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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF AVYIDI v. TURKEY

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: P1-1
Numero: 22479/05
Stato: Turchia
Data: 2019-07-16 00:00:00
Organo: Sezione Seconda
Testo Originale

SECONDA PARTE

CASO DI AVYIDI v. TURCHIA
(domanda n. 22479/05)

STOP
STRASBURGO
16 luglio 2019
DEFINITIVO

16/10/2019

Questa sentenza ? diventata definitiva ai sensi dell’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetto a modifiche editoriali.

Nel caso di Avyidi contro la Turchia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo (Seconda Sezione), che si riunisce in una sezione composta da :
Robert Spano, Presidente,
Marko Bo?njak,
I??l Karaka?,
Valeriu Gri?co,
Egidijus K?ris,
Ivana Jeli?,
Darian Pavli, giudici,
e Stanley Naismith, impiegato della sezione,
Dopo la delibera in Camera di Consiglio del 25 giugno 2019,
Emette la seguente sentenza, adottata in tale data:
PROCEDURA
1. La causa ha avuto origine da un ricorso (n. 22479/05) contro la Repubblica di Turchia, presentato alla Corte il 31 maggio 2005 da un cittadino di tale Stato, il sig. Yorgi Avyidi (“il richiedente”), ai sensi dell’art. 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il ricorrente era rappresentato dal sig. Y. Cesur, avvocato a ?anakkale. Il governo turco (“il governo”) era rappresentato dal suo agente.
3. Il ricorrente ha fatto valere, in particolare, una violazione del suo diritto al rispetto della sua propriet?.
4. Il 17 marzo 2010 la domanda ? stata comunicata al Governo.
IL FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DEL CASO
5. La ricorrente ? nata nel 1922 e risiede a Kanakkale.
A. I lavori della perizia catastale e il ricorso del ricorrente per rivendicare la propriet? dell’immobile
6. Durante la misurazione catastale dell’isola di G?k?eada nel 1998, i pacchi 17, 18 e 20 dell’isolotto 122 sono stati registrati come propriet? del Tesoro.
7. Il 19 aprile 2001, al fine di essere riconosciuto proprietario degli appezzamenti 17 e 20 e di una parte dell’appezzamento 18, il ricorrente ha proposto una serie di azioni, successivamente riunite, contro il Tesoro e l’A.A., un privato che aveva acquisito la propriet? dell’appezzamento 18. A tale riguardo, egli ha presentato due titoli di propriet? iscritti nel registro fondiario il 18 marzo 1954.
8. Il primo titolo (n. 41) riguardava una propriet? di 11 028 metri quadrati, i cui confini erano cos? descritti: “a ovest [una propriet? appartenente a] Leondari, a est una strada, a nord un suo campo, a nord il suo stesso campo, a sud i prati di Aya Istrati”. Secondo questo titolo, la natura della propriet? era un “campo”. Questo titolo era stato rilasciato in seguito all’acquisto del terreno da parte del Richiedente, secondo lui, a Para?keva Bano. Quest’ultimo aveva un vecchio titolo che risale al 1327 del calendario hegiriano (cio? al 1909 circa del calendario gregoriano).
9. Il secondo titolo (n. 42) riguardava una “casa contadina” (diga) e un “aia” (harman yeri). Secondo tale titolo, gli edifici erano stati trasferiti alla ricorrente da “Aspasiyan figlia di Yanko” ed erano circondati dai “suoi campi”.
10. Una prima visita al sito ? stata effettuata dal tribunale il 26 settembre 2001, in compagnia di un esperto locale, di due esperti del catasto, di un perito edile e di un agronomo.
11. L’esperto locale E.Z. ha dichiarato che i confini indicati nel primo titolo corrispondevano a quelli del terreno rivendicato dal richiedente e ha dichiarato che il richiedente aveva coltivato il terreno fin dagli anni ’50. Egli dichiar? che all’epoca c’era un edificio in pietra e un “aia” sul terreno. Aggiungeva che il terreno in questione era delimitato a nord dalla propriet? di Kleopatra Leondari, a sud da una strada oltre la quale si trovava la terra del monastero di Aya Istirati, a est dalla terra di Manol Bano e a ovest dalla terra di Nikola Makudi.
12. Un testimone del querelante, Y.P., ha detto alla corte che il querelante era in possesso del terreno contestato dal 1955 e che vi si coltivavano orzo e viti. Egli conferma la presenza degli edifici di cui al titolo n. 42 e afferma che il terreno ? delimitato a nord da una strada oltre la quale si trova il terreno di Nikola Makudi, a sud da una strada sterrata oltre la quale si trova il terreno del monastero di Aya Istirati, a est dal terreno di Manol Bano e parte del terreno di Leondari, e a ovest da una strada sterrata che lo separa dal terreno di Nikola Makudi.
13. In un memorandum ricevuto dall’Alta Corte (“l’Alta Corte”) il 4 ottobre 2001, il ricorrente affermava che gli abitanti dell’isola di G?k?eada indicavano i punti della bussola, considerando che la terraferma era ad est, e riteneva che le dichiarazioni dovessero essere lette alla luce di tali informazioni. Ha aggiunto che, poich? la terra di Leondari era in direzione della terraferma, le dichiarazioni dell’esperto hanno confermato le sue affermazioni.
14. Nella sua relazione, depositata il 10 ottobre 2001, il perito edile ha dichiarato di non aver osservato alcun residuo di muri o fondamenta nel sito designato come fabbricato agricolo o nelle sue vicinanze, n? la presenza di materiali, come le pietre, che potrebbero essere utilizzati per la costruzione di una casa contadina o di un “aia”. Egli ha indicato che, sebbene le pietre fossero presenti, non erano abbastanza grandi da poter essere utilizzate per la costruzione.
15. Secondo la relazione dell’esperto agricolo, la pendenza del terreno era del 7-10 per cento. La parte orientale del terreno, un’area agricola, aveva una pendenza del 60 per cento. L’esperto ha inoltre dichiarato di non aver trovato tracce di viti.
16. Secondo una perizia del 16 ottobre 2001, l’area della propriet? rivendicata dal Richiedente era di 53.938 metri quadrati.
17. In una nota datata 21 novembre 2001, la ricorrente ha contestato il contenuto della perizia edilizia. Ha criticato l’esperto per aver ignorato i resti che sarebbero stati trovati sul sito. Per quanto riguarda la relazione del perito agrario, la considerava incompleta in quanto non menzionava che l’intero terreno era ricoperto di pini.
18. Durante una seconda visita, effettuata il 18 luglio 2002, sono state ascoltate diverse persone.
19. L’esperto locale Y.M. ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: il terreno in questione era appartenuto a Para?keva Bano, che lo aveva ceduto al Richiedente; i confini del terreno non erano cambiati ed era attualmente delimitato da recinzioni, ad eccezione del confine settentrionale; infatti, in quella direzione, la propriet? si estendeva fino ad un ruscello, ma le recinzioni erano attualmente situate a sud del ruscello; Al di l? di questo confine c’erano vigneti di cui non conosceva il proprietario; ad est la propriet? era delimitata da campi appartenenti al monastero; questi erano stati nazionalizzati e ceduti ai rifugiati, che a loro volta li cedettero a Manol Bano; ad ovest c’erano terreni appartenenti agli abitanti del villaggio di Kalek?y.
20. Un “testimone del possesso” (zilyetlik tan???), Z.M., ha confermato che la propriet? era appartenuta a Para?keva Bano, prima che quest’ultimo la trasferisse al richiedente nel 1954 o 1955. Egli ha indicato che il Richiedente aveva utilizzato una parte della propriet? per la coltivazione del grano e che un’altra parte era, all’epoca, un frutteto. Egli ha inoltre indicato che le porzioni di terreno in pendenza erano utilizzate per il pascolo delle capre. Il testimone ha testimoniato che il Richiedente ha lasciato l’isola prima del 1974, ma non sapeva se il Richiedente ha continuato a coltivare la terra in questione dopo la sua partenza.
21. Secondo Z.M., la propriet? del richiedente era delimitata a sud da una strada oltre la quale si trovava il monastero e a nord da un fiume che lo separava dalla terra di Yani Papalambo e in parte da quella di Leondaridis e di un altro individuo. Z.M. aggiunse che ad est c’erano le terre di Manol Bano, che un tempo appartenevano al monastero, e che ad ovest il terreno era annesso a propriet? degli abitanti del villaggio di Kalek?y.
22. Z.M. ha inoltre dichiarato che Para?keva Bano non aveva altre propriet? nella zona e ha confermato la presenza di una piccola casa e di un “aia”.
23. Il perito edile che aveva partecipato a questa visita ha rilasciato una relazione il 21 ottobre 2002, indicando che i materiali presenti nei locali non erano di natura tale da poter essere utilizzati per le costruzioni agricole menzionate nel titolo dell’atto n. 42. Secondo lui, non era stata trovata alcuna prova che indicasse l’esistenza di tali costruzioni in quel luogo.
24. In date non specificate, gli esperti del catasto hanno depositato i piani e gli schizzi che avevano elaborato a seguito delle due visite.
25. Il 5 novembre 2002 la High Court ha respinto il ricorso della ricorrente. Essa affermava che, affinch? un titolo di propriet? corrisponda a un terreno, occorreva identificare almeno tre dei suoi confini e che questi dovevano essere confermati dalle dichiarazioni dei periti e dei testimoni, nonch? dagli atti di propriet? e dai documenti relativi agli appezzamenti vicini. Nel caso in esame, tuttavia, solo due dei confini menzionati nel titolo corrispondevano al terreno in questione. Inoltre, ha notato che gli esperti non hanno identificato una “casa contadina” o “aia” sul terreno in questione. Alla luce di questi elementi, ha ritenuto opportuno concludere che l’atto di propriet? non corrispondeva alla propriet? e respingere l’azione.
26. La ricorrente ha presentato ricorso contro questa sentenza. Egli riteneva che la sentenza fosse incomprensibile in quanto i quattro confini indicati sul suo atto di propriet? corrispondevano, a suo avviso, ai confini del terreno in contestazione. In quell’occasione ha ribadito le argomentazioni che aveva presentato alla Corte Suprema. Egli ha inoltre dichiarato di non aver mai interrotto il suo possesso e ha presentato a sostegno di questa tesi una lettera della sottoprefettura del 7 giugno 1995 relativa ad una denuncia da lui presentata a causa dello scarico di rifiuti sulla sua propriet?.
27. Con ordinanza del 13 ottobre 2003, la Corte di Cassazione ha chiesto alla High Court di ottenere i seguenti documenti dai servizi interessati e di trasmetterglieli:
– i verbali della registrazione catastale di un certo numero di appezzamenti di terreno e gli eventuali titoli di propriet? e dichiarazioni fiscali su cui tali verbali si basano;
– un piano che indichi i numeri degli appezzamenti situati a sud della propriet? in questione, le relazioni del catasto per tali appezzamenti, nonch? gli eventuali titoli di propriet? e dichiarazioni fiscali su cui tali relazioni si basano.
28. Il Tribunale trasmette al Tribunale le relazioni richieste da quest’ultimo. La Corte Suprema ha allegato a questi documenti i titoli redatti dopo la registrazione, la propriet? in questione non avendo titoli prima della registrazione. Tutti questi documenti sono stati consegnati all’Alta Corte dalla Direzione del Catasto e del Catasto.
29. Con sentenza del 15 marzo 2004 la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della ricorrente. Essa ha dichiarato che non ? stato possibile stabilire con certezza che il titolo di propriet? presentato dal richiedente corrispondesse alla propriet? rivendicata. Per quanto riguarda l’eventuale acquisizione per prescrizione, il Tribunale ha rilevato che il ricorrente aveva cessato di coltivare la propriet? nel 1974, che non aveva continuato ad esercitarvi il possesso e che tale situazione costituiva una rinuncia volontaria al possesso. Essa ha ritenuto che l’Alta Corte, che aveva tenuto in debito conto tutti gli elementi del fascicolo senza commettere errori nella valutazione delle prove, non avesse privato la sua decisione della sua base giuridica.
30. Il 22 ottobre 2004, la High Court ha inoltre respinto la domanda di rettifica della sentenza della ricorrente.
31. La decisione ? stata notificata alla ricorrente il 3 dicembre 2004.
B. Sviluppi successivi
1. La procedura di accertamento dei fatti
32. Nel 2008 la ricorrente ha chiesto alla High Court of G?k?eada di effettuare accertamenti di fatto su una parte del terreno oggetto del procedimento di rivendicazione della propriet?. Pi? precisamente, ha richiesto un’indagine su un’area del lotto 17 dove si supponeva che esistessero gli edifici menzionati nel titolo n. 42.
33. Il 6 marzo 2008 il Tribunale distrettuale di G?k?eada ha visitato il terreno in questione, accompagnato da un esperto e dal ricorrente.
34. La perizia presentata dal perito giudiziario a seguito degli scavi effettuati in loco, datata 10 marzo 2008, menzionava il rinvenimento di muri di fondazione di spessore variabile tra 35 e 40 cm su una superficie di 28,94 m?, di pietre angolari e di un muro di sostegno presumibilmente destinato a proteggere le fondamenta, nonch? la significativa presenza di detriti di piastrelle. Dopo aver indicato la posizione del probabile ingresso di questo vecchio edificio, l’esperto ha concluso di non poter determinare la data di costruzione dell’edificio, n? quella del suo crollo.
2. La denuncia contro gli esperti
35. In una data non specificata, la ricorrente ha presentato una denuncia contro i periti edilizi che erano intervenuti nel primo procedimento.
36. Il 31 marzo 2008 la Procura della Repubblica di G?k?eada ha emesso un’ordinanza di archiviazione per prescrizione.
3. La domanda di revisione
37. Il 10 luglio 2008 il richiedente ha chiesto una revisione del procedimento di rivendicazione della propriet?.
38. Egli ha sostenuto che il Tribunale di primo grado ha respinto il suo ricorso sulla base delle seguenti due constatazioni:
– non ? stato possibile stabilire la presenza sul terreno delle costruzioni menzionate nel titolo n. 42;
– solo due dei confini descritti nell’atto di propriet? n. 41 corrispondevano al terreno.
39. Per quanto riguarda il primo punto, il richiedente ha dichiarato che la domanda di accertamento dei fatti aveva stabilito la presenza delle costruzioni sopra menzionate.
40. Per quanto riguarda il secondo punto, egli ha presentato un atto di propriet? del 1944 a nome di K.S. che indica il confine del terreno come “Bara?kevi Bano”. Secondo il Richiedente, questo documento ha confermato il terzo confine. Egli ha affermato che il motivo per cui tale documento non figurava nel verbale del procedimento, anche se la High Court aveva chiesto alla cancelleria e al catasto di fornirgli tutti i titoli relativi ai lotti adiacenti, era che la cancelleria e il catasto avevano cercato di ingannare i giudici sostenendo che, durante i lavori catastali, i proprietari dei lotti in questione erano stati determinati sulla base del possesso e che tali lotti non erano oggetto di titoli di propriet? anteriori ai lavori catastali.
41. La High Court ha respinto il ricorso con sentenza del 23 dicembre 2008. Essa ha ritenuto che la scoperta dei resti delle suddette costruzioni non potesse consentire una revisione della procedura, in quanto non ha influito sulla soluzione adottata. In effetti, la propriet? rivendicata aveva una superficie molto ampia e i resti in questione non hanno contribuito alla determinazione dei confini indicati nell’atto di propriet?. Per quanto riguarda l’affermazione secondo cui i servizi competenti non le avrebbero fornito tutti i documenti pertinenti e la scoperta dei titoli di propriet? prima della misurazione catastale del 1998, l’Alta Corte ha rilevato che non si tratta di uno dei motivi di riapertura che il Codice di procedura esponeva in modo esaustivo, ma al massimo di un motivo che avrebbe dovuto essere sollevato al momento dell’impugnazione.
42. La Corte di Cassazione ha confermato tale sentenza l’8 giugno 2009.
43. L’8 dicembre 2009 ha inoltre respinto la domanda di rettifica della sentenza della ricorrente.
II. LA LEGISLAZIONE E LA PRASSI NAZIONALE IN MATERIA
A. Il catasto
44. Ogni propriet? iscritta nel registro fondiario (k?t???) ha una propria scheda che contiene le seguenti informazioni: lo stato descrittivo, l’identit? del proprietario, i pegni, le annotazioni e le menzioni, nonch? le servit?.
45. Secondo l’articolo 7 del Nuovo Codice Civile (NCC), entrato in vigore il 1? gennaio 2002:
“I registri pubblici e i titoli autentici sono la prova dei fatti che registrano e che non si sono dimostrati inesatti. La prova dell’inesattezza di questi fatti non ? soggetta ad alcuna forma particolare (…)”.
46. L’articolo 1023 del NCC, che riproduce una disposizione preesistente, crea una finzione dell’esattezza del registro fondiario nei seguenti termini :
“Chiunque acquisisce una propriet? o altri diritti reali basati in buona fede su un’iscrizione nel registro fondiario viene mantenuto nella sua acquisizione. ?
B. Disposizioni pertinenti della legge sul catasto in questo caso
47. Ai sensi dell’articolo 12 della legge sul catasto n. 3402 del 21 giugno 1987 (“legge sul catasto”), le conclusioni della misurazione catastale sono pubblicate per 30 giorni. In assenza di contestazioni durante questo periodo, i rapporti catastali diventano definitivi e vengono iscritti nel registro fondiario entro tre mesi.
48. Il comma 3 dello stesso testo prevede che “oltre un periodo di dieci anni dalla data in cui le relazioni sono divenute definitive, non pu? essere presentato alcun ricorso basato su diritti anteriori alla registrazione contro le constatazioni, i diritti e le delimitazioni contenute [nelle suddette relazioni]”.
49. In virt? del paragrafo 4 della stessa disposizione, al termine del periodo decennale, tutti i titoli di propriet? anteriori relativi a beni situati nella zona catastale perdono la loro “qualit? di titolo di propriet? in circolazione” (i?leme tabi kay?t niteli?ini kaybeder) e non possono pi? consentire alcuna azione con i servizi catastali o catastali.
50. Ai sensi dell’articolo 13 della citata legge, durante i lavori catastali, i beni che hanno un titolo di propriet? e sui quali il possesso ? esercitato dal titolare di tale titolo – o dai suoi aventi causa – sono registrati come propriet? del titolare del titolo stesso.
51. La delimitazione, in sede di registrazione dei terreni, dei terreni con titolo di propriet? preesistente ? disciplinata dall’articolo 20 della legge citata. Questo articolo prevede diversi casi in cui i confini e la superficie del terreno non corrispondono.
52. Se il titolo di propriet? si basa su una mappa, una pianta o uno schizzo ed ? possibile applicare questi documenti grafici al terreno, i confini derivati da questi documenti prevarranno sulle altre indicazioni, compresa l’area (paragrafo A).
53. Qualora il titolo di propriet? non sia basato su tale documento grafico, i limiti descritti dal titolo di propriet? prevalgono se possono essere applicati al terreno e il titolare del titolo di propriet? esercita il possesso sul terreno cos? delimitato (paragrafo B).
54. La prima frase del paragrafo C prevede che, qualora il titolo non sia basato su documenti grafici e i confini siano “instabili e suscettibili di consentire l’espansione” del terreno, prevale l’area indicata sul titolo. La seconda frase dello stesso paragrafo specifica, tuttavia, che se l’immobile, tenendo conto “del titolo, della sua struttura fisica e della sua ubicazione, copre un luogo specifico”, sono i confini di quel luogo che devono prevalere.
C. La prescrizione acquisitiva
55. L’art. 633 dell’ex Codice Civile (n. 743) (ACC) del 17 febbraio 1926, in vigore fino al 1? gennaio 2002, recita come segue:
“L’iscrizione nel registro fondiario ? necessaria per l’acquisizione della propriet? fondiaria.
Chiunque acquisisce un bene immobile per occupazione, eredit?, espropriazione, esecuzione forzata o sentenza diventa comunque proprietario prima dell’iscrizione, ma non pu? disporne nel registro fondiario fino a quando questa formalit? non ? stata adempiuta. ?
56. Il contenuto di questa disposizione ? stato ripreso dall’articolo 705 del NCC (n. 4721) del 22 novembre 2001.
57. L’articolo 639, paragrafo 1, del RDC prevedeva che :
“Chiunque sia stato in continuo e pacifico possesso come proprietario per vent’anni di beni immobili per i quali non ? stata effettuata alcuna iscrizione nel registro fondiario pu? intentare un’azione [in tribunale] per ottenere l’iscrizione [nel registro fondiario] di tale propriet? come sua propriet?. ?
58. Ai sensi dell’articolo 713, paragrafo 1, del CNC, che riproduce l’articolo 639, paragrafo 1, del RDC :
“Chiunque abbia esercitato per vent’anni il possesso continuo e pacifico in qualit? di proprietario di immobili non iscritti nel registro fondiario pu? richiedere l’iscrizione nel registro fondiario del proprio diritto di propriet? su tutto, parte o quota di tali immobili. ?
59. L’articolo 14 della legge 21 giugno 1987, n. 3402, relativa al registro fondiario, prevede che “il titolo di propriet? di un bene immobile non iscritto nel registro fondiario (…) ? registrato a nome di chi prova, mediante documenti, perizie o testimonianze, di esserne stato proprietario ininterrottamente per pi? di 20 anni”.
60. La giurisprudenza della Corte di Cassazione ritiene che il possesso possa consentire l’acquisizione solo quando l’immobile sul quale viene esercitato ? utilizzato in conformit? alla sua destinazione economica.
D. Ordine presidenziale n. 809 del 7 marzo 2019
61.Con ordinanza del Presidente della Repubblica 7 marzo 2019, n. 809, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’8 marzo 2019, ? stato esteso l’ambito di competenza ratione materiae della Commissione per i risarcimenti istituita dalla legge n. 6384 sulla liquidazione, mediante la concessione di risarcimenti, di alcune domande alla Corte europea dei diritti dell’uomo (cfr., per maggiori informazioni, Turgut e altri c. Turchia (dicembre), n. 4860/09, 26 marzo 2013).
62. Le parti rilevanti di questo ordine sono le seguenti:
“Articolo 3:
(…)
b) settori di competenza giurisdizionale: le domande relative ai diritti tutelati dall’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione che sono pendenti dinanzi alla Corte e che rientrano nell’ambito di applicazione dell’articolo 4 della presente ordinanza.
Articolo 4- (l) I seguenti settori (…) sono stati inclusi nell’ambito di competenza del Comitato (…) :
a) di esaminare e decidere, a condizione che sia adita entro un mese dalla data di notifica della sentenza definitiva della Corte europea dei diritti dell’uomo, sulle richieste di risarcimento danni per danni materiali e morali presentate nelle domande in cui la Corte europea dei diritti dell’uomo ha riscontrato una violazione dell’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione, ma non si ? pronunciata sulle richieste di risarcimento danni ai sensi dell’articolo 4l della Convenzione o ha deciso di riservare [la questione dell’applicazione di tale articolo]”.
IN DIRITTO
I. SULL’ALLEGATO VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1
63. Il ricorrente sostiene di aver perso la propriet? del terreno in questione e che ci? viola il suo diritto al rispetto della sua propriet? ai sensi dell’art. 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione, che recita come segue:
“Ogni persona fisica o giuridica ha il diritto al rispetto della sua propriet?. Nessuno pu? essere privato dei suoi beni se non nell’interesse pubblico e nel rispetto della legge e dei principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni che precedono non pregiudicano il diritto degli Stati di emanare le leggi che ritengono necessarie per regolamentare l’uso dei beni in conformit? all’interesse pubblico o per assicurare il pagamento di tasse o altri contributi o multe. ?
64. Il governo sta combattendo questa tesi.
A. Sulla ricevibilit?
1. Sull’esaurimento dei rimedi
65. Il governo ha sostenuto che i rimedi nazionali non erano stati esauriti e ha sostenuto che la ricorrente non aveva esaurito tali rimedi. Infatti, secondo il Governo, il richiedente non si ? avvalso della possibilit? di presentare ricorso in piena giurisdizione dinanzi al Tribunale Amministrativo al fine di accertare la presunta negligenza delle autorit? competenti e di ottenere un risarcimento ai sensi dell’articolo 125 della Costituzione e dell’articolo 13 della legge n. 2577 sul contenzioso amministrativo.
66. Il firmatario contesta questa accusa e sostiene che la competenza per le controversie catastali spetta ai tribunali, che in questo caso sono competenti ad attribuire la giurisdizione.
67. La Corte ricorda che il requisito dell’esaurimento dei rimedi interni ai sensi dell’articolo 35 ? 1 della Convenzione si basa sul presupposto che l’ordinamento giuridico interno offra un rimedio efficace in relazione alla presunta violazione. Spetta al Governo, che sostiene la non esaurimento, soddisfare la Corte che all’epoca dei fatti esisteva un rimedio efficace e disponibile, sia in teoria che in pratica, vale a dire che era accessibile e capace di offrire al ricorrente ragionevoli prospettive di ricorso per i suoi reclami. Inoltre, il richiedente deve aver fatto un uso normale di rimedi nazionali che possano essere efficaci e sufficienti e, qualora un rimedio sia stato utilizzato, non ? richiesto l’uso di un altro rimedio che abbia sostanzialmente lo stesso scopo (Kozac?o?lu c. Turchia [GC], n. 2334/03, ?? 39-40, 19 febbraio 2009).
68. Rileva che il richiedente ha avviato un procedimento dinanzi ai tribunali civili e che i tribunali si sono pronunciati sul merito della contestazione. Poich? tale procedura costituisce un rimedio efficace, essa ritiene che non si possa chiedere alla ricorrente di esaurire qualsiasi altro rimedio. Inoltre, nulla indica che un ricorso completo possa costituire un rimedio efficace. A tale riguardo, rileva che il governo non prevede alcuna decisione giudiziaria che dimostri che i tribunali amministrativi possano considerarsi competenti a trattare le controversie catastali.
69. Alla luce di queste considerazioni, la Corte ritiene che l’obiezione del Governo debba essere respinta.
2. Sull’esistenza di un “bene”…
a) Argomenti delle parti
70. Il Governo fa riferimento alla giurisprudenza della Corte sulla nozione di “propriet?” ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione nelle cause Jantner c. Slovacchia (n. 39050/97, ?? 27-28, 4 marzo 2003) e Remzi Balc? c. Turchia ((dec.), n. 68545/01, 10 gennaio 2008). Essa afferma che la Convenzione non garantisce il diritto di acquistare beni immobili. Aggiunge che il concetto di propriet? pu? comprendere sia i “beni esistenti” sia i beni, compresi i crediti, per i quali il richiedente pu? affermare di avere almeno una “legittima aspettativa” di ottenere il godimento effettivo di un diritto di propriet? (si veda, tra molti altri, Malhous c. Repubblica Ceca (dec.) [GC], n. 33071/96, CEDU 2000 XII). Quando l’interesse pecuniario ? dello stesso ordine del credito, si pu? ritenere che l’interessato abbia un legittimo affidamento se tale interesse pecuniario ha un fondamento sufficiente nel diritto nazionale, ad esempio se ? confermato da una giurisprudenza consolidata dei tribunali (Kopeck? c. Slovacchia [GC], n. 44912/98, ?? 49 e 52, CEDU 2004-IX). D’altro canto, non si pu? concludere che vi sia un “legittimo affidamento” in caso di controversia sull’interpretazione e l’applicazione del diritto nazionale e le argomentazioni del richiedente a tale riguardo sono infine respinte dai tribunali nazionali (Kopeck?, citato, ? 50).
71. Il Governo ha ammesso che il richiedente aveva un titolo di propriet? valido. Tuttavia, essi hanno sottolineato che, dopo aver ascoltato i testimoni, visitato i locali e ottenuto perizie, i tribunali nazionali avevano riscontrato che quel titolo non corrispondeva al terreno da lui rivendicato.
72. Egli afferma inoltre che la Corte di Cassazione ha anche esaminato se si potesse ritenere che il richiedente avesse acquisito la propriet? su prescrizione, ma ha concluso che le condizioni per l’usucapione non erano state soddisfatte nel caso di specie.
73. Il governo ha aggiunto che la Corte aveva solo una competenza limitata per controllare il rispetto del diritto nazionale. A loro avviso, spettava principalmente alle autorit? nazionali interpretare e applicare le loro leggi.
74. Il ricorrente ha risposto di avere un atto di propriet?, che costituisce una propriet?. A suo avviso, se non ? stato riconosciuto come proprietario del bene in questione al momento della registrazione e del relativo procedimento, ci? ? dovuto alla mancanza di diligenza da parte delle autorit?. Il ricorrente sostiene che le autorit? interessate hanno deliberatamente omesso di fornire ai tribunali tutte le informazioni che potrebbero consentire di confermare le sue affermazioni, in particolare i vecchi titoli di propriet? (stabiliti prima dell’iscrizione nel registro fondiario) dei terreni limitrofi. A tale riguardo, egli sostiene che i vecchi titoli relativi a tali appezzamenti (che ha ottenuto con mezzi propri) identificano la Para?keva Bano come proprietaria del terreno adiacente (punto 40 di cui sopra).
75.Egli afferma inoltre di aver continuato ad esercitare il possesso della propriet? dopo il 1974, come dimostra la lettera della Sotto-Prefettura del 7 giugno 1995 (paragrafo 26).

b) Valutazione della Corte
i. Principi generali
76. La Corte ribadisce che un richiedente pu? invocare la violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione solo nella misura in cui le decisioni contestate riguardano la sua “propriet?” ai sensi di tale disposizione (cfr. Kopeck?, citata, ? 35(c), e Radomilja e altri c. Croazia [GC], nn. 37685/10 e 22768/12, ? 142, 20 marzo 2018).
77. Il concetto di “propriet?” ha un ambito autonomo che non si limita alla propriet? di beni materiali ed ? indipendente dalle qualifiche formali del diritto nazionale: anche alcuni altri diritti e interessi che costituiscono un patrimonio possono essere considerati come beni e quindi “propriet?” ai fini della presente disposizione (Centro Europa 7 s.r.l. e Di Stefano v. Italia [GC], n. 38433/09, ? 171, CEDU 2012). Mentre l’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione non garantisce il diritto di acquistare beni (Kopeck?, citato, ? 35(a)), il concetto di “propriet?” pu? coprire sia i beni esistenti sia i crediti sufficientemente accertati per essere considerati come beni (idem, ? 42, e Radomilja e altri, citato, ? 142).
78. In determinate circostanze, il “legittimo affidamento” di ottenere il valore della propriet? pu? anche godere della protezione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione (Anheuser-Busch Inc. c. Portogallo [GC], n. 73049/01, ? 65, CEDU 2007 I). La legittima aspettativa di continuare a godere del bene deve avere una “base sufficiente nel diritto nazionale”, ad esempio quando ? confermata da una giurisprudenza consolidata dei tribunali o quando si basa su una disposizione legislativa o su un atto giuridico co relativa all’interesse immobiliare in questione (Kopeck?, citata, ? 52, Depalle c. Francia [GC], n. 34044/02, ? 63, CEDU 2010, e Saghinadze e altri c. Georgia, n. 18768/05, ? 103, 27 maggio 2010). Una volta stabilito ci?, pu? entrare in gioco la nozione di “legittima aspettativa” (Mauritius c. Francia [GC], n. 11810/03, ? 63, CEDU 2005-IX).
79. D’altra parte, la speranza del riconoscimento di un diritto di propriet? che non si pu? esercitare efficacemente non pu? essere considerata come “propriet?” ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione. Lo stesso vale per un credito condizionale che si estingue per il mancato rispetto della condizione (Malhous c. Repubblica Ceca (dicembre), n. 33071/96, CEDU 2000-XII, Principe Hans-Adam II c. Germania [GC], n. 42527/98, ? 85, CEDU 2001-VIII, e Nerva c. Regno Unito, n. 42295/98, ? 43, 24 settembre 2002).
80. In ogni caso ? importante considerare se le circostanze considerate nel loro insieme hanno reso il richiedente titolare di un interesse sostanziale protetto dall’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione (Iatridis c. Grecia [GC], n. 31107/96, ? 54, CEDU 1999 II, e Depalle, citata, ? 63).
ii. Applicazione al presente caso
81. Nella presente causa, il Tribunale osserva che le pretese di propriet? del ricorrente si fondano, da un lato, su un atto di propriet? regolarmente iscritto nel registro fondiario e redatto a suo nome e, dall’altro, sull’asserita sussistenza dei presupposti per la prescrizione acquisitiva.
?) Diritti di propriet? in base alla prescrizione
82. Per quanto riguarda l’usucapion, la Corte ricorda che la normativa turca prevede che chiunque sia stato in possesso continuo e pacifico di un bene immobile in qualit? di proprietario per vent’anni pu? chiedere l’iscrizione di tale bene nel registro fondiario come suo bene.
83. Essa rileva, tuttavia, che la Corte di Cassazione ha respinto le richieste di propriet? della ricorrente basate sull’usucapione per il fatto che non sussistevano i presupposti per tali richieste. Essa sottolineava che dalle dichiarazioni sia dei testimoni che degli esperti risultava chiaro che il richiedente non aveva coltivato il terreno in questione dal 1974 e che tale situazione costituiva una rinuncia volontaria al possesso.
84. La Corte ricorda di avere una competenza limitata per verificare se il diritto nazionale sia stato correttamente interpretato e applicato; non spetta alla Corte sostituirsi ai giudici nazionali, il cui ruolo consiste soprattutto nel garantire che le decisioni di questi ultimi non siano viziate da arbitrariet? o manifesta irrazionalit?. Ribadisce che il suo compito, ai sensi dell’articolo 19 della Convenzione, ? unicamente quello di garantire che le Parti contraenti rispettino gli impegni assunti nel quadro della Convenzione. In particolare, non ? suo compito occuparsi degli errori di fatto o di diritto asseritamente commessi da un giudice nazionale, a meno che e nella misura in cui essi non abbiano arrecato pregiudizio ai diritti e alle libert? tutelati dalla Convenzione (Garc?a Ruiz contro la Corte di giustizia delle Comunit? europee, causa C-135/99). Spagna [GC], n. 30544/96, ? 28, CEDU 1999 I, De Tommaso c. Italia [GC], n. 43395/09, ? 170, CEDU 2017 (estratti), e D?nmez e altri c. Turchia (dicembre), n. 19258/07, ? 64, 30 gennaio 2018).
85. Non vede nulla di arbitrario o manifestamente irragionevole nella valutazione della Corte di Cassazione sulle condizioni per la prescrizione acquisitiva e sulla considerazione che i terreni agricoli devono essere coltivati per poterne trovare il possesso ai sensi della legge turca (cfr. Ipseftel c. Turchia (dic.), n. 43395/09, ? 170, CEDU 2017 (estratti), e D?nmez e altri c. Turchia (dic.), n. 19258/07, ? 64, 30 gennaio 2018). Turchia (dic.), nn. 20462/04 e 21405/04, ?? 37-39, del 25 aprile 2017, in cui la Corte di Cassazione aveva stabilito che il possesso doveva essere conforme allo scopo economico della propriet? e che i terreni agricoli non potevano essere acquistati su prescrizione se non erano pi? coltivati). Non c’? quindi nulla che si discosti dalla conclusione del suddetto tribunale, che ha respinto le argomentazioni dell’interessato e ha ritenuto di non potersi avvalere della prescrizione per l’acquisizione.
86. Di conseguenza, la Corte ritiene che, in mancanza di un sufficiente fondamento giuridico nel diritto interno, non sarebbe potuto giuridicamente sorgere alcun legittimo affidamento che il richiedente potesse continuare a godere della “propriet?” e diventare proprietario sulla base delle norme che disciplinano l’usucapion (D?nmez e altri, decisione citata, ?? 65-66).
?) Diritti di propriet? in base all’atto di propriet? del 1954
87. Il Tribunale osserva che il ricorrente ha fondato le sue pretese anche su un atto di propriet? redatto ben prima del registro fondiario e regolarmente iscritto nel registro fondiario. Nota che il titolo riguarda una propriet? situata sull’isola di G?k?eada e ne indica la superficie (11.028 m?) e i confini.
88. La Corte ricorda che, secondo il diritto turco, ? l’iscrizione nel registro che determina il trasferimento della propriet? o la creazione di un diritto reale e che un titolo iscritto in tale registro costituisce una prova incontestabile dell’esistenza di un diritto di propriet? (Rimer e a. contro Turchia). Turchia, n. 18257/04, ? 36, 10 marzo 2009, B?l?kba? e altri c. Turchia, n. 29799/02, ? 36, 9 febbraio 2010, Usta c. Turchia, n. 32212/11, ? 29, 27 novembre 2012, e Do?ancan c. Turchia (dic.), n. 17934/10, ? 22, 15 ottobre 2013).
89. Essa rileva inoltre che n? i tribunali nazionali n? il governo hanno contestato la validit? di questo titolo.
90. Non vi ? quindi alcun dubbio che il titolo in questione costituisca una “propriet?” ai sensi della Convenzione e che la posizione giuridica del richiedente in seguito alla sua acquisizione nel 1954 sia tale da rientrare nell’ambito di applicazione dell’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione.
91. Essa rileva che le parti hanno opinioni diverse in merito al fatto che il terreno a cui si riferisce il presente titolo copra o meno la totalit? o parte delle parcelle rivendicate.
92. La Corte osserva innanzitutto che il titolo di propriet? in questione potrebbe coprire, nel migliore dei casi, solo una parte dei beni rivendicati dall’interessato, dato che il terreno oggetto della controversia era di 53.938 metri quadrati (v. supra, paragrafo 16), mentre la superficie indicata nel titolo di propriet? era di soli 11.028 metri quadrati.
93. Per quanto riguarda l’ubicazione dei beni oggetto del titolo di propriet?, la Corte rileva che i giudici nazionali hanno ritenuto, dopo aver effettuato una serie di udienze e di perquisizioni, che solo due dei confini del terreno descritto nel titolo di propriet? corrispondessero a quelli dei terreni oggetto della controversia (v. supra, punto 25). Essi hanno concluso che non si poteva dire che la propriet? descritta nel titolo di propriet? corrispondesse al terreno oggetto della controversia. Il Tribunale osserva che la ricorrente sostiene che i quattro confini indicati nel titolo di propriet? corrispondevano a quelli del terreno in questione.
94. Per quanto riguarda le questioni di fatto, la Corte ricorda che, essendo sensibile al carattere sussidiario del suo compito, non pu?, senza un valido motivo, assumere il ruolo di giudice di fatto in primo grado, a meno che ci? non sia reso inevitabile dalle circostanze della causa di cui ? investito. Non ? di sua competenza sostituire la propria visione dei fatti con quella dei tribunali nazionali, che in linea di principio devono soppesare le informazioni da essi raccolte. Se le conclusioni di tali tribunali non sono vincolanti per la Corte, essa si discoster? di norma dalle loro conclusioni di fatto solo se ? in possesso di dati convincenti in tal senso (Radomilja e altri, citata, ? 150).
95. Nel caso di specie, la Corte non vede nulla di arbitrario o di manifestamente irragionevole nella conclusione di fatto dei tribunali nazionali che non si possa stabilire con certezza che tutti i confini della propriet? descritta nel titolo di propriet? corrispondano al terreno oggetto della controversia.
96. Per quanto riguarda i documenti presentati dal ricorrente, tra cui in particolare l’atto di propriet? del 1944 (punto 40 supra), la Corte osserva che essi non sono accompagnati da alcuna spiegazione che le consenta di rimettere in discussione l’accertamento dei fatti da parte dei giudici nazionali.
97. Essa osserva, tuttavia, che, sebbene abbiano concluso che il titolo di propriet? sopra menzionato non corrispondeva al bene rivendicato, i giudici nazionali hanno tuttavia accettato che due dei confini del bene descritto nell’atto di propriet? corrispondessero al bene in questione.
98. Ci? distingue la presente causa da situazioni – come quella di D?nmez e a. (decisione citata) – in cui i giudici nazionali giungono alla conclusione che il titolo di propriet? presentato non si riferisce al bene rivendicato in quanto nessuno dei limiti descritti nel titolo di propriet? corrisponde a quelli del bene.
99. Secondo il Tribunale, una volta accertato che due dei confini della propriet? del ricorrente corrispondevano al terreno di cui trattasi, il titolo di propriet? in questione copriva necessariamente una parte delle parcelle in questione. Tenuto conto delle constatazioni di fatto dei giudici nazionali in merito alla corrispondenza dei confini, sarebbe manifestamente irragionevole giungere a qualsiasi altra conclusione.
100.Alla luce di quanto precede, e senza che sia necessario pronunciarsi n? sul secondo titolo n? sulla relazione del 10 marzo 2008 presentata all’atto della domanda di riesame (v. infra, punti 34 e 39), il Tribunale ritiene che il ricorrente avesse un interesse pecuniario sufficientemente elevato su una parte dei terreni in questione da costituire una “propriet?” ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione, che ? quindi applicabile nel caso di specie (Valle Pierimpi? Societ? Agricola S. P.A. c. Italia, n. 46154/11, ? 51, 23 settembre 2014).
3. Conclusione
101. La Corte ritiene che la parte della denuncia relativa agli 11.028 m? di terreno oggetto dell’atto di propriet? iscritto nel registro fondiario non sia manifestamente infondata ai sensi dell’articolo 35, paragrafo 3, lettera a), della Convenzione e che non sollevi altrimenti motivi di inammissibilit? diversi da quelli esaminati in precedenza. Il Tribunale dichiara pertanto il reclamo ricevibile, per quanto riguarda la parte di cui sopra, e inammissibile per il resto.
B. Nel merito
102. Il ricorrente lamenta di essere stato privato di una propriet? che ? stata debitamente acquistata e iscritta nel registro fondiario come sua propriet?.
103. Il Governo non ? d’accordo con questa affermazione e sostiene che il richiedente non aveva alcuna propriet? a sua disposizione. Essa ritiene che la valutazione dei tribunali nazionali sia stata conforme sia al diritto nazionale che alla Convenzione.
104. La Corte osserva che il ricorrente era titolare di un atto di propriet? iscritto nel registro fondiario, tenuto dallo Stato al fine di garantire la propriet? fondiaria e di assicurare la sicurezza delle transazioni immobiliari, e ribadisce che esso riguardava necessariamente una parte degli appezzamenti 17, 18 e 20 del blocco 122.
105. Constata che, a seguito del completamento dei lavori catastali, tutti gli appezzamenti in questione sono stati registrati come propriet? del Tesoro e che, a seguito della procedura avviata dal richiedente per far valere il suo titolo, i rilievi catastali sono stati confermati.
106. Essa ritiene che il richiedente non sia pi? in grado di esercitare i diritti normalmente connessi ad un titolo di propriet? immobiliare, n? su una parte di tali appezzamenti n? su qualsiasi altro terreno dell’isola di G?k?eada.
107. Il titolo in questione non ? mai stato formalmente cancellato, ma ? stato di fatto privato di tutte le prerogative ad esso connesse.
108. La Corte ritiene che tale situazione ha annullato il diritto di propriet? del richiedente e costituisce una privazione di propriet? ai sensi della Convenzione, vale a dire un’interferenza che rientra nell’ambito di applicazione della seconda norma dell’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione (per le tre distinte norme contenute in tale disposizione, cfr. James e altri c. Regno Unito, 21 febbraio 1986, ? 37, serie A n. 98, e Iatridis, citata, ? 55).
109. Ricorda che, senza il pagamento di una somma ragionevolmente correlata al valore della propriet?, la privazione della propriet? costituisce normalmente una privazione eccessiva della propriet?, e una totale mancanza di risarcimento pu? essere giustificata ai sensi dell’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione solo in circostanze eccezionali (si veda, tra gli altri, Jahn e altri v. Germania [GC], nn. 46720/99, 72203/01 e 72552/01, ? 111, CEDU 2005 VI, e Visti?? e Perepjolkins c. Lettonia [GC], n. 71243/01, ? 36, 25 ottobre 2012).
110. Nel caso di specie, la Corte rileva che il ricorrente non ha ricevuto alcun risarcimento per la perdita dei diritti inerenti al suo titolo di propriet? al Tesoro e che il Governo non ha fatto valere alcuna circostanza eccezionale per giustificare la totale assenza di risarcimento.
111.Rileva inoltre che il governo non ha mai sostenuto che il ricorrente avesse a disposizione mezzi di ricorso per ottenere un risarcimento.
112. Date le circostanze, la Corte ritiene che il giusto equilibrio richiesto dall’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione sia stato turbato a danno del ricorrente e che vi sia stata quindi una violazione di tale disposizione.
II. ALTRE PRESUNTE VIOLAZIONI DELLA CONVENZIONE
113. La ricorrente lamenta una violazione dell’art. 6 della Convenzione, sostenendo che i giudici nazionali hanno motivato in modo insufficiente le loro decisioni e non hanno valutato correttamente le prove.
114. Egli si lamentava, citando l’articolo 13 della Convenzione, di non aver avuto alcun mezzo di ricorso che gli permettesse di far valere i suoi diritti.
115. Facendo riferimento all’articolo 14 della Convenzione, egli sostiene che i suoi diritti sono stati violati a causa della sua origine etnica.
116. Ipotizzando che tali denunce sollevino questioni distinte da quella sopra esaminata, la Corte, alla luce del materiale di cui ? investita e nella misura in cui ? competente a trattare le accuse formulate, non ravvisa alcuna apparenza di violazione delle disposizioni della Convenzione.
117. Ne consegue che tali reclami sono manifestamente infondati e devono essere respinti ai sensi dell’articolo 35 ?? 3 (a) e 4 della Convenzione.
III. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
118. Ai sensi dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se il Tribunale dichiara che vi ? stata una violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente consente solo imperfettamente di eliminare le conseguenze di tale violazione, il Tribunale, se del caso, dar? giusta soddisfazione alla parte lesa. ?
A. Danni materiali
119. Il ricorrente chiede la somma di EUR 2 646 448 (EUR) per i danni materiali che afferma di aver subito. A sostegno della sua affermazione, egli presenta una perizia privata.
120. Il Governo ha invitato la Corte a respingere l’istanza, che ha ritenuto ingiustificata.
121. La Corte ribadisce che una sentenza che constata una violazione comporta l’obbligo giuridico per lo Stato convenuto di porre fine alla violazione e di cancellarne le conseguenze in modo da ripristinare per quanto possibile la situazione precedente (Sargsyan contro Azerbaigian (giusta soddisfazione) [GC], n. 40167/06, ? 35, 12 dicembre 2017). In linea di principio, gli Stati contraenti sono liberi di scegliere i mezzi che intendono utilizzare per conformarsi a una sentenza che constata una violazione. Questa discrezionalit? sui mezzi per l’esecuzione di una sentenza riflette la libert? di scelta che va di pari passo con l’obbligo imperativo imposto dalla Convenzione agli Stati contraenti: assicurare il rispetto dei diritti e delle libert? garantite (articolo 1). Se la natura della violazione consente la restitutio in integrum, spetta allo Stato convenuto eseguirla, poich? la Corte non ha n? la competenza n? la possibilit? pratica di farlo essa stessa. Se, invece, la legge nazionale non permette, o permette solo in modo imperfetto, di cancellare le conseguenze della violazione, l’articolo 41 autorizza la Corte a concedere alla parte lesa la soddisfazione che ritiene opportuna (Brumarescu c. Romania (solo soddisfazione) [GC], n. 28342/95, ? 20, CEDU 2000-I, e Guiso Gallisay c. Italia (solo soddisfazione) [GC], n. 58858/00, ? 90, 22 dicembre 2009).
122. Il Tribunale osserva che il ricorrente ha presentato una domanda di risarcimento del danno materiale, corrispondente, a suo avviso, al valore di mercato dell’immobile in questione alla data della domanda, e che ha prodotto una perizia di un perito privato a sostegno della sua domanda.
123. Il Tribunale ritiene di non disporre di prove sufficienti per determinare oggettivamente il danno pecuniario della ricorrente alla data della privazione della propriet?.
124. La Corte rileva che l’8 marzo 2019 ? entrata in vigore l’ordinanza presidenziale n. 809. Questa disposizione estende la competenza della Commissione di compensazione istituita nel gennaio 2013 e stabilisce i principi e la procedura da seguire in materia di risarcimento nei casi in cui la Corte abbia riscontrato una violazione dell’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione ma non si sia pronunciata sulle richieste di risarcimento ai sensi dell’articolo 41 della Convenzione o abbia deciso di riservare la questione dell’applicazione di tale articolo. La Corte osserva che la presente causa rientra nella prima categoria di cause, ossia quelle in cui ha constatato una violazione dell’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione e non si ? pronunciata sulle domande di risarcimento danni ai sensi dell’articolo 4l della Convenzione.
125. Inoltre, nei casi di Turgut e altri (decisione citata) e Demiro?lu c. Turchia ((dec.), n. 56125/10, 4 giugno 2013), la Corte ha effettuato un esame dettagliato del funzionamento della commissione di compensazione. Essa ha ritenuto che le ricorrenti dovessero prima rivolgersi alla Commissione di compensazione in quanto essa offriva un nuovo rimedio interno accessibile e in grado di porre rimedio alle loro rimostranze (cfr. anche Y?ld?z e Yanak c. Turchia (dic.), n. 44013/07, 27 maggio 2014, Bozkurt c. Turchia (dic.), n. 44013/07, 27 maggio 2014, Bozkurt c. Turchia (dic.), n. 56125/10, 4 giugno 2013). Turchia (dic.), n. 38674/07, 10 marzo 2015, ?elik c. Turchia (dic.), n. 23772/13, 16 giugno 2015, e ?zbil c. Turchia (dic.), n. 45601/09, 29 settembre 2015). La Corte osserva inoltre che la Commissione di compensazione ? competente a risarcire tutti gli individui in conformit? con la sua prassi (Turgut et al. e Demiro?lu, decisioni citate in precedenza). L’indennizzo concesso da questo organismo ? versato dal Ministero della Giustizia entro tre mesi dalla data in cui la decisione ? divenuta definitiva ed ? esente da qualsiasi imposta o tassa. Inoltre, la decisione di questa commissione pu? essere impugnata presso il tribunale amministrativo, che deve pronunciarsi entro tre mesi. Il richiedente pu? anche presentare un’istanza individuale alla Corte costituzionale contro le decisioni dei tribunali amministrativi (Ahmet Erol c. Turchia (dic.), n. 73290/13, 6 maggio 2014, e Sayan c. Turchia (dic.), n. 49460/11, ? 19, 14 giugno 2016).
126. La Corte prende atto di questa iniziativa del governo turco e osserva che tale sviluppo rafforza la natura sussidiaria del meccanismo di protezione dei diritti umani istituito dalla Convenzione e facilita alla Corte e al Comitato dei Ministri lo svolgimento dei compiti loro affidati ai sensi degli articoli 41 e 46 della Convenzione (Broniowski c. Polonia (accordo amichevole) [GC], n. 31443/96, ? 36, CEDU 2005 IX).
127. In tali circostanze, la Corte ritiene che una richiesta alla Commissione di compensazione entro un mese dalla data di notifica della sua sentenza definitiva possa dar luogo ad un risarcimento da parte dell’amministrazione e che tale richiesta sia un mezzo adeguato per rimediare alla violazione constatata alla luce dell’articolo 1 del protocollo n. 1 della convenzione (cfr., mutatis mutandis, Gen?el c. Francia, sentenza della Corte di cassazione del 18 dicembre 1996, causa C-197/99). Turchia, n. 53431/99, ? 27, 23 ottobre 2003 e, da ultimo, Moreira Ferreira c. Portogallo (n. 2) [GC], n. 19867/12, ?? 48-50, 11 luglio 2017; cfr. anche, mutatis mutandis, G?mr?k??ler e altri c. Turchia (solo soddisfazione), n. 9580/03, ? 34, 7 febbraio 2017, e Ke?ecio?lu e altri c. Turchia (solo soddisfazione), n. 37546/02, ? 18, 20 luglio 2010).
128. Avendo effettuato questa constatazione, la Corte ribadisce che pu? valutare se la domanda si presta all’applicazione dell’articolo 37 della Convenzione (G?mr?k??ler e altri, gi? citato, ? 37). Infatti, essa pu? decidere di cancellare una domanda dal suo elenco di casi ai sensi dell’articolo 37, paragrafo 1, lettera c), della Convenzione, qualora sia accertato che la possibilit? pratica di indennizzare il richiedente esiste a livello nazionale, qualora gli organismi competenti, che si trovano sul posto e hanno accesso ai beni, ai registri e agli archivi e a tutti gli altri mezzi pratici, siano certamente in una posizione migliore per pronunciarsi su questioni complesse di propriet? e di valutazione e per determinare l’indennizzo, come nel caso dei richiedenti (ibidem, paragrafo 29).
129. La Corte ritiene che le autorit? nazionali siano indubbiamente nella posizione migliore per valutare il danno subito e dispongano di mezzi giuridici e tecnici adeguati per porre fine ad una violazione della Convenzione e per cancellarne le conseguenze, in particolare, come nella fattispecie, quando si tratta di determinare il valore di un bene immobile in uno Stato contraente ad una data determinata. Infatti, per la Corte, come ha rilevato in numerose cause contro la Turchia riguardanti il diritto di propriet?, tale valutazione ? quasi oggettivamente impossibile in quanto strettamente legata a contesti nazionali, o addirittura locali, e gli esperti e i tribunali nazionali sono nella posizione migliore per effettuarla (si veda, a titolo di esempio, Ke?ecio?lu e altri, citati sopra, ? 18).
130. Alla luce di quanto precede, per quanto riguarda l’asserito danno materiale, la Corte conclude che il diritto nazionale consente ora di cancellare le conseguenze della violazione constatata e, di conseguenza, ritiene che non sia necessario pronunciarsi sulla domanda della ricorrente al riguardo. Essa ritiene pertanto che non sia pi? giustificato continuare l’esame della domanda (articolo 37, paragrafo 1, lettera c) della Convenzione). Essa ritiene inoltre che non vi siano circostanze particolari che incidano sul rispetto dei diritti umani garantiti dalla Convenzione e dai suoi protocolli che richiedano un ulteriore esame dell’applicazione nel caso concreto (articolo 37 ? 1 in fine). Inoltre, nel giungere a tale conclusione, ha tenuto conto della sua competenza, ai sensi dell’articolo 37 ? 2 della Convenzione, a registrare nuovamente la domanda qualora ritenga che le circostanze giustifichino tale procedimento (G?mr?k??ler e a., citato, ? 42).
131. In conclusione, la parte della causa relativa alla questione dell’articolo 41 della Convenzione riguardante la richiesta di risarcimento dei danni materiali a causa della violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione dovrebbe essere depennata dall’elenco delle cause.
B. Danni non materiali
132. La ricorrente chiede l’importo di EUR 10 000 a titolo di danno morale.
133. Il Governo contesta questa affermazione.
134. La Corte osserva che, ai sensi della citata ordinanza presidenziale, la Commissione di compensazione ? competente anche per l’esame e la decisione sulle richieste di risarcimento dei danni non patrimoniali. Di conseguenza, alla luce delle sue conclusioni in materia di danni materiali, la parte della causa relativa alla questione dell’articolo 41 della Convenzione concernente la domanda di risarcimento dei danni non patrimoniali a causa della violazione dell’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione dovrebbe essere anch’essa depennata dall’elenco delle cause.
C. Costi e spese
135. La ricorrente chiede l’importo di EUR 350 per spese e costi e presenta una serie di ricevute.
136. Il Governo contesta queste affermazioni.
137. Tenuto conto dei documenti in suo possesso e della sua giurisprudenza, la Corte ritiene che la somma di 350 euro richiesta dal richiedente sia ragionevole e la concede.
D. Interessi di mora
138. La Corte ritiene opportuno basare il tasso di interesse di mora sul tasso di interesse delle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea, maggiorato di tre punti percentuali.
PER QUESTI MOTIVI, IL TRIBUNALE ALL’UNANIMIT?
1. 2) Il ricorso ? dichiarato ricevibile per quanto riguarda il reclamo ai sensi dell’art. 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione, nella misura in cui riguarda una superficie di 11.028 m? e irricevibile per il resto;

2. Dichiara che vi ? stata una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione;

3. Decide di cancellare dalla lista la parte della causa relativa alla questione dell’articolo 41 della Convenzione, riguardante la richiesta di risarcimento dei danni materiali e non pecuniari;

4. Detto
a) che lo Stato convenuto paghi all’istante, entro tre mesi dalla data in cui la decisione ? passata in giudicato ai sensi dell’articolo 44 ? 2 della Convenzione, la somma di 350 euro (trecentocinquanta euro), da convertire nella moneta dello Stato convenuto;
b) dalla scadenza di tale periodo fino al pagamento, a tale importo si aggiungono gli interessi semplici ad un tasso pari al tasso delle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea applicabile durante tale periodo, maggiorato di tre punti percentuali;
Fatto in francese e comunicato per iscritto il 16 luglio 2019, ai sensi dell’articolo 77 ?? 2 e 3 del Regolamento del Tribunale.
Stanley Naismith Robert Spano
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

DEUXI?ME SECTION

AFFAIRE AVYIDI c. TURQUIE

(Requ?te no 22479/05)

ARR?T

STRASBOURG

16 juillet 2019

D?FINITIF

16/10/2019

Cet arr?t est devenu d?finitif en vertu de l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Avyidi c. Turquie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (deuxi?me section), si?geant en une Chambre compos?e de :
Robert Spano, pr?sident,
Marko Bo?njak,
I??l Karaka?,
Valeriu Gri?co,
Egidijus K?ris,
Ivana Jeli?,
Darian Pavli, juges,
et de Stanley Naismith, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 25 juin 2019,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 22479/05) dirig?e contre la R?publique de Turquie et dont un ressortissant de cet ?tat, M. Yorgi Avyidi (? le requ?rant ?), a saisi la Cour le 31 mai 2005 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Le requ?rant a ?t? repr?sent? par Me Y. Cesur, avocat ? ?anakkale. Le gouvernement turc (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par son agent.
3. Le requ?rant all?guait en particulier une violation de son droit au respect de ses biens.
4. Le 17 mars 2010, la requ?te a ?t? communiqu?e au Gouvernement.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
5. Le requ?rant est n? en 1922 et r?side ? ?anakkale.
A. Les travaux de cadastrage et le recours en revendication de propri?t? du requ?rant
6. Au cours des travaux de cadastrage de l??le de G?k?eada, en 1998, les parcelles 17, 18 et 20 de l??lot 122 furent enregistr?es comme ?tant la propri?t? du Tr?sor.
7. Le 19 avril 2001, dans le but de se faire reconna?tre comme le propri?taire des parcelles 17 et 20 et d?une partie de la parcelle 18, le requ?rant intenta plusieurs actions, qui furent par la suite jointes, ? l?encontre du Tr?sor et de A.A., un particulier qui avait acquis la propri?t? de la parcelle 18. Il pr?senta ? cet ?gard deux titres de propri?t? immatricul?s au registre foncier le 18 mars 1954.
8. Le premier titre (no 41) concernait un bien de 11 028 m? dont les limites ?taient ainsi d?crites : ? ? l?occident [un bien appartenant ?] Leondari, ? l?orient une voie, au septentrion son propre champ, au midi les prairies d?Aya Istrati ?. Selon ce titre, la nature du bien ?tait un ? champ ?. Ce titre avait ?t? d?livr? ? la suite de l?achat du terrain par le requ?rant, selon lui, ? Para?keva Bano. Cette derni?re disposait d?un titre ancien datant de l?an 1327 du calendrier h?girien (soit l?an 1909 environ du calendrier gr?gorien).
9. Le second titre (no 42) concernait une ? maison paysanne ? (dam) et un ? lieu de battage ? (harman yeri). D?apr?s ce titre, les constructions avaient ?t? c?d?es au requ?rant par ? Aspasiyan fille de Yanko ?, et elles ?taient entour?es par ? ses propres champs ?.
10. Une premi?re visite des lieux fut r?alis?e par le tribunal le 26 septembre 2001, en compagnie d?un expert local, de deux experts en cadastrage, d?un expert en construction et d?un expert agronome.
11. L?expert local E.Z. d?clara que les limites indiqu?es dans le premier titre correspondaient ? celles du terrain dont le requ?rant revendiquait la propri?t? et pr?cisa que celui-ci avait cultiv? ledit terrain ? partir des ann?es 1950. Il indiqua que sur ce terrain se trouvaient ? l??poque une construction en pierre et un ? lieu de battage ?. Il ajouta que le terrain en question ?tait d?limit? au nord par le bien de Kleopatra Leondari, au sud par un chemin au-del? duquel se trouvaient des terrains du monast?re Aya Istirati, ? l?est par le terrain de Manol Bano et ? l?ouest par les terrains de Nikola Makudi.
12. Un t?moin de la partie demanderesse, Y.P., d?clara au tribunal que le requ?rant avait la possession du terrain litigieux depuis 1955 et qu?il y avait cultiv? de l?orge et des vignes. Il confirma la pr?sence des constructions mentionn?es dans le titre no 42 et indiqua que le terrain ?tait d?limit? au nord par une route au-del? de laquelle se trouvaient les terres de Nikola Makudi, au sud par un chemin en terre au-del? duquel se situaient le terrain du monast?re Aya Istirati, ? l?est par le terrain de Manol Bano et par une partie de celui de Leondari, et ? l?ouest par un chemin en terre le s?parant du terrain de Nikola Makudi.
13. Dans un m?moire parvenu au tribunal de grande instance (? le TGI ?) le 4 octobre 2001, le requ?rant indiquait que les habitants de l??le de G?k?eada d?signaient les points cardinaux en consid?rant que le continent ?tait ? l?est et estimait que les d?clarations devaient ?tre lues ? la lumi?re de cette information. Il ajoutait que, le terrain de Leondari se trouvant dans la direction du continent, les d?clarations de l?expert confirmaient ses pr?tentions.
14. Dans son rapport, d?pos? le 10 octobre 2001, l?expert en construction pr?cisait qu?il n?avait pas observ? de vestiges de murs ou de fondations ? l?emplacement d?sign? comme ?tant celui de constructions agricoles ou dans les environs de celui-ci, et qu?il n?avait pas non plus constat? la pr?sence de mat?riaux, tels que des pierres, pouvant permettre la construction d?une maison paysanne ou l?am?nagement d?un ? lieu de battage ?. Il indiquait que des pierres se trouvaient certes sur les lieux, mais qu?elles n??taient pas de dimension suffisante pour ?tre utilis?es en construction.
15. D?apr?s le rapport de l?expert agronome, le terrain pr?sentait une inclinaison de 7 ? 10 %. La partie est de celui-ci, un terrain agricole, avait une inclinaison de 60 %. L?expert pr?cisait en outre qu?il n?avait pas d?cel? de traces de vignes.
16. D?apr?s un rapport d?expertise dat? du 16 octobre 2001, la superficie des biens revendiqu?s par le requ?rant ?tait de 53 938 m?.
17. Dans un m?moire du 21 novembre 2001, le requ?rant contestait la teneur du rapport de l?expert en construction. Il reprochait ? celui-ci d?avoir ignor? les vestiges qui auraient ?t? pr?sents sur les lieux. En ce qui concerne le rapport de l?expert agronome, il consid?rait que celui-ci ?tait incomplet dans la mesure o? il n?aurait pas mentionn? que la totalit? du terrain ?tait recouverte de pins.
18. Lors d?une seconde visite, r?alis?e le 18 juillet 2002, plusieurs personnes furent entendues.
19. L?expert local Y.M. fit les d?clarations suivantes : le terrain en cause avait appartenu ? Para?keva Bano, qui l?avait c?d? au requ?rant ; les limites du terrain n?avaient pas chang? et celui-ci ?tait actuellement bord? par des cl?tures, ? l?exception de la limite nord ; en effet, dans cette direction, le bien s??tendait jusqu?? un ruisseau, mais des cl?tures se trouvaient actuellement au sud du cours d?eau ; au-del? de cette limite se trouvaient des vignes dont il ignorait le propri?taire ; ? l?est, le bien ?tait d?limit? par des champs appartenant au monast?re ; ceux-ci avaient ?t? nationalis?s et donn?s ? des r?fugi?s, lesquels les avaient ? leur tour c?d?s ? Manol Bano ; ? l?ouest se trouvaient des terres appartenant ? des habitants du village de Kalek?y.
20. Un ? t?moin de la possession ? (zilyetlik tan???), Z.M., confirma que le bien avait appartenu ? Para?keva Bano, avant que cette derni?re ne le c?de au requ?rant en 1954 ou en 1955. Il indiqua que ce dernier avait utilis? une partie du bien pour y cultiver du bl? et qu?une autre partie ?tait, ? l??poque, un verger. Il ajouta que les parties en pente du terrain servaient ? faire pa?tre des ch?vres. Le t?moin indiqua que le requ?rant avait quitt? l??le avant 1974 mais qu?il ignorait si l?int?ress? avait maintenu une activit? agricole sur le terrain en question apr?s son d?part.
21. D?apr?s Z.M., le bien du requ?rant ?tait d?limit? au sud par un chemin au-del? duquel se trouvait le monast?re et au nord par une rivi?re qui le s?parait des terrains de Yani Papalambo et en partie de ceux de Leondaridis et d?un autre individu. Z.M. ajouta qu?? l?est se trouvaient les terrains de Manol Bano, qui avaient autrefois appartenu au monast?re, et que, ? l?ouest, le terrain ?tait mitoyen des biens appartenant ? des habitants du village de Kalek?y.
22. Z.M. pr?cisa en outre que Para?keva Bano n?avait pas d?autre bien dans la r?gion et confirma la pr?sence d?une maisonnette et d?un ? lieu de battage ?.
23. L?expert en construction qui avait particip? ? cette visite rendit, le 21 octobre 2002, un rapport indiquant que les mat?riaux pr?sents sur les lieux n??taient pas de nature ? avoir pu ?tre utilis?s pour les constructions agricoles mentionn?es dans le titre de propri?t? no 42. Selon lui, aucun ?l?ment permettant d?affirmer que de telles constructions avaient exist? ? cet endroit n?avait pu ?tre relev?.
24. ? des dates non pr?cis?es, les experts du cadastre d?pos?rent les plans et croquis qu?ils avaient dress?s ? la suite des deux visites.
25. Le 5 novembre 2002, le TGI rejeta l?action du requ?rant. Il indiqua que, pour qu?un titre de propri?t? puisse correspondre ? un terrain, il fallait que trois au moins de ses limites soient identifi?es, et que celles-ci soient corrobor?es par les d?clarations des experts et des t?moins ainsi que par les titres de propri?t? et les documents relatifs aux parcelles voisines. Or il releva que, en l?esp?ce, seules deux des limites mentionn?es dans le titre correspondaient audit terrain. Par ailleurs, il constata que les experts n?avaient pas identifi? de ? maison paysanne ? ni de ? lieu de battage ? sur le terrain en question. Compte tenu de ses ?l?ments, il estima qu?il convenait de conclure que le titre de propri?t? ne correspondait pas au bien et de rejeter l?action.
26. Le requ?rant forma un pourvoi contre ce jugement. Il consid?rait que celui-ci ?tait incompr?hensible dans la mesure o? les quatre limites indiqu?es sur son titre de propri?t? correspondaient, selon lui, ? celle du terrain en litige. Il r?it?ra ? cette occasion les arguments qu?il avait pr?sent?s au TGI. Il indiqua en outre qu?il n?avait jamais interrompu sa possession et pr?senta ? l?appui de cet argument un courrier de la sous-pr?fecture du 7 juin 1995 relatif ? une plainte qu?il avait d?pos?e en raison du d?versement d?ordures sur son bien.
27. Par une ordonnance du 13 octobre 2003, la Cour de cassation demanda au TGI d?obtenir aupr?s des services concern?s les documents suivants, et de les lui transmettre :
? les proc?s-verbaux de cadastrage d?un certain nombre de parcelles et les ?ventuels titres de propri?t? et relev?s fiscaux sur lesquels ces proc?s-verbaux s?appuyaient ;
? un plan indiquant les num?ros des parcelles situ?es au sud du bien en cause, les proc?s-verbaux de cadastrage de ces parcelles ainsi que les ?ventuels titres de propri?t? et relev?s fiscaux sur lesquels ces proc?s-verbaux s?appuyaient.
28. Le TGI transmit ? la haute juridiction les proc?s-verbaux sollicit?s par cette derni?re. Le TGI joignit ? ces documents les titres ?tablis apr?s le cadastrage, les biens en question ne disposant pas de titres ant?rieurs au cadastrage. L?ensemble de ces pi?ces furent d?livr?es au TGI par la direction du cadastre et du registre foncier.
29. Par un arr?t du 15 mars 2004, la Cour de cassation rejeta le pourvoi du requ?rant. Elle indiqua qu?il n?avait pas ?t? possible d??tablir avec certitude que le titre pr?sent? par le requ?rant correspondait au bien revendiqu?. En ce qui concernait l??ventuelle acquisition par prescription, la haute juridiction releva que le requ?rant avait cess? de cultiver le bien en 1974, qu?il n?avait pas continu? ? exercer une possession sur le bien, et qu?une telle situation constituait un abandon volontaire de la possession. Elle estima que le TGI, qui avait d?ment pris en compte l?ensemble des ?l?ments du dossier sans commettre d?erreur dans l?appr?ciation des preuves, n?avait pas priv? sa d?cision de base l?gale.
30. Le 22 octobre 2004, la haute juridiction rejeta ?galement la demande en rectification d?arr?t du requ?rant.
31. Cette d?cision fut notifi?e ? l?int?ress? le 3 d?cembre 2004.
B. Les d?veloppements ult?rieurs
1. La proc?dure en constatation factuelle
32. En 2008, le requ?rant demanda au TGI de G?k?eada de proc?der ? des constatations factuelles sur une partie des terrains ayant fait l?objet de la proc?dure en revendication de propri?t?. Plus pr?cis?ment, il sollicita des recherches sur une zone de la parcelle 17 o? ?taient cens?es avoir exist? les constructions mentionn?es dans le titre no 42.
33. Le 6 mars 2008, le TGI de G?k?eada se rendit sur le terrain en question, accompagn? d?un expert et de la partie demanderesse.
34. Le rapport remis par l?expert judiciaire ? la suite des fouilles r?alis?es sur les lieux, dat? du 10 mars 2008, mentionnait la d?couverte de murs de fondation d?une ?paisseur variant entre 35 et 40 cm sur une surface de 28,94 m?, de pierres angulaires et d?un mur de sout?nement vraisemblablement destin? ? prot?ger les fondations, ainsi que la pr?sence importante de d?bris de tuiles. Apr?s avoir indiqu? l?endroit o? se trouvait l?entr?e probable de cette ancienne b?tisse, l?expert concluait qu?il ne pouvait d?terminer ni la date de construction du b?timent, ni celle de son effondrement.
2. Le d?p?t de plainte contre les experts
35. ? une date non pr?cis?e, le requ?rant d?posa une plainte contre les experts en construction qui ?taient intervenus lors de la premi?re proc?dure.
36. Le 31 mars 2008, le parquet de G?k?eada rendit une ordonnance de non-lieu pour prescription.
3. La demande en r?vision
37. Le 10 juillet 2008, le requ?rant demanda la r?vision de la proc?dure en revendication de propri?t?.
38. Il soutenait que, pour rejeter son action, le TGI s??tait appuy? sur les deux constatations suivantes :
? la pr?sence sur le terrain des constructions mentionn?es dans le titre de propri?t? no 42 n?avait pu ?tre ?tablie ;
? seules deux des limites d?crites dans le titre de propri?t? no 41 correspondaient au terrain.
39. S?agissant du premier point, le requ?rant indiqua que la demande en constatation factuelle avait permis d??tablir la pr?sence des constructions pr?cit?es.
40. En ce qui concerne le second point, il pr?senta un titre de propri?t? de 1944 ?tabli au nom de K.S. et indiquant comme limite du terrain celui de ? Bara?kevi Bano ?. Ce document permettait, selon le requ?rant, de confirmer la troisi?me limite. Il affirma que si ce document ne se trouvait pas dans le dossier de la proc?dure alors m?me que le TGI avait demand? aux services du registre foncier et du cadastre de lui fournir tous les titres relatifs aux parcelles mitoyennes, c??tait parce que lesdits services avaient cherch? ? tromper les tribunaux en soutenant que, lors des travaux de cadastrage, les propri?taires des parcelles en question avaient ?t? d?termin?s sur la base de la possession et que ces parcelles ne faisaient pas l?objet de titres de propri?t? ant?rieurs auxdits travaux.
41. Le TGI rejeta la demande par un jugement du 23 d?cembre 2008. Il estima que la d?couverte des vestiges de constructions susmentionn?s ne pouvait permettre de r?viser la proc?dure car elle n?avait pas d?incidence sur la solution retenue. En effet, le bien revendiqu? avait une tr?s grande superficie et les vestiges en question ne contribuaient pas ? la d?termination des limites indiqu?es sur le titre de propri?t?. En ce qui concerne l?all?gation selon laquelle les services comp?tents ne lui avaient pas fourni tous les documents pertinents et la d?couverte de titres de propri?t? ant?rieurs au cadastrage de 1998, le TGI releva qu?il ne s?agissait pas de l?un des motifs de r?ouverture que le code de proc?dure ?non?ait de mani?re exhaustive mais tout au plus d?un moyen qui aurait d? ?tre soulev? au moment du pourvoi.
42. La Cour de cassation confirma ce jugement le 8 juin 2009.
43. Le 8 d?cembre 2009, elle rejeta en outre la demande en rectification d?arr?t pr?sent?e par le requ?rant.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
A. Le registre foncier
44. Chaque bien enregistr? au grand livre du registre foncier (tapu k?t???) dispose de son feuillet propre, qui comporte notamment les informations suivantes : l??tat descriptif, l?identit? du propri?taire, les gages, les annotations et mentions ainsi que les servitudes.
45. Aux termes de l?article 7 du nouveau code civil (NCC), entr? en vigueur le 1er janvier 2002 :
? Les registres publics et les titres authentiques font foi des faits qu?ils constatent et dont il n?a pas ?t? prouv? qu?ils ?taient inexacts. La preuve de l?inexactitude de ces faits n?est soumise ? aucune forme particuli?re (…) ?
46. L?article 1023 du NCC, qui reprend une disposition pr?existante, cr?e une fiction d?exactitude du registre foncier dans les termes suivants :
? Celui qui acquiert la propri?t? ou d?autres droits r?els en se fondant de bonne foi sur une inscription du registre foncier est maintenu dans son acquisition. ?
B. Les dispositions pertinentes en l?esp?ce de la loi sur le cadastre
47. En vertu de l?article 12 de la loi no 3402 du 21 juin 1987 relative au cadastre (? la loi sur le cadastre ?), les conclusions ?tablies ? l?issue des travaux de cadastrage font l?objet d?un affichage public pendant trente jours. En l?absence de contestation durant cette p?riode, les proc?s-verbaux de cadastrage deviennent d?finitifs et sont retranscrits au registre foncier dans un d?lai de trois mois.
48. L?alin?a 3 du m?me texte dispose que ? au-del? d?un d?lai de dix ans ? partir de la date ? laquelle les proc?s-verbaux sont devenus d?finitifs, aucun recours fond? sur des droits ant?rieurs au cadastrage ne peut ?tre form? contre les constatations, droits et d?limitations que [lesdits proc?s-verbaux] contiennent ?.
49. En vertu de l?alin?a 4 de la m?me disposition, ? l?issue du d?lai de dix ans, tous les titres ant?rieurs relatifs aux biens situ?s dans la zone de cadastrage perdent leur ? qualit? de titre en circulation ? (i?leme tabi kay?t niteli?ini kaybeder) et ne peuvent plus permettre aucune d?marche aupr?s des services du cadastre ou du registre foncier.
50. En application de l?article 13 de la loi pr?cit?e, lors des travaux de cadastrage, les biens disposant d?un titre et sur lequel une possession est exerc?e par le titulaire de ce titre – ou par ses ayants droit – sont enregistr?s comme propri?t? de celui-ci.
51. La d?limitation, au cours du cadastrage, des terrains disposant d?un titre pr?existant est r?gie par l?article 20 de la loi susmentionn?e. Celui-ci pr?voit plusieurs cas de figure en cas de non-concordance entre les limites et la superficie du terrain.
52. Lorsque le titre de propri?t? repose sur une carte, un plan ou un croquis et qu?il est possible d?appliquer ces documents graphiques au terrain, les limites d?coulant desdits documents pr?valent sur les autres indications, dont la superficie (alin?a A).
53. Lorsque le titre de propri?t? ne repose pas sur ce type de document graphique, les limites d?crites par le titre pr?valent s?il est possible de les appliquer au terrain et si le titulaire du titre exerce une possession sur la parcelle ainsi d?limit?e (alin?a B).
54. La premi?re phrase de l?alin?a C dispose quant ? elle que, lorsque le titre ne repose pas sur des documents graphiques et que les limites sont ? instables et susceptibles de permettre un ?largissement ? du terrain, c?est la superficie indiqu?e sur le titre qui doit pr?valoir. La seconde phrase du m?me alin?a pr?cise toutefois que si le bien, compte tenu ? des mentions du titre, de sa structure physique et de son emplacement, couvre un endroit d?termin? ?, ce sont les limites de cet endroit qui doivent pr?valoir.
C. La prescription acquisitive
55. L?article 633 de l?ancien code civil (no 743) (ACC) du 17 f?vrier 1926, qui ?tait en vigueur jusqu?au 1er janvier 2002, ?tait ainsi libell? :
? L?inscription au registre foncier est n?cessaire pour l?acquisition de la propri?t? fonci?re.
Celui qui acquiert un immeuble par occupation, succession, expropriation, ex?cution forc?e ou jugement en devient toutefois propri?taire avant l?inscription, mais il ne peut en disposer dans le registre foncier qu?apr?s que cette formalit? a ?t? remplie. ?
56. La teneur de cette disposition a ?t? reprise ? l?article 705 du NCC (no 4721) du 22 novembre 2001.
57. L?article 639, alin?a 1, de l?ACC disposait que :
? Toute personne ayant exerc? une possession continue et paisible ? titre de propri?taire pendant vingt ans sur un bien immeuble pour lequel aucune mention ne figure au registre foncier peut introduire une action [en justice] en vue d?obtenir l?inscription [au registre foncier] de ce bien comme ?tant sa propri?t?. ?
58. Aux termes de l?article 713, alin?a 1, du NCC, qui reprend l?article 639, alin?a 1, de l?ACC :
? Toute personne ayant exerc? une possession continue et paisible ? titre de propri?taire pendant vingt ans sur un bien immeuble non enregistr? au registre foncier peut demander l?inscription de son droit de propri?t? sur l?int?gralit?, une partie ou une part de ce bien au registre foncier. ?
59. L?article 14 de la loi no 3402 du 21 juin 1987 sur le cadastre pr?voit que ? le titre d?un bien immobilier non immatricul? au registre foncier (…) est inscrit au nom de celui qui prouve, au moyen de documents, d?expertises ou de d?clarations de t?moins, l?avoir poss?d?, ? titre de propri?taire, de mani?re ininterrompue pendant plus de vingt ans ?.
60. La jurisprudence de la Cour de cassation consid?re que la possession ne peut permettre l?acquisition que lorsque le bien sur lequel elle s?exerce fait l?objet d?une utilisation conforme ? sa destination ?conomique.
D. Ordonnance pr?sidentielle no 809 du 7 mars 2019
61. Par une ordonnance pr?sidentielle no 809 du 7 mars 2019 publi?e dans le Journal officiel le 8 mars 2019, le champ de comp?tence ratione materiae de la commission d?indemnisation cr??e par la loi no 6384 relative au r?glement, par l?octroi d?une indemnit?, de certaines requ?tes introduites devant la Cour europ?enne des droits de l?homme (voir, pour de plus amples informations, Turgut et autres c. Turquie (d?c.), no 4860/09, 26 mars 2013) a ?t? ?tendu.
62. Les parties pertinentes en l?esp?ce de cette ordonnance sont ainsi libell?es :
? Article 3 :
(…)
b) domaines de comp?tence : les requ?tes concernant les droits prot?g?s par l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention qui sont pendantes devant la Cour et relevant du champ d?application de l?article 4 de la pr?sente ordonnance.
Article 4- (l) Les domaines (…) suivants ont ?t? inclus dans le champ de comp?tence de la commission (…) :
a) examiner et statuer, ? condition qu?elle soit saisie dans un d?lai d?un mois ? compter de la date de la notification de l?arr?t final de la Cour europ?enne des droits de l?homme, sur les demandes de dommages au titre du pr?judice mat?riel et moral pr?sent?es dans les requ?tes o? la Cour europ?enne des droits de l?homme a constat? une violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention mais ne s?est pas prononc?e sur les demandes de dommages au titre de l?article 4l de la Convention ou a d?cid? de r?server [la question de l?application de cet article] ?
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1
63. Le requ?rant all?gue avoir perdu la propri?t? des terrains litigieux et y voit une atteinte ? son droit au respect de ses biens pr?vu par l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention, ainsi libell? :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les ?tats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
64. Le Gouvernement combat cette th?se.
A. Sur la recevabilit?
1. Sur l??puisement des voies de recours
65. Le Gouvernement excipe du non-?puisement des voies de recours internes et soutient que le requ?rant n?a pas ?puis? lesdites voies. En effet, selon lui, l?int?ress? n?a pas fait usage de la possibilit? de former un recours de plein contentieux devant le tribunal administratif en vue de faire constater la n?gligence all?gu?e des autorit?s comp?tentes et d?obtenir une indemnit? en vertu de l?article 125 de la Constitution et de l?article 13 de la loi no 2577 relative au contentieux administratif.
66. Le requ?rant conteste cette all?gation et r?torque que la comp?tence en mati?re de contentieux du cadastre appartient aux juridictions de l?ordre judiciaire, lesquelles disposeraient en l?esp?ce d?une comp?tence d?attribution.
67. La Cour rappelle que la condition de l??puisement des voies de recours internes ?nonc?e ? l?article 35 ? 1 de la Convention se fonde sur l?hypoth?se que l?ordre interne offre un recours effectif quant ? la violation all?gu?e. Il incombe au Gouvernement excipant du non-?puisement de convaincre la Cour qu?il existait ? l??poque des faits un recours effectif et disponible, tant en th?orie qu?en pratique, c?est-?-dire accessible et susceptible d?offrir au requ?rant des perspectives raisonnables de r?paration de ses griefs. En outre, un requ?rant doit avoir fait un usage normal des recours internes vraisemblablement efficaces et suffisants et, lorsqu?une voie de recours a ?t? utilis?e, l?usage d?une autre voie dont le but est pratiquement le m?me n?est pas exig? (Kozac?o?lu c. Turquie [GC], no 2334/03, ?? 39-40, 19 f?vrier 2009).
68. Elle rel?ve que le requ?rant a initi? une proc?dure devant les juridictions civiles et que celles-ci ont statu? sur le fond de la contestation. Cette proc?dure constituant une voie de recours efficace, elle estime qu?on ne peut exiger de l?int?ress? qu?il ?puise en outre une autre voie de recours. Au demeurant, rien n?indique qu?un recours de plein contentieux pouvait constituer un recours efficace. ? cet ?gard, elle note que le Gouvernement ne fournit aucune d?cision judiciaire d?montrant que les tribunaux administratifs pouvaient s?estimer comp?tents en mati?re de contentieux du cadastre.
69. ? la lumi?re de ces ?l?ments, la Cour estime que l?exception du Gouvernement doit ?tre rejet?e.
2. Sur l?existence d?un ? bien ?
a) Arguments des parties
70. Le Gouvernement rappelle la jurisprudence de la Cour relative ? la notion de ? bien ? au sens de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention en se r?f?rant aux affaires Jantner c. Slovaquie (no 39050/97, ?? 27-28, 4 mars 2003) et Remzi Balc? c. Turquie ((d?c.), no 68545/01, 10 janvier 2008). Il indique que la Convention ne garantit pas le droit d?acqu?rir des biens. Il ajoute que la notion de bien peut recouvrir tant des ? biens actuels ? que des valeurs patrimoniales, y compris des cr?ances, en vertu desquelles le requ?rant peut pr?tendre avoir au moins une ? esp?rance l?gitime ? d?obtenir la jouissance effective d?un droit de propri?t? (voir, parmi beaucoup d?autres, Malhous c. R?publique tch?que (d?c.) [GC], no 33071/96, CEDH 2000 XII). Lorsque l?int?r?t patrimonial est de l?ordre de la cr?ance, l?on peut consid?rer que l?int?ress? dispose d?une esp?rance l?gitime si cet int?r?t patrimonial pr?sente une base suffisante en droit interne, par exemple lorsqu?il est confirm? par une jurisprudence bien ?tablie des tribunaux (Kopeck? c. Slovaquie [GC], no 44912/98, ?? 49 et 52, CEDH 2004-IX). En revanche, on ne saurait conclure ? l?existence d?une ? esp?rance l?gitime ? lorsqu?il y a controverse sur la fa?on dont le droit interne doit ?tre interpr?t? et appliqu? et que les arguments d?velopp?s par le requ?rant ? cet ?gard sont en d?finitive rejet?s par les juridictions nationales (Kopeck?, pr?cit?, ? 50).
71. Le Gouvernement admet que le requ?rant disposait d?un titre de propri?t? valide. Il indique n?anmoins que, apr?s avoir entendu des t?moins, visit? les lieux et obtenu des rapports d?expertise, les juridictions nationales ont estim? que ce titre ne correspondait pas au terrain revendiqu? par l?int?ress?.
72. Il expose en outre que la Cour de cassation a ?galement examin? la question de savoir si le requ?rant pouvait ?tre consid?r? comme ayant acquis le bien par prescription mais qu?elle a conclu que les conditions de l?usucapion n??taient pas remplies en l?esp?ce.
73. Le Gouvernement ajoute que la Cour ne jouit que d?une comp?tence limit?e pour contr?ler le respect du droit interne. Selon lui, c?est au premier chef aux autorit?s nationales qu?il appartient d?interpr?ter et d?appliquer leurs lois.
74. Le requ?rant r?torque qu?il disposait d?un titre de propri?t?, lequel constituerait un bien. Selon lui, s?il n?a pas ?t? reconnu comme propri?taire du bien en cause lors du cadastrage et de la proc?dure y relative, c?est en raison du manque de diligence des autorit?s. Le requ?rant soutient que les administrations concern?es ont volontairement omis de fournir aux juridictions tous les ?l?ments pouvant permettre de confirmer ses revendications, et notamment les titres de propri?t? anciens (?tablies avant le cadastrage) des parcelles voisines. ? cet ?gard, il avance que les titres anciens relatifs ? ces parcelles (qu?il s?est procur?s par ses propres moyens) d?signent Para?keva Bano comme ?tant la propri?taire des terrains mitoyens (paragraphe 40 ci-dessus).
75. Il indique en outre qu?il avait continu? ? exercer une possession sur le bien apr?s 1974, ainsi que le d?montre selon lui le courrier de la sous-pr?fecture en date du 7 juin 1995 (paragraphe 26 ci-dessus).

b) Appr?ciation de la Cour
i. Principes g?n?raux
76. La Cour rappelle qu?un requ?rant ne peut all?guer une violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention que dans la mesure o? les d?cisions qu?il incrimine se rapportent ? ses ? biens ? au sens de cette disposition (Kopeck?, pr?cit?, ? 35, c), et Radomilja et autres c. Croatie [GC], nos 37685/10 et 22768/12, ? 142, 20 mars 2018).
77. La notion de ? biens ? a une port?e autonome qui ne se limite pas ? la propri?t? de biens corporels et qui est ind?pendante par rapport aux qualifications formelles du droit interne : certains autres droits et int?r?ts constituant des actifs peuvent aussi passer pour des valeurs patrimoniales et donc des ? biens ? aux fins de cette disposition (Centro Europa 7 s.r.l. et Di Stefano c. Italie [GC], no 38433/09, ? 171, CEDH 2012). Si l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention ne garantit pas un droit ? acqu?rir des biens (Kopeck?, pr?cit?, ? 35, a)), la notion de ? biens ? peut recouvrir tant des biens actuels que des cr?ances suffisamment ?tablies pour ?tre consid?r?es comme des valeurs patrimoniales (idem, ? 42, et Radomilja et autres, pr?cit?, ? 142).
78. Dans certaines circonstances, l?? esp?rance l?gitime ? d?obtenir une valeur patrimoniale peut ?galement b?n?ficier de la protection de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention (Anheuser-Busch Inc. c. Portugal [GC], no 73049/01, ? 65, CEDH 2007 I). L?esp?rance l?gitime de pouvoir continuer ? jouir du bien doit reposer sur une ? base suffisante en droit interne ?, par exemple lorsqu?elle est confirm?e par une jurisprudence bien ?tablie des tribunaux ou lorsqu?elle est fond?e sur une disposition l?gislative ou sur un acte l?gal concernant l?int?r?t patrimonial en question (Kopeck?, pr?cit?, ? 52, Depalle c. France [GC], no 34044/02, ? 63, CEDH 2010, et Saghinadze et autres c. G?orgie, no 18768/05, ? 103, 27 mai 2010). D?s lors que cela est acquis, la notion d?? esp?rance l?gitime ? peut entrer en jeu (Maurice c. France [GC], no 11810/03, ? 63, CEDH 2005-IX).
79. En revanche, l?espoir de voir reconna?tre un droit de propri?t? que l?on est dans l?impossibilit? d?exercer effectivement ne peut ?tre consid?r? comme un ? bien ? au sens de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention. Il en va de m?me d?une cr?ance conditionnelle s??teignant du fait de la non-r?alisation de la condition (Malhous c. R?publique tch?que (d?c.), no 33071/96, CEDH 2000-XII, Prince Hans-Adam II c. Allemagne [GC], no 42527/98, ? 85, CEDH 2001-VIII, et Nerva c. Royaume-Uni, no 42295/98, ? 43, 24 septembre 2002).
80. Dans chaque affaire, il importe d?examiner si les circonstances, consid?r?es dans leur ensemble, ont rendu le requ?rant titulaire d?un int?r?t substantiel prot?g? par l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention (Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 54, CEDH 1999 II, et Depalle, pr?cit?, ? 63).
ii. Application au cas d?esp?ce
81. En l?esp?ce, la Cour observe que les revendications de propri?t? du requ?rant reposaient d?une part sur un titre de propri?t? r?guli?rement immatricul? au registre foncier et ?tabli ? son nom, et d?autre part sur l?all?gation que les conditions de la prescription acquisitive ?taient r?unies.
?) Les revendications de propri?t? fond?es sur la prescription acquisitive
82. En ce qui concerne l?usucapion, la Cour observe que la l?gislation turque pr?voit que toute personne ayant exerc? une possession continue et paisible ? titre de propri?taire pendant vingt ans sur un bien immeuble peut demander l?inscription au registre foncier de ce bien comme ?tant sa propri?t?.
83. Elle rel?ve toutefois que la Cour de cassation a rejet? les revendications de propri?t? du requ?rant reposant sur l?usucapion au motif que les conditions de celles-ci n??taient pas r?unies. Elle a en effet soulign? qu?il ressortait des d?clarations tant des t?moins que des experts que le requ?rant ne cultivait plus le terrain en cause depuis 1974, et qu?une telle situation constituait un abandon volontaire de la possession.
84. La Cour rappelle qu?elle dispose d?une comp?tence limit?e s?agissant de v?rifier si le droit national a ?t? correctement interpr?t? et appliqu? ; il ne lui appartient pas de se substituer aux tribunaux nationaux, son r?le consistant surtout ? s?assurer que les d?cisions de ces derniers ne sont pas entach?es d?arbitraire ou d?irrationalit? manifeste. Elle r?affirme qu?elle n?a pour t?che, aux termes de l?article 19 de la Convention, que celle d?assurer le respect des engagements r?sultant de la Convention pour les Parties contractantes. Sp?cialement, il ne lui appartient pas de conna?tre des erreurs de fait ou de droit pr?tendument commises par une juridiction interne, sauf si et dans la mesure o? elles pourraient avoir port? atteinte aux droits et libert?s sauvegard?s par la Convention (Garc?a Ruiz c. Espagne [GC], no 30544/96, ? 28, CEDH 1999 I, De Tommaso c. Italie [GC], no 43395/09, ? 170, CEDH 2017 (extraits), et D?nmez et autres c. Turquie (d?c.), no 19258/07, ? 64, 30 janvier 2018).
85. Elle ne voit en l?esp?ce rien d?arbitraire ou de manifestement d?raisonnable dans l?appr?ciation des conditions de la prescription acquisitive par la Cour de cassation et dans la consid?ration qu?un terrain agricole doit ?tre cultiv? pour pouvoir conclure ? l?existence d?une possession au sens des dispositions du droit turc (voir Ipseftel c. Turquie (d?c.), nos 20462/04 et 21405/04, ?? 37-39, 25 avril 2017, o? la Cour de cassation avait estim? que la possession devait ?tre conforme ? la destination ?conomique du bien et qu?un terrain agricole ne pouvait ?tre acquis par prescription s?il n??tait plus cultiv?). Rien ne lui permet donc de s??carter de la conclusion de ladite juridiction qui a rejet? les arguments de l?int?ress? et jug? qu?il ne pouvait se pr?valoir de la prescription acquisitive.
86. Partant, la Cour estime que, en l?absence de base l?gale suffisante en droit interne, aucune esp?rance l?gitime de pouvoir continuer ? jouir du ? bien ? et d?en devenir propri?taire sur la base des r?gles r?gissant l?usucapion n?avait pu juridiquement na?tre dans le chef du requ?rant (D?nmez et autres, d?cision pr?cit?e, ?? 65-66).
?) Les revendications de propri?t? fond?es sur le titre de propri?t? de 1954
87. La Cour observe que le requ?rant a ?galement fond? ses pr?tentions sur un titre de propri?t? ?tabli bien avant le cadastrage et r?guli?rement immatricul? au registre foncier. Elle rel?ve que celui-ci concerne un bien situ? sur l??le de G?k?eada et qu?il en indique la superficie (11 028 m?) et les limites.
88. La Cour rappelle que, en droit turc, c?est l?inscription au registre qui op?re le transfert de propri?t? ou la constitution d?un droit r?el et qu?un titre immatricul? audit registre constitue la preuve incontestable de l?existence d?un droit de propri?t? (Rimer et autres c. Turquie, no 18257/04, ? 36, 10 mars 2009, B?l?kba? et autres c. Turquie, no 29799/02, ? 36, 9 f?vrier 2010, Usta c. Turquie, no 32212/11, ? 29, 27 novembre 2012, et Do?ancan c. Turquie (d?c.), no 17934/10, ? 22, 15 octobre 2013).
89. Elle rel?ve en outre que ni les juridictions nationales ni le Gouvernement n?ont contest? la validit? de ce titre.
90. Il ne fait donc aucun doute que le titre en cause constitue un ? bien ? au sens de la Convention et que la situation juridique dans laquelle s?est trouv? le requ?rant du fait de son acquisition en 1954 est de nature ? relever du champ d?application de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.
91. Elle note que les parties ont des vues divergentes quant ? la question de savoir si le terrain sur lequel portait ce titre couvrait ou non tout ou partie des parcelles revendiqu?es.
92. La Cour observe en premier lieu que le titre en question ne pouvait couvrir, au mieux, qu?une partie seulement du bien revendiqu? par l?int?ress?, ?tant donn? que le terrain en litige ?tait d?une superficie de 53 938 m? (voir paragraphe 16 ci-dessus), alors que l?indication de surface indiqu?e dans le titre n??tait que de 11 028 m?.
93. En ce qui concerne la localisation du bien couvert par le titre, la Cour rel?ve les juridictions nationales ont estim?, apr?s avoir proc?d? ? une s?rie d?audition et de recherches, que seulement deux des limites du terrain d?crit dans le titre de propri?t? correspondaient ? celles des parcelles en litiges (voir paragraphe 25 ci-dessus). Elles en ont d?duit que l?on ne pouvait affirmer que le bien objet du titre correspondait au terrain en litige. La Cour observe que le requ?rant maintient que les quatre limites indiqu?es dans le titre correspondaient ? celles du terrain en question.
94. En ce qui concerne les questions de fait, la Cour rappelle que, sensible ? la nature subsidiaire de sa mission, elle ne peut sans de bonnes raisons assumer le r?le de juge du fait de premi?re instance, ? moins que cela ne soit rendu in?vitable par les circonstances de l?affaire dont elle se trouve saisie. Il n?entre pas dans ses attributions de substituer sa propre vision des faits ? celle des tribunaux internes, auxquels il appartient en principe de peser les donn?es recueillies par eux. Si les constats de ces tribunaux ne lient pas la Cour, celle-ci ne s??cartera normalement de leurs constatations de fait que si elle est en possession de donn?es convaincantes ? cet effet (Radomilja et autres, pr?cit?, ? 150).
95. En l?esp?ce, la Cour n?aper?oit rien d?arbitraire ou de manifestement d?raisonnable dans la conclusion factuelle des juridictions nationales selon laquelle il n?avait pu ?tre ?tabli de mani?re certaine que toutes les limites du bien d?crit dans le titre correspondaient aux terrains en litige.
96. Quant aux documents pr?sent?s par le requ?rant, dont notamment le titre de propri?t? de 1944 (paragraphe 40 ci-dessus), la Cour observe que ceux-ci ne sont pas accompagn?s d?explications qui pourraient lui permettre de remettre en cause l??tablissement des faits par les juridictions nationales.
97. Elle note toutefois que, m?me si elles ont conclu que le titre susmentionn? ne correspondait pas au bien revendiqu?, les juridictions nationales ont n?anmoins admis que deux des limites du bien d?crit dans le titre de propri?t? correspondaient au bien en cause.
98. Cet ?l?ment distingue la pr?sente esp?ce des situations – comme celle ayant fait l?objet de l?affaire D?nmez et autres (d?cision pr?cit?e) – dans lesquelles les juridictions nationales parviennent ? la conclusion que le titre pr?sent? ne concerne pas le bien revendiqu? parce qu?aucune des limites d?crites dans le titre ne correspond ? celles du bien.
99. En effet, aux yeux de la Cour, d?s lors qu?il est ?tabli que deux des limites du bien du requ?rant correspondaient au terrain en litige, le titre en question couvrait n?cessairement une partie des parcelles en cause. Compte tenu des constatations factuelles des juridictions nationales quant ? la correspondance des limites, il serait manifestement d?raisonnable de parvenir ? une autre conclusion.
100. Eu ?gard aux ?l?ments qui pr?c?dent et sans qu?il soit besoin de se prononcer ni sur le second titre de propri?t? ni sur le rapport du 10 mars 2008 pr?sent? lors de la demande de r?vision (paragraphe 34 et 39 ci-dessous), la Cour estime que le requ?rant disposait, sur une partie du terrain en cause, d?un int?r?t patrimonial suffisamment important pour constituer un ? bien ? au sens de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention, lequel est par cons?quent applicable en l?esp?ce (Valle Pierimpi? Societ? Agricola S.P.A. c. Italie, no 46154/11, ? 51, 23 septembre 2014).
3. Conclusion
101. La Cour constate que la partie du grief concernant les 11 028 m? couverts par le titre de propri?t? immatricul? au registre foncier n?est pas manifestement mal fond?e au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention et qu?elle ne se heurte par ailleurs ? aucun autre motif d?irrecevabilit? que ceux examin?s plus haut. Par cons?quent, la Cour d?clare le grief recevable, pour autant qu?il concerne la partie susmentionn?e, et irrecevable pour le surplus.
B. Sur le fond
102. Le requ?rant se plaint d?avoir ?t? priv? d?un bien pourtant r?guli?rement acquis et immatricul? au registre foncier comme ?tant sa propri?t?.
103. Le Gouvernement conteste cette affirmation et maintient que le requ?rant ne disposait pas de bien. Il consid?re que l?appr?ciation des juridictions nationales ?tait conforme tant au droit national qu?? la Convention.
104. La Cour observe que le requ?rant ?tait titulaire d?un titre de propri?t? immatricul? au registre foncier, lequel est tenu par l??tat dans le but de garantir la propri?t? fonci?re et d?assurer la s?curit? des transactions immobili?res, et r?it?re que celui-ci couvrait n?cessairement une partie des parcelles 17, 18 et 20 de l??lot 122.
105. Elle note que, ? l?issue des travaux du cadastre, l?ensemble des parcelles en question a ?t? enregistr? comme ?tant la propri?t? du Tr?sor et que, ? l?issue de la proc?dure initi?e par le requ?rant pour faire valoir son titre, les conclusions cadastrales ont ?t? confirm?es.
106. Elle estime que le requ?rant n?est donc plus en mesure d?exercer les droits qui sont habituellement attach?s ? un titre de propri?t? immobili?re, ni sur une partie de ces parcelles ni sur aucun autre terrain situ? sur l??le de G?k?eada.
107. Si le titre en question n?a jamais ?t? formellement annul?, il s?est trouv? de fait priv? de toutes les pr?rogatives qui y ?taient attach?es.
108. La Cour consid?re qu?une telle situation a an?anti le droit de propri?t? du requ?rant et s?apparente ? une privation de propri?t? au sens de la Convention, c?est-?-dire une ing?rence relevant de la seconde norme de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention (pour les trois normes distinctes que contient cette disposition, voir James et autres c. Royaume-Uni, 21 f?vrier 1986, ? 37, s?rie A no 98, et Iatridis, pr?cit?, ? 55).
109. Elle rappelle que, sans le versement d?une somme raisonnablement en rapport avec la valeur du bien, une privation de propri?t? constitue normalement une atteinte excessive, et une absence totale d?indemnisation ne saurait se justifier sur le terrain de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention que dans des circonstances exceptionnelles (voir, parmi d?autres, Jahn et autres c. Allemagne [GC], nos 46720/99, 72203/01 et 72552/01, ? 111, CEDH 2005 VI, et Visti?? et Perepjolkins c. Lettonie [GC], no 71243/01, ? 36, 25 octobre 2012).
110. En l?esp?ce, la Cour rel?ve que le requ?rant n?a re?u aucune indemnit? pour la perte des droits inh?rents ? son titre de propri?t? au profit du Tr?sor, et que le Gouvernement n?a invoqu? aucune circonstance exceptionnelle pour justifier l?absence totale d?indemnisation.
111. Elle constate en outre que le Gouvernement n?a jamais all?gu? que l?int?ress? disposait d?une voie de recours pouvant lui permettre d?obtenir une indemnisation.
112. Dans ces circonstances, la Cour estime que le juste ?quilibre exig? par l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention a ?t? rompu au d?triment du requ?rant et que, partant, il y a eu violation de cette disposition.
II. SUR LES AUTRES VIOLATIONS ALL?GU?ES DE LA CONVENTION
113. Le requ?rant d?nonce une violation de l?article 6 de la Convention, estimant que les juridictions nationales ont insuffisamment motiv? leurs d?cisions et qu?elles n?ont pas correctement appr?ci? les ?l?ments de preuve.
114. Invoquant l?article 13 de la Convention, il se plaint de ne pas avoir dispos? d?une voie de recours lui permettant de faire valoir ses droits.
115. Invoquant en outre l?article 14 de la Convention, il soutient qu?il a ?t? victime d?une atteinte ? ses droits en raison de ses origines ethniques.
116. ? supposer que ces griefs soul?vent des questions distinctes de celle examin?e plus haut, la Cour, compte tenu des ?l?ments dont elle dispose et dans la mesure o? elle est comp?tente pour conna?tre des all?gations formul?es, n?aper?oit aucune apparence de violation des dispositions de la Convention.
117. Il s?ensuit que ces griefs sont manifestement mal fond?s et doivent ?tre rejet?s en application de l?article 35 ?? 3 a) et 4 de la Convention.
III. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
118. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage mat?riel
119. Le requ?rant r?clame 2 646 448 euros (EUR) au titre du dommage mat?riel qu?il estime avoir subi. Il pr?sente ? l?appui de sa demande un rapport d?expertise priv?.
120. Le Gouvernement invite la Cour ? rejeter cette demande, qu?il estime injustifi?e.
121. La Cour rappelle qu?un arr?t constatant une violation entra?ne pour l??tat d?fendeur l?obligation juridique de mettre un terme ? la violation et d?en effacer les cons?quences de mani?re ? r?tablir autant que faire se peut la situation ant?rieure ? celle-ci (Sargsyan c. Azerba?djan (satisfaction ?quitable) [GC], no 40167/06, ? 35, 12 d?cembre 2017). Les ?tats contractants parties dans une affaire sont en principe libres de choisir les moyens dont ils useront pour se conformer ? un arr?t constatant une violation. Ce pouvoir d?appr?ciation quant aux modalit?s d?ex?cution d?un arr?t traduit la libert? de choix dont est assortie l?obligation primordiale impos?e par la Convention aux ?tats contractants : assurer le respect des droits et libert?s garantis (article 1). Si la nature de la violation permet une restitutio in integrum, il incombe ? l??tat d?fendeur de la r?aliser, la Cour n?ayant ni la comp?tence ni la possibilit? pratique de l?accomplir elle m?me. Si, en revanche, le droit national ne permet pas ou ne permet qu?imparfaitement d?effacer les cons?quences de la violation, l?article 41 habilite la Cour ? accorder, s?il y a lieu, ? la partie l?s?e la satisfaction qui lui semble appropri?e (Brumarescu c. Roumanie (satisfaction ?quitable) [GC], no 28342/95, ? 20, CEDH 2000-I, et Guiso Gallisay c. Italie (satisfaction ?quitable) [GC], no 58858/00, ? 90, 22 d?cembre 2009).
122. La Cour observe que le requ?rant a pr?sent? une demande au titre du dommage mat?riel, correspondant, selon lui, ? la valeur marchande du bien objet du pr?sent litige ? la date de la demande, et qu?il a produit un rapport ?manant d?un expert priv? afin de justifier sa demande.
123. La Cour estime qu?elle ne dispose pas d??l?ments suffisant pour d?terminer de mani?re objective la perte p?cuniaire du requ?rant ? la date de la privation de propri?t?.
124. La Cour note que, le 8 mars 2019, l?ordonnance pr?sidentielle no 809 est entr?e en vigueur. Cette disposition ?largit la comp?tence de la commission d?indemnisation cr??e en janvier 2013 et ?nonce les principes et la proc?dure ? suivre relativement ? l?indemnisation dans les affaires o? la Cour a conclu ? la violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention mais ne s?est pas prononc?e sur les demandes de dommages au titre de l?article 41 de la Convention ou a d?cid? de r?server la question de l?application de cet article. La Cour observe que la pr?sente esp?ce rentre dans la premi?re cat?gorie d?affaires, ? savoir celles dans lesquelles elle a conclu ? une violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention et ne s?est pas prononc?e sur les demandes de dommages au titre de l?article 4l de la Convention.
125. Par ailleurs, dans les affaires Turgut et autres (d?cision pr?cit?e) et Demiro?lu c. Turquie ((d?c.), no 56125/10, 4 juin 2013), la Cour a proc?d? ? un examen d?taill? du fonctionnement de la commission d?indemnisation. Elle a estim? que les requ?rants devaient au pr?alable s?adresser ? celle-ci dans la mesure o? elle offrait un nouveau recours interne accessible et susceptible de donner r?paration ? leurs griefs (voir aussi Y?ld?z et Yanak c. Turquie (d?c.), no 44013/07, 27 mai 2014, Bozkurt c. Turquie (d?c.), no 38674/07, 10 mars 2015, ?elik c. Turquie (d?c.), no 23772/13, 16 juin 2015, et ?zbil c. Turquie (d?c.), no 45601/09, 29 septembre 2015). La Cour observe ?galement que la commission d?indemnisation est comp?tente pour indemniser tous les individus conform?ment ? sa pratique (Turgut et autres et Demiro?lu, d?cisions pr?cit?es). Les indemnit?s accord?es par cette instance sont vers?es par le minist?re de la Justice dans les trois mois suivant la date ? laquelle la d?cision est devenue d?finitive et sont exon?r?es de tout imp?t ou charge. Par ailleurs, la d?cision de cette commission peut faire l?objet d?un recours devant les tribunaux administratifs, qui doivent statuer dans les trois mois. Le requ?rant peut ?galement saisir la Cour constitutionnelle d?une requ?te individuelle contre les d?cisions des tribunaux administratifs (Ahmet Erol c. Turquie (d?c.), no 73290/13, 6 mai 2014, et Sayan c. Turquie (d?c.), no 49460/11, ? 19, 14 juin 2016).
126. La Cour prend note de cette initiative du Gouvernement turc et observe que ce d?veloppement renforce le caract?re subsidiaire du m?canisme de protection des droits de l?homme instaur? par la Convention et facilite pour la Cour et le Comit? des Ministres l?accomplissement des t?ches que leur confient respectivement l?article 41 et l?article 46 de la Convention (Broniowski c. Pologne (r?glement amiable) [GC], no 31443/96, ? 36, CEDH 2005 IX).
127. Dans ces conditions, la Cour estime qu?un recours devant la commission d?indemnisation dans un d?lai d?un mois ? compter de la date de la notification de son arr?t final est susceptible de donner lieu ? l?indemnisation par l?administration et que ce recours repr?sente un moyen appropri? de redresser la violation constat?e au regard de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention (voir, mutatis mutandis, Gen?el c. Turquie, no 53431/99, ? 27, 23 octobre 2003 et, r?cemment, Moreira Ferreira c. Portugal (no 2) [GC], no 19867/12, ?? 48-50, 11 juillet 2017 ; voir aussi, mutatis mutandis, G?mr?k??ler et autres c. Turquie (satisfaction ?quitable), no 9580/03, ? 34, 7 f?vrier 2017, et Ke?ecio?lu et autres c. Turquie (satisfaction ?quitable), no 37546/02, ? 18, 20 juillet 2010).
128. Apr?s ce constat, la Cour rappelle qu?elle peut rechercher si la requ?te se pr?te ? l?application de l?article 37 de la Convention (G?mr?k??ler et autres, pr?cit?, ? 37). En effet, elle peut d?cider de rayer une requ?te du r?le dans le cadre de article 37 ? 1 c) de la Convention lorsqu?il est ?tabli que la possibilit? concr?te d?indemniser le requ?rant existe au niveau national o? les organes ad?quates, qui sont sur place et ont acc?s aux biens, registres et archives, ainsi qu?? tous les autres moyens pratiques, sont certainement mieux plac?s pour statuer sur des questions complexes de propri?t? et d??valuation et pour fixer une indemnisation, comme dans le cas des requ?rants (ibidem, ? 29).
129. La Cour estime que les instances nationales sont sans conteste les mieux plac?es pour ?valuer le pr?judice subi et disposent de moyens juridiques et techniques ad?quats pour mettre un terme ? une violation de la Convention et d?en effacer les cons?quences, notamment, comme dans le cas d?esp?ce, lorsqu?il s?agit de d?terminer la valeur des biens immobiliers dans un ?tat contractant ? une date donn?e. En effet, pour la Cour, comme elle l?a constat? dans de nombreuses affaires contre la Turquie relative au droit de propri?t?, une telle ?valuation est presque objectivement impossible dans la mesure o? elle est tr?s ?troitement li?e aux contextes nationaux, voire locaux, et les experts et juridictions nationaux sont les mieux plac?s pour la r?aliser (voir, ? titre d?exemple, Ke?ecio?lu et autres, pr?cit?, ? 18).
130. ? la lumi?re de ce qui pr?c?de, s?agissant du dommage mat?riel all?gu?, la Cour conclut que le droit national permet dor?navant d?effacer les cons?quences de la violation constat?e et estime d?s lors qu?il n?est pas n?cessaire de se prononcer sur la demande pr?sent?e par le requ?rant ? ce titre. Elle estime par cons?quent qu?il ne se justifie plus de poursuivre l?examen de la requ?te (article 37 ? 1 c) de la Convention). Elle est en outre d?avis qu?il n?existe en l?esp?ce pas de circonstances sp?ciales touchant au respect des droits de l?homme garantis par la Convention et ses Protocoles qui exigeraient la poursuite de l?examen de la requ?te (article 37 ? 1 in fine). Par ailleurs, pour parvenir ? cette conclusion, elle a tenu compte de sa comp?tence en vertu de l?article 37 ? 2 de la Convention pour r?inscrire la requ?te lorsqu?elle estime que les circonstances justifient une telle proc?dure (G?mr?k??ler et autres, pr?cit?, ? 42).
131. En conclusion, il y a lieu de rayer du r?le la partie de l?affaire relative ? la question de l?article 41 de la Convention, concernant la demande du dommage mat?riel en raison de la violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.
B. Dommage moral
132. Le requ?rant r?clame 10 000 EUR au titre du pr?judice moral
133. Le Gouvernement conteste cette pr?tention.
134. La Cour observe que, en vertu de l?ordonnance pr?sidentielle pr?cit?e, la commission d?indemnisation est ?galement comp?tente pour examiner les demandes de dommages pour pr?judice moral et statuer sur celles-ci. Par cons?quent, ? la lumi?re de ses conclusions au regard du pr?judice mat?riel, il y a lieu ?galement de rayer du r?le la partie de l?affaire relative ? la question de l?article 41 de la Convention, concernant la demande du dommage moral en raison de la violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.
C. Frais et d?pens
135. Le requ?rant demande 350 EUR pour les frais et d?pens et pr?sente un certain nombre de re?us.
136. Le Gouvernement conteste ces pr?tentions.
137. Eu ?gard aux documents dont elle dispose et ? sa jurisprudence, la Cour estime raisonnable la somme de 350 EUR demand?e par le requ?rant et la lui accorde.
D. Int?r?ts moratoires
138. La Cour juge appropri? de calquer le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable quant au grief tir? de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention pour autant qu?il concerne une superficie de 11 028 m? et irrecevable pour le surplus ;

2. Dit qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention ;

3. D?cide de rayer du r?le la partie de l?affaire relative ? la question de l?article 41 de la Convention, concernant la demande du dommage mat?riel et moral;

4. Dit
a) que l??tat d?fendeur doit verser au requ?rant, au titre des frais et d?pens, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, la somme de 350 EUR (trois cent cinquante euros), ? convertir dans la monnaie de l??tat d?fendeur ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ce montant sera ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 16 juillet 2019, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement de la Cour.
Stanley Naismith Robert Spano
Greffier Pr?sident

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