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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF CHATZIGIANNAKOU v. GREECE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 13,P1-1
Numero: 58774/12
Stato: Grecia
Data: 2019-07-18 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

SEZIONE DI APERTURA
CASO DI CHATZIGIANNAKOU v. GRECIA
(domanda n. 58774/12)

STOP
STRASBURGO
18 luglio 2019
DEFINITIVO
18/10/2019
Questa sentenza ? diventata definitiva ai sensi dell’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetto a modifiche editoriali.
Nel caso di Chatzigiannakou contro la Grecia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo (Prima Sezione), che si riunisce in una sezione composta da :
Ksenija Turkovi?, Presidente,
Krzysztof Wojtyczek,
Linos-Alexander Sicilianos,
Ale? Pejchal,
Armen Harutyunyan,
Pauliine Koskelo,
Tim Eicke, giudici,
e Abel Campos, impiegato della sezione,
Dopo la delibera in Aula del Consiglio del 25 giugno 2019,
Emette la seguente sentenza, adottata in tale data:
PROCEDURA
1. La causa ha avuto origine da un ricorso (n. 58774/12) contro la Repubblica ellenica proposto dinanzi alla Corte il 6 settembre 2012 da una cittadina di tale Stato, la sig.ra Maria-Aggeliki Chatzigiannakou (“la ricorrente”), ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. La ricorrente era rappresentata dal sig. Liappa, avvocato ad Atene. Il Governo greco (“il Governo”) era rappresentato dal delegato del suo agente, la sig.ra G. Papadaki, Assessore al Consiglio giuridico dello Stato.
3. La ricorrente deduce, in particolare, una violazione dell’art. 1 del Protocollo n. 1.
4. Il 25 settembre 2017 la domanda ? stata comunicata al Governo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DEL CASO
5. La ricorrente ? nata nel 1982 e risiede a Uppsala (Svezia).
6. La ricorrente ? proprietaria di una casa a due piani nel quartiere Kato Patissia di Atene, che ha acquistato dalla madre e dalla nonna con atto notarile nel 2009.
7. Nel settembre 2000, una societ? ha iniziato la costruzione di un edificio a pi? piani sul terreno adiacente alla casa del richiedente.
8. In due occasioni, nel 2001, la madre del richiedente ha invitato il Dipartimento di pianificazione urbanistica del Comune di Atene a verificare alcuni elementi del nuovo edificio in relazione alle norme antisismiche. Dopo aver effettuato un’ispezione e aver riscontrato alcune carenze, tale dipartimento ha chiesto al Dipartimento degli Edifici Illegali e Pericolosi di ordinare la cessazione dei lavori e di imporre sanzioni all’azienda.
9.Il 31 ottobre 2001 il Segretario Generale della Regione Attica ha deciso di sottoporre il cantiere alle disposizioni del Decreto del 13 aprile 1929 sui cantieri pericolosi e ha concesso all’impresa 60 giorni per l’adeguamento del cantiere alle norme antisismiche. Su richiesta della societ?, ha prorogato il suddetto termine di ulteriori sessanta giorni. Il 24 aprile 2002, il Dipartimento degli Edifici Illegali e Pericolosi ha constatato che la societ? non aveva svolto i lavori necessari. Nel frattempo, i lavori sul cantiere sono proseguiti ininterrottamente.
10. Il 24 maggio 2002 il Ministero dell’Ambiente, dell’Assetto Territoriale e dei Lavori Pubblici ha richiamato l’attenzione dell’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Atene sulla necessit? di interrompere i lavori se la societ? si rifiutava di ottemperare alla decisione del Segretario Generale.
11. L’8 luglio 2002, la commissione per le obiezioni del comune di Atene ha accettato le obiezioni sollevate dalla societ? che ha costruito l’edificio e ha concluso che la societ? aveva effettuato i lavori necessari e quindi rispettava i requisiti della nuova licenza edilizia.
12. Considerando che i lavori di sicurezza non erano ancora stati effettuati, il 27 settembre 2002 la madre della ricorrente ha invitato il Segretario Generale della Regione Attica ad adottare tutte le misure necessarie per dare esecuzione alla decisione del 31 ottobre 2001, ovvero l’evacuazione obbligatoria degli appartamenti dell’edificio e l’immediata demolizione delle parti pericolose dell’edificio.
13. Il 1o ottobre 2002 la madre della ricorrente ha presentato un ricorso di annullamento dinanzi alla Corte d’appello amministrativa di Atene contro la citata decisione 8 luglio 2002, con la quale la commissione per gli addebiti del Consiglio comunale di Atene aveva accolto l’obiezione della societ? e concluso che la societ? aveva svolto i lavori necessari. Con sentenza del 23 giugno 2004 la Corte Amministrativa d’Appello ha accolto il ricorso e ha annullato la suddetta decisione. La sentenza ha inoltre chiarito che l’unica autorit? competente a decidere se le norme antisismiche contenute nella nuova licenza edilizia sono state rispettate ? il Dipartimento di pianificazione regionale di Atene e non il Consiglio comunale di Atene.
14. In un documento redatto il 24 dicembre 2002 dall’Assessorato all’Urbanistica della Regione Attica, il Dipartimento ha rilevato che la decisione del 31 ottobre 2001 del Segretario Generale della Regione Attica era definitiva, ma non era ancora stata attuata nonostante fossero scaduti i termini previsti per l’impresa costruttrice proprietaria dell’edificio.
15. Il 28 gennaio 2003 la madre della ricorrente ha presentato al Consiglio di Stato un ricorso per l’annullamento del tacito rigetto della sua domanda del 27 settembre 2002 da parte del Segretario generale della Regione Attica.
16. Il Segretario Generale della Regione Attica ha dichiarato davanti al Consiglio di Stato che l’esecuzione della sua decisione del 31 ottobre 2001 ? di competenza del commissariato di polizia in collaborazione con il servizio urbanistico.
17. Il 21 luglio 2010 la denunciante, che nel frattempo era diventata proprietaria della casa (cfr. paragrafo 6), ha preso il posto della madre nel procedimento dinanzi al Consiglio di Stato.
18. Con sentenza n. 899/2012 del 7 marzo 2012, il Consiglio di Stato ha dichiarato irricevibile il ricorso di annullamento. Ha rilevato che, nella sua relazione del 24 dicembre 2002, la Regione Attica ha dichiarato che la decisione del suo Segretario Generale del 31 ottobre 2001 era definitiva e ancora in vigore, ma che non era stata attuata nonostante i termini fissati per i proprietari dell’edificio in costruzione fossero scaduti. Ha rilevato che l’amministrazione ha sollevato la questione della pericolosit? dell’edificio in costruzione e ha raccomandato misure per eliminare il pericolo mediante l’emanazione di un atto amministrativo esecutivo.
19. Tuttavia, egli ha ritenuto che la mancata demolizione delle parti pericolose dell’edificio da parte dell’amministrazione costituisse un’omissione di adottare misure concrete per attuare la decisione del Segretario generale della Regione Attica del 31 ottobre 2001 e, come tale, non ? stata oggetto di un ricorso di annullamento.
20. Uno dei consiglieri del Consiglio di Stato ha espresso un parere a parte. Secondo lui, l’amministrazione aveva omesso di redigere un atto amministrativo esecutivo che, da un lato, avrebbe stabilito il rifiuto dell’impresa di conformarsi alla decisione del Segretario generale della Regione Attica che ordinava i lavori di sicurezza e, dall’altro, avrebbe ordinato l’evacuazione dell’edificio e/o la demolizione delle parti pericolose dello stesso.
II. LA LEGISLAZIONE E LA PRASSI NAZIONALE IN MATERIA
21. L’art. 425 del Codice della legislazione urbanistica prevede che l’assessorato all’urbanistica competente in materia di rischio, a seguito di una denuncia, di una richiesta, di un avviso di polizia o d’ufficio, effettui un sopralluogo per accertare l’esistenza del rischio e rediga una relazione. Il rapporto deve descrivere in dettaglio l’edificio ispezionato e specificare il tipo e l’entit? del rischio, nonch? le misure da adottare per eliminare il rischio. Il rapporto deve inoltre indicare se ? necessario o meno evacuare gli appartamenti per applicare le misure raccomandate, fissare il termine entro il quale tali misure devono essere applicate e decidere sull’opportunit? di demolire alcune parti dove non ? possibile il restauro. Per eliminare il rischio, ? preferibile raccomandare misure morbide, come riparazioni, rinforzi, aggiunte, ecc. e ordinare la demolizione solo come ultima risorsa. Il proprietario ha l’obbligo di attuare le misure raccomandate nel rapporto di ispezione tempestivamente ed entro il termine stabilito.
22. L’articolo 425 ? 4 dello stesso codice prevede che quando il proprietario dell’edificio pericoloso non adotta le misure raccomandate nel rapporto di ispezione entro il termine prescritto, il dipartimento di pianificazione urbanistica elimina il rischio imponendo l’evacuazione degli appartamenti pericolosi e il loro non utilizzo fino a quando il proprietario non procede definitivamente all’eliminazione del rischio. Se il mancato utilizzo non ? considerato una misura sufficiente per l’eliminazione del rischio, il servizio di urbanistica proceder? alla demolizione delle parti pericolose dell’edificio.
23. L’articolo 426 dello stesso codice prevede la redazione di un rapporto di ispezione riveduto da parte del servizio di pianificazione urbanistica nel caso in cui siano state sollevate obiezioni contro il rapporto di ispezione iniziale.
24. Nella sentenza n. 899/2012 emessa nella presente causa, il Consiglio di Stato ha sottolineato che dalle pertinenti disposizioni del Codice della Legislazione Urbanistica consegue che, in caso di inosservanza delle misure antisismiche durante la costruzione di un edificio e di pericolo per un edificio limitrofo, l’Assessorato all’Urbanistica redige una relazione in cui indica il tipo di pericolo e le opportune misure da adottare per eliminare il pericolo, che non pu? essere altro che la demolizione della parte pericolosa dell’edificio. Se il proprietario dell’edificio non esegue in tempo i lavori indicati nel rapporto, il servizio urbanistico procede a “rimuovere il pericolo” senza ulteriori formalit?. Nel redigere il suo rapporto, l’amministrazione risolve poi – con un atto amministrativo esecutivo – la questione della pericolosit? del cantiere e delle misure da adottare per eliminare il pericolo.
25. Il Consiglio di Stato ha concluso che la mancata demolizione della parte pericolosa dell’edificio da parte del dipartimento di pianificazione urbanistica, nel caso in cui il proprietario non rispetti il termine stabilito dalla suddetta relazione per l’esecuzione dei lavori, rientra nell’ambito dell’esecuzione di un atto amministrativo esecutivo e, di conseguenza, non costituisce un’omissione soggetta a ricorso di annullamento. La questione della responsabilit? dello Stato di risarcire gli eventuali danni derivanti da tale omissione ? una questione a parte.
26. Gli articoli 105 e 106 della legge che accompagna il Codice Civile recitano come segue:
Articolo 105
“Lo Stato ha l’obbligo di risarcire i danni causati dagli atti o dalle omissioni illecite dei suoi organi nell’esercizio dei pubblici poteri, a meno che l’atto o l’omissione non siano avvenuti in violazione di una disposizione destinata a servire il pubblico interesse. La persona colpevole ? responsabile in solido con lo Stato, fatte salve le disposizioni speciali sulla responsabilit? dei ministri. ?
Articolo 106
“Le disposizioni dei due articoli precedenti si applicano anche in materia di responsabilit? delle collettivit? territoriali o di altre persone giuridiche di diritto pubblico per i danni causati dagli atti o dalle omissioni dei loro organi. ?
IN DIRITTO
I. SULLA PRESUNTA VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1
27. La ricorrente lamenta che l’incapacit? delle autorit? urbanistiche di far rispettare le proprie decisioni che ordinano che l’edificio in costruzione o, in mancanza, la demolizione delle parti pericolose dell’edificio sia portato a norma antisismica, e il cui crollo in caso di terremoto potrebbe portare alla distruzione della sua stessa casa, ha violato il suo diritto al rispetto della sua propriet?. Essa lamenta una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1, che nella sua parte rilevante recita come segue:
“Ogni persona fisica o giuridica ha il diritto al rispetto della sua propriet?. (…) ?
A. Sulla ricevibilit?
1. Inosservanza entro sei mesi
28. In primo luogo, il Governo invita la Corte a respingere la domanda per il mancato rispetto del termine di sei mesi. Sottolinea che il ricorso non avrebbe dovuto essere presentato entro sei mesi dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 899/2012, in quanto il ricorso per l’annullamento della mancata esecuzione della decisione del Segretario Generale della Regione Attica era irricevibile e quindi destinato a fallire. Infatti, la domanda avrebbe dovuto essere presentata entro sei mesi dalla sentenza n. 1450/2004 del 23 giugno 2004, che ha annullato la decisione della commissione per gli addebiti del Consiglio comunale di Atene che aveva concluso che l’impresa aveva soddisfatto i requisiti della nuova autorizzazione. A questo punto si pu? ritenere che l’amministrazione non abbia attuato la decisione di demolizione e non abbia adottato misure adeguate.
29. Il richiedente risponde di aver sottoposto la questione alla massima autorit? giudiziaria del paese, come previsto dall’articolo 35 ? 1 della Convenzione. Il fatto che il ricorso sia stato respinto da tale autorit? non significa che il ricorso al Consiglio di Stato non fosse il passo appropriato ai fini dell’esaurimento. Se non l’avesse fatto, il governo l’avrebbe criticato per non aver esaurito i rimedi interni. Infine, la ricorrente sostiene che l’asserita violazione del Protocollo n. 1 ? una situazione continuativa, in quanto ancora oggi lo Stato non ha adottato le misure che eliminerebbero il rischio per la sua propriet? e non vi sono altri rimedi al riguardo.
30. La Corte ricorda che, in linea di principio, il termine di sei mesi inizia a decorrere dalla data della decisione finale nel processo di esaurimento dei rimedi interni. Tuttavia, qualora sia chiaro fin dall’inizio che il richiedente non dispone di un rimedio efficace, il termine di sei mesi inizia a decorrere dalla data degli atti o dei provvedimenti contestati o dalla data in cui l’interessato ne viene a conoscenza o ne avverte gli effetti o i danni. Inoltre, l’art. 35 ? 1 non pu? essere interpretato in modo tale da imporre al ricorrente di presentare il suo reclamo alla Corte prima che la situazione relativa alla questione in questione sia stata definitivamente decisa a livello nazionale. Di conseguenza, se un richiedente si avvale di un rimedio apparentemente disponibile e solo successivamente viene a conoscenza dell’esistenza di circostanze che lo rendono inefficace, pu? essere opportuno prendere come punto di partenza per il periodo di sei mesi la data in cui il richiedente ? venuto o avrebbe dovuto venire a conoscenza di tale situazione per la prima volta (Varnava e altri contro la Turchia [GC], nn. 16064/90 e segg., ? 157, CEDU 2009).
31. La Corte rileva che il ricorrente ha presentato istanza alla Corte il 6 settembre 2012, ossia entro sei mesi dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 899/2012. La domanda della ricorrente al Consiglio di Stato chiedeva l’annullamento del tacito rifiuto del Segretario generale della Regione Attica di dare seguito alla sua richiesta di adottare le misure necessarie per l’esecuzione della sua decisione 31 ottobre 2001 che ordinava la demolizione delle parti pericolose dell’edificio adiacente al suo.
32. La Corte non condivide l’argomentazione del Governo secondo cui il periodo di sei mesi avrebbe dovuto iniziare a decorrere dalla sentenza della Corte amministrativa d’appello del 23 giugno 2004. Essa rileva che con tale sentenza la Corte amministrativa d’appello ha accolto il ricorso della madre della ricorrente per l’annullamento della decisione della commissione d’opposizione del Consiglio comunale di Atene, che aveva ritenuto che fossero stati effettuati i necessari lavori di conformit?. In tale contesto, la Corte ritiene che la ricorrente non avesse attualmente alcun motivo di adire la Corte, poich? la sentenza della Corte amministrativa d’appello aveva indubbiamente creato in lei l’aspettativa che la demolizione decisa dal Segretario generale della Regione Attica avrebbe finalmente avuto luogo.
33. La Corte ha poi respinto l’obiezione preliminare su questo punto.
2. Non esaurimento dei rimedi domestici
34. In secondo luogo, il Governo sostiene che la ricorrente non ha esaurito i rimedi nazionali per la mancata presentazione di un’azione di risarcimento danni ai sensi dell’art. 105 della legge che accompagna il codice civile, che si applica in relazione ad un’illegittima mancata demolizione di una struttura pericolosa. Inoltre, nella sentenza n. 899/2012, il Consiglio di Stato ha anche fatto riferimento alla possibilit? per il ricorrente di proporre tale ricorso. Infine, il Governo ha sottolineato che, nel suo ricorso, la ricorrente stessa aveva dichiarato che, presentando il ricorso al Tribunale, chiedeva il risarcimento dei danni da lei subiti.
35. La ricorrente risponde che il ricorso per risarcimento danni previsto dagli artt. 105 e 106 di cui sopra non poteva essere proposto contemporaneamente al ricorso per annullamento dinanzi al Consiglio di Stato per costringere lo Stato ad adottare misure adeguate.
36. La Corte ribadisce che spetta al Governo che invoca la non esaurimento soddisfare la Corte che il rimedio era efficace e disponibile in teoria e in pratica all’epoca dei fatti, vale a dire che era accessibile, era in grado di offrire al ricorrente un rimedio per i suoi reclami e offriva ragionevoli prospettive di successo (Sejdovic c. Italia [GC], n. 56581/00, ? 46, CEDU 2006-II).
37. La Corte rileva che i reclami della ricorrente riguardano la mancata adozione da parte dell’amministrazione delle misure necessarie per demolire la parte pericolosa di un edificio che, in caso di terremoto, minaccerebbe la casa della ricorrente. Ritiene quindi ragionevole la scelta della firmataria di adire i tribunali amministrativi, ovvero la Corte d’Appello Amministrativo e il Consiglio di Stato, i ricorsi che le hanno consentito, rispettivamente, di contestare la constatazione dell’amministrazione che il proprietario dell’edificio pericoloso aveva rispettato la nuova licenza edilizia e il tacito rifiuto del Segretario Generale della Regione Attica di far valere la sua decisione che ordinava la demolizione della parte pericolosa dell’edificio.
38. A parere della Corte, il ricorrente ha quindi soddisfatto i requisiti dell’articolo 35 della Convenzione relativi all’esaurimento dei mezzi di ricorso interni.
39. La Corte valuter? tuttavia qui di seguito, alla luce dell’articolo 13, se i rimedi non esercitati dal richiedente possano essere considerati efficaci (paragrafi 58-61).
40. Ritenendo che questo reclamo non sia manifestamente infondato ai sensi dell’articolo 35 ? 3 (a) della Convenzione e che non sia altrimenti inammissibile per qualsiasi altro motivo, la Corte lo dichiara ammissibile.
B. I meriti
1. Argomenti delle parti
41. La ricorrente sostiene che, dal 2001, essa corre il rischio costante di vedersi distrutta la casa in caso di terremoto, fenomeno molto comune in Grecia, a causa del mancato rispetto della normativa in materia da parte dello Stato e dei suoi organi e del fatto che le norme antisismiche non sono state rispettate dal costruttore dell’edificio adiacente al suo. Esiste quindi un nesso causale diretto tra questa situazione e il mancato rispetto del suo diritto al rispetto della sua propriet?. Basandosi sulla sentenza della Corte d’appello amministrativa del 23 giugno 2004, sottolinea che l’unica autorit? competente che avrebbe dovuto decidere se le norme antisismiche contenute nella nuova licenza edilizia fossero state rispettate era l’Ufficio urbanistico della regione dell’Attica e non il Consiglio comunale di Atene. Ricorda inoltre che, a seguito della richiesta della madre del 26 settembre 2002 di adottare misure di esecuzione immediata, il Dipartimento di pianificazione non ha emanato un nuovo atto amministrativo esecutivo per imporre tali misure al costruttore dell’edificio adiacente al suo.
42. Il Governo sostiene che non esiste un nesso causale tra le misure indicate nella decisione del Segretario Generale della Regione Attica per la rimozione della pericolosit? a lungo termine dell’edificio in costruzione e l’effettivo godimento dei beni del ricorrente. Inoltre, la ricorrente non sostiene che la sua abitazione abbia subito danni di qualsiasi tipo, dal punto di vista statico o strutturale, e tali danni non sono stati riscontrati nel corso dei numerosi sopralluoghi effettuati sul sito. N? al richiedente ? impedito da un atto amministrativo di disporre, utilizzare, ristrutturare o affittare la sua propriet?.
2. Valutazione della Corte
a) La norma applicabile
43. La Corte ricorda che, secondo la sua giurisprudenza, l’art. 1 del Protocollo n. 1, che garantisce in sostanza il diritto di propriet?, contiene tre norme distinte: la prima, contenuta nella prima frase del primo comma e di carattere generale, sancisce il principio del rispetto della propriet?; la seconda, contenuta nella seconda frase dello stesso comma, fa riferimento alla privazione della propriet? e la subordina a determinate condizioni; quanto alla terza, contenuta nel secondo comma, riconosce agli Stati contraenti il potere, tra l’altro, di disciplinare l’uso della propriet? in conformit? all’interesse generale. La seconda e la terza norma, che riguardano particolari esempi di violazione del diritto di propriet?, devono essere interpretate alla luce del principio sancito dalla prima.
44. Nella presente causa, il Tribunale osserva che l’inosservanza da parte delle autorit? amministrative della decisione del Segretario generale della Regione Attica del 31 ottobre 2001 ha comportato il mantenimento in stato di conservazione dell’edificio adiacente alla casa della ricorrente, costruito in violazione delle norme di sicurezza antisismica. Tale manutenzione esponeva la casa della ricorrente a gravi danni in caso di terremoto e ne riduceva ulteriormente il valore. In tali circostanze, le autorit? sono state responsabili di aver interferito con il diritto di propriet? del richiedente (Fotopoulou c. Grecia, n. 66725/01, ? 32, 18 novembre 2004). L’ingerenza in questione non equivale ad un esproprio o ad una regolamentazione dell’uso del bene, ma rientra nell’ambito di applicazione dell’articolo 1, primo comma, prima frase del primo periodo.
b) Osservanza dell’articolo 1 del protocollo n. 1
45. La Corte ricorda che l’articolo 1 del Protocollo n. 1 richiede, in primo luogo, che qualsiasi ingerenza della pubblica autorit? nel godimento del diritto al rispetto della propriet? debba essere lecita: il secondo periodo del primo comma di tale articolo autorizza la privazione della propriet? solo “secondo le modalit? previste dalla legge”; il secondo comma riconosce il diritto degli Stati di regolamentare l’uso della propriet? mettendo in vigore “leggi”. Inoltre, lo Stato di diritto, uno dei principi fondamentali di una societ? democratica, ? insito in tutti gli articoli della Convenzione e implica il dovere dello Stato o di un’autorit? pubblica di rispettare una sentenza o una decisione pronunciata nei loro confronti. Ne consegue che la necessit? di accertare se sia stato mantenuto un giusto equilibrio tra le esigenze dell’interesse generale della collettivit? e gli imperativi di tutela dei diritti fondamentali della persona pu? essere avvertita solo quando ? stato accertato che l’ingerenza in questione ? stata conforme al principio di legalit? e non ? stata arbitraria (Iatridis v. Grecia [GC], n. 31107/96, ? 58, CEDU 1999-II, Fotopoulou, citata, ?? 35-36, Paudicio c. Italia, n. 77606/01, ?? 41-42, 24 maggio 2007, Vitiello c. Italia, n. 6870/03, ?? 32-33, 17 luglio 2007).
46. La Corte rileva che nelle sue osservazioni la ricorrente fa valere che nella sua causa non ? stata rispettata la procedura prevista dal Codice della legislazione urbanistica: a seguito della domanda di sua madre del 27 settembre 2002 al Segretario generale della Regione Attica, che ha chiesto al Segretario generale della Regione Attica di adottare provvedimenti per l’esecuzione della sua decisione del 31 ottobre 2001, quest’ultimo non ha emanato un nuovo atto amministrativo esecutivo che disponga tali provvedimenti. D’altra parte, in un documento redatto il 24 dicembre 2002, l’Assessorato all’Urbanistica della Regione Attica ha rilevato che la decisione del Segretario Generale del 31 ottobre 2001 era definitiva, ma non era ancora stata attuata, nonostante fossero scaduti i termini previsti per l’impresa costruttrice proprietaria dell’edificio.
47. La critica alla mancata osservanza della procedura da parte delle autorit? in materia si riflette anche nel parere separato di uno dei consiglieri del Consiglio di Stato che ha esaminato il caso. Secondo lui, l’amministrazione aveva omesso di redigere un atto amministrativo esecutivo che, da un lato, registrasse il rifiuto dell’impresa di ottemperare alla decisione del Segretario Generale della Regione Attica che ordinava i lavori di sicurezza e, dall’altro, ordinasse l’evacuazione dell’edificio e/o la demolizione delle parti pericolose dell’edificio.
48. Tuttavia, a differenza delle cause Fotopoulou, Paudicio e Vitiello, sopra citate, la Corte ritiene che i fattori summenzionati non siano sufficienti per concludere che la mancata demolizione delle parti pericolose dell’edificio in questione da parte dell’amministrazione non avesse alcun fondamento giuridico nel diritto interno. Infatti, nella sentenza n. 899/2012, il Consiglio di Stato non si ? pronunciato nel merito, ma ha dichiarato irricevibile il ricorso della ricorrente, ritenendo che la suddetta omissione non fosse oggetto di un ricorso di annullamento.
49. La Corte esaminer? quindi se sia stato mantenuto un giusto equilibrio tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi di tutela dei diritti fondamentali dell’individuo.
50. La Corte rileva che il 31 ottobre 2001 il Segretario Generale della Regione Attica ha deciso di assoggettare il cantiere dell’edificio adiacente alla casa del ricorrente alle disposizioni del decreto 13 aprile 1929 sui cantieri pericolosi e ha concesso un termine di sessanta giorni all’impresa edile proprietaria dell’edificio per adeguare il cantiere alle norme antisismiche, prorogato di altri sessanta giorni su richiesta dell’impresa. Il 24 aprile 2002, il Dipartimento degli Edifici Illegali e Pericolosi ha constatato che la societ? non aveva svolto i lavori necessari. Nel frattempo, i lavori in cantiere sono proseguiti.
51. Il 24 maggio 2002 il Ministero dell’Ambiente, dell’Assetto Territoriale e dei Lavori Pubblici ha richiamato l’attenzione dell’Assessorato all’Urbanistica del Comune di Atene sulla necessit? di interrompere i lavori se la societ? si rifiutava di ottemperare alla decisione del Segretario Generale. Il 27 settembre 2002 la madre della ricorrente ha invitato il Segretario Generale della Regione Attica ad adottare tutte le misure necessarie per far rispettare la decisione del 31 ottobre 2001, ovvero l’evacuazione obbligatoria degli appartamenti dell’edificio difettoso e l’immediata demolizione delle parti pericolose dell’edificio. Il 24 dicembre 2002 l’Assessorato all’Urbanistica della Regione Attica ha riconosciuto che la decisione del 31 ottobre 2001 del Segretario Generale della Regione Attica era definitiva ma non era ancora stata attuata, nonostante fossero scaduti i termini previsti per l’impresa costruttrice proprietaria dell’edificio.
52. Il 23 giugno 2004, la Corte d’appello amministrativa ha annullato una decisione della commissione di opposizione del municipio di Atene, la quale ha concluso che l’impresa di costruzioni aveva effettuato i lavori necessari e rispettato la nuova licenza edilizia.
53. Da parte sua, il Consiglio di Stato ha rilevato che l’amministrazione ha rilevato nella sua relazione il problema della pericolosit? dell’edificio in costruzione e ha raccomandato misure per eliminare il pericolo mediante l’emanazione di un atto amministrativo esecutivo. Tuttavia, ha ritenuto che la mancata demolizione delle parti pericolose dell’edificio da parte dell’amministrazione costituisse un’omissione di adottare misure concrete per dare attuazione alla decisione del Segretario Generale della Regione Attica del 31 ottobre 2001 e, come tale, non ? stata oggetto di un ricorso di annullamento.
54. Da tale sequenza di eventi emerge chiaramente che, nel caso della ricorrente, l’amministrazione ha ritenuto che la decisione fosse illegittima, ha indicato misure atte a porre rimedio a tale illegittimit?, ha ritenuto che le misure indicate non fossero state applicate, ma al tempo stesso ha ammesso la propria impotenza ad applicare i provvedimenti da essa stessa propugnati. A tal proposito, la Corte rileva che, dinanzi al Consiglio di Stato, il Segretario generale della Regione Attica ha dichiarato che l’esecuzione della sua decisione del 31 ottobre 2001 ? di competenza del commissariato di polizia in collaborazione con il dipartimento dell’urbanistica. Questa impotenza dell’amministrazione ? stata ulteriormente confermata dalla citata sentenza del Consiglio di Stato, che ha ritenuto che la mancata attuazione di tali misure sfuggisse al suo controllo.
55. Risulta pertanto evidente dai fatti del caso di specie che l’incapacit? della ricorrente di far eseguire una decisione dell’amministrazione, la cui rilevanza e validit? non ? mai stata messa in dubbio e che ha avuto ripercussioni significative sulla sua propriet?, ha sconvolto il giusto equilibrio tra le esigenze dell’interesse generale della collettivit? e gli imperativi di tutela dei diritti individuali.
56. Di conseguenza, si ? verificata una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1.
II. SULLA PRESUNTA VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 13 DELLA CONVENZIONE
57. La ricorrente sottolinea che l’azione di risarcimento danni prevista dagli artt. 105 e 106 della legge che accompagna il codice civile non costituisce un rimedio effettivo in quanto non consente di obbligare l’amministrazione a rispettare le disposizioni della legge applicabile in materia.
58. Il Governo sostiene che la suddetta azione di risarcimento dei danni ? un rimedio efficace per la tutela del diritto di propriet? nei casi di mancata demolizione di costruzioni illegali. Cita come prova la sentenza n. 3636/2011 del Consiglio di Stato, che aveva ritenuto illegittima l’omissione dell’amministrazione di demolire un edificio, e la sentenza n. 1047/2014 della Corte Amministrativa d’Appello, che ha disposto il rinvio della prima, che ha riconosciuto su tale base per il danno non patrimoniale la somma di 30.000 euro. Inoltre, il Governo ha sottolineato che la ricorrente stessa ha ammesso che con la sua domanda al Tribunale chiedeva il risarcimento del danno che aveva subito a causa dell’illegittima omissione dell’amministrazione.
59. La Corte ribadisce che il rimedio richiesto dall’articolo 13 deve essere “effettivo” nella pratica e nella legge (si veda, ad esempio, ?lhan v. Turchia [GC], n. 22277/93, ? 97, CEDU 2000-VII). L'”efficacia” di un “rimedio” ai sensi dell’articolo 13 non dipende dalla certezza di un esito favorevole per il richiedente. Analogamente, l'”organismo” di cui alla presente disposizione non ? necessariamente un’istituzione giudiziaria, ma i suoi poteri e le garanzie che offre sono rilevanti per valutare l’efficacia del rimedio di cui ? investito (Dactylidi c. Grecia, n. 52903/99, ? 47, 27 marzo 2003).
60. Nel caso in esame, la Corte rileva che il rimedio invocato dal Governo ha un aspetto puramente compensativo. L’azione prevista dagli artt. 105 e 106 sopra citati consente di chiedere il risarcimento del danno in caso di atti od omissioni illecite da parte dell’amministrazione. Tuttavia, la Corte rileva che, a prescindere dalle sue prospettive di successo nel caso di specie, tale azione non avrebbe consentito alla ricorrente di presentare efficacemente il suo reclamo secondo cui l’amministrazione non avrebbe agito per costringere l’impresa di costruzioni a conformarsi alla decisione del Segretario generale della Regione Attica del 31 ottobre 2001. Di conseguenza, la Corte ritiene che vi sia stata una violazione dell’articolo 13 della Convenzione nel caso in questione.
III. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
61. Ai sensi dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se il Tribunale dichiara che vi ? stata una violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente consente solo imperfettamente di eliminare le conseguenze di tale violazione, il Tribunale dar? giusta soddisfazione alla parte lesa, se del caso. ?
A. Peccato
62. La ricorrente chiede l’importo di EUR 180 000 (EUR) per i danni materiali che ritiene di aver subito a causa della violazione del suo diritto di propriet?. Chiede inoltre 150 000 euro per danni morali a causa del disagio e delle sofferenze che le sono state causate dal persistente mancato rispetto della legislazione e degli atti amministrativi da parte delle autorit?.
63. Il Governo sostiene che la ricorrente non ha subito alcun danno materiale: la valutazione di un eventuale danno richiederebbe il calcolo di un rischio da parte di una compagnia di assicurazione in caso di terremoto, la cui entit? dipenderebbe dalla forza del terremoto. Per quanto riguarda i danni morali, il Governo ritiene che la somma richiesta sia eccessiva e che una constatazione di violazione costituirebbe una soddisfazione sufficiente.
64. La Corte rileva innanzitutto che nessun tribunale nazionale ha stabilito che la ricorrente ha subito un danno materiale a causa della mancata adozione da parte dell’amministrazione delle misure necessarie per conformarsi alla decisione del Segretario generale della Regione Attica. Inoltre, l’accusa che la casa del richiedente possa essere danneggiata a seguito di un terremoto si basa su un evento ipotetico, che potrebbe non verificarsi mai. La Corte ritiene pertanto che non vi siano motivi per concedere una somma a titolo di danno materiale.
65. D’altro canto, il Tribunale ammette che la ricorrente deve aver subito un danno non patrimoniale – in particolare a causa della frustrazione causata dal rifiuto o dalla mancata demolizione del muro in questione da parte dell’amministrazione per un lungo periodo di tempo e senza gravi motivi e dell’assenza nel diritto interno di un rimedio efficace per far valere i suoi diritti – che non ? sufficientemente compensato dalle constatazioni di violazioni (Dactylidi c. Grecia, citata, ? 58). La Corte, come previsto dall’articolo 41 della Convenzione, ha concesso al richiedente 10.000 euro su questo conto.
B. Costi e spese
66. La ricorrente chiede inoltre l’importo di EUR 9 314 per le spese sostenute dinanzi al Consiglio di Stato e alla Corte.
67. Il Governo sostiene che i costi e le spese relative al procedimento dinanzi al Consiglio di Stato non hanno alcun nesso causale con la presunta violazione. Ricorda inoltre che le altre fatture e gli altri documenti prodotti dalla ricorrente non dimostrano che le somme indicate siano state pagate nel caso di specie.
68. Nel caso di specie, la Corte ritiene che le spese e gli onorari sostenuti dal ricorrente dinanzi al Consiglio di Stato si riferiscano al merito della causa (cfr., mutatis mutandis, Fotopoulou, citata, ? 59). Di conseguenza, la ricorrente ha il diritto di chiedere il rimborso delle spese relative alla sua domanda dinanzi al Consiglio di Stato.
69. Per quanto riguarda le spese e i costi relativi al presente procedimento, la Corte rileva che solo due delle cinque fatture menzionano che sono state emesse in relazione al procedimento dinanzi alla Corte. Il Tribunale concede poi alla ricorrente la somma di EUR 2 000 per tali spese, somma corrispondente al tenore letterale di queste due fatture.
70. La Corte concede quindi al ricorrente la somma complessiva di EUR 4 515,39 per i procedimenti dinanzi al Consiglio di Stato e alla Corte.
C. Interessi di default
71. La Corte ritiene opportuno basare il tasso di interesse di mora sul tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea, maggiorato di tre punti percentuali.
PER QUESTI MOTIVI, IL TRIBUNALE, CON UNA DECISIONE UNANIME,
1. Dichiara la domanda ammissibile;
2. Trova che vi sia stata una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1;
3. Dichiara che vi ? stata una violazione dell’articolo 13 della Convenzione;
4. Dice
a) che lo Stato convenuto paghi all’istante, entro tre mesi dalla data in cui la decisione ? passata in giudicato ai sensi dell’articolo 44 ? 2 della Convenzione, le seguenti somme:
i. 10.000 euro (diecimila euro), pi? l’eventuale importo dovuto a titolo di imposta, per danni non patrimoniali;
ii. 4.515,39 euro (quattromilacinquecentocinquantaquattrocento e trentanove centesimi) pi? l’importo eventualmente dovuto dal richiedente a titolo di imposte, costi e spese;
b) dalla scadenza di detto periodo fino al pagamento, su tali importi sono dovuti interessi semplici ad un tasso pari al tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea applicabile durante tale periodo, maggiorato di tre punti percentuali ;
5. Respinge la richiesta per la giusta soddisfazione per il resto.
Fatto in francese, comunicato per iscritto il 18 luglio 2019, ai sensi dell’articolo 77 ?? 2 e 3 del Regolamento del Tribunale.
Abel Campos Ksenija Turkovi?
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

PREMI?RE SECTION
AFFAIRE CHATZIGIANNAKOU c. GR?CE
(Requ?te no 58774/12)

ARR?T
STRASBOURG
18 juillet 2019

D?FINITIF

18/10/2019

Cet arr?t est devenu d?finitif en vertu de l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Chatzigiannakou c. Gr?ce,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (premi?re section), si?geant en une Chambre compos?e de :
Ksenija Turkovi?, pr?sidente,
Krzysztof Wojtyczek,
Linos-Alexandre Sicilianos,
Ale? Pejchal,
Armen Harutyunyan,
Pauliine Koskelo,
Tim Eicke, juges,
et de Abel Campos, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 25 juin 2019,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 58774/12) dirig?e contre la R?publique hell?nique et dont une ressortissante de cet ?tat, Mme Maria-Aggeliki Chatzigiannakou (? la requ?rante ?), a saisi la Cour le 6 septembre 2012 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. La requ?rante a ?t? repr?sent?e par Me M. Liappa, avocate ? Ath?nes. Le gouvernement grec (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par la d?l?gu?e de son agent, Mme G. Papadaki, assesseure au Conseil juridique de l??tat.
3. La requ?rante all?gue en particulier une violation de l?article 1 du Protocole no 1.
4. Le 25 septembre 2017, la requ?te a ?t? communiqu?e au Gouvernement.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
5. La requ?rante est n?e en 1982 et r?side ? Uppsala (Su?de).
6. La requ?rante est propri?taire d?une maison ? deux ?tages, dans le quartier Kato Patissia d?Ath?nes, qu?elle a acquise de sa m?re et de sa grand-m?re par acte notari? en 2009.
7. En septembre 2000, une entreprise commen?a la construction d?un immeuble ? plusieurs ?tages dans le terrain juxtapos? ? la maison de la requ?rante.
8. ? deux reprises, en 2001, la m?re de la requ?rante invita le service de l?urbanisme de la mairie d?Ath?nes ? contr?ler certains ?l?ments de la nouvelle construction relatifs aux normes antisismiques. Apr?s avoir effectu? un contr?le et ayant constat? certaines d?faillances, ledit service demanda au d?partement des b?timents ill?gaux et dangereux d?ordonner l?arr?t des travaux et d?imposer des sanctions ? l?entreprise.
9. Le 31 octobre 2001, le Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique d?cida de soumettre le chantier aux dispositions du d?cret du 13 avril 1929 relatif aux chantiers dangereux et accorda un d?lai de soixante jours ? l?entreprise pour mettre le chantier aux normes antisismiques. ? la demande de l?entreprise, il prolongea de soixante jours suppl?mentaires le d?lai pr?cit?. Le 24 avril 2002, le d?partement des b?timents ill?gaux et dangereux constata que l?entreprise n?avait pas effectu? les travaux n?cessaires. Entretemps, les travaux sur le chantier se poursuivaient sans discontinuer.
10. Le 24 mai 2002, le minist?re de l?Environnement, de l?Am?nagement du territoire et des Travaux publics attira l?attention du service d?urbanisme de la mairie d?Ath?nes sur la n?cessit? d?interrompre les travaux en cas de refus de l?entreprise de se conformer ? la d?cision du Secr?taire g?n?ral.
11. Le 8 juillet 2002, la commission des objections de la mairie d?Ath?nes accueillit les objections form?es par l?entreprise qui construisait le b?timent et conclut que celle-ci avait effectu? les travaux n?cessaires et s??tait ainsi conform?e aux exigences du permis de construire r?vis?.
12. Consid?rant que les travaux de s?curisation n?avaient toujours pas ?t? effectu?s, le 27 septembre 2002 la m?re de la requ?rante invita le Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique ? prendre toutes les mesures n?cessaires pour faire ex?cuter la d?cision du 31 octobre 2001, ? savoir l??vacuation obligatoire des appartements de l?immeuble et la d?molition imm?diate des parties dangereuses de l?immeuble.
13. Le 1er octobre 2002, la m?re de la requ?rante saisit la cour d?appel administrative d?Ath?nes d?un recours en annulation contre la d?cision du 8 juillet 2002 pr?cit?e, par laquelle la commission des objections de la mairie d?Ath?nes avait accueilli l?objection de l?entreprise et avait conclu que celle-ci avait effectu? les travaux n?cessaires. Par un arr?t du 23 juin 2004, la cour d?appel administrative accueillit le recours et annula la d?cision pr?cit?e. L?arr?t pr?cisa aussi que la seule autorit? comp?tente pour d?cider si les normes antisismiques contenues dans le permis de construire r?vis? ?taient respect?es ?tait le service d?urbanisme de la R?gion de l?Attique et non la mairie d?Ath?nes.
14. Dans un document ?tabli le 24 d?cembre 2002 par le service d?urbanisme de la R?gion de l?Attique, celui-ci constatait que la d?cision du 31 octobre 2001 du Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique ?tait d?finitive mais n?avait toujours pas ?t? ex?cut?e en d?pit du fait que les d?lais impartis ? l?entreprise de construction propri?taire du b?timent avaient expir?.
15. Le 28 janvier 2003, la m?re de la requ?rante saisit le Conseil d??tat d?un recours en annulation du rejet tacite de sa requ?te du 27 septembre 2002 par le Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique.
16. Devant le Conseil d??tat, le Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique affirmait que l?ex?cution de sa d?cision du 31 octobre 2001 relevait de la comp?tence du commissariat de police en collaboration avec le service d?urbanisme.
17. Le 21 juillet 2010, la requ?rante, qui ?tait entretemps devenue propri?taire de la maison (voir paragraphe 6 ci-dessus), se substitua ? sa m?re dans la proc?dure devant le Conseil d??tat.
18. Par un arr?t no 899/2012, du 7 mars 2012, le Conseil d??tat rejeta comme irrecevable le recours en annulation. Il nota que dans son rapport du 24 d?cembre 2002, la R?gion de l?Attique pr?cisait que la d?cision de son Secr?taire g?n?ral du 31 octobre 2001 ?tait d?finitive et toujours en vigueur mais qu?elle n?avait pas ?t? ex?cut?e en d?pit du fait que les d?lais impartis aux propri?taires de l?immeuble en construction avaient expir?. Il constata que l?administration avait relev? la question de la dangerosit? du b?timent en construction et avait pr?conis? des mesures pour faire dispara?tre le danger en ?dictant un acte administratif ex?cutoire.
19. Toutefois, il consid?ra que l?omission de l?administration de faire proc?der ? la d?molition des parties dangereuses de l?immeuble constituait une omission de prendre des mesures concr?tes aux fins de l?ex?cution de la d?cision du Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique du 31 octobre 2001 et, en tant que telle, cette omission n??tait pas sujette ? un recours en annulation.
20. Un des conseillers de la formation du Conseil d??tat exprima une opinion s?par?e. Selon lui, l?administration avait omis d??tablir un acte administratif ex?cutoire qui, d?une part, constaterait le refus de l?entreprise de se conformer ? la d?cision du Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique ordonnant des travaux de s?curisation et, d?autre part, ordonnerait l??vacuation du b?timent et/ou la d?molition des parties dangereuses de celui-ci.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
21. L?article 425 du code de la l?gislation urbanistique dispose que le service d?urbanisme comp?tent en mati?re de risques effectuera, ? la suite d?une d?nonciation, d?une requ?te, d?un avis de police ou d?office, une inspection afin d??tablir l?existence du risque et ?tablira un rapport. Le rapport doit d?crire en d?tail le b?timent inspect? et pr?ciser le type et l??tendue du risque, ainsi que les mesures ? prendre pour ?liminer le risque. Le rapport doit aussi indiquer s?il est n?cessaire ou non d??vacuer les appartements aux fins d?appliquer les mesures pr?conis?es, fixer le d?lai dans lequel ces mesures doivent ?tre appliqu?es et se prononcer sur l?opportunit? de d?molir certaines parties lorsque la restauration n?est pas possible. Pour l??limination du risque, il est pr?f?rable de recommander des mesures douces, telles que des r?parations, renforcements, additions etc. et n?ordonner la d?molition qu?en dernier recours. Le propri?taire a l?obligation d?appliquer les mesures recommand?es dans le rapport d?inspection rapidement et dans le d?lai imparti.
22. L?article 425 ? 4 du m?me code pr?voit que lorsque le propri?taire du b?timent dangereux ne prend pas dans le d?lai imparti les mesures recommand?es dans le rapport d?inspection, le service d?urbanisme ?liminera le risque en imposant l??vacuation des appartements dangereux et leur non-utilisation jusqu?? ce que le propri?taire proc?de de mani?re d?finitive ? l??limination du risque. Si la non-utilisation n?est pas consid?r?e comme une mesure suffisante pour l??limination du risque, le service d?urbanisme proc?dera ? la d?molition des parties dangereuses du b?timent.
23. L?article 426 du m?me code pr?voit la r?daction d?un rapport d?inspection r?vis? par le service d?urbanisme au cas o? des objections ont ?t? form?es contre le rapport d?inspection initial.
24. Dans son arr?t no 899/2012 rendu en l?esp?ce, le Conseil d??tat a soulign? qu?il ressortait des dispositions pertinentes du code de la l?gislation urbanistique que lorsque des mesures antisismiques ne sont pas respect?es pendant la construction d?un b?timent et que ceci met en danger un b?timent voisin, le service de l?urbanisme r?dige un rapport dans lequel il indique le type du danger ainsi que la mesure appropri?e ? prendre afin de faire dispara?tre le danger et qui ne peut pas ?tre autre que la d?molition de la partie dangereuse du b?timent. Si le propri?taire de ce dernier n?effectue pas ? temps les travaux pr?cis?s dans le rapport, le service de l?urbanisme proc?de ? ? lever le danger ? sans formalit?s suppl?mentaires. En r?digeant son rapport, l?administration r?gle alors ? au moyen d?un acte administratif ex?cutoire ? la question de la dangerosit? du chantier et des mesures ? prendre pour faire dispara?tre le danger.
25. Le Conseil d??tat a conclu que la non d?molition de la partie dangereuse du b?timent par le service de l?urbanisme, au cas o? le propri?taire ne se conforme pas au d?lai que le rapport pr?cit? lui impartit pour effectuer les travaux, rel?ve du stade de l?ex?cution d?un acte administratif ex?cutoire, et, en cons?quence, ne constitue pas une omission sujette ? un recours en annulation. La question de la responsabilit? de l??tat pour r?parer tout dommage d?coulant de cette omission est une question distincte.
26. Les articles 105 et 106 de la loi d?accompagnement du code civil se lisent comme suit :
Article 105
? L??tat est tenu de r?parer le dommage caus? par les actes ill?gaux ou omissions de ses organes lors de l?exercice de la puissance publique, sauf si l?acte ou l?omission a eu lieu en m?connaissance d?une disposition destin?e ? servir l?int?r?t public. La personne fautive est solidairement responsable avec l??tat, sous r?serve des dispositions sp?ciales sur la responsabilit? des ministres. ?
Article 106
? Les dispositions des deux articles pr?c?dents s?appliquent aussi en mati?re de responsabilit? des collectivit?s territoriales ou d?autres personnes morales de droit public pour le dommage caus? par les actes ou omissions de leurs organes. ?
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE NO 1
27. La requ?rante se plaint que l?omission des autorit?s d?urbanisme de faire ex?cuter leurs propres d?cisions ordonnant la mise aux normes antisismiques de l?immeuble en construction ou ? d?faut, la d?molition des parties dangereuses de l?immeuble, et dont l?effondrement en cas de tremblement de terre risquerait d?entrainer la destruction de sa propre maison, a m?connu son droit au respect de ses biens. Elle all?gue une violation de l?article 1 du Protocole no 1 qui dans sa partie pertinente est ainsi libell? :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. (…) ?
A. Sur la recevabilit?
1. Non-respect du respect de six mois
28. En premier lieu, le Gouvernement invite la Cour ? rejeter la requ?te pour non-respect du d?lai de six mois. Il souligne que la requ?te ne devait pas ?tre introduite dans un d?lai de six mois ? compter de l?arr?t no 899/2012 du Conseil d??tat, car le recours en annulation contre le d?faut d?ex?cution de la d?cision du Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique ?tait irrecevable et donc vou? ? l??chec. En fait, la requ?te aurait d? ?tre introduite dans un d?lai de six mois ? compter de l?arr?t no 1450/2004 du 23 juin 2004 qui avait annul? la d?cision de la commission des objections de la mairie d?Ath?nes qui avait conclu que l?entreprise s??tait conform?e aux exigences du permis r?vis?. C?est en ce moment qu?il peut ?tre consid?r? que l?administration a omis d?appliquer la d?cision de d?molition et de prendre les mesures ad?quates.
29. La requ?rante r?torque qu?elle a saisi la plus haute autorit? judiciaire du pays comme le prescrit l?article 35 ? 1 de la Convention. Le fait que celle-ci l?a d?bout?e ne signifie pas que le recours devant le Conseil d??tat n??tait pas la d?marche appropri?e aux fins de l??puisement. Si elle ne l?avait pas fait le Gouvernement lui aurait reproch? de ne pas avoir ?puis? les voies de recours internes. Enfin, la requ?rante soutient que la violation du Protocole no 1 qu?elle all?gue constitue une situation continue car encore aujourd?hui l??tat n?a pas pris les actes qui permettraient d??liminer le risque pour sa propri?t? et il n?existe pas d?autre voie de recours ? cet ?gard.
30. La Cour rappelle qu?en r?gle g?n?rale, le d?lai de six mois commence ? courir ? la date de la d?cision d?finitive intervenue dans le cadre du processus d??puisement des voies de recours internes. Toutefois, lorsqu?il est clair d?embl?e que le requ?rant ne dispose d?aucun recours effectif, le d?lai de six mois prend naissance ? la date des actes ou mesures d?nonc?s ou ? la date ? laquelle l?int?ress? en prend connaissance ou en ressent les effets ou le pr?judice. En outre, l?article 35 ? 1 ne saurait ?tre interpr?t? d?une mani?re qui exigerait qu?un requ?rant saisisse la Cour de son grief avant que la situation relative ? la question en jeu n?ait fait l?objet d?une d?cision d?finitive au niveau interne. Par cons?quent, lorsqu?un requ?rant utilise un recours apparemment disponible et ne prend conscience que par la suite de l?existence de circonstances qui le rendent ineffectif, il peut ?tre indiqu? de consid?rer comme point de d?part de la p?riode de six mois la date ? laquelle le requ?rant a eu ou aurait d? avoir pour la premi?re fois connaissance de cette situation (Varnava et autres c. Turquie [GC], nos 16064/90 et suivants, ? 157, CEDH 2009).
31. La Cour note que la requ?rante a saisi la Cour le 6 septembre 2012, soit dans le d?lai de six mois ? compter de l?arr?t no 899/2012 du Conseil d??tat. Le recours de celle-ci au Conseil d??tat tendait ? l?annulation du refus tacite du Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique de donner suite ? sa requ?te par laquelle elle l?invitait ? prendre les mesures n?cessaires afin de mettre en ?uvre sa d?cision du 31 octobre 2001 ordonnant la d?molition des parties dangereuses du b?timent adjacent au sien.
32. La Cour ne partage pas l?argument du Gouvernement selon lequel le d?lai de six mois devait commencer ? courir ? compter de l?arr?t de la cour d?appel administrative du 23 juin 2004. Elle rel?ve que par cet arr?t la cour d?appel administrative a donn? gain de cause ? la m?re de la requ?rante qui avait introduit un recours en annulation contre la d?cision de la commission des objections de la mairie d?Ath?nes qui avait estim? que les travaux de mise en conformit? n?cessaires avaient ?t? effectu?s. Dans ce contexte, la Cour estime que la requ?rante n?avait pas de raison de saisir en ce moment la Cour car l?arr?t de la cour d?appel administrative lui avait sans doute cr?? une expectative que la d?molition d?cid?e par le Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique aurait finalement lieu.
33. La Cour rejette alors l?exception pr?liminaire sur ce point.
2. Non-?puisement des voies de recours internes
34. En deuxi?me lieu, le Gouvernement soutient que la requ?rante n?a pas ?puis? les voies de recours internes faute d?avoir utilis? l?action en dommages-int?r?ts pr?vue par l?article 105 de la loi d?accompagnement au code civil qui trouve ? s?appliquer en mati?re d?une omission ill?gale de proc?der ? la d?molition d?une construction dangereuse. Par ailleurs, dans son arr?t no 899/2012, le Conseil d??tat s?est aussi r?f?r? ? la possibilit? qui s?offrait ? la requ?rante d?introduire un tel recours. Enfin, le Gouvernement souligne que dans sa requ?te, la requ?rante avait elle-m?me d?clar? qu?en saisissant la Cour, elle recherchait ? obtenir une indemnisation pour le dommage qu?elle avait subi.
35. La requ?rante r?torque que l?action en dommages-int?r?ts pr?vue aux articles 105 et 106 pr?cit?s ne pouvait pas ?tre introduite en m?me temps que le recours en annulation devant le Conseil d??tat afin d?obliger l??tat ? prendre les mesures appropri?es.
36. La Cour rappelle qu?il incombe au Gouvernement excipant du non-?puisement de convaincre la Cour que le recours ?tait effectif et disponible tant en th?orie qu?en pratique ? l??poque des faits, c?est-?-dire qu?il ?tait accessible, ?tait susceptible d?offrir au requ?rant le redressement de ses griefs et pr?sentait des perspectives raisonnables de succ?s (Sejdovic c. Italie [GC], no 56581/00, ? 46, CEDH 2006-II).
37. La Cour rel?ve que les griefs de la requ?rante portent sur l?inaction de l?administration de prendre les mesures n?cessaires pour faire d?molir la partie dangereuse d?un b?timent qui menacerait en cas de tremblement de terre la maison de la requ?rante. Elle juge donc raisonnable le choix de la requ?rante de saisir les juridictions administratives, soit la cour d?appel administrative et le Conseil d??tat, des recours qui lui permettaient de se plaindre respectivement du constat de l?administration que la propri?taire du b?timent dangereux s??tait conform?e au permis de construire r?vis? et du rejet tacite du Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique de faire appliquer sa d?cision ordonnant la d?molition de la partie dangereuse du b?timent.
38. De l?avis de la Cour, la requ?rante a donc satisfait aux exigences de l?article 35 de la Convention concernant l??puisement des voies de recours internes.
39. La Cour examinera n?anmoins ci-apr?s, sous l?angle de l?article 13, si les recours non exerc?s par l?int?ress?e pouvaient ?tre consid?r?s comme effectifs (paragraphes 58-61 ci-dessus).
40. Constatant que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention et qu?il ne se heurte par ailleurs ? aucun autre motif d?irrecevabilit?, la Cour le d?clare recevable.
B. Sur le fond
1. Arguments des parties
41. La requ?rante soutient que, depuis 2001, elle court un risque permanent de voir sa maison se d?truire en cas d?un tremblement de terre, ph?nom?ne tr?s courant en Gr?ce, en raison de l?omission de l??tat et de ses organes de se conformer ? la l?gislation applicable en la mati?re et du fait que les normes antisismiques n?ont pas ?t? respect?s par le constructeur du b?timent adjacent au sien. Il y a donc un lien de causalit? directe entre cette situation et la m?connaissance de son droit au respect de ses biens. Se pr?valant de l?arr?t de la cour d?appel administrative u 23 juin 2004, elle souligne que la seule autorit? comp?tente qui aurait d? d?cider si les normes antisismiques contenues dans le permis de construire r?vis? ?taient respect?es ?tait le service d?urbanisme de la R?gion de l?Attique et non la mairie d?Ath?nes. Elle souligne aussi qu?? la suite de la requ?te de sa m?re du 26 septembre 2002, par laquelle cette derni?re demandait la prise des mesures d?application imm?diate, le service d?urbanisme a omis de prendre un nouvel acte administratif ex?cutoire afin d?imposer ces mesures au constructeur du b?timent adjacent au sien.
42. Le Gouvernement soutient qu?il n?existe pas de lien de causalit? entre les mesures indiqu?es dans la d?cision du Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique pour la lev?e de la dangerosit? ? long terme du b?timent en construction et la jouissance effective du bien de la requ?rante. Celle-ci ne pr?tend d?ailleurs pas que son domicile a subi un quelconque dommage, d?un point de vue statique ou structurel, et un tel dommage n?a pas ?t? constat? lors de nombreuses inspections qui ont eu lieu sur le site. La requ?rante n?est pas non plus emp?ch?e par un acte administratif de disposer de son bien, d?en user, de le r?nover ou de le louer.
2. Appr?ciation de la Cour
a) La r?gle applicable
43. La Cour rappelle que selon sa jurisprudence, l?article 1 du Protocole no 1, qui garantit en substance le droit de propri?t?, contient trois normes distinctes : la premi?re, qui s?exprime dans la premi?re phrase du premier alin?a et rev?t un caract?re g?n?ral, ?nonce le principe du respect de la propri?t? ; la deuxi?me, figurant dans la seconde phrase du m?me alin?a, vise la privation de propri?t? et la soumet ? certaines conditions ; quant ? la troisi?me, consign?e dans le second alin?a, elle reconna?t aux Etats contractants le pouvoir, entre autres, de r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral. Les deuxi?me et troisi?me normes, qui ont trait ? des exemples particuliers d?atteintes au droit de propri?t?, doivent s?interpr?ter ? la lumi?re du principe consacr? par la premi?re.
44. En l?esp?ce, la Cour observe que l?omission des autorit?s administratives de se conformer ? la d?cision du Secr?taire g?n?ral de la r?gion de l?Attique du 31 octobre 2001, a eu comme cons?quence le maintien en l??tat du b?timent adjacent ? la maison de la requ?rante construit en m?connaissance des normes de s?curit? antisismiques. Ce maintien exposait la maison de la requ?rante ? des graves dommages en cas de tremblement de terre et diminuait de surcro?t la valeur de celle-ci. Dans ces circonstances, les autorit?s sont responsables de l?ing?rence dans le droit de propri?t? de la requ?rante (Fotopoulou c. Gr?ce, no 66725/01, ? 32, 18 novembre 2004). L?ing?rence en question ne constitue ni une expropriation ni une r?glementation de l?usage des biens, mais rel?ve de la premi?re phrase du premier alin?a de l?article 1.
b) L?observation de l?article 1 du Protocole no 1
45. La Cour rappelle que l?article 1 du Protocole no 1 exige, avant tout et surtout, qu?une ing?rence de l?autorit? publique dans la jouissance du droit au respect de biens soit l?gale : la seconde phrase du premier alin?a de cet article n?autorise une privation de propri?t? que ? dans les conditions pr?vues par la loi ? ; le second alin?a reconna?t aux ?tats le droit de r?glementer l?usage des biens en mettant en vigueur des ? lois ?. De plus, la pr??minence du droit, l?un des principes fondamentaux d?une soci?t? d?mocratique, est inh?rente ? l?ensemble des articles de la Convention et implique le devoir de l??tat ou d?une autorit? publique de se plier ? un jugement ou un arr?t rendus ? leur encontre. Il s?ensuit que la n?cessit? de rechercher si un juste ?quilibre a ?t? maintenu entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu ne peut se faire sentir que lorsqu?il s?est av?r? que l?ing?rence litigieuse a respect? le principe de la l?galit? et n??tait pas arbitraire (Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II, Fotopoulou, pr?cit?, ?? 35-36, Paudicio c. Italie, no 77606/01, ?? 41-42, 24 mai 2007, Vitiello c. Italie, no 6870/03, ?? 32-33, 17 juillet 2007).
46. La Cour note que dans ses observations, la requ?rante all?gue que la proc?dure pr?vue par le code de la l?gislation urbanistique n?a pas ?t? respect?e dans son cas : ? la suite de la requ?te de sa m?re, adress?e le 27 septembre 2002 au Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique pour lui demander de prendre des mesures afin de faire appliquer sa d?cision du 31 octobre 2001, celui-ci n?a pas pris un nouvel acte administratif ex?cutoire ordonnant de telles mesures. En revanche, dans un document ?tabli le 24 d?cembre 2002, le service d?urbanisme de la R?gion de l?Attique constatait que la d?cision du 31 octobre 2001 du Secr?taire g?n?ral ?tait d?finitive mais n?avait toujours pas ?t? ex?cut?e en d?pit du fait que les d?lais impartis ? l?entreprise de construction propri?taire du b?timent avaient expir?.
47. La critique de l?omission des autorit?s de suivre la proc?dure en la mati?re se refl?te aussi dans l?opinion s?par?e d?un des conseillers du Conseil d??tat qui a examin? l?affaire. Selon lui, l?administration avait omis d??tablir un acte administratif ex?cutoire qui, d?une part, constaterait le refus de l?entreprise de se conformer ? la d?cision du Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique ordonnant des travaux de s?curisation et, d?autre part, ordonnerait l??vacuation du b?timent et/ou la d?molition des parties dangereuses de celui-ci.
48. Toutefois, et ? la diff?rence des affaires Fotopoulou, Paudicio et Vitiello, pr?cit?es, la Cour estime que les ?l?ments susmentionn?s ne suffisent pas pour l?amener ? conclure que l?omission de l?administration de proc?der ? la d?molition des parties dangereuses du b?timent litigieux n?avait aucune base l?gale en droit interne. En fait, dans son arr?t no 899/2012, le Conseil d??tat ne s?est pas prononc? sur le fond de l?affaire mais a rejet? le recours de la requ?rante comme irrecevable en consid?rant que l?omission susmentionn?e n??tait pas sujette ? un recours en annulation.
49. La Cour examinera alors si un juste ?quilibre a ?t? maintenu entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu.
50. La Cour note que le 31 octobre 2001, le Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique a d?cid? de soumettre le chantier de la construction du b?timent adjacent ? la maison de la requ?rante aux dispositions du d?cret du 13 avril 1929 relatif aux chantiers dangereux et accorda un d?lai de soixante jours ? l?entreprise de construction propri?taire du b?timent pour mettre le chantier aux normes antisismiques, d?lai prolong? de soixante jours suppl?mentaires ? la demande de l?entreprise. Le 24 avril 2002, le d?partement des b?timents ill?gaux et dangereux a constat? que l?entreprise n?avait pas effectu? les travaux n?cessaires. Entretemps, les travaux sur le chantier se sont poursuivis.
51. Le 24 mai 2002, le minist?re de l?Environnement, de l?Am?nagement du territoire et des Travaux publics a attir? l?attention du service d?urbanisme de la mairie d?Ath?nes sur la n?cessit? d?interrompre les travaux en cas de refus de l?entreprise de se conformer ? la d?cision du Secr?taire g?n?ral. Le 27 septembre 2002, la m?re de la requ?rante a invit? le Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique ? prendre toutes les mesures n?cessaires pour faire ex?cuter la d?cision du 31 octobre 2001, ? savoir l??vacuation obligatoire des appartements de l?immeuble d?fectueux et la d?molition imm?diate des parties dangereuses de l?immeuble. Le 24 d?cembre 2002, le service d?urbanisme de la R?gion de l?Attique a reconnu que la d?cision du 31 octobre 2001 du Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique ?tait d?finitive mais n?avait pas encore ?t? ex?cut?e en d?pit du fait que les d?lais impartis ? l?entreprise de construction propri?taire du b?timent avaient expir?.
52. Le 23 juin 2004, la cour d?appel administrative a annul? une d?cision de la commission des objections de la mairie d?Ath?nes qui concluait que l?entreprise de construction avait effectu? les travaux n?cessaires et s??tait conform?e au permis de construire r?vis?.
53. De son c?t?, le Conseil d??tat a constat? que l?administration avait relev? dans son rapport le probl?me de la dangerosit? du b?timent en construction et avait pr?conis? des mesures pour faire dispara?tre le danger en ?dictant un acte administratif ex?cutoire. Toutefois, il a consid?r? que l?omission de l?administration de faire proc?der ? la d?molition des parties dangereuses de l?immeuble constituait une omission de prendre des mesures concr?tes aux fins de l?ex?cution de la d?cision du Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique du 31 octobre 2001 et, en tant que telle, cette omission n??tait pas sujette ? un recours en annulation.
54. Il ressort de cette suite d??v?nements que dans le cas de la requ?rante, l?administration a constat? l?ill?galit?, a indiqu? des mesures de nature ? rem?dier ? cette ill?galit?, a constat? la non-application des mesures indiqu?es, mais elle a en m?me temps admis son impuissance de faire appliquer les mesures pr?conis?es par elle-m?me. ? cet ?gard, la Cour observe que devant le Conseil d??tat, le Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique affirmait que l?ex?cution de sa d?cision du 31 octobre 2001 relevait de la comp?tence du commissariat de police en collaboration avec le service d?urbanisme. Cette impuissance de l?administration a de surcro?t ?t? ent?rin?e par l?arr?t pr?cit? du Conseil d??tat qui a estim? que l?inex?cution de ces mesures ?chappait au contr?le de celui-ci.
55. Il ressort donc des faits de la cause que l?impossibilit? pour la requ?rante de faire ex?cuter une d?cision de l?administration dont la pertinence et la validit? n?ont jamais ?t? mises en doute, et qui avait des r?percussions importantes sur sa propri?t? a rompu le juste ?quilibre entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits individuels.
56. Partant, il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1.
II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 13 DE LA CONVENTION
57. La requ?rante souligne que l?action en dommages-int?r?ts pr?vue par les articles 105 et 106 de la loi d?accompagnement du code civil ne constitue pas un recours effectif car il ne permet pas d?obliger l?administration ? se conformer aux dispositions de la loi applicable en la mati?re.
58. Le Gouvernement soutient que l?action en dommages-int?r?ts pr?cit?e est un recours effectif pour la protection du droit de propri?t? dans des cas d?omission de d?molition de constructions ill?gales. Il en veut pour preuve un arr?t no 3636/2011 du Conseil d??tat qui avait constat? une omission ill?gale de l?administration de proc?der ? la d?molition d?un b?timent, et un arr?t no 1047/2014 de la cour d?appel administrative, statuant sur renvoi du premier, qui accordait sur cette base pour dommage moral la somme de 30 000 euros. Par ailleurs, le Gouvernement souligne que la requ?rante elle-m?me admet que par sa requ?te ? la Cour elle tend ? obtenir une indemnit? pour son dommage r?sultant de l?omission ill?gale de l?administration.
59. La Cour rappelle que le recours exig? par l?article 13 doit ?tre ? effectif ? en pratique comme en droit (voir, par exemple, ?lhan c. Turquie [GC], no 22277/93, ? 97, CEDH 2000-VII). L?? effectivit? ? d?un ? recours ? au sens de l?article 13 ne d?pend pas de la certitude d?une issue favorable pour le requ?rant. De m?me, l?? instance ? dont fait ?tat cette disposition n?est pas n?cessairement une institution judiciaire, mais ses pouvoirs et les garanties qu?elle pr?sente entrent alors en ligne de compte pour appr?cier l?effectivit? du recours s?exer?ant devant elle (Dactylidi c. Gr?ce, no 52903/99, ? 47, 27 mars 2003).
60. En l?occurrence, la Cour note que le recours invoqu? par le Gouvernement a un aspect purement indemnitaire. L?action pr?vue aux articles 105 et 106 pr?cit?s permet de r?clamer des dommages-int?r?ts en cas d?actes ou omissions ill?gaux de l?administration. Toutefois, la Cour note qu?ind?pendamment de ses perspectives de succ?s en l?esp?ce, cette action n?e?t pas permis ? la requ?rante de faire valoir de mani?re effective son grief selon lequel l?administration n?avait pas agi afin d?obliger l?entreprise de construction de se conformer ? la d?cision du Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique, du 31 octobre 2001. D?s lors, la Cour estime qu?il y a eu en l?esp?ce violation de l?article 13 de la Convention.
III. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
61. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage
62. La requ?rante r?clame 180 000 euros (EUR) au titre du pr?judice mat?riel qu?elle estime avoir subi du fait de l?atteinte ? son droit de propri?t?. Elle r?clame aussi 150 000 EUR pour dommage moral en raison de la d?tresse et de la souffrance que lui a caus? la persistance des autorit?s de ne pas se conformer ? la l?gislation et aux actes administratifs pertinents.
63. Le Gouvernement soutient que la requ?rante n?aurait subi aucun dommage mat?riel : l??valuation d?un dommage quelconque exigerait le calcul d?un risque par une soci?t? d?assurance en cas tremblement de terre, risque dont l?ampleur d?pendrait de la force de ce tremblement de terre. Quant au dommage moral, le Gouvernement estime que la somme r?clam?e est excessive et que le constat de violation constituerait une satisfaction suffisante.
64. La Cour rel?ve d?abord qu?aucune juridiction interne n?a d?termin? que la requ?rante a subi un dommage mat?riel en raison de omission de l?administration de prendre les mesures n?cessaires pour se conformer ? la d?cision du Secr?taire g?n?ral de la R?gion de l?Attique. En outre, l?all?gation selon laquelle la maison de la requ?rante risque d??tre endommag?e ? la suite d?un tremblement de terre est fond?e sur un ?v?nement hypoth?tique, qui pourrait ne jamais se r?aliser. La Cour estime alors qu?il n?y a pas lieu d?accorder une somme ? titre de dommage mat?riel.
65. D?autre part, la Cour admet que la requ?rante doit avoir subi un pr?judice moral ? du fait notamment de la frustration provoqu?e par le refus ou l?omission de l?administration de proc?der ? la d?molition du mur litigieux pendant une longue p?riode et sans motif s?rieux ainsi que de l?absence en droit interne d?un recours effectif pour faire valoir ses droits ? que ne compensent pas suffisamment les constats de violations (Dactylidi c. Gr?ce, pr?cit?, ? 58). Statuant en ?quit?, comme le veut l?article 41 de la Convention, la Cour alloue ? la requ?rante 10 000 EUR ? ce titre.
B. Frais et d?pens
66. La requ?rante demande ?galement 9 314 EUR pour les frais et d?pens engag?s devant le Conseil d??tat et devant la Cour.
67. Le Gouvernement soutient que les frais et d?pens relatifs ? la proc?dure devant le Conseil d??tat n?ont pas de lien de causalit? avec la violation all?gu?e. Il souligne aussi que les autres factures et documents produits par la requ?rante ne permettent pas d??tablir que les sommes indiqu?es ont ?t? pay?es dans le cadre de la pr?sente affaire.
68. En l?esp?ce, la Cour estime que les frais et honoraires expos?s par la requ?rante devant le Conseil d??tat se rapportaient au fond du litige (voir, mutatis mutandis, Fotopoulou, pr?cit?, ? 59). Par cons?quent, la requ?rante est en droit de demander le remboursement des frais relatifs ? son recours devant le Conseil d??tat.
69. Pour ce qui est des frais et d?pens se rapportant ? la pr?sente proc?dure, la Cour note que deux des cinq factures seulement mentionnent qu?elles ont ?t? ?tablies ? l??gard de la proc?dure devant la Cour. La Cour alloue alors ? la requ?rante 2 000 EUR ? ce titre, somme correspondant au libell? de ces deux factures.
70. La Cour alloue alors ? la requ?rante la somme totale de 4 515,39 EUR pour les proc?dures devant le Conseil d??tat et la Cour.
C. Int?r?ts moratoires
71. La Cour juge appropri? de calquer le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable ;
2. Dit qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ;
3. Dit qu?il y a eu violation de l?article 13 de la Convention ;
4. Dit
a) que l??tat d?fendeur doit verser ? la requ?rante, dans les trois mois, ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, les sommes suivantes :
i. 10 000 EUR (dix mille euros), plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t, pour dommage moral ;
ii. 4 515,39 EUR (quatre mille cinq cent quinze euros et trente-neuf cents), plus tout montant pouvant ?tre d? par la requ?rante ? titre d?imp?t, pour frais et d?pens ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ces montants seront ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;
5. Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 18 juillet 2019, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement de la Cour.
Abel Campos Ksenija Turkovi?
Greffier Pr?sidente

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