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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

CASE EUROMARK METAL DOO V. “THE FORMER YUGOSLAV REPUBLIC OF MACEDONIA”

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41,P1-1
Numero: 68039/14/2018
Stato: Macedonia
Data: 2018-06-14 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusioni:
Violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 – Protezione di propriet? (l’Articolo 1 par?. 1 di Protocollo N.ro 1 – godimento Tranquillo di propriet? Propriet?)
Danno patrimoniale – rivendicazione respinse (Articolo 41 – danno Patrimoniale la soddisfazione Equa)
Danno non-patrimoniale – l’assegnazione (Articolo 41 – danno Non-patrimoniale la soddisfazione Equa)

PRIMA SEZIONE

CAUSA EUROMAK METAL DOO C. EX REPUBBLICA IUGOSLAVA DI MACEDONIA

(Richiesta n. 68039/14)

SENTENZA

STRASBOURG

14 giugno 2018

Questa sentenza diverr? definitivo nelle circostanze esposte fuori in Articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetto a revisione editoriale.

Nella causa di Metallo di Euromak Doo c. la Repubblica iugoslava e precedente del Macedonia,
La Corte europea di Diritti umani (Prima la Sezione), riunendosi che come una Camera, compose di:
Linos-Alexandre Sicilianos, Presidente
Kristina Pardalos,
Ale? Pejchal,
Krzysztof Wojtyczek,
Armen Harutyunyan,
Tim Eicke,
Jovan Ilievski, giudici
ed Abel Campos, Sezione Cancelliere
Avendo deliberato in privato in 22 maggio 2018,
Consegna la sentenza seguente sulla quale fu adottata quel la data:
PROCEDURA
1. La causa nacque da in una richiesta (n. 68039/14) contro la Repubblica iugoslava e precedente del Macedonia depositata con la Corte sotto Articolo 34 della Convenzione per la Protezione di Diritti umani e le Libert? Fondamentali (?la Convenzione?) con OMISSIS, una societ? di limite di responsabilit? col suo posto registrato in Skopje (?la societ? di richiedente?) 16 ottobre 2014. La societ? di richiedente fu rappresentata con OMISSIS, un avvocato che pratica in Skopje. Seguendo l’allontanamento della societ? di richiedente dal registro di societ? 2 febbraio 2017 (veda paragrafo 22 sotto), OMISSIS, come suo risuoli azionisti, indic? il loro interesse nel continuare la richiesta nel suo nome e design? lo stesso consiglio per rappresentarli.
2. Il Governo macedone (?il Governo?) fu rappresentato col loro Agente precedente, il Sig. K. Bogdanov e successivamente col loro Agente presente, il Sig.ra D. Djonova.
3. La societ? di richiedente addusse, in particolare, che aveva avuto le aspettative legittime per ottenere tassa valore-aggiunta (?IVA?) deduzioni dallo Stato. Si lament? che lo Stato era andato a vuoto ad onorare le deduzioni a causa di circostanze oltre il controllo della societ? di richiedente. Si appell? su Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
4. 5 settembre 2016 la richiesta fu comunicata al Governo.
I FATTI
IO. LE CIRCOSTANZE DI LA CAUSA
Sfondo di A. alla causa
5. La societ? di richiedente fu esposta su nel 1998 come una societ? di limite di responsabilit?. I suoi fondatori e risuola azionisti erano OMISSIS. Commerci? in metallo di scarto e per che fine acquist? alluminio di spreco, rame, ferro e gli altri metalli, li tratt? e poi offr? il prodotto per vendita.
6. Il richiedente fu registrato per i fini del Valore Aggiunse Tassa Atto (il ?Act di IVA?) e dichiar? IVA su tutte le fatture emesse. IVA fu dichiarata anche su tutte le fatture entranti. Questo rese possibile s? la societ? di richiedente richiedere le deduzioni di IVA dallo Stato che faceva periodicamente (nella conformit? con gli articoli del ?credito di tassa? il sistema).
B. Vat revisione e procedimenti susseguenti
7. Sino agli eventi susseguenti, la societ? di richiedente stava presentando dichiarazione dei redditi regolare alle autorit? fiscali, notificando lo Stato dei suoi calcoli di IVA, pagamenti e deduzioni. Lo Stato aveva trattato la dichiarazione dei redditi senza indicare qualsiasi male o importi supplementari dovuto da parte della societ? di richiedente.
8. 22 settembre 2009 l’Uffici imposte Ufficio, direzione regionale-Skopje (?,?-?l’IRO?) emesso un ordine per rivedere la societ? di richiedente per i fini di IVA. La revisione ebbe su luogo molti giorni durante i mesi di ottobre e novembre 2009 e prese in considerazione il periodo fra il 2005 e 30 giugno 2009 di 1 gennaio.
9. 6 novembre 2009 un accertamento tributario fu compilato con l’IRO. Fu stabilito che i fornitori della societ? di richiedente furono registrati per i fini di IVA ma alcuni di loro non aveva dichiarato o pag? IVA allo Stato, anche se chiaramente era stato dichiarato nelle fatture spedite alla societ? di richiedente. Che trovando fu basato su pi? prime revisioni di quelle societ? che rimasero senza l’ulteriore specifica. La revisione stabil? inoltre che alcune delle fatture non contennero gli indirizzi dei fornitori. Infine, la revisione fond? che tutte le fatture dai fornitori erano state pagate in pieno con la societ? di richiedente e che IVA era stata dichiarata su tutte le fatture dalla societ? di richiedente. Su conto dei problemi sopra riferito ai fornitori della societ? di richiedente, la revisione concluse, che la societ? di richiedente era andata a vuoto a soddisfare le condizioni necessario trarre profitto dalle deduzioni di IVA s? aveva ricevuto.
10. Appellandosi sull’accertamento tributario condusse pi? primo, 20 novembre 2009 l’IRO emise due decisioni in riguardo del calcolo erroneo di IVA, mentre ordinando la societ? di richiedente per pagare un 3,827,546.00 denars macedone supplementare (MKD, circa 62,000 euros (EUR)) in IVA. Secondo l’IRO, quegli erano gli importi che la societ? di richiedente aveva dedotto illegalmente dai suoi obblighi di tassa durante il periodo 2005-07. Un ricorso depositato contro quelle decisioni non aveva effetto di suspensive.
11. La societ? di richiedente deposit? un ricorso col Ministro di Finanza contro le decisioni di 9 dicembre 2009. Nel ricorso afferm? che aveva soddisfatto tutti i suoi obblighi di IVA che scaturiscono dai fornitori ‘ fattura e che non poteva essere contenuto responsabile per i fornitori gli errori di ‘.
12. 8 febbraio 2010 il Ministro di Finanza respinse il ricorso, mentre reiterando le stesse sentenze e ragionando come nel rendiconto di certificazione.
13. 22 marzo 2010 la societ? di richiedente ricevette un rabbuffo scritto dall’IRO. Il rabbuffo stipul? il pieno importo, incluso interesse essere pagato con la societ? di richiedente. Corrispose a MKD 6,059,124 (circa EUR 100,000).
14. 23 aprile 2010 la societ? di richiedente deposit? un’azione amministrativa con la Corte amministrativa (?).
15. 29 aprile 2010 l’IRO rese impraticabile il conto bancario della societ? di richiedente facendo seguito alle decisioni di pagamento.
16. Con una decisione di 28 marzo 2011 la Corte amministrativa rinvi? la causa al Ministero di Finanza, dopo avendo trovato che la decisione di secondo-istanza era stata emessa con una persona non autorizzata che agisce nel nome del Ministro.
17. In 26 maggio 2011 il Ministero di Finanza respinse di nuovo il ricorso della societ? di richiedente, mentre reiterando le sentenze dalla revisione.
18. 22 luglio 2011 la societ? di richiedente deposit? un’altra azione amministrativa.
19. 1 marzo 2013 la Corte amministrativa respinse l’azione. La parte attinente delle letture di sentenza:
?… le condizioni cumulative per ottenere una deduzione… non fu incontrato. Specificamente, il reddito della societ? di richiedente fu creato con societ? che andarono a vuoto a soddisfare i loro obblighi legali in relazione al pagamento di IVA…
Nelle deliberazioni la corte prese in considerazione le rivendicazioni con l’appellante che ? stato privato erroneamente del diritto per chiedere le deduzioni di IVA perch? gli errori trovati nell’accertamento tributario aveva concernito ad altro [le societ?]… Queste rivendicazioni furono respinte con la corte… inter alia che prende in considerazione che ? negli interessi di ogni contribuente per sapere ed essere consapevole di quelli con chi loro prendono parte negli affari.?
20. 17 settembre 2013 la societ? di richiedente piacque alla Corte amministrativa pi? Alta (?).
21. In una definitivo sentenza di 13 marzo 2014 la Corte amministrativa pi? Alta sostenne le sentenze e conclusioni delle autorit? fiscali e determinato il seguente:
?… [L’appellante di T]he non riusc? ad adempiere le condizioni cumulative prescritte in sezioni 33 e 34 dell’Act di IVA per specificamente ottenere una deduzione di IVA perch? l’afflusso valutario dell’appellante come un contribuente era fatto con gli altri contribuenti che non riuscirono a soddisfare i loro obblighi per dichiarare o pagare tassa.

La corte esamin? l’azione di reclamo che tutti i problemi insoluti nella revisione rifletterono errori commise con terze parti e che l’appellante non dovrebbe essere costretto per sopportare gli obblighi di terze parti… ma li respinse… avendo in mente che ogni contribuente ha un interesse per entrare in relazioni con le altre materie.?
22. 2 febbraio 2017 la societ? di richiedente fu rimossa dal registro di societ? e cess? esistere. Secondo un documento emesso col registro di societ?, fu rimosso in conformit? con sezione 552-B delle Societ? Agisca (?), specificamente per non avere presentato un rendiconto gestionale annuale () alle autorit? per l’anno 2014.
23. Il conto bancario della societ? di richiedente rimasto bloccato con l’IRO fino a 10 aprile 2017, quando fu chiuso. A causa di mancanza di finanziamenti sul conto, l’IRO and? a vuoto a raccogliere qualsiasi soldi dalla societ? di richiedente.
C. gli Altri fatti attinenti
24. 9 dicembre 2011 l’accusa per malavita (?) registr? un’accusa contro molti individui per impresa penale, abuso di ufficio ed evasione fiscale. L’accusa incluse gli individui responsabile per molto, ma non tutti, dei fornitori della societ? di richiedente. Si addusse che gli individui usarono le societ? di fornitore per emettere fatture fasulle che non erano il risultato della vera attivit? commerciale. Le societ? di fornitore come persone giuridiche non furono accusate direttamente. Le corti nazionali trovarono l’accusato colpevole dei reati con una sentenza di 29 marzo 2013 che divenne definitivo 9 gennaio 2014.
II. DIRITTO NAZIONALE ATTINENTE
A. Value-Added Tassa Atto, versione consolidata (?, Ufficiale Pubblica N.ro 177/2014)
25. Sotto sezione 33 dell’Atto, il contribuente ha diritto a ridurre l’IVA che ? obbligato per pagare per un certo periodo di tempo sottraendo da s? l’importo che gi? ? stato pagato su un’operazione con gli altri contribuenti nella catena di approvvigionamento.
26. Sotto sezione 34 dell’Atto, il diritto per ottenere le deduzioni di IVA ? dipendente sul contribuente che ottiene una fattura emesso in conformit? con l’Atto, o una dichiarazione doganale. Il diritto per ottenere una deduzione esiste se tutte le condizioni convenissero in sezione 33 ? incontrato.
B. Societ? Atto (?, Ufficiale Pubblica N.ro 28/2004 con gli ulteriori emendamenti)
27. Sezione 552-un prevede che il Registro Centrale (?) che a turno ? responsabile del registro di societ?, pu? pubblicare sul suo website i dettagli di qualsiasi societ? che ? divenuta inattivo o ha soddisfatto il criterio specificata in sezione 552-B, mentre insorgendo con ci? procedimenti di istanza per il suo allontanamento dal registro. La pubblicazione sul website concede per qualsiasi creditore per agire all’interno del tempo-limite di un anno e procedimenti fallimentari iniziati contro quel la societ?.
28. Sezione 552-B prevede che una societ? pu? essere rimossa dal registro mercantile in conformit? con sezione 552-un se non ? riuscito a presentare un rendiconto gestionale annuale in riguardo dell’anno di affari precedente.
LA LEGGE
IO. Violazione allegato Di Articolo 1 Di Protocollo N.ro 1 A La Convenzione
29. La societ? di richiedente si lament? Articolo 1 di Protocollo sotto N.ro 1 che, nonostante la sua piena ottemperanza coi suoi propri obblighi di IVA, le autorit? nazionali l’avevano spogliato del suo diritto per dedurre il contributo IVA aveva pagato su beni ricevuti, perch? i suoi fornitori erano andati a vuoto ad incontrare loro propria IVA che riporta obblighi. Concedere la deduzione suddetta la societ? di richiedente era stata ordinata ingiustificabilmente inoltre, per pagare il contributo IVA che prima aveva dedotto legalmente, come un risultato del rifiuto, questa volta insieme con interesse. Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 letture siccome segue:
?Ogni naturale o legale persona ? concessa al godimento tranquillo delle sue propriet?. Nessuno sar? privato delle sue propriet? eccetto nell’interesse pubblico e soggetto alle condizioni previste per con legge e coi principi generali di diritto internazionale.
Comunque, le disposizioni precedenti non possono in qualsiasi modo danneggia il diritto di un Stato per eseguire simile leggi come s? ritiene necessario controllare l’uso di propriet? in conformit? con l’interesse generale o garantire il pagamento di tasse o gli altri contributi o sanzioni penali.?
Ammissibilit? di A.
1. Personae di ratione di incompatibilit?
(un) Le parti le osservazioni di ‘
30. Il Governo esort? la Corte a respingere la richiesta come ratione personae inammissibile su conto del fatto che la societ? di richiedente aveva cessato esistere. Loro presentarono che dovendo all’allontanamento della societ? di richiedente dal registro di societ?, l’ordine per pagare la tassa non era pi? esecutivo e c’era pi? qualsiasi minaccia di esecuzione. Inoltre, la societ? di richiedente era consapevole che i procedimenti per il suo allontanamento dal registro di societ? erano in corso, ma non era riuscito a notificare la Corte. In oltre, il Governo obiett? che la cessazione degli esercizi d’impresa della societ? di richiedente era non correlata all’accertamento tributario o gli ordini di tassa che conseguono.
31. La societ? di richiedente present? che aveva cessato davvero i suoi esercizi d’impresa dal momento il suo conto bancario era stato bloccato. Su conto del blocco summenzionato, era stato incapace per perseguire qualsiasi gli ulteriori esercizi d’impresa, e come una conseguenza, aveva cessato davvero esistere come di 2 febbraio 2017. Comunque, nella sua prospettiva che non ha impedito alla Corte dell’analizzare inoltre la causa come i due azionisti, Sig.ra ed il Sig. Pavlovski, era il risuoli azionisti della societ? di richiedente e loro avevano un interesse legittimo nell’intraprendere la causa.
(b) la valutazione di La Corte
32. La Corte osserva che la societ? di richiedente esist? al tempo la richiesta fu introdotta, che ? 16 ottobre 2014, e che cess? esistere 2 febbraio 2017. La Corte nota inoltre che la societ? era un affari di famiglia di Mega ed il Sig. Pavlovski che erano suo risuoli fondatori e risuoli azionisti al tempo dell’introduzione della richiesta e sulla data del suo allontanamento dal registro di societ?. La Corte osserva anche che la violazione allegato di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 nella causa presente concerne l’accertamento tributario, e che i procedimenti tassa-relativi comportano primariamente una rivendicazione patrimoniale Mega toccanti e gli interessi patrimoniali dei Sig. Pavlovski come il risuoli azionisti della societ? in oggetto.
33. Di conseguenza, la Corte nota che anche se, in termini nazionali, gli obblighi della societ? di richiedente e rivendicazioni furono estinte formalmente dopo il suo allontanamento dal registro di societ?, la controversia di fronte alla Corte sotto la Convenzione rimane irresoluta, e Sig.ra ed il Sig. Pavlovski che hanno espresso il loro desiderio per continuare coi procedimenti di fronte alla Corte hanno un interesse legittimo nell’ottenere una definitivo determinazione di che causa della Corte (veda, per istanza, Uniya OOO e Belcourt Trading la Societ? c. la Russia, N. 4437/03 e 13290/03, ? 263, 19 giugno 2014 con gli ulteriori riferimenti). L’eccezione del Governo deve essere respinta perci?.
2. La non-esaurimento di via di ricorso nazionali
(un) Le parti le osservazioni di ‘
34. Il Governo propose che la Corte dovrebbe respingere la richiesta su conto della non-esaurimento di via di ricorso nazionali, poich? la societ? di richiedente era andata a vuoto a congiungere i procedimenti penali contro i suoi fornitori, o depositare una rivendicazione civile che cerca di recuperare da quelle stesse societ? gli importi era stato accusato.
35. La societ? di richiedente respinse quelle rivendicazioni, mentre afferm? che i procedimenti penali erano stati diretti contro persone fisiche, la maggior parte di chi non era affonda anche o direttori delle societ? che erano i suoi fornitori. Inoltre, facendo seguito agli ordini di IVA, la societ? di richiedente non aveva pagato infine, qualsiasi gli importi, cos? non c’era nessun importo effettivo per essere chiesto da quelle parti.
(b) la valutazione di La Corte
36. La Corte prima reitererebbe che quando c’? un numero di via di ricorso nazionali che pu? intraprendere un richiedente, che persona ? concessa per scegliere una via di ricorso che rivolge suo o il suo danno essenziale. Nelle altre parole, quando una via di ricorso ? stata intrapresa, uso di un’altra via di ricorso che essenzialmente ha lo stesso obiettivo non ? richiesto (veda, per istanza, Popovski c. la Repubblica iugoslava e precedente del Macedonia, n. 12316/07, ? 80 31 ottobre 2013). Inoltre, l’articolo dell’esaurimento di via di ricorso nazionali contenne in Articolo che 35 ? 1 della Convenzione deve essere fatto domanda per riflettere le realt? pratiche della posizione del richiedente per assicurare la protezione effettiva dei diritti e le libert? garantito con la Convenzione (veda Hilal c. il Regno Unito (il dec.), n. 45276/99, 8 febbraio 2000).
37. Nella causa presente, la Corte nota, che la societ? di richiedente piacque contro l’accertamento tributario cos? come le decisioni che l’ordinano per pagare soprattassa, present? i suoi argomenti di fronte alle autorit? fiscali nazionali e corti amministrative, e li riconobbe l’opportunit? di ostacolando o mettere diritto la violazione allegato di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
38. Nell’opinione della Corte, non era necessario per la societ? di richiedente, oltre ai procedimenti di tassa amministrativi intraprendere le altre via di ricorso riguardo alla stessa questione. In prospettiva del sopra, la Corte conclude, che la societ? di richiedente esaur? le via di ricorso nazionali e disponibili in riguardo dell’azione di reclamo presentato alla Corte.
3. Conclusione
39. La Corte nota che la richiesta non ? mal-fondata manifestamente all’interno del significato di Articolo 35 ? 3 (un) della Convenzione. Nota inoltre che non ? inammissibile su qualsiasi gli altri motivi. Deve essere dichiarato perci? ammissibile.
B. Merits
1. Le parti gli argomenti di ‘
40. La societ? di richiedente afferm? che era stato accusato con importi supplementari di tassa. Queste erano le deduzioni di IVA che aveva reso legalmente di passato. La societ? di richiedente aveva soddisfatto tutti i suoi propri obblighi di tassa ed aveva avuto nessun obbligo o l’opportunit? di sapere se i suoi fornitori avevano soddisfatto i loro obblighi di IVA, o influenzare le loro azioni in questo riguardo in qualsiasi il modo. L’interferenza con le sue propriet? non era stata legale, e castigando la societ? di richiedente con accusandogli IVA supplementare aveva messo un carico sproporzionato su s?. Infine, la societ? di richiedente afferm? che le circostanze della causa erano simili a quelli nella causa di ?Bulves? Ad c. la Bulgaria (n. 3991/03, 22 gennaio 2009) e che la Corte dovrebbe trovare perci? una violazione.
41. Il Governo afferm? che nella causa presente non poteva essere detto che c’era stato qualsiasi interferenza dello Stato perch? la societ? di richiedente non aveva pagato mai davvero gli importi era stato accusato. Inoltre, loro affermarono che anche se interferenza fu trovata esistere, era stato proporzionato. In prospettiva del margine ampio dello Stato della valutazione, la societ? di richiedente era stata obbligata per dividere la responsabilit? per le attivit? penali dei suoi fornitori che aveva sostenuto con acconsentendo usare ed appellarsi su fatture, emise con loro. Infine, loro presentarono che in prospettiva del margine ampio dello Stato della valutazione, il fatto che la tassa dovuta ancora non era stata raccolta con lo Stato costitu? ragione sufficiente di rendere differente questa causa dalla causa di ?Bulves? Ad (cit? sopra).
2. La valutazione della Corte
(un) principi di Generale
42. La Corte nota che la causa presente incorre essere esaminata sotto il secondo paragrafo di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione, come l’interferenza in pericolo chiaramente fu mirato a ?garantendo il pagamento di tasse.” In questo riguardo, la Corte reitera, che bench? lo Stato abbia un margine ampio della valutazione nel campo di tassazione, un’istanza di interferenza deve prevedere un ?equilibrio equo? fra le richieste dell’interesse generale della comunit? ed i requisiti della protezione dei diritti essenziali dell’individuo (veda Gasus l’und di Dosier F?rdertechnik GmbH c. i Paesi Bassi, 23 febbraio 1995, ?? 59-60 la Serie Un n. 306 B e Khodorkovskiy e Lebedev c. la Russia, N. 11082/06 e 13772/05, ? 870 25 luglio 2013).
(b) la Richiesta alla causa presente
43. La Corte nota all’inizio che c’? senza dubbio che il diritto della societ? di richiedente per chiedere una deduzione corrisposta almeno ad un ?l’aspettativa legittima? di ottenere godimento effettivo di un diritto di propriet? che corrisponde ad un ?la propriet?? all’interno del significato della prima frase di Articolo 1 (veda ?Bulves? Ad, citato sopra, ? 57). Nota anche che l’accertamento tributario in riguardo della societ? di richiedente (veda paragrafo 9 sopra) costitu? un’interferenza con le sue propriet? (veda Khodorkovskiy e Lebedev c. la Russia, citato sopra, ? 873).
44. Nella causa in questione, la Corte osserva che la societ? di richiedente dichiar? IVA su tutte le fatture che aveva emesso (veda paragrafo 6 sopra). Si attenne altrimenti con tutti i suoi obblighi di IVA pagando IVA allo Stato ed ottenendo rimborsi sulla base di fatture dai suoi fornitori dove IVA era stata dichiarata. Questo trova appoggio nel fatto che per anni, la societ? di richiedente aveva presentato dichiarazione dei redditi allo Stato che li aveva trattati senza rendere qualsiasi thereon dei commenti (veda paragrafo 7 sopra). Le conclusioni disegnate in riguardo dei fornitori della societ? di richiedente (vale a dire, che loro non erano riusciti a dichiarare o pagare tassa allo Stato) fu basato su pi? primi esami fiscali condotti in riguardo di quelle societ? che non erano state rese disponibile alla societ? di richiedente (veda paragrafo 9 sopra). La Corte nota perci? che la societ? di richiedente non aveva, e non poteva avere, conoscenza di se i suoi fornitori avevano soddisfatto i loro obblighi di IVA; n? si addusse che aveva partecipato in qualsiasi attivit? penali perpetrate con loro, se qualsiasi.
45. La Corte nota che nella causa di ?Bulves? Ad (cit? sopra) trov? una violazione del diritto della societ? di richiedente a godimento tranquillo delle sue propriet? sotto circostanze simili. Concluse siccome segue:
?71. In considerazione dell’opportuno ed il pieno pagamento con la societ? di richiedente della sua IVA che riporta obblighi, la sua incapacit? per garantire ottemperanza col suo fornitore con la sua IVA che riporta obblighi ed il fatto che non c’era frode in relazione al sistema di IVA del quale la societ? di richiedente aveva conoscenza o i mezzi di ottenere simile conoscenza, i costatazione di Corte che i secondi non sarebbero dovuti essere costretti a sopportare le piene conseguenze dell’insuccesso del suo fornitore per assolvere la sua IVA che riporta obblighi in maniera opportuna con essendo rifiutato il diritto per dedurre il contributo IVA e, di conseguenza, essendo ordinato per pagare l’IVA una seconda volta, pi? l’interesse. La Corte considera che questo corrispose ad un carico individuale ed eccessivo sulla societ? di richiedente che sconvolse l’equilibrio equo che deve essere sostenuto fra le richieste dell’interesse generale della comunit? ed i requisiti della protezione del diritto di propriet?.?
46. In queste circostanze, i costatazione di Corte che le stesse considerazioni sono a portata di mano applicabili nella causa.
47. La Corte nota che la differenza attinente e sola fra la causa presente ed il ?Bulves? Ad causa ? il fatto che nella causa presente la societ? di richiedente non stabil? i suoi obblighi verso lo scaturire Statale dalle decisioni contestate (veda paragrafo 9 sopra). In questo collegamento la Corte nota che il conto bancario della societ? di richiedente fu bloccato facendo seguito alla tassa-valutazione contestata ordina e cess? infine esistere, mentre facendolo obiettivamente cos? impossibile per s? soddisfare i suoi obblighi sotto quegli ordini. In queste circostanze, determinato che c’? senza dubbio che l’accertamento tributario contestato colp? i diritti di propriet? della societ? di richiedente, questa differenza non ha un portante decisivo sulla valutazione della Corte sotto Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 (compari Centre dell’Appoggio degli Affari c. la Bulgaria, n. 6689/03, ? 23 18 marzo 2010).
48. Inoltre, in finora come la possibilit? per la societ? di richiedente depositare una rivendicazione civile contro i suoi fornitori, siccome suggerito col Governo (veda paragrafo 34 sopra), sarebbe di un’importanza per la valutazione di proporzionalit? della Corte (veda Sulejmani c. la Repubblica iugoslava e precedente del Macedonia, n. 74681/11, ? 41 28 aprile 2016), la Corte nota che nel contesto dei procedimenti amministrativi le autorit? nazionali non suggerirono mai che questa era una possibilit? aperto alla societ? di richiedente alleviare il carico finanziario messo su s?. In questo collegamento, ? notato anche, che il Governo and? a vuoto a mostrare che una rivendicazione civile sarebbe stata una via di ricorso effettiva e disponibile al tempo attinente (veda ?Bulves? Ad, citato sopra, ? 50, e mutatis mutandis Andonoski c. la Repubblica iugoslava e precedente del Macedonia, n. 16225/08, ? 39 17 settembre 2015). Le stesse considerazioni fanno domanda come riguardi la possibilit? che la societ? di richiedente avrebbe dovuto congiungere i procedimenti penali siccome suggerito col Governo (veda paragrafo 34 sopra).
49. In conclusione, il Governo non ha fissato in avanti, qualsiasi fatto o argomento capace di persuadere la Corte a giungere ad una conclusione diversa nella causa presente da che nella causa di ?Bulves? Ad (cit? sopra).
50. Questo ? sufficiente per la Corte per concludere che c’? stata una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1.
II. La richiesta Di Articolo 41 Di La Convenzione
51. Articolo 41 della Convenzione prevede:
?Se i costatazione di Corte che c’? stata una violazione della Convenzione o i Protocolli inoltre, e se la legge interna della Parte Contraente ed Alta riguardasse permette a riparazione solamente parziale di essere resa, la Corte pu?, se necessario, riconosca la soddisfazione equa alla vittima.?
A. Damage
1. Le parti gli argomenti di ‘
52. La societ? di richiedente chiese 111,816 euros (EUR) in riguardo di danno patrimoniale. L’importo costituito il profitto s? guadagnerebbe dall’il periodo dopo che il suo conto bancario era stato bloccato sino al suo allontanamento dal registro di societ?, insieme con le perdite incorse in durante lo stesso periodo. In oltre, il direttore della societ?, il Sig. Pavlovski, EUR 19,590 chiesto in riguardo dello stesso periodo che rappresenta guadagni perduti e benefici. In riguardo di danno non-patrimoniale, la societ? di richiedente chiese EUR 500,000.
53. Il Governo contest? tutti gli importi richiesti come eccessivo e non comprovato.
2. La valutazione della Corte
54. La Corte non discerne qualsiasi collegamento causale fra la violazione fond? ed il danno patrimoniale addusse con la societ? di richiedente ed il Sig. Pavlovski. Ricorda che la violazione trovata non riguarda l’allontanamento della societ? di richiedente dal registro di societ? o la perdita di guadagni col direttore della societ?. Effettivamente, solamente il carico individuale ed eccessivo che la societ? di richiedente dovuta per nascere dovuto alla valutazione impropria dei suoi obblighi di IVA era in pericolo di fronte a questa Corte. La Corte respinge perci? sia chiede sotto questo capo.
55. In riguardo dell’importo chiesto sotto il capo di danno non-patrimoniale, ed avendo riguardo ad alla sua causa-legge (veda Centro Europa 7 S.r.l. e Di Stefano c. l’Italia [GC], n. 38433/09, ? 221, ECHR 2012, ed il Ruby Hotels di Rock Ltd c. la Turchia (soddisfazione equa), n. 46159/99, ? 36 26 ottobre 2010), la Corte considera, mentre decidendo su una base equa che un’assegnazione di EUR 4,000 dovrebbe essere resa. Questo importo sar? pagato a Mega ed il Sig. Pavlovski, come il risuoli azionisti della societ? di richiedente (veda, mutatis mutandis, Sinodo Santo della Chiesa Ortodossa bulgara (Inokentiy Metropolitano) ed Altri c. la Bulgaria, N. 412/03 e 35677/04, ? 39 22 gennaio 2009).
Costi di B. e spese
56. La societ? di richiedente chiese EUR 3,184 per i costi e spese incorse in di fronte alla Corte. Sig.ra ed il Sig. Pavlovski, come la societ? di richiedente risuoli azionisti al tempo del suo allontanamento dal registro di societ?, richiese che qualsiasi corrisponde sotto questo capo sia pagato e trasfer? a loro.
57. Il Governo contest? la rivendicazione come eccessivo.
58. Secondo la causa-legge della Corte, un richiedente ? concesso solamente finora al rimborso di costi e spese in come s? ? stato mostrato che questi davvero e necessariamente sono stati incorsi in e sono stati ragionevoli come ad un quantum. Al giorno d’oggi la causa, riguardo ad essere aveva ai documenti nella sua propriet? ed il criterio sopra, la Corte lo considera ragionevole assegnare 1,500 costi di copertura la somma di EUR sotto tutti i capi. In prospettiva del fatto che la societ? di richiedente ha cessato esistere, questo importo dovrebbe essere pagato in pieno e dovrebbe essere trasferito ai suoi azionisti, Sig.ra ed il Sig. Pavlovski.
Interesse di mora di C.
59. La Corte lo considera appropriato che il tasso di interesse di mora dovrebbe essere basato sul tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea a che dovrebbe essere aggiunto tre punti di percentuale.
PER QUESTE RAGIONI, LA CORTE, UNANIMAMENTE
1. Decide che gli azionisti della societ? di richiedente, OMISSIS hanno standi della localit? nei procedimenti;

2. Dichiara la richiesta ammissibile;

3. Sostiene che c’? stata una violazione di Articolo 1 di Protocollo N.ro 1 alla Convenzione;

4. Sostiene,
(un) che lo Stato rispondente ? pagare gli azionisti della societ? di richiedente, entro tre mesi dalla data sulla quale la sentenza diviene definitivo in conformit? con Articolo 44 ? 2 della Convenzione gli importi seguenti, essere convertito in Denars macedone al tasso applicabile alla data di accordo:
(i) EUR 4,000 (quattro mila euros), pi? qualsiasi tassa che pu? essere addebitabile, in riguardo di danno non-patrimoniale;
(l’ii) EUR 1,500 (milli cinquecento euros), pi? qualsiasi tassa che pu? essere a carico del richiedente, in riguardo di costi e spese;
(b) che dalla scadenza dei tre mesi summenzionati sino ad accordo il semplice interesse sar? pagabile sugli importi sopra ad un tasso uguale al tasso di prestito marginale della Banca Centrale europea durante il periodo predefinito, pi? tre punti di percentuale;

5. Respinge il resto della rivendicazione del richiedente per la soddisfazione equa.
Fatto in inglesi, e notific? per iscritto 14 giugno 2018, facendo seguito Decidere 77 ?? 2 e 3 degli Articoli di Corte.
Abel Campos Linos-Alexandre Sicilianos
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

Conclusions:
Violation of Article 1 of Protocol No. 1 – Protection of property (Article 1 para. 1 of Protocol No. 1 – Peaceful enjoyment of possessions Possessions)
Pecuniary damage – claim dismissed (Article 41 – Pecuniary damage Just satisfaction)
Non-pecuniary damage – award (Article 41 – Non-pecuniary damage Just satisfaction)

FIRST SECTION

CASE OF EUROMAK METAL DOO v. THE FORMER YUGOSLAV REPUBLIC OF MACEDONIA

(Application no. 68039/14)

JUDGMENT

STRASBOURG

14 June 2018

This judgment will become final in the circumstances set out in Article 44 ? 2 of the Convention. It may be subject to editorial revision.

In the case of Euromak Metal Doo v. the former Yugoslav Republic of Macedonia,
The European Court of Human Rights (First Section), sitting as a Chamber composed of:
Linos-Alexandre Sicilianos, President,
Kristina Pardalos,
Ale? Pejchal,
Krzysztof Wojtyczek,
Armen Harutyunyan,
Tim Eicke,
Jovan Ilievski, judges,
and Abel Campos, Section Registrar,
Having deliberated in private on 22 May 2018,
Delivers the following judgment, which was adopted on that date:
PROCEDURE
1. The case originated in an application (no. 68039/14) against the former Yugoslav Republic of Macedonia lodged with the Court under Article 34 of the Convention for the Protection of Human Rights and Fundamental Freedoms (?the Convention?) by OMISSIS, a limited liability company with its registered seat in Skopje (?the applicant company?) on 16 October 2014. The applicant company was represented by OMISSIS, a lawyer practising in Skopje. Following the removal of the applicant company from the register of companies on 2 February 2017 (see paragraph 22 below), OMISSIS, as its sole shareholders, indicated their interest in continuing the application in its name and designated the same counsel to represent them.
2. The Macedonian Government (?the Government?) were represented by their former Agent, Mr K. Bogdanov, and subsequently by their present Agent, Ms D. Djonova.
3. The applicant company alleged, in particular, that it had had legitimate expectations to obtain value-added tax (?VAT?) deductions from the State. It complained that the State had failed to honour the deductions due to circumstances beyond the applicant company?s control. It relied on Article 1 of Protocol No. 1.
4. On 5 September 2016 the application was communicated to the Government.
THE FACTS
I. THE CIRCUMSTANCES OF THE CASE
A. Background to the case
5. The applicant company was set up in 1998 as a limited liability company. Its founders and sole shareholders were OMISSIS. It traded in scrap metal and for that purpose it purchased waste aluminium, copper, iron and other metals, processed them and then offered the product for sale.
6. The applicant was registered for the purposes of the Value Added Tax Act (the ?VAT Act?) and declared VAT on all invoices issued. VAT was also declared on all incoming invoices. This made it possible for the applicant company periodically to request VAT deductions from the State, which it did (in accordance with the rules of the ?tax credit? system).
B. VAT audit and subsequent proceedings
7. Until the subsequent events, the applicant company had been submitting regular tax returns to the tax authorities, notifying the State of its VAT calculations, payments and deductions. The State had processed the tax returns without indicating any wrongdoing or additional amounts due on the part of the applicant company.
8. On 22 September 2009 the Internal Revenues Office, regional directorate ? Skopje (?????? ?? ????? ???????, ?????????? ????????? ?????? ? ?the IRO?) issued an order to audit the applicant company for the purposes of VAT. The audit took place over several days during the months of October and November 2009 and took into account the period between 1 January 2005 and 30 June 2009.
9. On 6 November 2009 a tax assessment was compiled by the IRO. It was established that the applicant company?s suppliers were registered for the purposes of VAT but some of them had not declared or paid VAT to the State, even though it had clearly been declared in the invoices sent to the applicant company. That finding was based on earlier audits of those companies, which remained without further specification. The audit further established that some of the invoices did not contain the addresses of the suppliers. Lastly, the audit found that all invoices from the suppliers had been paid in full by the applicant company and that VAT had been declared on all invoices from the applicant company. On account of the above issues related to the applicant company?s suppliers, the audit concluded that the applicant company had failed to meet the conditions necessary to benefit from the VAT deductions it had received.
10. Relying on the tax assessment conducted earlier, on 20 November 2009 the IRO issued two decisions in respect of erroneous calculation of VAT, ordering the applicant company to pay an additional 3,827,546.00 Macedonian denars (MKD, around 62,000 euros (EUR)) in VAT. According to the IRO, those were the amounts the applicant company had unlawfully deducted from its tax obligations during the period 2005-07. An appeal lodged against those decisions had no suspensive effect.
11. The applicant company lodged an appeal with the Minister of Finance against the decisions of 9 December 2009. In the appeal it stated that it had met all of its VAT obligations stemming from the suppliers? invoices and that it could not be held responsible for the suppliers? mistakes.
12. On 8 February 2010 the Minister of Finance dismissed the appeal, reiterating the same findings and reasoning as in the audit report.
13. On 22 March 2010 the applicant company received a written reprimand from the IRO. The reprimand stipulated the full amount, including interest, to be paid by the applicant company. It amounted to MKD 6,059,124 (around EUR 100,000).
14. On 23 April 2010 the applicant company lodged an administrative action with the Administrative Court (??????? ???).
15. On 29 April 2010 the IRO blocked the applicant company?s bank account pursuant to the payment decisions.
16. By a decision of 28 March 2011 the Administrative Court remitted the case to the Ministry of Finance, having found that the second-instance decision had been issued by an unauthorised person acting in the name of the Minister.
17. On 26 May 2011 the Ministry of Finance again dismissed the appeal of the applicant company, reiterating the findings from the audit.
18. On 22 July 2011 the applicant company lodged another administrative action.
19. On 1 March 2013 the Administrative Court dismissed the action. The relevant part of the judgment reads:
?… the cumulative conditions to obtain a deduction … were not met. Specifically, the income of the applicant company was created by companies which failed to meet their legal obligations in relation to the payment of VAT …
In the deliberations the court took into account the claims by the appellant that it was wrongfully deprived of the right to claim VAT deductions because the errors found in the tax assessment had pertained to other [companies] … These claims were rejected by the court … inter alia taking into account that it is in the interests of every taxpayer to know and be aware of those with whom they engage in business.?
20. On 17 September 2013 the applicant company appealed to the Higher Administrative Court (??? ??????? ???).
21. In a final judgment of 13 March 2014 the Higher Administrative Court upheld the findings and conclusions of the tax authorities and stated the following:
?… [T]he appellant failed to fulfil the cumulative conditions prescribed in sections 33 and 34 of the VAT Act to obtain a VAT deduction specifically because the monetary inflow of the appellant as a taxpayer was done by other taxpayers who failed to meet their obligations to declare or pay tax.

The court examined the complaint that all of the outstanding issues in the audit reflected errors committed by third parties and that the appellant should not be forced to bear the obligations of third parties … but dismissed them … having in mind that every taxpayer has an interest to enter into relations with other subjects.?
22. On 2 February 2017 the applicant company was removed from the register of companies and ceased to exist. According to a document issued by the register of companies, it was removed in accordance with section 552-B of the Companies Act (????? ?? ???????? ???????), specifically for not having submitted an annual financial statement (??????? ??????) to the authorities for the year 2014.
23. The applicant company?s bank account remained blocked by the IRO until 10 April 2017, when it was closed. Due to lack of funds on the account, the IRO failed to collect any money from the applicant company.
C. Other relevant facts
24. On 9 December 2011 the prosecution for organised crime (??????? ????? ????????????? ?? ?????? ?? ??????????? ???????? ? ?????????) filed an indictment against several individuals for criminal enterprise, abuse of office and tax evasion. The indictment encompassed the individuals responsible for several, but not all, of the applicant company?s suppliers. It was alleged that the individuals used the supplier companies to issue fake invoices which were not the result of real commercial activity. The supplier companies as legal entities were not directly indicted. The domestic courts found the accused guilty of the offences by a judgment of 29 March 2013, which became final on 9 January 2014.
II. RELEVANT DOMESTIC LAW
A. Value-Added Tax Act, consolidated version (????? ?? ????? ?? ???????? ????????, ????????? ?????, Official Gazette No. 177/2014)
25. Under section 33 of the Act, the taxpayer has the right to reduce the VAT that it is obliged to pay for a certain time period by subtracting from it the amount that has already been paid on a transaction by other taxpayers in the supply chain.
26. Under section 34 of the Act, the right to obtain VAT deductions is dependent on the taxpayer obtaining an invoice issued in accordance with the Act, or a customs declaration. The right to obtain a deduction exists if all the conditions stipulated in section 33 are met.
B. Companies Act (????? ?? ?????????? ???????, Official Gazette No. 28/2004 with further amendments)
27. Section 552-A provides that the Central Register (????????? ????????), which in turn is in charge of the register of companies, may publish on its website the details of any company which has become inactive or has met the criteria specified in section 552-B, thereby setting in motion proceedings for its removal from the register. The publication on the website allows for any creditor to act within the time-limit of one year and initiate bankruptcy proceedings against that company.
28. Section 552-B provides that a company may be removed from the trade register in accordance with section 552-A if it has failed to submit an annual financial statement in respect of the previous business year.
THE LAW
I. ALLEGED VIOLATION OF ARTICLE 1 OF PROTOCOL No. 1 TO THE CONVENTION
29. The applicant company complained under Article 1 of Protocol No. 1 that, in spite of its full compliance with its own VAT obligations, the domestic authorities had deprived it of its right to deduct the input VAT it had paid on received goods, because its suppliers had failed to meet their own VAT reporting obligations. Moreover, as a result of the refusal to allow the aforesaid deduction, the applicant company had been unjustifiably ordered to pay the input VAT which it had previously lawfully deducted, this time together with interest. Article 1 of Protocol No. 1 reads as follows:
?Every natural or legal person is entitled to the peaceful enjoyment of his possessions. No one shall be deprived of his possessions except in the public interest and subject to the conditions provided for by law and by the general principles of international law.
The preceding provisions shall not, however, in any way impair the right of a State to enforce such laws as it deems necessary to control the use of property in accordance with the general interest or to secure the payment of taxes or other contributions or penalties.?
A. Admissibility
1. Incompatibility ratione personae
(a) The parties? submissions
30. The Government urged the Court to reject the application as inadmissible ratione personae on account of the fact that the applicant company had ceased to exist. They submitted that owing to the removal of the applicant company from the register of companies, the order to pay the tax was no longer enforceable and there was no longer any threat of enforcement. Moreover, the applicant company was aware that the proceedings for its removal from the register of companies were ongoing, but had failed to notify the Court. In addition, the Government objected that the discontinuance of the business activities of the applicant company was unrelated to the tax assessment or the ensuing tax orders.
31. The applicant company submitted that it had indeed ceased its business activities from the moment its bank account had been blocked. On account of the above-mentioned block, it had been unable to pursue any further business activities, and as a consequence, it had indeed ceased to exist as of 2 February 2017. However, in its view, that did not prevent the Court from further analysing the case, as the two shareholders, Ms and Mr Pavlovski, were the sole shareholders of the applicant company and they had a legitimate interest in pursuing the case.
(b) The Court?s assessment
32. The Court observes that the applicant company existed at the time the application was introduced, that is 16 October 2014, and that it ceased to exist on 2 February 2017. The Court further notes that the company was a family business of Ms and Mr Pavlovski, who were its sole founders and sole shareholders at the time of the introduction of the application and on the date of its removal from the register of companies. The Court also observes that the alleged breach of Article 1 of Protocol No. 1 in the present case concerns the tax assessment, and that the tax-related proceedings primarily involve a pecuniary claim affecting Ms and Mr Pavlovski?s pecuniary interests as the sole shareholders of the company in question.
33. Accordingly, the Court notes that even if, in domestic terms, the applicant company?s obligations and claims were formally extinguished after its removal from the register of companies, the dispute before the Court under the Convention remains unresolved, and Ms and Mr Pavlovski, who have expressed their wish to continue with the proceedings before the Court, have a legitimate interest in obtaining a final determination of that case by the Court (see, for instance, Uniya OOO and Belcourt Trading Company v. Russia, nos. 4437/03 and 13290/03, ? 263, 19 June 2014, with further references). The Government?s objection must therefore be rejected.
2. Non-exhaustion of domestic remedies
(a) The parties? submissions
34. The Government proposed that the Court should reject the application on account of non-exhaustion of domestic remedies, since the applicant company had failed to join the criminal proceedings against its suppliers, or to lodge a civil claim seeking to recover from those same companies the amounts it had been charged.
35. The applicant company dismissed those claims, stating that the criminal proceedings had been directed against physical persons, most of whom were not even founders or managers of the companies which were its suppliers. Moreover, pursuant to the VAT orders, the applicant company had not finally paid any amounts, so there was no actual amount to be sought from those parties.
(b) The Court?s assessment
36. The Court would first reiterate that when there are a number of domestic remedies which an applicant can pursue, that person is entitled to choose a remedy which addresses his or her essential grievance. In other words, when a remedy has been pursued, use of another remedy, which has essentially the same objective, is not required (see, for instance, Popovski v. the former Yugoslav Republic of Macedonia, no. 12316/07, ? 80, 31 October 2013). Moreover, the rule of exhaustion of domestic remedies contained in Article 35 ? 1 of the Convention must be applied to reflect the practical realities of the applicant?s position in order to ensure the effective protection of the rights and freedoms guaranteed by the Convention (see Hilal v. the United Kingdom (dec.), no. 45276/99, 8 February 2000).
37. In the instant case, the Court notes that the applicant company appealed against the tax assessment as well as the decisions ordering it to pay additional tax, presented its arguments before the domestic tax authorities and administrative courts, and afforded them the opportunity of preventing or putting right the alleged violation of Article 1 of Protocol No. 1.
38. In the opinion of the Court, it was not necessary for the applicant company, in addition to the administrative tax proceedings, to pursue other remedies concerning the same matter. In view of the above, the Court concludes that the applicant company exhausted the available domestic remedies in respect of the complaint submitted to the Court.
3. Conclusion
39. The Court notes that the application is not manifestly ill-founded within the meaning of Article 35 ? 3 (a) of the Convention. It further notes that it is not inadmissible on any other grounds. It must therefore be declared admissible.
B. Merits
1. The parties? arguments
40. The applicant company claimed that it had been charged with additional amounts of tax. These were the VAT deductions that it had lawfully made in the past. The applicant company had met all of its own tax obligations and had had no obligation or opportunity to know whether its suppliers had met their VAT obligations, or to influence their actions in this respect in any way. The interference with its possessions had not been lawful, and punishing the applicant company by charging it additional VAT had placed a disproportionate burden on it. Lastly, the applicant company stated that the circumstances of the case were similar to those in the case of ?Bulves? AD v. Bulgaria (no. 3991/03, 22 January 2009) and that the Court should therefore find a violation.
41. The Government stated that in the instant case it could not be said that there had been any interference by the State because the applicant company had never actually paid the amounts it had been charged. Additionally, they stated that even if interference was found to exist, it had been proportionate. In view of the State?s wide margin of appreciation, the applicant company had been obliged to share the responsibility for the criminal activities of its suppliers, which it had supported by consenting to use and rely on invoices issued by them. Lastly, they submitted that in view of the State?s wide margin of appreciation, the fact that the due tax had still not been collected by the State constituted sufficient reason to differentiate this case from the case of ?Bulves? AD (cited above).
2. The Court?s assessment
(a) General principles
42. The Court notes that the instant case falls to be examined under the second paragraph of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention, as the interference at stake was clearly aimed at ?securing the payment of taxes”. In this respect, the Court reiterates that although the State has a wide margin of appreciation in the field of taxation, an instance of interference must strike a ?fair balance? between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the individual?s fundamental rights (see Gasus Dosier und F?rdertechnik GmbH v. the Netherlands, 23 February 1995, ?? 59-60, Series A no. 306 B and Khodorkovskiy and Lebedev v. Russia, nos. 11082/06 and 13772/05, ? 870, 25 July 2013).
(b) Application to the instant case
43. The Court notes at the outset that there is no doubt that the applicant company?s right to claim a deduction amounted to at least a ?legitimate expectation? of obtaining effective enjoyment of a property right amounting to a ?possession? within the meaning of the first sentence of Article 1 (see ?Bulves? AD, cited above, ? 57). It also notes that the tax assessment in respect of the applicant company (see paragraph 9 above) constituted an interference with its possessions (see Khodorkovskiy and Lebedev v. Russia, cited above, ? 873).
44. In the case at issue, the Court observes that the applicant company declared VAT on all of the invoices that it had issued (see paragraph 6 above). It otherwise complied with all of its VAT obligations by paying VAT to the State and obtaining reimbursements on the basis of invoices from its suppliers where VAT had been declared. This finds support in the fact that for years, the applicant company had submitted tax returns to the State, which had processed them without making any remarks thereon (see paragraph 7 above). The conclusions drawn in respect of the applicant company?s suppliers (namely, that they had failed to declare or pay tax to the State) were based on earlier tax audits conducted in respect of those companies, which had not been made available to the applicant company (see paragraph 9 above). The Court therefore notes that the applicant company did not have, and could not have had, knowledge of whether its suppliers had met their VAT obligations; nor was it alleged that it had participated in any criminal activities perpetrated by them, if any.
45. The Court notes that in the case of ?Bulves? AD (cited above) it found a violation of the applicant company?s right to peaceful enjoyment of its possessions under similar circumstances. It concluded as follows:
?71. Considering the timely and full discharge by the applicant company of its VAT reporting obligations, its inability to secure compliance by its supplier with its VAT reporting obligations and the fact that there was no fraud in relation to the VAT system of which the applicant company had knowledge or the means to obtain such knowledge, the Court finds that the latter should not have been required to bear the full consequences of its supplier?s failure to discharge its VAT reporting obligations in timely fashion, by being refused the right to deduct the input VAT and, as a result, being ordered to pay the VAT a second time, plus interest. The Court considers that this amounted to an excessive individual burden on the applicant company which upset the fair balance that must be maintained between the demands of the general interest of the community and the requirements of the protection of the right of property.?
46. In these circumstances, the Court finds that the same considerations are applicable in the case at hand.
47. The Court notes that the only relevant difference between the instant case and the ?Bulves? AD case is the fact that in the instant case the applicant company did not settle its obligations towards the State stemming from the impugned decisions (see paragraph 9 above). In this connection the Court notes that the applicant company?s bank account was blocked pursuant to the impugned tax-assessment orders and it eventually ceased to exist, thus making it objectively impossible for it to meet its obligations under those orders. In these circumstances, given that there is no doubt that the impugned tax assessment affected the applicant company?s property rights, this difference does not have a decisive bearing on the Court?s assessment under Article 1 of Protocol No. 1 (compare Business Support Centre v. Bulgaria, no. 6689/03, ? 23, 18 March 2010).
48. Moreover, in so far as the possibility for the applicant company to lodge a civil claim against its suppliers, as suggested by the Government (see paragraph 34 above), might be of an importance for the Court?s proportionality assessment (see Sulejmani v. the former Yugoslav Republic of Macedonia, no. 74681/11, ? 41, 28 April 2016), the Court notes that in the context of the administrative proceedings the domestic authorities never suggested that this was a possibility open to the applicant company to alleviate the financial burden placed on it. In this connection, it is also noted that the Government failed to show that a civil claim would have been an effective and available remedy at the relevant time (see ?Bulves? AD, cited above, ? 50, and mutatis mutandis Andonoski v. the former Yugoslav Republic of Macedonia, no. 16225/08, ? 39, 17 September 2015). The same considerations apply as regards the possibility that the applicant company should have joined the criminal proceedings as suggested by the Government (see paragraph 34 above).
49. In conclusion, the Government have not put forward any fact or argument capable of persuading the Court to reach a different conclusion in the present case from that in the case of ?Bulves? AD (cited above).
50. This is sufficient for the Court to conclude that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1.
II. APPLICATION OF ARTICLE 41 OF THE CONVENTION
51. Article 41 of the Convention provides:
?If the Court finds that there has been a violation of the Convention or the Protocols thereto, and if the internal law of the High Contracting Party concerned allows only partial reparation to be made, the Court shall, if necessary, afford just satisfaction to the injured party.?
A. Damage
1. The parties? arguments
52. The applicant company claimed 111,816 euros (EUR) in respect of pecuniary damage. The amount constituted the profit it would have earned for the period after its bank account had been blocked until its removal from the register of companies, together with the losses incurred during the same period. In addition, the manager of the company, Mr Pavlovski, sought EUR 19,590 in respect of the same period, representing lost earnings and benefits. In respect of non-pecuniary damage, the applicant company claimed EUR 500,000.
53. The Government contested all of the amounts requested as excessive and unsubstantiated.
2. The Court?s assessment
54. The Court does not discern any causal link between the violation found and the pecuniary damage alleged by the applicant company and Mr Pavlovski. It recalls that the violation found does not concern the removal of the applicant company from the register of companies or the loss of earnings by the company?s manager. Indeed, only the excessive individual burden the applicant company had to bear due to the improper assessment of its VAT obligations was at stake before this Court. The Court therefore rejects both claims under this head.
55. In respect of the amount sought under the head of non-pecuniary damage, and having regard to its case-law (see Centro Europa 7 S.r.l. and Di Stefano v. Italy [GC], no. 38433/09, ? 221, ECHR 2012, and Rock Ruby Hotels Ltd v. Turkey (just satisfaction), no. 46159/99, ? 36, 26 October 2010), the Court considers, ruling on an equitable basis, that an award of EUR 4,000 should be made. This amount is to be paid to Ms and Mr Pavlovski, as the sole shareholders of the applicant company (see, mutatis mutandis, Holy Synod of the Bulgarian Orthodox Church (Metropolitan Inokentiy) and Others v. Bulgaria, nos. 412/03 and 35677/04, ? 39, 22 January 2009).
B. Costs and expenses
56. The applicant company claimed EUR 3,184 for the costs and expenses incurred before the Court. Ms and Mr Pavlovski, as the applicant company?s sole shareholders at the time of its removal from the register of companies, requested that any amounts under this head be paid and transferred to them.
57. The Government contested the claim as excessive.
58. According to the Court?s case-law, an applicant is entitled to the reimbursement of costs and expenses only in so far as it has been shown that these have been actually and necessarily incurred and are reasonable as to a quantum. In the present case, regard being had to the documents in its possession and the above criteria, the Court considers it reasonable to award the sum of EUR 1,500 covering costs under all heads. In view of the fact that the applicant company has ceased to exist, this amount should be paid in full and transferred to its shareholders, Ms and Mr Pavlovski.
C. Default interest
59. The Court considers it appropriate that the default interest rate should be based on the marginal lending rate of the European Central Bank, to which should be added three percentage points.
FOR THESE REASONS, THE COURT, UNANIMOUSLY,
1. Decides that the applicant company?s shareholders, OMISSIS, have locus standi in the proceedings;

2. Declares the application admissible;

3. Holds that there has been a violation of Article 1 of Protocol No. 1 to the Convention;

4. Holds,
(a) that the respondent State is to pay the applicant company?s shareholders, within three months from the date on which the judgment becomes final in accordance with Article 44 ? 2 of the Convention, the following amounts, to be converted into Macedonian Denars at the rate applicable at the date of settlement:
(i) EUR 4,000 (four thousand euros), plus any tax that may be chargeable, in respect of non-pecuniary damage;
(ii) EUR 1,500 (one thousand five hundred euros), plus any tax that may be chargeable to the applicant, in respect of costs and expenses;
(b) that from the expiry of the above-mentioned three months until settlement simple interest shall be payable on the above amounts at a rate equal to the marginal lending rate of the European Central Bank during the default period, plus three percentage points;

5. Dismisses the remainder of the applicant?s claim for just satisfaction.
Done in English, and notified in writing on 14 June 2018, pursuant to Rule 77 ?? 2 and 3 of the Rules of Court.
Abel Campos Linos-Alexandre Sicilianos
Registrar President

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La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 15/10/2024