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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE TAIANI c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 41, 13, 29, P1-1, P1-3, P4-2
Numero: 3641/02/2006
Stato: Italia
Data: 2006-07-20 00:00:00
Organo: Sezione Terza
Testo Originale

Conclusione Violazione dell’art. 8 (rispetto della vita privata); Violazione dell’arte. 13; violazione di P1-3; Parzialmente inammissibile; Danno morale – risarcimento pecuniario; Danno materiale – domanda respinta; Rimborso parziale oneri e spese – procedimento della Convenzione
TERZA SEZIONE
CAUSA TAIANI C. ITALIA
(Richiesta no 3641/02)
SENTENZA
STRASBURGO
20 luglio 2006
DEFINITIVO
20/10/2006
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Taiani c. Italia,
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, terza sezione, riunendosi in una camera composta da:
SIGG. B.M. Zupancic, presidente,
J. Hedigan, L. Caflisch, V. Zagrebelsky, la Sig.ra A. Gyulumyan, il
Sig. E. Myjer, la Sig.ra I. Ziemele, giudici,
e del Sig. V. Berger, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 29 giugno 2006,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 3641/02) diretta contro la Repubblica italiana e in cui due cittadini di questo Stato, il Sig. P. T. e la Sig.ra E. T. (“i richiedenti”), hanno investito la Corte il 6 settembre 2001 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. I richiedenti che sono stati ammessi a favore dell’assistenza giudiziale, sono rappresentati dal Sig. S. F. ed il Sig. R., avvocati a Benevento. Il governo italiano (“il Governo”) ? rappresentato dal suo agente, il Sig. Ivo Maria Braguglia, dal suo coagente, il Sig. Francesco Crisafulli, e dal suo coagente aggiunto, il Sig. Nicola Lettieri.
3. Il 23 settembre 2004, la Corte, prima sezione, ha dichiarato la richiesta parzialmente inammissibile e ha deciso di comunicare le lagnanze derivate degli articoli 8 della Convenzione, 1 del Protocollo no 1, 2 del Protocollo no 4, 3 del Protocollo no 1 e 13 della Convenzione al Governo. Avvalendosi dell’articolo 29 ? 3 della Convenzione, ha deciso che sarebbero state esaminate l’ammissibilit? e la fondatezza della causa allo stesso tempo.
4. Il 1 novembre 2004, la Corte ha modificato la composizione delle sue sezioni, articolo 25 ? 1 dell’ordinamento. La presente richiesta ? stata assegnata alla terza sezione cos? ricomposta, articolo 52 ? 1.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
5. I richiedenti sono nati rispettivamente nel 1969 e 1966 e hanno risieduto a Benevento.
1. Il procedimento di fallimento
6. Con un giudizio depositato il 7 marzo 1996, il tribunale di Benevento dichiar? il fallimento della societ? di fatto che esiste tra i richiedenti cos? come i fallimenti personali di questi.
7. Il 13 marzo 1996, il curatore redasse l’inventario dei beni dei richiedenti.
8. Il 26 luglio 1996, il curatore rinunci? al suo mandato e, il 26 settembre 1996, un nuovo curatore fu nominato.
9. Un’udienza per la verifica del passivo del fallimento fu fissata al 18 dicembre 1996 e fu rinviata fino al 16 settembre 1999 a sei riprese.
10. In questa data, il giudice delegato (“il giudice”) dichiar? il passivo del fallimento esecutivo.
11. Il 6 ottobre 1999, il Sig. M. fece opposizione al passivo del fallimento. Questo procedimento fu chiuso con un giudizio del 25 gennaio 2001.
12. Il 20 ottobre 2000, il curatore chiese nel frattempo, al giudice l’autorizzazione di prelevare una somma dal conto corrente del fallimento e, il 24 ottobre 2000, il giudice accolse questa domanda.
13. Il 31 gennaio 2002, il curatore inform? il giudice dell’impossibilit? di ripartire parzialmente l’attivo del fallimento, essendo scarse le somme realizzate e essendoci parecchi procedimenti civili concernenti i beni facenti parte dell’attivo del fallimento in pendenza.
14. Secondo le informazione fornite dai richiedenti, il procedimento di fallimento era ancora pendente al 4 aprile 2006.
2. Il procedimento introdotto conformemente alla legge Pinto
15. Il 21 novembre 2002, i richiedenti introdussero separatamente un ricorso dinnanzi alla corte di appello di Roma conformemente alla legge Pinto per lamentarsi della durata del procedimento cos? come del prolungamento delle incapacit? che derivano dal loro collocamento in fallimento.
16. Con due decisioni depositate il 3 aprile 2003, la corte di appello, considerando che “l’importo dei crediti dei richiedenti non era elevato” e che la posta della controversia e gli interessi in gioco non erano importanti, respinse questa domanda.
17. Il 18 luglio 2003, i richiedenti introdussero separatamente un ricorso dinnanzi alla corte di appello di Roma per ottenere la revoca di questa decisione. Stimarono che la corte di appello aveva commesso un errore considerando che i richiedenti erano i creditori del fallimento mentre, in realt?, erano le persone che erano state dichiarate fallite.
18. Con due decisioni depositate il 27 aprile 2004, la corte di appello accolse a queste domande ed accord? ai richiedenti 2 500 euro (EUR) ciascuno per il danno morale che avevano subito in ragione della durata del procedimento.
19. L? 11 ottobre 2004, i richiedenti notificarono al ministero della Giustizia un atto di sequestro (atto di precetto) per ottenere il pagamento di questa somma, e, ad una data non precisata, introdussero una domanda di sequestro ( pignoramento presso terzi) per ottenere suddetta somma.
II. IL DIRITTO INTERNO PERTINENTE
20. Il diritto interno pertinente ? descritto nelle sentenze Campagnano c. Italia (no 77955/01, ?? 19-22, 23 marzo 2006) Albanese c. Italia (no 77924/01, ?? 23-26, 23 marzo 2006) e Vitiello c. Italia (no 77962/01, ?? 17-20, 23 marzo 2006,).
21. L’articolo 403 del codice di procedimento civile ? formulato cos?:
“(…) Il giudizio che decide in merito a un ricorso in revoca pu? essere attaccato tramite mezzi di ricorso contemplati per attaccare il giudizio originario che ? stato oggetto del ricorso in revoca”
IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DEGLI ARTICOLI 8 DELLA CONVENZIONE, IN QUANTO AL DIRITTO AL RISPETTO DELLA CORRISPONDENZA, 1 DEL PROTOCOLLO NO 1 E 2 DEL PROTOCOLLO NO 4
22. Invocando l’articolo 8 della Convenzione, i richiedenti si lamentano della violazione del loro diritto al rispetto della loro corrispondenza in ragione del fatto che la corrispondenza del fallito ? sottoposta al controllo del curatore. Invocando l’articolo 1 del Protocollo no 1, si lamentano che la dichiarazione di fallimento li abbia privati dei loro beni, in particolare in ragione della durata del procedimento. Invocando l’articolo 2 del Protocollo no 4, i richiedenti denunciano la limitazione della loro libert? di circolazione, in particolare in ragione della durata del procedimento. Questi articoli sono formulati cos?:
Articolo 8 della Convenzione
“1. Ogni persona ha diritto al rispetto di suo corrispondenza.
2. Non pu? esserci ingerenza di un’autorit? pubblica nell’esercizio di questo diritto se non per quanto questa ingerenza sia prevista dalla legge e che costituisca una misura che, in una societ? democratica, sia necessaria alla sicurezza nazionale, alla sicurezza pubblica, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine ed alla prevenzione delle violazioni penali, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e libert? altrui. “
Articolo 1 del Protocollo no 1
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
Articolo 2 del Protocollo no 4
“1. Chiunque si trovi regolarmente sul territorio di un Stato ha il diritto di circolarvi liberamente e di scegliere liberamente la sua residenza.
2. Ogni persona ? libera di lasciare qualunque paese, ivi compreso il suo.
3. L’esercizio di questi diritti non pu? essere oggetto di altre restrizioni se non quelle che, previste dalla legge, costituiscono delle misure necessarie, in una societ? democratica, alla sicurezza nazionale, alla sicurezza pubblica, al mantenimento dell’ordine pubblico, alla prevenzione delle violazioni penali, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e libert? di altrui.
23. Il Governo sostiene che i richiedenti, non essendosi presentati in cassazione conformemente alla legge Pinto, non hanno esaurito le vie di ricorso interne. Si riferisce, tra l?altro, alla sentenza della Corte di cassazione no 362 del 2003.
24. I richiedenti osservano che la loro richiesta non riguarda la durata del procedimento ma il prolungamento delle incapacit? che derivano del collocamento in fallimento.
25. La Corte rileva che, nella sua sentenza no 362 del 2003, depositata il 14 gennaio 2003, la Corte di cassazione ha per la prima volta riconosciuto che il risarcimento morale relativo alla durata dei procedimenti di fallimento deve tenere conto, tra l?altro, del prolungamento delle incapacit? che derivano dello statuto di fallito.
26. La Corte ricorda avere considerato che, a partire dal 14 luglio 2003, la sentenza no 362 del 2003 non pu? pi? essere ignorata dal pubblico e che ? a contare da questa data che deve essere esatto dai richiedenti che utilizzino questo ricorso ai fini dell’articolo 35 ? 1 della Convenzione (vedere Sgattoni c. Italia, no 77132/01, ? 48, 6 ottobre 2005).
27. Rileva che, nel caso specifico, i richiedenti hanno introdotto due ricorsi conformemente alla legge Pinto e che, seguito a due decisioni di rifiuto, hanno introdotto due ricorsi in revoca. Al termine di questi ultimi, i richiedenti hanno ottenuto un risarcimento morale per il danno subito in ragione della durata del procedimento.
28. La Corte osserva che, conformemente all’articolo 403 del codice di procedimento civile, i richiedenti avrebbero potuto ricorrere in cassazione contro queste decisioni. Non essendo state esaurite le vie di ricorso interne, questa parte della richiesta deve essere respinta conformemente all’articolo 35 ?? 1 e 4 della Convenzione.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 8 DELLA CONVENZIONE, IN QUANTO AL DIRITTO AL RISPETTO DELLA VITA PRIVATA
29. Invocando l’articolo 8 della Convenzione, i richiedenti si lamentano di un attentato al loro diritto al rispetto della vita privata nella misura in cui, in ragione dell’iscrizione del loro nome nel registro dei falliti, non possono esercitare nessuna attivit? professionale o commerciale. Inoltre, denunciano il fatto che, secondo l’articolo 143 della legge sul fallimento, la loro riabilitazione che mette fine a queste incapacit? personali, non pu? essere chiesta che cinque anni dopo la chiusura del procedimento di fallimento. L’articolo 8 ? formulato cos?:
“1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata.
2. Non pu? esserci ingerenza di un’autorit? pubblica nell’esercizio di questo diritto se non per quanto questa ingerenza sia prevista dalla legge e che costituisca una misura che, in una societ? democratica, sia necessaria alla sicurezza nazionale, alla sicurezza pubblica, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine ed alla prevenzione delle violazioni penali, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e libert? di altrui. “
A. Sull’ammissibilit?
30. La Corte constata che questa lagnanza non ? manifestamente male fondata al senso dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione. Rileva peraltro che questo non urta nessuno altro motivo di inammissibilit?. Conviene dichiararla ammissibile dunque.
B. Sul merito
31. La Corte considera che l’insieme delle incapacit? che derivano dell’iscrizione del nome dello fallito nel registro provoca in s? un’ingerenza nel diritto al rispetto della vita privata dei richiedenti che, tenuto conto della natura automatica di suddetta iscrizione, della mancanza di una valutazione e di un controllo giurisdizionale sull’applicazione delle incapacit? ivi relative cos? come del lasso di tempo previsto per l’ottenimento della riabilitazione, non ? “necessaria in una societ? democratica” al senso dell’articolo 8 ? 2.
La Corte stima dunque che c’? stata violazione dell’articolo 8 della Convenzione.
III. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 3 DEL PROTOCOLLO NO 1
32. Invocando l’articolo 3 del Protocollo no 1, i richiedenti si lamentano inoltre della limitazione dei loro diritti elettorali nella misura in cui questa costituisce una misura repressiva ed anacronistica, priva di una giustificazione legittima e che mira a punire ed emarginare il fallito. Questo articolo ? formulato cos?:
“Le Alte Parti contraenti si impegnano ad organizzare, ad intervalli ragionevoli, delle elezioni libere dallo scrutino segreto, in condizioni che garantiscono la libera espressione dell’opinione del popolo sulla scelta del corpo legislativo. “
A. Sull’ammissibilit?
33. La Corte constata che questa lagnanza non ? manifestamente mal fondata al senso dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione. Rileva peraltro che questo non urta nessuno altro motivo di inammissibilit?. Conviene dichiararla ammissibile dunque.
B. Sul merito
34. Il Governo sostiene che gli Stati godono di un ampio margine di valutazione per stabilire le condizioni che restringono i diritti elettorali garantiti all’articolo 3 del Protocollo no 1 e che, comunque, la limitazione in questione ha una durata di cinque anni a partire dalla dichiarazione di fallimento.
35. I richiedenti considerano che la limitazione dei diritti elettorali del fallito si fonda sull’idea che questo ? penalmente responsabile del suo fallimento. Questa misura che non ha altro scopo che quello di sanzionare il fallito, appare oggi anti-democratica e rappresenta un attentato alla dignit? umana del fallito.
36. La Corte ricorda che l’articolo 3 del Protocollo no 1 implica i diritti soggettivi di voto e di eleggibilit? (Mathieu-Mohin e Clerfayt c. Belgio, sentenza del 2 marzo 1987, serie A no 113, pp. 22-23, ? 51) e lei considera che questi diritti siano cruciali per l’instaurazione ed il mantenimento dei fondamenti di una vera democrazia regolata dallo stato di diritto (Hirst c. Regno Unito (no 2), GC, no 74025/01, ? 58, 6 ottobre 2005). Ricorda anche che, pur importanti che siano, questi diritti non sono per? assoluti. Nei loro ordini giuridici rispettivi, gli Stati contraenti restringono i diritti di voto e di eleggibilit? con condizioni alle quali l’articolo 3 in principio non pone ostacolo. Godono in materia di un ampio margine di valutazione, ma appartiene alla Corte di deliberare in ultima istanza sull’osservazione delle esigenze del Protocollo no 1; le occorre assicurarsi che suddette condizioni non riducano i diritti di cui si tratta al punto di colpirli nella loro sostanza stessa e di privarli del loro effettivit?, che inseguono un scopo legittimo e che i mezzi impiegati non si rivelano sproporzionati (vedere Gitonas ed altri c. Grecia, sentenza del 1 luglio 1997, Raccolta delle sentenze e decisioni 1997-IV, ? 39, Aziz c. Cipro, no 69949/01, ? 25, e Hirst, precitato, ? 62).
37. Nello specifico, la Corte rileva che la misura controversa ? contemplata dalla legge, e cio? l’articolo 2, capoverso 1, lettera a, del decreto del presidente della Repubblica no 223 del 20 marzo 1967, modificato dalla legge no 15 del 16 gennaio 1992, che prevede essenzialmente la sospensione dei diritti elettorali del fallito per tutta la durata del procedimento di fallimento e, in ogni caso, per un periodo non superiora a cinque anni a partire dalla dichiarazione di fallimento.
38. Evidentemente, questa misura costituisce un’ingerenza nei diritti elettorali del richiedente garantito all’articolo 3 del Protocollo no 1.
Peraltro altre incapacit? personali derivano dalla limitazione dei diritti elettorali, come, per esempio, l’impossibilit? di occupare degli impieghi civili per lo stato.
39. La Corte rileva per di pi? che i richiedenti hanno subito una limitazione dei loro diritti elettorali per cinque anni a partire dal 7 marzo 1996 e che le elezioni politiche, alla Camera dei deputati ed al Senato, si sono tenute in Italia il 21 aprile 1996.
40. In quanto allo scopo perseguito da questa misura, la Corte ricorda che, contrariamente ad altre disposizioni della Convenzione, l’articolo 3 del Protocollo no 1 non precisa n? limita gli scopi ai quali una restrizione deve mirare. Una grande variet? di scopi pu? trovarsi compatibile con esso dunque (vedere ? 74 Hirst, precitato, e, per esempio, Podkolzina c. Lettonia, no 46726/99, ? 33, 9 aprile 2002, CEDH 2002-II).
La Corte rileva anche che nel causa Hirst (precitata, ? 74) ha constatato che la restrizione del diritto di voto dei detenuti poteva passare per mirare lo scopo di prevenire il crimine, rinforzare il senso civico ed il rispetto dello stato di diritto.
La Corte tiene a sottolineare che il procedimento di fallimento in questione dipende non dal diritto penale ma dal diritto civile. Per questo fatto, ogni nozione di dolo o di frode della persona dichiarata fallita ? estranea ai fatti dello specifico, altrimenti si cadrebbe nell’ipotesi del reato di bancarotta semplice o fraudolenta, regolamentata dagli articoli 216 e 217 della legge sul fallimento. La Corte sottolinea inoltre che la limitazione dei diritti elettorali del fallito insegue una finalit? di carattere essenzialmente afflittivo, mirando solo a disprezzare e punire, il fallito in quanto individuo indegno e coperto da infamia per la sola ragione che ? stato oggetto di un procedimento di fallimento civile.
41. Alla vista di queste considerazioni, la Corte stima che la misura prevista dall’articolo 2 del decreto del presidente della Repubblica no 223 del 20 marzo 1967 non ha per scopo che sminuire il fallito e costituisce un biasimo morale per questo per il solo fatto di essere insolvibile ed a prescindere da ogni colpevolezza (vedere, mutatis mutandis, Sabou e Pircalab c. Romania, no 46572/99, ? 48, 28 settembre 2004). Non insegue un obiettivo legittimo dunque. Peraltro, la Corte sottolinea che, lontano da essere un privilegio, votare costituisce un diritto garantito dalla Convenzione (vedere ? 75 Hirst, precitata,).
Questa conclusione dispensa la Corte dal verificare nello specifico se i mezzi adoperati per raggiungere lo scopo perseguito si rivelano sproporzionati.
C’? stata dunque violazione dell’articolo 3 del Protocollo no 1.
IV. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 13 DELLA CONVENZIONE
42. Invocando l’articolo 13 della Convenzione, i richiedenti si lamentano di non disporre di un ricorso effettivo per lamentarsi delle incapacit? patrimoniali e personali toccate durante tutto il procedimento di fallimento e fino all’ottenimento della loro riabilitazione. Questo articolo ? formulato cos?:
“Ogni persona i cui diritti e libert? riconosciuti nella Convenzione sono stati violati, ha diritto alla concessione di un ricorso effettivo dinnanzi ad un’istanza nazionale, anche se che la violazione fosse stata commessa da persone che agiscono nell’esercizio delle loro funzioni ufficiali. “
A. Sull’ammissibilit?
43. In quanto alla parte della lagnanza concernente la limitazione prolungata del diritto al rispetto dei beni, articolo 1 del Protocollo no 1, del diritto al rispetto della corrispondenza (articolo 8 della Convenzione) e della libert? di circolazione dei richiedenti, articolo 2 del Protocollo no 4, la Corte ricorda avere concluso all’inammissibilit? di queste lagnanze. Pertanto, stima che, non trattandosi di lagnanze “difendibili” allo sguardo della Convenzione, questa parte della richiesta deve essere respinta in quanto manifestamente male fondata secondo l’articolo 35 ?? 3 e 4 della Convenzione.
44. In quanto alla parte della lagnanza che riguarda le incapacit? personali che derivano dall’iscrizione del nome del fallito nel registro dei falliti e che perdurano fino all’ottenimento della riabilitazione civile, la Corte constata che non ? manifestamente male fondata al senso dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione. Rileva peraltro che questa non urta nessuno altro motivo di inammissibilit?. Conviene dichiararla ammissibile dunque.
B. Sul merito
45. La Corte ha trattato gi? cause che sollevano delle questioni simili a queste del caso specifico e ha constatato la violazione dell’articolo 13 della Convenzione (vedere Bottaro c. Italia, no 56298/00, ?? 41-46, 17 luglio 2003).
46. La Corte ha esaminato la presente causa e ha considerato che il Governo non ha fornito nessuno fatto n? argomento che possa condurre ad una conclusione differente nel caso presente.
Pertanto, la Corte conclude che c’? stata violazione dell’articolo 13 della Convenzione.
V. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
47. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente non permette di cancellare che imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
A. Danno
48. I richiedenti presentano una perizia che valuta a 88 068 euro (EUR) ciascuno il danno materiale che avrebbero subito. Questa somma corrisponde al salario minimo (pensione sociale) che avrebbero percepito a partire dalla loro dichiarazione di fallimento. I richiedenti richiedono anche 200 000 EUR ciascuno per il danno morale che avrebbero subito.
49. Il Governo contesta queste pretese.
50. La Corte non vede legame di causalit? tra le violazioni constatate ed il danno materiale addotto e respinge la domanda. In quanto al danno morale, stima che i richiedenti hanno subito in particolare un torto morale certo, dovuto alla privazione del loro diritto di voto. Deliberando in equit?, accorda 1 500 EUR a questo titolo ad ogni richiedente.
B. Oneri e spese
51. I richiedenti chiedono anche 35 912,88 EUR per gli oneri e spese incorse dinnanzi alla Corte cos? come 1 813,02 EUR per gli oneri di perizia.
52. Il Governo contesta queste pretese.
53. Secondo la giurisprudenza della Corte, un richiedente non pu? ottenere il rimborso dei suoi oneri e spese se non nella misura in cui vengano stabiliti la loro realt?, la loro necessit? ed il carattere ragionevole del loro tasso. Nello specifico e tenuto conto degli elementi in suo possesso e dei suddetti criteri, la Corte stima ragionevole la somma di 2 000 EUR a titolo di oneri e spese per il procedimento dinnanzi alla Corte e l’accorda congiuntamente ai richiedenti.
C. Interessi moratori
54. La Corte giudica appropriato basare il tasso degli interessi moratori sul tasso di interesse della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea aumentata di tre punti percentuale.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Dichiara la richiesta ammissibile in quanto alle lagnanze derivate degli articoli 8 della Convenzione, per ci? che riguarda il diritto al rispetto della vita privata, 13 della Convenzione, per ci? che riguarda la mancanza di un ricorso per lamentarsi delle incapacit? che derivano dall’iscrizione del nome del fallito nel registro, e 3 del Protocollo no 1, ed inammissibile per il surplus;
2. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 8 della Convenzione;
3. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 13 della Convenzione;
4. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 3 del Protocollo no 1;
5 Stabilisce
a) che lo stato convenuto deve versare, nei tre mesi a contare dal giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, 1 500 EUR (mille cinque cento euro) ad ogni richiedente per danno morale e 2 000 EUR (duemila euro) ai richiedenti congiuntamente per oneri e spese, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta;
b) che a contare dalla scadenza di suddetto termine e fino al versamento, questo importo sar? da aumentare di un interesse semplice ad un tasso uguale a quello della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea applicabile durante questo periodo, aumentato di tre punti percentuale,;
6 respinge la domanda di soddisfazione equa per il surplus.
Fatto in francese, comunicato poi per iscritto il 20 luglio 2006 in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
Vincent Pastore Bo?tjan Sig. Zupancic
Cancelliere Presidente
Alla presente sentenza si trova unita, conformemente agli articoli 45 ? 2 della Convenzione e 74 ? 2 dell’ordinamento, l’esposizione dell’opinione concordante del Sig. Caflisch e la Sig.ra Ziemele.
B.M.Z.
V.B.

Opinione Concordante Comune
al Sig. Giudice CAFLISCH e alla Sig.ra Giudice ZIEMELE
Sottoscriviamo la sentenza salvo per ci? che riguarda il paragrafo 50 di questa, in cui la Corte constata che il richiedente ha subito in particolare un torto morale certo, dovuto alla limitazione del suo diritto di voto” ed di accordargli “1 500 EUR a questo titolo.”
Secondo noi, il torto morale che risulta da una limitazione del diritto di voto non ? quantificabile La Corte avrebbe dovuto giudicare che la constatazione di una violazione dell’articolo 3 del Protocollo no 1 avrebbe costituito, per se stessa, una soddisfazione equa adeguata.

Testo Tradotto

Conclusion Violation de l’art. 8 (respect de la vie priv?e) ; Violation de l’art. 13 ; Violation de P1-3 ; Partiellement irrecevable ; Pr?judice moral – r?paration p?cuniaire ; Dommage mat?riel – demande rejet?e ; Remboursement partiel frais et d?pens – proc?dure de la Convention
TROISI?ME SECTION
AFFAIRE TAIANI c. ITALIE
(Requ?te no 3641/02)
ARR?T
STRASBOURG
20 juillet 2006
D?FINITIF
20/10/2006
Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Taiani c. Italie,
La Cour europ?enne des Droits de l?Homme (troisi?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
MM. B.M. Zupancic, pr?sident,
J. Hedigan,
L. Caflisch,
V. Zagrebelsky,
Mme A. Gyulumyan,
M. E. Myjer,
Mme I. Ziemele, juges,
et de M. V. Berger, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 29 juin 2006,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. A l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 3641/02) dirig?e contre la R?publique italienne et dont deux ressortissants de cet Etat, M. P. T. et Mme E. T. (? les requ?rants ?), ont saisi la Cour le 6 septembre 2001 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des Droits de l?Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Les requ?rants, qui ont ?t? admis au b?n?fice de l?assistance judiciaire, sont repr?sent?s par Mes S. F. et M. R., avocats ? B?n?vent. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par son agent, M. Ivo Maria Braguglia, par son coagent, M. Francesco Crisafulli, et par son coagent adjoint, M. Nicola Lettieri.
3. Le 23 septembre 2004, la Cour (premi?re section) a d?clar? la requ?te partiellement irrecevable et a d?cid? de communiquer les griefs tir?s des articles 8 de la Convention, 1 du Protocole no 1, 2 du Protocole no 4, 3 du Protocole no 1 et 13 de la Convention au Gouvernement. Se pr?valant de l?article 29 ? 3 de la Convention, elle a d?cid? que seraient examin?s en m?me temps la recevabilit? et le bien-fond? de l?affaire.
4. Le 1er novembre 2004, la Cour a modifi? la composition de ses sections (article 25 ? 1 du r?glement). La pr?sente requ?te a ?t? attribu?e ? la troisi?me section ainsi remani?e (article 52 ? 1).
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
5. Les requ?rants sont n?s respectivement en 1969 et 1966 et r?sident ? B?n?vent.
1. La proc?dure de faillite
6. Par un jugement d?pos? le 7 mars 1996, le tribunal de B?n?vent d?clara la faillite de la soci?t? de fait existant entre les requ?rants ainsi que la faillite personnelle de ceux-ci.
7. Le 13 mars 1996, le syndic r?digea l?inventaire des biens des requ?rants.
8. Le 26 juillet 1996, le syndic renon?a ? son mandat et, le 26 septembre 1996, un nouveau syndic fut nomm?.
9. Une audience pour la v?rification du passif de la faillite fut fix?e au 18 d?cembre 1996 et renvoy?e ? six reprises jusqu?au 16 septembre 1999.
10. A cette date, le juge d?l?gu? (? le juge ?) d?clara le passif de la faillite ex?cutoire.
11. Le 6 octobre 1999, M. M. fit opposition au passif de la faillite. Cette proc?dure fut close par un jugement du 25 janvier 2001.
12. Entre-temps, le 20 octobre 2000, le syndic demanda au juge l?autorisation de pr?lever une somme du compte courant de la faillite et, le 24 octobre 2000, le juge fit droit ? cette demande.
13. Le 31 janvier 2002, le syndic informa le juge de l?impossibilit? de r?partir partiellement l?actif de la faillite, les sommes r?alis?es ?tant faibles et plusieurs proc?dures civiles concernant des biens faisant partie de l?actif de la faillite ?tant pendantes.
14. Selon les informations fournies par les requ?rants, la proc?dure de faillite ?tait encore pendante au 4 avril 2006.
2. La proc?dure introduite conform?ment ? la loi Pinto
15. Le 21 novembre 2002, les requ?rants introduisirent s?par?ment un recours devant la cour d?appel de Rome conform?ment ? la loi Pinto pour se plaindre de la dur?e de la proc?dure ainsi que du prolongement des incapacit?s d?rivant de leur mise en faillite.
16. Par deux d?cisions d?pos?es le 3 avril 2003, la cour d?appel, consid?rant que ? le montant des cr?ances des requ?rants n??tait pas ?lev? ? et que l?enjeu du litige et les int?r?ts en jeu n??taient pas importants, rejeta cette demande.
17. Le 18 juillet 2003, les requ?rants introduisirent s?par?ment un recours devant la cour d?appel de Rome afin d?obtenir la r?vocation de cette d?cision. Ils estim?rent que la cour d?appel avait commis une erreur en consid?rant que les requ?rants ?taient les cr?anciers de la faillite tandis que, en r?alit?, ils ?taient les personnes qui avaient ?t? d?clar?es faillies.
18. Par deux d?cisions d?pos?es le 27 avril 2004, la cour d?appel fit droit ? ces demandes et accorda aux requ?rants 2 500 euros (EUR) chacun pour le pr?judice moral qu?ils avaient subi en raison de la dur?e de la proc?dure.
19. Le 11 octobre 2004, les requ?rants notifi?rent au minist?re de la Justice un acte de saisie (atto di precetto) afin d?obtenir le paiement de cette somme, et, ? une date non pr?cis?e, ils introduisirent une demande de saisie-arr?t (pignoramento presso terzi) afin d?obtenir ladite somme.
II. LE DROIT INTERNE PERTINENT
20. Le droit interne pertinent est d?crit dans les arr?ts Campagnano c. Italie (no 77955/01, ?? 19-22, 23 mars 2006), Albanese c. Italie (no 77924/01, ?? 23-26, 23 mars 2006) et Vitiello c. Italie (no 77962/01, ?? 17-20, 23 mars 2006).
21. L?article 403 du code de proc?dure civile est ainsi libell? :
? (…) Le jugement qui d?cide sur un recours en r?vocation peut ?tre attaqu? par les moyens de recours pr?vus pour attaquer le jugement originaire qui a fait l?objet du recours en r?vocation ?
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DES ARTICLES 8 DE LA CONVENTION, QUANT AU DROIT AU RESPECT DE LA CORRESPONDANCE, 1 DU PROTOCOLE No 1 ET 2 DU PROTOCOLE No 4
22. Invoquant l?article 8 de la Convention, les requ?rants se plaignent de la violation de leur droit au respect de leur correspondance en raison de ce que la correspondance du failli est soumise au contr?le du syndic. Invoquant l?article 1 du Protocole no 1, ils se plaignent que la d?claration de faillite les a priv?s de leurs biens, notamment en raison de la dur?e de la proc?dure. Invoquant l?article 2 du Protocole no 4, les requ?rants d?noncent la limitation de leur libert? de circulation, notamment en raison de la dur?e de la proc?dure. Ces articles sont ainsi libell?s :
Article 8 de la Convention
? 1. Toute personne a droit au respect de sa (…) correspondance.
2. Il ne peut y avoir ing?rence d?une autorit? publique dans l?exercice de ce droit que pour autant que cette ing?rence est pr?vue par la loi et qu?elle constitue une mesure qui, dans une soci?t? d?mocratique, est n?cessaire ? la s?curit? nationale, ? la s?ret? publique, au bien-?tre ?conomique du pays, ? la d?fense de l?ordre et ? la pr?vention des infractions p?nales, ? la protection de la sant? ou de la morale, ou ? la protection des droits et libert?s d?autrui. ?
Article 1 du Protocole no 1
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les Etats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
Article 2 du Protocole no 4
? 1. Quiconque se trouve r?guli?rement sur le territoire d?un Etat a le droit d?y circuler librement et d?y choisir librement sa r?sidence.
2. Toute personne est libre de quitter n?importe quel pays, y compris le sien.
3. L?exercice de ces droits ne peut faire l?objet d?autres restrictions que celles qui, pr?vues par la loi, constituent des mesures n?cessaires, dans une soci?t? d?mocratique, ? la s?curit? nationale, ? la s?ret? publique, au maintien de l?ordre public, ? la pr?vention des infractions p?nales, ? la protection de la sant? ou de la morale, ou ? la protection des droits et libert?s d?autrui.
23. Le Gouvernement soutient que les requ?rants, ne s??tant pas pourvus en cassation conform?ment ? la loi Pinto, n?ont pas ?puis? les voies de recours internes. Il se r?f?re, entre autres, ? l?arr?t de la Cour de cassation no 362 de 2003.
24. Les requ?rants observent que leur requ?te ne porte pas sur la dur?e de la proc?dure mais sur le prolongement des incapacit?s d?rivant de la mise en faillite.
25. La Cour rel?ve que, dans son arr?t no 362 de 2003, d?pos? le 14 janvier 2003, la Cour de cassation a pour la premi?re fois reconnu que le d?dommagement moral relatif ? la dur?e des proc?dures de faillite doit tenir compte, entre autres, de la prolongation des incapacit?s d?rivant du statut de failli.
26. La Cour rappelle avoir retenu que, ? partir du 14 juillet 2003, l?arr?t no 362 de 2003 ne peut plus ?tre ignor? du public et que c?est ? compter de cette date qu?il doit ?tre exig? des requ?rants qu?ils usent de ce recours aux fins de l?article 35 ? 1 de la Convention (voir Sgattoni c. Italie, no 77132/01, ? 48, 6 octobre 2005).
27. Elle rel?ve que, dans le cas d?esp?ce, les requ?rants ont introduit deux recours conform?ment ? la loi Pinto et que, suite ? deux d?cisions de rejet, ils ont introduit deux recours en r?vocation. A l?issue de ces derniers, les requ?rants ont obtenu un d?dommagement moral pour le pr?judice subi en raison de la dur?e de la proc?dure.
28. La Cour observe que, conform?ment ? l?article 403 du code de proc?dure civile, les requ?rants auraient pu se pourvoir en cassation contre ces d?cisions. Les voies de recours internes n?ayant pas ?t? ?puis?es, cette partie de la requ?te doit ?tre rejet?e conform?ment ? l?article 35 ?? 1 et 4 de la Convention.
II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 8 DE LA CONVENTION, QUANT AU DROIT AU RESPECT DE LA VIE PRIV?E
29. Invoquant l?article 8 de la Convention, les requ?rants se plaignent d?une atteinte ? leur droit au respect de la vie priv?e dans la mesure o?, en raison de l?inscription de leur nom dans le registre des faillis, ils ne peuvent exercer aucune activit? professionnelle ou commerciale. En outre, ils d?noncent le fait que, selon l?article 143 de la loi sur la faillite, leur r?habilitation, qui met fin ? ces incapacit?s personnelles, ne peut ?tre demand?e que cinq ans apr?s la cl?ture de la proc?dure de faillite. L?article 8 est ainsi libell? :
? 1. Toute personne a droit au respect de sa vie priv?e (…).
2. Il ne peut y avoir ing?rence d?une autorit? publique dans l?exercice de ce droit que pour autant que cette ing?rence est pr?vue par la loi et qu?elle constitue une mesure qui, dans une soci?t? d?mocratique, est n?cessaire ? la s?curit? nationale, ? la s?ret? publique, au bien-?tre ?conomique du pays, ? la d?fense de l?ordre et ? la pr?vention des infractions p?nales, ? la protection de la sant? ou de la morale, ou ? la protection des droits et libert?s d?autrui. ?
A. Sur la recevabilit?
30. La Cour constate que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention. Elle rel?ve par ailleurs que celui-ci ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de le d?clarer recevable.
B. Sur le fond
31. La Cour consid?re que l?ensemble des incapacit?s d?rivant de l?inscription du nom du failli dans le registre entra?ne en soi une ing?rence dans le droit au respect de la vie priv?e des requ?rants qui, compte tenu de la nature automatique de ladite inscription, de l?absence d?une ?valuation et d?un contr?le juridictionnels sur l?application des incapacit?s y relatives ainsi que du laps de temps pr?vu pour l?obtention de la r?habilitation, n?est pas ? n?cessaire dans une soci?t? d?mocratique ? au sens de l?article 8 ? 2.
La Cour estime donc qu?il y a eu violation de l?article 8 de la Convention.
III. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 3 DU PROTOCOLE No 1
32. Invoquant l?article 3 du Protocole no 1, les requ?rants se plaignent en outre de la limitation de leurs droits ?lectoraux dans la mesure o? celle-ci constitue une mesure r?pressive et anachronique, d?pourvue d?une justification l?gitime et visant ? punir et marginaliser le failli. Cet article est ainsi libell? :
? Les Hautes Parties contractantes s?engagent ? organiser, ? des intervalles raisonnables, des ?lections libres au scrutin secret, dans les conditions qui assurent la libre expression de l?opinion du peuple sur le choix du corps l?gislatif. ?
A. Sur la recevabilit?
33. La Cour constate que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention. Elle rel?ve par ailleurs que celui-ci ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de le d?clarer recevable.
B. Sur le fond
34. Le Gouvernement soutient que les Etats jouissent d?une large marge d?appr?ciation pour ?tablir les conditions entourant les droits ?lectoraux garantis ? l?article 3 du Protocole no 1 et que, de toute mani?re, la limitation en question a une dur?e de cinq ans ? partir de la d?claration de faillite.
35. Les requ?rants consid?rent que la limitation des droits ?lectoraux du failli repose sur l?id?e que celui-ci est p?nalement responsable de sa faillite. Cette mesure, qui n?a d?autre but que celui de sanctionner le failli, appara?t aujourd?hui anti-d?mocratique et repr?sente une atteinte ? la dignit? humaine du failli.
36. La Cour rappelle que l?article 3 du Protocole no 1 implique les droits subjectifs de vote et d??ligibilit? (Mathieu-Mohin et Clerfayt c. Belgique, arr?t du 2 mars 1987, s?rie A no 113, pp. 22-23, ? 51), et elle consid?re que ces droits sont cruciaux pour l??tablissement et le maintien des fondements d?une v?ritable d?mocratie r?gie par l??tat de droit (Hirst c. Royaume-Uni (no 2), GC, no 74025/01, ? 58, 6 octobre 2005). Elle rappelle ?galement que, pour importants qu?ils soient, ces droits ne sont cependant pas absolus. Dans leurs ordres juridiques respectifs, les Etats contractants entourent les droits de vote et d??ligibilit? de conditions auxquelles l?article 3 ne met en principe pas obstacle. Ils jouissent en la mati?re d?une large marge d?appr?ciation, mais il appartient ? la Cour de statuer en dernier ressort sur l?observation des exigences du Protocole no 1 ; il lui faut s?assurer que lesdites conditions ne r?duisent pas les droits dont il s?agit au point de les atteindre dans leur substance m?me et de les priver de leur effectivit?, qu?elles poursuivent un but l?gitime et que les moyens employ?s ne se r?v?lent pas disproportionn?s (voir Gitonas et autres c. Gr?ce, arr?t du 1er juillet 1997, Recueil des arr?ts et d?cisions 1997-IV, ? 39, Aziz c. Chypre, no 69949/01, ? 25, et Hirst, pr?cit?, ? 62).
37. En l?esp?ce, la Cour rel?ve que la mesure litigieuse est pr?vue par la loi, ? savoir l?article 2, alin?a 1, lettre a) du d?cret du pr?sident de la R?publique no 223 du 20 mars 1967, modifi? par la loi no 15 du 16 janvier 1992, pr?voyant essentiellement la suspension des droits ?lectoraux du failli pendant la dur?e de la proc?dure de faillite et, en tout cas, pour une p?riode non sup?rieure ? cinq ans ? partir de la d?claration de faillite.
38. De toute ?vidence, cette mesure constitue une ing?rence dans les droits ?lectoraux du requ?rant garantis ? l?article 3 du Protocole no 1.
Par ailleurs, d?autres incapacit?s personnelles d?rivent de la limitation des droits ?lectoraux, telles que, par exemple, l?impossibilit? d?occuper des emplois civils pour l?Etat.
39. La Cour rel?ve de surcro?t que les requ?rants ont subi une limitation de leurs droits ?lectoraux pendant cinq ans ? partir du 7 mars 1996 et que des ?lections politiques (? la Chambre des d?put?s et au S?nat) se sont tenues en Italie le 21 avril 1996.
40. Quant au but poursuivi par cette mesure, la Cour rappelle que, contrairement ? d?autres dispositions de la Convention, l?article 3 du Protocole no 1 ne pr?cise ni ne limite les buts qu?une restriction doit viser. Une grande vari?t? de buts peuvent donc se trouver compatibles avec lui (voir Hirst, pr?cit?, ? 74 et, par exemple, Podkolzina c. Lettonie, no 46726/99, ? 33, 9 avril 2002, CEDH 2002-II).
La Cour rel?ve ?galement que dans l?affaire Hirst (pr?cit?e, ? 74), elle a constat? que la restriction du droit de vote des d?tenus pouvait passer pour viser le but de pr?venir le crime, renforcer le sens civique et le respect de l??tat de droit.
La Cour tient ? souligner que la proc?dure de faillite dont il est question rel?ve non pas du droit p?nal mais du droit civil. De ce fait, toute notion de dol ou de fraude de la personne d?clar?e faillie est ?trang?re aux faits de l?esp?ce, sans quoi on tomberait dans l?hypoth?se du d?lit de banqueroute simple ou frauduleuse, r?glement?e par les articles 216 et 217 de la loi sur la faillite. La Cour souligne en outre que la limitation des droits ?lectoraux du failli poursuit une finalit? de caract?re essentiellement afflictif, visant ? d?valoriser et punir le failli en tant qu?individu indigne et couvert d?infamie pour la seule raison qu?il a fait l?objet d?une proc?dure de faillite civile.
41. Au vu de ces consid?rations, la Cour estime que la mesure pr?vue par l?article 2 du d?cret du pr?sident de la R?publique no 223 du 20 mars 1967 n?a pour but que de diminuer le failli et constitue un bl?me moral pour celui-ci pour le seul fait d??tre insolvable et ind?pendamment de toute culpabilit? (voir, mutatis mutandis, Sabou et Pircalab c. Roumanie, no 46572/99, ? 48, 28 septembre 2004). Elle ne poursuit donc pas un objectif l?gitime. Par ailleurs, la Cour souligne que, loin d??tre un privil?ge, voter constitue un droit garanti par la Convention (voir Hirst, pr?cit?, ? 75).
Cette conclusion dispense la Cour de v?rifier en l?esp?ce si les moyens employ?s pour atteindre le but poursuivi se r?v?lent disproportionn?s.
Il y a donc eu violation de l?article 3 du Protocole no 1.
IV. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 13 DE LA CONVENTION
42. Invoquant l?article 13 de la Convention, les requ?rants se plaignent de ne pas disposer d?un recours effectif pour se plaindre des incapacit?s patrimoniales et personnelles les touchant pendant toute la proc?dure de faillite et jusqu?? l?obtention de leur r?habilitation. Cet article est ainsi libell? :
? Toute personne dont les droits et libert?s reconnus dans la (…) Convention ont ?t? viol?s, a droit ? l?octroi d?un recours effectif devant une instance nationale, alors m?me que la violation aurait ?t? commise par des personnes agissant dans l?exercice de leurs fonctions officielles. ?
A. Sur la recevabilit?
43. Quant ? la partie du grief concernant la limitation prolong?e du droit au respect des biens (article 1 du Protocole no 1), du droit au respect de la correspondance (article 8 de la Convention) et de la libert? de circulation des requ?rants (article 2 du Protocole no 4), la Cour rappelle avoir conclu ? l?irrecevabilit? de ces griefs. Partant, elle estime que, ne s?agissant pas de griefs ? d?fendables ? au regard de la Convention, cette partie de la requ?te doit ?tre rejet?e en tant que manifestement mal fond?e selon l?article 35 ?? 3 et 4 de la Convention.
44. Quant ? la partie du grief portant sur les incapacit?s personnelles d?rivant de l?inscription du nom du failli dans le registre des faillis et perdurant jusqu?? l?obtention de la r?habilitation civile, la Cour constate qu?elle n?est pas manifestement mal fond?e au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention. Elle rel?ve par ailleurs que celle-ci ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de la d?clarer recevable.
B. Sur le fond
45. La Cour a d?j? trait? d?affaires soulevant des questions semblables ? celles du cas d?esp?ce et a constat? la violation de l?article 13 de la Convention (voir Bottaro c. Italie, no 56298/00, ?? 41-46, 17 juillet 2003).
46. La Cour a examin? la pr?sente affaire et consid?re que le Gouvernement n?a fourni aucun fait ni argument pouvant mener ? une conclusion diff?rente dans le cas pr?sent.
Partant, la Cour conclut qu?il y a eu violation de l?article 13 de la Convention.
V. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
47. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage
48. Les requ?rants pr?sentent une expertise chiffrant ? 88 068 euros (EUR) chacun le pr?judice mat?riel qu?ils auraient subi. Cette somme correspond au salaire minimum (pensione sociale) qu?ils auraient per?u ? partir de leur d?claration de faillite. Les requ?rants r?clament aussi 200 000 EUR chacun pour le dommage moral qu?ils auraient subi.
49. Le Gouvernement conteste ces pr?tentions.
50. La Cour n?aper?oit pas de lien de causalit? entre les violations constat?es et le dommage mat?riel all?gu? et rejette la demande. Quant au pr?judice moral, elle estime que les requ?rants ont subi un tort moral certain, d? notamment ? la privation de leur droit de vote. Statuant en ?quit?, elle accorde ? ce titre 1 500 EUR ? chaque requ?rant.
B. Frais et d?pens
51. Les requ?rants demandent ?galement 35 912,88 EUR pour les frais et d?pens encourus devant la Cour ainsi que 1 813,02 EUR pour les frais d?expertise.
52. Le Gouvernement conteste ces pr?tentions.
53. Selon la jurisprudence de la Cour, un requ?rant ne peut obtenir le remboursement de ses frais et d?pens que dans la mesure o? se trouvent ?tablis leur r?alit?, leur n?cessit? et le caract?re raisonnable de leur taux. En l?esp?ce et compte tenu des ?l?ments en sa possession et des crit?res susmentionn?s, la Cour estime raisonnable la somme de 2 000 EUR au titre des frais et d?pens pour la proc?dure devant la Cour et l?accorde aux requ?rants conjointement.
C. Int?r?ts moratoires
54. La Cour juge appropri? de baser le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable quant aux griefs tir?s des articles 8 de la Convention, en ce qui concerne le droit au respect de la vie priv?e, 13 de la Convention, en ce qui concerne l?absence d?un recours pour se plaindre des incapacit?s d?rivant de l?inscription du nom du failli dans le registre, et 3 du Protocole no 1, et irrecevable pour le surplus ;
2. Dit qu?il y a eu violation de l?article 8 de la Convention ;
3. Dit qu?il y a eu violation de l?article 13 de la Convention ;
4. Dit qu?il y a eu violation de l?article 3 du Protocole no 1 ;
5 Dit
a) que l?Etat d?fendeur doit verser, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, 1 500 EUR (mille cinq cents euros) ? chaque requ?rant pour dommage moral et 2 000 EUR (deux mille euros) aux requ?rants conjointement pour frais et d?pens, plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ce montant sera ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;
6 Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 20 juillet 2006 en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
Vincent Berger Bo?tjan M. Zupancic
Greffier Pr?sident
Au pr?sent arr?t se trouve joint, conform?ment aux articles 45 ? 2 de la Convention et 74 ? 2 du r?glement, l?expos? de l?opinion concordante de M. Caflisch et Mme Ziemele.
B.M.Z.
V.B.

OPINION CONCORDANTE COMMUNE
? M. LE JUGE CAFLISCH ET Mme LA JUGE ZIEMELE
Nous souscrivons ? l?arr?t sauf en ce qui concerne le paragraphe 50 de celui-ci, o? la Cour constate que le requ?rant ? a subi un tort moral certain, d? notamment ? la limitation de son droit de vote ? et ? lui accorde 1 500 EUR ? ce titre ?.
A notre sens, le tort moral r?sultant d?une limitation du droit de vote n?est pas chiffrable. La Cour aurait d? juger que la constatation d?une violation de l?article 3 du Protocole no 1 aurait constitu?, en elle-m?me, une satisfaction ?quitable appropri?e.

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La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 14/09/2024