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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF ALASGAROV AND OTHERS v. AZERBAIJAN

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: P1-1
Numero: 32088/11
Stato: Azerbaijan
Data: 2022-11-10 00:00:00
Organo: Sezione Quinta
Testo Originale

QUINTA SEZIONE

CASO DI ALASGAROV E ALTRI c. AZERBAIJAN

(Ricorso n. 32088/11)

SENTENZA
(Merito)

Art. 1 P1 – Godimento pacifico dei beni – Limitazione illegittima dell’accesso da parte dello Stato agli appezzamenti di terreno dei ricorrenti – Mancato rispetto del diritto interno in materia di espropriazione di beni di propriet? privata e di indennizzo

STRASBURGO

10 novembre 2022

La presente sentenza diventer? definitiva nelle circostanze previste dall’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetta a revisione editoriale.

Nel caso Alasgarov e altri contro Azerbaigian,

La Corte europea dei diritti dell’uomo (Quinta Sezione), riunita in sezione composta da:

M?rti?? Mits, Presidente,

St?phanie Mourou-Vikstr?m,

L?tif H?seynov,

Lado Chanturia,

Ivana Jeli?,

Arnfinn B?rdsen,

Mattias Guyomar, giudici,

e Martina Keller, cancelliere di sezione aggiunto,

visti i seguenti atti:

il ricorso (n. 32088/11) contro la Repubblica dell’Azerbaigian presentato alla Corte ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”) da ottantadue cittadini azeri (“i ricorrenti” – cfr. Appendice I e II), il 28 aprile 2011;

la decisione di notificare al Governo dell’Azerbaigian (“il Governo”) i reclami ai sensi dell’articolo 6 ? 1 (diritto a una decisione motivata) e dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione e di dichiarare irricevibile il resto del ricorso;

le osservazioni delle parti;

Avendo deliberato in privato l’11 ottobre 2022,

pronuncia la seguente sentenza, adottata in tale data:

INTRODUZIONE

1. Il ricorso riguarda l’asserita interferenza illecita delle autorit? statali nel pacifico godimento dei beni dei ricorrenti e solleva questioni principalmente ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione.

I FATTI

2. Le generalit? dei ricorrenti sono riportate nell’Appendice I e II. Ad eccezione dei ricorrenti n. 32 e 77, i ricorrenti appartengono a diciannove famiglie diverse. Tutti i ricorrenti sono stati inizialmente rappresentati dal sig. E. Mustafayev, un avvocato con sede in Azerbaigian. Dopo la conclusione del deposito delle osservazioni delle parti, alcuni ricorrenti (i nn. 3, 6, 9, 14 e 19) hanno nominato il sig. A. Layij, un avvocato con sede in Azerbaigian, come loro rappresentante.

3. Il Governo era rappresentato dal suo agente, il sig. ?. ?sg?rov.

4. I fatti del caso possono essere riassunti come segue.

5. Il 10 novembre 1998 la Commissione per la riforma agraria del distretto di Absheron ha emesso la decisione n. 21 che assegnava ai ricorrenti appezzamenti di terreno di diverse dimensioni per uso agricolo (una copia della decisione non ? disponibile nel fascicolo). Il 24 dicembre 1998 ai ricorrenti sono stati rilasciati atti di propriet? relativi a tali appezzamenti di terreno. Dalle copie degli atti di propriet? risulta che il capofamiglia era indicato come proprietario dell’appezzamento di terreno (cfr. Appendice I e II – nomi in grassetto). I nomi di tutti i membri della famiglia comparivano anche sugli atti, sotto la voce “membri della famiglia”. Sembra che, nonostante i titoli di propriet? riportassero le coordinate di ciascun appezzamento di terreno, i confini degli appezzamenti non fossero stati stabiliti con un’indagine catastale.

6. Nel marzo-aprile 2008 la Municipalit? di Mehdiabad del distretto di Absheron (“Municipalit? di Mehdiabad”) ha inviato ai ricorrenti n. 18, 51 e 77 delle notifiche che facevano riferimento all’articolo 70.1 del Codice fondiario (si veda il successivo paragrafo 21) e affermavano che sarebbero stati loro riassegnati dei lotti di terreno in “un altro luogo” perch? i loro lotti erano necessari per la costruzione di un edificio statale. Il Comune di Mehdiabad ha chiesto ai ricorrenti di presentargli i loro titoli di propriet? entro tre giorni e ha avvertito che, in caso contrario, sarebbe stato avviato un procedimento giudiziario per invalidare il loro titolo di propriet? del terreno.

7. Il 30 giugno 2008 il Comune di Fatmayi del distretto di Absheron (“Comune di Fatmayi”) ha venduto alla E.G. un appezzamento di terreno di 64,4 ettari per la realizzazione di costruzioni a scopo commerciale. I documenti di cessione non contenevano alcuna indicazione dell’intenzione di trasferire successivamente il terreno ai ricorrenti.
8. Il 31 ottobre 2008 i capifamiglia (i ricorrenti nn. 1, 6, 9, 14, 18, 23, 28, 33, 39, 42, 45, 51, 54, 58, 60, 63, 66 e 72) e i ricorrenti nn. 32, 77 e 78, insieme ad altre persone, hanno intentato una causa contro il Comune di Mehdiabad presso il Tribunale distrettuale di Absheron. Essi lamentavano che il convenuto aveva occupato i loro terreni e stava eseguendo lavori di costruzione nell’area. Facendo riferimento all’articolo 157.9 del Codice civile (si veda il paragrafo 19), i suddetti ricorrenti hanno sostenuto che la propriet? privata pu? essere espropriata per esigenze statali solo in circostanze previste dalla legge e previo pagamento di un indennizzo. Hanno inoltre affermato di aver chiesto alla convenuta di presentare una decisione in tal senso emessa dalle autorit? competenti, qualora esistesse, ma senza alcun risultato. Hanno chiesto al tribunale di ordinare al Comune di Mehdiabad di fermare i lavori di costruzione e di “ripristinare i loro diritti” sulla loro propriet?.

9. Il 26 dicembre 2008 il tribunale ha respinto le richieste dei ricorrenti. Ha osservato che l’esame in loco degli appezzamenti di terreno in questione, alla presenza delle parti e di uno specialista del Comitato statale per la terra e la cartografia (“SLCC”), aveva rivelato che, anche se un muro era stato costruito intorno agli appezzamenti di terreno dei ricorrenti, non era situato sul loro terreno. Ha ritenuto che i ricorrenti non avessero fornito alcuna prova che l’accesso ai loro appezzamenti di terreno fosse stato limitato dal Comune o da qualsiasi altra persona.

10. Il 30 gennaio 2009 i suddetti ricorrenti (cfr. paragrafo 8) hanno presentato ricorso, ribadendo le loro richieste. L’elenco delle persone che hanno presentato il ricorso, allegato allo stesso, indicava anche il numero dei membri della famiglia (114 persone in totale, compresi altri individui).

11. Il 12 giugno 2009 la Corte d’appello di Sumgayit ha respinto il ricorso. Nel farlo, ha fatto riferimento a una lettera dell’Autorit? esecutiva del distretto di Absheron (“ADEA”), inviata in risposta alla richiesta di informazioni del tribunale. La lettera affermava che gli appezzamenti di terreno in questione erano destinati a scopi militari e che si stavano prendendo misure per assegnare altri appezzamenti di terreno ai ricorrenti di comune accordo. Faceva inoltre riferimento a una lettera dell’SLCC del 25 febbraio 2009 in cui si affermava che

(i) erano stati “assegnati” terreni comunali della stessa qualit? e dimensione in cambio degli appezzamenti in questione; e

(ii) poich? il procedimento giudiziario era in corso, le misure sarebbero state attuate dopo la decisione del tribunale.

12. A seguito di un ricorso in cassazione presentato dai ricorrenti n. 9, 18, 77 e dal loro rappresentante E. Mustafayev, il 2 novembre 2009 la Corte Suprema ha annullato la sentenza della corte d’appello e ha rinviato il caso per un nuovo esame. In particolare, ha rilevato che il tribunale di primo grado

(i) aveva basato le sue conclusioni sul parere dello specialista dell’SLCC (si veda il paragrafo 9), che non rifletteva la situazione reale degli appezzamenti di terreno in questione;

(ii) non aveva esaminato le richieste dei ricorrenti con riferimento alle coordinate indicate negli atti di propriet?; e

(iii) non aveva ordinato una perizia nonostante fosse necessaria. Ha osservato che il tribunale di primo grado doveva esaminare se fossero stati eseguiti lavori di costruzione sugli appezzamenti di terreno dei ricorrenti e discutere la necessit? di una perizia per stabilire l’esistenza di eventuali restrizioni ai diritti di propriet? dei ricorrenti. Dalla sentenza della Corte Suprema risulta che, oltre ai ricorrenti n. 9, 18 e 77, anche i ricorrenti n. 23, 45, 51, 54, 60, 63, 66, 72 e 78 hanno partecipato all’udienza davanti alla Corte Suprema e hanno dichiarato di sostenere il ricorso in cassazione.

13. Il 1? febbraio 2010 il rappresentante dei ricorrenti ha presentato diverse richieste alla corte d’appello. Ha chiesto alla corte di ordinare all’SLCC di determinare i confini dei terreni dei ricorrenti e di mostrare loro i confini sul terreno, sostenendo che l’SLCC non aveva fatto ci? nonostante le precedenti ripetute richieste dei ricorrenti. Ha inoltre sostenuto che, nonostante i ricorrenti avessero presentato foto e registrazioni video dell’area in questione, i tribunali nazionali avevano concluso che i ricorrenti non avevano fornito alcuna prova della violazione dei loro diritti. Ha quindi chiesto alla corte d’appello di ordinare un esame peritale degli appezzamenti di terreno in questione.

14. Il 1? marzo 2010 la Corte d’appello di Sumgayit ha respinto le richieste dei ricorrenti. Oltre alla sua precedente motivazione, la corte ha notato che l’esame in loco dell’area aveva mostrato che un alto muro di pietra era stato eretto intorno agli appezzamenti di terreno in questione e che nell’area erano in corso lavori di costruzione. All’udienza, E.M., un dipendente del Servizio di frontiera dello Stato (“SBS”), sentito come testimone, ha dichiarato che nell’area in questione era in costruzione un edificio speciale per l’SBS. Il tribunale ha inoltre rilevato che il Comune di Fatmayi aveva assegnato a E.G. un terreno di 64,4 ettari. Infine, ha rilevato che i ricorrenti non sono stati in grado di dimostrare dove fossero esattamente situati i loro appezzamenti di terreno.

15. Con una decisione separata emessa nella stessa data, la corte d’appello ha respinto la richiesta di una perizia. Ha ritenuto che, poich? i ricorrenti non erano in grado di dimostrare l’esatta ubicazione dei loro appezzamenti di terreno e le loro esatte dimensioni, non era necessario un tale esame.

16. Il 1? aprile 2010 i ricorrenti n. 9 e 18, rappresentati dal sig. E. Mustafayev, hanno presentato ricorso per cassazione sostenendo che

(i) se il loro terreno era necessario per scopi militari, dovevano essere adottate misure legittime per espropriarlo pagando il suo valore di mercato;

(ii) non erano d’accordo con l’assegnazione di altri appezzamenti di terreno da parte della municipalit? di Fatmayi perch? questi non erano della stessa qualit? e il diritto nazionale vietava l’assegnazione di terreni in sostituzione di un indennizzo senza il consenso del proprietario;

(iii) la corte d’appello non aveva seguito le istruzioni della Corte Suprema in merito all’esame di un esperto;

(iv) i tribunali non avevano fornito decisioni motivate e si erano basati sulle lettere fornite dalle autorit? competenti (cfr. paragrafo 11); e

(v) a causa di questa situazione, l’accesso dei ricorrenti ai loro terreni era stato limitato a tempo indeterminato.

Al termine del ricorso in cassazione, i ricorrenti hanno dichiarato di chiedere alla Corte Suprema di annullare la sentenza della corte d’appello per conto di tutte le 114 persone i cui diritti di propriet? erano stati violati.

17. Il 24 novembre 2010 la Corte Suprema ha respinto il ricorso in cassazione. Dal fascicolo risulta che sono state inviate a tutti i capifamiglia e al ricorrente n. 78 le notifiche standard relative alle udienze dinanzi alla Corte Suprema, in cui si affermava che le parti potevano presentare le loro obiezioni o spiegazioni in merito al ricorso in cassazione presentato dai ricorrenti n. 9 e n. 18. Una copia della sentenza della Corte di Cassazione del 24 novembre 2010 ? stata inviata anche a loro.
QUADRO GIURIDICO DI RIFERIMENTO

18. Le disposizioni pertinenti del diritto interno in materia di espropriazione sono state riassunte in Aliyeva e altri c. Azerbaigian (n. 66249/16 e altri 6, ?? 48-71, 21 settembre 2021).

19. L’articolo 157.9 del Codice civile prevedeva che la propriet? privata potesse essere alienata dallo Stato se necessaria per esigenze statali solo nei casi consentiti dalla legge e previo pagamento di un indennizzo per un importo corrispondente al suo valore di mercato.

20. L’articolo 247.3 del Codice Civile, in vigore all’epoca dei fatti, prevedeva che, previo accordo con il proprietario, potesse essergli assegnato un altro appezzamento di terreno per il terreno espropriato.

21. L’articolo 70.1 del Codice fondiario, in vigore all’epoca dei fatti, prevedeva che i terreni detenuti in propriet? o in usufrutto o in affitto potessero essere espropriati per esigenze statali o pubbliche. Ai sensi dell’articolo 70.8 del Codice fondiario, al proprietario o all’usufruttuario (o all’affittuario) poteva essere concesso un altro appezzamento di terreno delle stesse dimensioni e qualit? sulla base di un accordo reciproco.

22. La norma 5 del Regolamento sulla preparazione, la registrazione e l’emissione di documenti sui diritti di propriet? e uso della terra (il “Regolamento”), approvato dal Decreto presidenziale del 10 gennaio 1997 e in vigore all’epoca dei fatti, prevedeva che gli atti di propriet? fossero rilasciati al capofamiglia. I titoli di propriet? dovevano indicare il nome di ciascun membro della famiglia e la quota di terreno a lui appartenente.

LA LEGGE

OSSERVAZIONI PRELIMINARI
23. Nelle osservazioni dei ricorrenti, il loro rappresentante, il signor E. Mustafayev, ha informato la Corte che solo ventidue dei ricorrenti (cinque famiglie) avevano mantenuto il loro ricorso davanti alla Corte. Alla luce di questa dichiarazione, la Corte ritiene che i restanti ricorrenti possano essere considerati come non pi? intenzionati a portare avanti il ricorso, ai sensi dell’articolo 37 ? 1 (a) della Convenzione. Inoltre, ai sensi dell’articolo 37 ? 1 in fine, la Corte non rileva alcuna circostanza particolare relativa al rispetto dei diritti umani come definiti nella Convenzione e nei suoi Protocolli che richieda la prosecuzione dell’esame del loro caso. La Corte ritiene pertanto opportuno stralciare la domanda dall’elenco nella misura in cui riguarda i ricorrenti nn. 23-82 (cfr. Appendice II).

24. La Corte rileva inoltre che il sig. Aydin Ramazanov (ricorrente n. 18) ? deceduto mentre il ricorso era pendente dinanzi alla Corte e che la sig.ra Kifayet Jafarova (ricorrente n. 19), sua coniuge, ha espresso il desiderio di proseguire il procedimento dinanzi alla Corte.

25. In vari casi in cui un ricorrente ? deceduto nel corso del procedimento della Convenzione, la Corte ha tenuto conto delle dichiarazioni degli eredi o dei familiari pi? stretti del ricorrente che esprimevano il desiderio di proseguire il procedimento davanti alla Corte. La Corte ha accettato che i parenti stretti o gli eredi possano in linea di principio portare avanti il ricorso, a condizione che abbiano un interesse sufficiente nel caso (si veda Mammadov e altri c. Azerbaigian, no. 35432/07, ? 80, 21 febbraio 2019, con ulteriori riferimenti). Alla luce di quanto sopra e tenuto conto delle circostanze del caso di specie, la Corte riconosce che la coniuge del defunto ricorrente, la sig.ra Kifayet Jafarova, ha un interesse legittimo a portare avanti il ricorso al posto del defunto ricorrente.
PRESUNTA VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 DELLA CONVENZIONE
26. I ricorrenti hanno lamentato un’interferenza illegittima nel loro diritto al pacifico godimento dei propri beni, come previsto dall’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione, che recita come segue:

“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al pacifico godimento dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato dei suoi beni se non nell’interesse pubblico e alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.

Tuttavia, le disposizioni precedenti non pregiudicano in alcun modo il diritto di uno Stato di applicare le leggi che ritiene necessarie per controllare l’uso della propriet? in conformit? all’interesse generale o per assicurare il pagamento di imposte o di altri contributi o sanzioni.”

Ammissibilit?
Incompatibilit? ratione personae
27. La Corte osserva che la sig.ra Zuleykha Alasgarova (ricorrente n. 2) ? deceduta prima della presentazione del ricorso da parte del rappresentante legale dei ricorrenti. La Corte non pu? quindi ammettere che la signora fosse legittimata a presentare ricorso ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione. Ne consegue che il ricorso nei suoi confronti ? incompatibile ratione personae con le disposizioni della Convenzione ai sensi dell’articolo 35 ? 3 e deve essere respinto ai sensi dell’articolo 35 ? 4.

Mancato esaurimento delle vie di ricorso interne
28. Il Governo ha sostenuto che solo due dei ricorrenti (si veda il paragrafo 16) hanno esaurito tutte le vie di ricorso interne effettive. In particolare, ha sostenuto che gli altri ricorrenti non avevano presentato ricorso in cassazione. Facendo riferimento a Saghinadze e altri c. Georgia (n. 18768/05, 27 maggio 2010), il Governo ha inoltre sostenuto che la partecipazione di ciascun ricorrente al procedimento dinanzi alla Corte Suprema avrebbe favorito gli interessi di una maggiore chiarezza dei fatti e della certezza del diritto. Hanno inoltre sostenuto che i ricorrenti avrebbero potuto designare uno dei due suddetti ricorrenti come loro rappresentante conferendo loro una procura.

29. I ricorrenti hanno sostenuto che, in conformit? con i regolamenti in vigore all’epoca dei fatti (si veda il paragrafo 22 supra), gli atti di propriet? venivano emessi a nome del capofamiglia. Pertanto, le domande presentate ai tribunali nazionali erano state presentate dai capifamiglia per conto di tutti i membri della famiglia. Hanno inoltre sostenuto che i tribunali nazionali non avevano contestato la loro posizione a nome dei membri della famiglia. Inoltre, il ricorrente n. 1 aveva conferito una procura al ricorrente n. 18 e i ricorrenti nn. 6 e 16 avevano conferito una procura a M.T. per rappresentare i loro interessi dinanzi ai tribunali nazionali in relazione ai loro appezzamenti di terreno. Hanno presentato copie di tali procure, datate rispettivamente 24 e 27 luglio 2009 e contenenti anche una nota che indicava che i poteri conferiti potevano essere delegati ad altre persone. Hanno inoltre sostenuto che il ricorrente n. 1 e M.T. avevano successivamente stipulato un contratto per servizi legali con il sig. E. Mustafayev (le copie non sono disponibili nel fascicolo) e che pertanto il rappresentante aveva presentato il ricorso per cassazione anche per conto dei ricorrenti n. 1, 6 e 14. I ricorrenti hanno inoltre sostenuto che il ricorso in cassazione affermava di essere stato presentato per conto di tutte le 114 persone i cui diritti di propriet? erano stati violati. Inoltre, la lettera della Corte Suprema che inviava una copia della sentenza elencava i nomi dei ricorrenti n. 1, 6 e 14.
30. Dal fascicolo risulta che l’istanza iniziale dinanzi ai tribunali nazionali era stata presentata e firmata dai capifamiglia e dai ricorrenti n. 32, 77 e 78. I ricorrenti sostenevano che ci? era dovuto al fatto che, in base alle disposizioni del diritto nazionale in vigore all’epoca dei fatti, gli atti di propriet? venivano rilasciati a nome del capofamiglia. La Corte osserva dalle copie degli atti di propriet? presentate dai ricorrenti che i capifamiglia erano menzionati come proprietari degli appezzamenti di terreno, mentre erano elencati anche i nomi dei membri della famiglia (si veda il paragrafo 5 sopra).

31. La Corte osserva inoltre che il secondo ricorso per cassazione ? stato firmato solo dai ricorrenti n. 9 e 18 e dal loro rappresentante E. Mustafayev. Non vi ? alcun documento nel fascicolo che dimostri che i ricorrenti nn. 1, 6 e 14 abbiano conferito una procura al sig. E. Mustafayev. Per quanto riguarda l’argomentazione secondo cui i tre ricorrenti avrebbero conferito la procura rispettivamente al ricorrente n. 18 e a M.T., che in seguito avrebbero stipulato un contratto per servizi legali con il sig. E. Mustafayev, poich? le copie dei contratti non sono disponibili nel fascicolo, non ? possibile verificare se i ricorrenti n. 18 e M.T. abbiano effettivamente trasferito i diritti di rappresentanza nei confronti dei ricorrenti n. 1, 6 e 14 al sig. E. Mustafayev. La Corte nota allo stesso tempo che nel loro ricorso in cassazione i ricorrenti n. 9 e 18 hanno chiesto alla Corte Suprema di annullare la sentenza della corte inferiore per conto di 114 persone, tra cui tutti i ricorrenti davanti alla Corte (si veda il paragrafo 16 sopra). Il Governo non ha commentato queste particolari argomentazioni dei ricorrenti. La Corte osserva che, sebbene sia discutibile se, alla luce delle argomentazioni sopra citate, si possa accettare che il ricorso in cassazione sia stato presentato da tutti i ricorrenti a titolo di rappresentanza, viste le sue conclusioni qui di seguito, non ritiene necessario risolvere la questione.

32. Dal fascicolo risulta che, sebbene gli atti di propriet? relativi agli appezzamenti di terreno in questione siano stati emessi a nome del capofamiglia come proprietario cartaceo, tali atti riguardavano i diritti di propriet? di tutti i membri della famiglia. Si pu? quindi affermare che la base giuridica dei diritti di propriet? di tutti i ventuno ricorrenti era la stessa e, di conseguenza, essi erano interessati dalle presunte violazioni dei loro diritti nella stessa misura. Inoltre, le loro richieste e i loro reclami dinanzi ai tribunali nazionali erano chiaramente gli stessi (contrasto Saghinadze e altri, sopra citato, ? 82). Tutti i capifamiglia hanno lamentato, nella loro richiesta iniziale e nel ricorso presentato alla corte d’appello, di non aver potuto accedere liberamente alle loro terre a causa delle azioni delle autorit? statali (si vedano i paragrafi 8 e 10). I ricorrenti n. 9 e 18, che sono i capi delle famiglie i cui membri sono i ricorrenti n. 10-13 e 19-22, hanno lamentato la stessa questione nel loro ricorso in cassazione. La Corte Suprema ha respinto il loro ricorso in cassazione e ha confermato le sentenze dei tribunali di grado inferiore, ritenendo che i ricorrenti non avessero fornito alcuna prova di un’interferenza con i loro diritti di propriet?. ? vero che le famiglie dei ricorrenti n. 1, 3-8 e 14-17 non hanno aderito al secondo ricorso in cassazione. Tuttavia, nelle circostanze specifiche, la Corte non vede come la presentazione di un ricorso in cassazione sulla stessa questione giuridica da parte di ciascun ricorrente, che si tratti dei membri della famiglia o dei restanti capifamiglia, avrebbe potuto portare a un risultato diverso (confrontare Laska e Lika c. Albania, nn. 12315/04 e 17605/04, ?? 46-47, 20 aprile 2010; Vasilkoski e altri c. ex Repubblica jugoslava di Macedonia, n. 28169/08, ? 46, 28 ottobre 2010; Khamzayev e altri c. Russia, n. 1503/02, ? 155, 3 maggio 2011; e Hasanali Aliyev e altri c. Azerbaigian, n. 42858/11, ? 30, e Hasanali Aliyev e altri c. Azerbaigian, no. 42858/11, ? 30, 9 giugno 2022). In particolare, la Corte Suprema non ? mai entrata nel merito di questioni che possono essere specifiche solo per alcuni dei ricorrenti e le motivazioni della sua sentenza riguardavano tutti i ricorrenti allo stesso modo. Di conseguenza, la Corte respinge l’obiezione del Governo.

33. La Corte osserva che il ricorso non ? manifestamente infondato n? irricevibile per altri motivi elencati nell’articolo 35 della Convenzione. Deve pertanto essere dichiarato ricevibile.
Il merito
Le osservazioni delle parti
34. I ricorrenti hanno sostenuto di essere stati privati di fatto della loro propriet? senza alcuna base giuridica e senza risarcimento. Essi sostenevano che i tribunali nazionali avevano omesso di ordinare una perizia sui loro terreni e che tutte le coordinate di ciascun appezzamento di terreno erano state indicate negli atti di propriet? rilasciati loro.

35. Il Governo ha sostenuto che i ricorrenti non hanno fornito alcuna prova attendibile dinanzi ai tribunali nazionali che dimostrasse l’interferenza con i loro diritti di propriet?. Hanno affermato che i ricorrenti non hanno mostrato la situazione esatta e i confini dei loro appezzamenti di terreno durante l’esame in loco.

La valutazione della Corte
36. La Corte osserva che le parti sono in disaccordo sull’esistenza di un’interferenza con il pacifico godimento dei beni dei ricorrenti. A questo proposito, rileva quanto segue.

37. ? indiscutibile che un muro era stato eretto intorno agli appezzamenti di terreno dei ricorrenti. Pur riconoscendo questo fatto, i tribunali nazionali hanno ritenuto che i ricorrenti non fossero in grado di dimostrare che vi fosse stata un’interferenza con i loro diritti di propriet?. I ricorrenti hanno sostenuto per tutta la durata del procedimento che, di conseguenza, il loro accesso ai terreni era stato limitato. La loro richiesta di una perizia, che era stata menzionata anche nella sentenza della Corte Suprema del 2 novembre 2009 (si veda il paragrafo 12 sopra), ? stata respinta dalla corte d’appello perch? i ricorrenti non erano in grado di mostrare esattamente i confini dei loro appezzamenti di terreno.

38. Dai materiali del caso risulta che non era stata effettuata alcuna indagine catastale per stabilire i confini di ciascun appezzamento di terreno (si veda il paragrafo 5 supra). Tuttavia, la Corte osserva che gli atti di propriet? contenevano informazioni sulle coordinate e sulle dimensioni di ciascun appezzamento di terreno. Non ? quindi chiaro perch? i giudici nazionali non abbiano preso in considerazione gli atti di propriet? che erano stati presentati dai ricorrenti fin dall’inizio del procedimento.

39. Sembra inoltre che i ricorrenti abbiano presentato ai tribunali nazionali foto e registrazioni video per dimostrare che il loro accesso ai terreni era stato limitato. Inoltre, i tribunali nazionali hanno effettuato un esame in loco dell’area in questione e hanno riscontrato che un alto muro di pietra era stato eretto intorno al terreno dei ricorrenti (si veda il paragrafo 9 sopra). Sebbene la Corte prenda in considerazione le conclusioni dei tribunali nazionali secondo cui il muro non era situato sugli appezzamenti di terreno dei ricorrenti ma intorno ad essi (si vedano i paragrafi 9 e 14), trova difficile accettare le conclusioni dei tribunali nazionali e l’argomentazione del Governo secondo cui non vi ? stata alcuna interferenza con i diritti dei ricorrenti. La Corte ritiene che la situazione in questione, vale a dire l’erezione del muro da parte delle autorit? statali intorno agli appezzamenti di terreno dei ricorrenti, abbia indubbiamente limitato il loro libero accesso al terreno e che tale situazione abbia costituito un’interferenza nel pacifico godimento dei loro beni da parte dei ricorrenti.

40. Per quanto riguarda la norma applicabile, la Corte fa riferimento alla sua giurisprudenza consolidata per quanto riguarda la struttura dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 e le tre norme in esso contenute (si veda, tra le molte altre autorit?, Visti?? e Perepjolkins c. Lettonia [GC], n. 71243/01, ?? 93-94, 25 ottobre 2012).

41. La Corte osserva che non ? stato emesso alcun decreto di esproprio o altro strumento giuridico in relazione agli appezzamenti di terreno in questione (contrasto Akhverdiyev v. Azerbaijan, no. 76254/11, ? 8, 29 gennaio 2015; Khalikova v. Azerbaijan, no. 42883/11, ? 8, 22 ottobre 2015; e Aliyeva e altri, sopra citata, ?? 6-7). I ricorrenti sono rimasti i proprietari legali dei loro terreni e il loro titolo non ? mai stato revocato. In questo senso, non si pu? dire che i ricorrenti siano stati privati dei loro beni. Considerate le circostanze del caso di specie, la Corte ritiene di dover esaminare la situazione denunciata in base alla regola generale stabilita nella prima frase del primo paragrafo dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione (cfr. B?rzi?? e altri c. Lettonia, n. 73105/12, ?? 82-83, 21 settembre 2021, con ulteriori riferimenti).

42. La Corte ribadisce che il primo e pi? importante requisito dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 ? che qualsiasi interferenza da parte di un’autorit? pubblica con il pacifico godimento dei beni deve essere “legittima” (si vedano, tra le molte altre autorit?, Yavuz ?zden c. Turchia, n. 21371/10, ? 78, 14 settembre 2021, e Par e Hyodo c. Azerbaigian, nn. 54563/11 e 22428/15, ? 52, 18 novembre 2021).
43. Nel caso in esame, l’interferenza con i diritti di propriet? dei ricorrenti ? derivata dalle azioni delle autorit? statali. Dalle dichiarazioni dell’ADEA e dell’SLCC ai tribunali nazionali risulta che gli appezzamenti di terreno dei ricorrenti erano destinati a essere utilizzati per scopi militari in futuro e che erano state adottate misure per assegnare altri appezzamenti di terreno ai ricorrenti (si veda il paragrafo 11 sopra). Il dipendente dell’SBS ha dichiarato all’udienza davanti alla corte d’appello che nell’area in questione si stava costruendo un edificio per l’SBS. Inoltre, la Corte d’appello di Sumgayit ha rilevato, nella sua sentenza del 1? marzo 2010, che un appezzamento di terreno di 64,4 ettari era stato assegnato a E.G. dal Comune di Fatmayi (si veda il paragrafo 14 sopra).

44. Secondo il diritto nazionale, per l’esproprio di una propriet? privata doveva essere seguita una procedura specifica (si veda il paragrafo 18 sopra). Il diritto nazionale richiedeva inoltre il pagamento preventivo di un indennizzo in caso di esproprio di terreni per esigenze statali (si veda il paragrafo 19). L’articolo 70.8 del Codice fondiario e l’articolo 247.3 del Codice civile prevedevano che al posto del terreno espropriato potesse essere assegnato un altro appezzamento di terreno, ma solo con il consenso del proprietario (cfr. paragrafi 20-21). Tuttavia, come gi? detto, non era stato emesso alcun decreto di esproprio in relazione agli appezzamenti di terreno dei ricorrenti (cfr. paragrafo 41). Inoltre, sebbene i tribunali nazionali abbiano fatto riferimento all’assegnazione di un appezzamento di terreno di 64,4 ettari a E.G. da parte del Comune di Fatmayi, non hanno spiegato la base giuridica dell’accordo in base al quale il terreno era stato assegnato a una terza persona, n? in che modo ci? avrebbe potuto costituire una compensazione per le limitazioni dei diritti di propriet? dei ricorrenti. La Corte osserva che il suddetto appezzamento di terreno era stato venduto a E.G. dal Comune di Fatmayi per l’esecuzione di lavori di costruzione a fini commerciali e che i documenti relativi alla sua assegnazione non contenevano alcuna informazione o istruzione sul fatto che fosse destinato a essere successivamente trasferito ai ricorrenti (si veda il paragrafo 7 sopra). La Corte osserva inoltre che, in ogni caso, i ricorrenti avevano espressamente rifiutato di accettare tale terreno nel loro ricorso dinanzi ai tribunali nazionali (si veda il paragrafo 16 supra).

45. La Corte osserva che il Governo ha anche omesso di citare qualsiasi disposizione di legge che avrebbe potuto servire come base per l’interferenza con i diritti di propriet? dei ricorrenti (confrontare Par e Hyodo, sopra citato, ? 56).

46. Alla luce delle considerazioni sopra esposte, la Corte ritiene che l’ingerenza nei diritti di propriet? dei ricorrenti non possa essere considerata “legittima” ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione (cfr. Yavuz ?zden, sopra citata, ? 87). Questa constatazione rende superfluo esaminare se sia stato raggiunto un giusto equilibrio tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e quelle della tutela dei diritti fondamentali dei ricorrenti.

47. Vi ? stata pertanto una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione.
PRESUNTA VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE
48. I ricorrenti hanno lamentato che le sentenze dei tribunali nazionali nel loro caso non erano state motivate.

49. Tenuto conto delle sue conclusioni ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione (si vedano i paragrafi 26-47 supra), dei fatti del caso e delle osservazioni delle parti, la Corte ritiene che non sia necessario pronunciarsi separatamente sulla ricevibilit? e sul merito del suddetto reclamo (si confronti Centro per le risorse giuridiche per conto di Valentin C?mpeanu c. Romania [GC], no. 47848/08, ? 156, ECHR 2014).

APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
50. L’articolo 41 della Convenzione prevede:

“Se la Corte constata una violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente interessata consente una riparazione solo parziale, la Corte accorda, se necessario, una giusta soddisfazione alla parte lesa.”

51. I ricorrenti nn. 1, 3-5 e 9-22 hanno chiesto 170.000 manat azeri (AZN – circa 84.700 euro (EUR)) per ciascuna famiglia e i ricorrenti nn. 6-8 hanno chiesto 102.500 AZN (circa 51.100 euro) per la loro famiglia per il valore di mercato dei rispettivi appezzamenti di terreno in relazione al danno pecuniario. Ciascuna famiglia ha inoltre chiesto 10.000 AZN (circa 5.000 euro) per il danno non patrimoniale. Ciascuna famiglia ha inoltre richiesto 1.000 AZN (circa 500 euro) per servizi legali e 500 AZN (circa 250 euro) per spese di traduzione e postali. A sostegno della loro richiesta, i ricorrenti hanno presentato numerose fatture.

52. Il Governo ha sostenuto che gli importi richiesti erano eccessivi e che i ricorrenti non avevano fornito alcuna perizia di stima che indicasse il valore degli appezzamenti di terreno in questione. Hanno inoltre sostenuto che le suddette fatture non erano sufficientemente dettagliate. Esse non contenevano informazioni sul caso a cui si riferivano, sul numero di pagine tradotte o sui nomi dei ricorrenti.

53. La Corte ritiene che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 non sia pronta per la decisione. ? quindi necessario riservare la questione, tenendo conto della possibilit? di un accordo tra lo Stato convenuto e i ricorrenti (articolo 75, paragrafi 1 e 4, del Regolamento della Corte).

PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
Decide di depennare il ricorso dalla propria lista di cause nella misura in cui ? stato presentato dai ricorrenti nn. 23-82;
Dichiara ricevibili i ricorsi ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione dei ricorrenti nn. 1 e 3-22 e irricevibili i restanti ricorsi;
Dichiara che vi ? stata una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione;
Dichiara che non ? necessario esaminare la ricevibilit? e il merito dei reclami ai sensi dell’articolo 6 della Convenzione;
Ritiene che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 non sia pronta per la decisione e di conseguenza,
(a) si riserva la questione nel suo complesso;

(b) invita il Governo e i ricorrenti nn. 1 e 3-22 a presentare, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza diventer? definitiva ai sensi dell’articolo 44 ? 2 della Convenzione, le loro osservazioni scritte al riguardo e, in particolare, a notificare alla Corte qualsiasi accordo che potrebbero raggiungere;

(c) si riserva l’ulteriore procedura e delega al Presidente della Camera il potere di fissarla se necessario.

Fatto in inglese e notificato per iscritto il 10 novembre 2022, ai sensi dell’articolo 77, paragrafi 2 e 3, del Regolamento della Corte.

Martina Keller M?rti?? Mits
Cancelliere aggiunto Presidente

Testo Tradotto

FIFTH SECTION

CASE OF ALASGAROV AND OTHERS v. AZERBAIJAN

(Application no. 32088/11)

JUDGMENT
(Merits)

Art 1 P1 ? Peaceful enjoyment of possessions ? Unlawful restriction of access by the State to the applicants? plots of land ? Failure to comply with domestic law on expropriation of privately-owned property and compensation

STRASBOURG

10 November 2022

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Alasgarov and Others v. Azerbaijan,

The European Court of Human Rights (Fifth Section), sitting as a Chamber composed of:

M?rti?? Mits, President,

St?phanie Mourou-Vikstr?m,

L?tif H?seynov,

Lado Chanturia,

Ivana Jeli?,

Arnfinn B?rdsen,

Mattias Guyomar, judges,

and Martina Keller, Deputy Section Registrar,

Having regard to:

the application (no. 32088/11) against the Republic of Azerbaijan lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by eighty?two Azerbaijani nationals (?the applicants? ? see Appendix I and II), on 28 April 2011;

the decision to give notice to the Azerbaijani Government (?the Government?) of the complaints under Article 6 ? 1 (right to a reasoned decision) and Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention and to declare the remainder of the application inadmissible;

the parties? observations;

Having deliberated in private on 11 October 2022,

Delivers the following judgment, which was adopted on that date:

INTRODUCTION

1. The application concerns the alleged unlawful interference by the State authorities with the applicants? peaceful enjoyment of their possessions and raises issues mainly under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.

THE FACTS

2. The applicants? details are set out in the Appendix I and II. Except for applicants nos. 32 and 77, the applicants are members of nineteen different families. All applicants were initially represented by Mr E. Mustafayev, a lawyer based in Azerbaijan. After the filing of observations by the parties was finalised, several applicants (applicants nos. 3, 6, 9, 14 and 19) appointed Mr A. Layij, a lawyer based in Azerbaijan, as their representative.

3. The Government were represented by their Agent, Mr ?. ?sg?rov.

4. The facts of the case may be summarised as follows.

5. On 10 November 1998 the Absheron District Agrarian Reform Commission issued decision no. 21 allocating plots of land of different sizes to the applicants for agricultural use (a copy of the decision is not available in the case file). On 24 December 1998 the applicants were issued title deeds in respect of those plots of land. It appears from the copies of the title deeds that the head of each family was indicated as the owner of the plot of land (see Appendix I and II ? names in bold). The names of all family members also appeared on the deeds, under the heading ?family members?. It appears that, despite the fact that the title deeds contained coordinates of each plot of land, the boundaries of the plots had not been established by cadastral survey.

6. In March-April 2008 the Absheron District Mehdiabad Municipality (?the Mehdiabad Municipality?) sent notifications to applicants nos. 18, 51 and 77 referring to Article 70.1 of the Land Code (see paragraph 21 below) and stating that they would be reallocated plots of land in ?another place? because their plots were required for the construction of a State building. The Mehdiabad Municipality asked the applicants to present their title deeds to it within three days and warned that if they failed to do so court proceedings would be initiated to invalidate their title to the land.

7. On 30 June 2008 the Absheron District Fatmayi Municipality (?the Fatmayi Municipality?) sold a plot of land of 64.4 ha to E.G. to carry out construction for business purposes. The transfer documents contained no indication of an intention that the land would subsequently be transferred to the applicants.

8. On 31 October 2008 the heads of each of the families (applicants nos. 1, 6, 9, 14, 18, 23, 28, 33, 39, 42, 45, 51, 54, 58, 60, 63, 66 and 72) and applicants nos. 32, 77 and 78, together with other individuals, brought a claim against the Mehdiabad Municipality before the Absheron District Court. They complained that the defendant had occupied their land and had been carrying out construction work in the area. Referring to Article 157.9 of the Civil Code (see paragraph 19 below), the above-mentioned applicants argued that privately owned property could be expropriated for State needs only under circumstances provided for by law and subject to prior payment of compensation. They further argued that they had asked the defendant to present a decision to that effect issued by the relevant authorities, if any such decision existed, but to no avail. They asked the court to order the Mehdiabad Municipality to stop the construction work and to ?restore their rights? over their property.

9. On 26 December 2008 the court dismissed the applicants? claims. It noted that on-site examination of the plots of land in question, in the presence of the parties and a specialist from the State Land and Cartography Committee (?the SLCC?), had revealed that, even though a wall had been constructed around the applicants? plots of land, it was not situated on their land. It held that the applicants had failed to provide any evidence that their access to their plots of land had been restricted by the Municipality or any other person.

10. On 30 January 2009 the above-mentioned applicants (see paragraph 8 above) appealed, reiterating their claims. The list of the persons lodging the appeal, attached to it, also indicated the number of the family members (114 persons in total including other individuals).

11. On 12 June 2009 the Sumgayit Court of Appeal dismissed their appeal. In doing so, it referred to a letter from the Absheron District Executive Authority (?the ADEA?), sent in reply to the court?s request for information. The letter stated that the plots of land in question were to be used for military purposes and measures were being taken to allocate other plots of land to the applicants by mutual agreement. It also referred to a letter from SLCC of 25 February 2009 stating that

(i) municipal land of the same quality and size had been ?allocated? in exchange for the plots of land in question; and

(ii) since the court proceedings were ongoing, the measures would be implemented after the court?s decision.

12. Following a cassation appeal brought by applicants nos. 9, 18, 77 and their representative Mr E. Mustafayev, on 2 November 2009 the Supreme Court quashed the appellate court?s judgment and remitted the case for fresh examination. It noted in particular that the lower court

(i) had based its conclusions on the opinion of the specialist from the SLCC (see paragraph 9 above), which did not reflect the actual situation of the plots of land in question;

(ii) had not examined the applicants? claims with reference to the coordinates indicated in the title deeds; and

(iii) had failed to order an expert examination despite it being necessary. It noted that the lower court had to examine whether any construction work had been carried out on the applicants? plots of land and to discuss the necessity of an expert examination to establish the existence of any restrictions on the applicants? property rights. It appears from the Supreme Court?s judgment that, as well as applicants nos. 9, 18 and 77, applicants nos. 23, 45, 51, 54, 60, 63, 66, 72 and 78 also attended the hearing before the Supreme Court and submitted that they supported the cassation appeal.

13. On 1 February 2010 the applicants? representative filed several requests with the appellate court. He asked the court to order the SLCC to determine the boundaries of the applicants? land and show the boundaries to them on the ground, arguing that the SLCC had failed to do that despite the applicants? previous repeated requests. He further argued that, despite the fact that the applicants had presented photos and video recordings of the area in question, the domestic courts had concluded that the applicants had failed to provide any evidence showing that their rights had been breached. He therefore asked the appellate court to order an expert examination of the plots of land in question.

14. On 1 March 2010 the Sumgayit Court of Appeal dismissed the applicants? claims. In addition to its previous reasoning, the court noted that the on-site examination of the area had shown that a high stone wall had been erected around the plots of land in question and that construction work was being carried out in the area. At the court hearing, E.M., an employee of the State Border Service (?the SBS?) who was heard as a witness, said that a special building for the SBS was being constructed in the area in question. The court further noted that a plot of land of 64.4 ha had been allocated to E.G. by the Fatmayi Municipality. Lastly, it found that the applicants were not able to show where exactly their plots of land were situated.

15. By a separate decision delivered on the same date, the appellate court dismissed the request for an expert examination. It held that since the applicants were not able to show the exact location of their plots of land and their exact size, there was no need for such an examination.

16. On 1 April 2010 applicants nos. 9 and 18, represented by Mr E. Mustafayev, lodged a cassation appeal arguing that

(i) if their land was required for military purposes, lawful measures had to be taken to expropriate it by paying its market value;

(ii) they did not agree to the allocation of the other plots of land by the Fatmayi Municipality because that land was not of the same quality, and domestic law prohibited the allocation of land in lieu of compensation without the owner?s agreement;

(iii) the appellate court had failed to follow the Supreme Court?s instructions concerning an expert examination;

(iv) the courts had failed to provide reasoned decisions and relied on the letters provided by the relevant authorities (see paragraph 11 above); and

(v) as a result of this situation the applicants? access to their land had been restricted indefinitely.

At the end of the cassation appeal the applicants stated that they were asking the Supreme Court to quash the appellate court?s judgment on behalf of all 114 persons whose property rights had been breached.

17. On 24 November 2010 the Supreme Court dismissed the cassation appeal. It appears from the case file that standard notifications about court hearings before the Supreme Court, which stated that the parties could lodge their objections or explanations in respect of the cassation appeal lodged by applicants nos. 9 and 18, were sent to all the heads of families and to applicant no. 78. A copy of the Supreme Court?s judgment of 24 November 2010 was also sent to them.

RELEVANT LEGAL FRAMEWORK

18. The relevant provisions of domestic law on expropriation have been summarised in Aliyeva and Others v. Azerbaijan (nos. 66249/16 and 6 others, ?? 48-71, 21 September 2021).

19. Article 157.9 of the Civil Code provided that private property could be alienated by the State if required for State needs only in the cases permitted by law and subject to prior payment of compensation in an amount corresponding to its market value.

20. Article 247.3 of the Civil Code, as in force at the material time, provided that, subject to agreement with the owner, another plot of land could be allocated to him or her for expropriated land.

21. Article 70.1 of the Land Code, as in force at the material time, provided that land held in ownership or usufruct or on a lease could be expropriated for State or public needs. Under Article 70.8 of the Land Code, the owner or user (or lessee) could be given another plot of land of the same size and quality based on mutual agreement.

22. Regulation 5 of the Regulations on Preparation, Registration and Issuing of Documents on Rights of Ownership and Use of Land (?the Regulations?), approved by the Presidential Decree of 10 January 1997 and in force at the material time, provided that title deeds were to be issued to the head of the family. They had to indicate the name of each family member and the share of the land belonging to him or her.

THE LAW

PRELIMINARY REMARKS
23. In the applicants? observations, their representative, Mr. E. Mustafayev, informed the Court that only twenty-two of the applicants (five families) had maintained their application before the Court. In view of this submission, the Court considers that the remaining applicants may be regarded as no longer wishing to pursue the application, within the meaning of Article 37 ? 1 (a) of the Convention. Furthermore, in accordance with Article 37 ? 1 in fine, it finds no special circumstances regarding respect for human rights as defined in the Convention and its Protocols which require the continued examination of their case. The Court therefore finds it appropriate to strike the application out of the list in so far as it concerns applicants nos. 23-82 (see Appendix II).

24. The Court further notes that Mr Aydin Ramazanov (applicant no. 18) died while the application was pending before the Court and that Ms Kifayet Jafarova (applicant no. 19), his spouse, has expressed her wish to continue the proceedings before the Court.

25. In various cases in which an applicant has died in the course of the Convention proceedings, the Court has taken into account the statements of the applicant?s heirs or close family members expressing the wish to pursue the proceedings before the Court. The Court has accepted that the next of kin or heir may in principle pursue the application, provided that he or she has sufficient interest in the case (see Mammadov and Others v. Azerbaijan, no. 35432/07, ? 80, 21 February 2019, with further references). In view of the above and having regard to the circumstances of the present case, the Court accepts that the deceased applicant?s spouse, Ms Kifayet Jafarova, has a legitimate interest in pursuing the application in the late applicant?s stead.

ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 TO THE CONVENTION
26. The applicants complained that there had been an unlawful interference with their right to the peaceful enjoyment of their possessions as provided in Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, which reads as follows:

?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.

The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?

Admissibility
Incompatibility ratione personae
27. The Court observes that Ms Zuleykha Alasgarova (applicant no. 2) died before the application was lodged by the applicants? legal representative. The Court cannot therefore accept that she had standing as an applicant for the purposes of Article 34 of the Convention. It follows that the application in respect of her is incompatible ratione personae with the provisions of the Convention within the meaning of Article 35 ? 3 and must be rejected in accordance with Article 35 ? 4.

Non-exhaustion of domestic remedies
28. The Government submitted that only two of the applicants (see paragraph 16 above) had exhausted all effective domestic remedies. They argued in particular that the remaining applicants had not lodged a cassation appeal. Referring to Saghinadze and Others v. Georgia (no. 18768/05, 27 May 2010), the Government further argued that participation of each applicant in the proceedings before the Supreme Court would have promoted the interests of further factual clarity and legal certainty. They also argued that the applicants could have designated either of the above-mentioned two applicants as their representative by giving them a power of attorney.

29. The applicants argued that in accordance with the Regulations in force at the material time (see paragraph 22 above), title deeds were issued in the name of the head of a family. Therefore, the claims before the domestic courts had been lodged by the heads of each family on behalf of all family members. They further argued that the domestic courts had not contested their standing on behalf of their family members. Moreover, applicant no. 1 had given a power of attorney to applicant no. 18, and applicants nos. 6 and 16 had given a power of attorney to M.T. to represent their interests before the domestic courts in relation to their plots of land. They submitted copies of those powers of attorney which were dated 24 and 27 July 2009 respectively and also contained a note that the powers granted therein could be delegated to other persons. They further argued that applicant no. 1 and M.T. had later concluded a contract for legal services with Mr E. Mustafayev (copies are not available in the case file) and that therefore the representative had lodged the cassation appeal on behalf of applicants nos. 1, 6 and 14 as well. The applicants further argued that the cassation appeal stated that they were lodged on behalf of all 114 persons whose property rights had been breached. Furthermore, the Supreme Court?s letter sending a copy of its judgment listed the names of applicants nos. 1, 6 and 14.

30. It appears from the case file that the initial claim before the domestic courts had been lodged and signed by the heads of each family and by applicants nos. 32, 77 and 78. The applicants argued that this was because under the provisions of domestic law in force at the material time, title deeds were issued in the name of the head of the family. The Court observes from the copies of title deeds submitted by the applicants that the heads of the families were mentioned as the owners of the plots of land, while the family members? names were also listed (see paragraph 5 above).

31. The Court further observes that the second cassation appeal was signed only by applicants nos. 9 and 18 and their representative Mr E. Mustafayev. There is no document in the case file showing that applicants nos. 1, 6 and 14 had given a power of attorney to Mr E. Mustafayev. As to the argument that those three applicants had given power of attorney to applicant no. 18 and M.T. respectively, who later concluded a contract for legal services with Mr E. Mustafayev, the copies of the contracts not being available in the case file, it is not possible to verify whether applicant no. 18 and M.T. had indeed transferred representation rights in respect of applicants nos. 1, 6 and 14 to Mr E. Mustafayev. The Court notes at the same time that in their cassation appeal applicants nos. 9 and 18 asked the Supreme Court to quash the lower court?s judgment on behalf of 114 persons, which included all the applicants before the Court (see paragraph 16 above). The Government have not commented on these particular submissions of the applicants. The Court notes that while it is questionable whether, in the light of the above-mentioned arguments, it could be accepted that the cassation appeal had been lodged by all applicants by way of representation, having regard to its conclusions below, it does not find it necessary to resolve this issue.

32. It appears from the case file that, while title deeds in respect of the plots of land in question were issued in the name of the head of each family as the paper owner, those deeds concerned the property rights of all family members. It can therefore be said that the legal basis for the property rights of all twenty-one applicants was the same and, consequently, they were affected by the alleged violations of their rights to the same extent. Moreover, their claims and complaints before the domestic courts were clearly the same (contrast Saghinadze and Others, cited above, ? 82). All the heads of families complained in their initial claim and in the appeal lodged with the appellate court that they had been unable to freely access their land because of the State authorities? actions (see paragraphs 8 and 10 above). Applicants nos. 9 and 18, who are the heads of the families whose members are applicants nos. 10?13 and 19-22, complained of the same issue in their cassation appeal. The Supreme Court dismissed their cassation appeal and upheld the lower courts? judgments finding that the applicants had failed to provide any evidence that there had been an interference with their property rights. It is true that the families of applicants nos. 1, 3-8 and 14-17 did not join the second cassation appeal. However, in the specific circumstances, the Court does not see how the submission of a cassation appeal on the same legal matter by each applicant, be it the family members or the remaining heads of families, could have led to a different outcome (compare Laska and Lika v. Albania, nos. 12315/04 and 17605/04, ?? 46-47, 20 April 2010; Vasilkoski and Others v. the former Yugoslav Republic of Macedonia, no. 28169/08, ? 46, 28 October 2010; Khamzayev and Others v. Russia, no. 1503/02, ? 155, 3 May 2011; and Hasanali Aliyev and Others v. Azerbaijan, no. 42858/11, ? 30, 9 June 2022). In particular, the Supreme Court never entered into issues that may be specific to some of the applicants only and the grounds for its judgment concerned all applicants in the same manner. Accordingly, the Court dismisses the Government?s objection.

33. The Court notes that this complaint is neither manifestly ill-founded nor inadmissible on any other grounds listed in Article 35 of the Convention. It must therefore be declared admissible.

Merits
The parties? submissions
34. The applicants argued that they had been de facto deprived of their property without any legal basis and without compensation. They submitted that the domestic courts had failed to order an expert examination of their land, and that all the coordinates of each plot of land had been indicated in the title deeds issued to them.

35. The Government argued that the applicants had failed to provide any reliable evidence before the domestic courts proving that there had been interference with their property rights. They submitted that the applicants had failed to show the exact situation and boundaries of their plots of land during the on?site examination.

The Court?s assessment
36. The Court observes that the parties are in dispute as to the existence of interference with the applicants? peaceful enjoyment of possessions. It notes the following in this regard.

37. It is undisputed that a wall had been erected around the applicants? plots of land. Despite acknowledging this fact, the domestic courts held that the applicants were not able to prove that there had been any interference with their property rights. The applicants argued throughout the proceedings that, as a result, their access to their land had been restricted. Their request for an expert examination, which had also been mentioned in the Supreme Court?s judgment of 2 November 2009 (see paragraph 12 above), was dismissed by the appellate court because the applicants were unable to show exactly where the boundaries of their plots of land were.

38. It appears from the case materials that no cadastral survey had been carried out to establish the boundaries of each plot of land (see paragraph 5 above). However, the Court observes that the title deeds contained information on the coordinates and size of each plot of land. It is therefore unclear why the domestic courts did not consider the title deeds which had been presented by the applicants since the beginning of the proceedings.

39. It also appears that the applicants had submitted photos and video recordings to the domestic courts in order to show that their access to their land had been restricted. Moreover, the domestic courts had carried out an on-site examination of the area in question and found that a high stone wall had been erected around the applicants? land (see paragraph 9 above). While the Court takes into consideration the domestic courts? findings that the wall was not situated on the applicants? plots of land but around them (see paragraphs 9 and 14 above), it finds it hard to accept the domestic courts? conclusions and the Government?s argument that there has been no interference with the applicants? rights. The Court considers that the situation at hand, namely the erection of the wall by the State authorities around the applicants? plots of land, undoubtedly restricted their free access to their land and that such a situation constituted an interference with the applicants? peaceful enjoyment of their possessions.

40. As for the applicable rule, the Court refers to its established case-law with regard to the structure of Article 1 of Protocol No. 1 and the three rules contained therein (see, among many other authorities, Visti?? and Perepjolkins v. Latvia [GC], no. 71243/01, ?? 93-94, 25 October 2012).

41. The Court notes that no expropriation order or any other legal instrument was issued in respect of the plots of land in question (contrast Akhverdiyev v. Azerbaijan, no. 76254/11, ? 8, 29 January 2015; Khalikova v. Azerbaijan, no. 42883/11, ? 8, 22 October 2015; and Aliyeva and Others, cited above, ?? 6-7). The applicants remained the legal owners of their land and their title has never been revoked. In that sense, it cannot be said that the applicants were deprived of their possessions. Having regard to the circumstances of the present case, the Court considers that it should examine the situation complained of under the general rule established in the first sentence of the first paragraph of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention (compare B?rzi?? and Others v. Latvia, no. 73105/12, ?? 82-83, 21 September 2021, with further references).

42. The Court reiterates that the first and most important requirement of Article 1 of Protocol No. 1 is that any interference by a public authority with the peaceful enjoyment of possessions should be ?lawful? (see, among many other authorities, Yavuz ?zden v. Turkey, no. 21371/10, ? 78, 14 September 2021, and Par and Hyodo v. Azerbaijan, nos. 54563/11 and 22428/15, ? 52, 18 November 2021).

43. In the instant case, the interference with the applicants? property rights stemmed from the State authorities? actions. It appears from the ADEA?s and the SLCC?s submissions to the domestic courts that the applicants? plots of land were intended to be used for military purposes in future and that measures were taken to allocate other plots of land to the applicants (see paragraph 11 above). The employee of the SBS submitted at the court hearing before the appellate court that a building was being constructed for the SBS in the area in question. Furthermore, the Sumgayit Court of Appeal noted, in its judgment of 1 March 2010, that a plot of land of 64.4 ha had been allocated to E.G. by the Fatmayi Municipality (see paragraph 14 above).

44. Under domestic law, a specific procedure had to be followed for expropriation of a privately-owned property (see paragraph 18 above). Domestic law also required prior payment of compensation in cases of expropriation of land for State needs (see paragraph 19 above). Article 70.8 of the Land Code and Article 247.3 of the Civil Code provided that another plot of land could be allocated in lieu of the expropriated land, but only with the owner?s agreement (see paragraphs 20?21 above). However, as mentioned above, no expropriation order had been made in respect of the applicants? plots of land (see paragraph 41 above). Moreover, while the domestic courts referred to the allocation of a plot of land of 64.4 ha to E.G. by the Fatmayi Municipality, they failed to explain the legal basis for the arrangement whereby the land had been allocated to a third person, or how that could have constituted compensation for the restrictions on the applicants? property rights. The Court observes that the above-mentioned plot of land had been sold to E.G. by the Fatmayi Municipality for the carrying out of construction work for business purposes and that the relevant documents on its allocation contained no information or instruction whatsoever that it was intended to be later transferred to the applicants (see paragraph 7 above). The Court further observes that, in any event, the applicants had expressly refused to accept that land in their appeal before the domestic courts (see paragraph 16 above).

45. The Court notes that the Government also failed to cite any legal provision that could have served as a basis for the interference with the applicants? property rights (compare Par and Hyodo, cited above, ? 56).

46. Having regard to the above considerations, the Court finds that the interference with the applicants? property rights cannot be considered ?lawful? within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention (compare Yavuz ?zden, cited above, ? 87). This finding makes it unnecessary to examine whether a fair balance was struck between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the applicants? fundamental rights.

47. There has accordingly been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.

ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 6 OF THE CONVENTION
48. The applicants complained that that the domestic courts? judgments in their case had not been reasoned.

49. Having regard to its conclusions under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention (see paragraphs 26-47 above), the facts of the case and the parties? submissions, the Court considers that there is no need to give a separate ruling on the admissibility and merits of the above-mentioned complaint (compare Centre for Legal Resources on behalf of Valentin C?mpeanu v. Romania [GC], no. 47848/08, ? 156, ECHR 2014).

APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
50. Article 41 of the Convention provides:

?If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.?

51. Applicants nos. 1, 3-5 and 9-22 claimed 170,000 Azerbaijani manats (AZN ? approximately 84,700 euros (EUR)) for each family and applicants nos. 6-8 claimed AZN 102,500 (approximately EUR 51,100) for their family for the market value of their respective plots of land in respect of pecuniary damage. Each family also sought AZN 10,000 (approximately EUR 5,000) in respect of non-pecuniary damage. Each family also claimed AZN 1,000 (approximately EUR 500) for legal services and AZN 500 (approximately EUR 250) for translation and postal expenses. In support of their claim, the applicants submitted numerous invoices.

52. The Government submitted that the amounts claimed were excessive and that the applicants had not provided any valuation report indicating the value of the plots of land in question. They further argued that the above?mentioned invoices were not sufficiently detailed. They did not contain information as regards which case they related to, the number of translated pages or the names of the applicants.

53. The Court considers that the question of the application of Article 41 is not ready for decision. It is therefore necessary to reserve the matter, due regard being had to the possibility of an agreement between the respondent State and the applicants (Rule 75 ?? 1 and 4 of the Rules of Court).

FOR THESE REASONS, THE COURT, UNANIMOUSLY,

Decides to strike the application out of its list of cases in so far as brought by applicants nos. 23-82;
Declares the complaints under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention of applicants nos. 1 and 3-22 admissible and the remainder of the complaints inadmissible;
Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention;
Holds that there is no need to examine the admissibility and merits of the complaints under Article 6 of the Convention;
Holds that the question of the application of Article 41 is not ready for decision, and accordingly,
(a) reserves the said question in whole;

(b) invites the Government and applicants nos. 1 and 3-22 to submit, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 ? 2 of the Convention, their written observations on the matter and, in particular, to notify the Court of any agreement that they may reach;

(c) reserves the further procedure and delegates to the President of the Chamber the power to fix the same if need be.

Done in English, and notified in writing on 10 November 2022, pursuant to Rule 77 ?? 2 and 3 of the Rules of Court.

Martina Keller M?rti?? Mits
Deputy Registrar President

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

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Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 14/09/2024