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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE PREITE c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: P1-1
Numero: 28976/05/2015
Stato: Italia
Data: 2015-11-17 00:00:00
Organo: Sezione Quarta
Testo Originale

Conclusioni: Violazione dell’articolo 1 del Protocollo n? 1 – Protezione della propriet?, articolo 1 al. 1 del Protocollo n? 1 – Privazione di propriet?

QUARTA SEZIONE

CAUSA PREITE C. ITALIA

(Richiesta no 28976/05)

SENTENZA

STRASBURGO

17 novembre 2015

Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Preite c. Italia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, quarta sezione, riunendosi in una camera composta da:
P?ivi Hirvel?, presidentessa,
Guido Raimondi,
George Nicolaou,
Ledi Bianku,
Krzysztof Wojtyczek,
Faris Vehabovi?,
Yonko Grozev, giudici,
e di Francesca Elens-Passos, canceliera di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 20 ottobre 2015,
Rende la sentenza che ha adottato in questa data:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 28976/05) diretta contro la Repubblica italiana e di cui un cittadino di questo Stato, OMISSIS (“il richiedente”), aveva investito la Corte il 26 luglio 2005 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”).
Il richiedente essendo deceduto il 1 gennaio 2012, i suoi quattro eredi-sua moglie OMISSIS ed i tre figli della coppia OMISSIS-hanno espresso il desiderio di continuare il procedimento dinnanzi alla Corte. OMISSIS essendo deceduta il 17 agosto 2013, gli altri tre richiedenti hanno informato la Cancelleria del fatto che avevano ereditato da questa. Per ragioni di ordine pratico, la presente sentenza continuer? di chiamare OMISSIS “il richiedente” bench? occorra assegnare oggi questa qualit? ai suoi tre eredi.
2. Il richiedente ? stato rappresentato da OMISSIS avvocato a Bari. Il governo italiano (“il Governo”) ? stato rappresentato dal suo agente, la Sig.ra E. Spatafora, col suo vecchio coagente aggiunge, il Sig. N. Lettieri e col suo coagente, la Sig.ra P. Accardo.
3. Il richiedente adduce sotto l’angolo dell’articolo 1 del Protocollo no 1 e dell’articolo 6 della Convenzione un attentato ingiustificato al suo diritto al rispetto dei suoi beni e la violazione del suo diritto ad un processo equo.
4. Il 25 aprile 2008, la richiesta ? stata comunicata al Governo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
5. Il richiedente faceva il proprietario di un terreno ubicato a Taurisano, nella regione dei Puglia, archiviato dal piano di urbanistica comunale del 1973 come facente parte della “zona agricola speciale E3”.
Il 18 aprile 1989, il terreno fu occupato dall’amministrazione pubblica che aveva deciso di costruire un mercato coperto ed una piazza. Con un’ordinanza del 5 maggio 1992, 8 586 metri squadrati furono espropriati.
6. Il progetto di costruzione del mercato riguardava anche il terreno vicino, appartenente al Sig. OMISSIS che fu espropriato allo stesso modo.
7. Il 25 marzo 1992, il richiedente cit? la municipalit? di Taurisano dinnanzi alla corte di appello di Lecce in vista dell’ottenimento di un’indennit? di espropriazione adeguata, corrispondente al valore commerciale del terreno, al senso della legge no 2359/1865. La municipalit? era rappresentata dal commissario incaricato della gestione finanziaria della citt?, in seguito alla dichiarazione di fallimento (dissesto, di questa.
8. Il 14 agosto 1992 entr? in vigore la legge no 359 del 8 agosto 1992, intitolata “Misure urgenti in vista di migliorare lo stato delle finanze pubbliche”) che contemplava nel suo articolo 5bis dei nuovi criteri per calcolare l’indennit? di espropriazione dei terreni. Questa legge si applicava espressamente ai procedimenti in corso e disponeva che per determinare se un terreno era edificabile, bisognava prendere in conto le possibilit? legali ed effettive di edificare (vedere diritto interno pertinente).
9. Durante il procedimento, la corte di appello di Lecce incaric? un perito di valutare il terreno. Secondo questo perito, il terreno del richiedente era edificabile, per la sua situazione e la sua vocazione ad essere edificato, vocazione edificatoria, anche se il piano di urbanistica in vigore dal 1973 l’avevano archiviato come agricolo. Il suo valore per metro quadrato era, al momento della sua occupazione, di 65 000 lire italiane, ITL; 33,57 euro (EUR).
10. In seguito, la corte di appello incaric? un secondo perito che stim? che al momento dell’occupazione, il terreno in questione valeva 51 700 ITL, 26,70 EUR, per metro quadrato.
11. L’amministrazione convenuta argu? che le due perizie dovevano essere allontanate sopra, perch? non rispondevano ai criteri stabiliti dall’articolo 5bis della legge no 359 dell? 8 agosto 1992 in quanto alla valutazione della natura di un terreno. La nuova legge imponeva difatti che solo l’indicazione contenuta nel piano di urbanistica poteva essere utilizzata per valutare la natura di un terreno. Escludeva dunque che si valutasse in concreto la natura del terreno come sarebbe potuto risultare al momento della perizia. Dato che il terreno controverso non era archiviato come edificabile dal piano di urbanistica ma come “agricolo speciale”, doveva essere considerato come agricolo, ed essere indennizzato all’altezza di 3 500 ITL, 1,81 EUR, il metro quadrato. Questo valore risultava dai criteri di calcolo per i terreni agricoli enunciati dalla legge no 865 del 1971. In appoggio delle sue tesi, l’amministrazione si rifer? alla perizia d? ufficio che era stata fatta nel procedimento introdotto dal vicino del richiedente.
12. Con una sentenza del 10 luglio 2000, la corte di appello stim? che c’era luogo di applicare il ragionamento seguito dal perito nominato nel procedimento concernente il vicino e decise di indennizzare il terreno del richiedente come terreno agricolo, dato che questo non era archiviato come edificabile dal piano di urbanistica. La corte accord? un’indennit? di espropriazione di 3 500 lire italiane con metro quadrato, 1,81 EUR, per le ragioni menzionate sopra, ai termini dell’articolo 5bis della legge no 359 del 1992.
13. Il richiedente ricorse in cassazione.
14. Con una sentenza del 25 marzo 2005, la Corte di cassazione respinse il ricorso. Afferm? che l’articolo 5bis della legge no 359/1992, al suo capoverso 3, contemplava una distinzione rigida tra i terreni archiviati come edificabili e gli altri. Di conseguenza, i terreni archiviati come agricoli ma non utilizzati in agricoltura dovevano essere indennizzati come se fossero sfruttati ai fini agricoli. Quindi, ai termini del capoverso 4 di questa disposizione, c’era luogo di accordare un importo corrispondente al rendimento agricolo medio delle terre agricole della regione.
15. Con la sua sentenza no 181 di 2011, la Corte costituzionale dichiar? che l’articolo 5bis della legge no 359/1992 era incompatibile con la Costituzione, nella misura in cui l’indennit? di espropriazione per i terreni non archiviata come edificabili era determinata sulla base di un calcolo astrae. Non poteva avere indennizzo adeguato se si faceva astrazione del valore di mercato del terreno, e questa ultima dipendeva delle caratteristiche reali del bene. Bisognava basare l’indennit? di espropriazione su una valutazione in concreto dei terreni dunque.
16. Il richiedente non si ? potuto avvalere di questa sentenza della Corte costituzionale, il procedimento intentato da lui essendo finito gi? sopra si al momento del pronunziato della sentenza no 181 di 2011.
17. Il vicino del richiedente si ? potuto avvalere della sentenza della Corte costituzionale, perch? il procedimento a lui concernente era ancora pendente al momento del pronunziato della sentenza. Il 6 giugno 2013, la Corte di cassazione ha rinviato cos? la pratica alla corte di appello di Bari, affinch? si conformasse alla sentenza della Corte costituzionale. In una perizia del 2 ottobre 2014, il perito nominato dalla corte di appello ha potuto valutare in concreto il terreno del vicino, e ha stimato che al momento dell’espropriazione (1992) il suo valore era di 20,50 EUR per metro quadrato.
II. IL DIRITTO E LE PRATICA INTERNI PERTINENTI
18. La legge no 2359/1865, nel suo articolo 39, contemplava che in caso di espropriazione di un terreno, l’indennit? da versare doveva corrispondere al valore commerciale del terreno al momento dell’espropriazione.
19. La legge no 865/1971, completata dall’articolo 4 della decreto-legge no 115/1974, diventato legge no 247/1974 in seguito, cos? come con l’articolo 14 della legge no 10/1977, introdusse dei nuovi criteri: l’indennizzo per ogni terreno, che fosse agricolo o edificabile, doveva essere calcolato come se si fosse trattato di un terreno agricolo.
20. Con la sentenza no 5 del 25 gennaio 1980, la Corte costituzionale dichiar? incostituzionale la legge no 865/1971, al motivo che questa trattava in modo identiche due situazioni molto differenti, ossia che contemplava lo stesso tipo di indennizzo per i terreni edificabili ed i terreni agricoli. In seguito a questa sentenza, l’articolo 39 della legge no 2359/1865 riorganizz? i suoi effetti.
21. Il Parlamento adott? la legge no 385 del 29 luglio 1980 che reintroduceva i criteri che erano appena stati dichiarati incostituzionali, ma questa volta provvisoriamente. La legge disponeva difatti che la somma versata era un acconto che doveva essere completato da un’indennit? che sarebbe stata calcolata sulla base di una legge da adottare che prevedeva dei criteri di indennizzo specifici per i terreni edificabili.
22. Con la sentenza no 223 del 15 luglio 1983, la Corte costituzionale dichiar? incostituzionale la legge no 385/1980, al motivo che questa sottoponeva l’indennizzo in caso di espropriazione di un terreno edificabile all’adozione di una legge futura, e che reintroduceva, anche se questo era solamente in via provvisoria, dei criteri di indennizzo gi? dichiarati incostituzionali. A questo riguardo, la Corte costituzionale ricord? che il legislatore era tenuto di prendere in conto il fatto che una legge dichiarata illegale smetteva immediatamente di produrre i suoi effetti, e sottoline? la necessit? di elaborare delle disposizioni che accordassero delle indennit? di espropriazione conseguente (serio ristoro). In seguito alla sentenza no 223 del 1983, l’articolo 39 della legge no 2359/1865 espose di nuovo i suoi effetti.
23. La legge no 359 del 8 agosto 1992 (“Misure urgenti in vista di migliorare lo stato delle finanze pubbliche”) introdusse, nel suo articolo 5bis, una misura “provvisoria, eccezionale ed urgente”, che aveva come scopo la correzione delle finanze pubbliche, valida fino all’adozione di misure strutturali. Questa disposizione si applicava ad ogni espropriazione in corso ed ad ogni procedimento pendente afferente. Pubblicato nel Bollettino ufficiale delle leggi il 13 agosto 1992, l’articolo 5bis della legge no 359/1992 entr? in vigore il 14 agosto 1992. Questa disposizione contemplava due modalit? differenti per il calcolo dell’indennizzo per i terreni edificabili, da una parte, capoversi 1 e 2, e per i terreni agricoli, altro parte (capoverso 4).
24. Per decidere dell’indennizzo di un terreno, l’articolo 5bis della legge no 359 del 1992 imponeva di determinare a priori la natura del terreno, edificabile o agricolo. A questo riguardo, il capoverso 3 dell’articolo 5bis contemplava che “per determinare se un terreno ? edificabile o non bisogna prendere in conto le possibilit? legali ed effettive di edificare nel momento in cui il terreno ? colpito di un permesso di espropriare.”
25. L’interpretazione di questa disposizione non era univoca quando si trattava di determinare la natura dei terreni che, in dispetto della loro archiviazione come agricoli da parte del piano di urbanistica, non erano utilizzati per l’agricoltura e presentavano delle caratteristiche facenti risultare la loro vocazione ad essere edificati. Con la sentenza no 172 del 23 aprile 2001, le sezioni riunite della Corte di cassazione precisarono che soli i terreni archiviati come edificabili col piano di urbanistica potevano essere considerati come edificabili alle fini dell’indennit? di espropriazione. Di conseguenza, ogni terreno non archiviato come edificabile col piano di urbanistica doveva essere indennizzato come un terreno agricolo utilizzato in agricoltura, ai termini del capoverso 4 dell’articolo 5bis, senza tenere conto delle caratteristiche reali del bene e della sua vocazione ad essere edificato.
26. Ai termini del capoverso 4 dell’articolo 5bis della legge no 359 del 1992, per calcolare l’indennit? di espropriazione nel caso di un terreno archiviato come agricolo ma non coltivato, bisognava applicare lo stesso criterio utilizzato per indennizzare un terreno sfruttato in agricoltura, su base di un calcolo astrae e forfetario risultato ad una somma che corrisponde al valore medio di rendimento agricolo dei terreni della regione.
27. Il Repertorio delle disposizioni sull’espropriazione, decreto del presidente della Repubblica no 327/2001, modificato dal decreto-legge no 302/2002, entrato in vigore il 30 giugno 2003, ha codificato le disposizioni esistenti ed i principi giurisprudenziali in materia di espropriazione. L’articolo 40 del Repertorio ha ripreso per l’essenziale i criteri di determinazione dell’indennit? di espropriazione prevista dall’articolo 5bis della legge no 359/1992 per i terreni non edificabili, mentre l’articolo 37 del Repertorio ha ripreso quelli concernente i terreni edificabili.
28. Con la sua sentenza no 181 di 2011, la Corte costituzionale ha dichiarato incostituzionale l’articolo 5bis della legge no 359 del 1992, in quanto ai criteri utilizzati per calcolare l’importo dell’indennizzo in caso di espropriazione di terreni non archiviati come edificabili che si applicavano a prescindere molte caratteristiche reali dell’espropriato. L’Alta Giurisdizione ha stimato che per avere un indennizzo adeguato occorreva che questa sia in rapporto col valore commerciale del terreno, ci? che ? era unicamente possibile se il terreno in questione era valutato in concreto.
29. Con la sua sentenza no 348 del 2007, la Corte costituzionale aveva dichiarato peraltro gi? incostituzionale l’articolo 5bis della legge no 359 di 1992, in quanto ai criteri utilizzati per calcolare l’importo dell’indennizzo in caso di espropriazione di terreni edificabili. L’indennit? a versare in caso di espropriazione di un terreno edificabile era calcolata secondo una formula che arriva al 30% del valore commerciale difatti, potendo andare in certi casi fino al 50%.
IN DIRITTO
I. OSSERVAZIONE PRELIMINARE
30. La Corte nota al primo colpo che il richiedente ? deceduto il 1 gennaio 2012. I suoi quattro eredi-OMISSIS -hanno espresso il desiderio di continuare il procedimento dinnanzi alla Corte. La OMISSIS essendo deceduta il 17 agosto 2013, i tre bambini del richiedente hanno fatto sapere che avevano ereditato di questa e hanno confermato il loro desiderio di inseguire l’istanza.
31. Il Governo, informato di questa situazione, non ha sollevato di obiezioni.
32. La Corte stima che gli eredi del richiedente e di sua sposa, avuto riguardo all’oggetto della presente causa, possono pretendere avere un interesse sufficiente per giustificare del perseguimento dell’esame della richiesta e gli riconosce quindi la qualit? per sostituirsi oramai a lui nello specifico (vedere, per esempio, X c. Francia, 31 marzo 1992, ? 26, serie Ha no 234-C, p. 89,; il Rosa ed Alba c. Italia (no 1), no 58119/00, ?? 47-48, 11 ottobre 2005.
II. SULLA DOMANDA DI RADIAZIONE DELLA RICHIESTA AI SENSI DELL’ARTICOLO 37 DELLA CONVENZIONE
33. Il 27 gennaio 2014, il Governo ha investito la Corte di una dichiarazione unilaterale che sollecitava in compenso la radiazione della causa del versamento di una somma (38 000 EUR) e della riconoscenza della violazione del diritto al rispetto dei beni al senso dell’articolo 1 del Protocollo no 1 e dell’articolo 6 della Convenzione.
34. Il richiedente si ? opposto a questa proposta. Ha osservato che l’importo offerto era largamente inferiore al valore del terreno controverso, come risulta delle perizie di ufficio effettuato durante procedimento ed anche della perizia di ufficio del 2 ottobre 2014 concernente il terreno del vicino.
35. La Corte riafferma che, in certe circostanze, pu? essere indicato di cancellare una richiesta dal ruolo in virt? dell’articolo 37 ? 1 c, della Convenzione sulla base di una dichiarazione unilaterale del governo convenuto anche se il richiedente desidera che l’esame della causa prosegua. Saranno tuttavia le circostanze particolari della causa che permetteranno di determinare se la dichiarazione unilaterale offre una base sufficiente affinch? la Corte conclusa che il rispetto dei diritti dell’uomo garantito dalla Convenzione non esige che insegua l’esame della causa al senso dell’articolo 37 ? 1 in fine (vedere, tra altri, Tahsin Acar c. Turchia (eccezioni preliminari) [GC], no 26307/95, ? 75, CEDH 2003 VI; Melnic c. Moldova, no 6923/03, ? 22, 14 novembre 2006.
36. Dopo avere esaminato i termini della dichiarazione del Governo ed avuto riguardo all’insieme delle circostanze della causa, la Corte stima che la dichiarazione in questione non offre una base sufficiente per concludere che il rispetto dei diritti dell’uomo non esige il perseguimento dell’esame della richiesta, Przemyk c. Polonia, no 22426/11, ? 39, 17 settembre 2013; Rossi e Variale c. Italia, no 2911/05, 3 giugno 2014.
37. Pertanto, la Corte respinge la domanda del Governo che tende alla radiazione della richiesta del ruolo in virt? dell’articolo 37 ? 1 c, della Convenzione e va’ ad inseguire perci? l’esame della causa al fondo.
III. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1
38. Il richiedente si lamenta del carattere inadeguato dell’indennit? di espropriazione che ? stata calcolata senza tenere conto delle caratteristiche reali del terreno, al senso dell’articolo 5bis, capoverso 4, della legge no 359 del 1992. Adduce la violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1 che si legge cos?:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiede gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessari per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
A. Sull’ammissibilit?
39. La Corte constata che questo motivo di appello non ? manifestamente male fondato al senso dell’articolo 35 ? 3, ha, della Convenzione. La Corte rileva peraltro che non incontra nessun altro motivo di inammissibilit?. Conviene dichiararlo ammissibile dunque.
B. Sul merito
1. Argomenti delle parti
40. Il richiedente adduce che l’indennit? di espropriazione che ha ricevuto non ? adeguata visto che ? molto sensibilmente inferiore al valore commerciale del terreno. Questo deriva per il fatto che l’indennit? controversa non ? stata calcolata in funzione delle caratteristiche reali del terreno, ma sulla base di un calcolo astrae. Difatti, il terreno controverso era archiviato come “agricolo speciale”, ma non era sfruttato ai fini agricoli. Situato al centro citt?, a due cento metri dalla piazza principale, aveva vocazione ad essere edificato. Del resto, ? stato utilizzato dalla citt? per costruire un spazio commerciale (mercato coperto). Le giurisdizioni nazionali hanno fissato l’indennizzo come se il terreno era sfruttato in agricoltura, e hanno accordato una somma che corrisponde al rendimento agricolo medio dei terreni della regione, ai termini dell’articolo 5bis della legge no 359 del 1992. Il solo criterio che ? stato preso in conto ? stato l’archiviazione del terreno col piano di urbanistica del 1973, e nessuna importanza ? stata assegnata tanto agli sviluppi ulteriori sul piano urbanistico che dei fatti.
Il richiedente si congratula della sentenza con no 181 di 2011 della Corte costituzionale che ha dichiarato contrario alla Costituzione il modo di calcolo dell’indennit? di espropriazione per i terreni non archiviati come edificabili, previsto con l’articolo 5bis della legge no 359 del 1992. Osserva che tuttavia non si ? potuto avvalere di questa sentenza, il suo procedimento essendo finito gi? in 2011.
Il richiedente deplora l’atteggiamento del Governo che, malgrado la sentenza della Corte costituzionale, reitera i suoi argomenti secondo che il terreno deve essere considerato ed indennizzato come essendo un terreno agricolo. Chiede alla Corte di prendere in conto lo fa che, anche allo sguardo del diritto interno, la situazione di cui ha sofferto ? oramai illegale. A questo riguardo, osserva che il suo vicino ha potuto invocare utilmente la sentenza della Corte costituzionale dinnanzi alle giurisdizioni nazionali ed ottenere una notizia stimo di ufficio secondo la quale il terreno, tenuto conto delle sue caratteristiche reali che sono gli stessi del terreno del richiedente, valeva 20,50 EUR con metro quadrato al momento dell’espropriazione.
41. Il Governo osserva che l’espropriazione era conforme alla legge e rispondeva ad uno scopo legittimo di utilit? pubblica. Il solo punto in discussione ? quello relativo all’indennit? di espropriazione. Ora, la questione dell’indennizzo rientra nel margine di valutazione degli Stati, e la Corte non ? competente per determinare la natura del terreno controverso e rimettere in causa l’archiviazione urbanistica del bene.
Secondo il Governo, le giurisdizioni nazionali hanno, a buon diritto, indennizzato il terreno come un terreno agricolo, senza prendere in conto le caratteristiche reali del terreno. Chiede alla Corte di basare il suo ragionamento, ivi compreso alle fini della soddisfazione equa, sul fatto che il terreno ? archiviato come agricolo col piano di urbanistica. Non ? questione di indennizzare il terreno tenendo conto della sua vocazione ad essere edificato dunque, e le costruzioni erette dall’amministrazione pubblica non possono giocare nessuno ruolo. All’appoggio della sua tesi, il Governo ha depositato un parere che proviene dell’amministrazione pubblica, Agenzia delle entrate secondo che il richiedente avrebbe dovuto percepire 38 000 EUR ne pi? della somma percepita a titolo di indennit? di espropriazione, dato che si tratta di un terreno agricolo. Per determinare il valore probabile del terreno controverso al momento dell’espropriazione, sarebbe quindi inopportuno di prendere in conto le perizie di ufficio ordinato nel procedimento del richiedente o la perizia di ufficio effettuato sul fondo del vicino, il procedimento relativo a questo ultimo che ? ne pi? ancora pendente.
2. Valutazione della Corte
42. La Corte constata innanzitutto che le parti si accordano per dire che c’? stata “privazione dei beni” al senso della seconda frase del primo capoverso dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
43. Come ha precisato a pi? riprese, la Corte ricorda che l’articolo 1 del Protocollo no 1 contiene tre norme distinte: “la prima che si esprime nella prima frase del primo capoverso e riveste un carattere generale, enuncia il principio del rispetto della propriet?; la seconda, che figura nella seconda frase dello stesso capoverso, prevede la privazione di propriet? e la sottopone a certe condizioni; in quanto alla terza, registrata nel secondo capoverso, riconosce agli Stati il potere, tra altri, di regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale. Non si tratta pertanto di regole prive di rapporto tra esse. La seconda e la terza fanno riferimento agli esempi particolari di attentati al diritto di propriet?; quindi, si devono interpretare alla luce del principio consacrato dalla prima” (vedere, tra altre, sentenza James ed altri c. Regno Unito, 21 febbraio 1986, ? 37, serie A no 98 che riprende parte i termini dall’analisi che la Corte ha sviluppato nella sua sentenza Sporrong e L?nnroth c. Svezia, 23 settembre 1982, ? 61, serie A no 52, p. 24; vedere anche le sentenze I Santi Monasteri c. Grecia, 9 dicembre 1994, ? 56, serie A no 301-ha, p. 31, Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, ? 55, CEDH 1999-II, e Beyeler c. Italia [GC], no 33202/96, ? 106, CEDH 2000 I.
44. Una misura di ingerenza nel diritto al rispetto dei beni deve predisporre un “giusto equilibrio” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo (vedere, tra altre, Sporrong e L?nnroth, precitata, ? 69, p. 26). La preoccupazione di garantire tale equilibrio si riflette nella struttura dell’articolo 1 del Protocollo no 1 tutto intero, dunque anche nella seconda frase che si deve leggere alla luce del principio consacrato dalla prima. In particolare, deve esistere un rapporto ragionevole di proporzionalit? tra i mezzi impiegati e lo scopo previsto da ogni misura applicata dallo stato, ivi comprese le misure che privano una persona della sua propriet? ( Pressos Compania Naviera S.p.A. ed altri c. Belgio, 20 novembre 1995, ? 38, serie A no 332, p. 23; ex-re di Grecia ed altri c. Grecia [GC], no 25701/94, ?? 89-90, CEDH 2000-XII; Sporrong e L?nnroth, precitata, ? 73, p. 28).
45. Controllando il rispetto di questa esigenza, la Corte riconosce allo stato un grande margine di valutazione tanto per scegliere le modalit? di collocamento in opera quanto per giudicare se le loro conseguenze si trovano legittimate, nell’interesse generale, con la preoccupazione di raggiungere l’obiettivo della legge in causa( Chassagnou ed altri c. Francia [GC], nostri 25088/94, 28331/95 e 28443/95, ? 75, CEDH 1999-III). Non potrebbe rinunciare per tanto al suo potere di controllo, in virt? del quale le appartiene di verificare che l’equilibrio voluto ? stato preservato in modo compatibile col diritto dei richiedenti al rispetto dei loro beni, al senso della prima frase dell’articolo 1 del Protocollo no 1( Jahn ed altri c. Germania [GC], nostri 46720/99, 72203/01 e 72552/01, ? 93, CEDH 2005).
46. Per determinare se la misura controversa rispetta “il giusto equilibrio voluto? e, in particolare, se non fa pesare sui richiedenti un carico sproporzionato, c’? luogo di prendere in considerazione le modalit? di indennizzo previsto dalla legislazione interna. La Corte ha gi? detto a questo riguardo, che, senza il versamento di una somma ragionevolmente in rapporto col valore del bene, una privazione di propriet? costituisce normalmente un attentato eccessivo. Un difetto totale di indennizzo potrebbe giustificarsi sul terreno dell’articolo 1 del Protocollo no 1 solo in circostanze eccezionali (I Santi Monasteri, ? 71, p. 35, ex-re della Grecia ed altri, ? 89, sentenze precitate). Questa disposizione non garantisce in ogni caso il diritto ad un risarcimento integrale (James ed altri, precitata, ? 54, p. 36; Broniowski c. Polonia [GC], no 31443/96, ? 182, CEDH 2004-V).
47. Se ? vero che in numerosi casi di espropriazione lecita, come l’espropriazione isolata di un terreno in vista della costruzione di una strada o ad altri fini “di utilit? pubblica”, solo un indennizzo integrale pu? essere considerato come ragionevolmente in rapporto col valore del bene, questa regola non ? tuttavia senza eccezioni (Ex-re di Grecia ed altri c. Grecia [GC] (soddisfazione equa), no 25701/94, ? 78, 28 novembre 2002). Alcuni obiettivi legittimi “di utilit? pubblica”, come ne perseguono delle misure di riforma economica o di giustizia sociale, possono militare per un rimborso inferiore al pieno valore commerciale, (Scordino c. Italia (no 1), [GC], no 36813/97, ?? 93-97, CEDH 2006 V).
48. Nello specifico, non ? contestato che l’ingerenza controversa abbia soddisfatto alla condizione di legalit? e perseguiva uno scopo legittimo di utilit? pubblica. Quindi, resta da ricercare se, nella cornice di una privazione di propriet? lecita, il richiedente ha dovuto sopportare un carico sproporzionato ed eccessivo.
49. Il richiedente si lamenta del fatto che l’indennizzo del suo terreno-non utilizzato alle fini agricole – ? stato calcolato in funzione dell’articolo 5bis, capoversi 3 e 4, della legge no 359 di 1992, ai termini dai quali l’indennit? di espropriazione di un terreno archiviato come agricolo dal piano di urbanistica deve corrispondere al valore medio di rendimento agricolo dei terreni della regione.
50. La Corte ricorda che non ha per compito di controllare nell’astratto la legislazione controversa; deve limitarsi per quanto possibile ad esaminare i problemi sollevati dal richiedente per il caso di cui ? stata investita. A questo fine, deve, nello specifico, dedicarsi sulla legge suddetta nella misura in cui il richiedente risente delle ripercussioni di questa sui suoi beni (I Santi Monasteri, precitata, ? 55). Non spetta neanche alla Corte da decidere dell’archiviazione o della stima del terreno come ritenuto con l’amministrazione e poi le giurisdizioni interne, salvo a dimostrare che l’indennit? versata a questo titolo ? senza rapporto col valore reale del bene( Lallement c. Francia, no 46044/99, ? 20, 11 aprile 2002).
51. Nell’occorrenza, la Corte rileva che le giurisdizioni nazionali non hanno preso in conto il valore commerciale del terreno. Il loro calcolo non si ? basato sulla situazione del terreno e le sue caratteristiche reali difatti, cos? che c’? stato indennizzo come se il terreno controverso era stato sfruttato in agricoltura. Questo sistema che non tiene nessuno conto della diversit? delle situazioni, ignorando le differenze che risultano in particolare dalla configurazione dei luoghi, e che non permette quindi di calcolare un’indennit? di espropriazione in rapporto col valore commerciale di un terreno, ha portato la Corte costituzionale a concludere all’incompatibilit? delle disposizioni pertinenti con la Costituzione del resto.
Risulta sopra dalla situazione che l’indennit? di espropriazione versata al richiedente ? largamente inferiore al valore commerciale del terreno in questione. L’importo definitivo dell’indennizzo ? stato fissato a 1,81 EUR per metro quadrato, mentre il valore commerciale del terreno stimato alla data dell’occupazione era rispettivamente di 33 EUR circa o di 26 EUR circa con metro quadrato, e questo secondo le perizie di ufficio ordinato nel procedimento intentato dal richiedente. Peraltro, il terreno di cui il vicino del richiedente faceva il proprietario e che ? stato espropriato alla stessa epoca, per lo stesso progetto pubblico, ? stato valutato a 20,50 EUR con metro quadrato al momento dell’espropriazione.
52. Si tratta nello specifico di un caso di espropriazione isolata che non si trova in un contesto di riforma economica, sociale o politica e non ricollegarsi a nessuna altra circostanza particolare. Di conseguenza, la Corte non vede nessun obiettivo legittimo “di utilit? pubblica” che possa giustificare un rimborso talmente inferiore al valore commerciale.
53. Avuto riguardo all’insieme delle considerazioni che precedono, la Corte stima che l’indennizzo accordato al richiedente non era adeguato, visto il suo esiguo importo e la mancanza di ragioni di utilit? pubblica che potessero legittimare un indennizzo talmente inferiore al valore commerciale del bene. Ne segue che l’interessato ha dovuto sopportare un carico sproporzionato ed eccessivo che non pu? essere giustificato da un interesse generale legittimo perseguito dalle autorit? (Scordino c. Italia (no 1), precitata, ?? 99-103).
54. Pertanto, c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
IV. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 6 DELLA CONVENZIONE
55. Il richiedente adduce la violazione al suo diritto ad un processo equo come garantito con l’articolo 6 ? 1 della Convenzione che, nei suoi passaggi pertinenti, disponi:
“1. Ogni persona ha diritto affinch? la sua causa sia equamente sentita da un tribunale che decider? delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile .”
56. Il Governo contesta questa tesi.
A. Sull’ammissibilit?
57. La Corte constata che questo motivo di appello non ? manifestamente male fondato al senso dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione e non urtarti a nessuno altro motivo di inammissibilit?. C’? luogo dunque di dichiararlo ammissibile.
B. Sul merito
58. Il richiedente si lamenta che le giurisdizioni nazionali non abbiano valutato il suo terreno in concreto e che hanno basato le loro decisioni su un ragionamento astrae al senso della legge no 359 del 1992. Si sono appellate inoltre sulla stima del fondo del vicino, al posto di prendere in conto la perizia di ufficio ordinate nella cornice del procedimento intentato dal richiedente.
59. Il Governo osserva che questi motivi di appello si confondono con quelli che ? stato sollevato sotto l’angolo dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
60. La Corte stima che i motivi di appello del richiedente si confondono a questo riguardo con quello che deriva, sotto l’angolo dell’articolo 1 del Protocollo no 1, del carattere inadeguato dell’indennit? di espropriazione e delle modalit? di calcolo di questa. Avuto riguardo ai conclusioni formulati sopra al paragrafo 54, la Corte non stima necessaria di esaminare separatamente sotto l’angolo dell’articolo 6 della Convenzione questa parte della richiesta.
V. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
61. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente permette di cancellare solo imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
A. Danno
62. Trattandosi del danno patrimoniale, il richiedente richiede una somma che corrisponde alla differenza tra il valore commerciale del terreno al momento dell’espropriazione in primo luogo e l’indennit? ottenuta al piano nazionale, pi? indicizzazione ed interessi. Per determinare il valore del bene nel 1992, chiede alla Corte di basarsi sulla prima perizia d?ufficio, o, sussidiariamente, sulla seconda perizia d? ufficio.
63. Osservando poi che l’amministrazione pubblica ha sfruttato il potenziale edificabile del suo terreno, in c’erigendo in particolare degli spazi commerciali che hanno secondo lui riportati alla citt? 1 500 000 euro (EUR), il richiedente sollecita inoltre il versamento di 500 000 EUR.
64. In quanto al danno morale, il richiedente sollecita il versamento di 200 000 EUR, dato che si tratta dell’ennesima espropriazione che ha subito.
65. Il Governo si oppone alle pretese del richiedente e sostiene che questo non ha dritto ad una somma superiore a quella proposta nella dichiarazione unilaterale, ossia 38 000 EUR, al motivo che il terreno controverso ? archiviato come agricolo dal piano di urbanistica. Inoltre, il costo di costruzione degli immobili costruiti dalla citt? non saprebbe essere risarcito. Ad ogni modo, bisogner? dedurre la somma gi? percepita dal richiedente al livello nazionale.
66. Trattandosi del danno morale, il Governo giudica le pretese del richiedente esorbitante.
67. La Corte ricorda che una sentenza che constata una violazione provoca per lo stato convenuto l’obbligo morale di mettere un termine alla violazione e di cancellare ne le conseguenze in modo da ristabilire tanto quanto fare si pu? la situazione anteriore a questa (Iatridis c. Grecia (soddisfazione equa) [GC], no 31107/96, ? 32, CEDH 2000-XI).
68. Nello specifico, in quanto all’articolo 1 del Protocollo no 1, la Corte ha detto che l’ingerenza controversa soddisfaceva alla condizione di legalit? e non era arbitraria, paragrafo 48 sopra. L’atto del governo italiano che ha tenuto per contrario alla Convenzione era un’espropriazione che sarebbe stata legittima se un indennizzo adeguato fosse stato versato, e nello specifico tale indennizzo doveva essere all’altezza del valore commerciale del bene, paragrafi 51-52 sopra. Ispirandosi ai criteri generali enunciati nella sua giurisprudenza relativa all’articolo 1 del Protocollo no 1( Scordino c. Italia, no 1, precitata, ?? 93-98; Stornaiuolo c. Italia, no 52980/99, ? 61, 8 agosto 2006; Mason ed altri c. Italia (soddisfazione equa), no 43663/98, ? 38, 24 luglio 2007; Gigli Costruzioni S.r.l. c. Italia, no 10557/03, ? 81, 1 aprile 2008; Mandola v. Italia, no 38596/02, ? 33, 30 giugno 2009; Zuccal? c. Italia, no 72746/01, ? 40, 19 gennaio 2010) la Corte stima che l’indennit? di espropriazione adeguata nello specifico avrebbe dovuto corrispondere al valore commerciale del bene al momento della privazione di questo.
69. Per determinare il valore probabile del terreno nel 1992, epoca dell’espropriazione, la Corte dispone di tre perizie d?ufficio. Le prime due relative al procedimento intentato dal richiedente, e che hanno valutato il terreno al momento dell’occupazione, o nel 1989, rispettivamente a circa 33 EUR ed a circa 26 EUR per metro quadrato, paragrafo 11 sopra. La terza, pi? recente, ordinata nel procedimento intentato dal vicino del richiedente, ha valutato il terreno a 20,50 EUR per metro quadrato all’epoca dell’espropriazione, ossia nel 1992, paragrafo 17 sopra.
70. Dato che la terza perizia ? l’unica ad avere determinato il valore del terreno del vicino all’epoca dell’espropriazione, la Corte stima opportuno basarsi su questa, tenuto conto delle similitudini che esistono tra i terreni del richiedente e quello del suo vicino. Parte dal principio che il terreno controverso valeva 20,50 EUR con metro quadrato nel 1992 dunque.
71. La Corte accorda di conseguenza una somma che corrisponde alla differenza tra il valore del terreno all’epoca dell’espropriazione, o 20,50 EUR per metro quadrato, e l’indennit? ottenuta a livello nazionale, o 1,81 EUR per metro quadrato, pi? indicizzazione ed interessi suscettibili di compensare, almeno in parte, il lungo lasso di tempo trascorso dallo spodestamento del terreno. Agli occhi della Corte, questi interessi devono corrispondere all’interesse legale semplice applicato sul capitale progressivamente rivalutato.
72. Tenuto conto di questi elementi, e deliberando in equit?, la Corte stima ragionevole di accordare al richiedente la somma di 420 000 EUR, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta su questa somma, per danno patrimoniale.
73. In quanto al danno morale, deliberando in equit?, la Corte accorda 10 000 EUR, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta su questa somma.
B. Oneri e spese
74. Giustificativi in appoggio, il richiedente chiede anche 15 513,32 EUR per gli oneri e spese impegnate dinnanzi alle giurisdizioni interne e 35 950,03 EUR per quegli impegnato dinnanzi alla Corte.
75. Il Governo sostiene che queste pretese sono eccessive ed ingiustificate.
76. Secondo la giurisprudenza della Corte, un richiedente pu? ottenere il rimborso dei suoi oneri e spese solo nella misura in cui si trovano stabiliti la loro realt?, la loro necessit? ed il carattere ragionevole del loro tasso. Nello specifico e tenuto conto dei documenti in suo possesso e della sua giurisprudenza, la Corte stima ragionevole la somma di 20 000 EUR ogni onere confuso e l’accordo al richiedente.
C. Interessi moratori
77. La Corte giudica appropriato ricalcare il tasso degli interessi moratori sul tasso di interesse della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea aumentata di tre punti percentuale.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Respinge la domanda di radiazione dal ruolo della richiesta;

2. Dichiara la richiesta ammissibile;

3. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1;

4. Stabilisce che non c’? luogo di esaminare separatamente il motivo di appello derivato dell’articolo 6 della Convenzione;

5. Stabilisce
a) che lo stato convenuto deve versare al richiedente, entro tre mesi a contare dal giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, le seguenti somme:
i) 420 000 EUR, quattro-cento ventimila euro, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta, per danno patrimoniale,;
ii) 10 000 EUR, diecimila euro, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta, per danno morale,;
iii) 20 000 EUR, ventimila euro, pi? ogni importo che pu? essere dovuto a titolo di imposta dal richiedente, per oneri e spese,;
b) che a contare dalla scadenza di suddetto termine e fino al versamento, questi importi saranno da aumentare di un interesse semplice ad un tasso uguale a quello della facilit? di prestito marginale della Banca centrale europea applicabile durante questo periodo, aumentato di tre punti percentuale,;

6. Respinge la domanda di soddisfazione equa per il surplus.
Fatto in francese, poi comunicato per iscritto il 17 novembre 2015, in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
Francesca Elens-Passos P?ivi Hirvel?
Cancelliera Presidentessa

Testo Tradotto

Conclusions: Violation de l’article 1 du Protocole n? 1 – Protection de la propri?t? (article 1 al. 1 du Protocole n? 1 – Privation de propri?t?)

QUATRI?ME SECTION

AFFAIRE PREITE c. ITALIE

(Requ?te no 28976/05)

ARR?T

STRASBOURG

17 novembre 2015

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Preite c. Italie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (quatri?me section), si?geant en une chambre compos?e de :
P?ivi Hirvel?, pr?sidente,
Guido Raimondi,
George Nicolaou,
Ledi Bianku,
Krzysztof Wojtyczek,
Faris Vehabovi?,
Yonko Grozev, juges,
et de Fran?oise Elens-Passos, greffi?re de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 20 octobre 2015,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 28976/05) dirig?e contre la R?publique italienne et dont un ressortissant de cet ?tat, OMISSIS (? le requ?rant ?), avait saisi la Cour le 26 juillet 2005 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
Le requ?rant ?tant d?c?d? 1er janvier 2012, ses quatre h?ritiers ? son ?pouse OMISSIS et les trois enfants du couple OMISSIS ? ont exprim? le souhait de continuer la proc?dure devant la Cour. OMISSIS ?tant d?c?d?e le 17 ao?t 2013, les trois autres requ?rants ont inform? le Greffe de ce qu?ils avaient h?rit? de celle-ci. Pour des raisons d?ordre pratique, le pr?sent arr?t continuera d?appeler OMISSIS ? le requ?rant ? bien qu?il faille aujourd?hui attribuer cette qualit? ? ses trois h?ritiers.
2. Le requ?rant a ?t? repr?sent? par OMISSIS avocat ? Bari. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par son agent, Mme E. Spatafora, par son ancien coagent adjoint, M. N. Lettieri et par sa coagente, Mme P. Accardo.
3. Le requ?rant all?gue sous l?angle de l?article 1 du Protocole no 1 et de l?article 6 de la Convention une atteinte injustifi?e ? son droit au respect de ses biens et la violation de son droit ? un proc?s ?quitable.
4. Le 25 avril 2008, la requ?te a ?t? communiqu?e au Gouvernement.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
5. Le requ?rant ?tait propri?taire d?un terrain sis ? Taurisano (dans la r?gion des Pouilles), class? par le plan d?urbanisme communal de 1973 comme faisant partie de la ? zone agricole sp?ciale E3 ?.
Le 18 avril 1989, le terrain fut occup? par l?administration publique, qui avait d?cid? d?y construire un march? couvert et une place. Par un arr?t? du 5 mai 1992, 8 586 m?tres carr?s furent expropri?s.
6. Le projet de construction du march? concernait ?galement le terrain voisin, appartenant ? M. OMISSIS, qui fut ?galement expropri?.
7. Le 25 mars 1992, le requ?rant assigna la municipalit? de Taurisano devant la cour d?appel de Lecce en vue de l?obtention d?une indemnit? d?expropriation ad?quate, correspondant ? la valeur marchande du terrain, au sens de la loi no 2359/1865. La municipalit? ?tait repr?sent?e par le commissaire charg? de la gestion financi?re de la ville, ? la suite de la d?claration de faillite (dissesto) de celle-ci.
8. Le 14 ao?t 1992 entra en vigueur la loi no 359 du 8 ao?t 1992 (intitul?e ? Mesures urgentes en vue d?am?liorer l??tat des finances publiques ?), qui pr?voyait dans son article 5bis de nouveaux crit?res pour calculer l?indemnit? d?expropriation des terrains. Cette loi s?appliquait express?ment aux proc?dures en cours et disposait que pour d?terminer si un terrain ?tait constructible, il fallait prendre en compte les possibilit?s l?gales et effectives d??difier (voir droit interne pertinent).
9. Au cours de la proc?dure, la cour d?appel de Lecce chargea un expert d??valuer le terrain. Selon cet expert, le terrain du requ?rant ?tait constructible, de par sa situation et sa vocation ? ?tre ?difi? (vocazione edificatoria) m?me si le plan d?urbanisme en vigueur depuis 1973 l?avait class? comme agricole. Sa valeur par m?tre carr? ?tait, au moment de son occupation, de 65 000 lires italiennes (ITL ; 33,57 euros (EUR)).
10. Par la suite, la cour d?appel chargea un deuxi?me expert, qui estima qu?au moment de l?occupation, le terrain en question valait 51 700 ITL (26,70 EUR) par m?tre carr?.
11. L?administration d?fenderesse argua que les deux expertises ci-dessus devaient ?tre ?cart?es, car elles ne r?pondaient pas aux crit?res ?tablis par l?article 5bis de la loi no 359 du 8 ao?t 1992 quant ? l??valuation de la nature d?un terrain. La nouvelle loi imposait en effet que seule l?indication contenue dans le plan d?urbanisme pouvait ?tre utilis?e pour appr?cier la nature d?un terrain. Elle excluait donc qu?on appr?cie in concreto la nature du terrain telle qu?elle pourrait ressortir au moment de l?expertise. ?tant donn? que le terrain litigieux n??tait pas class? comme constructible par le plan d?urbanisme mais comme ? agricole sp?cial ?, il devait ?tre tenu pour agricole, et ?tre indemnis? ? hauteur de 3 500 ITL (1,81 EUR) le m?tre carr?. Cette valeur r?sultait des crit?res de calcul pour les terrains agricoles ?nonc?s par la loi no 865 de 1971. A l?appui de ses th?ses, l?administration se r?f?ra ? l?expertise d?office qui avait ?t? faite dans la proc?dure introduite par le voisin du requ?rant.
12. Par un arr?t du 10 juillet 2000, la cour d?appel estima qu?il y avait lieu d?appliquer le raisonnement suivi par l?expert nomm? dans la proc?dure concernant le voisin et d?cida d?indemniser le terrain du requ?rant comme terrain agricole, ?tant donn? que celui-ci n??tait pas class? comme constructible par le plan d?urbanisme. La cour accorda une indemnit? d?expropriation de 3 500 lires italiennes par m?tre carr? (1,81 EUR), pour les raisons ?voqu?es ci-dessus, aux termes de l?article 5bis de la loi no 359 de 1992.
13. Le requ?rant se pourvut en cassation.
14. Par un arr?t du 25 mars 2005, la Cour de cassation rejeta le pourvoi. Elle affirma que l?article 5bis de la loi no 359/1992, ? son alin?a 3, pr?voyait une distinction rigide entre les terrains class?s comme constructibles et les autres. Par cons?quent, les terrains class?s comme agricoles mais non utilis?s en agriculture devaient ?tre indemnis? comme s?ils ?taient exploit?s ? des fins agricoles. D?s lors, aux termes de l?alin?a 4 de cette disposition, il y avait lieu d?accorder un montant correspondant au rendement agricole moyen des terres agricoles de la r?gion.
15. Par son arr?t no 181 de 2011, la Cour constitutionnelle d?clara que l?article 5bis de la loi no 359/1992 ?tait incompatible avec la Constitution, dans la mesure o? l?indemnit? d?expropriation pour les terrains non class?s comme constructibles ?tait d?termin?e sur la base d?un calcul abstrait. Il ne pouvait pas y avoir d?indemnisation ad?quate si on faisait abstraction de la valeur de march? du terrain, et cette derni?re d?pendait des caract?ristiques r?elles du bien. Il fallait donc baser l?indemnit? d?expropriation sur une ?valuation in concreto des terrains.
16. Le requ?rant n?a pu se pr?valoir de cet arr?t de la Cour constitutionnelle, la proc?dure intent?e par lui s??tant d?j? termin?e au moment du prononc? de l?arr?t no 181 de 2011 ci-dessus.
17. Le voisin du requ?rant a pu se pr?valoir de l?arr?t de la Cour constitutionnelle, car la proc?dure le concernant ?tait encore pendante au moment du prononc? de l?arr?t. Le 6 juin 2013, la Cour de cassation a ainsi renvoy? le dossier ? la cour d?appel de Bari, pour qu?elle se conforme ? l?arr?t de la Cour constitutionnelle. Dans une expertise du 2 octobre 2014, l?expert nomm? par la cour d?appel a pu ?valuer in concreto le terrain du voisin, et a estim? qu?au moment de l?expropriation (1992) sa valeur ?tait de 20,50 EUR par m?tre carr?.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
18. La loi no 2359/1865, en son article 39, pr?voyait qu?en cas d?expropriation d?un terrain, l?indemnit? ? verser devait correspondre ? la valeur marchande du terrain au moment de l?expropriation.
19. La loi no 865/1971 (compl?t?e par l?article 4 du d?cret-loi no 115/1974, devenu par la suite la loi no 247/1974, ainsi que par l?article 14 de la loi no 10/1977) introduisit de nouveaux crit?res : l?indemnisation pour tout terrain, qu?il f?t agricole ou constructible, devait ?tre calcul?e comme s?il s?agissait d?un terrain agricole.
20. Par l?arr?t no 5 du 25 janvier 1980, la Cour constitutionnelle d?clara inconstitutionnelle la loi no 865/1971, au motif que celle-ci traitait de mani?re identique deux situations tr?s diff?rentes, ? savoir qu?elle pr?voyait le m?me type d?indemnisation pour les terrains constructibles et les terrains agricoles. ? la suite de cet arr?t, l?article 39 de la loi no 2359/1865 red?ploya ses effets.
21. Le Parlement adopta la loi no 385 du 29 juillet 1980, qui r?introduisait les crit?res venant d??tre d?clar?s inconstitutionnels, mais cette fois ? titre provisoire. La loi disposait en effet que la somme vers?e ?tait un acompte devant ?tre compl?t? par une indemnit?, qui serait calcul?e sur la base d?une loi ? adopter pr?voyant des crit?res d?indemnisation sp?cifiques pour les terrains constructibles.
22. Par l?arr?t no 223 du 15 juillet 1983, la Cour constitutionnelle d?clara inconstitutionnelle la loi no 385/1980, au motif que celle-ci soumettait l?indemnisation en cas d?expropriation d?un terrain constructible ? l?adoption d?une loi future, et qu?elle r?introduisait, m?me si ce n??tait qu?? titre provisoire, des crit?res d?indemnisation d?j? d?clar?s inconstitutionnels. ? cet ?gard, la Cour constitutionnelle rappela que le l?gislateur ?tait tenu de prendre en compte le fait qu?une loi d?clar?e ill?gale cessait imm?diatement de produire ses effets, et souligna la n?cessit? d??laborer des dispositions accordant des indemnit?s d?expropriation cons?quentes (serio ristoro). ? la suite de l?arr?t no 223 de 1983, l?article 39 de la loi no 2359/1865 d?ploya de nouveau ses effets.
23. La loi no 359 du 8 ao?t 1992 (? Mesures urgentes en vue d?am?liorer l??tat des finances publiques ?) introduisit, en son article 5bis, une mesure ? provisoire, exceptionnelle et urgente ?, tendant au redressement des finances publiques, valable jusqu?? l?adoption de mesures structurelles. Cette disposition s?appliquait ? toute expropriation en cours et ? toute proc?dure pendante y aff?rente. Publi? dans le Bulletin officiel des lois le 13 ao?t 1992, l?article 5bis de la loi no 359/1992 entra en vigueur le 14 ao?t 1992. Cette disposition pr?voyait deux modalit?s diff?rentes pour le calcul de l?indemnisation pour les terrains constructibles, d?une part (alin?as 1 et 2), et pour les terrains agricoles, d?autre part (alin?a 4).
24. Pour d?cider de l?indemnisation d?un terrain, l?article 5bis de la loi no 359 de 1992 imposait de d?terminer pr?alablement la nature du terrain (constructible ou agricole). ? cet ?gard, l?alin?a 3 de l?article 5bis pr?voyait que ? pour d?terminer si un terrain est constructible ou pas il faut prendre en compte les possibilit?s l?gales et effectives d??difier au moment o? le terrain est frapp? d?un permis d?exproprier ?.
25. L?interpr?tation de cette disposition n??tait pas univoque lorsqu?il s?agissait de d?terminer la nature des terrains qui, en d?pit de leur classement comme agricoles par le plan d?urbanisme, n??taient pas utilis?s pour l?agriculture et pr?sentaient des caract?ristiques faisant ressortir leur vocation ? ?tre ?difi?s. Par l?arr?t no 172 du 23 avril 2001, les sections r?unies de la Cour de cassation pr?cis?rent que seuls les terrains class?s comme constructibles par le plan d?urbanisme pouvaient ?tre consid?r?s comme constructibles aux fins de l?indemnit? d?expropriation. Par cons?quent, tout terrain non class? comme constructible par le plan d?urbanisme devait ?tre indemnis? comme un terrain agricole utilis? en agriculture, aux termes de l?alin?a 4 de l?article 5bis, sans tenir compte des caract?ristiques r?elles du bien et de sa vocation ? ?tre ?difi?.
26. Aux termes de l?alin?a 4 de l?article 5bis de la loi no 359 de 1992, pour calculer l?indemnit? d?expropriation dans le cas d?un terrain class? comme agricole mais non cultiv?, il fallait appliquer le m?me crit?re utilis? pour indemniser un terrain exploit? en agriculture, sur base d?un calcul abstrait et forfaitaire aboutissant ? une somme correspondant ? la valeur moyenne de rendement agricole des terrains de la r?gion.
27. Le R?pertoire des dispositions sur l?expropriation (d?cret du pr?sident de la R?publique no 327/2001, modifi? par le d?cret-loi no 302/2002), entr? en vigueur le 30 juin 2003, a codifi? les dispositions existantes et les principes jurisprudentiels en mati?re d?expropriation. L?article 40 du R?pertoire a repris pour l?essentiel les crit?res de fixation de l?indemnit? d?expropriation pr?vus par l?article 5bis de la loi no 359/1992 pour les terrains non constructibles, tandis que l?article 37 du R?pertoire a repris ceux concernant les terrains constructibles.
28. Par son arr?t no 181 de 2011, la Cour constitutionnelle a d?clar? inconstitutionnel l?article 5bis de la loi no 359 de 1992, quant aux crit?res utilis?s pour calculer le montant de l?indemnisation en cas d?expropriation de terrains non class?s comme constructibles, qui s?appliquaient ind?pendamment des caract?ristiques r?elles du bien expropri?. La Haute Juridiction a estim? que pour avoir une indemnisation ad?quate il fallait que celle-ci soit en rapport avec la valeur marchande du terrain, ce qui est ?tait possible uniquement si le terrain en question ?tait ?valu? in concreto.
29. Par son arr?t no 348 de 2007, la Cour constitutionnelle avait par ailleurs d?j? d?clar? inconstitutionnel l?article 5bis de la loi no 359 de 1992, quant aux crit?res utilis?s pour calculer le montant de l?indemnisation en cas d?expropriation de terrains constructibles. L?indemnit? ? verser en cas d?expropriation d?un terrain constructible ?tait en effet calcul?e selon une formule aboutissant ? 30 % de la valeur marchande, pouvant aller dans certains cas jusqu?? 50 %.
EN DROIT
I. OBSERVATION PR?LIMINAIRE
30. La Cour note d?embl?e que le requ?rant est d?c?d? le 1er janvier 2012. Ses quatre h?ritiers ? son ?pouse OMISSIS ? ont exprim? le souhait de continuer la proc?dure devant la Cour. Mme OMISSIS ?tant d?c?d?e le 17 ao?t 2013, les trois enfants du requ?rant ont fait savoir qu?ils avaient h?rit? de celle-ci et ont confirm? leur souhait de poursuivre l?instance.
31. Le Gouvernement, inform? de cette situation, n?a pas soulev? d?objections.
32. La Cour estime que les h?ritiers du requ?rant et de son ?pouse, eu ?gard ? l?objet de la pr?sente affaire, peuvent pr?tendre avoir un int?r?t suffisant pour justifier de la poursuite de l?examen de la requ?te et lui reconna?t d?s lors la qualit? pour se substituer d?sormais ? lui en l?esp?ce (voir, par exemple, X c. France, 31 mars 1992, ? 26, s?rie A no 234-C, p. 89, ; La Rosa et Alba c. Italie (no 1), no 58119/00, ?? 47-48, 11 octobre 2005).
II. SUR LA DEMANDE DE RADIATION DE LA REQUETE AU SENS DE L?ARTICLE 37 DE LA CONVENTION
33. Le 27 janvier 2014, le Gouvernement a saisi la Cour d?une d?claration unilat?rale sollicitant la radiation de l?affaire en contrepartie du versement d?une somme (38 000 EUR) et de la reconnaissance de la violation du droit au respect des biens au sens de l?article 1 du Protocole no 1 et de l?article 6 de la Convention.
34. Le requ?rant s?est oppos? ? cette proposition. Il a observ? que le montant offert ?tait largement inf?rieur ? la valeur du terrain litigieux, telle qu?elle ressort des expertises d?office effectu?es en cours de proc?dure et ?galement de l?expertise d?office du 2 octobre 2014 concernant le terrain du voisin.
35. La Cour r?affirme que, dans certaines circonstances, il peut ?tre indiqu? de rayer une requ?te du r?le en vertu de l?article 37 ? 1 c) de la Convention sur la base d?une d?claration unilat?rale du gouvernement d?fendeur m?me si le requ?rant souhaite que l?examen de l?affaire se poursuive. Ce seront toutefois les circonstances particuli?res de la cause qui permettront de d?terminer si la d?claration unilat?rale offre une base suffisante pour que la Cour conclue que le respect des droits de l?homme garantis par la Convention n?exige pas qu?elle poursuive l?examen de l?affaire au sens de l?article 37 ? 1 in fine (voir, parmi d?autres, Tahsin Acar c. Turquie (exceptions pr?liminaires) [GC], no 26307/95, ? 75, CEDH 2003 VI ; Melnic c. Moldova, no 6923/03, ? 22, 14 novembre 2006).
36. Apr?s avoir examin? les termes de la d?claration du Gouvernement et eu ?gard ? l?ensemble des circonstances de l?affaire, la Cour estime que la d?claration en question n?offre pas une base suffisante pour conclure que le respect des droits de l?homme n?exige pas la poursuite de l?examen de la requ?te (Przemyk c. Pologne, no 22426/11, ? 39, 17 septembre 2013 ; Rossi et Variale c. Italie, no 2911/05, 3 juin 2014).
37. Partant, la Cour rejette la demande du Gouvernement tendant ? la radiation de la requ?te du r?le en vertu de l?article 37 ? 1 c) de la Convention et va en cons?quence poursuivre l?examen de l?affaire au fond.
III. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1
38. Le requ?rant se plaint du caract?re inad?quat de l?indemnit? d?expropriation, qui a ?t? calcul?e sans tenir compte des caract?ristiques r?elles du terrain, au sens de l?article 5bis, alin?a 4, de la loi no 359 de 1992. Il all?gue la violation de l?article 1 du Protocole no 1, qui se lit ainsi :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les ?tats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
A. Sur la recevabilit?
39. La Cour constate que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 (a) de la Convention. La Cour rel?ve par ailleurs qu?il ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de le d?clarer recevable.
B. Sur le fond
1. Arguments des parties
40. Le requ?rant all?gue que l?indemnit? d?expropriation qu?il a re?ue n?est pas ad?quate vu qu?elle est tr?s sensiblement inf?rieure ? la valeur marchande du terrain. Ceci d?coule du fait que l?indemnit? litigieuse n?a pas ?t? calcul?e en fonction des caract?ristiques r?elles du terrain, mais sur la base d?un calcul abstrait. En effet, le terrain litigieux ?tait class? comme ? agricole sp?cial ?, mais il n??tait pas exploit? ? des fins agricoles. Situ? au centre-ville, ? deux cents m?tres de la place principale, il avait vocation ? ?tre ?difi?. D?ailleurs, il a ?t? utilis? par la ville pour y b?tir un espace commercial (march? couvert). Les juridictions nationales ont fix? l?indemnisation comme si le terrain ?tait exploit? en agriculture, et ont accord? une somme correspondant au rendement agricole moyen des terrains de la r?gion, aux termes de l?article 5bis de la loi no 359 de 1992. Le seul crit?re qui a ?t? pris en compte a ?t? le classement du terrain par le plan d?urbanisme de 1973, et aucune importance n?a ?t? attribu?e aux d?veloppements ult?rieurs tant sur le plan urbanistique que factuel.
Le requ?rant se f?licite de l?arr?t no 181 de 2011 de la Cour constitutionnelle, qui a d?clar? contraire ? la Constitution le mode de calcul de l?indemnit? d?expropriation pour les terrains non class?s comme constructibles, pr?vu par l?article 5bis de la loi no 359 de 1992. Il observe que toutefois il n?a pu se pr?valoir de cet arr?t, sa proc?dure ?tant d?j? termin?e en 2011.
Le requ?rant d?plore l?attitude du Gouvernement qui, malgr? l?arr?t de la Cour constitutionnelle, r?it?re ses arguments selon lesquels le terrain doit ?tre consid?r? et indemnis? comme ?tant un terrain agricole. Il demande ? la Cour de prendre en compte le fait que, m?me au regard du droit interne, la situation dont il a souffert est d?sormais ill?gale. ? cet ?gard, il observe que son voisin a pu utilement invoquer l?arr?t de la Cour constitutionnelle devant les juridictions nationales et obtenir une nouvelle expertise d?office, selon laquelle le terrain, compte tenu de ses caract?ristiques r?elles, qui sont les m?mes du terrain du requ?rant, valait 20,50 EUR par m?tre carr? au moment de l?expropriation.
41. Le Gouvernement observe que l?expropriation ?tait conforme ? la loi et r?pondait ? un but l?gitime d?utilit? publique. Le seul point en discussion est celui relatif ? l?indemnit? d?expropriation. Or, la question de l?indemnisation rentre dans la marge d?appr?ciation des ?tats, et la Cour n?est pas comp?tente pour d?terminer la nature du terrain litigieux et remettre en cause le classement urbanistique du bien.
Selon le Gouvernement, les juridictions nationales ont, ? juste titre, indemnis? le terrain comme un terrain agricole, sans prendre en compte les caract?ristiques r?elles du terrain. Il demande ? la Cour de baser son raisonnement, y compris aux fins de la satisfaction ?quitable, sur le fait que le terrain est class? comme agricole par le plan d?urbanisme. Il n?est donc pas question d?indemniser le terrain en tenant compte de sa vocation ? ?tre ?difi?, et les constructions ?rig?es par l?administration publique ne peuvent jouer aucun r?le. A l?appui de sa th?se, le Gouvernement a d?pos? un avis ?manant de l?administration publique (Agenzia delle entrate), selon lequel le requ?rant aurait d? percevoir 38 000 EUR en plus de la somme per?ue au titre d?indemnit? d?expropriation, ?tant donn? qu?il s?agit d?un terrain agricole. Pour d?terminer la valeur probable du terrain litigieux au moment de l?expropriation, il serait d?s lors inopportun de prendre en compte les expertises d?office ordonn?es dans la proc?dure du requ?rant ou l?expertise d?office effectu?e sur le fond du voisin, la proc?dure relative ? ce dernier ?tant en plus encore pendante.
2. Appr?ciation de la Cour
42. La Cour constate tout d?abord que les parties s?accordent pour dire qu?il y a eu ? privation des biens ? au sens de la deuxi?me phrase du premier alin?a de l?article 1 du Protocole no 1.
43. Comme elle l?a pr?cis? ? plusieurs reprises, la Cour rappelle que l?article 1 du Protocole no 1 contient trois normes distinctes : ? la premi?re, qui s?exprime dans la premi?re phrase du premier alin?a et rev?t un caract?re g?n?ral, ?nonce le principe du respect de la propri?t? ; la deuxi?me, figurant dans la seconde phrase du m?me alin?a, vise la privation de propri?t? et la soumet ? certaines conditions ; quant ? la troisi?me, consign?e dans le second alin?a, elle reconna?t aux ?tats le pouvoir, entre autres, de r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral (…). Il ne s?agit pas pour autant de r?gles d?pourvues de rapport entre elles. La deuxi?me et la troisi?me ont trait ? des exemples particuliers d?atteintes au droit de propri?t? ; d?s lors, elles doivent s?interpr?ter ? la lumi?re du principe consacr? par la premi?re ? (voir, entre autres, l?arr?t James et autres c. Royaume-Uni, 21 f?vrier 1986, ? 37, s?rie A no 98, lequel reprend en partie les termes de l?analyse que la Cour a d?velopp?e dans son arr?t Sporrong et L?nnroth c. Su?de, 23 septembre 1982, ? 61, s?rie A no 52, p. 24 ; voir aussi les arr?ts Les Saints Monast?res c. Gr?ce, 9 d?cembre 1994, ? 56, s?rie A no 301-A, p. 31, Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 55, CEDH 1999-II, et Beyeler c. Italie [GC], no 33202/96, ? 106, CEDH 2000 I).
44. Une mesure d?ing?rence dans le droit au respect des biens doit m?nager un ? juste ?quilibre ? entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu (voir, parmi d?autres, Sporrong et L?nnroth, pr?cit?, ? 69, p. 26). Le souci d?assurer un tel ?quilibre se refl?te dans la structure de l?article 1 du Protocole no 1 tout entier, donc aussi dans la seconde phrase, qui doit se lire ? la lumi?re du principe consacr? par la premi?re. En particulier, il doit exister un rapport raisonnable de proportionnalit? entre les moyens employ?s et le but vis? par toute mesure appliqu?e par l??tat, y compris les mesures privant une personne de sa propri?t? (Pressos Compania Naviera S.A. et autres c. Belgique, 20 novembre 1995, ? 38, s?rie A no 332, p. 23 ; Ex-roi de Gr?ce et autres c. Gr?ce [GC], no 25701/94, ?? 89-90, CEDH 2000-XII ; Sporrong et L?nnroth, pr?cit?, ? 73, p. 28).
45. En contr?lant le respect de cette exigence, la Cour reconna?t ? l??tat une grande marge d?appr?ciation tant pour choisir les modalit?s de mise en ?uvre que pour juger si leurs cons?quences se trouvent l?gitim?es, dans l?int?r?t g?n?ral, par le souci d?atteindre l?objectif de la loi en cause (Chassagnou et autres c. France [GC], nos 25088/94, 28331/95 et 28443/95, ? 75, CEDH 1999-III). Elle ne saurait renoncer pour autant ? son pouvoir de contr?le, en vertu duquel il lui appartient de v?rifier que l??quilibre voulu a ?t? pr?serv? de mani?re compatible avec le droit des requ?rants au respect de leurs biens, au sens de la premi?re phrase de l?article 1 du Protocole no 1 (Jahn et autres c. Allemagne [GC], nos 46720/99, 72203/01 et 72552/01, ? 93, CEDH 2005).
46. Afin de d?terminer si la mesure litigieuse respecte le ? juste ?quilibre ? voulu et, notamment, si elle ne fait pas peser sur les requ?rants une charge disproportionn?e, il y a lieu de prendre en consid?ration les modalit?s d?indemnisation pr?vues par la l?gislation interne. ? cet ?gard, la Cour a d?j? dit que, sans le versement d?une somme raisonnablement en rapport avec la valeur du bien, une privation de propri?t? constitue normalement une atteinte excessive. Un d?faut total d?indemnisation ne saurait se justifier sur le terrain de l?article 1 du Protocole no 1 que dans des circonstances exceptionnelles (Les Saints Monast?res, ? 71, p. 35, Ex-Roi de Gr?ce et autres, ? 89, arr?ts pr?cit?s). Cette disposition ne garantit pas dans tous les cas le droit ? une r?paration int?grale (James et autres, pr?cit?, ? 54, p. 36 ; Broniowski c. Pologne [GC], no 31443/96, ? 182, CEDH 2004-V).
47. S?il est vrai que dans de nombreux cas d?expropriation licite, comme l?expropriation isol?e d?un terrain en vue de la construction d?une route ou ? d?autres fins ? d?utilit? publique ?, seule une indemnisation int?grale peut ?tre consid?r?e comme raisonnablement en rapport avec la valeur du bien, cette r?gle n?est toutefois pas sans exception (Ex-roi de Gr?ce et autres c. Gr?ce [GC] (satisfaction ?quitable), no 25701/94, ? 78, 28 novembre 2002). Des objectifs l?gitimes ? d?utilit? publique ?, tels qu?en poursuivent des mesures de r?forme ?conomique ou de justice sociale, peuvent militer pour un remboursement inf?rieur ? la pleine valeur marchande (Scordino c. Italie (no 1), [GC], no 36813/97, ?? 93-97, CEDH 2006 V).
48. En l?esp?ce, il n?est pas contest? que l?ing?rence litigieuse ait satisfait ? la condition de l?galit? et poursuivait un but l?gitime d?utilit? publique. D?s lors, il reste ? rechercher si, dans le cadre d?une privation de propri?t? licite, le requ?rant a eu ? supporter une charge disproportionn?e et excessive.
49. Le requ?rant se plaint de ce que l?indemnisation de son terrain ? non utilis? ? des fins agricoles – a ?t? calcul?e en fonction de l?article 5bis, alin?as 3 et 4, de la loi no 359 de 1992, aux termes desquels l?indemnit? d?expropriation d?un terrain class? comme agricole par le plan d?urbanisme doit correspondre ? la valeur moyenne de rendement agricole des terrains de la r?gion.
50. La Cour rappelle qu?elle n?a pas pour t?che de contr?ler dans l?abstrait la l?gislation litigieuse ; elle doit se borner autant que possible ? examiner les probl?mes soulev?s par le requ?rant pour le cas dont on l?a saisie. ? cette fin, elle doit, en l?esp?ce, se pencher sur la loi susmentionn?e dans la mesure o? le requ?rant s?en prend aux r?percussions de celle-ci sur ses biens (Les Saints Monast?res, pr?cit?, ? 55). Il ne revient pas non plus ? la Cour de trancher du classement ou de l?estimation du terrain telle que retenue par l?administration puis les juridictions internes, sauf ? d?montrer que l?indemnit? vers?e ? ce titre est sans rapport avec la valeur r?elle du bien (Lallement c. France, no 46044/99, ? 20, 11 avril 2002).
51. En l?occurrence, la Cour rel?ve que les juridictions nationales n?ont pas pris en compte la valeur marchande du terrain. Leur calcul ne s?est en effet pas bas? sur la situation du terrain et ses caract?ristiques r?elles, de sorte qu?il y a eu indemnisation comme si le terrain litigieux avait ?t? exploit? en agriculture. Ce syst?me, qui ne tient aucun compte de la diversit? des situations, en m?connaissant les diff?rences r?sultant notamment de la configuration des lieux, et qui ne permet d?s lors pas de calculer une indemnit? d?expropriation en rapport avec la valeur marchande d?un terrain, a d?ailleurs amen? la Cour constitutionnelle ? conclure ? l?incompatibilit? des dispositions pertinentes avec la Constitution.
Il r?sulte de la situation ci-dessus que l?indemnit? d?expropriation vers?e au requ?rant est largement inf?rieure ? la valeur marchande du terrain en question. Le montant d?finitif de l?indemnisation a ?t? fix? ? 1,81 EUR par m?tre carr?, alors que la valeur marchande du terrain estim?e ? la date de l?occupation ?tait respectivement de 33 EUR environ ou de 26 EUR environ par m?tre carr?, et ce selon les expertises d?office ordonn?es dans la proc?dure intent?e par le requ?rant. Par ailleurs, le terrain dont le voisin du requ?rant ?tait propri?taire et qui a ?t? expropri? ? la m?me ?poque, pour le m?me projet public, a ?t? ?valu? ? 20,50 EUR par m?tre carr? au moment de l?expropriation.
52. Il s?agit en l?esp?ce d?un cas d?expropriation isol?e, qui ne se situe pas dans un contexte de r?forme ?conomique, sociale ou politique et ne se rattache ? aucune autre circonstance particuli?re. Par cons?quent, la Cour n?aper?oit aucun objectif l?gitime ? d?utilit? publique ? pouvant justifier un remboursement tellement inf?rieur ? la valeur marchande.
53. Eu ?gard ? l?ensemble des consid?rations qui pr?c?dent, la Cour estime que l?indemnisation accord?e au requ?rant n??tait pas ad?quate, vu son faible montant et l?absence de raisons d?utilit? publique pouvant l?gitimer une indemnisation tellement inf?rieure ? la valeur marchande du bien. Il s?ensuit que l?int?ress? a d? supporter une charge disproportionn?e et excessive qui ne peut ?tre justifi?e par un int?r?t g?n?ral l?gitime poursuivi par les autorit?s (Scordino c. Italie (no 1), pr?cit?, ?? 99-103).
54. Partant, il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1.
IV. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 6 DE LA CONVENTION
55. Le requ?rant all?gue la violation ? son droit ? un proc?s ?quitable tel que garanti par l?article 6 ? 1 de la Convention qui, en ses passages pertinents, dispose :
? 1. Toute personne a droit ? ce que sa cause soit entendue ?quitablement (…) par un tribunal (…), qui d?cidera (…) des contestations sur ses droits et obligations de caract?re civil (…) ?.
56. Le Gouvernement conteste cette th?se.
A. Sur la recevabilit?
57. La Cour constate que ce grief n?est pas manifestement mal fond? au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention et ne se heurte ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il y a donc lieu de le d?clarer recevable.
B. Sur le fond
58. Le requ?rant se plaint que les juridictions nationales n?ont pas ?valu? son terrain in concreto et qu?elles ont bas? leurs d?cisions sur un raisonnement abstrait au sens de la loi no 359 de 1992. Elles se sont en outre appuy?es sur l?estimation du fond du voisin, au lieu de prendre en compte les expertise d?office ordonn?es dans le cadre de la proc?dure intent?e par le requ?rant.
59. Le Gouvernement observe que ces griefs se confondent avec ceux qui ont ?t? soulev?s sous l?angle de l?article 1 du Protocole no 1.
60. La Cour estime que les griefs du requ?rant ? cet ?gard se confondent avec celui qu?il tire, sous l?angle de l?article 1 du Protocole no 1, du caract?re inad?quat de l?indemnit? d?expropriation et des modalit?s de calcul de celle-ci. Eu ?gard aux conclusions formul?es au paragraphe 54 ci-dessus, la Cour n?estime pas n?cessaire d?examiner s?par?ment sous l?angle de l?article 6 de la Convention cette partie de la requ?te.
V. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
61. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
A. Dommage
62. S?agissant du pr?judice mat?riel, le requ?rant r?clame en premier lieu une somme correspondant ? la diff?rence entre la valeur marchande du terrain au moment de l?expropriation et l?indemnit? obtenue au plan national, plus indexation et int?r?ts. Pour d?terminer la valeur du bien en 1992, il demande ? la Cour de se baser sur la premi?re expertise d?office, ou, subsidiairement, sur la deuxi?me expertise d?office.
63. Observant ensuite que l?administration publique a exploit? le potentiel constructible de son terrain, en y ?rigeant notamment des espaces commerciales qui ont selon lui rapport? ? la ville 1 500 000 euros (EUR), le requ?rant sollicite en outre le versement de 500 000 EUR.
64. Quant au pr?judice moral, le requ?rant sollicite le versement de 200 000 EUR, ?tant donn? qu?il s?agit de l??ni?me expropriation qu?il a subie.
65. Le Gouvernement s?oppose aux pr?tentions du requ?rant et soutient que celui-ci n?a pas droit ? une somme sup?rieure ? celle propos?e dans la d?claration unilat?rale, ? savoir 38 000 EUR, au motif que le terrain litigieux est class? comme agricole par le plan d?urbanisme. En outre, le co?t de construction des immeubles b?tis par la ville ne saurait pas ?tre d?dommag?. En tout ?tat de cause, il faudra d?duire la somme d?j? per?ue par le requ?rant au niveau national.
66. S?agissant du pr?judice moral, le Gouvernement juge les pr?tentions du requ?rant exorbitantes.
67. La Cour rappelle qu?un arr?t constatant une violation entra?ne pour l??tat d?fendeur l?obligation juridique de mettre un terme ? la violation et d?en effacer les cons?quences de mani?re ? r?tablir autant que faire se peut la situation ant?rieure ? celle-ci (Iatridis c. Gr?ce (satisfaction ?quitable) [GC], no 31107/96, ? 32, CEDH 2000-XI).
68. En l?esp?ce, quant ? l?article 1 du Protocole no 1, la Cour a dit que l?ing?rence litigieuse satisfaisait ? la condition de l?galit? et n??tait pas arbitraire (paragraphe 48 ci-dessus). L?acte du gouvernement italien qu?elle a tenu pour contraire ? la Convention ?tait une expropriation qui e?t ?t? l?gitime si une indemnisation ad?quate avait ?t? vers?e, et en l?esp?ce une telle indemnisation devait ?tre ? hauteur de la valeur marchande du bien (paragraphes 51-52 ci-dessus). S?inspirant des crit?res g?n?raux ?nonc?s dans sa jurisprudence relative ? l?article 1 du Protocole no 1 (Scordino c. Italie (no 1) pr?cit?, ?? 93-98 ; Stornaiuolo c. Italie, no 52980/99, ? 61, 8 ao?t 2006 ; Mason et autres c. Italie (satisfaction ?quitable), no 43663/98, ? 38, 24 juillet 2007 ; Gigli Costruzioni S.r.l. c. Italie, no 10557/03, ? 81, 1er avril 2008 ; Mandola v. Italie, no 38596/02, ? 33, 30 juin 2009 ; Zuccal? c. Italie, no 72746/01, ? 40, 19 janvier 2010), la Cour estime que l?indemnit? d?expropriation ad?quate en l?esp?ce aurait d? correspondre ? la valeur marchande du bien au moment de la privation de celui-ci.
69. Pour d?terminer la valeur probable du terrain en 1992, ?poque de l?expropriation, la Cour dispose de trois expertises d?office. Les deux premi?res relatives ? la proc?dure intent?e par le requ?rant, et qui ont ?valu? le terrain au moment de l?occupation, soit en 1989, respectivement ? environ 33 EUR et ? environ 26 EUR par m?tre carr? (paragraphe 11 ci-dessus). La troisi?me, plus r?cente, ordonn? dans la proc?dure intent?e par le voisin du requ?rant, a ?valu? le terrain ? 20,50 EUR par m?tre carr? ? l??poque de l?expropriation, ? savoir en 1992 (paragraphe 17 ci-dessus).
70. ?tant donn? que la troisi?me expertise est la seule ? avoir d?termin? la valeur du terrain du voisin ? l??poque de l?expropriation, la Cour estime opportun de se baser sur celle-ci, compte tenu des similitudes existant entre le terrain du requ?rant et celui de son voisin. Elle part donc du principe que le terrain litigieux valait 20,50 EUR par m?tre carr? en 1992.
71. La Cour accorde par cons?quent une somme correspondant ? la diff?rence entre la valeur du terrain ? l??poque de l?expropriation, soit 20,50 EUR par m?tre carr?, et l?indemnit? obtenue au niveau national, soit 1,81 EUR par m?tre carr?, plus indexation et int?r?ts susceptibles de compenser, au moins en partie, le long laps de temps s??tant ?coul? depuis la d?possession du terrain. Aux yeux de la Cour, ces int?r?ts doivent correspondre ? l?int?r?t l?gal simple appliqu? sur le capital progressivement r??valu?.
72. Compte tenu de ces ?l?ments, et statuant en ?quit?, la Cour estime raisonnable d?accorder au requ?rant la somme de 420 000 EUR, plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t sur cette somme, pour pr?judice mat?riel.
73. Quant au pr?judice moral, statuant en ?quit?, la Cour accorde 10 000 EUR, plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t sur cette somme.
B. Frais et d?pens
74. Justificatifs ? l?appui, le requ?rant demande ?galement 15 513,32 EUR pour les frais et d?pens engag?s devant les juridictions internes et 35 950,03 EUR pour ceux engag?s devant la Cour.
75. Le Gouvernement soutient que ces pr?tentions sont excessives et injustifi?es.
76. Selon la jurisprudence de la Cour, un requ?rant ne peut obtenir le remboursement de ses frais et d?pens que dans la mesure o? se trouvent ?tablis leur r?alit?, leur n?cessit? et le caract?re raisonnable de leur taux. En l?esp?ce et compte tenu des documents en sa possession et de sa jurisprudence, la Cour estime raisonnable la somme de 20 000 EUR tous frais confondus et l?accorde au requ?rant.
C. Int?r?ts moratoires
77. La Cour juge appropri? de calquer le taux des int?r?ts moratoires sur le taux d?int?r?t de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne major? de trois points de pourcentage.
PAR CES MOTIFS, LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. Rejette la demande de radiation du r?le de la requ?te ;

2. D?clare la requ?te recevable ;

3. Dit qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ;

4. Dit qu?il n?y a pas lieu d?examiner s?par?ment le grief tir? de l?article 6 de la Convention ;

5. Dit
a) que l??tat d?fendeur doit verser au requ?rant, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, les sommes suivantes :
i) 420 000 EUR (quatre-cent vingt mille euros), plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t, pour dommage mat?riel ;
ii) 10 000 EUR (dix mille euros), plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t, pour dommage moral ;
iii) 20 000 EUR (vingt mille euros), plus tout montant pouvant ?tre d? ? titre d?imp?t par le requ?rant, pour frais et d?pens ;
b) qu?? compter de l?expiration dudit d?lai et jusqu?au versement, ces montants seront ? majorer d?un int?r?t simple ? un taux ?gal ? celui de la facilit? de pr?t marginal de la Banque centrale europ?enne applicable pendant cette p?riode, augment? de trois points de pourcentage ;

6. Rejette la demande de satisfaction ?quitable pour le surplus.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 17 novembre 2015, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
Fran?oise Elens-Passos P?ivi Hirvel?
Greffi?re Pr?sidente

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

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La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 19/09/2024