Conclusioni: Eccezione preliminare unita al merito e respinta, Articolo 35-1 – Esaurimento delle vie di ricorso interni Articolo 35-3 – Ratione materiae,
Violazione dell’articolo 6 – Diritto ad un processo equo, Articolo 6 – Procedimento amministrativo Articolo 6-1 – Accesso ad un tribunale,
Violazione dell’articolo 1 del Protocollo n° 1 – Protezione della proprietà, articolo 1 al. 1 del Protocollo n° 1 – Rispetto dei beni
Beni articolo 1 al. 2 del Protocollo n° 1 – Regolamentare l’uso dei beni,
Danno patrimoniale – domanda respinta Danno patrimoniale – decisione riservata Danno giuridico – domanda respinta
SECONDA SEZIONE
CAUSA SÜZER ED EKSEN HOLDİNG A.Ş. c. TURCHIA
(Richiesta no 6334/05)
SENTENZA
(merito)
STRASBURGO
23 ottobre 2012
Questa sentenza diventerà definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 § 2 della Convenzione. Può subire dei ritocchi di forma.
Nel causa Süzer ed Eksen Holding A.Ş. c. Turchia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, seconda sezione, riunendosi in una camera composta da:
Ineta Ziemele, presidentessa,
Danutė Jočienė,
Dragoljub Popović,
Isabelle Berro-Lefèvre,
András Sajó,
Işıl Karakaş,
Guido Raimondi, juges,et
di Stanley Naismith, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 25 settembre 2012,
Rende la sentenza che ha adottato in questa data:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 6334/05), diretta contro la Repubblica della Turchia e di cui un cittadino di questo Stato, OMISSIS, ed una società anonima di dritto turco, Eksen Holding S.p.A. (“i richiedenti”), hanno investito la Corte il 7 gennaio 2005 in virtù dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (“la Convenzione”).
2. I richiedenti sono, dal 25 agosto 2010, rappresentato da OMISSIS, avvocati ad Istanbul.
Gli altri rappresentanti avendo partecipato prima al procedimento sono i Miei N. Doğan, del foro di Istanbul, incaricata dal 6 gennaio 2005, A. Surkultay, del foro di Izmir ed associata dello studio Postacıoğlu Hukuk Bürosu, incaricata il 6 gennaio 2005 e destituita il 31 agosto 2010, A. Tchekhoff, D. Léger e G. Lascault, avvocati a Parigi, incaricati il 3 marzo 2005 ed essendo tolto si il 8 settembre 2010, così come O. Uðural, del foro di Istanbul, incaricato il 9 ottobre 2006 e si essendo licenziato delle sue funzioni il 16 agosto 2010.
Il governo turco (“il Governo”) è stato rappresentato dal suo agente.
3. Invocando l’articolo 6 § 1 della Convenzione e l’articolo 1 del Protocollo no 1, i richiedenti denunciano in particolare il rifiuto delle autorità nazionali di eseguire i giudizi definitivi che portano ex tunc annullamento di tutte le misure amministrative avendo provocato lo scioglimento della loro banca Kentbank S.p.A.
4. Il 30 agosto 2010, la richiesta è stata comunicata al Governo. Siccome lo permette l’articolo 29 § 1 della Convenzione, è stato deciso inoltre che la camera si pronuncierebbe sull’ammissibilità ed il merito allo stesso tempo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DI LO SPECIFICO
5. Il primo richiedente, MOMISSIS, è un cittadino turco nato in 1949 e residente ad Istanbul.
All’epoca dei fatti, il richiedente e Süzer Holding S.p.A. controllavano a più del 99% il capitale di Kentbank (“Kentbank”), una banca privata creato nel 1992.
Ulteriormente, Süzer Holding S.p.A. diventò Eksen Holding S.p.A., a sapere la società richiedente di cui il Sig. Süzer è sempre l’azionista maggioritario ed il presidente. Anche se una grande parte dei avvenimenti sotto esposti ha riguardato Süzer Holding S.p.A., non sarà fatto oramai menzione che la società richiedente, il suo successore.
A. La genesi della causa
6. Il 1 febbraio 2001, due revisori giurato presso l’agenzia di regolamentazione e di supervisione delle banche (“l’ARSB”) depositarono un primo rapporto del suddetto no R-1/R-1 (“il rapporto R-1, intitolato “Direzione generale di Kentbank – Rapporto di situazione finanziaria”; questo documento tracciava un quadro economico deficitario della banca nel suo stato al 30 settembre 2000.
Il 15 seguente febbraio, gli stessi revisori depositarono un secondo rapporto no R-4/R-4 (“rapporto no R-4”), intitolato “Kentbank-Rapporto relativo ai reati alla legge no 4389 sulle banche”, in vigore all’epoca dei fatti, paragrafo 66 sotto.
7. Il 15 marzo 2001, basandosi sul rapporto R-1, l’ARSB notificò a Kentbank, ingiunzione no 1877, una serie di misure che stimava dovere essere presi in applicazione dell’articolo 14 § 2 la legge no 4389, ibidem, per migliorare la situazione finanziaria della determinazione. L’esortava in particolare a ricostituire i suoi capitali propri ed a non più acconsentire dei nuovi crediti alle società filiali controllate coi richiedenti.
8. Il 21 seguente marzo, l’ARSB chiese a Kentbank di non distribuire di dividendi sull’eventuale utile realizzato nell’anno 2000.
9. Con una lettera del 13 aprile 2001, Kentbank comunicò le sue obiezioni ed osservazioni riguardando le due ingiunzioni suddette dell’ARSB.
10. Il 16 aprile 2001, l’ARSB invitò Kentbank a sottoporre, nei dieci giorni che seguono, un piano di correzione realistica e fattibile.
Il 4 seguente maggio, Kentbank presentò il suo piano di azione. Con una lettera del 14 maggio 2001, l’ARSB esortò Kentbank a rinforzare questo piano su numero di punti ed a prendere degli impegni più concreti.
Il 3 e 5 giugno 2001, Kentbank scrisse all’ARSB per persuaderla che la situazione era dominata molto bene al livello delle finanze e gli fece parte della decisione di raddoppiare il capitale proprio della società, prenda il 9 maggio precedente dal suo consiglio di amministrazione.
11. Il 20 giugno 2001, l’ARSB convocò i dirigenti ed azionisti maggioritari di Kentbank per valutare il piano di correzione. Dopo due riunioni, una valutazione provvisoria su Kentbank fu redatta il 3 luglio 2001.
Il 9 luglio 2001, quattro revisori giurato dell’ARSB depositarono un terzo rapporto no R-2/R-2/R-12 (“rapporto R-12”), intitolato “Kentbank – Rapporto di monitorage della situazione finanziaria”, relativamente alla sua situazione al 31 marzo 2001. Questo rapporto conteneva un progetto di bilancia di cessione dell’attivo e del passivo in vista di appoggiare un’eventuale decisione di trasferimento di Kentbank ai Fondi di assicurazione dei depositi di risparmio, il “Insipido”-paragrafo 67 sotto.
12. Sempre il 9 luglio 2001, con un’ordinanza no 382 e senza aspettare che Kentbank conduce sopra a termine il piano da correzione imposta (paragrafi 7) 10 e 11, l’ARSB pronunciò il suo trasferimento forzato all’Insipido, in virtù dell’articolo 14 §§ 3 e 4 della legge no 4389, e questo, nello stesso momento in cui quattro altre banche private di cui Bayındırbank S.p.A.
A questa data, Kentbank disponeva di 93 succursali ed adoperava circa 2000 persone. Secondo i richiedenti, sulle 79 banche allora attive in Turchia, Kentbank occupava il 22 posto col suo attivo di circa 390 milioni di euros (“EUR”), e l’agenzia di notazione Fitch IBCA gli aveva assegnato come note a campo ed a lungo termine rispettivamente C/D e B+.
La cessione copriva sotto tutti i diritti di azionariato, eccetto i tassi di sconto, di gestione e di controllo di Kentbank, paragrafo 67, così come tutti i suoi crediti, i suoi beni immobiliari e le sue parti in altre società.
13. I richiedenti tentarono di ottenere l’annullamento del rapporto di auditing del 9 luglio 2001, paragrafo 11 in fini, sopra) che si era rivelato decisivo. La 10 camera del Consiglio di stato (“la 10 camera”) respinse i richiedenti, al motivo che si trattava là di un semplice attrezzo di lavoro, e non di un atto amministrativo suscettibile di annullamento.
B. I principali procedimenti intorno alla causa
1. I primi episodi
a) L’inchiesta parlamentare
14. Il procedimento di trasferimento forzato delle cinque banche scatenate il 9 luglio 2001, paragrafo 12 in limine, sopra) fece l’oggetto di un’inchiesta parlamentare.
In un rapporto no 252 del 22 settembre 2003, la commissione di inchiesta conclude che questa operazione non era legittima perché era stata realizzata allora sotto la pressione del governo al potere, al disprezzo degli interessi del Tesoro pubblico.
15. Secondo la commissione, delle investigazioni spinte erano necessari per rispondere in particolare al seguente questioni:
-perché le banche previste non si erano viste accordare il tempo necessario per applicare le misure imposte dall’ARSB?
-per quale ragione il rapporto del suddetto R-12 che riguarda Kentbank era stato stabilito [il giorno stesso] del suo trasferimento all’Insipido, mentre avrebbe dovuto legalmente essere prima di questa decisione, paragrafi 11 e 12 sopra?
-quale era il tenore delle trattative segrete tra i Fondi monetari internazionali (FMI), il Governo, il Tesoro pubblico e l’ARSB in quanto alla sorte di queste cinque banche?
-perché certe altre banche, bene più deficitario che queste cedute all’Insipido, non erano state inquietate mai?
-il FMI ed il suo presidente avevano lasciato intendere al Governo che il collocamento alla disposizione della Turchia di un aiuto economico, detto di stand-by, dipenderebbe tra altri dalla liquidazione accelerata di queste cinque banche?
16. Le investigazioni raccomandate dalla commissione parlamentare furono affidate ad un comitato di periti presieduti dall’ispettore in capo presso il Primo ministro, paragrafi 42 a 44 sotto.
b) I procedimenti amministrative ed altre misure imposte dall’ARSB
17. Il 7 settembre 2001, i richiedenti investirono la 10 camera di un’azione in annullamento dell’ordinanza no 382, paragrafo 12 sopra.
18. Il 13 dicembre 2001, con l’ordinanza no 552, l’ARSB vieta a Kentbank effettuare delle operazioni bancarie e di ricevere dei depositi, con effetto al 28 dicembre 2001, paragrafo 67 in limine, sotto).
19. Il 30 gennaio 2002, i richiedenti investirono di nuovo la 10 camera, chiedendo questa volta l’annullamento dell’ordinanza no 552.
20. Mentre questi due procedimenti erano ancora pendenti, l’ARSB, ordinanza no 653 del 20 febbraio 2002, e l’Insipido, in particolare l’ordinanza no 177 del 20 marzo 2002, decisero congiuntamente di interrompere la liquidazione di Kentbank e di fonderla con Bayındırbank S.p.A., una delle altre banche trasferite all’Insipido in virtù della legge no 4389, paragrafo 12 in limine, sopra).
21. Il 4 aprile 2002, la fusione fu finita. Perciò, Kentbank fu radiato del registro di commercio e perse ipso giuro la personalità giuridica.
Nell’intervallo, l’insieme delle sue succursali e dei suoi beni mobili era stato venduto.
Ad una data non precisata, i richiedenti introdussero un’azione in annullamento delle ordinanze i nostri 177 e 653 suddetti, paragrafo 20 sopra, dinnanzi alla 13 camera del Consiglio di stato (“la 13 camera”).
22. Il 15 aprile 2002, con l’ordinanza no 6083, l’Insipido impose inoltre al richiedente, il Sig. Süzer, un’interdizione di lasciare il territorio turco che rimase in vigore fino nell’aprile 2005.
23. Con un giudizio (no 2003/2566) del 23 giugno 2003, pratica no 2001/2705, la 10 camera respinse la domanda in annullamento concernente l’ordinanza no 382, paragrafo 17 sopra.
I richiedenti fecero appello di questa decisione dinnanzi all’assemblea plenaria delle camere amministrative del Consiglio di stato (“l’assemblea plenaria”).
24. Con una sentenza (no 2003/897) del 11 dicembre 2003, pratica no 2003/710, l’assemblea plenaria annullò il giudizio attaccato.
Osservò al primo colpo che il 9 luglio 2001, Kentbank aveva intrapreso già dei passi per raddoppiare il suo capitale proprio e rinforzare la sua situazione prima del suo trasferimento all’Insipido conformemente alle istruzioni del 15 marzo 2001, paragrafi 7 e 10 sopra. Sottolineando che l’ARSB aveva fatto sapere del resto che rivedrebbe la sua posizione una volta l’apporto di capitale contabilizzato, l’assemblea plenaria considerò che la banca era quindi in diritto di vedersi accordare un certo tempo per concretizzare il suo piano di azione.
Giudicando il trasferimento all’Insipido precipitoso, conclude che la legittimità dello scopo che doveva prevedere le misure previste dall’articolo 14 della legge no 4389 se ne vedeva inficiata.
25. L’assemblea plenaria considerò peraltro che gli argomenti tratti dal carattere supposément abusivo di decisioni che accordano dei crediti alle filiali della società richiedente erano male fondati, perché dopo l’ingiunzione del 15 marzo 2001, paragrafo 7 sopra, Kentbank non aveva registrato nessuna operazione di questo tipo. Stimò del resto che niente nella pratica supportava le altre affermazioni secondo che i dirigenti della banca si erano resi colpevoli di sottrazione di fondi o malversazioni.
26. Ad una data non precisata, l’ARSB introdusse un ricorso in rettifica della sentenza del 11 dicembre 2003, paragrafo 24 sopra.
Il 29 aprile 2004, l’assemblea plenaria allontanò questo ricorso e la causa fu rinviata dinnanzi alla 10 camera per riesame.
27. Con un primo giudizio (no 2004/5575) del 21 giugno 2004, pratica no 2004/7935, la 10 camera pronunciò, all’unanimità, l’annullamento puro e semplice dell’ordinanza no 382 che porta cessione di Kentbank all’Insipido, paragrafo 12 sopra.
28. Con un secondo giudizio, no 2004/5576, reso lo stesso giorno, deliberò anche sulla seconda azione dei richiedenti, pratica no 2002/666, e dichiarò no 552 nullo l’ordinanza e non avvenuto, la nullità dell’ordinanza no 382 che gli toglie ogni base legale, paragrafi 18 e 27 sopra.
29. Il 30 luglio 2004, l’ARSB ricorse sopra dinnanzi all’assemblea plenaria contro i due giudizi del 21 giugno 2004 (paragrafi 27) 28 e 48 sotto.
c) I procedimenti penali pertinenti,
30. Tra i differenti passi di diritto penali imprese in questa causa, più significative sono descritte qui di seguito.
31. Il 13 febbraio 2002, basandosi sul rapporto R-1, paragrafo 6 sopra, l’ARSB depositò presso un primo lamento della procura di Şişli (“la procura”) contro i dirigenti di Kentbank di cui il richiedente. Erano accusati di frode e di appropriazione indebita che riguarda, entra altri, l’utilizzazione irregolare del plusvalore emanato della cessione di quote sociali di un società terza.
Il 18 febbraio 2002, la procura rese un’ordinanza di non luogo a procedere, pratica no 2002/7308.
Il 9 aprile 2002, l’ARSB formò opposizione dinnanzi alla 1re camera della corte di basi di Beyoðlu che respinse questo ricorso il 24 aprile 2002. Il non luogo a procedere diventò così definitivo.
32. Il 3 aprile 2002, l’ARSB depositò sopra un secondo lamento, allargando la portata della prima, paragrafo 31, esponendo che al visto delle informazione ottenute ulteriormente, i fatti denunciati costituivano precedentemente peraltro il reato di sottrazione di fondi.
Il 3 ottobre 2003, la procura rese anche un non luogo a procedere in quanto a questo capo, pratica no 2003/35753.
L’arsb attaccò questa ordinanza dinnanzi alla 3 camera della corte di basi di Beyoğlu. Il 5 marzo 2004, questa allontanò l’opposizione ed il non luogo a procedere diventò definitivo.
33. L’esame della pratica permette di identificare un terzo lamento depositato, probabilmente, il 26 febbraio 2002 e nella quale l’ARSB rimproverava ai dirigenti di Kentbank di cui il Sig. Süzer, di avere consentito sopra parecchi crediti a due filiali della holding, al disprezzo dell’interdizione posta dall’ingiunzione no 1877 del 15 marzo 2001, paragrafo 7.
Il non luogo a procedere reso in questa causa il 3 ottobre 2002 fu confermato il 20 novembre 2002.
34. Concernente questi tre lamenti definitivamente aperti, paragrafi 31-33 sopra, l’ARSB investe il ministro della Giustizia affinché intervenga nell’interesse della legge.
35. Il 23 luglio 2004, mentre questo ricorso straordinario era ancora durante esame dinnanzi al ministro, l’ARSB depositò un quarto lamento dinnanzi alla procura di Şişli; riprendeva le sue accuse di sottrazione di fondi, paragrafo 32 in limine sopra, ma presentava dei nuovi elementi all’appoggio.
Una pratica di istruzione fu a questo riguardo aperta, apparentemente sotto il numero 2004/39422, prima istruzione.
36. Il 24 settembre 2004, il ministro fece diritto alla domanda precedente dell’ARSB, paragrafo 34 sopra, ed ingiunse al procuratore generale della Corte di cassazione di impegnare dei perseguimenti per le accuse avendo fatto l’oggetto dei due lamenti definitivamente archiviati rispettivamente il 18 febbraio 2002 e 3 ottobre 2003, paragrafi 31 e 32 sopra.
37. Mentre questo procedimento era in corso, il 29 settembre 2004, l’ARSB depositò un quinto lamento; rimproverava ai dirigenti di Kentbank di avere commesso numero di frodi, utilizzando l’entità giuridica ed economica della banca come schermo.
Questo quinto lamento fu registrato, sembra, sotto il numero di pratica 2004/39402, secondo istruzione.
38. Il 1 ottobre 2004, il ministro diventò anche dritto alla domanda di intervento nell’interesse della legge che riguarda il terzo lamento, paragrafi 33 e 34 sopra, e trasmise la pratica al procuratore generale.
Ad una data non precisata, la 7 camera penale della Corte di cassazione accolse questo ricorso ed annullò la decisione del 20 novembre 2002 della corte di basi, paragrafo 33 in fini sopra.
La pratica di istruzione afferente fu riaperta così.
39. Il 14 dicembre 2004, la 11 camera penale della Corte di cassazione respinse il primo ricorso ministeriale nell’interesse della legge, paragrafo 36 sopra, in quanto cadeva sui capi di frode e di appropriazione indebita, paragrafo 31 sopra.
40. Tuttavia, con una sentenza del 4 maggio 2005, annullò il giudizio del 5 marzo 2004, paragrafo 32 in fini sopra, in quanto al capo di sottrazione di fondi. Ciò provocò ipso giuro l’apertura di una nuova istruzione penale di cui la pratica fu unita a quello della prima istruzione, no 2004/39422, in corso per lo stesso capo, paragrafo 35 in fini sopra.
41. Al termine di queste due istruzioni i nostri 2004/39422 e 2004/39402, paragrafo 37 in fini sopra, due requisitorie furono preparate, rispettivamente per sottrazione di fondi, requisitoria no 804 che cade su diciannove reati, e per frode, requisitoria no 805 che cade su dieci reati.
Queste requisitorie furono comunicate per azione all’ufficio del contrabbando e delle frodi finanziarie presso la procura di Istanbul, paragrafo 45-47 sotto.
2. Gli ultimi episodi
a) L’inchiesta parlamentare
42. Il comitato di periti nominato nello specifico, paragrafo 16 sopra, rimise il suo rapporto il 24 giugno 2004. Nelle sue parti concernente la cessione di Kentbank, questo rapporto conteneva i seguenti elementi:
-il primo rapporto, no R-1, che fa stato della situazione deficitaria di Kentbank datava del 1 febbraio 2001 ed era quello su che si basava l’ingiunzione del 15 marzo 2001, paragrafi 6 in limine e 7 sopra,; ciò che è, l’ordinanza no 382 del 9 luglio 2001, paragrafo 12 sopra, trovava la sua origine nel secondo rapporto, no R-4, gli presentato anche il “1 febbraio 2001 (confrontare, paragrafo 6 in fini, sopra)” e concludente alla necessità di trasferire Kentbank all’Insipido;
-concernente le intese oscure supposte tra le istanze competenti ed i FMI, se questo aveva esercitato bene una certa influenza, le cessioni criticate rilevavano piuttosto dell’impegno del Governo di “decidere imperativamente i problemi legati alle banche economicamente deboli, avendo esaurito i loro capitali e contravvenendo alla disciplina finanziaria”; Kentbank rispondeva a questi criteri perché, al 30 settembre 2000, paragrafo 6 in limine sopra, non disponeva più dei capitali propri.
43. Perciò, il comitato emise il parere che, se i richiedenti avevano potuto ottenere guadagno di causa dinnanzi alla 10 camera ed avevano potuto evitare fino ad allora dei perseguimenti penali, ciò era dovuto solamente agli indugi amministrativi e degli errori di manœuvre dell’ARSB.
Stimava tuttavia che era ancora possibile ovviare a questo problema tramite il ministro della Giustizia, abilità a ricorrersi nell’interesse della legge; questo ricorso invocato fu proprio quello preso dall’ARSB, paragrafo 34 sopra.
b, I procedimenti penali pertinenti,
44. Con un atto del 30 giugno 2005, l’ufficio del contrabbando e della frode finanziaria, paragrafo 41 sopra, mise il richiedente ed i 34 dirigenti di Kentbank in accusa dinnanzi alla 8 camera della corte di basi di Istanbul.
La causa fu iscritta sotto il numero di pratica 2005/89.
45. Questa azione fu seguita relativamente da un secondo, introdotto dinnanzi alla 11 camera della corte di basi di Şişli, agli atti presunti di accordo fraudolento di crediti avendo fatto l’oggetto del terzo lamento, paragrafi 33 e 38 sopra.
46. Questa causa, inizialmente registrata sotto la pratica no 2005/254, fu unita con la causa no 2005/89 in seguito, paragrafo 44 sopra, già pendente dinnanzi alla 8 camera della corte di basi di Istanbul.
c) I procedimenti giurisdizionali amministrativi,
i. In quanto al merito
47. Con due sentenze del 17 febbraio 2005, i nostri 2005/31 e 2005/32 rispettivamente, l’assemblea plenaria allontanò i due ultimi ricorsi dell’ARSB, paragrafo 29 sopra, concernente la nullità rispettivamente delle ordinanze i nostri 382 e 552, paragrafi 27 e 28 sopra.
48. Questo introdusse allora un ricorso in rettifica contro le sentenze i nostri 2005/31 e 2005/32 precitati.
L’avvocato generale ed il giudice referendario presso l’assemblea plenaria emisero il parere che conveniva sospendere l’esame di questi ricorsi fino alla conclusione del procedimento penale unito suddetto, allora pendente, paragrafo 46 sopra.
49. Tuttavia, con due sentenze rese rispettivamente il 2 febbraio 2006 e 21 marzo 2007, l’assemblea plenaria respinse l’ARSB dei suoi due ricorsi in rettifica, al motivo che niente giustificava nello specifico di sospendere a deliberare.
Così, tutti i mezzi di diritto suscettibile di essere esercitati contro l’annullamento delle ordinanze i nostri 382 e 552 furono esauriti.
50. Nell’intervallo, con una sentenza del 16 settembre 2005, la 13 camera annullò ex tunc le ordinanze i nostri 177 e 653, paragrafi 20 e 21 sopra, al motivo che in seguito all’annullamento definitivo dell’ordinanza no 382, paragrafo 49 sopra, questi due atti si trovavano esausti del loro fondamento legale.
Con una sentenza del 21 marzo 2007, l’assemblea plenaria respinse il ricorso dell’ARSB. Questa introdusse allora un ricorso in rettifica di sentenza che fu allontanata anche il 26 giugno 2008, in quanto riguardava l’ARSB, relativamente all’ordinanza no 653.
Però, il ricorso fu ammesso nel capo dell’Insipido per ciò che è dell’ordinanza no 177.
Più tardi, la 13 camera fu chiamata a decidere questo secondo risvolto della controversia, lasciata fino ad allora in suspense. Con un giudizio del 22 ottobre 2008, conclude che non c’era luogo di decidere, tenuto conto di un protocollo firmato il 1 marzo 2007 tra i richiedenti, l’Insipido, ed il successore di Bayındırbank S.p.A., paragrafo 57 sotto.
51. Difatti, ai termini di questo protocollo, i richiedenti rinunciavano ad ogni pretesa o azione giudiziale contro l’Insipide, del suo personale così come delle banche sotto la sua tutela. Peraltro, si portavano garanti dei debiti delle filiali della holding verso Kentbank di cui il credito totale di 229 359 534 USD, toccata a questo titolo, si trovava trasferita già all’Insipido. In compenso, l’Insipido accettava di ridurre il debito totale a rimborsare a 188 156 327 USD e di stabilire un piano di rimborso clemente.
ii. In quanto all’esecuzione dei giudizi i nostri 2004/5575 e 2004/5576
52. Il 19 luglio 2004, i richiedenti, invocando l’articolo 28 della legge no 2577 e l’articolo 138 della Costituzione, paragrafo 68 sotto, invitarono l’ARSB ad eseguire i giudizi i nostri 2004/5575 e 2004/5576 della 10 camera che porta rispettivamente annullamento delle ordinanze i nostri 382 e 552, paragrafi 27 e 28 sopra, passo che non era prematuro, perché il ricorso esercitato contro questi giudizi con l’ARSB, paragrafo 29 sopra, non aveva nessuno effetto sospensivo.
Avvalendosi del principio del restitutio in integrum, i richiedenti chiesero che gli attivi e passivi confusi di Bayýndýrbank S.p.A. e di Kentbank sia distinto, che il patrimonio di questa sia restituito loro, e che l’interdizione di effettuare delle operazioni bancarie imposte alla loro banca sia tolta.
Parallelamente, i richiedenti ripeterono lo stesso invito ad ubbidire presso dell’Insipido.
53. In ciò che riguarda il risvolto relativo all’ordinanza no 382, l’ARSB rispose il 11 agosto 2004 con una decisione no 1369. In questa decisione, fondata su un parere giuridico di tre professori di diritto amministrativo, l’ARSB arguiva dell’impossibilità, tanto giuridico che patrimoniale, paragrafo 72 sotto, di eseguire il giudizio no 2004/5575, paragrafo 27 sopra, per i seguenti motivi:
“(…) la personalità giuridica di Kentbank ha preso fine con la sua radiazione del Registro del commercio; (…) tra gli atti avendo provocato questo scioglimento, solo quello concernente la fusione con Bayındırbank S.p.A. proveniva dell’ARSB; (…) gli altri prendono atto all’origine dello scioglimento rilevavano dell’Insipido e dell’assemblea generale liquidatrice di Kentbank; (…) infine, le modifiche cadute dalla legge no 5020 alla legge sulle banche facevano ostacolo all’esecuzione fa ne ed in diritto [di questo giudizio]. “
54. In ciò che riguarda il risvolto relativo all’ordinanza no 552, l’ARSB reagisce con una decisione no 1400 del 24 settembre 2004. Appellandosi sugli stessi motivi che avevano fondato già la sua decisione no 1369 precitata, paragrafo 53 sopra, l’ARSB arguì derechef dell’impossibilità di eseguire il giudizio no 2004/5576, paragrafo 28 sopra.
55. Il 6 ottobre 2004, i richiedenti invitarono l’ARSB a spettare sulla sua posizione e conformarsi ai giudizi in causa nello specifico.
60 giorni passarono senza risposta da parte dell’ARSB di cui il silenzio valeva rifiuto tacito.
Perciò i richiedenti impegnarono essi dinnanzi alla 13 camera due azioni in annullamento contro i rifiuti opposti alle loro domande.
56. Con due sentenze del 29 novembre 2005, i nostri 2009/32 e 2005/5545, la 13 camera respinse i richiedenti delle loro domande, formulate a titolo delle ordinanze nostri 382, giudizio no 2004/5575, e 552, giudizio no 2004/5576, rispettivamente, paragrafi 27 e 28 sopra.
Ricordando i principi fondamentali posti dall’articolo 138 della Costituzione e l’articolo 28 § 1 della legge no 2577, paragrafo 68 sotto, la 13 camera riaffermò il dovere rigoroso dell’amministrazione di conformarsi al giudizio in causa e di ristabilire senza tardare la situazione anteriore all’atto annullato.
Però, riconobbe che poteva avere dei casi dove l’esecuzione di un giudizio possa rivelarsi impossibile come nel caso di specifico, dove non c’era nessuno mezzo realista di restaurare la situazione giuridica e finanziaria di Kentbank, come era anteriore il suo trasferimento all’Insipido.
Di conseguenza, il rifiuto dell’ARSB di ubbidire non era contrario alla legge.
57. Nel frattempo, il 19 ottobre 2005, fu promulgata la nuova legge no 5411 sulle banche.
In seguito, in virtù di un’ordinanza del 7 dicembre 2005, Bayındırbank S.p.A., paragrafo 20 sopra, diventò Birleşik Fon Bankası S.p.A. che è sempre attiva sotto la tutela dell’Insipida.
58. I richiedenti si ricorsero dinnanzi all’assemblea plenaria contro i due giudizi del 29 novembre 2005, paragrafo 56 in limine, sopra).
Con due sentenze del 21 marzo 2007, l’assemblea plenaria respinse i richiedenti che introdussero allora, parallelamente, due ricorsi in rettifica di sentenza.
59. Il 26 giugno 2008, l’assemblea plenaria, composta di 27 giudici, alla maggioranza, rese due sentenze, facendo diritto alle domande dei richiedenti. Nei loro considerando, i giudici, dopo avere ricordato i grandi principi del diritto amministrativo, concludevano come segue:
“(…) l’esecuzione con l’amministrazione dei giudizi resi dal Consiglio di stato, i tribunali amministrativi ordinari, regionali o del contenzioso delle imposte, è una regola fondamentale.
Nell’occorrenza, allo visto dell’insieme delle informazione e documenti della pratica, si constata che, malgrado l’annullamento dell’ordinanza che porta cessione di Kentbank all’Insipido, non è possibile restaurare la situazione giuridica e finanziaria di questa banca anteriore alla data di suddetto ordinanza, e di restituire questa agli interessati nello stato dove si trovava alla data in questione.
Però, conformemente a ciò che il giudizio di annullamento esige ed a meno che ci sia un altro ostacolo giuridico qualsiasi, l’amministrazione è tenuta di garantire le condizioni necessarie affinché gli interessati possano esercitare di nuovo delle attività bancarie e di autorizzare questi ultimi a fondare una banca che sarà abilitata ad effettuare delle operazioni bancarie così come ad accettare dei depositi, nella cornice delle disposizioni della legge sulle banche. “
60. A queste due sentenze si trovavano unite delle opinioni dissidenti di dodici giudici che fecero il seguente osservazioni:
-tenuto conto del deficit di capitale proprio di Kentbank alla data del suo trasferimento all’Insipido, questo ha dovuto versare 154 trillavamo delle anziane libri turche (“ATRL”) per consolidare i conti e costituire una riserva facoltativa di un importo di 1 605 244 500 notizie libri turche (“TRL”), essendo sentito che prima di questa data, il solo debito degli azionisti principali verso Kentbank ammontava già a 527 540 082 TRL;
-si saprebbe aspettarsi solamente gli interessati-che, in passato, non erano stati in grado di assumere i loro obblighi-possano essere in grado di garantire l’apporto dei fondi necessari per colmare il deficit in capitale di Kentbank, se questa dovesse essere restituitoloro;
-c’è bene un’impossibilità giuridica e patrimoniale di restituire Kentbank nel suo stato anteriore al suo trasferimento all’Insipido, sapendo che al rimanendo, gli interessati hanno loro stessi rinunciato all’azione in annullamento impegnato dinnanzi alla 13 camera contro l’ordinanza no 177 del 20 marzo 2002 concernente la fusione di Kentbank con Bayındırbank S.p.A. (confrontare, paragrafi 20, 21 e 50 in fini, sopra);
-peraltro, all’epoca pertinente, gli interessati erano gli azionisti maggioritari di un’altra banca, a sapere Atlante Yatırım Bankası S.p.A.; con un’ordinanza no 378 del 9 luglio 2001, questa era stato vietato di attività bancarie, in virtù dell’articolo 14 della vecchia legge no 4389; ora, contrariamente a ciò che è desiderato dalla maggioranza, secondo questa legge, tutto come la legge no 5411 del 19 ottobre 2005 che l’ha sostituita, paragrafi 57 sopra e 67 sotto, i vecchi azionisti di una banca colpita di una tale interdizione, come i richiedenti, sono vietati fondare una nuova banca.
61. In seguito, nel luglio 2008, per una ragione non precisata, i richiedenti introdussero, sempre dinnanzi alla 13 camera, un secondo serie di azioni in annullamento di cui gli oggetti erano sopra identici a quelli delle due azioni precedenti, a sapere la levata dei rifiuti espressi dall’ARSB nelle sue decisioni no 1369 del 11 agosto 2004 e no 1400 del 24 settembre 2004, paragrafi 53 e 54.
62. Con due giudizi del 6 gennaio 2009, la 13 camera diede guadagno di causa ai richiedenti. Ricordando li aspettati delle due sentenze del 26 giugno 2008 dell’assemblea plenaria, paragrafo 59 sopra, conclude all’illegalità dei rifiuti opposti dall’ARSB.
L’arsb si ricorse allora dinnanzi all’assemblea plenaria che, con una sentenza del 10 dicembre 2009 reso all’unanimità, allontanò il ricorso, precisando che i giudizi attaccati si allineavano perfettamente con quelli del 26 giugno 2008, ibidem.
Il 10 giugno 2010, l’estremo ricorso in rettifica di sentenza sollecitata dall’ARSB fu respinto anche.
3. Conclusione
63. A questa ultima dato, tutti i procedimenti amministrativi relativi alle misure prese nei confronti di Kentbank si trovavano chiuse in favore dei richiedenti e la nullità ex tunc di tutti gli atti amministrativi controversi, tanto principali che accessori, era confermata definitivamente.
64. Sembra che il solo procedimento ancora pendente sia l’azione pubblica dinnanzi alla 8 camera della corte di basi di Istanbul sotto la pratica no 2005/89, paragrafo 46 sopra. L’Insipido si era costituito parte intervenuta in questo processo, ma si è ritrarsi dopo avere firmato il protocollo del 1 marzo 2007, paragrafo 51 sopra. Comunque sia, questo processo non ha fatto certo ostacolo alla soluzione definitiva della controversia principale nella cornice del contenzioso amministrativo, paragrafo 49 sopra.
II. IL DIRITTO E LE PRATICA INTERNA PERTINENTI
A. Le misure preventive che prevedono le banche in difficoltà secondo la vecchia legge no 4389 sulle banche
65. Il regime stabilito dall’articolo 14 della legge no 4389 sulle banche, nella sua versione in vigore all’epoca dei fatti e posteriore alle modifiche portate dalla legge no 5020 del 26 dicembre 2003, contemplava una serie di misure in direzione delle determinazioni in difficoltà, l’autorità di dritto pubblico regolatore di questo settore che è l’ARSB. Per esercitare i suoi poteri, questa si basava sulle informazione finanziarie ed i rapporti che gli erano indirizzati coi revisori giurato. Quando la liquidità e la solvibilità di una banca non soddisfacevano più le esigenze legali, poteva imporrgli un piano di azione propria a risanare la situazione, articolo 14 § 2, capoverso ha. Nella stessa ottica, se i fondi propri di una banca si rivelavano insufficienti per soddisfare alla soglia minimale, l’ARSB poteva ordinare che il capitale dell’impresa sia rinforzato, secondo un piano che avrebbe approvato, articolo 14 § 2, capoverso b.
66. Se la banca mira non poteva o non voleva ubbidire o se presentava un deficit come nessuna delle misure preventive non possa ovviare, l’ARSB pronunciava il suo trasferimento all’Insipido, articolo 14 § 3, un’altra entità di dritto pubblico, incaricata in virtù dell’articolo 15 della legge no 4389 della correzione delle banche in difficoltà. L’arsb poteva vietare anche alla banca prevista di accettare dei depositi e di procedere a tutta altra forma di operazione bancaria.
Il trasferimento comprendeva tutti i diritti di azionariato, eccetto i tassi di sconto, di gestione e di controllo della banca in questione, che è sentito che l’Insipido era abilitato ad effettuare ogni tipo di operazioni, ivi compreso la cessione ai terzo delle azioni, beni e succursali delle banche di cui aveva la tutela.
Delle tali misure potevano intervenire anche quando l’ARSB constatava che i responsabile della direzione e del controllo di una banca abusavano dei fondi propri dell’impresa in modo da mettere in pericolo il suo buono funzionamento e gli interessi dei terzo, articolo 14 § 4.
67. La legge no 4389 fu sostituito dalla nuova legge no 5411 sulle banche del 19 ottobre 2005 che contempla un regime comparabile a quello descrive sopra. Nel contesto della presente causa, conviene ricordare che secondo l’articolo 8 b, di questa legge, i vecchi azionisti maggioritari o le persone avendo disposto del controllo di una banca trasferita all’Insipido prima del 19 ottobre 2005, non sono abilitati a fondare una nuova banca.
B. L’esecuzione delle decisioni giudiziali rese contro l’amministrazione
68. In virtù dell’articolo 138 § 4 della Costituzione e dell’articolo 28 § 1 della legge no 2577 sul procedimento amministrativo, i poteri legislativi ed esecutivi così come tutte le autorità amministrative sono tenuti di rispettare le decisioni di giustizia resa al loro carico. Queste disposizioni si leggono come segue:
Articolo 138 § 4 della Costituzione
“Gli organi del poteri esecutivo e legislativo così come l’amministrazione sono tenuti di conformarsi alle decisioni giudiziali; suddetti organi e l’amministrazione non possono, in nessun caso, modificare le decisioni giudiziali né differire ne l’esecuzione. “
Articolo 28 § 1 della legge no 2577
“1. L’amministrazione è tenuta di adottare senza tardare l’atto o l’azione richiesta dalle decisioni rese al merito col Consiglio di stato o i tribunali amministrativi Il termine [per questo fare] non può superare in nessun caso i trenta giorni che seguono la notificazione della decisione all’amministrazione. “
69. Secondo i principi del diritto turco e la giurisprudenza buona invalsa del Consiglio di stato, un’azione in annullamento intentato contro un atto amministrativo ha per scopo di stabilire se questo atto è contrario alla legge, e non di constatare la violazione di un diritto individuale né di riparare il danno che potrebbe risultare.
In particolare, l’ufficio del giudice, se constata la fondatezza di un’azione di questo tipo, limitati a pronunciare l’annullamento dell’atto attaccato, senza sostituire nessuna decisione nuova sé all’atto annullato. È all’amministrazione che ritorna la cura da prendere, della sua propria iniziativa, ogni nuova decisione o misura chiamata dal giudizio.
70. Peraltro, un atto amministrativo annullato è reputato nullo e non avvenuto fin dalla sua data di adozione, come tutte le altre misure e decisioni preso sul fondamento di questo atto. La nullità ha un effetto ex tunc estensivo dunque. Per eseguire un giudizio di annullamento, l’amministrazione deve prodigarsi di ufficio a restaurare la situazione anteriore all’atto annullato, badando a cancellare ne le conseguenze.
A questo riguardo, importa di notare che, nei confronti l’amministrazione messa in causa, una decisione di annullamento è costrittiva, non solo col suo dispositivo, ma anche coi motivi che lo sottendono. Segue che, per conformarsi ad un tale giudizio, l’entità prevista deve prendere tutte le decisioni o misure necessarie per arrivare allo scopo inerente al dispositivo di questo giudizio, e questo, allineandosi sui motivi ed i considerando considerati dal tribunale.
71. L’amministrazione non può, in nessun caso, alterare i giudizi resi al suo luogo né ritardare ne o rifiutare ne l’esecuzione. Non può aggirare neanche o può ostacolare l’esecuzione di un giudizio, per esempio, facendo intervenire delle notizie decisioni o misure amministrative a questo effetto, o assoggettando la sua esecuzione ad una forma qualsiasi di autorizzazione di un’entità amministrativa.
72. L’amministrazione riguardata deve ubbidire imperativamente nei 30 seguente giorni la notificazione della decisione di giustizia, prendendo tutte le misure pertinenti, che si trattasse di decisioni formali o di atti materiali. In questo contesto, una dichiarazione dell’amministrazione secondo la quale si troverebbe nell’impossibilità patrimoniale di eseguire una decisione non gli permette per niente di sottrarsisi ai suoi obblighi.
In pratica, anche nei casi eccezionali dove sarebbe effettivamente impossibile fa ne o in diritto di mettere in œuvre un giudizio di annullamento, in particolare trattandosi delle decisioni che implicano un’esecuzione in natura, l’obbligo per l’amministrazione di ubbidire non si estingue. In presenza accertata dei tali ostacoli, si parlerà piuttosto di un cambiamento nella modalità di esecuzione, ed egli si tratta allora di determinare la soluzione di ricambio più soddisfacente, senza che l’interessato abbia di nuovo a stare in giustizia. Per esempio, per fare valere un ostacolo di natura “giuridica”, l’amministrazione deve stabilire che questo è “discutibile”, vedere la sentenza del 10 febbraio 1987 della 5 camera del Consiglio di stato, no 1986/951E, per esempio. -1987/179K.
Che si trattasse di un caso di impossibilità giuridica o patrimoniale, l’amministrazione prevista deve dimostrare ad ogni modo che ha fatto tutto ciò che era nel suo potere per eseguire il giudizio, e che gli ostacoli erano insormontabili; poi, deve dare dei segni chiari della sua volontà di conformarsi alla decisione in questione, proponendo all’interessato la soluzione di ricambio il più adeguata e pertinente, questo che, in numero di caso, può corrispondere ad un risarcimento integrale, restitutio in integrum.
73. Questa questione della “modalità di esecuzione” di un giudizio non è a confondere con la questione del “risarcimento” del danno patrimoniale o giuridico subito dall’interessato.
In ciò che riguarda la questione generale del risarcimento a causa degli atti e decisioni dell’amministrazione, il principio è posto dall’articolo 125 §§ 1 e 7 della Costituzione:
“Tutto atto o decisione dell’amministrazione è suscettibile di un controllo giurisdizionale
L’amministrazione è tenuta di riparare ogni danno risultante dei suoi atti e misure. “
Il corollario di questo principio è definito negli articoli 11 a 13 della legge no 2577 sul procedimento amministrativo. Difatti, in virtù di queste disposizioni, ogni vittima di un danno risultante di un atto dell’amministrazione può chiedere risarcimento a questa ultima nel termine di un anno a contare della data dell’atto addotto. In caso di rigetto di tutto o partire della domanda o così nessuna risposta non è stata ottenuta entro sessanta giorni, la vittima può impegnare un procedimento dinnanzi alla giurisdizione amministrativa.
74. Le regole sopra che formano il nucleo di lex generalis, sono fatte concorrenza da altre disposizioni nel contesto specifico dei danni che risultano dall’inadempienza di un giudizio amministrativo. In questa tenuta particolare, il principio posto dall’articolo 138 della Costituzione e l’articolo 28 § 1 della legge no 2577, paragrafo 68 sopra, trova un corollario nelle disposizioni dell’articolo 28 §§ 3 e 4 della legge no 2577 sulla responsabilità pecuniaria dell’amministrazione. Queste ultime disposizioni-che si presentano come uan lex specialis rispetto a queste descritto al paragrafo precedente -si leggono così:
“3. Quando l’amministrazione non ha adottato un atto o non ha reagito conformemente ad una decisione del Consiglio di stato o dei tribunali amministrativi, un’azione in risarcimento del danno giuridico o patrimoniale può essere impegnata contro l’amministrazione dinnanzi al Consiglio di stato ed i tribunali competenti. “
“4. In caso di inadempimento deliberato delle decisioni dei tribunali coi funzionari nei trenta giorni [che seguono la decisione], un’azione in indennizzo può essere impegnata tanto contro l’amministrazione che contro il funzionario che nega di eseguire la decisione in questione. “
75. Secondo la giurisprudenza del Consiglio di stato, l’amministrazione deve ubbidire di ufficio, senza che gli interessati abbiano a sollecitarla a questa fine. Se omette di farlo nel termine legale di 30 giorni, paragrafo 55 sopra, l’interessato dispone di un termine di dieci anni per investire l’entità mira e richiedere l’esecuzione della decisione di annullamento.
Si tratta là di un passo preliminare all’introduzione di un’eventuale azione in indennizzo, azione di piena giurisdizione, per ottenere risarcimento del danno patrimoniale et/ou giuridico. Se l’amministrazione respinge questo reclamo preliminare-esplicitamente o implicitamente, 60 giorni scorsi senza risposta che vale rigetto,-, l’interessato può allora, nei 60 giorni che seguono, impegnare un’azione in risarcimento contro l’autorità prevista dalla decisione, articolo 28 § 3 suddetti, et/ou contro il funzionario che ha negato volontariamente di eseguire questa, articolo 28 § 4.
Se è vero che, tenuto conto dei principi che regolano un Stato di diritto, l’inadempimento di una decisione giudiziale è considerato generalmente come costitutivo di una “mancanza di servizio”, ciò non basta per ottenere risarcimento del danno che ne risulta. Difatti, l’indennizzo di una persona secondo la via sapere-descritta dipende dalla determinazione, di prima, del danno attualmente subito. In particolare, per ciò che è dei danni patrimoniali, soli un danno reale e preciso può essere denunciato, tale una riduzione di attivi nel patrimonio o la perdita di un aumento certo del patrimonio. In compenso, le pretese speculative fondate su dei guadagni futuri saranno inammissibili, così come egli è stato giudicato, per esempio, in una sentenza del 21 maggio 1985 della 6 camera del Consiglio di stato, no 1985/880E. -1985/143K.). Il giudicabile deve stabilire poi un legame di causalità con, o una “mancanza di servizio pesante”, tale è il caso, per esempio, quando è stabilito che l’amministrazione nega volontariamente di ubbidire, o di una “mancanza personale”, a seconda che si mette in causa un’entità amministrativa o un funzionario. In questa ultima ipotesi, la causa può rilevare anche del contenzioso civile.
Per tanto, secondo la giurisprudenza consolidata del Consiglio di stato, il versamento di un’indennità per l’inadempienza di un giudizio di annullamento non libera l’amministrazione del suo obbligo costituzionale di eseguire suddetto giudizio (vedere la sentenza del 19 maggio 1992 della 6 camera del Consiglio di stato, no 1990/848E, per esempio). ve 1992/632 K..
76. Oltre la responsabilità pecuniaria, due altri tipi di responsabilità possono essere impegnati anche.
Si tratta, in primo luogo, della responsabilità penale del funzionario colpevole. Difatti, questo può essere perseguito per “abuso di funzioni” o “negligenza nell’esercizio delle sue funzioni.” Per ciò, basta dimostrare che abbia ostacolato-fu involontariamente questo stesso -l’esecuzione di una decisione di giustizia.
Da ultimo, conviene menzionare anche per memoria la responsabilità politica che tasto alla questione della legittimità dell’entità politica (in particolare, il governo, il primo ministro, un ministro ecc., nella misura in cui c’è stata incomprensione dell’articolo 138 della Costituzione.
IN DIRITTO
I. L’OGGETTO DELLA CONTROVERSIA
77. Nella loro richiesta originaria, introdotta il 7 gennaio 2005, i richiedenti adducevano una violazione del loro diritto ad un processo equo in ragione dell’inadempienza con l’amministrazione della prima serie di giudizi con che la 10 camera del Consiglio di stato aveva dato loro guadagno di causa. Invocavano l’articolo 6 § 1 della Convenzione di cui il passaggio pertinente si legge così:
“Ogni persona ha diritto a ciò che la sua causa sia equamente sentita con un tribunale chi deciderà delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile “
78. Sempre nella loro richiesta, i richiedenti sostenevano che, la cessione di Kentbank all’Insipido essendo privata di base legale dall’annullamento ex tunc delle misure prese a questo effetto, la situazione reale portava anche violazione continua dell’articolo 1 § 1 del Protocollo no 1 che si legge così:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno può essere privato della sua proprietà che a causa di utilità pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali del diritto internazionale. “
79. In seguito, dopo la comunicazione della presente causa al Governo e grazie alle osservazioni che questo ha fatto pervenire, la Corte ha preso cognizione per il fatto che la seconda serie di giudizi, resi dalla 13 camera del Consiglio di stato, era diventata definitiva il 10 giugno 2010, paragrafo 62 sopra. In parallelo, nelle loro ultime memorie complementari, in particolare quello del 5 dicembre 2010, i richiedenti hanno, in sostanza, disteso la portata dei loro motivi di appello sul merito a questa seconda serie di giudizi, paragrafi 112 e 134 sopra,; del suo lato, nelle sue osservazioni complementari del 6 gennaio 2011, il Governo ha combattuto i nuovi argomenti formulati a questo titolo, paragrafi 103, 104, 106 e 141 sopra.
Competente per trattare ogni questione da fatto o di diritto che sorge durante l’istanza impegnata dinnanzi a lei, Cruz Varas ed altri c. Svezia, 20 marzo 1991, § 76, serie Ha no 201, la Corte osserva che la seconda serie di giudizi in causa nello specifico è la continuazione evidente della prima e è indissociabile di questa; la disputa all’origine della richiesta introduttiva di istanza dinnanzi alla Corte non ha cambiato natura di questo fatto dunque, la questione principale sottoposta per decisione che è sempre di sapere se l’inadempimento con l’amministrazione desdits giudizi sono o non contrario alla Convenzione. Così, la Corte stima potere infatti mettersi sul terreno degli articoli 6 § 1 della Convenzione e 1 del Protocollo no 1 anche nel contesto di questa seconda serie di giudizi amministrativi, alla luce dei nuovi argomenti delle parti, mutatis mutandis, Müslim c. Turchia, no 53566/99, § 57, 26 aprile 2005.
II. SU L’AMMISSIBILITÀ
A. Tesi delle parti
1. Il Governo
80. Il Governo afferma che i richiedenti non hanno la qualità di vittima di una violazione della Convenzione, al senso del suo articolo 34, per i motivi che seguono.
Di prima, avendo loro stessi mise Kentbank in pericolo, col loro maneggi irresponsabile ed illegale, i richiedenti non saprebbero essere autorizzati a trarre profitto dalle loro proprie malefatte, né avvalersi del loro vecchio statuto di azionisti di Kentbank, dal momento che questa entità e, dello stesso colpo, suddetto statuto ha smesso da molto di esistere sul piano giuridico.
81. Secondariamente, firmando il protocollo del 1 marzo 2007, paragrafo 51 sopra, i richiedenti avrebbero rinunciato al loro diritto di stare in giustizia contro l’Insipida così come alla loro azione in annullamento contro l’ordinanza no 177 che porta fusione di Kentbank con Bayındırbank S.p.A., paragrafi 20 e 50 sopra. Avendo liberato così l’Insipido di ogni responsabilità giuridica, i richiedenti non saprebbero avvalersi di un diritto patrimoniale di carattere civile che possa avere una base legale in Turchia, essendo sentito che in queste circostanze, la Corte non può neanche, con via di interpretazione dell’articolo 6 § 1, creare un tale diritto opponibile all’Insipido, mancanza di una “base legale nello stato riguardato”, Fayed c. Regno Unito, 21 settembre 1994, § 65, serie Ha no 294-B.
Secondo il Governo, questa considerazione vale ha fortiori per il motivo di appello derivato dell’articolo 1 del Protocollo no 1, perché la rinuncia stipulata nel protocollo del 1 marzo 2007 sarebbe ancora di più a questo riguardo decisiva: nello specifico, l’unica misura presa dall’ARSB ed annullata portava in seguito semplicemente sul “trasferimento” di Kentbank; tutte le altre misure, questo essere-a-argomento le operazioni di liquidazione e di fusione che hanno provocato alla fine la scomparsa della personalità giuridica della banca, erano stati presi o con l’assemblea generale liquidatrice sia con l’Insipida. Ora, siccome è stato detto già, la responsabilità dell’Insipido non può più essere impegnata sul piano di dritto interno.
82. Il Governo eccepisce anche della no-esaurimento delle vie di ricorso interni, al disprezzo dell’articolo 35 della Convenzione che non esige solamente l’immissione nel processo delle giurisdizioni nazionali competenti, ma ordine inoltre l’impiego dei mezzi di procedimento proprio ad impedire la violazione addotta della Convenzione, Cardot c. Francia, 19 marzo 1991, § 34, serie Ha no 200.
A questo motivo, ricorda che nell’occorrenza, le giurisdizioni amministrative si sono rintanate ad annullare le decisioni attaccate dai richiedenti, senza assegnare nessuna indennità in connessione con questo dispositivo e senza condannare l’amministrazione mirata a restaurare un diritto di proprietà qualsiasi. Perché, in diritto amministrativo turco, un giudizio che porta annullamento di un atto non può contenere di dispositivo indennizzante. Anche, apparteneva ai richiedenti di prendere in prestito altri ricorsi disponibili ed adeguati se stimavano avere subito realmente un danno.
83. Più precisamente, secondo il Governo, i richiedenti avrebbero dovuto intentare contro l’amministrazione ricalcitrante un’azione in indennizzo per richiedere il risarcimento del loro danno che stimavano nato a causa dell’inadempienza dei giudizi resi nel loro favore, siccome lo permetteva loro l’articolo 28 §§ 3 e 4 della legge no 2577, paragrafo 74 sopra. A questo riguardo, cita due precedenti della 10 camera, sentenze i nostri 1994/5161 e 2007/739 del 25 ottobre 1994 e del 27 febbraio 2007 rispettivamente, dove li amministrati si sono visti accordare delle somme a titolo del danno patrimoniale et/ou giuridico subito in ragione del rifiuto dell’amministrazione di ubbidire.
84. Nelle osservazioni che ha comunicato il 6 gennaio 2011 sulla questione dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione, il Governo aggiunge altri argomenti concernente l’ammissibilità della richiesta.
Eccepisce difatti, ci di nuovo della no-esaurimento delle vie amministrative di risarcimento, ma invocando questa volta le disposizioni a carattere di lex generalis degli articoli 11 a 13 della legge no 2577 suddetti, paragrafo 73 sopra. Queste permetterebbero a chiunque avendo subito un torto a causa di un atto amministrativo o dell’esecuzione di una decisione amministrativa di introdurre un’azione di piena giurisdizione-accompagnata o no di una domanda in annullamento della misura contestata-per ottenere risarcimento del suo danno.
85. Sempre nelle sue osservazioni precitate del 6 gennaio 2011, il Governo arguë del “carattere prematuro” della richiesta, in ciò che i richiedenti non hanno sollecitato mai l’ARSB in vista di ottenere una nuova licenza bancaria, come l’assemblea plenaria l’avrebbe indicato nelle sue sentenze del 26 giugno 2008, paragrafo 59 sopra.
86. Il Governo sviluppa di più questo argomento sotto l’angolo dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
Fa notare che la “domanda di restituzione” dei richiedenti attinge nei giudizi amministrativi, mancanza di cui non avrebbero avuto nessuna pretesa valida. Segue che il motivo di appello che formulano a titolo di un diritto al rispetto dei beni si distingue con una “domanda” di restituzione, e non con un “bene reale” al senso della giurisprudenza della Corte.
Affinché una tale “domanda” possa passare per un “bene”, occorrerebbe che abbia una base legale in dritta turco e si iscriva nel contesto di una “speranza legittima.”
Ora, invitando la Corte a confrontare-ha contrario-la presente causa con le sentenze Raffinerie greci Stran e Stratis Andreadis c. Grecia, 9 dicembre 1994, § 59, serie Ha no 301-B, e Bourdov c. Russia, no 59498/00, § 40, CEDH 2002-III, il Governo stima che nella mancanza di un credito suscettibile di “essere eseguita”, i richiedenti non saprebbero arguire dell’esistenza di una speranza legittima. Difatti, nel loro dispositivo, i giudizi in questione non riconoscono ai richiedenti che il diritto “di investire l’ARSB per ottenere le autorizzazioni” necessarie, ciò che non hanno fatto mai.
Perciò i richiedenti non possono passare essi per avere rispettato le consegne dei giudici amministrativi né, di conseguenza, pretendere avere una speranza legittima.
Secondo il Governo, la Corte è incompetente ratione materiae per conoscere di questo motivo di appello preciso dunque.
2. I richiedenti
87. I richiedenti deplorano i rifiuti consecutivi dell’ARSB di eseguire i giudizi definitivi i nostri 2004/5575 e 2004/5576 del 21 giugno 2004, paragrafi 27 e 28 sopra, portando sopra ex tunc annullamento delle ordinanze i nostri 382 e 552, all’origine di tutte le misure imposte a Kentbank, paragrafo 12. Secondo essi, questa situazione si analizza in una violazione continua dell’articolo 6 § 1 della Convenzione, come interpretato, entra altri, nel sentenza Hornsby c. Grecia del 19 marzo 1997 (Raccolta delle sentenze e decisioni 1997-II).
88. Alla luce della giurisprudenza della Corte, Dragne ed altri c. Romania, no 78047/01, § 27, 7 aprile 2005, e Sabin Popescu c. Romania, no 48102/99, § 59, 2 marzo 2004, i richiedenti stimano che il loro reclamo del 19 luglio 2004 presso dell’ARSB affinché ubbidisce, così come i procedimenti amministrativi condotti a termine con successo per ottenere alla fine a questo riguardo l’annullamento dei rifiuti oppositore con l’ARSB, costituivano il solo tipo di ricorso a prendere, essendo sentito che in dritto turco, è impossibile ricorrere alle vie di esecuzione forzata contro un’entità amministrativa.
89. Trattandosi delle vie di risarcimento invocato dal Governo, paragrafi 83 e 84 sopra, i richiedenti sottolineano che, contrariamente a ciò che questo lascia intendere, il loro motivo di appello principale cade sulla circostanza, per essi, di continuare ad essere spossessati illegalmente del patrimonio che rappresentava Kentbank prima che sia trasferita, e non della mancanza di una via di risarcimento a ragione dell’inadempimento delle decisioni giudiziali interni.
B. La valutazione della Corte
1. Osservazioni preliminari
90. La Corte nota al primo colpo che il secondo ramo della seconda eccezione tirata della regola di esaurimento delle vie di ricorso interni, paragrafo 84 sopra, tutto come le due eccezioni fondate sulla no-immissione nel processo dell’ARSB, paragrafi 85 e 86 sopra, non sono state invocate per la prima volta col Governo che nelle sue osservazioni del 6 gennaio 2011, paragrafo 79 sopra che dovevano portare normalmente sulla questione dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione. Ora, ai termini dell’articolo 55 dell’ordinamento, ogni eccezione di questa natura sarebbero dovute essere sollevate nelle osservazioni sull’ammissibilità della richiesta, Tănase c. Moldova [GC], no 7/08, § 121, CEDH 2010 (brani)). I richiedenti sarebbero stati invitati allora a replicare a queste eccezioni. Ciò dice, non c’è luogo di attardarsi sulla questione della decadenza, Prokopovitch c. Russia, no 58255/00, § 29, CEDH 2004-XI, Sejdovic c,. Italia [GC], no 56581/00, § 41, CEDH 2006-II, e Brumărescu c. Romania [GC], no 28342/95, § 53, CEDH 1999-VII, perché in ogni modo queste eccezioni non resistono all’esame, per i motivi che saranno esposti qui sotto.
2. Esame
91. In ciò che riguarda sopra il primo ramo della prima eccezione, relativa alle mancanze che sarebbero state commesse dai richiedenti nella gestione di Kentbank, paragrafo 80, la Corte ricorda che con la parola “vittima” l’articolo 34 della Convenzione designa la persona direttamente riguardata dall’atto o l’omissione contenzioso (Brumărescu, precitata, § 50.
A questo riguardo, è a rilevare che non c’è molto controversia tra le parti sulla natura della disputa portata dinnanzi alla Corte col Sig. Mustafa Süzer e la società richiedente nel loro requisito di azionisti che, all’origine dei fatti, controllavano a più del 99% il capitale di Kentbank. Questa controversia cade in modo essenziale sull’omissione dell’amministrazione di conformarsi a diverse decisioni di giustizia, e cioè: di prima, ai giudizi del 21 giugno 2004, paragrafi 27 e 28 sopra, annullando tutte le misure relative a Kentbank e che sono diventati rispettivamente definitivi con le sentenze del 2 febbraio 2006 e del 21 marzo 2007, paragrafo 49 sopra,; poi alle sentenze del 26 giugno 2008, paragrafo 59 sopra, sanzionando l’inadempienza desdits giudizi con l’amministrazione mira; ed infine, alla seconda serie di giudizi, resi sopra dalla 13 camera, con riferimento a queste ultime sentenze, paragrafo 62.
Che i richiedenti siano stati colpevoli o no in quanto gestori di Kentbank possono giocare probabilmente sul piano interno; ma, contrariamente a ciò che il Governo pensa, questo elemento non saprebbe entrare in nessun caso in fila di conto per il diritto in definirsi vittima di una violazione nel caso presente, dove l’esame della Corte deve cadere sui évènements posteriori all’annullamento ex tunc delle decisioni prese dall’ARSB e non sulle ragioni che erano potuti essere in passato considerate da questa per consolidare queste decisioni che, siccome è stato detto già, non fanno più parte dell’ordine giuridico turco.
92. La Corte segna anche il suo disaccordo col secondo argomento del Governo secondo che i richiedenti non sarebbero in diritto di agire in quanto vecchi azionisti di una banca che ha smesso di esistere sul piano giuridico.
Difatti, oltre il fatto che le condizioni che regolano le richieste individuali introdotte a titolo della Convenzione non coincidono necessariamente coi criteri nazionali relativi al locus standi (vedere, tra altri, Norris c. Irlanda, 26 ottobre 1988, § 31, serie Ha no 142, forza è di osservare che nello specifico, lo scioglimento di Kentbank non cambia niente alla circostanza che i richiedenti che ne detenevano il controllo, furono molto tempo attivi nel settore bancario, così che erano necessariamente in possesso, entra altri, di licenze di sfruttamento, di beni mobiliari ed immobiliari e di una certa clientela. Del resto, sono buono essi che hanno introdotto con successo le istanze amministrative in questa causa, mentre la loro banca si trovava sciolta già, per una situazione comparabile, vedere Pine Valley Developments Ltd ed altri c. Irlanda, 29 novembre 1991, § 42, serie Ha no 222, ed aveva perso così la possibilità di stare in giustizia tramite i suoi organi statutari o coi suoi liquidatori, Agrotexim ed altri c. Grecia, 24 ottobre 1995, § 66, serie Ha no 330-ha, Vatan c. Russia, no 47978/99, § 48, 7 ottobre 2004, ed Unione delle Cliniche Private di Grecia ed altri c. Grecia, no 6036/07, § 35, 15 ottobre 2009, questi ultimi avendo deciso di interrompere il processo di liquidazione, paragrafo 20 sopra.
Accettare che i richiedenti non abbiano requisito per agire nelle tali circostanze scalzerebbe la sostanza stessa del diritto di ricorso individuale delle persone giuridiche o dei loro soci, nella misura in cui ciò sarebbe di natura tale da incoraggiare i governi a privare della loro personalità giuridica queste che potrebbe depositare una richiesta dinnanzi alla Corte (vedere, mutatis mutandis, Capitale Bank Ad c. Bulgaria, no 49429/99, § 80, CEDH 2005-XII (brani)), per negare poi agli ex-soci il diritto di investire la Corte nel loro proprio nome.
93. Per ciò che è dei mezzi derivati degli impegni sinallagmatici che derivano del protocollo del 1 marzo 2007 e, più particolarmente, della rinuncia dei richiedenti a certi diritti di natura procedurale nei confronti l’Insipido, paragrafo 51 sopra, la Corte stima che nessuna delle due questioni sollevate a questo titolo-relativamente alla mancanza di un diritto civile opponibile all’Insipido sul terreno dell’articolo 6 § 1 et/ou alla pretesa immunità di cui l’Insipido beneficerebbe rispetto alle misure privative di proprietà prese con sé, paragrafo 81 sopra,-non derivo a conseguenza.
Difatti, senza avere ad esaminare se questa rinuncia rispondeva alle condizioni necessarie per entrare in fila di conto sotto l’angolo della Convenzione (vedere, per esempio, Pfeifer e Plankl c. Austria, 25 febbraio 1992, § 37, serie Ha no 227, e Neumeister c. Austria (articolo 50), 7 maggio 1974, §§ 33 e 36, serie Ha no 17, la Corte osserva che l’entità prevista dai giudizi ad eseguire era l’ARSB, non l’Insipido. A questo riguardo, basta ricordare del resto che allo sguardo della Convenzione, unica si trova in causa la responsabilità internazionale dello stato, qualunque sia l’autorità nazionale a cui la trasgressione alla Convenzione potrebbe essere imputabile nel sistema interno (vedere Assanidzé c). Georgia [GC], no 71503/01, § 146, CEDH 2004 II, ed i riferimenti che figurano, e Chuykina c. Ucraina, no 28924/04, § 51, 13 gennaio 2011.
94. Perciò i richiedenti sono essi in diritto di avvalersi dell’articolo 6 § 1 del Convenzione et/ou dell’articolo 1 del Protocollo no 1, essendo sentito che nella mancanza di una misura qualsiasi suscettibile di togliere essi la qualità di “vittima” (Brumărescu, precitata, ibidem), si trovano al momento nella stessa situazione che al 21 giugno 2004 e continuano a pâtir del rifiuto delle autorità nazionali di ubbidire.
Perciò la Corte respinge lei, in tutti i suoi rami, la prima eccezione del Governo concernente la mancanza di requisito di vittima dei richiedenti.
95. Per ciò che è del primo risvolto della seconda eccezione del Governo, derivato sopra della no-esaurimento della via amministrativa di indennizzo previsto dall’articolo 28 §§ 3 e 4 della legge no 2577 (paragrafi 74) 82 e 83, la Corte ricorda al primo colpo che l’articolo 35 della Convenzione esige solamente l’esaurimento dei ricorsi accessibili, adeguati e relativi alle violazioni incriminate (vedere, tra molto altri, Tsomtsos ed altri c. Grecia, 15 novembre 1996, § 32, Raccolta 1996-V.
Se è vero che un’azione in risa