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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF BARCZA AND OTHERS v. HUNGARY

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41,35,P1-1
Numero: 50811/10/2016
Stato: Ungheria
Data: 2016-10-11 00:00:00
Organo: Sezione Quarta
Testo Originale

Conclusioni: Violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 – Protezione di propriet? (l’Articolo 1 par?. 1 di Protocollo N.ro 1 – godimento Tranquillo di propriet? Articolo 1 par?. 2 di Protocollo N.ro 1 – Controlli dell’uso di propriet?) danno Patrimoniale e non-patrimoniale – l’assegnazione (Articolo 41 – Non – danno patrimoniale danno Patrimoniale
Soddisfazione equa)

QUARTA SEZIONE

CAUSA BARCZA ED ALTRI C. UNGHERIA

(Richiesta n. 50811/10)

SENTENZA

STRASBOURG

11 ottobre 2016

DEFINITIVO

11/01/2017

Questa sentenza ? divenuta definitivo sotto Articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetto a revisione editoriale.

Nella causa di Barcza ed Altri c. l’Ungheria,
La Corte europea di Diritti umani (quarta Sezione), riunendosi che come una Camera, compose di:
Vincenzo A. De Gaetano, Presidente
Andr?s Saj?,
Nona Tsotsoria,
Paulo il de di Pinto Albuquerque,
Krzysztof Wojtyczek,
Egidijus Kris?,
Gabriele Kucsko-Stadlmayer, giudici
ed Andrea Tamietti, Sezione Cancelliere Aggiunto
Avendo deliberato in privato 20 settembre 2016,
Consegna la sentenza seguente sulla quale fu adottata quel la data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da in una richiesta (n. 50811/10) contro l’Ungheria deposit? con la Corte sotto Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libert? Fondamentali (?la Convenzione?) con tre cittadini ungheresi, OMISSIS (?i richiedenti?), 26 agosto 2010. Il terzo richiedente mor? 21 settembre 2014. 24 febbraio 2015 i suoi figli, OMISSIS, fatto domanda per intraprendere la richiesta di fronte alla Corte nel suo posto e trattenne lo stesso avvocato per rappresentarli.
2. I richiedenti furono rappresentati con OMISSIS, un avvocato che pratica in Budapest. Il Governo ungherese (?il Governo?) fu rappresentato col Sig. Z. Tall?di, Agente, Ministero della Giustizia.
3. I richiedenti addussero che la costituzione di una zona di protezione di acqua sulla loro area di terra e le autorit? l’insuccesso di ‘ per espropriare la loro propriet? costitu? un’interferenza col godimento tranquillo delle loro propriet? per il quale loro non avevano ricevuto il risarcimento adeguato, in violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
4. 16 giugno 2015 la richiesta fu comunicata al Governo.
I FATTI
IO. LE CIRCOSTANZE DI LA CAUSA
5. Il primo richiedente, il Sig.ra Jenn? ?Barcza nacque nel 1962 e vive in Solym?r; il secondo richiedente, il Sig.ra J?nosn? B?sits nacque nel 1957 e vive in Dunabogd?ny; il terzo richiedente, il Sig. L?szl? P?vai nacque nel 1930 e visse in Le?nyfalu.
6. I richiedenti erano coproprietari di un’area vacante di terra situati nell’area urbana del municipio di Le?nyfalu. Fu designato originalmente come terra non-agricola e registr? sotto area n. 2733.
7. Su una data non specificata, la Danube Valle Direzione Centrale di Gestione di Acqua (K?z?p-Duna-v?lgyi V?z?gyi Igazgat?s?g) stabilito una zona di protezione per la riserva di acqua del municipio di Le?nyfalu. Secondo questa decisione, i richiedenti la propriet? di ‘, insieme con le altre aree di terra parte formata della zona di protezione. La decisione amministrativa ordin? il proprietario della riserva di acqua protetta, lo Stato ungherese, fare un’offerta che compensa i proprietari delle aree di terra all’interno della zona di protezione entro sessanta giorni.
8. 16 dicembre 2002 la Generale Direzione di Gestione di Acqua (Orsz?gos V?z?gyi Igazgat?s?g) sostenne la decisione di primo-istanza sulla costituzione di una zona di protezione per la riserva di acqua del municipio. La decisione richiese anche che se il proprietario della riserva di acqua protetta fosse diverso da che della terra nella zona di protezione, il proprietario della riserva di acqua protetta aveva l’obbligo per acquisire propriet? della terra nella zona di protezione, o tramite l’espropriazione o per una vendita ed accordo di acquisto (veda divide in paragrafi 24 e 25 sotto). Che decisione annull? anche l’obbligo per procedere con risarcimento per i possidenti entro sessanta giorni.
9. Con una decisione di 4 ottobre 2005 lo Szentendre Distretto Terra Cancelleria redesignated i richiedenti ‘ disegna di terra come un ?zona di protezione interna.?
10. Sotto la legge, proprietari di terra all’interno della zona di protezione di acqua erano sotto un obbligo per frenarsi da qualsiasi attivit? che potrebbe mettere in pericolo qualit? di acqua o potrebbe condurre ad inquinamento e dal costruire qualsiasi facilit? che non ha notificato i fini della riserva di acqua. Inoltre, loro furono obbligati per concedere l’uso della loro propriet? per qualsiasi il lavoro necessario per il mantenimento della riserva di acqua (veda paragrafo 25 sotto).
11. 16 novembre 2005 i proprietari delle aree di terra all’interno della zona di protezione rivolsero una lettera alla Tesoreria Bene Gestione Direzione (Kincst?ri Vagyoni Igazgat?s?g), l’amministratore della riserva di acqua, offrendo le loro aree di terra per vendita e chiedendo alla Direzione di fare un’offerta.
12. La Direzione trasfer? la richiesta alla Valle di Danube Centrale Inspectorate per Protezione Ambientale, la Natura Conservazione e Gestione di Acqua (K?z?p-Dunav?lgyi l’?s di K?rnyezetv?delmi V?z?gyi Igazgat?s?g) che, a causa di mancanza di giurisdizione, restitu? la causa alla Direzione 13 dicembre 2005, informando il Ministero di Ambiente Protezione e Gestione di Acqua della misura. 12 aprile 2006 il Ministero istru? il Danube Impianto idrico Regionale Inc. (Duna Menti Region?lis V?zm ?Zrt.), il corpo direttivo della riserva di acqua che l’espropriazione ha abbattuto all’interno dell’Impianto idrico la competenza di ‘.
13. Nel frattempo, in procedimenti iniziati con alcuni dei possidenti, la Peste che Corte Regionale e Provinciale ha stabilito che la Tesoreria Bene Gestione Direzione era sotto un obbligo per procedere con l’espropriazione. Di conseguenza, i richiedenti fecero una rappresentanza nuova al Ministero 31 ottobre 2007, chiedendo a s? di fare un’offerta entro trenta giorni di ricevuta della lettera.
14. 18 febbraio 2008 loro re-presentarono la loro richiesta alla Direzione Centrale per Acqua ed Ambiente (?s di V?z?gyi K?rnyezetv?delmi K?zponti Igazgat?s?g), il corpo nominato inoltre col Ministero per decisionale.
15. 11 agosto 2008 i proprietari delle aree di terra, incluso i richiedenti chiesero all’Amministrazione Ufficio Regionale ungherese e Centrale (K?z?p-magyarorsz?gi Region?lis K?zigazgat?si Hivatal) istruire il Ministero a procedere con l’espropriazione con esponendo un tempo-limite.
16. La loro richiesta fu respinta 11 agosto 2008. Secondo l’Amministrazione Ufficio, i proprietari prima avevano richiesto l’espropriazione delle loro propriet? 31 ottobre 2007, cos? il periodo di tre-anno legale durante il quale il Ministero potrebbe acquisire la propriet? non era scaduto. I proprietari chiesero controllo giurisdizionale di questa decisione.
17. Con una decisione di 22 ottobre 2009 la Peste Corte Regionale e Provinciale rovesci? la decisione amministrativa e rinvi? la causa all’Amministrazione Ufficio, mentre affermando che il periodo di tre-anno era scaduto poich? i procedimenti di espropriazione furono iniziati, 16 novembre 2005 a che il tempo i rivendicatori avevano offerto la loro area di terra per vendita.
18. 2 dicembre 2008 il Danube Impianto idrico Regionale inform? i richiedenti che qualsiasi misura riguardo alla propriet? dell’area contestata di pelle di terra all’interno della competenza dello Stato.
19. 19 gennaio 2009 la Direzione Centrale per Acqua ed Ambiente inform? i richiedenti che aveva nominato una societ? di limite di responsabilit? per preparare la vendita ed accordi di acquisto ed i documenti necessari per l’espropriazione con 29 maggio 2009.
20. 27 gennaio 2009 la societ? di limite di responsabilit? sped? un’offerta di acquisto per l’acquisizione dei richiedenti ‘ disegna di terra per 3,974,000 forints ungheresi (HUF-approssimativamente 13,000 euros (EUR)). I richiedenti contestarono l’importo del risarcimento; ciononostante, l’archivio di causa indica che loro non ricevettero mai una risposta alle loro osservazioni.
21. 14 dicembre 2010 la Peste Ufficio Governativo e Provinciale (la Peste Megyei Korm?nyhivatal) (il successore legale dell’Amministrazione Ufficio Regionale ungherese e Centrale) ordin? Gestione di Bene Nazionale Inc. (Magyar Nemzeti Vagyonkezel ?Zrt) (il successore legale della Tesoreria Bene Gestione Direzione) notificare un avviso di espropriazione sui proprietari terrieri entro novanta giorni di ricevuta della decisione. Questo non succed?. Dopo che il termine massimo era passato i richiedenti fatti domanda a Gestione di Bene Nazionale Inc. che chiede l’esecuzione della decisione di espropriazione obbligatoria. La richiesta fu accordata con l’Ufficio Statale; nonostante questa Gestione di Bene Nazionale Inc. non rispose a qualsiasi delle misure prese con l’Ufficio Statale. Di conseguenza, l’Ufficio Statale proced? con l’espropriazione di sua propria istanza, mentre commissionando un’opinione competente ed udienze che sostengono.
22. Infine, la decisione sull’espropriazione dei richiedenti che ‘ disegna di terra fu emessa con l’Ufficio Statale 16 dicembre 2011, mentre stabilendo l’importo del risarcimento a HUF 39,170,000 (verso EUR 126,000).
I richiedenti ricevettero il risarcimento 27 gennaio 2012.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
23. Legge-decreto n. 24 di 1976 su Espropriazione (in vigore sino a 31 dicembre 2007) purch? siccome segue:
Sezione 3
?(1) propriet? di beni immobili pu? essere acquisita con modo dell’espropriazione dove l’acquisizione con vendita ed acquisto non ? possibile…?
Sezione 4
?(1) beni immobili pu? essere espropriato per i fini seguenti…
i) gestione di acqua…?
Sezione 18
?(1) procedimenti di espropriazione saranno condotti con l’ufficio di amministrazione.
(2) procedimenti di espropriazione saranno avviati su richiesta a quel l’effetto. L’espropriazione richiede avendo lo stesso obiettivo e colpendo molte propriet? saranno determinati in uno esposto di procedimenti con l’ufficio di amministrazione.
(3) su una richiesta a quell’effetto l’ufficio di amministrazione determiner? se l’espropriazione notifica l’interesse del pubblico, se ? giustificato in appoggio di un fine di pubblico-interesse in riguardo della propriet? cerc? di essere espropriato, e se le ulteriori condizioni dell’espropriazione sono soddisfatte. Dove queste condizioni non sono soddisfatte, la richiesta sar? rifiutata.?
24. Atto n. CXXII di 2007 su Espropriazione entrata in vigore 1 gennaio 2008 e purch?, come in vigore al tempo di materiale, siccome segue:
Sezione 5
?(1) sotto sezione 2 n)-o aguzza) il proprietario del beni immobili avr? diritto anche ad iniziare l’acquisto o l’espropriazione della sua propriet?, dove
un) il proprietario acquis? propriet? della propriet? prima dell’imposizione della restrizione di propriet? riservata specificata in punto b) o c), e
b) sotto le regolamentazioni di edificio locali o regolamentazione progetta la propriet? ? stata selezionata per un fine di pubblico-interesse specificato nella legge ed essere compreso nel futuro, dove la realizzazione di che fine non pu? essere aspettatosi dal proprietario, e la selezione della sua propriet? per che fine ostruisce sostanzialmente o termina suo di propriet? riservato e costruendo diritti,
c) un diritto di pubblico-fine di uso, diritto di cavo o la servit? rifer? agli obiettivi di espropriazione specificati in Sezione 2 punto o) fa, una volta cre?, sostanzialmente ostruisca o termini l’uso corretto della propriet?.
(2) ?nella causa specificata in sottosezione (1) il punto b) il proprietario della propriet? pu? richiedere di obbligare il beneficiario del fine di pubblico-interesse o, in causa di mancanza di cos?, il municipio, presentare una richiesta di espropriazione dove nessun accordo sulla vendita ed acquisto della propriet? ? stato giunto a tre anni dell’iniziazione di tale accordo.?
25. Decreto statale n. 123/1997(VII.18.) sulla protezione di risorse di acqua e di acqua installazioni approvvigionare bevendo acqua prevede siccome segue:
Sezione 11
?(1) nella zona di fonte interna e nella zona di protezione solamente installazioni di estrazione di acqua ed installazioni che notificano i fini operativi del sistema di approvvigionamento di acqua connessi agli installazioni di estrazione di acqua possono essere messi. Gli installazioni e l’attrezzatura saranno operate in tale modo che nessuno sostanze inquinante o contaminanti digitano il corpo di acqua, la superficie base o la falda sotterranea o l’attrezzatura raccogliere, estraendo o trasportando acqua.
(2) nella zona di protezione interna
d) (come in vigore sino a 31 dicembre 2007) gli installazioni di acqua saranno nella stessa propriet? [come la terra nella zona]. La zona di protezione sar? inclusa con recinto o sar? protegguta in qualsiasi l’altra maniera…
d) (come in vigore da 1 gennaio 2008) in causa di installazioni di approvvigionamento di acqua pubblici la terra situata nella zona di protezione sar? posseduta con lo Stato o il municipio, irrispettoso della propriet? degli installazioni…?
Sezione 15/A
?(1) per un beni immobili situato nella zona di protezione interna della facilit? di approvvigionamento di acqua pubblica l’offerta di acquisto sar? reso con l’operatore della facilit? di approvvigionamento di acqua pubblica e protetta (d’ora innanzi: ?l’operatore?); dove l’acquisto della propriet? diviene impossibile, l’operatore avvier? procedimenti di espropriazione.
(2) (come in vigore da 1 gennaio 2008) Propriet? di propriet? acquisita con modo di acquisto o l’espropriazione passer? allo Stato o il municipio, chiunque ? il proprietario della facilit? di approvvigionamento di acqua pubblica.?
LA LEGGE
IO. PUNTO PRELIMINARE
26. Il terzo richiedente morto su 21 settembre 2014 ed i suoi figli inform? la Corte che loro desiderarono intraprendere la richiesta ha introdotto con lui (veda paragrafo 1 sopra). In un numero di cause nel quale un richiedente mor? nel corso dei procedimenti la Corte ha preso in considerazione le dichiarazioni degli eredi del richiedente o di membri di famiglia vicini che esprimono il desiderio per intraprendere i procedimenti (veda L?ger c. la Francia (colpendo) [GC], n. 19324/02, ? 43, 30 marzo 2009 con gli ulteriori riferimenti). Non si ha contestato che lui ? concesso per fare cos? nella causa presente, e la Corte non vede nessuna ragione di sostenere altrimenti (veda Dimitar Krastev c. la Bulgaria, n. 26524/04, ? 42 12 febbraio 2013).
II. Violazione allegato Di Articolo 1 Di Protocollo N.ro 1 A La Convenzione
27. I richiedenti si lamentarono che il loro diritto a godimento tranquillo di propriet? era stato violato a causa delle autorit? nazionali ‘ che continua insuccesso per decidere sull’espropriazione della loro area di terra e la loro incapacit? conseguente per avvalersi della loro propriet? durante quel periodo. Loro si appellarono su Articolo 6 della Convenzione ed Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione che lesse siccome segue:
Articolo 6
?Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno ? concesso un… ascolti all’interno di un termine ragionevole con [un]… tribunale…?
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
?Ogni naturale o legale persona ? concessa al godimento tranquillo delle sue propriet?. Nessuno sar? privato delle sue propriet? eccetto nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste per con legge e coi principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggia il diritto di un Stato per eseguire simile leggi come s? ritiene necessario controllare l’uso di propriet? in conformit? con l’interesse generale o garantire il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.?
Sfera di A. dell’esame della Corte
28. Secondo il Governo, la lunghezza dei procedimenti di espropriazione non ? una questione per la considerazione sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, ma sotto Articolo 6 ? 1 della Convenzione. Loro sostennero che la causa presente sarebbe stata distinta dalle cause di Brumrescu ?c. la Romania ([GC], n. 28342/95, ECHR 1999 VII) e Jasinien ?c. la Lituania (n. 41510/98, 6 marzo 2003), dove la Corte sostenne i richiedenti l’azione di reclamo di ‘ sia sotto Articolo 6 della Convenzione ed Articolo 1 di Protocollo N.ro 1. Nella loro comprensione questo era solamente cos? perch? i richiedenti in quelle cause, in contrasto coi richiedenti nel presente, non aveva ricevuto il risarcimento per l’interferenza col godimento tranquillo delle loro propriet? che avevano avuto luogo.
29. La Corte osserva che i richiedenti l’azione di reclamo di ‘ non si concentra sui procedimenti di espropriazione come cos?, ma piuttosto sulla questione se l’insuccesso per iniziare i procedimenti di espropriazione detti, insieme con le restrizioni stabilite sull’uso della loro propriet? era compatibile con la garanzia del diritto di godimento tranquillo di propriet?.
30. Cos?, la Corte considera che i richiedenti le azioni di reclamo di ‘ incorrono essere esaminate solamente sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione.
Ammissibilit? di B.
1. Le parti le osservazioni di ‘
31. Il Governo dibatt? che i richiedenti che i danni di ‘ sono consistiti della perdita della loro propriet? tramite l’espropriazione. Loro sostennero che le misure che conducono all’espropriazione dovrebbero essere riguardate nell’insieme, in particolare perch? seguendo la costituzione di una zona di protezione di acqua nel 2002 i richiedenti la propriet? di ‘ era divenuto unsellable, mentre gi? corrispondendo ad un’espropriazione de facto a quel il punto. Loro contesero che qualsiasi controversie che sorgono dall’espropriazione erano state stabilite con la Peste Contea Ufficio Statale che aveva assegnato il risarcimento adeguato i richiedenti nell’importo di HUF 39,170,000 (veda paragrafo 22 sopra). Inoltre, le autorit? nazionali diedero credito all’esistenza di un’interferenza coi richiedenti il diritto di ‘ a propriet?. In particolare, 22 ottobre 2009 la Peste Ordine della corte Regionale e Provinciale le autorit? amministrative per procedere con l’espropriazione (veda divide in paragrafi 17 sopra).
32. I richiedenti dibatterono che l’atto dell’espropriazione della loro area di terra dovrebbe essere distinto dal periodo quando loro non potessero avvalersi della loro propriet?, mentre dovette alla costituzione di una zona di protezione di acqua. Mentre loro erano stati compensati adeguatamente per la perdita della loro propriet?, nessuna sentenza di corte nazionale o decisione amministrativa aveva previsto qualsiasi compensa per il secondo. Loro presentarono inoltre che la decisione dell’Ufficio Statale non fece menzione del lungo restrizione sull’uso della loro propriet? e perci? non poteva essere interpretato siccome dando credito ad una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
2. La valutazione della Corte
33. La Corte reitera che una decisione o misura favorevole al richiedente non ? in principio sufficiente spogliarli lui o di ?la vittima? lo status a meno che le autorit? nazionali hanno ammesso, o espressamente o in sostanza, e poi riconobbe compensazione per, la violazione della Convenzione (veda Dalban c. la Romania [GC], n. 28114/95, ? 44, ECHR 1999-VI, e Konstantin Markin c. la Russia [GC], n. 30078/06, ? 82 ECHR 2012 (gli estratti)).
34. Il problema come a se una persona ancora pu? chiedere di essenzialmente essere la vittima di una violazione allegato della Convenzione comporta da parte della Corte un ex esame di facto di posto di suo o la sua situazione (veda Scordino c. l’Italia (n. 1) [GC], n. 36813/97, ? 181 ECHR 2006 V, e Centro Europa 7 S.r.l. e Di Stefano c. l’Italia [GC], n. 38433/09, ? 82 ECHR 2012).
35. Nella causa presente i richiedenti ‘ disegna di terra infine fu espropriato con una decisione di 16 dicembre 2011 l’Ufficio Statale per il quale loro ricevettero il risarcimento 27 gennaio 2012. L’espropriazione posta fine alla situazione si lament? di coi richiedenti. Nella prospettiva della Corte questo non costitu? o comunque, un riconoscimento implicito di una violazione della Convenzione o compens? per il periodo durante il quale i richiedenti non erano capaci di usare la loro area di terra e le autorit? nazionali non stava procedendo con l’espropriazione. La Corte considera inoltre che non c’era riconoscimento, o esplicitamente o in sostanza, di una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 nel contesto dei procedimenti nazionali e precedenti. Nella sua decisione di 22 ottobre 2009 la Peste che Corte Regionale e Provinciale ha sostenuto che il proscioglimento dei richiedenti richiesta di espropriazione di ‘ dell’Amministrazione Ufficio Regionale ungherese e Centrale fu basata su una richiesta erronea della legge ed un similmente valutazione erronea dei fatti. Di conseguenza, ordin? l’autorit? amministrativa per procedere con l’espropriazione. Non c’? indicazione nelle decisioni in oggetto che, cos? come essendo illegale, la condotta dell’autorit? amministrativa contravvenne ai principi stabiliti con la Corte in relazione al diritto a godimento tranquillo di propriet?.
36. La Corte considera perci? che i richiedenti l’incapacit? di ‘ per usare la loro propriet? per un periodo di nove anni e le autorit? nazionali ‘ differisce nei procedimenti di espropriazione (veda divide in paragrafi 7 e 21 sopra) n? fu ammesso n? rimedi? a con le autorit? nazionali.
37. La Corte respinge perci? l’eccezione del Governo.
38. La Corte nota che la richiesta non ? mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 ? 3(a) della Convenzione. Nota inoltre che non ? inammissibile su qualsiasi gli altri motivi. Deve essere dichiarato perci? ammissibile.
C. Merits
1. Le parti le osservazioni di ‘
39. I richiedenti che l’osservazione di ‘ ha affermato che c’era stata un’interferenza col loro diritto al godimento tranquillo delle loro propriet?. Da 2002 onwards la terra in oggetto era soggetto ad un numero di restrizioni che riguardano industriale, trasporti e le attivit? agricole, ed ad una proibizione su costruzione. Separatamente da queste costrizioni, le autorit? nazionali andarono a vuoto a procedere con l’espropriazione della propriet? per una lunghezza eccessiva di tempo, nonostante il loro obbligo legale per fare cos?. I richiedenti presentarono che gli effetti combinati di queste misure avevano dato luogo alla loro propriet? che ? altrove soggetto ad una misura di controllo da. I richiedenti non contestarono la legittimit? della costituzione di una zona di protezione di acqua nel 2002. Secondo loro, loro avevano nondimeno, una ragione legittima di credere che la loro terra, soggetto ad un numero di restrizioni mentre la misura era in vigore, sarebbe espropriato brevemente dopo; le autorit? che ‘ differisce di nove anni non previdero un equilibrio equo fra gli interessi individuali e generali coinvolti. Loro sostennero anche che questa situazione non diede aumento a qualsiasi il risarcimento.
40. Il Governo dibatt? che lo scopo primario della misura contestata doveva essere preso nell’esame quando decidendo sulla natura dell’interferenza. Poich? era stato chiaro dalla legge attinente che le propriet? hanno colpito con la costituzione di una zona di protezione di acqua non poteva rimanere nella propriet? dei richiedenti qualsiasi misurano interferendo coi diritti del richiedente mirata ad e potrebbe corrispondere ad una privazione di propriet?. Inoltre, anche nell’assenza di un’espropriazione formale, riguardo a deve essere avuto alle realt? della situazione che ? l’espropriazione de facto dei richiedenti la propriet? di ‘ con effetto da 2002 (veda paragrafo 31 sopra). Inoltre, la causa sarebbe distinta da situazioni dove l’espropriazione dei richiedenti la propriet? di ‘ era stata impegnata ma non era stata eseguita (veda Sporrong e L?nnroth c. Svezia, 23 settembre 1982 la Serie Un n. 52), e dove la Corte esamin? la causa sotto il primo articolo in Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
2. La valutazione della Corte
41. Siccome la Corte ha affermato su un numero di occasioni, Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 comprende tre articoli distinti: il primo articolo, esposto fuori nella prima frase del primo paragrafo ? di una natura generale ed enuncia il principio del godimento tranquillo di propriet?; il secondo articolo, contenuto nella seconda frase del primo paragrafo copre privazione di propriet? e materie s? alle certe condizioni; il terzo articolo, determinato nel secondo paragrafo, riconosce che gli Stati Contraenti sono concessi, inter alia, avere su una misura di controllo l’uso di propriet? in conformit? con l’interesse generale. Comunque, i tre articoli non sono distinti nel senso di essere distaccato. Il secondo e terzi articoli concernono con le particolari istanze di interferenza col diritto a godimento tranquillo di propriet?, e dovrebbe essere costruito perci? nella luce del principio generale enunciata nel primo articolo (veda, fra molte altre autorit?, Beyeler c. l’Italia [GC], n. 33202/96, ? 98 ECHR 2000-io, e Sargsyan c. Azerbaijan [GC], n. 40167/06, ? 217 ECHR 2015).
42. Al giorno d’oggi la causa, la Corte osserva che la situazione si lament? di coi richiedenti scaturiti dal fatto che la loro propriet? fu designata come una zona di protezione di acqua interna e che l’espropriazione fu prevista con legge ma non esegu? per un periodo di approssimativamente nove anni.
43. In particolare, la Corte nota che seguendo l’adozione di una decisione sulla costituzione di una zona di protezione di acqua, i richiedenti ‘ disegna di terra fu designato come una zona di protezione interna con un’entrata nella cancelleria di terra. La decisione della Generale Direzione di Gestione di Acqua di 16 dicembre 2002 informato i richiedenti che facendo seguito a sezione 15 (1) di Decreto Statale n. 123/1997(VII.18.) la loro area di terra dovrebbe essere espropriata con una prospettiva a stabilendo la stessa propriet? sulla riserva di acqua e sulla terra dove fu localizzato. La decisione non espose un tempo-limite per la misura (veda divide in paragrafi 7 e 8 sopra). Specific? anche che i richiedenti potessero iniziare anche un trapasso di propriet? se le autorit? andassero a vuoto a fare cos?. Nonostante la costituzione eventuale della zona di protezione di acqua, le autorit? non espropriarono i richiedenti che ‘ disegna di terra sino a 2011, ma l’us? per fini di gestione di acqua.
44. La costituzione della zona di protezione ridusse significativamente perci?, l’esercizio effettivo dei richiedenti diritto di propriet? di ‘ per restrizioni sull’uso di propriet? e per una proibizione su costruzione. Queste misure chiaramente corrisposero ad una misura di controllo dell’uso di propriet?, all’interno del significato del secondo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1. Comunque, i richiedenti che l’azione di reclamo di ‘ riferisce anche alle autorit? l’insuccesso di ‘ per espropriare la loro terra, nonostante un obbligo legale e la loro richiesta per fare cos?. Di conseguenza, i richiedenti non erano in grado trovare il risarcimento patrimoniale che sarebbe stato dovuto in causa dell’espropriazione. La Corte ammette in questo riguardo che, su un periodo lungo di tempo, durante l’adozione della decisione su espropriazione i richiedenti il diritto di ‘ di propriet? era precario (veda Sporrong e L?nnroth, citato sopra, ? 60). Comunque, sino a 16 dicembre 2011, quando la decisione fu presa, i richiedenti che diritto di propriet? di ‘ non era sparito. Cos?, contrari agli argomenti del Governo, gli effetti delle misure coinvolti non erano simile che loro potessero essere equivalenti ad una privazione formale o de facto di propriet?. Bench? queste misure non facessero tutti abbia lo stesso effetto legale e scopi diversi ed avuti, la Corte considera che loro devono essere guardati insieme a nella luce della prima frase del primo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (veda, mutatis mutandis, Matos e Silva Lda., ed Altri c. il Portogallo, 16 settembre 1996, ? 85 Relazioni di Sentenze e Decisioni 1996 IV).
45. Ha bisogno di ora essere accertato se l’interferenza in oggetto previde un equilibrio equo fra le richieste dell’interesse generale della comunit? ed i requisiti della protezione dei diritti essenziali dell’individuo (veda, fra molte altre autorit?, Jahn ed Altri c. la Germania [GC], N. 46720/99, 72203/01 e 72552/01, ? 93 ECHR 2005 VI).
46. Nel determinare se questo requisito ? stato soddisfatto, la Corte riconosce che pianificazione regionale e politiche di conservazione ambientali, dove ? preminente l’interesse generale della comunit?, conferisca sullo Stato un margine di valutazione che ? pi? grande che quando esclusivamente diritti civili sono in pericolo (veda Depalle c. la Francia [GC], n. 34044/02, ? 84 ECHR 2010).
47. Al giorno d’oggi la causa, la Corte nota che bench? le autorit? nazionali furono obbligate per iniziare una procedura di espropriazione con una prospettiva ad acquisendo propriet? dell’area di terra per la zona di protezione di acqua, loro non riuscirono a fare cos?. Anche dopo che i richiedenti avevano offerto la loro area per vendita 16 novembre 2005, nessuno passo fu preso completare la procedura di espropriazione, poich?, apparentemente, i richiedenti che ‘ tenta di avere un’autorit? designato per esercitare giurisdizione sulla questione non produssero qualsiasi il risultato (veda divide in paragrafi 11-12 sopra). In vena simile, i richiedenti ‘ l’ulteriore offerta di 31 ottobre 2007 per vendere la loro propriet? allo Stato era inutilmente (veda paragrafo 14 sopra). Infine, anche dopo la conferma delle autorit? amministrative l’obbligo di ‘ per concludere la procedura di espropriazione con una sentenza di corte 22 ottobre 2009 (veda paragrafo 17 sopra), Gestione di Bene Nazionale Inc., l’autorit? design? condurre l’espropriazione, non intent? causa per un periodo supplementare di due anni, quando l’espropriazione infine fu eseguita con la Peste Contea Ufficio Statale (veda paragrafo 21 sopra); le autorit? non intentarono cos? causa per un periodo supplementare di tempo, fino a 16 dicembre 2011. I richiedenti furono lasciati su cos?, in un stato dell’incertezza come al fato della loro area di terra un periodo lungo di tempo oltre agli effetti dannosi della costituzione di una zona di protezione di acqua sull’esercizio del loro diritto a propriet?, (veda, mutatis mutandis, Frendo Randon ed Altri c. il Malta, n. 2226/10, ? 55 22 novembre 2011) durante che loro n? potrebbero aspettare realisticamente vendere la loro propriet? ad un prezzo equo n? ottenere l’espropriazione contro il risarcimento.
48. Le considerazioni precedenti sono sufficienti per abilitare la Corte per concludere che c’? stata una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione.
II. La richiesta Di Articolo 41 Di La Convenzione
49. Articolo 41 della Convenzione prevede:
?Se i costatazione di Corte che c’? stata una violazione della Convenzione o i Protocolli inoltre, e se la legge interna della Parte Contraente ed Alta riguardasse permette a riparazione solamente parziale di essere resa, la Corte pu?, se necessario, riconosca la soddisfazione equa alla vittima.?
A. Damage
50. I richiedenti chiesero, congiuntamente, 77,250 euros (EUR) in riguardo di danno patrimoniale. Questo importo corrispose alla perdita di godimento della quale loro hanno sofferto come un risultato del fatto che loro non erano capaci di usare la loro propriet?, mentre prese in considerazione il valore del risarcimento loro avevano ricevuto per l’espropriazione. I richiedenti chiesero anche il risarcimento per danno non-patrimoniale nell’importo di EUR 30,000, congiuntamente per lo stress e l’ansia sub? con loro su un periodo lungo di tempo.
51. Il Governo contest? queste rivendicazioni.
52. Fra le questioni che la Corte prende in considerazione quando valutare il risarcimento ? danno patrimoniale che davvero ? la perdita subito come un risultato diretto di una violazione allegato, e danno non-patrimoniale che ? riparazione per l’ansia disturba, l’incertezza e l’altra perdita non-patrimoniale causate con simile violazione (veda, ?ilinskien ?c. la Lituania, n. 57675/09, ? 60 1 dicembre 2015). In oltre, se uno o pi? che capi di danno non possono essere calcolati precisamente, o se la distinzione fra danno patrimoniale e non-patrimoniale si dimostra difficile, la Corte pu? decidere di fare una valutazione complessiva (veda Comingersoll S.A. c. il Portogallo [GC], n. 35382/97, ? 29 ECHR 2000-IV).
53. La Corte considera che i richiedenti soffrirono di un certo importo di perdita patrimoniale in collegamento con l’insuccesso dello Stato per procedere con l’espropriazione della loro area di terra per un periodo steso di tempo e nel collegamento con le restrizioni sull’uso della loro propriet?. Inoltre, la Corte anche i costatazione che i richiedenti hanno dovuto soffrire dell’incertezza e la frustrazione come un risultato della violazione fondi.
54. Facendo la sua valutazione su una base equa, come richiesto con Articolo 41 della Convenzione, la Corte assegna congiuntamente un prezzo globale di EUR 39,000 i richiedenti in riguardo di danno patrimoniale e non-patrimoniale combinato.
Costi di B. e spese
55. I richiedenti chiesero EUR 5,937 pi? 27% valore-aggiunsero tassa (IVA) per le parcelle legali incorse in di fronte alla Corte. Questo importo corrispose a 48.2 ore di lavoro legale aggredite un tasso orario di EUR 118 pi? IVA, e 6.2 ore di lavoro di paralegal aggredirono un tasso orario di EUR 40 pi? IVA.
56. Il Governo contest? questa rivendicazione.
57. Secondo la causa-legge della Corte, un richiedente ? concesso solamente finora al rimborso di costi e spese in come s? ? stato mostrato che questi davvero e necessariamente sono stati incorsi in e sono stati ragionevoli come a quantum. Al giorno d’oggi la causa, riguardo ad essere aveva ai documenti nella sua propriet? ed il criterio sopra, la Corte lo considera ragionevole assegnare congiuntamente la somma di EUR 5,937 per i procedimenti di fronte alla Corte.
Interesse di mora di C.
58. La Corte lo considera appropriato che il tasso di interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a che dovrebbe essere aggiunto tre punti di percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE, UNANIMAMENTE
1. Dichiara la richiesta ammissibile;

2. Sostiene che c’? stata una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione;

3. Sostiene unanimamente,
(un) che lo Stato rispondente ? pagare i richiedenti, congiuntamente entro tre mesi dalla data sui quali la sentenza diviene definitivo in conformit? con Articolo 44 ? 2 della Convenzione, gli importi seguenti, essere convertito nella valuta dello Stato rispondente al tasso applicabile alla data di accordo:
(i) EUR 39,000 (trenta-nove mila euros), pi? qualsiasi tassa che pu? essere addebitabile, in riguardo di danno patrimoniale e non-patrimoniale combinato;
(l’ii) EUR 5,937 (cinque mila novecento e trenta-sette euros), pi? qualsiasi tassa che pu? essere a carico dei richiedenti, in riguardo di costi e spese;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo il semplice interesse sar? pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito pi? tre punti di percentuale;

4. Respinge il resto dei richiedenti che ‘ chiede per la soddisfazione equa.
Fatto in inglesi, e notific? per iscritto 11 ottobre 2016, facendo seguito Decidere 77 ?? 2 e 3 degli Articoli di Corte.
Andrea Tamietti Vincenzo A. De Gaetano
Cancelliere aggiunto Presidente

Testo Tradotto

Conclusions: Violation of Article 1 of Protocol No. 1 – Protection of property (Article 1 para. 1 of Protocol No. 1 – Peaceful enjoyment of possessions Article 1 para. 2 of Protocol No. 1 – Control of the use of property) Pecuniary and non-pecuniary damage – award (Article 41 – Non- pecuniary damage Pecuniary damage
Just satisfaction)

FOURTH SECTION

CASE OF BARCZA AND OTHERS v. HUNGARY

(Application no. 50811/10)

JUDGMENT

STRASBOURG

11 October 2016

FINAL

11/01/2017

This judgment has become final under Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Barcza and Others v. Hungary,
The European Court of Human Rights (Fourth Section), sitting as a Chamber composed of:
Vincent A. De Gaetano, President,
Andr?s Saj?,
Nona Tsotsoria,
Paulo Pinto de Albuquerque,
Krzysztof Wojtyczek,
Egidijus K?ris,
Gabriele Kucsko-Stadlmayer, judges,
and Andrea Tamietti, Deputy Section Registrar
Having deliberated in private on 20 September 2016,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 50811/10) against Hungary lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by three Hungarian nationals, OMISSIS (?the applicants?), on 26 August 2010. The third applicant died on 21 September 2014. On 24 February 2015 his sons, OMISSIS, applied to pursue the application before the Court in his stead, and retained the same lawyer to represent them.
2. The applicants were represented by OMISSIS, a lawyer practising in Budapest. The Hungarian Government (?the Government?) were represented by Mr Z. Tall?di, Agent, Ministry of Justice.
3. The applicants alleged that the establishment of a water protection zone on their plot of land and the authorities? failure to expropriate their property constituted an interference with the peaceful enjoyment of their possessions for which they had not received adequate compensation, in breach of Article 1 of Protocol No. 1.
4. On 16 June 2015 the application was communicated to the Government.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
5. The first applicant, Ms Jen?n? Barcza, was born in 1962 and lives in Solym?r; the second applicant, Ms J?nosn? B?sits, was born in 1957 and lives in Dunabogd?ny; the third applicant, Mr L?szl? P?vai, was born in 1930 and lived in Le?nyfalu.
6. The applicants were co-owners of a vacant plot of land situated in the urban area of the municipality of Le?nyfalu. It was originally designated as non-agricultural land and registered under plot no. 2733.
7. On an unspecified date, the Central Danube Valley Directorate of Water Management (K?z?p-Duna-v?lgyi V?z?gyi Igazgat?s?g) established a protection zone for the water reserve of Le?nyfalu municipality. According to this decision, the applicants? property, together with other plots of land, formed part of the protection zone. The administrative decision ordered the owner of the protected water reserve, the Hungarian State, to make an offer compensating the owners of the plots of land within the protection zone within sixty days.
8. On 16 December 2002 the General Directorate of Water Management (Orsz?gos V?z?gyi Igazgat?s?g) upheld the first-instance decision on the establishment of a protection zone for the municipality?s water reserve. The decision also required that if the owner of the protected water reserve was different from that of the land in the protection zone, the owner of the protected water reserve had the obligation to acquire ownership of the land in the protection zone, either through expropriation or through a sale and purchase agreement (see paragraphs 24 and 25 below). That decision also quashed the obligation to proceed with compensation for the landowners within sixty days.
9. By a decision of 4 October 2005 the Szentendre District Land Registry redesignated the applicants? plot of land as an ?inner protection zone?.
10. Under the law, owners of land within the water protection zone were under an obligation to refrain from any activity that could endanger water quality or lead to pollution and from constructing any facility that did not serve the purposes of the water reserve. Moreover, they were obliged to allow the use of their property for any work necessary for the maintenance of the water reserve (see paragraph 25 below).
11. On 16 November 2005 the owners of the plots of land within the protection zone addressed a letter to the Treasury Asset Management Directorate (Kincst?ri Vagyoni Igazgat?s?g), the trustee of the water reserve, offering their plots of land for sale and asking the Directorate to make an offer.
12. The Directorate transferred the request to the Central Danube Valley Inspectorate for Environmental Protection, Nature Conservation and Water Management (K?z?p-Dunav?lgyi K?rnyezetv?delmi ?s V?z?gyi Igazgat?s?g), which, due to lack of jurisdiction, returned the case to the Directorate on 13 December 2005, informing the Ministry of Environment Protection and Water Management about the measure. On 12 April 2006 the Ministry instructed the Danube Regional Waterworks Inc. (Duna Menti Region?lis V?zm? Zrt.), the managing body of the water reserve, that the expropriation fell within the Waterworks? competence.
13. Meanwhile, in proceedings initiated by some of the landowners, the Pest County Regional Court established that the Treasury Asset Management Directorate was under an obligation to proceed with the expropriation. Accordingly, the applicants made a new representation to the Ministry on 31 October 2007, asking it to make an offer within thirty days of receipt of the letter.
14. On 18 February 2008 they re-submitted their request to the Central Directorate for Water and Environment (V?z?gyi ?s K?rnyezetv?delmi K?zponti Igazgat?s?g), the body appointed by the Ministry for further decision-making.
15. On 11 August 2008 the owners of the plots of land, including the applicants, asked the Central Hungarian Regional Administration Office (K?z?p-magyarorsz?gi Region?lis K?zigazgat?si Hivatal) to instruct the Ministry to proceed with the expropriation by setting a time-limit.
16. Their request was dismissed on 11 August 2008. According to the Administration Office, the owners had first requested the expropriation of their properties on 31 October 2007, thus the statutory three-year period during which the Ministry could acquire the property had not expired. The owners sought judicial review of this decision.
17. By a decision of 22 October 2009 the Pest County Regional Court overturned the administrative decision and remitted the case to the Administration Office, stating that the three-year period had expired since the expropriation proceedings were initiated, on 16 November 2005, at which time the claimants had offered their plot of land for sale.
18. On 2 December 2008 the Danube Regional Waterworks informed the applicants that any measure concerning the ownership of the disputed plot of land fell within the competence of the State.
19. On 19 January 2009 the Central Directorate for Water and Environment informed the applicants that it had appointed a limited liability company to prepare the sale and purchase agreements and the documents necessary for the expropriation by 29 May 2009.
20. On 27 January 2009 the limited liability company forwarded a purchase offer for the acquisition of the applicants? plot of land for 3,974,000 Hungarian forints (HUF ? approximately 13,000 euros (EUR)). The applicants disputed the amount of the compensation; nevertheless, the case file indicates that they never received an answer to their submissions.
21. On 14 December 2010 the Pest County Governmental Office (Pest Megyei Korm?nyhivatal) (the legal successor of the Central Hungarian Regional Administration Office) ordered National Asset Management Inc. (Magyar Nemzeti Vagyonkezel? Zrt) (the legal successor of the Treasury Asset Management Directorate) to serve an expropriation notice on the land owners within ninety days of receipt of the decision. This did not take place. After the deadline had passed the applicants applied to National Asset Management Inc. seeking the enforcement of the compulsory expropriation decision. The application was granted by the Government Office; despite this National Asset Management Inc. did not respond to any of the measures taken by the Government Office. Accordingly, the Government Office proceeded with the expropriation of its own motion, commissioning an expert opinion and holding hearings.
22. Finally, the decision on the expropriation of the applicants? plot of land was issued by the Government Office on 16 December 2011, establishing the amount of compensation at HUF 39,170,000 (approximately EUR 126,000).
The applicants received the compensation on 27 January 2012.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
23. Law-Decree no. 24 of 1976 on Expropriation (in force until 31 December 2007) provided as follows:
Section 3
?(1) Ownership of real property may be acquired by way of expropriation where acquisition by sale and purchase is not possible …?
Section 4
?(1) Real property may be expropriated for the following purposes …
i) water management …?
Section 18
?(1) Expropriation proceedings shall be conducted by the administration office.
(2) Expropriation proceedings shall be instituted upon request to that effect. Expropriation requests having the same objective and affecting several properties shall be determined in one set of proceedings by the administration office.
(3) Upon a request to that effect the administration office shall determine whether the expropriation serves the interest of the public, whether it is justified in furtherance of a public-interest purpose in respect of the property sought to be expropriated, and whether the further conditions of expropriation are met. Where these conditions are not met, the request shall be refused.?
24. Act no. CXXII of 2007 on Expropriation entered into force on 1 January 2008 and provided, as in force at the material time, as follows:
Section 5
?(1) Under section 2 points n)-o) the owner of the real property shall also have the right to initiate the purchase or expropriation of his property, where
a) the owner acquired ownership of the property prior to the imposition of the proprietary restriction specified in point b) or c), and
b) under the local building regulations or regulation plans the property has been selected for a public-interest purpose specified in the law and to be realised in the future, where the realisation of that purpose cannot be expected from the owner, and the selection of his property for that purpose substantially obstructs or terminates his proprietary and building rights,
c) a public-purpose right of use, cable right or easement related to the expropriation objectives specified in Section 2 point o) does, once created, substantially obstruct or terminate the proper use of the property.
(2) ?In the case specified in subsection (1) point b) the owner of the property may request to oblige the beneficiary of the public-interest purpose or, in case of lack of such, the municipality, to submit an expropriation request where no agreement on the sale and purchase of the property has been reached within three years of the initiation of such an agreement.?
25. Government Decree no. 123/1997(VII.18.) on the protection of water resources and of water facilities supplying drinking water provides as follows:
Section 11
?(1) In the inner wellhead zone and in the protection zone only water abstraction facilities and facilities serving the operational purposes of the water supply system connected to the water abstraction facilities may be placed. The facilities and the equipment shall be operated in such a way that no pollutants or contaminants enter the water body, the ground surface or the underground strata or the equipment collecting, abstracting or transporting water.
(2) In the inner protection zone
d) (as in force until 31 December 2007) the water facilities shall be in the same ownership [as the land in the zone]. The protection zone shall be enclosed by fence or shall be guarded in any other manner …
d) (as in force from 1 January 2008) in case of public water supply facilities the land situated in the protection zone shall be owned by the State or the municipality, irrespective of the ownership of the facilities …?
Section 15/A
?(1) For a real property situated in the inner protection zone of the public water supply facility the purchase offer shall be made by the operator of the protected public water supply facility (henceforth: ?the operator?); where the purchase of the property becomes impossible, the operator shall institute expropriation proceedings.
(2) (as in force from 1 January 2008) Ownership of property acquired by way of purchase or expropriation shall pass to the State or the municipality, whichever is the owner of the public water supply facility.?
THE LAW
I. PRELIMINARY POINT
26. The third applicant died on 21 September 2014 and his sons informed the Court that they wished to pursue the application introduced by him (see paragraph 1 above). In a number of cases in which an applicant died in the course of the proceedings the Court has taken into account the statements of the applicant?s heirs or of close family members expressing the wish to pursue the proceedings (see L?ger v. France (striking out) [GC], no. 19324/02, ? 43, 30 March 2009, with further references). It has not been disputed that he is entitled to do so in the present case, and the Court sees no reason to hold otherwise (see Dimitar Krastev v. Bulgaria, no. 26524/04, ? 42, 12 February 2013).
II. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 TO THE CONVENTION
27. The applicants complained that their right to peaceful enjoyment of possessions had been violated because of the domestic authorities? continuing failure to decide on the expropriation of their plot of land and their consequent inability to make use of their property during that period. They relied on Article 6 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, which read as follows:
Article 6
?In the determination of his civil rights and obligations … everyone is entitled to a … hearing within a reasonable time by [a] … tribunal …?
Article 1 of Protocol No. 1
?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?
A. Scope of the Court?s examination
28. According to the Government, the length of the expropriation proceedings is not a matter for consideration under Article 1 of Protocol No. 1, but under Article 6 ? 1 of the Convention. They maintained that the present case was to be distinguished from the cases of Brum?rescu v. Romania ([GC], no. 28342/95, ECHR 1999 VII) and Jasi?nien? v. Lithuania (no. 41510/98, 6 March 2003), where the Court upheld the applicants? complaint both under Article 6 of the Convention and Article 1 of Protocol No. 1. In their understanding this was only so because the applicants in those cases, in contrast with the applicants in the present one, had not received compensation for the interference with the peaceful enjoyment of their possessions which had taken place.
29. The Court observes that the applicants? complaint does not focus on the expropriation proceedings as such, but rather on the question whether the failure to initiate the said expropriation proceedings, together with the restrictions established on the use of their property, was compatible with the guarantee of the right of peaceful enjoyment of possessions.
30. Thus, the Court considers that the applicants? complaints fall to be examined solely under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.
B. Admissibility
1. The parties? submissions
31. The Government argued that the applicants? grievances consisted of the loss of their property through expropriation. They maintained that the measures leading to the expropriation should be regarded as a whole, in particular because following the establishment of a water protection zone in 2002 the applicants? property had become unsellable, amounting to a de facto expropriation already at that point. They contended that any disputes arising from the expropriation had been settled by the Pest County Government Office, which had awarded the applicants adequate compensation, in the amount of HUF 39,170,000 (see paragraph 22 above). Moreover, the domestic authorities acknowledged the existence of an interference with the applicants? right to property. In particular, on 22 October 2009 the Pest County Regional Court ordered the administrative authorities to proceed with the expropriation (see paragraphs 17 above).
32. The applicants argued that the act of expropriation of their plot of land should be distinguished from the period when they could not make use of their property, owing to the establishment of a water protection zone. While they had been adequately compensated for the loss of their property, no domestic court judgment or administrative decision had provided any redress for the latter. They further submitted that the decision of the Government Office made no mention of the lengthy restriction on the use of their property and therefore could not be interpreted as acknowledging a violation of Article 1 of Protocol No. 1.
2. The Court?s assessment
33. The Court reiterates that a decision or measure favourable to the applicant is not in principle sufficient to deprive him or her of ?victim? status unless the national authorities have acknowledged, either expressly or in substance, and then afforded redress for, the breach of the Convention (see Dalban v. Romania [GC], no. 28114/95, ? 44, ECHR 1999-VI, and Konstantin Markin v. Russia [GC], no. 30078/06, ? 82, ECHR 2012 (extracts)).
34. The issue as to whether a person may still claim to be the victim of an alleged violation of the Convention essentially entails on the part of the Court an ex post facto examination of his or her situation (see Scordino v. Italy (no. 1) [GC], no. 36813/97, ? 181, ECHR 2006 V, and Centro Europa 7 S.r.l. and Di Stefano v. Italy [GC], no. 38433/09, ? 82, ECHR 2012).
35. In the instant case the applicants? plot of land was finally expropriated by a decision of the Government Office on 16 December 2011 for which they received compensation on 27 January 2012. The expropriation put an end to the situation complained of by the applicants. However, in the Court?s view this did not constitute either an implicit acknowledgment of a breach of the Convention or redress for the period during which the applicants were unable to use their plot of land and the domestic authorities were not proceeding with the expropriation. The Court further considers that there was no acknowledgment, either explicitly or in substance, of a violation of Article 1 of Protocol No. 1 in the context of the preceding domestic proceedings. In its decision of 22 October 2009 the Pest County Regional Court held that the dismissal of the applicants? expropriation request by the Central Hungarian Regional Administration Office was based on an erroneous application of the law and a similarly erroneous assessment of the facts. Accordingly, it ordered the administrative authority to proceed with the expropriation. There is no indication in the decisions in question that, as well as being unlawful, the administrative authority?s conduct contravened the principles established by the Court in relation to the right to peaceful enjoyment of possessions.
36. The Court therefore considers that the applicants? inability to use their property for a period of nine years and the domestic authorities? delay in the expropriation proceedings (see paragraphs 7 and 21 above) was neither acknowledged nor remedied by the domestic authorities.
37. The Court therefore dismisses the Government?s objection.
38. The Court notes that the application is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 ? 3(a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
C. Merits
1. The parties? submissions
39. The applicants? submission stated that there had been an interference with their right to the peaceful enjoyment of their possessions. From 2002 onwards the land in question was subject to a number of restrictions concerning industrial, transport and agricultural activities, and to a ban on construction. Apart from these constraints, the domestic authorities failed to proceed with the expropriation of the property for an excessive length of time, despite their legal obligation to do so. The applicants submitted that the combined effects of these measures had resulted in their property being subject to a measure of control from elsewhere. The applicants did not contest the legitimacy of the establishment of a water protection zone in 2002. Nonetheless, according to them, they had a legitimate reason to believe that their land, subject to a number of restrictions while the measure was in force, would be expropriated shortly afterwards; the authorities? delay of nine years did not strike a fair balance between the individual and general interests involved. They also maintained that this situation did not give rise to any compensation.
40. The Government argued that the primary aim of the impugned measure had to be taken into consideration when deciding on the nature of the interference. Since it had been clear from the relevant law that the properties affected by the establishment of a water protection zone could not remain in the ownership of the applicants, any measure interfering with the applicant?s rights aimed at and amounted to a deprivation of property. Furthermore, even in the absence of a formal expropriation, regard must be had to the realities of the situation, that is the de facto expropriation of the applicants? property with effect from 2002 (see paragraph 31 above). Moreover, the case was to be distinguished from situations where expropriation of the applicants? property had been engaged but not carried out (see Sporrong and L?nnroth v. Sweden, 23 September 1982, Series A no. 52), and where the Court examined the case under the first rule in Article 1 of Protocol No. 1.
2. The Court?s assessment
41. As the Court has stated on a number of occasions, Article 1 of Protocol No. 1 comprises three distinct rules: the first rule, set out in the first sentence of the first paragraph, is of a general nature and enunciates the principle of the peaceful enjoyment of property; the second rule, contained in the second sentence of the first paragraph, covers deprivation of possessions and subjects it to certain conditions; the third rule, stated in the second paragraph, recognises that the Contracting States are entitled, inter alia, to have a measure of control over the use of property in accordance with the general interest. The three rules are not, however, distinct in the sense of being unconnected. The second and third rules are concerned with particular instances of interference with the right to peaceful enjoyment of property, and should therefore be construed in the light of the general principle enunciated in the first rule (see, among many other authorities, Beyeler v. Italy [GC], no. 33202/96, ? 98, ECHR 2000-I, and Sargsyan v. Azerbaijan [GC], no. 40167/06, ? 217, ECHR 2015).
42. In the present case, the Court observes that the situation complained of by the applicants stemmed from the fact that their property was designated as an inner water protection zone and that the expropriation was envisaged by law but not carried out for a period of approximately nine years.
43. In particular, the Court notes that following the adoption of a decision on the establishment of a water protection zone, the applicants? plot of land was designated as an inner protection zone by an entry in the land registry. The decision of the General Directorate of Water Management of 16 December 2002 informed the applicants that pursuant to section 15 (1) of Government Decree no. 123/1997(VII.18.) their plot of land should be expropriated with a view to establishing the same ownership over the water reserve and over the land where it was located. The decision did not set a time-limit for the measure (see paragraphs 7 and 8 above). It also specified that the applicants could also initiate a transfer of ownership if the authorities failed to do so. Despite the eventual establishment of the water protection zone, the authorities did not expropriate the applicants? plot of land until 2011, but used it for water management purposes.
44. Therefore, the establishment of the protection zone significantly reduced the effective exercise of the applicants? property right through restrictions on the use of property and through a ban on construction. These measures clearly amounted to a measure of control of the use of property, within the meaning of the second paragraph of Article 1 of Protocol No. 1. However, the applicants? complaint also relates to the authorities? failure to expropriate their land, despite a legal obligation and their request to do so. As a result, the applicants were not able to get the pecuniary compensation which would have been due in case of expropriation. The Court acknowledges in this respect that, over a long period of time, pending the adoption of the decision on expropriation, the applicants? right of property was precarious (see Sporrong and L?nnroth, cited above, ? 60). However, until 16 December 2011, when the decision was taken, the applicants? ownership right had not disappeared. Thus, contrary to the arguments of the Government, the effects of the measures involved were not such that they could be equivalent to a formal or de facto deprivation of possessions. Although these measures did not all have the same legal effect and had different aims, the Court considers that they must be looked at together in the light of the first sentence of the first paragraph of Article 1 of Protocol No. 1 (see, mutatis mutandis, Matos e Silva, Lda., and Others v. Portugal, 16 September 1996, ? 85, Reports of Judgments and Decisions 1996 IV).
45. It now needs to be ascertained whether the interference in question struck a fair balance between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the individual?s fundamental rights (see, among many other authorities, Jahn and Others v. Germany [GC], nos. 46720/99, 72203/01 and 72552/01, ? 93, ECHR 2005 VI).
46. In determining whether this requirement has been met, the Court recognises that regional planning and environmental conservation policies, where the community?s general interest is pre-eminent, confer on the State a margin of appreciation that is greater than when exclusively civil rights are at stake (see Depalle v. France [GC], no. 34044/02, ? 84, ECHR 2010).
47. In the present case, the Court notes that although the domestic authorities were obliged to initiate an expropriation procedure with a view to acquiring ownership of the plot of land for the water protection zone, they failed to do so. Even after the applicants had offered their plot for sale on 16 November 2005, no steps were taken to complete the expropriation procedure, since, apparently, the applicants? attempt to have an authority designated to exercise jurisdiction over the matter did not yield any result (see paragraphs 11-12 above). In similar vein, the applicants? further offer of 31 October 2007 to sell their property to the State was to no avail (see paragraph 14 above). Finally, even after the confirmation of the administrative authorities? obligation to conclude the expropriation procedure by a court judgment on 22 October 2009 (see paragraph 17 above), National Asset Management Inc., the authority designated to conduct the expropriation, took no action for an additional period of two years, when the expropriation was finally enforced by the Pest County Government Office (see paragraph 21 above); the authorities thus took no action for an additional period of time, until 16 December 2011. Thus, in addition to the detrimental effects of the establishment of a water protection zone on the exercise of their right to property, the applicants were left in a state of uncertainty as to the fate of their plot of land over a long period of time (see, mutatis mutandis, Frendo Randon and Others v. Malta, no. 2226/10, ? 55, 22 November 2011), during which they could neither realistically expect to sell their property at a fair price nor obtain expropriation against compensation.
48. The foregoing considerations are sufficient to enable the Court to conclude that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.
II. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
49. Article 41 of the Convention provides:
?If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.?
A. Damage
50. The applicants claimed, jointly, 77,250 euros (EUR) in respect of pecuniary damage. This amount corresponded to the loss of enjoyment they suffered as a result of the fact that they were unable to use their property, taking into account the value of compensation they had received for expropriation. The applicants also claimed compensation for non-pecuniary damage in the amount of EUR 30,000, jointly, for the stress and anxiety suffered by them over a long period of time.
51. The Government contested these claims.
52. Among the matters which the Court takes into account when assessing compensation are pecuniary damage, which is the loss actually suffered as a direct result of an alleged violation, and non-pecuniary damage, which is reparation for the anxiety, inconvenience, uncertainty and other non-pecuniary loss caused by such violation (see, ?ilinskien? v. Lithuania, no. 57675/09, ? 60, 1 December 2015). In addition, if one or more heads of damage cannot be calculated precisely, or if the distinction between pecuniary and non-pecuniary damage proves difficult, the Court may decide to make an overall assessment (see Comingersoll S.A. v. Portugal [GC], no. 35382/97, ? 29, ECHR 2000-IV).
53. The Court considers that the applicants suffered a certain amount of pecuniary loss in connection with the failure of the State to proceed with the expropriation of their plot of land for an extended period of time and in connection with the restrictions on the use of their property. Moreover, the Court also finds that the applicants must have suffered uncertainty and frustration as a result of the violation found.
54. Making its assessment on an equitable basis, as required by Article 41 of the Convention, the Court awards the applicants jointly a lump sum of EUR 39,000 in respect of pecuniary and non-pecuniary damage combined.
B. Costs and expenses
55. The applicants claimed EUR 5,937 plus 27% value-added tax (VAT) for the legal fees incurred before the Court. This amount corresponded to 48.2 hours of legal work charged at an hourly rate of EUR 118 plus VAT, and 6.2 hours of paralegal work charged at an hourly rate of EUR 40 plus VAT.
56. The Government contested this claim.
57. According to the Court?s case-law, an applicant is entitled to the reimbursement of costs and expenses only in so far as it has been shown that these have been actually and necessarily incurred and are reasonable as to quantum. In the present case, regard being had to the documents in its possession and the above criteria, the Court considers it reasonable to award the sum of EUR 5,937 jointly for the proceedings before the Court.
C. Default interest
58. The Court considers it appropriate that the default interest rate should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT, UNANIMOUSLY,
1. Declares the application admissible;

2. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention;

3. Holds unanimously,
(a) that the respondent State is to pay the applicants, jointly, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 ? 2 of the Convention, the following amounts, to be converted into the currency of the respondent State at the rate applicable at the date of settlement:
(i) EUR 39,000 (thirty-nine thousand euros), plus any tax that may be chargeable, in respect of pecuniary and non-pecuniary damage combined;
(ii) EUR 5,937 (five thousand nine hundred and thirty-seven euros), plus any tax that may be chargeable to the applicants, in respect of costs and expenses;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amounts at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;

4. Dismisses the remainder of the applicants? claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 11 October 2016, pursuant to Rule 77 ?? 2 and 3 of the Rules of Court.
Andrea Tamietti Vincent A. De Gaetano
Deputy Registrar President

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

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La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 11/11/2024