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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE PIA GLORIA SERRILLI ET AUTRES c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 41, P1-1
Numero: 77823/01 /2005
Stato: Italia
Data: 2005-11-17 00:00:00
Organo: Sezione Prima
Testo Originale

Conclusione Violazione di P1-1; Soddisfazione equa riservata
PRIMA SEZIONE
CAUSA PIA GLORIA SERRILLI ED ALTRI C. ITALIA
( Richieste numero 77823/01, 77827/01 e 77829/01)
SENTENZA
STRASBURGO
17 novembre 2005
DEFINITIVO
17/02/2006
Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nella causa Pia Gloria Serrilli ed altri c. Italia,
La Corte europea dei Diritti dell’uomo, prima sezione, riunendosi in una camera composta da:
SIGG. C.L. Rozakis, presidente,
L. Loucaides, il Sig. P. Lorenzen, la Sig.ra N. Vajic,
Sigg. V. Zagrebelsky, D. Spielmann, S.E. Jebens, giudici, e del Sig. S. Quesada, cancelliere aggiunto di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 25 ottobre 2005,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trovano tre richieste, numero 77823/01, 77827/01 e 77829/01, dirette contro la Repubblica italiana e in cui tre cittadine di questo Stato, Le Sig.re P. G. S., A. M S. e G. S. (“i richiedenti”), hanno investito la Corte rispettivamente il 10 febbraio ed il 14 marzo 2000 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei Diritti dell’uomo e delle Libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. I richiedenti sono rappresentati da G. D. M, avvocato a Foggia. Il governo italiano (“il Governo”) ? rappresentato dal suo agente, il Sig. I. M. Braguglia, dal suo coagente, il Sig. F. Crisafulli, e dal suo coagente aggiunto, il Sig. N. Lettieri.
3. Il 2 settembre 2004, la prima sezione ha deciso di unire le tre richieste, le ha dichiarate parzialmente inammissibili e ha deciso di comunicare al Governo la lagnanza derivata dal diritto dei richiedenti al rispetto dei loro beni. Avvalendosi delle disposizioni dell’articolo 29 ? 3, ha deciso che sarebbero state esaminate l’ammissibilit? e la fondatezza della causa allo stesso tempo.
4. Tanto i richiedenti che il Governo hanno depositato delle osservazioni scritte sull’ammissibilit? ed il merito, articolo 59 ? 1 dell’ordinamento.
5. Il 1 novembre 2004, la Corte ha modificato la composizione delle sue sezioni, articolo 25 ? 1 dell’ordinamento. Le presenti richieste sono state assegnate alla prima sezione cos? ricomposta, articolo 52 ? 1.

IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DELLO SPECIFICO
6. I richiedenti sono nati rispettivamente nel 1943, 1935 e 1939 e residenti a San Marco in Lamis (Foggia).
7. I richiedenti erano comproprietari, con tre altre persone (“le terze persone”), di un terreno di circa 3 480 metri quadrati, ubicato a San Marco in Lamis e registrato al catasto, foglio 93, appezzamenti 579 e 580.
8. Con un’ordinanza del 16 novembre 1976, il consiglio comunale di San Marco in Lamis classific? questo terreno come destinato alla costruzione di abitazioni ad affitto moderato.
9. Con un’ordinanza del 16 giugno 1979, il consiglio comunale di San Marco in Lamis adott? un progetto di costruzione di abitazioni ad affitto moderato sul terreno dei richiedenti e delle terze persone.
10. Con un’ordinanza del 30 agosto 1979, il sindaco di San Marco in Lamis autorizz? l’occupazione di emergenza di questo terreno, per un periodo massimale di cinque anni a contare dell’occupazione materiale, in vista della sua espropriazione a causa di utilit? pubblica, per procedere alla costruzione delle abitazioni ad affitto moderato.
11. Il 24 settembre 1979, l’amministrazione procedette all’occupazione materiale del terreno ed inizi? i lavori di costruzione.
1. Il procedimento dinnanzi alle giurisdizioni amministrative
12. Nel 1977, i primi due richiedenti e due altre persone introdussero dinnanzi al tribunale amministrativo regionale di Puglia (“TAR”) un ricorso che mirava a contestare la legalit? dell’ordinanza del 16 novembre 1976 con la quale il consiglio comunale di San Marco in Lamis aveva classificato il loro terreno come destinato alla costruzione di abitazioni ad affitto moderato.
13. Con un giudizio depositato alla cancelleria il 4 ottobre 1990, il TAR accolse il ricorso ed annull? la misura attaccata, al motivo che questa era stata adottata in mancanza di una motivazione adeguata.
14. Risulta dalla pratica che questo giudizio non ? stato attaccato dinnanzi alle giurisdizioni interne competenti e, di conseguenza, ha acquisito forza di cosa giudicata.
2. Il procedimento dinnanzi alle giurisdizioni civili
15. Nel frattempo, con un atto di citazione notificato il 19 settembre 1989, i richiedenti e le terze persone avevano introdotto dinnanzi al tribunale di Foggia un’azione in danno-interessi contro la municipalit? di San Marco in Lamis. Facevano valere che l’occupazione del terreno era illegale al motivo che questa si era prolungata al di l? del termine autorizzato e che i lavori di costruzione dei lavori pubblici si erano conclusi senza che si fosse proceduto all’espropriazione formale del terreno ed al pagamento di un’indennit?. Alla luce di queste considerazioni, richiedevano un risarcimento corrispondente al valore venale del terreno.
16. Il 2 febbraio 1992, una perizia ordinata dal tribunale fu depositata alla cancelleria. Secondo il perito, il terreno che era edificabile, era stato trasformato in modo irreversibile tra il 18 febbraio 1980 ed il 21 dicembre1980. Risulta da questa perizia che il valore venale del terreno era di 127 375 728 ITL, o 36 602 ITL il metro quadrato, nell’agosto 1979, e di 206 370 359 ITL, o 59 302 ITL il metro quadrato, nel 1984.
17. Il 13 febbraio 1996, una nuova perizia fu ordinata nel frattempo dal tribunale tenuto conto dell’entrata in vigore della legge no 359 del 1992 che contemplava dei nuovi criteri di indennizzo. Secondo questa nuova stima, redatta il 3 ottobre 1996, l’importo dell’indennit? di espropriazione calcolata ai termini dell’articolo 5 bis della legge no 359 del 1992, era di 64 140 264 ITL nell’agosto 1979.
18. Con un giudizio depositato alla cancelleria il 12 novembre 2003, il tribunale dichiar? che, tenuto conto del giudizio del TAR, il terreno era stato occupato illegalmente dall’inizio. Tuttavia, i richiedenti e le terze persone dovevano considerarsi come privati del loro bene per effetto della costruzione dei lavori pubblici. Quindi, avevano diritto ad un risarcimento.
19. Per calcolare l’importo di tale risarcimento, il tribunale consider? che il terreno era edificabile ma che il suo valore venale reale non era stato fissato definitivamente dalle perizie ordinate durante il procedimento. Quindi, il tribunale decise che il risarcimento doveva essere calcolato in equit?, seguendo la domanda fatta in questo senso dai richiedenti e le terze persone. Alla luce di queste considerazioni, il tribunale condann? la municipalit? a versare ai richiedenti ed alle terze persone la somma globale di 64 140 264 ITL, pi? interessi, ossia l’importo dell’indennit? di espropriazione calcolata secondo la seconda perizia ai termini dell’articolo 5 bis della legge no 359 del 1992.
20. Ad una data non precisata, due delle terze persone decedettero, restando i richiedenti e l’altra terza persona i soli suoi eredi.
21. Con un atto del 7 novembre 2004, i richiedenti ed la terza persona interposero appello a questo giudizio dinnanzi alla corte di appello di Bari, facendo valere in particolare che, tenuto conto del fatto che l’occupazione del terreno era stata illegale ab initio, avevano diritto ad un risarcimento uguale al valore venale del terreno.
22. Risulta dalla pratica che il procedimento dinnanzi alla corte di appello di Bari ? sempre pendente.
II. IL DIRITTO E LA PRATICA INTERNI PERTINENTI
a) L’occupazione di emergenza di un terreno
23. In dritto italiano, il procedimento accelerato di espropriazione permette all’amministrazione di occupare un terreno e di costruire prima dell’espropriazione. Una volta dichiarato di utilit? pubblica il lavoro da realizzare ed adottato il progetto di costruzione, l’amministrazione pu? decretare l’occupazione di emergenza delle zone da espropriare per una durata determinata che non supera cinque anni, articolo 20 della legge no 865 del 1971. Questo decreto diventa nullo se l’occupazione materiale del terreno non ha luogo nei tre seguenti mesi la sua promulgazione. Prima della fine del periodo di occupazione autorizzata, un decreto di espropriazione formale deve essere preso.
24. L’occupazione autorizzata di un terreno d? diritto ad un’indennit? di occupazione. La Corte costituzionale ha riconosciuto, nella sua sentenza no 470 del 1990, un diritto di accesso immediato ad un tribunale ai fini di richiedere l’indennit? di occupazione appena il terreno ? occupato materialmente, senza bisogno di aspettare che l’amministrazione proceda ad un’offerta di indennizzo.
b) Il principio dell’espropriazione indiretta (“occupazione acquisitiva” o “accessione invertita”)
25. Negli anni 1970, parecchie amministrazioni locali procedettero ad occupazioni di emergenza di terreni che non furono seguite da decreti di espropriazione. Le giurisdizioni italiane si trovarono di fronte a casi in cui il proprietario di un terreno aveva perso di facto la disponibilit? di questo in ragione dell’occupazione e del compimento di lavori di costruzione di un lavoro pubblico. Restava da sapere se, semplicemente per effetto dei lavori effettuati, l’interessato aveva perso anche la propriet? terreno.
1. La giurisprudenza prima della sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
26. La giurisprudenza era molto divisa sul punto di sapere quale erano gli effetti della costruzione di un lavoro pubblico su un terreno occupato illegalmente. Per occupazione illegale, bisogna intendere un’occupazione illegale ab initio, o un’occupazione inizialmente autorizzata e diventata in seguito senza titolo, essendo stato annullato il titolo o proseguendo l’occupazione al di l? della scadenza autorizzata senza che un decreto di espropriazione fosse intervenuto.
27. Secondo una prima giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione non perdeva la propriet? terreno dopo il completamento del lavoro pubblico. Tuttavia, non poteva chiedere una rimessa in stato del terreno e poteva impegnare unicamente un’azione in danni ed interessi per occupazione abusiva, non sottoposta ad un termine di prescrizione poich? l’illegalit? derivante dall’occupazione era permanente. L’amministrazione poteva adottare in ogni momento una decisione formale di espropriazione; in questo caso, l’azione in danno-interessi si trasformava in controversia riguardante l’indennit? di espropriazione ed i danno-interessi erano dovuti solamente per il periodo anteriore al decreto di espropriazione per il non-godimento del terreno (vedere, tra altri, le sentenze della Corte di cassazione no 2341 del 1982, no 4741 di 1981, no 6452 e no 6308 del 1980).
28. Secondo una seconda giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione non perdeva la propriet? del terreno e poteva chiederne la rimessa in stato, quando l’amministrazione aveva agito senza che ci fosse stata utilit? pubblica (vedere, per esempio, Corte di cassazione, sentenza no 1578 del 1976, sentenza no 5679 del 1980).
29. Secondo una terza giurisprudenza, il proprietario del terreno occupato dall’amministrazione perdeva automaticamente la propriet? terreno nel momento della trasformazione irreversibile del bene, ovvero nel momento del completamento del lavoro pubblico. L’interessato aveva il diritto di chiedere dei danno-interessi (vedere la sentenza no 3243 del 1979 della Corte di cassazione).
2. La sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
30. Con una sentenza del 16 febbraio 1983, la Corte di cassazione, deliberando in camere riunite, risolse il conflitto di giurisprudenza ed adott? la terza soluzione. Cos? fu consacrato il principio dell’espropriazione indiretta, accessione invertita od occupazione acquisitiva. In virt? di questo principio, il potere pubblico acquista ab origine la propriet? di un terreno senza procedere ad un’espropriazione formale quando, dopo l’occupazione del terreno, ed a prescindere dalla legalit? dell’occupazione, il lavoro pubblico ? stato realizzato. Quando l’occupazione ? ab initio senza titolo, il trasferimento di propriet? ha luogo nel momento del completamento del lavoro pubblico. Quando l’occupazione del terreno ? stata autorizzata inizialmente, il trasferimento di propriet? ha luogo alla scadenza del periodo di occupazione autorizzata. Nella stessa sentenza, la Corte di cassazione precis? che, in ogni caso di espropriazione indiretta, l’interessato ha diritto ad un risarcimento integrale, del terreno avendo avuto luogo senza titolo l’acquisizione. Questo risarcimento non ? versato tuttavia, automaticamente; incombe sull’interessato di richiedere dei danno-interessi. Inoltre, il diritto a risarcimento ? abbinato al termine di prescrizione contemplata in caso di responsabilit? da delitto, ovvero cinque anni, che cominciano a decorrere dal momento della trasformazione irreversibile del terreno.
3. La giurisprudenza dopo la sentenza no 1464 del 1983 della Corte di cassazione
a) La prescrizione
31. In un primo tempo, la giurisprudenza considerava che nessuno termine di prescrizione doveva applicarsi, poich? l’occupazione senza titolo del terreno costituiva un atto illegale continuo. La Corte di cassazione, nella sua sentenza no 1464 del 1983, afferm? che il diritto a risarcimento era sottoposto ad un termine di prescrizione di cinque anni. In seguito, la prima sezione della Corte di cassazione afferm? che un termine di prescrizione di dieci anni doveva applicarsi, sentenze no 7952 di 1991 e no 10979 del 1992. Con una sentenza del 22 novembre 1992, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha troncato definitivamente la questione, stimando che il termine di prescrizione ? di cinque anni e che comincia a decorrere dal momento della trasformazione irreversibile del terreno.
b) La sentenza no 188 del 1995 della Corte costituzionale
32. In questa sentenza, la Corte costituzionale ha giudicato compatibile con la Costituzione il principio dell’espropriazione indiretta, nella misura in cui questo principio si ? radicato in una disposizione legislativa, ovvero l’articolo 2043 del codice civile che regola la responsabilit? da delitto. Secondo questa sentenza, il fatto che l’amministrazione diventi proprietaria di un terreno traendo utile dal suo comportamento illegale non d? nessun problemi sul piano costituzionale, poich? l’interesse pubblico, ovvero la conservazione del lavoro pubblico, prevale sull’interesse dell’individuo, e dunque sul diritto di propriet? di questo ultimo. La Corte costituzionale ha giudicato compatibile con la Costituzione l’applicazione all’azione in risarcimento del termine di prescrizione di cinque anni, come previsto dall’articolo 2043 del codice civile per responsabilit? da delitto.
c) Caso di mancata applicazione del principio dell’espropriazione indiretta
33. Gli sviluppi della giurisprudenza mostrano che il meccanismo con il quale la costruzione di un lavoro pubblico provoca il trasferimento di propriet? del terreno a favore dell’amministrazione conosce delle eccezioni.
34. Nella sua sentenza no 874 del 1996, il Consiglio di stato ha affermato che non c’? espropriazione indiretta quando le decisioni dell’amministrazione ed il decreto di occupazione di emergenza sono state annullate dalle giurisdizioni amministrative; se cos? non fosse, la decisione giudiziale sarebbe svuotata di sostanza.
35. Nella sua sentenza no 1907 del 1997, la Corte di cassazione deliberando in camere riunite ha affermato che l’amministrazione non diventa proprietaria di un terreno quando le decisioni che ha adottato e la dichiarazione di utilit? pubblica devono essere considerat4 come nulli ab initio. In questo caso, l’interessato mantiene la propriet? dal terreno e pu? chiedere la restitutio in integrum. Pu?, come alternativa, chiedere dei danno-interessi. L’illegalit? in questi casi ha un carattere permanente e nessuno termine di prescrizione viene applicato.
36. Nella sentenza no 6515 del 1997, la Corte di cassazione deliberanodo in camere riunite ha affermato che non c’? trasferimento di propriet? quando la dichiarazione di utilit? pubblica ? stata annullata dalle giurisdizioni amministrative. In questo caso, il principio dell’espropriazione indiretta non si applica dunque. L’interessato mantenendo la propriet? dal terreno, ha la possibilit? di chiedere la restitutio in integrum. L’introduzione di una domanda in danno-interessi provoca una rinuncia alla restitutio in integrum. Il termine di prescrizione di cinque anni comincia a decorrere dal momento in cui la decisione del giudice amministrativo diventa definitiva.
37. Nella sentenza no 148 del 1998, la prima sezione della Corte di cassazione ha seguito la giurisprudenza delle camere riunite e ha affermato che il trasferimento di propriet? per effetto dell’espropriazione indiretta non ha luogo quando la dichiarazione di utilit? pubblica alla quale il progetto di costruzione era abbinato ? stata considerata come invalida ab initio.
38. Nella sentenza no 5902 del 2003, la Corte di cassazione in camere riunite ha riaffermato che non c’? trasferimento di propriet? in mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica valida.
39. Conviene confrontare questa giurisprudenza con la legge no 458 del 1988 e col Repertorio delle disposizioni sull’espropriazione, entrati in vigore il 30 giugno 2003.
4. La legge no458 del 27 ottobre 1988
40. Ai termini dell’articolo 3 di questa legge, “Il proprietario di un terreno, utilizzato per la costruzione di edifici pubblici e di case popolari, ha diritto al risarcimento del danno subito, in seguito ad un’espropriazione dichiarata illegale tramite una decisione passata in forza di cosa giudicata, ma non pu? pretendere alla restituzione del suo bene. Ha anche dritto, ne pi? del risarcimento del danno, alle somme dovute in ragione del deprezzamento monetario ed a queste menzionate all’articolo 1224 ? 2 del codice civile e questo a contare dal giorno dell’occupazione illegale.”
41. Interpretando l’articolo 3 della legge di 1988, la Corte costituzionale, nella sua sentenza del 12 luglio 1990 (n? 384), ha considerato: “Con la disposizione attaccata, il legislatore, tra gli interessi dei proprietari dei terreni – ottenere in caso di espropriazione illegale la restituzione dei terreni – e l’interesse pubblico – concretizzato dalla destinazione di questi beni alle finalit? di costruzioni residenziali pubbliche alle condizioni favorevoli o convenzionate – ha dato la precedenza a questo ultimo interesse.”
5. L’importo del risarcimento in caso di espropriazione indiretta
42. Secondo la giurisprudenza di 1983 della Corte di cassazione in materia di espropriazione indiretta, un risarcimento integrale del danno subito, sotto forma di danno-interessi per la perdita del terreno, era dovuta all’interessato in compenso della perdita di propriet? che provoca l’occupazione illegale.
43. La legge di bilancio del 1992, articolo 5 bis della decreto-legge no 333 del 11 luglio 1992, modific? questa giurisprudenza, nel senso che l’importo dovuto in caso di espropriazione indiretta non poteva superare l’importo dell’indennit? contemplata per il caso di un’espropriazione formale. Con la sentenza no 369 del 1996, la Corte costituzionale dichiar? incostituzionale questa disposizione.
44. In virt? della legge di bilancio no 662 del 1996 che segu? la disposizione dichiarata incostituzionale, l’indennizzo integrale non poteva essere accordato per un’occupazione di terreno che aveva avuto luogo prima del 30 settembre 1996. In questa ottica, l’indennizzo equivaleva all’importo dell’indennit? contemplata nel caso di un’espropriazione formale, nell’ipotesi pi? favorevole al proprietario, mediante un aumento del 10%.
45. Con la sentenza no 148 del 30 aprile 1999, la Corte costituzionale ha giudicato simile indennit? compatibile con la Costituzione. Tuttavia, nella stessa sentenza, la Corte ha precisato che un’indennit? integrale, a concorrenza del valore venale del terreno, pu? essere richiesta quando l’occupazione e la privazione del terreno non hanno avuto luogo a causa di utilit? pubblica.
6. La giurisprudenza dopo le sentenze della Corte del 30 maggio 2000 nelle cause Belvedere Alberghiera e Carbonara e Ventura
46. Con le sentenze no 5902 e 6853 del 2003, la Corte di cassazione in camere riunite si ? pronunciata di nuovo sul principio dell’espropriazione indiretta, facendo riferimento alle due sentenze precitate della Corte.
47. Alla vista della constatazione di violazione dell’articolo 1 del protocollo no 1 nelle cause sopra, la Corte di cassazione ha affermato che il principio dell’espropriazione indiretta sostiene un ruolo importante nella cornice del sistema giuridico italiano e che ? compatibile con la Convenzione.
48. Pi? specificamente, la Corte di cassazione-dopo avere analizzato la storia del principio dell’espropriazione indiretta – ha detto che in materia dell’uniformit? della giurisprudenza, il principio dell’espropriazione indiretta deve essere considerato come pienamente “prevedibile” a contare del 1983. Per questo fatto, l’espropriazione indiretta deve essere considerata come rispettosa del principio di legalit?. In quanto alle occupazioni di terreno che hanno luogo senza dichiarazione di utilit? pubblica, la Corte di cassazione ha affermato che queste non sono atte a trasferire la propriet? del bene allo stato. In quanto all’indennizzo, la Corte di cassazione ha affermato che, anche se ? inferiore al danno subito dall’interessato, ed in particolare al valore del terreno, l’indennizzo dovuto in caso di espropriazione indiretta ? sufficiente per garantire un “giusto equilibrio” tra le esigenze dell’interesse generale della comunit? e gli imperativi della salvaguardia dei diritti fondamentali dell’individuo.
49. Investito di un ricorso in esecuzione di una decisione giudiziale definitiva che annulla la dichiarazione di utilit? pubblica riguardante un procedimento di espropriazione, vista la domanda della parte richiesta che tende ad ottenere la restituzione del terreno occupato e trasformato nel frattempo, il Consiglio di stato, nella sua sentenza no 2/2005 del 29 aprile 2005 resa in seduta plenaria, si ? pronunciato sul punto di sapere se la trasformazione irreversibile di suddetto terreno in seguito alla costruzione del lavoro “pubblico” poteva costituire una ragione di diritto che impedisce la restituzione del terreno. Il Consiglio di stato ha risposto negativamente. Ci? facendo, ha:
a) riconosciuto che il principio giurisprudenziale dell’espropriazione indiretta ? inadempiente in quanto al bisogno di sicurezza giuridica, per ci? che riguarda tra altri il punto di sapere in quale data il lavoro pubblico deve essere considerato come “realizzato” e dunque in quale data ci sia stato trasferimento di propriet? a favore dello stato;
b) reso omaggio alla giurisprudenza della Corte, ed in particolare alla sentenza Belvedere Alberghiera Srl c. Italia, affermando che, a fronte di una domanda di restituzione di un bene illegalmente occupato e trasformato, il lavoro realizzato dalle autorit? pubbliche non pu?, in quanto tale, costituire un ostacolo assoluto alla restituzione,;
c) interpretato l’articolo 43 del Repertorio, paragrafo 46 sotto, nel senso in cui la non-restituzione di un terreno pu? essere ammessa solamente in casi eccezionali, ovvero quando l’amministrazione invoca un interesse pubblico particolarmente contrassegnato dalla conservazione del lavoro;
d) affermato, in questo contesto, che l’espropriazione indiretta non potrebbe costituire un’alternativa (“una mera alternativa”) ad un procedimento di espropriazione in buona e dovuta forma.
7. Il Repertorio delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di espropriazione a causa di utilit? pubblica, qui di seguito “il Repertorio,
50. Il 30 giugno 2003 ? entrato in vigore il Decreto Presidenziale no 327 del 8 giugno 2001, modificato dal Decreto legislativo no 302 del 27 dicembre 2002, e che regola il procedimento di espropriazione. Il Repertorio codifica le disposizioni e la giurisprudenza esistenti in materia. In particolare, codifica il principio dell’espropriazione indiretta. Il Repertorio che non si applica ai casi di occupazione sopraggiunti anteriormente al 1996 e non si applica dunque nello specifico, si ? sostituito, a partire dalla sua entrata in vigore, all’insieme della legislazione di espropriazione della giurisprudenza precedente in materia.
51. Al suo articolo 43, il Repertorio contempla che in mancanza di un decreto di espropriazione, o in mancanza di dichiarazione di utilit? pubblica, un terreno trasformato in seguito alla realizzazione di un lavoro pubblico ? acquisito al patrimonio dell’autorit? che l’ha trasformato; dei danno-interessi sono accordati in compenso. L’autorit? pu? acquisire un bene anche quando o il piano di urbanistica o la dichiarazione di utilit? pubblica sono stati annullati. Il proprietario pu? chiedere al giudice la restituzione del terreno. L’autorit? in causa si pu? opporre. Quando il giudice decide di non ordinare la restituzione del terreno, il proprietario ha diritto ad un risarcimento.

IN DIRITTO
I. SULLA VIOLAZIONE ADDOTTA DELL’ARTICOLO 1 DEL PROTOCOLLO NO 1
52. I richiedenti adducono essere stati privati del loro terreno in circostanze incompatibili con l’articolo 1 del Protocollo no 1, cos? formulato,:
“Ogni persona fisica o giuridica ha diritto al rispetto dei suoi beni. Nessuno pu? essere privato della sua propriet? se non a causa di utilit? pubblica e nelle condizioni previste dalla legge e dai principi generali del diritto internazionale.
Le disposizioni precedenti non recano offesa al diritto che possiedono gli Stati di mettere in vigore le leggi che giudicano necessarie per regolamentare l’uso dei beni conformemente all’interesse generale o per garantire il pagamento delle imposte o di altri contributi o delle multe. “
A. Sull’ammissibilit?
53. In primo luogo, il Governo solleva un’eccezione di non-esaurimento delle vie di ricorso interne, facendo valere che sarebbe prematuro giudicare sulla situazione denunciata, al motivo che il procedimento nazionale ? ancora pendente cos? che non c’? ancora giudizio interno definitivo.
54. In secondo luogo, il Governo eccepisce che i richiedenti non hanno requisito di vittima al senso dell’articolo 34 della Convenzione. A questo riguardo, osserva che il tribunale ha valutato l’importo del risarcimento per la perdita del terreno in equit?, seguendo la domanda fatta in questo senso dai richiedenti. Segue che queste ultimi non potrebbero definirsi vittime di una violazione del loro diritto al rispetto dei beni in ragione del carattere inadeguato del risarcimento riconosciuto dallo stesso tribunale.
55. I richiedenti si oppongono alle eccezioni del Governo.
56. In quanto all’eccezione di non-esaurimento delle vie di ricorso interne, fanno valere che il procedimento dinnanzi alle giurisdizioni nazionali ? ancora pendente pi? di venticinque anni dopo l’occupazione del loro terreno e che nessuno risarcimento per la perdita di questo ? stato versato ancora.
57. In quanto all?eccezione derivata dal loro requisito di vittima, fanno osservare in particolare che hanno interposto appello al giudizio del tribunale di Foggia per contestare la valutazione dell’importo del risarcimento effettuato da questo tribunale.
58. La Corte stima, alla luce dell’insieme degli argomenti delle parti che queste due eccezioni sono legate strettamente in fondo alle richieste e decide di unirle al merito. La Corte constata che le richieste non sono manifestamente mal fondate al senso dell’articolo 35 ? 3 della Convenzione. La Corte rileva peraltro che queste non si scontrano con nessuno altro motivo di inammissibilit?. Conviene dichiararle ammissibili dunque.
B. Sul merito
59. Il Governo riconosce che, malgrado la mancanza di un decreto di espropriazione e dell’utilit? pubblica, i richiedenti sarebbero stati ad ogni modo privati del loro bene per effetto della costruzione del lavoro pubblico e della trasformazione irreversibile del terreno che questa ultima ha provocato.
60. In compenso delle irregolarit? commesse dall’amministrazione ed in particolare della mancanza di utilit? pubblica, avrebbero diritto ad un’indennit? corrispondente al valore venale del terreno.
61. Nello specifico, il tribunale di Foggia non ha applicato l’articolo5 bis della legge no 359 del 1992, avendo quantificato l’importo dell’indennizzo in equit? a seguito alla domanda fatta in questo senso dai richiedenti.
62. Alla luce di queste considerazioni, il Governo sostiene che questa situazione ? conforme all’articolo 1 del Protocollo no 1.
63. I richiedenti si oppongono alla tesi del Governo.
64. Fanno osservare che sono state private del loro bene e sottolineano l’illegalit? di questa situazione, in mancanza di un decreto di espropriazione e tenuto conto dell’illegalit? ab initio dell’occupazione del terreno alla luce del giudizio del TAR depositato alla cancelleria il 4 ottobre 1990.
65. Stimano che il principio giurisprudenziale dell’espropriazione indiretta non pu? essere considerato in quanto tale come “previsto con la legge” ed fanno valere che in mancanza di un giudizio definitivo, la loro situazione si analizza in una situazione di illegalit? continua, sorgente di incertezza ed imprevedibilit?.
66. La Corte ricorda al primo colpo che ha unito al merito le eccezioni del Governo derivate della non-esaurimento delle vie di ricorso interne e della mancanza di requisito di vittima dei richiedenti.
67. Le parti si accordano per dire che c’? stata “privazione di propriet?.”
68. Per i richiedenti c?? stata perdita di disponibilit? totale del terreno senza decreto di espropriazione n? indennizzo cos? che si ritorna in sostanza ad un’espropriazione da fatto.
69. Per il Governo, i richiedenti devono considerarsi come privati del loro bene a contare dal momento in cui questo ? stato trasformato irreversibilmente.
70. La Corte ricorda che, per determinare se c’? stata privazione di beni al senso della seconda frase del primo capoverso dell’articolo 1 del Protocollo no 1, bisogna esaminare non solo se ci sono state spodestamento o espropriazione formale, ma ancora guardare al di l? delle apparenze ed analizzare la realt? della situazione controversa. Mirando la Convenzione a proteggere dei diritti “concreti ed effettivi”, importa ricercare se suddetta situazione equivale ad un’espropriazione di fatto (Sporrong e L?nnroth c. Svezia, sentenza del 23 settembre 1982, serie A no 52, pp. 24-25, ? 63).
71. Ricorda che l’articolo 1 del Protocollo no 1 esige, innanzitutto e soprattutto, che un’ingerenza dell’autorit? pubblica nel godimento del diritto al rispetto dei beni sia legale. La preminenza del diritto, uno dei principi fondamentali di una societ? democratica, ? inerente all’insieme degli articoli della Convenzione, (Iatridis c. Grecia [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II). Il principio di legalit? notifica l’esistenza di norme di diritto interno sufficientemente accessibili, precise e prevedibili (Hentrich c. Francia, sentenza del 22 settembre 1994, serie Ano 296-ha, pp. 19-20, ? 42, e Lithgow ed altri c. Regno Unito, sentenza del 8 luglio 1986, serie A no 102, p. 47, ? 110).
72. La Corte resta convinta che l’esistenza, in quanto tale, di una base legale non basta a soddisfare al principio di legalit? e stima utile di propendersi sulla questione della qualit? della legge.
73. La Corte prende nota dell’evoluzione giurisprudenziale che ha condotto all’elaborazione del principio dell’espropriazione indiretta. Rileva anche che questo principio ? stato trasposto nei testi di legge, come la legge no 458 del 1988, la legge no 662 del 1996 e, ultimamente, nel Repertorio delle disposizioni in materia di espropriazione. Essendo cos?, la Corte non perde di vista le applicazioni contraddittorie che hanno luogo nella cronostoria della giurisprudenza. Questo punto di vista ? stato adottato dal Consiglio di stato del resto, paragrafo 47 sopra che, nella sua sentenza no 2 di 2005 resa in seduta plenaria, ha riconosciuto che l’espropriazione indiretta non ha mai dato adito a regolamentazione stabile, completa e prevedibile.
74. Inoltre, la Corte constata che, in ogni caso, l’espropriazione indiretta tende ad interinare una situazione che deriva di fatto dalle illegalit? commesse dall’amministrazione ed a regolare le conseguenze per l’individuo e l’amministrazione, e permette a questa ultima di trarre vantaggio dal suo comportamento illegale. Che sia in virt? di un principio giurisprudenziale o di un testo di legge come l’articolo 43 del Repertorio, l’espropriazione indiretta non saprebbe costituire dunque un’alternativa ad un’espropriazione in buona e dovuta forma (vedere, su questo punto anche, la posizione del Consiglio di stato, paragrafo 42 sopra).
75. Ad ogni modo, la Corte ? chiamata a verificare se il modo di cui il diritto interno ? interpretato ed applicato produce degli effetti conformi ai principi della Convenzione.
76. La Corte constata che nello specifico i richiedenti hanno perso la disponibilit? del terreno che ? stato occupato nel 1979 e che ? stato trasformato in modo irreversibile nel 1980. Secondo il tribunale di Foggia, l’occupazione del terreno controverso ? stata illegale ab initio in ragione del giudizio del TAR ed i richiedenti sono stati privati del loro bene al momento della sua trasformazione irreversibile. Il procedimento ? pendente dinnanzi alla corte di appello di Bari.
77. A difetto di un atto formale di trasferimento di propriet?, ed in mancanza di un giudizio nazionale dichiarante che tale trasferimento deve passare per avere avuto luogo, Carbonara e Ventura, precitata, ? 80, e chiarendo una volta per tutte le circostanze esatte da questo, la Corte stima che la perdita di ogni disponibilit? del terreno in causa, combinata con l’impossibilit? fino ad ora di ovviare alla situazione incriminata ha generato delle conseguenze abbastanza gravi per le quali il richiedente ha subito un’espropriazione di fatto incompatibile col suo diritto al rispetto dei suoi beni, Papamichalopoulos ed altri c. Grecia, sentenza del 24 giugno 1993, serie A no 260-B, ? 45, e non conforme al principio di preminenza del diritto.
78. In conclusione, le eccezioni del Governo non potrebbero essere considerate e vi ? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1.

II. SULL’APPLICAZIONE DELL’ARTICOLO 41 DELLA CONVENZIONE
79. Ai termini dell’articolo 41 della Convenzione,
“Se la Corte dichiara che c’? stata violazione della Convenzione o dei suoi Protocolli, e se il diritto interno dell’Alta Parte contraente permette di cancellare solo imperfettamente le conseguenze di questa violazione, la Corte accorda alla parte lesa, se c’? luogo, una soddisfazione equa. “
80. I richiedenti chiedono da prima il versamento di un’indennit?, a titolo di danno materiale, uguale alla differenza tra il valore venali del terreno come stimato dal perito commesso d? ufficio dal tribunale e quello che quest? ultima giurisdizione ha liquidato loro deliberando in equit?.
81. Inoltre, i richiedenti sollecitano il rimborso degli oneri di procedimento, senza valutarlo tuttavia.
82. In quanto al danno materiale, il Governo fa osservare da prima che in mancanza di un giudizio interno definitivo, non ? lecito alla Corte di procedere alla valutazione di questo danno. Inoltre, il Governo sostiene che i richiedenti non avrebbero il diritto di richiedere nessuna somma a titolo di danno materiale, dato che hanno chiesto al tribunale di valutare in equit? l’importo del risarcimento per la perdita del terreno.
83In quanto al danno morale, il Governo fa valere che nessuna somma ? dovuta ai richiedenti a questa titolo in mancanza per loro di avere presentato a questo riguardo di domanda.
84. In quanto agli oneri del procedimento dinnanzi alla Corte, il Governo sostiene che i richiedenti hanno quantificato questi in modo vago ed impreciso.
85. La Corte stima che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 non si trova in stato. Perci?, la riserva e fisser? il procedimento ulteriore, tenuto conto della possibilit? che il Governo ed i richiedenti giungano ad un accordo.
PER QUESTI MOTIVI, LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Unisce al fondo le eccezioni preliminari del Governo e li respingo;
2. Dichiara le richieste ammissibili;
3. Stabilisce che c’? stata violazione dell’articolo 1 del Protocollo no 1;
4. Stabilisce che la questione dell’applicazione dell’articolo 41 della Convenzione non si trova in stato; perci?,
a) la riserva per intero;
b) invita il Governo ed i richiedenti ad indirizzarle per iscritto, nei tre mesi a contare dal giorno in cui la sentenza sar? diventata definitiva conformemente all’articolo 44 ? 2 della Convenzione, le loro osservazioni su questa questione ed in particolare a darle cognizione di ogni accordo al quale potrebbero arrivare;
c) riserva il procedimento ulteriore e delega al presidente della camera la cura di fissarlo all’occorrenza.
Fatto in francese, comunicato poi per iscritto il 17 novembre 2005 in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento.
Santiago Quesada Christos Rozakis
Cancelliere aggiunto Presidente

Testo Tradotto

Conclusion Violation de P1-1 ; Satisfaction ?quitable r?serv?e
PREMI?RE SECTION
AFFAIRE PIA GLORIA SERRILLI ET AUTRES c. ITALIE
(Requ?tes nos 77823/01, 77827/01 et 77829/01)
ARR?T
STRASBOURG
17 novembre 2005
D?FINITIF
17/02/2006
Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Pia Gloria Serrilli et autres c. Italie,
La Cour europ?enne des Droits de l?Homme (premi?re section), si?geant en une chambre compos?e de :
MM. C.L. Rozakis, pr?sident,
L. Loucaides,
M. P. Lorenzen,
Mme N. Vajic,
MM. V. Zagrebelsky,
D. Spielmann,
S.E. Jebens, juges,
et de M. S. Quesada, greffier adjoint de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 25 octobre 2005,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. A l?origine de l?affaire se trouvent trois requ?tes (nos 77823/01, 77827/01 et 77829/01) dirig?es contre la R?publique italienne et dont trois ressortissantes de cet Etat, Mmes P. G. S., A. M S. et G. S. (? les requ?rantes ?), ont saisi la Cour respectivement le 10 f?vrier et le 14 mars 2000 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des Droits de l?Homme et des Libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Les requ?rantes sont repr?sent?es par Me G. D. M, avocat ? Foggia. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) est repr?sent? par son agent, M. I. M. Braguglia, par son coagent, M. F. Crisafulli, et par son coagent adjoint, M. N. Lettieri.
3. Le 2 septembre 2004, la premi?re section a d?cid? de joindre les trois requ?tes, les a d?clar?es partiellement irrecevables et a d?cid? de communiquer au Gouvernement le grief tir? du droit des requ?rantes au respect de leurs biens. Se pr?valant des dispositions de l?article 29 ? 3, elle a d?cid? que seraient examin?s en m?me temps la recevabilit? et le bien-fond? de l?affaire.
4. Tant les requ?rantes que le Gouvernement ont d?pos? des observations ?crites sur la recevabilit? et le fond (article 59 ? 1 du r?glement).
5. Le 1er novembre 2004, la Cour a modifi? la composition de ses sections (article 25 ? 1 du r?glement). Les pr?sentes requ?tes ont ?t? attribu?es ? la premi?re section ainsi remani?e (article 52 ? 1).

EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
6. Les requ?rantes sont n?es respectivement en 1943, 1935 et 1939 et r?sidant ? San Marco in Lamis (Foggia).
7. Les requ?rantes ?taient copropri?taires, avec trois autres personnes (? les tierces personnes ?), d?un terrain d?environ 3 480 m?tres carr?s, sis ? San Marco in Lamis et enregistr? au cadastre, feuille 93, parcelles 579 et 580.
8. Par un arr?t? du 16 novembre 1976, le conseil municipal de San Marco in Lamis classa ce terrain comme destin? ? la construction d?habitations ? loyer mod?r?.
9. Par un arr?t? du 16 juin 1979, le conseil municipal de San Marco in Lamis adopta un projet de construction d?habitations ? loyer mod?r? sur le terrain des requ?rantes et des tierces personnes.
10. Par un arr?t? du 30 ao?t 1979, le maire de San Marco in Lamis autorisa l?occupation d?urgence de ce terrain, pour une p?riode maximale de cinq ans ? compter de l?occupation mat?rielle, en vue de son expropriation pour cause d?utilit? publique, afin de proc?der ? la construction des habitations ? loyer mod?r?.
11. Le 24 septembre 1979, l?administration proc?da ? l?occupation mat?rielle du terrain et entama les travaux de construction.
1. La proc?dure devant les juridictions administratives
12. En 1977, les deux premi?res requ?rantes et deux autres personnes introduisirent devant le tribunal administratif r?gional de Puglia (? TAR ?) un recours visant ? contestant la l?galit? de l?arr?t? du 16 novembre 1976, par lequel le conseil municipal de San Marco in Lamis avait class? leur terrain comme destin? ? la construction d?habitations ? loyer mod?r?.
13. Par un jugement d?pos? au greffe le 4 octobre 1990, le TAR accueillit le recours et annula la mesure attaqu?e, au motif que celle-ci avait ?t? adopt?e en l?absence d?une motivation ad?quate.
14. Il ressort du dossier que ce jugement n?a pas ?t? attaqu? devant les juridictions internes comp?tentes et, par cons?quent, a acquis force de chose jug?e.
2. La proc?dure devant les juridictions civiles
15. Entre-temps, par un acte d?assignation notifi? le 19 septembre 1989, les requ?rantes et les tierces personnes avaient introduit devant le tribunal de Foggia une action en dommages-int?r?ts ? l?encontre de la municipalit? de San Marco in Lamis. Ils faisaient valoir que l?occupation du terrain ?tait ill?gale au motif que celle-ci s??tait prolong?e au-del? du d?lai autoris? et que les travaux de construction des ouvrages publics s??taient termin?s sans qu?il f?t proc?d? ? l?expropriation formelle du terrain et au paiement d?une indemnit?. A la lumi?re de ces consid?rations, ils r?clamaient un d?dommagement correspondant ? la valeur v?nale du terrain.
16. Le 2 f?vrier 1992, une expertise ordonn?e par le tribunal fut d?pos?e au greffe. Selon l?expert, le terrain, qui ?tait constructible, avait ?t? transform? de mani?re irr?versible entre le 18 f?vrier 1980 et le 21 d?cembre 1980. Il ressort de cette expertise que la valeur v?nale du terrain ?tait de 127 375 728 ITL, soit 36 602 ITL le m?tre carr?, en ao?t 1979, et de 206 370 359 ITL, soit 59 302 ITL le m?tre carr?, en 1984.
17. Le 13 f?vrier 1996, une nouvelle expertise fut ordonn?e par le tribunal compte tenu de l?entr?e en vigueur entre-temps de la loi no 359 de 1992, qui pr?voyait de nouveaux crit?res d?indemnisation. Selon cette nouvelle expertise, r?dig?e le 3 octobre 1996, le montant de l?indemnit? d?expropriation calcul?e aux termes de l?article 5 bis de la loi no 359 de 1992, ?tait de 64 140 264 ITL en ao?t 1979.
18. Par un jugement d?pos? au greffe le 12 novembre 2003, le tribunal d?clara que, compte tenu du jugement du TAR, le terrain avait ?t? occup? ill?galement depuis le d?but. Toutefois, les requ?rantes et les tierces personnes devaient se consid?rer comme priv?es de leur bien par l?effet de la construction des ouvrages publics. D?s lors, ils avaient droit ? un d?dommagement.
19. Afin de calculer le montant d?un tel d?dommagement, le tribunal consid?ra que le terrain ?tait constructible mais que sa valeur v?nale r?elle n?avait pas ?t? fix?e d?finitivement par les expertises ordonn?es au cours de la proc?dure. D?s lors, le tribunal d?cida que le d?dommagement devait ?tre calcul? en ?quit?, suivant la demande faite dans ce sens par les requ?rantes et les tierces personnes. A la lumi?re de ces consid?rations, le tribunal condamna la municipalit? ? verser aux requ?rantes et aux tierces personnes la somme globale de 64 140 264 ITL, plus int?r?ts, ? savoir le montant de l?indemnit? d?expropriation calcul? selon la deuxi?me expertise aux termes de l?article 5 bis de la loi no 359 de 1992.
20. A une date non pr?cis?e, deux des tierces personnes d?c?d?rent, les requ?rantes et l?autre tierce personne ?tant ses seuls h?ritiers.
21. Par un acte du 7 novembre 2004, les requ?rantes et la tierce personne interjet?rent appel de ce jugement devant la cour d?appel de Bari, faisant notamment valoir que, compte tenu de ce que l?occupation du terrain avait ?t? ill?gale ab initio, ils avaient droit ? un d?dommagement ?gal ? la valeur v?nale du terrain.
22. Il ressort du dossier que la proc?dure devant la cour d?appel de Bari est toujours pendante.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
a) L?occupation d?urgence d?un terrain
23. En droit italien, la proc?dure acc?l?r?e d?expropriation permet ? l?administration d?occuper un terrain et d?y construire avant l?expropriation. Une fois l?ouvrage ? r?aliser d?clar? d?utilit? publique et le projet de construction adopt?, l?administration peut d?cr?ter l?occupation d?urgence des zones ? exproprier pour une dur?e d?termin?e n?exc?dant pas cinq ans (article 20 de la loi no 865 de 1971). Ce d?cret devient caduc si l?occupation mat?rielle du terrain n?a pas lieu dans les trois mois suivant sa promulgation. Avant la fin de la p?riode d?occupation autoris?e, un d?cret d?expropriation formelle doit ?tre pris.
24. L?occupation autoris?e d?un terrain donne droit ? une indemnit? d?occupation. La Cour constitutionnelle a reconnu, dans son arr?t no 470 de 1990, un droit d?acc?s imm?diat ? un tribunal aux fins de r?clamer l?indemnit? d?occupation d?s que le terrain est mat?riellement occup?, sans besoin d?attendre que l?administration proc?de ? une offre d?indemnisation.
b) Principe de l?expropriation indirecte (? occupazione acquisitiva ? ou ? accessione invertita ?)
25. Dans les ann?es 1970, plusieurs administrations locales proc?d?rent ? des occupations d?urgence de terrains qui ne furent pas suivies de d?crets d?expropriation. Les juridictions italiennes se trouv?rent confront?es ? des cas o? le propri?taire d?un terrain avait perdu de facto la disponibilit? de celui-ci en raison de l?occupation et de l?accomplissement de travaux de construction d?un ouvrage public. Restait ? savoir si, simplement par l?effet des travaux effectu?s, l?int?ress? avait perdu ?galement la propri?t? du terrain.
1. La jurisprudence avant l?arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation
26. La jurisprudence ?tait tr?s partag?e sur le point de savoir quels ?taient les effets de la construction d?un ouvrage public sur un terrain occup? ill?galement. Par occupation ill?gale, il faut entendre une occupation ill?gale ab initio, ou bien une occupation initialement autoris?e et devenue sans titre par la suite, le titre ?tant annul? ou bien l?occupation se poursuivant au-del? de l??ch?ance autoris?e sans qu?un d?cret d?expropriation ne soit intervenu.
27. Selon une premi?re jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l?administration ne perdait pas la propri?t? du terrain apr?s l?ach?vement de l?ouvrage public. Toutefois, il ne pouvait pas demander une remise en l??tat du terrain et pouvait uniquement engager une action en dommages et int?r?ts pour occupation abusive, non soumise ? un d?lai de prescription puisque l?ill?galit? d?coulant de l?occupation ?tait permanente. L?administration pouvait ? tout moment adopter une d?cision formelle d?expropriation ; dans ce cas, l?action en dommages-int?r?ts se transformait en litige portant sur l?indemnit? d?expropriation et les dommages-int?r?ts n??taient dus que pour la p?riode ant?rieure au d?cret d?expropriation pour la non-jouissance du terrain (voir, entre autres, les arr?ts de la Cour de cassation no 2341 de 1982, no 4741 de 1981, no 6452 et no 6308 de 1980).
28. Selon une deuxi?me jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l?administration ne perdait pas la propri?t? du terrain et pouvait demander la remise en l??tat, lorsque l?administration avait agi sans qu?il y ait utilit? publique (voir, par exemple, Cour de cassation, arr?t no 1578 de 1976, arr?t no 5679 de 1980).
29. Selon une troisi?me jurisprudence, le propri?taire du terrain occup? par l?administration perdait automatiquement la propri?t? du terrain au moment de la transformation irr?versible du bien, ? savoir au moment de l?ach?vement de l?ouvrage public. L?int?ress? avait le droit de demander des dommages-int?r?ts (voir l?arr?t no 3243 de 1979 de la Cour de cassation).
2. L?arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation
30. Par un arr?t du 16 f?vrier 1983, la Cour de cassation, statuant en chambres r?unies, r?solut le conflit de jurisprudence et adopta la troisi?me solution. Ainsi fut consacr? le principe de l?expropriation indirecte (accessione invertita ou occupazione acquisitiva). En vertu de ce principe, la puissance publique acquiert ab origine la propri?t? d?un terrain sans proc?der ? une expropriation formelle lorsque, apr?s l?occupation du terrain, et ind?pendamment de la l?galit? de l?occupation, l?ouvrage public a ?t? r?alis?. Lorsque l?occupation est ab initio sans titre, le transfert de propri?t? a lieu au moment de l?ach?vement de l?ouvrage public. Lorsque l?occupation du terrain a initialement ?t? autoris?e, le transfert de propri?t? a lieu ? l??ch?ance de la p?riode d?occupation autoris?e. Dans le m?me arr?t, la Cour de cassation pr?cisa que, dans tous les cas d?expropriation indirecte, l?int?ress? a droit ? une r?paration int?grale, l?acquisition du terrain ayant eu lieu sans titre. Toutefois, cette r?paration n?est pas vers?e automatiquement ; il incombe ? l?int?ress? de r?clamer des dommages-int?r?ts. En outre, le droit ? r?paration est assorti du d?lai de prescription pr?vu en cas de responsabilit? d?lictuelle, ? savoir cinq ans, commen?ant ? courir au moment de la transformation irr?versible du terrain.
3. La jurisprudence apr?s l?arr?t no 1464 de 1983 de la Cour de cassation
a) La prescription
31. Dans un premier temps, la jurisprudence consid?rait qu?aucun d?lai de prescription ne trouvait ? s?appliquer, puisque l?occupation sans titre du terrain constituait un acte ill?gal continu. La Cour de cassation, dans son arr?t no 1464 de 1983, affirma que le droit ? r?paration ?tait soumis ? un d?lai de prescription de cinq ans. Par la suite, la premi?re section de la Cour de cassation affirma qu?un d?lai de prescription de dix ans devait s?appliquer (arr?ts no 7952 de 1991 et no 10979 de 1992). Par un arr?t du 22 novembre 1992, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a d?finitivement tranch? la question, estimant que le d?lai de prescription est de cinq ans et qu?il commence ? courir au moment de la transformation irr?versible du terrain.
b) L?arr?t no 188 de 1995 de la Cour constitutionnelle
32. Dans cet arr?t, la Cour constitutionnelle a jug? compatible avec la Constitution le principe de l?expropriation indirecte, dans la mesure o? ce principe est ancr? dans une disposition l?gislative, ? savoir l?article 2043 du code civil r?gissant la responsabilit? d?lictuelle. Selon cet arr?t, le fait que l?administration devienne propri?taire d?un terrain en tirant b?n?fice de son comportement ill?gal ne pose aucun probl?me sur le plan constitutionnel, puisque l?int?r?t public, ? savoir la conservation de l?ouvrage public, l?emporte sur l?int?r?t du particulier, et donc sur le droit de propri?t? de ce dernier. La Cour constitutionnelle a jug? compatible avec la Constitution l?application ? l?action en r?paration du d?lai de prescription de cinq ans, tel que pr?vu par l?article 2043 du code civil pour responsabilit? d?lictuelle.
c) Cas de non-application du principe de l?expropriation indirecte
33. Les d?veloppements de la jurisprudence montrent que le m?canisme par lequel la construction d?un ouvrage public entra?ne le transfert de propri?t? du terrain au b?n?fice de l?administration conna?t des exceptions.
34. Dans son arr?t no 874 de 1996, le Conseil d?Etat a affirm? qu?il n?y a pas d?expropriation indirecte lorsque les d?cisions de l?administration et le d?cret d?occupation d?urgence ont ?t? annul?s par les juridictions administratives ; si tel n??tait pas le cas, la d?cision judiciaire serait vid?e de substance.
35. Dans son arr?t no 1907 de 1997, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a affirm? que l?administration ne devient pas propri?taire d?un terrain lorsque les d?cisions qu?elle a adopt?es et la d?claration d?utilit? publique doivent ?tre consid?r?es comme nulles ab initio. Dans ce cas, l?int?ress? garde la propri?t? du terrain et peut demander la restitutio in integrum. Il peut, comme alternative, demander des dommages-int?r?ts. L?ill?galit? dans ces cas a un caract?re permanent et aucun d?lai de prescription ne trouve application.
36. Dans l?arr?t no 6515 de 1997, la Cour de cassation statuant en chambres r?unies a affirm? qu?il n?y a pas de transfert de propri?t? lorsque la d?claration d?utilit? publique a ?t? annul?e par les juridictions administratives. Dans ce cas, le principe de l?expropriation indirecte ne trouve donc pas ? s?appliquer. L?int?ress?, qui garde la propri?t? du terrain, a la possibilit? de demander la restitutio in integrum. L?introduction d?une demande en dommages-int?r?ts entra?ne une renonciation ? la restitutio in integrum. Le d?lai de prescription de cinq ans commence ? courir au moment o? la d?cision du juge administratif devient d?finitive.
37. Dans l?arr?t no 148 de 1998, la premi?re section de la Cour de cassation a suivi la jurisprudence des chambres r?unies et affirm? que le transfert de propri?t? par effet de l?expropriation indirecte n?a pas lieu lorsque la d?claration d?utilit? publique ? laquelle le projet de construction ?tait assorti a ?t? consid?r?e comme invalide ab initio.
38. Dans l?arr?t no 5902 de 2003, la Cour de cassation en chambres r?unies a r?affirm? qu?il n?y a pas de transfert de propri?t? en l?absence de d?claration d?utilit? publique valide.
39. Il convient de comparer cette jurisprudence avec la loi no 458 de 1988 et avec le R?pertoire des dispositions sur l?expropriation, entr? en vigueur le 30 juin 2003.
4. La loi no458 du 27 octobre 1988
40. Aux termes de l?article 3 de cette loi, ? Le propri?taire d?un terrain, utilis? pour la construction de b?timents publics et de logements sociaux, a droit ? la r?paration du dommage subi, ? la suite d?une expropriation d?clar?e ill?gale par une d?cision pass?e en force de chose jug?e, mais ne peut pr?tendre ? la restitution de son bien. Il a ?galement droit, en plus de la r?paration du dommage, aux sommes dues en raison de la d?pr?ciation mon?taire et ? celles mentionn?es ? l?article 1224 ? 2 du code civil et ceci ? compter du jour de l?occupation ill?gale ?.
41. Interpr?tant l?article 3 de la loi de 1988, la Cour constitutionnelle, dans son arr?t du 12 juillet 1990 (n? 384), a consid?r? : ? Par la disposition attaqu?e, le l?gislateur, entre l?int?r?t des propri?taires des terrains – obtenir en cas d?expropriation ill?gale la restitution des terrains – et l?int?r?t public – concr?tis? par la destination de ces biens ? des finalit?s de constructions r?sidentielles publiques ? des conditions favorables ou conventionn?es – a donn? la priorit? ? ce dernier int?r?t ?.
5. Le montant de la r?paration en cas d?expropriation indirecte
42. Selon la jurisprudence de 1983 de la Cour de cassation en mati?re d?expropriation indirecte, une r?paration int?grale du pr?judice subi, sous forme de dommages-int?r?ts pour la perte du terrain, ?tait due ? l?int?ress? en contrepartie de la perte de propri?t? qu?entra?ne l?occupation ill?gale.
43. La loi budg?taire de 1992 (article 5 bis du d?cret-loi no 333 du 11 juillet 1992) modifia cette jurisprudence, dans le sens que le montant d? en cas d?expropriation indirecte ne pouvait d?passer le montant de l?indemnit? pr?vue pour le cas d?une expropriation formelle. Par l?arr?t no 369 de 1996, la Cour constitutionnelle d?clara inconstitutionnelle cette disposition.
44. En vertu de la loi budg?taire no 662 de 1996, qui fit suite ? la disposition d?clar?e inconstitutionnelle, l?indemnisation int?grale ne peut ?tre accord?e pour une occupation de terrain ayant eu lieu avant le 30 septembre 1996. Dans cette optique, l?indemnisation ?quivaut au montant de l?indemnit? pr?vue pour le cas d?une expropriation formelle, dans l?hypoth?se la plus favorable au propri?taire, moyennant une augmentation de 10 %.
45. Par l?arr?t no 148 du 30 avril 1999, la Cour constitutionnelle a jug? une telle indemnit? compatible avec la Constitution. Toutefois, dans le m?me arr?t, la Cour a pr?cis? qu?une indemnit? int?grale, ? concurrence de la valeur v?nale du terrain, peut ?tre r?clam?e lorsque l?occupation et la privation du terrain n?ont pas eu lieu pour cause d?utilit? publique.
6. La jurisprudence apr?s les arr?ts de la Cour du 30 mai 2000 dans les affaires Belvedere Alberghiera et Carbonara et Ventura
46. Par les arr?ts no 5902 et 6853 de 2003, la Cour de cassation en chambres r?unies s?est ? nouveau prononc?e sur le principe de l?expropriation indirecte, en faisant r?f?rence aux deux arr?ts de la Cour pr?cit?s.
47. Au vu du constat de violation de l?article 1 du protocole no 1 dans les affaires ci-dessus, la Cour de cassation a affirm? que le principe de l?expropriation indirecte joue un r?le important dans le cadre du syst?me juridique italien et qu?il est compatible avec la Convention.
48. Plus sp?cifiquement, la Cour de cassation ? apr?s avoir analys? l?histoire du principe de l?expropriation indirecte – a dit qu?au vu de l?uniformit? de la jurisprudence en la mati?re, le principe de l?expropriation indirecte doit se consid?rer comme ?tant pleinement ? pr?visible ? ? compter de 1983. De ce fait, l?expropriation indirecte doit ?tre consid?r?e comme ?tant respectueuse du principe de l?galit?. S?agissant des occupations de terrain ayant lieu sans d?claration d?utilit? publique, la Cour de cassation a affirm? que celles-ci ne sont pas aptes ? transf?rer la propri?t? du bien ? l?Etat. Quant ? l?indemnisation, la Cour de cassation a affirm? que, m?me si elle est inf?rieure au pr?judice subi par l?int?ress?, et notamment ? la valeur du terrain, l?indemnisation due en cas d?expropriation indirecte est suffisante pour garantir un ? juste ?quilibre ? entre les exigences de l?int?r?t g?n?ral de la communaut? et les imp?ratifs de la sauvegarde des droits fondamentaux de l?individu.
49. Saisi d?un recours en ex?cution d?une d?cision judiciaire d?finitive annulant la d?claration d?utilit? publique concernant une proc?dure d?expropriation, vu la demande de la partie requ?rante tendant ? obtenir la restitution du terrain entre-temps occup? et transform?, le Conseil d?Etat, dans son arr?t no 2/2005 du 29 avril 2005 rendu en s?ance pl?ni?re, s?est prononc? sur le point de savoir si la transformation irr?versible dudit terrain ? la suite de la construction de l?ouvrage ? public ? pouvait constituer une raison de droit emp?chant la restitution du terrain. Le Conseil d?Etat a r?pondu par la n?gative. Ce faisant, il a :
a) reconnu que le principe jurisprudentiel de l?expropriation indirecte est d?faillant quant au besoin de s?curit? juridique, en ce qui concerne entre autres le point de savoir ? quelle date l?ouvrage public doit ?tre consid?r? comme ? r?alis? ? et donc ? quelle date il y a eu transfert de propri?t? au b?n?fice de l?Etat ;
b) rendu hommage ? la jurisprudence de la Cour, et notamment ? l?arr?t Belvedere Alberghiera Srl c. Italie, en affirmant que, face ? une demande en restitution d?un bien ill?galement occup? et transform?, l?ouvrage r?alis? par les autorit?s publiques ne peut pas, en tant que tel, constituer un obstacle absolu ? la restitution ;
c) interpr?t? l?article 43 du R?pertoire (paragraphe 51 ci-dessous) dans le sens o? la non-restitution d?un terrain ne peut ?tre admise que dans des cas exceptionnels, ? savoir lorsque l?administration invoque un int?r?t public particuli?rement marqu? ? la conservation de l?ouvrage ;
d) affirm?, dans ce contexte, que l?expropriation indirecte ne saurait constituer une alternative (? una mera alternativa ?) ? une proc?dure d?expropriation en bonne et due forme.
7. Le R?pertoire des dispositions l?gislatives et r?glementaires en mati?re d?expropriation pour cause d?utilit? publique (ci apr?s ? le R?pertoire)
50. Le 30 juin 2003 est entr? en vigueur le D?cret Pr?sidentiel no 327 du 8 juin 2001, modifi? par le D?cret l?gislatif no 302 du 27 d?cembre 2002, et qui r?git la proc?dure d?expropriation. Le R?pertoire codifie les dispositions et la jurisprudence existantes en la mati?re. En particulier, il codifie le principe de l?expropriation indirecte. Le R?pertoire, qui ne s?applique pas aux cas d?occupation survenus ant?rieurement ? 1996 et ne s?applique donc pas en l?esp?ce, s?est substitu?, ? partir de son entr?e en vigueur, ? l?ensemble de la l?gislation la jurisprudence pr?c?dente en mati?re d?expropriation.
51. A son article 43, le R?pertoire pr?voit qu?en l?absence d?un d?cret d?expropriation, ou en l?absence de d?claration d?utilit? publique, un terrain transform? ? la suite de la r?alisation d?un ouvrage public est acquis au patrimoine de l?autorit? qui l?a transform? ; des dommages-int?r?ts sont accord?s en contrepartie. L?autorit? peut acqu?rir un bien m?me lorsque le plan d?urbanisme ou la d?claration d?utilit? publique ont ?t? annul?s. Le propri?taire peut demander au juge la restitution du terrain. L?autorit? en cause peut s?y opposer. Lorsque le juge d?cide de ne pas ordonner la restitution du terrain, le propri?taire a droit ? un d?dommagement.
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 1 DU PROTOCOLE No 1
52. Les requ?rantes all?guent avoir ?t? priv?es de leur terrain dans des circonstances incompatibles avec l?article 1 du Protocole no 1, ainsi libell? :
? Toute personne physique ou morale a droit au respect de ses biens. Nul ne peut ?tre priv? de sa propri?t? que pour cause d?utilit? publique et dans les conditions pr?vues par la loi et les principes g?n?raux du droit international.
Les dispositions pr?c?dentes ne portent pas atteinte au droit que poss?dent les Etats de mettre en vigueur les lois qu?ils jugent n?cessaires pour r?glementer l?usage des biens conform?ment ? l?int?r?t g?n?ral ou pour assurer le paiement des imp?ts ou d?autres contributions ou des amendes. ?
A. Sur la recevabilit?
53. En premier lieu, le Gouvernement soul?ve une exception de non-?puisement des voies de recours internes, faisant valoir qu?il serait pr?matur? de juger sur la situation d?nonc?e, au motif que la proc?dure nationale est encore pendante de sorte qu?il n?y a pas encore de jugement interne d?finitif.
54. En deuxi?me lieu, le Gouvernement excipe que les requ?rantes n?ont pas qualit? de victime au sens de l?article 34 de la Convention. A cet ?gard, il observe que le tribunal a ?valu? le montant du d?dommagement pour la perte du terrain en ?quit?, suivant la demande faite dans ce sens par les requ?rantes. Il s?ensuit que ces derni?res ne pourraient pas se pr?tendre victimes d?une violation de leur droit au respect des biens en raison du caract?re inad?quat du d?dommagement reconnu par le m?me tribunal.
55. Les requ?rantes s?opposent aux exceptions du Gouvernement.
56. Quant ? l?exception de non-?puisement des voies de recours internes, elles font valoir que la proc?dure devant les juridictions nationales est encore pendante plus de vingt-cinq ans apr?s l?occupation de leur terrain et qu?aucun d?dommagement pour la perte de celui-ci n?a encore ?t? vers?.
57. S?agissant de l?exception tir?e de leur qualit? de victime, elles font observer qu?elles ont interjet? appel du jugement du tribunal de Foggia notamment afin de contester l??valuation du montant du d?dommagement effectu?e par ce tribunal.
58. La Cour estime, ? la lumi?re de l?ensemble des arguments des parties, que ces deux exceptions sont ?troitement li?es au fond des requ?tes et d?cide de les joindre au fond. La Cour constate que les requ?tes ne sont pas manifestement mal fond?es au sens de l?article 35 ? 3 de la Convention. La Cour rel?ve par ailleurs que celles-ci ne se heurtent ? aucun autre motif d?irrecevabilit?. Il convient donc de les d?clarer recevables.
B. Sur le fond
59. Le Gouvernement reconna?t que, malgr? l?absence d?un d?cret d?expropriation et de l?utilit? publique, les requ?rantes auraient en tout ?tat de cause ?t? priv?es de leur bien par l?effet de la construction de l?ouvrage public et de la transformation irr?versible du terrain que cette derni?re a entra?n?.
60. En contrepartie des irr?gularit?s commises par l?administration et notamment de l?absence d?utilit? publique, elles auraient droit ? une indemnit? correspondant ? la valeur v?nale du terrain.
61. En l?esp?ce, le tribunal de Foggia n?a pas appliqu? l?article 5 bis de la loi no 359 de 1992, ayant quantifi? le montant de l?indemnisation en ?quit? suite ? la demande faite dans ce sens par les requ?rantes.
62. A la lumi?re de ces consid?rations, le Gouvernement soutient que cette situation est conforme ? l?article 1 du Protocole no 1.
63. Les requ?rantes s?opposent ? la th?se du Gouvernement.
64. Elles font observer qu?elles ont ?t? priv?es de leur bien et soulignent l?ill?galit? de cette situation, en l?absence d?un d?cret d?expropriation et compte tenu de l?ill?galit? ab initio de l?occupation du terrain ? la lumi?re du jugement du TAR d?pos? au greffe le 4 octobre 1990.
65. Elles estiment que le principe jurisprudentiel de l?expropriation indirecte ne peut pas ?tre consid?r? en tant que tel comme ? pr?vu par la loi ? et elles font valoir qu?en l?absence d?un jugement d?finitif, leur situation s?analyse en une situation d?ill?galit? continue, source d?incertitude et impr?visibilit?.
66. La Cour rappelle d?embl?e qu?elle a joint au fond les exceptions du Gouvernement tir?e du non-?puisement des voies de recours internes et de l?absence de qualit? de victime des requ?rantes.
67. Les parties s?accordent pour dire qu?il y a eu ? privation de propri?t? ?.
68. Pour les requ?rantes il y a eu perte de disponibilit? totale du terrain sans d?cret d?expropriation ni indemnisation si bien qu?elle revient en substance ? une expropriation de fait.
69. Pour le Gouvernement, les requ?rantes doivent se consid?rer comme ayant ?t? priv?es de leur bien ? compter du moment o? celui-ci a ?t? irr?versiblement transform?.
70. La Cour rappelle que, pour d?terminer s?il y a eu privation de biens au sens de la deuxi?me phrase du premier alin?a de l?article 1 du Protocole no 1, il faut non seulement examiner s?il y a eu d?possession ou expropriation formelle, mais encore regarder au-del? des apparences et analyser la r?alit? de la situation litigieuse. La Convention visant ? prot?ger des droits ? concrets et effectifs ?, il importe de rechercher si ladite situation ?quivalait ? une expropriation de fait (Sporrong et L?nnroth c. Su?de, arr?t du 23 septembre 1982, s?rie A no 52, pp. 24-25, ? 63).
71. Elle rappelle que l?article 1 du Protocole no 1 exige, avant tout et surtout, qu?une ing?rence de l?autorit? publique dans la jouissance du droit au respect des biens soit l?gale. La pr??minence du droit, l?un des principes fondamentaux d?une soci?t? d?mocratique, est inh?rente ? l?ensemble des articles de la Convention (Iatridis c. Gr?ce [GC], no 31107/96, ? 58, CEDH 1999-II). Le principe de l?galit? signifie l?existence de normes de droit interne suffisamment accessibles, pr?cises et pr?visibles (Hentrich c. France, arr?t du 22 septembre 1994, s?rie A no 296-A, pp. 19-20, ? 42, et Lithgow et autres c. Royaume-Uni, arr?t du 8 juillet 1986, s?rie A no 102, p. 47, ? 110).
72. La Cour reste convaincue que l?existence, en tant que telle, d?une base l?gale ne suffit pas ? satisfaire au principe de l?galit? et estime utile de se pencher sur la question de la qualit? de la loi.
73. La Cour prend note de l??volution jurisprudentielle qui a conduit ? l??laboration du principe de l?expropriation indirecte. Elle rel?ve ?galement que ce principe a ?t? transpos? dans des textes de loi, tels que la loi no 458 de 1988, et, tout derni?rement, dans le R?pertoire des dispositions en mati?re d?expropriation. Ceci ?tant, la Cour ne perd pas de vue les applications contradictoires relev?es dans l?historique de la jurisprudence, et note ?galement des contradictions entre la jurisprudence et les textes de loi ?crits susmentionn?s. Ce point de vue a d?ailleurs ?t? adopt? par le Conseil d?Etat (paragraphe 49 ci-dessus) qui, dans son arr?t no 2 de 2005 rendu en s?ance pl?ni?re, a reconnu que le principe jurisprudentiel de l?expropriation indirecte n?a jamais donn? lieu ? une r?glementation stable, compl?te et pr?visible.
74. En outre, la Cour constate que, dans tous les cas, l?expropriation indirecte tend ? ent?riner une situation de fait d?coulant des ill?galit?s commises par l?administration, tend ? r?gler les cons?quences pour le particulier et l?administration, et permet ? cette derni?re de tirer b?n?fice de son comportement ill?gal. Que ce soit en vertu d?un principe jurisprudentiel ou d?un texte de loi comme l?article 43 du R?pertoire, l?expropriation indirecte ne saurait donc constituer une alternative ? une expropriation en bonne et due forme (voir, sur ce point ?galement, la position du Conseil d?Etat, au paragraphe 49 ci-dessus).
75. En tout ?tat de cause, la Cour est appel?e ? v?rifier si la mani?re dont le droit interne est interpr?t? et appliqu? produit des effets conformes aux principes de la Convention.
76. La Cour constate qu?en l?esp?ce les requ?rantes ont perdu la disponibilit? du terrain qui a ?t? occup? en 1979 et qui a ?t? transform? de mani?re irr?versible en 1980. Selon le tribunal de Foggia, l?occupation du terrain litigieux a ?t? ill?gale ab initio en raison du jugement du TAR et les requ?rantes ont ?t? priv?es de leur bien au moment de sa transformation irr?versible. La proc?dure est pendante devant la cour d?appel de Bari.
77. A d?faut d?un acte formel de transfert de propri?t?, et ? d?faut d?un jugement national d?clarant qu?un tel transfert doit se consid?rer comme ayant eu lieu (Carbonara et Ventura c. Italie, pr?cit?, ? 80) et ?claircissant une fois pour toutes les circonstances exactes de celui-ci, la Cour estime que la perte de toute disponibilit? du terrain en question, combin?e avec l?impossibilit? jusqu?? ici de rem?dier ? la situation incrimin?e a engendr? des cons?quences assez graves pour que les requ?rantes aient subi une expropriation de fait incompatible avec leur droit au respect de leurs biens (arr?t Papamichalopoulos et autres c. Gr?ce, arr?t du 24 juin 1993, s?rie A no 260-B, ? 45) et non conforme au principe de pr??minence du droit.
78. En conclusion, les exceptions tir?es du non-?puisement des voies de recours internes et de l?absence de qualit? de victime ne sauraient ?tre retenues et il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1.
II. SUR L?APPLICATION DE L?ARTICLE 41 DE LA CONVENTION
79. Aux termes de l?article 41 de la Convention,
? Si la Cour d?clare qu?il y a eu violation de la Convention ou de ses Protocoles, et si le droit interne de la Haute Partie contractante ne permet d?effacer qu?imparfaitement les cons?quences de cette violation, la Cour accorde ? la partie l?s?e, s?il y a lieu, une satisfaction ?quitable. ?
80. Les requ?rantes demandent d?abord le versement d?une indemnit?, au titre de pr?judice mat?riel, ?gale ? la diff?rence entre la valeur v?nale du terrain telle qu?estim?e par l?expert commis d?office par le tribunal et celle que cette derni?re juridiction leur a liquid?e statuant en ?quit?.
81. En outre, les requ?rantes sollicitent le remboursement des frais de proc?dure, sans toutefois le chiffrer.
82. Quant au pr?judice mat?riel, le Gouvernement fait observer d?abord qu?en l?absence d?un jugement interne d?finitif, il n?est pas loisible ? la Cour de proc?der ? l??valuation de ce pr?judice. En outre, le Gouvernement soutient que les requ?rantes n?auraient le droit de r?clamer aucune somme au titre de pr?judice mat?riel, ?tant donn? qu?elles ont demand? au tribunal d??valuer en ?quit? le montant du d?dommagement pour la perte du terrain.
83. S?agissant du dommage moral, le Gouvernement fait valoir qu?aucune somme n?est due aux requ?rantes ? ce titre faute pour elles d?avoir pr?sent? de demande ? cet ?gard.
84. Quant aux frais de la proc?dure devant la Cour, le Gouvernement soutient que les requ?rantes ont quantifi? ceux-ci de mani?re vague et impr?cise.
85. La Cour estime que la question de l?application de l?article 41 ne se trouve pas en ?tat. En cons?quence, elle la r?serve et fixera la proc?dure ult?rieure, compte tenu de la possibilit? que le Gouvernement et les requ?rantes parviennent ? un accord.
PAR CES MOTIFS, LA COUR , ? L?UNANIMIT?,
1. Joint au fond les exceptions pr?liminaires du Gouvernement et les rejette ;
2. D?clare les requ?tes recevables ;
3. Dit qu?il y a eu violation de l?article 1 du Protocole no 1 ;
4. Dit que la question de l?application de l?article 41 de la Convention ne se trouve pas en ?tat ; en cons?quence,
a) la r?serve en entier ;
b) invite le Gouvernement et les requ?rantes ? lui adresser par ?crit, dans les trois mois ? compter du jour o? l?arr?t sera devenu d?finitif conform?ment ? l?article 44 ? 2 de la Convention, leurs observations sur cette question et notamment ? lui donner connaissance de tout accord auquel ils pourraient aboutir ;
c) r?serve la proc?dure ult?rieure et d?l?gue le pr?sident de la chambre le soin de la fixer au besoin.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 17 novembre 2005 en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement.
Santiago Quesada Christos Rozakis
Greffier adjoint Pr?sident

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