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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF ?AKAREVI? v. CROATIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41,P1-1
Numero: 48921/13/2018
Stato: Croazia
Data: 2018-04-26 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusioni: Violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 – Protezione di propriet? (l’Articolo 1 par?. 1 di Protocollo N.ro 1 – godimento Tranquillo di propriet?) danno Patrimoniale – rivendicazione respinse (Articolo 41 – danno Patrimoniale la soddisfazione Equa) danno Non-patrimoniale – l’assegnazione (Articolo 41 – danno Non-patrimoniale
Soddisfazione equa)

PRIMA LA SEZIONE

CAUSA ?AKAREVI ? C. CROATIA

(Richiesta n. 48921/13)

SENTENZA

STRASBOURG

26 aprile 2018

Questa sentenza diverr? definitivo nelle circostanze esposte fuori in Articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetto a revisione editoriale.

Nella causa di ?akarevi ?c. Croatia,
La Corte europea di Diritti umani (Prima la Sezione), riunendosi che come una Camera, compose di:
Linos-Alexandre Sicilianos, Presidente
Ale? Pejchal,
Krzysztof Wojtyczek,
Ksenija Turkovi?,
Pauliine Koskelo,
Tim Eicke,
Jovan Ilievski, giudici
ed Abel Campos, Sezione Cancelliere
Avendo deliberato in privato 16 gennaio, 13 febbraio e 27 marzo 2018,
Consegna la sentenza seguente che fu adottata sulla scorsa data menzionata:
PROCEDURA
1. La causa nacque da in una richiesta (n. 48921/13) contro la Repubblica di Croatia depositata con la Corte sotto Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libert? Fondamentali (?la Convenzione?) con un cittadino croato, OMISSIS (?il richiedente?), 9 luglio 2013.
2. Il richiedente fu rappresentato col Sig. OMISSIS, un avvocato che pratica in Rijeka. Il Governo croato (?il Governo?) fu rappresentato col loro Agente, il Sig.ra ?. Sta?nik.
3. Il richiedente addusse in particolare che il suo diritto a godimento tranquillo di propriet? sue era stato violato, cos? come il suo diritto per rispettare per vita privata sua, quando lei era stata ordinata per rimborsare sussidi di disoccupazione impropriamente ricevuti.
4. 20 ottobre 2015 che queste azioni di reclamo sono state comunicate al Governo ed il resto della richiesta fu dichiarato inammissibile facendo seguito Decidere 54 ? 3 degli Articoli di Corte.
I FATTI
IO. LE CIRCOSTANZE DI LA CAUSA
5. Il richiedente nacque nel 1954 e vive in Rijeka.
6. 10 dicembre 1995 il lavoro del richiedente come un lavoratore privo dei requisiti necessari fu terminato come un risultato del suo divenire padronale insolvente. A che tempo lei aveva ventiquattro anni e dieci mesi di servizio (radni sta?) registr? in lei ?libro di lavoro? (radna knji?ica).
7. La documentazione medica presentata con gli show di richiedente che dal 1993 lei subisce da una condizione psichiatrica-depressione e la nevrosi. I documenti medici dal vario show di date la sua incapacit? continua di lavorare.
A. procedimenti Amministrativi
8. 5 novembre 1996 l’Ufficio Regionale della Lavoro Scrivania croata in Rijeka (Hrvatski zavod za zapo?ljavanje, lo ?slu?ba di Podruna u Rijeci, in seguito ?la Rijeka Lavoro Scrivania?) concesso i sussidi di disoccupazione di richiedente nell’importo di 410.89 kunas croati (HRK-approssimativamente 55 euros (EUR)) per 468 giorni, cominciando da 11 dicembre 1995. Non c’era ricorso, cos? che decisione divenne definitivo.
9. 17 giugno 1997 il richiedente deposit? una richiesta con la Rijeka Lavoro Scrivania per la proroga della durata di sussidi di disoccupazione a causa di lei l’incapacit? provvisoria ed in corso lavorare. Lei present? un certificato medico che lei era stata mal e cos? temporaneamente incapace di lavorare.
10. 27 giugno 1997 la Rijeka Lavoro Scrivania, appellandosi su sezione 25(1)(2) del Lavoro Atto, rinnovato il suo diritto a sussidi di disoccupazione fino a nuovo avviso. Lei era ricevere HRK 441 (di EUR 59) per mese. Questo diritto era continuare a meno che qualsiasi prescrisse giuridicamente le condizioni per trattenere i pagamenti accadde di fronte al periodo di diritto scaduto, o sino al suo diritto al risarcimento esistere cess?.
11. A dicembre 1997 due anni pensionabili supplementari di servizio (sta? osiguranja) fu entrato nel libro di lavoro del richiedente. Comunque, quel non volle dire che il richiedente davvero ebbe un lavoro, ma solamente che contributi per la sua pensione ed assicurazione di invalidamento era stata pagata. Simile contributi sono pagati con datori di lavoro regolarmente. Comunque, poich? il richiedente non ebbe un lavoro, questi contributi furono pagati con la Lavoro Scrivania croata.
12. In 26 maggio 1999 la Rijeka Lavoro Scrivania offr? il richiedente con un ?scheda di beneficio di lavoro? (kartica korisnika novane ?naknade).
13. 27 marzo 2001 la Rijeka Lavoro Scrivania termin? il diritto del richiedente a sussidi di disoccupazione con effetto da 10 giugno 1998. Contenne che il termine massimo prescrisse in sezione 25(1)(2) del Lavoro Atto era scaduto 9 giugno 1998.
14. 3 aprile 2001 la Rijeka Lavoro Scrivania stabil? che il richiedente era rimborsarlo l’importo di HRK 19,451.69 (di EUR 2,600).
15. Il richiedente deposit? ricorsi contro ambo le decisioni con l’Ufficio Centrale della Lavoro Scrivania croata (Hrvatski zavod za zapo?ljavanje, slu?ba di Sredi?nja in seguito ?la Lavoro Scrivania Centrale?). Lei dibatt? che lei aveva il diritto a sussidi di disoccupazione finch? lei and? in pensione. Lei si appell? anche sulle sue circostanze di famiglia e present? che lei si spos? e che la pensione di suo marito era HRK 1400 (di EUR 188), e che loro avevano un figlio di et? di scuola ed un pi? vecchio figlio che ebbero un lavoro. Comunque, che corpo respinse sia i suoi ricorsi come infondato nel 2001 e 15 maggio 2001 di 11 maggio. Contenne che lei era stata concessa a sussidi di disoccupazione per come lungo come lei era stata incapace a lavoro, ma soggetto ad un limite di dodici mesi.
16. 25 luglio 2001 il richiedente deposit? poi due azioni amministrative con la Corte amministrativa, mentre chiedendo l’annullamento delle decisioni della Lavoro Scrivania Centrale di 11 e 15 maggio 2001. Lei disse che lei aveva ventisetti anni di servizio, e come simile fu concesso a sussidi di disoccupazione finch? lei ebbe un lavoro seguente o finch? lei and? in pensione.
17. 22 settembre 2004 la Corte amministrativa respinse la rivendicazione riguardo alla decisione di 11 maggio 2001 che sostiene la decisione di 27 marzo 2001 (veda paragrafo 10 sopra) siccome mal-fondato, mentre girando gli argomenti e conclusioni dei corpi pi? bassi.
18. In una sentenza separata dello stesso giorno la Corte amministrativa annull? la decisione di 15 maggio 2001 quale sostenne la decisione di 3 aprile 2001 con la quale il richiedente era stato ordinato per rimborsare la somma di HRK 19,451.69 (veda paragrafo 14 sopra). Istru? le parti a chiedere il sollievo in procedimenti civili di fronte ad una corte municipale e competente.
19. 25 marzo 2005 la Rijeka Lavoro Scrivania contatt? il richiedente con lettera, mentre proponendo di giungere ad un accordo extragiudiziale entro quindici giorni riguardo al rimborso dei sussidi di disoccupazione che lei aveva ricevuto fra il 1998 e 27 marzo 2001 di 9 giugno, in HRK 19,451.69 totale. Lei fu avvertita che la Rijeka Lavoro Scrivania sarebbe obbligata altrimenti per avviare procedimenti civili contro lei per rimborso dell’importo chiese.
20. Il richiedente rispose che lei era in salute povera, inutilizzato e senza qualsiasi il reddito, e che in queste circostanze lei non potesse accettare l’obbligo per rimborsare i soldi chiesto.
21. 14 aprile 2009 il richiedente deposit? una richiesta con la Rijeka Lavoro Scrivania, mentre cercando di rovesciare la sua il 2001 decisione di 27 marzo di terminare il suo diritto a sussidi di disoccupazione. Fu respinto su 29 giugno 2009 e questa decisione fu sostenuto su ricorso 10 luglio 2009 cos? come con la Corte amministrativa Alta 5 luglio 2012.
22. Un’azione di reclamo costituzionale e susseguente col richiedente fu dichiarata inammissibile 19 dicembre 2012.
B. procedimenti Civili
23. 3 agosto 2005 la Rijeka Lavoro Scrivania port? un’azione civile contro il richiedente per l’arricchimento ingiusto, chiedendo rimborso di HRK 19,451.69, insieme con interesse legale sulla base dei sussidi di disoccupazione lei aveva ricevuto fra il 1998 e 27 marzo 2001 di 10 giugno.
24. 16 novembre 2005 il richiedente rispose all’azione civile, mentre adducendo, inter l’alia, che le azioni della Rijeka Lavoro Scrivania violarono i suoi diritti umani. Lei present? anche documentazione medica che dimostra il suo stato fragile di salute, problemi di salute numerosi causati con lei situazione personale e difficile a causa di disoccupazione a lungo termine, la povert? nella quale vissero lei e la sua famiglia e la sua incapacit? per lavorare. Lei port? anche un’eccezione riconvenzionale contro la Rijeka Lavoro Scrivania, mentre chiedendo pagamento di sussidi di disoccupazione da 31 gennaio 2011 alla data del suo pensionamento futuro, nell’importo di HRK 55,680.15.
25. 26 giugno 2006 il Rijeka Corte Municipale (?sud di Opinski u Rijeci) respinse la rivendicazione della Rijeka Lavoro Scrivania come infondato, appellandosi su sezione 55 della Lavoro Mediazione ed Atto dei Diritti della Disoccupazione (veda paragrafo 36 sotto). Contenne che il richiedente non poteva essere sostenuto responsabile per gli errori della scrivania e la negligenza, mentre tenne presente particolarmente qualsiasi il fatto o lo fuorvi?. La stessa corte respinse anche l’eccezione riconvenzionale del richiedente, determinato che un definitivo e decisione vincolante sul suo diritto a sussidi di disoccupazione gi? erano state adottate nei procedimenti amministrativi, e che tale decisione non poteva essere contestata nel contesto di procedimenti civili.
26. Sia il richiedente e la Rijeka Lavoro Scrivania depositarono ricorsi contro la prima sentenza di istanza.
27. 25 febbraio 2009 l’Organo giudiziario locale di Rijeka (sud di ?upanijski u Rijeci) respinse il ricorso del richiedente e sostenne la sentenza di primo-istanza con riguardo ad alla sua eccezione riconvenzionale. Conced? anche il ricorso della Rijeka Lavoro Scrivania e, appellandosi su sezione 210 degli Obblighi Civili Agisce, invert? la sentenza di primo-istanza in riguardo della rivendicazione di arricchimento ingiusta, ed ordin? che il richiedente pagasse HRK 19,451.69 interesse legale positivo forma in marcia 3 agosto 2005 (la data di depositare la rivendicazione contro il richiedente) alla Rijeka Lavoro Scrivania. Contenne che il richiedente fu obbligato per restituire l’importo in controversia in prospettiva del fatto che una base legale per i sussidi di disoccupazione aveva cessato esistere 10 giugno 1998.
28. Il richiedente deposit? poi sia un ricorso su questioni di diritto ed un’azione di reclamo costituzionale.
29. 28 aprile 2010 la Corte Suprema dichiar? il suo ricorso su questioni di diritto inammissibile. Il richiedente present? poi un reclamo costituzionale contro quel la decisione.
30. 14 marzo 2013 la Corte Costituzionale respinse sia delle sue azioni di reclamo costituzionali come infondato. Notific? la sua decisione sul rappresentante del richiedente 27 marzo 2013.
31. 5 dicembre 2012 il richiedente aveva risposto nel frattempo, alla lettera della Rijeka Lavoro Scrivania che le offre un accordo extragiudiziale per l’importo dovette essere rimborsato in sessanta rate. Lei aveva affermato che lei non era in grado rimborsare l’importo dovuto perch? lei era inutilizzata, in salute mal e non aveva reddito. Lei chiese la Rijeka Lavoro Scrivania il sollievo di debito.
Procedimenti di Esecuzione di C.
32. 22 aprile 2013, di fronte al Rijeka Corte Municipale, la Rijeka Lavoro Scrivania deposit? una richiesta per eseguire la sentenza dell’Organo giudiziario locale di Rijeka di 25 febbraio 2009 contro il richiedente.
33. 20 giugno 2013 il Rijeka Corte Municipale emise un ordine di esecuzione della sentenza in riguardo dell’account(s di banca del richiedente).
34. 26 giugno 2013 l’ordine della corte di primo-istanza il richiedente per pagare parcelle di corte nell’importo di HRK 540 (di EUR 72), su conto della richiesta di esecuzione e l’ordine di esecuzione della sentenza.
35. Con una lettera di 14 agosto 2013 l’AGENZIA Finanziaria (FINA) informato la corte di primo-istanza che non c’erano nessuno archivi dei conti bancari attivi del richiedente.
36. Con una conclusione (lo zakljuak?) di 30 settembre 2013 il Rijeka Corte Municipale inform? la Rijeka Lavoro Scrivania della lettera dell’AGENZIA Finanziaria e l’ordin? per dare le informazioni di corte del conto bancario del richiedente o fare un’ulteriore proposta.
37. 22 ottobre 2013 la Rijeka Lavoro Scrivania deposit? una richiesta per cambiare l’oggetto dell’esecuzione (prijedlog za promjenu predmeta ovrhe di sredstva dei), e richiese esecuzione in relazione alla propriet? mobile del richiedente, determinato che lei era inutilizzata e non aveva nessun reddito, beni immobili o veicolo a motore.
38. Con una decisione assunta 8 dicembre 2014 il Rijeka Corte Municipale dichiar? la richiesta di 22 ottobre 2013 inammissibile sulla base che era prematuro, fin da cambiando l’oggetto di esecuzione non ? possibile di fronte ad un ordine di esecuzione della sentenza diviene definitivo.
39. I procedimenti di esecuzione ancora sono in corso.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
40. La parte attinente del Lavoro Atto (Zakon o zapo?ljavanju, Ufficiale Pubblica n. 59/1996), come in vigore al tempo di materiale, purch?:
Sezione 23
?…
(3) una persona inutilizzata (un uomo) chi ebbe un lavoro per trenta anni, o una persona inutilizzata (una donna) chi ebbe un lavoro per venticinqui anni, ? concesso a sussidi di disoccupazione sino a [lui o lei sono] seguente assunse…
… ?
Sezione 25
?La durata del diritto a sussidio di disoccupazione… sar? prolungato in riguardo della persona inutilizzata…:

2. durante il periodo dell’incapacit? provvisoria per lavorare, all’interno del significato di regolamentazioni di assicurazione contro le malattie mentre questa incapacit? ? in corso, ma per pi? di dodici mesi;
…?
41. La parte attinente della Lavoro Mediazione ed Atto dei Diritti della Disoccupazione (Zakon o posredovanju pri zapo?ljavanju i pravima za vrijeme nezaposlenosti, Ufficiale Pubblica n. 32/2002, coi suoi emendamenti susseguenti), come in vigore al tempo di materiale, purch?:
Sezione 55
?(1) una persona inutilizzata accord? un assegno al quale non furono concesse lui o lei… pagher? questa schiena se:
1) [tutti o parte dell’assegno era] concesso sulla base di dati falsi o imprecisi che lui o lei seppero o avrebbero dovuto sapere di essere falso o impreciso, o [concesso] in dell’altra maniera illegale;
2) lui o lei furono accordate un assegno perch? lui o lei non riuscirono a riportare un cambio che colpisce [suo o il suo diritto] o la sfera del diritto, e lui o lei seppero o avrebbero dovuto conoscere questo cambio.
…?
42. La parte attinente della Lavoro Mediazione ed Atto dei Diritti della Disoccupazione corretto nel 2017 (Zakon o posredovanju pri zapo?ljavanju i pravima za vrijeme nezaposlenosti, Ufficiale Pubblica n. 16/2017) legge siccome segue:
Sezione 65
?(1) una persona inutilizzata accord? un assegno alla spesa del [il Lavoro] Scrivania alla quale non furono concesse lui o lei pagher? questa schiena al [il Lavoro] Scrivania sulla base dell’arricchimento ingiusto.
…?
43. La parte attinente dell’Obblighi Atto Civile (Zakon odnosima di obveznim di o, Ufficiale Pubblica N. 53/1991, 73/1991, 3/1994 7/1996 e 112/1999), come in vigore al tempo di materiale, purch?:
ARRICCHIMENTO INGIUSTO
ARTICOLO GENERALE
Sezione 210
?(1) quando una parte della propriet? di una persona passa con qualsiasi vuole dire nella propriet? di un’altra persona, e tale trasferimento non ha base in un’operazione legale o legge, l’acquisitore ritorner? quel la propriet?. Se questo non ? possibile, l’acquisitore offrir? il risarcimento per il valore del beneficio ricevuto.
(2) il trasferimento di propriet? include anche qualsiasi beneficio ottenuto con qualcuno compiendo un’azione.
(3) l’obbligo per restituire la propriet? od offrire il risarcimento per il suo valore sorger? anche quando qualche cosa ? ricevuto su conto di una causa che non esist? o quale cess? successivamente esistere.?
ARTICOLI DI RIMBORSO
Quando un rimborso non pu? essere richiesto
Sezione 211
?Una persona che ha fatto pagamento che sa che lui non fu obbligato per pagare non ? concesso per chiedere rimborso, a meno che lui ha trattenuto un diritto per chiedere rimborso o ha fatto pagamento per evitare prigionia.?
LA LEGGE
IO. Violazione allegato Di Articolo 1 Di Protocollo N.ro 1 A La Convenzione
44. Il richiedente si lament? che la sentenza dell’Organo giudiziario locale di Rijeka di 25 febbraio 2009 che l’ordina rimborsare HRK 19,451.69 con interesse alla Rijeka Lavoro Scrivania aveva dato luogo al suo essere privato delle sue propriet?. Lei si appell? su Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione che legge:
?Ogni naturale o legale persona ? concessa al godimento tranquillo delle sue propriet?. Nessuno sar? privato delle sue propriet? eccetto nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste per con legge e coi principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggia il diritto di un Stato per eseguire simile leggi come s? ritiene necessario controllare l’uso di propriet? in conformit? con l’interesse generale o garantire il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.?
Sfera di A. della causa
45. Come alla sfera della causa, la Corte lo considera appropriato indicare all’inizio che l’azione di reclamo comunicata del richiedente non concerne la decisione della Lavoro Scrivania di terminare il suo diritto a sussidi di disoccupazione e procedimenti amministrativi rifer? a quel la decisione. Piuttosto, si riferisce alle corti civili e nazionali sentenze di ‘ che caratterizzarono gli importi che lei aveva ricevuto dopo che il suo diritto a benefici di lavoro cessati come arricchimento ingiusto e l’obblig? a rimborsare che soldi insieme con interessi allo Stato.
46. Comunque, la Corte nota che i procedimenti amministrativi riguardo al diritto del richiedente a sussidi di disoccupazione funzionarono concomitantemente in parte coi procedimenti civili per arricchimento ingiusto avviato contro lei con lo Stato. I procedimenti amministrativi furono terminati con la decisione della Corte Costituzionale di 19 dicembre 2012. A che punto, i procedimenti civili ancora erano in corso ed infine furono conclusi con la decisione della Corte Costituzionale di 14 marzo 2013, notificata sul richiedente 27 marzo 2013. I due procedimenti erano ad una certa misura collegata. Nei procedimenti amministrativi, il suo diritto per ricevere i benefici di lavoro fu terminato retroattivamente. Comunque, nessuna definitivo decisione di corte come a se il richiedente fu obbligato per restituire i pagamenti resi a lei dopo la data quando il suo diritto a sussidi di disoccupazione cessati fu adottato in questi procedimenti fin dal problema dell’arricchimento ingiusto incorre la giurisdizione di corti civili sotto (veda paragrafo 18 sopra). Solamente dopo che i procedimenti civili infine furono conclusi era la posizione del richiedente come al suo obbligo rimborsare i soldi lei infine aveva ricevuto deciso a livello nazionale.
47. Cos? per valutare se l’obbligo del richiedente per rimborsare lo Stato i soldi lei non avrebbe dovuto ricevere soddisfatta i requisiti di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 la Corte deve guardare a tutte le circostanze che circondano quel il problema.
Ammissibilit? di B.
1. Le parti le osservazioni di ‘
48. Il Governo dibatt? che il richiedente non aveva avuto un ?la propriet?? all’interno del significato di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione, perch? l’importo lei era stata ordinata per pagare di nuovo era stato la propriet? dello Stato. Inoltre a questo, sezione 25(1)(2) del Lavoro Atto era stato pubblicamente disponibile, chiaro e preciso, ed il richiedente sarebbe dovuto essere consapevole che, sulla scadenza del periodo di dodici-mese, il suo diritto a sussidi di disoccupazione terminerebbe. In oltre, il richiedente non poteva avere ?le aspettative legittime? di custodia quegli importi.
49. Il richiedente dibatt? che lei aveva ricevuto i sussidi di disoccupazione sulla base della definitivo decisione della Rijeka Lavoro Scrivania di 27 giugno 1997.
2. La valutazione della Corte
(un) principi di Generale
50. La Corte reitera all’inizio che il concetto di ?le propriet?? assegn? a nella prima parte di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 ha un significato autonomo che non ? limitato alla propriet? di beni fisici e ? indipendente dalla classificazione formale in diritto nazionale: i certi altri diritti ed interessi che costituiscono i beni possono essere riguardati anche come ?diritti di propriet??, e cos? come ?le propriet?? per i fini di questa disposizione (veda, fra molte autorit?, Iatridis c. la Grecia [GC], n. 31107/96, ? 54, ECHR 1999-II, e Depalle c. la Francia [GC], n. 34044/02, ? 62 ECHR 2010).
51. Bench? Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 fa domanda solamente ad una persona sta esistendo propriet? e non crea un diritto per acquisire propriet? nelle certe circostanze un ?l’aspettativa legittima? di ottenere un bene la protezione di Articolo 1 di Protocollo pu? godere anche N.ro 1 (veda, fra molte autorit?, Anheuser-Busch Inc. c. il Portogallo [GC], n. 73049/01, ? 65 ECHR 2007-io; e B?l?n? Nagy c. l’Ungheria [GC], n. 53080/13, ? 74 ECHR 2016).
52. Un’aspettativa legittima deve essere di una natura pi? concreto di una speranza mera e deve basare su una disposizione legale o un atto legale come una decisione giudiziale. La speranza che un diritto di propriet? lungo-estinto pu? essere rianimato non pu? essere riguardata come un ?la propriet??; n? inscatola una rivendicazione condizionale che ? caduta come un risultato di un insuccesso per adempiere la condizione. Inoltre, nessuno ?l’aspettativa legittima? si pu? dire che sorga, dove c’? una controversia come all’interpretazione corretta e la richiesta di diritto nazionale e le osservazioni del richiedente ? respinto successivamente con le corti nazionali. Il fatto mero che un diritto di propriet? ? soggetto a revoca nelle certe circostanze non gli impedisca dall’essere un ?la propriet?? all’interno del significato di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, almeno finch? ? revocato (veda B?l?n? Nagy, citato sopra, ? 75; Beyeler c. l’Italia [GC], n. 33202/96, ? 105 ECHR 2000 io; e Krsti ?c. Serbia, n. 45394/06, ? 83 10 dicembre 2013).
53. I richiami di Corte che in ogni causa il problema che ha bisogno di essere esaminato ? se le circostanze della causa, considerato nell’insieme, confer? sul titolo di richiedente ad un interesse effettivo protegguto con Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (veda Depalle, citato sopra, ? 62, con gli ulteriori riferimenti).
(b) la Richiesta di questi principi nella causa presente
54. La questione se le circostanze della causa presente venute all’interno della sfera di applicazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, cio?. se il diritto del richiedente a godimento tranquillo delle sue propriet? ? impegnato, deve essere valutato con una prospettiva al fatto che fra il 1998 e 27 marzo 2001 di 10 giugno il richiedente aveva ricevuto pagamenti sulla base di una decisione amministrativa che accorda i suoi sussidi di disoccupazione (veda paragrafo 10 sopra). Nelle altre parole, l’autorit? amministrativa e competente aveva fatto pagamenti regolari di soldi (i soldi) che il richiedente aveva ottenuto il godimento effettivo di in affidamento sulla decisione amministrativa e fondamentale nel suo favore. Le corti nazionali fecero successivamente comunque, una sentenza all’effetto che i pagamenti avevano avuto luogo senza una base legale ed avevano ordinato che il richiedente risarcisse i rispettivi importi come arricchimento ingiusto (veda paragrafo 27 sopra). La Corte perci? i costatazione che il problema di se Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 ? ratione materiae applicabili dovrebbero essere analizzati con considerando se, si pu? dire che il richiedente abbia avuto un’aspettativa legittima, all’interno del significato autonomo della Convenzione, sotto quelle specifiche circostanze, di essere in grado gi? trattenere i finanziamenti ricevuti come sussidi di disoccupazione senza il suo diritto a quelli pagamenti passati che sono chiamati retrospettivamente in questione.
55. La Corte nota che la concessione del beneficio in oggetto dipese da varie condizioni legali, la valutazione di che era il risuoli responsabilit? dell’autorit? di previdenza sociale. Al giorno d’oggi la causa, l’autorit? competente aveva preso una decisione di prolungare il diritto del richiedente a sussidi di disoccupazione (veda paragrafo 10 sopra) e successivamente continu? a fare i rispettivi pagamenti oltre la data sulla quale era tale diritto, secondo il limite legale ed applicabile a causa di scada.
56. In questo riguardo, la Corte considera, che un individuo deve in principio sia concesso per appellarsi sulla validit? di un definitivo (o altrimenti esecutivo) decisione amministrativa in suo o il suo favore, e sulle misure che implementano gi? prese facendo seguito a s?, purch? che n? il beneficiario n? chiunque su suo o il suo conto ha contribuito a tale decisione stato stato reso implementato erroneamente o erroneamente. Cos?, mentre una decisione amministrativa pu? essere soggetto a revoca per il futuro (ex il nunc), un’aspettativa che non dovrebbe essere chiamato retrospettivamente in questione (ex il tunc) dovrebbe essere riconosciuto come essendo legittimo di solito, almeno a meno che ci sono ragioni pesanti al contrario nell’interesse generale o nell’interesse di terze parti (compari Kopeck? c. la Slovacchia [GC], n. 44912/98, ? 47 ECHR 2004 IX; Pressos Compania Naviera S.A. ed Altri c. Belgio, 20 novembre 1995 ?? 34 e 39, Serie Un n. 332).
57. La Corte ha sostenuto che, come un articolo, un’aspettativa legittima di essere in grado continuare avere godimento tranquillo di una propriet? deve avere, un ?base sufficiente in legge nazionale? (veda ibid., ? 52; veda anche Depalle, citato sopra, ? 63). Ha contenuto anche comunque, che il fatto che i diritti nazionali di un Stato non riconoscono un particolare interesse come un ?il diritto? non ? decisivo sempre, in particolare in circostanze dove il decorso del tempo giustifica concludendo che l’interesse dell’individuo nel ?quo di status? era divenuto assegnato legalmente in una maniera sufficientemente stabilita per essere riconosciuto come capace di impegnare la richiesta di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (veda, mutatis mutandis, Depalle citato sopra, ? 68).
58. Al giorno d’oggi la causa, la Corte considera che bench? le corti nazionali fondarono che come una questione di diritto nazionale, il richiedente gi? non aveva protezione contro le autorit? il ricupero di ‘ dei finanziamenti ricevuto che secondo loro l’arricchimento ingiusto costitu? (veda paragrafo 27 sopra), molte circostanze parlano in favore di recognising la posizione legale del richiedente come protegguto con un ?l’aspettativa legittima? per i fini della richiesta di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
59. C’? in primo luogo, nessuna indicazione o la dichiarazione pari che il richiedente aveva in qualsiasi modo contribu? alla situazione contestata, vale a dire che il pagamento dei benefici era stato continuato oltre il tempo-limite legale ed applicabile. Il Governo accett? che pagamento dei sussidi di disoccupazione oltre il tempo-limite prescritto era il risuoli responsabilit? delle autorit? (veda paragrafo 70 sotto).
60. In secondo luogo, la buon fede del richiedente nel ricevere i sussidi di disoccupazione contestati non ? contestata.
61. In terzo luogo, la decisione amministrativa in affidamento sulla quale il richiedente aveva ricevuto i pagamenti non aveva contenuto qualsiasi menzione espressa del fatto che sotto le disposizioni legali ed attinenti il diritto scadrebbe su una certa data, cio?. dopo dodici mesi.
62. Fourthly, c’era un decorso del tempo lungo, mentre corrispondendo a pi? di tre anni, dopo la scadenza del tempo-limite legale durante la quale le autorit? andarono a vuoto a reagire mentre continuando a fare i pagamenti mensili.
63. La Corte trova che queste circostanze erano capaci di incitare nel richiedente una credenza che lei ? stata concessa per ricevere quelli pagamenti (compari Chroust c. la Repubblica ceca (il dec.), n. 4295/03, 20 novembre 2006).
64. Inoltre, la Corte considera che, prendendo in considerazione in particolare la natura dei benefici come appoggio corrente per esistenza di base ha bisogno, la questione di se la situazione era capace di generare un’aspettativa legittima che il diritto era debitamente a posto deve essere valutato con una prospettiva alla situazione che prevale al tempo quando il richiedente era in ricevuta dei pagamenti e consum? gli incassi. Il fatto che le corti amministrative stabilirono successivamente che i pagamenti avevano avuto luogo senza una base legale in diritto nazionale ? queste circostanze non decisivo dal punto di vista di determinare sotto se al tempo quando i pagamenti furono ricevuti per il fine di coprire il richiedente sta vivendo costi lei potrebbe accogliere un’aspettativa legittima che lei congettur? diritto a quelli finanziamenti non sarebbe capace di essere chiamato retrospettivamente in questione (veda, mutatis mutandis, Sviluppi della Valle del Pino Ltd ed Altri c. l’Irlanda, 29 novembre 1991, ? 51 la Serie Un n. 222; e Tende c. il Regno Unito, n. 44277/98, ? 35 24 giugno 2003).
65. La Corte conclude perci? che nelle circostanze della causa presente, il richiedente aveva un’aspettativa legittima di essere in grado appellarsi sui pagamenti lei aveva ricevuto come diritti giusti e che Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 ? ratione materiae applicabile alla sua azione di reclamo.
3. Conclusione come all’ammissibilit?
66. La Corte nota che questa azione di reclamo non ? mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 ? 3 (un) della Convenzione. Nota inoltre che non ? inammissibile su qualsiasi gli altri motivi. Deve essere dichiarato perci? ammissibile.
C. Merits
1. Le parti le osservazioni di ‘
(un) le osservazioni di Il richiedente
67. Il richiedente addusse che la Rijeka Lavoro Scrivania aveva adottato una decisione che accorda i suoi sussidi di disoccupazione ?fino a nuovo avviso.? Inoltre, in 26 maggio 1999, quel ? un anno dopo che il suo diritto a sussidi di disoccupazione aveva cessato presumibilmente, la Rijeka Lavoro Scrivania l’aveva offerta con un ?scheda di sussidio di disoccupazione? che aveva affermato che lei fu concessa a sussidi di disoccupazione fino a 31 dicembre 2010. Lei addusse che lei non aveva avuto nessuna ragione di dubitare che i pagamenti erano legittimi. Nella sua opinione, lei aveva ricevuto giuridicamente i sussidi di disoccupazione, e non c’era base legale per rimborsare l’importo in questione, siccome era stato stabilito col Rijeka Corte Municipale. Inoltre, sezione 211 dell’Obblighi Atto Civile era stata totalmente trascurata con le corti (veda paragrafo 43 sopra). La Rijeka Lavoro Scrivania aveva saputo che lei non sarebbe stata concessa ai sussidi di disoccupazione dopo 10 giugno 1998, perch? aveva affermato che nella sua decisione di 27 marzo 2001. Perci?, la Rijeka Lavoro Scrivania non aveva trattenuto il suo diritto per chiedere rimborso.
68. Come alle dichiarazioni del Governo che lei non era riuscita a rispondere alle proposte della Rijeka Lavoro Scrivania riguardo a rimborso dell’importo dovuto in sessanta rate, il richiedente dibatt?, che questo non era vero, perch? potrebbe essere visto dai documenti lei aveva presentato alla Corte che lei aveva risposto ed aveva informato la Rijeka Lavoro Scrivania di lei difficile economico e situazione di salute. In questo collegamento, il richiedente sostenne, che dividendo il carico fra la Rijeka Lavoro Scrivania le cui la negligenza e cattiva condotta avevano creato la situazione, e lei, una persona inutilizzata senza reddito ed in salute povera, non sarebbe equo, ed imporrebbe un carico su lei come un risultato dell’errore dell’organo Statale.
(b) le osservazioni di Il Governo
69. Il Governo dibatt?, era la Corte da trovare che il richiedente aveva propriet? che l’interferenza coi diritti del richiedente sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 era legale. La sentenza che ordina il richiedente rimborsare i sussidi di disoccupazione aveva avuto la sua base legale in sezione 210 dell’Obbligo Civile Agisca che era stato chiaro, prevedibile e pubblicamente disponibile. Inoltre a questo, era stato nell’interesse generale per i benefici impropriamente ricevuti per essere pagato di nuovo.
70. In conclusione, il Governo afferm?, che spogliare il richiedente dell’importo in questione era stato necessario per la protezione delle finanze di Stato ed il principio di articolo di legge, e non aveva imposto un carico individuale ed eccessivo su lei perch? lei non era stata concessa a questo importo. Loro indicarono che, nel momento in cui s? non poteva essere aspettatosi che gli errori dello Stato sarebbero rimediati ad alla spesa di cittadini, non era equo per concedere l’acquisto di propriet? illegale con cittadini come un risultato di quegli errori. In questo contesto, il Governo indic?, che la Rijeka Lavoro Scrivania era stata completamente consapevole di suo proprio errore. Quel ? perch? la Rijeka Lavoro Scrivania aveva proposto un accordo da che cosa il richiedente rimborserebbe l’importo dovuto in sessanta rate individuali per dividere il carico della situazione. Comunque, il richiedente non era riuscito a rispondere a questa proposta. In prospettiva del precedente, il Governo sia dell’opinione che non c’era stata nessuna violazione dei diritti del richiedente protegguta con Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione.
2. La valutazione della Corte
(un) Come riguardi il problema dell’esistenza di un’interferenza
71. Il Governo non contesta che la sentenza contestata adott? nei procedimenti civili contro il richiedente corrisposto ad un’interferenza coi suoi diritti sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, e la Corte non vede nessuna ragione di sostenere altrimenti.
72. Nelle circostanze della causa presente, la Corte considera, che l’azione di reclamo del richiedente dovrebbe essere esaminata sotto l’articolo generale enunciato nella prima frase del primo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, specialmente siccome le situazioni previdero nella seconda frase del primo paragrafo e nel secondo paragrafo solamente particolari istanze di interferenza sono col diritto a godimento tranquillo di propriet? come garantito con l’articolo generale insorto avanti la prima frase (veda Beyeler, citato sopra, ? 106; e Perdig?o c. il Portogallo [GC], n. 24768/06, ? 62 16 novembre 2010). La Corte ora valuter? se che interferenza fu prescritta con legge, se intraprese un scopo legittimo, e se c’era una relazione ragionevole della proporzionalit? fra i mezzi assunti e lo scopo persegu? (veda Broniowski c. la Polonia [GC], n. 31443/96, ?? 147-151 ECHR 2004 V).
(b) Se l’interferenza fu basata in legge
73. La Corte reitera che qualsiasi interferenza con un’autorit? pubblica col godimento tranquillo di propriet? deve essere legale. In particolare, il secondo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, mentre recognising che Stati hanno diritto a controllare l’uso di propriet?, le materie il loro diritto alla condizione che sia esercitato con eseguendo ?le leggi.? Inoltre, il principio della legalit? presuppone che le disposizioni applicabili di diritto nazionale sono sufficientemente accessibili, precise e prevedibili nella loro richiesta (veda, Konstantin Stefanov c. la Bulgaria, n. 35399/05, ? 54 27 ottobre 2015).
74. Le parti le prospettive di ‘ differirono come a se l’interferenza col diritto di propriet? del richiedente era legale (veda divide in paragrafi 49 e 68 sopra).
75. La Corte nota che la sentenza dell’Organo giudiziario locale di Rijeka si appell? su sezione 210 degli Obblighi Civili Agisca riferito all’arricchimento ingiusto (veda divide in paragrafi 28 e 44 sopra). Comunque, non diede qualsiasi il chiarimento come a perch? sezione 55 della Lavoro Mediazione ed Atto dei Diritti della Disoccupazione non sarebbe fatta domanda nella causa del richiedente poich? che articolo sembra essere un pi? specifico come riguardi la situazione del richiedente. Che disposizione obblig? una persona inutilizzata accord? un assegno al quale lui o lei non erano state concesse per pagare questa schiena se fosse stato accordato sulla base di dati falsi o imprecisi che lui o lei avevano saputo di essere falso o impreciso, o se fosse stato accordato in dell’altra maniera illegale (veda paragrafo 41 sopra). Questa questione pu? essere lasciata ciononostante aperta, come nella causa presente ? pi? essenziale per decidere sulla proporzionalit? dell’interferenza.
(il c) Se l’interferenza intraprese un scopo legittimo
76. La Corte reitera che la sentenza della corte nazionale in questa causa fu basata sugli articoli generali di diritto civile che governa l’arricchimento ingiusto e non sulla legislazione sussidi di disoccupazione governante. La Corte considera perci? che l’interferenza intraprese un scopo legittimo poich? ? nell’interesse pubblico che propriet? ricevette su una base che non esiste o quale ha cessato esistere dovrebbe essere ritornato allo Stato. In particolare, l’interferenza che corresse un errore dell’autorit? di previdenza sociale fu tirata.
(d) Se l’interferenza era proporzionata
77. La Corte deve esaminare se l’interferenza previde l’equilibrio equo e richiesto fra le richieste dell’interesse generale del pubblico ed i requisiti della protezione del diritto del richiedente al godimento tranquillo delle sue propriet?, e se impose un carico sproporzionato ed eccessivo sul richiedente (veda, fra le altre autorit?, B?l?n? Nagy, citato sopra, ? 115).
78. La Corte lo trova naturale che il margine della valutazione disponibile alla legislatura nell’implementare politiche sociali ed economiche dovrebbe essere un ampio, e rispetter? la sentenza della legislatura come a che che ? ?nell’interesse pubblico? a meno che che sentenza ? manifestamente senza fondamento ragionevole (l’ibid., ? 113). Comunque, che margine pu? essere narrower in cause come il presente, dove ? solamente attribuibile alle autorit? Statali l’errore.
79. La Corte ha sostenuto, nel contesto dell’interruzione di un beneficio sociale che tenendo presente l’importanza della giustizia sociale, ad autorit? pubbliche non dovrebbero essere impedite di correggere i loro errori, anche quelli che sono il risultato della loro propria negligenza. Sostenere altrimenti sarebbe contrario alla dottrina dell’arricchimento ingiusto. Sarebbe anche ingiusto agli altri individui che contribuiscono al finanziamento di previdenza sociale, in particolare quelli negarono un beneficio perch? loro non riuscirono a soddisfare i requisiti legali. Infine, corrisponderebbe a sanzionando un’allocazione impropria di risorse pubbliche e scarse che in se stesso sarebbero contrarie all’interesse pubblico (veda Moskal c. la Polonia, n. 10373/05, ? 73 15 settembre 2009).
80. Comunque, la causa presente sostiene essere distinta dalla situazione che prevale in Moskal, perch? diversamente da causa seconda che in questione che ora ? non ? l’interruzione del sussidio di disoccupazione del richiedente ma un obbligo imposta su lei per gi? rimborsare benefici ricevuti in affidamento su una decisione amministrativa. Al giorno d’oggi il contesto, ? perci? pi? pertinente per richiamare la causa-legge della Corte all’effetto che si sbaglia solamente attribuibile Affermare autorit? debba in principio non sia rimediato ad alla spesa dell’individuo riguardata, specialmente dove ? in pericolo nessun altro interesse privato che contrasta (veda, mutatis mutandis, Platakou c. la Grecia, n. 38460/97, ? 39 ECHR 2001 io; Radchikov c. la Russia, n. 65582/01, ? 50 24 maggio 2007; Freitag c. la Germania, n. 71440/01, ?? 37-42 19 luglio 2007; Gashi, citato sopra, ? 40; e ?imecki c. Croatia, n. 15253/10, ? 46 30 aprile 2014). La Corte ha sostenuto anche che dove ? in pericolo un problema nell’interesse generale, ? in carica sulle autorit? pubbliche per agire nel buon tempo, in una maniera appropriata e coerente (veda Relazione di Tunnel Limitata c. la Francia, n. 27940/07, ? 39, 18 novembre 2010, e Zolotas c. la Grecia (n. 2), n. 66610/09, ? 42 ECHR 2013 (gli estratti)).
81. Nel valutare ottemperanza con Articolo 1 di Protocollo N.ro 1, la Corte deve eseguire un esame complessivo dei vari interessi in problema (veda Perdig?o, citato sopra, ? 68), tenendo presente ?pratico ed effettivo? (veda, per esempio, Chassagnou ed Altri c. la Francia [GC], N. 25088/94, 28331/95 e 28443/95, ? 100 ECHR 1999III?). Deve guardare dietro a comparizioni e deve investigare le realt? della situazione si lamentarono di (veda Broniowski, citato sopra, ? 151; Hutten-Czapska c. la Polonia [GC], n. 35014/97, ? 168 ECHR 2006 VIII; e Zammit ed Attard Cassar c. il Malta, n. 1046/12, ? 57 30 luglio 2015). Che valutazione pu? comportare la condotta delle parti, incluso i mezzi assunti con lo Stato e la loro attuazione. In che contesto, dovrebbe essere sottolineato che l’incertezza-sia s? legislativo, amministrativo o sorgendo da pratiche fece domanda con le autorit?-? un fattore per essere preso in considerazione nel valutare la condotta dello Stato. Effettivamente, dove ? in pericolo un problema nell’interesse generale, ? in carica sulle autorit? pubbliche per agire nel buon tempo, in una maniera appropriata e coerente (veda Relazione di Tunnel Limitata c. la Francia, n. 27940/07, ? 39, 18 novembre 2010, e Zolotas c. la Grecia (n. 2), n. 66610/09, ? 42 ECHR 2013 (gli estratti)).
82. Come alla condotta del richiedente, la Corte nota, che il richiedente non ? stato addotto per avere contribuito alla ricevuta di benefici oltre il suo diritto legale con osservazioni false o gli altri atti che non sarebbero stati in buon fede.
83. Siccome l’autorit? competente aveva preso una decisione nel favore del richiedente ed aveva continuato a fare i rispettivi pagamenti, il richiedente aveva una base legittima per presumere che i pagamenti ricevuti avevano ragione. Mentre ? vero che sezione 25 del Lavoro Atto chiaramente prevede che una donna assunse meno per che venticinqui anni hanno diritto a sussidi di disoccupazione in riguardo di un’incapacit? provvisoria a lavorare, per un periodo di massimo di dodici mesi (veda paragrafo 41 sopra), la decisione emessa al richiedente non aveva contenuto qualsiasi menzione espressa di che tempo-limite, ed il richiedente non fu fissato cos? su avviso di s?. Inoltre, determinato che due anni supplementari di servizio erano stati entrati nel libro di lavoro del richiedente (veda paragrafo 11 sopra), sembra che lei, come un lavoratore privo dei requisiti necessari non era senza i motivi per credere che lei soddisfece il set di requisiti fuori in sezione 23(3) del Lavoro Atto (veda paragrafo 40 sopra). Sotto queste circostanze, la Corte non lo trova ragionevole concludere che il richiedente fu costretto a comprendere che lei era in ricevuta di sussidi di disoccupazione oltre il periodo di massimo legale.
84. Come alla condotta delle autorit?, la Corte nota all’inizio che, nel contesto di diritti di propriet?, la particolare importanza deve essere data al principio di buon governo. Nella causa presente, la Corte considera, che le autorit? andarono a vuoto nel loro dovere di agire nel buon tempo ed in una maniera appropriata e coerente (veda Moskal, citato sopra, ? 72).
85. Si stabilisce che la Rijeka Lavoro Scrivania commise un errore quando non defin? il periodo durante il quale il richiedente fu concesso agli ulteriori sussidi di disoccupazione nella sua decisione di 27 giugno 1997. Che errore fu perpetuato inoltre quando sussidi di disoccupazione furono pagati al richiedente per un periodo di pressocch? tre anni che seguono la scadenza del periodo di massimo esposto fuori in sezione 25(2)(1) del Lavoro Atto.
86. La Corte nota anche che, anche se i pagamenti di sussidio di disoccupazione che non avrebbe dovuto ricevere il richiedente erano completamente il risultato di un errore dello Stato, il richiedente fu ordinato per rimborsare l’overpaid corrisponda in pieno, insieme con interesse legale. Perci?, nessuna responsabilit? dello Stato per creare la situazione in questione fu stabilita, e lo Stato evit? qualsiasi conseguenze di suo proprio errore. Il carico intero fu messo solamente sul richiedente.
87. La Corte ammette che il richiedente fu offerto di rimborsare il suo debito in sessanta rate. Comunque, i resti di fatto che la somma il richiedente fu ordinato per rimborsare allo Stato come il quale incluse bene gli interessi legali rappresent? una somma notevole di soldi per lei determinato che lei fu privata della sua fonte di reddito sola allo stesso tempo cos? come lei situazione finanziaria e complessiva (veda divide in paragrafi 15, 24 e 31 sopra).
88. Come alla situazione personale del richiedente, la Corte nota, che la somma che lei ha ricevuto su conto di sussidi di disoccupazione ? una molto modesta e come simile ? stato consumato per soddisfare le spese viventi di base necessarie del richiedente che sono dire per la sua esistenza.
89. Le corti nazionali nel decidere su arricchimento ingiusto non presero nell’esame la salute del richiedente e situazione economica. Lei patisce una condizione psichiatrica dal 1993 e ? divenuta incapace di lavorare. Lei ? inutilizzata da un periodo lungo di tempo, fin da 1995. Al tempo il suo lavoro fu terminato come un risultato del suo divenire padronale insolvente lei era solamente due mesi privano di qualificare per sussidi di disoccupazione sino al prossimo lavoro o pensionamento sotto Sezione 23 del Lavoro Agisca (veda divide in paragrafi 6 e 40, veda anche mutatis mutandis B?l?n? Nagy, citato sopra, ? 123). Le informazioni dai procedimenti di esecuzione suggeriscono che lei non ha conti bancari, nessun reddito di qualsiasi il genere, e nessuna propriet? di qualsiasi il significato. In queste circostanze che pagano anche il suo debito in sessanta rate fisserebbe a rischio la sua esistenza.
90. In prospettiva delle considerazioni sopra, i costatazione di Corte che sotto le circostanze della causa presente, il requisito imposto sul richiedente per rimborsare l’importo dei sussidi di disoccupazione pagato a lei in errore con l’autorit? competente oltre il periodo di massimo legale comporta un carico individuale ed eccessivo su lei.
91. Segue che c’? stata una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione.
II. VIOLAZIONE ALLEGATO DI ARTICOLO 8 DI LA CONVENZIONE
92. Il richiedente si lament? che le autorit? nazionali avevano violato il suo diritto per rispettare per vita privata sua come previsto per in Articolo 8 della Convenzione che legge:
?1. Ognuno ha diritto a rispettare per suo privato e la vita di famiglia, la sua casa e la sua corrispondenza.
2. Non ci sar? interferenza con un’autorit? pubblica con l’esercizio di questo diritto eccetto come ? in conformit? con la legge e ? necessario in una societ? democratica negli interessi della sicurezza nazionale, la sicurezza pubblica o il benessere economico del paese, per la prevenzione di disturbo o incrimina, per la protezione di salute o morale, o per la protezione dei diritti e le libert? di altri.?
93. Il Governo contest? quel l’argomento.
94. La Corte nota che questa azione di reclamo ha collegato all’esaminato sopra, e deve essere dichiarato perci? similmente ammissibile.
95. Avendo riguardo ad al fatto che gli argomenti avanzarono con le parti ? gli stessi come quegli esaminati nel contesto di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione, la Corte non lo considera necessario esaminare separatamente questa azione di reclamo.
III. La richiesta Di Articolo 41 Di La Convenzione
96. Articolo 41 della Convenzione prevede:
?Se i costatazione di Corte che c’? stata una violazione della Convenzione o i Protocolli inoltre, e se la legge interna della Parte Contraente ed Alta riguardasse permette a riparazione solamente parziale di essere resa, la Corte pu?, se necessario, riconosca la soddisfazione equa alla vittima.?
A. Damage
97. Il richiedente chiese HRK 83,801.69 (approssimativamente 11,150 euros (EUR)) in riguardo di danno patrimoniale. Secondo lei, questa cifra era equivalente alla somma di HRK 19,451.69 (di EUR 2,600) con interesse di mora accumulato da 3 agosto 2005 sino alla data di pagamento, e la somma di HRK 64,350.00 (di EUR 8,560) in riguardo di benefici di lavoro perduti fra aprile 2001 e dicembre 2010, con interesse di mora accumulato su ogni rata di HRK 550 (di EUR 75) dal mese quando il risarcimento doveva essere pagato sino alla data di pagamento. Lei disse anche HRK 435,650.00 (su EUR 57,700) in riguardo di danno non-patrimoniale.
98. Il Governo contest? queste rivendicazioni.
99. Come riguardi danno patrimoniale, sembra dai documenti presentati con le parti che il richiedente non ha pagato l’importo lei fu ordinata per pagare alla Rijeka Lavoro Scrivania, e che i procedimenti di esecuzione ancora sono in corso (veda divide in paragrafi 32-39 sopra). Come alla somma di HRK 64,350.00 in riguardo di benefici di lavoro perduti fra aprile 2001 e dicembre 2010, la Corte non trova collegamento causale fra l’importo chiesto e la sentenza di una violazione (veda anche paragrafo 45 sopra). Respinge perci? la rivendicazione in riguardo di danno patrimoniale.
100. In riguardo di danno non-patrimoniale, avendo riguardo ad a tutte le circostanze della causa presente, la Corte accetta, che il richiedente ha sofferto di danno non-patrimoniale che non pu? essere compensato solamente per con la sentenza di una violazione. Facendo la sua valutazione su una base equa, la Corte assegna EUR 2,600 il richiedente in riguardo di danno non-patrimoniale, pi? qualsiasi tassa che pu? essere a carico di lei.
Costi di B. e spese
101. Il richiedente chiese anche HRK 18,906.25 per costi e spese incorse in di fronte alle corti nazionali e HRK 9,875.00 per quegli incorsi in di fronte alla Corte.
102. Il Governo contest? questa rivendicazione.
103. Secondo la causa-legge della Corte, un richiedente ? concesso solamente finora al rimborso di costi e spese in come s? ? stato mostrato che questi davvero e necessariamente sono stati incorsi in e sono stati ragionevoli come a quantum. Al giorno d’oggi la causa, riguardo ad essere aveva ai documenti nella sua propriet? ed il criterio sopra, la Corte lo considera ragionevole assegnare la somma di EUR 830 per costi e spese incorse in nei procedimenti di fronte alla Corte Costituzionale, ed EUR 1,300 per quegli incorsi in nei procedimenti di fronte alla Corte, pi? qualsiasi tassa che pu? essere a carico del richiedente.
Interesse di mora di C.
104. La Corte lo considera appropriato che il tasso di interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a che dovrebbe essere aggiunto tre punti di percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE, UNANIMAMENTE
1. Dichiara la richiesta ammissibile;

2. Sostiene che c’? stata una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione;

3. Sostiene che non c’? nessun bisogno di esaminare l’azione di reclamo sotto Articolo 8 alla Convenzione;

4. Sostiene,
(un) che lo Stato rispondente ? pagare il richiedente, entro tre mesi dalla data sulla quale la sentenza diviene definitivo in conformit? con Articolo 44 ? 2 della Convenzione gli importi seguenti, essere convertito in kunas croato al tasso applicabile alla data di accordo:
(i) EUR 2,600 (due mila seicento euros), pi? qualsiasi tassa che pu? essere addebitabile, in riguardo di danno non-patrimoniale;
(l’ii) EUR 2,130 (due mila cento e trenta euros), pi? qualsiasi tassa che pu? essere addebitabile, in riguardo di costi e spese;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo il semplice interesse sar? pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito pi? tre punti di percentuale;

5. Respinge il resto della rivendicazione del richiedente per la soddisfazione equa.
Fatto in inglesi, e notific? per iscritto 26 aprile 2018, facendo seguito Decidere 77 ?? 2 e 3 degli Articoli di Corte.
Abel Campos Linos-Alexandre Sicilianos
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

Conclusions: Violation of Article 1 of Protocol No. 1 – Protection of property (Article 1 para. 1 of Protocol No. 1 – Peaceful enjoyment of possessions) Pecuniary damage – claim dismissed (Article 41 – Pecuniary damage Just satisfaction) Non-pecuniary damage – award (Article 41 – Non-pecuniary damage
Just satisfaction)

FIRST SECTION

CASE OF ?AKAREVI? v. CROATIA

(Application no. 48921/13)

JUDGMENT

STRASBOURG

26 April 2018

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of ?akarevi? v. Croatia,
The European Court of Human Rights (First Section), sitting as a Chamber composed of:
Linos-Alexandre Sicilianos, President,
Ale? Pejchal,
Krzysztof Wojtyczek,
Ksenija Turkovi?,
Pauliine Koskelo,
Tim Eicke,
Jovan Ilievski, judges,
and Abel Campos, Section Registrar,
Having deliberated in private on 16 January, 13 February and 27 March 2018,
Delivers the following judgment, which was adopted on the last mentioned date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 48921/13) against the Republic of Croatia lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by a Croatian national, OMISSIS (?the applicant?), on 9 July 2013.
2. The applicant was represented by Mr OMISSIS, a lawyer practising in Rijeka. The Croatian Government (?the Government?) were represented by their Agent, Ms ?. Sta?nik.
3. The applicant alleged in particular that her right to peaceful enjoyment of her possessions had been violated, as well as her right to respect for her private life, when she had been ordered to repay unduly received unemployment benefits.
4. On 20 October 2015 these complaints were communicated to the Government and the remainder of the application was declared inadmissible pursuant to Rule 54 ? 3 of the Rules of Court.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
5. The applicant was born in 1954 and lives in Rijeka.
6. On 10 December 1995 the applicant?s employment as an unqualified worker was terminated as a result of her employer becoming insolvent. At that time she had twenty-four years and ten months of service (radni sta?) recorded in her ?employment book? (radna knji?ica).
7. The medical documentation submitted by the applicant shows that since 1993 she has been suffering from a psychiatric condition ? depression and neurosis. The medical documents from various dates show her continuous incapacity of working.
A. Administrative proceedings
8. On 5 November 1996 the Regional Office of the Croatian Employment Bureau in Rijeka (Hrvatski zavod za zapo?ljavanje, Podru?na slu?ba u Rijeci, hereinafter ?the Rijeka Employment Bureau?) granted the applicant unemployment benefits in the amount of 410.89 Croatian kunas (HRK ? about 55 euros (EUR)) for 468 days, starting from 11 December 1995. There was no appeal, so that decision became final.
9. On 17 June 1997 the applicant lodged an application with the Rijeka Employment Bureau for the extension of the duration of unemployment benefits due to her ongoing temporary inability to work. She submitted a medical certificate that she had been ill and thus temporarily incapable of working.
10. On 27 June 1997 the Rijeka Employment Bureau, relying on section 25(1)(2) of the Employment Act, renewed her entitlement to unemployment benefits until further notice. She was to receive HRK 441 (about EUR 59) per month. This entitlement was to continue unless any legally prescribed conditions for withholding the payments occurred before the entitlement period expired, or until her right to compensation ceased to exist.
11. In December 1997 two additional pensionable years of service (sta? osiguranja) were entered into the applicant?s employment book. However, that did not mean that the applicant was actually employed, but only that contributions for her pension and invalidity insurance had been paid. Such contributions are regularly paid by employers. However, since the applicant was not employed, these contributions were paid by the Croatian Employment Bureau.
12. On 26 May 1999 the Rijeka Employment Bureau provided the applicant with an ?employment benefit card? (kartica korisnika nov?ane naknade).
13. On 27 March 2001 the Rijeka Employment Bureau terminated the applicant?s entitlement to unemployment benefits with effect from 10 June 1998. It held that the deadline prescribed in section 25(1)(2) of the Employment Act had expired on 9 June 1998.
14. On 3 April 2001 the Rijeka Employment Bureau established that the applicant was to repay it the amount of HRK 19,451.69 (about EUR 2,600).
15. The applicant lodged appeals against both decisions with the Central Office of the Croatian Employment Bureau (Hrvatski zavod za zapo?ljavanje, Sredi?nja slu?ba, hereinafter ?the Central Employment Bureau?). She argued that she had the right to unemployment benefits until she retired. She also relied on her family circumstances and submitted that she was married and that her husband?s pension was HRK 1400 (about EUR 188), and that they had a child of school age and an older son who was employed. However, that body dismissed both her appeals as unfounded on 11 May 2001 and 15 May 2001. It held that she had been entitled to unemployment benefits for as long as she had been unable to work, but subject to a limit of twelve months.
16. On 25 July 2001 the applicant then lodged two administrative actions with the Administrative Court, seeking the annulment of the Central Employment Bureau?s decisions of 11 and 15 May 2001. She claimed that she had twenty-seven years of service, and as such was entitled to unemployment benefits until she was next employed or until she retired.
17. On 22 September 2004 the Administrative Court dismissed the claim concerning the decision of 11 May 2001 upholding the decision of 27 March 2001 (see paragraph 10 above) as ill-founded, endorsing the arguments and conclusions of the lower bodies.
18. In a separate judgment of the same day the Administrative Court quashed the decision of 15 May 2001 which upheld the decision of 3 April 2001 by which the applicant had been ordered to repay the sum of HRK 19,451.69 (see paragraph 14 above). It instructed the parties to seek relief in civil proceedings before a competent municipal court.
19. On 25 March 2005 the Rijeka Employment Bureau contacted the applicant by letter, proposing to reach an out-of-court settlement within fifteen days regarding the repayment of the unemployment benefits which she had received between 9 June 1998 and 27 March 2001, in total HRK 19,451.69. She was cautioned that the Rijeka Employment Bureau would otherwise be compelled to institute civil proceedings against her for repayment of the amount claimed.
20. The applicant replied that she was in poor health, unemployed and without any income, and that in these circumstances she could not accept the obligation to repay the money sought.
21. On 14 April 2009 the applicant lodged an application with the Rijeka Employment Bureau, seeking to overturn its 27 March 2001 decision to terminate her entitlement to unemployment benefits. It was dismissed on 29 June 2009 and this decision was upheld on appeal on 10 July 2009 as well as by the High Administrative Court on 5 July 2012.
22. A subsequent constitutional complaint by the applicant was declared inadmissible on 19 December 2012.
B. Civil proceedings
23. On 3 August 2005 the Rijeka Employment Bureau brought a civil action against the applicant for unjust enrichment, seeking repayment of HRK 19,451.69, together with statutory interest, on the basis of the unemployment benefits she had received between 10 June 1998 and 27 March 2001.
24. On 16 November 2005 the applicant responded to the civil action, alleging, inter alia, that the Rijeka Employment Bureau?s actions violated her human rights. She also submitted medical documentation demonstrating her fragile state of health, numerous health problems caused by her difficult personal situation due to long-term unemployment, the poverty in which she and her family lived, and her inability to work. She also brought a counterclaim against the Rijeka Employment Bureau, seeking payment of unemployment benefits from 31 January 2011 to the date of her future retirement, in the amount of HRK 55,680.15.
25. On 26 June 2006 the Rijeka Municipal Court (Op?inski sud u Rijeci) dismissed the Rijeka Employment Bureau?s claim as unfounded, relying on section 55 of the Employment Mediation and Unemployment Rights Act (see paragraph 36 below). It held that the applicant could not be held responsible for the bureau?s errors and negligence, particularly bearing in mind that she had not concealed any fact or misled it. The same court also rejected the applicant?s counterclaim, given that a final and binding decision on her entitlement to unemployment benefits had already been adopted in the administrative proceedings, and that such a decision could not be contested in the context of civil proceedings.
26. Both the applicant and the Rijeka Employment Bureau lodged appeals against the first instance judgment.
27. On 25 February 2009 the Rijeka County Court (?upanijski sud u Rijeci) dismissed the applicant?s appeal and upheld the first-instance judgment with regard to her counterclaim. It also allowed the Rijeka Employment Bureau?s appeal and, relying on section 210 of the Civil Obligations Act, reversed the first-instance judgment in respect of the unjust enrichment claim, and ordered the applicant to pay HRK 19,451.69 plus statutory interest running form 3 August 2005 (the date of lodging the claim against the applicant) to the Rijeka Employment Bureau. It held that the applicant was obliged to return the amount in dispute in view of the fact that a legal basis for the unemployment benefits had ceased to exist on 10 June 1998.
28. The applicant then lodged both an appeal on points of law and a constitutional complaint.
29. On 28 April 2010 the Supreme Court declared her appeal on points of law inadmissible. The applicant then lodged a constitutional complaint against that decision.
30. On 14 March 2013 the Constitutional Court dismissed both of her constitutional complaints as unfounded. It served its decision on the applicant?s representative on 27 March 2013.
31. Meanwhile, on 5 December 2012 the applicant had replied to the Rijeka Employment Bureau?s letter offering her an out-of-court settlement for the amount owed to be reimbursed in sixty instalments. She had stated that she was not able to repay the amount due because she was unemployed, in ill health and had no income. She asked the Rijeka Employment Bureau for debt relief.
C. Enforcement proceedings
32. On 22 April 2013, before the Rijeka Municipal Court, the Rijeka Employment Bureau lodged an application to enforce the Rijeka County Court?s judgment of 25 February 2009 against the applicant.
33. On 20 June 2013 the Rijeka Municipal Court issued a writ of execution in respect of the applicant?s bank account(s).
34. On 26 June 2013 the first-instance court ordered the applicant to pay court fees in the amount of HRK 540 (about EUR 72), on account of the enforcement application and the writ of execution.
35. By a letter of 14 August 2013 the Financial Agency (FINA) informed the first-instance court that there were no records of the applicant?s active bank accounts.
36. By a conclusion (zaklju?ak) of 30 September 2013 the Rijeka Municipal Court informed the Rijeka Employment Bureau about the Financial Agency?s letter and ordered it to give the court information about the applicant?s bank account or make a further proposal.
37. On 22 October 2013 the Rijeka Employment Bureau lodged an application to change the object of the enforcement (prijedlog za promjenu predmeta i sredstva ovrhe), and requested enforcement in relation to the applicant?s movable property, given that she was unemployed and had no income, real property or motor vehicle.
38. By a decision taken on 8 December 2014 the Rijeka Municipal Court declared the application of 22 October 2013 inadmissible on the basis that it was premature, since changing the object of enforcement is not possible before a writ of execution becomes final.
39. The enforcement proceedings are still ongoing.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
40. The relevant part of the Employment Act (Zakon o zapo?ljavanju, Official Gazette no. 59/1996), as in force at the material time, provided:
Section 23
?…
(3) An unemployed person (a man) who was employed for thirty years, or an unemployed person (a woman) who was employed for twenty-five years, is entitled to unemployment benefits until [he or she is] next employed …
…?
Section 25
?The duration of the right to unemployment benefit … shall be extended in respect of the unemployed person …:

2. during the period of temporary incapacity to work, within the meaning of health insurance regulations, while this incapacity is ongoing, but for no longer than twelve months;
…?
41. The relevant part of the Employment Mediation and Unemployment Rights Act (Zakon o posredovanju pri zapo?ljavanju i pravima za vrijeme nezaposlenosti, Official Gazette no. 32/2002, with its subsequent amendments), as in force at the material time, provided:
Section 55
?(1) An unemployed person granted an allowance to which he or she was not entitled … shall pay this back if:
1) [all or part of the allowance was] granted on the basis of false or inaccurate data which he or she knew or ought to have known to be false or inaccurate, or [granted] in some other unlawful manner;
2) he or she was granted an allowance because he or she failed to report a change affecting [his or her entitlement] or the scope of the entitlement, and he or she knew or ought to have known about this change.
…?
42. The relevant part of the Employment Mediation and Unemployment Rights Act as amended in 2017 (Zakon o posredovanju pri zapo?ljavanju i pravima za vrijeme nezaposlenosti, Official Gazette no. 16/2017) reads as follows:
Section 65
?(1) An unemployed person granted an allowance at the expense of the [Employment] Bureau to which he or she was not entitled shall pay this back to the [Employment] Bureau on the basis of unjust enrichment.
…?
43. The relevant part of the Civil Obligations Act (Zakon o obveznim odnosima, Official Gazette nos. 53/1991, 73/1991, 3/1994, 7/1996 and 112/1999), as in force at the material time, provided:
UNJUST ENRICHMENT
GENERAL RULE
Section 210
?(1) When a part of the property of one person passes, by any means, into the property of another person, and such a transfer has no basis in a legal transaction or law, the acquirer shall return that property. If this is not possible, the acquirer shall provide compensation for the value of the benefit received.
(2) The transfer of property also includes any benefit obtained by someone performing an action.
(3) The obligation to return the property or provide compensation for its value shall arise even when something is received on account of a cause which did not exist or which subsequently ceased to exist.?
RULES OF REIMBURSEMENT
When a reimbursement may not be requested
Section 211
?A person who has made payment knowing that he was not obliged to pay is not allowed to seek reimbursement, unless he has retained a right to seek reimbursement or has made payment in order to avoid duress.?
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 TO THE CONVENTION
44. The applicant complained that the Rijeka County Court?s judgment of 25 February 2009 ordering her to repay HRK 19,451.69 with interest to the Rijeka Employment Bureau had resulted in her being deprived of her possessions. She relied on Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, which reads:
?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?
A. Scope of the case
45. As to the scope of the case, the Court considers it appropriate to point out at the outset that the applicant?s communicated complaint does not concern the Employment Bureau?s decision to terminate her entitlement to unemployment benefits and administrative proceedings related to that decision. Rather, it refers to the domestic civil courts? judgments which characterized the amounts she had received after her right to employment benefits ceased as unjust enrichment and obliged her to repay that money together with interests to the State.
46. The Court notes, however, that the administrative proceedings concerning the applicant?s right to unemployment benefits ran in part concurrently with the civil proceedings for unjust enrichment instituted against her by the State. The administrative proceedings were terminated by the Constitutional Court?s decision of 19 December 2012. At that point, the civil proceedings were still ongoing and were finally concluded by the Constitutional Court?s decision of 14 March 2013, served on the applicant on 27 March 2013. The two proceedings were to a certain extent interrelated. In the administrative proceedings, her right to receive the employment benefits was terminated retroactively. However, no final court decision as to whether the applicant was obliged to return the payments made to her after the date when her right to unemployment benefits ceased was adopted in these proceedings since the issue of unjust enrichment falls under the jurisdiction of civil courts (see paragraph 18 above). Only after the civil proceedings were finally concluded was the applicant?s position as to her obligation to repay the money she had received finally decided at national level.
47. Thus, in order to assess whether the applicant?s obligation to repay the State the money she should not have received satisfied the requirements of Article 1 of Protocol No. 1 the Court must look at all circumstances surrounding that issue.
B. Admissibility
1. The parties? submissions
48. The Government argued that the applicant had not had a ?possession? within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, because the amount she had been ordered to pay back had been the possession of the State. Further to this, section 25(1)(2) of the Employment Act had been publicly available, clear and precise, and the applicant should have been aware that, upon the expiry of the twelve-month period, her right to unemployment benefits would end. In addition, the applicant could not have had ?legitimate expectations? of keeping those amounts.
49. The applicant argued that she had received the unemployment benefits on the basis of the Rijeka Employment Bureau?s final decision of 27 June 1997.
2. The Court?s assessment
(a) General principles
50. The Court reiterates at the outset that the concept of ?possessions? referred to in the first part of Article 1 of Protocol No. 1 has an autonomous meaning which is not limited to the ownership of physical goods and is independent from the formal classification in domestic law: certain other rights and interests constituting assets can also be regarded as ?property rights?, and thus as ?possessions? for the purposes of this provision (see, among many authorities, Iatridis v. Greece [GC], no. 31107/96, ? 54, ECHR 1999-II, and Depalle v. France [GC], no. 34044/02, ? 62, ECHR 2010).
51. Although Article 1 of Protocol No. 1 applies only to a person?s existing possessions and does not create a right to acquire property in certain circumstances a ?legitimate expectation? of obtaining an asset may also enjoy the protection of Article 1 of Protocol No. 1 (see, among many authorities, Anheuser-Busch Inc. v. Portugal [GC], no. 73049/01, ? 65, ECHR 2007-I; and B?l?n? Nagy v. Hungary [GC], no. 53080/13, ? 74, ECHR 2016).
52. A legitimate expectation must be of a nature more concrete than a mere hope and be based on a legal provision or a legal act such as a judicial decision. The hope that a long-extinguished property right may be revived cannot be regarded as a ?possession?; nor can a conditional claim which has lapsed as a result of a failure to fulfil the condition. Further, no ?legitimate expectation? can be said to arise where there is a dispute as to the correct interpretation and application of domestic law and the applicant?s submissions are subsequently rejected by the national courts. The mere fact that a property right is subject to revocation in certain circumstances does not prevent it from being a ?possession? within the meaning of Article 1 of Protocol No. 1, at least until it is revoked (see B?l?n? Nagy, cited above, ? 75; Beyeler v. Italy [GC], no. 33202/96, ? 105, ECHR 2000 I; and Krsti? v. Serbia, no. 45394/06, ? 83, 10 December 2013).
53. The Court recalls that in each case the issue that needs to be examined is whether the circumstances of the case, considered as a whole, conferred on the applicant title to a substantive interest protected by Article 1 of Protocol No. 1 (see Depalle, cited above, ? 62, with further references).
(b) Application of these principles in the present case
54. The question whether the circumstances of the present case come within the scope of application of Article 1 of Protocol No. 1, i.e. whether the applicant?s right to peaceful enjoyment of her possessions is engaged, must be assessed with a view to the fact that between 10 June 1998 and 27 March 2001 the applicant had received payments on the basis of an administrative decision granting her unemployment benefits (see paragraph 10 above). In other words, the competent administrative authority had made regular disbursements of money (cash), which the applicant had obtained the effective enjoyment of in reliance on the underlying administrative decision in her favour. Subsequently, however, the domestic courts made a finding to the effect that the payments had taken place without a legal basis and ordered the applicant to refund the respective amounts as unjust enrichment (see paragraph 27 above). The Court therefore finds that the issue of whether Article 1 of Protocol No. 1 is applicable ratione materiae should be analysed by considering whether, under those specific circumstances, the applicant can be said to have had a legitimate expectation, within the autonomous meaning of the Convention, of being able to retain the funds already received as unemployment benefits without her entitlement to those past disbursements being called into question retrospectively.
55. The Court notes that the grant of the benefit in question depended on various statutory conditions, the assessment of which was the sole responsibility of the social security authority. In the present case, the competent authority had taken a decision to extend the applicant?s entitlement to unemployment benefits (see paragraph 10 above) and subsequently continued to make the respective payments beyond the date on which such an entitlement was, according to the applicable statutory limit, due to expire.
56. In this respect, the Court considers that an individual should in principle be entitled to rely on the validity of a final (or otherwise enforceable) administrative decision in his or her favour, and on the implementing measures already taken pursuant to it, provided that neither the beneficiary nor anyone on his or her behalf has contributed to such a decision having been wrongly made or wrongly implemented. Thus, while an administrative decision may be subject to revocation for the future (ex nunc), an expectation that it should not be called into question retrospectively (ex tunc) should usually be recognised as being legitimate, at least unless there are weighty reasons to the contrary in the general interest or in the interest of third parties (compare Kopeck? v. Slovakia [GC], no. 44912/98, ? 47, ECHR 2004 IX; Pressos Compania Naviera S.A. and Others v. Belgium, 20 November 1995, ?? 34 and 39, Series A no. 332).
57. The Court has held that, as a rule, a legitimate expectation of being able to continue having peaceful enjoyment of a possession must have a ?sufficient basis in national law? (see ibid., ? 52; see also Depalle, cited above, ? 63). It has, however, also held that the fact that the domestic laws of a State do not recognise a particular interest as a ?right? is not always decisive, in particular in circumstances where the lapse of time justifies concluding that the individual?s interest in the ?status quo? had become vested in a sufficiently established manner for being recognised as capable of engaging the application of Article 1 of Protocol No. 1 (see, mutatis mutandis, Depalle, cited above, ? 68).
58. In the present case, the Court considers that although the domestic courts found that as a matter of domestic law, the applicant had no protection against the authorities? reclaim of the funds already received, which according to them constituted unjust enrichment (see paragraph 27 above), several circumstances speak in favour of recognising the applicant?s legal position as protected by a ?legitimate expectation? for the purposes of the application of Article 1 of Protocol No. 1.
59. Firstly, there is no indication or even allegation that the applicant had in any way contributed to the impugned situation, namely that the disbursement of the benefits had been continued beyond the applicable statutory time-limit. The Government accepted that payment of the unemployment benefits beyond the prescribed time-limit was the sole responsibility of the authorities (see paragraph 70 below).
60. Secondly, the applicant?s good faith in receiving the contested unemployment benefits is not contested.
61. Thirdly, the administrative decision in reliance on which the applicant had received the payments had not contained any express mention of the fact that under the relevant statutory provisions the entitlement would expire on a certain date, i.e. after twelve months.
62. Fourthly, there was a long lapse of time, amounting to over three years, after the expiry of the statutory time-limit during which the authorities failed to react while continuing to make the monthly payments.
63. The Court finds that these circumstances were capable of inducing in the applicant a belief that she was entitled to receive those payments (compare Chroust v. the Czech Republic (dec.), no. 4295/03, 20 November 2006).
64. Moreover, the Court considers that, taking into account in particular the nature of the benefits as current support for basic subsistence needs, the question of whether the situation was capable of giving rise to a legitimate expectation that the entitlement was duly in place must be assessed with a view to the situation prevailing at the time when the applicant was in receipt of the payments and consumed the proceeds. The fact that the administrative courts subsequently established that the payments had taken place without a legal basis in domestic law is under these circumstances not decisive from the point of view of determining whether at the time when the payments were received for the purpose of covering the applicant?s living costs she could entertain a legitimate expectation that her presumed entitlement to those funds would not be capable of being called into question retrospectively (see, mutatis mutandis, Pine Valley Developments Ltd and Others v. Ireland, 29 November 1991, ? 51, Series A no. 222; and Stretch v. the United Kingdom, no. 44277/98, ? 35, 24 June 2003).
65. The Court therefore concludes that in the circumstances of the present case, the applicant had a legitimate expectation of being able to rely on the payments she had received as rightful entitlements and that Article 1 of Protocol No. 1 is applicable ratione materiae to her complaint.
3. Conclusion as to the admissibility
66. The Court notes that this complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 ? 3 (a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
C. Merits
1. The parties? submissions
(a) The applicant?s submissions
67. The applicant alleged that the Rijeka Employment Bureau had adopted a decision granting her unemployment benefits ?until further notice?. Moreover, on 26 May 1999, that is one year after her right to unemployment benefits had allegedly ceased, the Rijeka Employment Bureau had provided her with an ?unemployment benefit card?, which had stated that she was entitled to unemployment benefits until 31 December 2010. She alleged that she had had no reason to doubt that the payments were legitimate. In her opinion, she had received the unemployment benefits legally, and there was no legal basis for repaying the amount at issue, as had been established by the Rijeka Municipal Court. Moreover, section 211 of the Civil Obligations Act had been totally disregarded by the courts (see paragraph 43 above). The Rijeka Employment Bureau had known that she would not be entitled to the unemployment benefits after 10 June 1998, because it had stated that in its decision of 27 March 2001. Therefore, the Rijeka Employment Bureau had not retained its right to seek reimbursement.
68. As to the Government?s allegations that she had failed to respond to the Rijeka Employment Bureau?s proposals regarding repayment of the amount due in sixty instalments, the applicant argued that this was not true, because it could be seen from the documents she had submitted to the Court that she had replied and informed the Rijeka Employment Bureau about her difficult economic and health situation. In this connection, the applicant maintained that dividing the burden between the Rijeka Employment Bureau, whose negligence and misconduct had created the situation, and herself, an unemployed person with no income and in poor health, would not be fair, and would impose a burden on her as a result of the State organ?s error.
(b) The Government?s submissions
69. The Government argued, were the Court to find that the applicant had possession, that the interference with the applicant?s rights under Article 1 of Protocol No. 1 was lawful. The judgment ordering the applicant to repay the unemployment benefits had had its legal basis in section 210 of the Civil Obligation Act, which had been clear, foreseeable and publicly available. Further to this, it had been in the general interest for the unduly received benefits to be paid back.
70. In conclusion, the Government stated that depriving the applicant of the amount at issue had been necessary for the protection of State?s finances and the principle of rule of law, and had not imposed an excessive individual burden on her because she had been not entitled to this amount. They pointed out that, just as it could not be expected that the mistakes of the State would be remedied at the expense of citizens, it was not fair to allow the unlawful acquisition of property by citizens as a result of those mistakes. In this context, the Government pointed out that the Rijeka Employment Bureau had been fully aware of its own mistake. That is why the Rijeka Employment Bureau had proposed an agreement whereby the applicant would repay the amount due in sixty individual instalments, in order to share the burden of the situation. However, the applicant had failed to respond to this proposal. In view of the foregoing, the Government were of the opinion that there had been no violation of the applicant?s rights protected by Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.
2. The Court?s assessment
(a) As regards the issue of the existence of an interference
71. The Government does not contest that the impugned judgment adopted in the civil proceedings against the applicant amounted to an interference with her rights under Article 1 of Protocol No. 1, and the Court sees no reason to hold otherwise.
72. In the circumstances of the present case, the Court considers that the applicant?s complaint should be examined under the general rule enunciated in the first sentence of the first paragraph of Article 1 of Protocol No. 1, especially as the situations envisaged in the second sentence of the first paragraph and in the second paragraph are only particular instances of interference with the right to peaceful enjoyment of property as guaranteed by the general rule set forth in the first sentence (see Beyeler, cited above, ? 106; and Perdig?o v. Portugal [GC], no. 24768/06, ? 62, 16 November 2010). The Court will now assess whether that interference was prescribed by law, whether it pursued a legitimate aim, and whether there was a reasonable relationship of proportionality between the means employed and the aim pursued (see Broniowski v. Poland [GC], no. 31443/96, ?? 147-151, ECHR 2004 V).
(b) Whether the interference was based in law
73. The Court reiterates that any interference by a public authority with the peaceful enjoyment of possessions must be lawful. In particular, the second paragraph of Article 1 of Protocol No. 1, while recognising that States have the right to control the use of property, subjects their right to the condition that it be exercised by enforcing ?laws?. Moreover, the principle of lawfulness presupposes that the applicable provisions of domestic law are sufficiently accessible, precise and foreseeable in their application (see, Konstantin Stefanov v. Bulgaria, no. 35399/05, ? 54, 27 October 2015).
74. The parties? views differed as to whether the interference with the applicant?s property right was lawful (see paragraphs 49 and 68 above).
75. The Court notes that the Rijeka County Court?s judgment relied on section 210 of the Civil Obligations Act related to unjust enrichment (see paragraphs 28 and 44 above). However, it did not give any explanation as to why section 55 of the Employment Mediation and Unemployment Rights Act was not to be applied in the applicant?s case since that rule appears to be a more specific one as regards the applicant?s situation. That provision obliged an unemployed person granted an allowance to which he or she had not been entitled to pay this back if it had been granted on the basis of false or inaccurate data which he or she had known to be false or inaccurate, or if it had been granted in some other unlawful manner (see paragraph 41 above). This question can nevertheless be left open, as in the present case it is more essential to decide on the proportionality of the interference.
(c) Whether the interference pursued a legitimate aim
76. The Court reiterates that the domestic court?s judgment in this case was based on the general rules of civil law governing unjust enrichment and not on the legislation governing unemployment benefits. The Court considers therefore that the interference pursued a legitimate aim since it is in the public interest that property received on a basis which does not exist or which has ceased to exist should be returned to the State. In particular, the interference was aimed at correcting a mistake of the social security authority.
(d) Whether the interference was proportionate
77. The Court must examine whether the interference struck the requisite fair balance between the demands of the general interest of the public and the requirements of the protection of the applicant?s right to the peaceful enjoyment of her possessions, and whether it imposed a disproportionate and excessive burden on the applicant (see, among other authorities, B?l?n? Nagy, cited above, ? 115).
78. The Court finds it natural that the margin of appreciation available to the legislature in implementing social and economic policies should be a wide one, and will respect the legislature?s judgment as to what is ?in the public interest? unless that judgment is manifestly without reasonable foundation (ibid., ? 113). However, that margin may be narrower in cases such as the present one, where the mistake is attributable solely to the State authorities.
79. The Court has held, in the context of the discontinuation of a social benefit, that bearing in mind the importance of social justice, public authorities should not be prevented from correcting their mistakes, even those resulting from their own negligence. Holding otherwise would be contrary to the doctrine of unjust enrichment. It would also be unfair to other individuals contributing to the social security fund, in particular those denied a benefit because they failed to meet the statutory requirements. Lastly, it would amount to sanctioning an inappropriate allocation of scarce public resources, which in itself would be contrary to the public interest (see Moskal v. Poland, no. 10373/05, ? 73, 15 September 2009).
80. The present case, however, stands to be distinguished from the situation prevailing in Moskal, because unlike the latter case, what is at issue now is not the discontinuation of the applicant?s unemployment benefit but an obligation imposed on her to repay benefits already received in reliance on an administrative decision. In the present context, it is therefore more pertinent to recall the Court?s case-law to the effect that mistakes solely attributable to State authorities should in principle not be remedied at the expense of the individual concerned, especially where no other conflicting private interest is at stake (see, mutatis mutandis, Platakou v. Greece, no. 38460/97, ? 39, ECHR 2001 I; Radchikov v. Russia, no. 65582/01, ? 50, 24 May 2007; Freitag v. Germany, no. 71440/01, ?? 37-42, 19 July 2007; Gashi, cited above, ? 40; and ?imecki v. Croatia, no. 15253/10, ? 46, 30 April 2014). The Court has also held that where an issue in the general interest is at stake, it is incumbent on the public authorities to act in good time, in an appropriate and consistent manner (see Tunnel Report Limited v. France, no. 27940/07, ? 39, 18 November 2010, and Zolotas v. Greece (no. 2), no. 66610/09, ? 42, ECHR 2013 (extracts)).
81. In assessing compliance with Article 1 of Protocol No. 1, the Court must carry out an overall examination of the various interests in issue (see Perdig?o, cited above, ? 68), bearing in mind that the Convention is intended to safeguard rights that are ?practical and effective? (see, for example, Chassagnou and Others v. France [GC], nos. 25088/94, 28331/95 and 28443/95, ? 100, ECHR 1999?III). It must look behind appearances and investigate the realities of the situation complained of (see Broniowski, cited above, ? 151; Hutten-Czapska v. Poland [GC], no. 35014/97, ? 168, ECHR 2006 VIII; and Zammit and Attard Cassar v. Malta, no. 1046/12, ? 57, 30 July 2015). That assessment may involve the conduct of the parties, including the means employed by the State and their implementation. In that context, it should be stressed that uncertainty ? be it legislative, administrative or arising from practices applied by the authorities ? is a factor to be taken into account in assessing the State?s conduct. Indeed, where an issue in the general interest is at stake, it is incumbent on the public authorities to act in good time, in an appropriate and consistent manner (see Tunnel Report Limited v. France, no. 27940/07, ? 39, 18 November 2010, and Zolotas v. Greece (no. 2), no. 66610/09, ? 42, ECHR 2013 (extracts)).
82. As to the applicant?s conduct, the Court notes that the applicant has not been alleged to have contributed to the receipt of benefits beyond her legal entitlement by false submissions or other acts which would not have been in good faith.
83. As the competent authority had taken a decision in the applicant?s favour and continued to make the respective payments, the applicant had a legitimate basis for assuming that the payments received were legally correct. While it is true that section 25 of the Employment Act clearly provides that a woman employed for less than twenty-five years has the right to unemployment benefits in respect of a temporary incapacity to work, for a maximum period of twelve months (see paragraph 41 above), the decision issued to the applicant had not contained any express mention of that time-limit, and the applicant was thus not put on notice of it. Moreover, given that two additional years of service had been entered into the applicant?s employment book (see paragraph 11 above), it appears that she, as an unqualified worker, was not without grounds for believing that she met the requirements set out in section 23(3) of the Employment Act (see paragraph 40 above). Under these circumstances, the Court does not find it reasonable to conclude that the applicant was required to realise that she was in receipt of unemployment benefits beyond the statutory maximum period.
84. As to the conduct of the authorities, the Court notes at the outset that, in the context of property rights, particular importance must be attached to the principle of good governance. In the instant case, the Court considers that the authorities failed in their duty to act in good time and in an appropriate and consistent manner (see Moskal, cited above, ? 72).
85. It is established that the Rijeka Employment Bureau made a mistake when it did not define the period during which the applicant was entitled to further unemployment benefits in its decision of 27 June 1997. That mistake was further perpetuated when unemployment benefits were paid to the applicant for a period of almost three years following the expiry of the maximum period set out in section 25(2)(1) of the Employment Act.
86. The Court also notes that, even though the unemployment benefit payments which the applicant should not have received were entirely the result of an error of the State, the applicant was ordered to repay the overpaid amount in full, together with statutory interest. Therefore, no responsibility of the State for creating the situation at issue was established, and the State avoided any consequences of its own error. The whole burden was placed on the applicant only.
87. The Court acknowledges that the applicant was offered to repay her debt in sixty instalments. However, the fact remains that the sum the applicant was ordered to repay to the State which included the statutory interests as well represented a significant amount of money for her given that she was deprived of her only source of income at the same time as well as her overall financial situation (see paragraphs 15, 24 and 31 above).
88. As to the applicant?s personal situation, the Court notes that the sum she received on account of unemployment benefits is a very modest one and as such has been consumed for satisfying the applicant?s necessary basic living expenses, that is to say for her subsistence.
89. The national courts in deciding on unjust enrichment did not take into consideration the applicant?s health and economic situation. She has been suffering from a psychiatric condition since 1993 and has become incapable of working. She has been unemployed for a long period of time, since 1995. At the time her employment was terminated as a result of her employer becoming insolvent she was only two months short of qualifying for unemployment benefits until next employment or retirement under Section 23 of the Employment Act (see paragraphs 6 and 40, see also mutatis mutandis B?l?n? Nagy, cited above, ? 123). The information from the enforcement proceedings suggests that she has no bank accounts, no income of any sort, and no property of any significance. In these circumstances paying her debt even in sixty instalments would put at risk her subsistence.
90. In view of the above considerations, the Court finds that under the circumstances of the present case, the requirement imposed on the applicant to reimburse the amount of the unemployment benefits paid to her in error by the competent authority beyond the statutory maximum period entails an excessive individual burden on her.
91. It follows that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention.
II. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 8 OF THE CONVENTION
92. The applicant complained that the national authorities had violated her right to respect for her private life as provided for in Article 8 of the Convention, which reads:
?1. Everyone has the right to respect for his private and family life, his home and his correspondence.
2. There shall be no interference by a public authority with the exercise of this right except such as is in accordance with the law and is necessary in a democratic society in the interests of national security, public safety or the economic well-being of the country, for the prevention of disorder or crime, for the protection of health or morals, or for the protection of the rights and freedoms of others.?
93. The Government contested that argument.
94. The Court notes that this complaint is linked to the one examined above, and must therefore likewise be declared admissible.
95. Having regard to the fact that the arguments advanced by the parties are the same as those examined in the context of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, the Court does not consider it necessary to examine this complaint separately.
III. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
96. Article 41 of the Convention provides:
?If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.?
A. Damage
97. The applicant claimed HRK 83,801.69 (about 11,150 euros (EUR)) in respect of pecuniary damage. According to her, this figure was equivalent to the sum of HRK 19,451.69 (about EUR 2,600) with accrued default interest from 3 August 2005 until the date of payment, and the sum of HRK 64,350.00 (about EUR 8,560) in respect of lost employment benefits between April 2001 and December 2010, with accrued default interest on each instalment of HRK 550 (about EUR 75) from the month when compensation had to be paid until the date of payment. She also claimed HRK 435,650.00 (about EUR 57,700) in respect of non-pecuniary damage.
98. The Government contested these claims.
99. As regards pecuniary damage, it appears from the documents submitted by the parties that the applicant has not paid the amount she was ordered to pay to the Rijeka Employment Bureau, and that the enforcement proceedings are still ongoing (see paragraphs 32-39 above). As to the sum of HRK 64,350.00 in respect of lost employment benefits between April 2001 and December 2010, the Court finds no causal link between the amount claimed and the finding of a violation (see also paragraph 45 above). It therefore rejects the claim in respect of pecuniary damage.
100. In respect of non-pecuniary damage, having regard to all the circumstances of the present case, the Court accepts that the applicant has suffered non-pecuniary damage which cannot be compensated for solely by the finding of a violation. Making its assessment on an equitable basis, the Court awards the applicant EUR 2,600 in respect of non-pecuniary damage, plus any tax that may be chargeable to her.
B. Costs and expenses
101. The applicant also claimed HRK 18,906.25 for costs and expenses incurred before the domestic courts and HRK 9,875.00 for those incurred before the Court.
102. The Government contested this claim.
103. According to the Court?s case-law, an applicant is entitled to the reimbursement of costs and expenses only in so far as it has been shown that these have been actually and necessarily incurred and are reasonable as to quantum. In the present case, regard being had to the documents in its possession and the above criteria, the Court considers it reasonable to award the sum of EUR 830 for costs and expenses incurred in the proceedings before the Constitutional Court, and EUR 1,300 for those incurred in the proceedings before the Court, plus any tax that may be chargeable to the applicant.
C. Default interest
104. The Court considers it appropriate that the default interest rate should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT, UNANIMOUSLY,
1. Declares the application admissible;

2. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention;

3. Holds that there is no need to examine the complaint under Article 8 to the Convention;

4. Holds,
(a) that the respondent State is to pay the applicant, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 ? 2 of the Convention, the following amounts, to be converted into Croatian kunas at the rate applicable at the date of settlement:
(i) EUR 2,600 (two thousand six hundred euros), plus any tax that may be chargeable, in respect of non-pecuniary damage;
(ii) EUR 2,130 (two thousand one hundred and thirty euros), plus any tax that may be chargeable, in respect of costs and expenses;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amounts at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period plus three percentage points;

5. Dismisses the remainder of the applicant?s claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 26 April 2018, pursuant to Rule 77 ?? 2 and 3 of the Rules of Court.
Abel Campos Linos-Alexandre Sicilianos
Registrar President

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

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La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 25/01/2025