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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE OF ABDULLAYEV v. RUSSIA

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli:
Numero: 11227/05/2010
Stato: Russia
Data: 2010-02-11 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

PRIMA SEZIONE
CAUSA ABDULLAYEV C. RUSSIA
(Richiesta n. 11227/05)
SENTENZA
STRASBOURG
11 febbraio 2010
Questa sentenza diverrà definitiva nelle circostanze esposte nrll’ Articolo 44 § 2 della Convenzione. Può essere soggetta a revisione editoriale.

Nella causa Abdullayev c. Russia,
La Corte europea dei Diritti umani (Prima Sezione), riunendosi in una Camera, composta da:
Christos Rozakis, Presidente, Anatoly Kovler, Khanlar Hajiyev, Dean Spielmann, Sverre Erik Jebens, Giorgio Malinverni, Giorgio Nicolaou, giudici,
e Søren Nielsen, Cancelliere di Sezione,
Avendo deliberato in privato il 21 gennaio 2010,
Consegna la seguente sentenza che fu adottata in quella data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da una richiesta (n. 11227/05) contro la Federazione russa depositata presso la Corte sotto l’Articolo 34 della Convenzione per la Protezione dei Diritti umani e delle Libertà Fondamentali (“la Convenzione”) da un cittadino russo, il Sig. M. G. A. (“il richiedente”), il 22 marzo 2005.
2. Il richiedente fu rappresentato dal Sig. M.A. B., un avvocato che pratica a Mosca. Il Governo russo (“il Governo”) fu rappresentato dalla Sig.ra V. Milinchuk, Rappresentante precedente della Federazione russa alla Corte europea dei Diritti umani.
3. Il 18 maggio 2007 il Presidente della prima Sezione decise di dare avviso della richiesta al Governo. Fu deciso anche di esaminare i meriti della richiesta allo stesso tempo della sua ammissibilità (Articolo 29 § 3).
I FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLA CAUSA
4. Il richiedente nacque nel 1948 e vive a Makhachkala.
5. Nel 2000 lui comprò una parte di un alloggio da un certo Y. che Il comproprietario dell’alloggio, G. ha introdotto un’azione di corte contro il richiedente per annullamento dell’accordo, per motivi che lei (G.), pur avendo un diritto di prelazione, non era stata informata in anticipo dell’accordo in conformità col diritto nazionale.
6. Il 18 febbraio 2004 la Corte distrettuale di Leninskiy di Makhachkala sostenne a favore di G., trasferì a lei i diritti di proprietà sulla parte dell’alloggio del richiedente e l’obbligò a rimborsare al richiedente il suo valore.
7. Il3 marzo 2004 Y. Di un co-imputato ai procedimenti insieme al richiedente, fece appello contro la sentenza. Il 16 marzo 2004 il richiedente si unì al ricorso.
8. Il 2 aprile 2004 la Corte Suprema della Repubblica di Dagestan annullò la sentenza del 18 febbraio 2004 su ricorso e respinse l’ azione di G. .
9. Il 2 luglio 2004 G. depositò una richiesta per revisione direttiva della sentenza di ricorso del 2 aprile 2004 presso la Corte Suprema della Repubblica di Dagestan.
10. Il 16 settembre 2004 il Presidente della Corte Suprema della Repubblica di Dagestan trasferì la causa al suo Presidium.
11. Il 23 settembre 2004 il Presidium della Corte Suprema della Repubblica di Dagestan annullò la sentenza di ricorso del 2 aprile 2004 per valutazione sbagliata delle prove e sostenne la sentenza del 18 febbraio 2004.
12. Il richiedente presenta di non essere stato informato debitamente della data e dell’orario dell’udienza di fronte al Presidium e perciò non aveva potuto presenziarla. Il rappresentante dell’altra parte era presente e fece delle osservazioni.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
13. Il diritto nazionale attinente che disciplina la procedura di revisione direttiva al tempo attinente è riassunto nella sentenza della Corte nella causa Sobelin ed Altri (vedere Sobelin ed Altri c. Russia, N. 30672/03, et seq., §§ 33-42, 3 maggio 2007).
LA LEGGE
I. VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ ARTICOLO 6 § 1 DELLA CONVENZIONE E DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N.RO 1
14. Il richiedente si lamentò sotto l’Articolo 6 della Convenzione e sotto l’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 che la sentenza di ricorso del 2 aprile 2004 era stata annullata tramite revisione direttiva il 23 settembre 2004 e che l’udienza della revisione direttiva era stata ingiusta perché lui non era stato informato di questa e perciò non era stato in grado presenziarla. Nelle parti attinenti, questi Articoli recitano come segue:
Articolo 6 § 1
“ Nella determinazione dei suoi diritti civili ed obblighi… ognuno è abilitato ad un’udienza corretta… all’interno di un termine ragionevole…da[un] tribunale …”
Articolo 1 di Protocollo N.ro 1
““Ogni persona fisica o giuridica è abilitata al godimento pacifico delle sue proprietà. Nessuno sarà privato delle sue proprietà eccetto che nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali di diritto internazionale.[…]”
A. Ammissibilità
15. Il Governo asserì che il richiedente non era riuscito ad esaurire tutte le vie di ricorso nazionali siccome lui non aveva depositato un ricorso contro la sentenza di prima istanza presa contro lui. Questo ricorso fu depositato dal negoziante Y. che era un co-imputato ai procedimenti insieme al richiedente.
16. La Corte osserva che il 16 marzo 2004 il richiedente si unì al ricorso di Y. (vedere paragrafo 8). In qualsiasi caso, l’insuccesso addotto nel fare appello contro la sentenza di prima -istanza sarebbe irrilevante per la questione considerata nella presente causa che è una revisione direttiva della sentenza della corte di seconda istanza.
17. La Corte conclude che l’azione di reclamo non è manifestamente mal-fondata all’interno del significato dell’ Articolo 35 § 3 della Convenzione. Nota inoltre che non è inammissibile per qualsiasi altro motivo. Deve essere dichiarata perciò ammissibile.
B. Meriti
1. Articolo 6 della Convenzione
(a) revisione Direttiva: certezza legale
18. Il Governo dibatté che la revisione direttiva era stata compatibile con la Convenzione poiché fu tesa a correggere un errore giudiziale fondamentale, poiché la richiesta per revisione direttiva era stata depositata da una parte ai procedimenti e poiché era stata depositata, e la causa revisionata, entro un periodo molto breve di tempo. Asserì anche che al richiedente era stato notificato in modo appropriato dell’orario, della data e del luogo dell’udienza della revisione direttivo. Il richiedente mantenne la sua azione di reclamo.
19. La Corte reitera che nell’interesse della certezza legale richiesta implicitamente dall’ Articolo 6, le sentenze definitive dovrebbero essere lasciate generalmente intatte. Loro possono essere toccate solamente per correggere degli errori fondamentali. La mera possibilità che ci siano due prospettive sullo stessa questioni non è una base per riesame (vedere Ryabykh c. Russia, n. 52854/99, §§ 51-52 ECHR 2003-IX).
20. La Corte reitera inoltre che ha trovato frequentemente violazioni del principio della certezza legale e del diritto ad una corte nei procedimenti di revisione direttiva disciplinata dal Codice di Procedura Civile in vigore dal 2003 (vedere, fra le altre autorità, Sobelin ed Altri, citata sopra, §§ 57-58, e Bodrov c. Russia, n. 17472/04, § 31 del 12 febbraio 2009).
21. Nella presente causa la sentenza di ricorso definitiva e vincolante fu annullata perché il Presidium non era d’accordo con la valutazione resa dalla corte di ricorso il che non è di per sé una circostanza eccezionale che garantisce l’annullamento (vedere Kot c. Russia, n. 20887/03, § 29 del 18 gennaio 2007). C’è stata di conseguenza, una violazione dell’ Articolo 6 § 1 della Convenzione.
(b) revisione Direttiva: problema procedurale
22. La Corte costata che, avendo concluso che c’è stata una violazione del “diritto ad un tribunale” del richiedente proprio a causa dell’uso stesso della procedura di revisione direttiva, non è necessario considerare separatamente se le garanzie procedurali dell’ Articolo 6 della Convenzione furono rispettate durante quei procedimenti (vedere Ryabykh, citata sopra, § 59).
2. Articolo 1 del Protocollo N.ro 1
23. La Corte osserva inoltre che sotto la sentenza di ricorso definitiva il richiedente mantenne il suo titolo sulla parte contestata dell’alloggio. Il suo annullamento in violazione del principio della certezza legale frustrò la fiducia del richiedente in questo. C’è stata anche di conseguenza, una violazione dell’Articolo 1 del Protocollo N.ro 1.
II. L’APPLICAZIONE DELL’ ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
24. L’Articolo 41 della Convenzione prevede:
“Se la Corte costata che c’è stata una violazione della Convenzione o dei Protocolli, e se la legge interna dell’Alta Parte Contraente riguardata permette una riparazione solamente parziale, la Corte può, se necessario, riconoscere una soddisfazione equa alla vittima.”
25. Il richiedente non presentò una rivendicazione per la soddisfazione equa. Di conseguenza, la Corte considera che non c’è nessun bisogno di assegnargli alcuna somma sotto questo capo.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE ALL’UNANIMITA’
1. Dichiara la richiesta ammissibile;
2. Sostiene che c’è stata una violazione dell’ Articolo 6 della Convenzione e dell’ Articolo 1 del Protocollo N.ro 1 a riguardo dell’annullamento tramite revisione direttiva della sentenza di ricorso definitiva a favore del richiedente;
3. Sostiene che non c’è nessun bisogno di esaminare l’azione di reclamo sotto l’Articolo 6 della Convenzione al motivo che il richiedente non è stato informato dell’udienza del 23 settembre 2004.
Fatto in inglese, e notificato per iscritto l’11 febbraio 2010, facendo seguito all’Articolo 77 §§ 2 e 3 dell’Ordinamentodi Corte.
Søren Nielsen Christos Rozakis
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

FIRST SECTION
CASE OF ABDULLAYEV v. RUSSIA
(Application no. 11227/05)
JUDGMENT
STRASBOURG
11 February 2010
This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 § 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Abdullayev v. Russia,
The European Court of Human Rights (First Section), sitting as a Chamber composed of:
Christos Rozakis, President,
Anatoly Kovler,
Khanlar Hajiyev,
Dean Spielmann,
Sverre Erik Jebens,
Giorgio Malinverni,
George Nicolaou, judges,
and Søren Nielsen, Section Registrar,
Having deliberated in private on 21 January 2010,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 11227/05) against the Russian Federation lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (“the Convention”) by a Russian national, Mr M.G. A. (“the applicant”), on 22 March 2005.
2. The applicant was represented by Mr M.A. B., a lawyer practising in Moscow. The Russian Government (“the Government”) were represented by Ms V. Milinchuk, former Representative of the Russian Federation at the European Court of Human Rights.
3. On 18 May 2007 the President of the First Section decided to give notice of the application to the Government. It was also decided to examine the merits of the application at the same time as its admissibility (Article 29 § 3).
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
4. The applicant was born in 1948 and lives in Makhachkala.
5. In 2000 he bought a part of a house from a certain Y. The co-owner of the house, G., brought a court action against the applicant for annulment of the agreement, on the grounds that she (G.), having a pre-emption right, had not been informed about the agreement in advance in accordance with the domestic law.
6. On 18 February 2004 the Leninskiy District Court of Makhachkala held in favour of G., transferred to her the property rights on the applicant’s part of the house and obliged her to reimburse the applicant its value.
7. On 3 March 2004 Y., a co-defendant to the proceedings along with the applicant, appealed against the judgment. On 16 March 2004 the applicant joined the appeal.
8. On 2 April 2004 the Supreme Court of the Republic of Dagestan quashed the judgment of 18 February 2004 on appeal and dismissed G.’s action.
9. On 2 July 2004 G. lodged an application for supervisory review of the appeal judgment of 2 April 2004 with the Supreme Court of the Republic of Dagestan.
10. On 16 September 2004 the President of the Supreme Court of the Republic of Dagestan referred the case to its Presidium.
11. On 23 September 2004 the Presidium of the Supreme Court of the Republic of Dagestan quashed the appeal judgment of 2 April 2004 for wrong assessment of evidence and upheld the judgment of 18 February 2004.
12. The applicant submits that he was not duly informed about the date and the time of the hearing before the Presidium and therefore could not attend it. The other party’s representative was present and made submissions.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
13. The relevant domestic law governing the supervisory review procedure at the material time is summed up in the Court’s judgment in the case of Sobelin and Others (see Sobelin and Others v. Russia, nos. 30672/03, et seq., §§ 33-42, 3 May 2007).
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 6 § 1 OF THE CONVENTION AND OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1
14. The applicant complained under Article 6 of the Convention and under Article 1 of Protocol No. 1 that the appeal judgment of 2 April 2004 had been quashed by way of supervisory review on 23 September 2004 and that the supervisory-review hearing had been unfair because he had not been informed about it and therefore had not been able to attend it. In so far as relevant, these Articles read as follows:
Article 6 § 1
“In the determination of his civil rights and obligations …, everyone is entitled to a fair … hearing … by [a] … tribunal…”
Article 1 of Protocol No. 1
“Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.[…]”
A. Admissibility
15. The Government asserted that the applicant had failed to exhaust all the domestic remedies as he had not lodged an appeal against the judgment of the first instance taken against him. This appeal was lodged by the seller Y., who was a co-defendant to the proceedings along with the applicant.
16. The Court observes that on 16 March 2004 the applicant joined the Y.’s appeal (see paragraph 8). In any event, the alleged failure to appeal against the first-instance judgment would be irrelevant to the matter considered in the present case, which is supervisory review of the judgment of the court of the second instance.
17. The Court concludes that the complaint is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 § 3 of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. Article 6 of the Convention
(a) Supervisory review: legal certainty
18. The Government argued that the supervisory review had been compatible with the Convention since it was aimed to correct a fundamental judicial error, since the application for supervisory review had been lodged by a party to the proceedings and since it had been lodged, and the case reviewed, within a very short period of time. They also asserted that the applicant had been properly notified of the time and place of the supervisory-review hearing. The applicant maintained his complaint.
19. The Court reiterates that for the sake of legal certainty implicitly required by Article 6, final judgments should generally be left intact. They may be disturbed only to correct fundamental errors. The mere possibility of there being two views on the subject is not a ground for re-examination (see Ryabykh v. Russia, no. 52854/99, §§ 51-52, ECHR 2003-IX).
20. The Court further reiterates that it has frequently found violations of the principle of legal certainty and of the right to a court in the supervisory-review proceedings governed by the Code of Civil Procedure in force since 2003 (see, amongst other authorities, Sobelin and Others, cited above, §§ 57-58, and Bodrov v. Russia, no. 17472/04, § 31, 12 February 2009).
21. In the present case the final and binding appeal judgment was quashed because the Presidium disagreed with the assessment made by the appeal court, which is not in itself an exceptional circumstance warranting the quashing (see Kot v. Russia, no. 20887/03, § 29, 18 January 2007). Accordingly, there has been a violation of Article 6 § 1 of the Convention.
(b) Supervisory review: procedural issue
22. The Court finds that, having concluded that there has been an infringement of the applicant’s “right to a court” by the very use of the supervisory review procedure, it is not necessary to consider separately whether the procedural guarantees of Article 6 of the Convention were respected during those proceedings (see Ryabykh, cited above, § 59).
2. Article 1 of Protocol No. 1
23. The Court further observes that under the final appeal judgment the applicant maintained his title to the contested part of the house. Its quashing in breach of the principle of legal certainty frustrated the applicant’s reliance on it. Accordingly, there has also been a violation of Article 1 of Protocol No. 1.
II. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
24. Article 41 of the Convention provides:
“If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.”
25. The applicant did not submit a claim for just satisfaction. Accordingly, the Court considers that there is no call to award him any sum on that account.
FOR THESE REASONS, THE COURT UNANIMOUSLY
1. Declares the application admissible;
2. Holds that there has been a violation of Article 6 of the Convention and of Article 1 of Protocol No. 1 in respect of the quashing by way of supervisory review of the final appeal judgment in the applicant’s favour;
3. Holds that there is no need to examine the complaint under Article 6 of the Convention that the applicant was not informed about the hearing of 23 September 2004.
Done in English, and notified in writing on 11 February 2010, pursuant to Rule 77 §§ 2 and 3 of the Rules of Court.
Søren Nielsen Christos Rozakis
Registrar President

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