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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE SAUMIER c. FRANCE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 14,P1-1
Numero: 74734/14/2017
Stato: Francia
Data: 2017-01-12 00:00:00
Organo: Sezione Quinta
Testo Originale

Conclusioni: No-violazione dell’articolo 14+P1-1 – Interdizione della discriminazione, Articolo 14 – Discriminazione, (articolo 1 del Protocollo n? 1 – Protezione del propriet? articolo 1 al. 1 del Protocollo n? 1 – Beni,

QUINTA SEZIONE

CAUSA SAUMIER C. FRANCIA

(Richiesta no 74734/14)

SENTENZA

STRASBURGO

12 gennaio 2017

Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nel causa Saumier c. Francia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, quinta sezione, riunendosi in una camera composta di:
Angelika Nu?berger, presidentessa,
Erik M?se,
Khanlar Hajiyev,
Andr? Potocki,
Yonko Grozev,
S?ofra O’Leary,
Carlo Ranzoni, giudici,
e di Milano Bla?ko, cancelliere aggiunge di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 29 novembre 2016,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 74734/14) diretta contro la Repubblica francese e di cui una cittadina di questo Stato, la Sig.ra Laure Saumier (“il richiedente”), ha investito la Corte il 24 novembre 2014 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente ? rappresentato da Me Christophe Pettiti, avvocato a Parigi. Il governo francese (“il Governo”) ? rappresentato dal suo agente, il Sig. Francesco Alabrune, direttore delle cause giuridiche al ministero delle Cause estere.
3. Il richiedente adduce in particolare che, contrariamente alle vittime di mancanze che rilevano del diritto comune, i salariati che, siccome lei, sono vittime di incidenti del lavoro o di malattie professionali dovuto ad una mancanza inescusabile del loro datore di lavoro, non possono ottenere il risarcimento integrale del loro danno; invoca l’articolo 14 della Convenzione combinata con l’articolo 1 del Protocollo no 1.
4. Il 9 giugno 2015, il motivo di appello concernente l’articolo 14 della Convenzione combinata con l’articolo 1 del Protocollo no 1 ? stato comunicato al Governo, e la richiesta ? stata dichiarata inammissibile per il surplus conformemente all’articolo 54 ? 3 dell’Ordinamento della Corte.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
5. Il richiedente ? nato nel 1967 e ha risieduto a La Plessis Treviso.
6. Il richiedente era adoperato da un laboratorio dal 11 febbraio 1986 al 28 ottobre 1987. Essendo stata esposta al biossido di manganese durante le sue funzioni, contrasse la malattia di Parkinson di cui prov? le prime conseguenze all’et? di 27 anni. La malattia fu constatata da un punto di vista medico nel 2000. Svantaggiata pesantemente, dovette cessare ogni attivit? professionale e dovette avere oramai bisogno di un’assistenza permanente.
A. I giudizi del tribunale delle cause di sicurezza sociale di Cr?teil
7. Il 3 maggio 2007, il tribunale delle cause di sicurezza sociale di Cr?teil riconobbe il carattere professionale della malattia del richiedente.
8. Il 17 luglio 2008, la cassa primaria di assicurazione contro le malattie (“CPAM”) di Cr?teil gli riconobbe un tasso di incapacit? permanente del 70% e gli assegn? una rendita di incapacit? di 11 377,22 EUR con anno.
9. Con un giudizio del 15 ottobre 2010, il tribunale delle cause di sicurezza sociale di Cr?teil riconobbe la mancanza inescusabile del datore di lavoro e fiss? la rendita al suo tasso massimo, o 12 749,64 EUR con anno. Ordin? una perizia per la valutazione dei danni extrapatrimoniali.
10. Depositato il 26 marzo 2011, il rapporto considera un deficit funzionale temporaneo parziale del 33% del 26 ottobre 1998 al 30 settembre 2002, del 50% fino al 31 dicembre 2004, del 66% poi fino al 31 dicembre 2007. Fissa la data di consolidamento al 1 gennaio 2008 e considera un deficit funzionale permanente del 50% a partire da questa data. Valuta le sofferenze, fisici e giuridiche, subite a 5 su 7 e gli attentati estetici a 1 su 7. Nota che, sul piano professionale, il richiedente ? considerato come inabile definitivo con gli organismi di sicurezza sociale, e rileva un danno di consenso risultante per il fatto che ha dovuto rinunciare a certe attivit? sportive o di libert?. Raccomanda inoltre di considerare un aiuto con terza persona per le attivit? decorriamo a ragione di cinque ore con giorno dal 1 ottobre al 31 dicembre 2004, di quattro ore con giorni fino al 16 luglio 2008 e di 3 ore con giorno a partire dal 17 luglio 2008, “data alla quale la sicurezza sociale ha fissato un tasso di invalidit? al 70% con effetto retroattivo”. Infine, precisa che le riserve sono ad emettere sull’aggravamento eventuale della patologia presentata con [il richiedente].”
11. Sulla base di questo rapporto, il richiedente chiese l’indennizzo dell’insieme dei suoi danni, all’altezza 1 211 664,90 EUR.
12. Il CPAM neg? di fare l’anticipo del risarcimento dell’interezza dei danni richiesti dal richiedente. Faceva valere che l’ultimo capoverso dell’articolo L. 452-3 del codice della sicurezza sociale, relativo a questa modalit?, articolo 23 sotto, prevedeva solamente i danni enumerati da questo stesso articolo.
13. Con un giudizio del 21 settembre 2011, il tribunale delle cause di sicurezza sociale di Cr?teil assegn? 745 042,81 EUR al richiedente: 88 934,72 EUR per gli oneri di terza persona temporanea; 457 708,09 EUR per gli oneri di terza persona permanente; 100 000 EUR per l’incidenza professionale; 29 400 EUR per il deficit funzionale temporaneo; 22 000 EUR per le sofferenze patite; 2 000 EUR per danno estetico; 15 000 EUR per danno di consenso; 30 000 EUR per danno extrapatrimoniale evolutivo. Dice inoltre che il CPAM doveva fare l’anticipo dell’insieme di queste somme al richiedente. La respinse in compenso delle sue pretese relative a “la perdita di guadagni professionali reali e futuri e [a lui] deficit funzionale permanente (risarcimento forfetario).” Il tribunale consider? che “la perdita di guadagni professionali [aveva] fa l’oggetto di un risarcimento forfetario con le indennit? giornaliere, come la perdita di guadagni professionale futuro, con la rendita”, e qu ‘ “egli non apparai[ssait] non che in aggiunta a questo risarcimento forfetario, la Sig.ra Saumier abbia diritto ad un risarcimento complementare.”
B. La sentenza della corte di appello di Parigi
14. Investita dal CPAM, la corte di appello di Parigi, con una sentenza del 4 aprile 2013, annull? il giudizio in ci? che assegnava un indennizzo a titolo dell’incidenza professionale, del deficit funzionale permanente, del terza persona permanente e del danno extrapatrimoniale evolutivo, e respinse il richiedente delle sue domande relative. La sentenza ? redatta cos?:
“Considerando che ai termini dell’articolo L. 452-3 del codice della sicurezza sociale, a prescindere della maggiorazione di rendita di incidente del lavoro, la vittima ha il diritto di chiedere il risarcimento del danno causato dalle sofferenze fisiche e giuridiche con lei patito, dei suoi danni estetici e di consenso cos? come quella del danno risultante della perdita o della diminuzione delle sue possibilit? di promozione professionale; che, secondo la decisione [no 2000-8 QPC] del Consiglio costituzionale del 18 giugno 2010, questa disposizione non fa ostacolo alle domande di indennizzo dei danni non coperti col libro IV del codice della sicurezza sociale;
Considerando mentre questo indennizzo complementare non si dilunga all’insieme delle stazioni di indennizzo previsto dal nomenclatura Dintilhac; che soli i danni che non danno adito a nessuno indennizzo a titolo del libro IV, anche forfetario plafonata o, possono essere oramai oggetto di un risarcimento in caso di mancanza inescusabile del datore di lavoro;
E considerando che la perdita di guadagni professionali, dell’incidenza professionale e del deficit funzionale permanente ? riparata gi? dalla maggiorazione della rendita di incidente contemplato L. 452-2 all’articolo; che le spese di salute reale e futura sono prese incaricate con gli articoli L. 431-1 1o e L. 432-1 a L. 432-4, e gli oneri di assistenza di una terza persona dopo il consolidamento dello stato di salute, gi? previsti con l’articolo L. 434-2, capoverso 3, anche se l’interessato non assolverebbe le condizioni di incapacit? per ricevere un indennizzo a questo titolo; (…) “
15. Trattandosi del danno extrapatrimoniale evolutivo, la corte di appello giudic? che non poteva essere indennizzato nella misura in cui questo tipo di danno ricopriva l’insieme dei danni di carattere personale, tanto fisico che psichici, consecutivi alla malattia professionale, e che includeva di conseguenza le sofferenze patite riparate gi? dalla somma assegnata a questo titolo; ora qualificando il danno delle sofferenze patite di 5/7, il perito aveva preso in conto “la lunghezza dell’evoluzione della malattia”, i trattamenti subiti, i dolori dovuti a questo trattamento e le sofferenze giuridiche patite.
16. Peraltro, la Corte di appello riform? il giudizio in quanto agli importi relativi all’indennizzo a titolo del terza persona temporanea e del deficit temporaneo-questi elementi non essendo coperti dal libro IV del codice della sicurezza sociale-, fissando questi a 7 266 EUR e 15 000 EUR. Il richiedente ottenne perci? il seguente ?: 7 266 EUR, a titolo del terza persona temporanea; 15 000 EUR, a titolo del deficit funzionale temporaneo; 22 000 EUR, a titolo delle sofferenze patite; 2 000 EUR, a titolo del danno estetico; 15 000 EUR, a titolo del danno di consenso.
C. La sentenza della Corte di cassazione
17. Il richiedente si ricorse in cassazione. Invocava in particolare l’articolo 6 ? 1 della Convenzione e l’articolo 1 del Protocollo no 1. Rinviava peraltro alla riserva emessa dal Consiglio costituzionale nel suo decisione no 2010-8 QPC del 18 giugno 2010 alla quale la corte di appello di Parigi faceva riferimento nella sua sentenza del 4 aprile 2013, e presentata sotto al paragrafo 26; indicava che questa riserva mirava a garantire alla vittima l’indennizzo integrale del suo danno, ci? che implicava che gli assegni mutualistici fossero completati in modo che l’interezza del danno subito fosse coperta. Aggiungeva che unica questa interpretazione permetteva di raggiungere l’obiettivo fissato dal Consiglio costituzionale, a sapere l’uguaglianza tra le vittime di atti colpevoli. Selon elle, ? de fait, de la m?me mani?re qu?il n?existe aucune raison d?introduire une distinction entre les victimes fond?es sur les chefs de pr?judice indemnisables, il n?y a pas davantage de justification ? ce que certaines ? victimes d?actes fautifs ? fassent l?objet d?une r?paration incompl?te, forfaitaire ou inexistante, alors que d?autres ont l?gitimement droit ? la r?paration int?grale de leur pr?judice sur le fondement du droit commun ou d?un r?gime sp?cial ?.
18. La Corte di cassazione, seconda camera civile, respinse il ricorso con una sentenza del 28 maggio 2014. Giudic? in particolare ci? che segue:
“(…) le disposizioni degli articoli L. 451-1, L. 452-1 e L. 452-3 del codice della sicurezza sociale che vieta alla vittima di un incidente del lavoro o di una malattia professionale, imputabile alla mancanza inescusabile del datore di lavoro, di esercitare contro questo un’azione in risarcimento conformemente al diritto comune e contemplano un risarcimento specifico dei danni causati, non generano una violazione del diritto ad un processo equo garantito con l’articolo 6 ? 1 della Convenzione, n? un attentato al diritto al rispetto dei beni proibiti dall’articolo 1 del Protocollo addizionale no 1, alla Convenzione, del solo fatto che la vittima non pu? ottenere un risarcimento integrale del suo danno,;
(…) se l’articolo L. 452-3 del codice della sicurezza sociale, come interpretato col Consiglio costituzionale nel suo decisione no 2010-8 QPC del 18 giugno 2010, disponi che in caso di mancanza inescusabile, la vittima di un incidente del lavoro o di una malattia professionale pu? chiedere al datore di lavoro, dinnanzi alla giurisdizione di sicurezza sociale, il risarcimento di altri capi di danno che quegli enumerato dal testo precitato, ? alla condizione che questi danni non siano coperti dal libro IV del codice della sicurezza sociale;
(…) avendo enunciato che la rendita di cui beneficiava [il richiedente] in applicazione dell’articolo L. 452-2 di questo codice indennizzava, da una parte, le perdite di guadagni professionali e l’incidenza professionale dell’incapacit?, altro parte, il deficit funzionale permanente, cos? che i danni di cui la vittima chiedeva risarcimento erano indennizzati gi? a titolo del libro IV del codice della sicurezza sociale, la corte di appello che non aveva a procedere presumibilmente alla ricerca taciuta, ha deciso a buono diritto che non potevano dare adito ad indennizzo complementare sul fondamento dell’articolo L. 452-3 dello stesso codice. “
II. IL DIRITTO E LA PRATICA INTERNI PERTINENTI
19. Inserito nel Titolo 4, consacrato alle risorse della sicurezza sociale, del Libro II del codice della sicurezza sociale, l’articolo L. 241-5 di questo codice precisa che “le quote dovute a titolo degli incidenti del lavoro e delle malattie professionali sono al carico esclusivo dei datori di lavoro.”
20. Il libro IV del codice della sicurezza sociale ? consacrato ai “incidenti del lavoro e malattie professionali.” Comprende gli articoli L. 411-1 a L. 482-5. Gli articoli L. 431-1 e L. 451-1 sono formulati cos?:
Articolo L. 431-1
“Le prestazioni accordate ai beneficiari del presente libro comprendono:
1o, la coperta degli oneri medici, chirurgici, farmaceutici ed accessori, degli oneri legati all’incidente afferente ai prodotti e prestazioni iscritti sull’elenco contemplato L. 165-1 all’articolo ed alle protesi dentarie iscritte sull’elenco contemplato L. 162-1-7 all’articolo, degli oneri di trasporto della vittima alla sua residenza abituale o alla determinazione ospedaliera e, in genere, la presa incaricata degli oneri necessitati dal trattamento, il riadattamento funzionale, la rieducazione professionale e la riclassificazione della vittima. Queste prestazioni sono accordate che ci sia o non interruzione di lavoro;
2o, l’indennit? giornaliera dovuta alla vittima durante il periodo di incapacit? temporanea che l’obbliga ad interrompere il suo lavoro; quando la vittima ? pupilla dell’educazione vigilata, l’indennit? giornaliera non ? dovuta anche molto tempo che la vittima lo rimane sotto riserva di disposizioni fissate da decreto in Consiglio di stato;
3o, le prestazioni altri che le rendite, dovute in caso di incidente seguito di morte,;
4o, per le vittime raggiunte di un’incapacit? permanente di lavoro, un’indennit? in capitale quando il tasso dell’incapacit? ? inferiore ad un tasso determinato [il 10%], una rendita oltre e, in caso di morte, le rendite dovute all’avuto diritto della vittima.
Il carico delle prestazioni ed indennit? previste dal presente libro incombono sulle casse di assicurazione contro le malattie. “
Articolo L. 451-1
“Sotto riserva delle disposizioni contemplate L. 452-1 agli articoli a L. 452-5, L. 454-1, L. 455-1, L. 455-1-1 e L. 455-2 nessuna azione in risarcimento degli incidenti e malattie menzionate dal presente libro non pu? essere esercitata conformemente al diritto comune, con la vittima o il suo avuto diritto. “
21. L’indennit? in capitale di cui ? sopra questione all’articolo L. 431-1 4o ? forfetaria e vari secondo l’importanza dell’incapacit?. In quanto alla rendita menzionata da questa stessa disposizione, ? uguale allo stipendio annuo moltiplicato dal tasso di incapacit?. Lo stipendio preso in conto per questo calcolo non pu? essere tuttavia, da una parte, superiore a 146 108,32 EUR, n? inferiore a 18 263,54 EUR, ed unica la parte della stipendio inferiore a 36 527,08 EUR ? presa integralmente in conto nel calcolo; per la parte superiore a questo importo, solo un terzo del surplus ? preso in conto, questo terzo essendo addizionato poi ai 36 527,08 euros. Altra parte, il tasso di incapacit? permanente ? contato solamente per met? per la parte inferiore al 50%; la parte superiore al 50% ? moltiplicata da 1,5 (esempio): se il tasso di incapacit? ? del 60%, il tasso della rendita sar? di 50/2 + 10 x 1,5 = il 40%.
22. Quando il tasso di incapacit? ? uguale o superiore al 80% e che la vittima ha bisogno dell’assistenza di un terzo per compiere gli atti della vita decorri, l’importo della rendita pu? essere aumentato, articoli L. 434-2, terzo capoverso, e R. 434-3 del codice della sicurezza sociale.
23. Relativi alla “mancanza inescusabile o intenzionale del datore di lavoro”, gli articoli L. 452-1, L. 452-2, L. 452-3 e L. 452-5 sono redatti siccome segue:
Articolo L. 452-1
“Quando l’incidente ? dovuto alla mancanza inescusabile del datore di lavoro o di quelli che si ? sostituito nella direzione, la vittima o il suo avuto diritto hanno diritto ad un indennizzo complementare nelle condizioni definite ai seguenti articoli. “
Articolo L. 452-2
“Nel caso menzionato all’articolo precedente, la vittima o il suo avuto diritto ricevono una maggiorazione delle indennit? che sono dovute loro in virt? del presente libro.
Quando un’indennit? in capitale ? stata assegnata alla vittima, l’importo della maggiorazione non pu? superare l’importo di suddetta indennit?.
Quando una rendita ? stata assegnata alla vittima, l’importo della maggiorazione ? fissato in modo tale che la rendita aumentata assegnata alla vittima non possa superare, o la frazione dello stipendio annuo corrispondente alla riduzione di capacit?, o l’importo di questo stipendio nel caso di incapacit? totale.
(…) “
Articolo L. 452-3
“A prescindere della maggiorazione di rendita che riceve in virt? dell’articolo precedente, la vittima ha il diritto di chiedere al datore di lavoro dinnanzi alla giurisdizione di sicurezza sociale il risarcimento del danno causato dalle sofferenze fisiche e giuridiche con lei patito, dei suoi danni estetici e di consenso cos? come quella del danno risultante della perdita o della diminuzione delle sue possibilit? di promozione professionale. Se la vittima ? raggiunta di un tasso di incapacit? permanente del 100%, gli ? assegnato, inoltre, un’indennit? forfetaria uguale all’importo del salario minimo legale in vigore alla data di consolidamento.
Parimenti, in caso di incidente seguito di morte, l’avuto diritto della vittima menzionata L. 434-7 agli articoli e segue cos? come i discendenti e discendenti che non hanno dritto ad una rendita in virt? desdits articoli, possono chiedere al datore di lavoro risarcimento del danno giuridico dinnanzi alla giurisdizione precitata.
Il risarcimento di questi danni ? versato direttamente ai beneficiari con la cassa che ne ricupera presso l’importo del datore di lavoro. “
Articolo L. 452-5
“Se l’incidente ? dovuto alla mancanza intenzionale del datore di lavoro o di uno dei suoi addetti, la vittima o la sua avuta diritto conserva contro l’autore dell’incidente il diritto di chiedere il risarcimento del danno causato, conformemente alle regole del diritto comune, nella misura in cui questo danno non ? riparato da applicazione del presente libro. (…) “
24. La determinazione del tasso della maggiorazione menzionata dall’articolo L. 452-2 precitato cambio della valutazione sovrana dei giudici del fondo.
25. Il Consiglio costituzionale ? stato investito il 10 maggio 2010 di una questione prioritaria di costituzionalit? che prevede questi articoli. I richiedenti esponevano che il regime di indennizzo degli incidenti del lavoro faceva ostacolo a ci? che la vittima ottenga del suo datore di lavoro il risarcimento integrale del suo danno stesso nell’ipotesi dove questo ultimo ha commesso una mancanza all’origine dell’incidente, che il dispositivo di maggiorazione applicabile quando il datore di lavoro ha commesso una mancanza giudicata inescusabile non permetteva alla vittima dell’incidente di ottenere il risarcimento di tutti i danni subiti che erano, in particolare, escludi del diritto a risarcimento i danni non menzionati con l’articolo L. 452-3, e che eccetto il caso dove la mancanza commessa dal datore di lavoro riveste un carattere intenzionale, queste disposizioni privavano la vittima della possibilit? di chiedere risarcimento del suo danno secondo i procedimenti di diritto comune. Ne deducevano che le disposizioni in causa erano in particolare contrarie al principio costituzionale di uguaglianza dinnanzi alla legge.
26. Con un decisione no 2010-8 QPC del 18 giugno 2010, il Consiglio costituzionale ha concluso alla costituzionalit? delle disposizioni contestate pure esprimendo una riserva. La sua decisione ? motivata cos?:
“(…) 14. Considerando che le disposizioni contestate conferiscono alla vittima o al suo avuto diritto un diritto ad indennizzo del danno risultante di un incidente del lavoro o di una malattia professionale e, in caso di controversia, un diritto di ricorso dinnanzi alle giurisdizioni della sicurezza sociale senza annullare il loro diritto di azione contro il datore di lavoro in caso di mancanza inescusabile o intenzionale; che, per conciliare il diritto delle vittime di atti colpevoli di ottenere il risarcimento del loro danno col collocamento in ?uvre delle esigenze che risultano dall’undicesimo capoverso del Preambolo di 1946, era lecito al legislatore di instaurare con gli articoli L. 451-1 e segue del codice della sicurezza sociale un regime specifico di risarcimento che si sostituisce parzialmente alla responsabilit? del datore di lavoro;
15. Considerando, in secondo luogo che, tenuto conto della situazione particolare del salariato nella cornice della sua attivit? professionale, la derogazione al diritto comune della responsabilit? per mancanza, risultante delle regole relative alle prestazioni ed indennit? versate dalla sicurezza sociale in applicazione degli articoli precitati del codice della sicurezza sociale, ? in rapporto diretto con l’obiettivo di risarcimento degli incidenti del lavoro e delle malattie professionali previsto dal libro IV di questo codice;
16. Considerando, in terzo luogo che in applicazione delle disposizioni del titolo II del libro IV del codice della sicurezza sociale, le prestazioni in al naturale necessari alle vittime di incidenti del lavoro o di malattie professionali sono prese totalmente incaricati e pagate con la cassa di assicurazione contro le malattie; che, durante il periodo di incapacit? temporanea, la vittima riceve delle indennit? giornaliere che suppliscono alla perdita del suo stipendio; che, quando ? raggiunta di un’incapacit? permanente, gli ? versata un’indennit? forfetaria calcolata tenendo in particolare conto dell’importo del suo stipendio e del tasso della sua incapacit?; che in dispetto della sua mancanza anche inescusabile, questo diritto a risarcimento ? accordato al salariato dal momento che l’incidente ? sopraggiunto dal fatto o in occasione del lavoro, durante il tragitto verso o dal suo posto di lavoro o in caso di malattia di origine professionale; che, qualunque sia la situazione del datore di lavoro, le indennit? sono versate dalle casse di assicurazione contro le malattie al salariato o, in caso di decesso, al suo avuto diritto; che questi sono dispensati cos? di impegnare un’azione in responsabilit? contro il datore di lavoro e di provare la mancanza di questo; che queste disposizioni garantiscono l’automaticit?, la rapidit? e la sicurezza del risarcimento degli incidenti del lavoro e delle malattie professionali; che prendono anche in conto il carico che rappresenta l’insieme delle prestazioni servite; che, di conseguenza, nella mancanza di mancanza inescusabile del datore di lavoro, il risarcimento forfetario della perdita di stipendio o dell’incapacit?, l’esclusione di certi danni e l’impossibilit?, delle restrizioni sproporzionate non istituiscono per la vittima o il suo avuto diritto, di agire contro il datore di lavoro, rispetto agli obiettivi di interesse generale perseguito;
17. Considerando che, quando l’incidente o la malattia sono dovuti alla mancanza inescusabile del datore di lavoro, la vittima o, in caso di decesso, il suo avuto diritto riceve una maggiorazione delle indennit? che loro sono dovute; che in virt? dell’articolo L. 452-2 del codice della sicurezza sociale, la maggiorazione del capitale o della rendita assegnato in funzione della riduzione di capacit? della vittima non pu? superare l’importo dell’indennit? assegnata in capitale o l’importo dello stipendio; che allo sguardo degli obiettivi di interesse generale precedentemente enunciato, la determinazione di un massimo di questa indennit? destinata a compensare la perdita di stipendio risultante dell’incapacit? non istituisce una restrizione sproporzionata ai diritti delle vittime di incidente del lavoro o di malattia professionale;
18. Considerando, inoltre che a prescindere di questa maggiorazione, la vittima o, in caso di decesso, il suo avuto diritto pu?, dinnanzi alla giurisdizione di sicurezza sociale, chiedere al datore di lavoro il risarcimento di certi capi di danno enumerato dall’articolo L. 452-3 del codice della sicurezza sociale; che in presenza di una mancanza inescusabile del datore di lavoro, le disposizioni di questo testo non saprebbero tuttavia, senza recare un offesa sproporzionato al diritto delle vittime di atti colpevoli, fare ostacolo a ci? che queste stesse persone, dinnanzi alle stesse giurisdizioni, possano chiedere al datore di lavoro risarcimento dell’insieme dei danni non coperti col libro IV del codice della sicurezza sociale;
19. Considerando che risulta da tutto ci? che precede che, sotto la riserva enunciata a considerandolo 18, le disposizioni contestate non sono contrarie n? al principio di responsabilit?, n? al principio di uguaglianza, n? a nessuno altro diritto o libert? che la Costituzione garantisce. “
27. La Corte di cassazione ha sottolineato che “la decisione del Consiglio costituzionale no 2010-8 QPC del 18 giugno 2010 non ha consacrato il principio del risarcimento integrale del danno causato dall’incidente dovuto alla mancanza inescusabile del datore di lavoro”, 2 Civ, 4 aprile 2012, ricorso no 11 10308; aggiunto nel riassunto della sentenza che figura sul sito L?gifrance (servizio pubblico della diffusione del diritto con l’internet): “ma interprete come non limitativa il metto in lista dei danni che figurano all’articolo L. 452-3 del codice della sicurezza sociale”). Ha indicato anche che, se l’articolo L. 452-3 del codice della sicurezza sociale, come interpretato col Consiglio costituzionale nel suo decisione no 2010-8 QPC, disponi che in caso di mancanza inescusabile, la vittima di un incidente del lavoro o di una malattia professionale pu? chiedere al datore di lavoro, dinnanzi alla giurisdizione di sicurezza sociale, il risarcimento di altri capi di danno che quegli enumerato dal testo precitato, ? alla condizione che questi danni non siano gi? coperti col libro IV del codice della sicurezza sociale (Civ). 2, 4 aprile 2012, ricorso no 11-15393. Sono stati giudicati in particolare coperti col libro IV del Codice della sicurezza sociale, le spese di salute reale (Civ). 2, 4 aprile 2012, no11-18014), le perdite di guadagni professionali (Civ). 2, 4 aprile 2012, no11-10308; Civ. 2, 29 novembre 2012, no 11-25577, l’incidenza professionale dell’incapacit? (Civ). 2, 4 aprile 2012, no11-15393), l’assistenza permanente con un terza nessuno, giudicata gi? coperta con la rendita; Civ. 2, 28 novembre 2013, no12-25338) ed il deficit funzionale permanente (Civ). 2 4 aprile 2012, no11-15393).
28. Il regime di responsabilit? per mancanza di diritto comune ? fondato sull’articolo 1382 del codice civile, ai termini del quale “ogni fatto qualsiasi dell’uomo che causa ad altrui un danno, obbliga quello con la mancanza del quale ? arrivato, a ripararlo”. Pone il principio del risarcimento integrale del danno, ma richiede che la vittima dimostra la mancanza di quell’a cui chiede risarcimento, il danno ed il legame di causalit? tra questi.
IN DIRITTO
Su La Violazione Addotta Di L’articolo 14 Di La Convenzione Combinata Con L’articolo 1 Del Protocollo No 1
29. Il richiedente denuncia il fatto che, contrariamente alle vittime di mancanze che rilevano del diritto comune, le persone che, siccome lei, sono vittime di incidenti del lavoro o di malattie professionali dovuto ad una mancanza del loro datore di lavoro, non possono ottenere il risarcimento integrale del loro danno. Invoca l’articolo 14 della Convenzione combinata con l’articolo 1 del Protocollo no 1 che ? formulato cos?:
Articolo 14 della Convenzione
“Il godimento dei diritti e libert? riconobbero nel Convenzione deve essere garantita, senza distinzione nessuna, fondata in particolare sul sesso, la razza, il colore, la lingua, la religione, gli opinioni politici od ogni altra opinione, l’origine nazionale o sociale, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, la fortuna, la nascita o tutta altra situazione. “
Articolo 1 del Protocollo no 1
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? che a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge ed i principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiede gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessari per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
A. Th?ses delle parti
1. Il Governo
30. Il Governo sostiene innanzitutto che i fatti denunciati non entrano nel campo dell’articolo 1 del Protocollo no 1, questa disposizione che non garantisce un diritto a risarcimento integrale. Ne deduce che il motivo di appello tratto dall’articolo 14 composto con questa disposizione ? inammissibile ratione materiae.
31. Invita poi la Corte a dichiarare questo motivo di appello inammissibile per difetto manifesto di fondamento.
32. A titolo preliminare, il Governo rinvia alla decisione del Consiglio costituzionale no 2010-8 QPC del 18 giugno 2010. Sottolinea che ne risulta che, dal momento che un danno ? riparato, anche in modo parziale, col libro IV del codice della sicurezza sociale, ? impossibile per la vittima ottenere pi? dell’importo delle prestazioni legalmente previste; in compenso, dal momento che un danno non ? riparato dal libro IV, ha vocazione ad essere indennizzato nella sua interezza, anche se non ? menzionato nell’elenco dell’articolo L. 452-3 del codice della sicurezza sociale; basta per ci? che figuri tra i danni indennizzabili a titolo del diritto comune della responsabilit?.
33. Il Governo sostiene che le vittime di incidenti del lavoro o di malattie professionali sono in una situazione differente di quella delle altre vittime, il salariato che ? in un legame di subordinazione giuridica col datore di lavoro, ed il sopraggiungere di incidenti e di malattie nella cornice dell’esecuzione del lavoro che costituisce un rischio particolare. Constata poi che il criterio di differenziazione ? la “qualit? di salariato” che farebbe nascere un legame di subordinazione ed un rischio particolare di incidenti e di malattie. Sarebbe questa differenza di situazione che avrebbe condotto alla nascita di un regime specifico per i salariati del resto.
34. Il Governo ammette che il criterio di differenziazione derivata della qualit? di salariato cambio di “tutta altra situazione”, al senso dell’articolo 14, ma, rinviando alla decisione del Consiglio costituzionale no 2010-8 QPC del 18 giugno 2010, fa valere che il carattere forfetario del risarcimento nel contesto di certi danni risponde a due motivi di interesse generale e fondasi su una giustificazione obiettiva e ragionevole.
35. Il primo di questo obiettivi cambio della necessit? di prendere in conto i vantaggi di cui beneficiano le vittime di incidenti del lavoro o di malattie professionali rispetto alla situazione di queste che pu? agire solamente sul fondamento del diritto comune della responsabilit?. Il Governo sottolinea a questo riguardo che in materia di incidente del lavoro, la mancanza inescusabile pu? essere riconosciuta l? dove, in diritto comune, farebbe dibattito: ? caratterizzata dal momento che il datore di lavoro aveva o avrebbe dovuto avere coscienza del pericolo al quale era esposto il suo salariato e che non ha preso le misure necessarie per premunirlo ne; basta dimostrare che la mancanza del datore di lavoro era una causa necessaria del danno; pu? essere considerata anche in caso di sospensione del datore di lavoro al penale. Aggiunge che la vittima beneficia del versamento sistematico, veloce e diretto delle somme che riparano i suoi danni con la cassa di sicurezza sociale che si occupa poi di ricuperare ne presso l’importo del datore di lavoro; una vittima-tale il richiedente-beneficio cos? di un indennizzo sistematico che non dipende n? della solvibilit? dell’autore del danno n? del potere di valutazione dei tribunali.
36. Il secondo motivo di interesse generale rileva della necessit? di prendere in conto il carico che rappresenterebbe le prestazioni servite in caso di indennizzo integrale (carico economico per i datori di lavoro che finanziano integralmente i ramo incidenti del lavoro e malattie professionali) ed incarica finanziaria per la ramo malattia della sicurezza sociale che potrebbe valutare si a parecchi miliardi di euros. Secondo il Governo, l’indennizzo sistematico dei salariati ha per contropartita un risarcimento parzialmente forfetario che soddisfa le esigenze di un’assicurazione sociale che approfitta al pi? grande numero.
37. Il Governo aggiunge che in caso di mancanza inescusabile del datore di lavoro, a prescindere della maggiorazione della rendita servita alla vittima di un incidente di lavoro o di una malattia professionale, il salariato pu? ottenere non solo della giurisdizione di sicurezza sociale la condanna del datore di lavoro al risarcimento dei capi di danno enumerato dall’articolo L. 452-3 del codice della sicurezza sociale, ma anche dell’insieme dei danni non coperti col libro IV di questo codice: gli oneri di pianificazione dell’alloggio e di adattamento di un veicolo; il deficit funzionale temporaneo; i bisogni di assistenza con un terza persona temporanea; il danno sessuale; le sofferenze fisiche e giuridiche non indennizzate a titolo del deficit funzionale permanente. Osserva che, nella sua sentenza del 4 aprile 2013, la corte di appello di Parigi ha riconosciuto al profitto del richiedente il diritto all’indennizzo dei tali danni, non coperti col libro IV.
38. Secondo il Governo, le regole che limitano il diritto di agire della vittima di un incidente del lavoro devono essere analizzate nella cornice del dispositivo globale di sicurezza sociale di cui partecipano. Ora il richiedente farebbe solamente un’analisi selettiva delle disposizioni applicabili.
39. Il Governo sottolinea che conclusione di un compromesso ?conomico-giuridico molto favorevole ai salariati, la legislazione francese ? fondata oggi su un doppio equilibro sociale. Il primo fattore di equilibrio terrebbe alla rapidit?, la sicurezza e l’efficacia di un sistema giuridico di riconoscenza degli incidenti del lavoro e delle malattie professionali di cui il trattamento ? incorniciato in modo rigorosa e molto favorevole alle vittime che non si trovano confrontate ai termini e rischi dei procedimenti classici e ? garantito del risarcimento immediato del loro danno. Il secondo fattore di equilibrio si troverebbe nel sistema pubblico di gestione dell’indennizzo degli incidenti del lavoro, affidato ai CPAM che devono mettere in bilancia le quote o risorse di ogni natura che servono al finanziamento di questo rischio e l’aggravamento accertato tanti il livello del rischio s? che i danni a coprire che rivestono delle forme ed obiettivi nuovi e pi? larghi.
2. Il richiedente
40. Il richiedente replica che poteva avvalersi di una speranza legittima di ottenere un indennizzo integrale dei danni nati di una mancanza del suo datore di lavoro, il diritto francese della responsabilit? civile che consacra un principio generale di indennizzo integrale ed il Consiglio costituzionale avendo considerato, nel suo decisione no 2010-8 QPC, un diritto ad indennizzo dell’insieme dei danni non coperti col libro IV del codice di sicurezza sociale.
41. Stima peraltro che bisogna dedurre di questa decisione che il Consiglio costituzionale ha considerato che, quando c’? mancanza inescusabile del datore di lavoro, le vittime di incidenti del lavoro o di malattie professionali sono nella stessa situazione che le vittime di diritto comune: nei due casi, subiscono un danno causato dalla mancanza di uno terzo, ed egli esiste un legame di causalit? tra la mancanza ed i danni. Insiste sul fatto che non si tratta di confrontare col regime della responsabilit? civile che richiede una mancanza, il regime generale dell’indennizzo degli incidenti del lavoro e delle malattie professionali che non richiede la prova di una mancanza, ma quello dell’indennizzo degli incidenti del lavoro e delle malattie professionali in caso di mancanza inescusabile del datore di lavoro.
42. Mette poi in evidenza il fatto che la differenza tra gli indennizzi accordato in virt? del regime degli incidenti del lavoro e delle malattie professionali e quell’accordata dell’ordine ? a titolo del diritto comune di 1 a 9. Ora, secondo lei, un tale scarto non ? compensato da un regime giuridico pi? favorevole. I procedimenti in materia di incidente del lavoro per mancanza inescusabile sarebbero complessi difatti: il datore di lavoro contesterebbe generalmente la vittima che si trova allora nella stessa situazione la mancanza, ci? che implicherebbe il sequestro del tribunale delle cause di sicurezza sociale, che una vittima di diritto comune. Di pi?, sarebbero particolarmente lunghe, ci? che illustrerebbe il suo caso, 14 anni tra la malattia dichiarata e le sentenze della Corte di cassazione. Il richiedente considera inoltre che il si saprebbe considerare solamente questo regime ? pi? favorevole del regime di diritto comune per la ragione che permette un indennizzo sistematico, poich? in diritto comune, l’autore del danno ? praticamente sempre assicurato a titolo della responsabilit? civile obbligatoria in mancanza di che cosa lo sciolgo di indennizzo delle vittime interviene. Allontana peraltro l’argomento economico avanzato col Governo, sottolineando che i ramo incidenti del lavoro della sicurezza sociale non sono deficitari e che ritorna in fine al datore di lavoro colpevole da pagare. Secondo lei, a supporre anche che sia dimostrato che l’indennizzo integrale dei danni causati dalla mancanza inescusabile del datore di lavoro farebbe pesare un rischio importante sulle finanze pubbliche, basterebbe per ovviare di mettere in opera un sistema obbligatorio di assicurazione dei datori di lavoro che coprono specificamente questo tipo di mancanza. Infine, il richiedente osserva che, su 670 000 incidenti del lavoro con sentenza di lavoro e 55 000 malattie professionali con anno, il numero di mancanze inescusabili riconosciute ? annualmente di circa 1 000.
B. Valutazione della Corte
1. Sull’ammissibilit?
43. Trattandosi dell’eccezione sollevata dal Governo, la Corte ricorda che l’articolo 14 della Convenzione fa completare solamente le altre clausole patrimoniali della Convenzione e dei suoi protocolli. Non ha esistenza indipendente, poich? vale unicamente per “il godimento dei diritti e libert?” che garantiscono. L’applicazione dell’articolo 14 non presuppone necessariamente la violazione di uno dei diritti materiali garantiti dalla Convenzione (vedere, per esempio, Stec ed altri c. Regno Unito, d?c.) [GC], i nostri 65731/01 e 65900/01, ? 39, e Biao c. Danimarca [GC], no 38590/10, ? 88, CEDH 2016.
44. Cos?, nello specifico, affinch? l’articolo 14 possa essere combinato con l’articolo 1 del Protocollo no 1, occorre e basta che i fatti cadano sotto l’impero di questa ultima disposizione, questo essere-a-argomento, nelle circostanze della causa, che il richiedente possa dire si titolare di un bene nel contesto delle sue pretese indennizzanti.
45. La Corte ricorda a questo riguardo che la nozione di “beni” pu? ricoprire tanta i “beni reali” che i valori patrimoniali, ivi compreso, in certe situazioni buone definite, dei crediti. Affinch? un credito possa essere considerato come un “valore patrimoniale” che cade sotto l’influenza dell’articolo 1 del Protocollo no 1, occorre che il titolare del credito dimostri che questa ha una “base sufficiente in dritta interno”, per esempio che ? confermata da una giurisprudenza buona invalsa dei tribunali (vedere, per esempio, Maurice c. Francia [GC], no11810/03, ? 63, CEDH 2005 IX, Draon c. Francia [GC], no 1513/03, ? 68, 6 ottobre 2005 e M.C. ed altri c. Italia, no 5376/11, ? 77, 3 settembre 2013,; deve dimostrare che ha una “speranza legittima” di vedere questo credito concretarsi (vedere, per esempio, Pressos Compania Naviera S.p.A. ed altri c. Belgio, 20 novembre 1995, ? 31, serie Ha no 332, cos? come Maurice, precitato, ?? 64-66. Come l’orologio i cause Pressos Compania Naviera S.p.A. ed altri, Maurice e M.C. precitate, quando queste condizioni sono riunite, un diritto a risarcimento pu? costituire allora un bene al senso dell’articolo 1 del Protocollo no 1 stesso che l’importo del risarcimento dipende dalla valutazione delle giurisdizioni. Ci? che importa questo ? che le condizioni di impegno della responsabilit? sul fondamento del diritto positivo siano riunite (vedere ? 69 Maurice, precitato,), cos? che l’interessato possa avvalersi di un “interesse pecuniario riconosciuto” in dritto interno, Plechanow c. Polonia, no 22279/04, ? 85, 7 luglio 2009,; pu? allora si argomento titolare di un “valore patrimoniale” costitutivo di un bene, al senso dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
46. La Corte rinvia in particolare, a titolo di illustrazione, al causa Pressos Compania Naviera S.p.A. ed altri. Questa causa riguardava dei crediti in risarcimento che risulta da incidenti di navigazione supposta essere stato provocato dalla negligenza di piloti belgi. In virt? del diritto belga della responsabilit?, i crediti prendevano nascita fin dal sopraggiungere del danno. La Corte ha considerato che un credito di questo genere-di cui, con definizione, l’importo, se non ? la superficie, sono a stabilire-si analizzava in un valore patrimoniale ed aveva dunque il carattere di un bene, al senso dell’articolo 1 del Protocollo no 1. Ha considerato a questo riguardo che nello stato del diritto positivo al momento dei fatti, i richiedenti potevano pretendere avere una speranza legittima di vedere concretizzare i loro crediti in quanto agli incidenti in causa conformemente al diritto comune della responsabilit?.
47. Questo essendo sottolineato, la Corte constata che in Francia, le salariati vittime di incidenti del lavoro o di malattie professionali beneficiano di un regime di indennizzo automatico, sicuramente, dei loro danni patrimoniali, e che possono ottenere un indennizzo complementare quando l’incidente che hanno subito o la malattia che hanno contratto risulta da una mancanza inescusabile del datore di lavoro. Rileva poi che il carattere professionale della malattia di cui soffre il richiedente ? stato riconosciuto dalle giurisdizioni interne, tutto siccome il fatto che questa malattia ha per causa una mancanza inescusabile del suo datore di lavoro. Ne deduce che le condizioni di impegno della responsabilit? del datore di lavoro del richiedente erano riunite e che questa ultima aveva una speranza legittima di vedere il suo diritto a risarcimento concretarsi. Le giurisdizioni interne hanno dello resto riconosciuto il diritto a risarcimento del richiedente al titolo non solo del regime generale degli incidenti del lavoro e delle malattie professionali ma anche-stessi se non hanno accolto l’interezza delle sue pretese-della mancanza inescusabile del datore di lavoro.
48. Il diritto a risarcimento del richiedente a ragione della malattia professionale che ha contratto ? limitato certo nella sua superficie con le prescrizioni del diritto interno. Non ne resta meno del richiedente ?, in questo limite, in misura di avvalersi di un interesse pecuniario riconosciuto in dritto interno e dunque di un “valore patrimoniale” costitutivo di un bene, al senso dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
49. L’esistenza di un bene di cui il richiedente pu? dire si titolare ? sufficientemente invalsa dunque affinch? possa essere considerato che i fatti della causa cadono sotto l’impero dell’articolo 1 del Protocollo no 1, ed affinch? il richiedente sia in grado di invocare l’articolo 14 della Convenzione in combinazione con questa disposizione. Pertanto, conviene respingere l’eccezione del Governo.
50. Constatando peraltro che questo motivo di appello non ? manifestamente male fondato al senso dell’articolo 35 ? 3 ha, della Convenzione e che non cozza contro nessuno altro motivo di inammissibilit?, la Corte lo dichiara ammissibile.
2. Sul fondo
ha, Principi generali
51. Uniche le differenze di trattamenti fondati su una caratteristica identificabile (“situazione”) sono suscettibili di rivestire un carattere discriminatorio alle fini dell’articolo 14 della Convenzione. Inoltre, affinch? un problema si porsi allo sguardo di questa disposizione, deve avere una differenza nel trattamento di persone collocate nelle situazioni analoghe o comparabili. Una tale distinzione ? discriminatoria se manca di giustificazione obiettiva e ragionevole, questo essere-a-argomento se non insegue un scopo legittimo o se non c’? un rapporto ragionevole di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo previsto. Peraltro, gli Stati contraenti godono di un certo margine di valutazione per determinare se e delle distinzioni giustificano in quale misura delle differenze tra le situazioni ad altri riguardi analoghi di trattamento. La superficie di questo margine di valutazione varia secondo le circostanze, le tenute ed il contesto. Un’ampia latitudine ha lasciato di solito allo stato per prendere delle misure di ordine generale in materia economica o sociale. Grazie ad una cognizione diretta della loro societ? e dei suoi bisogni, le autorit? nazionali si trovano in principio pi? meglio collocato che il giudice internazionale per determinare ci? che ? di utilit? pubblica in materia economica o in materia sociale, e la Corte rispetto in principio il modo di cui lo stato concepisce gli imperativi dell’utilit? pubblica, salvo si il suo giudizio si rivela “manifestamente privo di base ragionevole” (vedere, per esempio, Carson ed altri c. Regno Unito [GC], no 42184/05, ? 61, CEDH 2010. La Corte ha giudicato in particolare che gli Stati dispongano di un larghi margino di valutazione nella tenuta dell’assicurazione sociale (vedere, in particolare, Ruszkowska c. Polonia, no 6717/08, ?? 52-53, 1 luglio 2014.
52. Peraltro, trattandosi delle differenze di trattamento che non sono fondate su uno dei criteri enumerati all’articolo 14 della Convenzione, uniche queste che ? fondato su una caratteristica personale con la quale delle persone o gruppi di persone si distinguono uni degli altri sono suscettibili di rilevare di “tutta altra situazione”, other status, nella versione in inglese della Convenzione, al senso dell’articolo 14 della Convenzione, e di rivestire un carattere discriminatorio alle fini di questa disposizione (vedere, in particolare, Kjeldsen, Busk Madsen e Pedersen c. Danimarca, 7 dicembre 1976, ? 56, serie Ha no 23, e Carson ed altri, precitato, ? 70.
53. Infine, nella misura in cui, nello specifico, il richiedente si lamenta di disuguaglianze in un regime di sicurezza sociale, la Corte ricorda che l’articolo 1 del Protocollo no 1 non comprende un diritto ad acquisire dei beni. Non limita in niente la libert? che ha gli Stati contraenti di decidere se conviene o no di mettere in opera un qualsiasi regime di sicurezza sociale o di scegliere il tipo o il livello delle prestazioni dinnanzi ad essere accordate a titolo di simile regime. Quindi tuttavia che un Stato decide di creare un regime di prestazioni o di pensioni, deve farlo di un modo compatibile con l’articolo 14 della Convenzione (vedere, in particolare, precitati, Stec ed altri, ? 53, e Ruszkowska, ? 54.
b, Applicazione di questi principi
54. La Corte rileva che, come indicato precedentemente, in Francia, una salariato vittima di un incidente del lavoro o di una malattia professionale beneficia di un regime speciale di coperta e di indennizzo. Questo regime comprende la presa incaricata automatica col CPAM delle cure mediche fino alla data della guarigione o del consolidamento della ferita del salariato cos? come, all’occorrenza, il versamento durante il periodo di incapacit? temporanea il cortese ad interrompere il suo lavoro, di indennit? giornaliere destinate a compensare la sua perdita di stipendio. Peraltro, quando conformemente alla malattia o dell’incidente, soffre di un’incapacit? permanente di lavoro, pu?, senza avere a dimostrare una mancanza del suo datore di lavoro, ottenere un indennizzo destinato a compensare la perdita di stipendio, costituito di un capitale quando il tasso dell’incapacit? ? inferiore al 10%, e di una rendita vitalizia quando il tasso ? uguale o superiore a questa percentuale. In compenso della responsabilit? sicuramente del datore di lavoro, l’indennit? versata al salariato ? forfetaria e non coprire i danni detti extrapatrimoniali, paragrafi 20-21 sopra.
55. Quando l’incidente o la malattia professionale sono dovuti ad una “mancanza inescusabile” del datore di lavoro, il salariato ha diritto ad un indennizzo complementare che prende la forma di una maggiorazione del capitale o della rendita precitata; l’articolo L. 452-3 del codice della sicurezza sociale aggiunge che a prescindere di questa maggiorazione della rendita, il salariato pu? ottenere anche il risarcimento del danno causato dalle sofferenze fisiche e giuridiche, del danno estetico, del danno di consenso e del danno risultante della perdita o della diminuzione delle sue possibilit? di promozione professionale, se ? raggiunta di un tasso di incapacit? permanente del 100%, pu? pi? ne ottenere in vigore un’indennit? forfetaria uguale all’importo del salario minimo legale alla data di consolidamento, (paragrafi 22-24 sopra. Risulta del decisione no 2010-8 QPC del Consiglio costituzionale del 18 giugno 2010, paragrafo 26 sopra, che questa enumerazione non ? limitativa, il salariato potendo chiedere al datore di lavoro risarcimento dell’insieme dei danni non coperti col libro IV del codice della sicurezza sociale, il libro IV riguarda le prestazioni legali cos? come i complementi contemplati in caso di mancanza inescusabile. Inversamente, dal momento che un danno ? coperto dal libro IV, non sarebbe ci? che il salariato non pu? ottenere parzialmente, pi? dell’importo delle prestazioni legalmente previste.
56. Cos? giurisdizione dei paragrafi 8-9, 13 e 16 sopra, il richiedente si ? visto assegnare col CPAM una rendita di incapacit? di 11 377,22 EUR con anno, che il tribunale delle cause di sicurezza sociale di Cr?teil ha portato al massimo (12 749,64 EUR, dopo avere constatato la “mancanza inescusabile” del datore di lavoro. Investito da lei, questo stesso tribunale gli ha accordato 745 042,81 EUR per risarcimento integrale del suo danno (onere legato all’assistenza di un terza nessuno) incidenza professionale, deficit funzionale temporaneo, sofferenze patite, danno estetico, danno di consenso e danno patrimoniale evolutivo. La corte di appello di Parigi ha ridotto per? questo importo a 91 266 EUR, si tratta dell’importo indicato dal richiedente nella sua richiesta; non corrisponde a quell’al quale condotto l’addizione degli importi che risultano dalla sentenza della corte di appello, paragrafo 16 sopra,), dal momento che soli i danni che non danno adito a nessuno indennizzo a titolo del libro IV, anche forfetario plafonata o, potevano essere oggetto di un risarcimento in caso di mancanza inescusabile del datore di lavoro. Ha escluso perci? l’indennizzo a titolo complementare dell’incidenza professionale e degli oneri relativi all’assistenza di un terza persona permanente-tutti due essendo coperti dal libro IV-ma ha ammesso l’indennizzo a titolo del terza persona temporanea e del deficit temporaneo.
57. Cos?, mentre il regime di responsabilit? per mancanza di diritto comune permette alla vittima della mancanza di ottenere il risarcimento integrale del suo danno-sotto riserva che dimostra la mancanza di quell’a cui chiede risarcimento, il danno ed il legame di causalit? tra questi-, il richiedente di cui la malattia ? stata causata da una mancanza del suo datore di lavoro, non ha potuto ottenere risarcimento integrale del danno legato a questa malattia.
58. La Corte constata mentre le salariati vittime di un incidente del lavoro o di una malattia professionale causato dalla mancanza del loro datore di lavoro e le individui vittime di danni corporali o di attentati alla salute causata dalla mancanza di una nessuno che non ? il loro datore di lavoro non si trovano nelle situazioni analoghe o comparabili.
59. Certo, le due situazioni si avvicinano una dell’altro in ci? che si tratta in ogni caso di persone che soffrono di danni corporali o di attentati alla loro salute causata dalla mancanza di altrui che cerca di ottenere risarcimento.
60. Si non pu? ignorare per? in questo contesto le specificit? della relazione tra un datore di lavoro ed i suoi impiegati. Si tratta di una relazione contrattuale, abbinata per ciascuno di diritti e di obblighi particolari, e caratterizzato da un legame di subordinazione legale. Questa relazione ? regolata da un regime giuridico proprio che si distingue nettamente del regime generale delle relazioni tra individui. Il diritto francese della responsabilit? dei datori di lavoro in caso di incidente del lavoro o di malattia professionista degli impiegati ? l’espressione di questa specificit? nel contesto della responsabilit? civile.
61. Il regime francese della responsabilit? in caso di incidenti del lavoro o di malattie professionali ? cos? molto differente del regime di diritto comune in questo che per molto, non si fonda sulla prova di una mancanza e di un legame di causalit? tra la mancanza ed i danni, e sull’intervento di un giudice, ma sulla solidariet? e l’automaticit?. Ne distingue anche si in ci? che opera in tre fasi: primariamente, la presa incaricata automatica dell’incapacit? temporanea; secondariamente, l’indennizzo automatico dell’incapacit? permanente; terzo, la possibilit? di ottenere un indennizzo complementare in caso di mancanza inescusabile del datore di lavoro, paragrafi 54-55 sopra.
62. Siccome l’ha sottolineato il Consiglio costituzionale nel suo decisione no 2000-8 QPC precitati, le salariati vittime di un incidente di lavoro o di una malattia professionale beneficiano cos? di un diritto a risarcimento dal momento che l’incidente ? sopraggiunto dal fatto o in occasione del lavoro, durante il tragitto verso o dal posto di lavoro o in caso di malattia di origine professionale, anche se hanno loro stessi commisi una mancanza inescusabile. Peraltro, qualunque sia la situazione del datore di lavoro, le indennit? sono versate dal CPAM ai salariati che si trovano del tipo dispensato di impegnare un’azione in responsabilit? contro il loro datore di lavoro e di provare la mancanza di questo. Secondo il Consiglio costituzionale, questo regime speciale garantisce l’automaticit?, la rapidit? e la sicurezza del risarcimento degli incidenti del lavoro e delle malattie professionali.
63. Di pi?, per ci? che ? specificamente del risarcimento del danno del salariato a ragione della mancanza inescusabile del datore di lavoro, bisogna rilevare che venga in complemento di risarcimenti automaticamente percepiti dal primo, ci? che distingue anche l? la sua situazione rispetto alla situazione di diritto comune.
64. Ne risulta che, nel contesto del risarcimento del danno, la situazione della salariato vittima di un incidente del lavoro o di una malattia professionale non ? la stessa che quella di una persona vittima di un danno che si prodursi in un altro contesto. La situazione del responsabile del danno ? anche differente, poich?, nella cornice di un incidente del lavoro o di una malattia professionale, il risarcimento del danno ? in un primo tempo al carico no del datore di lavoro della salariato vittima ma della collettivit? dei datori di lavoro, i ramo incidenti del lavoro e malattie professionali essendo finanziati dalle quote prelevate presso dei datori di lavoro.
65. Tutto sommato, si tratta dell’applicazione di regimi giuridici distinti alle persone che si trovano nelle situazioni distinte.
66. Ora, come la Corte l’ha ricordato precedentemente, paragrafo 51 qui sopra, affinch? un problema si porsi allo sguardo dell’articolo 14 della Convenzione, deve avere una differenza nel trattamento di persone collocate nelle situazioni analoghe o comparabili.
67. Pertanto, non c’? stata violazione dell’articolo 14 della Convenzione combinata con l’articolo 1 del Protocollo no 1.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Dichiara la richiesta ammissibile;

2. Stabilisce che non c’? stata violazione dell’articolo 14 della Convenzione combinata con l’articolo 1 del Protocollo no 1.
Fatto in francese, poi comunicato per iscritto il 12 gennaio 2017, in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento della Corte.
Milano Bla?ko Angelika Nu?berger
Cancelliere aggiunge Presidentessa

Testo Tradotto

Conclusions: Non-violation de l’article 14+P1-1 – Interdiction de la discrimination (Article 14 – Discrimination) (article 1 du Protocole n? 1 -Protection de la propri?t? article 1 al. 1 du Protocole n? 1 – Biens)

CINQUI?ME SECTION

AFFAIRE SAUMIER c. FRANCE

(Requ?te no 74734/14)

ARR?T

STRASBOURG

12 janvier 2017

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Saumier c. France,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (cinqui?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
Angelika Nu?berger, pr?sidente,
Erik M?se,
Khanlar Hajiyev,
Andr? Potocki,
Yonko Grozev,
S?ofra O?Leary,
Carlo Ranzoni, juges,
et de Milan Bla?ko, greffier adjoint de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 29 novembre 2016,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 74734/14) dirig?e contre la R?publique fran?aise et dont une ressortissante de cet ?tat, Mme Laure Saumier (? la requ?rante ?), a saisi la Cour le 24 novembre 2014 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. La requ?rante est repr?sent?e par Me Christophe Pettiti, avocat ? Paris. Le gouvernement fran?ais (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par son agent, M. Fran?ois Alabrune, directeur des affaires juridiques au minist?re des Affaires ?trang?res.
3. La requ?rante all?gue en particulier que, contrairement aux victimes de fautes relevant du droit commun, les salari?s qui, comme elle, sont victimes d?accidents du travail ou de maladies professionnelles dus ? une faute inexcusable de leur employeur, ne peuvent obtenir la r?paration int?grale de leur pr?judice ; elle invoque l?article 14 de la Convention combin? avec l?article 1 du Protocole no 1.
4. Le 9 juin 2015, le grief concernant l?article 14 de la Convention combin? avec l?article 1 du Protocole no 1 a ?t? communiqu? au Gouvernement, et la requ?te a ?t? d?clar?e irrecevable pour le surplus conform?ment ? l?article 54 ? 3 du R?glement de la Cour.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
5. La requ?rante est n?e en 1967 et r?side ? Le Plessis Trevise.
6. La requ?rante ?tait employ?e par un laboratoire du 11 f?vrier 1986 au 28 octobre 1987. Ayant ?t? expos?e ? du bioxyde de mangan?se au cours de ses fonctions, elle contracta la maladie de Parkinson, dont elle ressentit les premi?res cons?quences ? l??ge de 27 ans. La maladie fut constat?e m?dicalement en 2000. Lourdement handicap?e, elle dut cesser toute activit? professionnelle et a d?sormais besoin d?une assistance permanente.
A. Les jugements du tribunal des affaires de s?curit? sociale de Cr?teil
7. Le 3 mai 2007, le tribunal des affaires de s?curit? sociale de Cr?teil reconnut le caract?re professionnel de la maladie de la requ?rante.
8. Le 17 juillet 2008, la caisse primaire d?assurance maladie (? CPAM ?) de Cr?teil lui reconnut un taux d?incapacit? permanent de 70 % et lui alloua une rente d?incapacit? de 11 377,22 EUR par an.
9. Par un jugement du 15 octobre 2010, le tribunal des affaires de s?curit? sociale de Cr?teil reconnut la faute inexcusable de l?employeur et fixa la rente ? son taux maximum, soit 12 749,64 EUR par an. Il ordonna une expertise pour l??valuation des pr?judices extrapatrimoniaux.
10. D?pos? le 26 mars 2011, le rapport retient un d?ficit fonctionnel temporaire partiel de 33 % du 26 octobre 1998 au 30 septembre 2002, de 50 % jusqu?au 31 d?cembre 2004, puis de 66 % jusqu?au 31 d?cembre 2007. Il fixe la date de consolidation au 1er janvier 2008 et retient un d?ficit fonctionnel permanent de 50 % ? partir de cette date. Il ?value les souffrances (physiques et morales) subies ? 5 sur 7 et les atteintes esth?tiques ? 1 sur 7. Il note que, sur le plan professionnel, la requ?rante est consid?r?e comme inapte d?finitive par les organismes de s?curit? sociale, et rel?ve un pr?judice d?agr?ment r?sultant du fait qu?elle a d? renoncer ? certaines activit?s sportives ou de loisir. Il pr?conise en outre de retenir une aide par tierce personne pour les activit?s courantes ? raison de cinq heures par jour du 1er octobre au 31 d?cembre 2004, de quatre heures par jours jusqu?au 16 juillet 2008 et de 3 heures par jour ? partir du 17 juillet 2008, ? date ? laquelle la s?curit? sociale a fix? un taux d?invalidit? ? 70 % avec effet r?troactif ?. Enfin, il pr?cise que ? des r?serves sont ? ?mettre sur l?aggravation ?ventuelle de la pathologie pr?sent?e par [la requ?rante] ?.
11. Sur la base de ce rapport, la requ?rante demanda l?indemnisation de l?ensemble de ses pr?judices, ? hauteur de 1 211 664,90 EUR.
12. La CPAM refusa de faire l?avance de la r?paration de l?int?gralit? des pr?judices r?clam?s par la requ?rante. Elle faisait valoir que le dernier alin?a de l?article L. 452-3 du code de la s?curit? sociale, relatif ? cette modalit? (article 23 ci-dessous), ne visait que les pr?judices ?num?r?s par ce m?me article.
13. Par un jugement du 21 septembre 2011, le tribunal des affaires de s?curit? sociale de Cr?teil alloua 745 042,81 EUR ? la requ?rante : 88 934,72 EUR pour les frais de tierce personne temporaire ; 457 708,09 EUR pour les frais de tierce personne permanente ; 100 000 EUR pour l?incidence professionnelle ; 29 400 EUR pour le d?ficit fonctionnel temporaire ; 22 000 EUR pour les souffrances endur?es ; 2 000 EUR pour pr?judice esth?tique ; 15 000 EUR pour pr?judice d?agr?ment ; 30 000 EUR pour pr?judice extrapatrimonial ?volutif. Il dit en outre que la CPAM devait faire l?avance de l?ensemble de ces sommes ? la requ?rante. Il la d?bouta en revanche de ses pr?tentions relatives ? ? la perte de gains professionnels actuels et futurs et [au] d?ficit fonctionnel permanent (r?paration forfaitaire) ?. Le tribunal retint que ? la perte de gains professionnels [avait] fait l?objet d?une r?paration forfaitaire par les indemnit?s journali?res, de m?me que la perte de gains professionnels futur, par la rente ?, et qu?? il n?apparai[ssait] pas qu?en sus de cette r?paration forfaitaire, Mme Saumier ait droit ? une r?paration compl?mentaire ?.
B. L?arr?t de la cour d?appel de Paris
14. Saisie par la CPAM, la cour d?appel de Paris, par un arr?t du 4 avril 2013, infirma le jugement en ce qu?il allouait une indemnisation au titre de l?incidence professionnelle, du d?ficit fonctionnel permanent, de la tierce personne permanente et du pr?judice extrapatrimonial ?volutif, et d?bouta la requ?rante de ses demandes y relatives. L?arr?t est ainsi r?dig? :
? Consid?rant qu?aux termes de l?article L. 452-3 du code de la s?curit? sociale, ind?pendamment de la majoration de rente d?accident du travail, la victime a le droit de demander la r?paration du pr?judice caus? par les souffrances physiques et morales par elle endur?es, de ses pr?judices esth?tiques et d?agr?ment ainsi que celle du pr?judice r?sultant de la perte ou de la diminution de ses possibilit?s de promotion professionnelle ; que, selon la d?cision [no 2000-8 QPC] du Conseil constitutionnel du 18 juin 2010, cette disposition ne fait pas obstacle aux demandes d?indemnisation des dommages non couverts par le livre IV du code de la s?curit? sociale ;
Consid?rant cependant que cette indemnisation compl?mentaire ne s??tend pas ? l?ensemble des postes d?indemnisation envisag?e par la nomenclature Dintilhac ; que seuls les dommages ne donnant lieu ? aucune indemnisation au titre du livre IV, m?me forfaitaire ou plafonn?e, peuvent d?sormais faire l?objet d?une r?paration en cas de faute inexcusable de l?employeur ;
Et consid?rant que la perte de gains professionnels, de l?incidence professionnelle et du d?ficit fonctionnel permanent sont d?j? r?par?s par la majoration de la rente d?accident pr?vue ? l?article L. 452-2 ; que les d?penses de sant? actuelles et futures sont prises en charge par les articles L. 431-1 1o et L. 432-1 ? L. 432-4, et les frais d?assistance d?une tierce personne apr?s la consolidation de l??tat de sant?, d?j? pr?vus par l?article L. 434-2, alin?a 3, quand bien m?me l?int?ress? ne remplirait pas les conditions d?incapacit? pour recevoir une indemnisation ? ce titre ; (…) ?
15. S?agissant du pr?judice extrapatrimonial ?volutif, la cour d?appel jugea qu?il ne pouvait ?tre indemnis? dans la mesure o? ce type de pr?judice recouvrait l?ensemble des pr?judices de caract?re personnel, tant physiques que psychiques, cons?cutifs ? la maladie professionnelle, et qu?il incluait par cons?quent les souffrances endur?es d?j? r?par?es par la somme allou?e ? ce titre ; or en qualifiant le pr?judice des souffrances endur?es de 5/7, l?expert avait pris en compte ? la longueur de l??volution de la maladie ?, les traitements subis, les douleurs dues ? ce traitement et les souffrances morales endur?es.
16. Par ailleurs, la Cour d?appel r?forma le jugement quant aux montants relatifs ? l?indemnisation au titre de la tierce personne temporaire et du d?ficit temporaire ? ces ?l?ments n??tant pas couverts par le livre IV du code de la s?curit? sociale ?, fixant ceux-ci ? 7 266 EUR et 15 000 EUR. La requ?rante obtint en cons?quence les sommes suivantes : 7 266 EUR, au titre de la tierce personne temporaire ; 15 000 EUR, au titre du d?ficit fonctionnel temporaire ; 22 000 EUR, au titre des souffrances endur?es ; 2 000 EUR, au titre du pr?judice esth?tique ; 15 000 EUR, au titre du pr?judice d?agr?ment.
C. L?arr?t de la Cour de cassation
17. La requ?rante se pourvut en cassation. Elle invoquait notamment l?article 6 ? 1 de la Convention et l?article 1 du Protocole no 1. Elle renvoyait par ailleurs ? la r?serve ?mise par le Conseil constitutionnel dans sa d?cision no 2010-8 QPC du 18 juin 2010, ? laquelle la cour d?appel de Paris faisait r?f?rence dans son arr?t du 4 avril 2013, et pr?sent?e au paragraphe 26 ci-dessous ; elle indiquait que cette r?serve visait ? garantir ? la victime l?indemnisation int?grale de son pr?judice, ce qui impliquait que les prestations sociales fussent compl?t?es de mani?re ? ce que l?int?gralit? du pr?judice subi f?t couverte. Elle ajoutait que seule cette interpr?tation permettait d?atteindre l?objectif fix? par le Conseil constitutionnel, ? savoir l??galit? entre les victimes d?actes fautifs. Selon elle, ? de fait, de la m?me mani?re qu?il n?existe aucune raison d?introduire une distinction entre les victimes fond?es sur les chefs de pr?judice indemnisables, il n?y a pas davantage de justification ? ce que certaines ? victimes d?actes fautifs ? fassent l?objet d?une r?paration incompl?te, forfaitaire ou inexistante, alors que d?autres ont l?gitimement droit ? la r?paration int?grale de leur pr?judice sur le fondement du droit commun ou d?un r?gime sp?cial ?.
18. La Cour de cassation (deuxi?me chambre civile) rejeta le pourvoi par un arr?t du 28 mai 2014. Elle jugea notamment ce qui suit :
? (…) les dispositions des articles L. 451-1, L. 452-1 et L. 452-3 du code de la s?curit? sociale, qui interdisent ? la victime d?un accident du travail ou d?une maladie professionnelle, imputable ? la faute inexcusable de l?employeur, d?exercer contre celui-ci une action en r?paration conform?ment au droit commun et pr?voient une r?paration sp?cifique des pr?judices caus?s, n?engendrent pas une violation du droit ? un proc?s ?quitable garanti par l?article 6 ? 1 de la Convention (…), ni une atteinte au droit au respect des biens prohib?e par l?article 1er du Protocole additionnel no 1, ? la Convention, du seul fait que la victime ne peut obtenir une r?paration int?grale de son pr?judice ;
(…) si l?article L. 452-3 du code de la s?curit? sociale, tel qu?interpr?t? par le Conseil constitutionnel dans sa d?cision no 2010-8 QPC du 18 juin 2010, dispose qu?en cas de faute inexcusable, la victime d?un accident du travail ou d?une maladie professionnelle peut demander ? l?employeur, devant la juridiction de s?curit? sociale, la r?paration d?autres chefs de pr?judice que ceux ?num?r?s par le texte pr?cit?, c?est ? la condition que ces pr?judices ne soient pas couverts par le livre IV du code de la s?curit? sociale ;
(…) ayant ?nonc? que la rente dont b?n?ficiait [la requ?rante] en application de l?article L. 452-2 de ce code indemnisait, d?une part, les pertes de gains professionnels et l?incidence professionnelle de l?incapacit?, d?autre part, le d?ficit fonctionnel permanent, de sorte que les dommages dont la victime demandait r?paration ?taient d?j? indemnis?s au titre du livre IV du code de la s?curit? sociale, la cour d?appel, qui n?avait pas ? proc?der ? la recherche pr?tendument omise, a d?cid? ? bon droit qu?ils ne pouvaient donner lieu ? indemnisation compl?mentaire sur le fondement de l?article L. 452-3 du m?me code. ?
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
19. Ins?r? dans le Titre 4 (consacr? aux ressources de la s?curit? sociale) du Livre II du code de la s?curit? sociale, l?article L. 241-5 de ce code pr?cise que ? les cotisations dues au titre des accidents du travail et des maladies professionnelles sont ? la charge exclusive des employeurs ?.
20. Le livre IV du code de la s?curit? sociale est consacr? aux ? accidents du travail et maladies professionnelles ?. Il comprend les articles L. 411-1 ? L. 482-5. Les articles L. 431-1 et L. 451-1 sont ainsi libell? :
Article L. 431-1
? Les prestations accord?es aux b?n?ficiaires du pr?sent livre comprennent :
1o) la couverture des frais m?dicaux, chirurgicaux, pharmaceutiques et accessoires, des frais li?s ? l?accident aff?rents aux produits et prestations inscrits sur la liste pr?vue ? l?article L. 165-1 et aux proth?ses dentaires inscrites sur la liste pr?vue ? l?article L. 162-1-7, des frais de transport de la victime ? sa r?sidence habituelle ou ? l??tablissement hospitalier et, d?une fa?on g?n?rale, la prise en charge des frais n?cessit?s par le traitement, la r?adaptation fonctionnelle, la r??ducation professionnelle et le reclassement de la victime. Ces prestations sont accord?es qu?il y ait ou non interruption de travail ;
2o) l?indemnit? journali?re due ? la victime pendant la p?riode d?incapacit? temporaire qui l?oblige ? interrompre son travail ; lorsque la victime est pupille de l??ducation surveill?e, l?indemnit? journali?re n?est pas due aussi longtemps que la victime le demeure sous r?serve de dispositions fix?es par d?cret en Conseil d??tat ;
3o) les prestations autres que les rentes, dues en cas d?accident suivi de mort ;
4o) pour les victimes atteintes d?une incapacit? permanente de travail, une indemnit? en capital lorsque le taux de l?incapacit? est inf?rieur ? un taux d?termin? [10 %], une rente au-del? et, en cas de mort, les rentes dues aux ayants droit de la victime.
La charge des prestations et indemnit?s pr?vues par le pr?sent livre incombe aux caisses d?assurance maladie. ?
Article L. 451-1
? Sous r?serve des dispositions pr?vues aux articles L. 452-1 ? L. 452-5, L. 454-1, L. 455-1, L. 455-1-1 et L. 455-2 aucune action en r?paration des accidents et maladies mentionn?s par le pr?sent livre ne peut ?tre exerc?e conform?ment au droit commun, par la victime ou ses ayants droit. ?
21. L?indemnit? en capital dont il est question ? l?article L. 431-1 4o ci-dessus est forfaitaire et varie selon l?importance de l?incapacit?. Quant ? la rente mentionn?e par cette m?me disposition, elle est ?gale au salaire annuel multipli? par le taux d?incapacit?. Toutefois, d?une part, le salaire pris en compte pour ce calcul ne peut ?tre sup?rieur ? 146 108,32 EUR (ni inf?rieur ? 18 263,54 EUR), et seule la partie du salaire inf?rieure ? 36 527,08 EUR est int?gralement prise en compte dans le calcul ; pour la partie sup?rieure ? ce montant, seul un tiers du surplus est pris en compte, ce tiers ?tant ensuite additionn? aux 36 527,08 euros. D?autre part, le taux d?incapacit? permanente n?est compt? que pour moiti? pour la partie inf?rieure ? 50 % ; la partie sup?rieure ? 50 % est multipli?e par 1,5 (exemple : si le taux d?incapacit? est de 60 %, le taux de la rente sera de 50/2 + 10 x 1,5 = 40 %).
22. Lorsque le taux d?incapacit? est ?gal ou sup?rieur ? 80 % et que la victime a besoin de l?assistance d?un tiers pour accomplir les actes de la vie courante, le montant de la rente peut ?tre major? (articles L. 434-2, troisi?me alin?a, et R. 434-3 du code de la s?curit? sociale).
23. Relatifs ? la ? faute inexcusable ou intentionnelle de l?employeur ?, les articles L. 452-1, L. 452-2, L. 452-3 et L. 452-5 sont r?dig?s comme il suit :
Article L. 452-1
? Lorsque l?accident est d? ? la faute inexcusable de l?employeur ou de ceux qu?il s?est substitu?s dans la direction, la victime ou ses ayants droit ont droit ? une indemnisation compl?mentaire dans les conditions d?finies aux articles suivants. ?
Article L. 452-2
? Dans le cas mentionn? ? l?article pr?c?dent, la victime ou ses ayants droit re?oivent une majoration des indemnit?s qui leur sont dues en vertu du pr?sent livre.
Lorsqu?une indemnit? en capital a ?t? attribu?e ? la victime, le montant de la majoration ne peut d?passer le montant de ladite indemnit?.
Lorsqu?une rente a ?t? attribu?e ? la victime, le montant de la majoration est fix? de telle sorte que la rente major?e allou?e ? la victime ne puisse exc?der, soit la fraction du salaire annuel correspondant ? la r?duction de capacit?, soit le montant de ce salaire dans le cas d?incapacit? totale.
(…) ?
Article L. 452-3
? Ind?pendamment de la majoration de rente qu?elle re?oit en vertu de l?article pr?c?dent, la victime a le droit de demander ? l?employeur devant la juridiction de s?curit? sociale la r?paration du pr?judice caus? par les souffrances physiques et morales par elle endur?es, de ses pr?judices esth?tiques et d?agr?ment ainsi que celle du pr?judice r?sultant de la perte ou de la diminution de ses possibilit?s de promotion professionnelle. Si la victime est atteinte d?un taux d?incapacit? permanente de 100 %, il lui est allou?, en outre, une indemnit? forfaitaire ?gale au montant du salaire minimum l?gal en vigueur ? la date de consolidation.
De m?me, en cas d?accident suivi de mort, les ayants droit de la victime mentionn?s aux articles L. 434-7 et suivants ainsi que les ascendants et descendants qui n?ont pas droit ? une rente en vertu desdits articles, peuvent demander ? l?employeur r?paration du pr?judice moral devant la juridiction pr?cit?e.
La r?paration de ces pr?judices est vers?e directement aux b?n?ficiaires par la caisse qui en r?cup?re le montant aupr?s de l?employeur. ?
Article L. 452-5
? Si l?accident est d? ? la faute intentionnelle de l?employeur ou de l?un de ses pr?pos?s, la victime ou ses ayants droit conserve contre l?auteur de l?accident le droit de demander la r?paration du pr?judice caus?, conform?ment aux r?gles du droit commun, dans la mesure o? ce pr?judice n?est pas r?par? par application du pr?sent livre. (…) ?
24. La d?termination du taux de la majoration mentionn?e par l?article L. 452-2 pr?cit? rel?ve de l?appr?ciation souveraine des juges du fond.
25. Le Conseil constitutionnel a ?t? saisi le 10 mai 2010 d?une question prioritaire de constitutionnalit? visant ces articles. Les requ?rants exposaient que le r?gime d?indemnisation des accidents du travail faisait obstacle ? ce que la victime obtienne de son employeur la r?paration int?grale de son pr?judice m?me dans l?hypoth?se o? ce dernier a commis une faute ? l?origine de l?accident, que le dispositif de majoration applicable lorsque l?employeur a commis une faute jug?e inexcusable ne permettait pas ? la victime de l?accident d?obtenir la r?paration de tous les pr?judices subis, qu??taient, en particulier, exclus du droit ? r?paration les pr?judices non mentionn?s par l?article L. 452-3, et qu?? l?exception du cas o? la faute commise par l?employeur rev?t un caract?re intentionnel, ces dispositions privaient la victime de la possibilit? de demander r?paration de son pr?judice selon les proc?dures de droit commun. Ils en d?duisaient que les dispositions en cause ?taient notamment contraires au principe constitutionnel d??galit? devant la loi.
26. Par une d?cision no 2010-8 QPC du 18 juin 2010, le Conseil constitutionnel a conclu ? la constitutionnalit? des dispositions contest?es tout en exprimant une r?serve. Sa d?cision est ainsi motiv?e :
? (…) 14. Consid?rant que les dispositions contest?es conf?rent ? la victime ou ? ses ayants droit un droit ? indemnisation du dommage r?sultant d?un accident du travail ou d?une maladie professionnelle et, en cas de litige, un droit de recours devant les juridictions de la s?curit? sociale sans supprimer leur droit d?action contre l?employeur en cas de faute inexcusable ou intentionnelle ; que, pour concilier le droit des victimes d?actes fautifs d?obtenir la r?paration de leur pr?judice avec la mise en ?uvre des exigences r?sultant du onzi?me alin?a du Pr?ambule de 1946, il ?tait loisible au l?gislateur d?instaurer par les articles L. 451-1 et suivants du code de la s?curit? sociale un r?gime sp?cifique de r?paration se substituant partiellement ? la responsabilit? de l?employeur ;
15. Consid?rant, en deuxi?me lieu, que, compte tenu de la situation particuli?re du salari? dans le cadre de son activit? professionnelle, la d?rogation au droit commun de la responsabilit? pour faute, r?sultant des r?gles relatives aux prestations et indemnit?s vers?es par la s?curit? sociale en application des articles pr?cit?s du code de la s?curit? sociale, est en rapport direct avec l?objectif de r?paration des accidents du travail et des maladies professionnelles vis? par le livre IV de ce code ;
16. Consid?rant, en troisi?me lieu, qu?en application des dispositions du titre II du livre IV du code de la s?curit? sociale, les prestations en nature n?cessaires aux victimes d?accidents du travail ou de maladies professionnelles sont totalement prises en charge et pay?es par la caisse d?assurance maladie ; que, durant la p?riode d?incapacit? temporaire, la victime re?oit des indemnit?s journali?res qui suppl?ent ? la perte de son salaire ; que, lorsqu?elle est atteinte d?une incapacit? permanente, lui est vers?e une indemnit? forfaitaire calcul?e en tenant compte notamment du montant de son salaire et du taux de son incapacit? ; qu?en d?pit de sa faute m?me inexcusable, ce droit ? r?paration est accord? au salari? d?s lors que l?accident est survenu par le fait ou ? l?occasion du travail, pendant le trajet vers ou depuis son lieu de travail ou en cas de maladie d?origine professionnelle ; que, quelle que soit la situation de l?employeur, les indemnit?s sont vers?es par les caisses d?assurance maladie au salari? ou, en cas de d?c?s, ? ses ayants droit ; que ceux-ci sont ainsi dispens?s d?engager une action en responsabilit? contre l?employeur et de prouver la faute de celui-ci ; que ces dispositions garantissent l?automaticit?, la rapidit? et la s?curit? de la r?paration des accidents du travail et des maladies professionnelles ; qu?elles prennent ?galement en compte la charge que repr?sente l?ensemble des prestations servies ; que, par suite, en l?absence de faute inexcusable de l?employeur, la r?paration forfaitaire de la perte de salaire ou de l?incapacit?, l?exclusion de certains pr?judices et l?impossibilit?, pour la victime ou ses ayants droit, d?agir contre l?employeur, n?instituent pas des restrictions disproportionn?es par rapport aux objectifs d?int?r?t g?n?ral poursuivis ;
17. Consid?rant que, lorsque l?accident ou la maladie est d? ? la faute inexcusable de l?employeur, la victime ou, en cas de d?c?s, ses ayants droit re?oivent une majoration des indemnit?s qui leurs sont dues ; qu?en vertu de l?article L. 452-2 du code de la s?curit? sociale, la majoration du capital ou de la rente allou?e en fonction de la r?duction de capacit? de la victime ne peut exc?der le montant de l?indemnit? allou?e en capital ou le montant du salaire ; qu?au regard des objectifs d?int?r?t g?n?ral pr?c?demment ?nonc?s, le plafonnement de cette indemnit? destin?e ? compenser la perte de salaire r?sultant de l?incapacit? n?institue pas une restriction disproportionn?e aux droits des victimes d?accident du travail ou de maladie professionnelle ;
18. Consid?rant, en outre, qu?ind?pendamment de cette majoration, la victime ou, en cas de d?c?s, ses ayants droit peuvent, devant la juridiction de s?curit? sociale, demander ? l?employeur la r?paration de certains chefs de pr?judice ?num?r?s par l?article L. 452-3 du code de la s?curit? sociale ; qu?en pr?sence d?une faute inexcusable de l?employeur, les dispositions de ce texte ne sauraient toutefois, sans porter une atteinte disproportionn?e au droit des victimes d?actes fautifs, faire obstacle ? ce que ces m?mes personnes, devant les m?mes juridictions, puissent demander ? l?employeur r?paration de l?ensemble des dommages non couverts par le livre IV du code de la s?curit? sociale ;
19. Consid?rant qu?il r?sulte de tout ce qui pr?c?de que, sous la r?serve ?nonc?e au consid?rant 18, les dispositions contest?es ne sont contraires ni au principe de responsabilit?, ni au principe d??galit?, ni ? aucun autre droit ou libert? que la Constitution garantit. ?
27. La Cour de cassation a soulign? que ? la d?cision du Conseil constitutionnel no 2010-8 QPC du 18 juin 2010 (…) n?a pas consacr? le principe de la r?paration int?grale du pr?judice caus? par l?accident d? ? la faute inexcusable de l?employeur ? (2?me Civ., 4 avril 2012, pourvoi no 11 10308 ; ajout? dans le r?sum? de l?arr?t figurant sur le site L?gifrance (service public de la diffusion du droit par l?internet) : ? mais interpr?te comme non limitative la liste des pr?judices figurant ? l?article L. 452-3 du code de la s?curit? sociale ?). Elle a ?galement indiqu? que, si l?article L. 452-3 du code de la s?curit? sociale, tel qu?interpr?t? par le Conseil constitutionnel dans sa d?cision no 2010-8 QPC, dispose qu?en cas de faute inexcusable, la victime d?un accident du travail ou d?une maladie professionnelle peut demander ? l?employeur, devant la juridiction de s?curit? sociale, la r?paration d?autres chefs de pr?judice que ceux ?num?r?s par le texte pr?cit?, c?est ? la condition que ces pr?judices ne soient pas d?j? couverts par le livre IV du code de la s?curit? sociale (Civ. 2?me, 4 avril 2012, pourvoi no 11-15393). Ont notamment ?t? jug?s couverts par le livre IV du Code de la s?curit? sociale, les d?penses de sant? actuelles (Civ. 2?me, 4 avril 2012, no11-18014), les pertes de gains professionnels (Civ. 2?me, 4 avril 2012, no11-10308 ; Civ. 2?me, 29 novembre 2012, no 11-25577), l?incidence professionnelle de l?incapacit? (Civ. 2?me, 4 avril 2012, no11-15393), l?assistance permanente par une tierce personne (jug?e d?j? couverte par la rente ; Civ. 2?me, 28 novembre 2013, no12-25338) et le d?ficit fonctionnel permanent (Civ. 2?me 4 avril 2012, no11-15393).
28. Le r?gime de responsabilit? pour faute de droit commun est fond? sur l?article 1382 du code civil, aux termes duquel ? tout fait quelconque de l?homme, qui cause ? autrui un dommage, oblige celui par la faute duquel il est arriv?, ? le r?parer ?. Il pose le principe de la r?paration int?grale du pr?judice, mais requiert que la victime d?montre la faute de celui ? qui elle demande r?paration, le dommage et le lien de causalit? entre ceux-ci.
EN DROIT
SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 14 DE LA CONVENTION COMBIN? AVEC L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1
29. La requ?rante d?nonce le fait que, contrairement aux victimes de fautes relevant du droit commun, les personnes qui, comme elle, sont victimes d?accidents du travail ou de maladies professionnelles dus ? une faute de leur employeur, ne peuvent obtenir la r?paration int?grale de leur pr?judice. Elle invoque l?article 14 de la Convention combin? avec l?article 1 du Protocole no 1, lesquels sont ainsi libell?s :
Article 14 de la Convention
? La jouissance des droits et libert?s reconnus dans la (…) Convention doit ?tre assur?e, sans distinction aucune, fond?e notamment sur le sexe, la race, la couleur, la langue, la religion, les opinions politiques ou toutes autres opinions, l?origine nationale ou sociale, l?appartenance ? une minorit? nationale, la fortune, la naissance ou toute autre situation. ?
Article 1 du Protocole no 1
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les Etats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
A. Th?ses des parties
1. Le Gouvernement
30. Le Gouvernement soutient tout d?abord que les faits d?nonc?s n?entrent pas dans le champ de l?article 1 du Protocole no 1, cette disposition ne garantissant pas un droit ? r?paration int?grale. Il en d?duit que le grief tir? de l?article 14 combin? avec cette disposition est irrecevable ratione materiae.
31. Il invite ensuite la Cour ? d?clarer ce grief irrecevable pour d?faut manifeste de fondement.
32. ? titre liminaire, le Gouvernement renvoie ? la d?cision du Conseil constitutionnel no 2010-8 QPC du 18 juin 2010. Il souligne qu?il en r?sulte que, d?s lors qu?un pr?judice est r?par?, m?me de fa?on partielle, par le livre IV du code de la s?curit? sociale, il est impossible pour la victime d?obtenir plus que le montant des prestations l?galement pr?vues ; en revanche, d?s lors qu?un pr?judice n?est pas r?par? par le livre IV, il a vocation ? ?tre indemnis? dans son int?gralit?, m?me s?il n?est pas mentionn? dans la liste de l?article L. 452-3 du code de la s?curit? sociale ; il suffit pour cela qu?il figure parmi les pr?judices indemnisables au titre du droit commun de la responsabilit?.
33. Le Gouvernement soutient que les victimes d?accidents du travail ou de maladies professionnelles sont dans une situation diff?rente de celle des autres victimes, le salari? ?tant dans un lien de subordination juridique avec l?employeur, et la survenance d?accidents et de maladies dans le cadre de l?ex?cution du travail constituant un risque particulier. Il constate ensuite que le crit?re de diff?renciation est la ? qualit? de salari? ?, laquelle ferait na?tre un lien de subordination et un risque particulier d?accidents et de maladies. Ce serait d?ailleurs cette diff?rence de situation qui aurait conduit ? la naissance d?un r?gime sp?cifique pour les salari?s.
34. Le Gouvernement admet que le crit?re de diff?renciation tir? de la qualit? de salari? rel?ve de ? toute autre situation ?, au sens de l?article 14, mais, renvoyant ? la d?cision du Conseil constitutionnel no 2010-8 QPC du 18 juin 2010, il fait valoir que le caract?re forfaitaire de la r?paration dans le contexte de certains pr?judices r?pond ? deux motifs d?int?r?t g?n?ral et repose sur une justification objective et raisonnable.
35. Le premier de ces objectifs rel?ve de la n?cessit? de prendre en compte les avantages dont b?n?ficient les victimes d?accidents du travail ou de maladies professionnelles par rapport ? la situation de celles qui ne peuvent agir que sur le fondement du droit commun de la responsabilit?. Le Gouvernement souligne ? cet ?gard qu?en mati?re d?accident du travail, la faute inexcusable peut ?tre reconnue l? o?, en droit commun, elle ferait d?bat : elle est caract?ris?e d?s lors que l?employeur avait ou aurait d? avoir conscience du danger auquel ?tait expos? son salari? et qu?il n?a pas pris les mesures n?cessaires pour l?en pr?munir ; il suffit de d?montrer que la faute de l?employeur ?tait une cause n?cessaire du dommage ; elle peut ?tre retenue m?me en cas de relaxe de l?employeur au p?nal. Il ajoute que la victime b?n?ficie du versement syst?matique, rapide et direct des sommes r?parant ses pr?judices par la caisse de s?curit? sociale, laquelle se charge ensuite d?en r?cup?rer le montant aupr?s de l?employeur ; une victime ? telle la requ?rante ? b?n?ficie ainsi d?une indemnisation syst?matique qui ne d?pend ni de la solvabilit? de l?auteur du dommage ni du pouvoir d?appr?ciation des tribunaux.
36. Le second motif d?int?r?t g?n?ral rel?ve de la n?cessit? de prendre en compte la charge que repr?senteraient les prestations servies en cas d?indemnisation int?grale (charge ?conomique pour les employeurs, qui financent int?gralement la branche accidents du travail et maladies professionnelles, et charge financi?re pour la branche maladie de la s?curit? sociale), qui pourrait se chiffrer ? plusieurs milliards d?euros. Selon le Gouvernement, l?indemnisation syst?matique des salari?s a pour contrepartie une r?paration partiellement forfaitaire, qui r?pond aux exigences d?une assurance sociale profitant au plus grand nombre.
37. Le Gouvernement ajoute qu?en cas de faute inexcusable de l?employeur, ind?pendamment de la majoration de la rente servie ? la victime d?un accident de travail ou d?une maladie professionnelle, le salari? peut obtenir de la juridiction de s?curit? sociale la condamnation de l?employeur ? la r?paration non seulement des chefs de pr?judice ?num?r?s par l?article L. 452-3 du code de la s?curit? sociale, mais aussi de l?ensemble des dommages non couverts par le livre IV de ce code : les frais d?am?nagement du logement et d?adaptation d?un v?hicule ; le d?ficit fonctionnel temporaire ; les besoins d?assistance par une tierce personne temporaire ; le pr?judice sexuel ; les souffrances physiques et morales non indemnis?es au titre du d?ficit fonctionnel permanent. Il observe que, dans son arr?t du 4 avril 2013, la cour d?appel de Paris a reconnu au profit de la requ?rante le droit ? l?indemnisation de tels pr?judices, non couverts par le livre IV.
38. Selon le Gouvernement, les r?gles limitant le droit d?agir de la victime d?un accident du travail doivent ?tre analys?es dans le cadre du dispositif global de s?curit? social dont elles participent. Or la requ?rante ne ferait qu?une analyse s?lective des dispositions applicables.
39. Le Gouvernement souligne qu?issue d?un compromis ?conomico-juridique tr?s favorable aux salari?s, la l?gislation fran?aise est aujourd?hui fond?e sur un double ?quilibre social. Le premier facteur d??quilibre tiendrait ? la rapidit?, la suret? et l?efficacit? d?un syst?me juridique de reconnaissance des accidents du travail et des maladies professionnelles dont le traitement est encadr? de mani?re stricte et tr?s favorable aux victimes, qui ne se trouvent pas confront?es aux d?lais et al?as des proc?dures classiques et sont assur?es de la r?paration imm?diate de leur pr?judice. Le second facteur d??quilibre se trouverait dans le syst?me public de gestion de l?indemnisation des accidents du travail, confi? aux CPAM, qui doivent mettre en balance les cotisations ou ressources de toutes natures qui servent au financement de ce risque et l?aggravation av?r?e tant du niveau du risque lui-m?me que des pr?judices ? couvrir, qui rev?tent des formes et objectifs nouveaux et plus larges.
2. La requ?rante
40. La requ?rante r?plique qu?elle pouvait se pr?valoir d?une esp?rance l?gitime d?obtenir une indemnisation int?grale des pr?judices n?s d?une faute de son employeur, le droit fran?ais de la responsabilit? civile consacrant un principe g?n?ral d?indemnisation int?grale et le Conseil constitutionnel ayant retenu, dans sa d?cision no 2010-8 QPC, un droit ? indemnisation de l?ensemble des dommages non couverts par le livre IV du code de s?curit? sociale.
41. Elle estime par ailleurs qu?il faut d?duire de cette d?cision que le Conseil constitutionnel a consid?r? que, lorsqu?il y a faute inexcusable de l?employeur, les victimes d?accidents du travail ou de maladies professionnelles sont dans la m?me situation que les victimes de droit commun : dans les deux cas, elles subissent un dommage caus? par la faute d?un tiers, et il existe un lien de causalit? entre la faute et le dommage. Elle insiste sur le fait qu?il ne s?agit pas de comparer avec le r?gime de la responsabilit? civile (qui requiert une faute), le r?gime g?n?ral de l?indemnisation des accidents du travail et des maladies professionnelles, qui ne requiert pas la preuve d?une faute, mais celui de l?indemnisation des accidents du travail et des maladies professionnelles en cas de faute inexcusable de l?employeur.
42. Elle met ensuite en exergue le fait que la diff?rence entre l?indemnisation accord?e en vertu du r?gime des accidents du travail et des maladies professionnelles et celle accord?e au titre du droit commun est de l?ordre de 1 ? 9. Or, selon elle, un tel ?cart n?est pas compens? par un r?gime juridique plus favorable. Les proc?dures en mati?re d?accident du travail pour faute inexcusable seraient en effet complexes : l?employeur contesterait g?n?ralement la faute, ce qui impliquerait la saisie du tribunal des affaires de s?curit? sociale, la victime se trouvant alors dans la m?me situation qu?une victime de droit commun. De plus, elles seraient particuli?rement longues, ce qu?illustrerait son cas (14 ans entre la maladie d?clar?e et l?arr?t de la Cour de cassation). La requ?rante consid?re en outre que l?on ne saurait retenir que ce r?gime est plus favorable que le r?gime de droit commun pour la raison qu?il permet une indemnisation syst?matique, puisqu?en droit commun, l?auteur du dommage est pratiquement toujours assur? au titre de la responsabilit? civile obligatoire, ? d?faut de quoi le fonds d?indemnisation des victimes intervient. Elle ?carte par ailleurs l?argument ?conomique avanc? par le Gouvernement, soulignant que la branche accidents du travail de la s?curit? sociale n?est pas d?ficitaire et qu?il revient in fine ? l?employeur fautif de payer. Selon elle, ? supposer m?me qu?il soit d?montr? que l?indemnisation int?grale des pr?judices caus?s par la faute inexcusable de l?employeur ferait peser un risque important sur les finances publiques, il suffirait pour y rem?dier de mettre en place un syst?me obligatoire d?assurance des employeurs couvrant sp?cifiquement ce type de faute. Enfin, la requ?rante observe que, sur 670 000 accidents du travail avec arr?t de travail et 55 000 maladies professionnelles par an, le nombre de fautes inexcusables reconnues annuellement est d?environ 1 000.
B. Appr?ciation de la Cour
1. Sur la recevabilit?
43. S?agissant de l?exception soulev?e par le Gouvernement, la Cour rappelle que l?article 14 de la Convention ne fait que compl?ter les autres clauses mat?rielles de la Convention et de ses protocoles. Il n?a pas d?existence ind?pendante, puisqu?il vaut uniquement pour ? la jouissance des droits et libert?s ? qu?elles garantissent. L?application de l?article 14 ne pr?suppose pas n?cessairement la violation de l?un des droits mat?riels garantis par la Convention (voir, par exemple, Stec et autres c. Royaume-Uni (d?c.) [GC], nos 65731/01 et 65900/01, ? 39, et Biao c. Danemark [GC], no 38590/10, ? 88, CEDH 2016).
44. Ainsi, en l?esp?ce, pour que l?article 14 puisse ?tre combin? avec l?article 1 du Protocole no 1, il faut et il suffit que les faits tombent sous l?empire de cette derni?re disposition, c?est-?-dire, dans les circonstances de la cause, que la requ?rante puisse se dire titulaire d?un bien dans le contexte de ses pr?tentions indemnitaires.
45. La Cour rappelle ? cet ?gard que la notion de ? biens ? peut recouvrir tant des ? biens actuels ? que des valeurs patrimoniales, y compris, dans certaines situations bien d?finies, des cr?ances. Pour qu?une cr?ance puisse ?tre consid?r?e comme une ? valeur patrimoniale ? tombant sous le coup de l?article 1 du Protocole no 1, il faut que le titulaire de la cr?ance d?montre que celle-ci a une ? base suffisante en droit interne ?, par exemple qu?elle est confirm?e par une jurisprudence bien ?tablie des tribunaux (voir, par exemple, Maurice c. France [GC], no11810/03, ? 63, CEDH 2005 IX, Draon c. France [GC], no 1513/03, ? 68, 6 octobre 2005 et M.C. et autres c. Italie, no 5376/11, ? 77, 3 septembre 2013) ; il doit d?montrer qu?il a une ? esp?rance l?gitime ? de voir cette cr?ance se concr?tiser (voir, par exemple, Pressos Compania Naviera S.A. et autres c. Belgique, 20 novembre 1995, ? 31, s?rie A no 332, ainsi que Maurice, pr?cit?, ?? 64-66). Comme le montre les affaires Pressos Compania Naviera S.A. et autres, Maurice et M.C. pr?cit?es, lorsque ces conditions sont r?unies, un droit ? r?paration peut constituer un bien au sens de l?article 1 du Protocole no 1 alors m?me que le montant de la r?paration d?pend de l?appr?ciation des juridictions. Ce qui importe c?est que les conditions d?engagement de la responsabilit? sur le fondement du droit positif soient r?unies (voir Maurice, pr?cit?, ? 69), de sorte que l?int?ress? puisse se pr?valoir d?un ? int?r?t p?cuniaire reconnu ? en droit interne (Plechanow c. Pologne, no 22279/04, ? 85, 7 juillet 2009) ; il peut alors se dire titulaire d?une ? valeur patrimoniale ? constitutive d?un bien, au sens de l?article 1 du Protocole no 1.
46. La Cour renvoie en particulier, ? titre d?illustration, ? l?affaire Pressos Compania Naviera S.A. et autres. Cette affaire concernait des cr?ances en r?paration r?sultant d?accidents de navigation cens?s avoir ?t? provoqu?s par la n?gligence de pilotes belges. En vertu du droit belge de la responsabilit?, les cr?ances prenaient naissance d?s la survenance du dommage. La Cour a consid?r? qu?une cr?ance de ce genre ? dont, par d?finition, le montant, si ce n?est l??tendue, sont ? ?tablir ? s?analysait en une valeur patrimoniale et avait donc le caract?re d?un bien, au sens de l?article 1 du Protocole no 1. Elle a retenu ? cet ?gard qu?en l??tat du droit positif au moment des faits, les requ?rants pouvaient pr?tendre avoir une esp?rance l?gitime de voir concr?tiser leurs cr?ances quant aux accidents en cause conform?ment au droit commun de la responsabilit?.
47. Ceci ?tant soulign?, la Cour constate qu?en France, les salari?s victimes d?accidents du travail ou de maladies professionnelles b?n?ficient d?un r?gime d?indemnisation automatique, sans faute, de leurs pr?judices patrimoniaux, et qu?ils peuvent obtenir une indemnisation compl?mentaire lorsque l?accident qu?ils ont subi ou la maladie qu?ils ont contract?e r?sulte d?une faute inexcusable de l?employeur. Elle rel?ve ensuite que le caract?re professionnel de la maladie dont souffre la requ?rante a ?t? reconnu par les juridictions internes, tout comme le fait que cette maladie a pour cause une faute inexcusable de son employeur. Elle en d?duit que les conditions d?engagement de la responsabilit? de l?employeur de la requ?rante ?taient r?unies et que cette derni?re avait une esp?rance l?gitime de voir son droit ? r?paration se concr?tiser. Les juridictions internes ont du reste reconnu le droit ? r?paration de la requ?rante au titre non seulement du r?gime g?n?ral des accidents du travail et des maladies professionnelles mais aussi ? m?mes si elles n?ont pas accueilli l?int?gralit? de ses pr?tentions ? de la faute inexcusable de l?employeur.
48. Le droit ? r?paration de la requ?rante ? raison de la maladie professionnelle qu?elle a contract?e est certes limit? dans son ?tendue par les prescriptions du droit interne. Il n?en reste pas moins que la requ?rante est, dans cette limite, en mesure de se pr?valoir d?un int?r?t p?cuniaire reconnu en droit interne et donc d?une ? valeur patrimoniale ? constitutive d?un bien, au sens de l?article 1 du Protocole no 1.
49. L?existence d?un bien dont la requ?rante peut se dire titulaire est donc suffisamment ?tablie pour qu?il puisse ?tre consid?r? que les faits de la cause tombent sous l?empire de l?article 1 du Protocole no 1, et pour que la requ?rante soit en mesure d?invoquer l?article 14 de la Convention en combinaison avec cette disposition. Partant, il convient de rejeter l?exception du Gouvernement.
50. Constatant par ailleurs que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention et qu?il ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?, la Cour le d?clare recevable.
2. Sur le fond
a) Principes g?n?raux
51. Seules les diff?rences de traitements fond?es sur une caract?ristique identifiable (? situation ?) sont susceptibles de rev?tir un caract?re discriminatoire aux fins de l?article 14 de la Convention. En outre, pour qu?un probl?me se pose au regard de cette disposition, il doit y avoir une diff?rence dans le traitement de personnes plac?es dans des situations analogues ou comparables. Une telle distinction est discriminatoire si elle manque de justification objective et raisonnable, c?est-?-dire si elle ne poursuit pas un but l?gitime ou s?il n?y a pas un rapport raisonnable de proportionnalit? entre les moyens employ?s et le but vis?. Par ailleurs, les ?tats contractants jouissent d?une certaine marge d?appr?ciation pour d?terminer si et dans quelle mesure des diff?rences entre des situations ? d?autres ?gards analogues justifient des distinctions de traitement. L??tendue de cette marge d?appr?ciation varie selon les circonstances, les domaines et le contexte. Une ample latitude est d?ordinaire laiss?e ? l??tat pour prendre des mesures d?ordre g?n?ral en mati?re ?conomique ou sociale. Gr?ce ? une connaissance directe de leur soci?t? et de ses besoins, les autorit?s nationales se trouvent en principe mieux plac?es que le juge international pour d?terminer ce qui est d?utilit? publique en mati?re ?conomique ou en mati?re sociale, et la Cour respecte en principe la mani?re dont l??tat con?oit les imp?ratifs de l?utilit? publique, sauf si son jugement se r?v?le ? manifestement d?pourvu de base raisonnable ? (voir, par exemple, Carson et autres c. Royaume-Uni [GC], no 42184/05, ? 61, CEDH 2010). La Cour a en particulier jug? que les ?tats disposent d?une large marge d?appr?ciation dans le domaine de l?assurance sociale (voir, notamment, Ruszkowska c. Pologne, no 6717/08, ?? 52-53, 1er juillet 2014).
52. Par ailleurs, s?agissant des diff?rences de traitement qui ne sont pas fond?es sur l?un des crit?res ?num?r?s ? l?article 14 de la Convention, seules celles qui sont fond?es sur une caract?ristique personnelle par laquelle des personnes ou groupes de personnes se distinguent les uns des autres sont susceptibles de relever de ? toute autre situation ? (other status, dans la version en anglais de la Convention), au sens de l?article 14 de la Convention, et de rev?tir un caract?re discriminatoire aux fins de cette disposition (voir, notamment, Kjeldsen, Busk Madsen et Pedersen c. Danemark, 7 d?cembre 1976, ? 56, s?rie A no 23, et Carson et autres, pr?cit?, ? 70).
53. Enfin, dans la mesure o?, en l?esp?ce, la requ?rante se plaint d?in?galit?s dans un r?gime de s?curit? sociale, la Cour rappelle que l?article 1 du Protocole no 1 ne comporte pas un droit ? acqu?rir des biens. Il ne limite en rien la libert? qu?ont les ?tats contractants de d?cider s?il convient ou non de mettre en place un quelconque r?gime de s?curit? sociale ou de choisir le type ou le niveau des prestations devant ?tre accord?es au titre de pareil r?gime. D?s lors toutefois qu?un ?tat d?cide de cr?er un r?gime de prestations ou de pensions, il doit le faire d?une mani?re compatible avec l?article 14 de la Convention (voir, notamment, pr?cit?s, Stec et autres, ? 53, et Ruszkowska, ? 54).
b) Application de ces principes
54. La Cour rel?ve que, comme indiqu? pr?c?demment, en France, un salari? victime d?un accident du travail ou d?une maladie professionnelle b?n?ficie d?un r?gime sp?cial de couverture et d?indemnisation. Ce r?gime comprend la prise en charge automatique par la CPAM des soins m?dicaux jusqu?? la date de la gu?rison ou de la consolidation de la blessure du salari? ainsi que, le cas ?ch?ant, le versement pendant la p?riode d?incapacit? temporaire l?obligeant ? interrompre son travail, d?indemnit?s journali?res destin?es ? compenser sa perte de salaire. Par ailleurs, lorsqu?en cons?quence de la maladie ou de l?accident, il souffre d?une incapacit? permanente de travail, il peut, sans avoir ? d?montrer une faute de son employeur, obtenir une indemnisation destin?e ? compenser la perte de salaire, constitu?e d?un capital quand le taux de l?incapacit? est inf?rieur ? 10 %, et d?une rente viag?re lorsque le taux est ?gal ou sup?rieur ? ce pourcentage. En contrepartie de la responsabilit? sans faute de l?employeur, l?indemnit? vers?e au salari? est forfaitaire et ne couvre pas les pr?judices dits extrapatrimoniaux (paragraphes 20-21 ci-dessus).
55. Quand l?accident ou la maladie professionnelle est due ? une ? faute inexcusable ? de l?employeur, le salari? a droit ? une indemnisation compl?mentaire, qui prend la forme d?une majoration du capital ou de la rente pr?cit?s ; l?article L. 452-3 du code de la s?curit? sociale ajoute qu?ind?pendamment de cette majoration de la rente, le salari? peut aussi obtenir la r?paration du pr?judice caus? par les souffrances physiques et morales, du pr?judice esth?tique, du pr?judice d?agr?ment et du pr?judice r?sultant de la perte ou de la diminution de ses possibilit?s de promotion professionnelle (s?il est atteinte d?un taux d?incapacit? permanent de 100 %, il peut en plus obtenir une indemnit? forfaitaire ?gale au montant du salaire minimum l?gal en vigueur ? la date de consolidation) (paragraphes 22-24 ci-dessus). Il ressort de la d?cision no 2010-8 QPC du Conseil constitutionnel du 18 juin 2010 (paragraphe 26 ci-dessus) que cette ?num?ration n?est pas limitative, le salari? pouvant demander ? l?employeur r?paration de l?ensemble des dommages non couverts par le livre IV du code de la s?curit? sociale (le livre IV concerne les prestations l?gales ainsi que les compl?ments pr?vus en cas de faute inexcusable). Inversement, d?s lors qu?un pr?judice est couvert par le livre IV, ne serait-ce que partiellement, le salari? ne peut obtenir plus que le montant des prestations l?galement pr?vues.
56. Comme cela ressort des paragraphes 8-9, 13 et 16 ci-dessus, la requ?rante s?est vu allouer par la CPAM une rente d?incapacit? de 11 377,22 EUR par an, que le tribunal des affaires de s?curit? sociale de Cr?teil a port? au maximum (12 749,64 EUR) apr?s avoir constat? la ? faute inexcusable ? de l?employeur. Saisi par elle, ce m?me tribunal lui a accord? 745 042,81 EUR pour r?paration int?grale de son pr?judice (frais li?s ? l?assistance d?une tierce personne, incidence professionnelle, d?ficit fonctionnel temporaire, souffrances endur?es, pr?judice esth?tique, pr?judice d?agr?ment et pr?judice patrimonial ?volutif). La cour d?appel de Paris a cependant r?duit ce montant ? 91 266 EUR (il s?agit du montant indiqu? par la requ?rante dans sa requ?te ; il ne correspond pas ? celui auquel conduit l?addition des montants r?sultant de l?arr?t de la cour d?appel (paragraphe 16 ci-dessus)), d?s lors que seuls les dommages ne donnant lieu ? aucune indemnisation au titre du livre IV, m?me forfaitaire ou plafonn?e, pouvaient faire l?objet d?une r?paration en cas de faute inexcusable de l?employeur. Elle a en cons?quence exclu l?indemnisation ? titre compl?mentaire de l?incidence professionnelle et des frais relatifs ? l?assistance d?une tierce personne permanente ? tous deux ?tant couverts par le livre IV ? mais a admis l?indemnisation au titre de la tierce personne temporaire et du d?ficit temporaire.
57. Ainsi, alors que le r?gime de responsabilit? pour faute de droit commun permet ? la victime de la faute d?obtenir la r?paration int?grale de son pr?judice ? sous r?serve qu?elle d?montre la faute de celui ? qui elle demande r?paration, le dommage et le lien de causalit? entre ceux-ci ?, la requ?rante, dont la maladie a ?t? caus?e par une faute de son employeur, n?a pu obtenir r?paration int?grale du pr?judice li? ? cette maladie.
58. La Cour constate cependant que les salari?s victimes d?un accident du travail ou d?une maladie professionnelle caus?e par la faute de leur employeur et les individus victimes de dommages corporels ou d?atteintes ? la sant? caus?s par la faute d?une personne qui n?est pas leur employeur ne se trouvent pas dans des situations analogues ou comparables.
59. Certes, les deux situations se rapprochent l?une de l?autre en ce qu?il s?agit dans tous les cas de personnes qui souffrent de dommages corporels ou d?atteintes ? leur sant? caus?s par la faute d?autrui, qui cherchent ? obtenir r?paration.
60. On ne peut cependant ignorer dans ce contexte les sp?cificit?s de la relation entre un employeur et son employ?. Il s?agit d?une relation contractuelle, assortie pour chacun de droits et d?obligations particuli?res, et caract?ris?e par un lien de subordination l?gale. Cette relation est r?gie par un r?gime juridique propre, qui se distingue nettement du r?gime g?n?ral des relations entre individus. Le droit fran?ais de la responsabilit? des employeurs en cas d?accident du travail ou de maladie professionnel des employ?s est l?expression de cette sp?cificit? dans le contexte de la responsabilit? civile.
61. Le r?gime fran?ais de la responsabilit? en cas d?accidents du travail ou de maladies professionnelles est ainsi tr?s diff?rent du r?gime de droit commun en ce que pour beaucoup, il ne repose pas sur la preuve d?une faute et d?un lien de causalit? entre la faute et le dommage, et sur l?intervention d?un juge, mais sur la solidarit? et l?automaticit?. Il s?en distingue aussi en ce qu?il op?re en trois phases : premi?rement, la prise en charge automatique de l?incapacit? temporaire ; deuxi?mement, l?indemnisation automatique de l?incapacit? permanente ; troisi?mement, la possibilit? d?obtenir une indemnisation compl?mentaire en cas de faute inexcusable de l?employeur (paragraphes 54-55 ci-dessus).
62. Comme l?a soulign? le Conseil constitutionnel dans sa d?cision no 2000-8 QPC pr?cit?e, les salari?s victimes d?un accident de travail ou d?une maladie professionnelle b?n?ficient ainsi d?un droit ? r?paration d?s lors que l?accident est survenu par le fait ou ? l?occasion du travail, pendant le trajet vers ou depuis le lieu de travail ou en cas de maladie d?origine professionnelle, m?me s?ils ont eux-m?mes commis une faute inexcusable. Par ailleurs, quelle que soit la situation de l?employeur, les indemnit?s sont vers?es par la CPAM aux salari?s, qui se trouvent de la sorte dispens?s d?engager une action en responsabilit? contre leur employeur et de prouver la faute de celui-ci. Selon le Conseil constitutionnel, ce r?gime sp?cial garantit l?automaticit?, la rapidit? et la s?curit? de la r?paration des accidents du travail et des maladies professionnelles.
63. De plus, pour ce qui est sp?cifiquement de la r?paration du pr?judice du salari? ? raison de la faute inexcusable de l?employeur, il faut relever qu?elle vient en compl?ment de d?dommagements automatiquement per?us par le premier, ce qui singularise l? aussi sa situation par rapport ? la situation de droit commun.
64. Il en ressort que, dans le contexte de la r?paration du pr?judice, la situation du salari? victime d?un accident du travail ou d?une maladie professionnelle n?est pas la m?me que celle d?une personne victime d?un dommage qui se produit dans un autre contexte. La situation du responsable du dommage est ?galement diff?rente, puisque, dans le cadre d?un accident du travail ou d?une maladie professionnelle, la r?paration du dommage est dans un premier temps ? la charge non de l?employeur du salari? victime mais de la collectivit? des employeurs (la branche accidents du travail et maladies professionnelles ?tant financ?e par des cotisations pr?lev?es aupr?s des employeurs).
65. En somme, il s?agit de l?application de r?gimes juridiques distincts ? des personnes qui se trouvent dans des situations distinctes.
66. Or, comme la Cour l?a rappel? pr?c?demment (paragraphe 51 ci dessus), pour qu?un probl?me se pose au regard de l?article 14 de la Convention, il doit y avoir une diff?rence dans le traitement de personnes plac?es dans des situations analogues ou comparables.
67. Partant, il n?y a pas eu violation de l?article 14 de la Convention combin? avec l?article 1 du Protocole no 1.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable ;

2. Dit qu?il n?y a pas eu violation de l?article 14 de la Convention combin? avec l?article 1 du Protocole no 1.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 12 janvier 2017, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement de la Cour.
Milan Bla?ko Angelika Nu?berger
Greffier adjoint Pr?sidente

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  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
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  • Un'eventuale successiva assistenza, se richiesta, è da concordare
    - Con accordo SCRITTO che garantisce l'espropriato
    - Con pagamento POSTICIPATO (si paga con i soldi che si ottengono dall'Amministrazione)
    - Col criterio: SE NON OTTIENI NON PAGHI

Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 14/09/2024