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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE VLASTARIS c. GR?CE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 01,P1-1
Numero: 43543/14/2020
Stato: Grecia
Data: 2020-02-20 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

PRIMA SEZIONE

CASO DI VLASTARIS v. GRECIA

(Applicazione n. 43543/14)

Art. 1 P1 – Rispetto della propriet? – Espropriazione ai fini della creazione di uno spazio verde automaticamente revocato a seguito del mancato pagamento dell’indennizzo fissato giudizialmente entro il termine prescritto – Comune espropriatore che non ha successivamente rinnovato l’esproprio o confermato la revoca dello stesso, n? ha revocato le servit? urbanistiche relative al progetto iniziale – Onere individuale esorbitante

Art. 41 – Giusta soddisfazione – Danni materiali da riparare mediante il ripristino dei diritti di propriet? dell’attore nell’isolato urbano interessato o, in mancanza, mediante il pagamento dell’indennit? di espropriazione aggiornata – Danni non materiali

STRASBURGO

20 febbraio 2020

Tale sentenza diventa definitiva alle condizioni previste dall’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetta a modifiche editoriali.

Nel caso di Vlastaris contro la Grecia,

La Corte europea dei diritti dell’uomo (Prima Sezione), che si riunisce in una sezione composta da :

Ksenija Turkovi?, Presidente

Krzysztof Wojtyczek,

Linos-Alexander Sicilianos,

Armen Harutyunyan,

Padre Pastore Vilanova,

Pauliine Koskelo,

Jovan Ilievski, giudici,

e Abel Campos, impiegato della sezione,

Dopo la delibera in Aula del Consiglio del 28 gennaio 2020,

Emette la seguente sentenza, adottata in tale data:

PROCEDURA

1. La causa ha avuto origine da un ricorso (n. 43543/14) contro la Repubblica ellenica proposto alla Corte il 28 maggio 2014 da un cittadino di tale Stato, il sig. Nikolaos Vlastaris (in prosieguo: il “ricorrente”), ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (in prosieguo: la “Convenzione”).
2. Il ricorrente era rappresentato dal sig. P. Georgountzos, avvocato ad Atene. Il Governo greco (“il Governo”) era rappresentato dal delegato del suo agente, il sig. K. Georghiadis, un perito del Consiglio giuridico dello Stato.
3. Il ricorrente ha fatto valere, in particolare, la violazione del suo diritto al rispetto della sua propriet? per il fatto di non aver ricevuto un indennizzo per l’esproprio dei suoi terreni, nonostante l’importo finale dell’indennizzo per l’esproprio fosse stato fissato dalla sentenza n. 2281/2010 della Corte d’appello di Atene.
4. Il 30 agosto 2018 la denuncia ? stata trasmessa al Governo.
IN FATTO
LE CIRCOSTANZE DEL CASO
5. La ricorrente ? nata nel 1939 e risiede ad Atene.
6. E’ il proprietario di un terreno di 1.154 m? elencato come blocco urbano 985 del Comune di Aegaleo. Su questo terreno si trovano l’ex casa della famiglia Vlastaris, un giardino ed edifici professionali (frigoriferi industriali e magazzini della societ? del richiedente, che ? un commerciante al mercato centrale di Atene).
7. In accordo con il piano urbanistico del Comune di Aegaleo, approvato con i decreti del 7 dicembre 1959 e del 17 aprile 1992, il Consiglio Comunale di Aegaleo ha preso la decisione, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’11 maggio 1992, di modificare il tracciato dell’isolato urbano 985 al fine di creare un’area verde. Tale decisione faceva seguito ad una richiesta dei proprietari dei terreni adiacenti, che avevano chiesto al Comune di Aegaleo di espropriare la propriet? del richiedente.
8. Con la legge n. 16/1995 del 6 giugno 1995, intitolata “Calcolo del risarcimento per lo sviluppo della propriet? nel blocco urbano 985 di Aegaleo”, la competente autorit? urbanistica di Atene ha definito quattordici proprietari di propriet? adiacenti che, oltre al Comune di Aegaleo, dovevano risarcire il richiedente: il richiedente doveva essere risarcito dai proprietari del terreno adiacente per una parte del terreno espropriato e dal Comune di Aegaleo per gli edifici sulla sua propriet? e il resto del terreno.
9. Con sentenza 3 luglio 2008, il Tribunale di primo grado di Atene ha fissato l’importo provvisorio del risarcimento per l’esproprio dei beni della ricorrente.
10. Il 30 aprile 2010, con sentenza n. 2281/2010, la Corte d’Appello di Atene ha fissato l’importo definitivo del risarcimento. Secondo la ricorrente, tale importo ammontava a EUR 1 264 327,48, di cui EUR 799 200 a carico dei proprietari dei terreni adiacenti e EUR 465 127,48 a carico del Comune di Aegaleo. La Corte d’Appello ha inoltre fissato gli onorari dell’avvocato al 3 % dell’importo del risarcimento, ossia 37 929,83 euro, e le spese processuali a 550 euro. Poich? la sentenza della Corte d’Appello non ? stata impugnata dalle parti, ? diventata definitiva.
11. Tuttavia, il risarcimento non ? stato versato al ricorrente entro il termine di diciotto mesi previsto dalla Costituzione e dal Codice degli espropri (periodo che va fino al 1? novembre 2011), con la conseguenza che, ai sensi dell’articolo 17 ? 4 della Costituzione, l’esproprio ? da considerarsi revocato per effetto di legge.
12. Il 24 febbraio 2012, il ricorrente ha chiesto al Comune di Aegaleo il mantenimento dell’esproprio, affinch? gli venisse corrisposto l’importo del risarcimento stabilito dalla Corte d’Appello. A sostegno della sua domanda, egli si ? basato sull’articolo 11, comma 3, del Codice degli espropri (come modificato dalla legge n. 4024/2011), che consentiva ai proprietari di terreni la cui espropriazione non era stata completata entro i termini di legge di chiedere il pagamento dell’indennizzo fissato in luogo della restituzione della propriet? nei loro possedimenti. La sua richiesta ? stata tacitamente respinta dal Comune di Aegaleo.
13. La ricorrente si ? ripetutamente lamentata presso varie autorit? del mancato pagamento dell’indennizzo per l’esproprio.
14. In una lettera indirizzata alla Regione Attica il 18 febbraio 2014, il Sindaco di Aegaleo ha dichiarato quanto segue:

? (…)
Poich? [l’immobile in questione] era stato classificato come spazio ad uso comune, i proprietari del terreno adiacente erano responsabili del risarcimento dovuto [all’attore] per [il risarcimento dovuto] per il terreno e il comune per [il risarcimento dovuto] per gli edifici.

Il periodo di diciotto mesi durante il quale l’esproprio avrebbe dovuto essere completato si ? concluso il 23 giugno 2011 (deposito dell’indennit? di esproprio (…)).
In questo caso, [il richiedente] avrebbe potuto, dopo la scadenza del suddetto termine, ottenere la decisione del tribunale di revocare l’esproprio e porre fine alla privazione dei suoi beni. Ricordiamo inoltre che l’acquisto dell’immobile in questione doveva essere finanziato dal “fondo verde”.
Il finanziamento coprirebbe solo le obbligazioni del Comune (pari a 465.000 euro) e non quelle dei proprietari dei terreni adiacenti (…), per i quali l’importo complessivo ? pari a 753.300 euro. 753 300. Poich? [il ricorrente] non accetta di rinunciare alle sue pretese nei confronti dei proprietari del terreno adiacente e il comune non ? obbligato ad assumersi i debiti dei proprietari del terreno adiacente, l’unica soluzione per soddisfare la pretesa [del ricorrente] sarebbe quella di revocare l’esproprio. Anche la sentenza n. 4452/2010 del Consiglio di Stato sostiene questa tesi. (…)
Quanto alle affermazioni del [querelante] secondo cui gli sforzi compiuti dal Comune di Aegaleo per ottenere sussidi dal Ministero dell’Interno [per il pagamento del risarcimento] non sarebbero stati sufficienti, […], [va sottolineato che il finanziamento del risarcimento attraverso sussidi ? possibile solo per l’importo dovuto dal Comune e non per [gli importi dovuti] dai terzi proprietari dei terreni adiacenti. ?
15. Il 28 febbraio 2014 l’Assessorato all’Urbanistica della Regione Attica ha inviato una lettera di risposta al richiedente e al Comune di Aegaleo. Ha affermato, in termini generali, che, per ottemperare alle sentenze dei tribunali amministrativi, ha dovuto prendere in considerazione le richieste di revoca degli espropri e di blocco delle propriet? quando i comuni non hanno avviato procedure di indennizzo per i proprietari. Ha ricordato che, secondo la giurisprudenza consolidata del Consiglio di Stato, l’amministrazione, dopo aver revocato l’esproprio, dovrebbe modificare di conseguenza l’assetto del piano urbanistico oppure, se sussistono le condizioni legali, reimpostare l’esproprio.
16. Nella sua lettera, l’Assessorato all’Urbanistica ha affermato che il Comune di Aegaleo dovrebbe risarcire in via prioritaria il proprietario dell’immobile in questione e, allo stesso tempo, fornire risorse per l’acquisizione di aree comuni al fine di realizzare i nuovi percorsi, se ancora necessari, in conformit? con le esigenze urbanistiche. Ha dichiarato che il Comune di Aegaleo aveva le seguenti opzioni: a) inserire l’importo dell’indennizzo nel bilancio dell’anno in corso e nei bilanci degli anni successivi per consentire l’esproprio mediante il risarcimento del legittimo proprietario; b) presentare programmi di indennizzo, mediante sovvenzioni ottenute da banche o altri enti. Infine, l’Assessorato all’Urbanistica ha indicato che il Comune potrebbe esaminare l’opportunit? di presentare una proposta per la creazione di uno spazio verde simile in un altro luogo adatto, al posto del terreno del richiedente.
LA LEGISLAZIONE E LA PRASSI NAZIONALE IN MATERIA
17. Le disposizioni pertinenti in questo caso dell’articolo 17 ?? 2 e 4 della Costituzione prevedono quanto segue:

? 2. Nessuno pu? essere privato dei propri beni, se non nel pubblico interesse debitamente provato, nei casi e secondo le modalit? previste dalla legge, e sempre con riserva di un preventivo e completo indennizzo, che deve corrispondere al valore dei beni espropriati al momento dell’udienza di fissazione provvisoria dell’indennizzo …”.

4. (….) L’indennizzo fissato dal tribunale deve essere pagato entro un massimo di diciotto mesi dalla pubblicazione della decisione che fissa l’indennizzo provvisorio (…), in caso contrario l’esproprio sar? automaticamente revocato (…).

18. L’articolo 11, paragrafi 3 e 4, del Codice degli espropri (legge n. 2882/2001), modificato dall’articolo 29, paragrafo 3, lettera a), della legge n. 4024/2011, prevede quanto segue:

? 3. L’esproprio ? revocato automaticamente se non ? [finalizzato] entro diciotto mesi dalla pubblicazione della decisione che fissa l’indennizzo provvisorio …”. L’autorit? competente per l’esproprio ? tenuta a pubblicare, entro quattro mesi dalla scadenza del suddetto termine, un atto che certifichi la cessazione dell’esproprio per effetto di legge. Il presente atto ? pubblicato nella Gazzetta ufficiale.

Qualora i proprietari interessati desiderino mantenere l’esproprio revocato per effetto di legge (…), possono presentare una domanda (…) all’autorit? che ha preso la decisione di esproprio entro un anno dalla scadenza del termine previsto per [il completamento] dell’esproprio e il pagamento dell’indennizzo provvisorio o definitivo fissato dal tribunale. Se la domanda viene accolta dall’autorit? che ha preso la decisione di esproprio e che ? responsabile del risarcimento, non ? consentito rivalutare il risarcimento n? chiedere interessi di mora.

Le disposizioni del quarto e quinto comma del paragrafo 1 si applicano anche alle espropriazioni che sono state dichiarate conformemente alle disposizioni della presente legge e che si estinguono automaticamente dopo la scadenza del termine di diciotto mesi. In tali casi, gli interessati possono presentare domanda di prosecuzione dell’esproprio fino al 31.12.2012.

4. 4. Se i termini di cui ai paragrafi 2 e 3 sono scaduti (…), ogni parte interessata pu? chiedere al tribunale amministrativo (…) una sentenza che annulli l’atto o l’omissione contestata e confermi la revoca automatica (…) dell’esproprio (…). (…) ?

19. Con la sentenza n.26/2010, la Corte Suprema Speciale ha risolto la divergenza di giurisprudenza esistente tra le divisioni plenarie della Corte di Cassazione e del Consiglio di Stato in merito all’interpretazione del suddetto articolo 11 ? 3. La Corte Speciale di Cassazione ha stabilito che la revoca d’ufficio dell’esproprio ? stata considerata non avvenuta solo nel solo caso in cui il proprietario espropriato abbia presentato al Ministero delle Finanze una dichiarazione scritta in cui dichiarava di volere che l’esproprio continuasse. La Corte ha dichiarato che solo quando questa dichiarazione ? stata depositata, il desiderio del proprietario espropriato di mantenere l’esproprio ? diventato chiaro e inequivocabile e ogni dubbio sullo status giuridico dei beni espropriati ? stato dissipato.
20. La Corte di Cassazione, riunita in seduta plenaria (sentenza n. 12/2018), ha ritenuto che la decisione dell’amministrazione di sostenere un esproprio non rientrasse in una giurisdizione vincolata, ma in una giurisdizione discrezionale. Ha affermato che, nel prendere la sua decisione, l’amministrazione deve tenere conto dell’interesse generale e dell’opportunit? di svolgere l’opera per la quale ? stato deciso l’esproprio. Ha inoltre affermato che, a differenza di quanto previsto dalla legge applicabile prima dell’entrata in vigore dell’articolo 29, comma 3, lettera a), della legge n. 4024/2011, la semplice formulazione, da parte del proprietario interessato, di una richiesta di mantenimento dell’esproprio revocato per effetto di legge non era pi? sufficiente: d’ora in poi, la richiesta doveva essere accolta dall’autorit? che aveva deciso l’esproprio.
21. L’articolo 32 ? 11 della legge n. 4067/2012 recita come segue:
“In caso di parere positivo per l’attuazione di un nuovo esproprio o di un nuovo blocco della propriet? (…), quando l’autorit? competente per l’esproprio ? un comune, quest’ultimo anticipa le spese a carico dei proprietari dei terreni adiacenti [che sono responsabili di una parte dell’indennizzo] (…)”.
22. Gli articoli 105 e 106 della legge che accompagna il Codice Civile recitano come segue:
Articolo 105
“Lo Stato ha l’obbligo di risarcire i danni causati dagli atti o dalle omissioni illecite dei suoi organi nell’esercizio dei pubblici poteri, a meno che l’atto o l’omissione non siano avvenuti in violazione di una disposizione destinata a servire il pubblico interesse. La persona colpevole ? responsabile in solido con lo Stato, fatte salve le disposizioni speciali sulla responsabilit? dei ministri. ?

Articolo 106
“Le disposizioni dei due articoli precedenti si applicano anche in materia di responsabilit? delle collettivit? territoriali o di altre persone giuridiche di diritto pubblico per i danni causati dagli atti o dalle omissioni dei loro organi. ?
IN DIRITTO
I.SULLA PRESUNTA VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 DELLA CONVENZIONE
23. Il ricorrente lamenta di non aver ricevuto alcun indennizzo per l’esproprio del suo terreno, nonostante la fissazione dell’importo unitario dell’indennizzo per l’esproprio con la sentenza n. 2281/2010 della Corte d’appello di Atene, e di essere stato costretto a rinunciare alle sue pretese nei confronti dei proprietari dei terreni adiacenti per poter riscuotere l’indennizzo dovuto dal Comune di Aegaleo. Egli lamenta una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione, che recita come segue:

“Ogni persona fisica o giuridica ha il diritto al rispetto della sua propriet?. Nessuno pu? essere privato dei suoi beni se non nell’interesse pubblico e nel rispetto della legge e dei principi generali del diritto internazionale.

Le disposizioni che precedono non pregiudicano il diritto degli Stati di emanare le leggi che ritengono necessarie per regolamentare l’uso dei beni in conformit? all’interesse pubblico o per assicurare il pagamento di tasse o altri contributi o multe. ?

A. Sulla ricevibilit?
24. Il Governo invita la Corte a respingere la richiesta di non esaurimento dei rimedi interni, in quanto il richiedente non ha presentato un’azione di risarcimento danni ai sensi degli articoli 105 e 106 della legge che accompagna il codice civile dinanzi ai tribunali amministrativi. Essa sostiene che se il ricorrente avesse adito i tribunali amministrativi, questi ultimi avrebbero esaminato la legittimit? degli atti amministrativi che hanno dato luogo alla richiesta di risarcimento, nonch? la loro conformit? alla Convenzione, e avrebbero potuto concedergli un risarcimento. Secondo il governo convenuto, poich? il ricorrente si era astenuto dal proporre tale azione, non poteva criticare le autorit? per averlo privato dell’uso e dello sfruttamento della sua propriet? durante il lungo periodo in questione, non avendo dato loro la possibilit? di rimediare alla situazione di cui si lamentava attualmente dinanzi al Tribunale.
25. Il ricorrente sostiene che la sua domanda al Tribunale non si basa sul mancato pagamento del risarcimento, ma sull’asserita violazione dei suoi diritti di propriet? da parte di tale mancato pagamento. A suo avviso, il rimedio cui il Governo ha fatto riferimento era inopportuno e il suo esercizio non farebbe altro che prolungare l’ingiustizia che sarebbe stata commessa nei suoi confronti a causa dei 30 anni trascorsi dall’esproprio, della sua et? (90 anni) e della durata del procedimento per il risarcimento dei danni indicato dal Governo, che rischiava di durare altri 10 anni circa.
26. La Corte rileva che il 3 luglio 2008 il Tribunale di primo grado di Atene ha fissato l’importo provvisorio dell’indennizzo per l’esproprio relativo ai beni della ricorrente e che il 30 aprile 2010 la Corte d’appello di Atene ha fissato l’importo definitivo nella sentenza n. 2281/2010, che ? la sentenza definitiva nella presente causa. In seguito al procedimento dinanzi a tali tribunali, il ricorrente aveva cos? ottenuto un credito finanziario nei confronti dello Stato. La Corte ribadisce la sua giurisprudenza secondo la quale, in un caso del genere, un ricorrente non pu?, ai fini di esaurire i rimedi nazionali, essere obbligato ad avviare un nuovo procedimento per riconfermare l’obbligo dell’amministrazione di pagargli una certa somma di denaro (Kosmidis e a./. Grecia (dic.), n. 32141/04, 24 ottobre 2006, Metaxas c. Grecia, n. 8415/02, ? 19, 27 maggio 2004, e Karahalios c. Grecia (dic.), n. 62503/00, 26 settembre 2002).
27. Poich? la ricorrente aveva un credito finanziario nei confronti dello Stato, la Corte non vedeva come una nuova azione contro lo Stato ai sensi degli articoli 105 e 106 della legge che accompagna il codice civile avrebbe contribuito all’esaurimento dei rimedi interni. La Corte ha pertanto respinto l’obiezione del Governo a tale riguardo.

B. I meriti
1. Argomenti delle parti
28. La ricorrente sostiene che il mancato pagamento del risarcimento ? il risultato di un atteggiamento deliberato delle autorit?, che hanno cercato di rinviare il pagamento del risarcimento a tempo indeterminato. Egli afferma che il comune ha ritenuto che l’esproprio fosse stato revocato senza tuttavia aver adottato un atto che ne attestasse la revoca. Egli afferma inoltre che il comune ha contestato il termine entro il quale aveva presentato la sua richiesta di mantenere l’esproprio e che si ? rifiutato di pagare il risarcimento a causa della sua incapacit? di reperire i fondi necessari.
29. Inoltre, il ricorrente critica l’atteggiamento del comune, in quanto gli ha chiesto di rinunciare alle sue pretese nei confronti dei proprietari dei terreni adiacenti per pagare la sua parte di risarcimento. Si dice che questo atteggiamento consista in un ricatto, che si spiega con manovre politiche ed elettorali a livello comunale. Si tratterebbe di un meccanismo ben congegnato, che verrebbe applicato su larga scala e che avrebbe lo scopo di spingere i proprietari ad accettare un risarcimento inferiore a quello concesso dai tribunali.
30. Il Governo risponde che l’esproprio contestato era stato revocato automaticamente il 3 gennaio 2010, dopo di che non sarebbe stato pi? possibile pagare l’indennizzo di esproprio stabilito dai tribunali. Essa sostiene che, a partire da tale data, il ricorrente avrebbe potuto presentare al Tribunale amministrativo di Atene una richiesta di adozione di una decisione che confermasse la revoca automatica dell’esproprio. Aggiunge che il richiedente si ? astenuto dal presentare tale richiesta e che, in data 24 febbraio 2012, ha chiesto al Comune di Aegaleo di mantenere l’esproprio per poter riscuotere il risarcimento stabilito.
31. Alla luce di quanto sopra, il Governo sostiene che, contrariamente a quanto affermato dal ricorrente, non vi ? stata una continua inattivit? da parte del Comune di Aegaleo, n? una continua violazione delle decisioni giudiziarie. Il Governo convenuto aggiunge che, inoltre, come previsto dal diritto interno, secondo l’interpretazione della Corte di Cassazione (sentenza n. 12/2018), il Comune aveva il potere discrezionale di decidere se accogliere o meno la domanda di esproprio del ricorrente.
32. Il Governo ha inoltre sostenuto che, per ottenere la revoca del blocco della sua propriet? e la cessazione della sua classificazione come area verde, il richiedente avrebbe dovuto chiedere al Tribunale amministrativo, sulla base dell’articolo 11 ? 4 del Codice degli espropri, una decisione del tribunale che confermasse la revoca dell’esproprio. Aggiunge che, successivamente, il ricorrente avrebbe dovuto proporre un’azione per la modifica del tracciato del piano urbanistico in attuazione della citata decisione giudiziaria (art. 32 ? 3 della legge n. 4067/2012).

2.Valutazione della Corte
33. La Corte ricorda la sua giurisprudenza secondo la quale l’incapacit? di un richiedente di ottenere l’esecuzione di una sentenza pronunciata a suo favore costituisce un’ingerenza nel suo diritto al rispetto dei suoi beni, come stabilito all’articolo 1, primo comma, prima frase, del protocollo n. 1 della Convenzione (v., tra l’altro, Voytenko c. Voytenko). Ucraina, n. 18966/02, ? 53, 29 giugno 2004, Jasi?nien? c. Lituania, n. 41510/98, ? 45, 6 marzo 2003, e Burdov c. Russia, n. 59498/00, ? 40, CEDU 2002-III). Essa sottolinea inoltre che un “credito” pu? costituire una “propriet?” ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 se ? sufficientemente accertato per essere esecutivo (Raffinerie greche Stran e Stratis Andreadis c. Grecia, 9 dicembre 1994, ? 59, serie A n. 301-B, e Burdov, citata, ? 40).
34. Nel caso di specie, la Corte rileva che, a seguito dell’adozione della sentenza del 30 aprile 2010, definitiva, con la quale la Corte d’appello di Atene aveva fissato l’importo definitivo del risarcimento per l’esproprio, il ricorrente aveva un credito accertato, liquidato ed esigibile che avrebbe dovuto essergli corrisposto entro diciotto mesi dalla pubblicazione della sentenza del 3 luglio 2008 da parte del Tribunale di primo grado, che aveva fissato l’importo provvisorio di tale risarcimento, ossia entro un termine che scadeva il 1? novembre 2011. Tuttavia, a quest’ultima data, n? il comune n? i proprietari dei terreni adiacenti avevano versato al ricorrente il risarcimento cos? fissato, con la conseguenza che l’esproprio in questione ? stato considerato, in base alle pertinenti disposizioni di diritto interno, come revocato automaticamente.
35. La Corte rileva poi che, avvalendosi della possibilit? offertagli dall’art. 11 del Codice degli espropri, il ricorrente ha poi chiesto al Comune di Aegaleo il mantenimento dell’esproprio che, se tale autorit? avesse risposto affermativamente, gli avrebbe dato diritto a ricevere il risarcimento gi? fissato. Constata inoltre che il comune ha tacitamente respinto la richiesta. Stando cos? le cose, se il Comune aveva effettivamente il potere discrezionale di accettare o respingere la richiesta di mantenere l’esproprio, la sua decisione in merito, in un modo o nell’altro, avrebbe dovuto portare ad una linea di condotta che, in questo caso, sarebbe consistita o nella reimposizione di un esproprio o nella modifica del tracciato del piano urbanistico, che risale al 1992. Ad oggi, tuttavia, il Comune di Aegaleo non ha ancora emesso un atto che certifichi la revoca dell’esproprio per legge (come previsto dall’articolo 11 ? 3 del Codice degli espropri), n? ha imposto un nuovo esproprio, n? ha modificato, a seguito della revoca dell’esproprio, l’assetto del piano urbanistico in modo da non designare pi? la propriet? del richiedente come area verde. L’incoraggiamento al Comune a revocare l’esproprio, indicato come l’unica soluzione possibile per accogliere la richiesta del richiedente, ? stato chiaramente indicato anche nella lettera inviata dall’Assessorato all’Urbanistica della Regione Attica al Comune di Aegaleo e al richiedente il 28 febbraio 2014 (cfr. paragrafo 15).
36. A questo proposito, il Tribunale non pu? fare a meno di notare che lo stesso sindaco di Aegaleo, in una lettera alla regione dell’Attica del febbraio 2014, ha sottolineato che l’unica soluzione per accogliere la richiesta del richiedente era la revoca dell’esproprio. Il sindaco ha inoltre affermato, con riferimento alle affermazioni del ricorrente secondo cui gli sforzi compiuti dal comune di Aegaleo per ottenere sovvenzioni dal Ministero dell’Interno per il pagamento del risarcimento non sarebbero stati sufficienti, che il finanziamento del risarcimento mediante sovvenzioni era possibile solo per l’importo dovuto dal comune e non per le somme dovute dai terzi proprietari dei terreni adiacenti (si veda il precedente paragrafo 14).

37. Parimenti, il Tribunale osserva che, nella citata lettera del 28 febbraio 2014, la Direzione Urbanistica della Regione Attica ha affermato che il comune di Aegaleo dovrebbe indennizzare in via prioritaria il ricorrente e, nel contempo, fornire risorse per l’acquisizione di aree comuni al fine di realizzare i nuovi percorsi, se ancora necessari, secondo le esigenze urbanistiche. L’Assessorato all’Urbanistica ha anche suggerito al Comune le modalit? e i mezzi per reperire i finanziamenti necessari (vedi paragrafo 16).
38. E’ vero che il Comune avrebbe potuto revocare l’esproprio e reimporne un altro modificando la destinazione d’uso dei beni del richiedente, ma in tal caso, ai sensi dell’articolo 32 ? 11 della legge n. 4067/2012 (cfr. paragrafo 21), avrebbe dovuto anticipare anche la parte di risarcimento spettante ai proprietari dei terreni adiacenti.
39. Tuttavia, dalle due lettere di cui sopra emerge chiaramente che n? i proprietari dei terreni adiacenti, che erano debitori della maggior parte dell’indennizzo per l’esproprio, n? il comune avevano i mezzi per pagare le somme dovute. Ci? premesso, la Corte ha gi? ritenuto che la mancanza di risorse di un ente locale, e quindi di un organismo statale, non pu? giustificare il mancato rispetto da parte di un ente locale degli obblighi derivanti da una sentenza definitiva nei suoi confronti (De Luca c. Italia, n. 43870/04, ? 54, 24 settembre 2013).
40. Infine, e soprattutto, il Tribunale osserva che a tutt’oggi il ricorrente non ha ricevuto alcun pagamento del risarcimento che gli ? stato concesso dalla Corte d’appello, n? il suo terreno ? stato liberato dalle servit? urbanistiche che lo gravano. Tale situazione ha sconvolto il giusto equilibrio tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi di tutela dei diritti fondamentali della persona.
41. Di conseguenza, vi ? stata una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione.

SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
42. Ai sensi dell’articolo 41 della Convenzione,

“Se il Tribunale dichiara che vi ? stata una violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente consente solo imperfettamente di eliminare le conseguenze di tale violazione, il Tribunale dar? giusta soddisfazione alla parte lesa, se del caso. ?
A.Danni
1.Danni materiali
43. Per il danno materiale che sostiene di aver subito, il ricorrente chiede EUR 2 296 584,13 (EUR). Egli suddivide la sua pretesa come segue: EUR 1 302 807,31 per l’indennit? fissata dalla Corte d’appello; EUR 37 929,83 per gli onorari dell’avvocato fissati dalla Corte d’appello; EUR 550 per le spese legali; EUR 13 456,70 per l’affitto che egli sostiene di aver dovuto pagare per l’affitto di un appartamento dal 2002 al 2017; EUR 862 320,12, somma corrispondente agli interessi sull’importo dell’indennit? di espropriazione fino al 31 dicembre 2018.
44. Il governo ha sostenuto che le affermazioni del ricorrente relative ai danni materiali erano infondate e non avevano alcun nesso causale con la presunta violazione dell’articolo 1 del protocollo n. 1. Essi hanno criticato la ricorrente per aver cercato di rendere il Tribunale un tribunale di primo grado che sarebbe stato chiamato a pronunciarsi sulle questioni che rientrano nella competenza dei giudici nazionali. Essa richiama l’attenzione del Tribunale sulla contraddizione che, a suo avviso, esiste tra le richieste di risarcimento dei danni materiali del ricorrente e le affermazioni del ricorrente nelle sue osservazioni, secondo le quali egli non cercherebbe di chiedere il risarcimento dovuto al comune e ai proprietari dei terreni adiacenti.
45. La Corte ricorda che una sentenza che constata una violazione comporta per lo Stato convenuto l’obbligo giuridico, ai sensi della Convenzione, di porre fine alla violazione e di cancellarne le conseguenze in modo da ristabilire, per quanto possibile, la situazione precedente. Gli Stati contraenti che sono parti di un caso sono in linea di principio liberi di scegliere i mezzi che utilizzeranno per conformarsi a una sentenza che constata una violazione. Questa discrezionalit? sui mezzi di esecuzione di una sentenza riflette la libert? di scelta che va di pari passo con l’obbligo prioritario imposto dalla Convenzione agli Stati contraenti di assicurare il rispetto dei diritti e delle libert? garantite. Se la natura della violazione consente la restitutio in integrum, spetta allo Stato convenuto eseguirla, in quanto la Corte non ha n? la competenza n? la possibilit? pratica di farlo essa stessa. Se invece il diritto nazionale non permette, o permette solo in modo imperfetto, di cancellare le conseguenze della violazione, l’articolo 41 della Convenzione autorizza la Corte a dare alla parte lesa la soddisfazione che ritiene opportuna (Papamichalopoulos e altri c. Grecia (articolo 50), 31 ottobre 1995, ? 34, serie A n. 330-B, e Vontas e altri c. Grecia, n. 43588/06, ? 49, 5 febbraio 2009).
46. Nelle circostanze del caso, la Corte ritiene che il ripristino dei diritti di propriet? del richiedente nell’isolato urbano 985 lo metterebbe in una situazione equivalente a quella in cui si sarebbe trovato se non si fosse verificata la violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1.
47. Se lo Stato convenuto non effettua tale restituzione entro sei mesi dalla data di pronuncia della presente sentenza, la Corte decide che lo Stato convenuto paga agli interessati, per i danni materiali, una somma equivalente all’importo del danno subito. A tale riguardo, la Corte rileva che la Corte d’appello di Atene ha fissato il risarcimento per l’esproprio in EUR 1 264 327,48, di cui EUR 799 200 dovevano essere versati alla ricorrente dai proprietari dei terreni adiacenti e EUR 465 127,48 dal comune di Aegaleo. La Corte d’Appello ha inoltre fissato gli onorari dell’avvocato al 3 % dell’importo del risarcimento, ossia 37 929,83 euro, e le spese processuali a 550 euro.
48. Il Tribunale ritiene pertanto che alla ricorrente debba essere riconosciuta, per il danno materiale, la parte del risarcimento dovuto dal Comune, pi? gli onorari degli avvocati calcolati in proporzione a tale somma, ossia EUR 13 953,82, e le spese legali, per un totale di EUR 479 631,30. Tale somma dovr? essere aumentata di un tasso di interesse del 3% annuo a partire dal 2010, anno in cui la Corte d’Appello ha fissato l’importo definitivo del risarcimento, per un totale di 620.020,30 euro.

2.Danni non materiali
49. Per il danno morale che ritiene di aver subito, il ricorrente chiede una somma pari a quella richiesta per il danno materiale, vale a dire EUR 2 296 584,13.
50. Il governo ha ritenuto che l’affermazione della ricorrente fosse eccessiva e che la constatazione di una violazione avrebbe costituito una soddisfazione sufficiente.
51. In questo caso, la violazione dei diritti del richiedente ai sensi dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 deve avergli causato sentimenti di impotenza e frustrazione. La Corte ritiene che un adeguato risarcimento di questo danno non pecuniario debba essere effettuato (cfr., mutatis mutandis, Burdov (n. 2), n. 33509/04, ?? 151-157, CEDU 2009) e concede al ricorrente la somma di EUR 20.000 a tale riguardo.

B. Costi e spese
52. Poich? la ricorrente non ha presentato alcuna richiesta di rimborso delle spese, il Tribunale ritiene di non dover concedere alcuna somma a tale riguardo.

C. Interessi moratori
53. La Corte ritiene opportuno basare il tasso di interesse di mora sul tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea, maggiorato di tre punti percentuali.

PER QUESTI MOTIVI, IL TRIBUNALE, CON UNA DECISIONE UNANIME,

Dichiara la domanda ammissibile ;
Dichiara che vi ? stata una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione;
Dice
a) che lo Stato convenuto deve, entro sei mesi dalla data in cui la sentenza ? passata in giudicato ai sensi dell’articolo 44 ? 2 della Convenzione, ripristinare i diritti di propriet? dell’istante nel blocco urbano 985;
b) in alternativa, e in mancanza di tale ripristino entro il termine previsto, che lo Stato convenuto paghi all’istante, entro nove mesi dalla data in cui la sentenza ? passata in giudicato ai sensi dell’articolo 44 ? 2 della Convenzione, la somma di 620.020,30 euro (seicentoventimila ventimila venti euro e trenta centesimi), pi? l’importo eventualmente dovuto a titolo di imposta, per i danni materiali;
(c) che lo Stato convenuto paghi all’istante, entro tre mesi dalla data in cui la sentenza ? passata in giudicato ai sensi dell’articolo 44 ? 2 della Convenzione, la somma di 20.000 euro (ventimila euro) pi? l’importo eventualmente dovuto a titolo di imposta, per danni non patrimoniali;
d) che, dalla scadenza dei periodi di cui alle precedenti lettere b) e c) fino al pagamento, tali importi sono produttivi di interessi semplici ad un tasso pari al tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale della Banca centrale europea applicabile durante tale periodo, maggiorato di tre punti percentuali ;
Respinge la richiesta per la giusta soddisfazione per il resto.
Fatto in francese, comunicato per iscritto il 20 febbraio 2020, ai sensi dell’articolo 77, paragrafi 2 e 3 del regolamento.
Abel Campos Ksenija Turkovi?
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

PREMI?RE SECTION

AFFAIRE VLASTARIS c. GR?CE

(Requ?te no 43543/14)

ARR?T

Art 1 P1 ? Respect des biens ? Expropriation en vue de la cr?ation d?un espace vert lev?e de plein droit par suite du non-paiement de l?indemnit? judiciairement fix?e dans le d?lai prescrit ? Municipalit? expropriante n?ayant ensuite ni renouvel? l?expropriation ou confirm? sa lev?e, ni lev? les servitudes d?urbanisme li?es au projet initial ? Charge individuelle exorbitante

Art 41 ? Satisfaction ?quitable ? Dommage mat?riel ? r?parer par r?tablissement du requ?rant dans ses droits de propri?t? sur le bloc urbain concern?, ou ? d?faut par le paiement de l?indemnit? d?expropriation actualis?e ? Pr?judice moral

STRASBOURG
20 f?vrier 2020

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention . Il peut subir des retouches de forme.
En l?affaire Vlastaris c. Gr?ce,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (premi?re section), si?geant en une Chambre compos?e de :
Ksenija Turkovi?, pr?sidente
Krzysztof Wojtyczek,
Linos-Alexandre Sicilianos,
Armen Harutyunyan,
Pere Pastor Vilanova,
Pauliine Koskelo,
Jovan Ilievski, juges,
et de Abel Campos, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 28 janvier 2020,

Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :

PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 43543/14) dirig?e contre la R?publique hell?nique et dont un ressortissant de cet ?tat, M. Nikolaos Vlastaris (? le requ?rant ?), a saisi la Cour le 28 mai 2014 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Le requ?rant a ?t? repr?sent? par Me P. Georgountzos, avocat ? Ath?nes. Le gouvernement grec (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par le d?l?gu? de son agent, M. K. Georghiadis, assesseur au Conseil juridique de l??tat.
3. Le requ?rant all?guait en particulier une atteinte ? son droit au respect de ses biens au motif qu?il n?avait pas re?u de d?dommagement pour l?expropriation de son terrain, malgr? la fixation du montant d?finitif d?une indemnit? d?expropriation par l?arr?t no 2281/2010 de la cour d?appel d?Ath?nes.
4. Le 30 ao?t 2018, la requ?te a ?t? communiqu?e au Gouvernement.

EN FAIT

LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
5. Le requ?rant est n? en 1939 et r?side ? Ath?nes.

6. Il est propri?taire d?un terrain de 1 154 m? r?pertori? comme constituant le bloc urbain 985 de la municipalit? d?Aegaleo. Sur ce terrain se trouvent l?ancienne maison de la famille Vlastaris, un jardin et des b?timents professionnels (r?frig?rateurs industriels et entrep?ts de l?entreprise du requ?rant, qui est commer?ant au march? central d?Ath?nes).
7. En application du trac? du plan urbain de la municipalit? d?Aegaleo, approuv? par des d?crets des 7 d?cembre 1959 et 17 avril 1992, le conseil municipal d?Aegaleo prit la d?cision, publi?e au Journal officiel du 11 mai 1992, de modifier le trac? du bloc urbain 985 afin de cr?er un espace vert. Cette d?cision faisait suite ? une demande des propri?taires des terrains adjacents, qui avaient sollicit? de la municipalit? d?Aegaleo l?expropriation du bien du requ?rant.
8. Par un acte no 16/1995 du 6 juin 1995, intitul? ? calcul du d?dommagement pour cause d?am?nagement de la propri?t? du bloc urbain 985 d?Aegaleo ?, l?autorit? comp?tente en mati?re d?urbanisme d?Ath?nes d?finit quatorze propri?taires de biens adjacents qui, en plus de la municipalit? d?Aegaleo, devaient indemniser le requ?rant : ce dernier devait ainsi ?tre d?dommag? par les propri?taires des terrains limitrophes pour une partie du terrain expropri? et par la municipalit? d?Aegaleo pour les b?timents sis sur sa propri?t? et le reste du terrain.
9. Par un jugement du 3 juillet 2008, le tribunal de premi?re instance d?Ath?nes fixa le montant provisoire de l?indemnit? d?expropriation relative au bien du requ?rant.
10. Le 30 avril 2010, par son arr?t no 2281/2010, la cour d?appel d?Ath?nes fixa le montant d?finitif de l?indemnit?. Selon le requ?rant, ce montant s??levait ? 1 264 327,48 euros (EUR), dont 799 200 EUR ? verser par les propri?taires des terrains adjacents et 465 127,48 EUR par la municipalit? d?Aegaleo. La cour d?appel fixa aussi les honoraires d?avocat ? 3 % du montant de l?indemnit?, soit 37 929,83 EUR, et les frais de justice ? 550 EUR. L?arr?t de la cour d?appel n?ayant pas fait l?objet d?un recours de la part des parties, il devint d?finitif.
11. L?indemnit? ne fut toutefois pas vers?e au requ?rant dans le d?lai de dix-huit mois prescrit par la Constitution et le code des expropriations (d?lai courant jusqu?au 1er novembre 2011), de sorte que, en vertu de l?article 17 ? 4 de la Constitution, l?expropriation devait ?tre consid?r?e comme ayant ?t? lev?e de plein droit.
12. Le 24 f?vrier 2012, le requ?rant demanda ? la municipalit? d?Aegaleo le maintien de l?expropriation, afin qu?il p?t percevoir le montant de l?indemnit? fix?e par la cour d?appel. Il se pr?valait, ? l?appui de sa demande, de l?article 11 ? 3 du code des expropriations (tel que modifi? par la loi no 4024/2011), qui permettait aux propri?taires des terrains dont l?expropriation n?avait pas ?t? finalis?e dans les d?lais l?gaux de demander le versement de l?indemnit? fix?e au lieu du retour du bien dans leur patrimoine. Sa demande fut tacitement rejet?e par la municipalit? d?Aegaleo.
13. Le requ?rant se plaignit ? plusieurs reprises aupr?s de diff?rentes autorit?s au sujet du non-versement de l?indemnit? d?expropriation.
14. Dans une lettre adress?e le 18 f?vrier 2014 ? la r?gion de l?Attique, le maire d?Aegaleo indiqua ce qui suit :

? (…)

Comme [le bien en question] avait ?t? class? en tant qu?espace ? usage commun, ?taient redevables de l?indemnit? due [au demandeur] les propri?taires des terrains adjacents en ce qui concerne [le d?dommagement d?] pour le terrain et la municipalit? en ce qui concerne [celui d?] pour les b?timents.

Le d?lai des dix-huit mois au cours duquel l?expropriation aurait d? ?tre finalis?e a pris fin le 23 juin 2011 (d?p?t de l?indemnit? d?expropriation (…)).

En l?occurrence, [le demandeur] aurait pu, apr?s l?expiration du d?lai susmentionn?, obtenir une d?cision judiciaire afin de faire lever l?expropriation et de faire cesser la privation de sa propri?t?. Nous mentionnons aussi que l?acquisition du bien en question devait ?tre financ?e par la ? caisse verte ?.
Le financement concernerait seulement les obligations de la municipalit? (montant s??levant ? 465 000 euros) et non celles des propri?taires des terrains adjacents (…), pour qui le montant total s??levait ? 753 300 euros. ?tant donn? que [le demandeur] n?accepte pas de renoncer ? ses pr?tentions ? l?encontre des propri?taires des terrains adjacents et que la municipalit? n?est pas dans l?obligation d?assumer les dettes de ceux-ci, la seule solution pour faire droit ? la demande du [plaignant] consisterait en la lev?e de l?expropriation. L?arr?t no 4452/2010 du Conseil d??tat va d?ailleurs dans ce sens. (…)

Quant aux all?gations du [demandeur] selon lesquelles les efforts fournis par la municipalit? d?Aegaleo pour se faire subventionner par le minist?re de l?Int?rieur [pour le paiement de l?indemnit?] n??taient pas suffisants, (…), [il convient de pr?ciser que le financement de l?indemnit? par des subventions n?est possible que] pour la somme due par la municipalit? et non pour [les sommes dues] par les tiers propri?taires des terrains adjacents. ?
15. Le 28 f?vrier 2014, la direction de l?urbanisme de la r?gion de l?Attique envoya une lettre en r?ponse au requ?rant et ? la municipalit? d?Aegaleo. Elle y indiquait, de mani?re g?n?rale, que pour se conformer ? des arr?ts des juridictions administratives, elle devait examiner les demandes de lev?e des expropriations et blocages des propri?t?s lorsque les municipalit?s ne poursuivaient pas les proc?dures d?indemnisation des propri?taires. Elle rappelait que, conform?ment ? la jurisprudence bien ?tablie du Conseil d??tat, l?administration devait, apr?s avoir proc?d? ? la lev?e de l?expropriation, soit modifier en cons?quence le trac? du plan urbain, soit r?imposer une expropriation si les conditions l?gales ?taient r?unies.
16. Dans sa lettre, la direction de l?urbanisme pr?cisait que la municipalit? d?Aegaleo devait indemniser en priorit? le propri?taire du bien en question et, en m?me temps, pr?voir des ressources pour l?acquisition des espaces communs afin de r?aliser les nouveaux trac?s, s?ils ?taient encore n?cessaires, en fonction des besoins urbanistiques. Elle indiquait que la municipalit? d?Aegaleo disposait, en l?occurrence, des options suivantes : a) inscrire le montant de l?indemnit? au budget de l?ann?e courante et aux budgets des ann?es suivantes afin de permettre la r?alisation de l?expropriation par le biais de l?indemnisation de l?ayant droit ; b) soumettre des programmes d?indemnisation, au moyen des subventions obtenues des banques ou d?autres organismes. Enfin, la direction de l?urbanisme mentionnait que la municipalit? pourrait examiner l?opportunit? de soumettre une proposition de cr?ation d?un espace vert analogue en un autre endroit, qui s?y pr?terait, en lieu et place du terrain du requ?rant.

LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
17. Les dispositions pertinentes en l?esp?ce de l?article 17 ?? 2 et 4 de la Constitution pr?voient ce qui suit :

? 2. Nul n?est priv? de sa propri?t?, si ce n?est pour cause d?utilit? publique d?ment prouv?e, dans les cas et selon la proc?dure pr?vus par la loi, et toujours moyennant une indemnit? pr?alable et compl?te, qui doit correspondre ? la valeur du bien expropri? au moment de l?audience portant sur la fixation provisoire de l?indemnit? (…).

4. (…) L?indemnit? qui a ?t? fix?e par le tribunal doit ?tre vers?e au maximum dans un d?lai de dix-huit mois ? compter de la publication de la d?cision fixant l?indemnit? provisoire (…), faute de quoi l?expropriation est lev?e de plein droit (…) ?

18. L?article 11 ?? 3 et 4 du code des expropriations (loi no 2882/2001), tel que modifi? par l?article 29 ? 3 a) de la loi no 4024/2011, dispose ce qui suit :

? 3. L?expropriation est lev?e de plein droit si elle n?est pas [finalis?e] dans un d?lai de dix-huit mois ? compter de la publication de la d?cision fixant l?indemnit? provisoire (…). L?autorit? comp?tente pour l?expropriation est tenue de publier dans les quatre mois ? compter de la fin du d?lai susmentionn? un acte certifiant la lev?e de plein droit de l?expropriation. Cet acte est publi? au Journal officiel.

Lorsque les propri?taires concern?s souhaitent le maintien de l?expropriation qui a ?t? lev?e de plein droit (…), ils peuvent introduire une demande (…) aupr?s de l?autorit? qui a pris la d?cision d?expropriation dans un d?lai d?un an ? compter de l?expiration du d?lai pr?vu pour [la r?alisation] de l?expropriation et le versement de l?indemnit? provisoire ou d?finitive fix?e par le tribunal. Si la demande est accueillie par l?autorit? qui a pris la d?cision d?expropriation et qui est redevable de l?indemnit?, il n?est pas permis de proc?der ? la r??valuation de l?indemnit? ou de demander des int?r?ts de retard.

Les dispositions du quatri?me et du cinqui?me alin?a du paragraphe 1 s?appliquent aussi aux expropriations qui ont ?t? d?clar?es suivant les dispositions de cette loi et qui sont lev?es d?office apr?s l??coulement du d?lai des dix-huit mois. Dans ce cas, les int?ress?s peuvent d?poser la demande de maintien de l?expropriation jusqu?au 31.12.2012.

4. Si les d?lais mentionn?s aux paragraphes 2 et 3 sont expir?s (…), tout int?ress? peut demander au tribunal administratif (…) de rendre un arr?t qui annule l?acte ou l?omission attaqu?s et confirme la lev?e de plein droit (…) de l?expropriation. (…) ?
19. Par un arr?t no 26/2010, la Cour supr?me sp?ciale a lev? la divergence de jurisprudence qui existait entre les formations pl?ni?res de la Cour de cassation et du Conseil d??tat au sujet de l?interpr?tation de l?article 11 ? 3 pr?cit?. La Cour supr?me sp?ciale a jug? que la lev?e d?office de l?expropriation ?tait consid?r?e comme n?ayant pas eu lieu dans le seul cas o? le propri?taire expropri? d?posait une d?claration ?crite aupr?s du minist?re des Finances dans laquelle il affirmait souhaiter le maintien de l?expropriation. Elle a pr?cis? que c??tait seulement ? compter du d?p?t de cette d?claration que la volont? du propri?taire expropri? de faire maintenir l?expropriation devenait claire et non ?quivoque et que tout doute relatif ? l??tat juridique du bien expropri? se dissipait.
20. La Cour de cassation, statuant en formation pl?ni?re (arr?t no 12/2018), a consid?r? que la d?cision de l?administration de maintenir une expropriation ne relevait pas d?une comp?tence li?e, mais d?une comp?tence discr?tionnaire. Elle a pr?cis? que, pour prendre sa d?cision, l?administration devait avoir ?gard ? l?int?r?t g?n?ral et ? l?opportunit? de r?aliser l?ouvrage pour lequel l?expropriation avait ?t? d?cid?e. Elle a ?galement indiqu? que, ? la diff?rence de ce qui ?tait pr?vu dans le cadre du statut applicable avant l?entr?e en vigueur de l?article 29 ? 3 a) de la loi no 4024/2011, la seule formulation, par le propri?taire concern?, d?une demande de maintien de l?expropriation lev?e de plein droit ne suffisait plus : d?sormais, la demande devait ?tre accueillie par l?autorit? qui avait d?cid? l?expropriation.

21. L?article 32 ? 11 de la loi no 4067/2012 est ainsi libell? :
? En cas d?avis positif pour la r?alisation d?une nouvelle expropriation ou d?un nouveau blocage de la propri?t? (…), lorsque l?autorit? comp?tente pour l?expropriation est une municipalit?, celle-ci avance les frais qui incombent aux propri?taires des terrains adjacents [qui sont d?biteurs d?une partie de l?indemnit?] (…) ?
22. Les articles 105 et 106 de la loi d?accompagnement du code civil se lisent comme suit :

Article 105

? L??tat est tenu de r?parer le dommage caus? par les actes ill?gaux ou omissions de ses organes lors de l?exercice de la puissance publique, sauf si l?acte ou l?omission a eu lieu en m?connaissance d?une disposition destin?e ? servir l?int?r?t public. La personne fautive est solidairement responsable avec l??tat, sous r?serve des dispositions sp?ciales sur la responsabilit? des ministres. ?

Article 106

? Les dispositions des deux articles pr?c?dents s?appliquent aussi en mati?re de responsabilit? des collectivit?s territoriales ou d?autres personnes morales de droit public pour le dommage caus? par les actes ou omissions de leurs organes. ?

EN DROIT

SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE NO 1 ? LA CONVENTION
23. Le requ?rant se plaint de ne pas avoir re?u de d?dommagement pour l?expropriation de son terrain, malgr? la fixation du montant unitaire d?une indemnit? d?expropriation par l?arr?t no 2281/2010 de la cour d?appel d?Ath?nes, et d??tre contraint de renoncer ? ses pr?tentions ? l?encontre des propri?taires des terrains adjacents afin de pouvoir percevoir l?indemnit? due par la municipalit? d?Aegaleo. Il all?gue une violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention, qui est ainsi libell? :

? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.

Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les ?tats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?

Sur la recevabilit?
24. Le Gouvernement invite la Cour ? rejeter la requ?te pour non??puisement des voies de recours internes, en raison du non-exercice par le requ?rant d?un recours en dommages-int?r?ts fond? sur les articles 105 et 106 de la loi d?accompagnement du code civil devant les tribunaux administratifs. Il expose que, si le requ?rant avait saisi les juridictions administratives, celles-ci auraient examin? la l?galit? des actes administratifs ayant motiv? la demande d?indemnisation, ainsi que leur conformit? ? la Convention, et auraient pu lui accorder une indemnit?. Selon le gouvernement d?fendeur, puisque le requ?rant s?est abstenu d?introduire un tel recours, il ne peut pas reprocher aux autorit?s de l?avoir priv? de l?usage et de l?exploitation de son bien pendant la longue p?riode en cause, car il ne leur a pas donn? l?occasion de redresser la situation dont il se plaint actuellement devant la Cour.
25. Le requ?rant soutient que sa requ?te devant la Cour est fond?e non pas sur le non-paiement de l?indemnit?, mais sur l?atteinte qui aurait ?t? port?e ? ses droits de propri?t? par ce non-paiement. ? ses dires, le recours mentionn? par le Gouvernement est inopportun et son exercice ne ferait que prolonger l?injustice qui aurait ?t? commise ? son ?gard en raison des trente ann?es ?coul?es depuis l?expropriation, de son ?ge (90 ans) et de la longueur de la proc?dure en dommages-int?r?ts indiqu?e par le Gouvernement, laquelle risquerait de durer encore une dizaine d?ann?es.
26. La Cour rel?ve que le 3 juillet 2008 le tribunal de premi?re instance d?Ath?nes a fix? le montant provisoire de l?indemnit? d?expropriation aff?rente au bien du requ?rant et que le 30 avril 2010 la cour d?appel d?Ath?nes en a fix? le montant d?finitif par son arr?t no 2281/2010, qui est l?arr?t d?finitif en l?esp?ce. ? l?issue des proc?dures suivies devant ces juridictions, le requ?rant avait donc obtenu une cr?ance financi?re contre l??tat. La Cour r?it?re sa jurisprudence selon laquelle, dans un tel cas, un requ?rant ne saurait, aux fins de l??puisement des voies de recours internes, ?tre oblig? d?entamer un nouveau cycle de proc?dures pour faire reconfirmer l?obligation de l?administration de lui verser une certaine somme d?argent (Kosmidis et autres c. Gr?ce (d?c.), no 32141/04, 24 octobre 2006, Metaxas c. Gr?ce, no 8415/02, ? 19, 27 mai 2004, et Karahalios c. Gr?ce (d?c.), no 62503/00, 26 septembre 2002).
27. Le requ?rant ?tant titulaire d?une cr?ance financi?re contre l??tat, la Cour n?aper?oit pas en quoi une nouvelle action contre l??tat sur le fondement des articles 105 et 106 de la loi d?accompagnement du code civil aurait contribu? ? l??puisement des voies de recours internes. La Cour rejette alors l?exception du Gouvernement ? cet ?gard.

Sur le fond
Arguments des parties
28. Le requ?rant soutient que le non-paiement de l?indemnit? est le r?sultat d?une attitude d?lib?r?e de la part des autorit?s, qui auraient cherch? ? reporter ind?finiment le versement du d?dommagement. Il indique que la municipalit? a consid?r? que l?expropriation ?tait lev?e sans qu?elle ait pour autant adopt? un acte attestant cette lev?e. Il dit aussi qu?elle a contest? le d?lai dans lequel il a introduit sa demande de maintien de l?expropriation et qu?elle a refus? de payer l?indemnit? en arguant de son incapacit? ? trouver les fonds n?cessaires ? cet ?gard.
29. En outre, le requ?rant d?nonce l?attitude de la municipalit?, en ce que celle-ci lui aurait demand? de renoncer ? ses pr?tentions ? l??gard des propri?taires des terrains adjacents pour pouvoir lui verser la part de l?indemnit? lui incombant. Cette attitude consisterait en un v?ritable chantage, qui s?expliquerait par des motifs de man?uvre politicienne et ?lectorale au niveau municipal. Il s?agirait l? d?un m?canisme bien r?fl?chi, qui s?appliquerait ? grande ?chelle, et qui aurait pour but de presser les propri?taires ? accepter une indemnit? inf?rieure ? celle allou?e par les tribunaux.
30. Le Gouvernement r?plique que l?expropriation litigieuse avait ?t? lev?e de plein droit le 3 janvier 2010, ? la suite de quoi il n?aurait plus ?t? possible de payer l?indemnit? d?expropriation fix?e par les tribunaux. Il avance que, ? partir de cette date, le requ?rant aurait pu soumettre au tribunal administratif d?Ath?nes une demande d?adoption d?une d?cision confirmant la lev?e de plein droit de l?expropriation. Il ajoute que le requ?rant s?est abstenu d?introduire une telle demande et que, le 24 f?vrier 2012, il a demand? ? la municipalit? d?Aegaleo de maintenir l?expropriation afin de pouvoir percevoir l?indemnit? fix?e.
31. Aussi, eu ?gard ? ces ?l?ments, le Gouvernement soutient-il que, contrairement ? ce que le requ?rant pr?tend, il n?y a pas eu d?inactivit? continue de la part de la municipalit? d?Aegaleo, ni de violation continue des d?cisions judiciaires. Le gouvernement d?fendeur ajoute que, par ailleurs, comme le pr?voit le droit interne, tel qu?interpr?t? par la Cour de cassation (arr?t no 12/2018), la municipalit? avait un pouvoir discr?tionnaire pour d?cider d?accueillir ou non la demande de maintien de l?expropriation formul?e par le requ?rant.
32. Le Gouvernement indique ?galement que, pour obtenir la lev?e du blocage de sa propri?t? et la cessation de sa classification comme espace vert, le requ?rant aurait d? demander au tribunal administratif, sur le fondement de l?article 11 ? 4 du code des expropriations, une d?cision de justice portant confirmation de la lev?e de l?expropriation. Il ajoute que, par la suite, le requ?rant aurait d? engager une proc?dure pour la modification du trac? du plan urbain en ex?cution de la d?cision de justice pr?cit?e (article 32 ? 3 de la loi no 4067/2012).

Appr?ciation de la Cour
33. La Cour rappelle sa jurisprudence selon laquelle l?impossibilit? pour un requ?rant d?obtenir l?ex?cution d?un arr?t rendu en sa faveur constitue une ing?rence dans son droit au respect de ses biens, tel qu??nonc? dans la premi?re phrase du premier paragraphe de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention (voir, parmi beaucoup d?autres, Voytenko c. Ukraine, no 18966/02, ? 53, 29 juin 2004, Jasi?nien? c. Lituanie, no 41510/98, ? 45, 6 mars 2003, et Bourdov c. Russie, no 59498/00, ? 40, CEDH 2002?III). Elle rappelle aussi qu?une ? cr?ance ? peut constituer un ? bien ? au sens de l?article 1 du Protocole no 1 si elle est suffisamment ?tablie pour ?tre exigible (Raffineries grecques Stran et Stratis Andreadis c. Gr?ce, 9 d?cembre 1994, ? 59, s?rie A no 301-B, et Bourdov, pr?cit?, ? 40).
34. En l?esp?ce, la Cour note qu?? la suite de l?adoption de l?arr?t du 30 avril 2010, qui ?tait d?finitif, et par lequel la cour d?appel d?Ath?nes avait fix? le montant d?finitif de l?indemnit? d?expropriation, le requ?rant ?tait titulaire d?une cr?ance ?tablie, liquide et exigible qui aurait d? lui ?tre vers?e dans un d?lai de dix-huit mois ? compter de la publication du jugement du 3 juillet 2008 du tribunal de premi?re instance, lequel avait fix? le montant provisoire de cette indemnit?, soit dans un d?lai courant jusqu?au 1er novembre 2011. Or, ? cette derni?re date, ni la municipalit? ni les propri?taires des terrains adjacents n?avaient vers? au requ?rant l?indemnit? ainsi fix?e, de sorte que l?expropriation litigieuse ?tait consid?r?e, de par les dispositions pertinentes en la mati?re du droit interne, comme lev?e d?office.
35. La Cour note ensuite que, faisant usage de la possibilit? que lui offrait l?article 11 du code des expropriations, le requ?rant a alors demand? ? la municipalit? d?Aegaleo le maintien de l?expropriation, ce qui, en cas de r?ponse positive de la part de cette autorit?, lui aurait donn? le droit de percevoir l?indemnit? d?j? fix?e. Elle note aussi que la municipalit? a tacitement rejet? cette demande. Cela ?tant, si la municipalit? avait effectivement un pouvoir discr?tionnaire pour accepter ou rejeter la demande de maintien de l?expropriation, sa d?cision en la mati?re, dans un sens ou dans l?autre, aurait d? aboutir ? une suite qui, en l?occurrence, aurait consist? soit en la r?imposition d?une expropriation soit en la modification du trac? du plan urbain, qui datait de 1992. Or, ? ce jour, la municipalit? d?Aegaleo n?a ni publi? un acte certifiant la lev?e de plein droit de l?expropriation (comme le prescrit l?article 11 ? 3 du code des expropriations), ni impos? une nouvelle expropriation, ni modifi?, ? la suite de la lev?e de l?expropriation, le trac? du plan urbain afin que celui-ci ne d?signe plus la propri?t? du requ?rant comme espace vert. L?incitation faite ? la municipalit? de proc?der ? la lev?e de l?expropriation, mentionn?e comme seule solution possible pour faire droit ? la demande du requ?rant, figurait d?ailleurs clairement dans la lettre que la direction de l?urbanisme de la r?gion de l?Attique avait envoy?e le 28 f?vrier 2014 ? la municipalit? d?Aegaleo et ? l?int?ress? (paragraphe 15 ci-dessus).
36. ? cet ?gard, la Cour ne peut que constater que le maire d?Aegaleo lui-m?me, dans une lettre adress?e en f?vrier 2014 ? la r?gion de l?Attique, soulignait que la seule solution pour faire droit ? la demande du requ?rant consistait en la lev?e de l?expropriation. Le maire pr?cisait, en outre, quant aux all?gations du requ?rant selon lesquelles les efforts fournis par la municipalit? d?Aegaleo pour se faire subventionner par le minist?re de l?Int?rieur pour le paiement de l?indemnit? n??taient pas suffisants, que le financement de l?indemnit? par des subventions n??tait envisageable que pour la somme due par la municipalit? et non pour les sommes dues par les tiers propri?taires des terrains adjacents (paragraphe 14 ci?dessus).
37. De m?me, la Cour observe que, dans sa lettre du 28 f?vrier 2014 susmentionn?e, la direction de l?urbanisme de la r?gion de l?Attique affirmait que la municipalit? d?Aegaleo devait indemniser en priorit? le requ?rant et, en m?me temps, pr?voir des ressources pour l?acquisition des espaces communs afin de r?aliser les nouveaux trac?s, s?ils ?taient encore n?cessaires, en fonction des besoins urbanistiques. La direction de l?urbanisme sugg?rait d?ailleurs ? la municipalit? des moyens pour trouver le financement n?cessaire (paragraphe 16 ci-dessus).
38. Il est vrai que la municipalit? aurait pu lever l?expropriation et en r?imposer une autre en modifiant l?affectation du bien du requ?rant, mais, dans ce cas, d?apr?s l?article 32 ? 11 de la loi no 4067/2012 (paragraphe 21 ci-dessus), elle aurait d? avancer aussi la partie de l?indemnit? dont ?taient redevables les propri?taires des terrains adjacents.
39. Or il ressort des deux lettres susmentionn?es que ni les propri?taires des terrains adjacents, qui ?taient d?biteurs de la plus grande partie de l?indemnit? d?expropriation, ni la municipalit? n?avaient les moyens de s?acquitter des sommes dues. Cela ?tant, la Cour a d?j? consid?r? que le manque de ressources d?une collectivit? locale, donc d?un organe de l??tat, ne saurait justifier que celle-ci omette d?honorer les obligations d?coulant d?un jugement d?finitif rendu en sa d?faveur (De Luca c. Italie, no 43870/04, ? 54, 24 septembre 2013).
40. Enfin et surtout, la Cour observe qu?? ce jour le requ?rant n?a ni re?u le moindre versement de l?indemnit? qui lui a pourtant ?t? accord?e par la cour d?appel ni a vu son terrain lib?r? des servitudes d?urbanisme qui pesaient sur le terrain. Une telle situation a rompu le juste ?quilibre entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la collectivit? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu.
41. Partant, il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.

SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
42. Aux termes de l?article 41 de la Convention,

? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?

Dommage
Dommage mat?riel
43. Pour le dommage mat?riel qu?il dit avoir subi, le requ?rant r?clame 2 296 584,13 euros (EUR). Il ventile sa demande comme suit : 1 302 807,31 EUR au titre de l?indemnit? fix?e par la cour d?appel ; 37 929,83 EUR pour les honoraires d?avocat tels que fix?s par la cour d?appel ; 550 EUR pour les frais de justice ; 13 456,70 EUR pour les loyers qu?il dit avoir d? verser pour la location d?un appartement de 2002 ? 2017 ; 862 320,12 EUR, somme correspondant ? des int?r?ts sur le montant de l?indemnit? d?expropriation jusqu?au 31 d?cembre 2018.
44. Le Gouvernement soutient que les pr?tentions du requ?rant quant au dommage mat?riel sont infond?es et n?ont pas de lien de causalit? avec la violation all?gu?e de l?article 1 du Protocole no 1. Il reproche au requ?rant de vouloir faire de la Cour une juridiction de fond qui serait amen?e ? se prononcer sur des questions relevant de la comp?tence des juridictions nationales. Il attire l?attention de la Cour sur la contradiction qui selon lui existe entre les pr?tentions du requ?rant pour dommage mat?riel et les d?clarations faites par l?int?ress? dans ses observations, selon lesquelles celui-ci ne chercherait pas ? revendiquer l?indemnit? due par la municipalit? et les propri?taires des terrains adjacents.
45. La Cour rappelle qu?un arr?t constatant une violation entra?ne pour l??tat d?fendeur l?obligation juridique au regard de la Convention de mettre un terme ? la violation et d?en effacer les cons?quences de mani?re ? r?tablir autant que faire se peut la situation ant?rieure ? celle-ci. Les ?tats contractants parties ? une affaire sont en principe libres de choisir les moyens dont ils useront pour se conformer ? un arr?t constatant une violation. Ce pouvoir d?appr?ciation quant aux modalit?s d?ex?cution d?un arr?t traduit la libert? de choix dont est assortie l?obligation primordiale impos?e par la Convention aux ?tats contractants : assurer le respect des droits et libert?s garantis. Si la nature de la violation permet une restitutio in integrum, il incombe ? l??tat d?fendeur de la r?aliser, la Cour n?ayant ni la comp?tence ni la possibilit? pratique de l?accomplir elle-m?me. Si, en revanche, le droit national ne permet pas ou ne permet qu?imparfaitement d?effacer les cons?quences de la violation, l?article 41 de la Convention habilite la Cour ? accorder, s?il y a lieu, ? la partie l?s?e la satisfaction qui lui semble appropri?e (Papamichalopoulos et autres c. Gr?ce (article 50), 31 octobre 1995, ? 34, s?rie A no 330-B, et Vontas et autres c. Gr?ce, no 43588/06, ? 49, 5 f?vrier 2009).
46. Dans les circonstances de l?esp?ce, la Cour estime que le r?tablissement du requ?rant dans ses droits de propri?t? sur le bloc urbain 985 placerait l?int?ress? dans une situation ?quivalente ? celle dans laquelle il se serait trouv? si la violation de l?article 1 du Protocole no 1 n?avait pas eu lieu.
47. A d?faut pour l??tat d?fendeur de proc?der ? pareille restitution dans un d?lai de six mois ? compter du prononc? du pr?sent arr?t, la Cour d?cide que celui-ci devra verser aux int?ress?s, pour dommage mat?riel, une somme ?quivalant au montant du pr?judice subi. ? cet ?gard, la Cour rel?ve que la cour d?appel d?Ath?nes a fix? l?indemnit? d?expropriation ? 1 264 327,48 EUR, dont 799 200 EUR devaient ?tre pay?s au requ?rant par les propri?taires des terrains adjacents et 465 127,48 EUR par la municipalit? d?Aegaleo. La cour d?appel a aussi fix? les honoraires d?avocat ? 3 % du montant de l?indemnit?, soit 37 929,83 EUR, et les frais de justice ? 550 EUR.
48. La Cour estime donc que le requ?rant doit se voir accorder, au titre du dommage mat?riel, la partie de l?indemnit? due par la municipalit?, augment?e des honoraires d?avocat calcul?s au prorata de cette somme, soit 13 953,82 EUR, et des frais de justice, soit un total de 479 631,30 EUR. Cette somme devra ?tre major?e d?un taux d?int?r?t de 3% l?an ? compter de 2010, ann?e ? laquelle la cour d?appel a fix? le montant d?finitif de l?indemnit?, ce qui ferait un total de 620 020,30 EUR.

Dommage moral
49. Pour le dommage moral qu?il estime avoir subi, le requ?rant r?clame une somme d?un montant ?gal ? celui demand? pour dommage mat?riel, soit 2 296 584,13 EUR.
50. Le Gouvernement estime que la pr?tention du requ?rant est excessive et que le constat ?ventuel d?une violation constituerait une satisfaction suffisante.
51. En l?occurrence, la violation des droits du requ?rant garantis par l?article 1 du Protocole no 1 a d? causer ? l?int?ress? des sentiments d?impuissance et de frustration. La Cour estime qu?il y a lieu de r?parer de mani?re ad?quate ce pr?judice moral (voir, mutatis mutandis, Bourdov (no 2), no 33509/04, ?? 151-157, CEDH 2009) et accorde au requ?rant la somme de 20 000 EUR ? ce titre.

Frais et d?pens
52. Le requ?rant n?ayant pas formul? de pr?tentions au titre des frais et d?pens, la Cour estime ne devoir accorder aucune somme ? cet ?gard.

Int?r?ts moratoires
53. La Cour juge appropri? de calquer le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.

PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,

D?clare la requ?te recevable ;
Dit qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention ;
Dit
a) que l??tat d?fendeur doit proc?der, dans les six mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, au r?tablissement du requ?rant dans ses droits de propri?t? sur le bloc urbain 985 ;

b) alternativement et ? d?faut d?un tel r?tablissement dans le d?lai en cause, que l??tat d?fendeur doit verser au requ?rant, dans les neuf mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, la somme de 620 020,30 EUR (six cent vingt mille vingt euros et trente centimes), plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t, pour dommage mat?riel ;

c) que l??tat d?fendeur doit verser au requ?rant, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, la somme de 20 000 EUR (vingt mille euros), plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t, pour dommage moral ;

d) qu?? compter de l?expiration des d?lais indiqu?s aux points b) et c) ci-dessus et jusqu?au versement, ces montants seront ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;

Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 20 f?vrier 2020, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.

Abel Campos Ksenija Turkovi?
Greffier Pr?sidente

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