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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF BELOVA v. RUSSIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 06,P1-1
Numero: 33955/08
Stato: Russia
Data: 2020-09-15 00:00:00
Organo: Sezione Terza
Testo Originale

TERZA SEZIONE

CASO DI BELOVA v. RUSSIA

(Applicazione n. 33955/08)

GIUDICE

Art. 1 P1 – Rispetto dei beni – Beni pubblici recuperati dallo Stato anni dopo l’acquisto da parte della ricorrente a seguito di una vendita non autorizzata ad acquirenti intermedi – Obbligo dell’acquirente di indagare sull’origine dei beni per evitare eventuali richieste di confisca – Buona fede cos? non riconosciuta – La ricorrente non ? stata privata della possibilit? di chiedere un risarcimento ai responsabili del suo danno – Interessi pubblici rilevanti in questione non superati da quelli privati
Art. 6 ? 1 (civile) – Mancata notifica dell’udienza di appello

STRASBURGO

15 settembre 2020

Questa sentenza diverr? definitiva nelle circostanze previste dall’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Essa pu? essere soggetta a revisione editoriale.

Nel caso di Belova contro la Russia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo (Terza Sezione), che si riunisce come Sezione composta da:
Georgios A. Serghides, Presidente,
Helen Keller,
Dmitry Dedov,
Alena Pol??kov?,
Gilberto Felici,
Erik Wennerstr?m,
Lorraine Schembri Orland, giudici,
e Milan Bla?ko, cancelliere di sezione,
Considerando:
la domanda contro la Federazione Russa presentata alla Corte ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”) da una cittadina russa, la sig.ra Nina Aleksandrovna Belova (“la richiedente”), il 12 giugno 2008;
la decisione di notificare la domanda al governo russo (“il governo”);
le osservazioni delle parti;
vista la decisione di accogliere l’obiezione del governo all’esame della domanda da parte di un comitato;
avendo deliberato in privato il 25 agosto 2020,
Emette la seguente sentenza, che ? stata adottata in tale data:
INTRODUZIONE
Il caso riguarda il recupero di beni di propriet? dello Stato da un privato in base alle leggi sull’acquisto in buona fede.
I FATTI

1. Il richiedente è nato nel 1972 e vive a Sochi. Era rappresentata dal sig. M. Ioffe, un avvocato che esercitava a Riga.
2. Il governo era rappresentato dal sig. M. Galperin, rappresentante della Federazione russa presso la Corte europea dei diritti dell’uomo.
3. I fatti del caso, cos? come presentati dalle parti, possono essere riassunti come segue.
OPERAZIONI CHE HANNO PORTATO ALL’ACQUISTO DELLA PROPRIET? DA PARTE DEL RICHIEDENTE
4. Nel 1977, Southern Cultures, un’impresa orticola statale, ha scavato un laghetto di irrigazione in via Golubaya a Sochi. Sulle rive dello stagno sono stati costruiti un bagno e una cabina portatile. La propriet? ? stata costruita su un terreno che apparteneva allo Stato ed ? stata gestita (????????????? ???????) dall’impresa.
5. L’impresa era in debito con K. per la manutenzione dello stagno. Ne ? seguito un contenzioso, e nell’aprile 2003 l’impresa ha firmato lo stagno, il bagno e la cabina a K. in liquidazione parziale. K. ha registrato l’accordo con l’Autorit? per la registrazione della propriet? (????) e le ? stato rilasciato l’atto di propriet? (????????????? ? ???????????????? ???????????? ?????, letteralmente “certificato di registrazione statale del titolo di propriet?”).
6. Nel novembre 2003 K. ha venduto la propriet? a M.
7. L’8 dicembre 2003 M. ha registrato il suo acquisto presso l’autorit? di registrazione ed ? stato rilasciato l’atto di propriet?.
8. Il 27 maggio 2004 il Presidium del Tribunale regionale di Krasnodar ha annullato l’accordo transattivo tra l’impresa e K.
9. Il 28 maggio 2004 M. ha venduto la propriet? al richiedente. Egli ha dimostrato il suo titolo di propriet? con gli atti rilasciati dalla Registration Authority.
10. Il 18 giugno 2004 la ricorrente ha registrato il suo acquisto presso la Registration Authority ed ? stata rilasciata con gli atti di propriet?. Ha chiuso la propriet? con quattro file di filo spinato e l’ha messa ad uso personale non divulgato.
11. Il 29 agosto 2004 K. ha ricevuto una somma a carico dell’impresa per il pagamento del debito.
AZIONE DI RECUPERO DEL BENE DAL RICHIEDENTE
12. Nel 2012 l’Agenzia del Demanio (????????? ?? ?????????? ??????????????? ??????????) ha cercato di recuperare la propriet? dal richiedente, sostenendo che l’impresa non aveva chiesto l’autorizzazione prima di firmare la propriet?.
13. Il 20 luglio 2012 il tribunale distrettuale ha respinto il ricorso come prescritto.
14. Il 4 ottobre 2012 il tribunale regionale di Krasnodar ha annullato tale decisione e si ? pronunciato contro la ricorrente. Il tribunale ha ritenuto che il terreno su cui era situata la propriet? apparteneva allo Stato, che era stato designato per la costruzione in preparazione delle Olimpiadi e che la propriet? poteva essere recuperata dal richiedente ai sensi degli articoli 301 e 302 del Codice Civile (si veda il paragrafo 24 di seguito) perch? lo Stato non aveva acconsentito al trasferimento originale del titolo di propriet?. Il tribunale ha annullato gli atti di propriet? della ricorrente e le ha ordinato di restituire la propriet? allo Stato.
15. Il 23 novembre 2012 il Tribunale Regionale ha negato alla ricorrente il permesso di presentare ricorso in cassazione.
16. L’8 agosto 2013 la Corte Suprema ha negato alla ricorrente l’autorizzazione a presentare ricorso in cassazione. Il tribunale ha ritenuto che la ricorrente non fosse un’acquirente in buona fede perch?, se avesse esercitato il diritto di recesso, non avrebbe avuto il diritto di presentare un ricorso per cassazione. Il tribunale ha ritenuto che la ricorrente non fosse un acquirente in buona fede perch?, se avesse esercitato la dovuta cura e diligenza, avrebbe saputo che la propriet? era stata oggetto di controversia e che l’impresa ne aveva perso il possesso contro la sua volont?.
AZIONE PER LA DELIMITAZIONE DEI CONFINI
17. Nel 2011, nell’ambito di un procedimento connesso, la ricorrente ha chiesto all’Agenzia del Demanio di delineare sulla mappa catastale il terreno su cui si trovava la sua propriet? e di metterlo a sua disposizione.
18. Il 5 ottobre 2011 il Tribunale distrettuale di Adler ha concesso l’ingiunzione.
19. Il 17 novembre 2011 il Tribunale regionale di Krasnodar ha confermato tale decisione.
20. L’Agenzia ha presentato ricorso in cassazione.
21. Secondo il Governo, il 10 aprile 2012 il Tribunale regionale ha notificato sia alla ricorrente che al suo rappresentante per posta e telegrafo che il 18 aprile 2012 avrebbe ascoltato il ricorso.
22. Secondo il rappresentante della ricorrente, il 17 aprile 2012 ha telefonato al Tribunale e ha avuto notizia dell’udienza. Pi? tardi, lo stesso giorno, ha inviato via fax una lettera al tribunale in cui dichiarava che lui e la ricorrente volevano partecipare, ma non potevano farlo perch? non erano stati informati dell’udienza e non conoscevano il contenuto del ricorso, e quindi non potevano rispondere. Egli ha chiesto al tribunale di inviargli copie dei documenti e di dare loro il tempo di preparare la loro risposta. Il rappresentante ha aggiunto che non ha potuto partecipare all’udienza del 18 aprile 2012 a causa di precedenti impegni in tribunali stranieri.
23. Il 18 aprile 2012 il Presidium del Tribunale regionale di Krasnodar ha ascoltato il ricorso in cassazione dell’Agenzia. All’udienza hanno partecipato il convenuto (l’Agenzia) e due terzi convenuti (il Comitato pubblico per la preparazione delle Olimpiadi invernali del 2014 e una societ? privata che aveva un contratto di costruzione sul terreno contestato). Il Presidium ha preso atto che a tutte le parti ? stata debitamente notificata la data e il luogo dell’udienza. Il Presidium ha accolto il ricorso dell’Agenzia, ha annullato le precedenti decisioni e ha respinto la richiesta del ricorrente. Ha ritenuto, in sostanza, che il terreno contestato appartenesse allo Stato ed era stato destinato ad essere utilizzato come riserva ornitologica e come albergo a cinque stelle da 500 camere che avrebbe ospitato i rappresentanti del Comitato Olimpico Internazionale.
QUADRO GIURIDICO PERTINENTE
24. Gli articoli 301 e 302 del Codice Civile 1994 prevedono quanto segue:
Articolo 301: Recupero di beni da possesso illecito da parte di un altro
“Il proprietario pu? recuperare la sua propriet? dal possesso illecito da parte di un altro.”
Articolo 302: Recupero di beni da un acquirente in buona fede
“1. Se la propriet? ? stata acquistata a titolo oneroso da una persona che non aveva il diritto di trasferirla, e se l’acquirente non lo sapeva e non poteva saperlo (un acquirente in buona fede), il proprietario pu? recuperare la propriet? dall’acquirente se la propriet? ? stata persa da lui o dal suo fiduciario, se gli ? stata rubata, o se ha lasciato il loro possesso contro la loro volont?….”.
25. La parte pertinente dell’articolo 385 ? 2 del Codice di Procedura Civile 2002 prevede quanto segue:
“Le parti sono informate del momento e del luogo dell’esame di un ricorso in cassazione … ma la loro mancata presentazione non costituisce un ostacolo a tale esame”.
26. L’articolo 2 della legge federale n. 122-FZ del 21 luglio 1997 sulla registrazione statale dei diritti sui beni immobili e sulle transazioni connesse, in vigore all’epoca dei fatti, prevede quanto segue:
Nozione di registrazione statale dei diritti sui beni immobili
e operazioni correlate

“1. La registrazione statale dei diritti sui beni immobili e delle transazioni connesse … ? un atto giuridico con il quale lo Stato riconosce e conferma l’esistenza, la restrizione (ingombro), il trasferimento o la cessazione dei diritti sui beni immobili. …

La registrazione statale serve come unica prova dell’esistenza di un diritto registrato. Il diritto registrato su un bene immobile pu? essere contestato solo in tribunale”.

LA LEGGE

ALLEGATO VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 DELLA CONVENZIONE
27. La ricorrente si lamentava di essere stata ingiustamente espropriata dei suoi beni. Il Tribunale esaminer? tale denuncia ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1, che recita:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al pacifico godimento dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato dei suoi beni se non nell’interesse pubblico e alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni che precedono non pregiudicano tuttavia in alcun modo il diritto di uno Stato di far rispettare le leggi che ritiene necessarie per controllare l’uso dei beni in conformit? all’interesse generale o per garantire il pagamento di tasse o altri contributi o sanzioni”.
Ammissibilit?
Osservazioni delle parti
28. Il governo ha sostenuto che la denuncia della ricorrente era manifestamente infondata. A loro avviso, la propriet? era stata sottratta al ricorrente in conformit? della legge. Essi hanno sostenuto che lo Stato aveva perso la propriet? contro la sua volont?, che K. non ne aveva mai acquisito la propriet? e che l’acquisto da parte del richiedente era stato pertanto nullo.
29. La ricorrente ha sostenuto che gli edifici confiscati non erano mai appartenuti allo Stato, e che i suoi beni erano stati appropriati da una societ? affiliata ad un miliardario che era desideroso di trarre profitto dalla costruzione che si stava svolgendo in preparazione delle Olimpiadi.
La valutazione della Corte
30. La Corte rileva che tale denuncia non ? manifestamente infondata n? inammissibile per altri motivi elencati nell’articolo 35 della Convenzione. Essa deve pertanto essere dichiarata ammissibile.
Merits
Osservazioni delle parti
31. Le argomentazioni delle parti sono esposte sopra.
Valutazione della Corte
32. La Corte ritiene che i beni della ricorrente – recuperabili anche se dimostratisi tali – debbano essere considerati suo “possesso” ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1, in quanto il suo titolo di propriet? ? stato ufficialmente registrato (cfr. Gladysheva c. Russia, n. 7097/10, ? 69, 6 dicembre 2011).
33. La Corte ritiene inoltre che l’ordine di restituzione dei beni della ricorrente allo Stato sia stato un’interferenza con il suo diritto al pacifico godimento di tale possesso (cfr., mutatis mutandis, Gladysheva, citata, ?? 52-59).
34. La Corte concorda con il Governo che l’ingerenza era soggetta alle condizioni previste dalla legge, vale a dire gli articoli 301 e 302 del Codice Civile come interpretati dai tribunali nazionali.
35. La Corte ritiene inoltre che l’ingerenza fosse di pubblico interesse perch?, come spiegato dalle autorit? nazionali e dal governo, lo Stato intendeva riconquistare i beni che aveva perso a causa di una cattiva gestione e utilizzarli per ospitare un grande evento sportivo internazionale e proteggere la natura.
36. Resta da stabilire se l’ingerenza fosse proporzionata all’interesse summenzionato e se il richiedente abbia dovuto sostenere un onere individuale eccessivo (ibidem, ? 82).
37. Le parti non hanno presentato osservazioni su questo punto. Da parte sua, la Corte ribadisce che un’interferenza nel pacifico godimento dei beni deve trovare un giusto equilibrio tra gli interessi generali della comunit? e i diritti individuali. Ci? significa che una misura deve essere adeguata al raggiungimento del suo scopo e non sproporzionata rispetto a tale scopo. Il necessario equilibrio sar? sconvolto se la persona interessata ha dovuto sopportare “un onere individuale ed eccessivo” (cfr., tra le altre autorit?, James e altri c. Regno Unito, 21 febbraio 1986, ? 50, Serie A n. 98). Le autorit? dovrebbero essere in grado di correggere i loro errori, ma non in una situazione in cui la persona interessata ? tenuta a sostenere un onere eccessivo (cfr. Vuku?i? c. Croazia, n. 69735/11, ? 64, 31 maggio 2016, con la giurisprudenza ivi citata). La ricerca di un equilibrio si riflette nella struttura dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 nel suo complesso, indipendentemente dai paragrafi interessati in ciascun caso; deve sempre esistere un ragionevole rapporto di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo perseguito. Per verificare l’esistenza di un tale equilibrio ? necessario un esame complessivo dei vari interessi in gioco (v. Perdig?o c. Portogallo [GC], n. 24768/06, ?? 67-68, 16 novembre 2010), che pu? richiedere un’analisi di elementi quali le condizioni di indennizzo e il comportamento delle parti in causa, compresi i mezzi impiegati dallo Stato e la loro attuazione, come l’obbligo per le autorit? di agire in tempo utile, in modo appropriato e con la massima coerenza (cfr., mutatis mutandis, Beyeler c. Italia [GC], n. 33202/96, ?? 114 e 120, CEDU 2000-I).
38. La Corte ribadisce inoltre che “l’attenuazione delle ingiustizie del passato non deve creare nuovi torti” e che “le persone che hanno acquisito i loro beni in buona fede non devono assumersi l’onere della responsabilit? che spetta di diritto allo Stato” (cfr. Pincov? e Pinc c. Repubblica Ceca, no. 36548/97, ? 58, ECHR 2002-VIII).
39. A tale riguardo, la Corte rileva che lo Stato non pu? certo sostenere di non essere a conoscenza del fatto che i suoi beni sono andati perduti a causa di una cattiva gestione. L’autorit? di registrazione aveva registrato tre trasferimenti di propriet? e aveva emesso tre serie di atti di propriet?. Ai sensi della legge del 21 luglio 1997, tali atti sono serviti come riconoscimento e conferma del trasferimento da parte dello Stato (cfr. punto 26).
40. Tuttavia, la pi? recente decisione nazionale emessa nel caso in esame ha negato al richiedente lo status di acquirente in buona fede (si veda il precedente paragrafo 16).
41. La Corte ritiene che un acquirente di beni debba indagare attentamente sulla sua origine per evitare possibili richieste di confisca. La Corte concorda con la Corte Suprema che, se la ricorrente avesse fatto questo, avrebbe scoperto che la propriet? che stava acquistando era oggetto di una controversia e che alla vigilia dell’acquisto il Presidio del Tribunale Regionale aveva annullato l’accordo tra l’impresa e K. Inoltre, la ricorrente avrebbe dovuto essere messa in guardia dal fatto che la propriet? stava cambiando di mano per la terza volta in un anno.
42. Inoltre, sebbene lo Stato non abbia indennizzato la ricorrente, nulla fa pensare che essa non avrebbe potuto chiedere un risarcimento per il suo danno ai responsabili (cfr. Gladysheva, citata, ? 81).
43. Infine, la ricorrente non ha spiegato come ha utilizzato la propriet? e il Tribunale non pu? quindi concludere che i suoi interessi privati prevalgano sugli interessi pubblici, evidentemente significativi, di ospitare le Olimpiadi e di proteggere la natura.
44. Ne consegue che la ricorrente non ha dovuto sostenere un onere individuale eccessivo.
45. Di conseguenza, non vi ? stata alcuna violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1.
PRESUNTA VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE
46. La ricorrente ha denunciato una violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione in quanto il Presidium del Tribunale regionale di Krasnodar non le aveva notificato la sua audizione e aveva esaminato il suo ricorso in cassazione in sua assenza. La parte pertinente dell’articolo 6 ? 1 recita:
“Nella determinazione dei suoi diritti e dei suoi obblighi civili … ognuno ha diritto ad una equa … udienza … da [a] … tribunale …”.
Ammissibilit?
Osservazioni delle parti
47. In riferimento alla loro versione dei fatti (cfr. paragrafo 21), il Governo ha sostenuto che il Tribunale regionale di Krasnodar ha debitamente informato sia la ricorrente che il suo rappresentante. Come prova, il Governo ha fornito copie delle notifiche.
48. La ricorrente ha sostenuto che tale prova era inaffidabile. Le notifiche non avevano il timbro postale e l’indirizzo del rappresentante era diverso da quello del tribunale.
La valutazione del Tribunale
49. La Corte rileva che tale denuncia non ? manifestamente infondata n? inammissibile per altri motivi elencati nell’articolo 35 della Convenzione. Essa deve pertanto essere dichiarata ammissibile.
Meriti
Osservazioni delle parti
50. Le argomentazioni delle parti sono esposte sopra.
Valutazione della Corte
51. La Corte ribadisce che l’articolo 6 ? 1 della Convenzione non garantisce il diritto di comparire di persona in un tribunale civile, ma piuttosto un diritto pi? generale a patrocinare efficacemente e su un piano di parit? con l’opponente (cfr. Khuzhin e altri c. Russia, n. 13470/02, ? 104, 23 ottobre 2008). Ci? significa, tra l’altro, che un contendente deve essere informato dell’udienza in modo da avere il tempo sufficiente per prepararsi e partecipare (cfr. Zagorodnikov c. Russia, n. 66941/01, ? 30, 7 giugno 2007, e Shandrov c. Russia, n. 15093/05, ? 29, 15 marzo 2011). Per confermare che il contendente ? stato avvisato, ? richiesta una prova di consegna, la prova di spedizione non ? sufficiente (vedi Shandrov, sopra citato, ? 28).
52. La Corte non ha motivo di dubitare dell’autenticit? delle notifiche fornite dal Governo nel presente caso. Tuttavia, esse non forniscono alcuna indicazione del fatto che siano state consegnate alla ricorrente o al suo rappresentante.
53. Inoltre, sono state inviate solo otto giorni prima dell’udienza, il che non ? stato un preavviso sufficiente dato che la ricorrente e il suo avvocato vivevano in citt? diverse da quelle in cui si trovava il tribunale (confrontare Shandrov, citato sopra, ? 29).
54. Inoltre, nulla dimostra che il Presidio avesse debitamente considerato la richiesta di rinvio che era stata inviata via fax dall’avvocato della ricorrente alla vigilia dell’udienza e che conteneva ragioni apparentemente valide per il rinvio (cfr. il precedente paragrafo 22).
55. Si ? pertanto verificata una violazione dell’articolo 6, paragrafo 1, della Convenzione.
APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
56. L’articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se il Tribunale constata una violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente interessata consente un risarcimento solo parziale, il Tribunale, se necessario, d? giusta soddisfazione alla parte lesa”.
57. Il ricorrente ha chiesto il risarcimento dei danni non pecuniari. Ha lasciato alla Corte il compito di determinare la somma.
58. Il Governo ha obiettato a questa richiesta come non dimostrata e astratta.
59. La Corte concede alla ricorrente 5.200 euro (cinquemiladuecento euro) a titolo di risarcimento del danno morale, oltre alle imposte eventualmente dovute.
60. La Corte ritiene opportuno che il tasso di interesse di mora sia basato sul tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca Centrale Europea, a cui vanno aggiunti tre punti percentuali.
PER QUESTI MOTIVI, IL TRIBUNALE
Dichiara, a maggioranza, il ricorso ammissibile;
Dichiara, con cinque voti favorevoli e due contrari, che non vi ? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1;
Dichiara, con sei voti contro uno, che vi ? stata una violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione;
? titolare, per cinque voti contro due,
(a) che lo Stato convenuto paghi all’istante, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diventa definitiva ai sensi dell’articolo 44 ? 2 della Convenzione, 5.200 euro (cinquemiladuecento euro) a titolo di danno morale, da convertire nella moneta dello Stato convenuto al tasso applicabile alla data del regolamento, pi? le imposte eventualmente esigibili;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi sopra indicati fino al regolamento saranno dovuti interessi semplici sull’importo di cui sopra ad un tasso pari al tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca Centrale Europea durante il periodo di inadempienza, maggiorato di tre punti percentuali.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto il 15 settembre 2020, ai sensi dell’articolo 77 ?? 2 e 3 del Regolamento della Corte.

Milan Bla?ko Georgios A. Serghides
Presidente Cancelliere

Ai sensi dell’articolo 45 ? 2 della Convenzione e dell’articolo 74 ? 2 del Regolamento della Corte, i seguenti pareri distinti sono allegati alla presente sentenza:

a) Dichiarazione di dissenso del giudice Serghides;
(b) Parere di dissenso del giudice Dedov.
G.A.S.
M.B.

DICHIARAZIONE DI DISSENSO DEL GIUDICE SERGHIDES

1. Questa non ? una vera e propria opinione parzialmente dissenziente, ma piuttosto una dichiarazione di dissenso (si veda l’articolo 74 ? 2 del Regolamento della Corte), per esprimere molto brevemente il mio disaccordo con la constatazione che non vi ? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione.
2. 2. A mio avviso, il diritto o la corretta applicazione dei principi fondamentali della Convenzione, vale a dire il principio di efficacia (o di effettiva protezione dei diritti umani) e il principio di proporzionalit?, ai fatti del caso, porterebbe necessariamente a constatare una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1.
3. In base alla mia conclusione, concederei al ricorrente un importo di danno morale pi? elevato rispetto a quello che sarebbe stato concesso nella sentenza (punto 59 e punto 4, lettera a), del dispositivo). Mi asterr?, tuttavia, dal determinare tale importo in quanto sono in minoranza.

PARERE DISSENZIENTE DEL GIUDICE DEDOV

1. Comprendo e accetto pienamente le motivazioni delle decisioni prese dai miei colleghi della maggioranza e dalla Corte suprema russa in merito alla questione dell’acquirente in buona fede. 2. Ho deciso di scrivere un parere a causa dell’assenza di una giurisprudenza consolidata e di standard della Corte su tale questione con cui valutare se le autorit? nazionali abbiano o meno imposto un onere eccessivo all’acquirente in buona fede della propriet? nel presente caso.
2. La dottrina generale del diritto civile ? la seguente: l’acquirente acquista a proprio rischio e pericolo per quanto riguarda il titolo di propriet? e, per garantirne la sicurezza, deve fare delle indagini; egli non pu? accettare con certezza il fatto del possesso precedente al valore nominale, ma deve accertare come ? stato acquisito il possesso. In altre parole, l’acquirente ? tenuto a rispettare il ragionevole dovere di diligenza per verificare la validit? della transazione. La posizione del Tribunale ? che il richiedente avrebbe dovuto verificare se il bene era oggetto di una controversia. Tuttavia, la dottrina ? limitata e funziona principalmente per un acquisto da un ladro. Se c’? una catena di transazioni, l’onere di garantire la validit? di tutti i precedenti trasferimenti di propriet? diventa sempre pi? eccessivo.
3. A mio avviso la Corte non dovrebbe trascurare la presunzione di buona fede in materia civile, anche se questa dottrina ? pi? complessa e meno protettiva della presunzione di innocenza in materia penale. Esiste infatti la presunzione che l’acquirente abbia agito in buona fede (ossia che non fosse realmente a conoscenza del fatto che il venditore non era autorizzato a vendere l’immobile), a meno che non vi siano circostanze oggettive che provino il contrario, o che spostino l’onere sull’acquirente per dimostrare che egli ha agito in buona fede. Le circostanze oggettive si riferiscono alla possibilit? che l’acquirente sia a conoscenza della mancanza di titolo di propriet? del venditore. Tali circostanze possono comprendere l’esistenza di stretti rapporti tra le parti o di un conflitto di interessi.
4. Nel caso in esame, l’impresa statale e K. avevano concluso un accordo amichevole per saldare il debito dell’impresa nei confronti di K.. L’accordo ? stato approvato dal tribunale nazionale. Non sono sicuro che il procedimento giudiziario nei confronti di K. possa corrispondere a tali circostanze oggettive. Mentre il Presidium del Tribunale regionale operava in qualit? di autorit? di vigilanza per esaminare la validit? dell’accordo amichevole, K. ha venduto la propriet? a M. N? M. n? il richiedente erano parti del procedimento giudiziario in questione. Non ? stato dimostrato che K., M. e il ricorrente fossero in qualche modo collegati. All’epoca non vi era libero accesso a una banca dati di atti giudiziari, e tale banca dati non esisteva nemmeno. Quando l’Agenzia del Demanio ha impugnato l’accordo amichevole, non ha adottato le misure provvisorie necessarie per impedire la successiva vendita dell’immobile a terzi, indicando tali misure nel registro immobiliare, in modo che il ricorrente potesse essere a conoscenza del procedimento giudiziario. A seguito di tali omissioni da parte dello Stato, la ricorrente non ha avuto la possibilit? di effettuare un’indagine completa e ha dovuto obiettivamente basarsi sul certificato di propriet? presentato da M. Inoltre, la validit? dell’operazione non ? stata verificata dal notaio, e non posso biasimare la ricorrente per tale “omissione” perch? all’epoca lo Stato aveva annullato l’obbligo di autenticazione notarile delle operazioni immobiliari. Tuttavia, la Corte Suprema non ha preso in considerazione tutti questi fattori e ha concluso che, essendo in corso il procedimento giudiziario, era dovere della ricorrente prenderne conoscenza e astenersi dall’acquistare l’immobile.
5. Ritengo che l’onere imposto alla ricorrente fosse eccessivo. Risulta che, secondo i giudici nazionali, le autorit? statali non erano a conoscenza, per pi? di 8 anni, delle operazioni che ne sono derivate (vendita di immobili da K. a M. e poi da M. al ricorrente), sebbene tali operazioni fossero registrate nel registro degli immobili. Il giudice nazionale ha rifiutato di applicare la regola della prescrizione di tre anni e di constatare che lo Stato aveva perso il diritto di rivendicare il bene dal richiedente. Allo stesso tempo, il giudice nazionale ha obbligato il ricorrente ad esercitare la dovuta diligenza per ottenere le informazioni sui procedimenti pendenti contro K., anche se non era in contatto con lui. Non sono sicuro che l’intero procedimento contro il richiedente sia stato equo, n? che le autorit? abbiano cercato di trovare un giusto equilibrio tra interessi individuali e generali. La questione dell’acquirente in buona fede, quale fattore determinante per decidere il caso contro il ricorrente, ? stata decisa da un giudice unico a livello del pi? alto tribunale nazionale senza alcuna udienza pubblica o procedimento in contraddittorio che avrebbe potuto permettere al ricorrente di dimostrare che aveva agito in buona fede e che aveva esercitato il suo dovere di diligenza. La ricorrente ? stata cos? privata delle garanzie procedurali. In caso contrario, il suo caso avrebbe dovuto essere rinviato dalla Corte Suprema per un nuovo esame.
6. Ho anche votato contro la constatazione di una violazione dell’articolo 6 perch? il procedimento di delimitazione dei confini non era direttamente decisivo per il diritto di propriet? della ricorrente e, pertanto, la domanda in questa parte avrebbe dovuto essere dichiarata inammissibile ratione materiae.

Testo Tradotto

THIRD SECTION
CASE OF BELOVA v. RUSSIA
(Application no. 33955/08)

JUDGMENT

Art 1 P1 ? Respect for property ? Public property recovered by State years after purchase by applicant following unauthorised sale to intermediate acquirers ? Acquirer?s duty to investigate origin of property to avoid possible confiscation claims ? Good faith thus not acknowledged ? Applicant not deprived of seeking compensation from those responsible for her loss ? Significant public interests in issue not outweighed by private ones
Art 6 ? 1 (civil) ? Lack of notification of appeal hearing

STRASBOURG
15 September 2020

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Belova v. Russia,
The European Court of Human Rights (Third Section), sitting as a Chamber composed of:
Georgios A. Serghides, President,
Helen Keller,
Dmitry Dedov,
Alena Pol??kov?,
Gilberto Felici,
Erik Wennerstr?m,
Lorraine Schembri Orland, judges,
and Milan Bla?ko, Section Registrar,
Having regard to:
the application against the Russian Federation lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by a Russian national, Ms Nina Aleksandrovna Belova (?the applicant?), on 12 June 2008;
the decision to give notice to the Russian Government (?the Government?) of the application;
the parties? observations;
Having regard to the decision to uphold the Government?s objection to the examination of the application by a Committee;
Having deliberated in private on 25 August 2020,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
INTRODUCTION
The case concerns the recovery of State-owned property from a private person under the laws on purchase in good faith.
THE FACTS
1. The applicant was born in 1972 and lives in Sochi. She was represented by Mr M. Ioffe, a lawyer practising in Riga.
2. The Government were represented by Mr M. Galperin, the Representative of the Russian Federation to the European Court of Human Rights.
3. The facts of the case, as submitted by the parties, may be summarised as follows.
I. TRANSACTIONS LEADING TO THE APPLICANT?S ACQUISITION OF THE PROPERTY
4. In 1977, Southern Cultures, a State horticultural enterprise, dug an irrigation pond on Golubaya Street in Sochi. A bathhouse and a portable cabin were erected on the pond?s banks. The property was built on land which belonged to the State and was managed (????????????? ???????) by the enterprise.
5. The enterprise was indebted to K. for the maintenance of the pond. Litigation ensued, and in April 2003 the enterprise signed over the pond, the bathhouse, and the cabin to K. in partial settlement. K. registered the agreement with the Property Registration Authority (????) and was issued with the title deeds (????????????? ???????????????? ??????????? ?????, literally ?certificate of State registration of title?).
6. In November 2003 K. sold the property to M.
7. On 8 December 2003 M. registered his acquisition with the Registration Authority and was issued with the title deeds.
8. On 27 May 2004 the Presidium of the Krasnodar Regional Court set aside the settlement agreement between the enterprise and K.
9. On 28 May 2004 M. sold the property to the applicant. He proved his title with the deeds issued by the Registration Authority.
10. On 18 June 2004 the applicant registered her acquisition with the Registration Authority and was issued with the title deeds. She enclosed the property with four rows of barbed wire and put it to undisclosed personal use.
11. On 29 August 2004 K. was awarded a sum against the enterprise in payment of the debt.
II. ACTION FOR THE RECOVERY OF THE PROPERTY FROM THE APPLICANT
12. In 2012 the State Property Agency (????????? ?? ?????????? ??????????????? ??????????) sought to reclaim the property from the applicant, alleging that the enterprise had failed to seek authorisation before signing the property over.
13. On 20 July 2012 the district court dismissed the action as time barred.
14. On 4 October 2012 the Krasnodar Regional Court reversed that decision and found against the applicant. The court found that the land on which the property was situated belonged to the State, that it had been designated for construction in preparation for the Olympics, and that the property could be recovered from the applicant under Articles 301 and 302 of the Civil Code (see paragraph 24 below) because the State had not agreed to the original transfer of the title. The court annulled the applicant?s title deeds and ordered her to return the property to the State.
15. On 23 November 2012 the Regional Court refused the applicant leave to lodge a cassation appeal.
16. On 8 August 2013 the Supreme Court refused the applicant leave to lodge a cassation appeal. The court considered that the applicant was not a good faith acquirer because, had she exercised due care and diligence, she would have known that the property had been the subject of litigation and that the enterprise had lost possession of it against its will.
III. ACTION FOR THE BOUNDARY DELINEATION
17. In 2011, in related proceedings, the applicant sought an injunction against the State Property Agency to delineate on the cadastral map the plot of land on which her property was situated and to place it at her disposal.
18. On 5 October 2011 the Adler District Court granted the injunction.
19. On 17 November 2011 the Krasnodar Regional Court upheld that decision.
20. The Agency lodged a cassation appeal.
21. According to the Government, on 10 April 2012 the Regional Court notified both the applicant and her representative by post and telegraph that on 18 April 2012 it would hear the appeal.
22. According to the applicant?s representative, on 17 April 2012 he telephoned the court and learned of the hearing. Later the same day he faxed a letter to the court in which he stated that he and the applicant wished to attend but were unable to do so because they had not been notified of the hearing and did not know the contents of the appeal, and thus could not respond to it. He asked the court to send to him copies of the documents and to allow them time to prepare their response. The representative added that he could not attend the hearing on 18 April 2012 because of prior engagements in foreign courts.
23. On 18 April 2012 the Presidium of the Krasnodar Regional Court heard the Agency?s cassation appeal. The hearing was attended by the respondent (the Agency) and two third-party respondents (the public Committee for the Preparation of the 2014 Winter Olympics and a private company which held a contract for construction on the disputed land). The Presidium noted that all the parties had been duly notified of the date and place of the hearing. The Presidium allowed the Agency?s appeal, reversed the earlier decisions and rejected the applicant?s claim. It held, in substance, that the disputed land belonged to the State and had been destined for use as a bird reserve and a 500-room five-star hotel which would accommodate representatives of the International Olympic Committee.
RELEVANT LEGAL FRAMEWORK
24. Articles 301 and 302 of the Civil Code 1994 provide as follows:
Article 301: Recovery of property from wrongful possession by another
?The owner may recover his property from wrongful possession by another.?
Article 302: Recovery of property from a good-faith acquirer
?1. If property was acquired for value from a person who had no right to transfer it, and if the acquirer did not and could not have known this (a good-faith acquirer), the owner may recover the property from the acquirer if the property had been lost by him or his trustee, if it had been stolen from them, or if it had otherwise left their possession against their will….?
25. The relevant part of Article 385 ? 2 of the Code of Civil Procedure 2002 provides as follows:
?Parties shall be notified of the time and place of the examination of a cassation appeal … but their non-appearance shall not be an obstacle to such an examination.?
26. Section 2 of Federal Law no. 122-FZ of 21 July 1997 on State registration of rights to immovable property and related transactions, as in force at the material time, provided as follows:
Concept of State registration of rights to immovable property
and related transactions
?1. The State registration of rights to immovable property and related transactions … is a legal act by which the State recognises and confirms the existence, restriction (encumbrance), transfer or termination of rights to immovable property. …
The State registration serves as the sole proof of the existence of a registered right. The registered right to immovable property may be contested only in court.?
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 TO THE CONVENTION
27. The applicant complained that she had been wrongfully dispossessed of her property. The Court will examine this complaint under Article 1 of Protocol No. 1, which reads:
?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?
A. Admissibility
1. Submissions by the parties
28. The Government submitted that the applicant?s complaint was manifestly ill founded. In their opinion, the property had been taken from the applicant in accordance with the law. They argued that the State had lost the property against its will, K. had never acquired title to it, and the applicant?s purchase of it had therefore been null.
29. The applicant submitted that the confiscated buildings had never belonged to the State, and that her property had been appropriated by a company affiliated with a billionaire who was keen to profit from the construction taking place in preparation for the Olympics.
2. The Court?s assessment
30. The Court notes that this complaint is neither manifestly ill-founded nor inadmissible on any other grounds listed in Article 35 of the Convention. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. Submissions by the parties
31. The parties? arguments are set out above.
2. The Court?s assessment
32. The Court finds that the applicant?s property ? recoverable though it proved to be ? should be considered her ?possession? within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1 because she had her title to it officially registered (see Gladysheva v. Russia, no. 7097/10, ? 69, 6 December 2011).
33. The Court also finds that the order to return the applicant?s property to the State was an interference with her right to the peaceful enjoyment of that possession (see,mutatis mutandis, Gladysheva, cited above, ?? 52?59).
34. The Court agrees with the Government that the interference was subject to the conditions provided for by law, namely Articles 301 and 302 of the Civil Code as interpreted by the domestic courts.
35. The Court further finds that the interference was in the public interest because, as explained by the domestic authorities and the Government, the State intended to regain the property it had lost through mismanagement and to use it for hosting a major international sporting event and protecting nature.
36. It remains to be determined whether the interference was proportionate to the above-mentioned interest and whether the applicant had to bear an excessive individual burden (ibid., ? 82).
37. The parties made no submissions on this point. For its part, the Court reiterates that an interference with the peaceful enjoyment of possessions must strike a fair balance between the general interests of the community and the individual?s rights. This means that a measure must be both appropriate for achieving its aim and not disproportionate to that aim. The requisite balance will be upset if the person concerned has had to bear ?an individual and excessive burden? (see, among other authorities,James and Others v. the United Kingdom, 21 February 1986, ? 50, Series A no. 98). Authorities should be able to correct their mistakes, but not in a situation where the individual concerned is required to bear an excessive burden (see Vuku?i? v. Croatia, no. 69735/11, ? 64, 31 May 2016, with case-law cited therein). The search for a balance is reflected in the structure of Article 1 of Protocol No. 1 as a whole, regardless of which paragraphs are concerned in each case; there must always be a reasonable relationship of proportionality between the means employed and the aim pursued. Ascertaining whether such a balance existed requires an overall examination of the various interests in issue (see Perdig?o v. Portugal [GC], no. 24768/06, ?? 67-68, 16 November 2010), which may call for an analysis of such elements as the terms of compensation and the conduct of the parties to the dispute, including the means employed by the State and their implementation, such as the requirement for the authorities to act in good time, in an appropriate manner and with utmost consistency (see, mutatis mutandis, Beyeler v. Italy [GC], no. 33202/96, ?? 114 and 120, ECHR 2000-I).
38. The Court also reiterates that ?the attenuation of past injustices [should] not create new wrongs? and ?persons who acquired their possessions in good faith [should not be] made to bear the burden of responsibility which is rightfully that of the State? (see Pincov? and Pinc v. the Czech Republic, no. 36548/97, ? 58, ECHR 2002-VIII).
39. The Court notes in that regard that it is hardly open to the State to claim that it did not know that its property had been lost due to mismanagement. The Registration Authority had registered three transfers of the property and had issued three sets of title deeds. Under the terms of the Law of 21 July 1997, those deeds served as the State?s recognition and confirmation of the transfer (see paragraph 26 above).
40. Nevertheless, the most recent domestic decision given in the case denied the applicant the status of a good-faith acquirer (see paragraph 16 above).
41. The Court considers that an acquirer of property should carefully investigate its origin in order to avoid possible confiscation claims. The Court agrees with the Supreme Court that, had the applicant done this, she would have discovered that the property she was buying was the subject of a dispute and that on the eve of the purchase the Presidium of the Regional Court had set aside the agreement between the enterprise and K. Furthermore, the applicant should have been put on her guard by the fact that the property was changing hands for the third time in a year.
42. In addition, although the State did not compensate the applicant, there is nothing to suggest that she would not be able to claim compensation for her loss from those responsible for it (contrast Gladysheva, cited above, ? 81).
43. Finally, the applicant has not explained how she used the property and the Court cannot therefore conclude that her private interests outweighed the self-evidently significant public interests of hosting the Olympics and protecting nature.
44. It follows that the applicant did not have to bear an excessive individual burden.
45. There has accordingly been no violation of Article 1 of Protocol No. 1.
II. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 6 ? 1 OF THE CONVENTION
46. The applicant alleged a violation of Article 6 ? 1 of the Convention in that the Presidium of the Krasnodar Regional Court had failed to notify her of its hearing and had examined her cassation appeal in her absence. The relevant part of Article 6 ? 1 reads:
?In the determination of his civil rights and obligations … everyone is entitled to a fair … hearing … by [a] … tribunal …?
A. Admissibility
1. Submissions by the parties
47. Referring to their version of the events (see paragraph 21 above), the Government submitted that the Krasnodar Regional Court had duly notified both the applicant and her representative. As proof, the Government provided copies of the notifications.
48. The applicant argued that this proof was untrustworthy. The notifications did not have postmarks and the representative?s address on them differed from the one on file at the court.
2. The Court?s assessment
49. The Court notes that this complaint is neither manifestly ill-founded nor inadmissible on any other grounds listed in Article 35 of the Convention. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. Submissions by the parties
50. The parties? arguments are set out above.
2. The Court?s assessment
51. The Court reiterates that Article 6 ? 1 of the Convention does not guarantee the right to appear in person in a civil court but rather a more general right to plead effectively and on an equal footing with the opponent (see Khuzhin and Others v. Russia, no. 13470/02, ? 104, 23 October 2008). This means, among other things, that a litigant must be notified of a hearing in a way which allows him or her enough time to prepare and to attend (see Zagorodnikov v. Russia, no. 66941/01, ? 30, 7 June 2007, and Shandrov v. Russia, no. 15093/05, ? 29, 15 March 2011). To confirm that the litigant has been notified, proof of delivery is required, proof of dispatch does not suffice (see Shandrov, cited above, ? 28).
52. The Court has no reason to doubt the authenticity of the notifications furnished by the Government in the present case. They do not, however, provide any indication that they were delivered to either the applicant or her representative.
53. Furthermore, they were sent only eight days before the hearing, which was not enough notice given that the applicant and her lawyer lived in different cities to where the court was located (compare Shandrov, cited above, ? 29).
54. In addition, nothing shows that the Presidium had duly considered the postponement request which had been faxed by the applicant?s lawyer on the eve of the hearing and which contained seemingly valid reasons for the postponement (see paragraph 22 above).
55. There has accordingly been a violation of Article 6 ? 1 of the Convention.
III. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
56. Article 41 of the Convention provides:
?If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.?
57. The applicant claimed compensation in respect of non-pecuniary damage. She left it to the Court to determine the sum.
58. The Government objected to this claim as unsubstantiated and abstract.
59. The Court awards the applicant EUR 5,200 (five thousand two hundred euros) in respect of non pecuniary damage, plus any tax that may be chargeable.
60. The Court considers it appropriate that the default interest rate should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT
1. Declares, by a majority, the application admissible;
2. Holds, by five votes to two, that there has been no violation of Article 1 of Protocol No. 1;
3. Holds, by six votes to one, that there has been a violation of Article 6 ? 1 of the Convention;
4. Holds, by five votes to two,
(a) that the respondent State is to pay the applicant, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 ? 2 of the Convention, EUR 5,200 (five thousand two hundred euros) in respect of non-pecuniary damage, to be converted into the currency of the respondent State at the rate applicable at the date of settlement, plus any tax that may be chargeable;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amount at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points.
Done in English, and notified in writing on 15 September 2020, pursuant to Rule 77 ?? 2 and 3 of the Rules of Court.
Milan Bla?ko Georgios A. Serghides
RegistrarPresident

In accordance with Article 45 ? 2 of the Convention and Rule 74 ? 2 of the Rules of Court, the following separate opinions are annexed to this judgment:
(a) Statement of dissent of Judge Serghides;
(b) Dissenting opinion of Judge Dedov.
G.A.S
M.B.

STATEMENT OF DISSENT BY JUDGE SERGHIDES
1. This is not a fully-fledged partly dissenting opinion but rather a statement of dissent (see Rule 74 ? 2 of the Rules of Court), to express very briefly my disagreement with the finding that there has been no violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.
2. To my mind, the right or proper application of the fundamental principles of the Convention, namely, the principle of effectiveness (or effective protection of human rights) and the principle of proportionality, to the facts of the case, would necessarily result in finding a violation of Article 1 of Protocol No. 1.
3. Based on my conclusion, I would award a higher amount of non pecuniary damage to the applicant than the award made in the judgment (paragraph 59 and point 4 (a) of the operative part). I will refrain, however, from determining that amount since I am in the minority.

DISSENTING OPINION OF JUDGE DEDOV
1. I completely understand and accept the reasons behind the decisions made by my colleagues in the majority and by the Russian Supreme Court regarding the issue of the bona fide purchaser. I decided to write an opinion because of the absence of any established case-law and standards of the Court on this issue by which to assess whether or not the national authorities imposed an excessive burden on the bona fide purchaser of the property in the present case.
2. The general civil law doctrine is the following: the purchaser buys at his or her own risk in respect of title, and, to ensure that it is safe, must make enquiries; he or she may not with certainty accept the fact of prior possession at face value, but must ascertain how possession has been acquired. In other words, the purchaser is obliged to comply with the reasonable duty of care to verify the validity of the transaction. The position of the Court is that the applicant should have verified whether the property was subject to a dispute. However, the doctrine is limited and it works primarily for a purchase from a thief. If there is a chain of transactions, the burden to ensure the validity of all previous transfers of ownership becomes increasingly excessive.
3. In my view the Court should not overlook the presumption of good faith in civil matters, although this doctrine is more complex and less protective than the presumption of innocence in the field of criminal law. Indeed, there is a presumption that the purchaser was acting in good faith (i.e. was genuinely unaware that the vendor was not authorised to sell the property), unless there are objective circumstances which prove otherwise, or which shift the burden to the purchaser to prove that he or she was acting in good faith. The objective circumstances relate to the possibility for the purchaser to know about the vendor?s lack of title. Such circumstances may include the existence of close relations between the parties or a conflict of interest.
4. In the present case, the State enterprise and K. had entered into an amicable agreement to settle the debt owed to K. by the enterprise. The agreement was approved by the national court. I am not sure that the court proceedings against K. could amount to such objective circumstances. While the Presidium of the Regional Court was acting as a supervisory authority to examine the validity of the amicable agreement, K. sold the property to M. Neither M. nor the applicant were parties to the court proceedings in question. It was not proven that K., M. and the applicant were connected in any way. At that time there was no free access to a database of judicial acts, and such a database did not even exist. When the State Property Agency challenged the amicable agreement, it did not take the necessary action to impose interim measures to prevent the ensuing sale of the property to third parties by indicating those measures in the property register, so that the applicant could have known about the court proceedings. As a result of such omissions on the part of the State, the applicant did not have the possibility of making a full-scale inquiry and she objectively had to rely on the ownership certificate presented by M. Moreover, the validity of the transaction was not verified by the public notary, and I cannot blame the applicant for such an ?omission? because at that time the State had annulled the requirement to notarise immovable property transactions. However, the Supreme Court did not take all those factors into consideration and it concluded that since the court proceedings were extant, it was the applicant?s duty to take cognisance of them and to refrain from purchasing the property.
5. I believe that the burden imposed on the applicant was excessive. It appears that, according to the national courts, the State authorities did not know for more than 8 years about the ensuing transactions (sale of property from K. to M. and then from M. to the applicant), although those transactions were registered in the immovable property register. The national court refused to apply the three-year prescription rule and to find that the State had lost the right to claim the property from the applicant. At the same time, the applicant was obliged by the national court to exercise due diligence in order to obtain the information about pending proceedings against K., even though she was not in contact with him. I am not sure that the whole proceedings against the applicant were fair, or that the authorities sought to strike a fair balance between individual and general interests. The issue of the bona fide purchaser, as the key decisive factor in deciding the case against the applicant was adjudicated by a single judge at the level of the highest national court without any public hearings or adversarial proceedings which could have allowed the applicant to prove that she had acted in good faith and had exercised her duty of care. She was thus deprived of procedural safeguards. Otherwise, her case should have been referred back by the Supreme Court for a new examination.
6. I also voted against the finding of a violation of Article 6 because the boundary delineation proceedings were not directly decisive for the property right of the applicant, and therefore, the application in this part should have been declared inadmissible ratione materiae.

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La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 15/10/2024