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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE STORNAIUOLO c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 41, 35, 06, 46, 29, P1-1
Numero: 52980/99/2006
Stato: Italia
Data: 2006-08-08 00:00:00
Organo: Sezione Quarta
Testo Originale

Conclusione Eccezione preliminare respinta (no-esaurimento di vie di ricorso interni); Violazione di P1-1; Violazione dell’arte. 6-1; danno materiale – risarcimento pecuniario; Danno morale – risarcimento pecuniario; Rimborso parziale onere e spese – procedimento nazionale; Rimborso parziale onere e spese – procedimento della Convenzione
QUARTA SEZIONE
CAUSA STORNAIUOLO C. ITALIA
(Richiesta no 52980/99)
SENTENZA
STRASBURGO
8 agosto 2006
DEFINITIVO
08/11/2006
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Stornaiuolo ed altri c. Italia,
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, quarta sezione, riunendosi in una camera composta da:
Sir Nicolas Bratza, presidente,
Sigg.. G. Bonello, S. Pavlovschi, L. Garlicki, la Sig.ra L. Mijović,
Sigg.. J. ?ikuta, giudici,
La Sig.ra Sig. Del Tufo, giudice ad hoc,
e del Sig. T.L. Early, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 29 gennaio 2004 e 4 luglio 2006,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa ultima, data:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 52980/99) diretta contro la Repubblica italiana e di cui tre cittadini di questo Stato, Sigg.. A., A. ed A. S. (“i richiedenti”), avevano investito la Commissione europea dei Diritti dell’uomo (“la Commissione”) il 13 novembre 1997 in virt? del vecchio articolo 25 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. I richiedenti sono rappresentati da Me G. R., avvocato a Benevento. Il governo italiano (“il Governo”) ? rappresentato dal suo agente, il Sig. I.M. Braguglia, e col suo coagente, il Sig. F. Crisafulli.
3. I richiedenti adducevano un attentato ingiustificato al loro diritto al rispetto dei beni e la durata eccessiva di un procedimento.
4. La richiesta ? stata trasmessa alla Corte il 1 novembre 1998, data di entrata in vigore del Protocollo no 11 alla Convenzione, articolo 5 ? 2 del Protocollo no 11.
5. La richiesta ? stata assegnata all’anziana prima sezione della Corte (articolo 52 ? 1 dell’ordinamento). In seno a questa, la camera incaricata di esaminare la causa (articolo 27 ? 1 della Convenzione) ? stata costituita conformemente all’articolo 26 ? 1 dell’ordinamento. In seguito all’astensione del Sig. V. Zagrebelsky, giudice eletto a titolo dell’Italia (articolo 28), il Governo ha designato la Sig.ra Sig. del Tufo per riunirsi in qualit? di giudice ad hoc per riunirsi al suo posto (articoli 27 ? 2 della Convenzione e 29 ? 1 dell’ordinamento).
6. Con una decisione del 29 gennaio 2004, la camera ha dichiarato la richiesta ammissibile.
7. Tanto i richiedenti che il Governo hanno depositato delle osservazioni scritte complementari (articolo 59 ? 1 dell’ordinamento).
8. Il 1 novembre 2004, la Corte ha modificato la composizione delle sue sezioni (articolo 25 ? 1 dell’ordinamento). La presente richiesta ? stata assegnata alla quarta sezione cos? ricomposta (articolo 52 ? 1).
9. Il 5 luglio 2005, la camera ha deciso di sospendere l’esame della causa aspettando la conclusione di una causa similare pendente dinnanzi alla Grande Camera (Scordino c. Italia (no 1) [GC], no 36813/97, CEDH 2006 -…).
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
10. I richiedenti sono nati rispettivamente nel 1939, 1937 e 1947 e risiedono a Napoli. Erano proprietari di un terreno ubicato a Napoli e registrato al catasto, foglio 1, appezzamento 88. L.B, loro madre, aveva l’usufrutto del terreno.
A. L’espropriazione del terreno
11. Il 5 marzo 1974, la Regione Campania autorizz? l’istituto regionale dell’edificio (IREC) ad occupare il terreno dei richiedenti, in vista della sua espropriazione, per costruire delle abitazioni. Il 18 aprile 1974, il terreno dei richiedenti fu occupato materialmente.
12. Con un decreto del 25 gennaio 1975, 16 020 m2 di terreno furono espropriati e l’indennit? provvisoria fu fissata a 11 019 400 lire italiane.
13. Con un atto notificato il 4 luglio 1975, l’amministrazione comunic? ai richiedenti l’importo dell’indennit?. Risulta dalla pratica che la somma fu versata ai richiedenti a titolo di acconto.
B. Il procedimento impegnato in vista dell’ottenimento dell’indennit? di espropriazione
14. Il 18 luglio 1977, i richiedenti e L.B. cita l’IREC dinnanzi alla corte di appello di Napoli per contestare in particolare l’indennizzo proposto.
15. Il collocamento in stato della causa cominci? il 15 dicembre 1977. Dieci delle undici udienze fissate tra il 23 febbraio 1978 ed il 29 gennaio 1980 furono rinviate alla domanda delle parti, una fu rinviata in ragione di un sciopero degli avvocati. Il 25 marzo 1980, il consigliere del collocamento in stato fiss? l’udienza di presentazione delle conclusioni al 6 maggio 1980. Tuttavia, non ebbe luogo che il 12 dicembre 1980, in seguito ad un rinvio chiesto dalle parti. Con un’ordinanza fuori udienza del 19 dicembre 1980 di cui il testo fu depositato al cancelleria il 7 aprile 1981, la corte riapr? l’istruzione in ragione di un cambiamento intervenuto nella legislazione e fiss? la seguente udienza al 12 maggio 1981. Tuttavia, questa udienza fu rinviata al 29 settembre 1981, in ragione di un sciopero degli avvocati. Delle nove udienze fissate tra questa data ed l? 8 marzo 1993, due furono rinviate in ragione della mancanza dei richiedenti e sette lo furono su richiesta delle parti. All’udienza del 12 aprile 1983, le parti chiesero un nuovo rinvio ed il giudice riserv? la sua decisione; con un’ordinanza fuori udienza dell? 11 maggio 1983, il giudice fiss? l’udienza di presentazione delle conclusioni al 7 giugno 1983. Tuttavia, questa udienza fu rinviata a quattro riprese su richiesta delle parti ed una volta per ragioni non precisate fino al 31 gennaio 1984. L’udienza di arringa ebbe luogo il 16 marzo 1984.
16. Con una decisione del 6 aprile 1984, la corte di appello di Napoli dichiar? il ricorso inammissibile per tardivit?.
17. Il 26 giugno 1985, i richiedenti e L.B. si costituirono in cassazione.
18. Con una sentenza del 17 ottobre 1988 di cui il testo fu depositato alla cancelleria il 7 marzo 1990, la Corte di cassazione annull? la decisione e rimise le parti dinnanzi ad un’altra camera della corte di appello di Napoli.
19. Il 18 dicembre 1990, le parti ripresero il procedimento. Il collocamento in stato della causa cominci? il 31 gennaio 1991. L’unione delle cooperative EDILABIT succedette all’IREC e si costitu? nel procedimento.
20. Il perito nominato dalla corte di appello deposit? il suo rapporto in data del 14 ottobre 1999. Secondo il perito, il valore commerciale del terreno alla data dell’espropriazione era di 426 132 000 ITL (26 600 ITL per metro quadrato). Conformemente ai criteri introdotti dall’articolo 5bis della legge no 359 del 1992, l’indennit? da versare era di 213 082 020 ITL (13 301 ITL per metro quadrato).
21. Ad una data non precisata, L.B. decedette e l’usufrutto che gravava sul terreno si estinse.
22. Con una sentenza depositata alla cancelleria il 22 dicembre 2000, la corte di appello di Napoli dichiar? che i richiedenti avevano diritto ad un’indennit? di espropriazione al senso dell’articolo 5bis della legge no 359 di 1992 la cui l’applicazione ad ogni procedimento di espropriazione in corso era prevista espressamente dalla legge.
In conclusione, la corte di appello ordin? ad EDILABIT di versare ai richiedenti ed a L.B:
– un’indennit? di espropriazione di 213 082 020 ITL (11 019 400 ITL erano stati pagati gi? a titolo di acconto);
– un’indennit? di 16 461 537 ITL per il periodo di occupazione del terreno che ha preceduto l’espropriazione.
Queste somme dovevano essere abbinate ad interessi fino al giorno del pagamento. Peraltro, la corte di appello condann? la convenuta a rimborsare ai richiedenti gli oneri di procedimento a concorrenza di 30 300 000 ITL.
23. Questa sentenza divent? definitiva il 6 febbraio 2002. Per ottenerne una copia, i richiedenti dovettero pagare una tassa di registrazione di 10 640 000 ITL.
24. Nel frattempo, con un giudizio del 21 febbraio 2001, il tribunale di Roma aveva pronunciato il fallimento dell’unione della cooperativa EDILABIT.
25. Il 4 novembre 2002, per ottenere il pagamento della somma dovuta a titolo di indennit? di espropriazione, i richiedenti chiesero l’ammissione al passivo del loro credito.
26. Ad una data non precisata, i richiedenti ottennero l’iscrizione al passivo del loro credito. Ad oggi, nessuna somma ? stata versata loro.
C. Il procedimento “Pinto”
27. Il 18 settembre 2001, i richiedenti depositarono presso la corte di appello di Roma una domanda di risarcimento per la durata del procedimento, al senso del legge Pinto. I richiedenti sollecitavano il risarcimento del danno morale e del danno materiale.
28. Con una decisione del 25 marzo 2002, depositata il 27 maggio 2002, la corte di appello di Roma constat? la durata eccessiva del procedimento alla cancelleria ed accord? unicamente 3 500 euro (EUR) per ogni richiedente a titolo del danno morale. Inoltre, condann? il ministero convenuto a rimborsare ai richiedenti 1 050 EUR per gli oneri del procedimento “Pinto” e 1 500 EUR per gli oneri di procedimento a Strasburgo.
29. Con una lettera del 14 settembre 2002, i richiedenti hanno fatto sapere che non intendevano ricorrere in cassazione, considerando la giurisprudenza della Corte di cassazione in materia.
30. Non avendo obbedito lo stato, il 14 aprile 2003 i richiedenti notificarono al ministero della giustizia un ordine di pagamento (atto di precetto).
31. Il 12 febbraio 2004, i richiedenti ottennero il versamento dell’indennit?.
II. IL DIRITTO E LA PRATICA INTERNA PERTINENTI
32. Il diritto e le pratica interna cos? come altre disposizioni pertinenti si trovano descritti nella sentenza Scordino c. Italia (no 1) [GC], no 36813/97, ?? 47-74, CEDH 2006 -…).
IN DIRITTO
I. SULL’ECCEZIONE PRELIMINARE DEL GOVERNO
33. Il Governo reitera l’eccezione di non-esaurimento delle vie di ricorso interne gi? sollevata prima dell’ammissibilit?, per ci? che riguarda la lagnanza derivata della durata eccessiva del procedimento. Osserva che i richiedenti non sono ricorsi in cassazione contro la decisione della corte di appello di Roma mentre il ricorso in cassazione era un rimedio da esaurire.
34. I richiedenti chiedono il rigetto di questa eccezione e precisano che il cambiamento improvviso di giurisprudenza della Corte di cassazione, sulla base della quale una lagnanza derivata dall’insufficienza dell’indennit? “Pinto” pu? essere esaminata, sia intervenuto solamente dopo che la decisione della corte di appello resa nello specifico ebbe acquisito l’autorit? della cosa giudicata.
35. Nella sua decisione sull’ammissibilit? del 29 gennaio 2004, la Corte ha respinto l’eccezione del Governo, alla vista della giurisprudenza costante della Corte di cassazione all’epoca dei fatti. Come nella causa Scordino c. Italia (, d?c.), no 36813/97, CEDH 2003-IV) aveva stimato che, quando un richiedente si lamenta unicamente dell’importo dell’indennizzo e dello scarto esistente tra questo e le somme che gli sarebbero state accordate a titolo dell’articolo 41 della Convenzione, l’interessato non ? tenuto ai fini dell’esaurimento delle vie di ricorso di ricorrere in cassazione contro la decisione della corte di appello.
36. Ora, la Corte ricorda che, il 26 gennaio 2004, la Corte di cassazione, deliberando in plenaria in quattro cause, ha effettuato un cambiamento improvviso di giurisprudenza. Ricorda avere giudicato inoltre ragionevole di considerare che il cambiamento improvviso di giurisprudenza, ed in particolare la sentenza no 1340 della Corte di cassazione, non poteva pi? essere ignorato dal pubblico a partire dal 26 luglio 2004. Di conseguenza, ha considerato che a partire da questa data deve essere esatto dai richiedenti che utilizzano questo ricorso ai fini dell’articolo 35 ? 1 della Convenzione ( Di Salute c. Itali ( d?c.), no 56079/00, 24 giugno 2004, e, mutatis mutandis, Broca e Texier-Micault c. Francia, i nostri 27928/02 e 31694/02, ? 20, 21 ottobre 2003).
37. Nello specifico, la Corte constata che il termine per ricorrere in cassazione era scaduto prima del 26 luglio 2004 e stima che, in queste circostanze, i richiedenti erano dispensati dell’obbligo di esaurire le vie di ricorso interne.
38. Alla luce di queste considerazioni, la Corte stima che questa eccezione deve essere respinta.
II. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 6 ? 1 DELLA CONVENZIONE
39. I richiedenti sostengono che il procedimento impegnato per ottenere l’indennit? di espropriazione ha ignorato il principio del “termine ragionevole” posta dall?’articolo 6 ? 1 della Convenzione, cos? formulato,:
“Ogni persona ha diritto a ci? che la sua causa sia sentita in un termine ragionevole, da un tribunale, chi decider? delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile “
40. I richiedenti si lamentano dell’importo dei danni accordato nella cornice del ricorso “Pinto” che hanno intentato sul piano nazionale e chiedono alla Corte di concludere alla violazione della disposizione invocata.
41. Il Governo fa osservare che la durata del procedimento di espropriazione non potrebbe essere considerata come essendo eccessiva, tenuto conto delle difficolt? obiettive sopraggiunte durante il processo, come la nuova legge sull’espropriazione, il numero di rinvii chiesti dai richiedenti, lo sciopero degli avvocati e la complessit? della causa.
42. La Corte ricorda che nella sua decisione sull’ammissibilit? del 29 gennaio 2004, ha stimato che constatando un superamento del termine ragionevole e concedendo la somma di 3 500 EUR a ciascuno dei richiedenti, a titolo di risarcimento del danno non patrimoniale in applicazione del legge Pinto, la corte di appello di Roma non aveva riparato in modo adeguato e sufficiente all’infrazione addotta dai richiedenti. Riferendosi ai principi in materia di “vittima” nella cornice delle durate eccessive di procedimento ( Scordino c. Italia (no 1), [GC], no 36813/97, ??178-207, CEDH 2006 -), la Corte nota che la somma accordata dalla corte di appello nello specifico rappresenta difatti circa il 16% di ci? che la Corte concede generalmente nelle cause italiane similari. Questo elemento solo arriva ad un risultato manifestamente irragionevole rispetto alla sua giurisprudenza ed ai principi sui quali questa si fonda. Inoltre, la Corte trova inammissibile che i richiedenti abbiano dovuto aspettare pi? di un anno e mezzo dopo il deposito della decisione alla cancelleria, per ricevere il loro indennizzo.
43. La Corte stima che il periodo da considerare ? cominciato il 18 luglio 1977, con l’assegnazione della convenuta da parte dei richiedenti dinnanzi alla corte di appello di Napoli, per concludersi il 6 febbraio 2002, data alla quale la decisione della corte di appello divent? definitiva. ? durata dunque poco pi? di ventiquattro anni e mezzo per tre gradi di giurisdizione.
44. La Corte ricorda avere concluso in quattro sentenze contro l’Italia del 28 luglio 1999 ( Bottazzi c. Italia [GC], no 34884/97, ? 22, CEDH 1999-V; Ferrari c. Italia [GC], no 33440/96, ? 21, 28 luglio 1999; A.P. c. Italia [GC], no 35265/97, ? 18, 28 luglio 1999; Di Mauro c. Italia [GC], no 34256/96, ? 23, CEDH 1999-V) all’esistenza di una pratica in Italia incompatibile con la Convenzione.
45. Ricorda avere affermato inoltre in nove sentenze contro l’Italia del 29 marzo 2006 (Scordino c. Italia (no 1) [GC], sentenza precitata, ? 224,; Cocchiarella c. Italia [GC], no 64886/01, ? 119, CEDH 2006 -… ; Musci c. Italia [GC], no 64699/01, ? 119, CEDH 2006 -… ; Riccardi Pizzati c. Italia [GC], no 62361/00, ? 116, 29 marzo 2006; Giuseppe Mostacciuolo c. Italia (no 1) [GC], no 64705/01, ? 117, 29 marzo 2006; Giuseppe Mostacciuolo c. Italia (no 2) [GC], no 65102/01, ? 116, 29 marzo 2006; Apicella c. Italia [GC], no 64890/01, ? 116, 29 marzo 2006; Ernestina Zullo c. Italia [GC], no 64897/01, ? 121, 29 marzo 2006; Giuseppina ed Orestina Procaccini c. Italia [GC], no 65075/01, ? 117, 29 marzo 2006) che la situazione dell’Italia a proposito dei ritardi nell’amministrazione della giustizia non ? cambiata sufficientemente per rimettere in causa la valutazione secondo la quale l’accumulo di trasgressioni ? costitutivo di una pratica incompatibile con la Convenzione.
46. Il fatto che il procedimento “Pinto” esaminato nel suo insieme non abbia fatto perdere ai richiedenti il loro requisito di “vittime” costituisce una circostanza aggravante in un contesto di violazione dell’articolo 6 ? 1 per superamento del termine ragionevole. La Corte dunque sar? portata a ritornare su questa questione sotto l’angolo dall’articolo 41.
47. Dopo avere esaminato i fatti alla luce delle informazione fornite dalle parti e della pratica precitata, e tenuto conto della sua giurisprudenza in materia, la Corte stima che nello specifico la durata del procedimento controverso ? eccessiva e non risponde all’esigenza del “termine ragionevole.”
48. Pertanto, c’? stata violazione dell’articolo 6 ? 1.
III. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1
49. I richiedenti pretendono avere sopportato un carico sproporzionato a ragione dell’importo inadeguato dell’indennit? di espropriazione, calcolata secondo i criteri enunciati all’articolo 5 bis della legge no 359 del 1992 e che non ? ancora stata loro versata. Adducono la violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 che ? formulato cos?:
“Ogni persona fisica o morale ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? che a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
A. Sull’esistenza di un’ingerenza nel diritto di propriet?
50. Le parti si accordano per dire che c’? stata “privazione dei beni” al senso della seconda frase del primo capoverso dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
51. La Corte deve ricercare se l’ingerenza denunciata si giustifica sotto l’angolo di questa disposizione.
B. Sulla giustificazione dell’ingerenza nel diritto di propriet?
52. Come ha precisato a pi? riprese, la Corte ricorda che l’articolo 1 del Protocollo no 1 contiene tre norme distinte: “la prima che si esprime nella prima frase del primo capoverso e riveste un carattere generale, enuncia il principio del rispetto della propriet?; la seconda, figurando nella seconda frase dello stesso capoverso, mira la privazione di propriet? e la sottopone a certe condizioni; in quanto alla terza, registrata nel secondo capoverso, riconosce agli Stati il potere, tra altri, di regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale. Non si tratta per tanto di regole prive di rapporto tra esse. La seconda e la terza hanno munto agli esempi privati di attentati al diritto di propriet?; da allora, devono interpretarsi alla luce del principio consacrato dalla prima” (vedere, tra altri, la sentenza James ed altri c. Regno Unito, 21 febbraio 1986, serie A no 98, pp. 29-30, ? 37 che riprende partire i termini dall’analisi che la Corte ha sviluppato nella sua sentenza Sporrong e L?nnroth c. Svezia, 23 settembre 1982, serie A no 52, p. 24, ? 61; vedere anche le sentenze I Santi Monasteri c. Grecia, 9 dicembre 1994, serie A no 301-a, p. 31, ? 56, Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, ? 55, CEDH 1999-II, e Beyeler c. Italia [GC], no 33202/96, ? 106, CEDH 2000-I).
1. “Prevista dalla legge” e “a causa di utilit? pubblica”
53. Non ? contestato che gli interessati sono stati privati della loro propriet? conformemente alla legge e che l’espropriazione inseguiva un scopo legittimo di utilit? pubblica.
2. Proporzionalit? dell’ingerenza
a) Tesi delle parti
54. Riferendosi alle sentenze Guillemin c. Francia (sentenza del 21 febbraio 1997, Raccolta delle sentenze e decisioni 1997-I, e Zubani c. Italia, sentenza del 7 agosto 1996, Raccolta delle sentenze e decisioni 1996-IV) i richiedenti sostengono avere subito un attentato sproporzionato al loro diritto al rispetto dei beni. A questo riguardo, mettono in causa l’importo dell’indennit? che risulta dall’applicazione della legge no 359 del 1992 e fanno valere che l’indennit? calcolata al senso di questa legge corrisponde a meno della met? del valore commerciale del terreno. Sottolineano poi il lasso di tempo che ? trascorso dall’espropriazione e le deboli probabilit? di incassare questa somma alla vista del fallimento dell’unione della cooperativa convenuta.
55. In conclusione, i richiedenti affermano che il giusto equilibrio tra l’interesse generale ed i diritti fondamentali dell’individuo non ? stato rispettato.
56. Il Governo sostiene che la violazione addotta dai richiedenti non ha esistenza autonoma rispetto alla durata del procedimento. Stima avere provato che il termine ragionevole del processo ? stato rispettato e ci? dovrebbe bastare dunque ad escludere la violazione dell’articolo 1 del Protocollo no1.
57. Il Governo fa osservare poi che i richiedenti si lamentano dell’importo dell’indennit? di espropriazione che ? stata accordata loro in seguito all’entrata in vigore della legge no 359 del 1992. A questo riguardo, il Governo precisa che non si tratta di un’applicazione retroattiva della legge, ma di un’applicazione immediata, ci? che costituisce la regola generale in un Stato di diritto. Peraltro, il Governo riconosce che l’articolo 5bis della legge no 359 del 1992 ? stato ispirato dalle ragioni di bilancio e ? stato fatto osservare che, tenuto conto del suo carattere provvisorio, questa disposizione ? stata giudicata dalla Corte costituzionale come essendo conforme alla Costituzione.
58. Trattandosi dell’importo che ? stato calcolato in funzione di questa legge, il Governo osserva che i richiedenti non indicano chiaramente rispetto a quale valore stimano avere ottenuto un’indennit? inadeguata. Pure ammettendo che l’indennit? controversa ? inferiore al valore commerciale del terreno, il Governo stima che questo importo deve passare per adeguato, visto il margine di valutazione lasciata agli Stati in questo campo. Inoltre, il “valore commerciale” di un bene ? una nozione imprecisa ed incerta che dipende da numerose variabili e ? di natura essenzialmente soggettiva. Il Governo osserva che in ogni caso il valore commerciale del terreno ? uno degli elementi presi in conto nel calcolo effettuato dalle giurisdizioni interne conformemente all’articolo 5 bis della legge no 359 del 1992. Ai termini di questa disposizione, il valore commerciale ? mitigato da un altro criterio, ossia la rendita fondiaria calcolata a partire dal valore iscritto al catasto.
59. In quanto al lasso di tempo che ? trascorso dall’espropriazione, senza che i richiedenti non abbiano ottenuto il versamento dell’indennit? di espropriazione, il Governo fa osservare che il danno provocato dallo scorrimento del tempo sar? compensato dal versamento di interessi. Secondo il Governo, nessuna somma deve essere concessa ai richiedenti, visto che il diritto ad un’indennit? alla fine ? stato riconosciuta loro dalla corte di appello. In quanto al fatto che questa indennit? non sia stata pagata, il Governo sostiene, da una parte, che le delusioni finanziarie del consorzio debitore non sono imputabili ad una responsabilit? qualsiasi delle autorit? nazionali; dall? altra parte, che “le previsioni funeste dei richiedenti in quanto alla possibilit? di ricuperare il loro credito sono fin troppo pessimiste, (essendo contemplato il fallimento proprio per garantire la soddisfazione del creditore) e non sono rinforzate in ogni caso da nessuno elemento di prova.”
60. Alla luce di queste considerazioni, il Governo chiede alla Corte di concludere alla non violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
b) Valutazione della Corte
61. La Corte ricorda che in numerosi casi di espropriazione lecita, come l’espropriazione di un terreno in vista della costruzione di una strada o ad altri fini d ‘ “utilit? pubblica”, solo un indennizzo integrale pu? essere considerato come ragionevolmente in rapporto col valore del bene. Questa regola non ? tuttavia senza eccezione (Ex-re di Grecia ed altri c. Grecia [GC] (soddisfazione equa), no 25701/94, ? 78) dato che degli obiettivi legittimi “di utilit? pubblica”, siccome perseguono delle misure di riforma economica o di giustizia sociale, possono militare per un rimborso inferiore al pieno valore commerciale (James ed altri c. Regno Unito, sentenza del 21 febbraio 1986, serie A no 98, p. 36, ? 54).
62. Rinvia alla sentenza Scordino c. Italia (no 1) [GC], no 36813/97, ?? 93-98, CEDH 2006 -…) per la ricapitolazione dei principi pertinenti e per un’idea della sua giurisprudenza in materia.
63. Nello specifico, siccome ? gi? stabilito che l’ingerenza controversa soddisfaceva alla condizione di legalit? e non era arbitraria, un risarcimento che non ? integrale non rende illegittima in s? la confisca dello stato sui beni dei richiedenti ( Scordino c. Italia (no1), sentenza precitata, ? 99; mutatis mutandis, Ex-re della Grecia ed altri, sentenza precitata, ? 78). Da allora, resta da ricercare se, nella cornice di una privazione di propriet? lecita, i richiedenti hanno dovuto sopportare un carico sproporzionato ed eccessivo.
64. La Corte constata che l’indennizzo accordato ai richiedenti ? stato calcolato in funzione dell’articolo 5 bis della legge no 359 del 1992. Nota che questi criteri si applicano qualunque sia
il lavoro pubblico da realizzare ed il contesto dell’espropriazione. Ricorda che non ha per compito di controllare nell’astratto la legislazione controversa; deve limitarsi per quanto possibile ad esaminare i problemi sollevati dai richiedenti per il caso per il quale la si ? investita. A questo fine, deve, nello specifico, propendersi sulla suddetta legge nella misura in cui i richiedenti si prendono le ripercussioni di questa sui loro beni (I Santi Monasteri c. Grecia, sentenza precitata, ? 55).
65. Nello specifico, l’importo definitivo dell’indennizzo fu fissato ad ITL 13 301 ITL per metro quadrato, mentre il valore commerciale del terreno stimato alla data dell’espropriazione era di 26 600 ITL per metro quadrato (paragrafi 20 e 22 sopra). Ne risulta che l’indennit? di espropriazione ? largamente inferiore al valore commerciale del bene in questione.
66. Si tratta nello specifico di un caso di espropriazione isolata che non si trova in un contesto di riforma economica, sociale o politica e non si ricollega a nessuna altra circostanza privata. Di conseguenza, la Corte non vede nessun obiettivo legittimo “di utilit? pubblica” che possa giustificare un rimborso inferiore al valore commerciale.
67. Avuto riguardo all’insieme delle considerazioni che precedono, la Corte stima che l’indennizzo accordato ai richiedenti non era adeguato, visto il suo debole importo e la mancanza di ragioni di utilit? pubblica che possa legittimare un indennizzo inferiore al valore commerciale del bene. Segue che i richiedenti hanno dovuto sopportare un carico sproporzionato ed eccessivo che non pu? essere giustificato da un interesse generale legittimo perseguito dalle autorit?.
68. Pertanto, c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
IV. SULL’APPLICAZIONE DEGLI ARTICOLI 46 E 41 DELLA CONVENZIONE
A. Articolo 46 della Convenzione
69. Ai termini di questa disposizione:
“1. Le Alte Parti contraenti si impegnano a conformarsi alle sentenze definitive della Corte nelle controversie nelle quali sono parti.
2. La sentenza definitiva della Corte ? trasmessa al Comitato dei Ministri che ne sorveglia l’esecuzione. “
1. L’indennit? di espropriazione
70. Prima di esaminare la domande di soddisfazione equa presentata dai richiedenti a titolo dell’articolo 41 della Convenzione, ed avuto riguardo alle circostanze dello specifico cos? come all’evoluzione del suo carico di lavoro, la Corte si propone di esaminare quali conseguenze possono essere derivate dell’articolo 46 della Convenzione per lo stato convenuto. Ricorda che ai termini dell’articolo 46 le Alte Parti contraenti si impegnano a conformarsi alle sentenze definitive rese dalla Corte nelle controversie nelle quali sono parti, essendo il Comitato dei Ministri incaricato di sorvegliare l’esecuzione di queste sentenze. Ne deriva in particolare che, quando la Corte constata una violazione, lo stato convenuto ha non solo l’obbligo giuridico di versare agli interessati la somma assegnata a titolo della soddisfazione equa prevista dall’articolo 41, ma anche di scegliere, sotto il controllo del Comitato dei Ministri, le misure generali e/o, all’occorrenza, individuali da integrare nel suo ordine giuridico interno per mettere un termine alla violazione constatata dalla Corte e di cancellarne per quanto possibile le conseguenze. Lo stato convenuto rimane libero, sotto il controllo del Comitato dei Ministri, di scegliere i mezzi per liberarsi dal suo obbligo giuridico allo sguardo dell’articolo 46 della Convenzione, per quanto questi mezzi siano compatibili con le conclusioni contenute nella sentenza della Corte(Scozzari e Giunta c. Italia [GC], numero 39221/98 e 41963/98, ? 249, CEDH 2000-VIII; Broniowski c. Polonia [GC], no 31443/96, ? 192, CEDH 2004-V; Hutten-Czapska c. Polonia, no 35014/97, ?? 231-234, CEDH 2005 -…).
71. Inoltre, risulta dalla Convenzione, ed in particolare dal suo articolo 1 che ratificando la Convenzione, gli Stati contraenti si avviano a fare in modo che il loro diritto interno sia compatibile con questa (Maestri c. Italia [GC], no 39748/98, ? 47, CEDH 2004-I).
72. Come gi? rilevato nella causa Scordino c. Italia (no 1) [GC] (sentenza precitata, ? 229-237) la violazione del diritto dei richiedenti, come lo garantisce l’articolo 1 del Protocollo no 1, trae la sua origine da un problema su grande scala che risulta da una disfunzione della legislazione italiana, e che ha toccato, e pu? toccare ancora all’avvenire, un gran numero di persone. L’ostacolo ingiustificato all’ottenimento di un’indennit? di espropriazione “ragionevolmente in rapporto col valore del bene” non ? stato causato da un incidente isolato n? ? imputabile al corso privato che hanno preso gli avvenimenti nel caso degli interessati; risulta dall’applicazione di una legge al riguardo di una categoria precisa di cittadini, ossia le persone riguardate dall’espropriazione di terreni.
73. La violazione che la Corte ha constatato nello specifico deriva di una situazione che riguarda un gran numero di persone, ossia la categoria degli individui che sono oggetto di un’espropriazione di terreno (Scordino c. Italia (no 1) [GC], sentenza precitata, ?? 99-104). La Corte ? investita gi? di alcune decine di richieste che sono state presentate dalle persone riguardate dai beni espropriati ricadenti sotto l’influenza dei criteri di indennizzo controverso. Non ? solo un fattore aggravante in quanto alla responsabilit? dello stato allo sguardo della Convenzione a ragione di una situazione passata o reale, ma anche una minaccia per l’effettivit? all’avvenire del dispositivo messo in atto dalla Convenzione.
74. Sebbene in principio non gli appartenga di definire quale possano essere le misure di correzione appropriate affinch? lo stato convenuto si liberi dai suoi obblighi allo sguardo dell’articolo 46 della Convenzione, avuto riguardo alla situazione di carattere strutturale che constata, la Corte osserva che le misure generali a livello nazionale si impongono sicuramente nella cornice dell’esecuzione della presente sentenza, misure che devono prendere in considerazione le numerose persone toccate. Inoltre, le misure adottate devono essere di natura tale da ovviare al mancamento strutturale da cui deriva la constatazione di violazione formulata dalla Corte, in modo tale che il sistema instaurato dalla Convenzione non sia compromesso da un gran numero di richieste che risultano dalla stessa causa. Simili misure devono dunque comprendere un meccanismo che offra alle persone lese un risarcimento per la violazione della Convenzione stabilito nella presente sentenza relativamente ai richiedenti. A questo riguardo, la Corte ha la preoccupazione di facilitare la soppressione veloce ed effettiva di una disfunzione constatata nel sistema nazionale di protezione dei diritti dell’uomo. Una volta identificato un tale difetto, incombe sulle autorit? nazionali, sotto il controllo del Comitato dei Ministri, di prendere, in modo retroattivo se occorre (vedere i sentenze Bottazzi c). Italia [GC], no 34884/97, ? 22, CEDH 1999-V, Di Mauro c. Italia [GC], no 34256/96, ? 23, CEDH 1999-V e la Risoluzione provvisoria del Comitato dei Ministri Re DH(2000)135 del 25 ottobre 2000, Durata eccessiva dei procedimenti giudiziali in Italia: misure di carattere generale,; vedere anche Brusco c. Italia, d?c.), no 69789/01, CEDH 2001-IX, e Giacometti ed altri c. Italia, d?c.), no 34939/97, CEDH 2001-XII) le misure di correzione necessarie conformemente al principio di sussidiariet? della Convenzione, in modo che la Corte non abbia a reiterare la sua constatazione di violazione in una lunga serie di cause comparabili.
75. La Corte stima che lo stato convenuto dovrebbe, annullare ogni ostacolo all’ottenimento innanzitutto di un’indennit? ragionevole in rapporto col valore del bene espropriato, e garantire cos? con le misure legali, amministrative e di bilancio adeguate la realizzazione effettiva e veloce del diritto in questione relativamente agli altri richiedenti riguardati dai beni espropriati, conformemente ai principi della protezione dei diritti patrimoniali enunciato all’articolo 1 del Protocollo no 1, in particolare ai principi applicabili in materia di indennizzo (paragrafi 61-62 sopra e Scordino c. Italia (no 1) [GC], sentenza precitata, ?? 93-98).
2. La durata eccessiva dei procedimenti
76. Dinnanzi alla Corte sono attualmente pendenti centinaia di cause che cadono sulle indennit? accordate dai corsi di appello nella cornice di procedimenti “Pinto”, prima del cambiamento improvviso di giurisprudenza della Corte di cassazione. In queste cause, sono in causa l’importo dell’indennizzo e/o il ritardo nel pagamento delle somme in questione. La Corte non spotrebbe insistere abbastanza sul fatto che gli Stati devono darsi i mezzi necessari e sufficienti affinch? tutti gli aspetti che permettono l’effettivit? della giustizia siano garantiti.
77. Pure reiterando che lo stato convenuto rimane libero, sotto il controllo del Comitato dei Ministri, di scegliere i mezzi per liberarsi dal suo obbligo giuridico allo sguardo dell’articolo 46 della Convenzione, per quanto questi mezzi siano compatibili con le conclusioni contenute nella sentenza della Corte ( Broniowski c. Polonia [GC], no 31443/96, ? 192, CEDH 2004-V) e senza volere definire quali possono essere le misure da prendere da parte dello stato convenuto affinch? si liberi dai suoi obblighi allo sguardo dell’articolo 46 della Convenzione, la Corte attira la sua attenzione sulle condizioni in quanto alla possibilit? per una persona di potere definirsi ancora “vittima” in questo tipo di cause (Scordino c. Italia (no 1) [GC], sentenza precitato ?? 173-216). La Corte invita lo stato convenuto a prendere tutte le misure necessarie per fare in modo che le decisioni nazionali siano non solo conformi alla giurisprudenza della Corte ma eseguite ancora nei sei mesi seguenti il loro deposito alla cancelleria.
B. Articolo 41 della Convenzione
78. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente non permette di cancellare che imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
1. Danno materiale
Tesi delle parti
79. I richiedenti sollecitano una somma che corrisponde alla differenza tra le indennit? che avrebbero percepito al senso della legge no 2359 di 1865, ossia il valore commerciale del terreno, e quella che ? stata accordata loro conformemente all’articolo 5 bis della legge no 359 del 1992. Per?, visto che l’indennit? accordata dalle giurisdizioni nazionali non ? stata versata loro in ragione del fallimento della convenuta, i richiedenti stimano che non hanno nessuna fortuna di incassare un giorno il loro credito e richiedono per intero la somma che corrisponde al valore commerciale del loro terreno, come stimato dalla corte di appello di Napoli. Questa somma ammontava a 426 132 000 ITL (o 220 078,81 EUR) nel 1975, anno dell’espropriazione. A questa somma dovrebbe aggiungersi l’interesse legale, il che, alla data in cui le richieste di soddisfazione equa sono state formulate (febbraio 2004) dava un importo globale di circa 582 000 EUR.
80. Inoltre, i richiedenti chiedono un’indennit? per non-godimento del terreno durante il periodo di occupazione che ha preceduto l’espropriazione, a concorrenza di 8 501,67 EUR.
81. Il Governo stima che alla vista dei suoi argomenti sul merito nessuna somma n deve essere accordata a titolo dell’articolo 41 della Convenzione. Ad ogni modo, i richiedenti non avrebbero fornito la prova del danno addotto.
Valutazione della Corte
82. La Corte ricorda che una sentenza che constata una violazione provoca per lo stato convenuto l’obbligo giuridico di mettere un termine alla violazione e di cancellarne le conseguenze in modo da ristabilire tanto quanto si pu? fare la situazione anteriore a questa (Iatridis c. Grecia (soddisfazione equa) [GC], no 31107/96, ? 32, CEDH 2000-XI). Gli Stati contraenti parti si una causa sono in principio liberi di scegliere i mezzi che utilizzeranno per conformarsi ad una sentenza della Corte che constata una violazione. Questo potere di valutazione in quanto alle modalit? di esecuzione di una sentenza traduce la libert? di scelta a cui ? abbinato l’obbligo primordiale imposto dalla Convenzione agli Stati contraenti: garantire il rispetto dei diritti e libert? garantite (articolo 1). Se la natura della violazione permette in integrum un restitutio, incombe sullo stato convenuto di realizzarlo, non avendo la Corte n? la competenza n? la possibilit? pratica di compierlo lei stessa. Se il diritto nazionale, in compenso, non permette o permette solamente imperfettamente di cancellare le conseguenze della violazione, l’articolo 41 abilita la Corte ad accordare, se c’? luogo, alla parte lesa la soddisfazione che gli sembra appropriata ( Brumarescu c. Romania (soddisfazione equa) [GC], no 28342/95, ? 20, CEDH 2000-I).
83. La Corte ha detto che l’ingerenza controversa soddisfaceva la condizione di legalit? e non era arbitraria (paragrafo 53). L’atto del governo italiano che ha ritenuto per contrario alla Convenzione era un’espropriazione che sarebbe stata legittima se un indennizzo adeguato fosse stato versato.
84. Nello specifico, la Corte stima che la natura delle violazioni constatate non gli permette di partire dal principio di un restitutio in integrum (vedere, a contrario, Papamichalopoulos ed altri c. Grecia, vecchio articolo 50, sentenza precitata). Si tratta da allora di accordare un risarcimento per equivalente.
85. Il carattere lecito di simile spodestamento si ripercuote per forza di cose sui criteri da adoperare per determinare il risarcimento dovuto dallo stato convenuto, non potendo essere assimilate le conseguenze finanziarie di una confisca lecita a quelle di un spodestamento illecito (Ex-re di Grecia ed altri c. Grecia (soddisfazione equa) [GC], no 25701/94, ? 75, CEDH 2002). A questo riguardo, conviene ricordare che nelle cause che portano su dei casi di spodestamento illecito in s?, come le cause di espropriazione indiretta (Carbonara e Ventura c. Italia, no 24638/94, CEDH 2000-VI; Carbonara e Ventura c. Italia (soddisfazione equa), no 24638/94, 11 dicembre 2003; Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italia, no 31524/96, CEDH 2000-VI; Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italia (soddisfazione equa), no 31524/96, 30 ottobre 2003) in vista di riparare integralmente il danno subito la Corte ha concesso delle somme che tengono conto del valore reale del terreno rispetto al mercato immobiliare di oggi. Inoltre, ha cercato di compensare la mancanza a guadagnare tenendo all’occorrenza conto del potenziale del terreno in causa, calcolato, a partire dal costo di costruzione degli immobili eretti espropriandolo.
86. Contrariamente alle somme concesse nelle cause menzionate sopra, l’indennizzo da fissare nello specifico non dovr? riflettere l’idea di una cancellazione totale delle conseguenze dell’ingerenza controversa. Difatti, nella presente causa, ? la mancanza di un’indennit? adeguata e non l’illegalit? intrinseca della confisca del terreno che ? stata all’origine della violazione constatata sotto l’angolo dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
87. Per determinare l’importo del risarcimento adeguato che non deve riflettere necessariamente il valore pieno ed intero dei beni, la Corte deve ispirarsi ai criteri generali enunciati nella sua giurisprudenza relativamente all’articolo 1 del Protocollo no 1 e secondo i quali, senza il versamento di una somma ragionevolmente in rapporto col valore del bene, una privazione di propriet? costituirebbe di solito un attentato eccessivo che non potrebbe giustificarsi sul terreno dell’articolo 1 del Protocollo no 1 ( sentenza James ed altri c. Regno Unito, precitata, p. 36, ? 54).
88. Nella presente causa, la Corte ha appena constatato che il “giusto equilibrio” non ? stato rispettato, avuto riguardo a livello di indennizzo largamente inferiore al valore commerciale del terreno in mancanza di motivi “di utilit? pubblica” che permette di derogare alla regola enunciata sopra al paragrafo 61 secondo la quale, nella mancanza suddetti motivi, ed in caso d ‘ “espropriazione isolata”, l’indennizzo adeguato ? quello che corrisponde al valore commerciale del bene. La Corte ha stimato che nello specifico nessuna ragione di utilit? pubblica non poteva legittimare un indennizzo inferiore al valore commerciale del bene (paragrafi 64-68). Segue che l’indennit? di espropriazione adeguata nello specifico avrebbe dovuto corrispondere al valore commerciale del bene.
89. La Corte dovrebbe accordare di conseguenza una somma che corrisponde alla differenza tra il valore del terreno e l’indennit? ottenuta dai richiedenti al livello nazionale. Tuttavia, non perde di vista il fatto che nello specifico, i richiedenti non hanno percepito l’indennit? che ? stata accordata loro dalle giurisdizioni nazionali in ragione del fallimento della convenuta, e che questa situazione di attesa dura da pi? di cinque anni. Considera quindi che c’? luogo di accordare anche una somma a questo titolo (mutatis mutandis, Serghides e Christoforou c. Cipro (soddisfazione equa), no 44730/98, ? 29, 12 giugno 2003).
In queste circostanze, la Corte va ad accordare ai richiedenti una somma che corrisponde al valore commerciale del terreno al momento dell’espropriazione (426 132 000 ITL, o 220 078,81 EUR) come risulta dalla perizia giudiziale e dalla sentenza della corte di appello e sulla quale i richiedenti fondano le loro pretese (paragrafi 20, 22 e 79) fatta deduzione dell’acconto versato (paragrafo 22 sopra).
90. Conformemente alla sua giurisprudenza ( Scordino c. Italia (no 1) [GC], sentenza precitata, ? 258) questa somma dovrebbe essere attualizzata per compensare gli effetti dell’inflazione, il valore attualizzato aumenta a circa 2 032 876 EUR. Dovrebbe essere abbinata inoltre di interessi suscettibili di compensare, almeno parte, il lungo lasso di tempo passato dallo spodestamento del terreno. Agli occhi della Corte, questi interessi dovrebbero corrispondere all’interesse legale semplice applicato sul capitale progressivamente rivalutato.
91. Per?, alla vista delle pretese inferiori dei richiedenti, e deliberando in equit?, la Corte stima ragionevole di accordare ai richiedenti la sommo di 600 000 EUR, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta su questa somma.
2. Danno morale in ragione della durata del procedimento
Tesi delle parti
92. I richiedenti stimano a 26 340 EUR il risarcimento del danno morale subito da ciascuno di essi in ragione della durata del procedimento.
93. Il Governo sostiene che la constatazione di violazione costituisce nello specifico un risarcimento sufficiente.
Valutazione della Corte
94. Avuto riguardo degli elementi della presente causa ( paragrafi 42-48 sopra) la Corte stima che avrebbe accordato, nella mancanza di vie di ricorso interne, la somma di 22 000 EUR. Visto che i richiedenti si sono visti accordare 3 500 EUR ciascuno, avuto riguardo delle caratteristiche della via di ricorso scelta dall’Italia e tenuto conto del fatto che ? giunta ad una constatazione di violazione, la Corte, deliberando in equit?, stima che i richiedenti dovrebbero vedersi assegnare 7 000 EUR ciascuno. Inoltre, la Corte accorda 1 300 EUR a ciascuno dei richiedenti a titolo della frustrazione supplementare che deriva dal ritardo nel versamento della somma dovuta dallo stato.
95. Pertanto, i richiedenti hanno diritto a titolo di risarcimento del danno morale a 8 300 EUR ciascuno (o 24 900 EUR globalmente pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta su questa somma.
3. Oneri e spese
96. I richiedenti chiedono il rimborso degli oneri incorsi nel procedimento impegnato in vista dell’ottenimento dell’indennit? di espropriazione, a concorrenza di 15 648,64 EUR, pi? 5 495, 10 EUR per la tassa di registrazione della sentenza della corte di Napoli depositata alla cancelleria il 22 dicembre 2000.
97. I richiedenti chiedono inoltre il rimborso degli oneri incorsi nel procedimento dinnanzi alla Corte, che valutano a 13 958, 35 EUR pi? tassa sul valore aggiunto (IVA) e contributi alla cassa di previdenza degli avvocati (CPA).
98. Il Governo non si pronuncia su questo punto.
99. Secondo la giurisprudenza stabilita della Corte, il sussidio degli oneri e spese a titolo dell’articolo 41 presuppone che si trovano stabiliti nella loro realt?, la loro necessit? ed il carattere ragionevoli del loro tasso. Inoltre, gli oneri di giustizia sono recuperabili solamente nella misura in cui si riferiscono alla violazione constatata (vedere, per esempio, Beyeler c. Italia (soddisfazione equa) [GC], no 33202/96, ? 27, 28 maggio 2002; Sahin c. Germania [GC], no 30943/96, ? 105, CEDH 2003-VIII).
100. La Corte ha appena concluso alla violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 ed alla violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione, ammettendo cos? le tesi dei richiedenti. Se la Corte non dubita della necessit? degli oneri richiesti n? che siano stati impegnati effettivamente a questo titolo (paragrafi 22-23 sopra) trova per? eccessiva la parcella rivendicata per il procedimento a Strasburgo, visto anche gi? il rimborso di 1 500 EUR ottenuto a questo riguardo (paragrafo 28 sopra). Considera quindi che non ci sia luogo rimborsarli che in parte. Tenuto conto delle circostanze della causa, la Corte assegna ai richiedenti 25 000 EUR al totale, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta su questa somma.
4. Interessi moratori
101. La Corte giudica appropriato basare il tasso degli interessi moratori sul tasso di interesse della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea aumentata di tre punti percentuale.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Respinge l’eccezione preliminare del Governo;
2. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 6 ? 1 della Convenzione;
3. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1;
4. Stabilisce
a) che lo stato convenuto deve versare ai richiedenti, nei tre mesi a contare del giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, le seguenti somme:
i. 600 000 EUR, sei centomila euro, per danno materiale,;
ii. 24 900 EUR, venti quattromila nove cento euro, per danno morale,;
iii. 25 000 EUR, venti cinquemila euro, per oneri e spese,;
iv. ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta su suddette somme;
b) che a contare dalla scadenza di suddetto termine e fino al versamento, questi importi saranno da aumentare di un interesse semplice ad un tasso uguale a quello della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea applicabile durante questo periodo, aumentato di tre punti di percentuale,;
5. Respinge la domanda di soddisfazione equa per il surplus.
Fatto in francese, comunicato poi per iscritto il 8 agosto 2006 in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
T.L. Early Nicolas Bratza
Cancelliere Pr?sident

SENTENZA STORNAIUOLO C. ITALIA

SENTENZA STORNAIUOLO C. ITALIA

Testo Tradotto

Conclusion Exception pr?liminaire rejet?e (non-?puisement de voies de recours internes) ; Violation de P1-1 ; Violation de l’art. 6-1 ; Dommage mat?riel – r?paration p?cuniaire ; Pr?judice moral – r?paration p?cuniaire ; Remboursement partiel frais et d?pens – proc?dure nationale ; Remboursement partiel frais et d?pens – proc?dure de la Convention
QUATRIEME SECTION
AFFAIRE STORNAIUOLO c. ITALIE
(Requ?te no 52980/99)
ARR?T
STRASBOURG
8 ao?t 2006
D?FINITIF
08/11/2006
Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Stornaiuolo et autres c. Italie,
La Cour europ?enne des Droits de l?Homme (quatri?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
Sir Nicolas Bratza, pr?sident,
MM. G. Bonello,
S. Pavlovschi,
L. Garlicki,
Mme L. Mijović,
MM. J. ?ikuta, juges,
Mme M. Del Tufo, juge ad hoc
et de M. T.L. Early, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil les 29 janvier 2004 et 4 juillet 2006,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette derni?re date :
PROC?DURE
1. A l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 52980/99) dirig?e contre la R?publique italienne et dont trois ressortissants de cet Etat, MM. A., A. et A. S. (? les requ?rants ?), avaient saisi la Commission europ?enne des Droits de l?Homme (? la Commission ?) le 13 novembre 1997 en vertu de l?ancien article 25 de la Convention de sauvegarde des Droits de l?Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Les requ?rants sont repr?sent?s par Me G. R., avocat ? B?n?vent. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par son agent, M. I.M. Braguglia, et par son coagent, M. F. Crisafulli.
3. Les requ?rants all?guaient une atteinte injustifi?e ? leur droit au respect des biens et la dur?e excessive d?une proc?dure.
4. La requ?te a ?t? transmise ? la Cour le 1er novembre 1998, date d?entr?e en vigueur du Protocole no 11 ? la Convention (article 5 ? 2 du Protocole no 11).
5. La requ?te a ?t? attribu?e ? l?ancienne premi?re section de la Cour (article 52 ? 1 du r?glement). Au sein de celle-ci, la chambre charg?e d?examiner l?affaire (article 27 ? 1 de la Convention) a ?t? constitu?e conform?ment ? l?article 26 ? 1 du r?glement. A la suite du d?port de M. V. Zagrebelsky, juge ?lu au titre de l?Italie (article 28), le Gouvernement a d?sign? Mme M. del Tufo pour si?ger en qualit? de juge ad hoc pour si?ger ? sa place (articles 27 ? 2 de la Convention et 29 ? 1 du r?glement).
6. Par une d?cision du 29 janvier 2004, la chambre a d?clar? la requ?te recevable.
7. Tant les requ?rants que le Gouvernement ont d?pos? des observations ?crites compl?mentaires (article 59 ? 1 du r?glement).
8. Le 1er novembre 2004, la Cour a modifi? la composition de ses sections (article 25 ? 1 du r?glement). La pr?sente requ?te a ?t? attribu?e ? la quatri?me section ainsi remani?e (article 52 ? 1).
9. Le 5 juillet 2005, la chambre a d?cid? de suspendre l?examen de l?affaire en attendant l?issue d?une affaire similaire pendant devant la Grande Chambre (Scordino c. Italie (no 1) [GC], no 36813/97, CEDH 2006-…).
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
10. Les requ?rants sont n?s respectivement en 1939, 1937 et 1947 et r?sident ? Naples. Ils ?taient propri?taires d?un terrain sis ? Naples et enregistr? au cadastre, feuille 1, parcelle 88. L.B., leur m?re, avait l?usufruit du terrain.
A. L?expropriation du terrain
11. Le 5 mars 1974, la R?gion Campanie autorisa l?institut r?gional du b?timent (IREC) ? occuper le terrain des requ?rants, en vue de son expropriation, afin d?y construire des habitations. Le 18 avril 1974, le terrain des requ?rants fut mat?riellement occup?.
12. Par un d?cret du 25 janvier 1975, 16 020 m2 de terrain furent expropri?s et l?indemnit? provisoire fut fix?e ? 11 019 400 lires italiennes.
13. Par un acte notifi? le 4 juillet 1975, l?administration communiqua aux requ?rants le montant de l?indemnit?. Il ressort du dossier que la somme ci-dessus fut vers?e aux requ?rants ? titre d?acompte.
B. La proc?dure engag?e en vue de l?obtention de l?indemnit? d?expropriation
14. Le 18 juillet 1977, les requ?rants et L.B. assign?rent l?IREC devant la cour d?appel de Naples pour contester notamment l?indemnisation propos?e.
15. La mise en ?tat de l?affaire commen?a le 15 d?cembre 1977. Dix des onze audiences fix?es entre le 23 f?vrier 1978 et le 29 janvier 1980 furent renvoy?es ? la demande des parties, une fut report?e en raison d?une gr?ve des avocats. Le 25 mars 1980, le conseiller de la mise en ?tat fixa l?audience de pr?sentation des conclusions au 6 mai 1980. Toutefois, elle n?eut lieu que le 12 d?cembre 1980, ? la suite d?un renvoi demand? par les parties. Par une ordonnance hors audience du 19 d?cembre 1980, dont le texte fut d?pos? au greffe le7 avril 1981, la cour rouvrit l?instruction en raison d?un changement intervenu dans la l?gislation et fixa l?audience suivante au 12 mai 1981. Toutefois, cette audience fut report?e au 29 septembre 1981, en raison d?une gr?ve des avocats. Des neufs audiences fix?es entre cette date et le 8 mars 1993, deux furent renvoy?es en raison de l?absence des requ?rants et sept le furent ? la demande des parties. A l?audience du 12 avril 1983, les parties demand?rent un nouveau renvoi et le juge r?serva sa d?cision ; par une ordonnance hors audience du 11 mai 1983, le juge fixa l?audience de pr?sentation des conclusions au 7 juin 1983. Toutefois, cette audience fut report?e ? quatre reprises ? la demande des parties et une fois pour des raisons non pr?cis?es jusqu?au 31 janvier 1984. L?audience de plaidoirie eut lieu le 16 mars 1984.
16. Par une d?cision du 6 avril 1984, la cour d?appel de Naples d?clara le recours irrecevable pour tardivet?.
17. Le 26 juin 1985, les requ?rants et L.B. se pourvurent en cassation.
18. Par un arr?t du 17 octobre 1988, dont le texte fut d?pos? au greffe le 7 mars 1990, la Cour de cassation annula la d?cision et remit les parties devant une autre chambre de la cour d?appel de Naples.
19. Le 18 d?cembre 1990, les parties reprirent la proc?dure. La mise en ?tat de l?affaire commen?a le 31 janvier 1991. L?union des coop?ratives EDILABIT succ?da ? l?IREC et se constitua dans la proc?dure.
20. L?expert nomm? par la cour d?appel d?posa son rapport en date du 14 octobre 1999. Selon l?expert, la valeur marchande du terrain ? la date de l?expropriation ?tait de 426 132 000 ITL (26 600 ITL par m?tre carr?). Conform?ment aux crit?res introduits par l?article 5bis de la loi no 359 de 1992, l?indemnit? ? verser ?tait de 213 082 020 ITL (13 301 ITL par m?tre carr?).
21. A une date non pr?cis?e, L.B. d?c?da et l?usufruit que grevait sur le terrain s??teignit.
22. Par un arr?t d?pos? au greffe le 22 d?cembre 2000, la cour d?appel de Naples d?clara que les requ?rants avaient droit ? une indemnit? d?expropriation au sens de l?article 5bis de la loi no 359 de 1992, dont l?application ? toute proc?dure d?expropriation en cours ?tait pr?vue express?ment par la loi.
En conclusion, la cour d?appel ordonna ? EDILABIT de verser aux requ?rants et ? L.B.:
– une indemnit? d?expropriation de 213 082 020 ITL (11 019 400 ITL avaient ?t? d?j? pay?s ? titre d?acompte) ;
– une indemnit? de 16 461 537 ITL pour la p?riode d?occupation du terrain ayant pr?c?d? l?expropriation.
Ces sommes devaient ?tre assorties d?int?r?ts jusqu?au jour du paiement. Par ailleurs, la cour d?appel condamna la d?fenderesse ? rembourser aux requ?rants les frais de proc?dure ? concurrence de 30 300 000 ITL.
23. Cet arr?t devint d?finitif le 6 f?vrier 2002. Pour en obtenir une copie, les requ?rants durent payer une taxe de registration de 10 640 000 ITL.
24. Entre-temps, par un jugement du 21 f?vrier 2001, le tribunal de Rome avait prononc? la faillite de l?union des coop?ratives EDILABIT.
25. Le 4 novembre 2002, afin d?obtenir le paiement de la somme due ? titre d?indemnit? d?expropriation, les requ?rants demand?rent l?admission au passif de leur cr?ance.
26. A une date non pr?cis?e, les requ?rants obtinrent l?inscription au passif de leur cr?ance. A ce jour, aucune somme ne leur a ?t? vers?e.
C. La proc?dure ? Pinto ?
27. Le 18 septembre 2001, les requ?rants d?pos?rent aupr?s de la cour d?appel de Rome une demande en r?paration pour la dur?e de la proc?dure, au sens de la loi Pinto. Les requ?rants sollicitaient la r?paration du dommage moral et du dommage mat?riel.
28. Par une d?cision du 25 mars 2002, d?pos?e au greffe le 27 mai 2002, la cour d?appel de Rome constata la dur?e excessive de la proc?dure et accorda 3 500 euros (EUR) pour chaque requ?rant au titre du dommage moral uniquement. En outre, elle condamna le minist?re d?fendeur ? rembourser aux requ?rants 1 050 EUR pour les frais de la proc?dure ? Pinto ? et 1 500 EUR pour les frais de proc?dure ? Strasbourg.
29. Par une lettre du 14 septembre 2002, les requ?rants ont fait savoir qu?ils n?entendaient pas se pourvoir en cassation, ?tant donn? la jurisprudence de la Cour de cassation en la mati?re.
30. L?Etat ne s??tant pas ex?cut?, le 14 avril 2003 les requ?rants signifi?rent au minist?re de la justice un commandement de payer (atto di precetto).
31. Le 12 f?vrier 2004, les requ?rants obtinrent le versement de l?indemnit?.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
32. Le droit et la pratique internes ainsi que d?autres dispositions pertinentes se trouvent d?crits dans l?arr?t Scordino c. Italie (no 1) [GC] (no 36813/97, ?? 47-74, CEDH 2006-…).
EN DROIT
I. SUR L?EXCEPTION PR?LIMINAIRE DU GOUVERNEMENT
33. Le Gouvernement r?it?re l?exception de non-?puisement des voies de recours internes d?j? soulev?e avant la recevabilit?, en ce qui concerne le grief tir? de la dur?e excessive de la proc?dure. Il observe que les requ?rants ne se sont pas pourvus en cassation contre la d?cision de la cour d?appel de Rome alors que le pourvoi en cassation ?tait un rem?de ? ?puiser.
34. Les requ?rants demandent le rejet de cette exception et pr?cisent que le revirement de jurisprudence de la Cour de cassation, sur la base duquel un grief tir? de l?insuffisance de l?indemnit? ? Pinto ? peut ?tre examin?, n?est intervenu qu?apr?s que la d?cision de la cour d?appel rendue en l?esp?ce eut acquis l?autorit? de la chose jug?e.
35. Dans sa d?cision sur la recevabilit? du 29 janvier 2004, la Cour a rejet? l?exception du Gouvernement, au vu de la jurisprudence constante de la Cour de cassation ? l??poque des faits. Tout comme dans l?affaire Scordino c. Italie ((d?c.), no 36813/97, CEDH 2003-IV), elle avait estim? que, lorsqu?un requ?rant se plaint uniquement du montant de l?indemnisation et de l??cart existant entre celui-ci et la somme qui lui aurait ?t? accord?e au titre de l?article 41 de la Convention, l?int?ress? n?est pas tenu aux fins de l??puisement des voies de recours de se pourvoir en cassation contre la d?cision de la cour d?appel.
36. Or, la Cour rappelle que, le 26 janvier 2004, la Cour de cassation, statuant en pl?ni?re dans quatre affaires, a effectu? un revirement de jurisprudence. Elle rappelle en outre avoir jug? raisonnable de retenir que le revirement de jurisprudence, et notamment l?arr?t no 1340 de la Cour de cassation, ne pouvait plus ?tre ignor? du public ? partir du 26 juillet 2004. Par cons?quent, elle a consid?r? qu?? partir de cette date il doit ?tre exig? des requ?rants qu?ils usent de ce recours aux fins de l?article 35 ? 1 de la Convention (Di Sante c. Italie (d?c.), no 56079/00, 24 juin 2004, et, mutatis mutandis, Broca et Texier-Micault c. France, nos 27928/02 et 31694/02, ? 20, 21 octobre 2003).
37. En l?esp?ce, la Cour constate que le d?lai pour se pourvoir en cassation avait expir? avant le 26 juillet 2004 et estime que, dans ces circonstances, les requ?rants ?taient dispens?s de l?obligation d??puiser les voies de recours internes.
38. A la lumi?re de ces consid?rations, la Cour estime que cette exception doit ?tre rejet?e.
II. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 6 ? 1 DE LA CONVENTION
39. Les requ?rants soutiennent que la proc?dure engag?e afin d?obtenir l?indemnit? d?expropriation a m?connu le principe du ? d?lai raisonnable ? pos? par l?article 6 ? 1 de la Convention, ainsi libell? :
? Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue (…) dans un d?lai raisonnable, par un tribunal (…) qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?
40. Les requ?rants se plaignent du montant des dommages accord?s dans le cadre du recours ? Pinto ? qu?ils ont intent? au plan national et demandent ? la Cour de conclure ? la violation de la disposition invoqu?e.
41. Le Gouvernement fait observer que la dur?e de la proc?dure d?expropriation ne saurait ?tre consid?r?e comme ?tant excessive, compte tenu des difficult?s objectives survenues pendant le proc?s, telles que la nouvelle loi sur l?expropriation, le nombre de renvois demand?s par les requ?rants, la gr?ve des avocats et la complexit? de l?affaire.
42. La Cour rappelle que dans sa d?cision sur la recevabilit? du 29 janvier 2004, elle a estim? qu?en constatant un d?passement du d?lai raisonnable et en octroyant la somme de 3 500 EUR ? chacun des requ?rants, ? titre de r?paration du dommage non patrimonial en application de la loi Pinto, la cour d?appel de Rome n?avait pas r?par? de mani?re appropri?e et suffisante l?infraction all?gu?e par les requ?rants. Se r?f?rant aux principes en mati?re de ? victime ? dans le cadre des dur?es excessives de proc?dure (Scordino c. Italie (no 1), [GC], no 36813/97, ??178-207, CEDH 2006- ), la Cour note que la somme accord?e par la cour d?appel en l?esp?ce repr?sente en effet environ 16 % de ce que la Cour octroie g?n?ralement dans des affaires italiennes similaires. Cet ?l?ment ? lui seul aboutit ? un r?sultat manifestement d?raisonnable par rapport ? sa jurisprudence et aux principes sur lesquels celle-ci repose. En outre, la Cour trouve inadmissible que les requ?rants aient d? attendre plus d?un an et demi apr?s le d?p?t de la d?cision au greffe, pour recevoir leur indemnisation.
43. La Cour estime que la p?riode ? consid?rer a commenc? le 18 juillet 1977, avec l?assignation de la d?fenderesse par les requ?rants devant la cour d?appel de Naples, pour s?achever le 6 f?vrier 2002, date ? laquelle la d?cision de la cour d?appel devint d?finitive. Elle a donc dur? un peu plus de vingt-quatre ans et demi pour trois degr?s de juridiction.
44. La Cour rappelle avoir conclu dans quatre arr?ts contre l?Italie du 28 juillet 1999 (Bottazzi c. Italie [GC], no 34884/97, ? 22, CEDH 1999-V ; Ferrari c. Italie [GC], no 33440/96, ? 21, 28 juillet 1999 ; A.P. c. Italie [GC], no 35265/97, ? 18, 28 juillet 1999 ; Di Mauro c. Italie [GC], no 34256/96, ? 23, CEDH 1999-V) ? l?existence d?une pratique en Italie incompatible avec la Convention.
45. Elle rappelle en outre avoir affirm? dans neuf arr?ts contre l?Italie du 29 mars 2006 (Scordino c. Italie (no 1) [GC], arr?t pr?cit?, ? 224, ; Cocchiarella c. Italie [GC], no 64886/01, ? 119, CEDH 2006-… ; Musci c. Italie [GC], no 64699/01, ? 119, CEDH 2006-… ; Riccardi Pizzati c. Italie [GC], no 62361/00, ? 116, 29 mars 2006 ; Giuseppe Mostacciuolo c. Italie (no 1) [GC], no 64705/01, ? 117, 29 mars 2006 ; Giuseppe Mostacciuolo c. Italie (no 2) [GC], no 65102/01, ? 116, 29 mars 2006 ; Apicella c. Italie [GC], no 64890/01, ? 116, 29 mars 2006 ; Ernestina Zullo c. Italie [GC], no 64897/01, ? 121, 29 mars 2006 ; Giuseppina et Orestina Procaccini c. Italie [GC], no 65075/01, ? 117, 29 mars 2006) que la situation de l?Italie au sujet des retards dans l?administration de la justice n?a pas suffisamment chang? pour remettre en cause l??valuation selon laquelle l?accumulation de manquements est constitutive d?une pratique incompatible avec la Convention.
46. Le fait que la proc?dure ? Pinto ? examin?e dans son ensemble n?ait pas fait perdre aux requ?rants leur qualit? de ? victimes ? constitue une circonstance aggravante dans un contexte de violation de l?article 6 ? 1 pour d?passement du d?lai raisonnable. La Cour sera donc amen?e ? revenir sur cette question sous l?angle de l?article 41.
47. Apr?s avoir examin? les faits ? la lumi?re des informations fournies par les parties et de la pratique pr?cit?e, et compte tenu de sa jurisprudence en la mati?re, la Cour estime qu?en l?esp?ce la dur?e de la proc?dure litigieuse est excessive et ne r?pond pas ? l?exigence du ? d?lai raisonnable ?.
48. Partant, il y a eu violation de l?article 6 ? 1.
III. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1
49. Les requ?rants pr?tendent avoir support? une charge disproportionn?e ? raison du montant inad?quat de l?indemnit? d?expropriation, calcul?e selon les crit?res ?nonc?s ? l?article 5 bis de la loi no 359 de 1992 et qui ne leur a toujours par ?t? vers?e. Ils all?guent la violation de l?article 1 du Protocole no 1, qui est ainsi libell? :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les Etats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
A. Sur l?existence d?une ing?rence dans le droit de propri?t?
50. Les parties s?accordent pour dire qu?il y a eu ? privation des biens ? au sens de la deuxi?me phrase du premier alin?a de l?article 1 du Protocole no 1.
51. La Cour doit rechercher si l?ing?rence d?nonc?e se justifie sous l?angle de cette disposition.
B. Sur la justification de l?ing?rence dans le droit de propri?t?
52. Comme elle l?a pr?cis? ? plusieurs reprises, la Cour rappelle que l?article 1 du Protocole no 1 contient trois normes distinctes : ? la premi?re, qui s?exprime dans la premi?re phrase du premier alin?a et rev?t un caract?re g?n?ral, ?nonce le principe du respect de la propri?t? ; la deuxi?me, figurant dans la seconde phrase du m?me alin?a, vise la privation de propri?t? et la soumet ? certaines conditions ; quant ? la troisi?me, consign?e dans le second alin?a, elle reconna?t aux Etats le pouvoir, entre autres, de r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral (…). Il ne s?agit pas pour autant de r?gles d?pourvues de rapport entre elles. La deuxi?me et la troisi?me ont trait ? des exemples particuliers d?atteintes au droit de propri?t? ; d?s lors, elles doivent s?interpr?ter ? la lumi?re du principe consacr? par la premi?re ? (voir, entre autres, l?arr?t James et autres c. Royaume-Uni, 21 f?vrier 1986, s?rie A no 98, pp. 29-30, ? 37, lequel reprend en partie les termes de l?analyse que la Cour a d?velopp?e dans son arr?t Sporrong et L?nnroth c. Su?de, 23 septembre 1982, s?rie A no 52, p. 24, ? 61 ; voir aussi les arr?ts Les Saints Monast?res c. Gr?ce, 9 d?cembre 1994, s?rie A no 301-A, p. 31, ? 56, Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 55, CEDH 1999-II, et Beyeler c. Italie [GC], no 33202/96, ? 106, CEDH 2000-I).
1. ? Pr?vue par la loi ? et ? pour cause d?utilit? publique ?
53. Il n?est pas contest? que les int?ress?s ont ?t? priv?s de leur propri?t? conform?ment ? la loi et que l?expropriation poursuivait un but l?gitime d?utilit? publique.
2. Proportionnalit? de l?ing?rence
a) Th?ses des parties
54. Se r?f?rant aux arr?ts Guillemin c. France (arr?t du 21 f?vrier 1997, Recueil des arr?ts et d?cisions 1997-I) et Zubani c. Italie (arr?t du 7 ao?t 1996, Recueil des arr?ts et d?cisions 1996-IV), les requ?rants soutiennent avoir subi une atteinte disproportionn?e ? leur droit au respect des biens. A cet ?gard, ils mettent en cause le montant de l?indemnit? qui r?sulte de l?application de la loi no 359 de 1992 et font valoir que l?indemnit? calcul?e au sens de cette loi correspond ? moins de la moiti? de la valeur marchande du terrain. Ils soulignent ensuite le laps de temps qui s?est ?coul? depuis l?expropriation et les faibles chances d?encaisser cette somme au vu de la faillite de l?union des coop?ratives d?fenderesse.
55. En conclusion, les requ?rants affirment que le juste ?quilibre entre l?int?r?t g?n?ral et les droits fondamentaux de l?individu n?a pas ?t? respect?.
56. Le Gouvernement soutient que la violation all?gu?e par les requ?rants n?a pas d?existence autonome par rapport ? la dur?e de la proc?dure. Il estime avoir prouv? que le d?lai raisonnable du proc?s a ?t? respect? et cela devrait donc suffire ? exclure la violation de l?article 1 du Protocole no1.
57. Le Gouvernement fait ensuite observer que les requ?rants se plaignent du montant de l?indemnit? d?expropriation qui leur a ?t? accord? ? la suite de l?entr?e en vigueur de la loi no 359 de 1992. A cet ?gard, le Gouvernement pr?cise qu?il s?agit non d?une application r?troactive de la loi, mais d?une application imm?diate, ce qui constitue la r?gle g?n?rale dans un Etat de droit. Par ailleurs, le Gouvernement reconna?t que l?article 5bis de la loi no 359 de 1992 a ?t? inspir? par des raisons budg?taires et fait observer que, compte tenu de son caract?re provisoire, cette disposition a ?t? jug?e par la Cour constitutionnelle comme ?tant conforme ? la Constitution.
58. S?agissant du montant qui a ?t? calcul? en fonction de cette loi, le Gouvernement observe que les requ?rants n?indiquent pas clairement par rapport ? quelle valeur ils estiment avoir obtenu une indemnit? inad?quate. Tout en admettant que l?indemnit? litigieuse est inf?rieure ? la valeur marchande du terrain, le Gouvernement estime que ce montant doit passer pour ad?quat, vu la marge d?appr?ciation laiss?e aux Etats dans ce domaine. En outre, la ? valeur marchande ? d?un bien est une notion impr?cise et incertaine, qui d?pend de nombreuses variables et est de nature essentiellement subjective. Le Gouvernement observe qu?en tout cas la valeur marchande du terrain est un des ?l?ments pris en compte dans le calcul effectu? par les juridictions internes conform?ment ? l?article 5 bis de la loi no 359 de 1992. Aux termes de cette disposition, la valeur marchande est temp?r?e par un autre crit?re, ? savoir la rente fonci?re calcul?e ? partir de la valeur inscrite au cadastre.
59. Quant au laps de temps qui s?est ?coul? depuis l?expropriation, sans que les requ?rants n?aient obtenu le versement de l?indemnit? d?expropriation, le Gouvernement fait observer que le pr?judice provoqu? par l??coulement du temps sera compens? par le versement d?int?r?ts. Selon le Gouvernement, aucune somme ne doit ?tre octroy?e aux requ?rants, vu que le droit ? une indemnit? leur a finalement ?t? reconnu par la cour d?appel. Quant au fait que cette indemnit? n?ait pas ?t? pay?e, le Gouvernement soutient, d?une part, que les d?boires financiers du consortium d?biteur ne sont pas imputables ? une responsabilit? quelconque des autorit?s nationales ; d?autre part, que ? les pr?visions funestes des requ?rants quant ? la possibilit? de recouvrer leur cr?ance sont par trop pessimistes, (la faillite ?tant justement pr?vue pour la assurer la satisfaction du cr?ancier) et ne sont en tout cas ?tay?es d?aucun ?l?ment de preuve ?.
60. A la lumi?re de ces consid?rations, le Gouvernement demande ? la Cour de conclure ? la non violation de l?article 1 du Protocole no 1.
b) Appr?ciation de la Cour
61. La Cour rappelle que dans de nombreux cas d?expropriation licite, comme l?expropriation d?un terrain en vue de la construction d?une route ou ? d?autres fins d? ? utilit? publique ?, seule une indemnisation int?grale peut ?tre consid?r?e comme raisonnablement en rapport avec la valeur du bien. Cette r?gle n?est toutefois pas sans exception (Ex-roi de Gr?ce et autres c. Gr?ce [GC] (satisfaction ?quitable), no 25701/94, ? 78), ?tant donn? que des objectifs l?gitimes ? d?utilit? publique ?, tels qu?en poursuivent des mesures de reforme ?conomique ou de justice sociale, peuvent militer pour un remboursement inf?rieur ? la pleine valeur marchande (James et autres c. Royaume-Uni, arr?t du 21 f?vrier 1986, s?rie A no 98, p. 36, ? 54).
62. Elle renvoie ? l?arr?t Scordino c. Italie (no 1) [GC] (no 36813/97, ?? 93-98, CEDH 2006-…) pour la r?capitulation des principes pertinents et pour un aper?u de sa jurisprudence en la mati?re.
63. En l?esp?ce, comme il est d?j? ?tabli que l?ing?rence litigieuse satisfaisait ? la condition de l?galit? et n??tait pas arbitraire, une r?paration qui n?est pas int?grale ne rend pas ill?gitime en soi la mainmise de l?Etat sur les biens des requ?rants (Scordino c. Italie (no1), arr?t pr?cit?, ? 99 ; mutatis mutandis, Ex-Roi de Gr?ce et autres, arr?t pr?cit?, ? 78). D?s lors, il reste ? rechercher si, dans le cadre d?une privation de propri?t? licite, les requ?rants ont eu ? supporter une charge disproportionn?e et excessive.
64. La Cour constate que l?indemnisation accord?e aux requ?rants a ?t? calcul?e en fonction de l?article 5 bis de la loi no 359 de 1992. Elle note que ces crit?res s?appliquent quels que soient l?ouvrage public ? r?aliser et le contexte de l?expropriation. Elle rappelle qu?elle n?a pas pour t?che de contr?ler dans l?abstrait la l?gislation litigieuse ; elle doit se borner autant que possible ? examiner les probl?mes soulev?s par les requ?rants pour le cas dont on l?a saisie. A cette fin, elle doit, en l?esp?ce, se pencher sur la loi susmentionn?e dans la mesure o? les requ?rants s?en prennent aux r?percussions de celle-ci sur leurs biens (Les Saints Monast?res c. Gr?ce, arr?t pr?cit?, ? 55).
65. En l?esp?ce, le montant d?finitif de l?indemnisation fut fix? ? ITL 13 301 ITL par m?tre carr?, alors que la valeur marchande du terrain estim?e ? la date de l?expropriation ?tait de 26 600 ITL par m?tre carr? (paragraphes 20 et 22 ci-dessus). Il en r?sulte que l?indemnit? d?expropriation est largement inf?rieure ? la valeur marchande du bien en question.
66. Il s?agit en l?esp?ce d?un cas d?expropriation isol?e, qui ne se situe pas dans un contexte de r?forme ?conomique, sociale ou politique et ne se rattache ? aucune autre circonstance particuli?re. Par cons?quent, la Cour n?aper?oit aucun objectif l?gitime ? d?utilit? publique ? pouvant justifier un remboursement inf?rieur ? la valeur marchande.
67. Eu ?gard ? l?ensemble des consid?rations qui pr?c?dent, la Cour estime que l?indemnisation accord?e aux requ?rants n??tait pas ad?quate, vu son faible montant et l?absence de raisons d?utilit? publique pouvant l?gitimer une indemnisation inf?rieure ? la valeur marchande du bien. Il s?ensuit que les requ?rants ont d? supporter une charge disproportionn?e et excessive qui ne peut ?tre justifi?e par un int?r?t g?n?ral l?gitime poursuivi par les autorit?s.
68. Partant, il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1.
IV. SUR L?APPLICATION DES ARTICLES 46 ET 41 DE LA CONVENTION
A. Article 46 de la Convention
69. Aux termes de cette disposition :
? 1. Les Hautes Parties contractantes s?engagent ? se conformer aux arr?ts d?finitifs de la Cour dans les litiges auxquels elles sont parties.
2. L?arr?t d?finitif de la Cour est transmis au Comit? des Ministres qui en surveille l?ex?cution. ?
1. L?indemnit? d?expropriation
70. Avant d?examiner les demandes de satisfaction ?quitable pr?sent?es par les requ?rants au titre de l?article 41 de la Convention, et eu ?gard aux circonstances de l?esp?ce ainsi qu?? l??volution de sa charge de travail, la Cour se propose d?examiner quelles cons?quences peuvent ?tre tir?es de l?article 46 de la Convention pour l?Etat d?fendeur. Elle rappelle qu?aux termes de l?article 46 les Hautes Parties contractantes s?engagent ? se conformer aux arr?ts d?finitifs rendus par la Cour dans les litiges auxquels elles sont parties, le Comit? des Ministres ?tant charg? de surveiller l?ex?cution de ces arr?ts. Il en d?coule notamment que, lorsque la Cour constate une violation, l?Etat d?fendeur a l?obligation juridique non seulement de verser aux int?ress?s les sommes allou?es au titre de la satisfaction ?quitable pr?vue par l?article 41, mais aussi de choisir, sous le contr?le du Comit? des Ministres, les mesures g?n?rales et/ou, le cas ?ch?ant, individuelles ? int?grer dans son ordre juridique interne afin de mettre un terme ? la violation constat?e par la Cour et d?en effacer autant que possible les cons?quences. L?Etat d?fendeur demeure libre, sous le contr?le du Comit? des Ministres, de choisir les moyens de s?acquitter de son obligation juridique au regard de l?article 46 de la Convention, pour autant que ces moyens soient compatibles avec les conclusions contenues dans l?arr?t de la Cour (Scozzari et Giunta c. Italie [GC], nos 39221/98 et 41963/98, ? 249, CEDH 2000-VIII ; Broniowski c. Pologne [GC], no 31443/96, ? 192, CEDH 2004-V ; Hutten-Czapska c. Pologne, no 35014/97, ?? 231-234, CEDH 2005-…).
71. En outre, il r?sulte de la Convention, et notamment de son article 1, qu?en ratifiant la Convention, les Etats contractants s?engagent ? faire en sorte que leur droit interne soit compatible avec celle-ci (Maestri c. Italie [GC], no 39748/98, ? 47, CEDH 2004-I).
72. Comme d?j? relev? dans l?affaire Scordino c. Italie (no 1) [GC], arr?t pr?cit?, ? 229-237), la violation du droit des requ?rants, tel que le garantit l?article 1 du Protocole no 1, tire son origine d?un probl?me ? grande ?chelle r?sultant d?un dysfonctionnement de la l?gislation italienne, et qui a touch?, et peut encore toucher ? l?avenir, un grand nombre de personnes. L?obstacle injustifi? ? l?obtention d?une indemnit? d?expropriation ? raisonnablement en rapport avec la valeur du bien ? n?a pas ?t? caus? par un incident isol? ni n?est imputable au tour particulier qu?ont pris les ?v?nements dans le cas des int?ress?s ; il r?sulte de l?application d?une loi ? l??gard d?une cat?gorie pr?cise de citoyens, ? savoir les personnes concern?es par l?expropriation de terrains.
73. La violation que la Cour a constat?e en l?esp?ce d?coule d?une situation concernant un grand nombre de personnes, ? savoir la cat?gorie des particuliers faisant l?objet d?une expropriation de terrain (Scordino c. Italie (no 1) [GC], arr?t pr?cit?, ?? 99-104). La Cour est d?j? saisie de quelques dizaines de requ?tes qui ont ?t? pr?sent?es par des personnes concern?es par des biens expropri?s tombant sous le coup des crit?res d?indemnisation litigieux. C?est l? non seulement un facteur aggravant quant ? la responsabilit? de l?Etat au regard de la Convention ? raison d?une situation pass?e ou actuelle, mais ?galement une menace pour l?effectivit? ? l?avenir du dispositif mis en place par la Convention.
74. Bien qu?en principe il ne lui appartienne pas de d?finir quelles peuvent ?tre les mesures de redressement appropri?es pour que l?Etat d?fendeur s?acquitte de ses obligations au regard de l?article 46 de la Convention, eu ?gard ? la situation de caract?re structurel qu?elle constate, la Cour observe que des mesures g?n?rales au niveau national s?imposent sans aucun doute dans le cadre de l?ex?cution du pr?sent arr?t, mesures qui doivent prendre en consid?ration les nombreuses personnes touch?es. En outre, les mesures adopt?es doivent ?tre de nature ? rem?dier ? la d?faillance structurelle dont d?coule le constat de violation formul? par la Cour, de telle sorte que le syst?me instaur? par la Convention ne soit pas compromis par un grand nombre de requ?tes r?sultant de la m?me cause. Pareilles mesures doivent donc comprendre un m?canisme offrant aux personnes l?s?es une r?paration pour la violation de la Convention ?tablie dans le pr?sent arr?t relativement aux requ?rants. A cet ?gard, la Cour a le souci de faciliter la suppression rapide et effective d?un dysfonctionnement constat? dans le syst?me national de protection des droits de l?homme. Une fois un tel d?faut identifi?, il incombe aux autorit?s nationales, sous le contr?le du Comit? des Ministres, de prendre, r?troactivement s?il le faut (voir les arr?ts Bottazzi c. Italie [GC], no 34884/97, ? 22, CEDH 1999-V, Di Mauro c. Italie [GC], no 34256/96, ? 23, CEDH 1999-V, et la R?solution provisoire du Comit? des Ministres Res DH(2000)135 du 25 octobre 2000 (Dur?e excessive des proc?dures judiciaires en Italie : mesures de caract?re g?n?ral) ; voir ?galement Brusco c. Italie (d?c.), no 69789/01, CEDH 2001-IX, et Giacometti et autres c. Italie (d?c.), no 34939/97, CEDH 2001-XII), les mesures de redressement n?cessaires conform?ment au principe de subsidiarit? de la Convention, de mani?re que la Cour n?ait pas ? r?it?rer son constat de violation dans une longue s?rie d?affaires comparables.
75. La Cour estime que l?Etat d?fendeur devrait, avant tout, supprimer tout obstacle ? l?obtention d?une indemnit? en rapport raisonnable avec la valeur du bien expropri?, et garantir ainsi par des mesures l?gales, administratives et budg?taires appropri?es la r?alisation effective et rapide du droit en question relativement aux autres demandeurs concern?s par des biens expropri?s, conform?ment aux principes de la protection des droits patrimoniaux ?nonc?s ? l?article 1 du Protocole no 1, en particulier aux principes applicables en mati?re d?indemnisation (paragraphes 61-62 ci-dessus et Scordino c. Italie (no 1) [GC], arr?t pr?cit?, ?? 93-98).
2. La dur?e excessive des proc?dures
76. Devant la Cour sont actuellement pendantes des centaines d?affaires portant sur les indemnit?s accord?es par des cours d?appel dans le cadre de proc?dures ? Pinto ?, avant le revirement de jurisprudence de la Cour de cassation. Dans ces affaires, sont en cause le montant de l?indemnisation et/ou le retard dans le paiement des sommes en question. La Cour ne saurait assez insister sur le fait que les Etats doivent se donner les moyens n?cessaires et suffisants pour que tous les aspects permettant l?effectivit? de la justice soient garantis.
77. Tout en r?it?rant que l?Etat d?fendeur demeure libre, sous le contr?le du Comit? des Ministres, de choisir les moyens de s?acquitter de son obligation juridique au regard de l?article 46 de la Convention, pour autant que ces moyens soient compatibles avec les conclusions contenues dans l?arr?t de la Cour (Broniowski c. Pologne [GC], no 31443/96, ? 192, CEDH 2004-V), et sans vouloir d?finir quelles peuvent ?tre les mesures ? prendre par l?Etat d?fendeur pour qu?il s?acquitte de ses obligations au regard de l?article 46 de la Convention, la Cour attire son attention sur les conditions quant ? la possibilit? pour une personne de pouvoir encore se pr?tendre ? victime ? dans ce type d?affaires (Scordino c. Italie (no 1) [GC], arr?t pr?cit? ?? 173-216). La Cour invite l?Etat d?fendeur ? prendre toutes les mesures n?cessaires pour faire en sorte que les d?cisions nationales soient non seulement conformes ? la jurisprudence de la Cour mais encore ex?cut?es dans les six mois suivant leur d?p?t au greffe.
B. Article 41 de la Convention
78. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
1. Dommage mat?riel
Th?ses des parties
79. Les requ?rants sollicitent une somme correspondant ? la diff?rence entre l?indemnit? qu?ils auraient per?ue au sens de la loi no 2359 de 1865, ? savoir la valeur marchande du terrain, et celle qui leur a ?t? accord?e conform?ment ? l?article 5 bis de la loi no 359 de 1992. Cependant, vu que l?indemnit? accord?e par les juridictions nationales ne leur a ?t? vers?e en raison de la faillite de la d?fenderesse, les requ?rants estiment qu?ils n?ont aucune chance d?encaisser un jour leur cr?ance et r?clament en entier la somme correspondant ? la valeur marchande de leur terrain, telle qu?estim?e par la cour d?appel de Naples. Cette somme s??levait ? 426 132 000 ITL (soit 220 078,81 EUR) en 1975, ann?e de l?expropriation. A cette somme devrait s?ajouter l?int?r?t l?gal, ce qui, ? la date o? les demandes de satisfaction ?quitable ont ?t? formul?es (f?vrier 2004) donnait un montant global d?environ 582 000 EUR.
80. En outre, les requ?rants demandent une indemnit? pour non-jouissance du terrain pendant la p?riode d?occupation ayant pr?c?d? l?expropriation, ? concurrence de 8 501,67 EUR.
81. Le Gouvernement estime qu?au vu de ses arguments sur le fond aucune somme ne doit ?tre accord?e au titre de l?article 41 de la Convention. En tout ?tat de cause, les requ?rants n?auraient pas fourni la preuve du pr?judice all?gu?.
Appr?ciation de la Cour
82. La Cour rappelle qu?un arr?t constatant une violation entra?ne pour l?Etat d?fendeur l?obligation juridique de mettre un terme ? la violation et d?en effacer les cons?quences de mani?re ? r?tablir autant que faire se peut la situation ant?rieure ? celle-ci (Iatridis c. Gr?ce (satisfaction ?quitable) [GC], no 31107/96, ? 32, CEDH 2000-XI). Les Etats contractants parties ? une affaire sont en principe libres de choisir les moyens dont ils useront pour se conformer ? un arr?t de la Cour constatant une violation. Ce pouvoir d?appr?ciation quant aux modalit?s d?ex?cution d?un arr?t traduit la libert? de choix dont est assortie l?obligation primordiale impos?e par la Convention aux Etats contractants : assurer le respect des droits et libert?s garantis (article 1). Si la nature de la violation permet une restitutio in integrum, il incombe ? l?Etat d?fendeur de la r?aliser, la Cour n?ayant ni la comp?tence ni la possibilit? pratique de l?accomplir elle-m?me. Si, en revanche, le droit national ne permet pas ou ne permet qu?imparfaitement d?effacer les cons?quences de la violation, l?article 41 habilite la Cour ? accorder, s?il y a lieu, ? la partie l?s?e la satisfaction qui lui semble appropri?e (Brumarescu c. Roumanie (satisfaction ?quitable) [GC], no 28342/95, ? 20, CEDH 2000-I).
83. La Cour a dit que l?ing?rence litigieuse satisfaisait ? la condition de l?galit? et n??tait pas arbitraire (paragraphe 53). L?acte du gouvernement italien qu?elle a tenu pour contraire ? la Convention ?tait une expropriation qui e?t ?t? l?gitime si une indemnisation ad?quate avait ?t? vers?e.
84. En l?esp?ce, la Cour estime que la nature des violations constat?es ne lui permet pas de partir du principe d?une restitutio in integrum (voir, a contrario, Papamichalopoulos et autres c. Gr?ce (ancien article 50), arr?t pr?cit?). Il s?agit d?s lors d?accorder une r?paration par ?quivalent.
85. Le caract?re licite de pareille d?possession se r?percute par la force des choses sur les crit?res ? employer pour d?terminer la r?paration due par l?Etat d?fendeur, les cons?quences financi?res d?une mainmise licite ne pouvant ?tre assimil?es ? celles d?une d?possession illicite (Ex-Roi de Gr?ce et autres c. Gr?ce (satisfaction ?quitable) [GC], no 25701/94, ? 75, CEDH 2002). A cet ?gard, il convient de rappeler que dans les affaires qui portent sur des cas de d?possession illicite en soi, telles que les affaires d?expropriation indirecte (Carbonara et Ventura c. Italie, no 24638/94, CEDH 2000-VI ; Carbonara et Ventura c. Italie (satisfaction ?quitable), no 24638/94, 11 d?cembre 2003 ; Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italie, no 31524/96, CEDH 2000-VI ; Belvedere Alberghiera S.r.l. c. Italie (satisfaction ?quitable), no 31524/96, 30 octobre 2003), en vue de r?parer int?gralement le pr?judice subi la Cour a octroy? des sommes tenant compte de la valeur actuelle du terrain par rapport au march? immobilier d?aujourd?hui. En outre, elle a cherch? ? compenser le manque ? gagner en tenant compte du potentiel du terrain en cause, calcul?, le cas ?ch?ant, ? partir du co?t de construction des immeubles ?rig?s par l?expropriant.
86. Contrairement aux sommes octroy?es dans les affaires ?voqu?es ci-dessus, l?indemnisation ? fixer en l?esp?ce n?aura pas ? refl?ter l?id?e d?un effacement total des cons?quences de l?ing?rence litigieuse. En effet, dans la pr?sente affaire, c?est l?absence d?une indemnit? ad?quate et non pas l?ill?galit? intrins?que de la mainmise sur le terrain, qui a ?t? ? l?origine de la violation constat?e sous l?angle de l?article 1 du Protocole no 1.
87. Pour d?terminer le montant de la r?paration ad?quate, qui ne doit pas n?cessairement refl?ter la valeur pleine et enti?re des biens, la Cour doit s?inspirer des crit?res g?n?raux ?nonc?s dans sa jurisprudence relativement ? l?article 1 du Protocole no 1 et selon lesquels, sans le versement d?une somme raisonnablement en rapport avec la valeur du bien, une privation de propri?t? constituerait d?ordinaire une atteinte excessive qui ne saurait se justifier sur le terrain de l?article 1 du Protocole no 1 (arr?t James et autres c. Royaume-Uni, pr?cit?e, p. 36, ? 54).
88. Dans la pr?sente affaire, la Cour vient de constater que le ? juste ?quilibre ? n?a pas ?t? respect?, eu ?gard au niveau d?indemnisation largement inf?rieur ? la valeur marchande du terrain en l?absence de motifs ? d?utilit? publique ? permettant de d?roger ? la r?gle ?nonc?e au paragraphe 61 ci-dessus, selon laquelle, en l?absence desdits motifs, et en cas d?? expropriation isol?e ?, l?indemnisation ad?quate est celle qui correspond ? valeur marchande du bien. La Cour a estim? qu?en l?esp?ce aucune raison d?utilit? publique ne pouvait l?gitimer une indemnisation inf?rieure ? la valeur marchande du bien (paragraphes 64-68). Il s?ensuit que l?indemnit? d?expropriation ad?quate en l?esp?ce aurait d? correspondre ? la valeur marchande du bien.
89. La Cour devrait par cons?quent accorder une somme correspondant ? la diff?rence entre la valeur du terrain et l?indemnit? obtenue par les requ?rants au niveau national. Toutefois, elle ne perd pas de vue le fait qu?en l?esp?ce, les requ?rants n?ont pas per?u l?indemnit? qui leur a ?t? accord?e par les juridictions nationales en raison de la faillite de la d?fenderesse, et que cette situation d?attente dure depuis plus de cinq ans. Elle consid?re d?s lors qu?il y a lieu d?accorder ?galement une somme ? ce titre (mutatis mutandis, Serghides et Christoforou c. Chypre (satisfaction ?quitable), no 44730/98, ? 29, 12 juin 2003).
Dans ces circonstances, la Cour va accorder aux requ?rants une somme correspondant ? la valeur marchande du terrain au moment de l?expropriation (426 132 000 ITL, soit 220 078,81 EUR), telle qu?elle ressort de l?expertise judiciaire et de l?arr?t de la cour d?appel et sur laquelle les requ?rants fondent leurs pr?tentions (paragraphes 20, 22 et 79 ci-dessus), d?duction faite de l?acompte vers? (paragraphe 22 ci-dessus).
90. Conform?ment ? sa jurisprudence (Scordino c. Italie (no 1) [GC], arr?t pr?cit?, ? 258), cette somme devrait ?tre actualis?e pour compenser les effets de l?inflation (la valeur actualis?e se monte ? environ 2 032 876 EUR). Elle devrait ?tre en outre assortie d?int?r?ts susceptibles de compenser, au moins en partie, le long laps de temps s??tant ?coul? depuis la d?possession du terrain. Aux yeux de la Cour, ces int?r?ts devraient correspondre ? l?int?r?t l?gal simple appliqu? sur le capital progressivement r??valu?.
91. Cependant, au vu des pr?tentions inf?rieures des requ?rants, et statuant en ?quit?, la Cour estime raisonnable d?accorder aux requ?rants la somme de 600 000 EUR, plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t sur cette somme.
2. Dommage moral en raison de la dur?e de la proc?dure
Th?ses des parties
92. Les requ?rants estiment ? 26 340 EUR la r?paration du pr?judice moral subi par chacun d?eux en raison de la dur?e de la proc?dure.
93. Le Gouvernement soutient que le constat de violation constitue en l?esp?ce une r?paration suffisante.
Appr?ciation de la Cour
94. Eu ?gard aux ?l?ments de la pr?sente affaire (paragraphes 42-48 ci-dessus), la Cour estime qu?elle aurait accord?, en l?absence de voies de recours internes, la somme de 22 000 EUR. Vu que les requ?rants se sont vu accorder chacun 3 500 EUR, eu ?gard aux caract?ristiques de la voie de recours choisie par l?Italie et compte tenu de ce qu?elle est parvenue ? un constat de violation, la Cour, statuant en ?quit?, estime que les requ?rants devraient se voir allouer 7 000 EUR chacun. En outre, la Cour accorde 1 300 EUR ? chacun des requ?rants au titre de la frustration suppl?mentaire d?coulant du retard dans le versement de la somme due par l?Etat.
95. Partant, les requ?rants ont droit ? titre de r?paration du dommage moral ? 8 300 EUR chacun, soit 24 900 EUR globalement, plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t sur cette somme.
3. Frais et d?pens
96. Les requ?rants demandent le remboursement des frais encourus dans la proc?dure engag?e en vue de l?obtention de l?indemnit? d?expropriation, ? concurrence de 15 648,64 EUR, plus 5 495, 10 EUR pour la taxe d?enregistrement de l?arr?t de la cour de Naples d?pos? au greffe le 22 d?cembre 2000.
97. Les requ?rants demandent en outre le remboursement des frais encourus dans la proc?dure devant la Cour, qu?ils chiffrent ? 13 958, 35 EUR plus taxe sur la valeur ajout?e (TVA) et contributions ? la caisse de pr?voyance des avocats (CPA).
98. Le Gouvernement ne se prononce pas sur ce point.
99. Selon la jurisprudence ?tablie de la Cour, l?allocation des frais et d?pens au titre de l?article 41 pr?suppose que se trouvent ?tablis leur r?alit?, leur n?cessit? et le caract?re raisonnable de leur taux. En outre, les frais de justice ne sont recouvrables que dans la mesure o? ils se rapportent ? la violation constat?e (voir, par exemple, Beyeler c. Italie (satisfaction ?quitable) [GC], no 33202/96, ? 27, 28 mai 2002 ; Sahin c. Allemagne [GC], no 30943/96, ? 105, CEDH 2003-VIII).
100. La Cour vient de conclure ? la violation de l?article 1 du Protocole no 1 et ? la violation de l?article 6 ? 1 de la Convention, admettant ainsi les th?ses des requ?rants. Si la Cour ne doute pas de la n?cessit? des frais r?clam?s ni qu?ils aient ?t? effectivement engag?s ? ce titre (paragraphes 22-23 ci-dessus), elle trouve cependant excessifs les honoraires revendiqu?s pour la proc?dure ? Strasbourg, vu aussi le remboursement de 1 500 EUR d?j? obtenu ? cet ?gard (paragraphe 28 ci-dessus). Elle consid?re d?s lors qu?il n?y a lieu de les rembourser qu?en partie. Compte tenu des circonstances de la cause, la Cour alloue aux requ?rants 25 000 EUR au total, plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t sur cette somme.
4. Int?r?ts moratoires
101. La Cour juge appropri? de baser le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? l?UNANIMIT?,
1. Rejette l?exception pr?liminaire du Gouvernement ;
2. Dit qu?il y a eu violation de l?article 6 ? 1 de la Convention ;
3. Dit qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ;
4. Dit
a) que l?Etat d?fendeur doit verser aux requ?rants, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, les sommes suivantes :
i. 600 000 EUR (six cent mille euros) pour dommage mat?riel ;
ii. 24 900 EUR (vingt quatre mille neuf cents euros) pour dommage moral ;
iii. 25 000 EUR (vingt cinq mille euros) pour frais et d?pens ;
iv. tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t sur lesdites sommes ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ces montants seront ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;
5. Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 8 ao?t 2006 en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
T.L. Early Nicolas Bratza
Greffier Pr?sident

ARR?T STORNAIUOLO c. ITALIE

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