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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE S.A. BIO D’ARDENNES c. BELGIQUE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 2
Articoli: 01,P1-1
Numero: 44457/11/2019
Stato: Belgio
Data: 2019-11-12 00:00:00
Organo: Sezione Terza
Testo Originale

TERZA SEZIONE

AFFAIRE S.A. BIO D’ARDENNES contro BELGIO

(Applicazione n. 44457/11)

Art. 1 P 1 – Regolamentazione dell’uso dei beni – Rifiuto di indennizzo per l’abbattimento di bovini malati a causa del mancato rispetto degli obblighi sanitari – Nessun onere speciale o esorbitante per il proprietario

STRASBURGO

12 novembre 2019

Tale sentenza diventa definitiva alle condizioni previste dall’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? essere soggetta a modifiche editoriali.

Nel caso di S.A. Bio d’Ardennes contro il Belgio,

La Corte europea dei diritti dell’uomo (Terza Sezione), composta da :

Georgios A. Serghides, Presidente,
Paul Lemmens,
Paulo Pinto de Albuquerque,
Alena Pol??kov?,
Mar?a El?segui,
Gilberto Felici,
Erik Wennerstr?m, giudici,
e Stephen Phillips, impiegato della sezione,

Dopo la delibera nelle camere di consiglio del 15 ottobre 2019,

Emette la seguente sentenza, adottata in tale data:

PROCEDURA

1. La causa ha avuto origine in un ricorso (n. 44457/11) contro il Regno del Belgio, presentato alla Corte il 14 luglio 2011 ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”) da Bio d’Ardennes, una societ? per azioni (S.A.) di diritto belga (“il ricorrente”).
2. La ricorrente era rappresentata dagli avv.ti J. Gollier e L. Cornelis, con domicilio eletto in Bruxelles. Il governo belga (“il governo”) era rappresentato dal suo agente, la sig.ra I. Niedlispacher, del Servizio pubblico federale di giustizia.
3. La ricorrente sostiene che il rifiuto di concederle un indennizzo a seguito dell’ordine di macellazione di 253 bovini ha costituito un’ingerenza sproporzionata nel suo diritto al rispetto dei suoi beni, garantito dall’art. 1 del protocollo n. 1 della Convenzione.
4. Il 28 maggio 2018 la domanda ? stata comunicata al Governo.

IN FATTO

LE CIRCOSTANZE DEL CASO
5. La ricorrente ? una societ? per azioni di diritto belga con sede a Bastogne.
Il contesto della macellazione del bestiame
6. Il richiedente ? un produttore di carne bovina. Gestisce due centri di ingrasso del bestiame, uno a Marchovelette e l’altro a Rillaar.
7. Nel luglio e nell’agosto 1998, la ricorrente ha acquistato da un commerciante belga, rispettivamente, 27 e 62 bovini di origine portoghese, che ha introdotto nella sua azienda a Marchovelette.
8. Tra l’ottobre 1998 e il luglio 1999 diversi vitelli che erano stati abortiti nell’azienda Marchovelette hanno dovuto essere eliminati dall’impianto di fusione. Tali vitelli non sono stati analizzati o dichiarati all’ispettorato veterinario, in contrasto con gli obblighi previsti dal regio decreto del 6 dicembre 1978 sul controllo della brucellosi bovina, una malattia infettiva dei bovini.
9. Il 22 gennaio 2000, 56 bovini sono stati trasferiti dall’azienda Marchovelette all’azienda Rillaar.
10. Con lettera 10 marzo 2000, l’ispettore veterinario ha notificato alla societ? ricorrente un focolaio di brucellosi nella mandria Marchovelette ed ? stato emesso un ordine di macellazione dei 116 bovini presenti nell’azienda.
11. Il 22 marzo 2000 ? stato emesso un ordine di macellazione supplementare per due bovini appena nati e i 118 bovini sono stati macellati.
12. Lo stesso giorno ? stato rilevato un altro focolaio di brucellosi nella mandria di Rillaar ed ? stato emesso un ordine di macellazione per i 59 bovini dell’azienda. Questi bovini sono stati effettivamente macellati.
13. Con lettera 7 aprile 2000, l’ispettore veterinario ha confermato alla societ? ricorrente che i pascoli adiacenti all’azienda Marchovelette potevano accogliere bovini solo dopo l’emanazione ufficiale delle misure restrittive imposte, vale a dire la pulizia, la disinfezione, il deposito separato del letame fino al 1o giugno 2000 e la sua rimozione, l’ulteriore disinfezione e la constatazione da parte dell’ispettorato veterinario che tali misure erano state correttamente eseguite.
14. Nella notte tra il 27 e il 28 aprile 2000, l’azienda richiedente ha introdotto 76 nuovi capi di bestiame nei pascoli dell’azienda Marchovelette.
15. Il 28 aprile 2000 l’ispettore veterinario ha redatto un rapporto che registrava tali eventi, i 76 bovini sono stati sequestrati ai sensi dell’articolo 21 della legge del 24 marzo 1987 sulla salute degli animali e per essi ? stato emesso un ordine di macellazione. Questi bovini sono stati effettivamente macellati.
16. Con lettera del 20 giugno 2000, la revoca delle misure ? stata notificata all’ufficiale sanitario della societ? richiedente.
17. Il 26 luglio 2000 i servizi veterinari dell’Amministrazione per la salute degli animali e la qualit? dei prodotti animali del Ministero delle piccole e medie imprese e dell’agricoltura (succeduto nel 2003 all’Agenzia federale per la sicurezza della catena alimentare, “l’AFSCA”) hanno rifiutato il pagamento dell’indennizzo per l’abbattimento dei 253 bovini in base all’articolo 23, paragrafo 3, del regio decreto del 6 dicembre 1978 sul controllo della brucellosi bovina. Essi hanno constatato che la ricorrente aveva commesso numerose violazioni, in particolare degli artt. 3, 4, 7 e 9 del regio decreto 6 dicembre 1978 (successivo punto 29). I servizi veterinari hanno rilevato che le infrazioni commesse avevano determinato o avrebbero potuto determinare la diffusione della contaminazione all’intera mandria di Marchovelette o ai bovini introdotti illegalmente nel focolaio prima dell’autorizzazione al ripopolamento o ad altre mandrie e alle aziende limitrofe, nonch? un rischio di trasmissione della brucellosi al personale impiegato dalla ricorrente a seguito della manipolazione di bovini che avevano abortito a causa della brucellosi.
Il procedimento di risarcimento
18. L’8 dicembre 2001 la ricorrente ha notificato allo Stato belga un atto di citazione a comparire dinanzi al Tribunale di primo grado di Neufch?teau per ottenere il risarcimento dei danni derivanti dall’abbattimento ordinato dei 253 bovini. Ha valutato la sua perdita a 275 037,85 EUR (EUR). In particolare, ha sostenuto che lo Stato belga ha commesso una serie di infrazioni senza le quali non avrebbe acquistato i bovini di origine portoghese (punto 7) e senza le quali non avrebbe quindi subito i danni derivanti dalla loro macellazione. Essa ha inoltre sostenuto che la politica di macellazione sistematica adottata dallo Stato senza alcun risarcimento costituisce un’ingerenza sproporzionata nel diritto di propriet? e negli interessi economici del richiedente, come garantito dall’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione.
19. Nel novembre 2003, l’AFSCA ? subentrata allo Stato belga nel procedimento.
20. Con atto di citazione del 23 febbraio 2006, la ricorrente ha proposto un ricorso contro la Dierengezondheidszorg Vlaanderen (in prosieguo: la “DGZ”), un’associazione riconosciuta per il controllo delle malattie animali, per un intervento forzato al fine di ottenere il risarcimento dei suoi danni. Essa ha sostenuto che tale associazione, responsabile dell’attuazione di talune parti della normativa applicabile, aveva commesso una serie di violazioni, in particolare del suo obbligo di informazione, senza le quali la ricorrente non avrebbe acquistato i bovini di origine portoghese.
21. Il 23 febbraio 2007 il Tribunale di primo grado di Neufch?teau ha respinto tutte le domande della ricorrente. Essa ha ritenuto che l’AFSCA non avesse commesso alcuna colpa nella gestione della brucellosi, che avesse rispettato le disposizioni di legge e che il diniego di risarcimento fosse giustificato alla luce delle numerose violazioni commesse dalla ricorrente. Il giudice ha ritenuto che la colpa della DGZ non fosse causalmente connessa al danno asserito dalla ricorrente. Per quanto riguarda l’art. 1 del Protocollo n. 1, il giudice di primo grado ha ritenuto che non si trattasse di una privazione della propriet? in quanto il bestiame rimaneva di propriet? del richiedente, che poteva venderlo a prezzi di macellazione, e che non vi fosse quindi alcuna violazione della disposizione invocata. Anche se ? stata ammessa una privazione di propriet?, le condizioni che consentono una tale privazione erano soddisfatte: le decisioni dell’AFSCA erano conformi alla legge, erano di interesse pubblico e il rifiuto del risarcimento era legato al comportamento del richiedente ed era proporzionato agli obblighi dell’agricoltore in considerazione della gravit? dei problemi connessi alla brucellosi.
22. Il 18 dicembre 2008 la Corte d’Appello di Liegi ha confermato la sentenza di primo grado. Essa ha ritenuto che la condotta adottata dall’AFSCA e il suo rifiuto di pagare il risarcimento fossero interferenze in conformit? con i requisiti di legalit?, finalit? legittime e giusto equilibrio.
23. Con sentenza del 20 gennaio 2011, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza nella parte in cui si ? pronunciata sulla responsabilit? della DGZ, ha respinto il ricorso per il resto e ha rinviato la causa, cos? limitata, alla Corte d’Appello di mons. Nella misura in cui il ricorso era diretto contro l’AFSCA, la Corte di Cassazione ha ritenuto che la sentenza della Corte d’appello avesse giustificato giuridicamente la sua decisione di privare il ricorrente del diritto al risarcimento del danno.
Il procedimento successivo alla presentazione del ricorso
24. Con sentenza del 26 ottobre 2012, la Corte d’Appello di Mons ha dichiarato che, se non fosse stato per i difetti della DGZ, il ricorrente non avrebbe subito il danno derivante dalla perdita dei 27 bovini che facevano parte del primo lotto consegnato nel luglio 1998 (cfr. punto 7) e poi macellati senza risarcimento. La Corte d’appello ha dichiarato che la ricorrente non ha dimostrato che senza gli errori della DGZ il danno derivante dalla perdita degli altri 226 capi di bestiame non si sarebbe verificato.
25. Con sentenza del 22 febbraio 2013, la Corte d’Appello di Mons ha condannato la DGZ al pagamento della somma di EUR 29 058,48, corrispondente al valore dei 27 bovini abbattuti.
26. Sia la ricorrente che la DGZ hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione.
27. Con sentenza del 22 settembre 2016, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dalla DGZ. Ha accolto uno dei motivi dedotti dalla ricorrente a sostegno della sua impugnazione e ha annullato la sentenza della Corte d’Appello di Mons del 26 ottobre 2012 nella parte in cui si ? pronunciata sulla domanda della ricorrente di risarcimento per la perdita di 62 capi di bestiame che facevano parte del secondo lotto consegnato nell’agosto 1998 (punto 7). Il caso, cos? limitato, ? stato rinviato alla Corte d’appello di Bruxelles.
28. Al fine di limitare le spese di prosecuzione del procedimento, la ricorrente e la DGZ hanno raggiunto un accordo amichevole in base al quale la DGZ ha versato alla ricorrente un risarcimento forfettario di EUR 55 000 per la perdita dei 62 bovini interessati, rinunciando, senza alcun riconoscimento pregiudizievole, a tale parte del suo credito.
IL DIRITTO NAZIONALE PERTINENTE
Gli obblighi degli allevatori nell’ambito del controllo della brucellosi bovina
29. Al fine di prevenire la diffusione della brucellosi bovina, il regio decreto del 6 dicembre 1978 sul controllo della brucellosi bovina stabilisce una serie di obblighi per gli allevatori. In particolare, il responsabile dell’azienda ? tenuto a informare immediatamente l’ispettore veterinario se sospetta l’esistenza di brucellosi in un bovino (articolo 3, paragrafo 1). Non appena si accorge di un aborto o di sintomi precursori di un aborto o successivi in uno dei suoi bovini, ? tenuto a isolarlo e a farlo esaminare entro 48 ore da un veterinario abilitato (art. 4). Inoltre, conformemente all’articolo 7 ? 1 del regio decreto, non appena il responsabile dei bovini viene a conoscenza o non appena viene ufficialmente informato dall’ispettore veterinario o dal medico veterinario del sospetto di brucellosi, l’azienda interessata ? soggetta a una serie di misure in attesa dei risultati degli esami : l’allevamento ? posto sotto la sorveglianza dell’ispettore veterinario; i bovini sospetti di brucellosi sono isolati; ? vietato qualsiasi movimento di bovini da o verso l’azienda, ad eccezione del trasferimento diretto dei bovini al macello per la macellazione immediata; il responsabile ? tenuto ad effettuare regolarmente la pulizia e la disinfezione dei locali e dei luoghi occupati dai bovini sospetti di brucellosi. Non appena gli esami effettuati confermano l’esistenza della brucellosi, l’azienda ? considerata come un focolaio e sono vietati i movimenti di bovini verso o dal focolaio (articolo 9, paragrafo 3).
Diritto all’indennizzo per il controllo della brucellosi bovina
30. Nella versione applicabile all’epoca, l’articolo 23 ? 1 del Regio Decreto del 6 dicembre 1978 prevedeva che l’indennizzo fosse concesso al responsabile dell’azienda in caso di macellazione di un bovino secondo le disposizioni del suddetto Regio Decreto, nei limiti degli stanziamenti di bilancio. Il comma 3 dello stesso articolo prevedeva che l’avente diritto perdesse ogni beneficio del risarcimento se avesse violato le disposizioni del decreto o se avesse violato le istruzioni impartite dall’ispettore veterinario in esecuzione del decreto.
Azione per responsabilit? civile contro lo Stato
31. L’azione di risarcimento danni contro lo Stato per colpa di uno dei suoi organi pu? essere proposta sulla base delle seguenti disposizioni del Codice Civile, che costituiscono il diritto comune della responsabilit? civile:
Articolo 1382
“Ogni atto dell’uomo, che provoca un danno ad un altro, obbliga colui che l’ha compiuto a ripararlo. ?

Articolo 1383
“Ognuno ? responsabile dei danni che ha causato, non solo per il proprio atto, ma anche per la propria negligenza o imprudenza. ?

Azione per il risarcimento di danni eccezionali dinanzi al Consiglio di Stato
32. All’epoca dei fatti, l’articolo 11 della legge sul Consiglio di Stato, coordinato il 12 gennaio 1973, prevedeva che, in mancanza di un altro tribunale competente, la Divisione amministrativa del Consiglio di Stato si pronunciasse con equit?, tenendo conto di tutte le circostanze di interesse pubblico e privato, sulle richieste di risarcimento di danni eccezionali, morali o materiali, causati da un’autorit? amministrativa. La suddetta disposizione specifica che la richiesta ? ammissibile solo dopo che l’autorit? amministrativa in questione ha respinto una richiesta di risarcimento in tutto o in parte o non si ? pronunciata per sessanta giorni.
IN DIRITTO

SULL’ALLEGATO VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1 DELLA CONVENZIONE

33. La ricorrente sostiene che il rifiuto di concederle un indennizzo per l’abbattimento del bestiame ha costituito un’ingerenza sproporzionata nel suo diritto al rispetto dei suoi beni, garantito dall’art. 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione, che recita come segue:

“Ogni persona fisica o giuridica ha il diritto al rispetto della sua propriet?. Nessuno pu? essere privato dei suoi beni se non nell’interesse pubblico e alle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.

Le disposizioni che precedono non pregiudicano il diritto degli Stati di emanare le leggi che ritengono necessarie per regolamentare l’uso dei beni in conformit? all’interesse pubblico o per assicurare il pagamento di tasse o altri contributi o multe. ?

Sulla ricevibilit?
L’eccezione sollevata dal Governo
34. Il Governo solleva un’eccezione basata sulla non esaurimento dei rimedi interni, poich? la ricorrente non aveva presentato una richiesta di risarcimento al Consiglio di Stato ai sensi dell’articolo 11 delle leggi sul Consiglio di Stato (paragrafo 32 di cui sopra). Il Governo ha sostenuto che il fatto che la ricorrente avesse scelto il ricorso giurisdizionale non significava che avesse perso il diritto di comparire dinanzi al Consiglio di Stato, tanto pi? che i tribunali nazionali avevano stabilito che non vi era alcuna colpa da parte dell’AFSCA. Egli fornisce un esempio di sentenza emessa dal Consiglio di Stato in un caso che considera simile al presente per dimostrare l’efficacia del ricorso.
35. La ricorrente sostiene che tale procedura ? residuale rispetto alla competenza dei tribunali a risarcire a terzi le violazioni illecite e illecite causate dalle autorit? amministrative. Il Consiglio di Stato ? competente solo se l’azione dell’autorit? interessata ? legittima e senza colpa, cosa che, a suo parere, non ? avvenuta nel caso in questione. Inoltre, in tali casi, il Consiglio di Stato si pronuncia in materia di equit?, il che esclude qualsiasi controllo di legittimit? e di convenzionalit?. Presentando un ricorso dinanzi al giudice ai sensi degli articoli 1382 e 1383 del Codice civile (cfr. punto 31), il ricorrente aveva permesso di verificare la compatibilit? delle norme giuridiche belghe con la Convenzione, essendo la sentenza della Corte di cassazione la decisione nazionale definitiva su questo punto.
Valutazione della Corte
36. La Corte constata che la ricorrente ha proposto un’azione di risarcimento danni ai sensi degli artt. 1382 e 1383 del codice civile, da lei perseguita dinanzi ai giudici nazionali e anche dinanzi alla Corte di Cassazione, adducendo una violazione dell’art. 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione. Lo scopo del ricorso era quello di ottenere il risarcimento per l’abbattimento di 253 capi di bestiame dimostrando che l’AFSCA e la DGZ avevano commesso colpe senza le quali il ricorrente non avrebbe subito danni. La ricorrente ha quindi dato ai giudici nazionali la possibilit? di porre rimedio alla presunta violazione. Non pu? essere criticata, come il Governo, per non aver fatto ricorso anche al rimedio previsto dall’articolo 11 delle leggi sul Consiglio di Stato. Infatti, anche supponendo che tale rimedio avrebbe consentito al ricorrente di ottenere il risarcimento del danno subito, laddove un rimedio fosse stato utilizzato, non era richiesto l’uso di un altro rimedio praticamente con lo stesso scopo (cfr., tra l’altro, Micallef c. Malta [GC], n. 17056/06, ? 58, CEDU 2009, e Uzan e altri c. Turchia, n. 19620/05 e altri 3, ? 174, 5 marzo 2019).
37. Inoltre, ritenendo che il ricorso non fosse manifestamente infondato ai sensi dell’articolo 35, paragrafo 3, lettera a), della Convenzione e che non sollevasse alcun altro motivo di irricevibilit?, la Corte lo ha dichiarato ammissibile.
Nel merito
Tesi delle parti
a) Il richiedente
38. La ricorrente ritiene che l’abbattimento dei suoi bovini abbia costituito una privazione di beni ai sensi dell’art. 1, primo comma, seconda frase, del protocollo n. 1, in quanto ha portato, di fatto, alla distruzione totale, obbligatoria e irrecuperabile dei beni in questione. Di conseguenza, essa sostiene che il bestiame ? il suo “strumento di lavoro” e dovrebbe quindi beneficiare di una protezione pi? ampia. Da questi elementi si deduce che, salvo circostanze eccezionali, l’assenza di compensazione in relazione al valore del bene costituisce una violazione eccessiva del diritto di propriet?. Tuttavia, il concetto di “circostanze eccezionali”, cos? come interpretato dalla Corte, riguarderebbe solo situazioni molto rare che riguardano l’intero regime politico o economico di un paese, il che non ? il caso in questo caso. Di conseguenza, la ricorrente ritiene che la violazione dei suoi diritti sia stata particolarmente grave e che le sarebbe stato richiesto un risarcimento, almeno parziale. A tale proposito, essa fa riferimento ad altre normative con finalit? analoghe, che sanzionano il mancato rispetto degli obblighi sanitari da parte di una sanzione pi? misurata, riducendo il diritto al risarcimento senza annullarlo.
39. La ricorrente non contesta di aver commesso una serie di violazioni della legislazione vigente. Essa ritiene, tuttavia, che il mancato rispetto di talune disposizioni interne debba essere considerato alla luce delle particolari circostanze che lo spiegano e che rendono il rifiuto di risarcimento eccessivo e contrario all’art. 1 del Protocollo n. 1 nel caso di specie. Essa sostiene di aver avuto motivi legittimi, a seguito di uno screening del bestiame, per credere che gli animali fossero in piena salute e che gli aborti avvenuti tra il 1998 e il 2000 potessero essere spiegati da fattori diversi dalla brucellosi. La ricorrente sostiene che nel 1998 la brucellosi non era una malattia comune ma, al contrario, era quasi scomparsa in Belgio. A riprova di ci?, sostiene che ? stato considerato l’ultimo caso di brucellosi diagnosticato in Belgio prima di ottenere lo status di “ufficialmente libero”. Inoltre, la brucellosi ? una malattia particolarmente difficile da diagnosticare a causa del lungo periodo di incubazione.
Infine, come dinanzi ai giudici nazionali, la ricorrente sostiene che le autorit? belghe non l’hanno informata in tempo utile che un caso di brucellosi era stato individuato nell’azienda del commerciante che aveva consegnato il bestiame alla ricorrente. Di conseguenza, l’applicazione non qualificata e automatica dell’articolo 23 ? 3 del Regio Decreto del 6 dicembre 1978 ha costituito una violazione sproporzionata e ingiustificata del diritto al rispetto dei propri beni.

b) Il governo

41. Il Governo sostiene innanzitutto che, contrariamente a quanto sostenuto dalla ricorrente, l’ingerenza in questione costituisce un controllo sull’uso della propriet? e rientra quindi nell’ambito di applicazione del secondo comma della disposizione invocata. Il bestiame ? rimasto di propriet? della societ? richiedente, che aveva il diritto di venderlo e di ricevere il – non trascurabile – prezzo del macellaio, poich? la carne proveniente da animali affetti da brucellosi ? idonea al consumo umano. Il governo sottolinea inoltre che il caso in esame si colloca nel contesto generale della lotta contro la brucellosi bovina, essendo il Belgio stato pesantemente contaminato fino alla fine degli anni ’80, cosicch? la ricorrente non poteva ignorare gli obblighi che le incombono in forza del regio decreto del 6 dicembre 1978 (cfr. punto 29). Il rifiuto di risarcire il richiedente per l’abbattimento del bestiame ? stato chiaramente motivato dalle numerose violazioni delle disposizioni regolamentari riscontrate. Tale rifiuto di risarcimento era prevedibile in quanto espressamente previsto dall’articolo 23 ? 3 del Regio Decreto del 6 dicembre 1978 (paragrafo 30 di cui sopra).
42. Il governo ricorda l’importanza della lotta contro la brucellosi bovina, che pu? avere conseguenze disastrose per la salute e per l’economia e che spiega le drastiche misure adottate dallo Stato belga per contenere i focolai individuati e per mantenere la qualifica di “ufficialmente indenne” del Belgio. Questa malattia presenta difficolt? di individuazione a causa del lungo periodo di incubazione e della lenta evoluzione dei sintomi, da qui l’importanza della seria collaborazione degli operatori per effettuare i test necessari e per attirare l’attenzione dell’ASFCA sul minimo sospetto. Il comportamento della societ? ricorrente, le molteplici infrazioni commesse nonostante il contesto generale della lotta contro la brucellosi e la gravit? dei rischi connessi costituiscono circostanze eccezionali che giustificano la mancata concessione di un indennizzo alla ricorrente. Se si fosse conformata al regio decreto 6 dicembre 1978, la ricorrente avrebbe potuto ottenere una compensazione finanziaria che le avrebbe consentito di raggiungere, dopo la rivendita al prezzo di macellazione, l’85 % del valore di sostituzione stimato del bestiame.
43. Per quanto riguarda la “perdita dello strumento di lavoro”, il Governo sostiene che il bestiame non costituiva uno strumento di lavoro ai sensi della giurisprudenza della Corte e che, in ogni caso, l’abbattimento del bestiame non era tale da rendere impossibile alla ricorrente la prosecuzione della sua attivit?, poich? essa ha potuto accogliere nuovi bovini non appena sono state revocate le misure sanitarie.
Valutazione della Corte
a) Principi generali applicabili
44. La Corte ricorda che non solo un’ingerenza nel diritto di propriet? deve essere finalizzata, di fatto come in linea di principio, ad un “fine legittimo” conforme all'”interesse generale”, ma deve anche esistere un ragionevole rapporto di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e il fine perseguito da qualsiasi misura applicata dallo Stato, comprese le misure volte a regolamentare l’uso dei beni di un individuo. Ci? si esprime nel concetto di “giusto equilibrio” che deve essere raggiunto tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e la necessit? di salvaguardare i diritti fondamentali dell’individuo (Sporrong e L?nnroth c. Svezia, 23 settembre 1982, ? 69, Serie A n. 52, e Hutten-Czapska c. Polonia [GC], n. 35014/97, ? 167, CEDU 2006-VIII). Nel verificare il rispetto di tale requisito, la Corte riconosce che lo Stato dispone di un margine di discrezionalit? sia nella scelta delle modalit? di attuazione, sia nel valutare se le loro conseguenze siano legittimate, nell’interesse generale, dalla preoccupazione di raggiungere l’obiettivo della legge in questione (v., in particolare, Chassagnou e a. c.). Francia [GC], nn. 25088/94 e altri 2, ? 75, CEDU 1999-III, e G.I.E.M. S.R.L. e altri contro Italia [GC], nn. 1828/06 e altri 2, ? 293, 28 giugno 2018).

b) Applicazione al caso di specie

45. Il Tribunale rileva in primo luogo che la ricorrente ha ottenuto il risarcimento dei danni per le colpe commesse dalla DGZ in relazione a 27 bovini abbattuti e che ha anche raggiunto un accordo amichevole con tale associazione per altri 62 bovini (punti 24 e 28). Al momento dell’aggiornamento del fascicolo nel febbraio 2018, la ricorrente ha tuttavia dichiarato di voler mantenere la sua domanda nella sua interezza, nella misura in cui ritiene che le denunce fatte valere contro lo Stato belga non siano state interessate dal risarcimento parziale che ha ricevuto, poich? la maggior parte del suo danno non ? stata risarcita.
46. Il Tribunale prende atto della volont? della ricorrente di mantenere la sua domanda nella sua interezza e osserva che il governo non ha sollevato alcuna obiezione al riguardo. Stando cos? le cose, nulla impedisce alla Corte di prendere in considerazione tali fattori, se del caso, nell’esaminare la proporzionalit? delle misure contestate (cfr., ad esempio, Pinnacle Meat Processors Company e altri 8 contro Regno Unito, n. 33298/96, decisione della Commissione del 21 ottobre 1998, non pubblicata).

Sulla natura dell’infrazione
47. ? pacifico che le misure di macellazione in questione costituiscono una violazione dei beni del ricorrente ai sensi dell’art. 1 del Protocollo n. 1.
48. La Corte ha gi? dichiarato che una misura di abbattimento preventivo degli ovini per prevenire l’insorgenza di un’epizoozia di afta epizootica sul territorio nazionale equivaleva a una regolamentazione dell’uso dei beni (Chagnon e Fournier c. Francia, nn. 44174/06 e 44190/06, ? 36, 15 luglio 2010). Non c’? bisogno di decidere altrimenti nel caso immediato, poich?, come ha sottolineato il governo, i bovini macellati sono rimasti di propriet? del richiedente, che potrebbe venderli e ricevere il valore della macellazione. L’interferenza rientra pertanto nel campo di applicazione dell’articolo 1, secondo comma, del protocollo n. 1.
49. Ci? premesso, tale norma deve comunque essere interpretata alla luce del principio generale del rispetto della propriet? di cui al primo comma del primo sottoparagrafo del citato articolo (G.I.E.M. S.R.L. e altri, citato, ? 289, e Leki? c. Slovenia [GC], n. 36480/07, ? 92, 11 dicembre 2018).
Sulla giustificazione dell’infrazione
50. La ricorrente non contesta la legittimit? delle misure di macellazione e il rifiuto di risarcire i danni previsti dal regio decreto 6 dicembre 1978, n? il legittimo obiettivo di interesse pubblico da esse perseguito. Tuttavia, le parti non sono d’accordo sul fatto che tali misure siano proporzionate all’obiettivo perseguito.
51. La ricorrente sostiene che, secondo la giurisprudenza della Corte, solo circostanze eccezionali possono giustificare un totale mancato risarcimento (Jahn e altri c. Germania [GC], nn. 46720/99 e 2 altri, ? 94, CEDU 2005-VI, e Scordino c. Italia (n. 1) [GC], n. 36813/97, ? 95, CEDU 2006-V). La giurisprudenza invocata dal ricorrente si riferisce alla privazione di beni di cui all’articolo 1, primo comma, seconda frase, del protocollo n. 1. Tale criterio non ? applicabile nel caso in cui sia in discussione un provvedimento che disciplina l’uso dei beni. In tali casi, la mancanza di compensazione ? uno dei fattori da prendere in considerazione per determinare se sia stato raggiunto un giusto equilibrio, ma non pu?, di per s?, costituire una violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 (Depalle c. Francia [GC], n. 34044/02, ? 91, CEDU 2010, e Malfatto e Mieille c. Francia, nn. 40886/06 e 51946/07, ? 64, 6 ottobre 2016). La Corte si concentrer? quindi sulla questione se l’abbattimento del bestiame senza indennizzo abbia trovato un giusto equilibrio, nelle circostanze del caso di specie, tra l’interesse pubblico e i diritti fondamentali della ricorrente, o se le abbia imposto un onere speciale o esorbitante.

52. La Corte rileva che il regio decreto del 6 dicembre 1978 prevede, in linea di principio, un indennizzo parziale per l’abbattimento dei bovini affetti da brucellosi. Alla ricorrente ? stato negato tale risarcimento a causa delle numerose inadempienze che le sono state commesse. Il diniego di risarcimento in tal caso ? espressamente previsto dall’art. 23, n. 3, del regio decreto, e la ricorrente non ha sostenuto di non essere a conoscenza dei suoi obblighi statutari o di non aver commesso gli inadempimenti di cui ? stata accusata.
53. Ha tentato, senza successo, di dimostrare davanti ai tribunali nazionali che le autorit? avevano commesso una serie di colpe che erano alla radice del danno che aveva subito. La sua domanda ? stata debitamente esaminata dai giudici nazionali, che hanno ritenuto, dopo aver ascoltato le argomentazioni delle parti ed esaminato tutti gli elementi del fascicolo, che il suo reclamo contro l’AFSCA fosse infondato. Cos? facendo, i giudici nazionali hanno verificato che le condizioni che giustificano una violazione del diritto di propriet?, cos? come interpretate dalla Corte, fossero soddisfatte nelle circostanze del caso di specie, in particolare che le misure di macellazione fossero previste dalla legge, che perseguissero uno scopo legittimo e che fossero proporzionate allo scopo perseguito (punti 21 e 22 supra). La Corte non trova nel ragionamento dei giudici nazionali alcun elemento che le consenta di concludere che le loro decisioni siano arbitrarie o manifestamente irragionevoli.
54. Inoltre, la Corte rileva e tiene conto, nell’esaminare la proporzionalit? delle misure contestate, del fatto che la ricorrente ha ottenuto un risarcimento finanziario per 89 dei bovini abbattuti a causa di errori commessi dalla DGZ (paragrafi 25 e 28).
55. Il fatto che altre normative simili penalizzino il mancato rispetto degli obblighi sanitari da esse previsti riducendo il diritto all’indennizzo piuttosto che escluderlo non ? tale da turbare il giusto equilibrio da raggiungere nel caso di specie tra la tutela della propriet? e le esigenze di interesse pubblico. Le autorit? nazionali dispongono di un certo margine di valutazione quando si tratta di tutelare la salute pubblica e la sicurezza alimentare sul loro territorio (Chagnon e Fournier, gi? citati, ? 57) nel determinare le sanzioni per il mancato rispetto degli obblighi sanitari, in funzione dei rischi che tale mancato rispetto comporta e delle caratteristiche delle malattie animali che tali obblighi mirano a sradicare.
56. Secondo il Tribunale, il fatto di determinare se il bestiame costituisse lo “strumento di lavoro” del ricorrente, come interpretato dalla Corte (v., in proposito, Lallement c. Francia, n. 46044/99, 11 aprile 2002), non modifica la conclusione nella fattispecie. Come ha sottolineato il governo, la ricorrente ha potuto continuare la sua attivit? accogliendo nuovi capi di bestiame non appena le misure sanitarie sono state revocate il 20 giugno 2000 (cfr. paragrafo 16). La ricorrente non ha sostenuto che ci? fosse stato impossibile o eccessivamente difficile per lei.
57. Tali elementi sono sufficienti affinch? la Corte concluda che, tenuto conto dell’importanza per gli Stati della lotta contro le malattie animali e del margine di discrezionalit? di cui godono gli Stati a tale riguardo, la ricorrente non ha dovuto sostenere un onere speciale o esorbitante a causa del rifiuto di pagare un indennizzo per l’abbattimento dei suoi bovini.
58. Di conseguenza, non vi ? stata alcuna violazione dell’articolo 1 del protocollo n. 1.

PER TALI MOTIVI, IL TRIBUNALE, ALL’UNANIMIT?, RITIENE CHE NON VI SIA STATA VIOLAZIONE DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO N. 1,

Dichiara la domanda ammissibile ;
2. constata che non vi ? stata alcuna violazione dell’articolo 1 del Protocollo n. 1 della Convenzione.
Fatto in francese e comunicato per iscritto il 12 novembre 2019, ai sensi dell’articolo 77 ?? 2 e 3 del Regolamento.

Stephen Phillips- Georgios A. Serghides
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

TROISI?ME SECTION

AFFAIRE S.A. BIO D?ARDENNES c. BELGIQUE

(Requ?te no 44457/11)

ARR?T

Art 1 P 1 ? R?glementation de l?usage des biens ? Refus d?indemnisation pour abattage de bovins malades du fait du non-respect d?obligations sanitaires ? Absence de charge sp?ciale ou exorbitante pour le propri?taire

STRASBOURG

12 novembre 2019

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire S.A. Bio d?Ardennes c. Belgique,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (troisi?me section), si?geant en une Chambre compos?e de :

Georgios A. Serghides, pr?sident,
Paul Lemmens,
Paulo Pinto de Albuquerque,
Alena Pol??kov?,
Mar?a El?segui,
Gilberto Felici,
Erik Wennerstr?m, juges,
et de Stephen Phillips, greffier de section,

Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 15 octobre 2019,

Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :

PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 44457/11) dirig?e contre le Royaume de Belgique et dont une soci?t? anonyme (S.A.) de droit belge, Bio d?Ardennes (? la requ?rante ?), a saisi la Cour le 14 juillet 2011 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. La requ?rante a ?t? repr?sent?e par Me J. Gollier et Me L. Cornelis, avocats exer?ant ? Bruxelles. Le gouvernement belge (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par son agent, Mme I. Niedlispacher, du service public f?d?ral de la Justice.
3. La requ?rante all?gue que le refus de lui octroyer une indemnisation suite ? l?ordre d?abattage de 253 bovins a constitu? une atteinte disproportionn?e au droit au respect de ses biens tel que garanti par l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.
4. Le 28 mai 2018, la requ?te a ?t? communiqu?e au Gouvernement.

EN FAIT

LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
5. La requ?rante est une soci?t? anonyme de droit belge dont le si?ge est ?tabli ? Bastogne.
Le contexte de l?abattage des bovins
6. La requ?rante est un producteur de viande bovine. Elle exploite deux centres d?engraissement de bovins, un ? Marchovelette, l?autre ? Rillaar.
7. En juillet et en ao?t 1998, la requ?rante acheta d?un marchand belge respectivement 27 et 62 bovins d?origine portugaise qu?elle introduisit dans son exploitation de Marchovelette.
8. Entre les mois d?octobre 1998 et juillet 1999, plusieurs veaux avort?s de l?exploitation de Marchovelette durent ?tre enlev?s par l??quarrisseur. Ceux-ci ne firent pas l?objet d?une analyse ou d?une d?claration ? l?inspection v?t?rinaire, contrairement aux obligations pr?vues par l?arr?t? royal du 6 d?cembre 1978 relatif ? la lutte contre la brucellose bovine, une maladie infectieuse bovine.
9. Le 22 janvier 2000, 56 bovins furent transf?r?s de l?exploitation de Marchovelette ? celle de Rillaar.
10. Par lettre du 10 mars 2000, l?inspecteur v?t?rinaire notifia ? la soci?t? requ?rante l?existence d?un foyer de brucellose au sein du troupeau de Marchovelette et un ordre d?abattage des 116 bovins pr?sents dans l?exploitation fut d?livr?.
11. Le 22 mars 2000, un ordre compl?mentaire d?abattage fut d?livr? pour deux bovins nouveau-n?s et les 118 bovins furent abattus.
12. Le m?me jour, un autre foyer de brucellose fut d?tect? au sein du troupeau de Rillaar et un ordre d?abattage des 59 bovins pr?sents dans l?exploitation fut d?livr?. Ces bovins furent effectivement abattus.
13. Par lettre du 7 avril 2000, l?inspecteur v?t?rinaire confirma ? la soci?t? requ?rante que les p?tures attenantes ? l?exploitation de Marchovelette ne pourraient accueillir des bovins qu?apr?s la lib?ration officielle des mesures restrictives impos?es, ? savoir le nettoyage, la d?sinfection, le stockage s?par? du fumier jusqu?au 1er juin 2000 et son ?vacuation, une nouvelle d?sinfection et la constatation par l?inspection v?t?rinaire de la bonne ex?cution de ces mesures.
14. Dans la nuit du 27 au 28 avril 2000, la soci?t? requ?rante proc?da ? l?introduction de 76 nouveaux bovins sur les p?tures de l?exploitation de Marchovelette.
15. Le 28 avril 2000, un proc?s-verbal constatant ces faits fut dress? par l?inspecteur v?t?rinaire, les 76 bovins furent saisis conform?ment ? l?article 21 de la loi du 24 mars 1987 relative ? la sant? des animaux et ils firent l?objet d?un ordre d?abattage. Ces bovins furent effectivement abattus.
16. Par lettre du 20 juin 2000, la lev?e des mesures fut notifi?e au responsable sanitaire de la soci?t? requ?rante.
17. Le 26 juillet 2000, les services v?t?rinaires de l?administration de la sant? animale et de la qualit? des produits animaux du minist?re des classes moyennes et de l?agriculture (auxquels succ?da en 2003 l?agence f?d?rale pour la s?curit? de la cha?ne alimentaire, ? l?AFSCA ?) refus?rent le paiement des indemnit?s d?abattage des 253 bovins sur le fondement de l?article 23 ? 3 de l?arr?t? royal du 6 d?cembre 1978 relatif ? la lutte contre la brucellose bovine. Ils constat?rent que la requ?rante avait commis de nombreuses infractions, notamment aux articles 3, 4, 7 et 9 de l?arr?t? royal du 6 d?cembre 1978 (paragraphe 29 ci-dessous). Les services v?t?rinaires not?rent que les infractions commises avaient eu ou auraient pu avoir pour cons?quence l?extension de la contamination ? l?ensemble du cheptel de Marchovelette ou ? des bovins introduits illicitement dans le foyer avant l?autorisation de repeuplement ou ? d?autres troupeaux et aux exploitations voisines, ainsi qu?un risque de transmission de la brucellose au personnel employ? par la requ?rante du fait de la manipulation de bovins ayant avort? pour cause de brucellose.

La proc?dure en indemnisation
18. Le 8 d?cembre 2001, la requ?rante fit signifier ? l??tat belge une citation ? compara?tre devant le tribunal de premi?re instance de Neufch?teau afin d?obtenir une indemnisation des pertes r?sultant des abattages ordonn?s concernant les 253 bovins. Elle ?valua son pr?judice ? 275 037,85 euros (EUR). Elle fit notamment valoir que l??tat belge avait commis un certain nombre de manquements sans lesquels elle n?aurait pas achet? les bovins d?origine portugaise (paragraphe 7 ci-dessus) et sans lesquels elle n?aurait donc pas subi le dommage li? ? leur abattage. Elle all?gua ?galement que la politique d?abattage syst?matique adopt?e par l??tat sans la moindre indemnisation constituait une atteinte disproportionn?e au droit de propri?t? et aux int?r?ts ?conomiques de la requ?rante tels que garantis par l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.
19. En novembre 2003, l?AFSCA succ?da ? l??tat belge ? l?instance.
20. Par exploit du 23 f?vrier 2006, la requ?rante cita l?association agr??e pour la lutte contre les maladies des animaux Dierengezondheidszorg Vlaanderen (? DGZ ?) en intervention forc?e pour obtenir la r?paration de son dommage. Elle fit valoir que cette association, qui ?tait charg?e de la mise en ?uvre de certaines parties de la r?glementation applicable, avait commis un certain nombre de manquements, notamment ? son devoir d?information, sans lesquels la requ?rante n?aurait pas achet? les bovins d?origine portugaise.
21. Le 23 f?vrier 2007, le tribunal de premi?re instance de Neufch?teau rejeta toutes les pr?tentions de la requ?rante. Il estima que l?AFSCA n?avait commis aucune faute dans la gestion de la brucellose, qu?elle avait respect? les dispositions l?gales et que les refus d?indemnisation ?taient justifi?s au vu des nombreuses infractions commises par la requ?rante. Le tribunal retint une faute ? charge de la DGZ mais estima que cette faute n??tait pas en lien causal avec le dommage all?gu? par la requ?rante. En ce qui concernait l?article 1 du Protocole no 1, le tribunal de premi?re instance estima qu?il n??tait pas question de privation de propri?t? d?s lors que les bovins restaient la propri?t? de la requ?rante qui pouvait les vendre au prix de boucherie et qu?il n?y avait donc pas de violation de la disposition invoqu?e. M?me en admettant qu?il s?agissait d?une privation de propri?t?, les conditions permettant une telle privation ?taient remplies : les d?cisions de l?AFSCA respectaient la loi, elles avaient un but d?utilit? publique et le refus d?indemnisation ?tait li? au comportement de la requ?rante et ?tait proportionn? aux obligations de l?exploitant eu ?gard ? la gravit? des probl?mes li?s ? la brucellose.
22. Le 18 d?cembre 2008, la cour d?appel de Li?ge confirma le jugement de premi?re instance. Elle jugea que le comportement adopt? par l?AFSCA et son refus d?indemnisation ?taient des ing?rences conformes aux exigences de l?galit?, de but l?gitime et du juste ?quilibre.
23. Par un arr?t du 20 janvier 2011, la Cour de cassation cassa l?arr?t en tant qu?il statuait sur la responsabilit? de la DGZ, rejeta le pourvoi pour le surplus et renvoya la cause, ainsi limit?e, devant la cour d?appel de Mons. En ce que le pourvoi ?tait dirig? contre l?AFSCA, la Cour de cassation estima que l?arr?t de la cour d?appel avait l?galement justifi? sa d?cision selon laquelle la requ?rante pouvait ?tre priv?e du droit ? obtenir des indemnit?s.

La proc?dure post?rieure ? l?introduction de la requ?te
24. Par un arr?t du 26 octobre 2012, la cour d?appel de Mons jugea que sans les fautes de la DGZ la requ?rante n?aurait pas subi le dommage r?sultant de la perte des 27 bovins ayant fait partie du premier lot livr? en juillet 1998 (paragraphe 7 ci-dessus) puis abattus sans indemnisation. La cour d?appel estima que pour le reste la requ?rante n?avait pas d?montr? que sans les fautes de la DGZ le dommage r?sultant de la perte des 226 autres bovins ne se serait pas r?alis?.
25. Par un arr?t du 22 f?vrier 2013, la cour d?appel de Mons condamna la DGZ ? payer un montant de 29 058,48 EUR, correspondant ? la valeur des 27 bovins abattus.
26. Tant la requ?rante que la DGZ se pourvurent en cassation.

27. Par un arr?t du 22 septembre 2016, la Cour de cassation rejeta le pourvoi introduit par la DGZ. Elle accueillit un des moyens invoqu?s par la requ?rante ? l?appui de son pourvoi et cassa l?arr?t de la cour d?appel de Mons du 26 octobre 2012 en tant qu?il statuait sur la demande de la requ?rante en r?paration du pr?judice r?sultant de la perte de 62 bovins ayant fait partie du deuxi?me lot livr? en ao?t 1998 (paragraphe 7 ci-dessus). L?affaire, ainsi limit?e, fut renvoy?e devant la cour d?appel de Bruxelles.
28. Afin de limiter les frais li?s ? la poursuite de la proc?dure, la requ?rante et la DGZ trouv?rent un accord amiable aux termes duquel la DGZ versa une indemnit? forfaitaire de 55 000 EUR ? la requ?rante pour la perte des 62 bovins concern?s, la requ?rante renon?ant, sans aucune reconnaissance pr?judiciable, ? cette partie de sa demande.

LE DROIT INTERNE PERTINENT
Les obligations incombant aux ?leveurs dans le cadre de la lutte contre la brucellose bovine
29. Afin d??viter la propagation de la brucellose bovine, l?arr?t? royal du 6 d?cembre 1978 relatif ? la lutte contre la brucellose bovine pr?voit un certain nombre d?obligations incombant aux ?leveurs. Ainsi, le responsable de l?exploitation est notamment tenu d?informer sans d?lai l?inspecteur v?t?rinaire s?il suspecte l?existence de la brucellose chez un bovin (article 3 ? 1). D?s qu?il constate un avortement ou des sympt?mes avant-coureurs d?un avortement ou cons?cutifs ? celui-ci sur un de ses bovins, il est tenu de l?isoler et de le faire examiner dans les 48 heures par un m?decin v?t?rinaire agr?? (article 4). En outre, en vertu de l?article 7 ? 1 de l?arr?t? royal, d?s que le responsable des bovins a connaissance ou d?s qu?il est officiellement inform? par l?inspecteur v?t?rinaire ou le m?decin v?t?rinaire de la suspicion de brucellose, l?exploitation concern?e est soumise ? un certain nombre de mesures dans l?attente des r?sultats des examens : le troupeau est plac? sous la surveillance de l?inspecteur v?t?rinaire ; les bovins suspect?s de brucellose sont isol?s ; tout mouvement de bovins vers l?exploitation ou ? partir de celle-ci est interdit, sauf le transfert direct de bovins destin?s ? l?abattoir pour y ?tre abattus sans d?lai ; le responsable est tenu de proc?der r?guli?rement au nettoyage et ? la d?sinfection des locaux et des endroits occup?s par les bovins suspect?s d??tre atteints de brucellose. D?s qu?il r?sulte des examens effectu?s que l?existence de la brucellose est confirm?e, l?exploitation est consid?r?e comme foyer et tout mouvement de bovins vers le foyer ou ? partir de celui-ci est interdit (article 9, 3o).
Le droit ? l?indemnisation dans le cadre de la lutte contre la brucellose bovine
30. Dans sa version applicable au moment des faits, l?article 23 ? 1 de l?arr?t? royal du 6 d?cembre 1978 pr?voyait qu?une indemnit? ?tait allou?e au responsable de l?exploitation lorsqu?un bovin ?tait abattu conform?ment aux dispositions dudit arr?t? royal, dans les limites des cr?dits budg?taires. Le paragraphe 3 du m?me article pr?voyait que l?ayant droit perdait tout b?n?fice de l?indemnit? s?il enfreignait les dispositions de l?arr?t? ou s?il enfreignait les instructions donn?es par l?inspecteur v?t?rinaire en ex?cution de l?arr?t?.
L?action en responsabilit? pour faute contre l??tat
31. Une action indemnitaire contre l??tat pour faute de l?un de ses organes peut ?tre mise en mouvement sur le fondement des dispositions suivantes du code civil, qui constituent le droit commun de la responsabilit? civile :

Article 1382
? Tout fait quelconque de l?homme, qui cause ? autrui un dommage, oblige celui par lequel il est arriv?, ? le r?parer. ?

Article 1383
? Chacun est responsable du dommage qu?il a caus?, non seulement par son fait, mais encore par sa n?gligence ou par son imprudence. ?

Le recours en indemnit? pour dommage exceptionnel devant le Conseil d??tat
32. Au moment des faits, l?article 11 des lois sur le Conseil d??tat, coordonn?es le 12 janvier 1973, pr?voyait que dans le cas o? il n?existe pas d?autre juridiction comp?tente, la section d?administration du Conseil d??tat se prononce en ?quit?, en tenant compte de toutes les circonstances d?int?r?t public et priv?, sur les demandes d?indemnit? relatives ? la r?paration d?un dommage exceptionnel, moral ou mat?riel, caus? par une autorit? administrative. Ladite disposition pr?cise que la demande d?indemnit? n?est recevable qu?apr?s que l?autorit? administrative en cause a rejet? totalement ou partiellement une requ?te en indemnit?, ou n?glig? pendant soixante jours de statuer ? son ?gard.

EN DROIT

SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1 ? LA CONVENTION

33. La requ?rante all?gue que le refus de lui octroyer une indemnisation pour l?abattage des bovins a constitu? une atteinte disproportionn?e au droit au respect de ses biens tel que garanti par l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention, ainsi libell? :

? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les ?tats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?

Sur la recevabilit?
L?exception soulev?e par le Gouvernement
34. Le Gouvernement soul?ve une exception tir?e du non-?puisement des voies de recours internes, faute pour la requ?rante d?avoir introduit une demande d?indemnit? devant le Conseil d??tat en vertu de l?article 11 des lois sur le Conseil d??tat (paragraphe 32 ci-dessus). Le Gouvernement fait valoir que le fait que la requ?rante ait choisi la voie du contentieux judiciaire n?impliquait pas qu?elle perdait le droit de se pr?senter devant le Conseil d??tat, ce d?autant plus que les juridictions internes avaient ?tabli qu?il n?y avait pas de faute dans le chef de l?AFSCA. Il fournit un exemple d?un arr?t rendu par le Conseil d??tat dans une affaire qu?il estime similaire ? la pr?sente afin de d?montrer le caract?re effectif du recours.
35. La requ?rante soutient que cette proc?dure est r?siduaire par rapport ? la comp?tence des cours et tribunaux de r?parer les atteintes ill?gales et fautives que causent les autorit?s administratives aux tiers. Le Conseil d??tat n?est comp?tent que pour autant que l?action de l?autorit? concern?e soit l?gale et exempte de toute faute, ce qui n??tait selon elle pas le cas en l?esp?ce. De surcro?t, dans ce contentieux le Conseil d??tat statue en ?quit? ce qui exclut tout contr?le de l?galit? et de conventionalit?. En saisissant les tribunaux judiciaires d?une demande en vertu des articles 1382 et 1383 du code civil (paragraphe 31 ci-dessus), la requ?rante a permis que soit effectu? un contr?le de la compatibilit? des normes de droit belge au regard de la Convention, l?arr?t de la Cour de cassation ?tant la d?cision interne d?finitive sur ce point.

Appr?ciation de la Cour
36. La Cour constate que la requ?rante a introduit un recours indemnitaire en vertu des articles 1382 et 1383 du code civil qu?elle a men? ? bien devant les juridictions internes jusque devant la Cour de cassation en invoquant une violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention. Le recours avait pour but d?obtenir une indemnisation pour l?abattage de 253 bovins en d?montrant que l?AFSCA et la DGZ avaient commis des fautes sans lesquelles la requ?rante n?aurait pas subi de dommage. La requ?rante a ainsi donn? la possibilit? aux juridictions internes de rem?dier ? la violation all?gu?e. Il ne saurait lui ?tre reproch?, comme le fait le Gouvernement, de ne pas avoir ?galement fait usage du recours pr?vu ? l?article 11 des lois sur le Conseil d??tat. En effet, ? supposer m?me que ce recours aurait permis ? la requ?rante d?obtenir une r?paration pour le dommage subi, lorsqu?une voie de recours a ?t? utilis?e, l?usage d?une autre voie dont le but est pratiquement le m?me n?est pas exig? (voir, parmi d?autres, Micallef c. Malte [GC], no 17056/06, ? 58, CEDH 2009, et Uzan et autres c. Turquie, no 19620/05 et 3 autres, ? 174, 5 mars 2019).
37. Par ailleurs, constatant que la requ?te n?est pas manifestement mal fond?e au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention et qu?elle ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?, la Cour la d?clare recevable.

Sur le fond
Th?ses des parties
a) La requ?rante
38. La requ?rante estime que l?abattage de ses bovins a constitu? une privation de propri?t? au sens de la deuxi?me phrase du premier alin?a de l?article 1 du Protocole no 1 d?s lors qu?elle a conduit, de facto, ? la destruction totale, obligatoire et irr?m?diable des biens concern?s. Aussi, elle soutient que les bovins constituent son ? outil de travail ? et qu?ils devaient b?n?ficier ? ce titre d?une protection plus large. Elle d?duit de ces ?l?ments que, sauf circonstances exceptionnelles, l?absence d?indemnisation en rapport avec la valeur des biens constitue une atteinte excessive au droit de propri?t?. Or la notion de ? circonstances exceptionnelles ? telle qu?interpr?t?e par la Cour ne viserait que des situations tr?s rares touchant ? l?ensemble du r?gime politique ou ?conomique d?un pays, ce qui n??tait pas le cas en l?esp?ce. Partant, la requ?rante estime que l?atteinte ? ses droits a ?t? particuli?rement importante et aurait requis qu?une indemnit?, au moins partielle, lui soit accord?e. Elle renvoie ? cet ?gard ? d?autres l?gislations ? l?objet similaire et qui sanctionnent le non-respect des obligations sanitaires qu?elles ?dictent par une sanction plus mesur?e, r?duisant le droit ? l?indemnisation, sans le r?duire ? n?ant.
39. La requ?rante ne conteste pas avoir commis un certain nombre de manquements ? la r?glementation en vigueur. Elle estime toutefois que le non-respect de certaines dispositions internes doit ?tre consid?r? ? la lumi?re des circonstances particuli?res l?expliquant et qui rendent le refus d?indemnisation excessif et contraire ? l?article 1 du Protocole no 1 en l?esp?ce. Elle soutient en effet qu?elle avait des raisons l?gitimes, suite ? un d?pistage subi par les bovins, de penser que les animaux ?taient en pleine sant? et que les avortements ayant eu lieu entre 1998 et 2000 pouvaient s?expliquer par d?autres facteurs que la brucellose. La requ?rante fait valoir qu?en 1998 la brucellose n??tait pas une maladie courante mais qu?au contraire elle avait presque disparu en Belgique. Elle en veut pour preuve qu?elle a ?t? consid?r?e comme le dernier cas de brucellose diagnostiqu? en Belgique avant l?obtention du statut ? officiellement indemne ?. ? cela s?ajoute que la brucellose est une maladie particuli?rement difficile ? diagnostiquer du fait de la longueur de la p?riode d?incubation.
40. Enfin, comme devant les juridictions internes, la requ?rante fait valoir que les autorit?s belges ne l?ont pas inform?e en temps utile qu?un cas de brucellose avait ?t? d?tect? dans l?exploitation du marchand qui avait livr? les bovins ? la requ?rante. D?s lors, l?application sans nuance et de mani?re automatique de l?article 23 ? 3 de l?arr?t? royal du 6 d?cembre 1978 a constitu? une atteinte disproportionn?e et injustifi?e au droit du respect de ses biens.

b) Le Gouvernement
41. Le Gouvernement soutient en premier lieu que, contrairement ? ce qu?all?gue la requ?rante, l?ing?rence litigieuse constitue un contr?le de l?usage des biens et rel?ve ? ce titre du second alin?a de la disposition invoqu?e. En effet, les bovins sont rest?s la propri?t? de la soci?t? requ?rante, qui pouvait les vendre et en percevoir la valeur bouch?re – non n?gligeable – d?s lors que la viande provenant de b?tes touch?es par la brucellose est propre ? la consommation humaine. Le Gouvernement rappelle ensuite que la pr?sente affaire s?inscrit dans le contexte g?n?ral de lutte contre la brucellose bovine, la Belgique ayant ?t? fortement contamin?e jusqu?? la fin des ann?es 1980, de sorte que la requ?rante ne pouvait pas ignorer les obligations qui lui incombaient en vertu de l?arr?t? royal du 6 d?cembre 1978 (paragraphe 29 ci-dessus). Or le refus d?indemniser la requ?rante pour l?abattage des bovins ?tait clairement motiv? par les nombreuses infractions aux dispositions r?glementaires constat?es. Ce refus d?indemnisation ?tait pr?visible puisqu?explicitement pr?vu ? l?article 23 ? 3 de l?arr?t? royal du 6 d?cembre 1978 (paragraphe 30 ci-dessus).
42. Le Gouvernement rappelle l?importance de la lutte contre la brucellose bovine qui peut avoir des cons?quences sanitaires et ?conomiques d?sastreuses et qui explique les mesures drastiques prises par l??tat belge afin d?endiguer les foyers d?tect?s et de conserver le statut ? officiellement indemne ? de la Belgique. Cette maladie pr?sente des difficult?s de d?pistage du fait de la p?riode d?incubation longue et de l??volution lente des sympt?mes, d?o? l?importance de la collaboration s?rieuse des exploitants de r?aliser les tests n?cessaires et d?attirer l?attention de l?ASFCA au moindre soup?on. Le comportement de la soci?t? requ?rante, les multiples infractions commises en d?pit du contexte g?n?ral de lutte contre la brucellose et la gravit? des risques encourus constituent des circonstances exceptionnelles justifiant qu?aucune indemnisation n?ait ?t? octroy?e ? la requ?rante. Si elle avait respect? l?arr?t? royal du 6 d?cembre 1978, la requ?rante aurait pu obtenir une compensation financi?re permettant d?atteindre, apr?s revente au prix de boucherie, 85 % de la valeur de remplacement estim?e des bovins.
43. En ce qui concerne la ? perte de l?outil de travail ?, le Gouvernement soutient que les bovins ne constituaient pas un outil de travail au sens de la jurisprudence de la Cour et qu?en tout cas l?abattage des bovins n?a pas ?t? de nature ? aboutir ? l?impossibilit? pour la requ?rante de poursuivre son activit? puisqu?elle a pu accueillir de nouveaux bovins d?s la lev?e des mesures sanitaires.

Appr?ciation de la Cour
a) Principes g?n?raux applicables
44. La Cour rappelle que non seulement une ing?rence dans le droit de propri?t? doit viser, dans les faits comme en principe, un ? but l?gitime ? conforme ? ? l?int?r?t g?n?ral ?, mais il doit aussi exister un rapport raisonnable de proportionnalit? entre les moyens employ?s et le but vis? par toute mesure appliqu?e par l??tat, y compris les mesures destin?es ? r?glementer l?usage des biens d?un individu. C?est ce qu?exprime la notion du ? juste ?quilibre ? qui doit ?tre m?nag? entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu (Sporrong et L?nnroth c. Su?de, 23 septembre 1982, ? 69, s?rie A no 52, et Hutten-Czapska c. Pologne [GC], no 35014/97, ? 167, CEDH 2006?VIII). En contr?lant le respect de cette exigence, la Cour reconna?t ? l??tat une marge d?appr?ciation tant pour choisir les modalit?s de mise en ?uvre que pour juger si leurs cons?quences se trouvent l?gitim?es, dans l?int?r?t g?n?ral, par le souci d?atteindre l?objectif de la loi en cause (voir, notamment, Chassagnou et autres c. France [GC], nos 25088/94 et 2 autres, ? 75, CEDH 1999?III, et G.I.E.M. S.R.L. et autres c. Italie [GC], nos 1828/06 et 2 autres, ? 293, 28 juin 2018).

b) Application au cas d?esp?ce
45. La Cour rel?ve d?embl?e que la requ?rante a obtenu une indemnisation sous forme de dommages et int?r?ts pour les fautes commises par la DGZ pour 27 bovins abattus et qu?elle a en outre conclu un r?glement amiable avec cette association pour 62 bovins suppl?mentaires (paragraphes 24 et 28 ci-dessus). Lors de la mise ? jour du dossier en f?vrier 2018, la requ?rante a n?anmoins pr?cis? qu?elle souhaitait maintenir l?ensemble de sa requ?te dans la mesure o? elle consid?re que les griefs invoqu?s ? l?encontre de l??tat belge n?ont pas ?t? affect?s par les indemnit?s partielles qu?elle a re?ues, l?essentiel de son pr?judice n?ayant pas ?t? indemnis?.
46. La Cour prend note du souhait de la requ?rante de maintenir l?ensemble de sa requ?te et constate que le Gouvernement n?a soulev? aucune exception ? cet ?gard. Cela ?tant, rien n?emp?che la Cour de prendre, le cas ?ch?ant, ces ?l?ments en compte dans l?examen de la proportionnalit? des mesures contest?es (voir, par exemple, Pinnacle Meat Processors Company et 8 autres c. Royaume-Uni, no 33298/96, d?cision de la Commission du 21 octobre 1998, non publi?e).

Sur la nature de l?atteinte
47. Aucune contestation ne s??l?ve quant au fait que les mesures d?abattage litigieuses constituent une atteinte ? la propri?t? de la requ?rante au regard de l?article 1 du Protocole no 1.
48. La Cour a d?j? consid?r? qu?une mesure d?abattage pr?ventif d?ovins afin de pr?venir le d?clenchement d?une ?pizootie de fi?vre aphteuse sur le territoire national s?analysait en une r?glementation de l?usage des biens (Chagnon et Fournier c. France, nos 44174/06 et 44190/06, ? 36, 15 juillet 2010). Il n?y a pas lieu de d?cider autrement en l?esp?ce d?s lors que, comme l?a relev? le Gouvernement, les bovins abattus sont rest?s la propri?t? de la requ?rante, qui pouvait les vendre et en percevoir la valeur bouch?re. L?ing?rence rel?ve donc du second alin?a de l?article 1 du Protocole no 1.
49. Ceci ?tant dit, cette r?gle doit en tout cas s?interpr?ter ? la lumi?re du principe g?n?ral du respect de la propri?t? ?nonc? dans le premier paragraphe du premier alin?a de l?article pr?cit? (G.I.E.M. S.R.L. et autres, pr?cit?, ? 289, et Leki? c. Slov?nie [GC], no 36480/07, ? 92, 11 d?cembre 2018).

Sur la justification de l?atteinte
50. La requ?rante ne conteste pas la l?galit? des mesures d?abattage et du refus d?indemnisation qui ?taient pr?vus par l?arr?t? royal du 6 d?cembre 1978, ni le but l?gitime d?int?r?t public qu?ils poursuivaient. Les parties sont toutefois en d?saccord sur la question de savoir si ces mesures ?taient proportionn?es au but poursuivi.
51. La requ?rante soutient qu?en application de la jurisprudence de la Cour, seules des circonstances exceptionnelles peuvent justifier un d?faut total d?indemnisation (Jahn et autres c. Allemagne [GC], nos 46720/99 et 2 autres, ? 94, CEDH 2005?VI, et Scordino c. Italie (no 1) [GC], no 36813/97, ? 95, CEDH 2006?V). La jurisprudence sur laquelle se fonde la requ?rante a trait ? une privation de propri?t? relevant de la deuxi?me phrase du premier alin?a de l?article 1 du Protocole no 1. Or ce crit?re n?est pas applicable lorsqu?est en cause une mesure de r?glementation de l?usage des biens. Dans ce cas-l?, l?absence d?indemnisation est l?un des facteurs ? prendre en compte pour ?tablir si un juste ?quilibre a ?t? respect? mais elle ne saurait, ? elle seule, ?tre constitutive d?une violation de l?article 1 du Protocole no 1 (Depalle c. France [GC], no 34044/02, ? 91, CEDH 2010, et Malfatto et Mieille c. France, no 40886/06 et 51946/07, ? 64, 6 octobre 2016). La Cour va d?s lors s?attacher ? v?rifier si l?abattage des bovins sans indemnisation a, dans les circonstances de l?esp?ce, m?nag? un juste ?quilibre entre l?int?r?t g?n?ral et les droits fondamentaux de la requ?rante, ou si celui-ci a fait peser sur elle une charge sp?ciale ou exorbitante.
52. La Cour note que l?arr?t? royal du 6 d?cembre 1978 pr?voit en principe une indemnisation partielle pour l?abattage de bovins atteints de la brucellose. La requ?rante s?est vu refuser l?octroi de cette indemnit? en raison des multiples manquements qu?elle a commis aux obligations lui incombant. Le refus d?indemnisation dans ce cas est express?ment pr?vu par l?article 23 ? 3 dudit arr?t? royal, et la requ?rante n?a pas fait valoir qu?elle ignorait ses obligations r?glementaires ni qu?elle n?avait pas commis les manquements qui lui ont ?t? reproch?s.
53. Elle a tent?, en vain, de d?montrer devant les juridictions internes que les autorit?s avaient commis un certain nombre de fautes qui ?taient ? l?origine du dommage qu?elle a subi. Sa demande a ?t? d?ment examin?e par les juridictions nationales lesquelles ont estim?, apr?s avoir entendu contradictoirement les arguments des parties et examin? tous les ?l?ments du dossier, que sa demande ? l??gard de l?AFSCA n??tait pas fond?e. Ce faisant, les juridictions internes ont v?rifi? que les conditions justifiant une atteinte au droit de propri?t? tel qu?interpr?t? par la Cour ?taient remplies dans les circonstances de l?esp?ce, en particulier que les mesures d?abattage ?taient pr?vues par la loi, qu?elles poursuivaient un but l?gitime et qu?elles ?taient proportionn?es au but poursuivi (paragraphes 21 et 22 ci-dessus). La Cour ne d?c?le dans le raisonnement des juridictions nationales aucun ?l?ment permettant de conclure que leurs d?cisions ?taient arbitraires ou manifestement d?raisonnables.
54. Par ailleurs, la Cour note et tient compte, dans l?examen de la proportionnalit? des mesures litigieuses, du fait que la requ?rante a obtenu une compensation financi?re pour 89 des bovins abattus pour des fautes commises par la DGZ (paragraphes 25 et 28 ci-dessus).
55. Le fait que d?autres l?gislations similaires sanctionnent le non-respect d?obligations sanitaires qu?elles ?dictent en r?duisant le droit ? l?indemnisation plut?t qu?en l?excluant n?est pas en l?esp?ce de nature ? rompre le juste ?quilibre ? m?nager entre la protection de la propri?t? et les exigences de l?int?r?t g?n?ral. Les autorit?s nationales disposent d?une certaine marge d?appr?ciation lorsqu?il s?agit de prot?ger la sant? publique et la s?curit? alimentaire sur leur territoire (Chagnon et Fournier, pr?cit?, ? 57) pour d?terminer les sanctions du non-respect des obligations sanitaires, selon les risques engendr?s par ce non-respect et les caract?ristiques des maladies animales que ces obligations visent ? ?radiquer.
56. De l?avis de la Cour, d?terminer si les bovins constituaient ? l?outil de travail ? de la requ?rante tel qu?interpr?t? par la Cour (voir, ? cet ?gard, Lallement c. France, no 46044/99, 11 avril 2002) ne modifie pas en l?esp?ce la conclusion ? laquelle elle aboutit. Comme l?a fait remarquer le Gouvernement, la requ?rante pouvait poursuivre son activit? en accueillant de nouveaux bovins d?s la lev?e des mesures sanitaires le 20 juin 2000 (paragraphe 16 ci-dessus). La requ?rante n?a pas fait valoir que cela lui avait ?t? impossible ou exag?r?ment difficile.
57. Ces ?l?ments suffisent ? la Cour pour conclure que, eu ?gard ? l?importance pour les ?tats de lutter contre les maladies animales et compte tenu de la marge d?appr?ciation dont b?n?ficient les ?tats en la mati?re, la requ?rante n?a pas eu ? subir une charge sp?ciale ou exorbitante du fait du refus d?indemnisation pour l?abattage de ses bovins.
58. Partant, il n?y a pas eu violation de l?article 1 du Protocole no 1.

PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,

D?clare la requ?te recevable ;
Dit qu?il n?y a pas eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 12 novembre 2019, e**n application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.

Stephen Phillips Georgios A. Serghides
Greffier Pr?siden

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