronte alle corti ordinarie, particolarmente poiché i secondi ordinarono che il CoL avviasse procedimenti uguagli in riguardo di che area, e determinato che la Corte Costituzionale trovò anche una violazione dei richiedenti il diritto di ‘ in relazione a questa area. Nella luce del precedente, la Corte non può, ma segue le corti nazionali che hanno intentato anche causa positiva in riguardo di Area 3 (vedere divide in paragrafi 21 e 22 sopra). La Corte nota che non solo era l’offerta accettata con alcuni e non tutti i richiedenti al tempo, ma in quaranta anni che il trasferimento di proprietà non è stato concluso ancora segue inoltre, che qualsiasi non si può considerare che simile disposizione sia esecutiva oggi.
38. Come è vero per compensare in termini valutari, che le giurisdizioni costituzionali fabbricarono danno non-patrimoniale una copertura di assegnazione. Comunque, presumendo anche che era in se stesso sufficiente (vale a dire, comparabile alle assegnazioni di Strasbourg) per il periodo in riguardo del quale violazioni furono trovate, questo importo andò a vuoto a prendere in considerazione il periodo che precede 1987. Inoltre, siccome ammesso con le parti, nessuna di queste somme è stato pagato ancora col Governo.
39. Effettivamente, nella presente causa le violazioni hanno persistito per più di quaranta anni dopo che la Convenzione entrò in vigore in riguardo di Malta ed i richiedenti debba non datare ricevuto qualsiasi il risarcimento per l’and/or dell’incassi le violazioni susseguenti. Così, la Corte considera che le sentenze di Corte Costituzionali non proposero il sollievo sufficiente ai richiedenti che continuano a soffrire delle conseguenze della violazione dei loro diritti (vedere, mutatis mutandis, Dolneanu c. la Moldavia, n. 17211/03, § 44 13 novembre 2007).
40. Per le ragioni summenzionate, l’eccezione del Governo è respinta.
2. Conclusione
41. La Corte nota che la richiesta non è mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 § 3 (un) della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile su qualsiasi gli altri motivi. Deve essere dichiarato perciò ammissibile.
B. Meriti
1. Le osservazioni dei richiedenti
42. I richiedenti presentarono che l’espropriazione delle loro aree di terra non era stata nell’interesse pubblico. Come riguardi la terra che era usata e registrato nella zona di Freeport, nessun interesse pubblico persistè una volta, era stato de facto privatizzato. Come alla più grande porzione di terra marchiata per uso futuro, la mancanza di interesse pubblico era evidente dal fatto che per quaranta anni era rimasto non usato per i fini di Freeport, ed una parte della terra continuò ad oste una casa colonica (in relazione alla quale i richiedenti ricevettero affitto dagli inquilini per datare). Loro dibatterono che, nessun si era avvalso della terra che rimase nella proprietà dei richiedenti la il Governo l’avrebbe dovuto restituire ai suoi proprietari (nella conformità con giurisprudenza nazionale) e lo re-espropriò quando ebbe bisogno, invece di tenere la terra sotto il pretesto che era marchiato per espansione futura, il risuoli scopo dell’essere Statale per pagare il molto prezzi più bassi che erano applicabili negli anni sessanta.
43. Come alla loro proprietà, i richiedenti notarono, che durante i procedimenti nazionali che loro avevano provò che tutte le informazioni attinenti erano state presentate, e siccome era stato affermato con le corti nazionali, se il CoL non fosse stato soddisfatto lui ancora sarebbe potuto iniziare procedimenti con vuole dire di un amministratore.
44. I richiedenti attribuirono perciò completamente il ritardo nei procedimenti di espropriazione al CoL. La sua omissione di atto per più di venti anni, secondo i richiedenti costituirono una mancanza di accesso per corteggiare ed una violazione del loro diritto ad un’udienza corretta all’interno di un termine ragionevole. Era solamente dopo che lui fu costretto per fare così con ordine della corte che procedimenti infine avevano cominciato. Comunque, datare loro non avevano terminato. Inoltre, nessuno procedimento era stato iniziato in riguardo di due delle aree di terra. In questo riguardo a, loro dibatterono inoltre che loro non avevano nessuno mezzi di eseguire la sentenza di 4 febbraio 2000 che ordina il CoL iniziare procedimenti. Loro contesero inoltre che loro non potevano essere contenuti per biasimare per avviare procedimenti per costringere il CoL ad intentare solamente causa negli anni novanta, poiché su a quello data la giurisprudenza prevalente aveva trovato che le corti civili non avevano qualsiasi giurisdizione per fare una rassegna atti eseguiti col jure imperii Statale. I primi riconoscimenti delle sentenze per i quali le vittime dell’espropriazione avrebbero potuto applicare tale ordine erano stati consegnati solamente effettivamente, negli anni novanta. Questo era irrispettoso di Articolo 1078 del Codice civile che i richiedenti ammessi potrebbe lasciare spazio a tale azione l’aveva non stato per l’impedimento summenzionato. Inoltre, loro contesero che i procedimenti di fronte al LAB erano stati sospesi di nuovo, in prospettiva dei procedimenti correnti di fronte alla Corte, ed era ancora datare pendente. Inoltre, loro addussero che il CoL era iniziato intenzionalmente questi procedimenti nei nomi del defunto, nonostante che notificazione dei loro eredi era stata resa ufficialmente a lui, così rendendo i procedimenti annulla.
45. I richiedenti presentarono inoltre che il LAB non poteva sotto legge maltese prevedere per il risarcimento adeguato. Proprietà in Malta negli anni sessanta era stata svalutata grezzamente, mentre ricevendo così il valore di mercato applicabile nel 1969 con 5% interesse, come previsto per con legge, non poteva comparare con che che i richiedenti avrebbero potuto comprare al tempo li aveva stato compensato adeguatamente. Così, in prospettiva del ritardo in pagamento e l’importo di qualsiasi pagamento eventuale, loro dissero di avere sofferto di un carico eccessivo, mentre costituendo una violazione dei loro diritti sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione.
2. Le osservazioni del Governo
46. Il Governo presentò che l’espropriazione della terra era stata nell’interesse pubblico, come sé era stato proporsi per uso in collegamento col Freeport Terminale Progetto e l’ulteriore espansione del Terminale. Questo probabilmente era il più grande progetto pubblico per essere stato implementato in Malta negli ultimi quaranta anni, ed ebbe un ruolo notevole nei maltesi contesto economico e sociale. Approvvigionò per le necessità ed interessa dell’industria di import/export per installazioni di porto adeguati che al tempo non esisterono. Il Governo notò l’essere di uso reso della proprietà (vedere paragrafo 14 sopra) e contese che il fatto mero che Freeport era stato privatizzato sulla base di un accordo di contratto d’affitto non poteva detrarre dagli scopi di pubblica utilità mirò a realizzare ed il sociale e l’importanza economica del progetto.
47. Il Governo presentò che i richiedenti erano stati biasimare per il ritardo nella conclusione dei procedimenti di espropriazione, sia perché loro non erano riusciti a produrre prova di proprietà e con avviando procedimenti costituzionali, come una conseguenza della quale i procedimenti di LAB erano stati portati ad una sosta. Era solamente inoltre, nel 1996 che i richiedenti avevano portato costringere il CoL ad iniziare procedimenti di risarcimento, nonostante l’esistenza di vecchia data di Articolo 1078 del Codice civile procedimenti prima e la certa giurisprudenza che usa malamente il principio di imperii de jure. Il Governo contese che i richiedenti che operandi di modus di ‘ avevano mostrato che loro vollero recuperare la loro terra per mietere benefici valutari e più alti, mentre prendendo vantaggio dell’investimento pubblico reso col Governo che aveva trasformato la terra da agricolo sbarcare attirando interesse commerciale. In riguardo della scelta del CoL che avvia procedimenti con vuole dire di un amministratore, il Governo considerò che questo non era un corso appropriato di azione, poiché potrebbe privare l’infine proprietari stabiliti dal contestare l’importo del risarcimento assegnato. Come per i procedimenti pendenti, il Governo affermò, che loro erano contenuti su coi richiedenti che non erano sembrati all’udienza; loro respinsero anche la contesa che i procedimenti erano stati sospesi sine die,, o che loro erano stati avviati erroneamente contro persone incorrette, ed era perciò a rischio della nullità. Il Governo presentò che il LAB avrebbe determinato infine la controversia come valore di riguardi, in una fiera, obiettivo e maniera proporzionata.
48. In relazione il Governo presentò rendere impermeabile di proprietà, che in dichiarazioni di pratica fu pubblicato nel Governo Pubblica permettere proprietari di venire in avanti, siccome il Governo non potesse essere in una posizione per sapere i proprietari. Era poi per i proprietari per offrire prova di proprietà in ordine per il Governo emettere un avviso per trattare.
49. Come al risarcimento, il Governo presentò, che i richiedenti possono in futuro sia pagato il pieno valore della terra al tempo della presa (come essere stabilito col LAB, secondo il loro margine ampio della discrezione), più 5% interessano all’anno da che data alla data sulla quale sarebbe pagato o sarebbe depositato. Mentre a questo punto l’importo di questo risarcimento era speculativo, il Governo produsse prova che mostra che il LAB spesso aumentava il prezzo originalmente offerto col CoL. Comunque, il Governo non sia capace di provvedere esempi di assegnazioni in riguardo di terra che era stata espropriata in collegamento col Freeport. Inoltre, obiettivi legittimi mandati a chiamare il rimborso di meno che il pieno valore di mercato. Il Governo presentò che l’EUR 47,000 assegnò con le sentenze di corte costituzionali aveva compensato i richiedenti per il deprezzamento di valuta e qualsiasi la frustrazione sopportò nel frattempo. Tale importo sarebbe pagato ai richiedenti appena il conto attinente fu presentato e rivendicazione rese alle autorità che non avevano nessuna intenzione di fissare in pratica l’eccezione previste nella legge in riguardo di non-esecuzione di titoli contro il Governo. Così, l’assegnazione di LAB futura, insieme con quel assegnò con le giurisdizioni costituzionali fece l’interferenza proporzionare e perciò i richiedenti non avevano sofferto di un carico eccessivo.
50. Infine, il Governo reiterò che in riguardo di Area 2, un orario di deposito era stato registrato con la corte ed i richiedenti ancora avevano la possibilità di contestare che corrisponde di fronte al LAB. Oggi, tale richiesta potrebbe essere depositata coi richiedenti e non richiese solamente azione da parte del CoL. Riguardo ad Area 3, il risarcimento offerto era stato accettato, (con ventinovi fuori di trenta proprietari, ed il proprietario solo che non aveva accettato non aveva reso qualsiasi il counterproposal, accettando tacitamente così l’offerta); pagamento non era stato reso in prospettiva della prova sufficiente e pendente di titolo che ancora era insoluto.
3. La valutazione della Corte
(a) Principi Generali
51. La Corte reitera che Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 garanzie, in sostanza il diritto a proprietà e comprende tre articoli distinti (vedere, per esempio, Sporrong e Lönnroth c. la Svezia, 23 settembre 1982, § 61 la Serie Un n. 52). Il primo che è espresso nella prima frase del primo paragrafo e è di una natura generale, posa in giù il principio di godimento tranquillo di proprietà. Il secondo articolo, nella seconda frase dello stesso paragrafo copre privazione di proprietà e materie sé alle certe condizioni. Il terzo, contenuto nel secondo paragrafo riconosce che gli Stati Contraenti sono concessi, fra le altre cose, controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o garantire il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali. Comunque, gli articoli non sono “distinto” nel senso di essere distaccato: il secondo e terzi articoli concernono con le particolari istanze di interferenza col diritto a godimento tranquillo di proprietà. Loro devono essere costruiti nella luce del principio generale posata in giù nel primo articolo (vedere, per esempio, Aria il Canada c. il Regno Unito, 5 maggio 1995 §§ 29 e 30, Serie Un n. 316-un).
52. Una presa di proprietà si può giustificare solamente se è mostrato, inter alia, essere “nell’interesse pubblico” e “soggetto alle condizioni previste per con legge.” La Corte reitera che a causa della loro conoscenza diretta della loro società e le sue necessità, le autorità nazionali sono meglio in principio messo che il giudice internazionale per apprezzare che che è “nell’interesse pubblico.” Inoltre, la nozione di “interesse pubblico” necessariamente è esteso. In particolare, la decisione di decretare leggi che espropriano proprietà comporterà comunemente considerazione di problemi politici, economici e sociali. La Corte, trovandolo naturale che il margine della valutazione disponibile alla legislatura nell’implementare politiche sociali ed economiche dovrebbe essere un ampio, rispetterà la sentenza della legislatura come a che che è “nell’interesse pubblico” a meno che che sentenza è manifestamente senza fondamento ragionevole (vedere Jahn ed Altri c. la Germania [GC], N. 46720/99, 72203/01 e 72552/01, § 91 ECHR 2005-VI; Immobiliare Saffi c. l’Italia, [GC], n. 22774/93, § 49 il 1999-V di ECHR; e, mutatis mutandis, Fleri Soler e Camilleri c. il Malta, n. 35349/05, § 65 26 settembre 2006). Nell’esercizio del suo potere di revisione la Corte deve determinare ciononostante, se l’equilibrio richiesto fu sostenuto in una maniera conforme col diritto dell’individuo di proprietà (vedere Abdilla c. il Malta (dec.), nessuno 38244/03, 3 novembre 2005).
53. Così qualsiasi interferenza con proprietà deve soddisfare anche il requisito della proporzionalità. Siccome ha affermato ripetutamente la Corte, un equilibrio equo deve essere previsto fra le richieste dell’interesse generale della comunità ed i requisiti della protezione dei diritti essenziali dell’individuo, la ricerca per tale essere di equilibrio equo inerente nell’intero della Convenzione. L’equilibrio richiesto non sarà previsto dove la persona riguardò sopporta un carico individuale ed eccessivo (vedere Sporrong e Lönnroth, citata sopra, §§ 69-74; e Brumărescu c. la Romania [GC], n. 28342/95, § 78 ECHR 1999-VII).
54. Il risarcimento chiama sotto la legislazione attinente è materiale alla valutazione di se la misura contestata rispetta l’equilibrio equo e richiesto e, notevolmente, se impone un carico sproporzionato sugli individui (vedere Jahn ed Altri, citata sopra, § 94). In questo collegamento, la presa di proprietà senza pagamento di un importo ragionevolmente riferito al suo valore normalmente costituirà un’interferenza sproporzionata, ed una mancanza totale del risarcimento può essere considerata solamente giustificabile sotto Articolo 1 di Protocollo No.1 in circostanze eccezionali (vedere I Conventi Santi c. la Grecia, 9 dicembre 1994, § 71 la Serie Un n. 301-un). Comunque, mentre è vero che in molte cause dell’espropriazione legale che solamente pieno risarcimento può essere considerato ragionevolmente riferite al valore della proprietà, Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 non garantisce un diritto al pieno risarcimento in tutte le circostanze. Obiettivi legittimi nel “interesse pubblico”, come quelli perseguiti in misure di riforma economica o misure realizzare la più grande giustizia sociale disegnò, può richiedere meno che rimborso del pieno valore di mercato (vedere Urbárska Obec Trenčianske Biskupice c. la Slovacchia, n. 74258/01, § 115 ECHR 2007-XIII).
55. Comunque, la Corte reitera che l’adeguatezza del risarcimento sarebbe diminuita se fosse pagato senza riferimento alle varie circostanze responsabile ridurre il suo valore, come ritardo irragionevole. Anormalmente lungo ritardi nel pagamento del risarcimento per piombo di espropriazione a perdita finanziaria ed aumentata per la persona la cui terra è stata espropriata, mentre mettendolo in una posizione dell’incertezza (vedere Akkuş c. la Turchia, 9 luglio 1997, § 29 Relazioni di Sentenze e Decisioni 1997-IV). Lo stesso fa domanda anormalmente lungo a ritardi in procedimenti amministrativi o giudiziali nei quali è determinato simile risarcimento, specialmente quando persone la cui terra è stata espropriata sono obbligate per ricorrere a simile procedimenti per ottenere il risarcimento al quale sono concessi loro (vedere Conosciuto anche come c. la Turchia, 23 settembre 1998, § 49 Relazioni 1998 – VI).
(a) Applicazione alla causa presente
i. Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione
56. Mentre il Governo non ha chiesto esplicitamente che i richiedenti non avevano una proprietà all’interno del significato di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, in finora siccome loro non erano “i proprietari” della proprietà detta, la Corte lo considera opportuno notare il seguente.
I richiedenti avviarono procedimenti sia di fronte alle corti ordinarie per l’adempimento di un’obbligazione del CoL e di fronte alle giurisdizioni costituzionali. Le corti seconde non videro qualsiasi ostacolo ai richiedenti ‘ che porta le loro rivendicazioni che furono sostenute inoltre. Effettivamente, la Corte Costituzionale nel due sentenze separate assegnarono i richiedenti (presumibilmente come proprietari della terra detta) il risarcimento per danno non-patrimoniale per le violazioni loro avevano subito. Inoltre, il Governo insisteva che i richiedenti non erano riusciti a provare la loro proprietà ed avevano conteso che persone dovevano provare la loro proprietà di fronte ad un avviso per trattare potrebbe essere emesso (vedere paragrafo 48 sopra). La Corte nota che questa era la procedura a norma di legge in vigore al tempo, come anche reiterò con la Corte Costituzionale (paragrafo 35 di sentenza 17/2002/1). Effettivamente, la Corte nota che, nella presente causa, non solo era i richiedenti notificati delle dichiarazioni attinenti (vedere paragrafo 7 sopra), loro furono emessi anche con l’avviso attinente per trattare. Inoltre, i richiedenti sostennero che tutta la prova richiesta era stata presentata, e non è stato contestato in qualsiasi il modo che tutti i richiedenti erano i proprietari detti, ma solamente che loro non riuscirono ad offrire le ulteriori informazioni in questo riguardo. Inoltre, la Corte considera che, siccome sostenuto con la Corte Civile (vedere paragrafo 11 sopra), nel contesto di un meccanismo di espropriazione, può essere comprensibilmente la responsabilità del Governo per identificare i proprietari attinenti. Effettivamente, al giorno d’oggi la causa le autorità Statali avevano identificato i richiedenti. Infine, il Governo non ha contestato che i richiedenti stavano ricevendo affitto in relazione ad una delle proprietà.
57. Nella prospettiva della Corte, queste circostanze indicano, che i richiedenti stanno comportandosi come i proprietari dei locali senza disturbo per più di quaranta anni e sono stati ammessi almeno tacitamente come simile con sia le autorità e le corti nazionali. Inoltre, non si ha contestato che alcuni dei richiedenti erano gli eredi giusti dei loro predecessori, come anche attestò con documentazione presentata alla Corte. Questo è sufficiente per concludere che i richiedenti sono i proprietari della terra in oggetto.
58. La Corte nota inoltre che non è stato contestato che nella causa presente è stata una privazione di proprietà all’interno del significato del primo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, e che la presa fu eseguita in conformità con procedure previste con legge. Comunque, nota che dalle parti osservazioni di ‘ che traspira che il Governo non ha preso proprietà effettiva di parti della terra in questione. Infatti, i richiedenti ancora ricevono affitto dagli inquilini che si avvalgono di parte della proprietà. Comunque, tenendo presente che sotto la disposizione attinente qualsiasi interferenza deve essere proporzionata, se è uno costituendo una privazione di proprietà o uno di controllo dell’uso di proprietà, la Corte valuterà la causa, siccome faceva le corti nazionali, sulla base che la presa con modo dell’espropriazione nella causa presente corrisposta ad una privazione di proprietà.
59. La Corte analizzerà perciò il requisito di pubblico-interesse. Reitera che nella causa di Beneficio Cappella Paolini c. il San Marino (n. 40786/98, § 33 ECHR 2004-VIII) che proprietà interessata che era stata espropriata legalmente ma non usato, fondò che l’uso parziale di terra espropriata sollevò un problema come rispettare per diritti di proprietà, avendo riguardo ad in particolare al cambio in uso seguente l’approvazione di un piano di terra-uso nuovo. Una situazione simile ottenne nelle cause di Keçecioğlu ed Altri c. la Turchia (n. 37546/02, §§ 28-29 8 aprile 2008) e Motais de Narbonne c. la Francia (n. 48161/99, § 19 2 luglio 2002). Nella causa seconda la Corte trovò una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 su conto di un ritardo significativo fra una decisione per espropriare proprietà e l’impresa effettiva di un progetto nell’interesse pubblico che aveva formato la base dell’espropriazione. Mentre il mettere in riserva di proprietà espropriata, anche per un periodo lungo di tempo non comporta necessariamente una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, c’è chiaramente un problema sotto che approvvigiona dove non si è basata su tale azione pubblico-interessi i motivi e dove, durante che periodo, la proprietà in oggetto genera un aumento significativo in valore del quale sono privati i proprietari precedenti (l’ibid., § 21).
60. La Corte accetta che, al giorno d’oggi causa, l’intenzione originale dietro all’espropriazione della terra vale a dire il Freeport Terminale Progetto, era nell’interesse pubblico. La Corte respinge i richiedenti la contesa di ‘ che seguendo il “la privatizzazione” del Freeport, nessun interesse pubblico persistè in riguardo della terra che davvero era stata usando. Reitera che mentre la privazione di proprietà effettuò per nessuna ragione altro che conferire un beneficio privato su una parte privata non può essere “nell’interesse pubblico”, il trasferimento obbligatorio di proprietà da uno individuale ad un altro, mentre dipendendo dalle circostanze, costituisca un legittimo vuole dire di promuovere l’interesse pubblico (vedere James ed Altri c. il Regno Unito, 21 febbraio 1986, § 40 la Serie Un n. 98). Inoltre, la presa di proprietà effettuata nell’adempimento di politiche sociali, economiche o altre e legittime può essere in “nell’interesse pubblico”, anche se la comunità a grande ha nessun uso diretto o godimento della proprietà preso (l’ibid., § 45). La Corte considera perciò che Area 2 e la maggior parte di Area 53 è usata in collegamento col Progetto di Freeport e che, anche se loro erano infine “privatizzò”, la loro presa soddisfece il requisito di pubblico-interesse.
61. Comunque, la Corte nota che nessun si è stato avvalso di Area 3, Disegni 41 e 600 sq.m che formano parte di Area 53. Questa area, corrispondendo ad approssimativamente 8,000 sq.m un’area non trascurabile in taglia, è completamente fuori della zona di Freeport, e rimane non usato da quaranta anni (vedere paragrafo 14 sopra). Il Governo considerò che era appropriato per un progetto di questa scala per marchiare terra per sviluppo futuro. La Corte si convince che un progetto di questa scala può richiedere l’ulteriore espansione; comunque, è della prospettiva che il Governo, quando espropriando la terra attinente, avrebbe dovuto avere almeno dei piani concreti per suo imminente, se non per suo imminente, sviluppo. Qualsiasi l’ulteriore espansione dopo l’inizio del progetto o, come nella causa presente, uno che sarebbe stato quattro decadi necessarie dopo l’iniziazione del progetto, può richiedere ulteriore espropriazione di terra a più tardi stadi. In conseguenza, non può essere detto, che il ritardo nell’avvalersi di Aree 3, 41, e parte di Area 53 si era basato su qualsiasi pubblico-interessa preoccupazione (vedere Motais de Narbonne, citata sopra, § 22, in multa). Inoltre, il Governo al quale loro hanno dato credito che il valore della terra in questione aveva aumentato sostanzialmente sugli anni che hanno seguito la presa della terra, benché loro dissero che tale aumento nel valore era completamente a causa del progetto che si erano impegnate le autorità. La Corte considera che, irrispettoso delle ragioni fondamentali, è indisputabile che la terra ha visto un aumento in valore del quale sono stati privati i richiedenti (vedere Motais de Narbonne, citata sopra, § 22).
62. Così, la Corte considera che l’errore di più di quaranta anni dalla data della presa di Aree 3, 41 e 53 (in relazione alla parte che consiste di 600 sq.m) senza qualsiasi uso concreto stato stato reso di loro, nella conformità coi requisiti della presa iniziale, aumenti un problema sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, in riguardo del requisito di pubblico-interesse.
63. Questo essendo stato detto, la Corte guarderà anche alla proporzionalità della misura.
64. La Corte nota che i richiedenti non hanno ricevuto qualsiasi il risarcimento per l’espropriazione della loro proprietà per datare, quaranta-due anni dopo la presa.
65. In finora come il Governo dibattuto che il ritardo nel pagare il risarcimento era dovuto ai proprietari, la Corte nota che, secondo la Terra Acquisizione (gli Scopi di pubblica utilità) l’Ordinanza, era su alle autorità per iniziare i procedimenti di risarcimento attinenti (vedere paragrafo 26 sopra) (vedere anche Bezzina Wettinger ed Altri c. il Malta, citata sopra, § 92). Purchessia è probabile che l’efficacia di un’azione sotto il Codice civile sia, la Corte considera che, in simile cause, proprietari non potevano essere aspettatisi di incorrere nella spesa e carico di avviare procedimenti per assicurare le autorità l’adempimento di ‘ del loro obbligo legale (vedere, mutatis mutandis, Apostol c. la Georgia, n. 40765/02, §§ 64-65 ECHR 2006-XI, in relazione a procedimenti di esecuzione).
66. A riguardo dell’argomento che i richiedenti non erano riusciti a provare proprietà, la Corte nota, che, siccome ammesso con le corti nazionali (vedere paragrafo 17 sopra), l’ordinamento giuridico maltese anche previsto per la possibilità di iniziare procedimenti con vuole dire di un amministratore. La Corte si riferisce anche inoltre, al suo ragionamento sopra in paragrafo 56 in multa in questo collegamento.
67. Segue che il periodo di trentun anni che prese le autorità per avviare procedimenti in riguardo di Aree 41 e 53 è completamente imputabile a loro.
68. Inoltre, il fatto mero che il Governo sarebbe potuto essere costretto con vuole dire di una decisione di corte di iniziare procedimenti, non garantirebbe che quelli procedimenti sarebbero intrapresi da allora in poi con diligenza dovuta. La Corte prima ha trovato effettivamente, una violazione del requisito di termine ragionevole in relazione a procedimenti di LAB nel contesto maltese (vedere Bezzina Wettinger ed Altri, citata sopra, § 93, ed il de di Gera Petri Testaferrata Bonici Ghaxaq c. il Malta, citata sopra, § 43). La Corte osserva, in questo contesto che benché il CoL era stato ordinato per avviare procedimenti ed i procedimenti fu avviato in riguardo di due delle aree di terra, la causa ancora è pendente oggi, undici anni dopo l’istituzione di quelli procedimenti di fronte al LAB. Il Governo attribuì questo ritardo secondo al fatto che procedimenti costituzionali furono presi infine su coi proprietari, ed in conseguenza i procedimenti prima che il LAB fosse sospeso, ed al fatto che seguendo la fine dei procedimenti costituzionali, i richiedenti non riuscirono a sembrare alle udienze attinenti. La Corte reitera che le autorità giudiziali rimangono responsabili per la condotta dei procedimenti di fronte a loro e dovrebbero pesare i vantaggi di aggiornamenti continuati durante la conseguenza di altre cause contro il requisito della prontezza (vedere, mutatis mutandis, il de di Gera Petri Testaferrata Bonici Ghaxaq, citata sopra, § 43). Più importante , la Corte considera che i proprietari non possono essere sostenuti per biasimare (siccome presentato col Governo) per essersi avvalso infine del loro diritto per avviare procedimenti costituzionali per salvaguardare i loro diritti di proprietà, in prospettiva delle autorità and/or di inazione di ‘ sui meriti della presa stessa. Così, mentre considera che i richiedenti sono responsabili per il ritardo seguente le sentenze di Corte Costituzionali, questo non basta contrattaccare le autorità ‘ manca di diligenza nell’intraprendere questi procedimenti.
69. Inoltre, la Corte nota, ancora una volta, che nessuno procedimenti sono stati iniziati in riguardo di Aree 2 e 3, nonostante l’ordine della corte di 4 febbraio 2000 ed in questo collegamento fa riferimento alle sue conclusioni in paragrafo 37 sopra.
70. La Corte nota inoltre che, siccome concesso col Governo, i richiedenti riceveranno, nel risarcimento per la presa della proprietà, il valore della terra nel 1969, come stabilito col LAB entro loro “margine ampio della discrezione”, insieme con 5% interesse. La Corte già ha sostenuto che assegnando valori riflettenti il risarcimento decadi applicabili prima e pagamento di deferring per decadi, senza prendere in considerazione questo ritardo è inadeguato e costituisce una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione (vedere Schembri ed Altri c. il Malta, n. 42583/06, § 45 10 novembre 2009). Salvi per l’interesse, il LAB è costretto con legge a tenere a 1969 valori, e non è stato mostrato che qualsiasi conto può essere preso di simile ritardi. Mentre è vero che le giurisdizioni costituzionali assegnarono un importo in danni ai richiedenti, la Corte respinge l’argomento del Governo che simile assegnazioni sostituirono deprezzamento di valuta e danno non-patrimoniale, le violazioni subì al livello nazionale, l’enunciazione della sentenza che chiaramente assegna a “danno morale.”
71. In conclusione, avendo riguardo ad al fatto che parte della terra rimase non usata per quaranta anni, che il LAB non può assegnare il risarcimento appropriato e che i richiedenti non hanno ricevuto qualsiasi simile risarcimento per la presa della loro proprietà intera, quaranta-due anni più tardi la Corte considera che l’equilibrio richiesto non è stato previsto.
72. C’è stata di conseguenza una violazione dell’ Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione.
ii. Articolo 6 § 1 della Convenzione
73. Tenendo presente l’inazione del CoL per più di quaranta anni, in riguardo dell’espropriazione di Aree 2 e 3, e la sua inazione di trentun anni in riguardo dell’espropriazione di Aree 41 e 53 durante che il tempo i richiedenti non avevano accesso diretto al LAB, insieme col fatto che undici anni dopo l’introduzione dei procedimenti secondi loro ancora sono pendenti, e basati sul ragionamento annunciato sopra di in paragrafo 68, in collegamento con quel spiegò in più dettaglio nelle sentenze di corte costituzionali e nazionali di 10 luglio 2009, i costatazione di Corte che c’è stata anche una violazione di Articolo 6 § 1 sotto il capo di accesso ad una corte ed una violazione del principio di tempo ragionevole – garantito dalla stessa disposizione, per il periodo dal 1969 ad oggi.
II. APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
74. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno., costi e spese
75. I richiedenti chiesero la restituzione della proprietà che rimase non usato. In riguardo della proprietà che era usata col Governo ed era stata affittata a terze parti, loro proposero di prendere i contratti d’affitto detti su una base di rata di pro. Alternativamente, loro potrebbero accettare l’altra terra di valore simile. Se simile restituzione non fosse possibile i richiedenti chiesero EUR 7,531,650 in riguardo di danno patrimoniale, mentre riflettendo il valore di mercato della terra oggi (EUR 3,572,000 per Area 2, EUR 281,250 per Area 3, EUR 741,400 per Area 41 ed EUR 2,937,000 per Area 53). Loro dissero inoltre EUR 225,000 (la somma originalmente assegnata con la primo-istanza giurisdizioni costituzionali) per danno non-patrimoniale.
76. Il Governo presentò che la restituzione di qualsiasi delle aree era improbabile. Gli stessi contennero per i richiedenti ‘ che prende finito del contratto d’affitto. Come al risarcimento valutario, il Governo notò, che l’espropriazione non era stata illegale, e che secondo la giurisprudenzadella Corte i richiedenti non potessero chiedere perciò, il valore di mercato corrente della terra con miglioramenti. Così, mentre rivendicazioni patrimoniali in riguardo di Area 41 e Disegna 53 erano prematuri, poiché la questione ancora era pendente di fronte al LAB, il Governo contese che il risarcimento per Area 2 dovrebbe essere che espose fuori nell’orario di deposito registrato con le corti nazionali e che di Area 3, l’importo che loro addussero era stato accettato coi richiedenti nel 1969. Infine, le somme accordate con le corti costituzionali, vale a dire EUR 47,000 bastate come un’assegnazione per danno non-patrimoniale e nessuna ulteriore assegnazione con la Corte erano necessarie. Il Governo presentò che, mentre era poco chiaro se qualsiasi parcelle erano chieste, la somma di EUR 1,000 basterebbe coprire le spese legali di fronte alla Corte.
77. La Corte già ha respinto gli argomenti summenzionati del Governo in riguardo di ogni area quando trattò coi meriti dell’azione di reclamo. Reitera che ha trovato una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 ed Articolo 6 sotto capi multipli. La Corte considera che assegnando importi per danno a questo stadio non è rischio che i richiedenti riceveranno due volte le quote dette, siccome prenderebbero inevitabilmente le giurisdizioni nazionali nota di questa assegnazione quando decidendo la causa (vedere Serghides e Christoforou c. la Cipro (soddisfazione equa), n. 44730/98, § 29 12 giugno 2003). Inoltre, in prospettiva del fatto che i procedimenti nazionali relativo al pagamento del risarcimento durano da più di quaranta anni, la Corte considera che sarebbe irragionevole per aspettare la conseguenza di quelli procedimenti (vedere Serrilli c. l’Italia (soddisfazione equa), n. 77822/01, § 17, 17 luglio 2008, e Mason ed Altri c.’Italia (soddisfazione equa), n. 43663/98, § 31 24 luglio 2007). Comunque, in prospettiva delle osservazioni resa con le parti a questo stadio, in particolare la mancanza di qualsiasi i calcoli particolareggiati lungo le linee di Schembri ed Altri c. il Malta ((soddisfazione equa), n. 42583/06, 28 settembre 2010)) riguardo a danno patrimoniale, la questione della richiesta di Articolo 41 non è pronta per decisione. Che questione deve essere riservata di conseguenza nell’insieme e la procedura susseguente fissata, avendo dovuto riguardo ad un qualsiasi accordo a cui potrebbero giungere il Governo rispondente ed i richiedenti (Articolo 75 § 1 dell’Ordinamento di Corte).
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara la richiesta ammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione;
3. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione a causa del rifiuto di accesso ad un tribunale e della lunghezza di procedimenti;
4. Sostiene che la questione dell’applicazione dell’ Articolo 41 non è pronta per decisione e di conseguenza,
(a) riserve la detta questione nell’insieme;
(b) invita il Governo ed i richiedenti a presentare, entro tre mesi dalla data in cui questa sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione le loro osservazioni scritte sulla questione e, in particolare, a notificare alla Corte qualsiasi accordo al quale loro potrebbero giungere;
(c) riserva l’ulteriore procedura e delega al Presidente della Sezione il potere per fissarla all’occorrenza.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 22 novembre 2011, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell?ordinamento di Corte.
Fatoş Aracı Nicolas Bratza Cancelliere Aggiunto Presidente

Testo Tradotto

Conclusion Violation of Art. 6-1 ; Violation of P1-1 ; Just satisfaction – reserved
FOURTH SECTION
CASE OF FRENDO RANDON AND OTHERS v. MALTA
(Application no. 2226/10)
JUDGMENT
(Merits)
STRASBOURG
22 November 2011
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Frendo Randon and Others v. Malta,
The European Court of Human Rights (Fourth Section), sitting as a Chamber composed of:
Nicolas Bratza, President,
Päivi Hirvelä,
George Nicolaou,
Ledi Bianku,
Zdravka Kalaydjieva,
Nebojša Vučinić, judges,
David Scicluna, ad hoc judge,
and Fatoş Aracı, Deputy Section Registrar,
Having deliberated in private on 3 November 2011,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 2226/10) against the Republic of Malta lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by forty-six Maltese nationals, OMISSIS (“the applicants”), on 6 January 2010.
2. The applicants were represented by Dr OMISSIS, a lawyer practising in Valletta. The Maltese Government (“the Government”) were represented by their Agent, Dr Peter Grech, Attorney General.
3. The applicants alleged a violation of their rights under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention and Article 6 § 1 (lack of access to court and a fair hearing within a reasonable time).
4. On 13 September 2010 the President of the Fourth Section decided to give notice of the application to the Government. It was also decided to rule on the admissibility and merits of the application at the same time (Article 29 § 1).
5. Mr V. De Gaetano, the judge elected in respect of Malta, was unable to sit in the case (Rule 28 of the Rules of Court). The President of the Chamber accordingly appointed Mr David Scicluna to sit as an ad hoc judge (Rule 29 § 1(b)).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
6. The applicants were born in 1926, 1969, 1925, 1923, 1926, 1937, 1938, 1949, 1953, 1946, 1973, 1975, 1949, 1950, 1953, 1951, 1955, 1957, 1946, 1941, 1944, 1944, 1945, 1946, 1950, 1960, 1955, 1931, 1923, 1926, 1940, 1941, 1943, 1944, 1946, 1925, 1955, 1954, 1930, 1958, 1959, 1954, 1979, 1982, 1987, 1953, 1929 and 1959 respectively. The first thirty-eight applicants live in Malta, the next eight applicants live in the United States of America, the penultimate applicant lives in Canada and the last applicant lives in the United Kingdom.
A. Background of the case
7. The applicants or their predecessors in title (hereinafter “the applicants”) owned four plots of land of varying sizes. The applicants were notified that their land had been made subject to two declarations by the Governor General dated 13 February 1969 and 20 February 1969, stating that the land would be expropriated for a public purpose. The intended public purpose was the building of the Malta Freeport. The said plots were numbered Plot 2 (16,544 sq.m), Plot 3 (405 sq.m), Plot 41 (6,841 sq.m) and Plot 53 (12,538 sq.m).
8. Following notices to treat of 21 February 1969 and 24 February 1969 respectively, the applicants were offered 3,225 Maltese liras ((MTL) – approximately 7,512 euros (EUR)) for Plot 2, MTL 973,40 (approximately EUR 2,267) for Plot 3, MTL 575 (approximately EUR 1, 340) for Plot 41, and MTL 1,127 (approximately EUR 2,625) for Plot 53. In March 1969 the applicants refused the above-mentioned offers in respect of Plots 2, 41 and 53 and submitted their counteroffers. According to the Government, the applicants accepted the offer in respect of Plot 3; however, the applicants contested this. Subsequently, the Commissioner of Lands (CoL) was required to institute proceedings before the Land Arbitration Board (LAB) (see “Relevant domestic law below”). Although no such proceedings ensued, the CoL gave possession of the four plots of land to the Malta Freeport Corporation.
9. The applicants unsuccessfully requested the CoL to initiate proceedings a number of times; however, the latter did not do so, insisting that he wanted further information in relation to the applicants’ ownership title. The law at the relevant time did not provide for a procedure which would allow the applicants to initiate proceedings for compensation. The initiation of compensation proceedings was an action which could be undertaken only by the authorities, and to which no time-limit applied. However, in the 1990s it had been confirmed that the ordinary courts had the competence, upon a request made by persons in a similar position to the applicants, to set a time-limit for the performance of that obligation, by virtue of Article 1078 of the Civil Code.
10. Thus, on 27 August 1996 the applicants lodged ordinary civil proceedings, requesting the court to order the CoL to initiate the necessary proceedings within an established time frame.
11. On 4 February 2000 the Civil Court upheld the applicants’ request, and ordered the CoL to initiate proceedings before the LAB within three months of that date. It noted that the relevant notices to treat had been issued to all the owners concerned who at the time were still alive. Moreover, it was incumbent on the CoL to establish the identity of the owners of the land and to ensure that they were notified and that the relevant proceedings were pursued properly. No appeal having been lodged, the judgment became final.
12. On 18 April 2000 the CoL instituted compensation proceedings in respect of only two of the plots of land in question (Plots 41 and 53). These proceedings are still pending, as they were suspended sine die, pending the outcome of the constitutional proceedings mentioned below.
13. Compensation proceedings in relation to Plots 2 and 3 had not been initiated by the time the applicants instituted constitutional redress proceedings. However, pending the constitutional proceedings, on 6 February 2003, a schedule of deposit was filed in court, in relation to Plot 2, consisting of MTL 3,225 (approximately EUR 7,512) covering the price of the land and MTL 3,288 (approximately EUR 7,659) as damages for the delay in payment.
14. By that date, only a portion of the four plots of land had been used, the remaining portion remaining unused but earmarked for future expansion. More precisely, most of Plot 2 is currently being developed as a stacking area for containers for the purposes of the Freeport, the remaining 500 sq. m forming part of an area of land conceded on lease by the Freeport Corporation to Medserv Ltd. Plot 3 (consisting of a farmhouse and adjacent rural structures) and Plot 41 are outside the Freeport zone, and are currently in their original state but may be earmarked for future expansion. Plot 53 is almost entirely within the Freeport zone and has been used for that purpose, including the building of roads, except for a piece of land measuring 600 sq.m, which is outside the Freeport zone and is currently in its original state but may be earmarked for future expansion.
15. In consequence, the applicants, who remain uncompensated to date, instituted two sets of constitutional proceedings.
B. The first set of constitutional redress proceedings (17/2002)
1. Proceedings before the Civil Court
16. In 2002 the applicants instituted proceedings in relation to the taking of Plots 41 and 53, complaining under Article 6 of the Convention of a lack of access to court; a lack of a fair hearing within a reasonable time (in respect of the thirty years before the proceedings started and in respect of the current pending proceedings before the LAB), before an independent and impartial tribunal, the latter in that they considered that the LAB’s constitution did not fulfil the said requirements. They further complained under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention about the lack of adequate compensation in relation to the taking; in particular, they noted that the law as it stood referred to values applicable at the time of taking. At the final stages of oral submissions they further argued that the taking had not been carried out in the public interest as it had been given to a commercial entity and that the unused land was to be returned according to the Cachia jurisprudence (see relevant domestic law and practice below).
17. On 20 October 2008, the Civil Court (First Hall) in its constitutional jurisdiction found a violation of Article 6 § 1 of the Convention, in that the applicants had been denied access to court. Indeed, it was only the CoL who could institute proceedings according to domestic law. The fact that recently the law had been applied to allow the applicants to take up proceedings requesting a court to order the latter to act within a time-limit did not detract from the fact that it ultimately remained the duty of the CoL to take up these proceedings, and the affected individuals had no obligation to solicit such an action. Moreover, even in the event that ownership of land was at issue, it referred to the Civil Court’s earlier reasoning in this respect (see paragraph 11 above) and, moreover, considered that the CoL could have instituted proceedings by means of a curator. It awarded them EUR 100,000 by way of damages and dismissed the remainder of their claims. It held that the taking of the two plots of land which were being used for the Freeport had been in the public interest, the latter being an important economic venture for the country. The fact that it was later privatised did not take away the element of public interest, despite the fact that the deed of expropriation had not yet been finalised. Moreover, the one-tenth of the two plots which was outside the Freeport zone which had remained unused could have been used for future development. It failed to take cognisance of the complaint regarding compensation, holding that this had not yet been determined by the LAB. As to the complaint about the length of the proceedings, namely thirty years for the CoL to initiate proceedings, the court held that apart from the fact that this had been related to the previous complaint under Article 6, the provision referred to proceedings which had already begun and had taken an unreasonable time to be finally decided; therefore it was not applicable in the present case which was still pending. Lastly, since the law had been changed, the composition of the LAB clearly satisfied the Article 6 requirements.
2. Proceedings before the Constitutional Court
18. On appeal, by a decision of 10 July 2009 the Constitutional reversed the said judgment in part. It confirmed that there had been a violation of Article 6 in so far as the applicants had been deprived of access to a court but only from the period starting on 30 April 1987, the date when Malta introduced the right of individual petition. It also considered that there had been a violation of the reasonable time principle between 30 April 1987 and 18 April 2000, the date when the compensation proceedings were initiated. It had regard however to the fact that the applicants were also to blame for not having taken up the civil remedy available to solicit the CoL earlier than they had done. Moreover, no proof had been supplied that the proceedings currently pending before the LAB were not satisfying the reasonable time requirement.
19. The Constitutional Court further found a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention. Holding that the public interest had to persist from the date of the taking to the date of the conclusion of the act of expropriation, it considered that even the land which had remained unused had been taken for such a purpose, since the Freeport could reasonably expand to cover such land. Moreover, the privatisation of the Freeport did not detract from the public interest involved. The court further confirmed that it was not in a position to consider the amount of compensation which had yet to be decided by the LAB. However, the fact that the process of expropriation had taken decades had caused the applicants to suffer a disproportionate burden, constituting a violation of the applicants’ property rights.
20. The Constitutional Court reduced the amount of compensation to EUR 20,000, covering moral damage in relation to the said violations and confirmed the rejection of the remaining complaints.
C. The second set of constitutional redress proceedings (18/2002)
21. In parallel, in 2002 the applicants instituted proceedings in relation to the taking of Plots 2 and 3, with identical complaints to those in case no. 17/2002 (see paragraph 16 above).
22. On 20 October 2008 the Civil Court (First Hall) in its constitutional jurisdiction found a violation of Article 6 § 1 of the Convention, in that the applicants had been denied access to court, and rejected the remaining complaints on the same ground of the judgment in case no. 17/2002 (see paragraph 17 above). It added however that the present case was a more serious breach of the applicants’ right of access to court, as the CoL had failed to institute proceedings even after he was ordered to do so by a court. It thus awarded the applicants EUR 125,000 by way of damages.
23. On appeal, by a decision of 10 July 2009 the Constitutional Court reversed the said judgment in part. It held that the findings of the Constitutional Court in its judgment in case no. 17/2002, applied in the same way in this case, except for the fact that the violation of the reasonable time principle was in respect of the period from 30 April 1987 to the date of this judgment, since the CoL had not yet instituted the relevant proceedings. It awarded the applicants EUR 27,000 in moral damage.
D. Developments while these proceedings were pending
24. Shortly before and during the constitutional proceedings certain developments took place. Domestic jurisprudence developed by means of the Cachia case (see “Relevant domestic law” below); and the Government announced the privatisation of the Freeport, by conceding it on a long-term lease (of thirty years at the price of one million United States dollars (USD) per year, to be augmented over the years to reach a maximum of USD 15,220,000 per year); the jurisprudence in the Cachia case was overturned; and, in 2002 the law was amended to provide a procedure for an individual to initiate compensation proceedings before the LAB in relation to new and recent expropriations.
E. Developments after the constitutional proceedings were concluded
25. At the hearing of 5 November 2009 the CoL informed the LAB of the outcome of the constitutional proceedings. However, neither the applicants nor their lawyers were present at that hearing; nor were they present at the subsequent five hearings. On 31 January 2011 the applicants requested an adjournment in order to regularise their position.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW AND PRACTICE
A. Expropriation
26. The Land Acquisition (Public Purposes) Ordinance (Chapter 88 of the Laws of Malta), in so far as relevant, reads as follows:
Section 3
“The President of Malta may by declaration signed by him declare any land to be required for a public purpose.”
Prior to the amendments introduced in 2002, the Land Acquisition (Public Purposes) Ordinance provided that:
Section 12 (1)
“…the competent authority shall give to the owner a notice … by means of a judicial act, stating the amount of compensation, as shown in a valuation to be attached to the notice to treat.”
Section 13(1)
“The amount of compensation to be paid for any land required by a competent authority may be determined at any time by agreement between the competent authority and the owner …”
Section 22
“If the owner shall by a judicial act decline to accept the offer made by the competent authority, the matter shall be brought before the Board by an application to be made by the competent authority, and the Board shall give all necessary orders or directions in accordance with the provisions of this Ordinance.”
B. Obligations
27. Article 1078 (b) of the Maltese Civil Code, Chapter 16 of the Laws of Malta, in so far as relevant, reads as follows:
“Where the time for the performance of the obligation has been left to the will of the debtor, or where it has been agreed that the debtor shall discharge the obligation when it will be possible for him to do so, or when he will have the means for so doing, the following rules shall be observed:
(b) if the subject-matter of the obligation is other than the payment of a sum of money, the time within which the obligation is to be performed shall be fixed by the court according to circumstances.”
C. Domestic case-law
28. In Pawlu Cachia vs Avukat Generali u l-Kummissarju ta l-Artijiet (Rikors Nru 586/97, 28/12/2001) the Constitutional Court held, after giving an overview of the applicable principles under Article 1 of Protocol No.1 to the Convention, that whenever the process by which an individual is divested of his property is not concluded, the interference therefore remains one of control of use, the State has the obligation to release the property to its rightful owners as soon as it transpires that there no longer exist grounds on which the State had originally, validly and justifiably taken the measure by which the owner’s use was restricted. It was for the Government to prove that both at the time of the Governor’s declaration and throughout the proceedings until the transfer of the property concluding the expropriation there existed a public interest for the taking of the property.
29. In this case the evidence revealed that for at least four years the competent authorities had actively considered releasing the property to its rightful owners, as it was no longer needed for the purposes for which it had originally been taken. Moreover, decades had passed since the date of the declaration and the present application, and thus the lack of public interest was evident. The Constitutional Court noted that a general interest had indeed existed at the time of the declaration. However, it subsequently emerged that Mr C.’s property would not have been used for that purpose and therefore the Government should have returned the said property. Failure to comply with this latter obligation amounted to a breach of the applicants’ property rights under the Convention.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1 TO THE CONVENTION AND ARTICLE 6 OF THE CONVENTION
30. The applicants complained under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention and Article 6 of the Convention that the expropriation of their land had not been in the public interest and that they had suffered an excessive individual burden, in view of the failure to institute compensation proceedings and the subsequent length of the proceedings, together with the fact that Maltese law did not provide for adequate compensation. The relevant provisions read, in so far as relevant, as follows:
Article 1 of Protocol No. 1
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.”
Article 6 § 1
“In the determination of his civil rights and obligations … everyone is entitled to a … hearing within a reasonable time by [a] … tribunal …”
31. The Government contested that argument.
A. Admissibility
1. The Government’s preliminary objection
32. The Government submitted that the proceedings before the LAB, following the constitutional proceedings, had been delayed through the fault of the applicants, who had failed to appear when those proceedings had resumed following the constitutional redress proceedings. In respect of the two plots of land in relation to which no proceedings had allegedly been initiated, the Government noted that in respect of Plot 2, a schedule of deposit had been filed with the court, and with respect to Plot 3, the compensation offered had been accepted, although payment had not been made (in view of the pending sufficient proof of title which was still outstanding). Moreover, the judgments of the Constitutional Court of 10 July 2009 had upheld the violations which had been found of the applicants’ rights under Article 6 and Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, and had awarded the applicants a sum totalling EUR 47,000. In consequence, the applicants could not still claim to be victims of the said violations.
33. The applicants considered that they were still victims of a violation of Article 1 of Protocol No. 1, and Article 6 § 1 of the Convention (lack of access to court and of a fair hearing within a reasonable time), since the compensation awarded by the Constitutional Court had been too low and because no proceedings had been initiated in respect of two of the plots of land. Moreover, in respect of the latter complaint, they had no means of enforcing the judgment of 4 February 2000 ordering the CoL to initiate proceedings. As to any previous arrangement in respect of Plot 3, this had never been debated before the domestic courts. As to Plot 2, they contended that it was not possible to challenge the amount awarded, as the new procedure only referred to recent expropriations. Furthermore, the awards made by the Constitutional Court had not been paid to date and there were no means of enforcing such claims. Lastly, the applicants remained, to date, uncompensated for the taking of all the plots of land.
34. The Court reiterates that an applicant is deprived of his or her status as a victim if the national authorities have acknowledged, either expressly or in substance, and then afforded appropriate and sufficient redress for, a breach of the Convention (see, for example, Scordino v. Italy (no. 1) [GC], no. 36813/97, §§ 178-193, ECHR 2006-V, and Gera de Petri Testaferrata Bonici Ghaxaq v. Malta, no. 26771/07, § 50, 5 April 2011).
35. As regards the first condition, namely the acknowledgment of a violation of the Convention, the Court considers that the Constitutional Court’s findings in the two separate judgments – namely that the process of expropriation which had lasted for decades, had caused the applicants to suffer a violation of their property rights and their right of access to court and to have proceedings heard within a reasonable time – amounted to an acknowledgment that there had been a breach of Article 1 of Protocol No. 1 and Article 6 of the Convention. However, it notes that in the Constitutional Court’s view this breach was limited to the period after 1987. The Court observes that, in the absence of an express limitation, the Maltese declaration of 30 April 1987 is retrospective and the Court is therefore competent to examine facts which occurred between 1967, the year of ratification, and 1987, the year in which the State’s declaration under former Article 25 became effective (see Bezzina Wettinger and Others v. Malta, no. 15091/06, § 54, 8 April 2008). As the Government’s declarations in respect of the applicants’ property were made in 1969, the Court considers that there has not been an acknowledgment that the applicants had been suffering a violation of their rights, throughout the eighteen-year period from 1969 to 1987.
36. With regard to the second condition, namely appropriate and sufficient redress, the Court must ascertain whether the measures taken by the authorities, in the particular circumstances of the instant case, afforded the applicants appropriate redress in such a way as to deprive them of their victim status. The Court notes that the Constitutional Court in its two separate judgments awarded the applicants jointly EUR 20,000 and EUR 27,000 respectively.
37. The Court observes that after forty years the Constitutional Court, having established that there had been a violation of the applicants’ rights following decades of inaction, failed to determine the amount of pecuniary compensation due. Indeed, forty years after the taking, the proceedings in respect of Plots 41 and 53 are still pending, and the proceedings in respect of Plots 2 and 3 have never been initiated, notwithstanding the court’s order of 4 February 2000 to this effect. The fact that a schedule of deposit had been deposited by the Government in respect of Plot 2 does not detract from this conclusion. In respect of Plot 3, the Court finds it surprising that the Government’s argument (see paragraph 32 above) has never been brought before the ordinary courts, particularly since the latter ordered the CoL to institute proceedings even in respect of that plot, and given that the Constitutional Court found a violation of the applicants’ right also in relation to this plot. In the light of the foregoing, the Court cannot but follow the domestic courts which have taken positive action also in respect of Plot 3 (see paragraphs 21 and 22 above). The Court notes that not only was the offer accepted by some and not all of the applicants at the time, but moreover, in forty years the transfer of property has not yet been concluded, it follows that any such arrangement cannot be considered to be enforceable today.
38. As to redress in monetary terms, it is true that the constitutional jurisdictions made an award covering non-pecuniary damage. However, even assuming that it was in itself sufficient (namely, comparable to Strasbourg awards) for the period in respect of which violations were found, this amount failed to take into account the period preceding 1987. Moreover, as acknowledged by the parties, none of these sums have yet been paid by the Government.
39. Indeed, in the present case the violations persisted for more than forty years after the Convention came into force in respect of Malta and the applicants have not to date received any compensation for the takings and/or the subsequent violations. Thus, the Court considers that the Constitutional Court judgments did not offer sufficient relief to the applicants, who continue to suffer the consequences of the breach of their rights (see, mutatis mutandis, Dolneanu v. Moldova, no. 17211/03, § 44, 13 November 2007).
40. For the above-mentioned reasons, the Government’s objection is dismissed.
2. Conclusion
41. The Court notes that the application is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 (a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. The applicants’ submissions
42. The applicants submitted that the expropriation of their plots of land had not been in the public interest. As regards the land which had been used and incorporated into the Freeport zone, no public interest persisted once it had been de facto privatised. As to the larger portion of land earmarked for future use, the lack of public interest was evident from the fact that for forty years it had remained unused for Freeport purposes, and a part of the land continued to host a farmhouse (in relation to which the applicants received rent from the tenants to date). They argued that, no use having been made of the land, which remained in the applicants’ possession, the Government should have returned it to its owners (in accordance with domestic case-law) and re-expropriated it when needed, instead of keeping the land under the pretext that it was being earmarked for future expansion, the sole aim of the Government being to pay the much lower prices which were applicable in the 1960s.
43. As to their ownership, the applicants noted that during the domestic proceedings they had proved that all the relevant information had been submitted, and as had been stated by the domestic courts, if the CoL had not been satisfied he could still have initiated proceedings by means of a curator.
44. The applicants therefore attributed the delay in the expropriation proceedings entirely to the CoL. His failure to act for over twenty years, according to the applicants, constituted a lack of access to court and a violation of their right to a fair hearing within a reasonable time. It was only after he was forced to do so by court order that proceedings had finally commenced. However, to date they had not ended. Moreover, no proceedings had been initiated in respect of two of the plots of land. In this regard, they further argued that they had no means of enforcing the judgment of 4 February 2000 ordering the CoL to initiate proceedings. They further contended that they could not be held to blame for instituting proceedings to force the CoL to take action only in the 1990s, since up to that date the prevailing case-law had found that the civil courts did not have any jurisdiction to review acts carried out by the Government jure imperii. Indeed, the first judgments recognising that the victims of expropriation could apply for such an order had only been delivered in the 1990s. This was irrespective of Article 1078 of the Civil Code, which the applicants acknowledged could allow for such an action, had it not been for the aforementioned impediment. Moreover, they contended that the proceedings before the LAB had been suspended again, in view of the current proceedings before the Court, and were to date still pending. Furthermore, they alleged that the CoL had intentionally initiated these proceedings in the names of the deceased, notwithstanding that notification of their heirs had been officially made to him, thus, rendering the proceedings null.
45. The applicants further submitted that the LAB could not under Maltese law provide for adequate compensation. Property in Malta in the 1960s had been grossly undervalued, so receiving the market value applicable in 1969 with 5% interest, as provided for by law, could not compare with what the applicants could have bought at the time had they been adequately compensated. Thus, in view of the delay in payment and the amount of any eventual payment, they claimed to have suffered an excessive burden, constituting a breach of their rights under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.
2. The Government’s submissions
46. The Government submitted that the expropriation of the land had been in the public interest, as it had been intended for use in connection with the Freeport Terminal Project and the further expansion of the Terminal. This was probably the largest public project to have been implemented in Malta in the last forty years, and it played a major role in the Maltese economic and social context. It catered for the needs and interests of the import/export industry through adequate port facilities, which at the time did not exist. The Government noted the use being made of the property (see paragraph 14 above) and contended that the mere fact that Freeport had been privatised on the basis of a lease agreement could not detract from the public purposes it aimed to achieve and the social and economic importance of the project.
47. The Government submitted that the applicants had been to blame for the delay in the conclusion of the expropriation proceedings, both because they had failed to produce proof of ownership and by instituting constitutional proceedings, as a consequence of which the LAB proceedings had been brought to a standstill. Moreover, it was only in 1996 that the applicants had first brought proceedings to force the CoL to initiate compensation proceedings, notwithstanding the long-standing existence of Article 1078 of the Civil Code, and certain case-law misapplying the jure imperii principle. The Government contended that the applicants’ modus operandi had shown that they wanted to recover their land in order to reap higher monetary benefits, taking advantage of the public investment made by the Government, which had transformed the land from agricultural to land attracting commercial interest. In respect of the option of the CoL instituting proceedings by means of a curator, the Government considered that this was not an appropriate course of action, since it could deprive the eventually established owners from contesting the amount of compensation awarded. As for the pending proceedings, the Government claimed that they were being held up by the applicants, who had not appeared at the hearing; they also rejected the contention that the proceedings had been suspended sine die, or that they had been erroneously instituted against incorrect persons, and were therefore at risk of nullity. The Government submitted that the LAB would eventually determine the dispute as regards value, in a fair, objective and proportionate manner.
48. In relation to proof of ownership, the Government submitted that in practice declarations were published in the Government Gazette to allow owners to come forward, as the Government could not be in a position to know the owners. It was then for the owners to provide proof of ownership in order for the Government to issue a notice to treat.
49. As to compensation, the Government submitted that the applicants would in future be paid the full value of the land at the time of the taking (as to be established by the LAB, according to their wide margin of discretion), plus 5% interest per annum from that date to the date on which it would be paid or deposited. While at this point the amount of this compensation was speculative, the Government produced evidence showing that the LAB often augmented the price originally offered by the CoL. However, the Government were unable to supply examples of awards in respect of land which had been expropriated in connection with the Freeport. Moreover, legitimate objectives called for the reimbursement of less than the full market value. The Government submitted that the EUR 47,000 awarded by the constitutional court judgments had compensated the applicants for currency depreciation and any frustration endured in the meantime. Such an amount would be paid to the applicants as soon as the relevant bill was presented and claim made to the authorities, who had no intention of putting into practice the exception provided in the law in respect of non-enforcement of titles against the Government. Thus, the future LAB award, together with that awarded by the constitutional jurisdictions made the interference proportionate and therefore the applicants had not suffered an excessive burden.
50. Lastly, the Government reiterated that in respect of Plot 2, a schedule of deposit had been filed with the court and the applicants still had the possibility of contesting that amount before the LAB. Today, such a challenge could be lodged by the applicants and did not require action solely on the part of the CoL. With respect to Plot 3, the compensation offered had been accepted (by twenty-nine out of thirty owners, and the only owner who had not accepted had not made any counterproposal, thus tacitly accepting the offer); payment had not been made in view of the pending sufficient proof of title which was still outstanding.
3. The Court’s assessment
(a) General principles
51. The Court reiterates that Article 1 of Protocol No. 1 guarantees, in substance, the right to property and comprises three distinct rules (see, for example, Sporrong and Lönnroth v. Sweden, 23 September 1982, § 61, Series A no. 52). The first, which is expressed in the first sentence of the first paragraph and is of a general nature, lays down the principle of peaceful enjoyment of property. The second rule, in the second sentence of the same paragraph, covers deprivation of possessions and subjects it to certain conditions. The third, contained in the second paragraph, recognises that the Contracting States are entitled, amongst other things, to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties. However, the rules are not “distinct” in the sense of being unconnected: the second and third rules are concerned with particular instances of interference with the right to peaceful enjoyment of property. They must be construed in the light of the general principle laid down in the first rule (see, for example, Air Canada v. the United Kingdom, 5 May 1995, §§ 29 and 30, Series A no. 316-A).
52. A taking of property can be justified only if it is shown, inter alia, to be “in the public interest” and “subject to the conditions provided for by law”. The Court reiterates that because of their direct knowledge of their society and its needs, the national authorities are in principle better placed than the international judge to appreciate what is “in the public interest”. Furthermore, the notion of “public interest” is necessarily extensive. In particular, the decision to enact laws expropriating property will commonly involve consideration of political, economic and social issues. The Court, finding it natural that the margin of appreciation available to the legislature in implementing social and economic policies should be a wide one, will respect the legislature’s judgment as to what is “in the public interest” unless that judgment is manifestly without reasonable foundation (see Jahn and Others v. Germany [GC], nos. 46720/99, 72203/01 and 72552/01, § 91, ECHR 2005-VI; Immobiliare Saffi v. Italy, [GC], no. 22774/93, § 49, ECHR 1999-V; and, mutatis mutandis, Fleri Soler and Camilleri v. Malta, no. 35349/05, § 65, 26 September 2006). Nevertheless, in the exercise of its power of review the Court must determine whether the requisite balance was maintained in a manner consonant with the individual’s right of property (see Abdilla v. Malta (dec.), no 38244/03, 3 November 2005).
53. Thus, any interference with property must also satisfy the requirement of proportionality. As the Court has repeatedly stated, a fair balance must be struck between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the individual’s fundamental rights, the search for such a fair balance being inherent in the whole of the Convention. The requisite balance will not be struck where the person concerned bears an individual and excessive burden (see Sporrong and Lönnroth, cited above, §§ 69-74; and Brumărescu v. Romania [GC], no. 28342/95, § 78, ECHR 1999-VII).
54. Compensation terms under the relevant legislation are material to the assessment of whether the contested measure respects the requisite fair balance and, notably, whether it imposes a disproportionate burden on the individuals (see Jahn and Others, cited above, § 94). In this connection, the taking of property without payment of an amount reasonably related to its value will normally constitute a disproportionate interference, and a total lack of compensation can be considered justifiable under Article 1 of Protocol No.1 only in exceptional circumstances (see The Holy Monasteries v. Greece, 9 December 1994, § 71, Series A no. 301-A ). However, while it is true that in many cases of lawful expropriation only full compensation can be regarded as reasonably related to the value of the property, Article 1 of Protocol No. 1 does not guarantee a right to full compensation in all circumstances. Legitimate objectives in the “public interest”, such as those pursued in measures of economic reform or measures designed to achieve greater social justice, may call for less than reimbursement of the full market value (see Urbárska Obec Trenčianske Biskupice v. Slovakia, no. 74258/01, § 115, ECHR 2007-XIII).
55. The Court reiterates, however, that the adequacy of the compensation would be diminished if it were to be paid without reference to various circumstances liable to reduce its value, such as unreasonable delay. Abnormally lengthy delays in the payment of compensation for expropriation lead to increased financial loss for the person whose land has been expropriated, putting him in a position of uncertainty (see Akkuş v. Turkey, 9 July 1997, § 29, Reports of Judgments and Decisions 1997-IV). The same applies to abnormally lengthy delays in administrative or judicial proceedings in which such compensation is determined, especially when people whose land has been expropriated are obliged to resort to such proceedings in order to obtain the compensation to which they are entitled (see Aka v. Turkey, 23 September 1998, § 49, Reports 1998 -VI).
(a) Application to the present case
i. Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention
56. While the Government have not explicitly claimed that the applicants did not have a possession within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1, in so far as they were not “owners” of the said property, the Court considers it opportune to note the following.
The applicants instituted proceedings both before the ordinary courts for the performance of an obligation by the CoL and before the constitutional jurisdictions. The latter courts did not see any obstacle to the applicants’ bringing their claims, which were moreover upheld. Indeed, the Constitutional Court in two separate judgments awarded the applicants (presumably as owners of the said land) compensation for non-pecuniary damage for the violations they had suffered. Moreover, the Government insisted that the applicants had failed to prove their ownership and contended that persons had to prove their ownership before a notice to treat could be issued (see paragraph 48 above). The Court notes that this was the procedure according to the law in force at the time, as also reiterated by the Constitutional Court (paragraph 35 of judgment 17/2002/1). Indeed, the Court notes that, in the present case, not only were the applicants notified of the relevant declarations (see paragraph 7 above), they were also issued with the relevant notice to treat. Furthermore, the applicants maintained that all the requisite proof had been submitted, and it has not been contested in any way that all the applicants were the said owners, but only that they failed to provide further information in this respect. Moreover, the Court considers that, as held by the Civil Court (see paragraph 11 above), in the context of an expropriation mechanism, it can understandably be the responsibility of the Government to identify the relevant owners. Indeed, in the present case the State authorities had identified the applicants. Lastly, the Government have not contested that the applicants were receiving rent in relation to one of the properties.
57. In the Court’s view, these circumstances indicate that the applicants have been acting as the owners of the premises without disturbance for more than forty years and have been at least tacitly acknowledged as such by both the authorities and the domestic courts. Moreover, it has not been contested that some of the applicants were the rightful heirs of their predecessors, as also evidenced by documentation submitted to the Court. This is sufficient to conclude that the applicants are the owners of the land in question.
58. The Court further notes that it has not been contested that in the present case there has been a deprivation of possessions within the meaning of the first paragraph of Article 1 of Protocol No. 1, and that the taking was carried out in accordance with procedures provided by law. It does, however, note that from the parties’ observations it transpires that the Government have not taken actual possession of parts of the land at issue. In fact, the applicants still receive rent from the tenants making use of part of the property. However, bearing in mind that under the relevant provision any interference must be proportionate, whether it is one constituting a deprivation of property or one of control of the use of property, the Court will assess the case, as did the domestic courts, on the basis that the taking by way of expropriation in the present case amounted to a deprivation of property.
59. The Court will therefore analyse the public-interest requirement. It reiterates that in the case of Beneficio Cappella Paolini v. San Marino (no. 40786/98, § 33, ECHR 2004-VIII), which concerned property that had been lawfully expropriated but not used, it found that the partial use of expropriated land raised an issue as to respect for property rights, having regard in particular to the change in use following the approval of a new land-use plan. A similar situation obtained in the cases of Keçecioğlu and Others v. Turkey (no. 37546/02, §§ 28-29, 8 April 2008) and Motais de Narbonne v. France (no. 48161/99, § 19, 2 July 2002). In the latter case the Court found a breach of Article 1 of Protocol No. 1 on account of a significant delay between a decision to expropriate property and the actual undertaking of a project in the public interest which had formed the basis of the expropriation. While the placing in reserve of expropriated property, even for a long period of time, does not necessarily entail a breach of Article 1 of Protocol No. 1, there is clearly an issue under that provision where such an action is not itself based on public-interest grounds and where, during that period, the property in question generates a significant increase in value of which the former owners are deprived (ibid., § 21).
60. The Court accepts that, in the present case, the original intention behind the expropriation of the land, namely the Freeport Terminal Project, was in the public interest. The Court rejects the applicants’ contention that following the “privatisation” of the Freeport, no public interest persisted in respect of the land which was actually being used. It reiterates that while deprivation of property effected for no reason other than to confer a private benefit on a private party cannot be “in the public interest”, the compulsory transfer of property from one individual to another may, depending on the circumstances, constitute a legitimate means of promoting the public interest (see James and Others v. the United Kingdom, 21 February 1986, § 40, Series A no. 98). Moreover, the taking of property effected in pursuance of legitimate social, economic or other policies may be in “in the public interest”, even if the community at large has no direct use or enjoyment of the property taken (ibid., § 45). The Court therefore considers that Plot 2 and most of Plot 53 have been used in connection with the Freeport Project and that, even though they were eventually “privatised”, their taking satisfied the public-interest requirement.
61. However, the Court notes that no use has been made of Plot 3, Plot 41 and 600 sq.m forming part of Plot 53. This area, amounting to approximately 8,000 sq.m, an area not negligible in size, is entirely out of the Freeport zone, and has remained unused for forty years (see paragraph 14 above). The Government considered that it was appropriate for a project of this scale to earmark land for future development. The Court is convinced that a project of this scale may require further expansion; however, it is of the view that the Government, when expropriating the relevant land, should have had some concrete plans at least for its forthcoming, if not for its imminent, development. Any further expansion after the start of the project or, as in the present case, one which might have been necessary four decades after the initiation of the project, may require further expropriation of land at later stages. In consequence, it cannot be said that the delay in making use of Plots 3, 41, and part of Plot 53 was itself based on any public-interest concern (see Motais de Narbonne, cited above, § 22, in fine). Moreover, the Government themselves acknowledged that the value of the land at issue had substantially increased over the years that followed the taking of the land, although they claimed that such an increase in value was entirely due to the project which the authorities had undertaken. The Court considers that, irrespective of the underlying reasons, it is indisputable that the land has seen an increase in value, of which the applicants have been deprived (see Motais de Narbonne, cited above, § 22).
62. Thus, the Court considers that the lapse of over forty years from the date of the taking of Plots 3, 41 and 53 (in relation to the part consisting of 600 sq.m) without any concrete use having been made of them, in accordance with the requirements of the initial taking, raises an issue under Article 1 of Protocol No. 1, in respect of the public-interest requirement.
63. This having been said, the Court will also look at the proportionality of the measure.
64. The Court notes that the applicants have not received any compensation for the expropriation of their property to date, forty-two years after the taking.
65. In so far as the Government argued that the delay in paying compensation was due to the owners, the Court notes that, according to the Land Acquisition (Public Purposes) Ordinance, it was up to the authorities to initiate the relevant compensation proceedings (see paragraph 26 above) (see also Bezzina Wettinger and Others v. Malta, cited above, § 92). Whatever the effectiveness of an action under the Civil Code might be, the Court considers that, in such cases, owners could not be expected to incur the expense and burden of instituting proceedings to ensure the authorities’ fulfilment of their legal obligation (see, mutatis mutandis, Apostol v. Georgia, no. 40765/02, §§ 64-65, ECHR 2006-XI, in relation to enforcement proceedings).
66. In respect of the argument that the applicants had failed to prove ownership, the Court notes that, as acknowledged by the domestic courts (see paragraph 17 above), the Maltese legal system also provided for the possibility of initiating proceedings by means of a curator. Moreover, in this connection, the Court also refers to its reasoning above in paragraph 56 in fine.
67. It follows that the period of thirty-one years that it took the authorities to institute proceedings in respect of Plots 41 and 53 is entirely imputable to them.
68. Moreover, the mere fact that the Government could have been forced by means of a court decision to initiate proceedings, would not guarantee that those proceedings would thereafter be pursued with due diligence. Indeed, the Court has previously found a violation of the reasonable time requirement in relation to LAB proceedings in the Maltese context (see Bezzina Wettinger and Others, cited above, § 93, and Gera de Petri Testaferrata Bonici Ghaxaq v. Malta, cited above, § 43). The Court observes, in this context, that although the CoL had been ordered to start proceedings and the proceedings were instituted in respect of two of the plots of land, the case is still pending today, eleven years after the institution of those proceedings before the LAB. The Government attributed this latter delay to the fact that constitutional proceedings were eventually taken up by the owners, and in consequence the proceedings before the LAB were suspended, and to the fact that following the end of the constitutional proceedings, the applicants failed to appear at the relevant hearings. The Court reiterates that the judicial authorities remain responsible for the conduct of the proceedings before them and ought to weigh the advantages of continued adjournments pending the outcome of other cases against the requirement of promptness (see, mutatis mutandis, Gera de Petri Testaferrata Bonici Ghaxaq, cited above, § 43). More importantly, the Court considers that the owners cannot be held to blame (as submitted by the Government) for having eventually made use of their right to institute constitutional proceedings to safeguard their property rights, in view of the authorities’ inaction and/or on the merits of the taking itself. Thus, while considering that the applicants are responsible for the delay following the Constitutional Court judgments, this does not suffice to counteract the authorities’ lack of diligence in pursuing these proceedings.
69. Furthermore, the Court notes, once again, that no proceedings have been initiated in respect of Plots 2 and 3, notwithstanding the court order of 4 February 2000 and in this connection it makes reference to its conclusions in paragraph 37 above.
70. The Court further notes that, as conceded by the Government, the applicants will receive, in compensation for the taking of the property, the value of the land in 1969, as established by the LAB within their “wide margin of discretion”, together with 5% interest. The Court has already held that awarding compensation reflecting values applicable decades before and deferring payment for decades, without taking into account this delay, is inadequate and constitutes a breach of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention (see Schembri and Others v. Malta, no. 42583/06, § 45, 10 November 2009). Save for the interest, the LAB is constrained by law to keep to 1969 values, and it has not been shown that any account can be taken of such delays. While it is true that the constitutional jurisdictions awarded an amount in damages to the applicants, the Court rejects the Government’s argument that such awards covered both currency depreciation and non-pecuniary damage for the violations suffered at the domestic level, the wording of the judgment clearly referring to “moral damage”.
71. In conclusion, having regard to the fact that part of the land remained unused for forty years, that the LAB cannot award appropriate compensation and that the applicants have not received any such compensation for the taking of their entire property, forty-two years later, the Court considers that the requisite balance has not been struck.
72. There has accordingly been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.
ii. Article 6 § 1 of the Convention
73. Bearing in mind the CoL’s inaction for over forty years, in respect of the expropriation of Plots 2 and 3, and his inaction of thirty-one years in respect of the expropriation of Plots 41 and 53, during which time the applicants did not have direct access to the LAB, together with the fact that eleven years after the introduction of the latter proceedings they are still pending, and based on the reasoning announced above in paragraph 68, in connection with that explained in more detail in the domestic constitutional court judgments of 10 July 2009, the Court finds that there has also been a violation of Article 6 § 1 under the head of access to a court, and a violation of the reasonable-time principle guaranteed by the same provision, for the period from 1969 to the present date.
II. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
74. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
A. Damage, costs and expenses
75. The applicants sought the restitution of the property which remained unused. In respect of the property which had been used by the Government and leased to third parties, they proposed to take over the said leases on a pro rata basis. Alternatively, they could accept other land of similar value. If such restitution were not possible the applicants claimed EUR 7,531,650 in respect of pecuniary damage, reflecting the market value of the land today (EUR 3,572,000 for Plot 2, EUR 281,250 for Plot 3, EUR 741,400 for Plot 41 and EUR 2,937,000 for Plot 53). They further claimed EUR 225,000 (the sum originally awarded by the first-instance constitutional jurisdictions) for non-pecuniary damage.
76. The Government submitted that the restitution of any of the plots was improbable. The same held for the applicants’ taking over of the lease. As to monetary compensation, the Government noted that the expropriation had not been unlawful, and that therefore, according to the Court’s case-law the applicants could not claim the current market value of the land with improvements. Thus, while pecuniary claims in respect of Plot 41 and Plot 53 were premature, since the matter was still pending before the LAB, the Government contended that the compensation for Plot 2 should be that set out in the schedule of deposit filed with the domestic courts and that of Plot 3, the amount which they alleged had been accepted by the applicants in 1969. Lastly, the sums granted by the constitutional courts, namely EUR 47,000, sufficed as an award for non-pecuniary damage and no further award by the Court was necessary. The Government submitted that, while it was unclear whether any fees were being claimed, the sum of EUR 1,000 would suffice to cover the legal expenses before the Court.
77. The Court has already rejected the Government’s above-mentioned arguments in respect of each plot when it dealt with the merits of the complaint. It reiterates that it has found a violation of Article 1 of Protocol No. 1 and Article 6 under multiple heads. The Court considers that by awarding amounts for damage at this stage there is no risk that the applicants will receive the said dues twice, as the national jurisdictions would inevitably take note of this award when deciding the case (see Serghides and Christoforou v. Cyprus (just satisfaction), no. 44730/98, § 29, 12 June 2003). Moreover, in view of the fact that the domestic proceedings relating to the payment of compensation have lasted for more than forty years, the Court considers that it would be unreasonable to wait for the outcome of those proceedings (see Serrilli v. Italy (just satisfaction), no. 77822/01, § 17, 17 July 2008, and Mason and Others v. Italy (just satisfaction), no. 43663/98, § 31, 24 July 2007). However, in view of the submissions made by the parties at this stage, in particular the lack of any detailed calculations along the lines of Schembri and Others v. Malta ((just satisfaction), no. 42583/06, 28 September 2010)) with respect to pecuniary damage, the question of the application of Article 41 is not ready for decision. That question must accordingly be reserved as a whole and the subsequent procedure fixed, having due regard to any agreement which might be reached between the respondent Government and the applicants (Rule 75 § 1 of the Rules of Court).
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Declares the application admissible;
2. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention;
3. Holds that there has been a violation of Article 6 § 1 of the Convention on account of denial of access to court and length of proceedings;
4. Holds that the question of the application of Article 41 is not ready for decision and accordingly,
(a) reserves the said question as a whole;
(b) invites the Government and the applicants to submit, within three months from the date on which this judgment becomes final in accordance with Article 44 § 2 of the Convention, their written observations on the matter and, in particular, to notify the Court of any agreement that they may reach;
(c) reserves the further procedure and delegates to the President of the Section the power to fix the same if need be.
Done in English, and notified in writing on 22 November 2011, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Fatoş Aracı Nicolas Bratza Deputy Registrar President

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