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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF BACHVAROVI v. BULGARIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli:
Numero: 24186/04/2010
Stato: Bulgaria
Data: 2010-01-07 00:00:00
Organo: Sezione Quinta
Testo Originale

QUINTA SEZIONE
CAUSA BACHVAROVI C. BULGARIA
(Richiesta n. 24186/04)
SENTENZA
STRASBOURG
7 gennaio 2010
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale

Nella causa Bachvarovi c. Bulgaria,
La Corte europea dei Diritti umani (quinta Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Pari Lorenzen, Presidente, Renate Jaeger Karel Jungwiert, Rait Maruste il Mark Villiger, Isabelle Berro-Lefèvre giudici, Pavlina Panova giudice ad hoc,
e Claudia Westerdiek, Cancelliere di Sezione
Avendo deliberato in privato il 1 dicembre 2009,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 24186/04) contro la Repubblica della Bulgaria depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da due cittadini bulgari, Sig. G. K. B. e Sig. N. G. B. (“i richiedenti”), il 2 luglio 2004.
2. I richiedenti furono rappresentati dal Sig. S. L., un avvocato che pratica a Varna. Il Governo bulgaro (“il Governo”) fu rappresentato dai suoi Agenti, la Sig.ra M. Dimova ed la Sig.ra N. Nikolova, del Ministero della Giustizia.
3. I richiedenti addussero che loro erano stati privati della loro proprietà in violazione dell’ Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 e dell’ Articolo 8 della Convenzione.
4. Il 14 maggio 2008 il Presidente della quinta Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29 § 3).
5. Il Giudice Kalaydjieva, il giudice eletto a riguardo della Bulgaria, si astenne dal riunirsi nella causa. Il 30 gennaio 2009 il Governo nominò al suo posto la Sig.ra Pavlina Panova come giudice ad hoc (Articolo 27 § 2 della Convenzione e Articolo 29 § 1 dell’Ordinamento di Corte).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
6. I richiedenti nacquero rispettivamente nel 1927 e nel 1951 e vivono a Varna. Loro sono un padre e suo figlio.
7. Nel 1959 il primo richiedente e sua moglie comprarono dallo Stato, tramite il Ministero della Difesa un appartamento di 115 metri quadrati nel centro di Varna. L’appartamento era divenuto proprietà Statale in virtù della nazionalizzazione eseguita dal regime comunista in Bulgaria nel 1947 e negli anni seguenti. Era stato parte di un appartamento più grande che prima del 1959 in una data non specificata era stato diviso in due più piccole.
8. All’inizio del 1993 gli eredi del precedente proprietario della proprietà pre-nazionalizzazione introdussero procedimenti contro il primo richiedente e sua moglie sotto la sezione 7 della Legge sulla Restituzione.
9. Nel 2003 la moglie del primo richiedente morì e fu ereditata dai due richiedenti.
10. I procedimenti sotto la sezione 7 della Legge sulla Restituzione terminarono con la sentenza definitiva della Corte Suprema di Cassazione del 20 febbraio 2004. I tribunali trovarono che il titolo dei richiedenti era privo di valore legale perché la divisione dell’ appartamento iniziale più grande in due più piccoli (vedere paragrafo 7 sopra) non era stato eseguito in conformità con la legge.
11. Immediatamente dopo la sentenza definitiva nella loro causa, divenne possibile per i richiedenti ottenere il risarcimento dallo Stato, nella forma di obbligazioni che avrebbero potuto essere usate in contanti di privatizzazione o vendute a mediatori. I richiedenti non si giovarono di questa opportunità.
12. Nel dicembre 2006 gli eredi del precedente proprietario dell’appartamento introdussero un’azione di rei vindicatio ed un’azione per danni contro il primo richiedente che ancora viveva nell’appartamento. I procedimenti sono ancora pendenti. La richiesta del primo richiedente affinché venisse alloggiato in un’abitazione posseduta dal municipio, depositata nel 2004 non è stata ancora accolta a causa dell’indisponibilità di appartamenti gratuiti.
II. ATTINENTI FATTI DI SFONDO E DIRITTO NAZIONALE E PRATICA
13. Questi sono stati riassunti nella sentenza della Corte nella causa Velikovi ed Altri c. Bulgaria, N. 43278/98, 45437/99, 48014/99, 48380/99, 51362/99, 53367/99, 60036/00, 73465/01, e 194/02, 15 marzo 2007.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 ALLA CONVENZIONE
14. I richiedenti si lamentarono di essere stati privati arbitrariamente della loro proprietà, non per loro stessa colpa e senza il risarcimento adeguato. Si appellarono all’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 ed all’ Articolo 8 della Convenzione.
15. La Corte è della prospettiva che l’azione di reclamo deve essere esaminata sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 che le recita:
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
16. Il Governo dibatté che i richiedenti non erano riusciti ad esaurire le vie di ricorso nazionali perché loro non avevano chiesto obbligazioni di risarcimento. In qualsiasi caso, esortarono la Corte a concludere che non c’era stata nessuna violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1, dibattendo che un equilibrio equo era stato realizzato nella causa fra l’interesse pubblico ed i diritti dei richiedenti .
17. I richiedenti contestarono questi argomenti.
A. Ammissibilità
18. La Corte nota l’eccezione del Governo per non-esaurimento delle vie di ricorso nazionali.
19. A questo riguardo, si riferisce al suo ragionamento particolareggiato in Velikovi ed Altri, dove trovò che al tempo attinente lo schema di risarcimento delle obbligazioni non garantiva il risarcimento adeguato con un qualsiasi grado di certezza (vedere Velikovi ed Altri, citata sopra, § 227). La Corte ha già esaminato inoltre, un’eccezione identica in una causa simile e l’ha respinta (vedere Dimitar ed Anka Dimitrovi c. Bulgaria, n. 56753/00, § 23 12 febbraio 2009). Non vede una ragione di giungere ad una conclusione diversa nella presente causa e, di conseguenza, respinge l’eccezione del Governo.
20. La Corte nota che l’azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione e non inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
B. Meriti
21. La Corte nota che la az presente ione di reclamo riguarda la stessa legislazione e le stesse questioni di Velikovi ed Altri, citata sopra.
22. Gli eventi di cui ci si lamentava hanno costituito un’interferenza coi diritti di proprietà dei richiedenti .
23. L’interferenza era basata sulla legge attinente ed perseguiva un importante scopo nell’interesse pubblico, vale a dire ripristinare la giustizia e rispettare la preminenza del diritto. Come in Velikovi ed Altri (citata sopra, §§ 162-176), la Corte considera che in particolari circostanze la questione se la legge attinente era sufficientemente chiara e prevedibile non può essere separata dal problema della proporzionalità.
24. Applicando i criteri stabiliti in Velikovi ed Altri (citata sopra, §§ 183-192), la Corte nota che il titolo dei richiedenti fu dichiarato privo di valore legale e loro furono privati della loro proprietà sulla sola base che il loro appartamento era stato parte di un appartamento più grande che era stato diviso dallo Stato in violazione delle regolamentazioni applicabili (vedere paragrafo 11 sopra). Questa deficienza chiaramente è attribuibile all’ autorità, non ai richiedenti (vedere Yurukova e Samundzhi c. Bulgaria, n. 19162/03, § 24 2 luglio 2009).
25. La Corte considera perciò che la presente causa è simile a quella di Bogdanovi e Tzilevi, esaminata in Velikovi ed Altri (vedere § 220 e § 224 di questa sentenza, citata sopra), dove sostenne che in simili casi l’equilibrio equo richiesto dall’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 non poteva essere realizzato senza il risarcimento adeguato (vedere anche Yurukova e Samundzhi, citata sopra, § 25).
26. Sorge così la questione se fu offerto il risarcimento adeguato ai richiedenti.
27. A seguito della sentenza definitiva nella loro causa loro avrebbero potuto richiedere le obbligazioni di risarcimento ma non sarebbero riusciti a fare così. Comunque, come la Corte ha trovato in Velikovi ed Altri, citata sopra, § 226, ed in numerose cause susseguenti (vedere Koprinarovi c. Bulgaria, n. 57176/00, § 31 del 15 gennaio 2009; 2009; Vladimirova ed Altri c. Bulgaria, n. 42617/02, § 40 del 26 febbraio 2009; e Peshevi c. Bulgaria, n. 29722/04, § 23 del 2 luglio 2009), a causa dell’instabilità dei prezzi delle obbligazioni e ai c frequenti ambi nelle norme attinenti, non si poteva considerare che a quel tempo lo schema delle obbligazioni garantisse il risarcimento adeguato. Perciò, benché debba essere preso in considerazione sotto l’Articolo 41, l’insuccesso dei richiedenti nell’utilizzare lo schema di risarcimento obbligazionario non può influenzare in modo decisivo il risultato della presente azione di reclamo.
28. In queste circostanze, la Corte costata che nessuna opportunità chiara, opportuna e prevedibile di ottenere il risarcimento adeguato era disponibile ai richiedenti.
29. Ne segue che l’equilibrio equo fra l’interesse pubblico ed il bisogno di proteggere i loro diritti non fu realizzato. C’è stata perciò una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
II. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
30. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
A. Danno
31. A riguardo del danno patrimoniale, i richiedenti chiesero, congiuntamente, il valore del loro appartamento, ridotto del valore del risarcimento obbligazionario che loro avrebbero ricevuto se avessero richiesto simili obbligazioni nel 2004. In conformità con una valutazione preparata da due esperti nominati da loro, loro valutarono, questa somma a 123,660 euro (EUR).
32. A riguardo del danno non-patrimoniale, i richiedenti chiesero EUR 25,000.
33. Il Governo considerò che queste rivendicazioni fossero eccessive.
34. Applicando l’approccio stabilito in cause simili ed nella prospettiva della natura della violazione trovata, la Corte trova appropriato fissare un prezzo globale a riguardo del danno patrimoniale e non-patrimoniale con riferimento al valore della proprietà tolta dai richiedenti e tutte le altre circostanze attinenti (vedere Todorova ed Altri c. Bulgaria (soddisfazione equa), N. 48380/99, 51362/99, 60036/00 e 73465/01 §§ 10 e 47, 24 aprile 2008). La Corte prenderà anche in considerazione l’insuccesso dei richiedenti nell’utilizzare lo schema di risarcimento obbligazionario (vedere paragrafo 28 sopra e Todorova ed Altri, citata sopra, §§ 44-46).
35. Avendo riguardo a quanto sopra, a tutte le circostanze della causa ed alle informazioni a sua disposizione circa il prezzo dei beni immobili a Varna, la Corte assegna, congiuntamente ai due richiedenti, EUR 80,000 a riguardo del danno patrimoniale e non-patrimoniale.
B. Costi e spese
36. I richiedenti chiesero EUR 2,000 per il lavoro legale da parte del loro avvocato dopo la comunicazione della presente richiesta. In appoggio della rivendicazione loro presentarono un contratto per rappresentanza legale in cui questa rimunerazione era stata concordata.
37. Loro chiesero anche 465.30 lev bulgari, l’equivalente di circa EUR 240, per affrancatura e traduzione e per il costo del rapporto di valutazione che presentarono. Loro presentarono le ricevute attinenti.
38. Il Governo esortò la Corte a respingere queste rivendicazioni.
39. Secondo la giurisprudenza della Corte, ad un richiedente viene concesso il rimborso di costi e spese solamente se viene mostrato che questi davvero e necessariamente sono stati sostenuti e sono stati ragionevoli riguardo al quantum.
40. Nella presente causa, avuto riguardo alle informazioni in suo possesso ed ai criteri sopra, la Corte notando che le rivendicazioni di soddisfazione eque furono sostenute con prove attinenti, ma che l’esatto volume, il tempo e il tipo di lavoro legale non furono indicati, ed anche che l’avvocato dei richiedenti non li rappresentò allo stadio iniziale dei procedimenti, considera ragionevole assegnare la somma di EUR 1,500 come costi di copertura e spese sotto tutti i capi.
C. Interesse di mora
41. La Corte lo considera appropriato che l’interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a cui dovrebbero essere aggiunti tre punti percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara la richiesta ammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 alla Convenzione;
3. Sostiene
(a) che lo Stato rispondente deve pagare congiuntamente ai due richiedenti, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diviene definitiva in conformità con l’Articolo 44 § 2 della Convenzione i seguenti importi da convertire in lev bulgari al tasso applicabile in data dell’ accordo:
(i) EUR 80,000 (ottanta mila euro), più qualsiasi tassa che può essere addebitabile, a riguardo del danno patrimoniale e non-patrimoniale;
(l’ii) EUR 1,500 (mille cinquecento euro), più qualsiasi tassa che può essere a carico dei richiedenti, a riguardo dei costi e spese;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo l’interesse semplice interesse sarà pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito più tre punti percentuale;
4. Respinge il resto della richiesta dei richiedenti per la soddisfazione equa.
Fatto in inglesi, e notificato per iscritto il 7 gennaio 2010, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamento di Corte.
Claudia Westerdiek Pari Lorenzen
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

FIFTH SECTION
CASE OF BACHVAROVI v. BULGARIA
(Application no. 24186/04)
JUDGMENT
STRASBOURG
7 January 2010
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision

In the case of Bachvarovi v. Bulgaria,
The European Court of Human Rights (Fifth Section), sitting as a Chamber composed of:
Peer Lorenzen, President,
Renate Jaeger,
Karel Jungwiert,
Rait Maruste,
Mark Villiger,
Isabelle Berro-Lefèvre, judges,
Pavlina Panova, ad hoc judge,
and Claudia Westerdiek, Section Registrar,
Having deliberated in private on 1 December 2009,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 24186/04) against the Republic of Bulgaria lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by two Bulgarian nationals, Mr G. K. B. and Mr N. G. B. (“the applicants”), on 2 July 2004.
2. The applicants were represented by Mr S. L., a lawyer practicing in Varna. The Bulgarian Government (“the Government”) were represented by their Agents, Mrs M. Dimova and Mrs N. Nikolova, of the Ministry of Justice.
3. The applicants alleged that they had been deprived of their property in violation of Article 1 of Protocol No. 1 and Article 8 of the Convention.
4. On 14 May 2008 the President of the Fifth Section decided to give notice of the application to the Government. It was also decided to examine the merits of the application at the same time as its admissibility (Article 29 § 3).
5. Judge Kalaydjieva, the judge elected in respect of Bulgaria, withdrew from sitting in the case. On 30 January 2009 the Government appointed in her stead Mrs Pavlina Panova as an ad hoc judge (Article 27 § 2 of the Convention and Rule 29 § 1 of the Rules of Court).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
6. The applicants were born in 1927 and 1951 respectively and live in Varna. They are a father and his son.
7. In 1959 the first applicant and his wife bought from the State, through the Ministry of Defence, an apartment of 115 square metres in the centre of Varna. The apartment had become State property by virtue of the nationalisations carried out by the communist regime in Bulgaria in 1947 and the following years. It had been a part of a bigger apartment, which had on an unspecified date before 1959 been divided into two smaller ones.
8. In the beginning of 1993 the heirs of the former pre-nationalisation owner of the property brought proceedings against the first applicant and his wife under section 7 of the Restitution Law.
9. In 2003 the first applicant’s wife died and was inherited by the two applicants.
10. The proceedings under section 7 of the Restitution Law ended by final judgment of the Supreme Court of Cassation of 20 February 2004. The courts found that the applicants’ title was null and void because the division of the initial bigger apartment into two smaller ones (see paragraph 7 above) had not been carried out in accordance with the law.
11. Immediately after the final judgment in their case, it became possible for the applicants to obtain compensation from the State, in the form of bonds which could be used in privatisation tenders or sold to brokers. The applicants did not avail themselves of this opportunity.
12. In December 2006 the heirs of the former owner of the apartment brought a rei vindicatio action and an action for damages against the first applicant who was still living in the apartment. The proceedings are still pending. The first applicant’s request to be accommodated in a municipally-owned dwelling, lodged in 2004, has not yet been granted due to the unavailability of free apartments.
II. RELEVANT BACKGROUND FACTS, DOMESTIC LAW AND PRACTICE
13. These have been summarised in the Court’ s judgment in the case of Velikovi and Others v. Bulgaria, nos. 43278/98, 45437/99, 48014/99, 48380/99, 51362/99, 53367/99, 60036/00, 73465/01, and 194/02, 15 March 2007.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1 TO THE CONVENTION
14. The applicants complained that they had been deprived of their property arbitrarily, through no fault of their own and without adequate compensation. They relied on Article 1 of Protocol No. 1 and Article 8 of the Convention.
15. The Court is of the view that the complaint falls to be examined under Article 1 of Protocol No. 1, which reads:
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.”
16. The Government argued that the applicants had failed to exhaust domestic remedies because they had not sought compensation bonds. In any event, they urged the Court to conclude that there was no violation of Article 1 of Protocol No. 1, arguing that a fair balance had been achieved in the case between the public interest and the applicants’ rights.
17. The applicants contested these arguments.
A. Admissibility
18. The Court notes the Government’s objection for non-exhaustion of domestic remedies.
19. In this respect, it refers to its detailed reasoning in Velikovi and Others, where it found that at the relevant time the bonds compensation scheme did not secure adequate compensation with any degree of certainty (see Velikovi and Others, cited above, § 227). Furthermore, the Court has already examined an identical objection in a similar case and has rejected it (see Dimitar and Anka Dimitrovi v. Bulgaria, no. 56753/00, § 23, 12 February 2009). It does not see a reason to reach a different conclusion in the present case and, accordingly, dismisses the Government’s objection.
20. The Court notes that the complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention and not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
21. The Court notes that the present complaint concerns the same legislation and issues as in Velikovi and Others, cited above.
22. The events complained of constituted an interference with the applicants’ property rights.
23. The interference was based on the relevant law and pursued an important aim in the public interest, namely to restore justice and respect for the rule of law. As in Velikovi and Others (cited above, §§ 162-176), the Court considers that in the particular circumstances the question whether the relevant law was sufficiently clear and foreseeable cannot be separated from the issue of proportionality.
24. Applying the criteria set out in Velikovi and Others (cited above, §§ 183-192), the Court notes that the applicants’ title was declared null and void and they were deprived of their property on the sole ground that their flat had been part of a bigger apartment which had been divided by the State in violation of the applicable regulations (see paragraph 11 above). This deficiency is clearly attributable to authorities, not the applicants (see Yurukova and Samundzhi v. Bulgaria, no. 19162/03, § 24, 2 July 2009).
25. The Court considers therefore that the present case is similar to those of Bogdanovi and Tzilevi, examined in Velikovi and Others (see § 220 and § 224 of that judgment, cited above), where it held that in such cases the fair balance required by Article 1 of Protocol No. 1 could not be achieved without adequate compensation (see also Yurukova and Samundzhi, cited above, § 25).
26. The question thus arises whether adequate compensation was provided to the applicants.
27. Following the final judgment in their case they could have applied for compensation bonds but failed to do so. However, as the Court found in Velikovi and Others, cited above, § 226, and in a number of subsequent cases (see Koprinarovi v. Bulgaria, no. 57176/00, § 31, 15 January 2009; 2009; Vladimirova and Others v. Bulgaria, no. 42617/02, § 40, 26 February 2009; and Peshevi v. Bulgaria, no. 29722/04, § 23, 2 July 2009), owing to the instability of bond prices and frequent changes in the relevant rules, it could not be considered that at the time the bond scheme secured adequate compensation. Therefore, although it must be taken in consideration under Article 41, the applicants’ failure to use the bond compensation scheme cannot affect decisively the outcome of the present complaint.
28. In these circumstances, the Court finds that no clear, timely and foreseeable opportunity to obtain adequate compensation was available to the applicants.
29. It follows that the fair balance between the public interest and the need to protect their rights was not achieved. There has therefore been a violation of Article 1 of Protocol No. 1.
II. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
30. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
A. Damage
31. In respect of pecuniary damage, the applicants claimed, jointly, the value of their apartment, reduced with the value of the compensation bonds they would have received had they applied for such bonds in 2004. In accordance with a valuation prepared by two experts appointed by them, they assessed that sum to be 123,660 euros (EUR).
32. In respect of non-pecuniary damage, the applicants claimed EUR 25,000.
33. The Government considered these claims to be excessive.
34. Applying the approach set out in similar cases and in view of the nature of the violation found, the Court finds it appropriate to fix a lump sum in respect of pecuniary and non-pecuniary damage with reference to the value of the property taken away from the applicants and all other relevant circumstances (see Todorova and Others v. Bulgaria (just satisfaction), nos. 48380/99, 51362/99, 60036/00 and 73465/01, §§ 10 and 47, 24 April 2008). The Court will also take into account the applicants’ failure to use the bond compensation scheme (see paragraph 28 above and Todorova and Others, cited above, §§ 44-46).
35. Having regard to the above, to all the circumstances of the case and to information at its disposal about real property prices in Varna, the Court awards, jointly to the two applicants, EUR 80,000 in respect of pecuniary and non-pecuniary damage.
B. Costs and expenses
36. The applicants claimed EUR 2,000 for legal work by their lawyer after the communication of the present application. In support of the claim they submitted a contract for legal representation in which that remuneration was agreed upon.
37. They also claimed 465.30 Bulgarian levs, the equivalent of approximately EUR 240, for postage and translation and for the cost of the valuation report they submitted. They submitted the relevant receipts.
38. The Government urged the Court to reject these claims.
39. According to the Court’s case-law, an applicant is entitled to reimbursement of costs and expenses only in so far as it has been shown that these have been actually and necessarily incurred and were reasonable as to quantum.
40. In the present case, regard being had to the information in its possession and the above criteria, the Court, noting that the just satisfaction claims were supported by relevant evidence, but that the exact volume, time and type of legal work done were not indicated, and also that the applicants’ lawyer did not represent them at the initial stage of the proceedings, considers it reasonable to award the sum of EUR 1,500 covering costs and expenses under all heads.
C. Default interest
41. The Court considers it appropriate that the default interest should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Declares the application admissible;
2. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention;
3. Holds
(a) that the respondent State is to pay jointly to the two applicants, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 § 2 of the Convention, the following amounts to be converted into Bulgarian levs at the rate applicable at the date of settlement:
(i) EUR 80,000 (eighty thousand euros), plus any tax that may be chargeable, in respect of pecuniary and non-pecuniary damage;
(ii) EUR 1,500 (one thousand five hundred euros), plus any tax that may be chargeable to the applicants, in respect of costs and expenses;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amounts at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;
4. Dismisses the remainder of the applicants’ claims for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 7 January 2010, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Claudia Westerdiek Peer Lorenzen
Registrar President

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    - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 15/10/2024