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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF BORA v. TURKEY

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli:
Numero: 14719/03/2010
Stato: Turchia
Data: 2010-02-09 00:00:00
Organo: Sezione Seconda
Testo Originale

SECONDA SEZIONE
CAUSA BORA C. TURCHIA
(Richiesta n. 14719/03)
SENTENZA
(meriti)
STRASBOURG
9 febbraio 2010
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Bora c. Turchia,
La Corte europea dei Diritti umani (Seconda Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Françoise Tulkens, Presidente,
Ireneu Cabral Barreto, Vladimiro Zagrebelsky, Danutė Jočienė, Dragoljub Popović, Nona Tsotsoria, Işıl Karakaş, giudici, e Sally Dollé, Sezione Cancelliere,
Avendo deliberato in privato il 19 gennaio 2010,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 14719/03) contro la Repubblica della Turchia depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino turco, la Sig. S. B. (“la richiedente”), l’8 marzo 2003.
2. La richiedente fu rappresentato dal Sig. A. K., un avvocato che pratica a İstanbul. Il Governo turco (“il Governo”) fu rappresentato dal suo Agente.
3. Il 27 giugno 2007 la Corte decise di dare avviso della richiesta al Governo. Sotto le disposizioni dell’ Articolo 29 § 3 della Convenzione, decise di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità.
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. La richiedente nacque nel 1933 e vive a İstanbul.
5. Nel 1970 la richiedente comprò una quota della terra (l’area n. 195) che era posseduta congiuntamente da molte altre persone, nel distretto di Kadıköy di İstanbul. Secondo il titolo-atto la quota della richiedente corrispondeva a 275/21672 dell’area. La richiedente presentò una copia di una mappa datata 17 giugno 1970 dove è menzionata come proprietaria della parte del terreno designata come n. 46 nell’ area n. 195 (in seguito “la terra n. 46”) che era di circa 329,50 m2 come misura.
6. Con decisione n. 92/5 del 12 maggio 1992, il Municipio di Kadıköy divise la proprietà fra i suoi proprietari e creò dei titoli separati. Alla richiedente fu assegnata la parte della terra designata come n. 6 nell’ area n. 195. Sembra che il Municipio assegnò il pacchetto n. 46 ad una ditta.
7. In una data non specificata la richiedente introdusse un’azione presso la Corte amministrativa di İstanbul contro il Municipio di Kadıköy, richiedendo l’annullamento della decisione n. 92/5.
8. Il 5 ottobre 1994, per prevenire il trasferimento dell’area assegnata di terreno a terze persone, la Corte amministrativa di İstanbul sospese l’esecuzione della decisione del Municipio su richiesta della richiedente, n. 92/5. La corte notò, in particolare, che, nella prospettiva delle particolari circostanze della causa, l’applicazione della decisione del Municipio n. 92/5 avrebbe arrecato un danno irrimediabile.
9. Il 10 aprile 1995 la ditta vendette la sua terra ad un’altra persona, il Sig. T.M. che a sua volta la vendette al Sig. G.Y. il 22 agosto 1996.
10. Il 29 maggio 1995 la Corte amministrativa di İstanbul annullò la parte della decisione del Municipio che colpiva la richiedente sulla base che era illegale. La corte, dopo avere esaminato le prove nell’archivio della causa ed il rapporto degli esperti che sosteneva che il valore della terra assegnata alla richiedente con la decisione del Municipio era inferiore al valore del pacchetto della richiedente, e che c’era un edificio su questa che apparteneva ad una terza persona. Perciò il Municipio aveva attribuito la terra contestata alla richiedente senza indagine sufficiente ed esame.
11. L’ 8 dicembre 1994 la richiedente introdusse nel frattempo, un’azione richiedendo al Kadıköy Giudice di prima istanza Civile di annullare l’atto di titolo della ditta n. 46 e registrarlo sotto il suo nome presso la cancelleria fondiaria. Il Sig. T.M., il proprietario della terra a quel tempo, si unì anche ai procedimenti. Sembra che il 29 maggio 1995 la corte emise un’ingiunzione provvisoria per prevenire il trasferimento della terra a terze parti. Il 21 dicembre 1995 la corte archiviò la causa. Questa azione terminò con l’annullamento sulla base che la richiedente non aveva locus standi in quanto i procedimenti amministrativi riguardo all’annullamento della decisione n. 92/5 erano ancora pendenti di fronte alle corti. Questa sentenza divenne definitiva il 20 giugno 1996 quando la Corte di Cassazione respinse il ricorso della richiedente e la susseguente richiesta di rettifica. Il 14 agosto 1996 la corte di prima -istanza tolse l’ingiunzione provvisoria.
12. Il 9 aprile 1996 la Corte amministrativa Suprema sostenne la sentenza della corte di prima -istanza. Il 25 febbraio 1997 respinse la richiesta del Municipio per rettifica della sua decisione.
13. I procedimenti penali istruiti, sull’azione di reclamo della richiedente, contro il sindaco di Kadıköy, il direttore e il condirettore degli affari edili del Municipio ed il vicepresidente in carica degli affari edili fu sospeso, facendo seguito alla Legge n. 4616, 24 aprile 2002.
14. Nel frattempo, la richiedente fece domanda, senza successo, presso varie autorità richiedendo la loro assistenza nell’esecuzione della sentenza resa a suo favore e la re-iscrizione dell’atto di titolo della terra n. 46 a suo nome. L’ultimo ricorso di questo tipo era datato 26 dicembre 2001 ed era rivolto all’Ufficio del Governatore del Distretto di Kadıköy. In questo ricorso, la richiedente si riferì alla risposta del Municipio di Kadıköy datata 2 novembre 2001 dove fu informata che non era possibile eseguire la sentenza del 29 maggio 1995 e che avrebbe potuto depositare un’azione contro la ditta ed il Sig. T.M.
15. Secondo il documento della cancelleria fondiaria del 9 agosto 2007 la richiedente rimase la proprietaria della terra n. 6 che misura circa 232 m2.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE E PRATICA
16. Una descrizione del diritto nazionale attinente al tempo attinente può essere trovata in Çiçek e Öztemel ed Altri c. Turchia (N. 74069/01, 74703/01, 76380/01 16809/02, 25710/02 25714/02 e 30383/02, §§ 14-15 3 maggio 2007).
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1
17. La richiedente si lamentò di essere stata privata della sua terra in circostanze che erano incompatibili coi requisiti dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1. In questo collegamento, la richiedente indicò, che le autorità pubbliche erano andate a vuoto nell’ eseguire la sentenza resa a suo favore, in violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 che, nella parte attinente, recita come segue:

“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale…”
A. Ammissibilità
18. Il Governo sostenne che la richiedente non aveva esaurito le vie di ricorso nazionali, come richiesto dall’ Articolo 35 § 1 della Convenzione, poiché non era riuscita a fare un uso corretto delle vie di ricorso amministrative e di legge civile disponibili a lei, facendo seguito all’ Articolo 41 della Legge n. 818 ed all’ Articolo 28 della Legge n. 2577. Sostenne inoltre che la richiedente non era riuscita a sollevare le sue azioni di reclamo di fronte alle corti nazionali. Infine, il Governo sostenne senza qualsiasi ulteriore chiarimento che la richiedente non era neanche riuscita ad attenersi con la norma dei sei- mesi specificata nell’ Articolo 35 § 1.
19. La richiedente contestò gli argomenti del Governo.
20. La Corte reitera che ha già esaminato e ha respinto argomenti simili da parte del Governo in cause precedenti (vedere, per esempio, Lemke c. Turchia, n. 17381/02, §§ 37-38, 5 giugno 2007, e Yerlikaya c. Turchia, N. 10985/02 e 10993/02, § 22 dell’8 aprile 2008). La Corte non trova particolari circostanze nella presente richiesta che la costringerebbero ad abbandonare quella conclusione. Di conseguenza, la Corte respinge l’eccezione preliminare del Governo.
21. Inoltre, la Corte costata che l’azione di reclamo della richiedente non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
B. Meriti
1. Le osservazioni delle parti
22. Il Governo sostenne che la richiedente non fu privata della sua proprietà poiché le fu assegnata un’area di terreno dopo la disposizione amministrativa nel 1992. Presentò inoltre che la sentenza delle corti nazionali non poteva essere eseguita perché la terra in oggetto era stata trasferito in buona fede ad un terza persona. Il Governo considerò che il solo problema era la differenza nel valore fra la terra assegnata e la terra dovuta alla richiedente, e che avrebbe potuto stabilire questa controversia depositando una rivendicazione di risarcimento. Infine, sostenne che il Municipio era pronto a coprire il danno della richiedente a causa della differenza nel valore fra i due pacchetti.
23. La richiedente sostenne la sua azione di reclamo.
2. La valutazione della Corte
24. Nella presente causa, non è contestato, che la richiedente possedeva una quota in un’area di terreno (n. 195) e che questa quota corrispondeva ad una parte della terra designata come n. 46. Non è contestato inoltre che la decisione del Municipio di Kadıköy del 12 maggio 1992, con cui alla richiedente fu data un’altra area di terreno invece della terra n. 46, fu annullata dalla Corte amministrativa di İstanbul il 29 maggio 1995 e che questa sentenza divenne definitiva dopo procedimenti di ricorso. Comunque, le autorità nazionali sono andate a vuoto nel prendere qualsiasi decisione di dare effetto alla sentenza della Corte amministrativa di İstanbul sulla base che la terra n. 46 era stata trasferita ad una terza persona in buona fede. Avendo riguardo alle circostanze della causa, in particolare al modo in cui la terra in oggetto aveva cambiato mani mentre i procedimenti di fronte alle corti amministrative erano ancora pendenti, e nonostante la sospensione evidente dell’ esecuzione della decisione del Municipio, la Corte considera, che la ragione data dalle autorità, benché attinente, non può giustificare tale omissione nella presente causa nella prospettiva del fatto che la situazione in oggetto fu provocata dalla loro mancanza di diligenza dovuta. Inoltre, la Corte, reiterando che l’obbligo di eseguire una decisione della corte non è limitato alla sua parte operativa, siccome i suoi meriti devono essere rispettati simultaneamente e devono essere applicati (vedere Zazanis ed Altri c. Grecia, n. 68138/01, § 36 del 18 novembre 2004), costata che, nella prospettiva dell’impossibilità di trasferimento della terra n. 46 alla richiedente, le autorità avrebbero potuto cercare altri mezzi per rispettare la direttiva della Corte amministrativa di İstanbul, in particolare assegnando dell’altra terra alla richiedente nell’ area n. 195 che avrebbe avuto lo stesso valore della n. 46. Infine, nessuna informazione convincente è stata presentata dal Governo per dimostrare che, nella prospettiva dell’impossibilità di eseguire la decisione della corte nazionale, le autorità fecero delle proposte concrete e ragionevoli alla richiedente per il risarcimento del danno finanziario che aveva subito. In questo collegamento, la Corte richiama che alla richiedente è stato impedito di trarre beneficio dal successo della causa e resta ad oggi la proprietario della terra che le corti nazionali hanno stabilito come non solo essendo di minore valore della terra n. 46 ma anche di avere un edificio su questa appartenente ad una terza persona.
25. Nella prospettiva di ciò che precede, la Corte costata che le autorità nazionali sono andate a vuoto nell’ adempiere il loro obbligo positivo sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 nell’ eseguire la sentenza del 12 maggio 1992 (vedere Burdov c. Russia, n. 59498/00, §§ 40-42, ECHR 2002-III e, mutatis mutandis, Hornsby c. Grecia, 19 marzo 1997, § 45 Relazioni di Sentenze e Decisioni 1997-II). C’è stata , di conseguenza, violazione della detta disposizione.
II. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
26. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
27. La richiedente chiese 800,000 euro (EUR) a riguardo del danno patrimoniale. Questa somma corrispondeva al valore della terra n. 46. Chiese inoltre EUR 200,000 a riguardo del danno non-patrimoniale. Infine, la richiedente, senza specificare l’ importo richiese il rimborso per i costi e le spese incorsi di fronte alla Corte.
28. Il Governo contestò queste rivendicazioni.
29. Nelle circostanze della causa, la Corte considera, che la questione dell’applicazione dell’Articolo 41 non è pronta per una decisione e deve essere riservata, avendo riguardo alla possibilità di un accordo fra lo Stato rispondente e la richiedente.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara la richiesta ammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 di Protocollo n. 1;
3. Sostiene che la questione dell’applicazione dell0 Articolo 41 della Convenzione non è pronta per una decisione;
di conseguenza,
(a) riserva la detta questione;
(b) invita il Governo e la richiedente a presentare, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva secondo l’Articolo 44 § 2 della Convenzione le loro osservazioni scritte sulla questione e, in particolare, a notificare alla Corte qualsiasi accordo al quale potrebbero giungere;
(c) riserve l’ulteriore procedura e delega al Presidente della Camera il potere di fissarla all’occorrenza.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 9 febbraio 2010, facendo seguito all’articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Sally Dollé Françoise Tulkens
Cancelliere Presidentessa

Testo Tradotto

SECOND SECTION
CASE OF BORA v. TURKEY
(Application no. 14719/03)
JUDGMENT
(Merits)
STRASBOURG
9 February 2010
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Bora v. Turkey,
The European Court of Human Rights (Second Section), sitting as a Chamber composed of:
Françoise Tulkens, President,
Ireneu Cabral Barreto,
Vladimiro Zagrebelsky,
Danutė Jočienė,
Dragoljub Popović,
Nona Tsotsoria,
Işıl Karakaş, judges,
and Sally Dollé, Section Registrar,
Having deliberated in private on 19 January 2010,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 14719/03) against the Republic of Turkey lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by a Turkish national, Mr S. B. (“the applicant”), on 8 March 2003.
2. The applicant was represented by Mr A K., a lawyer practising in İstanbul. The Turkish Government (“the Government”) were represented by their Agent.
3. On 27 June 2007 the Court decided to give notice of the application to the Government. Under the provisions of Article 29 § 3 of the Convention, it decided to examine the merits of the application at the same time as its admissibility.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
4. The applicant was born in 1933 and lives in İstanbul.
5. In 1970 the applicant bought a share in some land (plot no. 195) which was jointly owned by several other persons, in the Kadıköy district of İstanbul. According to the title-deed the applicant’s share corresponded to 275/21672 of the plot. The applicant submitted a copy of a map dated 17 June 1970 where he is mentioned as the owner of the part of the land designated as no. 46 in plot no. 195 (hereinafter “land no. 46”), which was around 329,50 m2 in size.
6. By decision no. 92/5 dated 12 May 1992, the Kadıköy Municipality divided the property amongst its owners and created separate titles. The applicant was allocated the part of the land designated as no. 6 in plot no. 195. It appears that the Municipality allocated parcel no. 46 to a firm.
7. On an unspecified date the applicant filed an action with the İstanbul Administrative Court against the Kadıköy Municipality, requesting the annulment of decision no. 92/5.
8. On 5 October 1994, upon the applicant’s request to prevent the transfer of the allocated plot of land to third persons, the İstanbul Administrative Court stayed the execution of the Municipality’s decision no. 92/5. The court noted, in particular, that, in view of the circumstances of the case file, the application of the Municipality’s decision no. 92/5 would engender irremediable damage.
9. On 10 April 1995 the firm sold its land to another person, Mr T.M., who in turn sold it to Mr G.Y. on 22 August 1996.
10. On 29 May 1995 the İstanbul Administrative Court annulled the part of the Municipality’s decision affecting the applicant on the ground that it was unlawful. The court, after having examined the evidence in the case file and the experts’ report, held that the value of the land allocated to the applicant by the Municipality’s decision was inferior to the value of the applicant’s parcel, and that there was a building on it which belonged to third persons. Therefore the Municipality had attributed the impugned land to the applicant without sufficient investigation and examination.
11. In the meantime, on 8 December 1994 the applicant filed an action requesting the Kadıköy Civil Court of First Instance to annul the title deed of the firm to land no. 46 and to register it under his name in the land registry. Mr T.M., the owner of the land at that time, also joined the proceedings. It appears that on 29 May 1995 the court issued a temporary injunction to prevent to transfer of the land to third parties. On 21 December 1995 the court dismissed the case. This action ended with dismissal on the ground that the applicant did not have locus standi since the administrative proceedings concerning the annulment of decision no. 92/5 were still pending before the courts. This judgment became final on 20 June 1996 when the Court of Cassation rejected the applicant’s appeal and subsequent rectification request. On 14 August 1996 the first-instance court lifted the temporary injunction.
12. On 9 April 1996 the Supreme Administrative Court upheld the judgment of the first-instance court. On 25 February 1997 it dismissed the Municipality’s request for rectification of its decision.
13. The criminal proceedings instigated, upon the applicant’s complaint, against the mayor of Kadıköy, the director and co-director of construction affairs of the Municipality and the vice chairman in charge of construction affairs were suspended, pursuant to Law no. 4616, on 24 April 2002.
14. In the meantime, the applicant applied, without success, to various authorities requesting their assistance in the enforcement of the judgment given in his favour and the re-inscription of the title deed of land no. 46 in his name. The latest such petition was dated 26 December 2001 and addressed to the Kadıköy District Governor’s Office. In this petition, the applicant referred to the Kadıköy Municipality’s response dated 2 November 2001 where he was informed that it was not possible to enforce the judgment of 29 May 1995 and that he could lodge an action against the firm and Mr T.M.
15. According to the land registry record dated 9 August 2007 the applicant remained the owner of land no. 6, which is around 232 m2 in size.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW AND PRACTICE
16. A description of the relevant domestic law at the material time can be found in Çiçek and Öztemel and Others v. Turkey (nos. 74069/01, 74703/01, 76380/01, 16809/02, 25710/02, 25714/02 and 30383/02, §§ 14-15, 3 May 2007).
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1
17. The applicant complained that he had been deprived of his land in circumstances which were incompatible with the requirements of Article 1 of Protocol No. 1. In this connection, the applicant pointed out that the public authorities had failed to execute the judgment given in his favour, in breach of Article 1 of Protocol No. 1, which, insofar as relevant, reads as follows:
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law…”
A. Admissibility
18. The Government maintained that the applicant had not exhausted domestic remedies, as required by Article 35 § 1 of the Convention, since he had failed to make proper use of the administrative and civil law remedies available to him, pursuant to Article 41 of Law no. 818 and Article 28 of Law no. 2577. They further maintained that the applicant had failed to raise his complaints before the domestic courts. Finally, the Government claimed, without any further explanation, that the applicant had failed to comply with the six-month rule also specified in Article 35 § 1.
19. The applicant disputed the Government’s arguments.
20. The Court reiterates that it has already examined and rejected the similar arguments by the Government in previous cases (see, for example, Lemke v. Turkey, no. 17381/02, §§ 37-38, 5 June 2007, and Yerlikaya v. Turkey, nos. 10985/02 and 10993/02, § 22, 8 April 2008). The Court finds no particular circumstances in the present application which would require it to depart from that conclusion. Consequently, the Court rejects the Government’s preliminary objection.
21. Moreover, the Court finds that the applicant’s complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. The parties’ observations
22. The Government maintained that the applicant was not deprived of his property since he was allocated a plot of land after the administrative arrangement in 1992. They further submitted that the judgment of the domestic courts could not be executed because the land in question had been transferred bona fide to a third person. The Government considered that the only issue was the difference in value between the land allocated and the land due to the applicant, and that he could have settled this dispute by lodging a compensation claim. Finally, they maintained that the Municipality was ready to cover the applicant’s damage on account of the difference in value between the two parcels.
23. The applicant maintained his complaint.
2. The Court’s assessment
24. In the instant case, it is not disputed that the applicant owned a share in a plot of land (no. 195) and that this share corresponded to a part of the land designated as no. 46. It is further not disputed that the Kadıköy Municipality’s decision of 12 May 1992, whereby the applicant was given another plot of land instead of land no. 46, was annulled by the İstanbul Administrative Court on 29 May 1995 and that this judgment became final after appeal proceedings. However, the national authorities have failed to take any decision to give effect to the İstanbul Administrative Court’s judgment on the ground that land no. 46 had been transferred to bona fide third persons. Having regard to the circumstances of the case, particularly the manner in which the land in question had changed hands while the proceedings before the administrative courts were still pending, and despite the apparent stay of execution of the Municipality’s decision, the Court considers that the reason given by the authorities, while relevant, cannot justify such an omission in the present case in view of the fact that the situation in question was brought about by their lack of due diligence. Moreover, the Court, reiterating that the obligation to enforce a court decision is not limited to its operative part, as its merits must simultaneously be respected and applied (see Zazanis and Others v. Greece, no. 68138/01, § 36, 18 November 2004), finds that, in view of the impossibility of transferring land no. 46 to the applicant, the authorities could have sought other means of respecting the ruling of the İstanbul Administrative Court, notably by way of allocating other land to the applicant in plot no. 195 which would have had the same value as that of no. 46. Finally, no cogent information has been forthcoming from the Government to demonstrate that, in view of the impossibility of enforcing the domestic court’s ruling, the authorities made concrete and reasonable proposals to the applicant in compensation for the financial damage he had sustained. In this connection, the Court recalls that the applicant has been prevented from benefiting from the success of the litigation and remains to this day the owner of land which the domestic courts have established as not only being of lesser value than land no. 46 but also of having a building on it belonging to third persons.
25. In view of the foregoing, the Court finds that the national authorities have failed to fulfil their positive obligation under Article 1 of Protocol No. 1 to enforce the judgment of 12 May 1992 (see Burdov v. Russia, no. 59498/00, §§ 40-42, ECHR 2002-III, and, mutatis mutandis, Hornsby v. Greece, 19 March 1997, § 45, Reports of Judgments and Decisions 1997-II). There has, accordingly, been a violation of the said provision.
II. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
26. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
27. The applicant claimed 800,000 euros (EUR) in respect of pecuniary damage. This sum corresponded to the value of land no. 46. He further claimed EUR 200,000 in respect of non-pecuniary damage. Finally, the applicant, without specifying an amount, requested the reimbursement for the costs and expenses incurred before the Court.
28. The Government contested these claims.
29. In the circumstances of the case, the Court considers that the question of the application of Article 41 is not ready for decision and must be reserved, due regard being had to the possibility of an agreement between the respondent State and the applicant.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Declares the application admissible;
2. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol no. 1;
3. Holds that the question of the application of Article 41 of the Convention is not ready for decision;
accordingly,
(a) reserves the said question;
(b) invites the Government and the applicant to submit, within three months from the date on which the judgment becomes final according to Article 44 § 2 of the Convention, their written observations on the matter and, in particular, to notify the Court of any agreement which they may reach;
(c) reserves the further procedure and delegates to the President of the Chamber the power to fix the same if need be.
Done in English, and notified in writing on 9 February 2010, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Sally Dollé Françoise Tulkens
Registrar President

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