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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF CHINNICI v. ITALY (No. 2)

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41
Numero: 22432/03/2015
Stato: Italia
Data: 2015-04-14 00:00:00
Organo: Sezione Quarta
Testo Originale

Conclusioni: Eccezione preliminare congiunse a meriti e respinse (Articolo 34 – la Vittima) il Resto Violazione inammissibile di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 – Protezione di propriet? (l’Articolo 1 par?. 1 di Protocollo N.ro 1 – la Privazione di propriet?) danno Patrimoniale e non-patrimoniale – l’assegnazione (Articolo 41 – danno Non-patrimoniale danno Patrimoniale la soddisfazione Equa)

QUARTA SEZIONE

CAUSA CHINNICI C. ITALIA (N.RO 2)

(Richiesta n. 22432/03)

SENTENZA

STRASBOURG

14 aprile 2015

Questa sentenza diverr? definitiva nelle circostanze esposte nell? Articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Chinnici c. ltalia (n. 2),
La Corte europea dwi Diritti umani (quarta Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
P?ivi Hirvel?, Presidente
Guido Raimondi,
Giorgio Nicolaou,
Ledi Bianku,
Nona Tsotsoria,
Krzysztof Wojtyczek,
Faris Vehabovi, ?giudici
e Fran?oise Elens-Passos, Cancelliere di Sezione
Avendo deliberato in privato il 24 marzo 2015,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 22432/03) contro la Repubblica italiana depositata presso la Corte sotto l?Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libert? Fondamentali (?la Convenzione?) da un cittadino italiano, il Sig. OMISSIS (?il richiedente?), 4 luglio 2003.
2. Il richiedente fu rappresentato dal Sig. OMISSIS, un avvocato che pratica a Roma. Il Governo italiano (?il Governo?) fu rappresentato col loro Agente, il Sig.ra E. Spatafora, il loro co-agente precedente, il Sig. N. Lettieri, ed il loro co-agente, il Sig.ra P. Accardo.
3. 3 gennaio 2009 la richiesta fu comunicata al Governo.
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. Il richiedente nacque nel 1945 e vive a L’Aquila.
5. I fatti della causa, come presentati dalle parti, possono essere riassunti come segue.
6. Il richiedente era il proprietario di un’area di terreno designato come terreno industriale a L’Aquila. Il terreno in questione-di un’area di superficie di 10,059 metri quadrati-fu registrato nel registro dei terreni come Foglio n. 4, Parcella n. 222.
7. Nel 1989, le autorit? amministrative regionali accordarono al Consorzio per lo sviluppo industriale di L’Aquila (?Consorzio per il nucleo di sviluppo industriale di L’Aquila?, in seguito ?il Consorzio?) il permesso per occupare una porzione del terreno del richiedente per cominciare la costruzione di un complesso industriale.
8. Il richiedente introdusse un’azione per danni presso la Corte distrettuale di L’Aquila contro le autorit? amministrative regionali chiedendo il risarcimento per la porzione rimanente del terreno che era diventata inutile dopo l’occupazione in una data non specificata.
9. Il 9 aprile 1991 le autorit? amministrative regionali emisero un ordine di espropriazione a riguardo del terreno.
10. Facendo seguito all’ordine, il consorzio offr? al richiedente una somma globale di 106.400.000 lire italiane (ITL) (equivalente ad EUR 55,000) come risarcimento per l’espropriazione ed il risarcimento per il periodo durante il quale il terreno era stato occupato a fronte dell’ordine di espropriazione che era stato emesso.
11. L’offerta fu rifiutata dal richiedente sulla base che lui la considerava inadeguata.
12. Il 9 maggio 1991, contestando l’importo che gli era stato assegnato, il richiedente inoltr? procedimenti contro il Consorzio presso la Corte d’appello di L’Aquila. Lui dibatt? che l’importo determinato dalle autorit? regionali era estremamente basso in relazione al valore di mercato del terreno.
13. Il 14 agosto 1992 la Legge di n. 359 dell?8 agosto 1992 entr? in vigore (?misure Urgenti tese a stabilizzare le finanze pubbliche?). L? Articolo 5 bis della Legge stabiliva un nuovo criterio per calcolo del risarcimento per l’espropriazione di un terreno edificabile. La Legge era espressamente applicabile ai procedimenti pendenti.
14. Il 3 novembre 1993, il richiedente accett? l’offerta del consorzio e richiese la conclusione dei procedimenti (?cessazione della materia del contendere?).
15. Con una sentenza provvisoria consegnata il 22 novembre 1994, la Corte d’appello diede credito all’entrata in vigore della Legge n. 359 dell?8 agosto 1992 e sostenne che l’importo del risarcimento per l’espropriazione doveva essere in conformit? col nuovo criterio stabilito nell’Articolo 5bis della legislazione. La corte respinse perci? la richiesta del richiedente per terminare i procedimenti, nomin? un perito per valutare il risarcimento per l’espropriazione secondo il nuovo criterio.
16. In una data non specificata, l’esperto present? il suo rapporto.
17. Con una sentenza consegnata il 23 luglio 2002 e registrata presso la cancelleria della corte il 1 agosto 2002, la Corte d’appello sostenne che al richiedente era concesso il risarcimento nella somma di EUR 77,556.40, come calcolato secondo il criterio stabilito nella Legge n. 359 di 1992. Inoltre, la Corte d’appello sostenne che al richiedente venisse concesso il risarcimento per il periodo durante il quale il terreno era stato occupato prima che l?ordine di espropriazione fosse stato emesso, nella somma di EUR 12 778,37. Gli importi erano soggetto a tassa, dedotta alla fonte ad un tasso del 20%.
18. In una data non specificata il consorzio fece ricorso su questioni di diritto.
19. Con una sentenza consegnata il 21 novembre 2006 e registrata presso la cancelleria della corte l? 8 gennaio 2007, la Corte di Cassazione rinvi? la causa alla Corte d’appello di L’Aquila.
20. Con una sentenza consegnata il 24 gennaio 2013, registrata presso la cancelleria della corte il 12 marzo 2013 la Corte d’appello di L’Aquila diede credito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 348 24 ottobre 2007, dal momento che l? Articolo 5 bis della Legge n. 359 dell?8 agosto 1992 era stato dichiarato incostituzionale, e sostenne che al richiedente fosse concesso un risarcimento corrispondente al pieno valore di mercato della propriet?.
21. Perci?, basandosi sul rapporto dell?esperto designato dalla corte e presentato durante il primo set di procedimenti, la Corte d’appello concluse che al richiedente venisse concesso il risarcimento nella somma di EUR 108,578.96 (equivalente ad ITL 210,236,000) che rifletteva il valore di mercato del terreno al tempo dell’espropriazione (1991), l?interesse legale e positivo. Comunque, non aggiust? l’importo per l’inflazione.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE E LA PRATICA
22. Il diritto nazionale attinente e la pratica concernenti le espropriazioni formali sar? trovato in Scordino c. l’Italia (n. 1) sentenza ([GC], n. 36813/97, ?? 47-61 ECHR 2006 V).
23. Nella sentenza n. 348 24 ottobre 2007, la Corte Costituzionale italiana sostenne che legislazione nazionale doveva essere compatibile con la Convenzione come interpretato dalla giurisprudenza della Corte e, di conseguenza,dichiarata incostituzionale la sezione 5 bis della Legge n. 359 dell?8 agosto 1992.
24. Nella sentenza, la Corte Costituzionale not?, che il livello insufficiente del risarcimento previsto dalla Legge del 1992 era contrario all? Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 ed anche all?Articolo 117 della Costituzione italiana che prevede l? ottemperanza con obblighi internazionali. Da questa sentenza, la disposizione in oggetto non pu? essere pi? applicata nel contesto di procedimenti nazionali pendenti.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL? ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1
25. Il richiedente addusse di aver sopportato un carico sproporzionato a causa dell’importo inadeguato del risarcimento di espropriazione che lui ricevette a livello nazionale, comportando cos? una violazione dell? Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 che prevede come segue:
?Ogni persona fisica o giuridica ? abilitata al godimento pacifico delle sue propriet?. Nessuno sar? privato delle sue propriet? eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di propriet? in conformit? con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.?
A. Le osservazioni delle parti

26. Il Governo present? che il richiedente non era pi? una ?vittima? all’interno del significato di dell?Articolo 34 della Convenzione siccome lui aveva ottenuto dalla Corte d’appello di L’Aquila una sentenza di una violazione dell?Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 ed un importo che corrispondeva al pieno valore di mercato del terreno espropriato.
27. Il richiedente, da parte sua considerava di essere ancora una ?vittima? della violazione in quanto l’importo che era stato assegnato a lui non corrispondeva al valore di mercato del terreno al tempo dell’espropriazione nel 1991, e la somma non era stata convertita nel suo valore corrente per compensare gli effetti dell’inflazione.
B. La valutazione della Corte
1. Ammissibilit?
28. Avendo riguardo agli argomenti delle parti in causa, , la Corte considera che la questione riguardo allo status di vittima del richiedente ? collegata da vicino ai meriti dell’azione di reclamo. Unisce perci? la questione ai meriti dell’azione di reclamo del richiedente sotto l?Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
2. Meriti
29. Come la Corte ha reiterato in numerose occasioni, l?Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 contiene tre articoli distinti: il primo articolo, esposto nella prima frase del primo paragrafo ? di natura generale ed enuncia il principio del godimento tranquillo di propriet?; il secondo articolo, contenuto nella seconda frase del primo paragrafo copre la privazione di propriet? e la sottopone a certe condizioni; il terzo articolo, determinato nel secondo paragrafo, riconosce che agli Stati ? concesso, fra le altre cose, di controllare l’uso della propriet? in conformit? con l’interesse generale. Comunque, questi articoli non sono distaccati: il secondo e terzo articolo riguardano le particolari istanze di interferenza col diritto al godimento tranquillo di propriet? e perci? saranno costruiti alla luce del principio posto nel primo articolo (vedere, fra le altre autorit?, James ed Altri c. il Regno Unito, 21 febbraio 1986, ? 37 Serie A n. 98 che in parte reiterano i termini della Corte elaborati in Sporrong e L?nnroth c. Svezia, 23 settembre 1982, ? 61 Serie A n. 52; vedere anche I Conventi Santi c. Grecia, 9 dicembre 1994, ? 56 Serie A n. 301-a; Iatridis c. la Grecia [GC], n. 31107/96, ? 55 ECHR 1999-II; e Beyeler c. ltalia [GC], n. 33202/96, ? 106 ECHR 2000-I).
30. Non ? in controversia fra le parti che nella presente causa della cui situazione ci si lamenta rientra all’interno della sfera dell? Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
31. Emerge dalle decisioni delle corti nazionali che era considerato che l’espropriazione fosse in conformit? con la legge e che l’espropriazione perseguisse uno scopo legittimo nell’interesse pubblico. La Corte non trova nessuna ragione di sostenere altrimenti.
32. La Corte reitera che qualsiasi interferenza con la propriet? deve, oltre ad essere legale e ad avere uno scopo legittimo, anche soddisfi il requisito della proporzionalit?. Un equilibrio equo deve essere previsto fra le richieste dell’interesse generale della comunit? ed i requisiti della protezione dei diritti essenziali dell’individuo, essendo la ricerca di tale equilibrio equo inerente all’intera Convenzione. L’equilibrio richiesto non sar? previsto dove la persona riguardata sopporta un carico individuale eccessivo (vedere, fra le altre autorit?, Sporrong e L?nnroth c. Svezia, citata sopra, ed I Conventi Santi c. la Grecia, citata sopra).
33. In questo collegamento, la presa di propriet? senza pagamento di un importo ragionevolmente in riferito al suo valore normalmente costituir? un’interferenza sproporzionata che non pu? essere giustificata sotto l?Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 (vedere, fra le altre autorit?, Papachelas c. Grecia [GC], n. 31423/96, ? 48 ECHR 1999 II).
34. L?Articolo 1 del Protocollo N.ro 1, comunque, non garantisce un diritto al pieno risarcimento in tutte le circostanze, poich? obiettivi legittimi di ?interesse pubblico? possono richiedere meno del rimborso del pieno valore di mercato (vedere Papachelas c. Grecia [GC], citata sopra, ? 48; I Conventi Santi c. Grecia, citata sopra, ? 71; Lithgow ed Altri c. il Regno Unito, 8 luglio 1986, ?? 50-51 Serie A n. 102). 35. Nella presente causa l’importo del risarcimento di espropriazione proposto al richiedente facendo seguito l’ordine di espropriazione del 9 aprile 1991 fu fissato ad ITL 106,400,000, o circa EUR 55,000 (vedere paragrafo 10 sopra) che costituisce una somma molto inferiore del valore di mercato della propriet? in oggetto (vedere paragrafo 21 sopra).
36. La presente causa riguarda un’espropriazione distinta, ed una che non fu eseguita come parte di un processo di riforma economica, sociale o politica n? collegata a qualsiasi altre specifiche circostanze. In questa causa, la Corte non discerne di conseguenza, qualsiasi obiettivo legittimo ?nell’interesse pubblico? capace di giustificare un rimborso inferiore al valore di mercato.
37. Avendo riguardo ad a tutte le considerazioni precedenti, la Corte considera, che il risarcimento assegnato al richiedente era inadeguato, dato l’importo basso assegnato e la mancanza dei motivi di interesse pubblico capaci di giustificare il risarcimento inferiore al valore di mercato della propriet?. Il richiedente ha dovuto di conseguenza, sopportare un carico sproporzionato ed eccessivo che non pu? essere giustificato da uno scopo legittimo nell’interesse pubblico perseguito con le autorit?.
38. Rimane da determinare se le corti nazionali dove da prima furono introdotte le rivendicazioni del richiedente, hanno riconosciuto compensazione per la violazione della Convenzione.
39. La Corte reitera che da prima spetta alle autorit? nazionali compensare qualsiasi violazione della Convenzione. A questo riguardo, la questione se un richiedente pu? chiedere di essere una vittima della violazione ? attinente a tutti gli stadi dei procedimenti sotto la Convenzione (vedere Scordino c. l’Italia (n. 1) [GC], citata sopra, ? 179 e Burdov c. Russia, n. 59498/00, ? 30 ECHR 2002-III).
40. La Corte richiama ulteriormente che una decisione o misura favorevole al richiedente non ? in principio sufficiente a spogliarlo del suo status di ? vittima? a meno che le autorit? nazionali hanno ammesso, o espressamente o in sostanza, e poi riconosciuto compensazione appropriata e sufficiente per, la violazione della Convenzione. Solamente quando queste condizioni sono soddisfatte la natura sussidiaria del meccanismo protettivo della Convenzione prevede l? esame di una richiesta (vedere Eckle c. Germania, 15 luglio 1982 ?? 69 et seq., Serie Un n. 51; Amuur c. la Francia, 25 giugno 1996, ? 36 Relazioni di Sentenze e Decisioni 1996 III).
41. Riguardo alla prima condizione che ?che la sentenza di una violazione da parte delle autorit? nazionali nella sua sentenza del 24 gennaio 2013 la Corte d’appello di L’Aquila diede credito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 348 24 ottobre 2007, con cui l? Articolo 5 bis della Legge n. 359 dell?8 agosto 1992 era stato dichiarato incostituzionali, e sostenne che al richiedente fu concesso il risarcimento corrispondente al pieno valore di mercato della propriet?. Questo pu? essere visto come un riconoscimento del principio che la presa di propriet? senza pagamento di un importo ragionevolmente in riferimento al suo valore costituir? un’interferenza sproporzionata che non pu? essere giustificata sotto Articolo 1 di Protocollo normalmente N.ro 1. La Corte considera perci? che le corti nazionali ammisero, almeno in sostanza, la violazione si lament? di.
42. A riguardo della seconda condizione, la Corte deve accertare, se le misure prese dalle autorit?, nelle particolari circostanze della causa presente riconosciuto il richiedente compensazione appropriata in tale modo come per spogliarlo del suo status di vittima.
43. Secondo la causa-legge della Corte (Scordino c. l’Italia (n. 1) [GC], citata sopra, e, fra altri, Aldo Leoni c. l’Italia, n. 67780/01, 26 gennaio 2010; Perinati c. l’Italia, n. 8073/05, 6 ottobre 2009; Mandola c. l’Italia, n. 38596/02, 30 giugno 2009; Zuccal? c. l’Italia, n. 72746/01, 19 gennaio 2010), il risarcimento di espropriazione adeguato in cause simile a quello sotto scrutinio debba di tutti prima corrisponda al pieno valore di mercato della terreno al tempo della perdita della propriet?, ridusse con qualsiasi somme assegnarono a livello nazionale. Inoltre, come l’adeguatezza del risarcimento sarebbe diminuito se fosse pagato senza riferimento alle varie circostanze responsabile ridurre il suo valore, come l’errore di un periodo considerevole di tempo (vedere Stran Raffinerie greche e Stratis Andreadis c. la Grecia, 9 dicembre 1994, ? 82 la Serie Un n. 301 B, e, mutatis mutandis, il de di Motais Narbonne c. la Francia (soddisfazione equa), n. 48161/99, ?? 20-21 27 maggio 2003), la Corte ha sostenuto che l’importo iniziale deve essere aggiornato per compensare gli effetti dell’inflazione, e ha aumentato con l’importo di interesse scaduto legale (Scordino c. l’Italia (n. 1) [GC], above,? 258 citata. Vedere anche, mutatis mutandis, Akku ?c. la Turchia, 9 luglio 1997, ? 29 le Relazioni 1997 IV e Conosciuto anche come c. la Turchia, 23 settembre 1998, ? 48 le Relazioni 1998 VI).
44. Nella causa presente la Corte d’appello assegn? il risarcimento di richiedente nella somma di EUR 108,578.96 (equivalente ad ITL 210,236,000), riflettendo il valore di mercato della propriet? al tempo dell’espropriazione, pi? l’interesse, ma non riusc? ad assegnare rettifica di inflazione riflettente una somma.
45. La Corte sottolinea ulteriormente , nei ventidue anni che sono passati fra la data dell’espropriazione nel 1991 e la sentenza della Corte d’appello di L’Aquila nel 2013, un cambio considerevole verificatosi nel deprezzamento valutario nel paese. Convertendo nel suo valore corrente per compensare gli effetti dell’inflazione, il capitale cos? aggiustato ammontava due volte importi all’importo originale.
46. Alla luce di ci? che precede la Corte considera, che la compensazione era solamente parziale ed il risarcimento ottenuto a livello nazionale era, perci?, non capace di creazione buono la perdita sub?.
47. Riguardo alla seconda condizione-compensazione appropriata e sufficiente- non ? stata adempiuta, la Corte considera che il richiedente pu? ancora nella presente causa rivendicare di essere una ? vittima? a riguardo della sua azione di reclamo sotto l?Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
48. Di conseguenza, la Corte respinge l’eccezione del Governo e, decidendo sui meriti, costata che c’? stata una violazione dell? Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.

II. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL? ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE

49. Il richiedente addusse che la promulgazione e la richiesta alla sua causa di Articolo 5 bis di Legge n. 359/1992 corrisposero ad interferenza con la legislatura in violazione del suo diritto ad un’udienza corretta come garantito con Articolo 6 ? 1 della Convenzione, le parti attinenti di che prevede:
?Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi…, ognuno ? concesso ad una fiera… ascolti all’interno di un termine ragionevole con [un]… tribunale…?
50. Il Governo contest? quel l’argomento.
51. La Corte indica che, con una sentenza di 24 gennaio 2013, registr? con la cancelleria di corte 12 marzo 2013, la Corte d’appello di L’Aquila diede credito alla sentenza della Corte Costituzionale n. 348 24 ottobre 2007, da che cosa Articolo 5 bis di Legge n. 359 8 agosto 1992 erano stati dichiarati incostituzionali, e sostenne che il richiedente fu concesso a risarcimento che corrisponde al valore di mercato della propriet? (vedere paragrafo 20 sopra).
52. Nella prospettiva della Corte, perci? la legislazione contestata non fu fatta domanda nella causa del richiedente.
53. Nella luce del sopra, non pu? essere detto, che il richiedente ha status di vittima in riguardo di questa azione di reclamo che ? perci? ratione personae incompatibile con le disposizioni della Convenzione e deve essere dichiarata inammissibile in conformit? con Articolo 35 ?? 3 e 4 della Convenzione.

III. L?APPLICAZIONE DELL? ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE

54. L?Articolo 41 della Convenzione prevede:
?Se la Corte costata che c’? stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell?Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte pu?, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.?
A. danno Patrimoniale
55. Il richiedente chiese 161,370.59 euro (EUR) in riguardo di danno patrimoniale, essere aggiustato per l’inflazione ed aument? con l’importo di interesse scaduto.
56. Il Governo contese che il richiedente aveva ottenuto un importo che corrisponde al valore di mercato della terreno espropriata.
57. La Corte reitera che una sentenza nella quale trova una violazione impone sullo Stato rispondente un obbligo legale per porre fine alla violazione e costituire riparazione le sue conseguenze in tale modo come ripristinare il pi? lontano possibile la situazione che esiste di fronte alla violazione (vedere Iatridis c. la Grecia (soddisfazione equa) [GC], citata sopra, ? 32).
58. Gli Stati Contraenti che sono parti ad una causa sono in principio libero scegliere i mezzi da che cosa loro si atterrenon con una sentenza nella quale la Corte ha trovato una violazione. Questa discrezione come alla maniera di esecuzione di una sentenza la libert? di scelta allegata all’obbligo primario degli Stati Contraenti sotto la Convenzione per garantire i diritti e le libert? garantite riflette (Articolo 1). Se la natura della violazione concede restitutio in integrum, ? per lo Stato rispondente per effettuarlo, la Corte che n? ha il potere n? la possibilit? pratica di fare cos? s?. Se, d’altra parte l legge nazionale non concede- o concede solamente in parte – riparazione per le conseguenze della violazione, l?Articolo 41 conferisce poteri la Corte per riconoscere la vittima simile soddisfazione siccome sembra a s? per essere appropriato (vedere Brumrescu ?c. la Romania (soddisfazione equa) [GC], n. 28342/95, ? 20 ECHR 2001-io).
59. La Corte ha sostenuto che l’interferenza in oggetto soddisfatto la condizione della legalit? e non era arbitrario (vedere divide in paragrafi 30-31 sopra). L’atto del governo italiano che la Corte sostenne essere contraria alla Convenzione era un’espropriazione che sarebbe stata legittima ma per l’insuccesso per pagare correttamente il risarcimento (vedere divide in paragrafi 32-37 sopra).
60. Nella presente causa che la Corte considera che la natura della violazione trovata non gli concede presumere che restitutio in integrum possono essere resi (il contrasto Papamichalopoulos ed Altri c. la Grecia (Articolo 50), 31 ottobre 1995, Serie Un n. 330-B). Un’assegnazione del risarcimento equivalente deve essere resa perci?.
61. Nella causa presente la Corte ha trovato che un ?equilibrio equo? non fu previsto, determinato non si poteva dire che il livello del risarcimento assegnato corrisponda ragionevolmente ad una somma, rifer? al valore della propriet?.
62. Siccome il richiedente ricevette dalla Corte d’appello un’assegnazione di EUR 108,578.96, una somma che riflette il valore di mercato della terreno al tempo dell’espropriazione nel 1991, aumentata con l’importo di interesse scaduto legale ma non riusc? ad aggiustare l’importo per l’inflazione, la Corte assegner? risarcimento che corrisponde a rettifica di inflazione.
63. Avendo riguardo ad al precedente, la Corte lo considera ragionevole assegnare EUR 85,000 il richiedente, pi? qualsiasi tassa sulla quale pu? essere addebitabile quel l’importo. L’importo fu ottenuto con aggiustando la somma di EUR 108,578.96 per l’inflazione secondo l’indice dei prezzi al consumo calcol? con l’Istituto Nazionale italiano di Statistiche (ISTAT).
B. danno Non -patrimoniale
64. Il richiedente chiese EUR 100,000 in riguardo di danno non-patrimoniale.
65. Il Governo contest? quel l’importo.
66. La Corte considera che su conto della violazione trovato il richiedente ha dovuto subire un certo grado di danno non-patrimoniale che valuta, su una base equa, ad EUR 5,000.
Costi di C. e spese
67. Il richiedente present? una nota spese e spese e chiese il rimborso di EUR 40,000 per i costi e spese incorse in nei procedimenti nazionali.
68. Il Governo contest? quel l’importo.
69. Secondo la causa-legge stabilita della Corte, costi e spese non saranno assegnate sotto Articolo 41 a meno che ? stabilito che loro davvero e necessariamente erano incorsi in ed erano ragionevoli come a quantum (vedere ed Altri c. la Turchia, n. 29189/02, ? 22 24 gennaio 2008).
70. Come la causa del richiedente di fronte alle corti nazionali essenzialmente fu mirato a rimediando alle violazioni della Convenzione addotte di fronte alla Corte, queste spese processuali nazionali possono essere prese in considerazione nel valutare la rivendicazione per costi.
71. Mentre non ? contestato che il richiedente incorse nelle certe spese per ottenere compensi di fronte alle corti nazionali, considera che la somma richiesta ? eccessiva.
72. Essendo avuto riguardo ai documenti nella sua propriet? ed alla sua causa-legge, la Corte lo considera ragionevole assegnare la somma di 5,000 per i procedimenti di fronte alle corti nazionali.
Interesse di mora di D.
73. La Corte lo considera appropriato che il tasso di interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a che dovrebbe essere aggiunto tre punti di percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE, ALL?UNANIMITA?
1. Congiunge ai meriti l’eccezione del Governo riguardo allo status di vittima del richiedente in riguardo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1;

2. Dichiara l’azione di reclamo riguardo all? Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 ammissibile ed il resto della richiesta inammissibile;

3. Sostiene che c’? stata una violazione dell? Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 della Convenzione e respinge l’eccezione del Governo;

4. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente deve pagare il richiedente, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformit? con l?Articolo 44 ? 2 della Convenzione gli importi seguenti:
(i) EUR 85,000 (ottanta-cinque mila euro), pi? qualsiasi tassa che pu? essere addebitabile, a riguardo di danno patrimoniale;
(ii) EUR 5,000 (cinque mila euro), pi? qualsiasi tassa che pu? essere addebitabile, a riguardo di danno non-patrimoniale;
(iii) EUR 5,000 (cinque mila euro), pi? qualsiasi tassa che pu? essere a carico dei richiedenti, in riguardo di costi e spese;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l?interesse semplice sar? pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito pi? tre punti di percentuale;

5. Respinge il resto della rivendicazione del richiedente per la soddisfazione equa.
Fatto in inglesi, e notific? per iscritto 14 aprile 2015, facendo seguito Decidere 77 ?? 2 e 3 degli Articoli di Corte.
Fran?oise Elens-Passos P?ivi Hirvel?
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

Conclusions: Preliminary objection joined to merits and dismissed (Article 34 – Victim) Remainder inadmissible Violation of Article 1 of Protocol No. 1 – Protection of property (Article 1 para. 1 of Protocol No. 1 – Deprivation of property) Pecuniary and non-pecuniary damage – award (Article 41 – Non-pecuniary damage Pecuniary damage Just satisfaction)

FOURTH SECTION

CASE OF CHINNICI v. ITALY (No. 2)

(Application no. 22432/03)

JUDGMENT

STRASBOURG

14 April 2015

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Chinnici v. Italy (no. 2),
The European Court of Human Rights (Fourth Section), sitting as a Chamber composed of:
P?ivi Hirvel?, President,
Guido Raimondi,
George Nicolaou,
Ledi Bianku,
Nona Tsotsoria,
Krzysztof Wojtyczek,
Faris Vehabovi?, judges,
and Fran?oise Elens-Passos, Section Registrar,
Having deliberated in private on 24 March 2015,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 22432/03) against the Italian Republic lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by an Italian national, Mr OMISSIS (?the applicant?), on 4 July 2003.
2. The applicant was represented by Mr OMISSIS, a lawyer practising in Rome. The Italian Government (?the Government?) were represented by their Agent, Ms E. Spatafora, their former co-Agent, Mr N. Lettieri, and their co-Agent, Ms P. Accardo.
3. On 3 January 2009 the application was communicated to the Government.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
4. The applicant was born in 1945 and lives in L?Aquila.
5. The facts of the case, as submitted by the parties, may be summarised as follows.
6. The applicant was the owner of a plot of land designated as industrial land in L?Aquila. The land in issue ? of a surface area of 10,059 square metres ? was recorded in the land register as Folio no. 4, Parcel no. 222.
7. In 1989, the regional administrative authorities granted the Consortium for the industrial development of L?Aquila (?Consorzio per il nucleo di sviluppo industriale di L?Aquila?, hereinafter ?the Consortium?) permission to occupy a portion of the applicant?s land in order to begin the construction of an industrial compound.
8. On an unspecified date, the applicant brought an action for damages in the L?Aquila District Court against the regional administrative authorities seeking compensation for the remaining portion of land which had become unusable following the occupation.
9. On 9 April 1991 the regional administrative authorities issued an expropriation order in respect of the land.
10. Pursuant to the order, the consortium offered the applicant a global sum of 106.400.000 Italian lire (ITL) (equivalent to EUR 55,000) as compensation for the expropriation and compensation for the period during which the land had been occupied before the expropriation order had been issued.
11. The offer was refused by the applicant on the ground that he considered it inadequate.
12. On 9 May 1991, contesting the amount that he had been awarded, the applicant brought proceedings against the Consortium in the L?Aquila Court of Appeal. He argued that the amount determined by the regional authorities was extremely low in relation to the market value of the land.
13. On 14 August 1992 Law no. 359 of 8 August 1992 came into force (?Urgent measures aimed at stabilising public finances?). Article 5 bis of the Law laid down new criteria for calculating compensation for the expropriation of building land. The Law was expressly applicable to pending proceedings.
14. On 3 November 1993, the applicant accepted the consortium?s offer and requested the termination of the proceedings (?cessazione della materia del contendere?).
15. By a provisional judgment delivered on 22 November 1994, the Court of Appeal acknowledged the entry into force of Law no. 359 of 8 August 1992 and held that the amount of the compensation for the expropriation had to be in accordance with the new criteria laid down in the legislation?s Article 5bis. The court therefore rejected the applicant?s request to terminate the proceedings, appointed an expert and instructed him to assess the compensation for the expropriation according to the new criteria.
16. On an unspecified date, the expert submitted his report.
17. By a judgment delivered on 23 July 2002 and filed with the court registry on 1 August 2002, the Court of Appeal held that the applicant was entitled to compensation in the sum of EUR 77,556.40, as calculated according to the criteria laid down in Law no. 359 of 1992. Moreover, the Court of Appeal held that the applicant was entitled to compensation for the period during which the land had been occupied before the expropriation order had been issued, in the sum of EUR 12 778,37. The amounts were subject to tax, deducted at the source at a rate of 20%.
18. On an unspecified date the consortium appealed on points of law.
19. By a judgment delivered on 21 November 2006 and filed with the court registry on 8 January 2007, the Court of Cassation remitted the case to the L?Aquila Court of Appeal.
20. By a judgment delivered on 24 January 2013, filed with the court registry on 12 March 2013, the L?Aquila Court of Appeal acknowledged the Constitutional Court?s judgment no. 348 of 24 October 2007, whereby Article 5 bis of Law no. 359 of 8 August 1992 had been declared unconstitutional, and held that the applicant was entitled to compensation corresponding to the full market value of the property.
21. Therefore, drawing on the court-ordered expert report submitted during the first set of proceedings, the Court of Appeal concluded that the applicant was entitled to compensation in the sum of EUR 108,578.96 (equivalent to ITL 210,236,000), which reflected the market value of the land at the time of the expropriation (1991), plus statutory interest. It did not, however, adjust the amount for inflation.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW AND PRACTICE
22. The relevant domestic law and practice concerning formal expropriations are to be found in the Scordino v. Italy (no. 1) judgment ([GC], no. 36813/97, ?? 47-61, ECHR 2006 V).
23. In judgment no. 348 of 24 October 2007, the Italian Constitutional Court held that national legislation must be compatible with the Convention as interpreted by the Court?s case-law and, in consequence, declared unconstitutional section 5 bis of Law no. 359 of 8 August 1992.
24. In the judgment, the Constitutional Court noted that the insufficient level of compensation provided for by the 1992 Law was contrary to Article 1 of Protocol No. 1 and also to Article 117 of the Italian Constitution, which provides for compliance with international obligations. Since that judgment, the provision in question may no longer be applied in the context of pending national proceedings.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1
25. The applicant alleged that he had borne a disproportionate burden on account of the inadequate amount of the expropriation compensation he received at the domestic level, thus entailing a violation of Article 1 of Protocol No. 1, which provides as follows:
?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?
A. The parties? submissions
26. The Government submitted that the applicant was no longer a ?victim? within the meaning of Article 34 of the Convention as he had obtained from the L?Aquila Court of Appeal a finding of a violation Article 1 of Protocol No. 1 and an amount corresponding to the full market value of the expropriated land.
27. The applicant, for his part, considered that he was still a ?victim? of the violation in that the amount that had been awarded to him did not correspond to the market value of the land at the time of the expropriation in 1991, and the sum had not been converted to its current value to offset the effects of inflation.
B. The Court?s assessment
1. Admissibility
28. Having regard to the parties? arguments, the Court considers that the question concerning the applicant?s victim status is closely linked to the merits of the complaint. It therefore joins the question to the merits of the applicant?s complaint under Article 1 of Protocol No. 1.
2. Merits
29. As the Court has reiterated on a number of occasions, Article 1 of Protocol No. 1 contains three distinct rules: the first rule, set out in the first sentence of the first paragraph, is of a general nature and enunciates the principle of the peaceful enjoyment of property; the second rule, contained in the second sentence of the first paragraph, covers deprivation of possessions and subjects it to certain conditions; the third rule, stated in the second paragraph, recognises that the States are entitled, amongst other things, to control the use of property in accordance with the general interest. These rules are not, however, unconnected: the second and third rules are concerned with particular instances of interference with the right to the peaceful enjoyment of possessions and are therefore to be construed in the light of the principle laid down in the first rule (see, among other authorities, James and Others v. the United Kingdom, 21 February 1986, ? 37, Series A no. 98, which partly reiterates the terms of the Court?s reasoning in Sporrong and L?nnroth v. Sweden, 23 September 1982, ? 61, Series A no. 52; see also The Holy Monasteries v. Greece, 9 December 1994, ? 56, Series A no. 301-A; Iatridis v. Greece [GC], no. 31107/96, ? 55, ECHR 1999-II; and Beyeler v. Italy [GC], no. 33202/96, ? 106, ECHR 2000-I).
30. It is not in dispute between the parties that in the instant case the situation complained of falls within the scope of Article 1 of Protocol No. 1.
31. It emerges from the decisions of the national courts that the expropriation was considered to be in accordance with the law and that the expropriation pursued a legitimate aim in the public interest. The Court finds no reason to hold otherwise.
32. The Court reiterates that any interference with property must, in addition to being lawful and having a legitimate aim, also satisfy the requirement of proportionality. A fair balance must be struck between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the individual?s fundamental rights, the search for such a fair balance being inherent in the whole of the Convention. The requisite balance will not be struck where the person concerned bears an individual and excessive burden (see, among other authorities, Sporrong and L?nnroth v. Sweden, cited above, and The Holy Monasteries v. Greece, cited above).
33. In this connection, the taking of property without payment of an amount reasonably related to its value will normally constitute a disproportionate interference that cannot be justified under Article 1 of Protocol No. 1 (see, among other authorities, Papachelas v. Greece [GC], no. 31423/96, ? 48, ECHR 1999 II).
34. Article 1 of Protocol No. 1 does not, however, guarantee a right to full compensation in all circumstances, since legitimate objectives of ?public interest? may call for less than reimbursement of the full market value (see Papachelas v. Greece [GC], cited above, ? 48; The Holy Monasteries v. Greece, cited above, ? 71; Lithgow and Others v. the United Kingdom, 8 July 1986, ?? 50-51, Series A no. 102).
35. In the instant case the amount of expropriation compensation offered to the applicant pursuant the expropriation order of 9 April 1991 was fixed at ITL 106,400,000, or approximately EUR 55,000 (see paragraph 10 above), which constitutes a sum far lower than the market value of the property in question (see paragraph 21 above).
36. The present case concerns a distinct expropriation, and one which was neither carried out as part of a process of economic, social or political reform nor linked to any other specific circumstances. Accordingly, in this case, the Court does not discern any legitimate objective ?in the public interest? capable of justifying less than reimbursement of the market value.
37. Having regard to all the foregoing considerations, the Court considers that the compensation awarded to the applicant was inadequate, given the low amount awarded and the lack of public-interest grounds capable of justifying less than compensation at the market value of the property. Accordingly, the applicant has had to bear a disproportionate and excessive burden which cannot be justified by a legitimate aim in the public interest pursued by the authorities.
38. It remains to be determined whether the national courts before which the applicant?s claims were brought, have afforded redress for the breach of the Convention.
39. The Court reiterates that it falls first to the national authorities to redress any violation of the Convention. In this regard, the question whether an applicant can claim to be a victim of the violation is relevant at all stages of the proceedings under the Convention (see Scordino v. Italy (no. 1) [GC], cited above, ? 179 and Burdov v. Russia, no. 59498/00, ? 30, ECHR 2002-III).
40. The Court further recalls that a decision or measure favourable to the applicant is not in principle sufficient to deprive him of his status as a ?victim? unless the national authorities have acknowledged, either expressly or in substance, and then afforded appropriate and sufficient redress for, the breach of the Convention. Only when these conditions are satisfied does the subsidiary nature of the protective mechanism of the Convention preclude examination of an application (see Eckle v. Germany, 15 July 1982, ?? 69 et seq., Series A no. 51; Amuur v. France, 25 June 1996, ? 36, Reports of Judgments and Decisions 1996 III).
41. As to the first condition, which is the finding of a violation by the national authorities, in its judgment of 24 January 2013 the L?Aquila Court of Appeal acknowledged the Constitutional Court?s judgment no. 348 of 24 October 2007, whereby Article 5 bis of Law no. 359 of 8 August 1992 had been declared unconstitutional, and held that the applicant was entitled to compensation corresponding to the full market value of the property. This may be viewed as a recognition of the principle that the taking of property without payment of an amount reasonably related to its value will normally constitute a disproportionate interference that cannot be justified under Article 1 of Protocol No. 1. The Court therefore considers that the domestic courts acknowledged, at least in substance, the infringement complained of.
42. With regard to the second condition, the Court must ascertain whether the measures taken by the authorities, in the particular circumstances of the instant case, afforded the applicant appropriate redress in such a way as to deprive him of his victim status.
43. According to the Court?s case-law (Scordino v. Italy (no. 1) [GC], cited above, and, among others, Aldo Leoni v. Italy, no. 67780/01, 26 January 2010; Perinati v. Italy, no. 8073/05, 6 October 2009; Mandola v. Italy, no. 38596/02, 30 June 2009; Zuccal? v. Italy, no. 72746/01, 19 January 2010), adequate expropriation compensation in cases similar to the one under scrutiny should first of all correspond to the full market value of the land at the time of the loss of the property, reduced by any sums awarded at domestic level. Moreover, as the adequacy of the compensation would be diminished if it were to be paid without reference to various circumstances liable to reduce its value, such as the lapse of a considerable period of time (see Stran Greek Refineries and Stratis Andreadis v. Greece, 9 December 1994, ? 82, Series A no. 301 B, and, mutatis mutandis, Motais de Narbonne v. France (just satisfaction), no. 48161/99, ?? 20-21, 27 May 2003), the Court has held that the initial amount must be updated to offset the effects of inflation, and increased by the amount of statutory interest due (Scordino v. Italy (no. 1) [GC], cited above,? 258. See also, mutatis mutandis, Akku? v. Turkey, 9 July 1997, ? 29, Reports 1997 IV and Aka v. Turkey, 23 September 1998, ? 48, Reports 1998 VI).
44. In the instant case the Court of Appeal awarded the applicant compensation in the sum of EUR 108,578.96 (equivalent to ITL 210,236,000), reflecting the market value of the property at the time of the expropriation, plus interest, but failed to award a sum reflecting inflation adjustment.
45. The Court further points out that, in the twenty-two years that elapsed between the date of the expropriation in 1991 and the L?Aquila Court of Appeal?s judgment in 2013, a considerable change occurred in the monetary depreciation in the country. When converted to its current value in order to offset the effects of inflation, the capital so adjusted amounts to nearly twice the original amount.
46. In the light of the foregoing, the Court considers that the redress was only partial and the compensation obtained at domestic level was, therefore, not capable of making good the loss sustained.
47. As the second condition ? appropriate and sufficient redress ? has not been fulfilled, the Court considers that the applicant can in the instant case still claim to be a ?victim? in respect of his complaint under Article 1 of Protocol No. 1.
48. Accordingly, the Court rejects the Government?s objection and, ruling on the merits, finds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1.
II. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 6 ? 1 OF THE CONVENTION
49. The applicant alleged that the enactment and application to his case of Article 5 bis of Law no. 359/1992 amounted to interference by the legislature in breach of his right to a fair hearing as guaranteed by Article 6 ? 1 of the Convention, the relevant parts of which provide:
?In the determination of his civil rights and obligations …, everyone is entitled to a fair … hearing within a reasonable time by [a] … tribunal …?
50. The Government contested that argument.
51. The Court points out that, by a judgment of 24 January 2013, filed with the court registry on 12 March 2013, the L?Aquila Court of Appeal acknowledged the Constitutional Court?s judgment no. 348 of 24 October 2007, whereby Article 5 bis of Law no. 359 of 8 August 1992 had been declared unconstitutional, and held that the applicant was entitled to compensation corresponding to the market value of the property (see paragraph 20 above).
52. In the Court?s view, therefore, the impugned legislation was not applied in the applicant?s case.
53. In the light of the above, it cannot be said that the applicant has victim status in respect of this complaint, which is therefore incompatible ratione personae with the provisions of the Convention and must be declared inadmissible in accordance with Article 35 ?? 3 and 4 of the Convention.
III. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
54. Article 41 of the Convention provides:
?If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.?
A. Pecuniary damage
55. The applicant claimed 161,370.59 euros (EUR) in respect of pecuniary damage, to be adjusted for inflation and increased by the amount of interest due.
56. The Government contended that the applicant had obtained an amount corresponding to the market value of the expropriated land.
57. The Court reiterates that a judgment in which it finds a breach imposes on the respondent State a legal obligation to put an end to the breach and make reparation for its consequences in such a way as to restore as far as possible the situation existing before the breach (see Iatridis v. Greece (just satisfaction) [GC], cited above, ? 32).
58. The Contracting States that are parties to a case are in principle free to choose the means whereby they will comply with a judgment in which the Court has found a breach. This discretion as to the manner of execution of a judgment reflects the freedom of choice attached to the primary obligation of the Contracting States under the Convention to secure the rights and freedoms guaranteed (Article 1). If the nature of the breach allows of restitutio in integrum, it is for the respondent State to effect it, the Court having neither the power nor the practical possibility to do so itself. If, on the other hand, national law does not allow ? or allows only partial ? reparation to be made for the consequences of the breach, Article 41 empowers the Court to afford the injured party such satisfaction as appears to it to be appropriate (see Brum?rescu v. Romania (just satisfaction) [GC], no. 28342/95, ? 20, ECHR 2001-I).
59. The Court has held that the interference in question satisfied the condition of lawfulness and was not arbitrary (see paragraphs 30-31 above). The act of the Italian government which the Court held to be contrary to the Convention was an expropriation that would have been legitimate but for the failure to pay fair compensation (see paragraphs 32-37 above).
60. In the present case the Court considers that the nature of the violation found does not allow it to assume that restitutio in integrum can be made (contrast Papamichalopoulos and Others v. Greece (Article 50), 31 October 1995, Series A no. 330-B). An award of equivalent compensation must therefore be made.
61. In the instant case the Court has found that a ?fair balance? was not struck, given the level of compensation awarded could not be said to correspond to a sum reasonably related to the property?s value.
62. As the applicant received from the Court of Appeal an award of EUR 108,578.96, a sum reflecting the market value of the land at the time of the expropriation in 1991, increased by the amount of statutory interest due, but failed to adjust the amount for inflation, the Court will award compensation corresponding to inflation adjustment.
63. Having regard to the foregoing, the Court considers it reasonable to award the applicant EUR 85,000, plus any tax that may be chargeable on that amount. The amount was obtained by adjusting the sum of EUR 108,578.96 for inflation according to the consumer price index calculated by the Italian National Institute of Statistics (ISTAT).
B. Non-pecuniary damage
64. The applicant claimed EUR 100,000 in respect of non-pecuniary damage.
65. The Government contested that amount.
66. The Court considers that on account of the violation found the applicant must have sustained a certain degree of non-pecuniary damage, which it assesses, on an equitable basis, at EUR 5,000.
C. Costs and expenses
67. The applicant submitted a bill of costs and expenses and sought the reimbursement of EUR 40,000 for the costs and expenses incurred in the domestic proceedings.
68. The Government contested that amount.
69. According to the Court?s established case-law, costs and expenses will not be awarded under Article 41 unless it is established that they were actually and necessarily incurred and were reasonable as to quantum (see Can and Others v. Turkey, no. 29189/02, ? 22, 24 January 2008).
70. As the applicant?s case before the domestic courts was essentially aimed at remedying the violations of the Convention alleged before the Court, these domestic legal costs may be taken into account in assessing the claim for costs.
71. While it is not disputed that the applicant incurred certain expenses in order to obtain redress before the domestic courts, it considers that the sum requested is excessive.
72. Regard being had to the documents in its possession and to its case-law, the Court considers it reasonable to award the sum of 5,000 for the proceedings before the domestic courts.
D. Default interest
73. The Court considers it appropriate that the default interest rate should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT, UNANIMOUSLY,
1. Joins to the merits the Government?s objection regarding the applicant?s victim status in respect of Article 1 of Protocol No. 1;

2. Declares the complaint concerning Article 1 of Protocol No. 1 admissible and the remainder of the application inadmissible;

3. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 of the Convention and rejects the Government?s objection;

4. Holds
(a) that the respondent State is to pay the applicant, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 ? 2 of the Convention, the following amounts:
(i) EUR 85,000 (eighty-five thousand euros), plus any tax that may be chargeable, in respect of pecuniary damage;
(ii) EUR 5,000 (five thousand euros), plus any tax that may be chargeable, in respect of non-pecuniary damage;
(iii) EUR 5,000 (five thousand euros), plus any tax that may be chargeable to the applicants, in respect of costs and expenses;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amounts at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;

5. Dismisses the remainder of the applicant?s claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 14 April 2015, pursuant to Rule 77 ?? 2 and 3 of the Rules of Court.
Fran?oise Elens-Passos P?ivi Hirvel?
Registrar President

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