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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF BRAYLOVSKA v. UKRAINE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 41
Numero: 14031/09
Stato: Ucraina
Data: 2020-05-14 00:00:00
Organo: Sezione Quinta
Testo Originale

QUINTA SEZIONE

CASE DI BRAYLOVSKA v. UKRAINE

(Applicazione n. 14031/09)

Giudizio
(Meriti)

Strasburgo

gioved? 6 giugno 2019

Questa sentenza ? definitiva, ma pu? essere soggetta a revisione editoriale.

Nel caso di Braylovska contro l’Ucraina,
La Corte europea dei diritti dell’uomo (Quinta Sezione), in qualit? di comitato composto da:
S?ofra O?Leary, President,
Ganna Yudkivska,
Lado Chanturia, judges,
and Milan Bla?ko, Deputy Section Registrar,
Dopo aver deliberato in privato il 14 maggio 2019,
Pronuncia la seguente sentenza, che ? stata adottata in tale data:
Procedura
1. Il caso ? stato originato da una domanda (n. 14031/09) contro l’Ucraina presentata alla Corte ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione per la protezione dei diritti umani e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”) da parte di un cittadino ucraino, la sig.ra Rayisa Mykhaylivna Braylovska (“la ricorrente”), il 17 febbraio 2009.
2. La ricorrente era rappresentata dal sig. K. Terekhov, un avvocato che esercita a Mosca. Il governo ucraino (“il governo”) era rappresentato dal loro agente, I. Lishchyna.
3. La ricorrente ha sostenuto, ai sensi dell’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione, di essere stata illegittimamente privata dei suoi beni e, ai sensi dell’articolo 6 della Convenzione, che il processo nel suo caso non era stato equo in quanto i tribunali nazionali avevano omesso di affrontare debitamente importanti argomenti sollevati da lei riguardo alla mancanza di una base giuridica per l’espropriazione della propriet?.
4. Il 22 novembre 2017 l’avviso della domanda ? stato dato al governo.
5. Il governo si ? opposto all’esame della domanda da parte di una commissione, ma non ha fornito alcun motivo. Dopo aver esaminato l’obiezione del governo, la Corte la respinge (cfr. per un approccio simile, Nedilenko e altri v. Ucraina [Comitato], n. 43104/04, n. 5, 18 gennaio 2018; Lada v. Ucraina [Comitato], n. 32392/07, 4, 6 febbraio 2018; e Geletey v. Ucraina [Comitato], n. 23040/07, 4, 24 aprile 2018).
I FATTI
I. Le CIRCOSTANZE DEL CASO
6. La ricorrente ? nata nel 1938 e vive a Yalta, la Repubblica Autonoma di Crimea.
7. L’11 ottobre 1997, a seguito di un contratto di acquisto, la ricorrente ? diventata proprietaria del n. 2 di Pushkinska Street a Yalta (“l’appartamento Pushkinska”) in un edificio multi-abitazione che era stato costruito prima del 1917 (“l’edificio Pushkinska”) ed era un edificio comunale Propriet?. L’appartamento aveva una stanza e misurava 37,5 mq. Secondo la ricorrente, non risiedeva nell’appartamento e lo affittava in estate perch? si trovava nella parte storica del centro della citt? e vicino alla spiaggia.
8. All’inizio del 2005, tutti gli appartamenti dell’edificio Pushkinska ? ad eccezione di due che appartenevano alla ricorrente e K.? erano stati acquistati da una societ? di costruzioni privata, la JSC
9. Il 22 settembre 2005 il Comitato Esecutivo del Consiglio comunale di Yalta (“Comitato Esecutivo”) ha approvato una relazione sull’esame dell’edificio Pushkinska emessa da una commissione interdipartimentale istituita dal Comitato Esecutivo. La relazione ha suggerito che l’edificio era in cattive condizioni tecniche con le sue pareti di trasporto non sicure. Sulla base della relazione, il Comitato Esecutivo ha classificato l’edificio come una struttura pericolosa e ha constatato che era minacciato di collasso (“Decreto 1349”). La relazione non ha messo a disposizione della Corte copie della relazione e del decreto 1349.
10. Il 5 ottobre 2005 il Consiglio comunale di Yalta (“Consiglio”) e il Comitato Esecutivo hanno concluso un accordo con la Societ? che prevedeva, tra l’altro, che la Societ? acquistasse due appartamenti per spostare il richiedente e il proprietario di un altro appartamento dall’edificio pericoloso in cambio della concessione al titolo della Societ? sugli appartamenti della ricorrente e dell’altra persona e poi sull’edificio nel suo complesso (“l’accordo”). Il Consiglio e il Comitato Esecutivo si sono inoltre impegnati ad adottare misure per rimuovere la ricorrente dall’edificio pericoloso, per autorizzare la Societ? a demolire l’edificio Pushkinska e a concedere un permesso di costruzione. L’accordo ? stato approvato dal Consiglio durante la sessione del 19 ottobre 2005. Secondo la ricorrente, all’epoca non era a conoscenza dell’accordo.
11. In una data non specificata nel 2006 il Consiglio ha adottato il piano regolatore generale della citt? che, secondo il richiedente, prevedeva la ristrutturazione dell’edificio Pushkinska (???????? ????????????? (???????????)), con la costruzione di un piano supplementare. Nessuna copia del piano ? stata messa a disposizione della Corte.
12. Per conformarsi all’accordo, la Societ? ha acquistato l’appartamento n. 1 al 23 di Sosnova Street (“l’appartamento Sosnova”) a Yalta in sostituzione del richiedente. L’appartamento misurava 57,7 mq, aveva due camere ed era situato lontano dal centro di Yalta. Il Consiglio e il Comitato Esecutivo si sono rifiutati di portare l’appartamento di propriet? comunale. In tale contesto, la Societ? ha avviato un procedimento giudiziario nei confronti del Consiglio e del Comitato Esecutivo per il mancato rispetto dei termini dell’accordo. Nelle sentenze del 6 giugno 2006 e del 10 ottobre 2006 la Corte commerciale della Repubblica autonoma di Crimea e la Corte d’Appello commerciale di Sebastopoli hanno obbligato i convenuti a rispettare i loro obblighi previsti dall’accordo. Il 22 marzo 2007 l’appartamento di Sosnova ? stato trasferito in propriet? comunale.
13. Il 31 maggio 2007 il Comitato Esecutivo ha approvato una decisione con la quale, tra l’altro, ha offerto l’appartamento Sosnova alla ricorrente. Nessuna copia del decreto in questione ? stata resa disponibile alla Corte.
14. Il 16 giugno 2007, in una lettera, il Comitato Esecutivo ha invitato la ricorrente a comparire, al pi? tardi entro il 10 luglio 2007, davanti all’organo competente e ad ottenere all’appartamento di Sosnova il titolo. La ricorrente non ha risposto all’offerta in quanto ritiene che la richiesta delle autorit? non abbia alcuna base giuridica.
15. Il 17 luglio 2007 il comitato esecutivo ha chiesto al tribunale di Yalta City di far sfrattare la ricorrente e il suo titolo nell’appartamento Pushkinska ? stato revocato, il suo spostamento nell’appartamento di Sosnova e i suoi diritti di propriet? su quest’ultimo appartamento sono stati stabiliti. Essa si ? basata sugli articoli 109, 110 e 112 del codice edilizio e degli articoli 321 e sugli articoli 321 e 2 del codice civile come motivi giuridici della domanda (cfr. paragrafi 31 e 32 di seguito). Il Comitato Esecutivo ha osservato, in particolare, che l’edificio Pushkinska era minacciato di crollare e che, in quanto organismo responsabile del rispetto delle condizioni tecniche degli edifici e del ribacino dei residenti da persone pericolose, non intendeva essere responsabile per eventuali gravi conseguenze che la pericolosit? dell’edificio Pushkinska potrebbe causare.
16. Il 4 ottobre 2007 il Tribunale di Yalta ha accolto la domanda del Comitato Esecutivo.
17. In una data imprecisata, la Corte d’Appello della Repubblica autonoma di Crimea (“Corte d’appello”) ha rimesso in custodia la causa per un nuovo corrispettivo al giudice di primo grado, rilevando che il Consiglio, in quanto proprietario dell’appartamento sosnova, non era stato coinvolto nella Procedimento.
18. Il 4 aprile 2008 il Consiglio ha aderito al procedimento come co-querelante e ha appoggiato le rivendicazioni del comitato esecutivo.

19. Il 9 aprile 2008 il tribunale della citt? di Yalta si ? pronunciato contro il ricorrente. Ha annullato il titolo della ricorrente sull’appartamento di Pushkinska, ha ordinato il suo sfratto e il suo trasferimento nell’appartamento di Sosnova e le ha conferito il titolo di quest’ultimo appartamento. Il giudice ha fatto le seguenti conclusioni: a) non era in discussione tra le parti che l’edificio Pushkinska fosse di propriet? comunale e fosse mantenuto da una societ? municipale, e che fosse compito del Comitato Esecutivo ai sensi delle leggi pertinenti esercitare controllo sulla sicurezza degli edifici indipendentemente dalla loro forma di propriet?; b) nell’adempimento di tale obbligo, il comitato esecutivo ha constatato che l’edificio era stato sottoposto a minacce di collasso e che tali conclusioni erano validi e non erano stati impugnate da alcuna persona interessata. Anche l’accordo e la decisione del Consiglio del 19 ottobre 2005 di approvarlo erano validi; c) ai sensi dell’articolo 112 del codice abitativo, il comitato esecutivo era stato obbligato a fornire al richiedente un’abitazione sostitutiva, cosa che aveva fatto, ma la ricorrente si era rifiutata di spostarsi su base volontaria senza fornire alcuna motivazione; e (d) ai sensi dell’accordo, che era stato approvato dal Consiglio, l’edificio Pushkinska doveva essere demolito e non ristrutturato, come sostenuto dalla ricorrente, che l’ha resa impossibile il ritorno nell’immobile; dovette cos? essere sfrattata da quell’appartamento e trasferita in un altro appartamento con il suo titolo nell’appartamento Pushkinska annullato dalla corte, che sarebbe stato conforme all’articolo 346 – 2 del codice civile.
20. Il tribunale di Yalta ha inoltre constatato che l’appartamento sosnova costituiva un adeguato indennizzo per il richiedente nei confronti dell’appartamento Pushkinska. Aveva pi? camere e spazio rispetto all’appartamento Pushkinska ed era in condizioni appropriate e nella stessa citt?. Il tribunale ha inoltre rilevato che il valore di mercato dell’appartamento Sosnova, secondo un accordo di vendita datato 2005, era superiore al prezzo di partenza per l’intero edificio Pushkinska. Essa ha pertanto concluso che gli interessi della ricorrente erano stati tutelati integralmente.
21. La ricorrente ha presentato ricorso, affermando, tra l?altro,che la privazione della sua propriet? era illegittima. In particolare, l’appartamento Pushkinska era di sua propriet? privata e non quello dello Stato e quindi le disposizioni del codice abitativo, citate dal giudice del processo, erano state inapplicabili alla sua situazione e non avrebbero potuto servire come base per l’annullamento del suo titolo alla propriet?. L’articolo 346 – 2 del codice civile era una disposizione di riferimento che specificava che un diritto di propriet? poteva essere risolto in “altri casi previsti dalla legge”, ma il giudice non aveva specificato alcuna disposizione giuridica che prevedesse questo “altro caso”. Ha inoltre sostenuto che non vi era stata alcuna necessit? pubblica dietro la privazione dei suoi interessi commerciali piatti, ma solo privati, dato che il titolo all’appartamento Pushkinska dopo il suo deposito doveva essere dato alla Societ?. Anche supponendo che l’edificio fosse in cattive condizioni strutturali, non esisteva una decisione adeguata che suggeriva che sarebbe stato oggetto di demolizione. La ricorrente ha fatto riferimento in tale materia al decreto governativo n. 189 del 26 aprile 1984, in base al quale, come era nell’ambito del Consiglio regionale, decidere, sulla base di una proposta di un consiglio comunale, se un edificio debba essere demolito o restaurato e ha dichiarato che il Consiglio aveva quindi agito in modo ultra vires quando aveva consentito alla Societ? di demolire l’edificio nell’accordo. Si ? anche affidata al piano generale di sviluppo della citt?, che era stato adottato un anno dopo l’accordo, in base al quale l’edificio Pushkinska doveva essere ristrutturato, con un piano aggiuntivo costruito, ma non demolito. Ha sostenuto che la sua propriet? sarebbe rimasta cos? esistente.
22. La ricorrente sosteneva inoltre che, in qualit? di proprietaria dell’appartamento Pushkinska, non era stata coinvolta in alcun modo nella scelta della forma di compensazione per il suo appartamento. Non era stata parte dell’accordo e al momento non era stata affatto informata dell’intenzione di annullare i suoi diritti di propriet? sull’appartamento Pushkinska e di sfrattarla. Poi le ? stato appena presentato il fatto che ha dovuto trasferirsi in un appartamento scelto per lei dalla societ?, senza il suo consenso. L’appartamento offerto non aveva lo stesso valore del Pushkinska e non l’aveva compensata per intero per le sue perdite. Ha fatto riferimento alla posizione dell’appartamento di Sosnova, all’impossibilit? di trarre profitto dall’affitto e alle sue cattive condizioni generali. A sostegno della struttura, ha fornito una perizia, secondo la quale l’edificio al numero 23 di Sosnova Street si trovava in una zona di subsidenza attiva del suolo e che erano necessari lavori di costruzione urgenti e costosi per prevenire ulteriori danni. La ricorrente ha inoltre contestato l’equit? dei calcoli utilizzati dal giudice di primo grado, riferendosi al fatto che, poco prima che l’edificio Pushkinska fosse dichiarato pericoloso, la Societ? aveva acquistato diversi appartamenti dai vicini della ricorrente, che era stato in cattive condizioni, per prezzi molto elevati ? molto pi? alto del prezzo di costruzione indicato dal Consiglio. Infine, ha sostenuto che non poteva avere diritti di propriet? sull’appartamento di Sosnova imposto contro la sua volont?.
23. Il 17 giugno 2008 la Corte d’Appello ha confermato la sentenza del 9 aprile 2008. Essa ha ribadito che era stato correttamente accertato dal giudice di primo grado che l’edificio di Pushkinska era stato sotto la minaccia del collasso e che in questa situazione, ai sensi dell’articolo 112 del codice abitativo, il richiedente deve essere sfrattato e fornito comitato esecutivo con un’altra abitazione. Essa ha rilevato che il comitato esecutivo aveva adempiuta il proprio obbligo e, con la decisione del 31 maggio 2007, aveva assegnato un’abitazione sostitutiva alla ricorrente.
24. La Corte d’appello ha poi respinto, in quanto infondate l’argomentazione della ricorrente secondo cui le richieste del comitato esecutivo avevano violato i suoi diritti di propriet?. A tale proposito, essa ha sottolineato che l’articolo 41 della Costituzione ha consentito la privazione di propriet? in casi eccezionali di necessit? pubblica, sulla base e mediante la procedura stabilita dalla legge, e ? ha sottolineato il giudice ? sulla condizione di anticipazione e di compensazione completa del suo valore. Essa ha rilevato che l’appartamento di Sosnova aveva rispettato i requisiti dell’articolo 113 del codice abitativo ed era pi? spazioso dell’appartamento Pushkinska. Il rialloggio della ricorrente in tale appartamento non violava pertanto i suoi diritti, ma nel suo interesse e nelle sue argomentazioni contrarie era infondato.
25. Il 18 agosto 2008 la Corte suprema ucraina ha respinto la domanda di permesso di ricorso su punti di diritto della ricorrente.
26. La ricorrente non ha avuto successo nei suoi tentativi di riaprire il procedimento in circostanze di recente scoperta ed eccezionale.
27. Il 26 agosto 2008 la ricorrente e suo figlio sono stati sfrattati dall’appartamento Pushkinska e sono stati notificati i documenti che confermavano la loro propriet? proprio sopra l’appartamento di Sosnova.
28. Il 9 luglio 2009 il Comitato Esecutivo ha assegnato il titolo all’appartamento Pushkinska alla Societ?.
29. Nel 2018, nei suoi commenti sulle osservazioni del governo, la ricorrente ha informato la Corte che l’edificio in 1 Pushkinska Street non era stato demolito ma ristrutturato, con un ulteriore livello aggiunto in cima, ed era stato convertito in un hotel di propriet? privata.
II. DIRITTO INTERNO
A. Costituzione dell’Ucraina
30. L’articolo 41 della Costituzione prevede, tra l’altro, che nessuno possa essere illecitamente privato dei propri beni. L’alienazione obbligatoria di oggetti di propriet? privata pu? essere possibile solo come eccezione per motivi di necessit? pubblica, sulla base e sulla procedura stabilita dalla legge, e sulla condizione di anticipo e compensazione completa del loro valore.
B. Codice civile dell’Ucraina del 2003
31. Le disposizioni pertinenti del codice civile prevedono quanto segue:
l’articolo 321. Inviolabilit? dei diritti di propriet?
“1. I diritti di propriet? sono inviolabili. Nessuno pu? essere illegalmente privato di questi diritti o limitato nella loro attuazione.
2. Una persona pu? essere privata dei suoi diritti di propriet? o limitata nell’uso di tali diritti solo nei casi e in conformit? con la procedura stabilita dalla legge.
3. L’alienazione forzata dell’immobile pu? essere applicata solo come eccezione per motivi di necessit? pubblica per motivi e in conformit? con la procedura stabilita dalla legge e a condizione di anticipo e compensazione completa per il suo valore …”
l’articolo 346. Motivi per la cessazione dei diritti di propriet?
“1. I diritti di propriet? sono revocati in caso di: a) alienazione della propriet? da parte del suo proprietario; b) il rifiuto dei diritti di propriet? da parte del titolare; c) cessazione dei diritti di propriet? se, in conformit? della legge, la propriet? non pu? essere di propriet? di questa persona; d) distruzione dell’immobile; e) acquisto obbligatorio di monumenti storici e culturali; f) acquisto obbligatorio di un appezzamento di terreno per esigenze pubbliche; (g) acquisto obbligatorio del patrimonio immobiliare relativo all’acquisto obbligatorio del appezzamento di terreno su cui si trova questo immobile per necessit? pubblica; h) sequestro dell’immobile su obblighi del proprietario; (i) richiesta; j) confisca; e (k) la cessazione di una persona giuridica o la morte del proprietario.
2. P diritti diroperty possono essere terminati in altri casi specificati dalla legge.
l’articolo 349. Terminazione dei diritti di propriet? come risultato della distruzione della propriet?
“1. I diritti di propriet? della propriet? devono essere revocati in caso di distruzione della propriet?.
2. In caso di distruzione di beni a cui i diritti di propriet? sono soggetti alla registrazione dello Stato, tali diritti sono revocati al momento dell’introduzione delle modifiche al registro statale a seguito di una domanda del proprietario.”
C. Codice abitativo della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina [SSR] del 1983
32. Le disposizioni del codice abitativo relative al caso sono le seguenti:
CAPITOLO I. DISPOSIZIONI GENERALI
Articolo 4. Magazzino immobiliare
“Edifici appartamenti, e anche unit? in altri edifici che sono nel territorio della SSR ucraina formano il patrimonio abitativo.
Il patrimonio abitativo comprende: condomini e unit? in altri edifici che appartengono allo Stato (il patrimonio immobiliare statale); appartamenti e unit? in altri edifici che appartengono a kolkhozes e altre organizzazioni cooperative, alle loro associazioni, ai sindacati e ad altre organizzazioni pubbliche (patrimonio immobiliare pubblico); condomini che appartengono a cooperative abitative (fondo di cooperative abitative); condomini (parti di edifici), appartamenti che appartengono ai cittadini di destra di propriet? privata (magazzino residenziale privato); appartamenti in condomini, fattorie …, e anche unit? in altri edifici di tutti i modelli di propriet? forniti ai cittadini che secondo la legge hanno bisogno di protezione sociale (patrimonio immobiliare di nomina sociale). …”
ART. 5. Patrimonio immobiliare statale
“Il patrimonio immobiliare statale ? sotto l’autorit? dei consigli locali dei deputati del popolo (stock di alloggi dei consigli locali) e sotto l’autorit? dei ministeri, dei comitati di Stato e dei dipartimenti (patrimonio abitativo dipartimentale).”
ART.50. Requisiti relativi alle unit? abitative
“Le unit? residenziali fornite ai cittadini devono essere ben adattate alle “condizioni della citt?”. …”
CAPITOLO II. UTILIZZO DI UNITA ‘RESIDENZIALI NEGLI EDIFICI DELLO STATO E STOCK DI EDILIZIA PUBBLICA
Articolo 109. Sfratto da alloggi residenziali
“Lo sfratto dall’alloggio residenziale ? consentito solo per motivi stabiliti dalla legge. Lo sfratto dalle unit? residenziali avviene volontariamente o attraverso azioni giudiziarie. …
Ai cittadini sfrattati deve essere offerta un alloggio permanente e permanente alternativo ben arredato. …”
ART. 110. Sfratto con fornitura di altri alloggi residenziali ai cittadini
“I cittadini sono sfrattati da edifici dello Stato o da un patrimonio immobiliare pubblico se:
l’edificio contenente l’unit? residenziale deve essere demolito;
l’edificio (unit? residenziale) ? sotto la minaccia del collasso;
l’edificio (unit? residenziale) deve essere convertito in uno non residenziale. …”
ART.112. Disposizione con alloggio residenziale in caso di sfratto da edifici che sono sotto la minaccia di crollo
“Se un edificio (unit? residenziale) ? minacciato di collasso, il comitato esecutivo del consiglio locale o dello Stato, della cooperativa o dell’organizzazione pubblica a cui appartiene l’edificio deve fornire ai cittadini sfrattati altre residenze ben arredate. Se la disposizione da parte degli enti menzionati non ? possibile, un’unit? residenziale deve essere fornita dal comitato esecutivo del consiglio locale.”
ART.113. Requisiti per l’alloggio a condizione di sfratto
“Gli alloggi ben arredati forniti ai cittadini dopo lo sfratto devono essere nella stessa citt? e nel rispetto dei requisiti di cui all’articolo 50 del presente Codice. …
I cittadini che risiedano in un appartamento separato prima dello sfratto devono essere dotati anche di un appartamento separato. …”
CAPITOLO VI. UTILIZZO DI UNITA ‘RESIDENZIALI IN EDIFICI (BLOCCHI) DEL PATRIMONIO ABITATIVO PRIVATO
Articolo 154. Controllo sulla manutenzione degli edifici (blocchi) che appartengono ai cittadini
“I comitati esecutivi dei consigli locali dei deputati delle persone esercitano il controllo sulla manutenzione degli edifici (blocchi) che appartengono ai cittadini.”
ART 155. Garanti ai cittadini che hanno una casa o un appartamento in propriet? privata
“Le case (edifici) di propriet? dei cittadini non possono essere espropriate da loro, e il proprietario non pu? essere privato del diritto di utilizzare la casa (appartamento), a meno che nei casi previsti dalla legislazione dell’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche [URSS] o SSR ucraino.”
D. Risoluzione del Consiglio dei ministri dell’URSS del 26 aprile 1984, n. 189
33. Gli articoli 11 e 12 della risoluzione prevedono che, quando ? stato accertato che un edificio (unit? residenziale) non soddisfa i requisiti sanitari e tecnici e non ? adatto alla vita, il consiglio locale (citt?) deve sottoporre al consiglio regionale il suo proposta se l’edificio debba essere utilizzato per scopi non residenziali o demolito. Sulla base dei documenti presentati dal consiglio locale, il consiglio regionale decide il destino dell’edificio.
E. Stock di alloggi obsoleti (Ricostruzione completa di blocchi (micro-distretti)) Legge del 2007 (“Legge sugli alloggi obsoleti”)
34. La presente legge stabilisce motivi giuridici, economici, sociali e procedurali per effettuare una ricostruzione completa dei blocchi abitativi (microdistretti) di un patrimonio immobiliare obsoleto. Ci? include, tra l’altro, una definizione di “necessit? pubblica” nel contesto pertinente, la possibilit? di espropriazione immobiliare e la posa della rispettiva procedura di compensazione.
LA LEGGE
I. PRESUNTA VIOLAZIONE DI ARTICLE 1 DI PROTOCOLLO N. 1
35. La ricorrente ha lamentato che l’espropriazione del suo appartamento non aveva avuto alcuna base giuridica e non aveva suscitato alcun interesse pubblico e che non le era stato fornito alcun compenso adeguato. Ha fatto riferimento all’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione, che prevede:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al godimento pacifico dei suoi beni. Nessuno deve essere privato dei suoi beni se non nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e ai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non prevengono tuttavia in alcun modo il diritto di uno Stato di far rispettare tali leggi che ritiene necessario controllare l’uso della propriet? in conformit? con gli interessi generali o di garantire il pagamento di imposte o altri contributi o sanzioni.”
A. Ammissibilit?
36. Il governo ha sostenuto che la ricorrente non aveva esaurito i rimedi nazionali disponibili. In particolare, avrebbe potuto chiedere l’invalidazione del decreto 1349 e l’accordo dinanzi a un giudice, o presentare una controdenuncia nel procedimento giudiziario relativo alla sua propriet?, cercando di far dichiarare non validi i documenti deferiti. Essi hanno presentato copie delle decisioni giudiziarie in due casi con fatti analoghi in cui le persone nella situazione della ricorrente avevano contestato con successo dinanzi alle decisioni dei tribunali delle autorit? locali in merito alla demolizione di un edificio e all’approvazione di una relazione sui poveri condizione tecnica di un edificio.
37. La ricorrente ha sostenuto di aver sufficientemente sollevato tutte le argomentazioni pertinenti nel procedimento che aveva direttamente riguardato il suo titolo all’appartamento Pushkinska. Riteneva che questo fosse stato il foro appropriato e che aveva cos? rispettato la regola dell’esaurimento.
38. La Corte osserva che la contesa principale della ricorrente era che era stata illegalmente privata dei suoi averi. La privazione ? stata ordinata con una decisione del tribunale a seguito del procedimento avviato contro la ricorrente dal Consiglio. La ricorrente ha partecipato attivamente al procedimento e ha presentato le sue argomentazioni dinanzi ai tribunali di tutti i casi.
39. Alla luce di ci? e tenendo conto del fatto che le decisioni citate dal governo non hanno privato la ricorrente dei suoi beni ? che ? l’essenza della sua denuncia dinanzi alla Corte ? non pu? essere rimproverata per non aver utilizzato le vie citate dal Governo.
40. La Corte respinge pertanto l’obiezione del governo in merito all’esaurimento dei rimedi interni.
41. La Corte rileva inoltre che tale denuncia non ? manifestamente illusoria ai sensi dell’articolo 35, 3 (a) della Convenzione. Essa rileva inoltre che non ? inammissibile per altri motivi. Deve pertanto essere dichiarato ammissibile.
B. Meriti
1. Le osservazioni delle parti
42. La ricorrente ha lamentato che ordinando il suo sfratto e l’annullamento del suo titolo all’appartamento Pushkinska i tribunali nazionali avevano violato i suoi diritti di propriet?. Si ? affidata alle stesse argomentazioni che aveva avanzato davanti ai tribunali nazionali (cfr. i paragrafi 21 e 22 di cui sopra).
43. Il governo ha ammesso che l’annullamento del titolo della ricorrente all’appartamento Pushkinska e il suo sfratto costituivano un’interferenza con il suo diritto al godimento pacifico dei suoi beni, ma sosteneva che l’interferenza era stata conforme all’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione.
44. In primo luogo, in linea di principio, le autorit? hanno goduto di un ampio margine di apprezzamento per la sicurezza pubblica e l’urbanistica.
45. In secondo luogo, lo sfratto della ricorrente dall’edificio pericoloso, che era stato un bene comune, era stato previsto dalle disposizioni del codice abitativo cui fa riferimento dai tribunali nazionali e dalla legge Obsolete-Housing. Il fatto che l’edificio fosse stato pericoloso era stato a sua volta stabilito nel decreto 1349 che, cos? come altri atti legislativi nazionali, erano stati accessibili al pubblico. La ricorrente avrebbe quindi dovuto essere a conoscenza del fatto che sarebbe stata sfrattata come decreto 1349 e che l’accordo di follow-up era stato emesso gi? nel 2005. Non vi era alcuna indicazione che i tribunali nazionali avessero applicato arbitrariamente la legislazione pertinente.
46. In terzo luogo, lo sfratto aveva giovato all’interesse pubblico della sicurezza, perch? l’edificio pushkinska era stato sotto la minaccia del collasso. I tribunali avevano accertato che l’edificio era stato oggetto di demolizione conformemente all’accordo, e non di ricostruzione, e, pertanto, che il ritorno della ricorrente nell’appartamento Pushkinska non sarebbe stato possibile. Il suo titolo a quell’appartamento era stato quindi annullato. Le discrepanze tra la decisione del consiglio comunale, presa nel 2005, di demolire l’edificio e il piano generale di sviluppo della citt? del 2006, citato dalla ricorrente, potrebbero essere spiegate dalla mancanza di coordinamento tra il Consiglio e il Comitato e non hanno rivelato alcuna cattiva fede da parte dello Stato.
47. Il fatto stesso che il titolo dell’appartamento Pushkinska fosse stato assegnato alla Societ? non suggeriva di per s? che non vi fossero stati interessi pubblici in gioco. La Societ? si era impegnata ad acquistare, a proprie spese, l’appartamento per la ricorrente e a demolire il pericoloso edificio che aveva permesso un risparmio dei costi pubblici e aveva migliorato l’aspetto della citt?.
48. Infine, l’interferenza con il possesso della ricorrente era stata proporzionata in quanto aveva ricevuto un adeguato indennizzo. L’appartamento sostitutivo era stato situato all’interno dello stesso distretto amministrativo di Yalta, aveva soddisfatto i requisiti sanitari ed era stato adatto alla vita. Era stato pi? grande dell’appartamento Pushkinska. Inoltre,la ricorrente non aveva mai avviato un procedimento dinanzi al Consiglio o alla Societ? al fine di ottenere un risarcimento per eventuali danni pecuniari subiti dalla societ? in relazione alla perdita dell’appartamento Pushkinska.
49. La ricorrente ha mantenuto la sua denuncia. In primo luogo, il suo sfratto dall’appartamento Pushkinska e l’annullamento del suo titolo alla propriet? erano stati illeciti in quanto non erano stati basati su disposizioni giuridiche che prevedessero tale espropriazione. Gli articoli 110 e 112 del codice abitativo citati dai tribunali nazionali riguardavano lo sfratto da edifici di propriet? statale e fornivano il metodo di questi ultimi, mentre l’appartamento Pushkinska era di sua propriet? privata. L’articolo 346 n. 2 del codice civile era una norma di riferimento, ma n? le autorit? di Yalta n? i tribunali avevano citato alcuna legge pertinente che avrebbe previsto una privazione di beni nella sua situazione. C’? stata una lacuna legislativa in questo senso.
50. In secondo luogo, non vi era stato un vero e proprio interesse pubblico per la sicurezza, ma la privazione della sua propriet? era stata effettuata per nessun altro motivo se non quello di conferire un beneficio privato a una parte privata, la Societ?. Se la preoccupazione per la sicurezza fosse stata autentica, ai residenti sarebbe stato permesso di tornare dopo le riparazioni. Alla fine l’edificio non era stato demolito per motivi di sicurezza, ma ristrutturato nel modo previsto dal piano generale di sviluppo della citt?, al quale aveva fatto riferimento durante il procedimento nel suo caso, e trasformato in un moderno hotel di residenza.
51. Le autorit? di Yalta non avrebbero dovuto affrontare il problema della mancanza di fondi e del vecchio patrimonio immobiliare, se tale problema fosse effettivamente esistito, a causa di un’interferenza illecita con i suoi diritti di propriet?.
52. Infine, lei, in qualit? di proprietaria dell’appartamento Pushkinska, non aveva dato il suo consenso allo scambio di propriet? e le autorit? le avevano imposto illegalmente l’appartamento Sosnova e lo avevano registrato come sua propriet?. A parte che non ? il luogo di sua scelta, l’appartamento sostitutivo aveva anche messo un onere eccessivo su di lei perch? aveva dovuto pagare pi? oneri per la manutenzione del nuovo appartamento e non era stata in grado di trarre profitto dall’affitto del nuovo appartamento. Le sue condizioni erano inadeguate e non equivalenti all’appartamento Pushkinska. Si trovava lontano dal centro di Yalta e dai suoi monumenti storici e dalla spiaggia. Il nuovo ambiente era vicino a un’area industriale. Nessun altro appartamento le era stato offerto in sostituzione e non era stata affatto coinvolta in questo processo. La sua argomentazione, compresa l’inadeguatezza dei dati relativi al valore dell’appartamento Pushkinska e ai metodi di calcolo utilizzati, era stata ignorata dai tribunali nazionali. La ricorrente ha fornito alla Corte fotografie dell’edificio di Sosnova che dimostravano che l’edificio era in cattive condizioni, con pareti incrinate.
2. La valutazione della Corte
53. Non ? stato contestato n? nei procedimenti interni n? dinanzi alla Corte (cfr. paragrafo 43 sopra) che l’appartamento Pushkinska fosse di propriet? privata della ricorrente situata in un edificio comunale (cfr. paragrafi 19 e 43 sopra). Con una decisione del tribunale, la ricorrente ? stata sfrattata dalla sua propriet? privata, poich? l’edificio contenente il suo appartamento era sotto la minaccia del collasso. Il titolo della ricorrente nel suo appartamento ? stato annullato dal giudice e si ? impegnata a essere di propriet? di un appartamento sostitutivo acquistato per lei, senza il suo consenso o partecipazione, da una societ? di costruzione privata che possedeva gli appartamenti rimanenti nell’edificio. Successivamente, tale societ? ha acquisito la propriet? dell’appartamento espropriato dalla ricorrente e dall’edificio nel suo complesso.
54. Non ? in discussione tra le parti che vi sia stata una “privazione dei beni” ai sensi della seconda frase dell’articolo 1 del protocollo n. 1. La Corte deve pertanto accertare se la privazione impugnata fosse giustificata ai sensi di tale disposizione.
55. La Corte ribadisce che sia compatibile con l’articolo 1 del protocollo n. 1, una misura di espropriazione deve soddisfare tre condizioni: deve essere effettuata “soggetta alle condizioni previste dalla legge”, che esclude qualsiasi azione arbitraria da parte delle autorit? nazionali, deve essere “nell’interesse pubblico”, e deve trovare un giusto equilibrio tra i diritti del proprietario e gli interessi della comunit? (vedi, tra le altre autorit?, Vistio e Perepjolkins v. Lettonia[GC], n. 71243/01. 94, 25 ottobre 2012).
“Soggetto alle condizioni previste dalla legge”
56. Il primo requisito dell’articolo 1 del protocollo n. 1 ? che qualsiasi interferenza da parte di un’autorit? pubblica con il godimento pacifico dei beni debba essere lecito (si veda, ad esempio, Beyeler v. Italy [GC], no. 33202/96, 108, ECHR 2000I). Ci? significa, in primo luogo, il rispetto dei requisiti del diritto nazionale (vedi Iatridis v. Grecia [GC], no. 31107/96, n. 58-62, ECHR 1999II). Si riferisce anche alla qualit? della legge in questione, richiedendo che sia accessibile alle persone interessate, precise e prevedibili nella sua applicazione (vedi Beleyer, citato sopra, 109).
57. Per quanto riguarda la presente causa, non ? contestato dalle parti che i giudici nazionali abbiano fatto riferimento all’articolo 41 della Costituzione, gli articoli 109, 110, 112 e 113 del codice di abitazione e l’articolo 346 , 2 del codice civile come base giuridica per l’interferenza con il diritti di propriet? del richiedente. La ricorrente ha sostenuto che tali disposizioni non avrebbero potuto essere la base giuridica in quanto non avevano previsto una privazione di propriet? nella sua situazione.
58. Sebbene spetta in primo luogo alle autorit? nazionali interpretare e applicare il diritto interno, la Corte ? tenuta a verificare se il modo in cui il diritto interno viene interpretato e applicato produce conseguenze coerenti con i principi della Convenzione, come interpretate alla luce della giurisprudenza della Corte (si veda, ad esempio, Scordino v. Italia (n. 1) [GC], n. 36813/97, 190 e 191, ECHR 2006V.)
59. Le disposizioni citate del codice abitativo ? che ? un patrimonio dell’era sovietica che ancora rimane applicabile in Ucraina ? hanno costituito una parte del Capitolo che ha disciplinato l’uso di unit? residenziali negli edifici dello Stato e del patrimonio immobiliare pubblico e interessato, in particolare, lo sfratto di inquilini da tali locali con la fornitura di un’altra abitazione (cfr. paragrafo 32 sopra).
60. In base ai fatti, la Corte ritiene discutibile se tali disposizioni fossero sufficientemente chiare da essere comprese come applicabili a un edificio contenente appartamenti privati, come nel caso della ricorrente (cfr. paragrafo 8 sopra). Essa non ritiene tuttavia necessario decidere in merito al caso in quanto, in ogni caso, non risulta che nessuna di queste disposizioni prevedesse la cessazione del titolo alla propriet? in caso di sfratto da un edificio sotto la minaccia del collasso, che ? l’essenza della denuncia della ricorrente.
61. L’articolo 346 del codice civile riguarda i motivi per la cessazione dei diritti di propriet?. La prima parte elenca i casi in cui i diritti di propriet? devono essere revocati. La minaccia del crollo di un edificio non ? elencata. La seconda parte, cui si ? parlato dal tribunale di Yalta, ? una regola di riferimento che consente la cessazione dei diritti di propriet? in altri casi specificati nella legge. Tuttavia, non ? chiaro, dalla sentenza del tribunale di primo grado, quale fosse questa legge nella situazione della ricorrente. Come accennato nel paragrafo precedente, nulla nelle disposizioni del codice abitativo, cui fa riferimento il giudice, prevedeva l’annullamento del titolo alla propriet? in caso di sfratto. In questo contesto, in tale contesto non sono state menzionate altre disposizioni legislative.
62. Per quanto riguarda l’articolo 41 della Costituzione, citato dalla Corte d’appello al momento di respingere la denuncia della ricorrente relativa alla mancanza di basi giuridiche per la privazione di propriet? (cfr. paragrafo 24 sopra), la Corte osserva che tale disposizione consente l’espropriazione di propriet? in casi eccezionali per esigenze pubbliche. Tuttavia, come l’articolo 346 – 2 del codice civile, richiede che i casi in cui ? fatto, cos? come la procedura che disciplina tale espropriazione siano definiti nella legge. La Corte d’appello non ha elaborato la questione e non ha spiegato come tale disposizione fosse applicabile alle circostanze della causa della ricorrente, compresa la legge pertinente che aveva giustificato l’espropriazione dell’appartamento della ricorrente.
63. La Corte precisa che osservazioni analoghe della ricorrente ? elemento centrale della sua denuncia durante tutte le fasi del procedimento ? sono state lasciate al di fuori dell’ambito del controllo giudiziario e non sono state debitamente trattate dai tribunali.
64. Detto ci?, la Corte non trova alcuna prova dinanzi al fatto che essa concluda che l’interferenza con i diritti di propriet? della ricorrente, sotto forma di sentenza del 9 aprile 2008, confermata dalla Corte d’Appello della Repubblica autonoma di Crimea il 17 giugno 2008, aveva una base giuridica.
65. L’Obsolete-Housing Act, citato dal governo in questo contesto, non ? stato invocato dai tribunali nazionali e, in ogni caso, ? irrilevante per il caso in esame, in quanto nulla nel fascicolo suggerisce che l’espropriazione dell’appartamento Pushkinska abbia avuto luogo nel contesto di un progetto globale di ricostruzione distrettuale che avrebbe permesso a questa legge di entrare in gioco (cfr. paragrafo 34 sopra). Allo stesso tempo, la Corte ritiene che tale legge sia un buon esempio di un caso in cui la possibilit? di un’interferenza con i diritti di propriet? in determinate circostanze e il suo quadro ? stabilita in conformit? con il requisito della legislazione interna, in contrasto con la situazione nel caso della ricorrente.
66. A parte quanto sopra menzionato, la Corte ha forti dubbi sul fatto che ci fosse un reale interesse pubblico dietro la privazione della propriet? del richiedente e riguardo al modo in cui fu fatto il risarcimento al richiedente. Ritiene che nelle particolari circostanze di questo caso questi elementi debbano essere visti come attinenti alla legalit? dell’espropriazione. Tuttavia, non ritiene necessario approfondire questa questione poich? la constatazione che precede che l’espropriazione non aveva alcun fondamento giuridico ? sufficiente per consentire alla Corte di concludere che l’ingerenza violava l’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione. Questa constatazione rende anche inutile esaminare se i requisiti rimanenti del primo paragrafo dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 fossero soddisfatti (si veda, ad esempio, Gu? Tudor Teodorescu v. Romania,n. 33751/05, 50, 5 aprile 2016).
II. PRESUNTA VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 6 – 1 DELLA CONVENZIONE
67. La ricorrente ha inoltre lamentato che il procedimento dinanzi ai giudici nazionali era stato ingiusto, in quanto non aveva affrontato importanti argomentazioni sollevate da lei in merito alla base giuridica dell’interferenza e all’adeguatezza del risarcimento appartamento espropriato. Essa si ? affidata all’articolo 6 della Convenzione.
68. La Corte rileva che tale denuncia ? collegata a quella esaminata in precedenza e deve pertanto essere dichiarata ammissibile.
69. Tuttavia, in base alle sue conclusioni ai sensi dell’articolo 1 del protocollo n. 1 (cfr. paragrafo 66 sopra), la Corte ritiene che la questione principale al centro della denuncia della ricorrente, in particolare la legittimit? dell’interferenza con i suoi diritti di propriet?, ? stata affrontata dalla Corte e che la denuncia della ricorrente ai sensi dell’articolo 6 non richiede un esame separato (cfr., mutatis mutandis, P’aczkowska v. Polonia, n. 15435/04, n. 71 a 73, 2 ottobre 2012) .
III. APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
70. L’articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte rileva che vi ? stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli in questione, e se il diritto interno dell’Alta parte contraente interessato consente di risarcire solo parzialmente, la Corte, se necessario, proibir? solo soddisfazione partito ferito.
71. La ricorrente desiderava che il suo appartamento Pushkinska tornasse. Tuttavia, dato l’attuale contesto politico nella penisola di Crimea e l’obiettivit? oggettiva per l’Ucraina ripristinare il suo titolo sull’appartamento, ha rivendicato solo soddisfazione e costi.
A. Danni
72. La ricorrente ha affermato che il valore di mercato dell’appartamento Pushkinska come danno pecuniario, che ha stimato in 2.305.861,26 grivna ucraina (UAH ? equivalente a 208.835,87 euro (EUR) al tasso applicabile il 31 dicembre 2013). Ha basato il suo calcolo sul prezzo dell’appartamento vicino nell’edificio Pushkinska, che la societ? avrebbe acquistato nel 2005 per 103.657,94 euro, e ha applicato il tasso di inflazione a quest’ultimo. L’appartamento vicino misurava 43,2 mq, vale a dire 5 mq in pi? di quello del richiedente, ma, a differenza dell’appartamento della ricorrente, non aveva servizi igienici e bagno. Il relativo contratto di vendita era stato presentato dalla Societ? nel corso del procedimento dinanzi ai tribunali nazionali. La ricorrente ha inoltre chiesto 120.750 euro come perdita di reddito causata dall’impossibilit? di affittare l’appartamento Pushkinska.
73. La ricorrente ha inoltre chiesto un danno non pecuniario per un importo di 10.000 euro per lo stress causato dall’espropriazione illecita dei suoi beni.
74. Il governo ha contestato tali affermazioni come infondate e non supportate da prove. Essi hanno sostenuto, tra l’altro,che nessuna valutazione immobiliare che dimostri che il valore di mercato dell’appartamento di Sosnova era stato pi? economico di quello dell’appartamento Pushkinska era stato fornito dalla ricorrente.
75. La Corte rileva che il desiderio principale della ricorrente ? quello di ricevere indietro l?appartamento espropriato e che le parti contestano la valutazione degli immobili. ? inoltre consapevole dell’attuale mancanza di controllo de facto da parte delle autorit? ucraine sulla penisola di Crimea e delle difficolt? oggettive che le autorit? ucraine possono quindi incontrare in relazione all’esecuzione dell’attuale sentenza. In tali circostanze, la Corte ritiene che la questione dei danni pecuniari e non pecuniari non sia ancora pronta per la decisione. Dovrebbe quindi essere riservato a consentire alle parti di raggiungere un accordo (regola 75 n. 1 e 4 del Regolamento).
B. Costi e spese
76. La ricorrente ha inoltre chiesto 4.800 euro per le spese e le spese sostenute dinanzi alla Corte. Secondo la ricorrente, il suo avvocato ha impiegato quarantotto ore in totale a preparare il suo caso con la sua tariffa oraria di 100 euro. Il richiedente non ha fornito alla Corte alcun contratto di servizio o fattura.
77. Il governo ha contestato tale affermazione come infondata.
78. ? prassi della Corte rimborsare i costi e le spese solo se ? stato stabilito che sono stati effettivamente e necessariamente sostenuti e sono ragionevoli per quanto riguarda il quantum. Tenuto conto dei suddetti criteri e dato che la ricorrente non ha fornito alcun documento a sostegno della sua domanda sotto questo titolo, la Corte non pu? che respingere la domanda.

PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Dichiara ammissibile la domanda;

2. ritiene che vi sia stata una violazione dell’articolo 1 del protocollo n. 1 alla Convenzione;

3. ritiene che non sia necessario esaminare separatamente la denuncia ai sensi dell’articolo 6 della Convenzione;

4. ritiene che, per quanto riguarda i danni pecuniari e non pecuniari derivanti dalla violazione riscontrata, la questione della giusta soddisfazione non ? pronta per la decisione e di conseguenza:
a) riserva la questione nel suo complesso;
b) invita il governo e il richiedente a presentare, entro tre mesi dalla data di notifica della presente sentenza, le loro osservazioni scritte sulla questione e, in particolare, a notificare alla Corte qualsiasi accordo che possano raggiungere;
c) si riserva l’ulteriore procedura e delega al Presidente del Comitato il potere di fissarlo, se necessario;

5. respinge la richiesta di spese e costi del richiedente.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 6 giugno 2019, ai sensi dell’articolo 77 n. 2 e 3 del Regolamento.
Milan Bla?ko S?ofra O?Leary Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

FIFTH SECTION

CASE OF BRAYLOVSKA v. UKRAINE

(Application no. 14031/09)

JUDGMENT
(Merits)

STRASBOURG

6 June 2019

This judgment is final but it may be subject to editorial revision.

In the case of Braylovska v. Ukraine,
The European Court of Human Rights (Fifth Section), sitting as a Committee composed of:
S?ofra O?Leary, President,
Ganna Yudkivska,
Lado Chanturia, judges,
and Milan Bla?ko, Deputy Section Registrar,
Having deliberated in private on 14 May 2019,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 14031/09) against Ukraine lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by a Ukrainian national, Ms Rayisa Mykhaylivna Braylovska (?the applicant?), on 17 February 2009.
2. The applicant was represented by Mr K. Terekhov, a lawyer practising in Moscow. The Ukrainian Government (?the Government?) were represented by their Agent, Mr I. Lishchyna.
3. The applicant alleged, under Article 1 of Protocol No.1 to the Convention, that she had been unlawfully deprived of her property and, under Article 6 ? 1 of the Convention, that the trial in her case had not been fair in that the domestic courts had failed to duly address important arguments raised by her concerning the lack of a legal basis for the property expropriation.
4. On 22 November 2017 notice of the application was given to the Government.
5. The Government objected to the examination of the application by a Committee, but provided no reasons. Having considered the Government?s objection, the Court rejects it (see, in respect of a similar approach, Nedilenko and others v. Ukraine [Committee], no. 43104/04, ? 5, 18 January 2018; Lada v. Ukraine [Committee], no. 32392/07, ? 4, 6 February 2018; and Geletey v. Ukraine [Committee], no. 23040/07, ? 4, 24 April 2018).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
6. The applicant was born in 1938 and lives in Yalta, the Autonomous Republic of Crimea.
7. On 11 October 1997, following a purchase agreement, the applicant became owner of flat no. 2 at 1 Pushkinska Street in Yalta (?the Pushkinska flat?) in a multi-dwelling building which had been built before 1917 (?the Pushkinska building?) and was a municipal property. The flat had one room and measured 37.5 sq. m. According to the applicant, she did not reside in the flat and rented it out in the summer as it was located in the historic part of the city centre and next to the beach.
8. At the beginning of 2005, all flats in the Pushkinska building ? with the exception of two which belonged to the applicant and K.? had been bought by a private construction company, JSC Zodiak-tsentr (hereinafter ?the Company?).
9. On 22 September 2005 the Executive Committee of the Yalta City Council (?the Executive Committee?) approved a report on the examination of the Pushkinska building issued by an interdepartmental commission set up by the Executive Committee. The report suggested that the building was in poor technical condition with its carrying walls unsafe. On the basis of the report, the Executive Committee classified the building as a dangerous structure and found that it was under a threat of collapse (?Decree 1349?). No copies of the report and Decree 1349 have been made available to the Court.
10. On 5 October 2005 Yalta City Council (?the Council?) and the Executive Committee concluded an agreement with the Company which provided, inter alia, that the Company would purchase two flats to move the applicant and the owner of another apartment from the dangerous building in exchange for granting to the Company title over the applicant?s and the other person?s flats and then over the building as a whole (?the agreement?). The Council and the Executive Committee further undertook to take measures to evict the applicant from the dangerous building, to authorise the Company to demolish the Pushkinska building, and to grant a construction permit. The agreement was approved by the Council during its 19 October 2005 session. According to the applicant she was not aware of the agreement at the time.
11. On an unspecified date in 2006 the Council adopted the general city development plan which, according to the applicant, envisaged the renovation of the Pushkinska building (???????? ????????????? (???????????)), with construction of an additional floor. No copy of the plan has been made available to the Court.
12. To comply with the agreement, the Company purchased flat no. 1 at 23 Sosnova Street (?the Sosnova flat?) in Yalta as a replacement for the applicant. The flat measured 57.7 sq. m, had two rooms and was located away from Yalta city centre. The Council and the Executive Committee refused to take the apartment into municipal ownership. In this view, the Company instituted court proceedings against the Council and the Executive Committee for their failure to comply with the terms of the agreement. In judgments of 6 June 2006 and 10 October 2006 the Commercial Court of the Autonomous Republic of Crimea and the Sevastopol Commercial Court of Appeal respectively obliged the defendants to comply with their obligations under the agreement. On 22 March 2007 the Sosnova flat was transferred into municipal ownership.
13. On 31 May 2007 the Executive Committee passed a decision by which it, inter alia, offered the Sosnova flat to the applicant. No copy of the relevant decree has been made available to the Court.
14. On 16 June 2007, in a letter, the Executive Committee invited the applicant to appear, by 1 July 2007 at the latest, before the relevant body and obtain the title deeds (?????) to the Sosnova flat. The applicant did not respond to the offer as she believed the authorities? demand had no legal basis.
15. On 17 July 2007 the Executive Committee applied to the Yalta City Court to have the applicant evicted and her title to the Pushkinska flat terminated, her moved to the Sosnova flat and her property rights over the latter flat established. It relied on Articles 109, 110 and 112 of the Housing Code and Articles 321 ? 2 of the Civil Code as the legal grounds for the claim (see paragraphs 31 and 32 below). The Executive Committee noted, in particular, that the Pushkinska building was under the threat of collapse and that, as the body responsible for observance of the technical condition of buildings and rehousing of residents from dangerous ones, it did not wish to be answerable for any grave consequences which the dangerousness of the Pushkinska building might cause.
16. On 4 October 2007 the Yalta City Court allowed the Executive Committee?s application.
17. On an unspecified date the Court of Appeal of the Autonomous Republic of Crimea (?the Court of Appeal?) remitted the case for fresh consideration to the first-instance court, noting that the Council, as the owner of the Sosnova flat, had not been involved in the proceedings.
18. On 4 April 2008 the Council joined the proceedings as a co-plaintiff and supported the Executive Committee?s claims.
19. On 9 April 2008 the Yalta City Court found against the applicant. It annulled the applicant?s title to the Pushkinska flat, ordered her eviction and rehousing in the Sosnova flat and vested her with the title to the latter flat. The court made the following findings: (a) it was not in dispute between the parties that the Pushkinska building was a municipal property and was maintained by a municipal company, and that it was the Executive Committee?s task under the relevant laws to exercise control over the safety of buildings irrespective of their form of ownership; (b) in carrying out this obligation, the Executive Committee found that the building had been under the threat of collapse and these findings had been valid and had not been appealed against by any interested person. The agreement and the Council?s decision of 19 October 2005 approving it were likewise valid; (c) pursuant to Article 112 of the Housing Code the Executive Committee had been obliged to provide the applicant with a replacement dwelling, which it had done, but the applicant had refused to move on a voluntary basis without providing any reasons; and (d) pursuant to the agreement, which had been approved by the Council, the Pushkinska building was to be demolished, and not renovated, as claimed by the applicant, which made her return to the property impossible; she thus had to be evicted from that flat and moved to another apartment with her title to the Pushkinska flat annulled by the court, which would be in compliance with Article 346 ? 2 of the Civil Code.
20. The Yalta City Court further found that the Sosnova flat constituted adequate compensation for the applicant in respect of the Pushkinska flat. It had more rooms and space than the Pushkinska flat and was in an appropriate condition and in the same city. The court also noted that the market value of the Sosnova flat, according to a sale agreement dated 2005, was higher than the starting price for the whole Pushkinska building. It thus concluded that the applicant?s interests had been protected in full.
21. The applicant appealed, stating, inter alia, that the deprivation of her property was unlawful. In particular, the Pushkinska flat was her private property and not that of the State and thus the provisions of the Housing Code, cited by the trial court, had been inapplicable to her situation and could not have served a basis for annulment of her title to the property. Article 346 ? 2 of the Civil Code was a reference provision which specified that a property right could be terminated in ?other cases provided for by the law? but the court had failed to specify any legal provision providing for this ?other case?. She further argued that there had been no public need behind deprivation of her flat but only private business interests, given that the title to the Pushkinska flat after her rehousing was to be given to the Company. Even assuming that the building was in poor structural condition, no proper decision existed suggesting that it would be subject to demolition. The applicant referred in that connection to Governmental Decree no. 189 of 26 April 1984, in accordance with which as it was within the Regional Council?s ambit to decide, on the basis of a proposal by a city council, whether a building should be demolished or restored and stated that the Council had thus acted ultra vires when it had allowed the Company to demolish the building in the agreement. She also relied on the general city development plan, which had been adopted a year after the agreement, pursuant to which the Pushkinska building was to be renovated, with an additional floor constructed, but not demolished. She argued that her property thus would remain extant.
22. The applicant further alleged that she, as the owner of the Pushkinska flat, had not been involved in any way in choosing the form of the compensation for her flat. She had not been a party to the agreement and at the time had not been informed at all of any intentions to void her property rights over the Pushkinska flat and to evict her. Then she was just presented with the fact that she had to move to an apartment chosen for her by the company, without her consent. The offered flat had not been of the same value as the Pushkinska flat and had not compensated her in full for her losses. She referred to the location of the Sosnova flat, the impossibility to profit from renting it out, and its poor general condition. In support, she provided an expert report, which stated that the building at no. 23 Sosnova Street was situated in a zone of active ground subsidence and that urgent and expensive construction work was necessary to prevent further damage. The applicant also disputed the fairness of the calculations used by the first-instance court, referring to the fact that, just before the Pushkinska building had been declared dangerous, the Company had bought several flats from the applicant?s neighbours, which had been in poor condition, for very high prices ? much higher than the building price referred to by the Council. Lastly, she argued that she could not have property rights over the Sosnova flat imposed on her against her will.
23. On 17 June 2008 the Court of Appeal upheld the judgment of 9 April 2008. It reiterated that it had been correctly established by the first-instance court that the Pushkinska building had been under the threat of collapse and that in this situation, pursuant to Article 112 of the Housing Code, the applicant must be evicted and provided by the Executive Committee with another dwelling. It noted that the Executive Committee had complied with its obligation and by its Decision of 31 May 2007 had assigned a replacement dwelling to the applicant.
24. The Court of Appeal then rejected as unsubstantiated the applicant?s argument that the Executive Committee?s demands had breached her property rights. It pointed out in that connection that Article 41 of the Constitution allowed deprivation of property in exceptional cases of public necessity, on the grounds of and by the procedure established by law, and ? the court emphasised ? on the condition of advance and complete compensation of its value. It noted that the Sosnova flat had complied with the requirements of Article 113 of the Housing Code and was more spacious than the Pushkinska flat. The applicant?s rehousing in that flat was thus not in breach of her rights but in her own interests and her arguments to the contrary were unsubstantiated.
25. On 18 August 2008 the Supreme Court of Ukraine rejected an application for leave to appeal on points of law from the applicant.
26. The applicant was unsuccessful in her attempts to reopen the proceedings under newly discovered and exceptional circumstances.
27. On 26 August 2008 the applicant and her son were evicted from the Pushkinska flat and the documents confirming their property right over the Sosnova flat were served.
28. On 9 July 2009 the Executive Committee granted the title to the Pushkinska flat to the Company.
29. In 2018, in her comments on the Government?s observations, the applicant informed the Court that the building at 1 Pushkinska Street had not been demolished but renovated, with an additional floor added on top, and had been converted into a privately owned hotel.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
A. Constitution of Ukraine
30. Article 41 of the Constitution provides, inter alia, that nobody can unlawfully be deprived of his or her possessions. The compulsory alienation of objects of private property may be possible only as an exception for reasons of public necessity, on the grounds of and by the procedure established by law, and on the condition of advance and complete compensation of their value.
B. Civil Code of Ukraine of 2003
31. The relevant provisions of the Civil Code provide as follows:
Article 321. Inviolability of Property Rights
?1. Property rights are inviolable. No one can be illegally deprived of these rights or restricted in their implementation.
2. A person can be deprived of his or her property rights or restricted in their use of those rights only in cases and in accordance with the procedure established by law.
3. Forced alienation of the property may be applied only as an exception for the reasons of public necessity on the grounds and in accordance with the procedure established by law and on the condition of advance and full compensation for its value …?
Article 346. Grounds for the Termination of Property Rights
?1. Property rights shall be terminated in the event of: (a) alienation of the property by its owner; (b) refusal of the property rights by the owner; (c) termination of the property rights if in accordance with the law the property cannot be owned by this person; (d) destruction of the property; (e) compulsory purchase of historical and cultural monuments; (f) compulsory purchase of a parcel of land for public needs; (g) compulsory purchase of the real estate related to the compulsory purchase of the parcel of land on which this real estate is located for public need; (h) seizure of the property upon the owner?s obligations; (i) requisition; (j) confiscation; and (k) termination of a legal person or death of the owner.
2. Property rights can be terminated in other cases specified by law.?
Article 349. Termination of Property Rights as a Result of the Property?s Destruction
?1. The ownership rights to the property shall be terminated in the event of the property?s destruction.
2. In the event of the destruction of property to which ownership rights are subject to State registration, these rights shall be terminated as of the moment of the introduction of changes to the State register following an application by the owner.?
C. Housing Code of the Ukrainian Soviet Socialist Republic [SSR] of 1983
32. The provisions of the Housing Code pertinent to the case read as follows:
CHAPTER I. GENERAL PROVISIONS
Article 4. Housing stock
?Apartment buildings, and also units in other buildings which are in the territory of the Ukrainian SSR form the housing stock.
The housing stock includes: apartment buildings and units in other buildings which belong to the State (the State housing stock); apartments and units in other buildings which belong to kolkhozes and other cooperative organisations, their associations, trade unions and other public organisations (public housing stock); apartment buildings which belong to housing cooperatives (fund of housing cooperatives); apartment buildings (parts of buildings), apartments which belong to citizens on the right of private property (private housing stock); apartments in apartment buildings, farmsteads …, and also units in other buildings of all patterns of ownership provided to citizens who according to the law need social protection (housing stock of social appointment). …?
Article 5. State housing stock
?The State housing stock consists under the authority of local councils of people?s deputies (housing stock of local councils) and under the authority of the ministries, the State committees and departments (departmental housing stock).?
Article 50. Requirements in respect of residential units
?Residential units provided to citizens must be well-adapted to ?the town conditions? [??? ???? ?????????????? ???????? ?? ???? ?????? ?????????? ??????] and meet sanitary and technical standards. …?
CHAPTER II. USE OF RESIDENTIAL UNITS IN THE BUILDINGS OF THE STATE AND PUBLIC HOUSING STOCK
Article 109. Eviction from residential accommodation
?Eviction from residential accommodation is only permitted on grounds established by law. Eviction from residential units is carried out voluntarily or through court action. …
Evicted citizens must be offered alternative permanent well-furnished accommodation. …?
Article 110. Eviction with provision of other residential accommodation to citizens
?Citizens shall be evicted from buildings of the State or public housing stock if:
the building containing the residential unit is to be demolished;
the building (residential unit) is under the threat of collapse;
the building (residential unit) is to be converted into a non-residential one. …?
Article 112. Provision with residential accommodation in case of eviction from buildings which are under the threat of collapse
?If a building (residential unit) is under the threat of collapse, the executive committee of the local council or the state, cooperative or public organisation to which the building belongs shall provide the evicted citizens with other well-furnished residences. If provision by the mentioned entities is not possible, a residential unit must be provided by the executive committee of the local council.?
Article 113. Requirements in respect of accommodation provided following eviction
?Well-furnished accommodation which is provided to citizens following their eviction must be in the same town and in compliance with the requirements of Article 50 of this Code. …
Citizens that have been residing in a separate flat before eviction must be provided with a separate flat as well. …?
CHAPTER VI. USE OF RESIDENTIAL UNITS IN BUILDINGS (BLOCKS) OF THE PRIVATE HOUSING STOCK
Article 154. Control over maintenance of buildings (blocks) which belong to citizens
?Executive Committees of local councils of people?s deputies shall exercise control over maintenance of buildings (blocks) which belong to citizens.?
Article 155. Guaranties to citizens who have a house or an apartment in private property
?Houses (buildings) which are owned by citizens cannot be expropriated from them, and the owner cannot be deprived of the right to use the house (apartment), unless in the cases provided for by the legislation of the Union of Soviet Socialist Republics [USSR] or the Ukrainian SSR.?
D. Resolution of the Council of Ministers of the USSR of 26 April 1984, no. 189
33. Articles 11 and 12 of the Resolution provide that when it has been established that a building (residential unit) does not meet sanitary and technical requirements and is not suitable for living, the local (city) council must submit to the regional council its proposal as to whether the building should be used for non-residential purposes or demolished. On the basis of the documents submitted by the local council, the regional council shall decide the fate of the building.
E. Obsolete Housing Stock (Comprehensive Reconstruction of Blocks (micro-districts)) Act of 2007 (?the Obsolete-Housing Act?)
34. The present Act sets legal, economic, social and procedural grounds for carrying out comprehensive reconstruction of housing blocks (micro districts) of obsolete housing stock. This includes, inter alia, a definition of ?public need? in the relevant context, the possibility of property expropriation and the laying-down of the respective compensation procedure.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1
35. The applicant complained that the expropriation of her flat had had no basis in law and had served no public interest, and that no adequate compensation had been provided to her. She referred to Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, which provides:
?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?
A. Admissibility
36. The Government submitted that the applicant had failed to exhaust the available domestic remedies. In particular, she could have sought the invalidation of Decree 1349 and the agreement before a court, or lodged a counterclaim in the court proceedings concerning her property, seeking to have the referred documents declared invalid. They submitted copies of court decisions in two cases with similar facts in which persons in the applicant?s situation had successfully challenged before the courts decisions of the local authorities on demolition of a building and on approval of a report on poor technical condition of a building.
37. The applicant submitted that she had sufficiently raised all relevant arguments in the proceedings which had directly concerned her title to the Pushkinska flat. She believed this had been the appropriate forum and she had thus complied with the exhaustion rule.
38. The Court observes that the applicant?s primary contention was that she had been unlawfully deprived of her possessions. The deprivation was ordered by a court decision following the proceedings instituted against the applicant by the Council. The applicant actively participated in the proceedings and presented her arguments before courts of all instances.
39. In the light of this and taking into account that the decisions referred to by the Government did not deprive the applicant of her possessions ? which is the essence of her complaint before the Court ? she cannot be reproached for not using the avenues referred to by the Government.
40. The Court therefore dismisses the Government?s objection concerning the exhaustion of domestic remedies.
41. The Court further notes that this complaint is not manifestly ill founded within the meaning of Article 35 ? 3 (a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. The parties? submissions
42. The applicant complained that by ordering her eviction and the annulment of her title to the Pushkinska flat the domestic courts had violated her property rights. She relied on the same arguments that she had advanced before the domestic courts (see paragraphs 21 and 22 above).
43. The Government admitted that the annulment of the applicant?s title to the Pushkinska flat and her eviction had constituted an interference with her right to peaceful enjoyment of her possessions but argued that the interference had been in compliance with Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.
44. Firstly, as a matter of principle, the authorities enjoyed a wide margin of appreciation in public safety and town planning.
45. Secondly, the applicant?s eviction from the dangerous building, which had been a municipal property, had been provided for by the provisions of the Housing Code referred to by the domestic courts and by the Obsolete-Housing Act. The fact that the building had been dangerous had in its turn been established in Decree 1349 which, as well as other pieces of domestic legislation, had been accessible to the public. The applicant thus should have been aware of the fact that she would be evicted as Decree 1349 and the follow-up agreement had been issued as far back as 2005. There was no indication that the national courts had applied the relevant legislation arbitrarily.
46. Thirdly, the eviction had served the public interest of safety, because the Pushkinska building had been under the threat of collapse. It had been established by the courts that the building had been subject to demolition in accordance with the agreement, and not reconstruction, and, thus that the applicant?s return to the Pushkinska flat would not have been possible. Her title to that flat had therefore been annulled. The discrepancies between the decision of the local council, taken in 2005, to demolish the building and the general city development plan of 2006, referred to by the applicant, could be explained by the lack of coordination between the Council and the Committee and did not disclose any bad faith on the part of the State.
47. The very fact that the title to the Pushkinska flat had been given to the Company did not in itself suggest that there had been no public interests at stake. The Company had undertaken to buy, at its own cost, the apartment for the applicant and to demolish the dangerous building which had allowed a saving in public costs and had improved the city?s appearance.
48. Lastly, the interference with the applicant?s possession had been proportionate because she had received adequate compensation. The replacement flat had been located within the same administrative district of Yalta, had met sanitary requirements, and had been fit for living. It had been larger than the Pushkinska flat. Besides, the applicant had never instituted proceedings before a court against the Council or the Company with a view to gaining compensation for any pecuniary damage she had sustained in connection with the loss of the Pushkinska flat.
49. The applicant maintained her complaint. Firstly, her eviction from the Pushkinska flat and the annulment of her title to the property to it had been unlawful as it had not been based on any legal provisions providing for such an expropriation. Articles 110 and 112 of the Housing Code cited by the domestic courts concerned eviction from State-owned buildings and provided the method of the latter, whereas the Pushkinska flat had been her private property. Article 346 ? 2 of the Civil Code was a reference rule but neither the Yalta authorities nor the courts had cited any relevant law which would have provided for a deprivation of property in her situation. There was a legislative gap in that connection.
50. Secondly, there had been no genuine public interest of safety but the deprivation of her property had been effected for no other reason than to confer a private benefit on a private party, the Company. If the concern for safety had been genuine, the residents would have been allowed to move back in after the repairs. In the end the building had not been demolished for safety reasons but renovated in the way provided for by the general city development plan, to which she had referred during the proceedings in her case, and transformed into a modern residence hotel.
51. The Yalta authorities should not have dealt with the problem of the lack of funds and the old housing stock, if such a problem had in fact existed, by way of an unlawful interference with her property rights.
52. Lastly, she, as the owner of the Pushkinska flat, had not given her consent to the exchange of properties and the authorities had unlawfully imposed the Sosnova flat on her and registered it as her property. Apart from it not being the place of her choosing, the replacement flat had also put an excessive burden on her because she had had to pay more charges for the maintenance of the new flat and had not been able to profit from renting the new flat out. Its condition was inadequate and not equivalent to the Pushkinska flat. It was located away from Yalta city centre and its historical heritage landmarks and the beach. The new environment was close to an industrial area. No other flats had been offered to her as a replacement and she had not been involved in this process at all. Her relevant argument, including the inadequacy of the data concerning the value of the Pushkinska flat and the calculation methods used, had been ignored by the domestic courts. The applicant provided the Court with photographs of the Sosnova building showing that the building had been in poor condition, with cracked walls.
2. The Court?s assessment
53. It was contested neither in domestic proceedings nor before the Court (see paragraph 43 above) that the Pushkinska flat was private property of the applicant located in what was a municipal building (see paragraphs 19 and 43 above). By a court decision, the applicant was evicted from her private property, as the building containing her flat was under the threat of collapse. The applicant?s title to her flat was annulled by the court and she was committed to ownership over a replacement apartment bought for her, without her consent or participation, by a private construction company which owned the remaining flats in the building. Subsequently, that company acquired ownership of the flat expropriated from the applicant and the building as a whole.
54. It is not in dispute between the parties that there has been a ?deprivation of possessions? within the meaning of the second sentence of Article 1 of Protocol No. 1. The Court must therefore ascertain whether the impugned deprivation was justified under that provision.
55. The Court reiterates that to be compatible with Article 1 of Protocol No. 1, an expropriation measure must fulfil three conditions: it must be carried out ?subject to the conditions provided for by law?, which rules out any arbitrary action on the part of the national authorities, must be ?in the public interest?, and must strike a fair balance between the owner?s rights and the interests of the community (see, among other authorities, Visti?? and Perepjolkins v. Latvia [GC], no. 71243/01, ? 94, 25 October 2012).
?Subject to the conditions provided for by law?
56. The first requirement of Article 1 of Protocol No. 1 is that any interference by a public authority with the peaceful enjoyment of possessions should be lawful (see, for example, Beyeler v. Italy [GC], no. 33202/96, ? 108, ECHR 2000 I). This means, in the first place, compliance with the requirements of national law (see Iatridis v. Greece [GC], no. 31107/96, ?? 58-62, ECHR 1999 II). It also refers to the quality of the law in question, requiring that it be accessible to the persons concerned, precise and foreseeable in its application (see Beleyer, cited above, ? 109).
57. Turning to the present case, it is not disputed by the parties that the domestic courts referred to Article 41 of the Constitution, Articles 109, 110, 112 and 113 of the Housing Code and Article 346 ? 2 of the Civil Code as the legal basis for the interference with the applicant?s property rights. The applicant argued that these provisions could not have been the legal basis because they had not provided for a property deprivation in her situation.
58. Although it is primarily for the national authorities to interpret and apply domestic law, the Court is required to verify whether the way in which domestic law is interpreted and applied produces consequences consistent with the principles of the Convention, as interpreted in the light of the Court?s case law (see, for example, Scordino v. Italy (no. 1) [GC], no. 36813/97, ?? 190 and 191, ECHR 2006 V.)
59. The referenced provisions of the Housing Code ? which is a heritage of the Soviet era which still remain applicable in Ukraine ? formed a part of the Chapter which governed the use of residential units in the buildings of the State and public housing stock and concerned, in particular, eviction of tenants from such premises with provision of another dwelling (see paragraph 32 above).
60. On the facts, the Court finds it questionable whether these provisions were sufficiently clear to be understood as applicable to a building containing private flats such as in the applicant?s case (see paragraph 8 above). It does not however consider it necessary to decide on the matter as, in any event, it does not appear that any of these provisions provided for termination of title to the property in the event of eviction from a building under the threat of collapse, which is the essence of the applicant?s complaint.
61. Article 346 of the Civil Code concerns grounds for termination of property rights. Its first part lists the cases in which property rights must be terminated. A threat of a building?s collapse is not listed. The second part, which was referred to by the Yalta City Court, is a reference rule which allows termination of property rights in other cases specified in law. However, it is not clear from the first-instance court?s judgment what this law was in the applicant?s situation. As mentioned in the preceding paragraph, nothing in the provisions of the Housing Code, referred to by the court, provided for the annulment of title to the property in the event of eviction. No other legislative provisions were referred to by the court in this context.
62. As regards Article 41 of the Constitution, referred to by the Court of Appeal when dismissing the applicant?s complaint concerning the lack of legal bases for the property deprivation (see paragraph 24 above), the Court observes that this provision allows expropriation of property in exceptional cases for public needs. However, like Article 346 ? 2 of the Civil Code, it requires that the instances in which it is done as well as the procedure governing such expropriation be defined in law. The Court of Appeal did not elaborate on the matter and did not explain how this provision was applicable to the circumstances of the applicant?s case, including what the relevant law that had justified the expropriation of the applicant?s flat had been.
63. The Court observes that similar observations of the applicant ? a central element of her complaint during all stages of proceedings ? were left outside the scope of judicial scrutiny and were not duly addressed by the courts.
64. That said, the Court finds no evidence before it to conclude that the interference with the applicant?s property rights, in the form of the judgment of 9 April 2008, as upheld by the Court of Appeal of the Autonomous Republic of Crimea on 17 June 2008, had a basis in law.
65. The Obsolete-Housing Act, referred to by the Government in this context, was not invoked by the domestic courts and, in any event, is irrelevant to the present case because nothing in the case file suggests that the expropriation of the Pushkinska flat took place in the context of a comprehensive district reconstruction project that would let this Law come into play (see paragraph 34 above). At the same time, the Court finds this Law to be a good example of a case when a possibility of an interference with property rights in particular circumstances, and its framework, is established in accordance with the requirement of domestic legislation, in contrast to the situation in the applicant?s case.
66. Apart from the above mentioned, the Court has strong doubts that there was any genuine public interest behind the deprivation of the applicant?s property and as regards the way the compensation to the applicant was made. It believes that in the particular circumstances of this case these elements must be seen as pertaining to the legality of the expropriation. However, it does not find it necessary to elaborate on this matter as the foregoing finding that the expropriation had no basis in law is sufficient to enable the Court to conclude that the interference contravened Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention. This finding makes it also unnecessary to examine whether the remaining requirements of the first paragraph of Article 1 of Protocol No. 1 were fulfilled (see, for instance, Gu?? Tudor Teodorescu v. Romania, no. 33751/05, ? 50, 5 April 2016).
II. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 6 ? 1 OF THE CONVENTION
67. The applicant also complained that the proceedings before the domestic courts had been unfair, in that they had failed to address important arguments raised by her concerning the legal basis for the interference and the adequacy of the compensation for the expropriated flat. She relied on Article 6 ? 1 of the Convention.
68. The Court notes that this complaint is linked to the one examined above and must therefore likewise be declared admissible.
69. However, having regard to its findings under Article 1 of Protocol No. 1 (see paragraph 66 above), the Court considers that the main issue at the heart of the applicant?s complaint, specifically the lawfulness of the interference with her property rights, has been addressed by the Court and that the applicant?s complaint under Article 6 does not require a separate examination (see, mutatis mutandis, P?aczkowska v. Poland, no. 15435/04, ?? 71 to 73, 2 October 2012).
III. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
70. Article 41 of the Convention provides:
?If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.?
71. The applicant wished to have her Pushkinska flat returned. However, given the current political context in the Crimean peninsula and the objective impossibility for Ukraine to restore her title over the flat, she claimed just satisfaction and costs.
A. Damage
72. The applicant claimed the market value of the Pushkinska flat as a pecuniary damage, which she estimated as 2,305,861.26 Ukrainian hryvnias (UAH ? equivalent to 208,835.87 euros (EUR) at the rate applicable on 31 December 2013). She based her calculation on the price of the neighbouring apartment in the Pushkinska building, which the Company had allegedly bought in 2005 for EUR 103,657.94, and applied the inflation rate to latter. The neighbouring apartment measured 43.2 sq. m, that is to say 5 sq. m more than the applicant?s one, but, unlike the applicant?s flat, it had no toilet and bathroom. The relevant sale contract had been allegedly presented by the Company during the proceedings in domestic courts. The applicant also claimed EUR 120,750 as loss of earnings caused by impossibility of renting the Pushkinska flat out.
73. The applicant further claimed non-pecuniary damage in the amount of EUR 10,000 for the stress caused by the unlawful expropriation of her property.
74. The Government contested these claims as unsubstantiated and unsupported by evidence. They submitted, inter alia, that no property evaluation showing that the market value of the Sosnova flat had been cheaper than that of the Pushkinska flat had been provided by the applicant.
75. The Court notes that the applicant?s foremost wish is to receive the expropriated flat back, and that the parties dispute the valuation of the properties. It is further mindful of the current lack of de facto control by the Ukrainian authorities over the Crimean peninsula and of the objective difficulties the Ukrainian authorities may thus experience in connection with execution of the present judgment. In these circumstances, the Court considers that the question of pecuniary and non-pecuniary damage is not yet ready for decision. It should therefore be reserved to enable the parties to reach an agreement (Rule 75 ?? 1 and 4 of the Rules of Court).
B. Costs and expenses
76. The applicant also claimed EUR 4,800 for the costs and expenses incurred before the Court. According to the applicant, her lawyer spent forty-eight hours in total preparing her case with his hourly rate being EUR 100. No service contract or invoice has been provided to the Court by the applicant in that connection.
77. The Government contested that claim as unsubstantiated.
78. It is the Court?s practice to reimburse costs and expenses only if it has been established that they were actually and necessarily incurred and are reasonable as to quantum. Having regard to the above criteria and given the fact that no documents have been provided by the applicant to support her claim under this head, the Court cannot but reject the claim.
FOR THESE REASONS, THE COURT, UNANIMOUSLY,
1. Declares the application admissible;

2. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention;

3. Holds that there is no need to examine separately the complaint under Article 6 of the Convention;

4. Holds that, as regards pecuniary and non-pecuniary damage resulting from the violation found, the question of just satisfaction is not ready for decision and accordingly:
(a) reserves this question in whole;
(b) invites the Government and the applicant to submit, within three months from the date of notification of this judgment, their written observations on this question and, in particular, to notify the Court of any agreement that they may reach;
(c) reserves the further procedure and delegates to the President of the Committee the power to fix it if need be;

5. Dismisses the applicant?s claim for costs and expenses.
Done in English, and notified in writing on 6 June 2019, pursuant to Rule 77 ?? 2 and 3 of the Rules of Court.
Milan Bla?ko S?ofra O?Leary
Deputy Registrar President

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La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 11/12/2024