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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE VAN MARLE ET AUTRES c. PAYS-BAS

Tipologia: Sentenza
Importanza: 1
Articoli: 06, P1-1
Numero: 8543/79/1986
Stato: Olanda
Data: 1986-06-26 00:00:00
Organo: Grande Camera
Testo Originale

Conclusione Non-violazione di P1-1
CORTE (PLENARIA)
CAUSA VAN MARLE ED ALTRI C. PAESI BASSI
( Richiesta no 8543/79; 8674/79; 8675/79; 8685/79)
SENTENZA
STRASBURGO
26 giugno 1986

Nella causa Van Marle ed altri ,
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, deliberando in seduta plenaria con applicazione dell’articolo 50 del suo ordinamento e composta dai giudici di cui segue il nome:
SIGG.. R. Ryssdal, presidente,
W. Ganshof Van der Meersch,
J. Cremona,
G. Wiarda,
Th?r Vilhj?lmsson,
La Sig.ra D. Bindschedler-Robert,
SIGG.. G. Lagergren,
F. G?lc?kl?,
F. Matscher,
J. Pinheiro Farinha,
L. – E. Pettiti,
B. Walsh,
Sir Vincent Evans,
SIGG.. R. Macdonald,
C. Russo,
R. Bernhardt,
J. Gersing,
A. Spielmann,
cos? come edi Sigg.. SIG. – A. Eissen, cancelliere, e H. Petzold, cancelliere aggiunto
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 28 e 29 novembre 1985, poi il 25 gennaio, 21 febbraio, 2 e 3 giugno 1986,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa ultima, data:
PROCEDIMENTO
1. La causa ? stata deferita alla Corte dalla Commissione europea dei Diritti dell’uomo (“la Commissione”) il 12 ottobre 1984, nel termine di tre mesi aperti dagli articoli 32 paragrafo 1 e 47, (art. 32-1, art. 47) della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”). Alla sua origine si trovano quattro richieste (no 8543/79) 8674/79, 8675/79 e 8685/79, dirette contro il Regno dei Paesi Bassi e in cui i Sigg.. G. V. Sig., J. P. V. Z., J. F. e R. H. d. B., cittadini olandesi, aveva investito la Commissione nel 1979 in virt? dell’articolo 25 (art. 25).
La domanda della Commissione rinvia agli articoli 44 e 48 (art. 44, art. 48) cos? come alla dichiarazione olandese di riconoscenza della giurisdizione obbligatoria della Corte (articolo 46) (art. 46). Ha per scopo di ottenere una decisione sul punto di sapere se i fatti della causa rivelano una trasgressione dello stato convenuto agli obblighi che derivano dagli articoli 6 della Convenzione e 1 del Protocollo no 1 (art. 6, P1-1).
2. In risposta all’invito prescritto all’articolo 33 paragrafo 3 d, dell’ordinamento, i richiedenti hanno manifestato il desiderio di partecipare all’istanza pendente dinnanzi alla Corte e hanno designato i loro consiglieri (articolo 30).
3. Il vicepresidente della Corte, esercitando le funzioni di presidente, ha stimato il 15 ottobre 1984 che nell’interesse di una buona amministrazione della giustizia c’era luogo di affidare ad una camera unica l’esame della presente causa e della causa Feldbrugge ,articolo 21 paragrafo 6 dell’ordinamento. La camera di sette giudici da costituire comprendeva di pieno dritto Sig. G. Wiarda, giudice eletto di nazionalit? olandese (articolo 43 della Convenzione) (art. 43) ed il Sig. R. Ryssdal, allora vicepresidente della Corte, articolo 21 paragrafo 3 b, dell’ordinamento. Il 22 ottobre 1984, il Sig. Wiarda, nella sua qualit? di presidente della Corte, ha designato estraendo a sorte gli altri cinque membri, ossia la Sig. J. Cremona, il Sig. J. Pinheiro Farinha, Sir Vincent Evans, il Sig. R. Bernhardt ed il Sig. J. Gersing, in presenza del cancelliere, articoli 43 fini della Convenzione e 21 paragrafo 4 dell’ordinamento, (art. 43).
4. Avendo assunto la presidenza della camera, articolo 21 paragrafo 5 dell’ordinamento, il Sig. Ryssdal ha raccolto tramite il cancelliere l’opinione dell’agente del governo dei Paesi Bassi (“il Governo”), del delegato della Commissione e dei consiglieri dei richiedenti sulla necessit? di un procedimento scritto, articolo 37 paragrafo 1. Conformemente alle ordinanze cos? adottate, il cancelliere ha ricevuto, il 1 febbraio 1985, l’esposto del Governo e, il 14 marzo 1985, delle richieste del Sig. v. M. a titolo dell’articolo 50 (art. 50) della Convenzione.
Con una lettera dell? 8 maggio 1985, il segretario della Commissione l’ha informato che il delegato avrebbe aspettato le udienze per esprimersi sulle domande in controversia.
5. Il 3 luglio 1985, il presidente ha fissato al 26 novembre la data di apertura del procedimento orale dopo avere consultato agente del Governo, delegato della Commissione e consiglieri dei richiedenti tramite il cancelliere.
Il 11 luglio, l’avvocato dei Sigg.. V. Z., F. e di B. ha dichiarato di rinunciare a partecipare ai dibattimenti.
6. Il 25 settembre 1985, la Camera ha deciso, in virt? dell’articolo 50 dell’ordinamento, di sciogliersi con effetto immediato a profitto della Corte plenaria.
7. In novembre 1985, la Commissione ed il consigliere del Sig. V. M. hanno depositato differenti documenti su richiesta del presidente.
8. Le udienze si sono svolte in pubblico il giorno dieci, al Palazzo dei Diritti dell’uomo a Strasburgo. La Corte aveva tenuto immediatamente prima una riunione preparatoria.
Sono comparsi:
– per il Governo
IL SIG. G.W. Maas Gesteranus, giureconsulto,
ministero delle Cause estere, agente,
Il Sig. E. Korthals Altes, Landsadvocaat, consigliere,
IL SIG. J.H. Van Kreveld,
La Sig.ra K.M. Bresjer,
IL SIG. I.W. Van der Eijk, ministero delle Cause economiche, consiglieri,;
– per la Commissione
IL SIG. J.A. Frowein, delegato,;
– per Sig. v. Sig., richiedente
Sig. E. v. der S.,
Sig. G.C.L. v. L., avvocati, consiglieri
9. La Corte ha ascoltato nelle loro dichiarazioni, cos? come nelle loro risposte alle sue domande ed a quelle di molti giudici, il Sig. Korthals Altes per il Governo, il Sig. Frowein per la Commissione e il Sig.e v. d. S. per M. v. M.. Gli altri richiedenti hanno comunicato le loro risposte alle domande della Corte il 25 novembre 1985 e 9 gennaio 1986; il Governo ha completato per iscritto le sue il 26 gennaio.
FATTI
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
10. Nati rispettivamente nel 1928, 1928, 1915 e 1929, i Sigg.. v. SIG., V. Z., F. e di B. residentu il primo a Rotterdam, i due seguenti ad Utrecht e l’ultimo ad Amersfoort. Tutti quattro hanno esercitato, da differenti date comprese tra 1947 e 1950, delle attivit? come contabili (accountant).
11. Nel 1974, sollecitarono la loro immatricolazione come periti-contabili graditi, conformemente alle clausole transitorie dell’articolo 65 della legge del 13 dicembre 1972 che organizza questa professione (paragrafi 17 e 20 sotto.)
La commissione di ammissione (paragrafo 21 sotto) li ascolt? nel corso del 1977 dopo avere invitato ciascuno di essi a presentare cinque bilanci contabili annui stabiliti sotto la loro responsabilit?. Respinse le domande il 18 marzo 1977 per Sig. v. M. il 5 agosto per i Sigg.. v. Z. e F., il 15 luglio per Sig. d. B..
12. I richiedenti ricorsero allora presso la commissione di ricorso (paragrafo 22 sotto). Li preg? anche di produrre dei bilanci preparati da essi; la loro comparizione dinnanzi a lei ebbe luogo nel 1978.
Un rendiconto reso dalla seduta della commissione di ammissione fu comunicato alla commissione di ricorso, ma non agli interessati.
La Commissione di ricorso respinse questi, al motivo che le loro esposizioni avevano lasciato a desiderare su certi punti essenziali e che le loro risposte alle domande non rivelavano un’attitudine professionale sufficiente. Deliber? cos? il 14 luglio 1978 per Sig. v. m., il 9 gennaio 1979 per Sigg.. v. Z. e F., il 19 gennaio 1979 per Sig. d. B..
13. All’inizio del colloquio con questo ultimo, il presidente l’inform? che un membro della commissione si trovava impossibilitato. Sig. di B. consent? affinch? il procedimento si svolgesse ugualmente; la decisione port? la firma dei cinque membri.
14. Nessuno dei richiedenti invest? il Consiglio di stato in virt? della legge sui ricorsi amministrativi. Simile iniziativa sembrava loro destinata difatti al fallimento come prova vi era una sentenza della sezione giurisdizionale del Consiglio di stato, del 4 settembre 1977 che aveva dichiarato inammissibile un appello contro una decisione della commissione di ricorso, la quale ha una competenza giurisdizionale e non pu? essere considerata come un organo amministrativo.
II. LA LEGISLAZIONE PERTINENTE
15. Nel 1962 e 1972, il parlamento dei Paesi Bassi ha adottato due leggi che miravano a regolamentare e delimitare la professione di contabile che non era oggetto di nessuna disposizione legale fino a quel momento.
16. La legge del 28 giugno 1962 (Wet op di Registeraccountants) fissava dei criteri relativi alla competenza esatta dei professionisti chiamati ad esercitare su grande scala ai quali tocca di verificare i conti delle societ? in vista del rilascio di un certificato di conformit? (verklaring Van getrouwheid).
17. Solo direttamente pertinente nello specifico, la legge del 13 dicembre 1972 sui perito-contabili graditi (Wet op di Accountants-administratie-consulenten) riguarda i contabili il cui compito non consiste in una tale attivit? e per i quali la competenza richiesta non ? cos? grande. Si tratta essenzialmente di quelli che tengono la contabilit? per le piccole e medie imprese.
18. Dal 1 marzo 1979 – cinque anni dopo l’entrata in vigore della legge del 1972, 1 marzo 1974, -, possono qualificarsi come contabili solo le persone mirate dalla legge del 1962, i perito-contabili graditi e quelle che esercitano tali funzioni nel servizio pubblico (articolo 85 paragrafo 2 della legge del 1972, composto con gli articoli 28 paragrafo 2 e 29). Chiunque usurpi il titolo si rende passibile di sanzioni penali ed si espone ai perseguimenti disciplinari.
19. Le domande di immatricolazione come contabile gradito sono indirizzate alla commissione di immatricolazione (commissie voor di inschrijving )le cui decisioni sono suscettibili di appello dinnanzi alla commissione di ricorso (commissie Van beroep, paragrafo 22 sotto).
I candidati devono possedere uno dei tre diplomi enumerati dalla legge o un altro titolo che, secondo il ministro dell’economia, attesti una competenza professionale analoga (articolo 10).
20. Una clausola transitoria, l’articolo 65, permette per? di immatricolare inoltre le persone che avevano svolto delle attivit? di contabile su una scala e nelle condizioni che attestano una competenza professionale sufficiente
– o per almeno da dieci o quindici ultimi anni prima del 1 marzo 1974 (paragrafo 1 ha, dell’articolo);
– o, per i portatori di uno dei diplomi o titoli enumerati al paragrafo 1 b, per almeno tre anni prima di questa stessa data.
Ai termini del paragrafo 3 dell’articolo 65, le attivit? in questione consistono in organizzare delle amministrazioni efficaci, valutare il loro modo di gestione, preparare dei rapporti esplicativi che analizzano ed interpretano dei dati presi dalle amministrazioni ed esprimere dei pareri su questa base.
21. Secondo l’articolo 66, una persona desiderosa di avvalersi di suddetta clausola transitoria, come i richiedenti, deve investire la commissione di ammissione (commissie voor di toelating) instaurata per determinare chi soddisfa le esigenze dell’articolo 65.
Il ministro dell’economia, dopo consultazione dei suoi colleghi dell’educazione e della Scienza cos? come dell’agricoltura e della Pesca, fissa il numero dei membri della commissione, li nomina e sceglie il loro presidente cos? come il loro(i loro), vice-presidente(i).
La commissione, eventualmente divisa in camere di tre membri o pi?, pu? udire il candidato (articolo 69 paragrafo 1). Ha la facolt? di essere assistito di un consigliere e, salvo che la commissione disponga diversamente, di farsi rappresentare all’udienza (articolo 69 paragrafo 4).
Una decisione di rigetto pu? intervenire solamente una volta sentito l’interessato o, perlomeno, invitato con lettera raccomandata a comparire (articolo 69 paragrafo 1). Deve essere motivata e comunicatagli tramite lettera raccomandata (articolo 70 paragrafo 2).
22. La commissione di ricorso conosce degli appelli formati contro le decisioni di rigetto della commissione di ammissione (articolo 71) e della commissione di immatricolazione. Comprende cinque titolari e cinque supplenti. Tre dei membri di ogni categoria devono assolvere le condizioni necessarie per essere nominati magistrati in un tribunale regionale ed esercitare o avere esercitato delle funzioni giudiziali, ma non la professione di contabile (articolo 18 paragrafo 1); in quanto agli due altri, si tratta di periti contabili.
I membri sono tenuti al segreto professionale (articolo 26). Dopo consultazione del ministro della Giustizia, il ministro dell’economia li nomina e designa il presidente ed il vicepresidente.
23. Prima di pronunciarsi sul ricorso, la commissione deve ascoltare l’interessato o deve invitarlo tramite lettera raccomandata a comparire (articoli 20 paragrafo 1 e 72 paragrafo 1). Pu? procurarsi presso la commissione delle informazioni di prima istanza e pu? udire dei terzi (articolo 72).
Il ricorrente pu? essere assistito di un consigliere o si pu? fare rappresentare all’udienza; la commissione per? pu? disporre diversamente o pu? rifiutare il ministero o l’assistenza di non-giuristi (articoli 72 paragrafo 2 e 20, paragrafo 2 e 3, combinati).
La commissione rende una decisione motivata che comunica all’interessato ed all’organo di prima istanza (articoli 21 paragrafo 2 e 73 paragrafo 2).
PROCEDIMENTO DINNANZI ALLA COMMISSIONE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO
24. M. V. M. ha investito la Commissione il 10 gennaio 1979, i Sigg.. V. Z.n e F.a il 20 giugno 1979, Sig. d. B. il 17 luglio 1979.
Secondo essi, le decisioni controverse riguardavano delle contestazioni su dei “diritti di carattere civile” che non erano stati troncati equamente e pubblicamente da un tribunale indipendente ed imparziale come vuole l’articolo 6 paragrafo 1 (art. 6-1) della Convenzione. Inoltre, avrebbero recato offesa al loro diritto al rispetto dei loro beni, garantito dall’articolo 1 del Protocollo no 1 (P1-1).
25. La Commissione ha considerato le richieste il 13 ottobre 1980 dopo avere ordinato la congiunzione il 2 ottobre 1979 e 6 maggio 1980.
Nel suo rapporto dell? 8 maggio 1984 (articolo 31) (art. 31) arriva alla conclusione che l’articolo 6 paragrafo 1 (art. 6-1) della Convenzione non si applica nello specifico (otto voci contro quattro) e che non c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 (P1-1) (undici voci, con un’astensione).
Il testo integrale del suo parere e dell’opinione separata di cui si accompagna figura qui acclusa alla presente sentenza.
CONCLUSIONI PRESENTATE ALLA CORTE DAL GOVERNO
26. Nel suo esposto del 1 febbraio 1985, il Governo prega la Corte “di dire che non si abbia avuto nello specifico la violazione n? dell’articolo 6 paragrafo 1 (art. 6-1) della Convenzione, n? dell’articolo 1 del Protocollo no 1 (P1-1) “.
IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 6 PARAGRAFO 1 (ART. 6-1) DELLA CONVENZIONE,
27. I richiedenti si definiscono vittime di una violazione dell’articolo 6 paragrafo 1 (art. 6-1) formulato cos?:
“Ogni persona ha diritto a ci? che la sua causa sia equamente sentita, pubblicamente ed in un termine ragionevole da un tribunale indipendente ed imparziale, stabilito dalla la legge che decider?, o delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile, o della fondatezza di ogni accusa in materia penale diretta contro lei. Il giudizio deve essere reso pubblicamente, ma l’accesso della sala di udienza pu? essere vietato alla stampa ed al pubblico durante la totalit? o una parte del processo nell’interesse della moralit?, dell’ordine pubblico o della sicurezza nazionale in una societ? democratica, quando gli interessi dei minori o la protezione della vita privata delle parti al processo l’esigono, o nella misura giudicata rigorosamente necessaria dal tribunale, quando nelle circostanze speciali la pubblicit? sarebbe di natura tale da recare offesa agli interessi della giustizia.”
28. La Corte ha il dovere di deliberare prima sull’applicabilit? di questo testo, negata dal Governo e la Commissione.
29. Secondo gli interessati, le decisioni della commissione di ammissione e della commissione di ricorso sono state determinanti per i loro diritti di continuare ad esercitare la loro professione e di portare il titolo di contabile, che considerano come i diritti di carattere civile al senso dell’articolo 6 paragrafo 1 (art. 6-1).
Dal 1 marzo 1979, incorrerebbero delle sanzioni penali se si servissero di una denominazione da quel momento in poi regolamentata.
Ora, durante numerosi anni prima dell’entrata in vigore della legge del 1972, si erano potuti avvalere di questi due diritti di cui i terzi o i poteri pubblici non potevano ostacolarne l’esercizio. Il legislatore avrebbe tenuto conto dell’esistenza dei diritti del resto acquistati instaurando delle disposizioni transitorie.
Inoltre, suddette decisioni costituirebbero un attentato ai loro diritti di propriet?.
30. Secondo il Governo l’utilizzazione del titolo di contabile una volta non era al contrario protetta,. La legge del 1972 cercherebbe di garantire un certo livello di competenza professionale, constatata per mezzo di un sistema di controllo. Mirerebbe anche a proteggere il titolo introducendo delle regole di deontologia e di dritto disciplinare.
Certo, le clausole transitorie avevano per scopo di preservare gli interessi di quelli che praticavano la professione da un certo tempo, ma non risulterebbe che si fosse trattato di diritti acquisiti.
Il Governo sostiene che la contestazione ha per oggetto l’attribuzione di un diritto nuovo, quello di portare il titolo di contabile, e non il diritto dei richiedenti a continuare ad esercitare le loro attivit? professionali perch? nulla lo impedirebbe loro.
Su questo ultimo punto, la Commissione condivide il parere del Governo. Considera inoltre che le decisioni controverse riguardavano la competenza professionale degli interessati che non addurrebbero nessuno vizio di procedimento o altra irregolarit?, ma piuttosto una falsa valutazione della loro attitudine. Ora in realt? pari lagnanza sarebbe estranea all’idea di contestazione su dei diritti ed obblighi di carattere civile, cos? che l’articolo 6 (art. 6) non si applicherebbe nello specifico.
31. La Corte rileva che i richiedenti stimano assolvere le condizioni esatte dalla legge per la loro immatricolazione come contabili graditi al senso della legge del 1972. Avendo respinto tuttavia la commissione di ammissione le loro domande, hanno investito la commissione di ricorso. A questo stadio ? sorta una disputa relativa alla loro competenza professionale e di conseguenza al diritto, rivendicato da essi, di essere immatricolati come periti-contabili graditi. Bisogna tuttavia chiedere se c’era “contestazione” al senso dell’articolo 6 paragrafo 1 (art. 6-1) della Convenzione.
32. Dalla giurisprudenza della Corte si liberano, tra altri, i seguenti principi,:
a) Lo spirito della Convenzione comanda di non prendere il termine di “contestazione” in “un’accezione troppo tecnica” e “di darne una definizione materiale piuttosto che formale” (sentenza Il Conte, Van Leuven e De Meyere del 23 giugno 1981, serie A no 43, p. 20, paragrafo 45).
b) La contestazione deve essere reale e seria (sentenza Sporrong e L?nnroth del 23 settembre 1982, serie A no 52, p. 30, paragrafo 81).
c) pu? ricadere anche sia “sull’esistenza stessa di un diritto” che “sulla sua entit? o le sue modalit? di esercizio” (sentenza Il Conte, Van Leuven e De Meyere, precitata, p. 22, paragrafo 49).
d) pu? avere tanto tratto ai “punti di fatto” che alla domanda giuridica” (stessa sentenza, ibidem, p. 23, paragrafo 51 in fine; sentenza Alberto ed Il Conte del 10 febbraio 1983, serie A no 58, p. 16, paragrafo 29 in fine, e p. 19, paragrafo 36).
33. C’? luogo ancora di analizzare l’oggetto della disputa portata, nello specifico, dinnanzi alla commissione di ricorso.
34. Il compito di questa comprende tanto la verifica della regolarit? del procedimento dinnanzi alla commissione di ammissione che un nuovo esame del punto di sapere se i candidati rispondono alle condizioni legali di immatricolazione: capacit?, esperienza, durata dell’esercizio della professione o possesso di certi diplomi o titoli (paragrafo 20 sopra).
35. Nel compimento del suo primo compito, la commissione di ricorso pu? trovarsi chiamata a deliberare su dei mezzi come l’arbitrariet?, la deviazione di potere ed i vizi di procedimento. Degli elementi di questo genere si prestano con natura ad una decisione giurisdizionale ed una disputa ad essi concernente si analizza in una “contestazione” ai fini dell’articolo 6 paragrafo 1 (art. 6-1).
Nello specifico, tuttavia, gli interessati non hanno addotto dinnanzi alla commissione di ricorso nessuna irregolarit? di questo tipo.
36. Da parte sua, il controllo della riunione delle condizioni legali di immatricolazione pu? inglobare dei punti di diritto e di fatto suscettibili di valutazione giurisdizionale, come l’interpretazione delle esigenze della legge, la durata di esercizio della professione, il possesso di certi diplomi o titoli.
Le lagnanze dei richiesti contro la decisione della commissione di ammissione non entravano neanche in questa categoria. Probabilmente Sig. d. B. si lamentava in particolare di una sottovalutazione della lunghezza del suo periodo di attivit? indipendente anteriore, ma non ha ripreso questa tesi dinnanzi agli organi della Convenzione.
Vicino a questa sola eccezione, gli interessati rimproveravano in sostanza alla commissione di ammissione di avere sottovalutato le loro competenze. La commissione di ricorso ha fatto sostenere loro un nuovo esame, invitandoli a colloqui nel corso dei quali hanno potuto commentare dei bilanci stabiliti da essi e rispondere alle domande concernenti la teoria e la pratica della perizia contabile.
Ora una tale valutazione delle cognizioni e degli esperienza necessarie per esercitare una certa professione sotto un certo titolo si avvicina ad un esame di tipo scolastico o universitario e si allontana tanto dal compito normale del giudice che le garanzie dell’articolo 6 (art. 6) non potrebbero riguardare delle dispute su simile materia.
37. Non c’era dunque “contestazione” al senso dell’articolo 6 (art. 6 ) che, quindi, non si applicava nello specifico. Il fatto che, secondo il diritto interno, la commissione di ricorso ha il carattere di un tribunale non va contro questa conclusione.
38. Perci?, la Corte non deve essere incerta sul “carattere civile” dei diritti rivendicati dai richiedenti, n? sulla compatibilit? del procedimento in causa con le esigenze dell’articolo 6 paragrafo 1, (art. 6-1).
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1 (P1-1)
39. I richiedenti si definiscono anche vittime di violazioni all’articolo 1 del Protocollo no 1 (P1-1), cos? formulato,:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? che a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe.”
Le decisioni della commissione di ricorso avrebbero sminuito i loro redditi ed il valore della loro impresa. Quindi, avrebbero subito un’ingerenza nell’esercizio del loro diritto al rispetto dei loro beni ed una privazione parziale di questi senza indennit?.
40. Per il Governo i richiedenti al contrario non avevano, un “diritto acquistato” all’uso del titolo di “contabile” prima dell’entrata in vigore della legge che l’ha regolamentato: fino l?, si trattava di una semplice facolt?, non di un diritto legalmente riconosciuto e protetto. Anche supponendo che ci fosse stato diritto acquisito, non si potrebbe vedere un “bene” al senso dell’articolo 1 (P1-1). Inoltre, non esisterebbe in dritto olandese nessuno diritto al “goodwill” (avviamento) che si possa considerare come un tale “bene.”
Sussidiariamente, l’articolo 1 (P1-1) non sarebbe stato violato perch? la legislazione tenderebbe ad un scopo d ‘”interesse generale”.
41. La Corte stima, con la Commissione, che il diritto invocato dai richiedenti pu? essere assimilato al diritto di propriet? consacrata all’articolo 1 (P1-1): grazie al loro lavoro, gli interessati erano riusciti a costituire una clientela; rivestendo a molti riguardi il carattere di un diritto privato, si analizzava in un valore patrimoniale, dunque in un bene al senso della prima frase dell’articolo 1 (P1-1 che si applicava quindi nello specifico).
42. Il rifiuto di iscrivere i richiedenti sull’elenco dei periti-contabili graditi ha alterato profondamente le condizioni delle loro attivit? professionali il cui campo di applicazione ? stato ridotto. I loro redditi si sono abbassati, cos? come il valore della loro clientela e, pi? generalmente, della loro impresa. Quindi, c’? stata ingerenza nel loro diritto al rispetto dei loro beni.
43. Come rileva la Commissione, l’ingerenza si rivela tuttavia giustificata allo sguardo del secondo capoverso dell’articolo 1 (P1-1).
Innanzitutto, la legge del 1972 inseguiva un scopo d ‘ “interesse generale”: organizzare una professione riguardante l?insieme del settore economico, garantendo al pubblico la competenza di quelli che l’esercitano.
In quanto al giusto equilibrio tra i mezzi impiegati e lo scopo mirato (sentenza Sporrong e L?nnroth, precitata, serie A no 52, p. 26, paragrafo 69) si trovava in ogni caso assicurato dall’esistenza di un regime transitorio che permette ai vecchi contabili non qualificati di aderire alla nuova professione sotto certe condizioni.
44. La Corte conclude cos? alla mancanza di violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 (P1-1).
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE,
1. Stabilisce ( con undici voci contro sette) che l’articolo 6 paragrafo 1 (art. 6-1) della Convenzione non si applicava nello specifico;
2. Stabilisce (con sedici voci contro due) che l’articolo 1 del Protocollo no 1 (P1-1) si applicava nello specifico;
3. Stabilisce (all’unanimit?) che non ? stato violato.
Fatto in francese ed in inglese, poi pronunciato in udienza pubblica al Palazzo dei Diritti dell’uomo a Strasburgo, il 26 giugno 1986.
Rolv RYSSDAL
Presidente
Marc-Andr? EISSEN
Cancelliere
Alla presente sentenza si trova unita, conformemente agli articoli 51 paragrafo 2 (art. 52-1) della Convenzione e 52 paragrafo 2 dell’ordinamento, l’esposizione delle seguenti opinioni separate:
– opinione concordante comune ai Sigg.. Ryssdal, Matscher e Bernhardt;
– opinione dissidente della Sig. Cremona;
– opinione dissidente comune ai Sigg.. Th?r Vilhj?lmsson, Pettiti, Macdonald, Russo, Gersing e Spielmann;
– opinione dissidente comune a Sir Vincent Evans ed il Sig. Gersing.
R.R.
SIG. – A.E.
OPINIONE CONCORDANTE COMUNE AI SIGG.. I GIUDICI RYSSDAL, MATSCHER E BERNHARDT
(Traduzione)
Con la maggioranza dei nostri colleghi, stimiamo inapplicabile nello specifico l’articolo 6 (art. 6) della Convenzione, ma ci basiamo su un ragionamento differente.
Ai nostri occhi, i richiedenti avevano diritto alla loro immatricolazione come periti-contabili graditi se avessero riunito le condizioni fissate dalla legge del 1972. Pretendevano assolverli, ma le autorit? olandesi non l’hanno permesso. Esisteva una contestazione dunque. Tuttavia, non ricadeva su un diritto di carattere civile al senso dell’articolo 6 (art. 6): riguardava un esame ed una valutazione, da parte di un’autorit? pubblica, delle attitudini professionali dei richiedenti, campo che non si potrebbe inglobare nella nozione di diritto di carattere civile.

OPINIONE DISSIDENTE DEL GIUDICE CREMONA
(Traduzione)
Se aderisco alla maggioranza dei miei colleghi sull’articolo 1 del Protocollo no 1 (P1-1), non posso seguirli sull’articolo 6 (art. 6) della Convenzione.
Si tratta di una causa che presenta certe particolarit?.
Qualunque siano le difficolt? (numerose), non riguardano il diritto di perseguire l’esercizio di una professione che sarebbe colpita dalla conclusione di un procedimento disciplinare, questa ultima (come, secondo me, nella causa Il Conte, Van Leuven e Dei Meyere; vedere l’opinione separata comune al giudice Bindschedler-Robert ed a me stesso, annessa alla sentenza della Corte del 23 giugno 1981, serie A no 43, pp. 29-30) dovendo in certe circostanze passare essenzialmente per ricadente sulla “fondatezza di una accusa in materia penale” ai fini dell’articolo 6 paragrafo 1 (art. 6-1) della Convenzione.
Nello specifico, i richiedenti si lamentano in sostanza degli ostacoli messi all’esercizio effettivo della loro professione di contabili: si sono visti negare il diritto di continuare ad adoperare il titolo di contabile, utilizzato da essi per parecchi anni e che era capitale per l’esercizio effettivo della loro professione, ma oramai regolamentato da una nuova legislazione, la legge del 1972 sui periti-contabili graditi. Pretendevano di rispondere a tutte le condizioni legali dell’uso di questo titolo come fissato dall’articolo 65 della nuova legge, ivi compreso quella relativa ad una competenza professionale sufficiente.
Questa disposizione dipendeva da un regime provvisorio istituito dalla legge stessa e concepito manifestamente per accordare una protezione giuridica alle persone che, come i richiedenti, avevano esercitato precedentemente, in ogni legalit?, la contabilit? col titolo di contabile, se avessero assolto certe condizioni legali.
La nuova legge ha assegnato la competenza di giudicare la riunione di queste condizioni da prima ad una commissione di immatricolazione poi ad un organo giurisdizionale, la commissione di ricorso. Una sentenza del Consiglio di stato olandese conferma che ben si tratta di un organo giurisdizionale (paragrafo 14 della presente sentenza).
Certo, la valutazione delle cognizioni per mezzo, per esempio, di un esame scolastico o universitario come menzionalo al paragrafo 36 della sentenza, questa domanda che si distingue da quella di sapere se le regole applicabili a simile esame sono state rispettate o meno, sfugge in principio al campo giudiziale. Nell’occorrenza, tuttavia ci troviamo dinnanzi al fatto che la nuova legislazione olandese ha giudicato positivo creare un organo giurisdizionale incaricato di controllare le decisioni della commissione di immatricolazione, ivi compreso ci? che si pu? chiamare la valutazione delle competenze (paragrafo 34 della sentenza). La rivendicazione dei richiedenti andava in ogni caso, ben al di l? della semplice domanda della riuscita di un esame professionale.
Secondo me e visto la giurisprudenza pertinente della Corte, c’era contestazione su un diritto di carattere civile al senso dell’articolo 6 (art. 6) della Convenzione. Vi andava di mezzo il diritto, per i richiedenti, di continuare ad esercitare infatti la loro professione di contabile col titolo di contabile, che avevano utilizzato per parecchi anni e che oramai era rifiutato loro, ma che rivendicavano perch? affermavano rispondere a tutte le condizioni alle quali le disposizioni transitorie applicabili dalla nuova legislazione subordinavano l’immatricolazione sotto questo titolo. La commissione di ammissione ha stimato che non assolvevano, ma quando hanno investito la commissione di ricorso (organo giurisdizionale investito dalla nuova legge stessa della competenza di pronunciarsi anche sulla riunione di queste condizioni, ivi compresa quella relativa ad una competenza professionale sufficiente) ? sorta una contestazione che ricadeva ai miei occhi, nelle circostanze suddette su un diritto di carattere civile al senso dell’articolo 6 (art. 6).
A questo proposito, non bisogna dimenticare che l’uso continuo, da parte dei richiedenti, del titolo professionale di contabile era legato intimamente ed anche indispensabilmente al perseguimento dell’esercizio effettivo della loro professione di contabili, che riguardava delle relazioni di diritto privato coi loro clienti, ed aveva anche delle incidenze patrimoniali (paragrafo 42 della sentenza) importanti in quanto ai loro mezzi di esistenza. La conclusione del procedimento incriminato ? stata direttamente determinante per il diritto in gioco.
L’articolo 6 (art. 6) della Convenzione si applicava dunque e, secondo me, ? stato violato anche per i seguenti motivi: 1) i “rendiconti resi” dalla commissione di ammissione sono stati comunicati alla commissione di ricorso ma non ai richiedenti stessi; quando hanno difeso la loro causa dinnanzi a questa ultima, dunque ignoravano le ragioni del rigetto delle loro domande da parte della prima commissione; pertanto, la condizione di equit? che figura all’articolo 6 paragrafo 1 (art. 6-1) non ? stata osservata; e 2) la decisione della commissione di ricorso non ha assolto la condizione di pubblicit? fissata da questa stessa disposizione, nemmeno in senso lato ammesso nella sentenza Pretto ed altri del 8 dicembre 1983 (serie A no 71).

OPINIONE DISSIDENTE COMUNE AI SIGG. GIUDICI TH?R VILHJ?LMSSON, PETTITI, MACDONALD, RUSSO, GERSING E SPIELMANN
Contrariamente alla maggioranza, abbiamo votato per l’applicabilit? dell’articolo 6 (art. 6.) I nostri motivi sono i successivi.
1. Sull’esistenza di una contestazione relativa ad un diritto
Dalla giurisprudenza della Corte si liberano, tra altri, i seguenti principi, ricordati nella sentenza,:
a) lo spirito della Convenzione comanda di non prendere il termine di “contestazione” in “un’accezione troppo tecnica” e “di darne una definizione materiale piuttosto che formale”;
b) la contestazione deve essere reale e seria;
c) pu? ricadere anche “sull’esistenza stessa di un diritto” che “sulla sua entit? o le sue modalit? di esercizio”;
d) pu? avere tanto tratto ai “punti di fatto” che alle domande giuridiche.”
La conclusione che deriva la maggioranza nel caso concreto non ci sembra tuttavia adeguata, e ci? nella misura in cui considera che non c’era nello specifico una contestazione il cui esame dipenderebbe dall’esercizio normale della funzione del giudice. Difatti, la Corte constata che la legislazione in causa ha stabilito un regime transitorio che mira, per un periodo limitato, a rispettare i diritti acquisiti di una certa categoria di contabili. Hanno diritto, secondo la legge, ad inseguire l’esercizio della loro professione, sotto la sua nuova espressione giuridica, le persone che possono provare che possiedono un’attitudine ed un’anzianit? sufficienti. La contestazione ricadeva dunque sull’esistenza stessa del diritto che i richiedenti rivendicavano.
La decisione della commissione di ricorso aveva per conseguenza diretta, rifiutando ai richiedenti il diritto a portare il titolo, di far loro perdere la loro qualifica e, pertanto, la loro clientela, considerando questa che il rifiuto del titolo implicava una competenza insufficiente.
Non si trattava solamente di deliberare a partire da un esame di attitudine per conferire un diploma, ma di decidere del mantenimento effettivo di un esercizio professionale garantito durante numerosi anni dai richiedenti a soddisfazione dei loro clienti che avevano dei contratti con essi. La funzione del giudice si applica normalmente all’esame di domande tecniche. Non si pu? dissociare nella deliberazione tra ci? che sarebbe “giudicabile” e ci? che sarebbe dei fatti e tecnico.
La contestazione ricadeva allora su questa privazione di esercizio professionale tanto pi? che una Associazione di contabili era privilegiata rispetto all’altra nella maggioranza degli esami.
Una tale privazione aveva delle incidenze sull’esistenza di un diritto e sull’esercizio di un’attivit?.
Era dunque ben una contestazione secondo l’interpretazione abituale data dalla giurisprudenza della Corte, da ultimo nella sentenza Benthem.
2. Sul carattere civile del diritto contestato
Stimiamo che il diritto in questione ha un carattere civile: l’esercizio della professione consiste in stipulare dei contratti di diritto privato; in quanto all’uso del titolo, ? uno dei mezzi per esercitare la professione, ed in particolare di tenere la clientela e di ottenerne una nuova.
Ai nostri occhi, la natura amministrativa delle decisioni della commissione di ricorso non avrebbe influenza sulla natura reale del diritto.
Secondo il Governo, la decisione della commissione di ricorso determina dei diritti di carattere pubblico: il diritto all’immatricolazione e quello al titolo di contabile.
Secondo la giurisprudenza della Corte, “la nozione di ?dritti ed obblighi di carattere civile ‘ non si pu? interpretare con semplice “riferimento al diritto interno dello stato convenuto” (sentenza K?nig del 28 giugno 1978, serie Ano 27, pp. 29-30, paragrafo 88-89).
In pi?, l’articolo 6 (art. 6) non mira solamente “le contestazioni di diritto privato al senso classico, cio? tra gli individui o tra un individuo e gli stati nella misura in cui questo ultimo ha agito come persona privata, sottoposta al diritto privato”, e non come “detentore del potere pubblico” (anche sentenza, loc. cit., p. 30, paragrafo 90.) Quindi, importano poco tanto “la natura della seguente legge di cui la contestazione deve essere troncata” che “quella dell’autorit? competente in materia”: si pu? trattare ” di una “giurisdizione di diritto comune”, di un “organo amministrativo, ecc.? La domanda della riuscita ad un esame che permette l’accesso ad una professione non riguarda, in quanto tale, un diritto di carattere civile.
Nello specifico, la situazione dei richiedenti presenta per? delle particolarit? che vanno al di l? dell’aspetto di esame. L’iscrizione sull’elenco dei contabili graditi figurava difatti tra le condizioni del perseguimento della loro attivit? professionale nelle condizioni equivalenti. Il rifiuto di ammissione provocava in pratica la privazione della loro attivit? professionale e poteva provocare, trattandosi di una professione a scopo lucrativo, delle conseguenze economiche molto pregiudizievoli.
Ne risultava quindi, che vi era dunque un diritto di “carattere civile” al senso dell’articolo 6 paragrafo 1 (art. 6-1 )che si applicavano al procedimento dinnanzi alla commissione di ricorso.
Sull’osservazione dell’articolo 6 ( art. 6,)
Se la Corte avesse dovuto esaminare questo punto, avremmo considerato che c’era violazione dell’articolo 6 (art. 6) in ragione in particolare della mancato rispetto tanto del principio dell’uguaglianza del conferire (in particolare verbale non comunicato) che la pubblicit? del procedimento.

OPINIONE DISSIDENTE COMUNE A SIR VINCENT EVANS E AL SIG. GERSING, GIUDICI, SU L’APPLICABILIT? DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1 (P1-1)
(Traduzione)
1. Ci dispiace di non potere aderire all’opinione della maggioranza su questo punto.
2. Ai nostri occhi, l’articolo 1 del Protocollo no 1 (P1-1) non si applica nello specifico. Certo, la legge di 1972 e le decisioni della commissione di ricorso prese in virt? di questa ha avuto per effetto di ridurre il campo delle attivit? professionali dei richiedenti, ma stimiamo difficile di concludere che si trattava l? di un attentato “al rispetto dei [loro] beni” al senso dell’articolo 1 (P1-1).
3. La libert? di utilizzare il titolo di “contabile”, che i richiedenti possedevano prima dell’entrata in vigore delle disposizioni della legge del 1972, non costituiva, secondo noi, un diritto di propriet? protetto da questo articolo (P1-1). Parimenti, le misure prese non miravano a controllare l’uso dei beni ma a regolamentare l’esercizio di un’attivit? professionale.
4. Per ci? che riguarda la perdita di clientela che sarebbe risultata dalle misure incriminate, il “goodwill” (avviamento) pu?, in certe circostanze, formare un elemento del valore economico delle cause di un individuo e dunque una parte integrante del suo patrimonio. Tuttavia, non pensiamo che si debba considerare le speranze professionali che pretendono aver perso i richiedenti come un elemento dei loro “beni”, o le misure prese come un attentato al rispetto dei loro “beni”, al senso dell’articolo 1 (P1-1). Una grande variet? di misure legislative o altro possono toccare incidentalmente l?entit?, la redditivit? e dunque il valore di “goodwill” di un’impresa. Secondo noi, gli Stati contraenti hanno il diritto di prendere delle misure del tipo di quelle adottate nell’occorrenza senza essere legati dalle restrizioni che figurano all’articolo 1 (P1-1). Considerare delle tali misure come un attentato al rispetto dei beni, esigente una giustificazione ai termini di questo articolo, da’ a questo ultimo un’interpretazione che va al di l? del suo oggetto e del suo scopo.
Nota del cancelliere: la causa porta il n? 7/1984/79/123-126. Le prime due cifre designano il suo posto nell’anno di introduzione, le due ultime il suo posto sull’elenco delle immissione nel processo della Corte dall’origine e su quella delle richieste iniziali, alla Commissione, corrispondenti.

MALONE V. T? UNITED KINGDOM JUGDMENT

SENTENZA VAN MARLE ED ALTRI C. PAESI BASSI

SENTENZA VAN MARLE ED ALTRI C. PAESI BASSI

SENTENZA VAN MARLE ED ALTRI C. PAESI BASSI
OPINIONE CONCORDANTE COMUNE A SIGG.. I GIUDICI RYSSDAL, MATSCHER E BERNHARDT

SENTENZA VAN MARLE ED ALTRI C. PAESI BASSI
OPINIONE DISSIDENTE DI M. IL GIUDICE CREMONA

SENTENZA VAN MARLE ED ALTRI C. PAESI BASSI
OPINIONE DISSIDENTE DI M. IL GIUDICE CREMONA

SENTENZA VAN MARLE ED ALTRI C. PAESI BASSI
OPINIONE DISSIDENTE COMUNE A SIGG.. I GIUDICI TH?R VILHJ?LMSSON, PETTITI, MACDONALD, RUSSO, GERSING E SPIELMANN

SENTENZA VAN MARLE ED ALTRI C. PAESI BASSI
OPINIONE DISSIDENTE COMUNE A SIGG.. I GIUDICI TH?R VILHJ?LMSSON, PETTITI, MACDONALD, RUSSO, GERSING E SPIELMANN

SENTENZA VAN MARLE ED ALTRI C. PAESI BASSI
OPINIONE DISSIDENTE COMUNE A SIR VINCENT EVANS E HA IL SIG. GERSING, GIUDICI, SU L’APPLICABILIT? DI L’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N? 1 (P1-1)

Testo Tradotto

Conclusion Non-violation de P1-1
COUR (PL?NI?RE)
AFFAIRE VAN MARLE ET AUTRES c. PAYS-BAS
(Requ?te no 8543/79; 8674/79; 8675/79; 8685/79)
ARR?T
STRASBOURG
26 juin 1986

En l?affaire van Marle et autres*,
La Cour europ?enne des Droits de l?Homme, statuant en s?ance pl?ni?re par application de l?article 50 de son r?glement et compos?e des juges dont le nom suit:
MM. R. Ryssdal, pr?sident,
W. Ganshof van der Meersch,
J. Cremona,
G. Wiarda,
Th?r Vilhj?lmsson,
Mme D. Bindschedler-Robert,
MM. G. Lagergren,
F. G?lc?kl?,
F. Matscher,
J. Pinheiro Farinha,
L.-E. Pettiti,
B. Walsh,
Sir Vincent Evans,
MM. R. Macdonald,
C. Russo,
R. Bernhardt,
J. Gersing,
A. Spielmann,
ainsi que de MM. M.-A. Eissen, greffier, et H. Petzold, greffier adjoint
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil les 28 et 29 novembre 1985, puis les 25 janvier, 21 f?vrier, 2 et 3 juin 1986,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette derni?re date:
PROCEDURE
1. L?affaire a ?t? d?f?r?e ? la Cour par la Commission europ?enne des Droits de l?Homme (“la Commission”) le 12 octobre 1984, dans le d?lai de trois mois ouvert par les articles 32 par. 1 et 47 (art. 32-1, art. 47) de la Convention de sauvegarde des Droits de l?Homme et des Libert?s fondamentales (“la Convention”). A son origine se trouvent quatre requ?tes (no 8543/79, 8674/79, 8675/79 et 8685/79) dirig?es contre le Royaume des Pays-Bas et dont MM. G. v. M., J. P. van Z., J. F. et R. H. d. B., ressortissants n?erlandais, avaient saisi la Commission en 1979 en vertu de l?article 25 (art. 25).
La demande de la Commission renvoie aux articles 44 et 48 (art. 44, art. 48) ainsi qu?? la d?claration n?erlandaise de reconnaissance de la juridiction obligatoire de la Cour (article 46) (art. 46). Elle a pour but d?obtenir une d?cision sur le point de savoir si les faits de la cause r?v?lent un manquement de l?Etat d?fendeur aux obligations qui d?coulent des articles 6 de la Convention et 1 du Protocole no 1 (art. 6, P1-1).
2. En r?ponse ? l?invitation prescrite ? l?article 33 par. 3 d) du r?glement, les requ?rants ont manifest? le d?sir de participer ? l?instance pendante devant la Cour et ont d?sign? leurs conseils (article 30).
3. Le vice-pr?sident de la Cour, exer?ant les fonctions de pr?sident, a estim? le 15 octobre 1984 que dans l?int?r?t d?une bonne administration de la justice il y avait lieu de confier ? une chambre unique l?examen de la pr?sente affaire et de l?affaire Feldbrugge (article 21 par. 6 du r?glement). La chambre de sept juges ? constituer comprenait de plein droit M. G. Wiarda, juge ?lu de nationalit? n?erlandaise (article 43 de la Convention) (art. 43), et M. R. Ryssdal, alors vice-pr?sident de la Cour (article 21 par. 3 b) du r?glement). Le 22 octobre 1984, M. Wiarda, en sa qualit? de pr?sident de la Cour, a d?sign? par tirage au sort les cinq autres membres, ? savoir M. J. Cremona, M. J. Pinheiro Farinha, Sir Vincent Evans, M. R. Bernhardt et M. J. Gersing, en pr?sence du greffier (articles 43 fine de la Convention et 21 par. 4 du r?glement) (art. 43).
4. Ayant assum? la pr?sidence de la chambre (article 21 par. 5 du r?glement), M. Ryssdal a recueilli par l?interm?diaire du greffier l?opinion de l?agent du gouvernement des Pays-Bas (“le Gouvernement”), du d?l?gu? de la Commission et des conseils des requ?rants sur la n?cessit? d?une proc?dure ?crite (article 37 par. 1). Conform?ment aux ordonnances ainsi adopt?es, le greffier a re?u, le 1er f?vrier 1985, le m?moire du Gouvernement et, le 14 mars 1985, des demandes de M. v. M. au titre de l?article 50 (art. 50) de la Convention.
Par une lettre du 8 mai 1985, le secr?taire de la Commission l?a inform? que le d?l?gu? attendrait les audiences pour s?exprimer sur les questions en litige.
5. Le 3 juillet 1985, le pr?sident a fix? au 26 novembre la date d?ouverture de la proc?dure orale apr?s avoir consult? agent du Gouvernement, d?l?gu? de la Commission et conseils des requ?rants par l?interm?diaire du greffier.
Le 11 juillet, l?avocat de MM. V. Z., F. et de B. a d?clar? renoncer ? participer aux d?bats.
6. Le 25 septembre 1985, la Chambre a r?solu, en vertu de l?article 50 du r?glement, de se dessaisir avec effet imm?diat au profit de la Cour pl?ni?re.
7. En novembre 1985, la Commission et le conseil de M. v. M. ont d?pos? diff?rents documents ? la demande du pr?sident.
8. Les audiences se sont d?roul?es en public le jour dit, au Palais des Droits de l?Homme ? Strasbourg. La Cour avait tenu imm?diatement auparavant une r?union pr?paratoire.
Ont comparu:
– pour le Gouvernement
M. G.W. Maas Gesteranus, jurisconsulte,
minist?re des Affaires ?trang?res, agent,
M. E. Korthals Altes, Landsadvocaat, conseil,
M. J.H. van Kreveld,
Mme K.M. Bresjer,
M. I.W. van der Eijk, minist?re des Affaires ?conomiques, conseillers;
– pour la Commission
M. J.A. Frowein, d?l?gu?;
– pour M. v. M., requ?rant
Me E. v. der S.,
Me G.C.L. v. L., avocats, conseils.
9. La Cour a entendu en leurs d?clarations, ainsi qu?en leurs r?ponses ? ses questions et ? celles de plusieurs juges, M. Korthals Altes pour le Gouvernement, M. Frowein pour la Commission et Me v. d. S. pour M. v. M.. Les autres requ?rants ont communiqu? leurs r?ponses aux questions de la Cour les 25 novembre 1985 et 9 janvier 1986; le Gouvernement a compl?t? les siennes par ?crit le 26 janvier.
FAITS
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
10. N?s respectivement en 1928, 1928, 1915 et 1929, MM. v. M., v. Z., F. et de B. r?sident le premier ? Rotterdam, les deux suivants ? Utrecht et le dernier ? Amersfoort. Tous quatre ont exerc?, depuis diff?rentes dates comprises entre 1947 et 1950, des activit?s d?expert-comptable (accountant).
11. En 1974, ils sollicit?rent leur immatriculation comme experts-comptables agr??s, conform?ment aux clauses transitoires de l?article 65 de la loi du 13 d?cembre 1972 organisant cette profession (paragraphes 17 et 20 ci-dessous).
La commission d?admission (paragraphe 21 ci-dessous) les entendit dans le courant de 1977 apr?s avoir invit? chacun d?eux ? pr?senter cinq bilans comptables annuels ?tablis sous leur responsabilit?. Elle rejeta les demandes le 18 mars 1977 pour M. v. M. le 5 ao?t pour MM. v. Z. et F., le 15 juillet pour M. d. B..
12. Les requ?rants se pourvurent alors aupr?s de la commission de recours (paragraphe 22 ci-dessous). Elle aussi les pria de produire des bilans pr?par?s par eux; leur comparution devant elle eut lieu en 1978.
Un compte rendu de la s?ance de la commission d?admission fut communiqu? ? la commission de recours, mais non aux int?ress?s.
La Commission de recours d?bouta ceux-ci, au motif que leurs expos?s avaient laiss? ? d?sirer sur certains points essentiels et que leurs r?ponses aux questions ne r?v?laient pas une aptitude professionnelle suffisante. Elle statua ainsi le 14 juillet 1978 pour M. v. M., le 9 janvier 1979 pour MM. v. Z. et F., le 19 janvier 1979 pour M. d. B..
13. Au d?but de l?entretien avec ce dernier, le pr?sident l?informa qu?un membre de la commission se trouvait emp?ch?. M. de B. consentit ? ce que la proc?dure se d?roul?t n?anmoins; la d?cision porta la signature des cinq membres.
14. Aucun des requ?rants ne saisit le Conseil d??tat en vertu de la loi sur les recours administratifs. Pareille initiative leur semblait en effet vou?e ? l??chec; ils en veulent pour preuve un arr?t de la section juridictionnelle du Conseil d??tat, du 4 septembre 1977, qui avait d?clar? irrecevable un appel contre une d?cision de la commission de recours, celle-ci ayant une comp?tence juridictionnelle et ne pouvant ?tre consid?r?e comme un organe administratif.
II. LA L?GISLATION PERTINENTE
15. En 1962 et 1972, le parlement des Pays-Bas a adopt? deux lois visant ? r?glementer et d?limiter la profession d?expert-comptable, qui jusque-l? ne faisait l?objet d?aucune disposition l?gale.
16. La loi du 28 juin 1962 (Wet op de Registeraccountants) fixe des crit?res relatifs ? la comp?tence exig?e des professionnels appel?s ? exercer sur une grande ?chelle, auxquels il incombe de v?rifier les comptes des soci?t?s en vue de la d?livrance d?un certificat de conformit? (verklaring van getrouwheid).
17. Seule directement pertinente en l?esp?ce, la loi du 13 d?cembre 1972 sur les experts-comptables agr??s (Wet op de Accountants-administratie-consulenten) concerne les comptables dont la t?che ne consiste pas dans une telle activit? et pour lesquels la comp?tence requise n?est pas aussi grande. Il s?agit essentiellement de ceux qui pratiquent la comptabilit? pour de petites et moyennes entreprises.
18. Depuis le 1er mars 1979 – cinq ans apr?s l?entr?e en vigueur de la loi de 1972 (1er mars 1974) -, ne peuvent se qualifier d?expert-comptable que les personnes vis?es par la loi de 1962, les experts-comptables agr??s et celles qui s?acquittent de telles fonctions dans le service public (article 85 par. 2 de la loi de 1972, combin? avec les articles 28 par. 2 et 29). Quiconque usurpe le titre se rend passible de sanctions p?nales et s?expose ? des poursuites disciplinaires.
19. Les demandes d?immatriculation comme expert-comptable agr?? sont adress?es ? la commission d?immatriculation (commissie voor de inschrijving) dont les d?cisions sont susceptibles d?appel devant la commission de recours (commissie van beroep, paragraphe 22 ci-dessous).
Les candidats doivent poss?der l?un des trois dipl?mes ?num?r?s par la loi ou un autre titre qui, selon le ministre de l??conomie, atteste une comp?tence professionnelle analogue (article 10).
20. Une clause transitoire, l?article 65, permet cependant d?immatriculer en outre les personnes qui avaient d?ploy? des activit?s d?expert-comptable ? une ?chelle et dans des conditions attestant d?une comp?tence professionnelle suffisante
– soit durant dix au moins des quinze derni?res ann?es avant le 1er mars 1974 (paragraphe 1 a) de l?article);
– soit, pour les porteurs de l?un des dipl?mes ou titres ?num?r?s au paragraphe 1 b), pendant trois ans au moins avant cette m?me date.
Aux termes du paragraphe 3 de l?article 65, les activit?s en question consistent ? organiser des administrations efficaces, appr?cier leur mode de gestion, dresser des rapports explicatifs analysant et interpr?tant des donn?es emprunt?es aux administrations et exprimer des avis sur cette base.
21. D?apr?s l?article 66, une personne d?sireuse de se pr?valoir de ladite clause transitoire, ? l?instar des requ?rants, doit saisir la commission d?admission (commissie voor de toelating), instaur?e pour d?terminer qui r?pond aux exigences de l?article 65.
Le ministre de l??conomie, apr?s consultation de ses coll?gues de l??ducation et de la Science ainsi que de l?Agriculture et de la P?che, fixe le nombre des membres de la commission, les nomme et choisit leur pr?sident ainsi que leur(s) vice-pr?sident(s).
La commission, ?ventuellement divis?e en chambres de trois membres ou plus, peut ou?r le candidat (article 69 par. 1). Il a la facult? d??tre assist? d?un conseil et, sauf si la commission en dispose autrement, de se faire repr?senter ? l?audience (article 69 par. 4).
Une d?cision de rejet ne peut intervenir qu?une fois l?int?ress? entendu ou, pour le moins, invit? par lettre recommand?e ? compara?tre (article 69 par. 1). Motiv?e, elle doit lui ?tre communiqu?e par courrier recommand? (article 70 par. 2).
22. La commission de recours conna?t des appels form?s contre les d?cisions de rejet de la commission d?admission (article 71) et de la commission d?immatriculation. Elle comprend cinq titulaires et cinq suppl?ants. Trois des membres de chaque cat?gorie doivent remplir les conditions n?cessaires pour ?tre nomm? magistrat dans un tribunal r?gional et exercer ou avoir exerc? des fonctions judiciaires, mais non la profession d?expert-comptable (article 18 par. 1); quant aux deux autres, il s?agit d?experts en comptabilit?.
Les membres sont tenus au secret professionnel (article 26). Apr?s consultation du ministre de la Justice, le ministre de l??conomie les nomme et d?signe le pr?sident et le vice-pr?sident.
23. Avant de se prononcer sur le recours, la commission doit entendre l?int?ress? ou l?inviter par lettre recommand?e ? compara?tre (articles 20 par. 1 et 72 par. 1). Elle peut se procurer des renseignements aupr?s de la commission de premi?re instance et ou?r des tiers (article 72).
L?appelant peut ?tre assist? d?un conseil ou se faire repr?senter ? l?audience; la commission peut cependant en disposer autrement ou refuser le minist?re ou l?assistance de non-juristes (articles 72 par. 2 et 20, par. 2 et 3, combin?s).
La commission rend une d?cision motiv?e qu?elle communique ? l?int?ress? et ? l?organe de premi?re instance (articles 21 par. 2 et 73 par. 2).
PROCEDURE DEVANT LA COMMISSION EUROPEENNE DES DROITS DE L?HOMME
24. M. v. M. a saisi la Commission le 10 janvier 1979, MM. V. Z.n et F.a le 20 juin 1979, M. d. B. le 17 juillet 1979.
Selon eux, les d?cisions litigieuses concernaient des contestations sur des “droits de caract?re civil” qui n?avaient pas ?t? tranch?es ?quitablement et publiquement par un tribunal ind?pendant et impartial comme le veut l?article 6 par. 1 (art. 6-1) de la Convention. En outre, elles auraient port? atteinte ? leur droit au respect de leurs biens, garanti par l?article 1 du Protocole no 1 (P1-1).
25. La Commission a retenu les requ?tes le 13 octobre 1980 apr?s en avoir ordonn? la jonction les 2 octobre 1979 et 6 mai 1980.
Dans son rapport du 8 mai 1984 (article 31) (art. 31), elle arrive ? la conclusion que l?article 6 par. 1 (art. 6-1) de la Convention ne s?applique pas en l?esp?ce (huit voix contre quatre) et qu?il n?y a pas eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 (P1-1) (onze voix, avec une abstention).
Le texte int?gral de son avis et de l?opinion s?par?e dont il s?accompagne figure en annexe au pr?sent arr?t.
CONCLUSIONS PRESENTEES A LA COUR PAR LE GOUVERNEMENT
26. Dans son m?moire du 1er f?vrier 1985, le Gouvernement prie la Cour “de dire qu?il n?y a eu en l?esp?ce violation ni de l?article 6 par. 1 (art. 6-1) de la Convention, ni de l?article 1 du Protocole no 1 (P1-1)”.
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALLEGUEE DE L?ARTICLE 6 PAR. 1 (art. 6-1) DE LA CONVENTION
27. Les requ?rants se pr?tendent victimes d?une violation de l?article 6 par. 1 (art. 6-1), ainsi libell?:
“Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue ?quitablement, publiquement et dans un d?lai raisonnable par un tribunal ind?pendant et impartial, ?tabli par la loi, qui d?cidera, soit des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil, soit du bien-fond? de toute accusation en mati?re p?nale dirig?e contre elle. Le jugement doit ?tre rendu publiquement, mais l?acc?s de la salle d?audience peut ?tre interdit ? la presse et au public pendant la totalit? ou une partie du proc?s dans l?int?r?t de la moralit?, de l?ordre public ou de la s?curit? nationale dans une soci?t? d?mocratique, lorsque les int?r?ts des mineurs ou la protection de la vie priv?e des parties au proc?s l?exigent, ou dans la mesure jug?e strictement n?cessaire par le tribunal, lorsque dans des circonstances sp?ciales la publicit? serait de nature ? porter atteinte aux int?r?ts de la justice.”
28. La Cour doit d?abord statuer sur l?applicabilit? de ce texte, ni?e par le Gouvernement et la Commission.
29. Selon les int?ress?s, les d?cisions de la commission d?admission et de la commission de recours ont ?t? d?terminantes pour leurs droits de continuer ? exercer leur profession et de porter le titre d?expert-comptable, qu?ils consid?rent comme des droits de caract?re civil au sens de l?article 6 par. 1 (art. 6-1).
Depuis le 1er mars 1979, ils encourraient des sanctions p?nales s?ils se servaient d?une appellation dor?navant r?glement?e.
Or, durant de nombreuses ann?es avant l?entr?e en vigueur de la loi de 1972, ils s??taient pr?valus de ces deux droits dont les tiers ou les pouvoirs publics ne pouvaient entraver l?exercice. Le l?gislateur aurait d?ailleurs tenu compte de l?existence de droits acquis en instaurant des dispositions transitoires.
En outre, lesdites d?cisions constitueraient une atteinte ? leurs droits de propri?t?.
30. D?apr?s le Gouvernement au contraire, l?utilisation du titre d?expert-comptable n??tait pas prot?g?e autrefois. La loi de 1972 chercherait ? garantir un certain niveau de comp?tence professionnelle, constat? au moyen d?un syst?me de contr?le. Elle viserait aussi ? prot?ger le titre en introduisant des r?gles de d?ontologie et de droit disciplinaire.
Certes, les clauses transitoires avaient pour but de pr?server les int?r?ts de ceux qui pratiquaient la profession depuis un certain temps, mais il n?en r?sulterait pas qu?il s?agisse l? de droits acquis.
Le Gouvernement soutient que la contestation a pour objet l?attribution d?un droit nouveau, celui de porter le titre d?expert-comptable, et non le droit des requ?rants ? continuer d?exercer leurs activit?s professionnelles car rien ne les en emp?cherait.
Sur ce dernier point, la Commission partage l?avis du Gouvernement. Elle consid?re en outre que les d?cisions litigieuses concernaient la comp?tence professionnelle des int?ress?s qui n?all?gueraient aucun vice de proc?dure ou autre irr?gularit?, mais plut?t une fausse appr?ciation de leur aptitude. Or en r?alit? pareil grief serait ?tranger ? l?id?e de contestation sur des droits et obligations de caract?re civil, de sorte que l?article 6 (art. 6) ne s?appliquerait pas en l?esp?ce.
31. La Cour rel?ve que les requ?rants estiment remplir les conditions exig?es par la loi pour leur immatriculation comme expert-comptable agr?? au sens de la loi de 1972. La commission d?admission ayant pourtant repouss? leurs demandes, ils ont saisi la commission de recours. A ce stade a surgi un diff?rend relatif ? leur comp?tence professionnelle et par cons?quent au droit, revendiqu? par eux, d??tre immatricul?s comme experts-comptables agr??s. Il faut pourtant se demander s?il y avait “contestation” au sens de l?article 6 par. 1 (art. 6-1) de la Convention.
32. De la jurisprudence de la Cour se d?gagent, entre autres, les principes suivants:
a) L?esprit de la Convention commande de ne pas prendre le terme de “contestation” dans “une acception trop technique” et “d?en donner une d?finition mat?rielle plut?t que formelle” (arr?t Le Compte, Van Leuven et De Meyere du 23 juin 1981, s?rie A no 43, p. 20, par. 45).
b) La contestation doit ?tre r?elle et s?rieuse (arr?t Sporrong et L?nnroth du 23 septembre 1982, s?rie A no 52, p. 30, par. 81).
c) Elle peut porter aussi bien “sur l?existence m?me d?un droit” que “sur son ?tendue ou ses modalit?s d?exercice” (arr?t Le Compte, Van Leuven et De Meyere, pr?cit?, p. 22, par. 49).
d) Elle peut avoir trait tant ? des “points de fait” qu?? “des question juridiques” (m?me arr?t, ibidem, p. 23, par. 51 in fine; arr?t Albert et Le Compte du 10 f?vrier 1983, s?rie A no 58, p. 16, par. 29 in fine, et p. 19, par. 36).
33. Encore y a-t-il lieu d?analyser l?objet du diff?rend port?, en l?esp?ce, devant la commission de recours.
34. La t?che de celle-ci comprend tant la v?rification de la r?gularit? de la proc?dure devant la commission d?admission qu?un nouvel examen du point de savoir si les candidats r?pondent aux conditions l?gales d?immatriculation: capacit?, exp?rience, dur?e de l?exercice de la profession ou possession de certains dipl?mes ou titres (paragraphe 20 ci-dessus).
35. Dans l?accomplissement de sa premi?re t?che, la commission de recours peut se trouver appel?e ? statuer sur des moyens tels que l?arbitraire, le d?tournement de pouvoir et les vices de proc?dure. Des ?l?ments de ce genre se pr?tent par nature ? une d?cision juridictionnelle et un diff?rend les concernant s?analyse en une “contestation” au fins de l?article 6 par. 1 (art. 6-1).
En l?esp?ce, toutefois, les int?ress?s n?ont all?gu? devant la commission de recours aucune irr?gularit? de ce type.
36. De son c?t?, le contr?le de la r?union des conditions l?gales d?immatriculation peut englober des points de droit et de fait susceptibles d?appr?ciation juridictionnelle, comme l?interpr?tation des exigences de la loi, la dur?e d?exercice de la profession, la possession de certains dipl?mes ou titres.
Les griefs des requ?rants contre la d?cision de la commission d?admission n?entraient pas non plus dans cette cat?gorie. Sans doute M. d. B. se plaignait-il notamment d?une sous-estimation de la longueur de sa p?riode d?activit? ind?pendante ant?rieure, mais il n?a pas repris cette th?se devant les organes de la Convention.
A cette seule exception pr?s, les int?ress?s reprochaient en substance ? la commission d?admission d?avoir m?jug? de leurs comp?tences. La commission de recours leur a fait passer un nouvel examen, les invitant ? des entretiens au cours desquels ils ont pu commenter des bilans ?tablis par eux et r?pondre ? des questions concernant la th?orie et la pratique de l?expertise comptable.
Or une telle ?valuation des connaissances et de l?exp?rience n?cessaires pour exercer une certaine profession sous un certain titre s?apparente ? un examen de type scolaire ou universitaire et s??loigne tant de la t?che normale du juge que les garanties de l?article 6 (art. 6) ne sauraient viser des diff?rends sur pareille mati?re.
37. Il n?y avait donc pas “contestation” au sens de l?article 6 (art. 6) qui, d?s lors, ne s?appliquait pas en l?esp?ce. Le fait que, selon le droit interne, la commission de recours a le caract?re d?un tribunal ne va pas ? l?encontre de cette conclusion.
38. En cons?quence, la Cour n?a pas ? s?interroger sur le “caract?re civil” des droits revendiqu?s par les requ?rants, ni sur la compatibilit? de la proc?dure en cause avec les exigences de l?article 6 par. 1 (art. 6-1).
II. SUR LA VIOLATION ALLEGUEE DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1 (P1-1)
39. Les requ?rants se pr?tendent aussi victimes d?infractions ? l?article 1 du Protocole no 1 (P1-1), ainsi libell?:
“Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les ?tats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes.”
Les d?cisions de la commission de recours auraient diminu? leurs revenus et la valeur de leur entreprise. D?s lors, ils auraient subi une ing?rence dans l?exercice de leur droit au respect de leurs biens et une privation partielle de ceux-ci sans indemnit?.
40. Pour le Gouvernement au contraire, les requ?rants n?avaient pas de “droit acquis” ? l?usage du titre d?”expert-comptable” avant l?entr?e en vigueur de la loi qui l?a r?glement?: jusque-l?, il s?agissait d?une simple facult?, non d?un droit l?galement reconnu et prot?g?. A supposer m?me qu?il y ait droit acquis, on ne saurait y voir un “bien” au sens de l?article 1 (P1-1). En outre, il n?existerait en droit n?erlandais aucun droit au “goodwill” que l?on puisse consid?rer comme un tel “bien”.
Subsidiairement, l?article 1 (P1-1) n?aurait pas ?t? viol? car la l?gislation tendrait ? un but d?”int?r?t g?n?ral”.
41. La Cour estime, avec la Commission, que le droit invoqu? par les requ?rants peut ?tre assimil? au droit de propri?t? consacr? ? l?article 1 (P1-1): gr?ce ? leur travail, les int?ress?s avaient r?ussi ? constituer une client?le; rev?tant ? beaucoup d??gards le caract?re d?un droit priv?, elle s?analysait en une valeur patrimoniale, donc en un bien au sens de la premi?re phrase de l?article 1 (P1-1), lequel s?appliquait d?s lors en l?esp?ce.
42. Le refus d?inscrire les requ?rants sur la liste des experts-comptables agr??s a profond?ment alt?r? les conditions de leurs activit?s professionnelles dont le champ d?application a ?t? r?duit. Leurs revenus ont baiss?, ainsi que la valeur de leur client?le et, plus g?n?ralement, de leur entreprise. D?s lors, il y a eu ing?rence dans leur droit au respect de leurs biens.
43. Comme le rel?ve la Commission, l?ing?rence se r?v?le pourtant justifi?e au regard du second alin?a de l?article 1 (P1-1).
Tout d?abord, la loi de 1972 poursuivait un but d?”int?r?t g?n?ral”: organiser une profession qui importe ? l?ensemble du secteur ?conomique, en garantissant au public la comp?tence de ceux qui l?exercent.
Quant au juste ?quilibre entre les moyens employ?s et le but vis? (arr?t Sporrong et L?nnroth, pr?cit?, s?rie A no 52, p. 26, par. 69), il se trouvait en tout cas assur? par l?existence d?un r?gime transitoire permettant aux anciens comptables non qualifi?s d?acc?der ? la nouvelle profession sous certaines conditions.
44. La Cour conclut ainsi ? l?absence de violation de l?article 1 du Protocole no 1 (P1-1).
PAR CES MOTIFS, LA COUR
1. Dit, par onze voix contre sept, que l?article 6 par. 1 (art. 6-1) de la Convention ne s?appliquait pas en l?esp?ce;
2. Dit, par seize voix contre deux, que l?article 1 du Protocole no 1 (P1-1) s?appliquait en l?esp?ce;
3. Dit, ? l?unanimit?, qu?il n?a pas ?t? viol?.
Fait en fran?ais et en anglais, puis prononc? en audience publique au Palais des Droits de l?Homme ? Strasbourg, le 26 juin 1986.
Rolv RYSSDAL
Pr?sident
Marc-Andr? EISSEN
Greffier
Au pr?sent arr?t se trouve joint, conform?ment aux articles 51 par. 2 (art. 52-1) de la Convention et 52 par. 2 du r?glement, l?expos? des opinions s?par?es suivantes:
– opinion concordante commune ? MM. Ryssdal, Matscher et Bernhardt;
– opinion dissidente de M. Cremona;
– opinion dissidente commune ? MM. Th?r Vilhj?lmsson, Pettiti, Macdonald, Russo, Gersing et Spielmann;
– opinion dissidente commune ? Sir Vincent Evans et M. Gersing.
R.R.
M.-A.E.
OPINION CONCORDANTE COMMUNE ? MM. LES JUGES RYSSDAL, MATSCHER ET BERNHARDT
(Traduction)
Avec la majorit? de nos coll?gues, nous estimons inapplicable en l?esp?ce l?article 6 (art. 6) de la Convention, mais nous nous fondons sur un raisonnement diff?rent.
A nos yeux, les requ?rants avaient droit ? leur immatriculation comme experts-comptables agr??s s?ils r?unissaient les conditions fix?es par la loi de 1972. Ils pr?tendaient les remplir, mais les autorit?s n?erlandaises ne l?ont pas admis. Il existait donc une contestation. Toutefois, elle ne portait pas sur un droit de caract?re civil au sens de l?article 6 (art. 6): elle concernait un examen et une appr?ciation, par une autorit? publique, des aptitudes professionnelles des requ?rants, domaine que l?on ne saurait englober dans la notion de droit de caract?re civil.

OPINION DISSIDENTE DE M. LE JUGE CREMONA
(Traduction)
Si je me rallie ? la majorit? de mes coll?gues sur l?article 1 du Protocole no 1 (P1-1), je ne puis les rejoindre sur l?article 6 (art. 6) de la Convention.
Il s?agit d?une affaire qui pr?sente certaines particularit?s.
Quelles qu?en soient les difficult?s (nombreuses), elle ne concerne pas le droit de poursuivre l?exercice d?une profession, lequel serait affect? par l?issue d?une proc?dure disciplinaire, cette derni?re (comme, selon moi, dans l?affaire Le Compte, Van Leuven et De Meyere; voir l?opinion s?par?e commune ? Mme le juge Bindschedler-Robert et ? moi-m?me, annex?e ? l?arr?t de la Cour du 23 juin 1981, s?rie A no 43, pp. 29-30) devant dans certaines circonstances passer essentiellement pour porter sur le “bien-fond? (d?une) accusation en mati?re p?nale” aux fins de l?article 6 par. 1 (art. 6-1) de la Convention.
En l?esp?ce, les requ?rants se plaignent en substance des entraves mises ? l?exercice effectif de leur profession de comptable: ils se sont vu d?nier le droit de continuer ? employer le titre d?expert-comptable, utilis? par eux pendant plusieurs ann?es et qui ?tait capital pour l?exercice effectif de leur profession, mais d?sormais r?glement? par une nouvelle l?gislation (la loi de 1972 sur les experts-comptables agr??s). Ils pr?tendaient r?pondre ? toutes les conditions l?gales de l?usage de ce titre telles que les fixe l?article 65 de la nouvelle loi, y compris celle relative ? une comp?tence professionnelle suffisante.
Cette disposition relevait d?un r?gime provisoire institu? par la loi elle-m?me et manifestement con?u pour accorder une protection juridique aux personnes qui, tels les requ?rants, avaient pr?c?demment exerc?, en toute l?galit?, la comptabilit? avec le titre d?expert-comptable, si elles remplissaient certaines conditions l?gales.
La nouvelle loi a attribu? la comp?tence de juger de la r?union de ces conditions d?abord ? une commission d?immatriculation puis ? un organe juridictionnel, la commission de recours. Un arr?t du Conseil d??tat n?erlandais confirme qu?il s?agit bien d?un organe juridictionnel (paragraphe 14 du pr?sent arr?t).
Certes, l?appr?ciation des connaissances au moyen, par exemple, d?un examen scolaire ou universitaire comme le mentionne le paragraphe 36 de l?arr?t (cette question se distinguant de celle de savoir si les r?gles applicables ? pareil examen ont ?t? respect?es ou non) ?chappe en principe au domaine judiciaire. En l?occurrence, toutefois nous nous trouvons devant le fait que la nouvelle l?gislation n?erlandaise a jug? bon de cr?er un organe juridictionnel charg? de contr?ler les d?cisions de la commission d?immatriculation, y compris ce que l?on peut appeler l?appr?ciation des comp?tences (paragraphe 34 de l?arr?t). En tout cas, la revendication des requ?rants allait bien au-del? de la simple question de la r?ussite d?un examen professionnel.
D?apr?s moi et vu la jurisprudence pertinente de la Cour, il y avait contestation sur un droit de caract?re civil au sens de l?article 6 (art. 6) de la Convention. Il y allait du droit, pour les requ?rants, de continuer ? exercer effectivement leur profession de comptable avec le titre d?expert-comptable, qu?ils avaient utilis? pendant plusieurs ann?es et qui leur ?tait d?sormais refus?, mais qu?ils revendiquaient car ils affirmaient r?pondre ? toutes les conditions auxquelles les dispositions transitoires applicables de la nouvelle l?gislation subordonnaient l?immatriculation sous ce titre. La commission d?admission a estim? qu?ils ne remplissaient pas, mais lorsqu?ils ont saisi la commission de recours (organe juridictionnel investi par la nouvelle loi elle-m?me de la comp?tence de se prononcer aussi sur la r?union de ces conditions, y compris celle relative ? une comp?tence professionnelle suffisante), a surgi une contestation qui ? mes yeux, dans les circonstances susmentionn?es, portait sur un droit de caract?re civil au sens de l?article 6 (art. 6).
A ce propos, il ne faut pas oublier que l?usage continu, par les requ?rants, du titre professionnel d?expert-comptable ?tait intimement li? et m?me indispensable ? la poursuite de l?exercice effectif de leur profession de comptable (reposant sur des relations de droit priv? avec leurs clients) et avait aussi des incidences patrimoniales (paragraphe 42 de l?arr?t) importantes quant ? leurs moyens d?existence. L?issue de la proc?dure incrimin?e a ?t? directement d?terminante pour le droit en jeu.
L?article 6 (art. 6) de la Convention s?appliquait donc et, selon moi, il a aussi ?t? viol? pour les motifs suivants: 1) les “comptes rendus” de la commission d?admission ont ?t? communiqu?s ? la commission de recours mais non aux requ?rants eux-m?mes; quand ils ont d?fendu leur cause devant cette derni?re, ils ignoraient donc les raisons du rejet de leurs demandes par la premi?re commission; partant, la condition d??quit? figurant ? l?article 6 par. 1 (art. 6-1) n?a pas ?t? observ?e; et 2) la d?cision de la commission de recours n?a pas rempli la condition de publicit? fix?e par cette m?me disposition, pas m?me au sens large admis dans l?arr?t Pretto et autres du 8 d?cembre 1983 (s?rie A no 71).

OPINION DISSIDENTE COMMUNE ? MM. LES JUGES TH?R VILHJ?LMSSON, PETTITI, MACDONALD, RUSSO, GERSING ET SPIELMANN
Contrairement ? la majorit?, nous avons vot? pour l?applicabilit? de l?article 6 (art. 6). Nos motifs sont les suivants.
1. Sur l?existence d?une contestation relative ? un droit
De la jurisprudence de la Cour se d?gagent, entre autres, les principes suivants (rappel?s dans l?arr?t):
a) l?esprit de la Convention commande de ne pas prendre le terme de “contestation” dans “une acception trop technique” et “d?en donner une d?finition mat?rielle plut?t que formelle”;
b) la contestation doit ?tre r?elle et s?rieuse;
c) elle peut porter aussi bien “sur l?existence m?me d?un droit” que “sur son ?tendue ou ses modalit?s d?exercice”;
d) elle peut avoir trait tant ? des “points de fait” qu?? “des questions juridiques”.
La conclusion qu?en tire la majorit? dans le cas concret ne nous para?t pourtant pas ad?quate, et cela dans la mesure o? elle consid?re qu?il n?y avait pas en l?esp?ce une contestation dont l?examen rel?verait de l?exercice normal de la fonction du juge. En effet, la Cour constate que la l?gislation en cause a ?tabli un r?gime transitoire qui vise, pour une p?riode limit?e, ? respecter les droits acquis d?une certaine cat?gorie de comptables. Ont droit, d?apr?s la loi, ? poursuivre l?exercice de leur profession, sous sa nouvelle expression juridique, les personnes pouvant prouver qu?elles poss?dent une aptitude et une anciennet? suffisantes. La contestation portait donc bien sur l?existence m?me du droit que les requ?rants revendiquaient.
La d?cision de la commission de recours avait pour cons?quence directe, en refusant aux requ?rants le droit au port du titre, de leur faire perdre leur qualification et, partant, leur client?le, celle-ci consid?rant que le refus du titre impliquait une comp?tence insuffisante.
Il ne s?agissait pas seulement de d?lib?rer ? partir d?un examen d?aptitude pour conf?rer un dipl?me, mais de d?cider du maintien effectif d?un exercice professionnel assur? pendant de nombreuses ann?es par les requ?rants ? la satisfaction de leurs clients qui avaient pass? des contrats avec eux. La fonction du juge s?applique normalement ? l?examen de questions techniques. On ne peut dissocier ? l?int?rieur de la d?lib?ration ce qui serait “justiciable” et ce qui serait factuel et technique.
La contestation portait sur cette privation d?exercice professionnel alors surtout qu?une Association de comptables ?tait privil?gi?e par rapport ? l?autre dans la majorit? des examens.
Une telle privation avait des incidences sur l?existence d?un droit et sur l?exercice d?une activit?.
C??tait donc bien une contestation selon l?interpr?tation habituelle donn?e par la jurisprudence de la Cour, en dernier lieu dans l?arr?t Benthem.
2. Sur le caract?re civil du droit contest?
Nous estimons que le droit en question a un caract?re civil: l?exercice de la profession consiste ? passer des contrats de droit priv?; quant ? l?usage du titre, il est l?un des moyens d?exercer la profession, et notamment de garder la client?le et d?en obtenir une nouvelle.
A nos yeux, la nature administrative des d?cisions de la commission de recours n?aurait pas d?influence sur la nature r?elle du droit.
Selon le Gouvernement, la d?cision de la commission de recours d?termine des droits de caract?re public: le droit ? l?immatriculation et celui au titre de comptable.
Selon la jurisprudence de la Cour, “la notion de ?droits et obligations de caract?re civil? ne peut” s?interpr?ter par simple “r?f?rence au droit interne de l??tat d?fendeur” (arr?t K?nig du 28 juin 1978, s?rie A no 27, pp. 29-30, par. 88-89).
De plus, l?article 6 (art. 6) ne vise pas uniquement “les contestations de droit priv? au sens classique, c?est-?-dire entre des particuliers ou entre un particulier et l??tat dans la mesure o? ce dernier a agi comme personne priv?e, soumise au droit priv?”, et non comme “d?tenteur de la puissance publique” (m?me arr?t, loc. cit., p. 30, par. 90). D?s lors, peu importent tant “la nature de la loi suivant laquelle la contestation doit ?tre tranch?e” que “celle de l?autorit? comp?tente en la mati?re”: il peut s?agir d?une “juridiction de droit commun”, d?un “organe administratif, etc.”
La question de la r?ussite ? un examen permettant l?acc?s ? une profession ne concerne pas, en tant que telle, un droit de caract?re civil.
En l?esp?ce, la situation des requ?rants pr?sente cependant des particularit?s allant au-del? de l?aspect d?examen. L?inscription sur la liste des comptables agr??s figurait en effet parmi les conditions de la poursuite de leur activit? professionnelle dans des conditions ?quivalentes. Le refus d?admission entra?nait en pratique la privation de leur activit? professionnelle et pouvait entra?ner, s?agissant d?une profession ? but lucratif, des cons?quences ?conomiques tr?s pr?judiciables.
D?s lors, il y allait d?un droit de “caract?re civil” au sens de l?article 6 par. 1 (art. 6-1), lequel s?appliquait donc ? la proc?dure devant la commission de recours.
Sur l?observation de l?article 6 (art. 6)
Si la Cour avait eu ? examiner ce point, nous aurions consid?r? qu?il y avait violation de l?article 6 (art. 6) en raison notamment du non-respect tant du principe de l??galit? des armes (en particulier proc?s-verbal non communiqu?) que de la publicit? de la proc?dure.

OPINION DISSIDENTE COMMUNE ? SIR VINCENT EVANS ET A M. GERSING, JUGES, SUR L?APPLICABILITE DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1 (P1-1)
(Traduction)
1. Nous regrettons de ne pouvoir souscrire ? l?opinion de la majorit? sur ce point.
2. ? nos yeux, l?article 1 du Protocole no 1 (P1-1) ne s?applique pas en l?esp?ce. Assur?ment, la loi de 1972 et les d?cisions de la commission de recours prises en vertu de celle-ci ont eu pour effet de r?duire le champ des activit?s professionnelles des requ?rants, mais nous estimons difficile de conclure qu?il s?agissait l? d?une atteinte “au respect de [leurs] biens” au sens de l?article 1 (P1-1).
3. La libert? d?utiliser le titre d?”expert-comptable”, que les requ?rants poss?daient avant l?entr?e en vigueur des dispositions de la loi de 1972, ne constituait pas, selon nous, un droit de propri?t? prot?g? par cet article (P1-1). De m?me, les mesures prises ne visaient pas ? contr?ler l?usage des biens mais ? r?glementer l?exercice d?une activit? professionnelle.
4. En ce qui concerne la perte de client?le qui aurait r?sult? des mesures incrimin?es, le “goodwill” peut, dans certaines circonstances, former un ?l?ment de la valeur ?conomique des affaires d?un individu et donc une partie int?grante de son patrimoine. Toutefois, nous ne pensons pas qu?il faille consid?rer les esp?rances professionnelles pr?tendument perdues par les requ?rants comme un ?l?ment de leurs “biens”, ou les mesures prises comme une atteinte au respect de leurs “biens”, au sens de l?article 1 (P1-1). Une grande vari?t? de mesures l?gislatives ou autres peuvent toucher incidemment l??tendue, la rentabilit? et donc la valeur de “goodwill” d?une entreprise. D?apr?s nous, les ?tats contractants ont le droit de prendre des mesures du type de celles adopt?es en l?occurrence sans ?tre li?s par les restrictions qui figurent ? l?article 1 (P1-1). Consid?rer de telles mesures comme une atteinte au respect des biens, exigeant une justification aux termes de cet article, donne ? ce dernier une interpr?tation qui va au-del? de son objet et de son but.
 Note du greffier: l’affaire porte le n? 7/1984/79/123-126. Les deux premiers chiffres d?signent son rang dans l’ann?e d’introduction, les deux derniers sa place sur la liste des saisines de la Cour depuis l’origine et sur celle des requ?tes initiales (? la Commission) correspondantes.

MALONE v. THE UNITED KINGDOM JUGDMENT

ARR?T VAN MARLE ET AUTRES c. PAYS-BAS

ARR?T VAN MARLE ET AUTRES c. PAYS-BAS

ARR?T VAN MARLE ET AUTRES c. PAYS-BAS
OPINION CONCORDANTE COMMUNE ? MM. LES JUGES RYSSDAL, MATSCHER ET BERNHARDT

ARR?T VAN MARLE ET AUTRES c. PAYS-BAS
OPINION DISSIDENTE DE M. LE JUGE CREMONA

ARR?T VAN MARLE ET AUTRES c. PAYS-BAS
OPINION DISSIDENTE DE M. LE JUGE CREMONA

ARR?T VAN MARLE ET AUTRES c. PAYS-BAS
OPINION DISSIDENTE COMMUNE ? MM. LES JUGES TH?R VILHJ?LMSSON, PETTITI, MACDONALD, RUSSO, GERSING ET SPIELMANN

ARR?T VAN MARLE ET AUTRES c. PAYS-BAS
OPINION DISSIDENTE COMMUNE ? MM. LES JUGES TH?R VILHJ?LMSSON, PETTITI, MACDONALD, RUSSO, GERSING ET SPIELMANN

ARR?T VAN MARLE ET AUTRES c. PAYS-BAS
OPINION DISSIDENTE COMMUNE ? SIR VINCENT EVANS ET A M. GERSING, JUGES, SUR L’APPLICABILITE DE L’ARTICLE 1 DU PROTOCOLE N? 1 (P1-1)

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

Se l'espropriato ha già un Professionista di sua fiducia, può comunicagli che sul nostro sito trova strumenti utili per il suo lavoro.
Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
    - Per richiederla cliccate qui: Colloquio telefonico gratuito
  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
    - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
    - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
    - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 11/11/2024