Conclusione Resto inammissibile; Violazione di P1-1; Restituzione della proprietà contestata o assegnazione finanziaria; danno Patrimoniale e non-patrimoniale – assegnazione
QUINTA SEZIONE
CAUSA DICHEV C. BULGARIA
(Richiesta n. 1355/04)
SENTENZA
STRASBOURG
27 gennaio 2011
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.
Nella causa Dichev c. Bulgaria,
La Corte europea dei Diritti umani (quinta Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Pari Lorenzen, Presidente,
Karel Jungwiert il Mark Villiger, Isabelle Berro-Lefèvre, Mirjana Lazarova Trajkovska, Zdravka Kalaydjieva, Ganna Yudkivska, giudici, e Claudia Westerdiek, Cancelliere di Sezione,
Avendo deliberato in privato il 6 gennaio 2011,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 1355/04) contro la Repubblica della Bulgaria depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino bulgaro, il Sig. T. I. D. (“il richiedente”), il 27 dicembre 2003.
2. Il richiedente fu rappresentato dalla Sig.ra S. V.-G., un avvocato che pratica a Sofia. Il Governo bulgaro (“il Governo”) fu rappresentato dal suo Agente, la Sig.ra S. Atanasova, del Ministero di Giustizia.
3. Il richiedente addusse, in particolare, che per un certo numero di anni lui non era stato in grado di ottenere la consegna di un garage dovutogli come risarcimento sotto un ordine di espropriazione emesso nel 1979.
4. Il 3 settembre 2008 il Presidente della quinta Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29 § 3 della Convenzione, come formulato prima del 1 giugno 2010).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
5. Il richiedente nacque nel 1935 e vive a Sofia. Lui era uno dei tre comproprietari di un alloggio con cortile ed un garage ubicato in questo.
6. Il 24 luglio 1979 il sindaco di Sofia decise di espropriare l’alloggio ed il garage nella prospettiva di costruire molti edifici residenziali. Il suo ordine era basato sulla sezione 98(1) dell’Atto di Pianificazione Territoriale ed Urbana del 1973 (“l’Atto del 1973”-vedere paragrafo 20 sotto), e disse che il richiedente sarebbe stato compensato con un appartamento ed un garage in un edificio che il Ministero dell’Interno intendeva costruire.
7. Le proprietà espropriate furono valutate a 14,639.07 vecchi lev bulgari (BGL)1. In seguito a dei procedimenti di controllo giurisdizionale introdotti dal richiedente e dagli altri comproprietari, il 16 novembre 1981 la Corte Urbana di Sofia aumentò la valutazione a BGL 30,004.65.
8. Nel frattempo, con un ordine supplementare del 2 luglio 1980 basato sulla sezione 100 dell’Atto del 1973 (vedere paragrafo 20 sotto), il sindaco indicò l’ esatto appartamento da consegnare al richiedente come risarcimento, specificando l’edificio in cui sarebbe stato ubicato e le suedimensioni esatte ed il prezzo.
9. L’appartamento fu costruito e consegnato al richiedente nel 1984.
10. Nel 1987 il richiedente fu informato di non essere stato compensato con un garage perché non ve ne era nessuno nell’edificio dove l’appartamento era ubicato. Fu confermato che gli sarebbe stato offerto un garage appena il Ministero dell’Interno avesse costruito un edificio con garage.
11. Il 21 gennaio 1999 il vice sindaco di Sofia invitò il Ministero a fornire un garage per il richiedente. In una lettera del 3 febbraio 1999 il Ministero rispose che non poteva soddisfare la richiesta del richiedente perché i suoi edifici non avevano garage.
12. Il 29 dicembre 1999 il richiedente richiese al municipio di compensarlo con un altro garage, o fare una nuova valutazione del garage espropriato, basata sul suo prezzo di mercato corrente, e di compensarlo tramite denaro sulla base di quella nuova valutazione. Il 13 luglio 2000 il vice sindaco chiese ad una società municipale di eseguire una nuova valutazione del garage. In un rapporto dell’ agosto 2000 tre esperti assunti da questa società lo valutò a 14,867 nuovi lev bulgari (BGN). Comunque, il municipio non agì sulla base questo rapporto e non compensò il richiedente tramite denaro.
13. Il 22 novembre 2000 il richiedente richiese di essere compensato tramite contanti sulla base della nuova valutazione. Il municipio non rispose.
14. Il 27 dicembre 2000 il richiedente chiese un controllo giurisdizionale. Lui si riferì alla sua richiesta del 29 dicembre 1999 ed incluse una copia di questa, ma non menzionò la richiesta che lui aveva fatto il 22 novembre 2000.
15. In una sentenza del 13 novembre 2001 la Corte Urbana di Sofia esaminò la richiesta sui meriti e la respinse, sostenendo che al tempo in cui il richiedente aveva richiesto una nuova valutazione – il 29 dicembre 1999-non c’era stata nessuna base legale per concedere tale richiesta.
16. Il richiedente fece appello. La Corte amministrativa Suprema ascoltò il ricorso il 26 marzo 2002. All’ udienza il consigliere del municipio dibatté che la sentenza della Corte Urbana di Sofia aveva ragione, e che al tempo in cui il richiedente aveva fatto la sua richiesta non c’era base legale per richiedere una nuova valutazione. L’accusatore pubblico che prese parte ai procedimenti ex officio presentò che la richiesta per il controllo giurisdizionale era stata fatta fuori termini e non avrebbe dovuto essere esaminata sui meriti.
17. Il 22 aprile 2002 la Corte amministrativa Suprema annullò la sentenza della Corte Urbana di Sofia e dichiarò la richiesta per controllo giurisdizionale inammissibile (реш. № 3957 от 22 април 2002 г. по адм. д. № 858/2002 г., ВАС, ІІ о.). Trovò che la richiesta, come evidente dal suo testo, era stata diretta contro un rifiuto tacito di accordare la richiesta del 29 dicembre 1999, non contro un tacito rifiuto di accordare la richiesta del 22 novembre 2000. Era stato fatta perciò fuori termini. Sotto gli articoli di procedura amministrativa, il municipio avrebbe dovuto rispondere alla richiesta entro un mese. Il suo insuccesso nel fare così, che era corrisposto ad un rifiuto tacito, avrebbe potuto essere impugnato più tardi tramite controllo giurisdizionale non più tardi di due settimane dopo la scadenza di quella di un mese. La richiesta era stata depositata molto dopo ciò, il 27 dicembre 2000. Il Corte Urbana di Sofia non avrebbe dovuto esaminare perciò i meriti.
18. Nelle sentenze del 27 marzo e del 29 ottobre 2003 (реш. № 2951 от 27 март 2003 г. по адм. д. № 7460/2002 г., ВАС, петчленен състав, реш. № 9625 от 29 октомври 2003 г. по адм. д. № 5877/2003 г., ВАС, петчленен състав) la Corte amministrativa Suprema respinse due richieste da parte del richiedente per far riaprire i procedimenti.
19. Il 7 maggio 2002 il richiedente esortò nel frattempo, il municipio ad offrirgli il risarcimento richiesto in contanti . In una lettera del 3 giugno 2002 il vice sindaco, riferendosi ai procedimenti di controllo giurisdizionale ha informato il richiedente che il sindaco ancora non aveva emesso una decisione che prevedeva che lui venisse compensato in contanti.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
20. Un riassunto del diritto nazionale attinente può essere trovato nei paragrafi 72-79 della sentenza della Corte in Kirilova ed Altri c. Bulgaria (N. 42908/98, 44038/98, 44816/98 e 7319/02 9 giugno 2005).
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1
21. Il richiedente si lamentò che per un numero di anni lui non era stato in grado di ottenere il risarcimento a riguardo del garage espropriato nel 1979. Lui si appellò all’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 che prevede come segue:
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
A. Le osservazioni delle parti
22. Il Governo presentò che questa causa differiva da Kirilova ed Altri (citata sopra), perché il richiedente aveva ricevuto l’appartamento dovutogli sotto l’ordine di espropriazione nel dovuto tempo, e non aveva solamente ricevuto il garage in concomitanza che era solamente una piccola parte del risarcimento dovuto per la sua proprietà espropriata. Il ritardo nella consegna del garage non era stato inoltre, così tanto causato dall’incapacità delle autorità nel fornirlo, ma al modo incompetente in cui il richiedente aveva cercato di rivendicare i suoi diritti. Lui non aveva fatto una richiesta per una nuova valutazione sino al 1999 e non era riuscito neanche a farlo in seguito nella forma corretta. Ciò aveva contribuito indubbiamente all’insuccesso del municipio nel soddisfare la sua richiesta. La sua conseguente richiesta per controllo giurisdizionale e ricorso era stata poco chiara ed incompetentemente redatta. Lui aveva chiesto poi ripetutamente la riapertura che non era chiaramente una via appropriata di compensazione. Lui aveva rimandato così i procedimenti di risarcimento di almeno tre anni. Ciononostante, quei procedimenti non erano finiti, ed alla loro chiusura lui avrebbe ricevuto il risarcimento in contanti.
23. Il richiedente presentò che il Governo in modo non permissibile stava mescolando l’appartamento ed il garage che erano proprietà separate. Lui aveva ricevuto davvero l’appartamento, ma non il garage che ancora dovutogli. Nella sua prospettiva, lui si era avvalso correttamente delle procedure disponibili per ottenere la compensazione per l’insuccesso di vecchia data delle autorità nel consegnare il garage, mentre le autorità avevano per numerosi anni tentato di impedire i suoi sforzi a quel riguardo.
B. La valutazione della Corte
24. La Corte considera che l’azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 (a) della Convenzione o inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarato perciò ammissibile.
25. Sui meriti, la Corte comincia con il notare che la causa non concerne l’appartamento dovuto al richiedente sotto gli ordini di espropriazione e di risarcimento del 1979 e del 1980 (vedere paragrafi 6 e 8 sopra). Questo appartamento fu costruito e consegnatogli nel 1984 (vedere paragrafo 9 sopra), molto prima che il Protocollo N.ro 1 entrasse in vigore a riguardo della Bulgaria il 7 settembre 1992 e prima che il richiedente depositasse la sua richiesta nel 2003. Né la Corte è competente ratione temporis per esaminare le questioni che si riferiscono alla presa della proprietà del richiedente nel 1979 o alla sufficienza del risarcimento assegnato a quel tempo (vedere Kirilova ed Altri, citata sopra, §§ 86 e 105).
26. Comunque, il garage dovuto al richiedente sotto l’ordine del 1979 (vedere paragrafo 6 sopra) evidentemente non è ancora stato costruito e consegnato. Questo ordine creò un diritto che si qualifica come una “proprietà”, e l’insuccesso delle autorità nel soddisfarlo fino ad oggi corrispondono ad una situazione continua che deve essere esaminata sotto la prima frase del primo paragrafo dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 (ibid., §§ 86, 104 e 105).
27. Per accertare se lo Stato bulgaro si è attenuto coi suoi obblighi sotto questa disposizione, la Corte deve esaminare se ha previsto un equilibrio equo fra l’interesse generale ed i diritti del richiedente (ibid., § 106). Dei ritardi molto lunghi nel pagamento del risarcimento, insieme alla mancanza di volontà delle autorità di chiarire la questione, sono fattori, fra altri che possono sconvolgere questo equilibrio (ibid, § 123).
28. Il diritto del richiedente nacque trentun anni fa, diciotto dei quali rientrano all’interno della giurisdizione temporale della Corte. Tale periodo lungo chiaramente sembra ingiustificato. In tutto quel tempo il richiedente fu messo di fronte all’atteggiamento passivo delle autorità che lo lasciarono in una posizione di incertezza in merito a se o a quando lui avrebbe ricevuto il risarcimento che gli era stato concesso.
29. Contrariamente a ciò che è stato suggerito dal Governo, la Corte non trova indicazione che il richiedente fosse stato responsabile per quel ritardo. In primo luogo, lui non può essere biasimato per non aver tentato prima di richiedere il risarcimento sulla base di una valutazione nuova basata sul valore di mercato corrente del garage. Nella prospettiva del modo in cui le autorità e le corti hanno interpretato gli articoli applicabili al tempo, lui avrebbe potuto presumere ragionevolmente, che sarebbe stati improbabile per lui ottenerlo (ibid., § 115). Inoltre, quando la Corte Urbana di Sofia esaminò la causa del richiedente sui meriti, sostenne che non c’era stata neanche base legale per richiedere una nuova valutazione; su ricorso, il consigliere del municipio mantenne la stessa posizione (vedere paragrafi 15 e 16 sopra). In quelle circostanze, il richiedente legittimamente avrebbe potuto dubitare del fatto se le autorità attribuito qualsiasi effetto alla valutazione effettuata nell’ agosto 2000 (vedere paragrafo 12 sopra). In secondo luogo, non sembra che il modo in cui il richiedente perseguì i procedimenti di controllo giurisdizionale contribuì al ritardo. Quei procedimenti non impedirono alle autorità di trovare una soluzione appropriata al suo problema. Comunque, loro non intrapresero alcun passo in quella direzione, e fino al giugno 2002 lo informarono che nessun ordine era stato emesso perché venisse compensato per contanti (vedere paragrafo 19 sopra).
30. In cause come la presente spetta alle autorità agire nel dovuto tempo, ed in un modo appropriato e coerente. Invece, loro adottarono un atteggiamento passivo, lasciando il richiedente in un stato di incertezza in merito a se o a quando lui avrebbe ricevuto il risarcimento che gli era stato concesso ed opponendosi ai suoi tentativi di chiedere compensazione. Questo approccio non può essere considerato compatibile con gli obblighi dello Stato sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 (ibid., §§ 121 e 123).
31. C’è stata perciò una violazione di quella disposizione.
II. ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE DELLA CONVENZIONE
A. L’esame della richiesta per controllo giurisdizionale
32. Il richiedente si lamentò che dichiarando inammissibile la sua richiesta per controllo giurisdizionale la Corte amministrativa Suprema l’aveva spogliato di un accesso effettivo ad una corte.
33. La Corte considera che questa azione di reclamo deve essere esaminata sotto l’Articolo 6 § 1 della Convenzione. Nota che depositando la sua richiesta per controllo giurisdizionale il 27 dicembre 2000 il richiedente ha fatto rifermento alla richiesta che lui aveva fatto il 29 dicembre 1999 ed aveva incluso una copia di questa, ma non aveva menzionato la richiesta che lui aveva fatto il 22 novembre 2000 (vedere paragrafo 14 sopra). Il conseguente rifiuto della sua richiesta come fuori termini può essere attribuito perciò alla sua propria mancanza di diligenza (vedere, mutatis mutandis, Edificaciones March Gallego S.A. c. Spagna, 19 febbraio 1998, § 35 Relazioni delle Sentenze e Decisioni 1998-I). Per portare a termine il loro compito, le corti hanno bisogno il più possibile della cooperazione delle parti richiedenti, perché espongano chiaramente le loro rivendicazioni in modo inequivocabile ed in una forma ragionevolmente strutturata (vedere Jahnke e Lenoble c. Francia (dec.), n. 40490/98, ECHR 2000-IX).
34. Ne segue che questa azione di reclamo è manifestamente mal-fondata e deve essere respinta in conformità con l’Articolo 35 §§ 3 (a) e 4 della Convenzione.
B. Le richieste per la riapertura dei procedimenti di controllo giurisdizionale
35. Il richiedente si lamentò anche che le sue richieste per la riapertura dei procedimenti di controllo giurisdizionale erano state erroneamente respinte.
36. La Corte osserva che secondo la sua giurisprudenza, l’Articolo 6 non garantisce un diritto alla riapertura di procedimenti e non è applicabile a procedimenti riguardo a richieste per la riapertura di procedimenti che sono stati conclusi con una decisione definitiva (vedere, fra le altre autorità, Zawadzki c. Polonia (dec.), n. 34158/96, 6 luglio 1999; Sablon c. Belgio, n. 36445/97, § 86 10 aprile 2001; e Zotov c. Bulgaria (dec.), n. 43273/98, 6 marzo 2003).
37. Ne segue che questa azione di reclamo è incompatibile ratione materiae con le disposizioni della Convenzione all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 (a) e deve essere respinta in conformità con l’Articolo 35 § 4.
III. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
38. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
39. Il richiedente chiese 20,460 euro (EUR) riguardo al danno patrimoniale che è il risultato dell’insuccesso continuo delle autorità nel consegnargli il garage. Questo importo era basato sul valore di mercato che il garage espropriato avrebbe avuto nel 2009. Lui chiese inoltre EUR 54,000 che sono il risultato dell’impossibilità di affittare il garage fin dal 1979. Questo importo era basato sui prezzi di affitto correnti per garage simili a Sofia. Infine, il richiedente chiese il risarcimento a riguardo del danno non-patrimoniale, chiedendo alla Corte di determinare il quantum dell’assegnazione a sua discrezione.
40. Il Governo presentò che la rivendicazione del richiedente riguardo il danno patrimoniale era esorbitante. Nella sua prospettiva, la sentenza di una violazione avrebbe costituito una riparazione sufficiente per qualsiasi danno subito. La rivendicazione a riguardo della perdita di profitti era speculativa ed infondata. Nel corso degli anni i prezzi di affitto per garage come quello preso dal richiedente erano variati ampiamente, ed era completamente irreale presumere che il richiedente fosse stato in grado di ottenere il prezzo corrente d’affitto per tutti i trenta anni passati. Infine, indicò che la crisi economica aveva provocato la drastica caduta dei prezzi dei patrimoni immobiliari in Bulgaria .
41. La Corte trova appropriato adottare lo stesso approccio che in Kirilova ed Altri c. Bulgaria ((soddisfazione equa), N. 42908/98, 44038/98 44816/98 e 7319/02, §§ 23-33 del 14 giugno 2007).
42. Riguardo al danno che nasce dall’insuccesso continuo delle autorità nel consegnare il garage dovuto al richiedente sotto l’ordine del 24 luglio 1979 (vedere paragrafo 6 sopra), la Corte considera che modo migliore di compensare la violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 sarebbe per lo Stato rispondente consegnare al richiedente proprietà e possesso di quel garage. Se lo Stato rispondente non fa simile consegna entro tre mesi dalla data in cui questa sentenza diviene definitiva, deve pagare il richiedente una somma che corrisponde al valore corrente del garage. Avendo riguardo ai materiali presentati dal richiedente ed alle informazioni a lei disponibili sui prezzi dei beni immobili a Sofia, la Corte valuta quel valore a EUR 12,000.
43. Riguardo al danno subito a causa dell’impossibilità di usare e di godere il garage dal 1979, la Corte non è in grado di seguire il metodo suggerito dal richiedente, per molte ragioni. Prima, il “periodo de danno” non comincia nel 1979, ma il 7 settembre 1992, quando il Protocollo N.ro 1 entrò in vigore a riguardo della Bulgaria. In secondo luogo, è poco chiaro se il richiedente avrebbe affittato il garage o l’avrebbe usato lui stesso . Il richiedente avrebbe sperimentato inevitabilmente in terzo luogo, dei ritardi nel trovare inquilini appropriati, sarebbe incorso in spese per mantenere il garage, e sarebbe stato soggetto a tassazione su qualsiasi affitto (lbid., §§ 30 e 31). In quarto luogo, nella prospettiva delle realtà economiche in Bulgaria è irreale presumere che affitto per tutto il periodo dal 7 settembre 1992 sarebbe stato uguale a quello riscosso attualmente (vedere, mutatis mutandis, Zlínsat, spol. s r.o. c. Bulgaria (soddisfazione equa), n. 57785/00, § 44 (c), 10 gennaio 2008). Si può ritenere che il richiedente nondimeno abbia sofferto di una certa perdita di opportunità per non essere in grado di usare e di godere il garage. Avendo riguardo al numero incognite coinvolte, la Corte considera, che deve decidere in equità. Assegna EUR 4,000 al richiedente, più qualsiasi tassa che può essere addebitabile.
44. La Corte considera inoltre che il richiedente ha dovuto sperimentare frustrazione come risultato dell’insuccesso prolungato delle autorità nel consegnare il garage a cui aveva diritto e della loro riluttanza nel risolvere il suo problema per tale tempo lungo. Decidendo in equità, la Corte gli assegna EUR 2,000 a riguardo del danno non-patrimoniale.
B. Costi e spese
45. Il richiedente chiese rimborso di EUR 1,000 incorsi nelle parcelle di avvocati per i procedimenti di fronte alla Corte ed EUR 28 per altre spese, come affrancatura e parcelle di corte per i procedimenti nazionali. Lui presentò ricevute di pagamento di parcelle di corte e spese postali.
46. Il Governo indicò che non c’era nessuna indicazione che il richiedente avesse pagato per i servizi di un avvocato. La sua rivendicazione a questo riguardo era perciò infondata.
47. Secondo la giurisprudenza della Corte, ai richiedenti viene concesso il rimborso dei loro costi e delle spese solamente se viene dimostrato che questi davvero e necessariamente sono stati sostenuti e sono stati ragionevoli in merito al quantum. A questo fine, l’Articolo 60 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte prevede che richiedenti devono includere con le loro rivendicazioni per la soddisfazione equa “qualsiasi documento attinente a sostengono”, in mancanza di ciò la Corte “può respingere le rivendicazioni per intero o in parte.” Nella presente causa, il richiedente non ha incluso con la sua rivendicazione qualsiasi documento che mostri che lui ha avuto l’onere delle parcelle degli avvocati. Perciò, la sua rivendicazione in questo riguardo non può essere accolta. Notando d’altra parte che i costi sostenuti per prevenire od ottenere una compensazione per una violazione della Convenzione per l’ordine legale e nazionale sono recuperabile sotto l’Articolo 41 (vedere, come una recente autorità, Neulinger e Shuruk c. Svizzera [GC], n. 41615/07, § 159 del 6 luglio 2010), la Corte accoglie la rivendicazione del richiedente a riguardo delle parcelle di corte pagate da lui per i procedimenti nazionali. Anche la rivendicazione a riguardo dell’ affrancatura è fondata. Assegna perciò al richiedente, EUR 28 più qualsiasi tassa che può essere addebitata su questi.
C. Interesse di mora
48. La Corte considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a cui dovrebbero essere aggiunti tre punti percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara l’azione di reclamo riguardo all’insuccesso delle autorità nel fornire al richiedente il risarcimento che gli era stato concesso ammissibile ed il resto della richiesta inammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1;
3. Sostiene che lo Stato rispondente deve consegnare al richiedente, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione, proprietà e possesso del garage che gli è dovuto ;
4. Sostiene
(a) che, in mancanza di simile consegna, lo Stato rispondente deve pagare al richiedente, entro lo stesso periodo di tre mesi EUR 12,000 (dodici mila euro), più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, da convertire in lev bulgari al tasso applicabile in data dell’ accordo;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice sarà pagabile sull’importo sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
5. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente deve pagare il richiedente, entro tre mesi della data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione i seguenti importi, da convertire in levs bulgari al tasso applicabile in data dell’ accordo:
(i) EUR 4,000 (quattro mila euro), più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, a riguardo del danno patrimoniale;
(ii) EUR 2,000 (due mila euro), più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, a riguardo del danno non-patrimoniale;
(iii) EUR 28 (ventotto euro), più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, a riguardo di costi e spese;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice sarà pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
6. Respinge il resto della rivendicazione del richiedente per la soddisfazione equa.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 27 gennaio 2011, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Claudia Westerdiek Pari Lorenzen
Cancelliere Presidente
1.Il 5 luglio 1999 il lev bulgaro fu rivalutato. Un nuovo lev bulgaro (BGN) equivale 1,000 vecchi lev bulgari (BGL).