QUINTA SEZIONE
CAUSA PIDORINA E KYRYLENKO C. UCRAINA
( Richieste numero 12477/06 e 31453/06)
SENTENZA
STRASBURGO
18 giugno 2009
Questa sentenza diventerà definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 § 2 della Convenzione. Può subire dei ritocchi di forma.
Nella causa Pidorina e Kyrylenko c.Ukraine
La Corte europea dei diritti dell’uomo, quinta sezione, riunendosi in una camera composta da:
Peer Lorenzen, presidente, Karel Jungwiert, Renate Jaeger, Marco Villiger, Isabelle Berro-Lefèvre, Zdravka Kalaydjieva, giudici, Stanislav Shevchuk, giudice ad hoc,
e daClaudia Westerdiek, cancelliera di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 26 maggio 2009,
Rende la sentenza che ha adottato in questa data:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trovano due richieste dirette contro l’Ucraina e in cui le cittadine di questo Stato residenti a Kremenchuk, L. I. P., nata nel 1960 ( richiesta no 12477/06); e L. M K., nata nel 1947( richiesta no 31453/06) hanno investito la Corte in virtù dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il governo ucraino (“il Governo”) è rappresentato dal suo agente, il Sig. Y. Zaytsev, del ministero di Giustizia.
3. La Corte ha deciso di comunicare i motivi di appello derivati dell’inadempimento delle decisioni giudiziarie che assegnavano ai richiedenti diversi importi. Avvalendosi delle disposizioni dell’articolo 29 § 3 della Convenzione, ha deciso che sarebbero state esaminate l’ammissibilità e la fondatezza della causa allo stesso tempo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
4. Con le sentenze definitive del 24 febbraio e del 2 marzo 2004 la Corte di appello della regione di Poltava accordò, rispettivamente, al richiedente nella causa no 12477/06 un importo di 5630,83 UAH1 ed al richiedente nella causa no 31453/06 un importo di 7204,67 UAH2 i cui premi garantiti dall’articolo 57 della legge sull’educazione.
5. Il pagamento dei premi in questione, contemplati a favore degli insegnanti, non ha avuto luogo, non essendo state previste le spese afferenti a suddetti premi dal bilancio dello stato.
6. Nel 2004, il Parlamento dell’Ucraina ha adottato una misura legislativa (la legge no 1994-IV) mettendo in opera un obbligo di recupero di tutti i crediti previsti dall’articolo 57 della Legge sull’educazione a partire dal 2005 e questo, per cinque anni.
7. Nessuna informazione concernente l’esecuzione integrale delle decisioni giudiziali è giunta da parte dei richiedenti.
II. IL DIRITTO INTERNO PERTINENTE
8. Il diritto interno pertinente è descritto nella sentenza Skrypnyak ed altri c. Ucraina (numeri 9177/05, 14241/05, 10596/06, 17346/06, 20912/06 e 34604/06, §§ 7-13, 10 luglio 2008).
IN DIRITTO
I. UNIONE DELLE RICHIESTE
9. La Corte stima che c’è luogo di unire le richieste, conformemente all’articolo 42 § 1 del suo ordinamento, avuto riguardo al quadro giuridico e dei fatti comune.
II. OGGETTO DELLA CONTROVERSIA
10. La Corte nota che dopo la comunicazione delle richieste, i richiedenti hanno introdotto un nuovo motivo di appello derivato dalla mancanza nel sistema nazionale del ricorso effettivo che permette di contestare la durata prolungata dell’esecuzione delle decisioni giudiziali rese a loro favore. Invocano a questo riguardo l’articolo 13 della Convenzione.
11. La Corte rileva che questi motivi di appello sono stati introdotti dopo la comunicazione della richiesta al Governo convenuto che non è stato invitato a sottoporre dei commenti su questi punti. Considera dunque che questi motivi di appello escono dall’oggetto della presente controversia e che non conviene esaminarli nello specifico (vedere Skoubenko c. Ucraina, (déc.), no 41152/98, 6 aprile 2004).
III. SULL’INADEMPIMENTO DELLE DECISIONI GIUDIZIARIE
12. I richiedenti adducono che la durata del procedimento di esecuzione delle decisioni rese a loro favore è eccessiva. Affermano che la durata prolungata dell’esecuzione si analizza in una violazione dei loro diritti garantiti dall’articolo 6 § 1 della Convenzione. I richiedenti sostengono che l’inadempienza prolungata delle decisioni giudiziali che assegnano loro delle somme, porta attentato al loro diritto al rispetto dei loro beni. Si riferiscono all’articolo 1 del Protocollo no1. Le disposizioni pertinenti sono formulate così:
Articolo 6 § 1
“Ogni persona ha diritto affinché la sua causa sia sentita in un termine ragionevole, da un tribunale che deciderà, delle contestazioni sui suoi diritti ed obblighi di carattere civile “
Articolo 1 del Protocollo no 1
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno può essere privato della sua proprietà se non a causa di utilità pubblica e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
A. Sull’ammissibilità
1. Sull’eccezione ratione personae
13. Pretendendo che le decisioni giudiziali a favore dei richiedenti sono state eseguite integralmente, il Governo insiste nel dire che questi non hanno la qualità di vittima, ai sensi dell’articolo 34 della Convenzione.
14. I richiedenti contestano questa tesi.
15. La Corte nota che non risulta chiaramente delle osservazioni del Governo se i fondi versati ai richiedenti costituivano un’esecuzione delle decisioni giudiziarie in causa. Quindi, respinge l’eccezione del Governo ratione personae.
2. Sull’abuso del diritto di ricorso
16. Secondo il Governo, le richieste devono essere respinte come costituenti un abuso del diritto di ricorso ai sensi dell’articolo 35 § 3 della Convenzione avuto riguardo alla presunta esecuzione delle decisioni giudiziali rese a loro favore. Il Governo rimprovera ai richiedenti di non comunicare alla Corte il fatto dell’esecuzione.
17. I richiedenti contestano questa tesi, negando il fatto dell’esecuzione integrale. Più in particolare, sostengono che i versamenti ai quali il Governo si riferisce, risultano essenzialmente dal collocamento in opera del programma di pagamento (vedere sopra paragrafo 2) che non si identifica col procedimento di esecuzione delle decisioni giudiziali rese a loro favore.
18. La Corte osserva che una richiesta può essere respinta come abusiva solo se è stata fondata volontariamente sulla descrizione di fatti inventati, od omettendo degli avvenimenti di importanza centrale (vedere, per esempio, Akdivar ed altri c. Turchia, sentenza del 16 settembre 1996, Raccolta delle sentenze e decisioni 1996-IV, §§ 53-54, 20 giugno 2002) il che non è il caso nello specifico.
19. Quindi, la Corte respinge l’eccezione del Governo derivata dall’abuso del diritto di ricorso.
20. La Corte constata che i motivi di appello dei richiedenti non sono manifestamente mal fondati ai sensi dell’articolo 35 § 3 della Convenzione. Rileva peraltro che non incontrano nessun altro motivo di inammissibilità. Conviene dunque dichiararli ammissibili.
B. Sul merito
21. Il Governo ha presentato degli argomenti similari a quelli avanzati nella causa Skrypnyak ed altri, che tendevano a dimostrare la mancanza delle violazioni addotte (Skrypnyak ed altri, precitata, § 19).
22. I richiedenti combattono le tesi del Governo.
23. La Corte nota che le osservazioni del Governo non permettono di determinare se i fondi versati ai richiedenti hanno costituito un’esecuzione delle decisioni giudiziarie in causa. Le somme in questione non sono state versate tuttavia, sempre ai richiedenti nella loro totalità.
24. La Corte ha trattato già cause che sollevavano una questione simile a quella del presente caso in cui ha concluso alla violazione dell’articolo 6 § 1 della Convenzione e dell’articolo 1 del Protocollo no 1 (vedere, per esempio, Skrypnyak ed altri, precitata, §§ 21-24 e 27-28). Dopo avere esaminato tutti gli elementi che le sono stati sottoposti, la Corte stima che il Governo non ha esposto nessuno fatto né argomento da poter condurre qui ad una conclusione differente.
25. Pertanto, c’è stata violazione dell’articolo 6 § 1 della Convenzione e dell’articolo 1 del Protocollo no 1.
IV. SULLE ALTRE VIOLAZIONI ADDOTTE
26. I richiedenti si lamentano anche del fatto che la direzione del dipartimento dell’educazione ha esercitato su di loro una pressione in vista di impedire loro di iniziare i procedimenti di correzione giudiziale dinnanzi alle istanze nazionali. Invocano a questo riguardo l’articolo 13 della Convenzione, ed il richiedente nella causa no 31453/06 si riferisce inoltre agli articoli 8 e 10 della Convenzione.
27. Tenuto conto dell’insieme degli elementi in suo possesso, e nella misura in cui è competente per conoscere delle affermazioni formulate, la Corte non ha rilevato nessuna apparenza di violazione dei diritti e libertà garantiti dalla Convenzione. Ne segue che questi motivi di appello sono manifestamente mal fondati e devono essere respinti in applicazione dell’articolo 35 §§ 3 e 4 della Convenzione.
V. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
28. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’è stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente permette di cancellare solo imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’è luogo, una soddisfazione equa. “
A. Danno, oneri e spese
29. Il richiedente nella causa no 12477/06 chiede le somme di 21 292,51 UAH, 19 411 UAH e 17 776,60 UAH3 a titolo del danno materiale. Richiede anche 25 000 EUR in compenso del danno morale così come 140,77 UAH4 a titolo degli oneri postali, presentando il giustificativo per la somma di 97,33 UAH5.
30. Il richiedente nella causa no 31453/06 domanda 14 973,46 UAH6 a titolo del danno materiale. Richiede anche 25 000 EUR in compenso del danno morale.
31. Peraltro, i richiedenti chiedono la rivalutazione delle somme assegnate secondo il tasso di inflazione.
32. Il Governo esprime il suo disaccordo con le pretese dei richiedenti formulate a titolo dei danni materiali e morali.
33. In quanto agli importi richiesti a titolo di oneri e spese, il Governo contesta gli oneri incorsi dal richiedente nella causa no 31453/06 per mancanza di giustificativi. Nel caso del richiedente nella causa no 12477/06, lascia la questione a discrezione della Corte.
34. La Corte stima che il Governo deve versare ai richiedenti, a titolo di risarcimento del danno materiale, le somme che sono state assegnate dalle decisioni giudiziarie in causa e rimangono insolute a questo giorno e respinge il resto delle pretese formulate a questo titolo.
35. Deliberando in equità, considera che c’è luogo di concedere, a titolo del danno morale, 1 200 EUR a ciascuno dei richiedenti.
36. Concernente le richieste di rivalutazione delle somme insolute secondo il tasso di inflazione, tenuto conto del fatto che le pretese dei richiedenti non erano state supportate da un calcolo basato su un documento ufficiale, la Corte stima che non c’è luogo di concedere loro alcuna somma a questo titolo.
37. Infine, la Corte considera che c’è luogo di accordare al richiedente nella richiesta no 12477/06 un importo di 15 EUR a titolo degli oneri e spese.
38. Il richiedente nella causa no 31453/06, ha formulato delle richieste a titolo degli oneri e spese. Secondo la giurisprudenza della Corte, un richiedente può ottenere il rimborso dei suoi oneri e spese solo nella misura in cui si stabilisca la loro realtà, la loro necessità ed il carattere ragionevole del loro tasso. Nello specifico e tenuto conto degli elementi in suo possesso e dei suddetti criteri, la Corte stima che non c’è luogo di concedere al richiedente nella causa no 31453/06 una somma a questo titolo.
B. Interessi moratori
39. La Corte giudica appropriato ricalcare il tasso degli interessi moratori sul tasso di interesse della facilità di prestito marginale della Banca centrale europea aumentato di tre punti percentuale.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMITÀ,
1. Decide di unire le richieste;
2. Dichiara le richieste ammissibili in quanto ai motivi di appello concernenti la durata prolungata del procedimento di esecuzione ed inammissibili per il surplus;
3. Stabilisce che c’è stata violazione dell’articolo 6 § 1 della Convenzione;
4. Stabilisce che c’è stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1;
5. Stabilisce che non c’è luogo di esaminare separatamente il motivo di appello derivato dall’articolo 13 della Convenzione;
6. Stabilisce
a) che lo stato convenuto deve versare ai richiedenti, nei tre mesi a contare dal giorno in cui la sentenza sarà diventata definitiva conformemente all’articolo 44 § 2 della Convenzione,
i. le somme che sono state assegnate dalle decisioni giudiziali in causa e rimangono insolute ad oggi, a titolo di risarcimento del danno materiale;
ii. la somma di 1 200 EUR (mille due cento euro) a ciascuno dei richiedenti, a titolo del risarcimento del danno morlae, più ogni importo che può essere dovuto a titolo di imposta dai richiedenti;
iii. la somma di 15 EUR (quindici euro) per oneri e spese al richiedente nella causa no 12477/06;
b) che gli importi in questione saranno da convertire nella moneta dello stato convenuto al tasso applicabile in data dell’ordinamento;
c) che a contare dalla scadenza di suddetto termine e fino al versamento, questo importo sarà da aumentare di un interesse semplice ad un tasso uguale a quello della facilità di prestito marginale della Banca centrale europea applicabile durante questo periodo, aumentato di tre punti percentuale;
7. Respinge le domande di soddisfazione equa per il surplus.
Fatto in francese, poi comunicato per iscritto il 18 giugno 2009, in applicazione dell’articolo 77 §§ 2 e 3 dell’ordinamento.
Claudia Westerdiek Peer Lorenzen
Cancelliera Presidentessa
1. 840 EUR circa
2. 1 073 EUR circa
3. 2 972 euro, 7 euro, 2 716 euro, 2 487 euro e 0,84 euro
4. 19,73 euro
5. 13,57 euro.
6. 2 095 euro