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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF AGROKOMPLEKS v. UKRAINE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41, 06, P1-1
Numero: 23465/03/2011
Stato: Ucraina
Data: 2011-10-06 00:00:00
Organo: Sezione Quinta
Testo Originale

Conclusione Eccezione preliminare congiunta ai meriti e respinse (applicabilità); Resto inammissibile; Violazioni dell’Art. 6-1; violazione di P1-1; soddisfazione Equa riservata
QUINTA SEZIONE
CAUSA AGROKOMPLEKS C. UCRAINA
(Richiesta n. 23465/03)
SENTENZA
(i meriti)
STRASBOURG
6 ottobre 2011
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nell’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Agrokompleks c. lcraina,
La Corte europea di Diritti umani (quinta Sezione), riunendosi che come una Camera, compose di:
Dean Spielmann, Presidente Elisabet Fura, Karel Jungwiert il Mark Villiger, Isabelle Berro-Lefèvre, l’Ann Power, Ganna Yudkivska, giudici,
e Claudia Westerdiek, Sezione Cancelliere,
Avendo deliberato in privato 13 settembre 2011,
Consegna la sentenza seguente sulla quale fu adottata quel la data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da in una richiesta (n. 23465/03) contro l’Ucraina depositò con la Corte sotto Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) con OMISSIS (“la società richiedente”), 23 giugno 2003.
2. La società richiedente fu rappresentata col Sig. P.Y. L., un avvocato che pratica a Parigi. Il Governo ucraino (“il Governo”) fu rappresentato dal suo Agente, il Sig. Y. Zaytsev.
3. La società richiedente addusse, in particolare, che non aveva avuto un processo equanime all’interno di un termine ragionevole condotto da un tribunale indipendente ed imparziale. Si lamentò anche di una violazione del suo diritto al godimento tranquillo delle sue proprietà.
4. 9 novembre 2009 il Presidente della quinta Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di decidere sull’ammissibilità e meriti della richiesta allo stesso tempo (l’Articolo 29 § 1).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
5. La società richiedente è una società privata registrata in Ucraina. Al tempo degli eventi eseguì permuta operazioni commerciali con società coinvolgendo russo, in particolare, scambi di alcune materie prime di cibo dall’Ucraina per petrolio greggio russo e l’ulteriore vendita di prodotti di petrolio finiti.
A. Gli eventi fra il 1991 ed il 1996
6. 18 dicembre 1991 la società richiedente firmò un contratto con l’OMISSIS (“la Raffineria”-la più grande società nel petrolio che raffina industria nel paese al tempo, con 67.41% del suo essere di quote posseduti con lo Stato) per il raffinare di 225,000 tonnellate di petrolio greggio.
7. 5 marzo 1993 il Tribunale arbitrale più Alto (“il HAC”), concedendo una rivendicazione portata con la società richiedente, diresse la Raffineria per consegnare alla società richiedente i prodotti di petrolio prodotti dalle sue materie prime.
8. Durante giugno e luglio 1993 la Raffineria consegnò solamente una piccola parte dei prodotti di petrolio alla società richiedente.
9. 19 agosto 1993 la società richiedente provvide un’altra 150,000 tonnellate di petrolio greggio alla Raffineria per raffinare.
10. In autunno 1993 le società Statali nella regione di Lugansk coinvolta nel raccogliere, miniera di carbone e le altre attività essenziale per l’economia locale una scarsità particolarmente acuta di combustibile subì. Come una parte delle misure emergenza superare la crisi avviò, le autorità locali diressero la Raffineria per prevedere per le necessità locali, esente da spese dei prodotti di petrolio, nonostante se loro erano stati prodotti da petrolio posseduto con clienti.
11. Seguendo un’ulteriore rivendicazione portata con la società richiedente, 18 novembre 1994 il HAC ordinò la Raffineria per attenersi col contratto di 19 agosto 1993.
12. A del punto la Raffineria fu cambiata il nome OMISSIS (“LyNOS”).
13. Con una direttiva di 5 aprile 1995, il HAC corresse la sua sentenza di 5 marzo 1993 ed ordinò che LyNOS pagasse la società richiedente per i prodotti di petrolio giacenti.
14. 26 aprile 1995 il Gabinetto di Ministri istruì il Settore Statale per il Petrolio, Benzina e Petrolio che Raffinano Industrie (“Derzhnaftogazprom”) verificare se le rivendicazioni della società richiedente contro LyNOS furono giustificate. Siccome può essere visto da una lettera da Derzhnaftogazprom a Parlamento di 6 maggio 1995, trovò le rivendicazioni per essere incagliato bene. Fu notato nella lettera, in particolare, che la ragione principale per l’inosservanza della Raffineria col suo vis-à-vis di obblighi contrattuali la società richiedente era stata la diversione non retribuita di prodotti di petrolio con le autorità regionali nel 1993.
15. 19 luglio 1996 il HAC assegnò il risarcimento di società richiedente per il lungo non-esecuzione delle sentenze del 1993 e 18 novembre 1994 di 5 marzo ed ordinò che le parcelle di corte siano pagate con LyNOS.
B. Le procedura fallimentare contro LyNOS e gli altri sviluppi riguardo all’accordo dei suoi arretrati vis-à-vis alla società richiedente
16. 22 luglio 1996 la società richiedente fece domanda al HAC per l’iniziazione di procedura fallimentare contro LyNOS, assegnando al lungo non-esecuzione delle sentenze del 1993 e 18 novembre 1994 di 5 marzo.
17. 9 agosto 1996 il Poltava Tribunale arbitrale Regionale (“il Tribunale arbitrale di Poltava”) a che il HAC aveva assegnato l’istanza summenzionata della società richiedente, procedura fallimentare cominciate.
18. 3 marzo 1997 fece una sentenza preliminare che le pendenze debitorie di LyNOS vis-à-vis alla società richiedente era stata confermata con prova di documentario come 169,323,720 hryvnias ucraini (UAH) e 77,802 tonnellate di prodotti di petrolio.
19. 10 luglio 1997 la società richiedente chiese al HAC di garantire i creditori ‘ chiede con prendendo le quote dello Stato in LyNOS.
20. 15 luglio 1997 la corte concedè la richiesta e proibì “[LyNOS], il Proprietà Fondo Statale e qualsiasi le altre autorità dal prendere qualsiasi azione con una prospettiva a proprietà traslativa o cambiando lo status delle quote dello Stato in [LyNOS] finché la corte completa il [le procedura fallimentare].”
21. 30 luglio 1997 l’Ufficio dell’Accusatore Generale informò il Presidente del HAC dei risultati della sua indagine nelle ragioni per gli arretrati e l’insolvenza di LyNOS. Concluse, inter l’alia che il vis-à-vis di debiti di LyNOS che i suoi clienti erano stati causati principalmente con la diversione non retribuita di prodotti di petrolio per le necessità di Stato nel 1993.
22. 20 agosto 1997 la società richiedente concluse un accordo con LyNOS riguardo alla procedura per e le condizioni di rimborso degli arretrati secondi che sono il risultato delle sentenze del HAC del 1993 e 18 novembre 1994 di 5 marzo, così come la direttiva del Tribunale arbitrale di Poltava di 3 marzo 1997. Avendo firmato che accordo, il debitore riconobbe il suo vis-à-vis di debito la società richiedente nell’importo di UAH 225,355,355 che era secondo l’orario convenuto, essere rimborsato in natura entro cinque anni. Le parti sottolinearono anche che l’accordo non poteva essere capito come un regolamento amichevole e non implicò una richiesta per conclusione delle procedura fallimentare contro LyNOS.
23. 18 novembre 1997 il HAC sospese i procedimenti finché il debitore, i creditori e le autorità competenti avevano concordato su garanzie per il rimborso degli arretrati.
24. 3 dicembre 1997 la società richiedente richiese che il Primo Ministro considera la possibilità di trasferire le quote dello Stato in LyNOS, uguagli a 26% del suo capitale di quota, nella sua fiducia per il periodo del rimborso degli arretrati come una garanzia di quel il rimborso.
25. 14 gennaio 1998 il HAC riprese le procedura fallimentare.
26. 29 gennaio 1998 decise di lasciare unexamined i crediti arretrati dei creditori di LyNOS. Allo stesso tempo, riferendosi al bisogno di continuare a fare sforzi di stabilire i creditori ‘ chiede ed ostacola l’insolvenza del debitore, la corte decise di condurre l’ulteriore revisione delle parti le azioni di ‘ in quel il collegamento. Vale a dire, istruì LyNOS ed i creditori le cui rivendicazioni rimasero sconvolte informarlo su una base mensile del progresso del rimborso degli arretrati. Inoltre, tutte le parti riguardate furono istruite per sviluppare un meccanismo per assicurare il rimborso continuato degli arretrati. La corte decise anche di invitare il Gabinetto di Ministri a prendere misure per ostacolare l’insolvenza di LyNOS. La corte notò che era base comune fra le parti in natura le quali gli arretrati potrebbero essere rimborsati.
27. 13 febbraio 1998 il HAC decise che le procedura fallimentare dovrebbero essere ascoltate con un pannello di tre-giudice, invece di con un solo giudice. Prima di questo, il solo giudice che si riunisce nella causa era stato impugnato con la società richiedente.
28. Sul 1998 LyNOS di 20 febbraio una lettera scrisse al primo Sostituto Oratore di Parlamento che chiede suo “assistenza nello stabilire la legalità” delle direttive del HAC emesse nel corso delle procedura fallimentare.
29. 21 marzo 1998 il primo Sostituto Oratore di Parlamento scrisse una lettera al Presidente in carica del HAC con una richiesta “non tollerare qualsiasi pregiudizio o emissione di decisioni infondate riguardo all’insolvenza di LyNOS” che fu chiesto per essere strategicamente importante per lo Stato. La lettera contenne anche la richiesta seguente:
“… con una prospettiva ad ostacolando qualsiasi violazioni degli interessi dello Stato e violazioni della legislazione dell’Ucraina, Lei è richiesto di prendere una decisione urgente annullando la direttiva di 13 febbraio 1998 e terminando i procedimenti riguardo all’insolvenza di LyNOS.”
30. Con una lettera di 6 aprile 1998 il Presidente del HAC rispose che la direttiva di 13 febbraio 1998 era in ottemperanza con la legislazione attinente e non poteva essere fatta una rassegna sotto una procedura di revisione direttiva.
31. La società richiedente, a turno, richiese che i HAC fanno una rassegna la direttiva di 29 gennaio 1998 con vuole dire di una procedura di revisione direttiva. Sostenne che, mentre i debiti di LyNOS erano stati confermati con prova di documentario ed erano stati dovuti per essere rimborsati, la corte era andata a vuoto a stabilire il definitivo importo della pendenza debitoria o richiedere qualsiasi garanzie effettive del suo rimborso dal debitore.
32. 6 aprile 1998 il Pannello del HAC per la Revisione di Sentenze, Direttive e Decisioni (“il Revisione Pannello”) annullò il HAC sta decidendo di 29 gennaio 1998 poiché concerneva le richieste di lasciare i creditori insoluti non esaminate, e rinviò la causa per esame nuovo con una panca diversa. Notò che le procedure con le quali sarebbe rimborsato il debito e la sfera e metodi del rimborso del debito rimasero poco chiari.
33. 20 aprile 1998 il Presidente del Settore per il Combustibile ed Energia Settori del Gabinetto di Ministri di Ucraina che era anche il Presidente del Consiglio Direttivo di LyNOS spediti un “dichiarazione riguardo alla causa” al HAC nel quale lui notò, in particolare, il seguente:
“La continuazione prolungata delle procedura fallimentare contro LyNOS sta infliggendo sia danno patrimoniale e non-patrimoniale sulla società ed impedisce investitori potenziali. … Io L’esorto a terminare le procedura fallimentare contro LyNOS.”
34. Sul 1998 LyNOS di 22 aprile si lamentò al Presidente di Ucraina che il HAC sta decidendo di 6 aprile 1998 era stato illegale ed aveva chiesto a lui di intervenire con una prospettiva a terminando le procedura fallimentare.
35. In 4 maggio 1998 che il Primo Ministro ha informato il Presidente del HAC che l’asse di gestione ed i sindacati di LyNOS non sono stati d’accordo con la corte sta decidendo di 6 aprile 1998 e richiese che “questo problema sia considerato in linea con la procedura stabilita.”
36. In 18 maggio 1998 il Proprietà Fondo Statale chiese al HAC di terminare le procedura fallimentare. Notò che non potesse procedere con la vendita delle sue quote in LyNOS, determinato la proibizione del HAC nella sua direttiva di 15 luglio 1997 su qualsiasi cambio nello status delle quote della società.
37. In 21 maggio 1998 il HAC trovato provato le richieste dei creditori il comitato di ‘ ad accelerazione la definitivo determinazione dell’importo di arretrati insoluti ed esigere garanzie del loro rimborso dai debitori. Istruì sia i creditori ed il debitore per attenersi coi loro obblighi sotto il suo più primo decidendo di 6 aprile 1998 e sviluppare un schema che assicura l’ulteriore rimborso degli arretrati. La corte respinse come non comprovato una richiesta col Proprietà Fondo Statale terminare le procedura fallimentare così che potrebbe condurre una competizione non-commerciale per la vendita delle quote. Istruì il Fondo a presentare a sé tutti i documenti riguardo alla competizione summenzionata ed i suoi risultati.
38. 2 luglio 1998 il HAC considerò la richiesta della società richiedente per la determinazione del definitivo importo degli arretrati insoluti del debitore dovuta a sé. La corte notò che la società richiedente aveva valutato originalmente gli arretrati ad UAH 660,000,000, ma, negoziazioni seguenti col debitore che importo era stato ridotto ad UAH 225,355,355 in conformità con l’accordo di 20 agosto 1997 (veda paragrafo 22 sopra). Seguendo l’attuazione parziale con LyNOS di che a settembre-dicembre 1997 accordo che la corte vide come conferma che LyNOS aveva accettato i suoi termini, la pendenza debitoria era UAH 216,150,544.
39. Avendo riguardo ad alla situazione finanziaria e critica del debitore, così come il suo significato strategico per l’economia dello Stato, la società richiedente richiese che la corte conferma che importo come il definitivo totale degli arretrati. Inoltre, era preparato per considerare il debito soddisfatto una volta in pieno 90% di sé erano stati rimborsati.
40. LyNOS, a turno, accettò solamente le rivendicazioni della società richiedente in parte e richiese che la corte stabilisce l’importo degli arretrati insoluti per essere pagata in natura. Considerò le direttive del HAC che permette alle rivendicazioni della società richiedente di essere illegale, anche se loro erano rimasti validi. La società biasimò anche il Governo per la sua inadempienza col suo vis-à-vis di obblighi contrattuali la società richiedente. Sostenne che l’accordo di 20 agosto 1997 non poteva essere considerato valido, come sé termini essenziali non regolarono come costi, termini di decadenza e le condizioni misero sull’approvvigionamento dei prodotti di petrolio.
41. La corte fondò che la pendenza debitoria totale di LyNOS alla società richiedente era UAH 216,150,544.
42. Sul 1998 LyNOS di 7 luglio si lamentò al Presidente dell’Ucraina che l’Accusatore Generale ed il Presidente del HAC non era riuscito a portare una protesta sulla base della richiesta di LyNOS con una prospettiva a rovesciando il HAC sta decidendo di 6 aprile 1998 e, di conseguenza, terminando le procedura fallimentare. Fu notato nella lettera:
“… l’assenza di reazione da parte del procuratore alle procedura fallimentare illegali contro LyNOS… e l’assenza di una posizione chiara da parte del Presidente del Tribunale arbitrale più Alto come riguardi questa causa, moltiplicata dalla baldanza, dalle ambizioni insoddisfatte e, probabilmente, degli interessi egoisti da parte dei creditori il comitato di ‘,… non solo è divenuto un ostacolo all’elaborazione normale di privatizzazione delle quote di LyNOS, ma anche al suo funzionando normale.”
43. 30 luglio 1998 il Presidente del HAC scrisse una lettera al Primo Ministro (n. 01-2.1/181) in che lui “informato [lui] delle procedura fallimentare in corso contro LyNOS facendo seguito alle istruzioni del Presidente di Ucraina di 6 maggio e 13 luglio 1998.” Il seguente fu notato, inter alia, nella lettera sopra:
“Gli arretrati del Lysychansk Petrolio Raffineria vis-à-vis precedente [suo] creditori che intraprendono le attività imprenditoriali in Ucraina, è, prima di tutti, il risultato della sua ottemperanza impropria coi suoi obblighi contrattuali.
Avendo ricevuto petrolio posseduto con clienti, la raffineria è obbligata per restituire prodotti di petrolio finiti ai suoi proprietari come concordato. Le società dovevano provvedere la maggior parte di quelli lubrifica prodotti, [a turno], ad imprese agricole ucraine.
Le violazioni sistematiche di LyNOS dei suoi obblighi contrattuali, così come la sua evasione di esecuzione delle decisioni giudiziali, non solo ha dato luogo agli arretrati, ma ha condotto anche alla loro accumulazione. …
Nel corso dell’esame della causa, la corte, all’interno della sua competenza prese misure appropriate per accordo dei debiti fra LyNOS ed i suoi creditori. LyNOS concluse accordi di diritto civile con alcuni dei creditori che governano i clausole e condizioni dei debiti rimborso di ‘ che è stato implementando e quale offre alcuni sperano che tutti gli arretrati possano essere stabiliti così. Questa è l’aspettativa che il debitore stesso ha espresso nella sua richiesta al Presidente dell’Ucraina. Nonostante questo, il debitore sta evadendo comunque, attenendosi con la procedura di rimborso di debito concordò con [la società richiedente].
Avendo riguardo ad alla situazione economica e difficile di LyNOS, [il richiedente] società ridusse notevolmente [suo] le rivendicazioni… – da UAH 596,055,564 ad UAH 216,150,544….
Io noto per le Sue informazioni che gli arretrati di LyNOS in riguardo di [la società richiedente] emerse nel 1992-93 e è confermato con sentenze del Tribunale arbitrale più Alto dell’Ucraina. La legalità di quelle sentenze è stata verificata con le istanze di soprintendenza, incluso con la Sessione Assoluta del Tribunale arbitrale più Alto che li sostenne.
Fin dal principio delle procedura fallimentare, LyNOS non ha eseguito comunque, le sentenze nonostante il fatto che loro hanno il vigore di legge. La sua dichiarazione che con la conclusione degli accordi coi creditori riguardo ai termini di e procedure per il rimborso degli arretrati che è stato rilasciato dalla necessità di attenersi con le sentenze sono illegali.
Derzhgazprom, sull’istruzione del Gabinetto di Ministri di 26 luglio 1998…, investigò e completamente confermato il fatto dell’inadempienza di LyNOS coi suoi obblighi contrattuali, come un risultato di che le rivendicazioni di [la società richiedente] fu trovato essere giustificati pienamente.
Nella sua lettera di 6 maggio 1995… questa autorità notò che durante il secondo la metà di 1993 il comando del Lugansk autorità regionali avevano violato grezzamente legislazione ucraina, dopo avendo ordinato LyNOS deviare esente da spese, i prodotti di petrolio che appartengono a [la società richiedente]. Questo mina le dichiarazioni del debitore che non era la sua colpa che quelli prodotti di petrolio non erano stati consegnati ai loro proprietari.
Il debitore non usò anche l’aiuto previsto col Governo per rimborso degli arretrati. A giugno 1993 Ukrderzhnaftogaz fornì a LyNOS risorse… ed approvato un orario di consegna di prodotti di petrolio durante il periodo da giugno a settembre 1993 quale era rimanere in vigore sino al pieno rimborso del debito a [la società richiedente]. Il [il debitore] società consegnò solamente 33,000 tonnellate di quelli lubrificano prodotti durante giugno e luglio 1993 e rifiutarono l’ulteriore rimborso degli arretrati col quale eccederono molte volte questo volume.
La richiesta per terminare i procedimenti contraddice la legge e non può essere soddisfatta sino al rimborso completo degli arretrati. …
Nel corso dell’esame della causa, la corte esaurì, del tutto previde giuridicamente possibilità di salvare il debitore dalla liquidazione insolvente. I creditori l’hanno fatto chiaro che non è la loro meta per avere il debitore liquidato o trovare i suoi beni nella loro proprietà. Loro insistono su rimborso graduale dei debiti in ottemperanza con gli orari convenuti e, soggetto a che, non obietti a conclusione dei procedimenti sul rimborso completo degli arretrati.
Dato la complessità degli accordi fra il debitore ed i creditori e la mancanza della chiarezza come alla definitivo tempo-cornice del rimborso degli arretrati che inevitabilmente piombi all’accumulazione di danni dovuto all’inflazione ed una perdita di utili per i creditori, e con una prospettiva al ricupero della società di debitore, è ritenuto necessario creare una taskforce per investigare l’interno del problema.
Nella nostra opinione, sarebbe desiderabile investigare ed infine determinare il destino dei prodotti di petrolio produsse con LyNOS dal petrolio posseduto con clienti.”
44. Sulla stessa data, 30 luglio 1998, il Gabinetto di Ministri creò una taskforce per stabilire le ragioni per gli arretrati della LyNOS vis-à-vis dei suoi creditori esteri e nazionali e studiare le conseguenze di accordo delle loro rivendicazioni. Consistè di rappresentanti di: il Gabinetto di Ministri, il Ministero della Giustizia, il Ministero dell’Economia, il Ministero dell’Interno, il Ministero di Finanza, il Proprietà Fondo Statale, il Revisione Settore Principale, l’AGENZIA della Prevenzione dell’Insolvenza, l’AGENZIA Nazionale per Ricostruzione e l’Integrazione europea, il Servizio di Sicurezza Statale, l’Ufficio dell’Accusatore Generale, e LyNOS.
45. 31 agosto 1998 i taskforce emisero il suo rapporto che contenne inter alia, le sentenze seguenti. LyNOS era la più grande raffineria di petrolio dell’Ucraina ed era in grado soddisfare su a 35% delle necessità di combustibile del paese. Tutto il petrolio che aveva raffinato durante 1998 appartenuti ad entità commerciali russe che avevano mostrò interesse in aumento nella società data la sua prossimità al confine russo. Il rapporto concluse che la società era insolvente. Notò che il definitivo importo del suo vis-à-vis di arretrati la società richiedente, come confermato col HAC nella sua direttiva di 2 luglio 1998, era UAH 216,150,544. La ragione principale per l’indebitamento della società era stata la decisione delle autorità Statali (nel 1992-secondo il rapporto in oggetto, nel 1993-secondo tutti gli altri documenti nella causa registri) deviare i prodotti di petrolio prodotti con LyNOS da petrolio posseduto con clienti per le necessità di Stato.
46. Il rapporto contenne anche la dichiarazione seguente:
“Il taskforce sostiene la proposta [apparentemente, avanzò con LyNOS] che il Tribunale arbitrale più Alto dell’Ucraina deve prendere anche in considerazione… la quota dello Stato dei beni della società e gli altri fattori che non furono presi in considerazione durante le udienze precedenti. Questo concerne adempimento degli obblighi in natura, fin dalla loro traduzione in termini patrimoniali l’importo degli arretrati causò essere esagerato.”
47. Comunque, i taskforce considerarono che l’importo della pendenza debitoria del vis-à-vis di società la società richiedente doveva essere verificata, con vuole dire di rapporti competenti se richiesto. Sottolineò inoltre una sentenza del HAC in un’altra causa secondo la quale l’indicizzazione di debito all’inflazione non era stata prevista con la legislazione attinente, e sostenne che una linea simile dovrebbe essere seguita nella causa presente. Raccomandò sospendere le procedura fallimentare sino al “indebitamento che riguarda i fatti di LyNOS vis-à-vis alle imprese commerciali furono stabilite sulla base di una revisione documentaria.”
48. Secondo il rapporto sopra, i taskforce erano stati creati alla richiesta del Presidente del HAC, simile richiesta stata stata espressa in una lettera (n. 01-2.1/181) 30 luglio 1998 datato, e facendo seguito all’ordine summenzionato del Gabinetto di Ministri.
49. 31 agosto 1998 il Revisione Pannello respinto una richiesta da LyNOS per una proroga del tempo-limite per impugnare il HAC sta decidendo di 15 luglio 1997 sotto la procedura di revisione direttiva.
50. 10 settembre 1998 il Presidente del HAC tolto la proibizione su cambiare lo status delle quote di LyNOS che erano state imposte col HAC sta decidendo di 15 luglio 1997. Questo era fatto alla richiesta di LyNOS che intese di condurre una competizione non-commerciale per la vendita delle quote dello Stato nella società uguale a 41.4% del suo capitale di quota. La vendita fu intesa di aiutare la società a superare la sua crisi finanziaria ed evita l’insolvenza.
51. 12 settembre 1998 il primo Sostituto che il Primo Ministro ha scritto una lettera al Presidente del HAC nel quale lui chiese a lui di togliere anche la proibizione su trasferire la proprietà delle quote di LyNOS. La lettera affermò:
“… i membri della taskforce crearono alla Sua richiesta con un ordine del Gabinetto notato che l’importo di [LyNOS] vis-à-vis di arretrati i suoi creditori nazionali richiedono ulteriore chiarificazione e verifica profonda e completa.
Dato il fatto che LyNOS funziona il più grande e la raffineria di petrolio più moderna in Ucraina ed avendo riguardo ad alla sua importanza all’economia e la sicurezza dello Stato,… Lei è richiesto di considerare le sentenze del taskforce, togliere la proibizione sulla vendita delle quote della società e posticipare l’esame delle procedura fallimentare durante una determinazione del definitivo importo del suo vis-à-vis di arretrati i creditori nazionali.”
52. 14 settembre 1998 il primo Sostituto il Primo Ministro istruì il Ministero di Finanza, il Ministero dell’Economia, il Ministero dell’Interno l’AGENZIA Nazionale per Ricostruzione e l’Integrazione europea, il Proprietà Fondo Statale, l’Amministrazione fiscale Statale, Derzhnaftogazprom e l’AGENZIA della Prevenzione dell’Insolvenza per assicurare che un “revisione di documentario tematica degli accordi per petrolio raffinare entrò in con LyNOS in 1992 e l’importo di [suo] vis-à-vis di arretrati i creditori nazionali” si sia impegnato in 10 ottobre 1998.
53. 9 ottobre 1998 il Revisione Settore Principale informò il Gabinetto che aveva controllato gli accordi entrò in con LyNOS nel 1992 e fondò che la società aveva consegnato prodotti di petrolio per Affermare imprese agricole facendo seguito ad istruzioni governative. C’erano state nessuno documenti o informazioni che suggeriscono che il Governo mai aveva pagato per quel. Di conseguenza, gli arretrati di LyNOS (poi chiamò la Raffineria) era emerso i suoi clienti, imprese commerciali vis-à-vis e come di 1 gennaio 1993 era stato uguale a 640,700 tonnellate di prodotti di petrolio.
54. 26 ottobre 1998 il HAC respinse una richiesta con LyNOS per una valutazione competente dei suoi arretrati in riguardo della società richiedente, notando che già aveva stabilito il definitivo importo di quegli arretrati. 21 gennaio e 26 aprile 1999 il Revisione Pannello sostenne quel decidendo.
55. 22 giugno 1999 la società richiedente depositò una richiesta col Revisione Pannello per revisione della direttiva emessa col Presidente del HAC 10 settembre 1998. Affermò che gli aveva mancato il potere fare tale direttiva. La società richiedente presentò che i creditori prima non avevano impugnato la direttiva perché era stato emesso per per abilitare una competizione non-commerciale per essere sostenuta per vendita delle quote dello Stato, mentre corrispose a 41.4% del capitale di quota nella società, e la competizione era stata soggetto ad una garanzia che gli arretrati sarebbero rimborsati coi proprietari nuovi della società. Riferendosi al fatto che tale competizione non aveva avuto mai luogo e che, secondo i media, era invece un piano nuovo per vendere su 50% delle quote (una quota di controllare) senza qualsiasi garantisce di rimborso dei debiti, la società richiedente aveva cercato di avere la direttiva di 10 settembre 1998 rovesciato e la sua rivendicazione garantì con una proibizione sulla vendita delle quote dello Stato in LyNOS finché le procedura fallimentare erano complete.
56. 9 luglio 1999 il Presidente del HAC scrisse una lettera al primo Ministro della Primavera del Sostituto nel quale lui notò che la rivendicazione originale della società richiedente in riguardo di LyNOS era stata ridotta per un accordo fra le parti da UAH 596,055,564 ad UAH 216,150,544, con l’ultima cifra essendo stata confermata con la corte. La lettera affermò che i creditori avevano accettato una ristrutturazione degli arretrati di LyNOS per un termine di cinque anni, soggetto ad un debito rimborso orario essere approvato formalizzato con una decisione giudiziale ed avendo la sua esecuzione garantito. Allo stesso tempo loro avevano concordato, soggetto alle condizioni summenzionate, ridurre l’importo degli arretrati pagabile in natura. Con riferimento ai punti summenzionati, il Presidente del HAC sottolineò, che la corte aveva esaurito tutte le possibilità procedurali per salvare il debitore dalla liquidazione insolvente. Lui propose di prendere in considerazione i suggerimenti sopra dei creditori per superare la crisi finanziaria della società fatti nel processo extragiudiziale di ristrutturazione, come la situazione che concerne al tempo aveva condotto all’accumulazione degli arretrati a causa dell’inflazione ed ad una perdita di utili per i creditori.
57. 16 luglio 1999 i creditori che il comitato di ‘ ha presentato le sue proposte per ripristinando la solvibilità di LyNOS ed ostacolare la sua insolvenza al primo Ministro della Primavera del Sostituto. Propose, inter alia, trasferire nella fiducia dei creditori il comitato di ‘ le quote dello Stato in LyNOS in un importo uguale agli arretrati della società come una garanzia del rimborso di quegli arretrati. I creditori il comitato di ‘ attrasse l’attenzione del primo Ministro della Primavera del Sostituto a che come che descrisse “pressione illegale con le autorità sui creditori e sulla corte, così come la protrazione inaccettabile della ricerca per una soluzione a [questo] problema acuto.”
58. Sul 1999 LyNOS di 15 settembre l’Oratore di Parlamento chiese “fare domanda al Tribunale arbitrale più Alto con una prospettiva a conclusione delle procedura fallimentare.” Contese che il HAC aveva ripreso erroneamente le procedura fallimentare, dopo avendo rovesciato il suo più primo decidendo di 29 gennaio 1998 6 aprile 1998. Presentò che il HAC aveva “scelto di concedere le rivendicazioni dei creditori che chiedono l’arricchimento ingiusto….”
59. Sul 1999 LyNOS di 12 novembre procedimenti avviarono di fronte al Kyiv che Tribunale arbitrale Urbano che cerca di avere i suoi contratti con la società richiedente per petrolio raffinare è entrato in nel 1991 e 1993, così come l’accordo di 20 agosto 1997 riguardo al rimborso degli arretrati, dichiarato formalmente nullo. 24 dicembre 1999 il HAC prese sulla causa.
60. Sul 2000 LyNOS di 25 febbraio una lettera scrisse al Presidente di Ucraina nel quale notò che sforzi estesi erano resi superare la sua crisi finanziaria e che c’era interesse in sé da un investitore estero e potenziale. Comunque, considerò che “la posizione di un numero di creditori di non-stato della società [era] un ostacolo ad ottenendo un risultato effettivo dalle misure preso con le autorità Statali ed a realizzazione dell’investitore potenziale.” Sottolineò che la società richiedente era “rendendo impraticabile la possibilità di chiarire il problema in una maniera civilizzata.” La società chiese al Presidente “dare istruzioni alle autorità Statali ed attinenti per verificare, all’interno della struttura legale la sanità di [la società richiedente] rivendicazioni contro LyNOS, la natura della loro comparsa e determinare l’importo corretto degli arretrati.”
61. 13 marzo 2000 il Proprietà Fondo Statale ordinò che un perpetrazione che offre in pagamento d’un debito sia creato ad ulteriore la vendita commerciale delle quote dello Stato in LyNOS (rappresentando 67.41% del suo capitale di quota).
62. 17 marzo 2000 il HAC respinse la rivendicazione di LyNOS per l’invalidazione dei suoi contratti con la società richiedente entrata in nel 1991 e 1993, così come l’accordo di 20 agosto 1997 riguardo al rimborso degli arretrati.
63. 27 marzo 2000 il Presidente del HAC scrisse una lettera al Presidente dell’Ucraina coi contenuti seguenti:
“Facendo seguito alla Sua istruzione di 20 marzo 2000, io sto informandoLa del progresso delle procedura fallimentare contro LyNOS.
Venti imprese sono creditrici in questa causa, con rivendicazioni per il rimborso di arretrati che corrispondono al finito miliardo hryvnias.
Nel corso dell’esame della causa, la corte prese, all’interno della sua competenza, le certe misure per stabilire i debiti di LyNOS dovuti ai suoi creditori.
Comunque, determinato la complessità degli accordi fra il debitore ed i creditori e con una prospettiva al ricupero della società, io richiedo, che Lei crea un taskforce di specialisti che investigheranno, all’interno della società il problema, incluso la chiarificazione dell’importo degli arretrati.”
64. 12 aprile 2000 il Proprietà Fondo Statale richiese che l’ascensore di Presidente del HAC la proibizione in saldi di quote in LyNOS, determinato che la direttiva di 10 settembre 1998 aveva tolto solamente la proibizione su cambiare lo status delle quote e rimase poco chiaro se che anche concernè la loro vendita. Sulla stessa data il Presidente del HAC accolse la richiesta.
65. 15 aprile 2000 il Lugansk Revisione Settore Regionale emise un rapporto sul “verifica della validità degli obblighi di debito della LyNOS [vis-à-vis alla società richiedente] e la legalità di indicizzazione di inflazione e la richiesta di sanzioni penali” che si era stato impegnato facendo seguito alle istruzioni del Revisione Settore Principale. Stabilì i definitivo arretrati dovuti con LyNOS alla società richiedente nell’importo di UAH 36,401,894. Il rapporto considerò che le sentenze del HAC riguardo alla pendenza debitoria alla società richiedente erano state sbagliate ed in contraddizione della legislazione applicabile.
66. Con una direttiva di 6 giugno 2000 il HAC impose una moratoria su permettere i creditori ‘ chiede nella causa e nominò un amministratore della proprietà del debitore (una persona individuale).
67. A luglio 2000 le quote dello Stato in LyNOS, mentre corrispondendo a 67.41% del suo capitale di quota, fu venduto ad una società russa.
68. Su una data non specificata in 2000 LyNOS fatta domanda al Revisione Pannello per revisione delle direttive del Tribunale arbitrale di Poltava di 3 marzo 1997 e del HAC di 2 luglio 1998 (ambo le direttive riguardo all’importo delle pendenze debitorie della LyNOS vis-à-vis alla società richiedente) sulla base di circostanze di recente-scoperte. Si riferì al rapporto sopra del Lugansk Revisione Settore Regionale di 15 aprile 2000 come la circostanza di recente-scoperta che garantisce la revisione.
69. 19 settembre 2000 il HAC esaminò la richiesta sopra. Avendo trovato che il rapporto si appellò su non contenne qualsiasi informazioni nuove che non sono state conosciute al tempo quando le direttive impugnate erano state emesse, il HAC decise “sostenga la parte del [attinente] decidendo riguardo alla definitivo determinazione del debito di LyNOS al [società richiedente].” La corte notò anche che la direttiva del Tribunale arbitrale di Poltava di 3 marzo 1997 aveva determinato solamente l’importo del debito in termini preliminari, mentre più tardi l’importo definì come definitivo nel HAC sta decidendo di 2 luglio 1998 era stato basato sull’accordo fra le parti di 20 agosto 1997. Inoltre, la corte aveva garantito i creditori ‘ chiede con imponendo una proibizione su qualsiasi attività che comportano i beni del debitore.
70. Più tardi a settembre 2000 il Presidente del HAC, mentre appellandosi su Articolo 92 del Codice di Procedura di Arbitrato, istruì i suoi due sostituti a fare una rassegna il HAC sta decidendo di 19 settembre 2000, come, secondo lui, “aveva virtualmente [paralizzò] il lavoro di una società strategicamente importante per lo Stato del quale potrebbe danneggiare gli interessi di proprietà sia i creditori ed il debitore, così come mini l’adempimento degli obblighi dell’investitore al Proprietà Fondo Statale.”
71. 4 ottobre 2000 che il Revisione Pannello ha concesso una richiesta portata con LyNOS per la sospensione dell’esecuzione del HAC sta decidendo di 19 settembre 2000 finché il Pannello aveva deciso se intraprendere la revisione direttiva chiesta con la società.
72. 26 dicembre 2000 che il Revisione Pannello ha annullato il HAC sta decidendo di 19 settembre 2000 (con l’eccezione di due punti non correlati) e rinviò la causa per esame nuovo.
73. Sulla stessa data, il Presidente del Consiglio di LyNOS scrisse una lettera al Presidente di Ucraina che lo ringrazia “per [suo] la fermezza e l’insistenza nel risolvere i problemi della privatizzazione della società e ricupero.” La lettera notò che “i risultati positivi erano ovvi.” La società considerò, in particolare, che l’investitore nuovo aveva contribuito a superando la sua crisi. La lettera contenne anche le dichiarazioni seguenti:
“Come un direttore, io trovo disturbando le azioni di [la società richiedente] che [è] tentando di mettere pressione su LyNOS e l’investitore…, continuamente esagerando che le sue rivendicazioni nelle procedura fallimentare, esaminò col Tribunale arbitrale più Alto… Sarà estremamente difficile per LyNOS per risolvere questi problemi senza il Suo intervento. In questo collegamento, io chiedo a Lei di sostenere la nostra squadra di impiegati ed istruire l’Ufficio dell’Accusatore Generale ed il Tribunale arbitrale più Alto dell’Ucraina ad ordinare la situazione fuori ed emettere decisioni legali.”
74. 29 dicembre 2000 il Presidente dell’Ucraina spedì la richiesta sopra al Presidente del HAC ed all’Accusatore Generale con un noti siccome segue:
“Per favore il genere questo fuori e prende decisioni secondo la legislazione vigente.”
75. Alla richiesta di LyNOS, il Revisione Pannello fece una rassegna 20 giugno 2001 il HAC sta decidendo di 17 marzo 2000 sotto la procedura di revisione direttiva e sostenne la direttiva, dopo non avendo trovato motivi per l’invalidazione dei contratti di LyNOS con la società richiedente entrò in nel 1991 e 1993, così come l’accordo di 20 agosto 1997 sul rimborso di arretrati.
76. 27 giugno 2001 il HAC, alla richiesta di LyNOS fece una rassegna le direttive del Tribunale arbitrale di Poltava di 3 marzo 1997 e del HAC di 2 luglio 1998 riguardo all’importo del suo vis-à-vis di pendenze debitorie la società richiedente sulla base di circostanze di recente-scoperte. La corte considerò che l’accordo fra le parti di 20 agosto 1997 (su che era stata basata la più prima determinazione degli arretrati insoluti) sarebbe considerato in legge come un contratto di approvvigionamento. Comunque, non aveva contenuto tutti gli elementi richiesti per tale contratto ed aveva dovuto così essere dichiarato nullo. Inoltre, la corte considerò che i creditori il comitato di ‘ aveva perso i suoi poteri in 4 maggio 2000, la data effettiva di emendamenti alla legislazione di insolvenza che prevede procedure nuove per la creazione e le attività di creditori i comitati di ‘.
77. Con la stessa direttiva, il HAC stabilì il definitivo importo delle pendenze debitorie del vis-à-vis di LyNOS la società richiedente per essere UAH 97,406,920, dopo avendo notato che i più primi importi stabiliti erano stati di una natura preliminare.
78. La società richiedente piacque contro la direttiva sopra del HAC, mentre contendendo, inter l’alia, che la revisione e riduzione dell’importo degli arretrati contraddissero le definitivo decisioni giudiziali in che collegamento che era divenuto res judicata.
79. 13 luglio 2001 il Tribunale di commercio più Alto (il Tribunale arbitrale più Alto e precedente, siccome cambiato il nome a giugno 2001) trasferì la causa di insolvenza al Lugansk Tribunale di commercio Regionale (“il Tribunale di commercio di Lugansk”) per ulteriore esame in linea con emendamenti introdotti alla legislazione procedimenti di arbitrato governante a giugno 2001.
80. 26 luglio 2001 il Tribunale di commercio più Alto restituito il ricorso della società richiedente contro il HAC sta decidendo di 27 giugno 2001 a sé, facendo riferimento al trasferimento della causa al Tribunale di commercio di Lugansk 13 luglio 2001.
81. Fra marzo e luglio 2001 la società richiedente introdotta molte richieste col HAC per accesso alla causa registra riguardo alle procedura fallimentare ed i procedimenti che concernono le sue rivendicazioni contro LyNOS (poi chiamò la Raffineria) depositò nel 1993 e 1994. Con una lettera di 16 luglio 2001 il Tribunale di commercio più Alto informò la società richiedente che gli archivi relativo alle sue rivendicazioni hanno tratto 1993 e 1994 era stata distrutta, come il tempo-limite per il loro deposito era scaduto. Comunque, la società richiedente fu data accesso all’archivio di causa riguardo alle procedura fallimentare. Si lamentò all’Ufficio dell’Accusatore Generale ed al Presidente della Corte Suprema della distruzione della causa registra concernendo alle 1993 e 1994 rivendicazioni e delle irregolarità in riguardo dell’archivio riguardo alle procedura fallimentare (mancanza di pagina che numera e numerazione inadeguata ed inventario di contenuti). 3 agosto 2001 l’Ufficio dell’Accusatore Generale informò la società richiedente che aveva portato le irregolarità scoprì nell’archivio di causa con riguardo ad alle procedura fallimentare all’attenzione del Presidente del Tribunale di commercio più Alto.
82. 29 ottobre 2001 il Tribunale di commercio di Donetsk di Ricorso considerato un ricorso con la società richiedente contro il HAC sta decidendo di 27 giugno 2001. Cambiò il totale degli arretrati insoluti della LyNOS vis-à-vis alla società richiedente ad UAH 90,762,268 in debito ed UAH 220,809 di conseguenza, in risarcimento per rimborso ritardato (UAH 90,983,077 in totale).
83. 16 aprile 2002 il Tribunale di commercio più Alto respinse un ricorso in cassazione portata con la società richiedente contro la direttiva summenzionata di 29 ottobre 2001.
84. 25 giugno 2002 il Lugansk Tribunale di commercio Regionale cominciò la ristrutturazione corte-supervisionata di LyNOS.
85. 26 dicembre 2002 la Corte Suprema, riunendosi come una panca di cinque giudici respinto la richiesta della società richiedente per permesso per fare appello nella cassazione contro le direttive del 2000 e 16 aprile 2002 di 26 dicembre, avendo “non riuscì ad entrare ad un accordo come alla presenza in questa causa dei motivi legali per l’istituzione di procedimenti di cassazione di fronte alla Corte Suprema.”
86. 21 novembre 2003 i creditori il comitato di ‘ ed il debitore firmarono un accordo di regolamento amichevole secondo che i creditori le rivendicazioni di ‘ sarebbero stabilite con scambiandoli per i beni del debitore. La società richiedente, in particolare, era ricevere 90,983,077 quote possedute col debitore nella capitale di quota della Lysychansk Petrolio Società finanziaria in accordo delle sue rivendicazioni (uguale ad UAH 90,983,077). Le sue rivendicazioni sarebbero state considerate anche fisse l’aveva rifiutato di accettare le quote summenzionate.
87. 8 dicembre 2003 il Lugansk Tribunale di commercio Regionale approvò l’accordo di regolamento amichevole sopra, mentre notando, inter l’alia che i creditori il comitato di ‘ aveva votato all’unanimità per sé. Dichiarò la ristrutturazione corte-supervisionata della società di debitore completa e tolse la moratoria su stabilire i creditori le rivendicazioni di ‘. La società richiedente non era presente all’udienza, benché, come notato nella direttiva del Tribunale di commercio di Donetsk di Ricorso di 22 aprile 2004 (veda sotto), era ne stato notificato debitamente.
88. La società richiedente piacque contro la direttiva sopra, mentre presentando, fra le altre cose che non aveva avuto nessuna opportunità di obiettare all’accordo di regolamento amichevole che non c’era stata nessuna valutazione del valore delle quote nella Lysychansk Petrolio Società finanziaria e che non era stato stabilito se LyNOS era stato autorizzato per rimborsare i suoi debiti coi beni della società summenzionata.
89. 22 aprile e 28 settembre 2004 il Tribunale di commercio di Donetsk di Ricorso ed il Tribunale di commercio più Alto, rispettivamente respinse il ricorso della società richiedente e ricorso di cassazione come non comprovato.
90. 25 novembre 2004 la Corte Suprema respinse un’ulteriore richiesta con la società richiedente per permesso fare appello nella cassazione.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE E PRATICA
A. Costituzione dell’Ucraina nel 1996
91. Le disposizioni attinenti possono essere trovate in Miroshnik c. Ucraina, n. 75804/01, § 30 27 novembre 2008 (l’indipendenza dell’ordinamento giudiziario), ed in Seryavin ed Altri c. Ucraina, n. 4909/04, § 22 10 febbraio 2011 (protezione di proprietà).
B. Codice di Procedura dell’Arbitrato del1991 (nome cambiato in Codice di Procedura Commerciale dagli emendamenti del 21 giugno 2001 effettivo fin dal 5 luglio 2001)
92. Le disposizioni attinenti, siccome messo in parole di fronte agli emendamenti di 21 giugno 2001 (effettivo fin da 5 luglio 2001), è citato in Ucraina-Tyumen c. l’Ucraina, n. 22603/02, § 20, 22 novembre 2007.
93. Capitolo XII-2 (in vigore fin da 5 luglio 2001) può essere trovato in MPP Golub c. l’Ucraina (il dec.), n. 6778/05, ECHR 2005-XI.
94. Sotto Articolo 112, definitivo decisioni giudiziali possono essere fatte una rassegna sulla base di circostanze di recente-scoperte, dove quelle circostanze erano dell’importanza significativa per la causa e non potevano essere conosciute alla parte riguardata. Secondo Articolo 114, l’esame di una richiesta per la revisione di una causa sulla base di circostanze di recente-scoperte dovrebbe dare luogo ad una sentenza di corte (decidendo o decisione) sostenendo la sentenza (decidendo o decisione) cercò di essere fatto una rassegna, mentre cambiandolo o annullandolo. La decisione attinente può essere impugnata sotto procedura standard.
C. Atto del Code di Procedura di Arbitrato (Emendamenti) del 21 giugno 2001 (in vigore dal 5 luglio 2001)
95. Sotto il paragrafo 4 delle Disposizioni Definitivo e Di transizione, una sentenza non impugnata entro il tempo dell’entrata in vigore dell’Atto di fronte al presidente di un tribunale arbitrale può essere portata in ricorso presso il tribunale di commercio di ricorso o istanza di cassazione in ottemperanza con le procedure previste dal Codice di Procedura Commerciale.
LA LEGGE
I. VIOLAZIONI ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE E DELL’ ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1
96. La società richiedente si lamentò della lunghezza e l’iniquità allegato dei procedimenti di ricupero di debito iniziate con sé contro LyNOS (chiamò “la Lysychansk Petrolio Raffineria” al tempo) indietro nel 1993 e continuando per 2004. Presentò, in particolare, che le corti avevano violato il principio di res judicata con riconsiderando l’importo del debito a causa di sé dopo che importo era stato stabilito con la definitivo decisione giudiziale di 2 luglio 1998. Contese anche che la distribuzione di corti con la causa non poteva essere riguardata imparziale o indipendente determinato la pressione intensa dall’alto-classificare ufficiali Statali. La società richiedente si appellò pertanto su Articolo 6 della Convenzione che legge come attinente, siccome segue:
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale indipendente ed imparziale stabilito dalla legge.”
97. La società richiedente si lamentò inoltre sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione di una violazione dei suoi diritti di proprietà. Si lamentò, in particolare, che non era stato capace di recuperare in pieno le 375,000 tonnellate di petrolio sé aveva provvisto alla raffineria di petrolio Statale nei primi 1990s, anche se le corti nazionali avevano confermato la sua rivendicazione in quel riguardo a. Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 si appellato su con la società richiedente legge siccome segue:
“Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggiare il diritto di un Stato ad eseguire simili leggi come ritiene necessario per controllare l’uso di proprietà in conformità con l’interesse generale o assicurare il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.”
A. Ammissibilità
1. Compatibilità ratione temporis
98. Il Governo dibatté che la richiesta era pertanto ratione temporis incompatibile come sé concernè eventi prima dell’entrata in vigore della Convenzione in riguardo dell’Ucraina 11 settembre 1997.
99. Mentre accettando con la prospettiva del Governo come la giurisdizione temporale della Corte, la società richiedente sostenne che fatti che accadono prima che data doveva essere presa anche nell’esame.
100. La Corte nota che, davvero, come sé l’ha fatto chiaro in molte cause contro l’Ucraina, è competente per esaminare solamente finora i fatti di una richiesta per la loro compatibilità con la Convenzione in siccome loro accaddero dopo 11 settembre 1997 (veda, per esempio, Kozak c. l’Ucraina (il dec.), n. 21291/02, ECHR 2002-X).
101. La causa presente concerne fatti che accadono sia prima e dopo quel la data. La Corte considera che le azioni di reclamo della società richiedente, pertanto siccome loro concernono al periodo prima di 11 settembre 1997, è oltre il temporis di ratione di giurisdizione della Corte. Sostiene perciò l’eccezione del Governo e dichiara questa parte della richiesta inammissibile sotto Articolo 35 §§ 3 (un) e 4 della Convenzione.
102. Allo stesso tempo, la Corte può, ed avrà riguardo ad ad eventi prima di ratifica poiché si potrebbe considerare che loro abbiano creato una situazione che prolunga oltre, che data o può essere attinente per la comprensione di fatti che accadono dopo che data (veda Broniowski c. la Polonia (il dec.) [GC], n. 31443/96, §§ 74-77 ECHR 2002-X).
2. L’applicabilità di Articolo 6 § 1 della Convenzione
103. Il Governo presentò inoltre che l’azione di reclamo della società richiedente del presumibilmente revisione ingiustificata del HAC sta decidendo di 2 luglio 1998 (stabilendo l’importo del debito dovuto a sé con LyNOS) dovrebbe essere dichiarato inammissibile all’interno del significato di Articolo 35 § 3 della Convenzione perché Articolo al quale 6 § 1 non ha fatto domanda che fa una rassegna come così. Loro contesero che la direttiva in oggetto non poteva essere considerato una definitivo decisione giudiziale che determina i diritti civili della società richiedente od obblighi. Il Governo notò in questo collegamento che, al tempo attinente, le procedura fallimentare portate con la società richiedente contro LyNOS ancora erano state in preparazione, e che i diritti civili della società richiedente ed obblighi dovevano essere determinati perciò ancora.
104. La società richiedente contestò quel l’argomento.
105. La Corte nota che l’azione di reclamo pone questioni di fatto e diritto che è sufficientemente complesso per non essere suscettibile di essere risolte allo stadio di ammissibilità. Considera che la determinazione di questa azione di reclamo, incluso la questione sollevò col Governo, dell’applicabilità di Articolo 6 § 1 della Convenzione, dipende da un esame dei meriti (veda e compari con Esa Jussila c. la Finlandia (il dec.), n. 73053/01, 9 novembre 2004, e Ferrazzini c. l’Italia [GC], n. 44759/98, § 18 ECHR 2001-VII).
106. Di conseguenza, la Corte si unisce a questa eccezione del Governo ai meriti dell’azione di reclamo.
3. Ottemperanza col tempo-limite di sei-mese
107. Il Governo presentò anche che la richiesta era stata introdotta fuori del tempo-limite di sei-mese. Secondo loro, il periodo di sei-mese per i fini di Articolo 35 § 1 della Convenzione aveva cominciato a correre 26 dicembre 2000-la data quando il Revisione Pannello del HAC aveva annullato il più primo rifiuto del HAC della richiesta di LyNOS per revisione della direttiva di 2 luglio 1998 che stabilisce l’importo del suo debito alla società richiedente sulla base di circostanze di recente-scoperte ed aveva rinviato che richiesta per esame nuovo.
108. La società richiedente non fu d’accordo. Notò che la richiesta summenzionata depositò con LyNOS era stato concesso con la sentenza del HAC di 27 giugno 2001 che la società richiedente aveva impugnato di fronte alle corti più alte in ottemperanza con legislazione di procedura commerciale. Sostenne che la definitivo decisione nazionale era stata perciò la direttiva della Corte Suprema di 26 dicembre 2002. Di conseguenza, la società richiedente considerò che la sua richiesta che era stata depositata 23 giugno 2003 era stata portata in ottemperanza col tempo-limite di sei-mese.
109. La Corte nota all’inizio che, benché il Governo sollevasse questa difficoltà in riguardo dell’ammissibilità generale della richiesta, è infatti confinò ad impugnando solamente pertanto l’ottemperanza della società richiedente col tempo-limite di sei-mese come sé riguarda la revisione del HAC sta decidendo di 2 luglio 1998 sulla base di circostanze di recente-scoperte.
110. Nella sua causa-legge, la Corte ha visto l’annullare di una definitivo sentenza come un atto istantaneo che non crea una situazione che continua anche se comporta la riapertura di procedimenti (veda, per autorità ben stabilita, Voloshchuk c. l’Ucraina (il dec.), n. 51394/99, 14 ottobre 2003, e Sardin c. la Russia (il dec.), n. 69582/01, ECHR 2004-II). Nell’assenza di una via di ricorso effettiva, la Corte ha considerato il molto atto di annullare di una definitivo sentenza per provocare l’inizio del tempo-limite di sei-mese per presentare un reclamo relativo con la Corte (l’ibid.).
111. Rivolgendosi alla causa presente, la Corte discerne le particolari circostanze che lo fanno distinguibile dalle cause citate sopra di, così come dalle altre cause comparabili numerose (veda, per esempio, Il Fondamento di Mrevli c. la Georgia (il dec.), n. 25491/04, 5 maggio 2009; Nosov c. la Russia (il dec.), n. 30877/02, 20 ottobre 2005; e Sitokhova c. la Russia (il dec.), n. 55609/00, 2 settembre 2004).
112. Le certe particolarità della legislazione attinente ucraino governante procedura di arbitrato commerciale in vigore al tempo di materiale è notevole. Così, diversamente da in procedura civile-dove le corti sono costrette a consegnare una decisione separata accordando o respingendo una richiesta per la revisione del processo sulla base di circostanze di recente-scoperte, tale decisione che non è assoggettabile per fare appello (per le disposizioni legali ed attinenti ed un’analisi di loro veda la decisione di Voloshchuk, citato sopra)-la procedura di arbitrato in Ucraina non prevede tale decisione procedurale e separata. Seguendo l’esame di una richiesta per revisione del processo sulla base di circostanze di recente-scoperte, una corte ha le scelte seguenti: sostenere la sentenza (la decisione) quale il rivendicatore ha cercato di avere fatto una rassegna; annullarlo; o correggerlo. La decisione della corte nella questione può essere impugnata poi in conformità con procedure standard (veda paragrafo 94 sopra).
113. La Corte nota che, al giorno d’oggi la causa, la richiesta di LyNOS per revisione del HAC sta decidendo di 2 luglio 1998 sulla base di circostanze di recente-scoperte era inizialmente senza successo. 19 settembre 2000 il HAC trovato così, che là aveva infatti non stato circostanze di recente-scoperte. Comunque, non respinse la richiesta per revisione, ma piuttosto sostenne il decidere impugnato di 2 luglio 1998 (veda paragrafo 69 sopra). Parlando severamente, il HAC già aveva esaminato i meriti della causa con facendo così. Più tardi, che decisione fu annullata e la richiesta per revisione fu rinviata per esame nuovo (veda paragrafo 72 sopra). Di conseguenza, 27 giugno 2001 il HAC, mentre comportandosi come un giudice di prima istanza, cambiò la sua direttiva di 2 luglio 1998 con una decisione che la società richiedente era in grado ad ed impugnò di fronte alle corti più alte (veda divide in paragrafi 76-78, 80 82-83 e 85 sopra).
114. Tenendo presente il sopra, la Corte considera che la data sulla quale fu annullata la definitivo direttiva di 2 luglio 1998, mentre provocando la gestione del tempo-limite di sei-mese, non sarebbe stato evidente per la società richiedente sotto le circostanze: tecnicamente, il periodo avrebbe potuto cominciare come presto come 19 settembre 2000 (quando la direttiva iniziale fu sostenuta); o 26 dicembre 2000-siccome presentato col Governo -quando la decisione di 19 settembre 2000 fu annullata; 27 giugno 2001-quando il HAC cambiò la direttiva di 2 luglio 1998 nella luce delle circostanze di recente-scoperte assegnata a con LyNOS; o, infine, 26 dicembre 2002-quando la Corte Suprema sostenne la sentenza summenzionata di 27 giugno 2001 con una definitivo direttiva.
115. La Corte esaminerà tutti queste possibilità.
116. Come all’insuccesso per lamentarsi alla Corte della revisione della direttiva di 2 luglio 1998 che dà luogo al suo essere sostenuto con la decisione di 19 settembre 2000, la società richiedente non può essere rimproverata proprio per questo, determinato che la conseguenza era nel suo favore.
117. Inoltre, contrari alle asserzioni del Governo, la conseguenza della richiesta per revisione sarebbe determinata ancora seguente la decisione di 26 dicembre 2000 che rinvia la richiesta per esame nuovo. Di conseguenza, la direttiva di 2 luglio 1998 non può essere riguardata siccome stato stato annullato su quel la data.
118. La Corte osserva anche che 27 giugno 2001 il HAC, mentre riunendosi come un giudice di prima istanza, cambiò la direttiva di 2 luglio 1998, al danno della società richiedente, nel lasciare spazio la richiesta di LyNOS a revisione. È notevole che: era la decisione giudiziale e sola riguardo alla richiesta per revisione che la società richiedente si trovò confrontò con; la decisione era sui meriti della causa; ed era assoggettabile ad un ricorso ordinario al quale ricorse la società richiedente. La società richiedente si sarebbe potuta essere aspettata perciò appena di calcolare il tempo-limite di sei-mese per portare la sua causa alla Corte da 27 giugno 2001.
119. Infine, la Corte nota che, seguendo gli emendamenti legislativi che entrarono in vigore 5 luglio 2001, il ricorso della società richiedente fu esaminato col Tribunale di commercio di Donetsk di Ricorso (veda divide in paragrafi 82 e 95 sopra). Successivamente, la società richiedente piacque nella cassazione al HCC (precedentemente il HAC) e più tardi cercò permesso dalla Corte Suprema di portare un ulteriore ricorso di cassazione (veda divide in paragrafi 83 e 85 sopra). Secondo la causa-legge della Corte, un secondo ricorso in cassazione alla Corte Suprema era, dopo 5 luglio 2001, una via di ricorso nazionale ed effettiva in procedimenti commerciali in Ucraina (veda il MPP la decisione di Golub, citato sopra).
120. La Corte conclude perciò che, nelle specifiche circostanze della causa presente, la società richiedente non può essere rimproverata per calcolare il tempo-limite di sei-mese per essersi lamentato alla Corte del presumibilmente illegale che annulla del definitivo del HAC decidendo di 2 luglio 1998 dalla data della decisione della Corte Suprema sulla causa di 26 dicembre 2002.
121. Dato che la richiesta fu depositata da allora in poi con la Corte entro sei mesi, 23 giugno 2003, la Corte respinge anche questa eccezione del Governo.
3. Altrimenti in merito all’ammissibilità
122. La Corte nota inoltre che questa parte della richiesta, pertanto come sé incorre all’interno della giurisdizione temporale della Corte (veda divide in paragrafi 101 e 102 sopra), né è mal-fondato manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 § 3 (un) della Convenzione né inammissibile su qualsiasi gli altri motivi. Dovrebbe essere dichiarato perciò ammissibile.
B. Meriti
1. Violazioni addotta dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione
(a) Indipendenza e imparzialità delle corti
123. La società richiedente sostenne che la distribuzione di corti con le procedura fallimentare contro LyNOS non era stata su indipendente o imparziale, determinata la pressione politica e forte ed il controllo durevole che i procedimenti hanno esercitato con le varie autorità Statali che avevano avuto un interesse forte nella loro conseguenza. Assegnò, in particolare, alla corrispondenza fra gli ufficiali di alto-classificazione e la distribuzione di corti con la causa (o i loro ufficiali senior), sulla mano del una, e fra LyNOS e quelle autorità, sull’altra mano.
124. Il Governo non fu d’accordo, mentre riferendosi alle garanzie dell’indipendenza e l’imparzialità dell’ordinamento giudiziario custodì nella Costituzione ucraina e le altre leggi. Mentre il Governo ammise che c’era stato tenta di influenzare i procedimenti, loro insisterono che non ci fosse nessuna prova che quelli tentativi avevano infatti aveva qualsiasi l’impatto. In appoggio di che osservazione, il Governo si riferì al fatto che, benché le autorità Statali chiedessero la conclusione delle procedura fallimentare dal 1998, quelli procedimenti avevano continuato fino a 2004.
125. La Corte reitera che per determinare se un tribunale può essere considerato “indipendente” per i fini di Articolo 6 § 1 della Convenzione, riguardo a deve essere avuto, inter alia, al criterio seguente: la maniera di appuntamento dei suoi membri ed il loro termine di ufficio; l’esistenza delle salvaguardie contro pressioni di fuori; e se il tribunale presenta una comparizione dell’indipendenza (veda, fra molti altri riferimenti, Findlay c. il Regno Unito, 25 febbraio 1997, § 73 le Relazioni 1997-io).
126. Come riguardi la questione di “l’imparzialità” per i fini di Articolo 6 § 1, è stabilito bene nella causa-legge della Corte che ci sono due aspetti a questo requisito, un soggettivo ed un obiettivo. Il tribunale deve essere soggettivamente prima, imparziale, che è, nessun membro del tribunale dovrebbe contenere qualsiasi pregiudizio personale o la parzialità. L’imparzialità personale è presunta, a meno che c’è prova al contrario. Il tribunale deve essere anche in secondo luogo, imparziale da un punto di vista obiettivo-quel è, deve offrire di escludere garanzie sufficienti qualsiasi dubbio legittimo in questo riguardo (veda Kiiskinen c. la Finlandia (il dec.), n. 26323/95, il 1999-V di ECHR (gli estratti)). Più specificamente, deve essere determinato, sotto la prova obiettiva, se, piuttosto separatamente dai giudici ‘ condotta personale, ci sono fatti accertabili che possono sollevare dubbi come alla loro imparzialità (veda Kleyn ed Altri c. i Paesi Bassi [GC], N. 39343/98 et seq., § 191, ECHR 2003-VI).
127. Nel decidere se in una causa determinata è una ragione legittima di temere che questi requisiti non sono soddisfatti, il posto d’osservazione di una parte è importante ma non decisivo. Che che è decisivo è se questa paura può essere contenuta per essere giustificata obiettivamente (veda Kleyn ed Altri, citato sopra, § 194).
128. La Corte osserva che i concetti dell’indipendenza e l’imparzialità di obiettivo sono collegati da vicino (veda Findlay, citato sopra, § 73). Loro sono particolarmente difficili dissociare, dove-piaccia nella causa presente-gli argomenti avanzati col richiedente per contestare sia l’indipendenza e l’imparzialità della corte sono basate sulle stesse considerazioni che riguarda i fatti (veda anche Kleyn ed Altri, citato sopra, § 194, e Salov c. l’Ucraina, n. 65518/01, § 82 ECHR 2005-VIII (gli estratti)). La Corte esaminerà perciò sia questi problemi insieme.
129. La Corte nota che-come confermato con prova di documentario-le varie autorità Statali intervennero davvero nei procedimenti giudiziali in oggetto su un numero di occasioni. Inoltre, quegli interventi e

Testo Tradotto

Conclusion Preliminary objection joined to merits and dismissed (applicability) ; Remainder inadmissible ; Violations of Art. 6-1 ; Violation of P1-1 ; Just satisfaction reserved
FIFTH SECTION
CASE OF AGROKOMPLEKS v. UKRAINE
(Application no. 23465/03)
JUDGMENT
(merits)
STRASBOURG
6 October 2011
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Agrokompleks v. Ukraine,
The European Court of Human Rights (Fifth Section), sitting as a Chamber composed of:
Dean Spielmann, President,
Elisabet Fura,
Karel Jungwiert,
Mark Villiger,
Isabelle Berro-Lefèvre,
Ann Power,
Ganna Yudkivska, judges,
and Claudia Westerdiek, Section Registrar,
Having deliberated in private on 13 September 2011,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 23465/03) against Ukraine lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by OMISSIS (“the applicant company”), on 23 June 2003.
2. The applicant company was represented by Mr P.Y. L., a lawyer practising in Paris. The Ukrainian Government (“the Government”) were represented by their Agent, Mr Y. Zaytsev.
3. The applicant company alleged, in particular, that it had not had a fair trial within a reasonable time conducted by an independent and impartial tribunal. It also complained of an infringement of its right to peaceful enjoyment of its possessions.
4. On 9 November 2009 the President of the Fifth Section decided to give notice of the application to the Government. It was also decided to rule on the admissibility and merits of the application at the same time (Article 29 § 1).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
5. The applicant company is a private company registered in Ukraine. At the time of the events it carried out barter trade operations with Russian companies involving, in particular, exchange of some food raw materials from Ukraine for Russian crude oil and further sale of finished oil products.
A. The events between 1991 and 1996
6. On 18 December 1991 the applicant company signed a contract with the OMISSIS (“the Refinery” – the biggest company in the oil refining industry in the country at the time, with 67.41% of its shares being owned by the State) for the refining of 225,000 tons of crude oil.
7. On 5 March 1993 the Higher Arbitration Court (“the HAC”), allowing a claim brought by the applicant company, directed the Refinery to deliver to the applicant company the oil products produced from its raw materials.
8. During June and July 1993 the Refinery only delivered a small part of the oil products to the applicant company.
9. On 19 August 1993 the applicant company supplied another 150,000 tons of crude oil to the Refinery for refining.
10. In autumn 1993 the State-owned companies in the Lugansk region involved in harvesting, coal mining and other activities essential for the local economy suffered a particularly acute shortage of fuel. As a part of the emergency measures instituted to overcome the crisis, the local authorities directed the Refinery to provide for local needs, free of charge, some oil products, regardless of whether they had been produced from oil owned by customers.
11. Following a further claim brought by the applicant company, on 18 November 1994 the HAC ordered the Refinery to comply with the contract of 19 August 1993.
12. At some point the Refinery was renamed OMISSIS (“LyNOS”).
13. By a ruling of 5 April 1995, the HAC amended its judgment of 5 March 1993 and ordered LyNOS to pay the applicant company for the undelivered oil products.
14. On 26 April 1995 the Cabinet of Ministers instructed the State Department for the Oil, Gas and Oil Refining Industries (“Derzhnaftogazprom”) to verify whether the applicant company’s claims against LyNOS were justified. As can be seen from a letter from Derzhnaftogazprom to Parliament of 6 May 1995, it found the claims to be well grounded. It was noted in the letter, in particular, that the main reason for the Refinery’s failure to comply with its contractual obligations vis-à-vis the applicant company had been the unpaid diversion of oil products by the regional authorities in 1993.
15. On 19 July 1996 the HAC awarded the applicant company compensation for the lengthy non-enforcement of the judgments of 5 March 1993 and 18 November 1994 and ordered that the court fees be paid by LyNOS.
B. The insolvency proceedings against LyNOS and other developments concerning the settlement of its arrears vis-à-vis the applicant company
16. On 22 July 1996 the applicant company applied to the HAC for the initiation of insolvency proceedings against LyNOS, referring to the lengthy non-enforcement of the judgments of 5 March 1993 and 18 November 1994.
17. On 9 August 1996 the Poltava Regional Arbitration Court (“the Poltava Arbitration Court”), to which the HAC had referred the aforementioned motion of the applicant company, started insolvency proceedings.
18. On 3 March 1997 it made a preliminary finding that the outstanding debts of LyNOS vis-à-vis the applicant company had been confirmed by documentary evidence as 169,323,720 Ukrainian hryvnias (UAH) and 77,802 tons of oil products.
19. On 10 July 1997 the applicant company asked the HAC to secure the creditors’ claims by seizing the State’s shares in LyNOS.
20. On 15 July 1997 the court allowed the request and prohibited “[LyNOS], the State Property Fund and any other authorities from taking any action with a view to transferring ownership or changing the status of the State’s shares in [LyNOS] until the court completes the [insolvency proceedings].”
21. On 30 July 1997 the Prosecutor General’s Office informed the HAC’s President of the results of its investigation into the reasons for the arrears and the insolvency of LyNOS. It concluded, inter alia, that LyNOS’s debts vis-à-vis its customers had mainly been caused by the unpaid diversion of oil products for State needs in 1993.
22. On 20 August 1997 the applicant company concluded an agreement with LyNOS concerning the procedure for and conditions of repayment of the latter’s arrears resulting from the judgments of the HAC of 5 March 1993 and 18 November 1994, as well as the ruling of the Poltava Arbitration Court of 3 March 1997. Having signed that agreement, the debtor recognised its debt vis-à-vis the applicant company in the amount of UAH 225,355,355, which was, according to the agreed schedule, to be repaid in kind within five years. The parties also underlined that the agreement could not be understood as a friendly settlement and did not imply a request for termination of the insolvency proceedings against LyNOS.
23. On 18 November 1997 the HAC stayed the proceedings until the debtor, the creditors and the competent authorities had agreed on guarantees for the repayment of the arrears.
24. On 3 December 1997 the applicant company requested that the Prime Minister consider the possibility of transferring the State’s shares in LyNOS, equal to 26% of its share capital, into its trust for the period of the repayment of the arrears as a guarantee of that repayment.
25. On 14 January 1998 the HAC resumed the insolvency proceedings.
26. On 29 January 1998 it decided to leave unexamined the outstanding claims of LyNOS’s creditors. At the same time, referring to the need to continue to make efforts to settle the creditors’ claims and prevent the debtor’s insolvency, the court decided to conduct further review of the parties’ actions in that connection. Namely, it instructed LyNOS and the creditors whose claims remained unsettled to inform it on a monthly basis of the progress of the repayment of the arrears. Moreover, all the parties concerned were instructed to develop a mechanism to ensure the continued repayment of the arrears. The court also decided to invite the Cabinet of Ministers to take measures to prevent the insolvency of LyNOS. The court noted that it was common ground between the parties that the arrears could be repaid in kind.
27. On 13 February 1998 the HAC decided that the insolvency proceedings should be heard by a three-judge panel, instead of by a single judge. Prior to this, the single judge sitting in the case had been challenged by the applicant company.
28. On 20 February 1998 LyNOS wrote a letter to the First Deputy Speaker of Parliament asking for his “assistance in establishing the lawfulness” of the HAC’s rulings issued in the course of the insolvency proceedings.
29. On 21 March 1998 the First Deputy Speaker of Parliament wrote a letter to the acting President of the HAC with a request “not to tolerate any prejudice or issuance of ungrounded decisions concerning the insolvency of LyNOS”, which was claimed to be strategically important for the State. The letter also contained the following request:
“… with a view to preventing any infringements of the interests of the State and violations of the legislation of Ukraine, you are requested to take an urgent decision quashing the ruling of 13 February 1998 and terminating the proceedings concerning the insolvency of LyNOS.”
30. By a letter of 6 April 1998 the HAC’s President replied that the ruling of 13 February 1998 was in compliance with the relevant legislation and could not be reviewed under a supervisory review procedure.
31. The applicant company, in turn, requested that the HAC review the ruling of 29 January 1998 by means of a supervisory review procedure. It maintained that, while the debts of LyNOS had been confirmed by documentary evidence and had to be repaid, the court had failed to establish the final amount of the outstanding debt or to demand any effective guarantees of its redemption from the debtor.
32. On 6 April 1998 the Panel of the HAC for the Review of Judgments, Rulings and Resolutions (“the Review Panel”) quashed the HAC’s ruling of 29 January 1998 inasmuch as it concerned leaving the outstanding creditors’ claims unexamined, and remitted the case for fresh examination by a different bench. It noted that the procedures by which the debt would be repaid and the scope and methods of the debt’s repayment remained unclear.
33. On 20 April 1998 the Chairman of the Department for the Fuel and Energy Sectors of the Cabinet of Ministers of Ukraine, who was also the Chairman of the Supervisory Board of LyNOS, sent a “statement regarding the case” to the HAC, in which he noted, in particular, the following:
“The prolonged continuation of the insolvency proceedings against LyNOS is inflicting both pecuniary and non-pecuniary damage on the company and deters potential investors. … I urge you to terminate the insolvency proceedings against LyNOS.”
34. On 22 April 1998 LyNOS complained to the President of Ukraine that the HAC’s ruling of 6 April 1998 had been unlawful and asked him to intervene with a view to terminating the insolvency proceedings.
35. On 4 May 1998 the Prime Minister informed the HAC’s President that the management board and the trade unions of LyNOS disagreed with the court’s ruling of 6 April 1998 and requested that “this issue be considered in line with the established procedure”.
36. On 18 May 1998 the State Property Fund asked the HAC to terminate the insolvency proceedings. It noted that it could not proceed with the sale of its shares in LyNOS, given the prohibition by the HAC in its ruling of 15 July 1997 on any change in the status of the company’s shares.
37. On 21 May 1998 the HAC found substantiated the requests of the creditors’ committee to speed up the final determination of the amount of outstanding arrears and to demand guarantees of their repayment from the debtors. It instructed both the creditors and the debtor to comply with their obligations under its earlier ruling of 6 April 1998 and to develop a scheme ensuring the further repayment of the arrears. The court rejected as unsubstantiated a request by the State Property Fund to terminate the insolvency proceedings so that it could conduct a non-commercial competition for the sale of the shares. It instructed the Fund to submit to it all the documents concerning the aforementioned competition and its results.
38. On 2 July 1998 the HAC considered the applicant company’s request for determination of the final amount of the debtor’s outstanding arrears owed to it. The court noted that the applicant company had originally estimated the arrears at UAH 660,000,000, but, following negotiations with the debtor, that amount had been reduced to UAH 225,355,355 in accordance with the agreement of 20 August 1997 (see paragraph 22 above). Following the partial implementation by LyNOS of that agreement in September-December 1997, which the court viewed as confirmation that LyNOS had accepted its terms, the outstanding debt was UAH 216,150,544.
39. Having regard to the critical financial situation of the debtor, as well as its strategic significance for the economy of the State, the applicant company requested that the court confirm that amount as the final total of the arrears. Furthermore, it was prepared to consider the debt satisfied in full once 90% of it had been repaid.
40. LyNOS, in turn, accepted the applicant company’s claims only in part and requested that the court establish the amount of the outstanding arrears to be paid in kind. It considered the rulings of the HAC allowing the applicant company’s claims to be unlawful, even if they had remained valid. The company also blamed the Government for its non-compliance with its contractual obligations vis-à-vis the applicant company. It maintained that the agreement of 20 August 1997 could not be considered valid, as it did not regulate essential terms such as costs, time limits and conditions placed upon the supply of the oil products.
41. The court found that the total outstanding debt of LyNOS to the applicant company was UAH 216,150,544.
42. On 7 July 1998 LyNOS complained to the President of Ukraine that the Prosecutor General and the HAC’s President had failed to bring a protest on the basis of LyNOS’s request with a view to overturning the HAC’s ruling of 6 April 1998 and, accordingly, terminating the insolvency proceedings. It was noted in the letter:
“… the absence of prosecutorial reaction to the unlawful insolvency proceedings against LyNOS … and the absence of a clear position on the part of the President of the Higher Arbitration Court as regards this case, multiplied by the boldness, unsated ambitions and, probably, some selfish interests on the part of the creditors’ committee, … have become an obstacle not only to the normal process of privatisation of LyNOS’s shares, but even to its normal functioning.”
43. On 30 July 1998 the HAC’s President wrote a letter to the Prime Minister (no. 01-2.1/181), in which he “informed [him] of the ongoing insolvency proceedings against LyNOS pursuant to the instructions of the President of Ukraine of 6 May and 13 July 1998”. The following was noted, inter alia, in the above letter:
“The arrears of the former Lysychansk Oil Refinery vis-à-vis [its] creditors who undertake entrepreneurial activities in Ukraine, are, first of all, the result of its improper compliance with its contractual obligations.
Having received oil owned by customers, the refinery is obliged to return finished oil products to its owners as agreed. The companies had to supply most of those oil products, [in turn], to Ukrainian agricultural enterprises.
The systematic violations by LyNOS of its contractual obligations, as well as its evasion of enforcement of the judicial decisions, have not only resulted in the arrears, but have also led to their accrual. …
In the course of the examination of the case, the court, within its competence, took appropriate measures for settlement of the debts between LyNOS and its creditors. LyNOS concluded civil law agreements with some of the creditors governing the terms and conditions of the debts’ repayment, which are being implemented and which offers some hope that all the arrears can be settled that way. This is the expectation that the debtor itself expressed in its application to the President of Ukraine. However, despite this, the debtor is evading complying with the procedure of debt repayment agreed with [the applicant company].
Having regard to the difficult economic situation of LyNOS, [the applicant] company considerably reduced [its] claims … – from UAH 596,055,564 to UAH 216,150,544 ….
I note for your information that the arrears of LyNOS in respect of [the applicant company] emerged in 1992-93 and are confirmed by judgments of the Higher Arbitration Court of Ukraine. The lawfulness of those judgments has been verified by the supervision instances, including by the Plenary Session of the Higher Arbitration Court, which upheld them.
However, since the commencement of the insolvency proceedings, LyNOS has not enforced the judgments despite the fact that they have the force of law. Its statement that by the conclusion of the agreements with the creditors concerning the terms of and procedures for the repayment of the arrears it was released from the necessity to comply with the judgments is unlawful.
Derzhgazprom, on the instruction of the Cabinet of Ministers of 26 July 1998 …, investigated and fully confirmed the fact of LyNOS’s non-compliance with its contractual obligations, as a result of which the claims of [the applicant company] were found to be fully justified.
In its letter of 6 May 1995 … this authority noted that during the second half of 1993 the leadership of the Lugansk regional authorities had grossly violated Ukrainian legislation, having ordered LyNOS to divert, free of charge, the oil products belonging to [the applicant company]. This undermines the statements of the debtor that it was not its fault that those oil products had not been delivered to their owners.
The debtor did not even use the aid provided by the Government for repayment of the arrears. In June 1993 Ukrderzhnaftogaz provided LyNOS with resources … and approved a schedule of delivery of oil products during the period from June to September 1993 which was to remain in force until the full repayment of the debt to [the applicant company]. The [debtor] company delivered only 33,000 tons of those oil products during June and July 1993 and refused further repayment of the arrears, which exceeded this volume by several times.
The demand to terminate the proceedings contradicts the law and cannot be satisfied until the complete repayment of the arrears. …
In the course of the examination of the case, the court exhausted all legally envisaged possibilities of saving the debtor from insolvent liquidation. The creditors have made it clear that it is not their goal to have the debtor liquidated or to get its assets into their possession. They insist on gradual repayment of the debts in compliance with the agreed schedules and, subject to that, do not object to termination of the proceedings upon the complete repayment of the arrears.
Given the complexity of the settlements between the debtor and the creditors and the lack of clarity as to the final time-frame of the repayment of the arrears, which inevitably leads to the accrual of damages due to inflation and a loss of income for the creditors, and with a view to the recovery of the debtor company, it is deemed necessary to create a taskforce to investigate the problem onsite.
In our opinion, it would be desirable to investigate and finally determine the destiny of the oil products produced by LyNOS from the oil owned by customers.”
44. On the same date, 30 July 1998, the Cabinet of Ministers created a taskforce to establish the reasons for the arrears of LyNOS vis-à-vis its foreign and domestic creditors and to study the consequences of settlement of their claims. It consisted of representatives of: the Cabinet of Ministers, the Ministry of Justice, the Ministry of the Economy, the Ministry of the Interior, the Ministry of Finance, the State Property Fund, the Main Audit Department, the Insolvency Prevention Agency, the National Agency for Reconstruction and European Integration, the State Security Service, the Prosecutor General’s Office, and LyNOS.
45. On 31 August 1998 the taskforce issued its report, which contained, inter alia, the following findings. LyNOS was the biggest oil refinery in Ukraine and was able to satisfy up to 35% of the fuel needs of the country. All the oil it had refined during 1998 belonged to Russian commercial entities, which had showed increasing interest in the company given its proximity to the Russian border. The report concluded that the company was insolvent. It noted that the final amount of its arrears vis-à-vis the applicant company, as confirmed by the HAC in its ruling of 2 July 1998, was UAH 216,150,544. The main reason for the company’s indebtedness had been the decision of the State authorities (in 1992 – according to the report in question, in 1993 – according to all the other documents in the case file) to divert the oil products produced by LyNOS from oil owned by customers for State needs.
46. The report also contained the following statement:
“The taskforce supports the proposal [apparently, advanced by LyNOS] that the Higher Arbitration Court of Ukraine must also take into account … the State’s share of the company’s assets and the other factors which were not taken into account during the previous hearings. This concerns fulfilment of the obligations in kind, since their translation into pecuniary terms caused the amount of the arrears to be overstated.”
47. However, the taskforce considered that the amount of the outstanding debt of the company vis-à-vis the applicant company had to be verified, by means of expert reports if required. It further underlined a finding of the HAC in another case, according to which the indexation of debt to inflation had not been envisaged by the relevant legislation, and maintained that a similar line should be followed in the present case. It recommended suspending the insolvency proceedings until the “factual indebtedness of LyNOS vis-à-vis commercial enterprises was established on the basis of a documentary audit”.
48. According to the above report, the taskforce had been created at the request of the HAC’s President, such request having been expressed in a letter (no. 01-2.1/181) dated 30 July 1998, and pursuant to the above-mentioned order of the Cabinet of Ministers.
49. On 31 August 1998 the Review Panel rejected a request from LyNOS for an extension of the time-limit for challenging the HAC’s ruling of 15 July 1997 under the supervisory review procedure.
50. On 10 September 1998 the HAC’s President lifted the ban on changing the status of LyNOS’s shares which had been imposed by the HAC’s ruling of 15 July 1997. This was done at the request of LyNOS, which intended to conduct a non-commercial competition for the sale of the State’s shares in the company equal to 41.4% of its share capital. The sale was intended to help the company overcome its financial crisis and avoid insolvency.
51. On 12 September 1998 the First Deputy Prime Minister wrote a letter to the HAC’s President in which he asked him to also lift the ban on transferring the ownership of LyNOS’s shares. The letter stated:
“… the members of the taskforce created at your request by an order of the Cabinet noted that the amount of [LyNOS’s] arrears vis-à-vis its domestic creditors requires further clarification and in-depth and thorough verification.
Given the fact that LyNOS runs the biggest and the most modern oil refinery in Ukraine and having regard to its importance to the economy and security of the State, … you are requested to consider the findings of the taskforce, to lift the ban on the sale of the company’s shares and to postpone the examination of the insolvency proceedings pending a determination of the final amount of its arrears vis-à-vis the domestic creditors.”
52. On 14 September 1998 the First Deputy Prime Minister instructed the Ministry of Finance, the Ministry of the Economy, the Ministry of the Interior, the National Agency for Reconstruction and European Integration, the State Property Fund, the State Tax Administration, Derzhnaftogazprom and the Insolvency Prevention Agency to ensure that a “thematic documentary audit of the agreements for oil refining entered into by LyNOS in 1992 and the amount of [its] arrears vis-à-vis the domestic creditors” be undertaken by 10 October 1998.
53. On 9 October 1998 the Main Audit Department informed the Cabinet that it had checked the agreements entered into by LyNOS in 1992 and found that the company had delivered oil products to State agricultural enterprises pursuant to governmental instructions. There had been no documents or information suggesting that the Government had ever paid for that. As a result, the arrears of LyNOS (then called the Refinery) had emerged vis-à-vis its customers, commercial enterprises, and as of 1 January 1993 had been equal to 640,700 tons of oil products.
54. On 26 October 1998 the HAC rejected a request by LyNOS for an expert assessment of its arrears in respect of the applicant company, noting that it had already established the final amount of those arrears. On 21 January and 26 April 1999 the Review Panel upheld that ruling.
55. On 22 June 1999 the applicant company lodged a request with the Review Panel for review of the ruling issued by the HAC’s President on 10 September 1998. It claimed that he had lacked the power to make such a ruling. The applicant company submitted that the creditors had not previously challenged the ruling because it had been issued in order to enable a non-commercial competition to be held for sale of the State’s shares, amounting to 41.4% of the share capital in the company, and the competition had been subject to a guarantee that the arrears would be repaid by the company’s new owners. Referring to the fact that such a competition had never taken place and that, according to the media, there was instead a new plan to sell over 50% of the shares (a controlling share) without any guarantee of repayment of the debts, the applicant company had sought to have the ruling of 10 September 1998 overturned and its claim secured by a ban on the sale of the State’s shares in LyNOS until the insolvency proceedings were complete.
56. On 9 July 1999 the HAC’s President wrote a letter to the First Deputy Prime Minister, in which he noted that the original claim of the applicant company in respect of LyNOS had been reduced through an agreement between the parties from UAH 596,055,564 to UAH 216,150,544, with the latter figure having been confirmed by the court. The letter stated that the creditors had agreed to a restructuring of LyNOS’s arrears for a term of five years, subject to an approved debt repayment schedule being formalised by a judicial decision and having its enforcement guaranteed. At the same time they had agreed, subject to the aforementioned conditions, to reduce the amount of the arrears payable in kind. With reference to the aforementioned points, the HAC’s President underlined that the court had exhausted all procedural possibilities for saving the debtor from insolvent liquidation. He proposed to take into account the above suggestions of the creditors for overcoming the company’s financial crisis made in the extrajudicial restructuring process, as the situation pertaining at the time had led to the accrual of the arrears due to inflation and to a loss of income for the creditors.
57. On 16 July 1999 the creditors’ committee submitted its proposals for restoring the solvency of LyNOS and preventing its insolvency to the First Deputy Prime Minister. It proposed, inter alia, to transfer into the trust of the creditors’ committee the State’s shares in LyNOS in an amount equal to the company’s arrears as a guarantee of the repayment of those arrears. The creditors’ committee drew the attention of the First Deputy Prime Minister to what it described as “unlawful pressure by the authorities on the creditors and on the court, as well as the unacceptable protraction of the search for a solution to [this] acute problem”.
58. On 15 September 1999 LyNOS asked the Speaker of Parliament “to apply to the Higher Arbitration Court with a view to termination of the insolvency proceedings”. It contended that the HAC had wrongly resumed the insolvency proceedings, having overturned its earlier ruling of 29 January 1998 on 6 April 1998. It submitted that the HAC had “chosen to allow the claims of the creditors, who seek unjust enrichment …”.
59. On 12 November 1999 LyNOS instituted proceedings before the Kyiv City Arbitration Court seeking to have its contracts with the applicant company for oil refining entered into in 1991 and 1993, as well as the agreement of 20 August 1997 concerning the repayment of the arrears, declared formally invalid. On 24 December 1999 the HAC took the case over.
60. On 25 February 2000 LyNOS wrote a letter to the President of Ukraine in which it noted that extensive efforts were being made to overcome its financial crisis and that there was interest in it from a potential foreign investor. It considered, however, that “the position of a number of non-State creditors of the company [was] an obstacle to obtaining an effective result from the measures taken by the State authorities and to realisation of the investor’s potential”. It underlined that the applicant company was “blocking the possibility of resolving the problem in a civilised manner”. The company asked the President “to give instructions to the relevant State authorities to verify, within the legal framework, the soundness of [the applicant company’s] claims against LyNOS, the nature of their emergence and to determine the correct amount of the arrears.”
61. On 13 March 2000 the State Property Fund ordered that a tendering commission be created to further the commercial sale of the State’s shares in LyNOS (representing 67.41% of its share capital).
62. On 17 March 2000 the HAC rejected LyNOS’s claim for the invalidation of its contracts with the applicant company entered into in 1991 and 1993, as well as the agreement of 20 August 1997 concerning the repayment of the arrears.
63. On 27 March 2000 the HAC’s President wrote a letter to the President of Ukraine with the following contents:
“Pursuant to your instruction of 20 March 2000, I am informing you of the progress of the insolvency proceedings against LyNOS.
Twenty enterprises are creditors in this case, with claims for the repayment of arrears amounting to over one billion hryvnias.
In the course of the examination of the case, the court took, within its competence, certain measures to settle the debts of LyNOS owed to its creditors.
However, given the complexity of the settlements between the debtor and the creditors and with a view to the company’s recovery, I request that you create a taskforce of specialists which will investigate, within the company, the problem, including clarification of the amount of the arrears.”
64. On 12 April 2000 the State Property Fund requested that the HAC’s President lift the ban on sale of shares in LyNOS, given that the ruling of 10 September 1998 had only lifted the ban on changing the status of the shares and it remained unclear whether that also concerned their sale. On the same date the HAC’s President allowed the request.
65. On 15 April 2000 the Lugansk Regional Audit Department issued a report on the “verification of the validity of the debt obligations of LyNOS vis-à-vis [the applicant company] and the lawfulness of inflation indexation and application of penalties”, which had been undertaken pursuant to the instructions of the Main Audit Department. It established the final arrears owed by LyNOS to the applicant company in the amount of UAH 36,401,894. The report considered that the findings of the HAC concerning the outstanding debt to the applicant company had been wrong and in contradiction of the applicable legislation.
66. By a ruling of 6 June 2000 the HAC imposed a moratorium on allowing the creditors’ claims in the case and appointed an administrator of the debtor’s property (an individual person).
67. In July 2000 the State’s shares in LyNOS, amounting to 67.41% of its share capital, were sold to a Russian company.
68. On an unspecified date in 2000 LyNOS applied to the Review Panel for review of the rulings of the Poltava Arbitration Court of 3 March 1997 and of the HAC of 2 July 1998 (both rulings concerning the amount of the outstanding debts of LyNOS vis-à-vis the applicant company) on the basis of newly-discovered circumstances. It referred to the above report of the Lugansk Regional Audit Department of 15 April 2000 as the newly-discovered circumstance warranting the review.
69. On 19 September 2000 the HAC examined the above application. Having found that the report relied on did not contain any new information that was not known at the time when the challenged rulings had been issued, the HAC ruled to “uphold the part of the [relevant] ruling regarding the final determination of the debt of LyNOS to the [applicant company]”. The court also noted that the ruling of the Poltava Arbitration Court of 3 March 1997 had determined the amount of the debt only in preliminary terms, while the amount later defined as final in the HAC’s ruling of 2 July 1998 had been based on the agreement between the parties of 20 August 1997. Furthermore, the court had secured the creditors’ claims by imposing a ban on any activities involving the debtor’s assets.
70. Later in September 2000 the HAC’s President, relying on Article 92 of the Code of Arbitration Procedure, instructed his two deputies to review the HAC’s ruling of 19 September 2000, as, according to him, “it had virtually [paralysed] the work of a company strategically important for the State, which could harm the property interests of both the creditors and the debtor, as well as undermine the fulfilment of the investor’s obligations to the State Property Fund”.
71. On 4 October 2000 the Review Panel allowed an application brought by LyNOS for the suspension of the enforcement of the HAC’s ruling of 19 September 2000 until the Panel had decided whether to undertake the supervisory review sought by the company.
72. On 26 December 2000 the Review Panel quashed the HAC’s ruling of 19 September 2000 (with the exception of two unrelated points) and remitted the case for fresh examination.
73. On the same date, the Chairman of the Board of LyNOS wrote a letter to the President of Ukraine thanking him “for [his] firmness and insistence in solving the issues of the company’s privatisation and recovery”. The letter noted that “the positive results were self-explanatory”. The company considered, in particular, that the new investor had contributed to overcoming its crisis. The letter also contained the following statements:
“As a manager, I find disturbing the actions of [the applicant company], which [is] trying to put pressure on LyNOS and the investor …, constantly exaggerating its claims in the insolvency proceedings examined by the Higher Arbitration Court … It will be extremely difficult for LyNOS to solve these problems without your intervention. In this connection, I ask you to support our team of employees and to instruct the Prosecutor General’s Office and the Higher Arbitration Court of Ukraine to sort the situation out and to issue lawful decisions”.
74. On 29 December 2000 the President of Ukraine forwarded the above request to the HAC’s President and to the Prosecutor General with a note as follows:
“Please sort this out and take decisions according to the legislation in force”.
75. At the request of LyNOS, on 20 June 2001 the Review Panel reviewed the HAC’s ruling of 17 March 2000 under the supervisory review procedure and upheld the ruling, having found no grounds for the invalidation of LyNOS’s contracts with the applicant company entered into in 1991 and 1993, as well as the agreement of 20 August 1997 on the repayment of arrears.
76. On 27 June 2001 the HAC, at the request of LyNOS, reviewed the rulings of the Poltava Arbitration Court of 3 March 1997 and of the HAC of 2 July 1998 concerning the amount of its outstanding debts vis-à-vis the applicant company on the basis of newly-discovered circumstances. The court considered that the agreement between the parties of 20 August 1997 (on which the earlier determination of the outstanding arrears had been based) was to be considered in law as a contract of supply. However, it had not contained all the elements required for such a contract and thus had to be declared invalid. Furthermore, the court considered that the creditors’ committee had lost its powers on 4 May 2000, the effective date of amendments to the insolvency legislation envisaging new procedures for the creation and activities of creditors’ committees.
77. By the same ruling, the HAC established the final amount of the outstanding debts of LyNOS vis-à-vis the applicant company to be UAH 97,406,920, having noted that the earlier amounts established had been of a preliminary nature.
78. The applicant company appealed against the above ruling of the HAC, contending, inter alia, that the review and reduction of the amount of the arrears contradicted the final judicial decisions in that connection, which had become res judicata.
79. On 13 July 2001 the Higher Commercial Court (the former Higher Arbitration Court, as renamed in June 2001) transferred the insolvency case to the Lugansk Regional Commercial Court (“the Lugansk Commercial Court”) for further examination in line with amendments introduced to the legislation governing arbitration proceedings in June 2001.
80. On 26 July 2001 the Higher Commercial Court returned the applicant company’s appeal against the HAC’s ruling of 27 June 2001 to it, making reference to the transfer of the case to the Lugansk Commercial Court on 13 July 2001.
81. Between March and July 2001 the applicant company introduced several applications with the HAC for access to the case files regarding the insolvency proceedings and the proceedings concerning its claims against LyNOS (then called the Refinery) lodged in 1993 and 1994. By a letter of 16 July 2001 the Higher Commercial Court informed the applicant company that the files relating to its claims brought in 1993 and 1994 had been destroyed, as the time-limit for their storage had expired. The applicant company was, however, given access to the case file concerning the insolvency proceedings. It complained to the Prosecutor General’s Office and to the President of the Supreme Court about the destruction of the case files pertaining to the 1993 and 1994 claims and of irregularities in respect of the file concerning the insolvency proceedings (lack of page numbering and inadequate numbering and inventory of contents). On 3 August 2001 the Prosecutor General’s Office informed the applicant company that it had brought the irregularities discovered in the case file with regard to the insolvency proceedings to the attention of the President of the Higher Commercial Court.
82. On 29 October 2001 the Donetsk Commercial Court of Appeal considered an appeal by the applicant company against the HAC’s ruling of 27 June 2001. As a result, it changed the total of the outstanding arrears of LyNOS vis-à-vis the applicant company to UAH 90,762,268 in debt and UAH 220,809 in compensation for delayed repayment (UAH 90,983,077 in total).
83. On 16 April 2002 the Higher Commercial Court dismissed an appeal in cassation brought by the applicant company against the above-mentioned ruling of 29 October 2001.
84. On 25 June 2002 the Lugansk Regional Commercial Court commenced the court-supervised restructuring of LyNOS.
85. On 26 December 2002 the Supreme Court, sitting as a bench of five judges, rejected the applicant company’s request for leave to appeal in cassation against the rulings of 26 December 2000 and 16 April 2002, having “failed to come to an agreement as to the presence in this case of legal grounds for the institution of cassation proceedings before the Supreme Court”.
86. On 21 November 2003 the creditors’ committee and the debtor signed a friendly settlement agreement, according to which the creditors’ claims were to be settled by exchanging them for the debtor’s assets. The applicant company, in particular, was to receive 90,983,077 shares owned by the debtor in the share capital of the Lysychansk Oil Investment Company in settlement of its claims (equal to UAH 90,983,077). Its claims would also have been considered settled had it refused to accept the aforementioned shares.
87. On 8 December 2003 the Lugansk Regional Commercial Court approved the above friendly settlement agreement, noting, inter alia, that the creditors’ committee had voted for it unanimously. It declared the court-supervised restructuring of the debtor company complete and lifted the moratorium on settling the creditors’ claims. The applicant company was not present at the hearing, although, as noted in the ruling of the Donetsk Commercial Court of Appeal of 22 April 2004 (see below), it had been duly notified of it.
88. The applicant company appealed against the above ruling, submitting, amongst other things, that it had had no opportunity to object to the friendly settlement agreement, that there had been no assessment of the value of the shares in the Lysychansk Oil Investment Company, and that it had not been established whether LyNOS had been authorised to repay its debts with the assets of the aforementioned company.
89. On 22 April and 28 September 2004 the Donetsk Commercial Court of Appeal and the Higher Commercial Court, respectively, dismissed the applicant company’s appeal and cassation appeal as unsubstantiated.
90. On 25 November 2004 the Supreme Court rejected a further request by the applicant company for leave to appeal in cassation.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW AND PRACTICE
A. Constitution of Ukraine 1996
91. The relevant provisions can be found in Miroshnik v. Ukraine, no. 75804/01, § 30, 27 November 2008 (independence of the judiciary), and in Seryavin and Others v. Ukraine, no. 4909/04, § 22, 10 February 2011 (protection of property).
B. Code of Arbitration Procedure 1991 (renamed into the Code of Commercial Procedure by amendments of 21 June 2001 effective since 5 July 2001)
92. The relevant provisions, as worded before the amendments of 21 June 2001 (effective since 5 July 2001), are quoted in Ukraine-Tyumen v. Ukraine, no. 22603/02, § 20, 22 November 2007.
93. Chapter XII-2 (in force since 5 July 2001) can be found in MPP Golub v. Ukraine (dec.), no. 6778/05, ECHR 2005-XI.
94. Under Article 112, final judicial decisions may be reviewed on the basis of newly-discovered circumstances, where those circumstances were of significant importance for the case and could not have been known to the party concerned. According to Article 114, the examination of a request for the review of a case on the basis of newly-discovered circumstances should result in a court judgment (ruling or resolution) upholding the judgment (ruling or resolution) sought to be reviewed, modifying it or quashing it. The relevant decision may be challenged under standard procedure.
C. Code of Arbitration Procedure (Amendments) Act of 21 June 2001 (in force from 5 July 2001)
95. Under paragraph 4 of the Final and Transitional Provisions, a judgment not challenged by the time of the entry into force of the Act before the president of an arbitration court may be appealed against to the commercial court of appeal or cassation instance in compliance with the procedures envisaged by the Code of Commercial Procedure.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATIONS OF ARTICLE 6 OF THE CONVENTION AND ARTICLE 1 OF PROTOCOL NO. 1
96. The applicant company complained about the length and alleged unfairness of the debt recovery proceedings initiated by it against LyNOS (named “the Lysychansk Oil Refinery” at the time) back in 1993 and continuing through 2004. It submitted, in particular, that the courts had breached the principle of res judicata by reconsidering the amount of the debt due to it after that amount had been established by the final judicial decision of 2 July 1998. It also contended that the courts dealing with the case could not be regarded impartial or independent given the intense pressure from high-ranking State officials. The applicant company relied on Article 6 of the Convention, which reads, insofar as relevant, as follows:
“In the determination of his civil rights and obligations … everyone is entitled to a fair … hearing within a reasonable time by an independent and impartial tribunal established by law.”
97. The applicant company further complained under Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention of a violation of its property rights. It complained, in particular, that it had been unable to recover in full the 375,000 tons of oil it had supplied to the State-owned oil refinery in the early 1990s, even though the domestic courts had confirmed its claim in that regard. Article 1 of Protocol No. 1 relied on by the applicant company reads as follows:
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.”
A. Admissibility
1. Compatibility ratione temporis
98. The Government argued that the application was incompatible ratione temporis insofar as it concerned events prior to the entry into force of the Convention in respect of Ukraine on 11 September 1997.
99. While agreeing with the Government’s view as to the Court’s temporal jurisdiction, the applicant company maintained that facts occurring before that date also had to be taken into consideration.
100. The Court notes that, indeed, as it has made it clear in many cases against Ukraine, it is competent to examine the facts of an application for their compatibility with the Convention only in so far as they occurred after 11 September 1997 (see, for example, Kozak v. Ukraine (dec.), no. 21291/02, ECHR 2002-X).
101. The present case concerns facts occurring both before and after that date. The Court considers that the applicant company’s complaints, insofar as they pertain to the period prior to 11 September 1997, are beyond the Court’s jurisdiction ratione temporis. It therefore upholds the Government’s objection and declares this part of the application inadmissible under Article 35 §§ 3 (a) and 4 of the Convention.
102. At the same time, the Court may and will have regard to events prior to ratification inasmuch as they could be considered to have created a situation extending beyond that date or may be relevant for the understanding of facts occurring after that date (see Broniowski v. Poland (dec.) [GC], no. 31443/96, §§ 74-77, ECHR 2002-X).
2. Applicability of Article 6 § 1 of the Convention
103. The Government further submitted that the applicant company’s complaint about the allegedly unjustified review of the HAC’s ruling of 2 July 1998 (establishing the amount of the debt owed to it by LyNOS) should be declared inadmissible within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention because Article 6 § 1 did not apply to that review as such. They contended that the ruling in question could not be regarded as a final judicial decision determining the applicant company’s civil rights or obligations. The Government noted in this connection that, at the relevant time, the insolvency proceedings brought by the applicant company against LyNOS had still been underway, and that the applicant company’s civil rights and obligations had therefore yet to be determined.
104. The applicant company contested that argument.
105. The Court notes that the complaint raises questions of fact and law which are sufficiently complex not to be susceptible of being resolved at the admissibility stage. It considers that the determination of this complaint, including the question, raised by the Government, of the applicability of Article 6 § 1 of the Convention, depends on an examination of the merits (see and compare with Esa Jussila v. Finland (dec.), no. 73053/01, 9 November 2004, and Ferrazzini v. Italy [GC], no. 44759/98, § 18, ECHR 2001-VII).
106. Accordingly, the Court joins this objection of the Government to the merits of the complaint.
3. Compliance with the six-month time-limit
107. The Government also submitted that the application had been introduced out of the six-month time-limit. According to them, the six-month period for the purposes of Article 35 § 1 of the Convention had started running on 26 December 2000 – the date when the HAC’s Review Panel had quashed the HAC’s earlier rejection of LyNOS’s application for review of the ruling of 2 July 1998 establishing the amount of its debt to the applicant company on the basis of newly-discovered circumstances and had remitted that request for fresh examination.
108. The applicant company disagreed. It noted that the above-mentioned application lodged by LyNOS had been allowed by the HAC’s judgment of 27 June 2001, which the applicant company had challenged before the higher courts in compliance with commercial procedure legislation. It maintained that the final domestic decision had therefore been the ruling of the Supreme Court of 26 December 2002. Accordingly, the applicant company considered that its application, which had been lodged on 23 June 2003, had been brought in compliance with the six-month time-limit.
109. The Court notes at the outset that, although the Government raised this objection in respect of the general admissibility of the application, it is in fact confined to challenging the applicant company’s compliance with the six-month time-limit only insofar as it concerns the review of the HAC’s ruling of 2 July 1998 on the basis of newly-discovered circumstances.
110. In its case-law, the Court has viewed the quashing of a final judgment as an instantaneous act, which does not create a continuing situation, even if it entails the reopening of proceedings (see, for well-established authority, Voloshchuk v. Ukraine (dec.), no. 51394/99, 14 October 2003, and Sardin v. Russia (dec.), no. 69582/01, ECHR 2004-II). In the absence of an effective remedy, the Court has considered the very act of quashing of a final judgment to trigger the start of the six-month time-limit for lodging a related complaint with the Court (ibid.).
111. Turning to the present case, the Court discerns particular circumstances which make it distinguishable from the cases cited above, as well as from the numerous other comparable cases (see, for example, The Mrevli Foundation v. Georgia (dec.), no. 25491/04, 5 May 2009; Nosov v. Russia (dec.), no. 30877/02, 20 October 2005; and Sitokhova v. Russia (dec.), no. 55609/00, 2 September 2004).
112. Certain particularities of the relevant legislation governing Ukrainian commercial arbitration procedure in force at the material time are noteworthy. Thus, unlike in civil procedure – where the courts are required to deliver a separate decision granting or rejecting a request for the reopening of a case on the basis of newly-discovered circumstances, such a decision not being amenable to appeal (for the relevant legal provisions and an analysis of them see the Voloshchuk decision, cited above) – the arbitration procedure in Ukraine does not envisage such a separate procedural decision. Following the examination of a request for reopening of a case on the basis of newly-discovered circumstances, a court has the following options: to uphold the judgment (decision) which the claimant has sought to have reviewed; to quash it; or to amend it. The court’s decision in the matter may then be challenged in accordance with standard procedures (see paragraph 94 above).
113. The Court notes that, in the present case, LyNOS’s application for review of the HAC’s ruling of 2 July 1998 on the basis of newly-discovered circumstances was initially unsuccessful. Thus, on 19 September 2000 the HAC found that there had in fact been no newly-discovered circumstances. It did not, however, reject the application for review, but rather upheld the challenged ruling of 2 July 1998 (see paragraph 69 above). Strictly speaking, the HAC had already examined the merits of the case by doing so. Later on, that decision was quashed and the application for review was remitted for fresh examination (see paragraph 72 above). As a result, on 27 June 2001 the HAC, acting as a court of first instance, changed its ruling of 2 July 1998 by a decision which the applicant company was able to and did challenge before the higher courts (see paragraphs 76-78, 80, 82-83 and 85 above).
114. Bearing in mind the above, the Court considers that the date upon which the final ruling of 2 July 1998 was quashed, triggering the running of the six-month time-limit, would not have been apparent for the applicant company under the circumstances: technically, the period could have commenced as early as on 19 September 2000 (when the initial ruling was upheld); or on 26 December 2000 – as submitted by the Government – when the decision of 19 September 2000 was quashed; on 27 June 2001 – when the HAC modified the ruling of 2 July 1998 in the light of the newly-discovered circumstances referred to by LyNOS; or, finally, on 26 December 2002 – when the Supreme Court upheld the aforementioned judgment of 27 June 2001 by a final ruling.
115. The Court will examine all these possibilities.
116. As to the failure to complain to the Court about the review of the ruling of 2 July 1998 resulting in its being upheld by the decision of 19 September 2000, the applicant company can hardly be reproached for this, given that the outcome was in its favour.
117. Furthermore, contrary to the Government’s assertions, the outcome of the application for review was yet to be determined following the decision of 26 December 2000 remitting the application for fresh examination. Accordingly, the ruling of 2 July 1998 cannot be regarded as having been quashed on that date.
118. The Court also observes that on 27 June 2001 the HAC, sitting as a court of first instance, modified the ruling of 2 July 1998, to the detriment of the applicant company, in allowing LyNOS’s application for review. It is noteworthy that: it was the only judicial decision regarding the application for review that the applicant company found itself confronted with; the decision was on the merits of the case; and it was amenable to an ordinary appeal, which the applicant company resorted to. The applicant company could therefore have hardly been expected to calculate the six-month time-limit for bringing its case to the Court from 27 June 2001.
119. Lastly, the Court notes that, following the legislative amendments which entered in force on 5 July 2001, the applicant company’s appeal was examined by the Donetsk Commercial Court of Appeal (see paragraphs 82 and 95 above). Subsequently, the applicant company appealed in cassation to the HCC (formerly the HAC) and later sought leave from the Supreme Court to bring a further cassation appeal (see paragraphs 83 and 85 above). According to the Court’s case-law, a second appeal in cassation to the Supreme Court was, after 5 July 2001, an effective domestic remedy in commercial proceedings in Ukraine (see the MPP Golub decision, cited above).
120. The Court therefore concludes that, in the specific circumstances of the present case, the applicant company cannot be reproached for calculating the six-month time-limit for complaining to the Court of the allegedly unlawful quashing of the HAC’s final ruling of 2 July 1998 from the date of the Supreme Court’s decision on the case of 26 December 2002.
121. Given that the application was lodged with the Court within six months thereafter, on 23 June 2003, the Court also dismisses this objection of the Government.
3. Otherwise as to the admissibility
122. The Court further notes that this part of the application, insofar as it falls within the Court’s temporal jurisdiction (see paragraphs 101 and 102 above), is neither manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 (a) of the Convention nor inadmissible on any other grounds. It should therefore be declared admissible.
B. Merits
1. Alleged violations of Article 6 § 1 of the Convention
(a) Independence and impartiality of the courts
123. The applicant company maintained that the courts dealing with the insolvency proceedings against LyNOS had not been independent or impartial, given the strong political pressure and the enduring control over the proceedings exerted by various State authorities, which had had a strong interest in their outcome. It referred, in particular, to the correspondence between the high-ranking officials and the courts dealing with the case (or their senior officials), on the one hand, and between LyNOS and those authorities, on the other hand.
124. The Government disagreed, referring to the guarantees of the independence and impartiality of the judiciary enshrined in the Ukrainian Constitution and other laws. While the Government admitted that there had been attempts to influence the proceedings, they insisted that there was no proof that those attempts had in fact had any impact. In support of that submission, the Government referred to the fact that, although the State authorities had sought the termination of the insolvency proceedings since 1998, those proceedings had continued until 2004.
125. The Court reiterates that in order to determine whether a tribunal can be considered “independent” for the purposes of Article 6 § 1 of the Convention, regard must be had, inter alia, to the following criteria: the manner of appointment of its members and their term of office; the existence of safeguards against outside pressures; and whether the tribunal presents an appearance of independence (see, among many other references, Findlay v. the United Kingdom, 25 February 1997, § 73, Reports 1997-I).
126. As regards the question of “impartiality” for the purposes of Article 6 § 1, it is well established in the Court’s case-law that there are two aspects to this requirement, a subjective and an objective one. First, the tribunal must be subjectively impartial, that is, no member of the tribunal should hold any personal prejudice or bias. Personal impartiality is presumed, unless there is evidence to the contrary. Secondly, the tribunal must also be impartial from an objective viewpoint – that is, it must offer sufficient guarantees to exclude any legitimate doubt in this respect (see Kiiskinen v. Finland (dec.), no. 26323/95, ECHR 1999-V (extracts)). More specifically, it must be determined, under the objective test, whether, quite apart from the judges’ personal conduct, there are ascertainable facts which may raise doubts as to their impartiality (see Kleyn and Others v. the Netherlands [GC], nos. 39343/98 et seq., § 191, ECHR 2003-VI).
127. In deciding whether in a given case there is a legitimate reason to fear that these requirements are not met, the standpoint of a party is important but not decisive. What is decisive is whether this fear can be held to be objectively justified (see Kleyn and Others, cited above, § 194).
128. The Court observes that the concepts of independence and objective impartiality are closely linked (see Findlay, cited above, § 73). They are particularly difficult to dissociate, where – like in the present case – the arguments advanced by the applicant to contest both the independence and impartiality of the court are based on the same factual considerations (see also Kleyn and Others, cited above, § 194, and Salov v. Ukraine, no. 65518/01, § 82, ECHR 2005-VIII (extracts)). The Court will therefore examine both these issues together.
129. The Court notes that – as confirmed by documentary evidence – various State authorities did indeed intervene in the judicial proceedings in question on a number of occasions. Moreover, those interventions took place in an open and persistent manner and were often expressly solicited by the applicant company’s adversary.
130. Thus, the case file contains copies of LyNOS’s requests to the First Deputy Speaker and the Speaker of Parliament, as well as the Prime Minister and the President of Ukraine, for intervention in the court proceedings, as well as letters from those officials to the HAC’s President with instructions to quash or reconsider the court’s earlier decisions, to terminate the proceedings, or simply enclosing the relevant request made by LyNOS (see paragraphs 28-29, 34-35, 42, 51, 58, 60 and 74 above). The Court also notes that the HAC’s President responded to some of those letters with reports on the status of the proceedings and with explanations of the measures taken within those proceedings (see paragraphs 43, 56 and 63 above). Furthermore, the Court does not lose sight of the fact that LyNOS explicitly thanked the President of Ukraine for his interventions, which it considered to be successful – noting that “the positive results [were] self-explanatory” (see paragraph 73 above).
131. Although the notion of the separation of powers between the executive and the judiciary has assumed growing importance in the Court’s case-law (see Stafford v. the United Kingdom [GC], no. 46295/99, § 78, ECHR 2002-IV, and Henryk Urban and Ryszard Urban v. Poland, no. 23614/08, § 46, 30 November 2010), neither Article 6 nor any other provision of the Convention requires States to comply with any theoretical constitutional concepts regarding the permissible limits of the interaction between the two branches. The Court must clarify whether in each particular case the requirements of the Convention are met (see Pabla Ky v. Finland, no. 47221/99, § 29, ECHR 2004-V).
132. It is not the Court’s task to analyse the soundness of the relevant constitutional arrangements in Ukraine. The sole question it is faced with is whether, in the circumstances of this case, the domestic courts had the requisite “appearance” of independence, or the requisite “objective” impartiality (see McGonnell v. the United Kingdom, no. 28488/95, § 51, ECHR 2000-II, and Kleyn and Others, cited above, § 193).
133. The Court has already condemned, in the strongest terms, attempts by non-judicial authorities to intervene in court proceedings, considering them to be ipso facto incompatible with the notion of an “independent and impartial tribunal” within the meaning of Article 6 § 1 of the Convention (see Sovtransavto Holding v. Ukraine, no. 48553/99, § 80, ECHR 2002-VII, and Agrotehservis v. Ukraine (dec.), no. 62608/00, 19 October 2004).
134. Similarly to its approach outlined in the Sovtransavto Holding case, cited above (§ 80), the Court finds it to be of no relevance whether the impugned interventions actually affected the course of the proceedings. Coming from the executive and legislative branches of the State, they reveal a lack of respect for the judicial office itself and justify the applicant company’s fears as to the independence and impartiality of the tribunals.
135. The Court is mindful of the fact that the proceedings in question concerned the insolvency of what was at the time the country’s biggest oil refinery and in which the State was the major shareholder (see paragraphs 6 and 45 above). It is therefore natural that they attracted the close attention of the State authorities at the highest level. Those authorities, however, did not confine themselves to passive monitoring of the developments in the court case in the context of their extrajudicial ef

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

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