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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF ?EIKO v. LITHUANIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 01,P1-1
Numero: 82968/17/2020
Stato: Lituania
Data: 2020-02-11 00:00:00
Organo: Sezione Seconda
Testo Originale

SECONDA SEZIONE

CASO DI ?EIKO v. LITUANIA

(Applicazione n. 82968/17)

GIUDICE

Art. 1 P1 – Godimento pacifico dei beni – Recupero dei danni derivanti da reati commessi dalla ricorrente deducendo mensilmente il venti per cento della sua pensione di vecchiaia – Legittima finalit? di tutela degli interessi delle vittime di reati – La ricorrente non ? rimasta priva di ogni mezzo di sussistenza

STRASBURGO

11 febbraio 2020

Questa sentenza diverr? definitiva nelle circostanze previste dall’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Essa pu? essere soggetta a revisione editoriale.
Nella causa ?eiko contro la Lituania,

La Corte europea dei diritti dell’uomo (Seconda Sezione), che si riunisce come Sezione composta da:

Robert Spano, Presidente,
Marko Bo?njak,
Egidijus K?ris,
Ivana Jeli?,
Arnfinn B?rdsen,
Saadet Y?ksel,
Peeter Roosma, giudici,
e Stanley Naismith, responsabile del registro di sezione,

Considerando:
il ricorso contro la Repubblica di Lituania presentato alla Corte ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”) da una cittadina lituana, la sig.ra Galina ?eiko (“la ricorrente”), il 5 dicembre 2017;
la decisione di notificare la domanda al governo lituano (“il governo”);
le osservazioni delle parti;
avendo deliberato in privato il 21 gennaio 2020,
Emette la seguente sentenza, che ? stata adottata in tale data:

INTRODUZIONE
La causa riguarda il recupero del risarcimento dei danni dalla pensione di vecchiaia della ricorrente, che essa considera illegittima e che le ha causato un danno insormontabile.

I FATTI
1. Il richiedente ? nato nel 1950 e vive a Kretinga. Ha ottenuto l’assistenza legale ed ? stata rappresentata dalla sig.ra L. Gudait?, avvocato con sede a Vilnius.
2. Il governo era rappresentato dal suo agente, la sig.ra L. Urbait?.
3. I fatti della causa, cos? come presentati dalle parti, possono essere riassunti come segue.
4. Con sentenza del 31 dicembre 2014, il Tribunale distrettuale della regione di Kretinga ha condannato il richiedente, che era un pensionato di vecchiaia, ai sensi dell’articolo 138 ?? 2 (5) e 5 e dell’articolo 145 ? 2 del codice penale, per lesioni psicologiche minori e per aver terrorizzato (?mogaus terorizavimas) una famiglia vicina che viveva nell’appartamento di cui sopra. ? stato accertato che, nell’arco di un anno e un mese, in decine di occasioni la ricorrente aveva informato erroneamente la polizia e le autorit? municipali e di assistenza all’infanzia sulla famiglia dei suoi vicini, il che aveva fatto s? che uno di questi vicini soffrisse di paura e di disturbi post-traumatici da stress, che si erano poi trasformati in una depressione di media gravit? e poi in una grave depressione. Anche un altro membro di quella famiglia vicina – un minorenne – soffriva di disturbo post-traumatico da stress come conseguenza delle azioni della ricorrente. Il ricorrente ? stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione, con la sospensione dell’esecuzione della pena per due anni. Le ? stato inoltre ordinato di non avvicinarsi alle vittime. Il tribunale ha anche parzialmente accolto una domanda civile presentata da una delle vittime nel procedimento penale per il risarcimento dei danni pecuniari e non pecuniari, concedendo un importo di 5.908 euro (EUR). I ricorsi presentati contro tale decisione dal ricorrente sono stati respinti dalla corte d’appello nel 2015 e dalla corte di cassazione nel 2016.
5. Successivamente, il 24 novembre 2016, il Tribunale distrettuale della regione di Kretinga ha emesso un mandato di esecuzione. Il ricorrente ? stato incoraggiato dall’ufficiale giudiziario a pagare l’importo dovuto a titolo di risarcimento. Poich? il risarcimento non ? stato pagato entro i termini previsti, l’ufficiale giudiziario ha sequestrato la propriet? del ricorrente, ossia un terreno di 0,06 ettari.
6. Il 22 dicembre 2016 l’ufficiale giudiziario ha inoltre inviato una lettera relativa al recupero del debito alla divisione Kretinga della SODRA (State Social Care Insurance), cercando di recuperare le somme dovute dalla ricorrente mediante il pignoramento del venti per cento della sua pensione di vecchiaia mensile.
7. Come confermato dalla ricorrente, tra il 20 gennaio 2017 e il 13 marzo 2019, le ? stato recuperato un totale di EUR 2.019. Di tale importo, durante tale periodo, le somme mensili dedotte dalla pensione di vecchiaia della ricorrente variavano da EUR 20,24 a EUR 24,64.
8. Come rilevato dal governo nelle sue osservazioni dell’11 aprile 2019, e confermato dalla ricorrente nelle sue osservazioni in risposta del 24 maggio 2019, al momento di tali osservazioni, la ricorrente riceveva una pensione di vecchiaia mensile di 123,21 EUR.
Inoltre, a partire dal 2019 la ricorrente riceveva anche un’indennit? mensile di 60,47 euro, dalla quale non ? stato recuperato il debito.
9. La ricorrente ha inoltre confermato che, a partire dal 1993, le ? stato fornito un alloggio comunale dalle autorit? municipali della regione di Kretinga. A partire dal dicembre 2016 la ricorrente doveva pagare ogni mese EUR 11,02 per tale alloggio.
10. Le parti hanno inoltre convenuto che, oltre alla pensione di vecchiaia, la ricorrente riceveva anche altri redditi monetari provenienti dall’assistenza sociale: un assegno sociale mensile (socialin? pa?alpa) di EUR 5, che ? stato versato tra gennaio 2018 e marzo 2019, e una pensione sociale mensile (?alpos pensija) di EUR 2,59, che ? stata versata nel dicembre 2016 e tra gennaio 2018 e marzo 2019. Inoltre, nel gennaio 2018 ha ricevuto una somma forfettaria una tantum di 76 euro, e nel gennaio 2019 ha ricevuto un’altra somma forfettaria una tantum di 114 euro.
Nel 2017 la differenza tra l’importo del reddito effettivo della ricorrente e il livello di reddito sostenuto dallo Stato non era sufficientemente significativa, per cui le prestazioni sociali di cui sopra non sono state pagate.

QUADRO GIURIDICO E PRASSI PERTINENTE

A. Il codice di procedura civile
11. Per quanto riguarda l’esecuzione delle decisioni giudiziarie, il Codice di Procedura Civile, per quanto rilevante, recita come segue:

Articolo 663. Restrizioni per il recupero di un credito dalla propriet? di una persona fisica

“1. Una somma di denaro non pu? essere recuperata mediante pignoramento dei beni del debitore se il debitore pu? fornire all’ufficiale giudiziario la prova che il debito pu? essere liquidato entro sei mesi effettuando detrazioni in linea con le percentuali previste dall’articolo 736 del Codice, dallo stipendio, dalla pensione, dalla borsa di studio o da altri redditi del debitore. In tali circostanze, l’ufficiale giudiziario pu? sequestrare i beni del debitore … [solo] se risulta che le trattenute sul salario, sulla pensione, sulla borsa di studio o su altri redditi del debitore non sarebbero sufficienti per l’esecuzione della decisione giudiziaria.

2. 2. I pagamenti periodici (periodin?s i?mokos) possono anche essere recuperati direttamente dallo stipendio, dalla pensione, dalla borsa di studio o da altri redditi del debitore, se possono essere recuperati effettuando le detrazioni di cui all’articolo 736 del presente codice. …?

Articolo 643. Diritti del debitore

“Il debitore ha diritto:

1) ad essere personalmente coinvolto, o coinvolto attraverso i suoi rappresentanti, nelle azioni intraprese per l’esecuzione;

4) a contestare la propriet? dei beni o la loro valutazione;

5) di ricorrere in appello contro le azioni di un ufficiale giudiziario;

6) a presentare richieste … ;

7) di concludere accordi stragiudiziali; …”.

Articolo 668. Beni che non possono essere sequestrati per il recupero di crediti

“1. Quando si recupera un credito da una persona fisica, non si pu? procedere al recupero di … beni indispensabili al sostentamento del debitore o della sua famiglia … Inoltre, non si pu? procedere al recupero di una somma di denaro che non superi il salario minimo mensile …”.

Articolo 736. Entit? delle trattenute da effettuare sul salario del debitore o su altri redditi

“1. Le detrazioni di una parte dello stipendio di un debitore, o di pagamenti e indennit? analoghe, che non superano lo stipendio mensile minimo fissato dal governo, sono effettuate in base al mandato di esecuzione fino al recupero integrale degli importi recuperabili:
1) in relazione al recupero degli assegni alimentari periodici, il risarcimento dei danni alla salute … nonch? il risarcimento dei danni causati da atti criminali – fino al cinquanta per cento, salvo diversa indicazione nel mandato di esecuzione o stabilito dalla legge o da un tribunale;
2) in relazione a tutti gli altri recuperi – fino al venti per cento, salvo diversa indicazione nel mandato di esecuzione o stabilito dalla legge o da un tribunale.

2. 2. Il settanta per cento pu? essere detratto dalla parte di stipendio, o da prestazioni analoghe, che supera il salario minimo mensile stabilito dal Governo, salvo diversa disposizione di legge o di un tribunale. …?

Articolo 736. Entit? delle trattenute sul salario del debitore o su altri redditi (in vigore dal 1? dicembre 2018)
“1. Le detrazioni di una parte dello stipendio di un debitore, o di pagamenti e indennit? analoghe, che non superano lo stipendio mensile minimo fissato dal governo, sono effettuate in base al mandato di esecuzione fino al recupero integrale degli importi recuperabili:
1) in relazione al recupero degli assegni alimentari periodici, il risarcimento dei danni alla salute … fino al trenta per cento, salvo diversa indicazione nel mandato di esecuzione o stabilito dalla legge o dal tribunale;
2) in relazione a tutti gli altri recuperi – fino al venti per cento, salvo diversa indicazione nel mandato di esecuzione o stabilito dalla legge o dal tribunale. …?
Articolo 737. Recupero degli altri redditi del debitore, analogo a un salario
“Le regole relative al recupero di un salario si applicano anche quando il recupero viene effettuato presso il debitore:

7) pensioni”.
Articolo 739. Somme di denaro che non sono soggette a recupero
“Non ? consentito recuperare un credito dalle somme versate al debitore in quanto:

6) ai sensi della legge sulle indennit? sociali statali e altre indennit? e risarcimenti versati dai bilanci statali o comunali per l’assistenza sociale delle persone indigenti”.

B. La giurisprudenza della Corte Suprema
12. Il 19 dicembre 2017 la camera allargata della Corte Suprema nella causa n. 3K-7-315-421/2017 ha esaminato la situazione relativa al recupero di denaro dal conto di un detenuto, che era stato originariamente trasferito su quel conto da altre persone (come i familiari del detenuto, anche se la Corte Suprema non lo ha specificato). La Corte di Cassazione ha innanzitutto rilevato che la restrizione di cui all’articolo 668 ? 1 del Codice di Procedura Civile mirava a salvaguardare gli interessi del debitore affinch?, all’avvio del processo di recupero, il debitore avesse a disposizione una somma sufficiente a soddisfare le sue esigenze di base e l’importo minimo necessario per il sostentamento. Tale restrizione mirava anche a bilanciare gli interessi del creditore e del debitore, al fine di garantire che i diritti del debitore non fossero violati.
Stando cos? le cose, tale restrizione che richiedeva il recupero di somme che superavano il valore di un salario minimo mensile era una “restrizione una tantum” (vienkartinis apribojimas). La Corte Suprema ha inoltre dichiarato che la legge non prevedeva alcuna eccezione che comportasse che il recupero dai conti delle persone che scontavano una pena detentiva venisse effettuato in modo diverso da quello delle persone che non si trovavano in carcere. Il fatto che il debitore in quel caso – un detenuto – avesse ricevuto vestiti e cibo in carcere, era irrilevante.
13. Il 28 febbraio 2018 la Corte Suprema, nel caso n. 3K-3-74-313/2018, ha nuovamente esaminato la situazione relativa al recupero di denaro dal conto di un detenuto. La Corte di Cassazione ha sottolineato che il diritto del detenuto di ottenere trasferimenti di denaro e di farsi portare denaro contante nell’istituto penitenziario ? stato stabilito dall’articolo 98 del Codice per l’esecuzione delle pene. Tale denaro sarebbe stato poi depositato sul conto del detenuto presso l’istituto penitenziario e sarebbe stato di sua propriet?, che il detenuto avrebbe potuto utilizzare per soddisfare i suoi bisogni primari. N? il Codice di esecuzione delle pene, n? il Codice di procedura civile o altre leggi proibiscono il recupero dei crediti da tale denaro.
14. La Corte Suprema ha poi ribadito che, ai sensi dell’articolo 668 ? 1 del Codice di Procedura Civile, i debiti non possono essere recuperati da una somma di denaro che non superi un salario minimo mensile. Tuttavia, si trattava di una “restrizione una tantum”. Se, dopo l’avvio del processo di recupero, l’ufficiale giudiziario avesse stabilito che il debito da recuperare era superiore alle somme recuperate al primo tentativo, l’ufficiale giudiziario poteva allora adottare misure di recupero a fronte dello stipendio del debitore o di qualsiasi altro reddito che il debitore avrebbe ricevuto in futuro. In relazione a tale reddito futuro, il denaro trasferito da altre persone sul conto di un detenuto rientrava nella categoria degli “altri redditi” ai sensi dell’articolo 736 del Codice di procedura civile, che poteva quindi essere oggetto di recupero secondo le norme previste da tale articolo (la Corte suprema ha fatto riferimento alla sua precedente sentenza del 19 dicembre 2017, citata).

LA LEGGE
ALLEGATO VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 DELLA CONVENZIONE

15. La ricorrente lamentava, ai sensi dell’art. 3 della Convenzione, che il recupero dei danni dalla sua pensione di vecchiaia, detraendone un quinto, era illegittimo e le aveva causato un danno insormontabile.
16. Il Tribunale decide di esaminare la denuncia della ricorrente ai sensi dell’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione, che recita come segue:

“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al pacifico godimento dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato dei suoi beni se non nell’interesse pubblico e alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.

Le disposizioni che precedono non pregiudicano tuttavia in alcun modo il diritto di uno Stato di far rispettare le leggi che ritiene necessarie per controllare l’uso dei beni in conformit? all’interesse generale o per garantire il pagamento di tasse o altri contributi o sanzioni”.

A. Le osservazioni delle parti
1.Il richiedente
17. La ricorrente ha sostenuto in primo luogo che, tenuto conto della finalit? della restrizione del reddito della ricorrente, la sua denuncia doveva essere valutata dal punto di vista della terza regola dell’art. 1 del Protocollo n. 1 – il controllo dell’uso dei beni (ha fatto riferimento a Phillips contro il Regno Unito, n. 1). 41087/98, ? 51, ECHR 2001-VII). La ricorrente ha inoltre ammesso che in tale ambito lo Stato godeva di un ampio margine di discrezionalit?, soprattutto in assenza di un consenso tra gli Stati membri per quanto riguarda il reddito o il livello di reddito da cui non si pu? ottenere il risarcimento dei danni. Ci? premesso, essa ha anche sostenuto che, anche in assenza di tale consenso, il recupero di un credito non poteva essere prelevato dai fondi minimi necessari per la sopravvivenza della ricorrente, che in questo caso particolare erano pari al salario mensile minimo, come stabilito dall’articolo 668 ? 1 del Codice di Procedura Civile (cfr. paragrafo 11). La ricorrente considerava il salario mensile minimo come un importo indispensabile per l’acquisto di generi alimentari e articoli di base e, in quanto tale, sosteneva che non poteva essere oggetto di recupero.
18.La ricorrente ha sostenuto che il recupero mediante pignoramento della sua pensione di vecchiaia era contrario alla legge. Essa ha fatto riferimento all’art. 668 ? 1 del codice di procedura civile, che vieta il recupero presso una persona fisica qualora l’importo posseduto dal debitore non superi il salario mensile minimo, che all’epoca era pari a EUR 380, mentre la sua pensione di vecchiaia era pari a EUR 123 e quindi pi? di tre volte inferiore. A tale riguardo, la ricorrente non concordava con l’interpretazione data dal Governo a tale disposizione di legge (v. infra, punto 23). In particolare, la ricorrente ha insistito sul fatto che la suddetta disposizione di legge imponeva una restrizione permanente all’eventuale recupero in qualsiasi momento di un saldo di denaro, sia in contanti che in fondi depositati su conti bancari, che non superasse lo stipendio minimo mensile. Ci? significava che ogni volta, cio? ogni mese, prima di iniziare la procedura di esecuzione, l’ufficiale giudiziario doveva stimare l’importo di tutti i beni posseduti dal debitore in quel particolare momento di recupero, e prendere provvedimenti per il recupero solo nei confronti dei fondi che superavano il salario mensile minimo in quel particolare momento.
19. La ricorrente ha ammesso che lo scopo del sequestro dei suoi redditi era connesso all’esecuzione di una sentenza giudiziaria in base alla quale era stata ritenuta responsabile per aver causato danni pecuniari e non pecuniari. Tuttavia, a tale riguardo, la ricorrente riteneva che lo Stato l’avesse sottoposta alla fame e all’umiliazione privandola dei mezzi minimi necessari per sopravvivere, il che non poteva essere giustificato dall’intenzione dello Stato di dissuadere le persone dal compiere attivit? illegali. La dissuasione poteva essere ottenuta ricorrendo a metodi umanitari. Pertanto, le misure adottate per garantire l’attuazione di un’ordinanza del tribunale che richiede il pagamento di un risarcimento per i danni non potrebbero essere considerate come finalizzate a proteggere gli interessi individuali della vittima, o gli interessi generali pi? ampi della societ?.
20. Infine, la ricorrente ha ritenuto che l’onere che le ? stato imposto fosse sproporzionato. La ricorrente ha ammesso, all’inizio, che, oltre alla pensione di vecchiaia, nel periodo di tempo in questione aveva anche ricevuto regolarmente “un’assistenza sociale simbolica in denaro” sotto forma di un’indennit? sociale, sussidi per le spese di riscaldamento e per l’acqua, e le occasionali indennit? una tantum. Tuttavia, essa riteneva che il recupero non potesse essere effettuato con beni o fondi al di sotto del livello minimo, come la sua pensione di vecchiaia che, su base mensile, non superava lo stipendio minimo mensile, in quanto tali fondi erano ancora vitali per la sopravvivenza della ricorrente sulla stessa base mensile. Inoltre, la possibilit? di recuperare il debito da un reddito inferiore al salario mensile minimo non poteva essere giustificata dal fatto che lo Stato forniva altre forme di assistenza sociale alle persone bisognose in varie forme – come l’alloggio, varie indennit?, prestazioni sociali e mantenimento. Il ricorrente ha ritenuto che tutta l’assistenza sociale di questo tipo fosse diretta a garantire la sopravvivenza di base del beneficiario e non potesse essere considerata come concessa a una persona per coprire eventuali oneri aggiuntivi imposti dal recupero del credito. Ci? si applicherebbe anche ad altre prestazioni, come le spese di trasporto o il risarcimento dei costi dei medicinali, garantite sotto forma di sconti o esenzioni di cui potrebbero beneficiare le persone che hanno raggiunto l’et? pensionabile. In altre parole, lo scopo dell’intero pacchetto di prestazioni sociali concesso al richiedente nelle circostanze date era di assicurare la sopravvivenza della persona e non poteva essere impiegato come fonte per il recupero dei crediti.
21. Infine, a prescindere dal fatto che la responsabilit? della ricorrente per il debito provenga o meno dai suoi atti criminali, ci? non poteva essere una valida giustificazione per sottoporla alla fame e a trattamenti inumani. Una riduzione del venti o cinquanta per cento del reddito mensile della pensione di vecchiaia era per lei un onere insopportabile. Inoltre, sebbene l’ufficiale giudiziario non avesse ancora annunciato un’asta pubblica per l’appezzamento di terreno sequestrato, la ricorrente riteneva che, sottoponendola alla fame, lo Stato la costringesse a vendere l’appezzamento a un prezzo simbolico.
2. Il Governo
22. Il Governo ha convenuto che il reclamo del ricorrente rientrava nell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione, ma non ha ritenuto necessario stabilire quale regola specifica di tale articolo – se il controllo dell’uso della propriet? o la privazione della propriet? – debba essere applicata in questo caso (hanno anche fatto riferimento a Phillips, citato sopra).
23.Il Governo non ha contestato che il sequestro di parte del reddito del ricorrente al fine di garantire l’esecuzione dell’ordinanza del tribunale equivalesse ad un’interferenza con i beni del ricorrente. Tuttavia, tale interferenza era stata legittima: la responsabilit? della ricorrente per il debito aveva avuto origine dalla sua condanna, in base alla quale era stata obbligata a pagare il risarcimento dei danni da lei inflitti. Una parte – ossia il venti per cento – della pensione di vecchiaia della ricorrente era stata effettivamente sequestrata dall’ufficiale giudiziario in conformit? alle disposizioni del codice di procedura civile. In tale contesto, il Governo ha voluto spiegare alla Corte che la limitazione dell’importo da recuperare, come indicato dalla ricorrente, era solo una limitazione una tantum. Ci? era stato confermato dalla prassi della Corte Suprema. Di conseguenza, il recupero della pensione di vecchiaia del ricorrente era legittimo ed entro i limiti consentiti.
24. Inoltre, lo scopo del sequestro di parte del reddito del richiedente era legato all’esecuzione della sentenza del tribunale in base alla quale il richiedente era stato giudicato colpevole di aver commesso un reato e di aver inflitto danni pecuniari e non pecuniari. Pertanto, il sequestro mirava a garantire la protezione e il risarcimento alle vittime di un reato, che rientrava nell’interesse generale pi? ampio della societ?.
25. Il Governo ha sostenuto che il sistema giuridico nazionale aveva adeguatamente bilanciato gli interessi sia dei creditori che dei debitori. Valeva la pena sottolineare che, sebbene all’epoca la legge avesse previsto che fino al cinquanta per cento di una pensione potesse essere utilizzato per il recupero del debito, nel caso della ricorrente era stata dedotta dalla sua pensione solo la percentuale minima del venti per cento ai fini del recupero. Inoltre, la possibilit? di recuperare i crediti da un reddito inferiore al salario minimo poteva essere sostenuta dal fatto che lo Stato forniva assistenza sociale alle persone bisognose in varie forme – come la concessione di alloggi sociali o di varie indennit? e prestazioni sociali. Questa era stata proprio la situazione del richiedente. Inoltre, l’ufficiale giudiziario non aveva annunciato un’asta pubblica per quanto riguarda il terreno che era stato sequestrato alla ricorrente, ed essa aveva cos? avuto la possibilit? di organizzare la vendita di quel terreno alle sue condizioni. Nelle osservazioni dell’11 aprile 2019 il governo ha osservato che il terreno in questione non era ancora stato venduto all’asta pubblica (var?ytin?s). Infine, il governo ha indicato che la ricorrente aveva avuto la possibilit? di concordare un piano di pagamento accettabile con i suoi creditori.
26. Di conseguenza, l’onere imposto dalle misure adottate per il recupero del debito non era stato eccessivo.

B. La valutazione della Corte
1.Ammissibilit?
27.La Corte rileva che questa denuncia non ? manifestamente infondata n? inammissibile per altri motivi elencati nell’articolo 35 della Convenzione. Essa deve pertanto essere dichiarata ammissibile.

2.Meriti
28. La Corte osserva che il “possesso” oggetto della presente denuncia ? la somma di denaro, ossia tra i 20,24 e i 24,64 euro, che ? stata dedotta mensilmente dalla pensione di vecchiaia del ricorrente (cfr. il precedente paragrafo 7). Essa ritiene che la detrazione equivalga ad un’interferenza con il diritto della ricorrente al godimento pacifico dei suoi beni e che l’articolo 1 del Protocollo n. 1 sia quindi applicabile (cfr. Phillips, citato, ? 50). In effetti, le parti non hanno sostenuto il contrario.
29. La Corte esaminer? il caso alla luce del principio generale stabilito dalla prima regola dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 (cfr. Leki? c. Slovenia [GC], n. 36480/07, ? 93, 11 dicembre 2018). Ribadisce che il primo e pi? importante requisito dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 ? che ogni ingerenza di un’autorit? pubblica nel pacifico godimento dei beni sia lecita: la seconda frase del primo paragrafo autorizza una privazione dei beni solo “alle condizioni previste dalla legge” e il secondo paragrafo riconosce che gli Stati hanno il diritto di controllare l’uso dei beni facendo rispettare “le leggi”. Inoltre, lo Stato di diritto, uno dei principi fondamentali di una societ? democratica, ? insito in tutti gli articoli della Convenzione (ibidem, ? 94). Inoltre, qualsiasi ingerenza da parte di un’autorit? pubblica nel pacifico godimento dei beni pu? essere giustificata solo se serve un legittimo interesse generale (ibidem, ? 105). Infine, deve esistere un ragionevole rapporto di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo perseguito (cfr. G.I.E.M. S.R.L. e altri c. Italia [GC], nn. 1828/06 e 2 altri, ? 293, 28 giugno 2018). Il giusto equilibrio richiesto non sar? raggiunto quando l’interessato sopporta un onere individuale ed eccessivo (cfr. F?bi?n c. Ungheria [GC], n. 78117/13, ? 29, 5 settembre 2017, con ulteriori riferimenti).
30. Sebbene la ricorrente abbia insistito sul fatto che la detrazione dalla sua pensione di vecchiaia era contraria alla legge, il Tribunale non pu? sottoscrivere questa opinione. Essa fa riferimento alla prassi costante della Corte Suprema, su cui si ? basato anche il Governo, secondo la quale, mentre l’articolo 668 ? 1 del Codice di Procedura Civile limita il recupero del debito da una parte del reddito di una persona che scende al di sotto del salario mensile minimo, si tratta di una restrizione una tantum (cfr. paragrafi 12 e 14). Per quanto riguarda i fatti di questo caso, la Corte osserva che, mentre il mandato di esecuzione ? stato emesso dal tribunale il 24 novembre 2016 e l’ufficiale giudiziario lo ha presentato alla SODRA e notificato al ricorrente il 22 dicembre 2016, la prima detrazione dalla pensione di vecchiaia del ricorrente, secondo le informazioni fornite alla Corte dalle parti, ? stata effettuata solo il 20 gennaio 2017 (cfr. paragrafi 5 e 6). Inoltre, questa e le successive detrazioni sono state effettuate anche in conformit? all’art. 736 del Codice di Procedura Civile, che prevedeva che, in caso di risarcimento del danno alla salute, come nel caso del ricorrente, si potesse detrarre una percentuale compresa tra il venti e il cinquanta per cento della pensione (cfr. precedente paragrafo 11). Ci? premesso, la Corte ritiene che l’ingerenza nei diritti del richiedente ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione sia conforme alla legge.
31. In secondo luogo, la Corte non vede alcuna ragione per non essere d’accordo con il suggerimento del Governo secondo cui l’interferenza aveva uno scopo legittimo di proteggere gli interessi delle vittime del reato. In effetti, una dichiarazione analoga ? stata fatta dalla Corte Suprema in un altro caso, che, in qualche modo simile ai fatti del caso in questione, riguardava il recupero di denaro, anche se proveniente dal conto di un detenuto (cfr. il precedente paragrafo 12).
32. La Corte si sofferma infine sulla proporzionalit? dell’ingerenza. All’inizio, e a titolo di osservazione generale, la Corte fa riferimento alla sua precedente giurisprudenza secondo la quale, in linea di principio, non pu? sostituirsi alle autorit? nazionali nel valutare o rivedere il livello delle prestazioni finanziarie disponibili nell’ambito di un regime di assistenza sociale (cfr. Larioshina c. Russia ((dec.), n. 56869/00, 23 aprile 2002). Sebbene la situazione della ricorrente differisca da quella esaminata in quel caso, come nel caso di specie la ricorrente ha lamentato che il suo disagio era stato aggravato dal fatto che il venti per cento della sua gi? bassa pensione era stato detratto dallo Stato, la Corte non trascura il fatto che, a differenza del caso di Larioshina, l’attuale ricorrente si ? fatta carico di questa situazione “terrorizzando” i suoi vicini e causando loro un danno psicologico (cfr. paragrafo 4). Inoltre, il caso in questione non riguarda n? la perdita permanente e completa del diritto alla pensione della ricorrente n? la sua riduzione, ma piuttosto la detrazione di parte del suo pagamento mensile della pensione fino al rimborso del suo debito (cfr. F?bi?n, citato, ?? 74 e 76).
33. Per quanto riguarda i fatti del presente ricorso, il Tribunale rileva che il reddito complessivo della ricorrente nel periodo in questione non ? stato elevato (si veda il precedente paragrafo 8). Tuttavia, la ricorrente non ? riuscita a dimostrare la sua affermazione secondo cui la mancanza di fondi si sarebbe tradotta in un’effettiva sofferenza (cfr., mutatis mutandis, Budina c. Russia (dicembre), no. 45603/05, 18 giugno 2009). Inoltre, il Tribunale non pu? fare a meno di notare che, oltre alla pensione di vecchiaia, la ricorrente beneficiava di una serie di altri assegni sociali, anche per l’alloggio (dal 1993), per l’acqua e, almeno occasionalmente, per il cibo (cfr. paragrafi 9 e 10). Non ? stato sostenuto che vi siano stati ritardi nel pagamento di tali prestazioni o che vi siano state altre interferenze con i “beni” della ricorrente a tale riguardo, ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 (v. Larioshina, citata). Allo stesso modo, a partire dal 2019 la ricorrente riceve un’indennit? mensile di 60,47 euro, che ? quasi tre volte superiore alla somma che viene dedotta dalla sua pensione di vecchiaia (cfr. paragrafo 8). Stando cos? le cose, il Tribunale non pu? ritenere che la deduzione dalla pensione della ricorrente l’abbia lasciata priva di ogni mezzo di sussistenza (cfr. F?bi?n, citato, ? 78). In questo contesto, la Corte osserva inoltre che nel marzo 2019 pi? di un terzo del debito era gi? stato rimborsato.
34. Infine, la Corte osserva che la ricorrente ? proprietaria di un terreno che, sebbene sia stato pignorato dall’ufficiale giudiziario, non ? ancora stato venduto (cfr. paragrafi 5 e 25). Senza che sia necessario che il Tribunale faccia ipotesi sul probabile valore di tale appezzamento, il Tribunale ritiene che la ricorrente, qualora fosse effettivamente in difficolt? insormontabili a causa delle detrazioni operate sulla sua pensione di vecchiaia, abbia conservato il diritto di vendere l’appezzamento per estinguere il suo debito nei confronti delle vittime del suo reato. Tuttavia, la ricorrente non ha preso alcun provvedimento in tal senso per alleviare la sua situazione finanziaria (cfr. anche, mutatis mutandis, F?bi?n, citato, ?? 76 e 77).
35. Alla luce di quanto precede, il Tribunale non pu? ritenere che le misure di recupero dei crediti adottate in relazione alla sua pensione di vecchiaia, sorte in seguito al reato commesso dalla ricorrente, abbiano imposto alla ricorrente un onere eccessivo e, di conseguenza, turbato l’equilibrio che deve essere raggiunto tra la tutela del diritto di propriet? e le esigenze dell’interesse generale.
36. Di conseguenza, non vi ? stata alcuna violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione.

PER QUESTI MOTIVI, IL GIUDICE, ALL’UNANIMIT?,

Dichiara il ricorso ammissibile;
Dichiara che non vi ? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto l’11 febbraio 2020, ai sensi dell’articolo 77 ?? 2 e 3 del Regolamento della Corte.

Stanley Naismith Robert Spano
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

CASE OF ?EIKO v. LITHUANIA

(Application no. 82968/17)

JUDGMENT

Art 1 P1 ? Peaceful enjoyment of possessions ? Recovery of damages arising from crime committed by applicant by deducting twenty per cent of her old-age pension on a monthly basis ? Legitimate aim of protecting interests of victims of crime ? Applicant not left devoid of all means of subsistence

STRASBOURG

11 February 2020

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of ?eiko v. Lithuania,

The European Court of Human Rights (Second Section), sitting as a Chamber composed of:

Robert Spano, President,
Marko Bo?njak,
Egidijus K?ris,
Ivana Jeli?,
Arnfinn B?rdsen,
Saadet Y?ksel,
Peeter Roosma, judges,
and Stanley Naismith, Section Registrar,

Having regard to:
the application against the Republic of Lithuania lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by a Lithuanian national, Ms Galina ?eiko (?the applicant?), on 5 December 2017;
the decision to give notice of the application to the Lithuanian Government (?the Government?);
the parties? observations;
Having deliberated in private on 21 January 2020,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:

INTRODUCTION

The case concerns the recovery of damages from the applicant?s old age pension, which she sees as unlawful and causing her insurmountable hardship.

THE FACTS

1. The applicant was born in 1950 and lives in Kretinga. She was granted legal aid and was represented by Ms L. Gudait?, a lawyer practising in Vilnius.
2. The Government were represented by their Agent, Ms L. Urbait?.
3. The facts of the case, as submitted by the parties, may be summarised as follows.
4. By a judgment of 31 December 2014, the Kretinga Region District Court convicted the applicant, who was an old-age pensioner, under Article 138 ?? 2 (5) and 5 and Article 145 ? 2 of the Criminal Code, of minor psychological injury to and terrorising (?mogaus terorizavimas) a neighbouring family who lived in the apartment above. It was established that, over a period of one year and one month, on dozens of occasions the applicant had wrongfully informed on her neighbours? family to the police and to the municipal and child care authorities, which had caused one of those neighbours to suffer fear and post-traumatic stress disorder, which had eventually developed into medium-severity and then severe depression. Another member of that neighbouring family ? a minor ? also suffered from post-traumatic stress disorder as a consequence of the applicant?s actions. The applicant was sentenced to two years and six months of imprisonment, with the execution of the sentence being suspended for two years. She was also ordered not to approach the victims. The court also partly granted a civil claim lodged by one of the victims in the criminal proceedings for compensation for pecuniary and non-pecuniary damage, awarding an amount of 5,908 euros (EUR). Appeals lodged against that decision by the applicant were dismissed by the appellate court in 2015 and by the cassation court in 2016.
5. Afterwards, on 24 November 2016, the Kretinga Region District Court issued a writ of execution. The applicant was encouraged by the bailiff to pay the amount owed in compensation. As the compensation was not paid within the prescribed time, the bailiff seized the applicant?s property, namely a plot of land of 0.06 hectares.
6. On 22 December 2016 the bailiff also sent a letter regarding the recovery of the debt to the Kretinga division of the State Social Care Insurance (SODRA), seeking to recover the sums owed by the applicant by means of seizing twenty per cent of her monthly old-age pension.
7. As confirmed by the applicant, between 20 January 2017 and 13 March 2019, a total of EUR 2,019 was recovered from her. Of that amount, during that period, the monthly sums deducted from the applicant?s old-age pension varied from EUR 20.24 to EUR 24.64.
8. As noted by the Government in their observations of 11 April 2019, and confirmed by the applicant in her observations in reply of 24 May 2019, at the time of those observations, the applicant was in receipt of a monthly old-age pension of EUR 123.21.

In addition to that, as of 2019 the applicant has also been receiving a monthly allowance of EUR 60.47, from which the debt has not been recovered.
9. The applicant also confirmed that as of 1993 she had been provided with municipal housing by the municipal authorities of the Kretinga region. As of December 2016 the applicant had to pay EUR 11.02 for that housing each month.
10. The parties also agreed that, in addition to her old-age pension, the applicant also received other monetary income from social assistance: a monthly social welfare allowance (socialin? pa?alpa) of EUR 5, which was paid between January 2018 and March 2019, and a monthly social security pension (?alpos pensija) of EUR 2.59, which was paid in December 2016 and between January 2018 and March 2019. In addition to that, in January 2018 she received a one-time lump sum of EUR 76, and in January 2019 she received another one-time lump sum of EUR 114.
In 2017 the difference between the amount of the applicant?s actual income and the level of State-supported income was not sufficiently significant, thus the above-mentioned social benefits were not paid.

RELEVANT LEGAL FRAMEWORK AND PRACTICE

The Code of Civil Procedure
11. As concerns the execution of court decisions, the Code of Civil Procedure, in so far as relevant, reads as follows:

Article 663. Restrictions on recovering a debt from the property of a physical person
?1. A sum of money may not be recovered by seizing a debtor?s property if the debtor can provide the bailiff with proof that the debt can be cleared within six months by making deductions in line with the percentages laid down in Article 736 of the Code, from the debtor?s salary, pension, scholarship or other income. In such circumstances, the bailiff may seize the debtor?s property … [only] if it appears that the deductions from the debtor?s salary, pension, scholarship or other income would not be sufficient to execute the court decision.
2. Periodical payments (periodin?s i?mokos) can also be directly recovered from the debtor?s salary, pension, scholarship or other income, if they can be recovered by making the deductions referred to in Article 736 of this Code. …?

Article 643. Rights of a debtor

?A debtor shall be entitled:

1) to be personally involved, or involved through his representatives, in the steps taken for execution;

4) to dispute the ownership of property or its valuation;
5) to appeal against the actions of a bailiff;
6) to submit requests … ;
7) to conclude out-of-court settlements; …?

Article 668. Property which may not be seized for debt recovery

?1. When recovering a debt from a natural person, no recovery steps can be taken against … property which is indispensable for the debtor?s or his or her family?s subsistence … In addition, no recovery steps can be taken against an amount of money that does not exceed the minimum monthly salary …?

Article 736. Size of deductions to be taken from debtor?s salary or other income

?1. Deductions of a part of a debtor?s salary, or analogous payments and allowances, which do not exceed the minimum monthly salary as fixed by the Government, shall be made under the writ of execution until the recoverable amounts are recovered in full:
1) in relation to recovering periodical maintenance payments, compensation for damage to health … as well as for compensation for damage caused by criminal acts ? up to fifty per cent, unless otherwise indicated in the writ of execution or established by law or a court;
2) in relation to all other recoveries ? up to twenty per cent, unless otherwise indicated in the writ of execution or established by law or a court.

2. Seventy per cent can be deducted from the part of the salary, or analogous benefits, exceeding the minimum monthly salary as set by the Government, unless otherwise established by law or a court. …?

Article 736. Size of deductions to be taken from debtor?s salary or other income (as in force from 1 December 2018)

?1. Deductions of a part of a debtor?s salary, or analogous payments and allowances, which do not exceed the minimum monthly salary as fixed by the Government, shall be made under the writ of execution until the recoverable amounts are recovered in full:
1) in relation to recovering periodical maintenance payments, compensation for damage to health … up to thirty per cent, unless otherwise indicated in the writ of execution or established by law or court;
2) in relation to all other recoveries ? up to twenty per cent, unless otherwise indicated in the writ of execution or established by law or court. …?

Article 737. Recovery from the debtor?s other income, analogous to a salary

?The rules relating to recovery from a salary shall also apply when recovery is made from the debtor?s:

7) pensions.?

Article 739. Sums of money which are not subject to recovery

?It is not permitted to recover a debt from sums paid to the debtor as:

6) under the Law on State Social Allowances and other allowances and compensation paid from State or municipal budgets for the social care of indigent persons.?

The Supreme Court?s case-law
12. On 19 December 2017 the enlarged chamber of the Supreme Court in case no. 3K-7-315-421/2017 examined the situation concerning the recovery of money from a prisoner?s account, which had originally been transferred into that account by other persons (such as the prisoner?s family members, although the Supreme Court did not specify). The Supreme Court firstly noted that the restriction set out in Article 668 ? 1 of the Code of Civil Procedure aimed to safeguard the interests of the debtor so that, when the recovery process was started, the debtor would have a sufficient sum at his disposal to satisfy his basic needs and the minimum amount required for subsistence. That restriction also aimed to balance the interests of the creditor and the debtor, in order to ensure that the debtor?s rights were not breached.
That being so, such a restriction requiring the recovery of sums exceeding the value of one minimum monthly salary was a ?one-time restriction? (vienkartinis apribojimas). The Supreme Court also held that the law did not provide for any exceptions which would mean that recovery from the accounts of persons serving a prison sentence would be performed any differently from recovery from those persons who were not in prison. The fact that the debtor in that case ? a prisoner ? had been provided with clothing and food in prison, was irrelevant.
13. On 28 February 2018 the Supreme Court, in case no. 3K-3-74-313/2018, again examined the situation concerning the recovery of money from a prisoner?s account. The Supreme Court pointed out that a prisoner?s right to obtain money transfers and to have cash brought into the correctional institution had been established in Article 98 of the Code for the Execution of Sentences. Such money would then be placed in the prisoner?s account at the correctional institution and was his property, which the prisoner could then use to satisfy his basic needs. Neither the Code for the Execution of Sentences nor the Code of Civil Procedure or other laws prohibited debt recovery from such money.
14. The Supreme Court then reiterated that, under Article 668 ? 1 of the Code of the Civil Procedure, debts could not be recovered from a sum of money that did not exceed one minimum monthly salary. However, that was a ?one-time restriction?. If, after the recovery process had been initiated, the bailiff established that the debt to be recovered was larger than the sums recovered on the first attempt, the bailiff could then take recovery steps against the debtor?s salary or any other income which the debtor would receive in the future. In relation to that future income, money transferred into a prisoner?s account by other persons fell into the category of ?other income? under Article 736 of the Code of Civil Procedure, which could then be the object of recovery under the rules set out in that Article (the Supreme Court referred to its earlier ruling of 19 December 2017, cited above).

THE LAW

ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 TO THE CONVENTION
15. The applicant complained, under Article 3 of the Convention, that the recovery of damages from her old-age pension, by deducting one-fifth of it, was unlawful and had caused her insurmountable hardship.
16. The Court decides to examine the applicant?s complaint under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, which reads as follows:

?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.

The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?

The submissions by the parties
The applicant
17. The applicant firstly contended that, having regard to the purpose of the restriction on the applicant?s income, her complaint fell to be assessed from the perspective of the third rule of Article 1 of Protocol No. 1 ? the control of the use of property (she referred to Phillips v. the United Kingdom, no. 41087/98, ? 51, ECHR 2001?VII). The applicant also admitted that in that area the State enjoyed a wide margin of appreciation, especially in the absence of a consensus among the Member States as concerns the income or level of income from which there can be no recovery of damages. That being so, she also pleaded that, even in the absence of such a consensus, recovery of a debt could not be taken from the minimum funds required for the applicant?s survival, which in this particular case were equal to the minimum monthly salary, as stated in Article 668 ? 1 of the Code of Civil Procedure (see paragraph 11 above). The applicant viewed the minimum monthly salary as an indispensable amount for buying food and basic items and, as such, she argued that it could not be the object of recovery.
18. The applicant asserted that recovery by attachment of her old-age pension had been against the law. She referred to Article 668 ? 1 of the Code of Civil Procedure, which prohibited recovery from a natural person where the amount possessed by the debtor did not exceed the minimum monthly salary, which at the relevant time was EUR 380, whereas her old?age pension was equal to EUR 123 and thus was more than three times lower. In that regard the applicant disagreed with the Government?s interpretation of that legal provision (see paragraph 23 below). Namely, the applicant insisted that the aforementioned legal provision imposed a permanent restriction on any recovery being made at any given time from a balance of money, both in cash and funds kept in bank accounts, which did not exceed the minimum monthly salary. This meant that each time, that is every month, before commencing the execution procedure, the bailiff had to estimate the amount of all the assets possessed by the debtor at that particular moment of recovery, and only take steps for recovery against such funds as exceeded the minimum monthly salary at that particular point in time.
19. The applicant admitted that the purpose of the seizure of her income was related to the execution of a court judgment under which she had been found liable for having caused pecuniary and non-pecuniary damage. However, in that regard the applicant believed that the State had subjected her to starvation and humiliation by depriving her of the minimum means necessary to survive, which could not be justified by the State?s intention to deter persons from illegal activities. Deterrence could be achieved by employing humane methods. Thus, the measures taken to ensure the implementation of a court order requiring the payment of compensation for damage could not be considered as aiming to protect the individual interests of the victim, or the broader general interests of society.
20. Lastly, the applicant considered that the burden imposed on her had been disproportionate. The applicant admitted, at the outset, that in addition to her old-age pension, over the relevant period of time she had also been in regular receipt of ?symbolic monetary social assistance? in the form of a social welfare allowance, subsidies for heating and water costs, and the occasional one-time allowances. Nevertheless, she considered that recovery could not be made from assets or funds below the minimum level, such as her old-age pension which, on a monthly basis, did not exceed the minimum monthly salary, because those funds were still vital for the applicant?s survival on the same monthly basis. Moreover, the possibility of recovering the debt from income that was lower than the minimum monthly salary could not be justified by the fact that the State provided other social assistance to persons in need in various forms ? such as housing, various allowances, social benefits and maintenance. The applicant considered that all such social assistance was directed at ensuring the recipient?s basic survival, and could not be viewed as being granted to a person in order to cover any additional burden imposed by the recovery of debt. This would also be applicable to other benefits, such as transport costs or compensation for medication costs, guaranteed in the form of discounts or exemptions which could be enjoyed by people who had reached retirement age. In other words, the purpose of the entire social welfare package awarded to the applicant under the given circumstances was to ensure the person?s survival, and it could not be employed as a source to recover debts.
21. Lastly, regardless of whether the applicant?s liability for the debt originated from her criminal acts, that could not be a valid justification for subjecting her to starvation and inhuman treatment. A reduction of either twenty or fifty per cent in her monthly income from her old-age pension was an unbearable burden for her. Moreover, although the bailiff had not yet announced a public auction with regard to the plot of land that had been seized, the applicant considered that, by subjecting her to starvation, the State was forcing her to sell that plot for a symbolic fee.

The Government
22. The Government agreed that the applicant?s complaint fell under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, but did not consider it necessary to establish which specific rule of that Article ? whether control of the use of property or deprivation of property ? should be applied in this case (they also referred to Phillips, cited above).
3. The Government did not contest that the seizure of part of the applicant?s income in order to ensure the execution of the court order amounted to an interference with the applicant?s possessions. However, that interference had been lawful: the applicant?s liability for the debt had originated in her conviction whereby she had been obliged to pay compensation for damage that she had inflicted. Part ? namely twenty per cent ? of the applicant?s old age pension had effectively been seized by the bailiff in accordance with the provisions of the Code of Civil Procedure. In that context the Government wished to explain to the Court that the restriction on the amount to be recovered, as referred to by the applicant, was only a one-time restriction. That had been confirmed by the Supreme Court?s practice. Accordingly, the recovery from the applicant?s old-age pension had been lawful and within permissible limits.
24. Furthermore, the purpose of the seizure of part of the applicant?s income was linked to the execution of the court?s judgment whereby the applicant had been found to have committed a crime and to have inflicted pecuniary and non-pecuniary damage. Hence, the seizure aimed to secure protection and redress for the victims of a crime, which fell within the broader general interest of society.
25. The Government argued that the domestic legal system had properly balanced the interests of both creditors and debtors. It was worth pointing out that, although at the relevant time the law had provided that up to fifty per cent of a pension could be used for the recovery of debt, in the applicant?s case only the minimum proportion of twenty per cent had been deducted from her pension for the purposes of recovery. Furthermore, the possibility of recovering debts from income which was lower than the minimum salary could be supported by the fact that the State provided social assistance to persons in need in a variety of forms ? such as granting them social housing or various allowances and social benefits. That had been precisely the applicant?s situation. In addition, the bailiff had not announced a public auction with regard to the plot of land that had been seized from the applicant, and she thus had had an opportunity to organise the sale of that land on her own terms. In their observations of 11 April 2019 the Government noted that the plot of land in question had not yet been sold at public auction (var?ytin?s). Lastly, the Government indicated that the applicant had had the opportunity to agree an acceptable payment plan with her creditors.
26. As a result, the burden imposed by the steps taken to recover the debt had not been excessive.

The Court?s assessment
Admissibility
27. The Court notes that this complaint is neither manifestly ill-founded nor inadmissible on any other grounds listed in Article 35 of the Convention. It must therefore be declared admissible.

Merits
28. The Court observes that the ?possession? which forms the object of this complaint is the sum of money, namely between EUR 20.24 and EUR 24.64, which was deducted from the applicant?s old-age pension on a monthly basis (see paragraph 7 above). It considers that the deduction amounted to an interference with the applicant?s right to the peaceful enjoyment of her possessions and that Article 1 of Protocol No. 1 is therefore applicable (see Phillips, cited above, ? 50). Indeed, the parties did not argue to the contrary.
29. The Court will examine the case in the light of the general principle laid down in the first rule of Article 1 of Protocol No. 1 (see Leki? v. Slovenia [GC], no. 36480/07, ? 93, 11 December 2018). It reiterates that the first and most important requirement of Article 1 of Protocol No. 1 is that any interference by a public authority with the peaceful enjoyment of possessions should be lawful: the second sentence of the first paragraph authorises a deprivation of possessions only ?subject to the conditions provided for by law? and the second paragraph recognises that States have the right to control the use of property by enforcing ?laws?. Moreover, the rule of law, one of the fundamental principles of a democratic society, is inherent in all the Articles of the Convention (ibid., ? 94). Furthermore, any interference by a public authority with the peaceful enjoyment of possessions can only be justified if it serves a legitimate general interest (ibid., ? 105). Finally, there must exist a reasonable relationship of proportionality between the means employed and the aim sought to be realised (see G.I.E.M. S.R.L. and Others v. Italy [GC], nos. 1828/06 and 2 others, ? 293, 28 June 2018). The requisite fair balance will not be struck where the person concerned bears an individual and excessive burden (see F?bi?n v. Hungary [GC], no. 78117/13, ? 29, 5 September 2017, with further references).
30. Although the applicant insisted that the deduction from her old-age pension had been against the law, the Court cannot subscribe to this view. It refers to the consistent practice of the Supreme Court, which was also relied on by the Government, to the effect that whilst Article 668 ? 1 of the Code of Civil Procedure restricts the recovery of debt from such part of a person?s income that falls below the minimum monthly salary, this is a one-time restriction (see paragraphs 12 and 14 above). On the facts of this case, the Court observes that whilst the writ of execution was issued by the court on 24 November 2016 and the bailiff submitted it to the SODRA and served it on the applicant on 22 December 2016, the first deduction from the applicant?s old-age pension, according to the information furnished to the Court by the parties, did not take place until 20 January 2017 (see paragraphs 5 and 6 above). Furthermore, that and subsequent deductions were also in compliance with Article 736 of the Code of Civil Procedure, which stipulated that in the case of compensation for damage to health, as was the situation in the applicant?s case, between twenty and fifty per cent of a pension could be deducted (see paragraph 11 above). That being so, the Court finds that the interference with the applicant?s rights under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention was in accordance with the law.
31. Secondly, the Court sees no reason to disagree with the Government?s suggestion that the interference had a legitimate aim of protecting the interests of the victims of the crime. Indeed, a similar statement has been made by the Supreme Court in another case, which, somewhat similarly to the facts of the instant case, concerned the recovery of money, albeit from a prisoner?s account (see paragraph 12 above).
32. The Court lastly turns to the proportionality of the interference. At the outset, and by a way of general observation, the Court refers to its earlier case-law to the effect that, in principle, it cannot substitute itself for the national authorities in assessing or reviewing the level of financial benefits available under a social assistance scheme (see Larioshina v. Russia ((dec.), no. 56869/00, 23 April 2002). Although the applicant?s situation differs from that examined in that case, as in the instant case the applicant complained that her hardship had been aggravated by the fact that twenty per cent of her already low pension was being deducted by the State, the Court does not overlook the fact that, unlike in the case of Larioshina, the present applicant brought this situation on herself by ?terrorising? her neighbours and causing them psychological injury (see paragraph 4 above). Moreover, the case at hand does not concern either the permanent, complete loss of the applicant?s pension entitlement or the reduction thereof but rather deduction of part of her monthly pension payment until she repays her debt (see F?bi?n, cited above, ?? 74 and 76).
33. On the facts of the present application, the Court notes that the applicant?s total income over the period in question was not high (see paragraph 8 above). However, the applicant has failed to substantiate her allegation that the lack of funds translated itself into actual suffering (see, mutatis mutandis, Budina v. Russia (dec.), no. 45603/05, 18 June 2009). Furthermore, the Court cannot but note that, besides her old-age pension, the applicant was in receipt of a number of other social allowances, including for housing (as of 1993), for water, and, at least on occasion, for food (see paragraphs 9 and 10 above). It has not been alleged that there were any delays in the payment of those benefits or that there had been any other interference with the applicant?s ?possessions? in this respect, within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1 (see Larioshina, cited above). Likewise, as of 2019 the applicant has been receiving a monthly allowance of EUR 60.47, which is almost three times more than the sum being deducted from her old-age pension (see paragraph 8 above). That being so, the Court cannot find that the deduction from the applicant?s pension left her devoid of all means of subsistence (see F?bi?n, cited above, ? 78). In this context the Court also notes that by March 2019 more than one third of the debt had already been repaid.
34. Lastly, the Court observes that the applicant is the owner of a plot of land which, although it has been seized by the bailiff, has not yet been sold (see paragraphs 5 and 25 above). Without it being necessary for the Court to speculate as to the likely value of that plot, the Court considers that the applicant, if she was indeed suffering an unsurmountable hardship due to the deductions being made from her old-age pension, retained the right to sell that plot in order to clear her debt to the victims of her crime. However, the applicant did not take any such steps in order to alleviate her financial situation (see also, mutatis mutandis, F?bi?n, cited above, ?? 76 and 77).
35. In the light of the foregoing, the Court is unable to find that the debt recovery steps taken in respect of her old-age pension, which arose as a result of the crime committed by the applicant, imposed an excessive burden on the applicant and accordingly upset the balance that must be struck between the protection of the right of property and the requirements of the general interest.
36. There has accordingly been no violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.

FOR THESE REASONS, THE COURT, UNANIMOUSLY,

Declares the application admissible;
Holds that there has been no violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.
Done in English, and notified in writing on 11 February 2020, pursuant to Rule 77 ?? 2 and 3 of the Rules of Court.

Stanley Naismith Robert Spano
Registrar President

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  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
    - Per richiederla cliccate qui: Colloquio telefonico gratuito
  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
    - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
    - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
    - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 14/09/2024