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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF CINDRI? AND BE?LI? v. CROATIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41,02,06,P1-1
Numero: 72152/13/2016
Stato: Croazia
Data: 2016-09-06 00:00:00
Organo: Sezione Seconda
Testo Originale

ConclusionI:
Nessuna violazione di Articolo 2 – Diritto alla vita (Articolo 2-1 – indagine Effettiva) (aspetto Procedurale)
Violazione dell? Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 – Protezione daell propriet? (Articolo 1 par. 1 di Protocollo N.ro 1 – godimento Tranquillo della propriet?)
Violazione dell? Articolo 6 – Diritto ad un processo equanime (Articolo 6 – procedimenti Civili
Articolo 6-1 – Accesso ad un tribunale)
Danno patrimoniale e non-patrimoniale – assegnazione (Articolo 41 – danno Non-patrimoniale
Danno patrimoniale Soddisfazione equa)

SECONDA SEZIONE

CAUSA CINDRI ?E BE?LI C. CROAZIA

(Richiesta n. 72152/13)

SENTENZA

STRASBOURG

6 settembre 2016

Questa sentenza diverr? definitiva nelle circostanze esposte fuori in Articolo 44 ? 2 del
Convenzione. Pu? essere soggetto a revisione editoriale.

Nella causa di Cindri ?e Be?li c. Croazia,
La Corte europea di Diritti umani (Seconda Sezione), riunendosi che come una Camera, compose di:
Il ?Karaka, ?Presidente
Julia Laffranque,
Paul Lemmens,
Valeriu Grico?,
Ksenija Turkovi?,
St?phanie Mourou-Vikstr?m,
Georges Ravarani, giudici
e Hasan Bakrc, ?Sezione Cancelliere Aggiunto
Avendo deliberato in privato 5 luglio 2016,
Consegna la sentenza seguente sulla quale fu adottata quel la data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da in una richiesta (n. 72152/13) contro la Repubblica di Croazia depositata con la Corte sotto Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libert? Fondamentali (?la Convenzione?) con due cittadini croati, OMISSIS (?i richiedenti?), 5 novembre 2013.
2. I richiedenti furono rappresentati con OMISSIS, un avvocato che pratica in Ivani ?Grad ed il Sig.ra Nata?a Owens, un avvocato che pratica in Zagreb. Il Governo croato (?il Governo?) fu rappresentato col loro Agente, il Sig.ra ?. Sta?nik.
3. I richiedenti addussero, in particolare, che gli obblighi procedurali sotto Articoli 2 e 14 della Convenzione non si erano stati attenuti con; che, contrari ad Articolo 13 della Convenzione, loro non avevano via di ricorso effettiva in che riguardo; che loro erano stati privati del loro diritto di accesso ad un contrario di corte ad Articolo 6 ? 1 della Convenzione; e che il loro diritto a godimento tranquillo delle loro propriet? protegguto sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione era stato violato anche.
4. 16 dicembre 2013 il Governo fu dato avviso della richiesta.
5. Il Presidente della Camera acconsent? ad una richiesta col Governo per accordare la riservatezza alla causa (l’Articolo 33 ? 1 degli Articoli di Corte).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
6. I richiedenti nacquero rispettivamente nel 1973 e 1975 e vivono in P.
A. Sfondo della causa
7. I richiedenti vissero coi loro genitori in, Croazia. Ad agosto 1991 il primo richiedente si un? all’Esercito croato e lasci? la sua casa, ed in novembre 1991 che il secondo richiedente ? andato a vivere in Germania.
8. Nel secondo la met? di novembre 1991 l’Esercito delle Persone iugoslave, insieme con forze paramilitari serbe controllo guadagnato cos? divenne una parte il ?Regione Autonoma serba di Krajina? (in seguito ?il Krajina?).
9. Sul 1992 due uomini ignoti di 6 gennaio i richiedenti presero genitori di ‘, S.C. e P.C., dalla loro casa in A. 7 gennaio 1992 i corpi dei richiedenti che i genitori di ‘ sono stati guidati con impiegati municipali in un autocarro alla fronte di alloggio loro. I richiedenti lo zio di ‘ fu chiamato e lui diede i vestiti di impiegati municipali per la sepoltura dei richiedenti i genitori di ‘.
B. Indagine condotta dallee autorit? del ?Regione Autonoma serba di Krajina?
10. 7 gennaio 1992 l’Una polizia esegu? una ricerca di un appartamento occupata con X in Un e trov? una pistola automatica, una pistola di mano e delle pallottole.
11. 7 gennaio 1992 l’Una polizia intervist? agenti di polizia R.B., M.S., D.J., V.K., M.T., D.K. e M.M. Gli agenti di polizia, separatamente da R.B., era stato di servizio ad un posto di controllo in Strada di R. in Un fra 7 di sera 6 gennaio 1992 e 7 di mattina 7 gennaio 1992.
12. R.B. disse che 6 gennaio 1992 alle approssimativamente 7 di sera agente di polizia X aveva chiesto a lui, R.B., come suo gerarchico superiore, per permesso per prendere un congedo breve. Lui, R.B., aveva accordato la richiesta. R.B. non sappia quando X era ritornato al dovere alla stazione di polizia, ma pens? che lui l’aveva visto fra 11 di sera e mezzanotte quel la stessa sera.
13. M.S. disse che ad approssimativamente 8 di sera 6 gennaio 1992 un veicolo si era avvicinato al posto di controllo e D.J. l’aveva fermato. A che tempo lui, M.S., era stato negli alloggi. D.J. e D.K. era entrato e chiese a lui se lui conoscesse un agente di polizia con una voglia sulla sua faccia o un veicolo di Volkswagen col numero 44 come le scorse cifre sulle sue piastre di registrazione che lui non faceva. Alle approssimativamente 10 di sera lo stesso giorno, comunque lui ferm? un veicolo di Volkswagen che aveva 44 come le ultime due cifre sulle sue piastre di registrazione. Il veicolo fu guidato con agente di polizia X che fu conosciuto personalmente a M.S., D.J. e D.K. conferm? che era lo stesso veicolo che era passato dalla direzione opposta alle approssimativamente 8 di sera
14. D.J. detto che ad approssimativamente 8.10 di sera 6 gennaio 1992 un veicolo di Volkswagen rende si era avvicinato al posto di controllo e che lui l’aveva fermato. Il conducente era stato vestito nell’uniforme della polizia civile. D.J. ‘ attenzione di s era stata deviata con un veicolo che era venuto dalla direzione opposta e lui l’aveva fermato. A che momento il Volkswagen aveva cominciato improvvisamente su ed aveva lasciato nella direzione di K. D.K. gli disse che lui non aveva avuto il tempo per esaminare pienamente il veicolo ma che lui aveva visto che il conducente e la persona nel posto di passeggero anteriore furono vestite nelle uniformi della polizia civile. Lui aveva visto anche due civili nel posto di schiena, un uomo ed una donna. D.K. notato in gi? il numero di registrazione di quel il veicolo. Alle approssimativamente 11 di sera lo stesso giorno agente di polizia M.S. fermato un veicolo che era arrivato dalla direzione di K ed aveva chiesto agli altri agenti di polizia su dovere se era lo stesso veicolo loro avevano fermato alle approssimativamente 8 di sera che D.J. confermato. Gli occupanti soli erano il conducente e la persona nel posto di passeggero anteriore. D.J. chiese a loro gli altri passeggeri erano stati chi e dove loro li avevano presi. Disse il conducente che i passeggeri erano stati S.C. e P.C. e che loro li avevano lasciati in un villaggio.
15. M.T. e D.K. confermato gli eventi sopra.
16. 8 gennaio 1992 l’Una polizia intervist? X e Y, due agenti di polizia. Loro sia ammise che 6 gennaio 1992 loro avevano preso S.C. e P.C. in veicolo di X’s. Alla periferia di Un la polizia li aveva fermati. Comunque, l’attenzione della polizia era stata deviata con un altro veicolo e X e Y avevano guidato rapidamente via. Loro avevano preso S.C. e P.C. al villaggio di J. X detto che l? loro avevano preso S.C. e P.C. fuori del veicolo e cominci? a camminare. Lui stava portando una pistola automatica ed ad un certo punto S.C. aveva tentato di prenderlo da lui, mentre dando luogo ad una commozione nella quale l’arma aveva sparato ed aveva ucciso S.C. Dopo che Y aveva sparato ed aveva ucciso P.C. Disse Y che X aveva ucciso S.C. quando loro erano arrivati in J e poi l’avevano costretto, Y, uccidere P.C.
17. 9 gennaio 1992 l’Una polizia present? un reclamo penale col B accusatore pubblico contro X e Y, adducendo che 6 gennaio 1992 a 10.30 di sera in J, un villaggio vicino la citt? di Un, loro avevano ucciso S.C. e P.C. Loro avevano guidato le vittime in veicolo di X’s a J prima e li avevano presi del veicolo. X aveva ucciso poi S.C. con una pistola automatica e Y aveva ucciso P.C. con una pistola di mano.
18. 28 gennaio 1992 l’Organo giudiziario locale di B apr? un’indagine in riguardo di X e Y su sospetto di uccidere S.C. e P.C.
19. 13 aprile 1992 un giudice istruttore dell’Organo giudiziario locale di B commission? un rapporto di balistica.
Indagine di C. esegu? con le autorit? croate
20. Ad agosto 1995 le autorit? croate riguadagnarono controllo della citt? di A. Nel 1996 il Consiglio della Sicurezza delle Nazioni Unito stabil? le Nazioni Unito Amministrazione Di transizione in Slavonia Orientale, Baranja e Sirmium Occidentale (?UNTAES?). 15 gennaio 1998 che il mandato di UNTAES ? venuto ad una fine ed il trasferimento del potere alle autorit? croate cominci?.
21. 16 aprile 1996 l’Una polizia intervist? M.C., il fratello del tardo S.C. che disse loro che suo fratello e la moglie di suo fratello state state uccise 6 gennaio 1992. I loro corpi erano stati dati a lui con la polizia del ?Regione Autonoma serba di Krajina? e gli era stato concesso per seppellirli.
22. 19 settembre 2000 la polizia di C intervist? M.M. che disse che 6 gennaio 1992 lui era stato di servizio, insieme con M.B., all’ingresso a villaggio J. Alle approssimativamente 9 di sera lui e M.M. stava camminando verso una rampa con gli alloggi dove tutte le perlustrazioni avevano il loro punto di riunione ed avevano ascoltato un veicolo che ? guidato, segu? con molti colpi di pistola e poi un veicolo che comincia su di nuovo. Quando loro arrivarono al punto di riunione loro trovarono Lj.?., D.J. e M.P. l? che disse loro che ?due sciocchi [aveva] equo port? due persone in una macchina e li uccise con la strada.? Nessuni degli ufficiali su perlustrazione sfidata va alla scena delittuosa. Presto loro tutti andarono a casa. Di mattina di 7 gennaio 1992 la polizia da Un venne a M.M. ‘ alloggio di s e lo port? ad Una stazione di polizia, dove loro l’intervistarono e gli disse che X ed il suo amico avevano ucciso S.C. e sua moglie. Lui aveva ascoltato che X si era trasferito a Bosnia e Herzegovina.
23. 21 settembre 2000 la polizia di C intervist? i richiedenti che avevano imparato da B.?. che abit? coi loro genitori durante il periodo attinente che X e Y erano stati accusati con l’uccisione dei richiedenti i genitori di ‘.
24. 4 gennaio 2001 un giudice istruttore del C Organo giudiziario locale (sud di ?upanijski C di u) ordin? un’indagine riguardo a X e Y che non erano disponibili alle autorit? croate su sospetto di uccidere S.C. e P.C. Una garanzia di arresto internazionale fu emessa anche contro le persone sospette che erano scappate.
Procedimenti di Estradizione di D. riguardo a Y
25. 8 febbraio 2002 il Ministero dell’Interno chiese al Ministero della Giustizia se procedimenti di estradizione sarebbero avviati contro le persone sospette.
26. Sul 2005 Interpol di 14 gennaio a Washington le autorit? croate informarono che il Settore della Terra natia Sicurezza a Cleveland, Ohio, aveva un’ubicazione valida per Y. 19 gennaio 2005 il Ministero dell’Interno informato il Ministero della Giustizia, chiedendo al secondo di avviare procedimenti per l’estradizione di Y’s. 20 gennaio 2004 il Ministero della Giustizia chiese il C Organo giudiziario locale i documenti attinenti con una prospettiva a chiedendo l’estradizione di Y’s dalle autorit? di Stati Uniti. Tutta la prova dall’archivio di causa fu tradotta nell’inglesi e 11 gennaio 2006 il Ministero della Giustizia sped? un ?la richiesta per [Y’s] arresto provvisorio? al Settore Stati Uniti della Giustizia per canali diplomatici.
27. 10 gennaio 2007 il Ministero di Affari Esteri inform? il Ministero della Giustizia che il Settore Stati Uniti della Giustizia aveva richiesto dei documenti supplementari. In 10 maggio 2007 il C Organo giudiziario locale sped? le informazioni richieste e documenti al Ministero della Giustizia.
28. Sembra che 12 e 13 febbraio 2008 le autorit? croate e Stati Uniti contennero le consultazioni in Zagreb in collegamento con l’estradizione di Y.
29. 8 aprile 2008 la C Contea l’Ufficio di Avvocato Statale chiese di nuovo al Ministero della Giustizia di chiedere l’estradizione di Y’s. 17 giugno 2008 il Ministero della Giustizia sped? documenti supplementari al Settore Stati Uniti della Giustizia in collegamento con estradizione di Y’s.
30. Ad aprile 2009 il Settore Stati Uniti della Terra natia Sicurezza chiese il Ministero croato della Giustizia assistenza legale in collegamento con l’indagine penale pendente contro Y negli Stati Uniti su accuse di approvvigionamento tentato di cittadinanza di Stati Uniti con frode, e frode e cattivo uso di visti, licenze e gli altri documenti di ufficiale. Loro chiesero tutti i documenti riferiti a qualsiasi reati penali che ? probabile che Y avrebbe commesso. Questa richiesta fu spedita all’Ufficio dell’Avvocato Statale 7 gennaio 2013.
31. 26 marzo 2014 l’Ufficio dell’Avvocato Statale sped? i documenti richiesti, tradotti in inglesi, al Settore Stati Uniti della Terra natia Sicurezza.
Procedimenti di E. in riguardo di X
32. Nel 2002 il Ministero della Giustizia concord? che una garanzia di arresto internazionale dovrebbe essere emessa in riguardo di X.
33. 2 gennaio 2008 un giudice istruttore del C Organo giudiziario locale chiese alla corte competente in Serbia per parlare prova a X in collegamento con l’uccisione di S.C. e P.C. 28 luglio 2008 le autorit? serbe chiesero una traduzione munito di certificato di che richiesta e tutti i documenti attinenti nella lingua serba.
34. 13 agosto 2008 il Ministero croato della Giustizia sped? un noti al Ministero serbo della Giustizia all’effetto che, secondo un accordo fra gli Stati del due, ogni parte Statale aveva diritto a comunicare nella sua propria lingua e presentare documenti in che lingua senza il bisogno per traduzioni.
35. 18 febbraio 2009 le autorit? serbe parlarono prova a X. che ha detto Lui che i procedimenti penali contro lui e Y per l’assassinio di S.C. e P.C. era stato avviato nel 1992 nel B Corte Municipale e che loro era stato assolto. Lui neg? anche qualsiasi coinvolgimento nell’uccisione di S.C. e P.C. 3 marzo 2009 la sua dichiarazione fu spedita alle autorit? croate.
F. procedimenti Civili per danni
36. 16 marzo 2006 i richiedenti portarono un’azione civile contro lo Stato nel C Corte Municipale (?sud di Opinski C di u), chiedendo danni non-patrimoniali nell’importo di 500,000 kuna croati (HRK) ognuno (approssimativamente 65,500 euros (EUR)), nel collegamento con l’uccisione dei loro genitori. Loro si appellarono su sezioni 1 e 2 della Responsabilit? del 2003 Agisca.
37. 9 marzo 2007 il C Corte Municipale accord? i richiedenti ‘ chiede ed assegn? loro ogni HRK 300,000 (di EUR 40,000), trovando che l’uccisione dei richiedenti i genitori di ‘ erano stati un atto di terrore. Questa sentenza fu revocata col C Organo giudiziario locale 3 dicembre 2009. I richiedenti furono ordinati anche per pagare il HRK 52,500 Statale (di EUR 6,800) in costi, comprendendo le parcelle addebitabile per la rappresentanza dello Stato con l’Ufficio dell’Avvocato Statale. La parte attinente di che sentenza legge siccome segue:
?I querelanti nei procedimenti di primo-istanza basati la loro rivendicazione per danni sulle disposizioni della Responsabilit? del 2003 Agiscono…. ? necessario per aguzzare al contenuto di sezione 3 di che Atto che prevede che l’obbligo per compensare per danno esiste irrispettoso di se la persona responsabile ? stato identificato, criminalmente ? stato perseguito o ? stato fondato colpevole. Comunque, avendo riguardo ad alla costituzione corretta dei fatti con la corte di primo-istanza che fond? che gli eventi in questione era accaduto 7 gennaio 1992 nel villaggio di J, nel poi territorio occupato della Repubblica di Croazia che a che tempo era sotto il controllo delle formazioni illegali del ?Repubblica serba di Krajina? e fuori del controllo della Repubblica di Croazia ed i suoi corpi legali, l’osservazione dell’appellante che [l’uccisione dei querelanti i genitori di ‘]… corrisposto a danno guerra-relativo ? fondato.
Sezione 2 dell’Atto sulla Valutazione di Danno Guerra-relativo… prevede che danno guerra-relativo ? danno causato con nemico o gruppi illegali, o corpi legali della Repubblica di Croazia, cos? come complici di questi gruppi e corpi, dove che danno accadde direttamente o indirettamente al tempo specificato in sezione 1 di che Atto (da 15 agosto 1990 sino alla fine delle ostilit? ed operazioni di guerra condotta contro la Repubblica di Croazia). Perci?, determinato la natura, posto e tempo degli eventi in questione (l’uccisione di civili innocenti nel territorio occupato della Repubblica di Croazia durante la Terra natia guerreggia), sar? concluso che gli eventi in questione ? essere classificati giuridicamente come danno guerra-riferito e che l’appellante non ? responsabile per loro o per il danno cos? causato.
…?
38. Questa sentenza fu sostenuta con la Corte Suprema 19 giugno 2012. La corte gir? l’Organo giudiziario locale sta trovando che l’uccisione dei richiedenti i genitori di ‘ corrisposero a danno guerra-relativo ed aggiunsero, in finora come attinente, il seguente:
?Anche se l’atto che genera i querelanti ‘ chiede per presenti di danni le certe somiglianze con un atto terroristico poich? [sia] implichi [un atto di] la violenza, l’atto di danno [nella causa presente] differisce significativamente da atti terroristici nelle sue caratteristiche poich? contiene elementi supplementari ed importi a danno guerra-relativo per il quale l’imputato non ? responsabile. Questo ? perch? il danno non accadde nel territorio sotto la sovranit? de facto della Repubblica di Croazia ma nel poi territorio occupato, dove non c’era possibilit? per azione legale coi corpi della Repubblica di Croazia; questa circostanza esclude l’altrimenti la responsabilit? obiettiva dell’imputato. Inoltre, l’atto di danno nella causa presente non fu portato fuori col risuoli scopo di disturbare ordine pubblico seriamente (questo che ? la caratteristica di scopo di un atto di terrore) ma anche comport? l’uso di vigore, uccisione ed espulsione della popolazione civile su che territorio con lo scopo di distruggendo la sicurezza interna e la stabilit? della Repubblica di Croazia ed impedire ai suoi corpi legali del funzionare.
…?
39. 1 febbraio 2013 i richiedenti presentarono un reclamo costituzionale. Loro dibatterono, inter l’alia che in un numero delle sue sentenze precedenti la Corte Suprema aveva riconosciuto i querelanti il diritto di ‘ al risarcimento per danno causato con morte durante la Terra natia Guerra in Croazia, e cit? sette sentenze di che corte adott? fra il 2006 ed il 2010 (veda paragrafo 52 sotto). L’azione di reclamo costituzionale fu respinta in 9 maggio 2013.
II. LEGGE ATTINENTE E RAPPORTI
A. Croazia
1. Costituzione
40. Articolo 21 della Costituzione (Ustav Republike Hrvatske, Ufficiale Pubblica N. 56/1990, 135/1997 8/1998, 113/2000 124/2000 e 28/2001) legge siccome segue:
?Ogni essere umano ha il diritto alla vita.
…?
2. L’Ufficio di Avvocato statale
41. Il rapporto sul lavoro dell’Ufficio dell’Avvocato Statale per l’anno 2012, present? a Parlamento a settembre 2013, determinato che nel periodo fra il 1991 ed il 31 dicembre 2012 c’erano state 13,749 vittime riportate della guerra in Croazia, di chi 5,979 erano stati uccisi. Col tempo del rapporto le autorit? croate avevano aperto indagini in riguardo di 3,436 perpetratore allegato. C’erano state 557 condanne per crimini guerra-relativi.
(un) Accordo sulla cooperazione in riguardo dell’accusa di crimini di guerra, crimini contro umanit? e genocidio
42. 13 ottobre 2006 l’Accusatore dei Crimini della Guerra della Repubblica di Serbia e l’Avvocato Statale della Repubblica di Croazia concluse l’accordo sopra (Sporazum o suradnji u progonu poinitelja ?kaznenih djela ratnih zloina, ovjenosti di protiv di zloina i genocida). Copre la cooperazione come prova di riguardi, informazioni e documenti.
(b) Il Procedura Atto Civile
(i) disposizioni Attinenti
43. La parte attinente del Procedura Atto Civile (Zakon ?postupku di parninom di o, Ufficiale Pubblica della Repubblica Federale e Socialista dell’Iugoslavia N. 4/1977, 36/1977 (il corrigendum), 36/1980, 69/1982, 58/1984, 74/1987, 57/1989, 20/1990, 27/1990 e 35/1991, ed Ufficiale Pubblicano della Repubblica di Croazia N. 53/91, 91/92 58/93, 112/99 88/01, 117/03 88/05, 02/07 84/08, 123/08 57/11 e 148/11) legge siccome segue:
COSTI DI PROCEDIMENTI
Sezione 151
?(1) i costi di procedimenti comprenderanno pagamenti resi durante, o in relazione a, i procedimenti.
(2) i costi di procedimenti includeranno anche una parcella per i servizi di un difensore e le altre persone concessi ad una parcella con legge.?
Sezione 154
?(1) una parte che perde completamente una causa rimborser? i costi della parte avversario e suo o il suo rappresentante.
(2) se una parte succede nei procedimenti in parte, la corte pu?, mentre avendo riguardo ad al grado al quale aveva successo, ordine che ognuno festeggia nascer? suo proprio costa o che una parte rimborser? la porzione corrispondente dei costi dell’altra parte e suo o il suo rappresentante.
(3) la corte pu? decidere che una parte rimborser? in pieno i costi incorsi in con la parte avversario e suo o il suo rappresentante, dove era senza successo in riguardo della parte avversario solamente un relativamente porzione insignificante di suo o la sua rivendicazione, e dove nessuno costi speciali furono generati su conto di quel la porzione.
…?
Sezione 155
?(1) nel decidere costi saranno rimborsati quale ad una parte, la corte prender? in considerazione solamente quelli costi che erano necessari per la condotta dei procedimenti. Quando decidendo costi erano quali necessario e l’importo la corte considerer? attentamente al riguardo, tutte le circostanze.
(2) se c’? una scala prescritta di difensori le parcelle di ‘ o gli altri costi, i costi saranno assegnati in conformit? con che scala.?
Sezione 156(1)
?Nonostante la conseguenza della causa, una parte rimborser? i costi della parte avversario che lui o lei causarono essere incorse in per suo o la sua propria colpa o come il risultato di un evento che ? successo lui o lei [quel ?, con incidente].?
Sezione 162
?Dove l’Avvocato Statale partecipa nei procedimenti come una parte, lui o lei sar? concesso al rimborso di costi sotto le disposizioni di questo Atto, ma non a pagamento di una parcella.?
Sezione 163
?Le disposizioni su costi [di procedimenti] sar? anche applicabile a parti che sono rappresentate con l’Ufficio dell’Avvocato Statale. In che causa che i costi dei procedimenti includeranno anche l’importo come il quale sarebbe assegnato alla parte difende le parcelle di ‘.?
(il c) Le Scale di Difensori Parcelle di ‘ e Rimborso dei loro Costi
44. Secondo le Scale di Difensori Parcelle di ‘ e Rimborso dei loro Costi (Tarifa o nagradama i naknadi tro?kova za rad odvjetnika, Ufficiale Pubblica N. 91/2004, 37/2005 e 59/2007), le parcelle di un difensore in un giudizio civile sono, come una questione di principio, calcol? in proporzione al valore dell’argomento della controversia (l’importo in problema) per ogni azione procedurale. Il valore dell’argomento della controversia corrisponde alla somma normalmente il querelante sta cercando di ottenere per suo o la sua azione civile.
(d) Gli Articoli su Assistenza Parcelle Legali
45. Gli Articoli su Assistenza Parcelle Legali (Pravilik o visini nagrade odvjetniku odreenom ?za branitelja po slu?benoj du?nosti, Ufficiale Pubblica n. 101/2012) fu adottato col Ministero della Giustizia e preoccupazione difende parcelle di ‘ rimborsate con lo Stato. Decida 1 prevede che difende difendendo accusato in procedimenti penali sotto lo schema di patrocinio gratuito ? concesso solamente a 30% della loro parcella solita.
(e) L’Obblighi Atto
46. La disposizione attinente dell’Obblighi Atto (Zakon odnosima di obveznim di o, Ufficiale Pubblica della Repubblica Federale e Socialista dell’Iugoslavia N. 29/1978, 39/1985 e 57/1989, ed Ufficiale Pubblicano della Repubblica di Croazia N. 53/1991, 73/1991 3/1994-?gli Obblighi Agiscono?), come in vigore di fronte all’Emendamento del 1996, legga siccome segue:
Sezione 180
?La responsabilit? per perdita causata con morte o danno fisico o con danno o la distruzione di un altro la propriet?, essendo il risultato di atti della violenza o atti terroristici…, giacer? col… autorit? i cui ufficiali erano sotto un dovere, secondo le leggi in vigore per ostacolare simile perdita.?
(f) L’Emendamento del 1996 all’Obblighi Atto
47. La parte attinente dell’Emendamento del 1996 all’Obblighi Atto (Zakon o izmjeni Zakona odnosima di obveznim di o, Ufficiale Pubblica n. 7/1996 26 gennaio 1996-?l’Emendamento del 1996?) che entr? in vigore 3 febbraio 1996 purch? siccome segue:
Sezione 1
?Sezione 180 degli Obblighi Agisce (Ufficiale Pubblica N. 53/91, 73/91 e 3/94) ? abrogato col presente.?
Sezione 2
?(1) qualsiasi procedimenti per danni avviati sotto sezione 180 degli Obblighi Agiscono sar? sospeso.
(2) i procedimenti assegnati ad in paragrafo 1 di questa sezione saranno ripresi dopo la promulgazione di legislazione speciale che regoler? responsabilit? per danni che ? il risultato di atti terroristici.?
(il grammo) L’Atto di Responsabilit? del 2003
(i) disposizioni Attinenti
48. Le parti attinenti dell’Atto su Responsabilit? per danni che ? il risultato di Atti terroristici e Dimostrazioni Pubbliche (Zakon od odgovornosti za ?tetu nastalu uslijed teroristikih ?akata demonstracija di javnih dei, Ufficiale Pubblica della Repubblica di Croazia n. 117/2003 23 luglio 2003-?l’Atto di Responsabilit? del 2003?) che entr? in vigore 31 luglio 2003 preveda siccome segue:
Sezione 1
?(1) questo Atto regola responsabilit? per danni causata con atti del terrorismo o gli altri atti della violenza commessi con lo scopo di disturbare ordine pubblico con provocando paura o mescolando su sentimenti dell’insicurezza in cittadini seriamente…
(2) un atto terroristico all’interno del significato di questo Atto ? in particolare un atto della violenza commesso per ragioni politiche con una prospettiva a mescolando su paura, terrore o i sentimenti dell’insicurezza personale in cittadini.?
Sezione 2
?La Repubblica di Croazia sar? responsabile per il danno assegnato ad in sezione 1 di questo Atto su [la base di] i principi della solidariet? sociale, la distribuzione uguale di carichi pubblici e fiera ed il risarcimento pronto.?
Sezione 3
?L’obbligo per compensare danno sotto questo Atto esiste irrispettoso di se il perpetratore ? stato identificato, criminalmente ? stato perseguito o ? stato fondato colpevole.?
Sezione 7(1)
?La vittima avr? il diritto al risarcimento [nella forma di danni] per danno che ? il risultato di morte, danno fisico o danneggiamento di salute.?
Sezione 10
?Procedimenti giudiziali per danni sospesi facendo seguito all’Emendamento del 1996 sar? ricapitolato in conformit? con le disposizioni di questo Atto.?
(l’ii) la causa-legge di La Corte Suprema
49. Nelle sue sentenze N. Entusiasmare-348/05-2 di 31 gennaio 2006, Entusiasmare-356/07-2 di 18 aprile 2007, Entusiasmare-1133/04-2 di 3 luglio 2007, Entusiasmare-130/08-2 di 10 dicembre 2008, ed Entusiasmare-104/08-2 di 7 gennaio 2009 la Corte Suprema trov? lo Stato responsabile per danno causato con atti terroristici commessi durante la guerra in Croazia. Le parti attinenti di queste sentenze lessero siccome segue.
Sentenza n. Entusiasmare-348/05-2 di 31 gennaio 2006:
?? stato stabilito che su… in G.G. i rivendicatori i genitori di ‘ furono uccisi… Che giorno fra il 8 di sera ed il 10 di sera persone ignote spararono arma e gettarono apparecchiature esplosive ad un gran numero di alloggi, col risultato che danno di materiale serio fu causato ed i rivendicatori che i genitori di ‘ sono stati uccisi nelle rovine di alloggio loro.

Nella prospettiva di questa corte gli eventi descrissero sopra di (il fuoco di arma ad alloggi ed il gettare di apparecchiature esplosive in un numero di alloggi nel villaggio con persone ignote) importo ad un atto terroristico all’interno del significato delle disposizioni legali. La Repubblica di Croazia ? responsabile per danno causato con atti terroristici sulla base dei principi della solidariet? sociale, la distribuzione uguale di carichi pubblici e fiera ed il risarcimento pronto (sezione 2 del [la Responsabilit?] l’Atto), e che la responsabilit? esiste irrispettosa di se il perpetratore ? stato identificato, criminalmente ? stato perseguito o ? stato fondato colpevole (sezione 3 del [la Responsabilit?] l’Atto).?
Sentenza n. Entusiasmare-356/07-2 di 18 aprile 2007:
?? incontrastato che… J.B. e M.F. fu trovato colpevole di… gettando una miniera di anti-serbatoio nell’alloggio dei genitori del rivendicatore. L’i miei esplosero e provocarono danni fisici e seri alla madre del rivendicatore dalla quale lei mor?, e danni fisici e seri al padre del rivendicatore che sopravvisse.

Nella causa in questione la responsabilit? dello Stato ? obiettivo-irrispettoso di [chiunque] la colpa. Comunque, lo Stato non ? responsabile per insuccesso per ostacolare il danno ma sulla base dei principi della solidariet?, l’equit? e la distribuzione uguale di carichi pubblici (sezione 2 del [la Responsabilit?] l’Atto).?
Sentenza n. Entusiasmare-130/08-2 di 10 dicembre 2008:
?Determinato che danno guerra-relativo e danno causarono con un atto terroristico sia risultato dalla violenza, s? che ? uno degli elementi essenziali (cos? che c’? una somiglianza di base nella natura dell’atto che ? ridotto alla violenza), [la questione] se una specifica istanza di danno ? guerra-riferita danno o danno causati con un atto terroristico [sar? risposto] valutando l’atto della violenza nel contesto pi? largo delle circostanze e gli eventi durante il quale tale atto fu commesso; [la risposta] dipender? in particolare dai mezzi usati, i motivi che il danno ha causato, ed il tempo e posto degli eventi.

Le corti hanno stabilito i fatti seguenti:
– che il tardo D.J. … stava vivendo nell’alloggio di estate della famiglia in V. da solo… che… una bomba gettata per una finestra dell’alloggio con una persona ignota uccise D.J., e che a che calcola non c’era stata attivit? guerra-relativa nell’area di V….
Dato i fatti sopra e la maniera nelle quali fu ucciso il defunto, le corti pi? basse stabilirono correttamente che [l’uccisione di D.J.] corrispose ad un atto terroristico mirato a provocando paura ed i sentimenti dell’insicurezza in cittadini…?
Sentenza n. Entusiasmare-104/08-2 di 7 gennaio 2009:
?Le corti pi? basse stabilirono che il tardo M.V. fu ferito mentre lavor? nel suo giardino con un’apparecchiatura esplosiva che era stata piantata…
Dato le circostanze del danno, la conclusione delle corti pi? basse che il danno ? stato causato con un atto terroristico ha ragione.?
B. Serbia
1. Guerra Crimini Atto 2003
50. I Guerra Crimini Atto 2003 (Zakon o nadle?nosti dr?avnih organa u posutpku za ratne zloine?, pubblic? in Ufficiale Pubblichi della Repubblica di Serbia n. 67/2003, emendamenti pubblicati in Ufficiale Pubblicano N. 135/04, 61/2005 101/2007 e 104/2009) entr? in vigore 9 luglio 2003. L’Accusatore dei Crimini della Guerra, la Guerra Crimini Polizia Unit? e la Guerra Incrimina Sezioni all’interno del Belgrade Corte pi? Alta e la Corte d’appello di Belgrade furono esposte su facendo seguito a questo Atto. Loro hanno giurisdizione su violazioni serie di legge umanitaria ed internazionale commesse dovunque nell’Iugoslavia precedente, nonostante la nazionalit? delle vittime o perpetratore.
2. Assistenza reciproca in Questioni Penali Atto 2009
51. L’Assistenza Reciproca in Questioni Penali Atto 2009 (pubblic? in Ufficiale Pubblichi della Repubblica di Serbia n. 20/2009) entr? in vigore 27 marzo 2009. Sotto sezione 16 di questo Atto, cittadini serbi non possono essere estradati. L’Atto abrog? la disposizione corrispondente del Codice del 2001 di Diritto processuale penale (pubblic? in Ufficiale Pubblichi della Repubblica Federale dell’Iugoslavia n. 70/2001, emendamenti pubblicati in Ufficiale Pubblicano della Repubblica Federale dell’Iugoslavia n. 68/2002 ed Ufficiale Pubblicano della Repubblica di Serbia N. 58/2004, 85/2005 115/2005, 49/2007 20/2009 e 72/2009) che era in vigore fra il 2002 e 27 marzo 2009 di 28 marzo.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL? ARTICOLO 2 DELLA CONVENZIONE
52. I richiedenti si lamentarono che le autorit? non avevano preso passi appropriati ed adeguati per investigare la morte dei loro genitori e portare i perpetratore alla giustizia. Loro dissero anche che i loro genitori erano stati uccisi a causa della loro origine etnica croata e che le autorit? nazionali erano andate a vuoto ad investigare quel il fattore. I richiedenti si lamentarono inoltre che loro non avevano via di ricorso effettiva alla loro disposizione in riguardo della violazione allegato di Articolo 2 della Convenzione. Loro si appellarono su Articoli 2, 13 e 14 della Convenzione. La Corte, mentre essendo master del characterisation per essere dato in legge ai fatti della causa, esaminer? questa azione di reclamo sotto l’aspetto procedurale di Articolo 2 della Convenzione che, in finora come attinente, legge siccome segue:
?1. Ognuno diritto alla vita sar? protegguto con legge. …?
Ammissibilit? di A.
1. Le osservazioni delle parti
53. Il Governo dibatt? che i richiedenti non avevano approvato il tempo-limite di sei-mese poich? loro avevano depositato la loro richiesta con la Corte pressocch? ventidui anni dopo che i loro genitori erano stati uccisi e pressocch? sedici anni dopo che la Convenzione era entrata in vigore in riguardo di Croazia.
54. Loro sostennero inoltre che i richiedenti non avevano esaurito tutte le via di ricorso nazionali ed attinenti disponibili a loro perch? loro non avevano presentato un reclamo della condotta di qualsiasi dei corpi Statali come la polizia o l’Ufficio dell’Avvocato Statale, n? loro avevano presentato un reclamo penale contro le persone che avevano condotto l’indagine. Come a protezione contro l’illegalit? allegato nella condotta delle autorit? nazionali, il Governo indic?, che i richiedenti avessero potuto chiedere danni dallo Stato.
55. I richiedenti dibatterono che loro si erano attenuti con tutto il criterio di ammissibilit?. Con riguardo ad all’articolo di sei-mese, loro contesero, che al tempo loro avevano depositato la loro richiesta con la Corte l’indagine nell’uccisione dei loro genitori ancora era stato pendente e le autorit? stavano prendendo passi per stabilire i fatti attinenti.
56. Come all’esaurimento di via di ricorso nazionali, loro sostennero, che le autorit? Statali, una volta loro erano divenuti consapevoli dell’uccisione dei richiedenti i genitori di ‘, era stato sotto un obbligo per condurre un’indagine ufficiale ed effettiva.
2. La valutazione della Corte
(a) Ottemperanza con l’articolo dri sei-mesi
57. La Corte osserva che in un numero di cause che concernono indagini in corso nelle morti di richiedenti i parenti di ‘ s? il periodo di tempo dal quale il richiedente poteva o dovrebbe cominciare a dubitare l’efficacia di una via di ricorso ed il suo portante sul tempo-limite di sei-mese previsto per in Articolo 35 ? 1 della Convenzione ha esaminato (veda ??kran Aydn ?ed Altri c. la Turchia (il dec.), n. 46231/99, 26 maggio 2005; Elsanova c. la Russia (il dec.) n. 57952/00, 15 novembre 2005; Narin c. la Turchia, n. 18907/02, ? 50 15 dicembre 2009; Grubi ?c. Croazia (il dec.), n. 56094/12, ?? 30-41 9 giugno 2015; ?arkovi c. Croazia (il dec.), n. 75187/12, ?? 24-35 9 giugno 2015; Damjanovi c. Croazia (il dec.), n. 5306/13, ?? 23-34 25 agosto 2015; e Vukovi ed Altri c. Croazia (il dec.), n. 3430/13, ?? 23-34 25 agosto 2015). La Corte ha trovato che in cause riguardo ad istanze di morte violenta, l’inefficacia dell’indagine generalmente sar? pi? prontamente evidente che in cause di persone disperse; il requisito della spedizione pu? costringere un richiedente a portare tale causa a Strasbourg all’interno di una questione di mesi o al massimo, dipendendo dalle circostanze, equo alcuni anni dopo gli eventi (veda Varnava ed Altri c. la Turchia [GC], N. 16064/90 et al., ? 158, ECHR 2009).
58. Siccome pu? essere visto dalla causa-legge assegnata a sopra, la Corte si ? frenata dall’indicare un specifico periodo oltre il quale un’indagine ? ritenuta per essere divenuta inefficace per i fini di valutare la data dalla quale il periodo di sei-mese avvia correre (veda Bogdanovi ?c. Croazia (il dec.), no.72254/11, ? 43 18 marzo 2014). La determinazione di se il richiedente in una causa determinata ha approvato il criterio di ammissibilit? dipender? dalle circostanze della causa e gli altri fattori come la diligenza ed interesse espose col richiedente, cos? come l’adeguatezza dell’indagine in oggetto (veda Narin, citato sopra, ? 43).
59. Come alla causa in problema, la Corte nota, che l’indagine nella morte dei richiedenti i genitori di ‘ con le autorit? croate cominciate nel 1996 ed ancora ? pendente. Nel 2014 le autorit? croate ancora stavano corrispondendo con le autorit? di Stati Uniti con una prospettiva ad avendo una delle persone sospette estradata a Croazia. Non si pu? dire perci? che il tempo-limite di sei-mese scadde a qualsiasi tempo durante il periodo fra 5 novembre 1997, quando la Convenzione entr? in vigore in riguardo di Croazia, e la data quando la richiesta presente fu depositata con la Corte, 5 novembre 2013. Segue che i richiedenti hanno approvato il tempo-limite di sei-mese.
(b) l’Esaurimento di via di ricorso nazionali
60. La Corte gi? ha rivolto le stesse eccezioni come riguardi l’esaurimento di via di ricorso nazionali nelle altre cause contro Croazia e li respinse (veda Jeli ?c. Croazia, n. 57856/11, ?? 59-67 12 giugno 2014). La Corte non vede nessuna ragione di abbandonare da che prospettiva nella causa presente.
61. Segue che l’eccezione del Governo deve essere respinta.
(il c) la Conclusione come all’ammissibilit?
62. La Corte nota che l’azione di reclamo sotto l’aspetto procedurale di Articolo 2 della Convenzione non ? mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 ? 3 (un) della Convenzione. Nota inoltre che non ? inammissibile su qualsiasi gli altri motivi. Deve essere dichiarato perci? ammissibile.
B. Meriti
1. Le osservazioni delle parti
63. I richiedenti dibatterono che l’indagine nell’uccisione dei loro genitori non era stata effettiva. Loro aguzzarono in particolare ad un ritardo che era accaduto fra il 1996 ed il 2000 e poi di nuovo fra maggio 2001 e gennaio 2004. Inoltre, le autorit? croate non avevano preso misure effettive per avere Y, una persona sospetta, estradata dagli Stati Uniti a Croazia.
64. Il Governo contese che le autorit? nazionali si erano attenute col loro obbligo procedurale sotto Articolo 2 della Convenzione. I richiedenti che i genitori di ‘ erano stati uccisi in territorio fuori del controllo delle autorit? croate. Una volta quelle autorit? avevano riguadagnato su controllo il territorio, un’indagine nell’uccisione dei richiedenti i genitori di ‘ erano stati avviati. Comunque, la prova raggruppata con le autorit? del ?Regione Autonoma serba di Krajina? era stato il risultato di polizia chiede quale, sotto legge croata non poteva notificare come prova valida in procedimenti penali in Croazia. Le autorit? croate avevano preso tutti i passi disponibili per identificare i perpetratore. Comunque, le due persone sospette, X e Y erano non disponibili alle autorit? croate.
2. La valutazione della Corte
(un) principi di Generale
65. La Corte reitera che Articolo 2 file come una delle disposizioni pi? fondamentali nella Convenzione. Custodisce uno dei valori di base delle societ? democratiche che costituiscono il Consiglio dell’Europa. L’oggetto e fine della Convenzione come un strumento per la protezione di esseri umani ed individuali richiedono che Articolo 2 sia interpretato e fece domanda cos? come per fare le sue salvaguardie pratico ed effettivo (veda, fra molte altre autorit?, Anguelova c. la Bulgaria, n. 38361/97, ? 109 ECHR 2002 IV).
66. L’obbligo per proteggere il diritto alla vita sotto Articolo 2 della Convenzione, legga in concomitanza col dovere generale dello Stato sotto Articolo 1 della Convenzione a ?garantisca ad ognuno entro [suo] la giurisdizione i diritti e le libert? definirono in [il] la Convenzione?, anche richiede con implicazione che ci dovrebbe essere della forma di indagine ufficiale ed effettiva quando individui sono stati uccisi come un risultato dell’uso di vigore (veda, Armani Da Silva c. il Regno Unito [GC], n. 5878/08, ? 230 30 marzo 2016).
67. Lo Stato deve assicurare perci?, con tutti i mezzi a disposizione sua, una risposta adeguata-giudiziale o altrimenti-cos? che il legislativo e struttura amministrativa esposero su per proteggere il diritto alla vita in modo appropriato ? implementato e qualsiasi le violazioni di che diritto ? represso e ? punito (veda Armani Da Silva, citato sopra, ? 230).
68. Per essere ?effettivo? come questa espressione sar? capito nel contesto di Articolo 2 della Convenzione, un’indagine deve essere in primo luogo adeguata. Questo vuole dire che deve essere capace di interlinea addizionale alla costituzione dei fatti, una determinazione di se il vigore usato era o non fu giustificato nelle circostanze e di identificare e-se appropriato-punendo quelli responsabile. Questo non ? un obbligo di risultato, ma di vuole dire. Le autorit? devono prendere passi ragionevoli e purchessii loro possono garantire la prova riguardo all’incidente, incluso, inter alia, testimonianza di testimone oculare prova forense e, dove appropriato, un’autopsia che offre un documento completo ed accurato di danno ed un’analisi obiettiva delle sentenze cliniche, incluso la causa di morte. Inoltre, dove c’? stato un uso di vigore con agenti Statali, l’indagine deve essere anche effettiva nel senso che ? capace di interlinea addizionale ad una determinazione di se il vigore usato era o non fu giustificato nelle circostanze. Qualsiasi la deficienza nell’indagine che mina la sua capacit? di stabilire la causa di morte o la persona responsabile rischier? urto cadente di questo standard (veda Armani Da Silva, citato sopra, ? 233).
69. In particolare, le conclusioni dell’indagine devono essere basate su completo, obiettivo e l’analisi imparziale di tutti gli elementi attinenti. Non riuscendo a seguire una linea ovvia di indagine mina ad una misura decisiva la capacit? dell’indagine di stabilire le circostanze della causa e l’identit? di quelli responsabile. Ciononostante, la natura e grado di scrutinio che soddisfa la minima soglia dell’efficacia dell’indagine dipendono dalle circostanze della particolare causa. La natura e grado di scrutinio devono essere valutati sulla base di tutti i fatti attinenti e con riguardo ad alle realt? pratiche di lavoro di indagine. Dove una morte diffidente ? stata inflitta per causa di un agente Statale, scrutinio particolarmente severo deve essere fatto domanda con le autorit? nazionali ed attinenti all’indagine che consegue (veda Armani Da Silva, citato sopra, ? 234).
70. Un requisito della prontezza e la spedizione ragionevole ? implicito in questo contesto (veda Yaa ?c. la Turchia, 2 settembre 1998, ?? 102-104 Relazioni 1998-VI; e Mahmut Kaya c. la Turchia, n. 22535/93, ?? 106-107 ECHR 2003-III). Si deve accettare che ci possono essere ostacoli o le difficolt? che ostacolano progresso in un’indagine in una particolare situazione. Una risposta pronta con le autorit? nell’investigare un uso di vigore letale generalmente pu? essere riguardata comunque, come essenziale nel mantenere la fiducia pubblica nella loro aderenza all’articolo di legge e nell’ostacolare qualsiasi comparizione di collusione in o la tolleranza di atti illegali (veda Armani Da Silva, citato sopra, ? 237).
71. Non pu? essere dedotto dal precedente che Articolo 2 pu? comportare il diritto per avere terze parti perseguito o pu? condannare per un reato penale o un obbligo assoluto per tutte le accuse per dare luogo a condanna, o davvero in una particolare frase. Effettivamente, la Corte accorder? riguardo sostanziale alle corti nazionali nella scelta di sanzioni appropriate per omicida con agenti Statali. Ancora deve esercitare ciononostante, un certo potere di revisione e deve intervenire in cause della sproporzione manifesta fra la gravit? dell’atto e la punizione imposta (veda Armani Da Silva, citato sopra, ? 238).
(b) la Richiesta di questi principi alla causa presente
72. Come l? nessuna indicazione ? che l’indagine nella morte dei richiedenti ai parenti di ‘ manc? l’indipendenza, la Corte si rivolger? alla questione della sua adeguatezza.
73. La Corte noterebbe, prima di tutti, che gli eventi in questione accadde a gennaio 1992 nel territorio che a che tempo non era sotto il controllo delle autorit? croate. Quando, nel 1995, le autorit? croate riguadagnarono controllo della citt? di Un e l’area circostante, dove gli eventi in questione era successo, le due persone sospette identificate con le autorit? del ?Regione Autonoma serba di Krajina? aveva abbandonato Croazia ed era divenuto non disponibile alle autorit? croate. Comunque, la Corte ? in grado esaminare solamente i fatti che sono accaduti dopo 5 novembre 1997 quando Croazia ratific? la Convenzione.
74. La Corte noterebbe inoltre che le autorit? croate hanno seguito i piombi disponibili nella causa in problema, facendo enquiries con corpi ufficiali cos? come aggiornando le dichiarazioni rese coi testimoni e parenti del defunto e localizzando in gi? il pi? lontano possibile i nomi di persone sospette potenziali che furono menzionate con testimoni (veda divide in paragrafi 21-24 sopra). Una delle due persone sospette, X sta vivendo in Serbia e ? divenuta un cittadino serbo; come simile lui non pu? essere estradato (veda paragrafo 54 sopra), ma Croazia non pu? essere sostenuto responsabile per che (veda Nje?i ?e ?timac c. Croazia, n. 29823/13, ? 68 9 aprile 2015). Le autorit? croate hanno chiesto alle autorit? serbe di parlare prova a X (veda divide in paragrafi 33-35 sopra). La Corte considera anche che non ? necessario per esaminare se c’era un obbligo sotto la Convenzione per Croazia richiedere pi? dalle autorit? serbe, dato che i richiedenti avessero potuto riportare la causa loro all’Accusatore dei Crimini della Guerra di Serbia che ha giurisdizione su violazioni serie di legge umanitaria ed internazionale commesso dovunque nell’Iugoslavia precedente (veda paragrafo 53 sopra). Inoltre, ? aperto ai richiedenti per depositare una richiesta contro Serbia se loro considerano che loro sono le vittime di una violazione con Serbia dei loro diritti di Convenzione (compari Pali c. Bosnia e Herzegovina, n. 4704/04, ? 65 15 febbraio 2011; e Nje?i e ?timac, citato sopra, ? 68).
75. Come riguardi il secondo delle due persone sospette, Y che la Corte nota che lui risiede negli Stati Uniti e che le autorit? croate emisero una garanzia di arresto internazionale contro lui. Le autorit? croate stanno prendendo passi adeguati e hanno corrisposto con le autorit? di Stati Uniti con una prospettiva ad avendolo estrad? a Croazia (veda paragrafo 25-31 sopra).
76. I richiedenti ‘ che azione di reclamo principale sembra essere che l’indagine non ha risultato in qualsiasi le accuse. La Corte pu? capire che deve stare frustrando per i richiedenti che persone sospette potenziali sono state chiamate ma non sono state perseguite come ancora. Comunque, Articolo 2 non pu? essere interpretato come imponendo un requisito sulle autorit? per portare un’accusa in ogni causa fin dall’obbligo procedurale sotto che Articolo ? uno di vuole dire e non di risultati (veda paragrafo 68 sopra).
77. La Corte nota, inoltre, che Croazia dichiar? la sua indipendenza 8 ottobre 1991 e che tutte le operazioni militari terminarono ad agosto 1995. A gennaio 1998 il mandato di UNTAES cess? ed il trasferimento tranquillo del potere alle autorit? croate cominci? (veda paragrafo 20 sopra).
78. La Corte accetta che qualsiasi ostacoli all’indagine nelle uccisioni durante la guerra e ricupero dopoguerra, e qualsiasi ritardi nell’indagine (veda paragrafo 66 sopra), era attribuibile alla situazione complessiva in Croazia, un di recente Stato indipendente e dopoguerra che ebbe bisogno di tempo organizzare il suo apparato e per i suoi ufficiali guadagnare esperimenta (compari Pali?, citato sopra, ? 70).
79. Come al requisito della prontezza, la Corte accetta, che l’indagine nella causa presente fu aggravata col fatto che le persone sospette dei crimini che sono la materia della richiesta presente sembrano essere state membri di vigori paramilitari serbi che abbandonarono Croazia ad agosto 1997 e non sono disponibile alle autorit? croate, fin da uno di loro vive in Serbia come un cittadino serbo e l’altro risiede negli Stati Uniti.
80. I costatazione di Corte che, prendendo in considerazione le circostanze speciali che prevalgono in Croazia nel periodo dopoguerra ed il grande numero di cause di guerra-crimini pendente di fronte alle corti locali (veda paragrafo 41 sopra), cos? come tutti i passi che le autorit? nazionali hanno preso nella causa presente, l’indagine non ? stata mostrata per non essere riuscita a soddisfare il minimo standard richiese sotto Articolo 2 (compari Pali?, citato sopra, ? 71; G?rtekin ed altri c. la Cipro (il dec.), n. 60441/13 et al., ? 32, 11 marzo 2014; Mujkanovi ed Altri c. Bosnia e Herzegovina (il dec.), N. 47063/08 et al., ? 42, 3 giugno 2014; Fazli ed Altri c. Bosnia e Herzegovina (il dec.), nos 66758/09 et al., ? 40, 3 giugno 2014; e ?eremet c. Bosnia e Herzegovina (il dec.), n. 29620/05, ? 38 8 luglio 2014). Segue che non c’? stata violazione di quel la disposizione.
II. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL? ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 ALLA CONVENZIONE
81. I richiedenti si lamentarono inoltre che la somma loro erano stati ordinati per pagare allo Stato era stato in violazione del loro diritto a godimento tranquillo delle loro propriet?. Loro si appellarono su Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 che legge siccome segue:
?Ogni naturale o legale persona ? concessa al godimento tranquillo delle sue propriet?. Nessuno sar? privato delle sue propriet? eccetto nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste per con legge e coi principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggia il diritto di un Stato per eseguire simile leggi come s? ritiene necessario controllare l’uso di propriet? in conformit? con l’interesse generale o garantire il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.?
A. Ammissibilit? 82. La Corte nota che questa azione di reclamo non ? mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 ? 3 (un) della Convenzione. Nota inoltre che non ? inammissibile su qualsiasi gli altri motivi. Deve essere dichiarato perci? ammissibile.
B. Meriti
1. Le osservazioni delle parti
83. I richiedenti si lamentarono che l’ordine impose su loro con le corti nazionali per pagare i costi della rappresentanza dello Stato nei procedimenti civili nei quali loro chiesero danni in collegamento con l’uccisione dei loro genitori aveva violato il loro diritto a godimento tranquillo delle loro propriet?. In appoggio della loro azione di reclamo i richiedenti presentarono gli argomenti seguenti.
84. I richiedenti sostennero che la richiesta dell’articolo che il perdente doveva pagare i costi della rappresentanza della parte avversario aveva risultato, nelle particolari circostanze della loro causa, in un carico individuale ed eccessivo su loro. Loro presentarono che la maniera in che che articolo era stato fatto domanda nella loro causa non era proporzionato allo scopo legittimo perseguito. Mentre dando credito ad un scopo legittimo dietro al ?perdente paga? l’articolo, i richiedenti presentarono che la loro rivendicazione era stata in conformit? con la causa-legge al tempo che loro gli avevano presentato, e come simile non poteva essere riguardato siccome mal-fondato.
85. I richiedenti presentarono inoltre che loro avevano portato l’azione civile in questione in collegamento con l’uccisione dei loro genitori. A che tempo la Corte Suprema gi? aveva accettato molto cos? le rivendicazioni. Questo approccio era stato seguito con la corte di primo-istanza che aveva permesso i richiedenti la rivendicazione di ‘. Solamente pi? tardi aveva le corti nazionali sviluppato la prospettiva che in cause dove individui erano stati uccisi nei territori occupati lo Stato non era responsabile per danni poich? simile uccisioni sarebbero considerate danno guerra-riferito.
86. Il rischio di dovere sopportare i costi della rappresentanza dello Stato in procedimenti civili fece parti in generale riluttante portare azioni civili contro lo Stato, in particolare riguardo a problemi dove non c’era pratica stabilita da parte delle corti nazionali o dove il fin qui pratica stabilita era cambiata.
87. I richiedenti dibatterono anche che la parte avversario nei procedimenti in questione era stato lo Stato, rappresentato con l’Ufficio dell’Avvocato Statale. Non era stato equo per valutare i costi della rappresentanza dello Stato sulla base delle Scale di Difensori Parcelle di ‘ e Rimborso dei loro Costi, poich? l’Ufficio dell’Avvocato Statale non era nella stessa posizione come difensori. Diversamente da corpi Statali, difensori dovevano pagare imposta sul reddito e le altre spese mentre l’Ufficio dell’Avvocato Statale fu finanziato dal bilancio Statale.
88. Loro sostennero inoltre che l’ordinamento giuridico croato riconobbe situazioni che mandarono a chiamare la riduzione di parcelle nell’interesse pubblico. Cos?, quando difende le parcelle di ‘ sarebbe rimborsato dal bilancio Statale (siccome era la causa quando loro stavano rappresentando l’accusato nei certi procedimenti penali), loro furono concessi solamente a 30% della loro parcella solita.
89. L’importo di HRK 52,500 in costi che loro erano stati costretti a rimborsare allo Stato era un carico eccessivo sui richiedenti, in particolare determinato che l’importo di massimo di danno non-patrimoniale assegn? con le corti nazionali in collegamento con la morte di un parente vicino era HRK 220,000. Inoltre, il reddito mensile della famiglia del primo richiedente, mentre comprendendo il richiedente, sua moglie e due figli, era HRK 12,600 e che della famiglia del secondo richiedente, mentre comprendendo il richiedente, suo marito e tre figli, era HRK 5,200. Perci?, la somma richiesta dai richiedenti avrebbe avuto un impatto significativo sulla loro situazione finanziaria.
90. Il Governo sostenne che i richiedenti avevano perso un giudizio civile contro lo Stato ed erano stati ordinati perci? per rimborsare i costi della rappresentanza dello Stato in quelli procedimenti, tutta nella conformit? con gli articoli attinenti di procedura civile. L’importo di quelli costi era stato valutato sulla base del valore dei richiedenti la rivendicazione di ‘.
2. La valutazione della Corte
(un) Se c’era un’interferenza coi richiedenti il diritto di ‘ a godimento tranquillo delle loro propriet?
91. La Corte reitera che Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 che garantisce il diritto alla protezione di propriet? contiene tre articoli distinti: ?il primo articolo, esposto fuori nella prima frase del primo paragrafo ? di una natura generale ed enuncia il principio del godimento tranquillo di propriet?; il secondo articolo, contenuto nella seconda frase del primo paragrafo copre privazione di propriet? e materie s? alle certe condizioni; il terzo articolo, determinato nel secondo paragrafo, riconosce che gli Stati Contraenti sono concessi, fra le altre cose, controllare l’uso di propriet? in conformit? con l’interesse generale. Comunque, i tre articoli non sono ?’ distinto nel senso di essere distaccato. Il secondo e terzi articoli concernono con le particolari istanze di interferenza col diritto a godimento tranquillo di propriet? e dovrebbero essere costruiti perci? nella luce del principio generale enunciata nel primo articolo? (veda Anheuser-Busch Inc. c. il Portogallo [GC], n. 73049/01, ? 62 ECHR 2007-io).
92. La Corte nota che i richiedenti l’azione di reclamo di ‘ nella causa presente concerne un ordine di costi che li obbliga a pagare i costi della rappresentanza dello Stato nel bilancio dello Stato. La Corte considera perci? che l’ordine per pagare questi costi a tutti i livelli di giurisdizione ha corrisposto ad un’interferenza coi richiedenti il diritto di ‘ al godimento tranquillo delle loro propriet?. Fin dai costi della rappresentanza dello Stato costi riferiti al sistema di corte come non sono cos?, il rimborso di questi costi non ? un contributo all’interno del significato del secondo paragrafo di Articolo 1 Protocollo N.ro 1 (veda X e Y c. l’Austria, n. 7909/74, decisione di Commissione di 12 ottobre 1978, Decisioni e Relazioni (DR) 15, pp. 160, 163 e 164; ed Aires c. il Portogallo, n. 21775/93, decisione di Commissione di 25 maggio 1995, DR 81, p. 48). La Corte esaminer? la causa nella luce dell’articolo generale sotto la prima frase del primo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo Nessuno 1 (veda Hoare c. il Regno Unito (il dec.), n. 16261/08, ? 59 12 aprile 2011).
(b) Se l’interferenza era legale
93. La Corte reitera che il primo e la maggior parte di importante requisito di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 ? che qualsiasi interferenza con un’autorit? pubblica col godimento tranquillo di qualcuno propriet? dovrebbero essere legali (veda Iatridis c. la Grecia [GC], n. 31107/96, ? 58 ECHR 1999 II). La Corte nota che i richiedenti non contestarono la legalit? del nazionale corteggia decisioni di ‘ che li ordinano rimborsare i costi della rappresentanza dello Stato. La Corte non vede nessuna ragione di sostenere altrimenti poich? queste decisioni furono basate su sezione 154(1) del Procedura Atto Civile.
(il c) Se l’interferenza intraprese un scopo legittimo
94. Qualsiasi interferenza con un diritto di propriet?, irrispettoso dell’articolo sotto il quale incorre, pu? essere giustificato solamente se notifica un pubblico legittimo (o generale) l’interesse. La Corte reitera che, a causa della loro conoscenza diretta della loro societ? e le sue necessit?, autorit? nazionali sono meglio in principio messo che qualsiasi giudice internazionale per decidere che che ? ?nell’interesse pubblico.? Sotto il sistema di protezione stabilito con la Convenzione, ? cos? per le autorit? nazionali per fare la valutazione preliminare come all’esistenza di un problema di preoccupazione pubblica che garantisce misure che interferiscono col godimento tranquillo di propriet? (veda Elia S.r.l. c. l’Italia, n. 37710/97, ? 77, ECHR 2001-IX, e Terazzi S.r.l. c. l’Italia, n. 27265/95, ? 85 17 ottobre 2002).
95. La Corte nota che sezione 154(1) del Procedura Atto Civile incarna il ?perdente paga? articolo secondo il quale la parte senza successo deve pagare i costi della parte riuscita. Inoltre, secondo le Scale di Difensori Parcelle di ‘, in giudizi civili quelle parcelle sono, come una questione di principio, calcol? in proporzione al valore dell’argomento della controversia (veda divide in paragrafi 43 e 44 sopra).
96. La Corte nota che la base razionale dietro al ?perdente paga? articolo ? evitare la causa non garantita ed irragionevolmente la causa alta costa dissuadendo querelanti potenziali dal portare azioni infondate senza sopportare le conseguenze. La Corte considera che, scoraggiando causa mal-fondata e costi eccessivi, quegli articoli generalmente intraprendono lo scopo legittimo di assicurando l’amministrazione corretta della giustizia e proteggere i diritti di altri. La Corte ? perci? della prospettiva che il ?perdente paga? articolo non pu? essere considerato in se stesso contrario ad Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (veda Hoare, citato sopra, ? 59; e Klauz c. Croazia, n. 28963/10, ?? 82 e 84, 18 luglio 2013). Questa prospettiva non ? alterata col fatto che quegli articoli fanno domanda anche a procedimenti civili ai quali lo Stato ? una parte, mentre lo d? un titolo a cos? per recuperare da una parte senza successo i costi della sua rappresentanza. Non si dovrebbe considerare che lo Stato abbia risorse illimitate e dovere, come parti private, anche goda protezione dalla causa mal-fondata (veda Klauz, citato sopra, ? 85).
97. La Corte considera perci? che i costi ordinano nella causa presente intraprese un scopo legittimo (veda, mutatis mutanids, Stankov c. la Bulgaria, n. 68490/01, ? 52, 12 luglio 2007, e Klauz citato sopra, ? 82). Proceder? esaminare il problema chiave, vale a dire se un ?equilibrio equo? fu previsto fra l’interesse generale ed i richiedenti i diritti di ‘ sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
(d) Se l’interferenza era proporzionata allo scopo legittimo perseguito
98. Rimane perci? essere determinato se le misure si lamentarono di era proporzionato allo scopo perseguito. Qualsiasi interferenza deve realizzare un ?equilibrio equo? fra le richieste dell’interesse generale della comunit? ed il requisito di proteggere i diritti essenziali dell’individuo (veda Beyeler c. l’Italia [GC], n. 33202/96, ? 107 ECHR 2000 io; e Hoare, citato sopra, ? 60). Ci deve essere una relazione ragionevole della proporzionalit? fra i mezzi assunti e lo scopo persegu?. In ogni causa che comporta una violazione allegato di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, la Corte deve accertare se con ragione dell’interferenza dello Stato, la persona riguardata dovuto per sopportare un carico sproporzionato ed eccessivo (veda James ed Altri c. il Regno Unito, 21 febbraio 1986, ? 50 la Serie Un n. 98, ed Amato Gauci c. il Malta, n. 47045/06, ? 57 15 settembre 2009). Nel valutare ottemperanza con Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, la Corte deve fare un esame complessivo dei vari interessi in problema (veda Perdig?o c. il Portogallo [GC], n. 24768/06, ? 68 16 novembre 2010), tenendo presente ?pratico ed effettivo? (veda, per esempio, Chassagnou ed Altri c. la Francia [GC], N. 25088/94, 28331/95 e 28443/95, ? 100 ECHR 1999 III). Deve guardare dietro a comparizioni e deve investigare le realt? della situazione si lamentarono di (veda Zammit ed Attard Cassar c. il Malta, n. 1046/12, ? 57 30 luglio 2015).
99. Il problema centrale nella causa presente concerne il fatto che i richiedenti furono ordinati per rimborsare i costi della rappresentanza dello Stato con l’Ufficio dell’Avvocato Statale in un importo uguale alla parcella di un difensore, perch? la loro rivendicazione per danni nel collegamento con l’uccisione dei loro genitori era stata respinta nella sua interezza per motivi che lo Stato non era responsabile per danno che ? il risultato delle uccisioni commesso sul territorio del Krajina che al tempo di materiale era stato fuori del controllo delle autorit? croate.
100. La Corte enfatizza che i richiedenti non impugnarono come simile l’articolo contenne in sezione 154(1) del Procedura Atto Civile. Loro alquanto dissero che la maniera nella quale l’articolo fu fatto domanda nelle particolari circostanze della loro causa aveva messo un carico individuale ed eccessivo su loro.
101. La Corte nota che sezione 154(1) del Procedura Atto Civile non conceda per qualsiasi la flessibilit? come riguardi il rimborso dei costi della parte avversario con la parte che ha perso una causa, poich? prevede che ?una parte che perde completamente una causa rimborser? i costi della parte avversario e suo o il suo rappresentante? (veda paragrafo 43 sopra).
102. Inoltre a questo la Corte nota che l’Ufficio dell’Avvocato Statale ? concesso al rimborso di sia costa e parcelle quando rappresenta un’altra parte, ma solamente al rimborso di costi quando s? partecipa nei procedimenti come una parte (veda sezioni che 162 e 163 della Procedura Civile Agiscono, divida in paragrafi 43 sopra).
103. I richiedenti portarono la loro rivendicazione per danno non-patrimoniale sotto l’Atto di Responsabilit?. Che Atto prevede che lo Stato ? responsabile per danno che ? il risultato di morte causato con ?atti del terrorismo o gli altri atti della violenza commisero con lo scopo di disturbare ordine pubblico con provocando paura o mescolando su sentimenti dell’insicurezza in cittadini seriamente.? In paragrafo 2 di sezione 1 definisce un atto terroristico come ?un atto della violenza commise per ragioni politiche con una prospettiva a mescolando su paura, terrore o i sentimenti dell’insicurezza personale in cittadini? (veda paragrafo 51 sopra).
104. La Corte nota che fu addotto che i richiedenti i genitori di ‘ erano stati rapiti dalla loro casa in Un con due agenti di polizia del ?Regione Autonoma serba di Krajina? durante la guer

Testo Tradotto

Conclusions:
No violation of Article 2 – Right to life (Article 2-1 – Effective investigation) (Procedural aspect)
Violation of Article 1 of Protocol No. 1 – Protection of property (Article 1 para. 1 of Protocol No. 1 – Peaceful enjoyment of possessions)
Violation of Article 6 – Right to a fair trial (Article 6 – Civil proceedings
Article 6-1 – Access to court)
Pecuniary and non-pecuniary damage – award (Article 41 – Non-pecuniary damage
Pecuniary damage
Just satisfaction)

SECOND SECTION

CASE OF CINDRI? AND BE?LI? v. CROATIA

(Application no. 72152/13)

JUDGMENT

STRASBOURG

6 September 2016

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 ? 2 of the
Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Cindri? and Be?li? v. Croatia,
The European Court of Human Rights (Second Section), sitting as a Chamber composed of:
I??l Karaka?, President,
Julia Laffranque,
Paul Lemmens,
Valeriu Gri?co,
Ksenija Turkovi?,
St?phanie Mourou-Vikstr?m,
Georges Ravarani, judges,
and Hasan Bak?rc?, Deputy Section Registrar,
Having deliberated in private on 5 July 2016,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 72152/13) against the Republic of Croatia lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by two Croatian nationals, OMISSIS (?the applicants?), on 5 November 2013.
2. The applicants were represented by OMISSIS, a lawyer practising in Ivani? Grad and Ms Nata?a Owens, a lawyer practising in Zagreb. The Croatian Government (?the Government?) were represented by their Agent, Ms ?. Sta?nik.
3. The applicants alleged, in particular, that the procedural obligations under Articles 2 and 14 of the Convention had not been complied with; that, contrary to Article 13 of the Convention, they had no effective remedy in that respect; that they had been deprived of their right of access to a court contrary to Article 6 ? 1 of the Convention; and that their right to peaceful enjoyment of their possessions protected under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention had also been violated.
4. On 16 December 2013 the Government were given notice of the application.
5. The President of the Chamber acceded to a request by the Government to grant confidentiality to the case (Rule 33 ? 1 of the Rules of Court).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
6. The applicants were born in 1973 and 1975 respectively and live in P.
A. Background to the case
7. The applicants lived with their parents in A, Croatia. In August 1991 the first applicant joined the Croatian Army and left his home, and in November 1991 the second applicant went to live in Germany.
8. In the second half of November 1991 the Yugoslav People?s Army, together with Serbian paramilitary forces, gained control of A, which thus became a part of the ?Serbian Autonomous Region of Krajina? (hereinafter ?the Krajina?).
9. On 6 January 1992 two unknown men took the applicants? parents, S.C. and P.C., from their home in A. On 7 January 1992 the bodies of the applicants? parents were driven by municipal employees in a truck to the front of their house. The applicants? uncle was called and he gave the municipal employees clothes for the burial of the applicants? parents.
B. Investigation carried out by the authorities of the ?Serbian Autonomous Region of Krajina?
10. On 7 January 1992 the A police carried out a search of a flat occupied by X in A and found an automatic gun, a hand gun and some bullets.
11. On 7 January 1992 the A police interviewed police officers R.B., M.S., D.J., V.K., M.T., D.K. and M.M. The police officers, apart from R.B., had been on duty at a checkpoint in R. Street in A between 7 p.m. on 6 January 1992 and 7 a.m. on 7 January 1992.
12. R.B. said that on 6 January 1992 at about 7 p.m. police officer X had asked him, R.B., as his hierarchical superior, for permission to take a short leave of absence. He, R.B., had granted the request. R.B. did not know when X had returned to duty at the police station, but thought that he had seen him between 11 p.m. and midnight that same evening.
13. M.S. said that at about 8 p.m. on 6 January 1992 a vehicle had approached the checkpoint and D.J. had stopped it. At that time he, M.S., had been in the barracks. D.J. and D.K. had entered and asked him if he knew a police officer with a birthmark on his face or a Volkswagen vehicle with the number 44 as the last digits on its registration plates, which he did not. At about 10 p.m. the same day, however, he stopped a Volkswagen vehicle which had 44 as the last two digits on its registration plates. The vehicle was driven by police officer X, who was known personally to M.S., D.J. and D.K. confirmed that it was the same vehicle which had passed from the opposite direction at about 8 p.m.
14. D.J. said that at about 8.10 p.m. on 6 January 1992 a vehicle of Volkswagen make had approached the checkpoint and that he had stopped it. The driver had been dressed in the uniform of the civil police. D.J.?s attention had been diverted by a vehicle which had come from the opposite direction and he had stopped it. At that moment the Volkswagen had suddenly started up and left in the direction of K. D.K. told him that he had not had the time to fully examine the vehicle but that he had seen that the driver and the person in the front passenger seat were dressed in the uniforms of the civil police. He had also seen two civilians in the back seat, a man and a woman. D.K. noted down the registration number of that vehicle. At about 11 p.m. the same day police officer M.S. stopped a vehicle which had arrived from the direction of K and asked the other police officers on duty whether it was the same vehicle they had stopped at about 8 p.m., which D.J. confirmed. The only occupants were the driver and the person in the front passenger seat. D.J. asked them who the other passengers had been and where they had taken them. The driver said that the passengers had been S.C. and P.C. and that they had left them in a village.
15. M.T. and D.K. confirmed the above events.
16. On 8 January 1992 the A police interviewed X and Y, two police officers. They both admitted that on 6 January 1992 they had taken S.C. and P.C. in X?s vehicle. On the outskirts of A the police had stopped them. However, the attention of the police had been diverted by another vehicle and X and Y had quickly driven away. They had taken S.C. and P.C. to the village of J. X said that there they had taken S.C. and P.C. out of the vehicle and started walking. He had been carrying an automatic gun and at one point S.C. had attempted to take it from him, resulting in a commotion in which the weapon had fired and killed S.C. After that Y had shot and killed P.C. Y said that X had killed S.C. when they had arrived in J and then forced him, Y, to kill P.C.
17. On 9 January 1992 the A police lodged a criminal complaint with the B public prosecutor against X and Y, alleging that on 6 January 1992 at 10.30 p.m. in J, a village near the town of A, they had killed S.C. and P.C. They had first driven the victims in X?s vehicle to J and taken them out of the vehicle. X had then killed S.C. with an automatic gun and Y had killed P.C. with a hand gun.
18. On 28 January 1992 the B County Court opened an investigation in respect of X and Y on suspicion of killing S.C. and P.C.
19. On 13 April 1992 an investigating judge of the B County Court commissioned a ballistics report.
C. Investigation carried out by the Croatian authorities
20. In August 1995 the Croatian authorities regained control of the town of A. In 1996 the United Nations Security Council established the United Nations Transitional Administration in Eastern Slavonia, Baranja and Western Sirmium (?UNTAES?). On 15 January 1998 the UNTAES mandate came to an end and the transfer of power to the Croatian authorities began.
21. On 16 April 1996 the A police interviewed M.C., the brother of the late S.C., who told them that his brother and his brother?s wife had been killed on 6 January 1992. Their bodies had been given to him by the police of the ?Serbian Autonomous Region of Krajina? and he had been allowed to bury them.
22. On 19 September 2000 the C police interviewed M.M., who said that on 6 January 1992 he had been on duty, together with M.B., at the entrance to village J. At about 9 p.m. he and M.M. had been walking towards a ramp by the barracks where all patrols had their meeting point and had heard a vehicle being driven, followed by several gun shots and then a vehicle starting up again. When they arrived at the meeting point they found Lj.?., D.J. and M.P. there, who told them that ?two fools [had] just brought two people in a car and killed them by the road.? None of the officers on patrol dared go to the crime scene. Soon they all went home. In the morning of 7 January 1992 the police from A came to M.M.?s house and took him to A police station, where they interviewed him and told him that X and his friend had killed S.C. and his wife. He had heard that X had moved to Bosnia and Herzegovina.
23. On 21 September 2000 the C police interviewed the applicants, who had learned from B.?., who lived with their parents during the relevant period, that X and Y had been charged with the killing of the applicants? parents.
24. On 4 January 2001 an investigating judge of the C County Court (?upanijski sud u C) ordered an investigation concerning X and Y, who were not available to the Croatian authorities, on suspicion of killing S.C. and P.C. An international arrest warrant was also issued against the suspects, who had absconded.
D. Extradition proceedings concerning Y
25. On 8 February 2002 the Ministry of the Interior asked the Ministry of Justice whether extradition proceedings would be instituted against the suspects.
26. On 14 January 2005 Interpol in Washington informed the Croatian authorities that the Department of Homeland Security in Cleveland, Ohio, had a valid location for Y. On 19 January 2005 the Ministry of the Interior informed the Ministry of Justice, asking the latter to institute proceedings for Y?s extradition. On 20 January 2004 the Ministry of Justice asked the C County Court for the relevant documents with a view to seeking Y?s extradition from the United States authorities. All the evidence from the case file was translated into English and on 11 January 2006 the Ministry of Justice sent a ?request for [Y?s] temporary arrest? to the US Department of Justice through diplomatic channels.
27. On 10 January 2007 the Ministry of Foreign Affairs informed the Ministry of Justice that the US Department of Justice had requested some additional documents. On 10 May 2007 the C County Court sent the requested information and documents to the Ministry of Justice.
28. It appears that on 12 and 13 February 2008 the Croatian and US authorities held consultations in Zagreb in connection with the extradition of Y.
29. On 8 April 2008 the C County State Attorney?s Office again asked the Ministry of Justice to seek Y?s extradition. On 17 June 2008 the Ministry of Justice sent additional documents to the US Department of Justice in connection with Y?s extradition.
30. In April 2009 the US Department of Homeland Security asked the Croatian Ministry of Justice for legal assistance in connection with the criminal investigation pending against Y in the United States on charges of attempted procurement of United States citizenship by fraud, and fraud and misuse of visas, permits and other official documents. They asked for all documents related to any criminal offences Y might have committed. This request was forwarded to the State Attorney?s Office on 7 January 2013.
31. On 26 March 2014 the State Attorney?s Office forwarded the requested documents, translated into English, to the US Department of Homeland Security.
E. Proceedings in respect of X
32. In 2002 the Ministry of Justice agreed that an international arrest warrant should be issued in respect of X.
33. On 2 January 2008 an investigating judge of the C County Court asked the competent court in Serbia to hear evidence from X in connection with the killing of S.C. and P.C. On 28 July 2008 the Serbian authorities asked for a certified translation of that request and all relevant documents into the Serbian language.
34. On 13 August 2008 the Croatian Ministry of Justice sent a note to the Serbian Ministry of Justice to the effect that, according to an agreement between the two States, each State party had the right to communicate in its own language and to submit documents in that language without the need for translations.
35. On 18 February 2009 the Serbian authorities heard evidence from X. He said that the criminal proceedings against him and Y for the murder of S.C. and P.C. had been instituted in 1992 in the B Municipal Court and that they had been acquitted. He also denied any involvement in the killing of S.C. and P.C. On 3 March 2009 his statement was forwarded to the Croatian authorities.
F. Civil proceedings for damages
36. On 16 March 2006 the applicants brought a civil action against the State in the C Municipal Court (Op?inski sud u C), seeking non-pecuniary damages in the amount of 500,000 Croatian kuna (HRK) each (about 65,500 euros (EUR)), in connection with the killing of their parents. They relied on sections 1 and 2 of the 2003 Liability Act.
37. On 9 March 2007 the C Municipal Court granted the applicants? claim and awarded them each HRK 300,000 (about EUR 40,000), finding that the killing of the applicants? parents had been an act of terror. This judgment was reversed by the C County Court on 3 December 2009. The applicants were also ordered to pay the State HRK 52,500 (about EUR 6,800) in costs, comprising the fees chargeable for the State?s representation by the State Attorney?s Office. The relevant part of that judgment reads as follows:
?The plaintiffs in the first-instance proceedings based their claim for damages on the provisions of the 2003 Liability Act …. It is necessary to point to the content of section 3 of that Act, which provides that the obligation to compensate for damage exists irrespective of whether the person responsible has been identified, criminally prosecuted or found guilty. However, having regard to the correct establishment of the facts by the first-instance court, which found that the events at issue had occurred on 7 January 1992 in the village of J, in the then occupied territory of the Republic of Croatia which at that time was under the control of illegal formations of the ?Serbian Republic of Krajina? and outside the control of the Republic of Croatia and its lawful bodies, the appellant?s submission that [the killing of the plaintiffs? parents] … amounted to war-related damage is well-founded.
Section 2 of the Act on the Assessment of War-related Damage … provides that war-related damage is damage caused by enemy or illegal groups, or legal bodies of the Republic of Croatia, as well as accomplices of these groups and bodies, where that damage occurred directly or indirectly at the time specified in section 1 of that Act (from 15 August 1990 until the end of hostilities and war operations conducted against the Republic of Croatia). Therefore, given the nature, place and time of the events at issue (the killing of innocent civilians in the occupied territory of the Republic of Croatia during the Homeland war), it is to be concluded that the events at issue are to be legally classified as war-related damage and that the appellant is not responsible for them or for the damage thus caused.
…?
38. This judgment was upheld by the Supreme Court on 19 June 2012. The court endorsed the County Court?s finding that the killing of the applicants? parents amounted to war-related damage and added, in so far as relevant, the following:
?Even though the act giving rise to the plaintiffs? claim for damages presents certain similarities with a terrorist act since [both] imply [an act of] violence, the act of damage [in the present case] differs significantly from terrorist acts in its features since it contains additional elements and amounts to war-related damage for which the defendant is not liable. This is because the damage did not occur in the territory under the de facto sovereignty of the Republic of Croatia but in the then occupied territory, where there was no possibility for lawful action by the bodies of the Republic of Croatia; this circumstance excludes the otherwise objective liability of the defendant. Furthermore, the act of damage in the present case was not carried out with the sole aim of seriously disturbing public order (this being the aim characteristic of an act of terror) but also involved the use of force, killing and expulsion of the civilian population on that territory with the aim of destroying the internal security and stability of the Republic of Croatia and preventing its lawful bodies from functioning.
…?
39. On 1 February 2013 the applicants lodged a constitutional complaint. They argued, inter alia, that in a number of its previous judgments the Supreme Court had recognised the plaintiffs? right to compensation for damage caused by death during the Homeland War in Croatia, and cited seven judgments of that court adopted between 2006 and 2010 (see paragraph 52 below). The constitutional complaint was dismissed on 9 May 2013.
II. RELEVANT LAW AND REPORTS
A. Croatia
1. Constitution
40. Article 21 of the Constitution (Ustav Republike Hrvatske, Official Gazette nos. 56/1990, 135/1997, 8/1998, 113/2000, 124/2000 and 28/2001) reads as follows:
?Every human being has the right to life.
…?
2. State Attorney?s Office
41. The report on the work of the State Attorney?s Office for the year 2012, submitted to Parliament in September 2013, stated that in the period between 1991 and 31 December 2012 there had been 13,749 reported victims of the war in Croatia, of whom 5,979 had been killed. By the time of the report the Croatian authorities had opened investigations in respect of 3,436 alleged perpetrators. There had been 557 convictions for war-related crimes.
(a) Agreement on cooperation in respect of the prosecution of war crimes, crimes against humanity and genocide
42. On 13 October 2006 the War Crimes Prosecutor of the Republic of Serbia and the State Attorney of the Republic of Croatia concluded the above agreement (Sporazum o suradnji u progonu po?initelja kaznenih djela ratnih zlo?ina, zlo?ina protiv ?ovje?nosti i genocida). It covers cooperation as regards evidence, information and documents.
(b) The Civil Procedure Act
(i) Relevant provisions
43. The relevant part of the Civil Procedure Act (Zakon o parni?nom postupku, Official Gazette of the Socialist Federal Republic of Yugoslavia nos. 4/1977, 36/1977 (corrigendum), 36/1980, 69/1982, 58/1984, 74/1987, 57/1989, 20/1990, 27/1990 and 35/1991, and Official Gazette of the Republic of Croatia nos. 53/91, 91/92, 58/93, 112/99, 88/01, 117/03, 88/05, 02/07, 84/08, 123/08, 57/11 and 148/11) reads as follows:
COSTS OF PROCEEDINGS
Section 151
?(1) The costs of proceedings shall comprise disbursements made during, or in relation to, the proceedings.
(2) The costs of proceedings shall also include a fee for the services of an advocate and other persons entitled to a fee by law.?
Section 154
?(1) A party which loses a case completely shall reimburse the costs of the opposing party and his or her representative.
(2) If a party succeeds in the proceedings in part, the court may, having regard to the degree to which it was successful, order that each party shall bear its own costs or that one party shall reimburse the corresponding portion of the costs of the other party and his or her representative.
(3) The court may decide that one party shall reimburse in full the costs incurred by the opposing party and his or her representative, where the opposing party was unsuccessful in respect of only a relatively insignificant portion of his or her claim, and where no special costs were generated on account of that portion.
…?
Section 155
?(1) In deciding which costs shall be reimbursed to a party, the court shall take into account only those costs which were necessary for the conduct of the proceedings. When deciding which costs were necessary and the amount thereof, the court shall carefully consider all the circumstances.
(2) If there is a prescribed scale of advocates? fees or other costs, the costs shall be awarded in accordance with that scale.?
Section 156(1)
?Regardless of the outcome of the case, a party shall reimburse the costs of the opposing party which he or she caused to be incurred through his or her own fault or as the result of an event that befell him or her [that is, by accident].?
Section 162
?Where the State Attorney participates in the proceedings as a party, he or she shall be entitled to the reimbursement of costs under the provisions of this Act, but not to payment of a fee.?
Section 163
?The provisions on costs [of proceedings] shall also be applicable to parties which are represented by the State Attorney?s Office. In that case the costs of the proceedings shall also include the amount that would be awarded to the party as advocates? fees.?
(c) The Scales of Advocates? Fees and Reimbursement of their Costs
44. According to the Scales of Advocates? Fees and Reimbursement of their Costs (Tarifa o nagradama i naknadi tro?kova za rad odvjetnika, Official Gazette nos. 91/2004, 37/2005 and 59/2007), an advocate?s fees in a civil case are, as a matter of principle, calculated in proportion to the value of the subject matter of the dispute (the amount in issue) for each procedural action. The value of the subject matter of the dispute normally corresponds to the sum the plaintiff is seeking to obtain through his or her civil action.
(d) The Rules on Legal Aid Fees
45. The Rules on Legal Aid Fees (Pravilik o visini nagrade odvjetniku odre?enom za branitelja po slu?benoj du?nosti, Official Gazette no. 101/2012) were adopted by the Ministry of Justice and concern advocates? fees reimbursed by the State. Rule 1 provides that advocates defending accused in criminal proceedings under the legal aid scheme are entitled only to 30% of their usual fee.
(e) The Obligations Act
46. The relevant provision of the Obligations Act (Zakon o obveznim odnosima, Official Gazette of the Socialist Federal Republic of Yugoslavia nos. 29/1978, 39/1985 and 57/1989, and Official Gazette of the Republic of Croatia nos. 53/1991, 73/1991, 3/1994 ? ?the Obligations Act?), as in force before the 1996 Amendment, read as follows:
Section 180
?Liability for loss caused by death or bodily injury or by damage or destruction of another?s property, resulting from acts of violence or terrorist acts …, shall lie with the … authority whose officers were under a duty, according to the laws in force, to prevent such loss.?
(f) The 1996 Amendment to the Obligations Act
47. The relevant part of the 1996 Amendment to the Obligations Act (Zakon o izmjeni Zakona o obveznim odnosima, Official Gazette no. 7/1996 of 26 January 1996 ? ?the 1996 Amendment?), which entered into force on 3 February 1996, provided as follows:
Section 1
?Section 180 of the Obligations Act (Official Gazette nos. 53/91, 73/91 and 3/94) is hereby repealed.?
Section 2
?(1) Any proceedings for damages instituted under section 180 of the Obligations Act shall be stayed.
(2) The proceedings referred to in paragraph 1 of this section shall be resumed after the enactment of special legislation which will regulate liability for damage resulting from terrorist acts.?
(g) The 2003 Liability Act
(i) Relevant provisions
48. The relevant parts of the Act on Liability for Damage Resulting from Terrorist Acts and Public Demonstrations (Zakon o odgovornosti za ?tetu nastalu uslijed teroristi?kih akata i javnih demonstracija, Official Gazette of the Republic of Croatia no. 117/2003 of 23 July 2003 ? ?the 2003 Liability Act?), which entered into force on 31 July 2003, provide as follows:
Section 1
?(1) This Act regulates liability for damage caused by acts of terrorism or other acts of violence committed with the aim of seriously disturbing public order by provoking fear or stirring up feelings of insecurity in citizens …
(2) A terrorist act within the meaning of this Act is in particular an act of violence committed for political reasons with a view to stirring up fear, terror or feelings of personal insecurity in citizens.?
Section 2
?The Republic of Croatia shall be liable for the damage referred to in section 1 of this Act on [the basis of] the principles of social solidarity, equal distribution of public burdens and fair and prompt compensation.?
Section 3
?The obligation to compensate damage under this Act exists irrespective of whether the perpetrator has been identified, criminally prosecuted or found guilty.?
Section 7(1)
?The victim shall have the right to compensation [in the form of damages] for damage resulting from death, bodily injury or impairment of health.?
Section 10
?Judicial proceedings for damages stayed pursuant to the 1996 Amendment shall be resumed in accordance with the provisions of this Act.?
(ii) The Supreme Court?s case-law
49. In its judgments nos. Rev-348/05-2 of 31 January 2006, Rev-356/07-2 of 18 April 2007, Rev-1133/04-2 of 3 July 2007, Rev-130/08-2 of 10 December 2008, and Rev-104/08-2 of 7 January 2009 the Supreme Court found the State liable for damage caused by terrorist acts committed during the war in Croatia. The relevant parts of these judgments read as follows.
Judgment no. Rev-348/05-2 of 31 January 2006:
?It has been established that on … in G.G. the claimants? parents were killed … That day between 8 p.m. and 10 p.m. unknown persons fired weapons and threw explosive devices at a large number of houses, with the result that serious material damage was caused and the claimants? parents were killed in the ruins of their house.

In the view of this court the events described above (the firing of weapons at houses and the throwing of explosive devices into a number of houses in the village by unknown persons) amount to a terrorist act within the meaning of the statutory provisions. The Republic of Croatia is liable for damage caused by terrorist acts on the basis of the principles of social solidarity, equal distribution of public burdens and fair and prompt compensation (section 2 of the [Liability] Act), and that liability exists irrespective of whether the perpetrator has been identified, criminally prosecuted or found guilty (section 3 of the [Liability] Act).?
Judgment no. Rev-356/07-2 of 18 April 2007:
?It is undisputed that … J.B. and M.F. were found guilty of … throwing an anti-tank mine into the house of the claimant?s parents. The mine exploded and caused serious bodily injuries to the claimant?s mother, from which she died, and serious bodily injuries to the claimant?s father, who survived.

In the case at issue the liability of the State is objective ? irrespective of [anyone?s] guilt. However, the State is not liable for failure to prevent the damage but on the basis of the principles of solidarity, fairness and equal distribution of public burdens (section 2 of the [Liability] Act).?
Judgment no. Rev-130/08-2 of 10 December 2008:
?Given that war-related damage and damage caused by a terrorist act both result from violence, it being one of the essential elements (so that there is a basic similarity in the nature of the act which is reduced to violence), [the question] whether a specific instance of damage is war-related damage or damage caused by a terrorist act [is to be answered] by assessing the act of violence in the broader context of the circumstances and the events during which such an act was committed; [the answer] will depend in particular on the means used, the motives, the damage caused, and the time and place of the events.

The courts have established the following facts:
– that the late D.J. … was living alone in the family?s summer house in V. … that … a bomb thrown through a window of the house by an unknown person killed D.J., and that at that time there had been no war-related activity in the area of V. …
Given the above facts and the manner in which the deceased was killed, the lower courts correctly established that [the killing of D.J.] amounted to a terrorist act aimed at provoking fear and feelings of insecurity in citizens …?
Judgment no. Rev-104/08-2 of 7 January 2009:
?The lower courts established that the late M.V. was injured while working in her garden by an explosive device that had been planted …
Given the circumstances of the damage, the conclusion of the lower courts that the damage was caused by a terrorist act is correct.?
B. Serbia
1. War Crimes Act 2003
50. The War Crimes Act 2003 (Zakon o nadle?nosti dr?avnih organa u posutpku za ratne zlo?ine, published in Official Gazette of the Republic of Serbia no. 67/2003, amendments published in Official Gazette nos. 135/04, 61/2005, 101/2007 and 104/2009) entered into force on 9 July 2003. The War Crimes Prosecutor, the War Crimes Police Unit and the War Crimes Sections within the Belgrade Higher Court and the Belgrade Court of Appeal were set up pursuant to this Act. They have jurisdiction over serious violations of international humanitarian law committed anywhere in the former Yugoslavia, regardless of the nationality of the victims or perpetrators.
2. Mutual Assistance in Criminal Matters Act 2009
51. The Mutual Assistance in Criminal Matters Act 2009 (published in Official Gazette of the Republic of Serbia no. 20/2009) entered into force on 27 March 2009. Under section 16 of this Act, Serbian citizens cannot be extradited. The Act repealed the corresponding provision of the 2001 Code of Criminal Procedure (published in Official Gazette of the Federal Republic of Yugoslavia no. 70/2001, amendments published in Official Gazette of the Federal Republic of Yugoslavia no. 68/2002 and Official Gazette of the Republic of Serbia nos. 58/2004, 85/2005, 115/2005, 49/2007, 20/2009 and 72/2009), which was in force between 28 March 2002 and 27 March 2009.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 2 OF THE CONVENTION
52. The applicants complained that the authorities had not taken appropriate and adequate steps to investigate the death of their parents and to bring the perpetrators to justice. They also claimed that their parents had been killed because of their Croatian ethnic origin and that the national authorities had failed to investigate that factor. The applicants further complained that they had no effective remedy at their disposal in respect of the alleged violation of Article 2 of the Convention. They relied on Articles 2, 13 and 14 of the Convention. The Court, being master of the characterisation to be given in law to the facts of the case, will examine this complaint under the procedural aspect of Article 2 of the Convention which, in so far as relevant, reads as follows:
?1. Everyone?s right to life shall be protected by law. …?
A. Admissibility
1. The parties? submissions
53. The Government argued that the applicants had not complied with the six-month time-limit since they had lodged their application with the Court almost twenty-two years after their parents had been killed and almost sixteen years after the Convention had entered into force in respect of Croatia.
54. They further maintained that the applicants had not exhausted all the relevant domestic remedies available to them because they had not lodged a complaint about the conduct of any of the State bodies such as the police or the State Attorney?s Office, nor had they lodged a criminal complaint against the persons who had conducted the investigation. As to protection against alleged unlawfulness in the conduct of the domestic authorities, the Government pointed out that the applicants could have sought damages from the State.
55. The applicants argued that they had complied with all the admissibility criteria. With regard to the six-month rule, they contended that at the time they had lodged their application with the Court the investigation into the killing of their parents had still been pending and the authorities had been taking steps in order to establish the relevant facts.
56. As to the exhaustion of domestic remedies, they maintained that the State authorities, once they had become aware of the killing of the applicants? parents, had been under an obligation to conduct an official and effective investigation.
2. The Court?s assessment
(a) Compliance with the six-month rule
57. The Court observes that in a number of cases concerning ongoing investigations into the deaths of applicants? relatives it has examined the period of time from which the applicant could or should start doubting the effectiveness of a remedy and its bearing on the six-month time-limit provided for in Article 35 ? 1 of the Convention (see ??kran Ayd?n and Others v. Turkey (dec.), no. 46231/99, 26 May 2005; Elsanova v. Russia (dec.) no. 57952/00, 15 November 2005; Narin v. Turkey, no. 18907/02, ? 50, 15 December 2009; Grubi? v. Croatia (dec.), no. 56094/12, ?? 30-41, 9 June 2015; ?arkovi? v. Croatia (dec.), no. 75187/12, ?? 24-35, 9 June 2015; Damjanovi? v. Croatia (dec.), no. 5306/13, ?? 23-34, 25 August 2015; and Vukovi? and Others v. Croatia (dec.), no. 3430/13, ?? 23-34, 25 August 2015). The Court has found that in cases concerning instances of violent death, the ineffectiveness of the investigation will generally be more readily apparent than in cases of missing persons; the requirement of expedition may require an applicant to bring such a case to Strasbourg within a matter of months or at most, depending on the circumstances, just a few years after the events (see Varnava and Others v. Turkey [GC], nos. 16064/90 et al., ? 158, ECHR 2009).
58. As can be seen from the case-law referred to above, the Court has refrained from indicating a specific period beyond which an investigation is deemed to have become ineffective for the purposes of assessing the date from which the six-month period starts to run (see Bogdanovi? v. Croatia (dec.), no.72254/11, ? 43, 18 March 2014). The determination of whether the applicant in a given case has complied with the admissibility criteria will depend on the circumstances of the case and other factors such as the diligence and interest displayed by the applicant, as well as the adequacy of the investigation in question (see Narin, cited above, ? 43).
59. As to the case in issue, the Court notes that the investigation into the death of the applicants? parents by the Croatian authorities commenced in 1996 and is still pending. In 2014 the Croatian authorities were still corresponding with the United States authorities with a view to having one of the suspects extradited to Croatia. It cannot therefore be said that the six-month time-limit expired at any time during the period between 5 November 1997, when the Convention entered into force in respect of Croatia, and the date when the present application was lodged with the Court, on 5 November 2013. It follows that the applicants have complied with the six-month time-limit.
(b) Exhaustion of domestic remedies
60. The Court has already addressed the same objections as regards the exhaustion of domestic remedies in other cases against Croatia and rejected them (see Jeli? v. Croatia, no. 57856/11, ?? 59-67, 12 June 2014). The Court sees no reason to depart from that view in the present case.
61. It follows that the Government?s objection must be dismissed.
(c) Conclusion as to admissibility
62. The Court notes that the complaint under the procedural aspect of Article 2 of the Convention is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 ? 3 (a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. The parties? submissions
63. The applicants argued that the investigation into the killing of their parents had not been effective. They pointed in particular to a delay that had occurred between 1996 and 2000 and then again between May 2001 and January 2004. Furthermore, the Croatian authorities had not taken effective measures to have Y, a suspect, extradited from the United States to Croatia.
64. The Government contended that the national authorities had complied with their procedural obligation under Article 2 of the Convention. The applicants? parents had been killed in territory outside the control of the Croatian authorities. Once those authorities had regained control over the territory, an investigation into the killing of the applicants? parents had been launched. However, the evidence gathered by the authorities of the ?Serbian Autonomous Region of Krajina? had been the result of police inquires which, under Croatian law, could not serve as valid evidence in criminal proceedings in Croatia. The Croatian authorities had taken all available steps in order to identify the perpetrators. However, the two suspects, X and Y, were unavailable to the Croatian authorities.
2. The Court?s assessment
(a) General principles
65. The Court reiterates that Article 2 ranks as one of the most fundamental provisions in the Convention. It enshrines one of the basic values of the democratic societies making up the Council of Europe. The object and purpose of the Convention as an instrument for the protection of individual human beings require that Article 2 be interpreted and applied so as to make its safeguards practical and effective (see, among many other authorities, Anguelova v. Bulgaria, no. 38361/97, ? 109, ECHR 2002 IV).
66. The obligation to protect the right to life under Article 2 of the Convention, read in conjunction with the State?s general duty under Article 1 of the Convention to ?secure to everyone within [its] jurisdiction the rights and freedoms defined in [the] Convention?, also requires by implication that there should be some form of effective official investigation when individuals have been killed as a result of the use of force (see, Armani Da Silva v. the United Kingdom [GC], no. 5878/08, ? 230, 30 March 2016).
67. The State must therefore ensure, by all means at its disposal, an adequate response ? judicial or otherwise ? so that the legislative and administrative framework set up to protect the right to life is properly implemented and any breaches of that right are repressed and punished (see Armani Da Silva, cited above, ? 230).
68. In order to be ?effective? as this expression is to be understood in the context of Article 2 of the Convention, an investigation must firstly be adequate. This means that it must be capable of leading to the establishment of the facts, a determination of whether the force used was or was not justified in the circumstances and of identifying and ? if appropriate ? punishing those responsible. This is not an obligation of result, but of means. The authorities must take whatever reasonable steps they can to secure the evidence concerning the incident, including, inter alia, eyewitness testimony, forensic evidence and, where appropriate, an autopsy which provides a complete and accurate record of injury and an objective analysis of the clinical findings, including the cause of death. Moreover, where there has been a use of force by State agents, the investigation must also be effective in the sense that it is capable of leading to a determination of whether the force used was or was not justified in the circumstances. Any deficiency in the investigation which undermines its ability to establish the cause of death or the person responsible will risk falling foul of this standard (see Armani Da Silva, cited above, ? 233).
69. In particular, the investigation?s conclusions must be based on thorough, objective and impartial analysis of all relevant elements. Failing to follow an obvious line of inquiry undermines to a decisive extent the investigation?s ability to establish the circumstances of the case and the identity of those responsible. Nevertheless, the nature and degree of scrutiny which satisfy the minimum threshold of the investigation?s effectiveness depend on the circumstances of the particular case. The nature and degree of scrutiny must be assessed on the basis of all relevant facts and with regard to the practical realities of investigation work. Where a suspicious death has been inflicted at the hands of a State agent, particularly stringent scrutiny must be applied by the relevant domestic authorities to the ensuing investigation (see Armani Da Silva, cited above, ? 234).
70. A requirement of promptness and reasonable expedition is implicit in this context (see Ya?a v. Turkey, 2 September 1998, ?? 102-104, Reports 1998-VI; and Mahmut Kaya v. Turkey, no. 22535/93, ?? 106-107, ECHR 2003-III). It must be accepted that there may be obstacles or difficulties which prevent progress in an investigation in a particular situation. However, a prompt response by the authorities in investigating a use of lethal force may generally be regarded as essential in maintaining public confidence in their adherence to the rule of law and in preventing any appearance of collusion in or tolerance of unlawful acts (see Armani Da Silva, cited above, ? 237).
71. It cannot be inferred from the foregoing that Article 2 may entail the right to have third parties prosecuted or sentenced for a criminal offence or an absolute obligation for all prosecutions to result in conviction, or indeed in a particular sentence. Indeed, the Court will grant substantial deference to the national courts in the choice of appropriate sanctions for homicide by State agents. Nevertheless, it must still exercise a certain power of review and intervene in cases of manifest disproportion between the gravity of the act and the punishment imposed (see Armani Da Silva, cited above, ? 238).
(b) Application of these principles to the present case
72. As there is no indication that the investigation into the death of the applicants? relatives lacked independence, the Court will turn to the question of its adequacy.
73. The Court would note, first of all, that the events at issue occurred in January 1992 in the territory which at that time was not under the control of the Croatian authorities. When, in 1995, the Croatian authorities regained control of the town of A and the surrounding area, where the events at issue had taken place, the two suspects identified by the authorities of the ?Serbian Autonomous Region of Krajina? had fled Croatia and become unavailable to the Croatian authorities. However, the Court is able to examine only the facts that occurred after 5 November 1997 when Croatia ratified the Convention.
74. The Court would note further that the Croatian authorities have followed the available leads in the case in issue, making enquiries with official bodies as well as updating the statements made by the witnesses and relatives of the deceased and tracking down as far as possible the names of potential suspects which were mentioned by witnesses (see paragraphs 21-24 above). One of the two suspects, X, is living in Serbia and has become a Serbian national; as such he cannot be extradited (see paragraph 54 above), but Croatia cannot be held responsible for that (see Nje?i? and ?timac v. Croatia, no. 29823/13, ? 68, 9 April 2015). The Croatian authorities have asked the Serbian authorities to hear evidence from X (see paragraphs 33-35 above). The Court also considers that it is not necessary to examine whether there was an obligation under the Convention for Croatia to require more from the Serbian authorities, given that the applicants could have reported the case themselves to Serbia?s War Crimes Prosecutor, who has jurisdiction over serious violations of international humanitarian law committed anywhere in the former Yugoslavia (see paragraph 53 above). Moreover, it is open to the applicants to lodge an application against Serbia if they consider that they are the victims of a breach by Serbia of their Convention rights (compare Pali? v. Bosnia and Herzegovina, no. 4704/04, ? 65, 15 February 2011; and Nje?i? and ?timac, cited above, ? 68).
75. As regards the second of the two suspects, Y, the Court notes that he resides in the United States and that the Croatian authorities issued an international arrest warrant against him. The Croatian authorities have been taking adequate steps and corresponding with the United States authorities with a view to having him extradited to Croatia (see paragraph 25-31 above).
76. The applicants? principal complaint appears to be that the investigation has not resulted in any prosecutions. The Court can understand that it must be frustrating for the applicants that potential suspects have been named but not prosecuted as yet. However, Article 2 cannot be interpreted as imposing a requirement on the authorities to bring a prosecution in every case since the procedural obligation under that Article is one of means and not of results (see paragraph 68 above).
77. The Court notes, further, that Croatia declared its independence on 8 October 1991 and that all military operations ended in August 1995. In January 1998 the UNTAES mandate ceased and the peaceful transfer of power to the Croatian authorities began (see paragraph 20 above).
78. The Court accepts that any obstacles to the investigation into the killings during the war and post-war recovery, and any delays in the investigation (see paragraph 66 above), were attributable to the overall situation in Croatia, a newly independent and post-war State which needed time to organise its apparatus and for its officials to gain experience (compare Pali?, cited above, ? 70).
79. As to the requirement of promptness, the Court accepts that the investigation in the present case was aggravated by the fact that the suspects of the crimes that are the subject of the present application appear to have been members of Serbian paramilitary forces who fled Croatia in August 1997 and are not available to the Croatian authorities, since one of them lives in Serbia as a Serbian national and the other resides in the United States.
80. The Court finds that, taking into account the special circumstances prevailing in Croatia in the post-war period and the large number of war-crimes cases pending before the local courts (see paragraph 41 above), as well as all the steps the domestic authorities have taken in the present case, the investigation has not been shown to have failed to meet the minimum standard required under Article 2 (compare Pali?, cited above, ? 71; G?rtekin and others v. Cyprus (dec.), no. 60441/13 et al., ? 32, 11 March 2014; Mujkanovi? and Others v. Bosnia and Herzegovina (dec.), nos. 47063/08 et al., ? 42, 3 June 2014; Fazli? and Others v. Bosnia and Herzegovina (dec.), nos 66758/09 et al.,, ? 40, 3 June 2014; and ?eremet v. Bosnia and Herzegovina (dec.), no. 29620/05, ? 38, 8 July 2014). It follows that there has been no violation of that provision.
II. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1 TO THE CONVENTION
81. The applicants further complained that the sum they had been ordered to pay to the State had been in breach of their right to peaceful enjoyment of their possessions. They relied on Article 1 of Protocol No. 1, which reads as follows:
?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?
A. Admissibility
82. The Court notes that this complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 ? 3 (a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. The parties? submissions
83. The applicants complained that the order imposed on them by the domestic courts to pay the costs of the State?s representation in the civil proceedings in which they sought damages in connection with the killing of their parents had violated their right to peaceful enjoyment of their possessions. In support of their complaint the applicants submitted the following arguments.
84. The applicants maintained that the application of the rule that the loser had to pay the costs of the opposing party?s representation had resulted, in the particular circumstances of their case, in an excessive individual burden on them. They submitted that the manner in which that rule had been applied in their case was not proportionate to the legitimate aim pursued. While acknowledging a legitimate aim behind the ?loser pays? rule, the applicants submitted that their claim had been in accordance with the case-law at the time they had submitted it, and as such could not be regarded as ill-founded.
85. The applicants further submitted that they had brought the civil action at issue in connection with the killing of their parents. At that time the Supreme Court had already accepted several such claims. This approach had been followed by the first-instance court, which had allowed the applicants? claim. Only later had the national courts developed the view that in cases where individuals had been killed in the occupied territories the State was not liable for damages since such killings were to be regarded as war-related damage.
86. The risk of having to bear the costs of the State?s representation in civil proceedings made parties in general reluctant to bring civil actions against the State, in particular regarding issues where there was no established practice on the part of the domestic courts or where the hitherto established practice had been changed.
87. The applicants also argued that the opposing party in the proceedings at issue had been the State, represented by the State Attorney?s Office. It had not been fair to assess the costs of the State?s representation on the basis of the Scales of Advocates? Fees and Reimbursement of their Costs, since the State Attorney?s Office was not in the same position as advocates. Unlike the State bodies, advocates had to pay income tax and other expenses while the State Attorney?s Office was financed from the State budget.
88. They maintained further that the Croatian legal system recognised situations which called for the reduction of fees in the public interest. Thus, when advocates? fees were to be reimbursed from the State budget (as was the case when they were representing the accused in certain criminal proceedings), they were entitled to 30% of their usual fee only.
89. The amount of HRK 52,500 in costs that they had been required to reimburse to the State was an excessive burden on the applicants, in particular given that the maximum amount of non-pecuniary damage awarded by the national courts in connection with the death of a close relative was HRK 220,000. Moreover, the monthly income of the first applicant?s household, comprising the applicant, his wife and two children, was HRK 12,600 and that of the second applicant?s household, comprising the applicant, her husband and three children, was HRK 5,200. Therefore, the sum required from the applicants would have had a significant impact on their financial situation.
90. The Government maintained that the applicants had lost a civil case against the State and had therefore been ordered to reimburse the costs of the State?s representation in those proceedings, all in accordance with the relevant rules of civil procedure. The amount of those costs had been assessed on the basis of the value of the applicants? claim.
2. The Court?s assessment
(a) Whether there was an interference with the applicants? right to peaceful enjoyment of their possessions
91. The Court reiterates that Article 1 of Protocol No. 1, which guarantees the right to the protection of property, contains three distinct rules: ?the first rule, set out in the first sentence of the first paragraph, is of a general nature and enunciates the principle of the peaceful enjoyment of property; the second rule, contained in the second sentence of the first paragraph, covers deprivation of possessions and subjects it to certain conditions; the third rule, stated in the second paragraph, recognises that the Contracting States are entitled, amongst other things, to control the use of property in accordance with the general interest. The three rules are not, however, ?distinct? in the sense of being unconnected. The second and third rules are concerned with particular instances of interference with the right to peaceful enjoyment of property and should therefore be construed in the light of the general principle enunciated in the first rule? (see Anheuser-Busch Inc. v. Portugal [GC], no. 73049/01, ? 62, ECHR 2007-I).
92. The Court notes that the applicants? complaint in the present case concerns a costs order obliging them to pay the costs of the State?s representation into the State?s budget. The Court considers therefore that the order to pay these costs at all levels of jurisdiction has amounted to an interference with the applicants? right to the peaceful enjoyment of their possessions. Since the costs of the State?s representation are not costs related to the court system as such, the reimbursement of these costs is not a contribution within the meaning of the second paragraph of Article 1 Protocol No. 1 (see X and Y v. Austria, no. 7909/74, Commission decision of 12 October 1978, Decisions and Reports (DR) 15, pp. 160, 163 and 164; and Aires v. Portugal, no. 21775/93, Commission decision of 25 May 1995, DR 81, p. 48). The Court will examine the case in the light of the general rule under the first sentence of the first paragraph of Article 1 of Protocol No 1 (see Hoare v. the United Kingdom (dec.), no. 16261/08, ? 59, 12 April 2011).
(b) Whether the interference was lawful
93. The Court reiterates that the first and most important requirement of Article 1 of Protocol No. 1 is that any interference by a public authority with the peaceful enjoyment of someone?s possessions should be lawful (see Iatridis v. Greece [GC], no. 31107/96, ? 58, ECHR 1999 II). The Court notes that the applicants did not dispute the lawfulness of the national courts? decisions ordering them to reimburse the costs of the State?s representation. The Court sees no reason to hold otherwise since these decisions were based on section 154(1) of the Civil Procedure Act.
(c) Whether the interference pursued a legitimate aim
94. Any interference with a right of property, irrespective of the rule under which it falls, can be justified only if it serves a legitimate public (or general) interest. The Court reiterates that, because of their direct knowledge of their society and its needs, national authorities are in principle better placed than any international judge to decide what is ?in the public interest?. Under the system of protection established by the Convention, it is thus for the national authorities to make the preliminary assessment as to the existence of a problem of public concern warranting measures that interfere with the peaceful enjoyment of possessions (see Elia S.r.l. v. Italy, no. 37710/97, ? 77, ECHR 2001-IX, and Terazzi S.r.l. v. Italy, no. 27265/95, ? 85, 17 October 2002).
95. The Court notes that section 154(1) of the Civil Procedure Act embodies the ?loser pays? rule, according to which the unsuccessful party has to pay the successful party?s costs. Furthermore, according to the Scales of Advocates? Fees, in civil cases those fees are, as a matter of principle, calculated in proportion to the value of the subject matter of the dispute (see paragraphs 43 and 44 above).
96. The Court notes that the rationale behind the ?loser pays? rule is to avoid unwarranted litigation and unreasonably high litigation costs by dissuading potential plaintiffs from bringing unfounded actions without bearing the consequences. The Court considers that, by discouraging ill-founded litigation and excessive costs, those rules generally pursue the legitimate aim of ensuring the proper administration of justice and protecting the rights of others. The Court is therefore of the view that the ?loser pays? rule cannot in itself be regarded as contrary to Article 1 of Protocol No. 1 (see Hoare, cited above, ? 59; and Klauz v. Croatia, no. 28963/10, ?? 82 and 84, 18 July 2013). This view is not altered by the fact that those rules also apply to civil proceedings to which the State is a party, thus entitling it to recover from an unsuccessful party the costs of its representation. The State should not be considered to have limitless resources and should, like private parties, also enjoy protection from ill-founded litigation (see Klauz, cited above, ? 85).
97. The Court therefore considers that the costs order in the present case pursued a legitimate aim (see, mutatis mutanids, Stankov v. Bulgaria, no. 68490/01, ? 52, 12 July 2007, and Klauz, cited above, ? 82). It will proceed to examine the key issue, namely whether a ?fair balance? was struck between the general interest and the applicants? rights under Article 1 of Protocol No. 1.
(d) Whether the interference was proportionate to the legitimate aim pursued
98. It therefore remains to be determined whether the measures complained about were proportionate to the aim pursued. Any interference must achieve a ?fair balance? between the demands of the general interest of the community and the requirement of protecting the individual?s fundamental rights (see Beyeler v. Italy [GC], no. 33202/96, ? 107, ECHR 2000 I; and Hoare, cited above, ? 60). There must be a reasonable relationship of proportionality between the means employed and the aim pursued. In each case involving an alleged violation of Article 1 of Protocol No. 1, the Court must ascertain whether by reason of the State?s interference, the person concerned had to bear a disproportionate and excessive burden (see James and Others v. the United Kingdom, 21 February 1986, ? 50, Series A no. 98, and Amato Gauci v. Malta, no. 47045/06, ? 57, 15 September 2009). In assessing compliance with Article 1 of Protocol No. 1, the Court must make an overall examination of the various interests in issue (see Perdig?o v. Portugal [GC], no. 24768/06, ? 68, 16 November 2010), bearing in mind that the Convention is intended to safeguard rights that are ?practical and effective? (see, for example, Chassagnou and Others v. France [GC], nos. 25088/94, 28331/95 and 28443/95, ? 100, ECHR 1999 III). It must look behind appearances and investigate the realities of the situation complained of (see Zammit and Attard Cassar v. Malta, no. 1046/12, ? 57, 30 July 2015).
99. The central issue in the present case concerns the fact that the applicants were ordered to reimburse the costs of the State?s representation by the State Attorney?s Office in an amount equal to an advocate?s fee, because their claim for damages in connection with the killing of their parents had been dismissed in its entirety on the grounds that the State was not liable for damage resulting from the killings committed on the territory of the Krajina, which at the material time had been outside the control of the Croatian authorities.
100. The Court emphasises that the applicants did not challenge as such the rule contained in section 154(1) of the Civil Procedure Act. They rather claimed that the manner in which the rule was applied in the particular circumstances of their case had placed an excessive individual burden on them.
101. The Court notes that section 154(1) of the Civil Procedure Act does not allow for any flexibility as regards the reimbursement of the costs of the opposing party by the party which has lost a case, since it provides that ?a party which loses a case completely shall reimburse the costs of the opposing party and his or her representative? (see paragraph 43 above).
102. Further to this the Court notes that the State Attorney?s Office is entitled to the reimbursement of both costs and fees when it represents another party, but only to the reimbursement of costs when it itself participates in the proceedings as a party (see sections 162 and 163 of the Civil Procedure Act, paragraph 43 above).
103. The applicants brought their claim for non-pecuniary damage under the Liability Act. That Act provides that the State is liable for damage resulting from death caused by ?acts of terrorism or other acts of violence committed with the aim of seriously disturbing public order by provoking fear or stirring up feelings of insecurity in citizens?. In paragraph 2 of section 1 it defines a terrorist act as ?an act of violence committed for political reasons with a view to stirring up fear, terror or feelings of personal insecurity in citizens? (see paragraph 51 above).
104. The Court notes that it was alleged that the applicants? parents had been abducted from their home in A by two police officers of the ?Serbian Autonomous Region of Krajina? during the war in Croatia, and that they had been taken to a nearby village and shot dead, solely because of their Croatian ethnic origin.
105. The Supreme Court which ultimately held against the applicants agreed that the killing of their parents bore certain similarities to an act of terrorism (see paragraph 38 above).
106. In the present case the Croatian Government, in their observations, cited a number of Supreme Court judgments in which that court had dismissed claims for compensation in respect of damage caused by the killing of the plaintiffs? relatives in the occupied territory during the war. However, these judgments were adopted mainly in 2007 and 2008. Thus, at the time the applicants lodged their civil action for damages, in March 2006, it could be said that the position of the Supreme Court as to what constituted an act of terror and what constituted war-related damage was not entirely clear. Furthermore, in their constitutional complaint, the applicants cited several judgments of the Supreme Court in which State liability for damage caused by killings during the Homeland War in Croatia had been established.
107. It cannot therefore be said that the applicants? civil action against the State was devoid of any substance or manifestly unreasonable. The applicants? view that the damage caused to them by the killing of their parents was covered by the Liability Act was not unreasonable, since at that time it was not possible for the applicants to know whether the killing of their parents would be regarded as a terrorist act or as war-related damage.
108. Furthermore, the national courts ordered the applicants to pay for the State?s representation the amount that would be awarded to the opposing party as advocates? fees. The Court attaches considerable importance to the fact that the opposing party in the proceedings at issue was the Croatian State, represented by the State Attorney?s Office and that the costs of that office in the civil proceedings at issue were assessed on the basis of the Advocates? fees. However, as rightly pointed out by the applicants, that office, since it is financed from the State budget, is not in the same position as an advocate. The Court notes that in a comparable situation the Supreme Court has already held that an insurance company was not entitled to reimbursement of its legal representation by advocates in a dispute concerning a claim for damages because it could have ensured its legal representation in these proceedings by its own employees (see paragraph 46 above).
109. Another factor of importance is the applicants? individual financial situation. Given their arguments in that regard (see paragraph 89 above), the Court accepts that paying the amount ordered by the national courts in respect of the costs of the proceedings at issue appears burdensome for the applicants.
(e) Conclusion
110. In the particular circumstances of the present case and given that the Supreme Court acc

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