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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE VINCENZO TAIANI c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 41, 13, 35, 37, 29, P1-1, P1-3, P4-2
Numero: 3638/02/2006
Stato: Italia
Data: 2006-07-13 00:00:00
Organo: Sezione Terza
Testo Originale

Conclusione Violazione dell’art. 8 (rispetto della vita privata); Violazione dell’art. 13; violazione di P1-3; Parzialmente inammissibile; Radiazione dal ruolo (durata del procedimento ed effettivit? del ricorso previsto dalla legge Pinto); Danno morale – risarcimento pecuniario; Danno materiale – domanda respinta; Rimborso parziale oneri e spese – procedimento della Convenzione
TERZA SEZIONE
CAUSA VINCENZO TAIANI C. ITALIA
( Richiesta no 3638/02)
SENTENZA
STRASBURGO
13 luglio 2006
DEFINITIVO
13/10/2006
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Vincenzo Taiani c. Italia,
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, terza sezione, riunendosi in una camera composta da:
SIGG. B.M. Zupancic, presidente,
J. Hedigan,
L. Caflisch,
V. Zagrebelsky,
La Sig.ra A. Gyulumyan,
Il Sig. E. Myjer,
La Sig.ra I. Ziemele, giudici,
e del Sig. V. Berger, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 22 giugno 2006,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 3638/02) diretta contro la Repubblica italiana e in cui un cittadino di questo Stato, il Sig. V. T. (“il richiedente”), ha investito la Corte il 6 settembre 2001 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente che ? stato ammesso a favore dell’assistenza giudiziale, ? rappresentato dal Sig. S. F. ed dal Sig. R., avvocati a Benevento. Il governo italiano (“il Governo”) ? rappresentato dal suo agente, il Sig. Ivo Maria Braguglia, e dal suo coagente aggiunto, il Sig. Nicola Lettieri.
3. Il 23 settembre 2004, la Corte, prima sezione, ha dichiarato la richiesta parzialmente inammissibile e ha deciso di comunicare le lagnanze derivate dagli articoli 6, 8 e 13 della Convenzione, 1 del Protocollo no 1, 2 del Protocollo no 4 e 3 del Protocollo no 1 al Governo. Avvalendosi dell’articolo 29 ? 3, ha deciso che sarebbero state esaminate l’ammissibilit? e la fondatezza della causa allo stesso tempo.
4. Il 1 novembre 2004, la Corte ha modificato la composizione delle sue sezioni, articolo 25 ? 1 dell’ordinamento. La presente richiesta ? stata assegnata alla terza sezione cos? ricomposta, articolo 52 ? 1.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
5. Il richiedente ? nato nel 1935 e ha risieduto a Benevento.
1. Il procedimento di fallimento
6. Con un giudizio deposto il 7 marzo 1996, il tribunale di Benevento dichiar? il fallimento della societ? di fatto esistente tra la Sig.ra S.N. ed il richiedente cos? come il fallimento personale di questi, in quanto soci finanziati.
7. Tra il 19 novembre 1997 ed i 21 giugno 1999, sei udienze per la verifica del passivo del fallimento ebbero luogo. A questa ultima data, il passivo del fallimento fu dichiarato esecutivo.
8. Il 27 aprile 2000, il giudice delegato (“il giudice”) autorizz? la vendita di certi beni che fanno parte del passivo del fallimento.
9. Il 24 ottobre 2000, il giudice autorizz? il curatore a prelevare una somma del conto corrente del fallimento.
10. Il 20 febbraio 2001, il giudice ordin? un piano di ripartizione parziale dell’attivo del fallimento.
11. Il 1 luglio 2002, una domanda di amissione al passivo del fallimento fu introdotta dinnanzi al tribunale.
12. Il 19 luglio 2004, il curatore depose un rapporto dinnanzi al giudice. Indic? che, ad una data non precisata, il fallimento era intervenuto in altri procedimenti esecutivi ed aveva chiesto al giudice di nominare un perito per valutare un certo bene immobile che fa parte dell’attivo del fallimento. Il 4 agosto 2004, il giudice accolse questa domanda.
13. Secondo le informazione fornite dal richiedente, il procedimento era ancora pendente al 16 marzo 2006.
2. Il procedimento introdotto conformemente alla legge Pinto
14. Il 22 novembre 2002, il richiedente introdusse un ricorso dinnanzi alla corte di appello di Roma conformemente alla legge Pinto lamentandosi della durata del procedimento cos? come della durata delle incapacit? che derivano del suo collocamento in fallimento.
15. Con una decisione depositata il 20 giugno 2003, la corte di appello, considerando che il procedimento non era complesso, condann? il ministero della Giustizia al pagamento di 1 050 euro (EUR) in favore del richiedente per il risarcimento del danno morale che questo aveva subito. Questa decisione, notificata al foro dello stato il 27 agosto 2003, divent? definitiva il 15 novembre 2003, cio? sessanta giorni pi? tardi, tenuto conto della sospensione dell’attivit? giudiziaria durante il periodo estivo.
16. Ad una data non precisata, il richiedente introdusse un procedimento di sequestro (pignoramento presso terzi) dinnanzi al tribunale di Roma per ottenere l’esecuzione della decisione della corte di appello da parte del ministero della Giustizia ed un’udienza fu fissata al 3 novembre 2004.
17. In questa data, il giudice dell’esecuzione ordin? al ministero della Giustizia di pagare al richiedente il suo credito. Il 15 dicembre 2004, il ministero vers? al richiedente 1 993,38 EUR, ivi compreso gli interessi e gli oneri e spese.
II. IL DIRITTO INTERNO PERTINENTE
18. Il diritto interno pertinente ? descritto nelle sentenze Campagnano c. Italia (no 77955/01, ?? 19-22, 23 marzo 2006) Albanese c. Italia, (no 77924/01, ?? 23-26, 23 marzo 2006) e Vitiello c. Italia (no 77962/01, ?? 17-20, 23 marzo 2006,).
IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DEGLI ARTICOLI 8 DELLA CONVENZIONE, IN QUANTO AL DIRITTO AL RISPETTO DELLA CORRISPONDENZA, 1 DEL PROTOCOLLO NO 1 E 2 DEL PROTOCOLLO NO 4
19. Invocando l’articolo 8 della Convenzione, il richiedente si lamenta della violazione del suo diritto al rispetto della corrispondenza in ragione del fatto che la corrispondenza del fallito ? sottoposta al controllo del curatore. Invocando l’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione, si lamenta che la dichiarazione di fallimento l’abbia privato dei suoi beni, in particolare in ragione della durata del procedimento. Invocando l’articolo 2 del Protocollo no 4 alla Convenzione, il richiedente denuncia la limitazione della sua libert? di circolazione, in particolare in ragione della durata del procedimento. Questi articoli sono formulati cos?:
Articolo 8 della Convenzione
“1. Ogni persona ha diritto al rispetto di suo corrispondenza.
2. Non pu? esserci ingerenza di un’autorit? pubblica nell’esercizio di questo diritto se non per quanto questa ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una societ? democratica, sia necessaria alla sicurezza nazionale, alla sicurezza pubblica, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine ed alla prevenzione delle violazioni penali, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e libert? altrui. “
Articolo 1 del Protocollo no 1
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
Articolo 2 del Protocollo no 4
“1. Chiunque si trovi regolarmente sul territorio di un Stato ha il diritto di circolarvi liberamente e di scegliere liberamente la sua residenza.
2. Ogni persona ? libera di lasciare qualsiasi paese, ivi compreso il suo.
3. L’esercizio di questi diritti non pu? essere oggetto di altre restrizioni se non quelle che, previste dalla legge, costituiscono delle misure necessarie, in una societ? democratica, alla sicurezza nazionale, alla sicurezza pubblica, al mantenimento dell’ordine pubblico, alla prevenzione delle violazioni penali, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e libert? altrui.
20. Il Governo sostiene che il richiedente si sarebbe potuto lamentare delle incapacit? prolungate derivanti dal suo collocamento in fallimento dinnanzi alla corte di appello competente conformemente alla legge Pinto. Si riferisce, tra l?altro, alla sentenza della Corte di cassazione no 362 del 2003.
21. Il richiedente osserva che la legge Pinto non costituisce un mezzo di ricorso efficace per lamentarsi della durata delle incapacit? personali che derivano del collocamento in fallimento.
22. La Corte rileva che, nella sua sentenza no 362 del 2003, depositata il 14 gennaio 2003, la Corte di cassazione ha per la prima volta riconosciuto che il risarcimento morale relativo alla durata dei procedimenti di fallimento deve tenere conto, tra l?altro, del prolungamento delle incapacit? che derivano dello statuto di fallito.
23. La Corte ricorda di avere considerato che, a partire dal 14 luglio 2003, la sentenza no 362 del 2003 non pu? pi? essere ignorata dal pubblico e che ? a contare di questa data che deve essere esatto dai richiedenti che utilizzino questo ricorso ai fini dell’articolo 35 ? 1 della Convenzione (vedere Sgattoni c. Italia, no 77132/01, sentenza del 6 ottobre 2005, ? 48).
24. Essendo diventata definitiva il 15 novembre 2003 la decisione della corte di appello impugnata dal richiedente conformemente alla legge Pinto, la Corte stima che il richiedente si sarebbe potuto ricorrere efficacemente in cassazione.
25. Stima pertanto che questa parte della richiesta ? inammissibile per non-esaurimento delle vie di ricorso interne e deve essere respinta conformemente all’articolo 35 ?? 1 e 4 della Convenzione.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 3 DEL PROTOCOLLO NO 1
26. Invocando l’articolo 3 del Protocollo no 1, il richiedente si lamenta inoltre della limitazione dei suoi diritti elettorali nella misura in cui questa costituisce una misura repressiva ed anacronistica, priva di una giustificazione legittima e che mira a punire ed emarginare il fallito. Questo articolo ? formulato cos?:
“Le Alte Parti contraenti si impegnano ad organizzare, ad intervalli ragionevoli, delle elezioni libere dallo scrutino segreto, incondizioni che garantiscono la libera espressione dell’opinione del popolo sulla scelta del corpo legislativo. “
A. Sull’ammissibilit?
27. La Corte constata che questa lagnanza non ? manifestamente male fondata al senso dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione. Rileva peraltro che questo non si scontra con nessuno altro motivo di inammissibilit?. Conviene dichiararla ammissibile dunque.
B. Sul merito
28. Il Governo sostiene che gli Stati godono di un ampio margine di valutazione per stabilire le condizioni che restringono i diritti elettorali garantiti all’articolo 3 del Protocollo no 1 e che, comunque, la limitazione in questione ha una durata di cinque anni a partire dalla dichiarazione di fallimento.
29. Il richiedente considera che la limitazione dei diritti elettorali del fallito si fondi sull’idea che questo ? penalmente responsabile del suo fallimento. Questa misura che non ha altro scopo che quello di sanzionare il fallito, appare oggi anti-democratica e rappresenta un attentato alla dignit? umana del fallito.
30. La Corte ricorda che l’articolo 3 del Protocollo no 1 implica i diritti soggettivi di voto e di eleggibilit? (Mathieu-Mohin e Clerfayt c. Belgio, sentenza del 2 marzo 1987, serie A no 113, pp. 22-23, ? 51) e considera che questi diritti siano cruciali per l’instaurazione ed il mantenimento dei fondamenti di una vera democrazia regolata dallo stato di diritto (Hirst c. Regno Unito (no 2), GC, no 74025/01, ? 58). Ricorda anche che, pur importanti che siano, questi diritti non sono per? assoluti. Nei loro ordini giuridici rispettivi, gli Stati contraenti restringono i diritti di voto e di eleggibilit? di condizioni alle quali l’articolo 3 in principio non mette alcun ostacolo. Godono in materia di un ampio margine di valutazione, ma appartiene alla Corte di deliberare in ultima istanza sull’osservazione delle esigenze del Protocollo no 1; le occorre assicurarsi che queste condizioni non riducano i diritti di cui si tratta al punto di toccarli nella loro sostanza stessa e di privarli della loro effettivit?, che inseguano un scopo legittimo e che i mezzi impiegati non si rivelino sproporzionati (vedere Gitonas ed altri c. Grecia, sentenza del 1 luglio 1997, Raccolta delle sentenze e decisioni 1997-IV, ? 39, Aziz c. Cipro, sentenza del 22 giugno 2004 no 69949/01, ? 25, e Hirst, precitato, ? 62).
31. Nello specifico, la Corte rileva che la misura controversa ? contemplata dalla legge, ossia l’articolo 2, capoverso 1, lettera a, del decreto del presidente della Repubblica no 223 del 20 marzo 1967, modificato dalla legge no 15 del 16 gennaio 1992, che prevede essenzialmente la sospensione dei diritti elettorali del fallito per tutta la durata del procedimento di fallimento e, in ogni caso, per un periodo non superiore a cinque anni a partire dalla dichiarazione di fallimento.
32. Evidentemente, questa misura costituisce un’ingerenza nei diritti elettorali del richiedente garantito all’articolo 3 del Protocollo no 1.
Peraltro altre incapacit? personali derivano dalla limitazione dei diritti elettorali, come, per esempio, l’impossibilit? di occupare degli impieghi civili per lo stato.
33. La Corte rileva per di pi? che il richiedente ha subito una limitazione dei suoi diritti elettorali per cinque anni a partire dal 7 marzo 1996 e che le elezioni politiche, alla Camera dei deputati ed al Senato, si sono tenute in Italia il 21 aprile 1996.
34. In quanto allo scopo perseguito da questa misura, la Corte ricorda che, contrariamente ad altre disposizioni della Convenzione, l’articolo 3 del Protocollo no 1 non precisa n? limita gli scopi che una restrizione deve mirare. Una grande variet? di scopi pu? trovarsi compatibile con esso dunque (vedere ? 74 Hirst, precitata, e, per esempio, Podkolzina c. Lettonia, no 46726/99, ? 33, CEDH 2002-II).
La Corte rileva anche che nella causa Hirst (precitata, ? 74) la Grande Camera della Corte ha constatato che la restrizione del diritto di voto dei detenuti poteva passare per mirare lo scopo di prevenire il crimine, rinforzare il senso civico ed il rispetto dello stato di diritto.
La Corte tiene a sottolineare che il procedimento di fallimento in questione dipende non del diritto penale ma del diritto civile. Di questo fatto, ogni nozione di dolo o di frode della persona dichiarata fallita ? estranea ai fatti dello specifico, altrimenti si cadrebbe nell’ipotesi del reato di bancarotta semplice o fraudolenta, regolamentata dagli articoli 216 e 217 della legge sul fallimento. La Corte sottolinea inoltre che la limitazione dei diritti elettorali del fallito insegue una finalit? di carattere essenzialmente afflittivo, che mira solo a disprezzare e punire, il fallito in quanto individuo indegno e coperto di infamia per la sola ragione che ? stato oggetto di un procedimento di fallimento civile.
35. Alla vista di queste considerazioni, la Corte stima che la misura prevista dall’articolo 2 del decreto del presidente della Repubblica no 223 del 20 marzo 1967 non ha per scopo che sminuire il fallito e costituisce un biasimo morale per questo per il solo fatto di essere insolvibile ed a prescindere da ogni colpevolezza (vedere, mutatis mutandis, Sabou e Pircalab c. Romania, no 46572/99, ? 48, 28 settembre 2004). Non insegue un obiettivo legittimo dunque. Peraltro, la Corte sottolinea che, lontano da essere un privilegio, votare costituisce un diritto garantito dalla Convenzione (vedere ? 75 Hirst, precitato,).
Questa conclusione dispensa la Corte dal verificare nello specifico se i mezzi adoperati per raggiungere lo scopo perseguito si rivelano sproporzionati.
C’? stata dunque violazione dell’articolo 3 del Protocollo no 1.
III. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 8 DELLA CONVENZIONE, IN QUANTO AL DIRITTO AL RISPETTO DELLA VITA PRIVATA
36. Invocando l’articolo 8 della Convenzione, il richiedente si lamenta di un attentato al suo diritto al rispetto della sua vita privata nella misura in cui, in ragione dell’iscrizione del suo nome nel registro dei falliti, non pu? esercitare nessuna attivit? professionale o commerciale. Inoltre, denuncia il fatto che, secondo l’articolo 143 della legge sul fallimento, la sua riabilitazione che mette fine a queste incapacit? personali, non pu? essere chiesta che cinque anni dopo la chiusura del procedimento di fallimento. L’articolo 8 ? formulato cos?:
“1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata.
2. Non pu? esserci ingerenza di un’autorit? pubblica nell’esercizio di questo diritto se non per quanto questa ingerenza sia prevista dalla legge e costituisca una misura che, in una societ? democratica, sia necessario alla sicurezza nazionale, alla sicurezza pubblica, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine ed alla prevenzione delle violazioni penali, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e libert? altrui. “
A. Sull’ammissibilit?
37. La Corte constata che la lagnanza non ? manifestamente male fondata al senso dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione. Rileva peraltro che questo non si si scontra con nessuno altro motivo di inammissibilit?. Conviene dichiararlo ammissibile dunque.
B. Sul merito
38. La Corte considera che l’insieme delle incapacit? che derivano dall’iscrizione del nome del fallito nel registro provoca in s? un’ingerenza nel diritto al rispetto della vita privata del richiedente che, tenuto conto della natura automatica di questa iscrizione, della mancanza di una valutazione e di un controllo giurisdizionale sull’applicazione delle incapacit? ivi relative cos? come del lasso di tempo previsto per l’ottenimento della riabilitazione, non ? “necessaria in una societ? democratica” al senso dell’articolo 8 ? 2 della Convenzione.
La Corte stima dunque che c’? stata violazione dell’articolo 8 della Convenzione.
IV. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DEGLI ARTICOLI 6 ? 1, IN QUANTO ALLA DURATA DEL PROCEDIMENTO, E 13 DELLA CONVENZIONE
39. Con una lettera del 30 luglio 2003, il richiedente ha indicato alla Corte che la corte di appello di Roma, con una decisione depositata il 20 giugno 2003, gli aveva accordato 1 050 EUR in risarcimento del danno morale causato dalla durata del procedimento. Invocava gli articoli 6 ? 1 e 13 della Convenzione riferendosi “alla decisione Scordino c. Italia” e si riservava “di argomentare queste lagnanze durante il procedimento.” Questi articoli sono formulati cos?:
Articolo 6 ? 1
“1. Ogni persona ha diritto affinch? la sua causa sia sentita in un termine ragionevole da un tribunale che decider? delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile.
Articolo 13
“Ogni persona i cui diritti e libert? riconosciuto nella Convenzione sono stati violati, ha diritto alla concessione di un ricorso effettivo dinnanzi ad un’istanza nazionale, anche se la violazione fosse stata commessa da persone che agiscono nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali. “
40. Il 23 settembre 2004, la Corte ha comunicato queste lagnanze al Governo.
41. Nelle sue osservazioni, il Governo sostiene che la corte di appello ha accordato al richiedente il risarcimento del danno morale che questo ultimo stimava avere subito.
42. Il richiedente fa valere che “la presente richiesta non riguarda la durata del procedimento di fallimento ma il prolungamento delle incapacit? che derivano dal suo collocamento in fallimento.”
43. La Corte considera dunque che, il richiedente non intendendo pi? mantenere queste lagnanze, questa parte della richiesta deve essere cancellata dal ruolo conformemente all’articolo 37 ? 1 hanno, della Convenzione.
V. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 13 DELLA CONVENZIONE
44. Invocando l’articolo 13 della Convenzione, il richiedente si lamenta di non disporre di un ricorso effettivo per lamentarsi delle incapacit? patrimoniali e personali toccate a seguito del suo collocamento in fallimento. Questo articolo ? formulato cos?:
“Ogni persona i cui diritti e libert? riconosciuti nella Convenzione sono stati violati, ha diritto alla concessione di un ricorso effettivo dinnanzi ad un’istanza nazionale, anche se la violazione fosse stata commessa da persone che agiscono nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali. “
A. Sull’ammissibilit?
45. In quanto alla parte della lagnanza del richiedente concernente la limitazione prolungata del suo diritto al rispetto dei suoi beni, articolo 1 del Protocollo no 1, della sua corrispondenza (articolo 8 della Convenzione) e della sua libert? di circolazione, articolo 2 del Protocollo no 4, la Corte ricorda di avere concluso all’inammissibilit? di queste lagnanze. Pertanto, stima che, non trattandosi di lagnanze “difendibili” allo sguardo della Convenzione, questa parte della richiesta deve essere respinta in quanto manifestamente male fondata secondo l’articolo 35 ?? 3 e 4 della Convenzione.
46. In quanto alla parte della lagnanza riguardante le incapacit? personali che derivano dall’iscrizione del nome del fallito nel registro dei falliti e che perdurando fino all’ottenimento della riabilitazione civile, la Corte constata che non ? manifestamente male fondata al senso dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione. Rileva peraltro che non si scontra con nessuno altro motivo di inammissibilit?. Conviene dichiararla ammissibile dunque.
B. Sul merito
47. La Corte ha trattato gi? cause che sollevano delle questioni simili a queste del caso specifico e ha constatato la violazione dell’articolo 13 della Convenzione (vedere Bottaro c. Italia, no 56298/00, ?? 41-46, 17 luglio 2003).
48. La Corte ha esaminato la presente causa e ha considerato che il Governo non ha fornito nessuno fatto n? argomento che possa condurre ad una conclusione differente nel caso presente.
Pertanto, la Corte conclude che c’? stata violazione dell’articolo 13 della Convenzione.
VI. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
49. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente non permette di cancellare che imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
A. Danno
50. Il richiedente presenta una perizia che valuta a 88 068 euro (EUR) il danno materiale che avrebbe subito. Questa somma corrisponde al salario minimo (pensione sociale) che avrebbe percepito a partire dalla sua dichiarazione di fallimento. Il richiedente richiede anche 200 000 EUR per il danno morale che avrebbe subito.
51. Il Governo contesta queste pretese.
52. La Corte non vede legame di causalit? tra le violazioni constatate ed il danno materiale addotto e respinge la domanda. In quanto al danno morale, stima che il richiedente ha subito in particolare un torto morale certo, dovuto alla privazione del suo diritto di voto. Deliberando in equit?, gli accorda 1 500 EUR a questo titolo.
B. Oneri e spese
53. Il richiedente chiede anche 29 927,40 EUR per oneri e spese incorsi dinnanzi alla Corte cos? come 1 813,02 EUR per oneri di perizia.
54. Il Governo contesta queste pretese.
55. Secondo la giurisprudenza della Corte, un richiedente non pu? ottenere il rimborso dei suoi oneri e spese se non nella misura in cui si stabilisca la loro realt?, la loro necessit? ed il carattere ragionevole del loro tasso. Nello specifico e tenuto conto degli elementi in suo possesso e dei criteri suddetti, la Corte stima ragionevole la somma di 2 000 EUR a titolo di oneri e spese per il procedimento dinnanzi alla Corte e l’accorda al richiedente.
C. Interessi moratori
56. La Corte giudica appropriato basare il tasso degli interessi moratori sul tasso di interesse della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea aumentata di tre punti percentuale.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Decidi di cancellare dal ruolo le lagnanze tratte dagli articoli 6 ? 1, in quanto alla durata del procedimento, e 13 della Convenzione, in quanto all’efficacia del rimedio fornito dalla legge Pinto per lamentarsi della durata del procedimento,;
2. Dichiara la richiesta ammissibile in quanto alle lagnanze derivate degli articoli 8 della Convenzione, per ci? che riguarda il diritto al rispetto della vita privata del richiedente, 13 della Convenzione, per ci? che riguarda la mancanza di un ricorso per lamentarsi delle incapacit? che derivano dall’iscrizione del nome del fallito nel registro, e 3 del Protocollo no 1, ed inammissibile per il surplus;
3. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 8 della Convenzione;
4. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 13 della Convenzione;
5. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 3 del Protocollo no 1;
6. Stabilisce
a) che lo stato convenuto deve versare al richiedente, nei tre mesi a contare dal giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, 1 500 EUR (mille cinque cento euro) per danno morale e 2 000 EUR (duemila euro) per oneri e spese, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta;
b) che a contare della scadenza di suddetto termine e fino al versamento questo importo sar? da aumentare di un interesse semplice ad un tasso uguale a quello della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea applicabile durante questo periodo, aumentato di tre punti percentuale,;
7. Respinge la domanda di soddisfazione equa per il surplus.
Fatto in francese, comunicato poi per iscritto il 13 luglio 2006 in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
Vincent Pastore Bo?tjan Sig. Zupancic
Cancelliere Presidente
Alla presente sentenza si trova unito, conformemente agli articoli 45 ? 2 della Convenzione e 74 ? 2 dell’ordinamento, l’esposizione dell’opinione concordante del Sig. Caflisch e la Sig.ra Ziemele.
B.M.Z.
V.B.

OPINIONE CONCORDANTE COMUNE
A GIUDICE CAFLISCH E AL GIUDICE ZIEMELE
Sottoscriviamo la sentenza salvo per ci? che riguarda il paragrafo 52 di questo, in cui la Corte constata che il richiedente ha subito in particolare un torto morale certo, dovuto alla limitazione del suo diritto di voto” e gli accorda “1 500 EUR a questo titolo.”
Secondo noi, il torto morale che risulta da una limitazione del diritto di voto non ? quantificabile. La Corte avrebbe dovuto giudicare che la constatazione di una violazione dell’articolo 3 del Protocollo no 1 avrebbe costituito per se stessa, una soddisfazione equa adeguata.
L’ordine delle opinioni: concordi, in parte concordante, in parte dissidente, dissidente, poi con ordine di anzianit? dei giudici.

Aggiungere le iniziali del cognome.

I tipi di opinione sono: concordi, in parte concordante, in parte dissidente e dissidente.

Testo Tradotto

Conclusion Violation de l’art. 8 (respect de la vie priv?e) ; Violation de l’art. 13 ; Violation de P1-3 ; Partiellement irrecevable ; Radiation du r?le (dur?e de la proc?dure et effectivit? du recours pr?vu par la loi Pinto) ; Pr?judice moral – r?paration p?cuniaire ; Dommage mat?riel – demande rejet?e ; Remboursement partiel frais et d?pens – proc?dure de la Convention
TROISI?ME SECTION
AFFAIRE VINCENZO TAIANI c. ITALIE
(Requ?te no 3638/02)
ARR?T
STRASBOURG
13 juillet 2006
D?FINITIF
13/10/2006
Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Vincenzo Taiani c. Italie,
La Cour europ?enne des Droits de l?Homme (troisi?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
MM. B.M. Zupancic, pr?sident,
J. Hedigan,
L. Caflisch,
V. Zagrebelsky,
Mme A. Gyulumyan,
M. E. Myjer,
Mme I. Ziemele, juges,
et de M. V. Berger, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 22 juin 2006,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. A l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 3638/02) dirig?e contre la R?publique italienne et dont un ressortissant de cet Etat, M. V. T. (? le requ?rant ?), a saisi la Cour le 6 septembre 2001 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des Droits de l?Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Le requ?rant, qui a ?t? admis au b?n?fice de l?assistance judiciaire, est repr?sent? par Mes S. F. et M. R.i, avocats ? B?n?vent. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par son agent, M. Ivo Maria Braguglia, et par son coagent adjoint, M. Nicola Lettieri.
3. Le 23 septembre 2004, la Cour (premi?re section) a d?clar? la requ?te partiellement irrecevable et a d?cid? de communiquer les griefs tir?s des articles 6, 8 et 13 de la Convention, 1 du Protocole no 1, 2 du Protocole no 4 et 3 du Protocole no 1 au Gouvernement. Se pr?valant de l?article 29 ? 3, elle a d?cid? que seraient examin?s en m?me temps la recevabilit? et le bien-fond? de l?affaire.
4. Le 1er novembre 2004, la Cour a modifi? la composition de ses sections (article 25 ? 1 du r?glement). La pr?sente requ?te a ?t? attribu?e ? la troisi?me section ainsi remani?e (article 52 ? 1).
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
5. Le requ?rant est n? en 1935 et r?side ? B?n?vent.
1. La proc?dure de faillite
6. Par un jugement d?pos? le 7 mars 1996, le tribunal de B?n?vent d?clara la faillite de la soci?t? de fait existant entre Mme S.N. et le requ?rant ainsi que la faillite personnelle de ceux-ci, en tant qu?associ?s commandit?s.
7. Entre le 19 novembre 1997 et le 21 juin 1999, six audiences pour la v?rification du passif de la faillite eurent lieu. A cette derni?re date, le passif de la faillite fut d?clar? ex?cutoire.
8. Le 27 avril 2000, le juge d?l?gu? (? le juge ?) autorisa la vente de certains biens faisant partie du passif de la faillite.
9. Le 24 octobre 2000, le juge autorisa le syndic ? pr?lever une somme du compte courant de la faillite.
10. Le 20 f?vrier 2001, le juge ordonna un plan de r?partition partielle de l?actif de la faillite.
11. Le 1er juillet 2002, une demande d?amission au passif de la faillite fut introduite devant le tribunal.
12. Le 19 juillet 2004, le syndic d?posa un rapport devant le juge. Il indiqua que, ? une date non pr?cis?e, la faillite ?tait intervenue dans d?autres proc?dures ex?cutives et demanda au juge de nommer un expert afin d??valuer certains bien immeubles faisant partie de l?actif de la faillite. Le 4 ao?t 2004, le juge fit droit ? cette demande.
13. Selon les informations fournies par le requ?rant, la proc?dure ?tait pendante au 16 mars 2006.
2. La proc?dure introduite conform?ment ? la loi Pinto
14. Le 22 novembre 2002, le requ?rant introduisit un recours devant la cour d?appel de Rome conform?ment ? la loi Pinto en se plaignant de la dur?e de la proc?dure ainsi que de la dur?e des incapacit?s d?rivant de sa mise en faillite.
15. Par une d?cision d?pos?e le 20 juin 2003, la cour d?appel, consid?rant que la proc?dure n??tait pas complexe, condamna le minist?re de la Justice au paiement de 1 050 euros (EUR) en faveur du requ?rant pour la r?paration du dommage moral que celui-ci avait subi. Cette d?cision, notifi?e au barreau de l?Etat le 27 ao?t 2003, devint d?finitive le 15 novembre 2003, c?est-?-dire soixante jours plus tard, compte tenu de la suspension de l?activit? judicaire pendant la p?riode estivale.
16. A une date non pr?cis?e, le requ?rant introduisit une proc?dure de saisie-arr?t (pignoramento presso terzi) devant le tribunal de Rome afin d?obtenir l?ex?cution de la d?cision de la cour d?appel de la part du minist?re de la Justice et une audience fut fix?e au 3 novembre 2004.
17. A cette date, le juge de l?ex?cution ordonna au minist?re de la Justice de payer au requ?rant sa cr?ance. Le 15 d?cembre 2004, le minist?re versa au requ?rant 1 993,38 EUR (y compris les int?r?ts et les frais et d?pens).
II. LE DROIT INTERNE PERTINENT
18. Le droit interne pertinent est d?crit dans les arr?ts Campagnano c. Italie (no 77955/01, ?? 19-22, 23 mars 2006), Albanese c. Italie (no 77924/01, ?? 23-26, 23 mars 2006) et Vitiello c. Italie (no 77962/01, ?? 17-20, 23 mars 2006).
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DES ARTICLES 8 DE LA CONVENTION, QUANT AU DROIT AU RESPECT DE LA CORRESPONDANCE, 1 DU PROTOCOLE No 1 ET 2 DU PROTOCOLE No 4
19. Invoquant l?article 8 de la Convention, le requ?rant se plaint de la violation de son droit au respect de la correspondance en raison de ce que la correspondance du failli est soumise au contr?le du syndic. Invoquant l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention, il se plaint que la d?claration de faillite l?a priv? de ses biens, notamment en raison de la dur?e de la proc?dure. Invoquant l?article 2 du Protocole no 4 ? la Convention, le requ?rant d?nonce la limitation de sa libert? de circulation, notamment en raison de la dur?e de la proc?dure. Ces articles sont ainsi libell?s :
Article 8 de la Convention
? 1. Toute personne a droit au respect de sa (…) correspondance.
2. Il ne peut y avoir ing?rence d?une autorit? publique dans l?exercice de ce droit que pour autant que cette ing?rence est pr?vue par la loi et qu?elle constitue une mesure qui, dans une soci?t? d?mocratique, est n?cessaire ? la s?curit? nationale, ? la s?ret? publique, au bien-?tre ?conomique du pays, ? la d?fense de l?ordre et ? la pr?vention des infractions p?nales, ? la protection de la sant? ou de la morale, ou ? la protection des droits et libert?s d?autrui. ?
Article 1 du Protocole no 1
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les Etats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
Article 2 du Protocole no 4
? 1. Quiconque se trouve r?guli?rement sur le territoire d?un Etat a le droit d?y circuler librement et d?y choisir librement sa r?sidence.
2. Toute personne est libre de quitter n?importe quel pays, y compris le sien.
3. L?exercice de ces droits ne peut faire l?objet d?autres restrictions que celles qui, pr?vues par la loi, constituent des mesures n?cessaires, dans une soci?t? d?mocratique, ? la s?curit? nationale, ? la s?ret? publique, au maintien de l?ordre public, ? la pr?vention des infractions p?nales, ? la protection de la sant? ou de la morale, ou ? la protection des droits et libert?s d?autrui.
20. Le Gouvernement soutient que le requ?rant aurait pu se plaindre des incapacit?s prolong?es d?rivant de sa mise en faillite devant la cour d?appel comp?tente conform?ment ? la loi Pinto. Il se r?f?re, entre autres, ? l?arr?t de la Cour de cassation no 362 de 2003.
21. Le requ?rant observe que la loi Pinto ne constitue pas un moyen de recours efficace pour se plaindre de la dur?e des incapacit?s personnelles d?rivant de la mise en faillite.
22. La Cour rel?ve que, dans son arr?t no 362 de 2003, d?pos? le 14 janvier 2003, la Cour de cassation a pour la premi?re fois reconnu que le d?dommagement moral relatif ? la dur?e des proc?dures de faillite doit tenir compte, entre autres, de la prolongation des incapacit?s d?rivant du statut de failli.
23. La Cour rappelle avoir retenu que, ? partir du 14 juillet 2003, l?arr?t no 362 de 2003 ne peut plus ?tre ignor? du public et que c?est ? compter de cette date qu?il doit ?tre exig? des requ?rants qu?ils usent de ce recours aux fins de l?article 35 ? 1 de la Convention (voir Sgattoni c. Italie, no 77132/01, arr?t du 6 octobre 2005, ? 48).
24. La d?cision de la cour d?appel saisie par le requ?rant conform?ment ? la loi Pinto ?tant devenue d?finitive le 15 novembre 2003, la Cour estime que le requ?rant aurait pu efficacement se pourvoir en cassation.
25. Elle estime partant que cette partie de la requ?te est irrecevable pour non-?puisement des voies de recours internes et doit ?tre rejet?e conform?ment ? l?article 35 ?? 1 et 4 de la Convention.
II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 3 DU PROTOCOLE No 1
26. Invoquant l?article 3 du Protocole no 1, le requ?rant se plaint en outre de la limitation de ses droits ?lectoraux dans la mesure o? celle-ci constitue une mesure r?pressive et anachronique, d?pourvue d?une justification l?gitime et visant ? punir et marginaliser le failli. Cet article est ainsi libell? :
? Les Hautes Parties contractantes s?engagent ? organiser, ? des intervalles raisonnables, des ?lections libres au scrutin secret, dans les conditions qui assurent la libre expression de l?opinion du peuple sur le choix du corps l?gislatif. ?
A. Sur la recevabilit?
27. La Cour constate que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention. Elle rel?ve par ailleurs que celui-ci ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de le d?clarer recevable.
B. Sur le fond
28. Le Gouvernement soutient que les Etats jouissent d?une large marge d?appr?ciation pour ?tablir les conditions entourant les droits ?lectoraux garantis ? l?article 3 du Protocole no 1 et que, de toute mani?re, la limitation en question a une dur?e de cinq ans ? partir de la d?claration de faillite.
29. Le requ?rant consid?re que la limitation des droits ?lectoraux du failli repose sur l?id?e que celui-ci est p?nalement responsable de sa faillite. Cette mesure, qui n?a d?autre but que celui de sanctionner le failli, appara?t aujourd?hui anti-d?mocratique et repr?sente une atteinte ? la dignit? humaine du failli.
30. La Cour rappelle que l?article 3 du Protocole no 1 implique les droits subjectifs de vote et d??ligibilit? (Mathieu-Mohin et Clerfayt c. Belgique, arr?t du 2 mars 1987, s?rie A no 113, pp. 22-23, ? 51), et elle consid?re que ces droits sont cruciaux pour l??tablissement et le maintien des fondements d?une v?ritable d?mocratie r?gie par l??tat de droit (Hirst c. Royaume-Uni (no 2), GC, no 74025/01, ? 58). Elle rappelle ?galement que, pour importants qu?ils soient, ces droits ne sont cependant pas absolus. Dans leurs ordres juridiques respectifs, les Etats contractants entourent les droits de vote et d??ligibilit? de conditions auxquelles l?article 3 ne met en principe pas obstacle. Ils jouissent en la mati?re d?une large marge d?appr?ciation, mais il appartient ? la Cour de statuer en dernier ressort sur l?observation des exigences du Protocole no 1 ; il lui faut s?assurer que ces conditions ne r?duisent pas les droits dont il s?agit au point de les atteindre dans leur substance m?me et de les priver de leur effectivit?, qu?elles poursuivent un but l?gitime et que les moyens employ?s ne se r?v?lent pas disproportionn?s (voir Gitonas et autres c. Gr?ce, arr?t du 1er juillet 1997, Recueil des arr?ts et d?cisions 1997-IV, ? 39, Aziz c. Chypre, arr?t du 22 juin 2004 no 69949/01, ? 25, et Hirst, pr?cit?, ? 62).
31. En l?esp?ce, la Cour rel?ve que la mesure litigieuse est pr?vue par la loi, ? savoir l?article 2, alin?a 1, lettre a) du d?cret du pr?sident de la R?publique no 223 du 20 mars 1967, modifi? par la loi no 15 du 16 janvier 1992, pr?voyant essentiellement la suspension des droits ?lectoraux du failli pendant la dur?e de la proc?dure de faillite et, en tout cas, pour une p?riode non sup?rieure ? cinq ans ? partir de la d?claration de faillite.
32. De toute ?vidence, cette mesure constitue une ing?rence dans les droits ?lectoraux du requ?rant garantis ? l?article 3 du Protocole no 1.
Par ailleurs, d?autres incapacit?s personnelles d?rivent de la limitation des droits ?lectoraux, telles que, par exemple, l?impossibilit? d?occuper des emplois civils pour l?Etat.
33. La Cour rel?ve de surcro?t que le requ?rant a subi une limitation de ses droits ?lectoraux pendant cinq ans ? partir du 7 mars 1996 et que des ?lections politiques (? la Chambre des d?put?s et au S?nat) se sont tenues en Italie le 21 avril 1996.
34. Quant au but poursuivi par cette mesure, la Cour rappelle que, contrairement ? d?autres dispositions de la Convention, l?article 3 du Protocole no 1 ne pr?cise ni ne limite les buts qu?une restriction doit viser. Une grande vari?t? de buts peuvent donc se trouver compatibles avec lui (voir Hirst, pr?cit?, ? 74 et, par exemple, Podkolzina c. Lettonie, no 46726/99, ? 33, CEDH 2002-II).
La Cour rel?ve ?galement que dans l?affaire Hirst (pr?cit?e, ? 74), la Grande Chambre de la Cour a constat? que la restriction du droit de vote des d?tenus pouvait passer pour viser le but de pr?venir le crime, renforcer le sens civique et le respect de l??tat de droit.
La Cour tient ? souligner que la proc?dure de faillite dont il est question rel?ve non pas du droit p?nal mais du droit civil. De ce fait, toute notion de dol ou de fraude de la personne d?clar?e faillie est ?trang?re aux faits de l?esp?ce, sans quoi on tomberait dans l?hypoth?se du d?lit de banqueroute simple ou frauduleuse, r?glement?e par les articles 216 et 217 de la loi sur la faillite. La Cour souligne en outre que la limitation des droits ?lectoraux du failli poursuit une finalit? de caract?re essentiellement afflictif, visant ? d?valoriser et punir le failli en tant qu?individu indigne et couvert d?infamie pour la seule raison qu?il a fait l?objet d?une proc?dure de faillite civile.
35. Au vu de ces consid?rations, la Cour estime que la mesure pr?vue par l?article 2 du d?cret du pr?sident de la R?publique no 223 du 20 mars 1967 n?a pour but que de diminuer le failli et constitue un bl?me moral pour celui-ci pour le seul fait d??tre insolvable et ind?pendamment de toute culpabilit? (voir, mutatis mutandis, Sabou et Pircalab c. Roumanie, no 46572/99, ? 48, 28 septembre 2004). Elle ne poursuit donc pas un objectif l?gitime. Par ailleurs, la Cour souligne que, loin d??tre un privil?ge, voter constitue un droit garanti par la Convention (voir Hirst, pr?cit?, ? 75).
Cette conclusion dispense la Cour de v?rifier en l?esp?ce si les moyens employ?s pour atteindre le but poursuivi se r?v?lent disproportionn?s.
Il y a donc eu violation de l?article 3 du Protocole no 1.
III. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 8 DE LA CONVENTION, QUANT AU DROIT AU RESPECT DE LA VIE PRIV?E
36. Invoquant l?article 8 de la Convention, le requ?rant se plaint d?une atteinte ? son droit au respect de sa vie priv?e dans la mesure o?, en raison de l?inscription de son nom dans le registre des faillis, il ne peut exercer aucune activit? professionnelle ou commerciale. En outre, il d?nonce le fait que, selon l?article 143 de la loi sur la faillite, sa r?habilitation, qui met fin ? ces incapacit?s personnelles, ne peut ?tre demand?e que cinq ans apr?s la cl?ture de la proc?dure de faillite. L?article 8 est ainsi libell? :
? 1. Toute personne a droit au respect de sa vie priv?e (…).
2. Il ne peut y avoir ing?rence d?une autorit? publique dans l?exercice de ce droit que pour autant que cette ing?rence est pr?vue par la loi et qu?elle constitue une mesure qui, dans une soci?t? d?mocratique, est n?cessaire ? la s?curit? nationale, ? la s?ret? publique, au bien-?tre ?conomique du pays, ? la d?fense de l?ordre et ? la pr?vention des infractions p?nales, ? la protection de la sant? ou de la morale, ou ? la protection des droits et libert?s d?autrui. ?
A. Sur la recevabilit?
37. La Cour constate que le grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention. Elle rel?ve par ailleurs que celui-ci ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de le d?clarer recevable.
B. Sur le fond
38. La Cour consid?re que l?ensemble des incapacit?s d?rivant de l?inscription du nom du failli dans le registre entra?ne en soi une ing?rence dans le droit au respect de la vie priv?e du requ?rant qui, compte tenu de la nature automatique de cette inscription, de l?absence d?une ?valuation et d?un contr?le juridictionnels sur l?application des incapacit?s y relatives ainsi que du laps de temps pr?vu pour l?obtention de la r?habilitation, n?est pas ? n?cessaire dans une soci?t? d?mocratique ? au sens de l?article 8 ? 2 de la Convention.
La Cour estime donc qu?il y a eu violation de l?article 8 de la Convention.
IV. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DES ARTICLES 6 ? 1, QUANT ? LA DUR?E DE LA PROC?DURE, ET 13 DE LA CONVENTION
39. Par une lettre du 30 juillet 2003, le requ?rant a indiqu? ? la Cour que la cour d?appel de Rome, par une d?cision d?pos?e le 20 juin 2003, lui avait accord? 1 050 EUR en r?paration du dommage moral caus? par la dur?e de la proc?dure. Il invoquait les articles 6 ? 1 et 13 de la Convention en se r?f?rant ? ? la d?cision Scordino c. Italie ? et se r?servait ? d?argumenter ces griefs au cours de la proc?dure ?. Ces articles sont ainsi libell?s :
Article 6 ? 1
? 1. Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue (…) dans un d?lai raisonnable (…) dpar un tribunal (…) qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…).
Article 13
? Toute personne dont les droits et libert?s reconnus dans la (…) Convention ont ?t? viol?s, a droit ? l?octroi d?un recours effectif devant une instance nationale, alors m?me que la violation aurait ?t? commise par des personnes agissant dans l?exercice de leurs fonctions officielles. ?
40. Le 23 septembre 2004, la Cour a communiqu? ces griefs au Gouvernement.
41. Dans ses observations, le Gouvernement soutient que la cour d?appel a accord? au requ?rant la r?paration du dommage moral que ce dernier estimait avoir subi.
42. Le requ?rant fait valoir que ? la pr?sente requ?te ne porte pas sur la dur?e de la proc?dure de faillite mais sur le prolongement des incapacit?s d?rivant de sa mise en faillite ?.
43. La Cour consid?re donc que, le requ?rant n?entendant plus maintenir ces griefs, cette partie de la requ?te doit ?tre ray?e du r?le conform?ment ? l?article 37 ? 1 a) de la Convention.
V. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 13 DE LA CONVENTION
44. Invoquant l?article 13 de la Convention, le requ?rant se plaint de ne pas disposer d?un recours effectif pour se plaindre des incapacit?s patrimoniales et personnelles le touchant suite ? sa mise en faillite. Cet article est ainsi libell? :
? Toute personne dont les droits et libert?s reconnus dans la (…) Convention ont ?t? viol?s, a droit ? l?octroi d?un recours effectif devant une instance nationale, alors m?me que la violation aurait ?t? commise par des personnes agissant dans l?exercice de leurs fonctions officielles. ?
A. Sur la recevabilit?
45. Quant ? la partie du grief du requ?rant concernant la limitation prolong?e de son droit au respect de ses biens (article 1 du Protocole no 1), de sa correspondance (article 8 de la Convention) et de sa libert? de circulation (article 2 du Protocole no 4), la Cour rappelle avoir conclu ? l?irrecevabilit? de ces griefs. Partant, elle estime que, ne s?agissant pas de griefs ? d?fendables ? au regard de la Convention, cette partie de la requ?te doit ?tre rejet?e en tant que manifestement mal fond?e selon l?article 35 ?? 3 et 4 de la Convention.
46. Quant ? la partie du grief portant sur les incapacit?s personnelles d?rivant de l?inscription du nom du failli dans le registre des faillis et perdurant jusqu?? l?obtention de la r?habilitation civile, la Cour constate qu?elle n?est pas manifestement mal fond?e au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention. Elle rel?ve par ailleurs qu?elle ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de la d?clarer recevable.
B. Sur le fond
47. La Cour a d?j? trait? d?affaires soulevant des questions semblables ? celles du cas d?esp?ce et a constat? la violation de l?article 13 de la Convention (voir Bottaro c. Italie, no 56298/00, ?? 41-46, 17 juillet 2003).
48. La Cour a examin? la pr?sente affaire et consid?re que le Gouvernement n?a fourni aucun fait ni argument pouvant mener ? une conclusion diff?rente dans le cas pr?sent.
Partant, la Cour conclut qu?il y a eu violation de l?article 13 de la Convention.
VI. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
49. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage
50. Le requ?rant pr?sente une expertise chiffrant ? 88 068 euros (EUR) le pr?judice mat?riel qu?il aurait subi. Cette somme correspond au salaire minimum (pensione sociale) qu?il aurait per?u ? partir de sa d?claration de faillite. Le requ?rant r?clame aussi 200 000 EUR pour le dommage moral qu?il aurait subi.
51. Le Gouvernement conteste ces pr?tentions.
52. La Cour n?aper?oit pas de lien de causalit? entre les violations constat?es et le dommage mat?riel all?gu? et rejette la demande. Quant au pr?judice moral, elle estime que le requ?rant a subi un tort moral certain, d? notamment ? la privation de son droit de vote. Statuant en ?quit?, elle lui accorde 1 500 EUR ? ce titre.
B. Frais et d?pens
53. Le requ?rant demande ?galement 29 927,40 EUR pour les frais et d?pens encourus devant la Cour ainsi que 1 813,02 EUR pour les frais d?expertise.
54. Le Gouvernement conteste ces pr?tentions.
55. Selon la jurisprudence de la Cour, un requ?rant ne peut obtenir le remboursement de ses frais et d?pens que dans la mesure o? se trouvent ?tablis leur r?alit?, leur n?cessit? et le caract?re raisonnable de leur taux. En l?esp?ce et compte tenu des ?l?ments en sa possession et des crit?res susmentionn?s, la Cour estime raisonnable la somme de 2 000 EUR au titre des frais et d?pens pour la proc?dure devant la Cour et l?accorde au requ?rant.
C. Int?r?ts moratoires
56. La Cour juge appropri? de baser le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?cide de rayer du r?le les griefs tir?s des articles 6 ? 1, quant ? la dur?e de la proc?dure, et 13 de la Convention, quant ? l?efficacit? du rem?de fourni par la loi Pinto pour se plaindre de la dur?e de la proc?dure ;
2. D?clare la requ?te recevable quant aux griefs tir?s des articles 8 de la Convention, en ce qui concerne le droit au respect de la vie priv?e du requ?rant, 13 de la Convention, en ce qui concerne l?absence d?un recours pour se plaindre des incapacit?s d?rivant de l?inscription du nom du failli dans le registre, et 3 du Protocole no 1, et irrecevable pour le surplus ;
3. Dit qu?il y a eu violation de l?article 8 de la Convention ;
4. Dit qu?il y a eu violation de l?article 13 de la Convention ;
5. Dit qu?il y a eu violation de l?article 3 du Protocole no 1 ;
6. Dit
a) que l?Etat d?fendeur doit verser au requ?rant, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, 1 500 EUR (mille cinq cents euros) pour dommage moral et 2 000 EUR (deux mille euros) pour frais et d?pens, plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ce montant sera ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;
7. Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 13 juillet 2006 en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
Vincent Berger Bo?tjan M. Zupancic
Greffier Pr?sident
Au pr?sent arr?t se trouve joint, conform?ment aux articles 45 ? 2 de la Convention et 74 ? 2 du r?glement, l?expos? de l?opinion concordante de M. Caflisch et Mme Ziemele.
B.M.Z.
V.B.

OPINION CONCORDANTE COMMUNE
? M. LE JUGE CAFLISCH ET Mme LA JUGE ZIEMELE
Nous souscrivons ? l?arr?t sauf en ce qui concerne le paragraphe 52 de celui-ci, o? la Cour constate que le requ?rant ? a subi un tort moral certain, d? notamment ? la limitation de son droit de vote ? et ? lui accorde 1 500 EUR ? ce titre ?.
A notre sens, le tort moral r?sultant d?une limitation du droit de vote n?est pas chiffrable. La Cour aurait d? juger que la constatation d?une violation de l?article 3 du Protocole no 1 aurait constitu?, en elle-m?me, une satisfaction ?quitable appropri?e.
L?ordre des opinions : concordante, en partie concordante, en partie dissidente, dissidente, puis par ordre d?anciennet? des juges.

Ajouter les initiales du nom de famille.

Les types d?opinion sont : concordante, en partie concordante, en partie dissidente et dissidente.

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    - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
    - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
    - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 19/09/2024