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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE PARRILLO c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 1
Articoli: 34,35,08
Numero: 46470/11/2015
Stato: Italia
Data: 2015-08-27 00:00:00
Organo: Grande Camera
Testo Originale

Conclusioni: Eccezione preliminare respinta, Articolo 35-1 – Esaurimento delle vie di ricorso interni Termine di sei mesi,
Eccezione preliminare respinta, Articolo 34 – Vittima, Parzialmente inammissibile No-violazione dell’articolo 8 – Diritto al rispetto della vita privata e familiare, Articolo 8-1 – Rispetto della vita privata,

GRANDE CAMERA

CAUSA PARRILLO C. ITALIA

, Richiesta no 46470/11,

SENTENZA

STRASBURGO

27 agosto 2015

Questa sentenza ? definitiva. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nel causa Parrillo c. Italia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, riunendosi in una Grande Camera composta di:
Dean Spielmann, presidente,
Josep Casadevall,
Guido Raimondi,
Marco Villiger,
Isabelle Berro,
Ineta Ziemele,
George Nicolaou,
Andr?s Saj?,
Ann Power-Forde,
Neboj?a Vuini?,
Ganna Yudkivska,
Vincent A. Di Gaetano,
Julia Laffranque,
Paulo Pinto di Albuquerque,
Helen Keller,
Faris Vehabovi,
Dmitry Dedov, giudici,
e di Johan Callewaert, cancelliere aggiunge della Grande Camera,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 18 giugno 2014 e 22 aprile 2015,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa ultima, dato:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 46470/11) diretta contro la Repubblica italiana e di cui una cittadina di questo Stato, la Sig.ra Adelina Parrillo (“il richiedente”), ha investito la Corte il 26 luglio 2011 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente ? stato rappresentato dai Miei Nicol? Paoletti, Claudia Sartori e Natalia Paoletti, avvocati a Roma. Il governo italiano (“il Governo”) ? stato rappresentato dai suoi co-agenti, la Sig.ra Paola Accardo ed il Sig. Gianluca Mauro Pellegrini.
3. Il richiedente adduceva in particolare che l’interdizione, decretata dall’articolo 13 della legge no 40 del 19 febbraio 2004, di dare alla ricerca scientifica degli embrioni concepiti da procreazione da un punto di vista medico assistita era incompatibile col suo diritto al rispetto della sua vita privata ed il suo diritto al rispetto dei suoi beni, protetti rispettivamente con l’articolo 8 della Convenzione e l’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione. Si lamentava anche di una violazione della libert? di espressione garanzia con l’articolo 10 della Convenzione di cui la ricerca scientifica costituisce ai suoi occhi un aspetto fondamentale.
4. La richiesta ? stata assegnata alla seconda sezione della Corte, articolo 52 ? 1 dell’ordinamento della Corte.
5. Il 28 maggio 2013, i motivi di appello derivati dell’articolo 8 della Convenzione e dell’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione sono stati comunicati al Governo e la richiesta ? stata dichiarata inammissibile per il surplus.
6. Il 28 gennaio 2014, una camera della seconda sezione composta di Lui ?Karaka?, presidentessa, Guido Raimondi, Peer Lorenzen, Dragoljub Popovi?, Andr?s Saj?, Neboj?a Vuini e Paulo Pinto di Albuquerque, giudici, cos? come di Stanley Naismith, cancelliere di sezione, si ? disfatta al profitto della Grande Camera, nessuna delle parti si essendo opposto non ci (articolo 30 della Convenzione ed articolo 72 dell’ordinamento).
7. La composizione della Grande Camera ? stata arrestata conformemente all’articolo 26 ?? 4 e 5 della Convenzione ed all’articolo 24 dell’ordinamento.
8. Tanto il richiedente che il Governo ha depositato un esposto sull’ammissibilit? e sul fondo della causa.
9. Il Centro europeo per la giustizia ed i diritti dell’uomo, l ‘ “ECLJ”), le associazioni “Movimento per la vita”, “Scienza e vita”, “Foro delle associazioni familiari”, “Luca Coscioni”, “Amica Cicogna Onlus”, “L’altra cicogna Onlus”, “Cerco bimbo”, “VOX-Osservatorio italiano sui Diritti”, “SIFES-Society of Fertility, Sterility and Riproduttivo Medicine” e “Cittadinanzattiva” cos? come quarantasei membri del Parlamento italiano si sono visti accordare l’autorizzazione di intervenire nel procedimento scritto, articolo 36 ? 2 della Convenzione ed articolo 44 ? 3 dell’ordinamento.
10. Un’udienza si ? svolta in pubblico al Palazzo dei diritti dell’uomo, a Strasburgo, il 18 giugno 2014, articolo 59 ? 3 dell’ordinamento.

Sono comparsi:

-per il Governo
Sig.ra P. ACCARDO co-agente,
SIG. G. MAURO PELLEGRINI co-agente,
Sig.ra A. MORRESI, membro del Comitato nazionale
per il bio?thique e professore di chimica
fisica al Dipartimento di chimica,
biologia e biotecnologia dell’universit?
di Perugia consigliera,
Sig.ra D. FEHILY, ispettrice e consigliera tecnico
presso del Centro nazionale di trapianto
di Roma consigliera;
-per il richiedente
SIG. N. PAOLETTI;
Sig.ra C. SARTORI;
Sig.ra N. PAOLETTI, avvocati, consigli,
SIG. Sig. Di Luca, professore di biochimica e
direttore del Centro per la medicina
r?g?n?rative “Stefano Ferrari” di
l’universit? di Modena e Reggio Emilia, consigliare.

La Corte ha inteso nelle loro dichiarazioni la Sig.ra P. Accardo, la Sig.ra A. Morresi, il Sig. N. Paoletti, Sig. Sig. Di Luca e la Sig.ra C. Sartori, cos? come la Sig.ra P. Accardo, il Sig. G. Mauro Pellegrini, Sig. Sig. Di Luca, la Sig.ra N. Paoletti ed il Sig. N. Paoletti nelle loro risposte alle questioni poste dai giudici.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DI LO SPECIFICO
11. Il richiedente ? nato nel 1954 e ha risieduto a Roma.
12. Nel 2002, ebbe ricorso alle tecniche della procreazione da un punto di vista medico assistita, effettuando una fecondazione in vitro col suo compagno al Centro di medicina riproduttiva dell’European Hospital (“il centro”) di Roma. I cinque embrioni issus di questa fecondazione furono cryoconserv?s.
13. Prima che un insediamento non sia effettuato, il compagno del richiedente deced? il 12 novembre 2003 all’epoca di un attentato a Nasiriya (Iraq), mentre realizzava un servizio di guerra.
14. Avendo rinunciato ad avviarsi una gravidanza, il richiedente decise di dare i suoi embrioni alla ricerca scientifica per contribuire difficilmente al progresso del trattamento delle malattie curabili.
15. Secondo le informazione fornite all’epoca dell’udienza dinnanzi alla Grande Camera, il richiedente formul? oralmente presso parecchie domande di collocamento a disposizione dei suoi embrioni del centro in che questi erano conservati, in vano.
16. Con una lettera del 14 dicembre 2011, il richiedente chiese al direttore del centro di mettere a sua disposizione i cinque embrioni cryoconserv?s affinch? questi servono alla ricerca sugli unit? ceppi. Il direttore respinse questa domanda, indicando che questo genere di ricerche era vietato ed era sanzionato penalmente in Italia, in applicazione dell’articolo 13 della legge no 40 del 19 febbraio 2004 (“la legge no 40/2004”).
17. Gli embrioni in questione sono conservati nella banca criogenica del centro attualmente dove la fecondazione in vitro ? stata effettuata.
II. IL DIRITTO E LE PRATICA INTERNE PERTINENTI
A. La legge no 40 del 19 febbraio 2004, entrata in vigore il 10 marzo 2004 (“Norme in materia di fecondazione da un punto di vista medico assistita”)
Articolo 1-Finalit?
“1. Per ovviare ai problemi riproduttivi che derivano della sterilit? o dell’infertilit? umano, ? permesso di ricorrere alla procreazione da un punto di vista medico assistita nelle condizioni e secondo le modalit? previste dalla presente legge che garantisce i diritti di tutte le persone riguardate, ivi compreso quelli del motivo cos? concepito. “
Articolo 5-Condizioni di accesso
“(…) [soli] delle coppie [composti di persone] majeur[e]s, di sesso differente, mari?[e]s o conducendo una vita comune, in et? di procreare e viventi possono ricorrere alle tecniche della procreazione da un punto di vista medico assistita. “
Articolo 13-Sperimentazione sull’embrione umano
“1. Ogni sperimentazione sull’embrione umano ? vietata.
2. La ricerca clinica e sperimentale sull’embrione umano pu? essere autorizzata solamente se persegue esclusivamente delle finalit? terapeutiche e diagnostiche che tendono alla protezione della salute cos? come au sviluppo dell’embrione e se non esiste altri metodi.
(…)
4. La violazione dell’interdizione contemplata al capoverso 1 ? punita di una pena di due a sei anni di detenzione e di una multa di 50 000 a 150 000 euros. (…)
5. Tutto professionale della salute condannata per una violazione contemplata al presente articolo far? l’oggetto di una sospensione di esercizio professionale per una durata di uno a tre anni. “
Articolo 14-Limiti all’applicazione delle tecniche sull’embrione
“1. Il cryoconservation e la soppressione di embrioni sono vietate, senza danno delle disposizioni della legge no 194 del 22 maggio 1978 [norme sulla protezione sociale della maternit? e sull’interruzione volontario di gravidanza].
2. Le tecniche di produzione di embrioni non possono condurre alla creazione di un numero di embrioni superiori a quello rigorosamente necessario alla realizzazione di un insediamento unico e simultaneo, questo numero che non pu? essere in nessun caso superiore a tre.
3. Quando il trasferimento degli embrioni nell’utero ? con la forza impossibile per le cause maggiori grave e provato concernente lo stato di salute della moglie che non era prevedibili al momento della fecondazione, il cryoconservation degli embrioni ? autorizzato fino alla data del trasferimento che sar? effettuato appena possibile. “
18. Con una sentenza no 151 del 1 aprile 2009 (vedere sotto i paragrafi 29-31), la Corte costituzionale dichiar? incostituzionale la disposizione del secondo capoverso dell’articolo 14 della legge no 40/2004 secondo la quale le tecniche di produzione di embrioni non possono condurre alla creazione di un numero di embrioni superiori a quello rigorosamente necessario “alla realizzazione di un insediamento unico e simultaneo, questo numero che non pu? essere in nessun caso superiore a tre”. Giudic? incostituzionale il capoverso 3 dello stesso articolo al motivo che non contemplava che il trasferimento degli embrioni doveva essere effettuato senza recare danno alla salute della moglie.
B. Il parere del Comitato nazionale per il bio?thique concernente l’adozione per la nascita (“ADP”), 18 novembre 2005,
19. In seguito all’adozione della legge no 40/2004, il Comitato nazionale per il bio?thique si ? dedicato sulla questione della sorte degli embrioni cryoconserv?s in stato di abbandono, la legge che non contempla nessuna disposizione specifica a questo motivo, limitandosi a vietare implicitamente l’utilizzazione degli embrioni soprannumerari alle fini di ricerca scientifica.
20. A questo riguardo, il Comitato ha emesso un parere favorevole a l ‘ “adozione per la nascita”, pratico consistendo per una coppia o una moglie in adottare degli embrioni soprannumerari alle fini di insediamento e permettendo di utilizzare gli embrioni in questione in una prospettiva di vita e di realizzazione di un progetto familiare.
C. Il decreto del ministero della Salute del 11 aprile 2008 (“Note esplicative in materia di procreazione da un punto di vista medico assistita”)
“(…) Cryoconservation degli embrioni: Due categorie di embrioni sono suscettibili di essere oggetto di un cryoconservation: la prima ? quella degli embrioni che sono in attesa di un insediamento, ivi compreso quegli essendo stato in vigore oggetto di un cryoconservation prima dell’entrata della legge no 40 del 2004; la seconda ? quella degli embrioni di cui lo stato di abbandono ? stato certificato. “
D. Il rapporto finale della “Commissione di studio sugli embrioni” del 8 gennaio 2010
21. Con un decreto del 25 giugno 2009, il ministero della Salute istitu? una Commissione di studio sugli embrioni cryoconserv?s nei centri di procreazione da un punto di vista medico assistita. Il rapporto finale di questa commissione, adottata alla maggioranza il 8 gennaio 2010, esponga ci? che segue:
“L’interdizione legale di annullare gli embrioni deve essere compreso come significante che il cryoconservation non pu? essere interrotto che in due casi: quando si pu? impiantare l’embrione scongelato nell’utero della madre o di una moglie disposta ad accoglierlo, o quando ? possibile certificare ne scientificamente la morte naturale o la perdita definitiva di viabilit? in quanto organismo. Nello stato reale delle cognizioni [scientifici], non si pu? assicurarsi della viabilit? di un embrione che scongelandolo, situazione paradossale poich? un embrione scongelato non pu? essere recongel? e che morr? inevitabilmente se non ? immediatamente impiantato in utero. Di dove il prospettivo tutioriste di una possibile conservazione senza limite di tempo degli embrioni refrigerati. Sebbene ne sia, c’? luogo di notare che il progresso della ricerca scientifica permetter? di conoscere i criteri e le metodologie per diagnosticare la morte o a tutto il meno la perdita di viabilit? di embrioni cryoconserv?s: sar? cos? possibile sormontare il paradosso reale, inevitabile del punto di vista legale, di un cryoconservation che non potrebbe avere mai fine. Nell’attesa di questi risultati, [conviene riaffermare] che si pu? ignorare solamente espressamente l’articolo 14 della legge no 40 del 2004 vietato la soppressione di embrioni, ivi compreso quelli che ? cryoconserv?s. A ci? si aggiunge che, per ci? che ? della sorte degli embrioni soprannumerari, il legislatore della legge no 40 ha scelto la loro conservazione e non la loro distruzione, faceva cos? prevalere l’obiettivo del loro mantenimento in vita, anche quando estrae loro ? incerto. “
E. La Costituzione della Repubblica italiana
22. Gli articoli pertinenti della Costituzione si leggono cos?:
Articolo 9
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. (…) “
Articolo 32
“La Repubblica protegge la salute in quanto diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettivit?. (…) “
Articolo 117
“Il potere legislativo ? esercitato dallo stato e le Regioni nel rispetto della Costituzione, anche bene che le costrizioni che derivano dell’ordine giuridico comunitario e degli obblighi internazionali. (…) “
F. Le sentenze della Corte costituzionale i nostri 348 e 349 del 24 ottobre 2007
23. Queste sentenze rispondono alle questioni che la Corte di cassazione ed una corte territoriale avevano sollevato in quanto alla compatibilit? della decreto-legge no 333 del 11 luglio 1992 relativo ai criteri di calcolo delle indennit? di espropriazione con la Costituzione e con l’articolo 6 ? 1 della Convenzione e l’articolo 1 del Protocollo no 1 alla Convenzione. Tengono conto del sentenza Scordino c. Italia (no 1) ([GC], no 36813/97, CEDH 2006 V, resi dalla Grande Camera della Corte.
24. In queste sentenze, dopo avere ricordato l’obbligo per il legislatore di rispettare gli obblighi internazionali, articolo 117 della Costituzione, la Corte costituzionale ha definito il posto accordato alla Convenzione dei diritti dell’uomo nelle sorgenti del diritto interno, considerando che questa era una norma di posto intermedio tra la legge ordinaria e le Costituzioni. Inoltre, ha precisato che apparteneva al giudice del fondo di interpretare la norma interna in modo conforme alla Convenzione dei diritti dell’uomo ed alla giurisprudenza della Corte (vedere no 349 la sentenza) paragrafo 26, punto 6.2, sotto) e che, quando una tale interpretazione si rivelava impossibile o che questo aveva dei dubbi in quanto alla compatibilit? della norma interna con la Convenzione, era tenuto di sollevare una questione di costituzionalit? dinnanzi a lei.
25. I passaggi pertinenti della sentenza no 348 del 24 ottobre 2007 si leggono come segue:
“4.2. (…) ? necessario definire il posto ed il ruolo delle norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo per determinare, alla luce di [l’articolo 117 della Costituzione], quale ? la loro incidenza sull’ordine giuridico italiano. (…)
4.3. [Difatti], cos? da un lato [queste norme] completano la protezione dei diritti fondamentali e contribuiscono cos? al collocamento in ?uvre dei valori e dei principi fondamentali protetti anche dalla Costituzione italiana, di un altro lato, restano formalmente delle semplici sorgenti di posto primario. (…)
Oggi, la Corte costituzionale ? chiamata dunque a chiarificare la questione normativa ed istituzionale [posta sopra] che ha dell’importiamo conseguenze pratiche per il lavoro quotidiano degli operatori del diritto. (…)
Il giudice ordinario non saprebbe decidere di allontanare una disposizione della legge ordinaria giudicata da lui incompatibile con una norma della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, perch? questa incompatibilit? presunta solleva una questione di costituzionalit? che cade sulla violazione eventuale del primo capoverso dell’articolo 117 della Costituzione e rilevando [a questo titolo] della competenza esclusiva del giudice delle leggi. (…)
4.5. (…) Il principio enunciato al primo capoverso dell’articolo 117 della Costituzione pu? diventare concretamente solamente operativo se “gli obblighi internazionali” costrittivi per i poteri legislativi dello stato e delle Regioni sono definiti debitamente. (…)
4.6. [Ora] rispetto agli altri trattati internazionali, la Convenzione europea dei diritti dell’uomo presenta la particolarit? di avere istituito un organo giurisdizionale, la Corte europea dei diritti dell’uomo, avendo competenza per interpretare le norme della Convenzione. Difatti, l’articolo 32 ? 1 [della Convenzione] contempla che “la competenza della Corte si dilunga a tutte le questioni concernente l’interpretazione e l’applicazione della Convenzione e dei suoi Protocolli che gli saranno sottoposte nelle condizioni previste dagli articoli 33, 34, 46 e 47. .”
Dal momento che le norme giuridiche acquisiscono il loro senso, vivono, mediante l’interpretazione che ? data loro con gli operatori del diritto, al primo capo i giudici, deriva naturalmente dell’articolo 32 ? 1 della Convenzione che, firmando la Convenzione europea dei diritti dell’uomo e ratificandola, l’Italia si ? avviata in particolare, a titolo dei suoi obblighi internazionali, ad adattare la sua legislazione alle norme della Convenzione secondo la notificazione che assegna loro la Corte [europea dei diritti dell’uomo] che ? stata istituita nello scopo di interpretarli e di applicarli. Non si saprebbe parlare di una competenza giurisdizionale che si aggiungerebbe a quella degli organi giudiziali dello stato dunque, ma piuttosto di una funzione interpretativa eminente che gli Stati contraenti hanno riconosciuto alla Corte europea, contribuendo cos? a precisare in materia i loro obblighi internazionali.
4.7. Non bisogna dedurre ne che le disposizioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, come interpretate con la Corte di Strasburgo, hanno valore di norme costituzionali e che sfuggono a questo titolo al controllo di costituzionalit? esercitata dalla Corte costituzionale. ? di tanto pi? necessario delle norme in questione siano conformi alla Costituzione che completano dei principi costituzionali pure restante delle norme di posto infra-costituzionale. (…)
Dal momento che, come indicata le disposizioni della Convenzione europea dei diritti dell’uomo acquisiscono sopra, il loro senso mediante l’interpretazione che ? data loro con la Corte europea, il controllo di costituzionalit? deve cadere sulle norme prodotte da questa interpretazione, non su queste disposizioni considerate in loro stesse. Le decisioni della Corte di Strasburgo non sono peraltro, incondizionatamente costrittive alle fini del controllo di costituzionalit? delle leggi nazionali. Suddetto controllo deve sempre cercare di mettere in bilancia la costrizione che deriva da una parte degli obblighi internazionali imposti col primo capoverso dell’articolo 117 della Costituzione, e la protezione degli interessi che beneficiano di una garanzia costituzionale riconosciuta con altri articoli della Costituzione di altra parte. (…)
5. Risulta dei principi metodologici esposti sopra che, per procedere al controllo di costituzionalit? chiesta dalla corte di rinvio, conviene ricercare ha, se c’? una contraddizione che non pu? essere sormontata da via di interpretazione tra le disposizioni nazionali in causa e le norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, come interpretate con la Corte europea e considerate come le sorgenti complementari del principio costituzionale enunciato al primo capoverso dell’articolo 117 della Costituzione, e b, se le norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo supposto integrare questo principio e compresi secondo l’interpretazione che assegna loro la Corte [europea] sono compatibili con l’ordine costituzionale italiano. (…) “
26. Le parti pertinenti della sentenza no 349 del 24 ottobre 2007 sono riprodotte qui di seguito:
“6.2 [Il principio enunciato] al primo capoverso dell’articolo 117 della Costituzione [non implico] che le norme conclusioni di accordi internazionali devono essere considerate come avendo valore costituzionale perch? queste sono oggetto di una legge ordinaria di incorporazione, come questo ? il caso per le norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il principio costituzionale sotto esame che obbliga il legislatore ordinario a rispettare queste norme, una disposizione nazionale che sarebbe incompatibile con una norma della Convenzione europea dei diritti dell’uomo-e dunque coi “obblighi internazionali” menzionati al primo capoverso dell’articolo 117 della Costituzione-porterebbe in si attentato al principio costituzionale in questione. In definitiva, il primo capoverso dell’articolo 117 della Costituzione opera un rinvio alla norma convenzionale che si trova in causa in tale o tale caso che conferisce un senso, d? vita, ed un contenuto agli obblighi internazionali menzionati in modo prova generale cos? come au principio [costituzionale sottostante], al punto di essere qualificata generalmente di “norma interposta”, e che fa al suo turno l’oggetto di un controllo di compatibilit? con le norme della Costituzione, siccome lo preciseremo sotto.
Segue che appartiene al giudice ordinario di interpretare la norma interna conformemente alla disposizione internazionale. Quando uguale interpretazione ? impossibile o che i dubbi esistono in quanto alla compatibilit? della norma interna con la disposizione convenzionale “interposta”, il giudice ? tenuto di sollevare dinnanzi alla Corte costituzionale una questione di costituzionalit? allo sguardo del primo capoverso dell’articolo 117 della Costituzione.
Concernente la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, c’? luogo di tenere conto per il fatto che presenta una particolarit? rispetto agli altri accordi internazionali in ci? che supera la cornice di un semplice elenco di diritti ed obblighi reciproci degli Stati contraenti. Questi ultimi hanno istituito un sistema di protezione uniforme dei diritti fondamentali. L’applicazione e l’interpretazione di questo sistema di norme incombono evidentemente sul primo capo ai giudici degli Stati membri che sono i giudici di diritto comune della Convenzione. Ci? che ?, l’applicazione uniforme delle norme in questione ? garantita in ultima istanza dall’interpretazione centralizzata della Convenzione europea, compito assegnato alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che ha l’ultima parola e di cui la competenza si dilunga a tutte le questioni concernente l’interpretazione e l’applicazione della Convenzione e dei suoi Protocolli che gli saranno sottoposte nelle condizioni contemplate con [questa]”, articolo 32 ? 1 della Convenzione. (…)
La Corte costituzionale e la Corte di Strasburgo hanno dei ruoli differenti in definitiva, sebbene mirano un’e l’altro a proteggere per il meglio i diritti fondamentali. L’interpretazione della Convenzione di Roma e del suo Protocolli cambio della competenza della Corte di Strasburgo, ci? che garantisce l’applicazione di un livello uniforme di protezione nell’insieme degli Stati membri.
In compenso, quando la Corte costituzionale ? investita della questione della costituzionalit? di una norma nazionale allo sguardo del primo capoverso dell’articolo 117 della Costituzione, [e che questa questione] porta su un’incompatibilit? con un’o parecchie norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che non pu? essere deciso da via di interpretazione, gli appartiene di ricercare se l’incompatibilit? in questione ? accertata e, [nell’affermativa], di verificare se le norme stesse della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, come interpretate con la Corte di Strasburgo, garantiscono una protezione dei diritti fondamentali a tutto meno equivalente a quell’offerta con la Costituzione italiana.
Non si tratta in fatto di giudicare dell’interpretazione che la Corte di Strasburgo d? a tale o tale norma della Convenzione europea dei diritti dell’uomo ma di verificare se questa norma, come interpretata con la giurisdizione alla quale gli Stati membri hanno assegnato espressamente questa competenza, ? compatibile con le norme pertinenti della Costituzione. Cos? il dovere di garantire il rispetto degli obblighi internazionali imposti con la Costituzione ? egli correttamente messi in bilancia con la necessit? di evitare che questo dovere non reca offesa alla Costituzione lei stessa. “
G. La giurisprudenza della Corte costituzionale
1. L’ordinanza della Corte costituzionale no 396 del 24 ottobre 2006
27. Con questa ordinanza, la Corte costituzionale dichiar? inammissibile una questione di costituzionalit? sollevata relativamente dal tribunale di Cagliari all’articolo 13 di legge no 40/2004 che vieta il ricorso al diagnosi pr?implantatoire.
28. Per pronunciarsi cos?, la Corte costituzionale rilev? che il giudice di rinvio si era limitato a sollevare la questione della costituzionalit? del solo articolo 13 della legge no 40/2004 mentre, secondo il contenuto del rinvio, l’interdizione del diagnosi pr?implantatoire derivava anche di altre disposizioni della stessa legge, in particolare del capoverso 3 del suo articolo 14.
2. La sentenza della Corte costituzionale no 151 del 1 aprile 2009
29. Questa sentenza cade sulla costituzionalit? delle disposizioni dei capoversi 2 e 3 dell’articolo 14 della legge no 40/2004 che contempla, da una parte, la creazione di un numero limitato di embrioni, non superiore a tre, e l’obbligo di impiantarli simultaneamente e, altro parte, l’interdizione di cryoconserver gli embrioni soprannumerari.
30. La Corte costituzionale giudic? che i capoversi in questione erano incostituzionali perch? recavano danno alla salute delle mogli obbligandoli, da una parte, a subire parecchi cicli di stimolazione ovarica e, dell’altra parte, ad esporsisi ai rischi legati alle gravidanze molteplici a causa dell’interdizione dell’interruzione selettiva di gravidanza.
31. Nel testo della sentenza, nessuno riferimento ? fatto alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo che non era stata citata neanche dalle giurisdizioni, tribunale amministrativo regionale del Lazio e tribunale di Firenze che avevano sollevato la questione.
3. L’ordinanza della Corte costituzionale no 97 del 8 marzo 2010
32. Con questa ordinanza, la Corte costituzionale dichiar? inammissibile le questioni di costituzionalit? che il tribunale di Milano aveva sollevato dinnanzi a lei, queste essendo state trattate gi? nella sua sentenza no 151/2009.
4. L’ordinanza della Corte costituzionale no 150 del 22 maggio 2012
33. Con questa ordinanza che si riferiva al sentenza S.H. ed altri c. Austria ([GC], no 57813/00, CEDH 2011, la Corte costituzionale rinvi? dinnanzi al giudice del fondo me l’affaccendo che era stata portata dinnanzi a lei e che riguardava l’interdizione del ricorso al fecondazione h?t?rologue decretato dalla legge no 40/2004.
5. La sentenza della Corte costituzionale no 162 del 10 giugno 2014
34. Questa sentenza cade sulla costituzionalit? dell’interdizione assoluta di aderire al fecondazione h?t?rologue in caso di sterilit? o di infertilit? da un punto di vista medico provata, come prevista dalla legge no 40/2004.
35. Tre giurisdizioni di diritto comune avevano investito la Corte costituzionale della questione di sapere se la legge controversa era compatibile con gli articoli 2 (diritti inviolabili), 3, principio di uguaglianza, 29 (diritto della famiglia), 31 (obblighi dello stato per la protezione del diritto della famiglia) e 32, diritto alla salute, della Costituzione. Una di esse, il tribunale di Milano, aveva chiesto anche alla Corte di pronunciarsi sulla compatibilit? della legge in questione con gli articoli 8 e 14 della Convenzione.
36. La Corte costituzionale giudic? incostituzionale le disposizioni legislative pertinenti.
37. Consider? in particolare che la scelta dei richiedenti all’istanza di diventare affini e della loro libert? rilevava di fondare una famiglia coi bambini di autodeterminazione concernente la sfera della loro vita privata e familiare e protetta in quanto tale con gli articoli 2, 3 e 31 della Costituzione. Precis? anche che quelli che erano raggiunti di infertilit? o di sterilit? totale erano titolari di un diritto alla protezione della loro salute (articolo 32 della Costituzione).
38. Stim? che se i diritti in questione potevano essere oggetto di limitazioni si ispirate dalle considerazioni ad ordine etico, queste limitazioni non potevano tradursisi in un’interdizione assoluta, salvo se si rivelasse impossibile di proteggere diversamente di altre libert? costituzionalmente garantite.
39. Per ci? che ? della compatibilit? delle disposizioni legislative in causa con gli articoli 8 e 14 della Convenzione, la Corte costituzionale si limit? ad osservare che le questioni ci relative erano coperte dai conclusioni alle quali era giunta sulla costituzionalit? delle disposizioni in questione (vedere sopra).
H. Le ordinanze dei tribunali nazionali in materia di accesso al diagnosi pr?implantatoire
1. L’ordinanza del tribunale di Cagliari del 22 settembre 2007
40. In questa ordinanza, il tribunale di Cagliari ricord? che i richiedenti avevano di introduce prima un procedimento in emergenza, nella cornice della quale una questione di costituzionalit? era stata sollevata. Aggiunse che questa questione era stata dichiarata poi inammissibile con un’ordinanza no 396 della Corte costituzionale resa il 24 ottobre 2006 (vedere sopra i paragrafi 27-28), e che questa ordinanza non aveva fornito nessuna indicazione in quanto all’interpretazione che conveniva dare al diritto interno alla luce della Costituzione dunque.
41. In quanto al procedimento civile introdotto dinnanzi a lui, rilev? che non esisteva, in dritto interno, di interdizione espressa di accesso al diagnosi pr?implantatoire, e che un’interpretazione della legge che conclude all’esistenza di una tale interdizione sarebbe stata contraria al diritto dei richiedenti di essere informati debitamente del trattamento medico che intendevano intraprendere.
42. Inoltre, not? che le interdizioni di ricorrere al diagnosi pr?implantatoire erano state introdotte ulteriormente in particolare da una norma di posto secondario, a sapere il decreto del ministero della Salute no 15165 del 21 luglio 2004, nella parte dove questo dispone che “[essi] esami dello stato di salute di embrioni creato in vitro, al senso dell’articolo 14, capoverso 5 [della legge no 40 del 2004], possono mirare solamente all’osservazione di questi-“dovr? essere di tipo osservazionale” -). Stim? che ci? era contrario al principio di legalit? cos? come alla “Convenzione di Oviedo” del Consiglio dell’Europa.
43. Rilev? infine che un’interpretazione della legge no 40/2004 che permette l’accesso al diagnosi pr?implantatoire era conforme al diritto alla salute riconosciuta alla madre. Perci?, autorizz? i richiedenti ad aderire al diagnosi pr?implantatoire.
2. L’ordinanza del tribunale di Firenze del 17 dicembre 2007
44. In questa ordinanza, il tribunale di Firenze si rifer? all’ordinanza del tribunale di Cagliari sopraccitato e dichiar? dividere l’interpretazione che questo aveva dato del diritto interno. Perci?, autorizz? i richiedenti ad aderire al diagnosi pr?implantatoire.
3. L’ordinanza del tribunale di Bologna del 29 giugno 2009
45. Con questa ordinanza, il tribunale di Bologna autorizz? i richiedenti ad aderire al diagnosi pr?implantatoire, indicando che questa pratica si conciliava con la protezione della salute della moglie riconosciuta dall’interpretazione che la Corte costituzionale aveva dato del diritto interno nella sua sentenza no 151 del 1 aprile 2009 (vedere sopra i paragrafi 29-31).
4. L’ordinanza del tribunale di Salerne del 9 gennaio 2010
46. In questa ordinanza, resa alla conclusione di un procedimento riferito ne, il tribunale di Salerne ricord? le novit? introdotte dal decreto del ministero della Salute no 31639 del 11 aprile 2008, a sapere lo fa che gli esami dello stato di salute di embrioni creato in vitro non erano limitati pi? all’osservazione di questi e che l’accesso alla procreazione assistita era autorizzato per le coppie di cui l’uomo era sessualmente portatore di malattie virali trasmissibili.
47. Ne dedusse che il diagnosi pr?implantatoire poteva essere considerato solamente come una delle tecniche di sorveglianza prenatale che mira a conoscere lo stato di salute dell’embrione.
48. Perci?, autorizz? la realizzazione di un diagnosi pr?implantatoire sull’embrione in vitro dei richiedenti.
5. L’ordinanza del tribunale di Cagliari del 9 novembre 2012
49. In questa ordinanza, il tribunale di Cagliari rinvi? alle considerazioni sviluppate nelle ordinanze sopraccitate. Inoltre, indic? che risultava delle sentenze i nostri 348 e 349 resi dalla Corte costituzionale il 24 ottobre 2007 che un’interpretazione della legge che mira a garantire l’accesso al diagnosi pr?implantatoire si conciliava con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, conto tenuto in particolare della sentenza resa dalla Corte di Strasburgo nella causa Costa e Pavan c. Italia (no 54270/10, 28 agosto 2012,).
6. L’ordinanza del tribunale di Roma del 15 gennaio 2014
50. Con questa ordinanza, il tribunale sollev? la questione della costituzionalit? degli articoli 1, capoversi 1 e 2, e 4, capoverso 1 della legge no 40/2004, disposizioni che vietano alle coppie non sterili e non sterili di avere ricorso alle tecniche della procreazione da un punto di vista medico assistita in vista di realizzare un diagnosi pr?implantatoire. Si mise anche sul terreno degli articoli 8 e 14 della Convenzione.
51. Pure tenendo conto della sentenza Costa e Pavan c. Italia, precitato, stim? che non si poteva procedere ad un’interpretazione estensiva della legge che enunciava espressamente che l’accesso alle tecniche di procreazione da un punto di vista medico assistita era riservato alle coppie sterili o sterili.
I. La questione della costituzionalit? dell’articolo 13 della legge no 40/2004 sollevato dal tribunale di Firenze
52. Con una decisione del 7 dicembre 2012, il tribunale di Firenze sollev? la questione della costituzionalit? dell’interdizione del dono di embrioni soprannumerari alla ricerca scientifica che deriva dell’articolo 13 della legge no 40/2004 allo sguardo degli articoli 9 e 32 della Costituzione che garantiscono rispettivamente la libert? della ricerca scientifica ed il diritto alla salute.
53. Il 19 marzo 2014, il presidente della Corte costituzionale ha rinviato l’esame di questa causa nell’attesa della decisione che la Grande Camera prender? sul richiesta Parrillo c. Italia no 46470/11.
III. DOCUMENTI DEL CONSIGLIO DI L’EUROPE
A. Raccomandazione 1046 (1986) dell’assemblea parlamentare del Consiglio dell’Europa relativa all’utilizzazione di embrioni e f?tus umani alle fini diagnostiche, terapeutiche, scientifiche, industriali e commerciali
“(…) 6. [L’assemblea parlamentare] Cosciente di questo che [egli] progresso [della scienza e della tecnologia medica] ha reso particolarmente precario la condizione giuridica dell’embrione e del f?tus, e che il loro statuto giuridico non ? determinato con la legge attualmente;
7. Cosciente di ci? che non esiste di disposizioni adeguate che regolano o l’utilizzazione di embrioni e f?tus viventi morti;
8. Convinta di questo che, faccia al progresso scientifico che permette di intervenire fin dalla fecondazione sulla vita umana in sviluppo, ? urgente determinare il grado della sua protezione giuridica;
9. Tenendo conto del pluralismo delle opinioni che si esprimono sul piano etico a proposito dell’utilizzazione di embrioni o di f?tus, o dei loro tessuti, e dei conflitti di valori che provoca;
10. Considerando che l’embrione ed i f?tus uomini devono beneficiare in ogni circostanza del rispetto dovuto alla dignit? umana, e che l’utilizzazione dei loro prodotti e tessuti devono essere limitati in modo rigorosa e regolamentata in vista di fini puramente terapeutiche e non potendo essere raggiunte da altri mezzi; (…)
13. Sottolineando la necessit? di una cooperazione europea,
14. Raccomanda al Comitato dei Ministri:
A. di invitare i governi degli Stati membri:
(…)
ii. a limitare l’utilizzazione industriale degli embrioni e di f?tus umani, cos? come dei loro prodotti e tessuti, alle fini rigorosamente terapeutiche e non potendo essere raggiunte da altri mezzi, secondo i principi menzionati qui acclusi, ed a conformare il loro diritto a questi, o ad adottare delle regole conformi, queste regole dinnanzi a precisare in particolare le condizioni in che il prelevamento e l’utilizzazione in un scopo diagnostico o terapeutico possono essere effettuati;
iii. a vietare ogni creazione di embrioni umani con fecondazione in vitro alle fini di ricerca di loro vivente o dopo la loro morte;
iv. a vietare tutto ci? che si potrebbe definire come le manipolazioni o deviazioni non desiderabili di queste tecniche, entra altri:
(…)
– la ricerca su degli embrioni umani validi;
– la sperimentazione su degli embrioni viventi, validi o no “
B. Raccomandazione 1100 (1989) dell’assemblea parlamentare del Consiglio dell’Europa sull’utilizzazione degli embrioni e f?tus umani nella ricerca scientifica
“(…) 7. Considerando che l’embrione umano, sebbene si sviluppa in fasi successive indicate con diverse denominazioni, manifesto anche una differenziazione progressiva del suo organismo e mantiene tuttavia in continuit? la sua identit? biologica e genetica,
8. Ricordando anche la necessit? di una cooperazione europea e di una regolamentazione larga che possibile che permettono di sormontare esclusivamente le contraddizioni, i rischi e l’inefficacia prevedibile di norme nazionali nelle tenute riguardate,
(…)
21. La creazione et/ou il mantenimento in vita intenzionale di embrioni o f?tus, in vitro o in utero, in un scopo di ricerca scientifica, per esempio per prelevare ne del materiale genetico, delle unit?, dei tessuti o degli organi, devono essere vietate. (…) “
54. I passaggi pertinenti dell’allegato a questa raccomandazione si leggono cos?:
“B. Su degli embrioni pr?implantatoires viventi: (…)
4. Conformemente alle Raccomandazioni 934 (1982) e 1046 (1986), le ricerche in vitro su degli embrioni validi devono essere autorizzate solamente:
-se si tratta di ricerche applicate di carattere diagnostico effettuato o alle fini preventive o terapeutiche;
-se non intervengono sul loro patrimonio genetico non patologico.
5. (…) le ricerche sugli embrioni viventi devono essere vietate, in particolare:
-se l’embrione ? valido;
-se c’? la possibilit? di utilizzare un modello animale;
-se questo non ? contemplato nella cornice di progetti debitamente presentati ed autorizzati con le autorit? sanitarie o scientifiche competenti o, con delegazione, con la commissione nazionale interdisciplinare riguardata,;
-se non rispettano i termini prescritti dalle autorit? suddette.
(…)
H. Don di elementi del materiale embrionale umano: (…)
20. Il dono di elementi del materiale embrionale umano deve essere autorizzato unicamente se ha per scopo la ricerca scientifica, alle fini diagnostiche, preventive o terapeutiche. La sua vendita sar? vietata.
21. La creazione et/ou il mantenimento in vita intenzionale di embrioni o f?tus, in vitro o in utero, in un scopo di ricerca scientifica, per esempio per prelevare ne del materiale genetico, delle unit?, dei tessuti o degli organi, devono essere vietate.
22. Il dono e l’utilizzazione di elementi del materiale embrionale umano devono essere permesse solamente se i riproduttori hanno dato liberamente e per iscritto il loro consenso preliminare.
23. Il dono di organi deve essere privato di ogni carattere mercantile. L’acquisto e la vendita di embrioni, di f?tus o dei loro componenti coi riproduttori o dei terzo, come la loro importazione o la loro esportazione, devono essere vietati anche.
24. Il dono e l’impiego di materiali embrionali uomini nella fabbricazione di armi biologiche pericolose ed exterminatrices devono essere vietati.
25. Per l’insieme della presente raccomandazione, con “validi” si intende gli embrioni che non presentano di caratteristiche biologiche suscettibili di impedire il loro sviluppo; di altra parte, la no-viabilit? degli embrioni e dei f?tus umani dovuto stato determinata esclusivamente dai criteri biologici obiettivi, fondati sulle difettosit? intrinseche dell’embrione. “
C. La Convenzione del Consiglio dell’Europa sui diritti dell’uomo ed il biom?decine (“Convenzione di Oviedo”) del 4 aprile 1997
Articolo 2-Primato dell’essere umano
“L’interesse ed il bene dell’essere umano devono prevalere sul solo interesse della societ? o della scienza. “
Articolo 18-Ricerca sugli embrioni in vitro
“1. Quando la ricerca sugli embrioni in vitro ? ammessa dalla legge, questa garantisce una protezione adeguata dell’embrione.
2. La costituzione di embrioni umani alle fini di ricerca ? vietata. “
Articolo 27-Protezione pi? distesa
“Nessuna delle disposizioni della presente Convenzione non saranno interpretate come limitando o recando offesa alla facolt? per ogni Parte di accordare una protezione pi? distesa al riguardo delle applicazioni della biologia e della medicina che quella previsto dalla presente Convenzione. “
D. Protocollo addizionale alla Convenzione di Oviedo, relativo alla ricerca biomedica del 25 gennaio 2005
Articolo 2-Campo di applicazione
“1. Il presente Protocollo si applica all’insieme delle attivit? di ricerca nella tenuta della salute che implica un intervento sull’essere umano.
2. Il Protocollo non si applica alla ricerca sugli embrioni in vitro. Si applica alla ricerca sui f?tus e gli embrioni in vivo.
(…) “
E. Il rapporto del gruppo di lavoro sulla protezione dell’embrione e dei f?tus uomini del Comitato direttivo per il bio?thique, reso pubblico il 19 giugno 2003-Conclusione
“Questo rapporto ha per scopo di presentare una visione di insieme delle posizioni reali in Europa sulla protezione dell’embrione umano in vitro e degli argomenti che li sottende.
Mostra un largo consenso sulla necessit? di una protezione dell’embrione in vitro. Tuttavia, la definizione dello statuto dell’embrione resta una tenuta dove si incontra delle differenze fondamentali che si fondano su degli argomenti forti. Queste divergenze sono, in un largo misuro, all’origine di queste incontrato sulle questioni che hanno fatto riferimento alla protezione dell’embrione in vitro.
Tuttavia, anche nella mancanza di accordo sullo statuto dell’embrione, la possibilit? di riesaminare certe questioni alla luce dei recenti sviluppi nella tenuta biomedica e nelle avanzate terapeutica potenziali, potrebbe essere prevista. In questo contesto, pure riconoscente e rispettando le scelte fondamentali dei differenti paesi, sembra possibile ed augurabile-allo sguardo della necessit? di proteggere l’embrione in vitro riconosciuto con tutti i paesi-di identificare degli approcci comuni per garantire delle condizioni adeguate di applicazione dei procedimenti che implicano la costituzione e l’utilizzazione di embrioni in vitro. Questo rapporto si crede un aiuto alla riflessione verso questo obiettivo. “
F. Risoluzione 1352 (2003) dell’assemblea parlamentare del Consiglio dell’Europa concernente la ricerca sulle unit? ceppi umani
“(…) 3. Le unit? ceppi umani possono provenire da un numero crescente di tessuti e dei fluidi presenti nel corpo di esseri umani di ogni et?, e non solamente di sorgenti embrionali.
(…)
5. Il prelevamento di unit? ceppi embrionali implicano la distruzione di embrioni umani per il momento.
(…)
7. L’assemblea fa osservare che numero di stirpi di unit? ceppi embrionali umani suscettibili di servire alla ricerca scientifica sono gi? disponibili nel mondo.
(…)
10. La distruzione di esseri umani alle fini di ricerca ? contraria al diritto di ogni essere umano alla vita ed all’interdizione giuridica di ogni instrumentalisation dell’essere umano.
11. Perci?, l’assemblea invita gli Stati membri:
i. a favorire la ricerca sugli unit? ceppi purch? rispetta la vita degli esseri umani a tutti gli stadi del loro sviluppo;
ii. ad incoraggiare le tecniche scientifiche che non sono controverse dei punti di vista sociale ed etica per derivare un migliore partito dal pluripotence cellulare e di mettere a punto dei notizie metodi di medicina r?g?n?rative;
iii. a firmare ed a ratificare la Convenzione di Oviedo per rendere effettiva l’interdizione della costituzione di embrioni umani alle fini di ricerca;
iv. a promuovere dei programmi di ricerca fondamentale europea comune che cade sulle unit? ceppi adulti;
v. a garantire che, nei paesi dove delle tali ricerche sono ammesse, ogni ricerca su degli unit? ceppi che implicano la distruzione di embrioni umani ? autorizzata debitamente e vigilata con le istanze nazionali adeguate;
vi. a rispettare le decisioni dei paesi quando questi scelgono di non partecipare ai programmi internazionali di ricerca contraria ai valori etici consacrati dalla loro legislazione nazionale ed a non aspettarsi che questi paesi contribuiscono direttamente o indirettamente a queste ricerche;
vii. a privilegiare l’etica della ricerca piuttosto che gli aspetti puramente utilitari e finanzieri;
viii. a promuovere la creazione di strutture che permettono agli scienziati ed ai rappresentanti della societ? civile di esaminare differenti tipi di progetti di ricerca sulle unit? ceppi umani, in vista di aumentare la trasparenza e la responsabilit? democratica. “
G. Raccomandazione del Comitato dei Ministri agli Stati membri sulla ricerca che utilizza del materiale biologico di origine umana, Rec (2006)4, adottati dal Comitato dei Ministri il 15 marzo 2006,
55. Questa raccomandazione che non si applica ai materiali biologici embrionali e f?taux, articolo 2 ? 3, ha per scopo di salvaguardare i diritti fondamentali delle persone di cui il materiale biologico potrebbe essere incluso in un progetto di ricerca dopo essere stato raccolto ed immagazzinato i, per un progetto di ricerca specifica anteriore all’adozione della raccomandazione, ii) per le ricerche future non specificate o iii, come materiale residuo inizialmente prelevato alle fini cliniche o m?dico-legali. Questa raccomandazione prevede, entra altri, a promuovere il collocamento in posto di codici delle domestiche pratiche da parte degli Stati membri ed a ridurre i rischi legati alle attivit? di ricerca concernente la vita privata delle persone al minimo. Fissa anche delle regole che regolano l’ottenimento e le collezioni di materiale biologico.
H. “L’etica nella scienza e la tecnologia”, Risoluzione 1934 (2013) dell’assemblea parlamentare del Consiglio dell’Europa
“2. …) l’assemblea stima che una riflessione etica pi? concertata dovrebbe essere condotta ai livelli nazionali, suprar?gional e mondiale sugli obiettivi e gli usi della scienza e della tecnologia, sugli strumenti e metodi che adoperano, sulle loro possibili conseguenze ed effetti indiretti, e sul sistema globale di regole e di comportamenti in che si inseriscono.
3. L’assemblea considera che una struttura permanente di riflessione etica al livello mondiale permetterebbe di trattare le questioni etiche come un “bersaglio mobile”, al posto di fissare un “codice etico”, e di rimettere a piatto, in modo periodico, i concetti in vigore, anche pi? fondamentali, come la definizione di l ‘ “identit? umana” o della “dignit? umana.”
4 l’assemblea accoglie l’iniziativa dell’UNESCO che ha creato la Commissione mondiale di etica delle cognizioni scientifiche e delle tecnologie (COMEST) in vista di impegnare una riflessione etica permanento e di studiare le possibilit? di redigere e di rivedere periodicamente un insieme di principi etici fondamentali fondati sulla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Considera che il Consiglio dell’Europa dovrebbe contribuire a questo processo.
5. A questo riguardo, l’assemblea raccomanda al Segretario Generale del Consiglio dell’Europa di considerare la creazione di una struttura flessibile ed informale di riflessione etica, col verso di una cooperazione tra le commissioni competenti dell’assemblea ed i membri dei comitati di periti riguardati tra che il Comitato di bio?thique (DH-BIO), in vista di identificare le nuove poste etiche ed i principi etici fondamentali suscettibili di orientare l’azione politica e giuridico in Europa.
6. Per rinforzare la cornice europea comune di etica nella scienza e la tecnologia, l’assemblea raccomanda agli Stati membri che non l’hanno fatto ancora di firmare e di ratificare la Convenzione per la protezione dei diritti dell’uomo e della dignit? dell’essere umano al riguardo delle applicazioni della biologia e della medicina: Convenzione sui diritti dell’uomo ed il biom?decine, Societ? no 164, “Convenzione di Oviedo”) ed i suoi protocolli, e di partecipare pienamente ai lavori del Comitato di bio?thique.
(…)
10. L’assemblea invita l’unione europea e l’UNESCO a cooperare col Consiglio dell’Europa per rinforzare la cornice europea comune di etica nella scienza e la tecnologia, e, a questa fine:
10.1. a creare delle piatto-forme europee e regionali che permettono di scambiare regolarmente delle esperienze e delle buone pratiche che coprono tutte le tenute della scienza e della tecnologia, utilizzando l’esperienza acquisita nella cornice della Conferenza europea dei comitati nazionali di etica (COMETH) lanciata dal Consiglio dell’Europa e, pi? recentemente, del Foro dei comitati nazionali di etica, Foro dei CNE, finanziati dalla Commissione europea, e delle riunioni del Comitato di bio?thique del Consiglio dell’Europa;
10.2. a redigere ed a rivedere periodicamente un insieme di principi etici fondamentali ad applicare in tutte le tenute della scienza e della tecnologia;
10.3. a proporre degli orientamenti supplementari per aiutare gli Stati membri ad armonizzare le regole etiche ed i procedimenti di seguito, appellandosi sugli effetti positivi delle esigenze etiche enunciate nella settima programma-cornice della Commissione europea per le azioni di ricerca e di sviluppo tecnologico (2007-2013), 7 PC. “
IV. DIRITTO ED ELEMENTI PERTINENTI DI L’UNIONE EUROPEA
A. Groupe L’europeo di etica delle scienze e delle nuove tecnologie (GEE) presso della Commissione europea
56. Messi in posto nel 1991 con la Commissione europea, il GEE ? un organismo indipendente composto di periti che hanno per missione di sottoporre dei pareri alla Commissione europea sulle questioni etiche legate alla scienza ed alle nuove tecnologie. Il GEE ha reso due pareri concernente l’utilizzazione di embrioni in vitro a fini di ricerca.
1. Parere no 12: Gli aspetti etici della ricerca che implica l’utilizzazione di embrioni umani nel contesto del V?me programma-quadrano di ricerca, 14 novembre 1998,
57. Questo parere ? stato pubblicato alla domanda della Commissione europea in seguito alla proposta del Parlamento europeo di escludere dei finanziamenti europei i progetti di ricerca che implica la distruzione di embrioni umani nella cornice della quinta programma-cornice. I suoi passaggi pertinenti si leggono come segue:
“(…) 2.6. (…) Nella cornice dei programmi di ricerca europea, la questione della ricerca sull’embrione umano deve essere considerata affatto tanta il di vista del rispetto dei principi etici fondamentali comuni a tutti gli Stati membri che tenendo conto della diversit? delle concezioni filosofiche ed etiche espresse attraverso le differenti pratici e regolamentazioni nazionali in vigore in questa tenuta. (…)
2.8. Alla luce dei principi e precisioni precedentemente menzionate, il Gruppo stima che ? conforme alla dimensione etica della quinta programma-cornice comunitaria di non escludere ha a priori dei finanziamenti comunitari le ricerche sull’embrione umano che sono oggetto di scelte etiche divergenti secondo i paesi. […]”
2. Parere no 15: Aspetti etici della ricerca sulle unit? ceppi umani e la loro utilizzazione, 14 novembre 2000,
58. I passaggi pertinenti di questo parere sono formulati cos?:
“2.3. Pluralismo ed etica europea
(…) Nel contesto del pluralismo europeo, appartiene ad ogni Stato membro di vietare o di autorizzare le ricerche sull’embrione. In questo ultimo caso, il rispetto della dignit? umana implica che il si r?glemente le ricerche sull’embrione e che si contempli delle garanzie contro il rischio di sperimentazione arbitraria e di instrumentalisation dell’embrione umano.
2.5. Accettabilit? etica della tenuta di ricerca riguardata
Il Gruppo nota che, in certi paesi, la ricerca sull’embrione ? vietata. In compenso, nei paesi dove ? autorizzata per migliorare il trattamento dell’infertilit?, si pu? trovare difficilmente un argomento ad invocare per un’estensione del campo di queste ricerche che mirano a mettere a punto dei nuovi trattamenti contro le malattie o lesioni gravi. Difatti come nel caso della ricerca sull’infertilit?, la ricerca sugli unit? ceppi mira ad alleggerire la sofferenza umana. In ogni caso, gli embrioni che hanno servito per i lavori di ricerca sono destinati ad essere distrutti. Di conseguenza, non c’? argomento per escludere il finanziamento di questo tipo di ricerche a titolo della programma-cornice di ricerca dell’unione europea se soddisfanno all’esigenze etica e legali definite in questo programma. “
B. Ordinamento no 1394/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 novembre 2007 concernente i medicinali di terapia innovativa e modificante la direttiva 2001/83/CE cos? come l’ordinamento (Questo, no 726/2004,)
“(7) importa che la regolamentazione dei medicinali di terapia innovativa al livello comunitario non rechi offesa alle decisioni prese dagli Stati membri concernente l’opportunit? di autorizzare l’utilizzazione di tale o tale tipo di unit? umane, per esempio le unit? ceppi embrionali, o di unit? animali. Conviene che non influenza neanche l’applicazione delle legislazioni nazionali che vietano o limitando la vendita, la distribuzione o l’utilizzazione di medicinali che contengono delle tali unit?, consistendo nelle tali unit? o issus di queste. “
C. La sentenza della Corte di giustizia dell’unione europea del 18 ottobre 2011, C-34/10 Oliver Br?stle c. Greenpeace eV,
59. Con questa sentenza, resa su rinvio pregiudiziale della Corte federale di giustizia, Bundesgerichtshof, tedesca, la Corte di giustizia dell’unione europea si ? pronunciata sull’interpretazione a dare alla direttiva 98/44/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 6 luglio 1998 relativo alla protezione giuridica degli invenzioni biotechnologiques.
60. La parte della direttiva in causa era quella che, temperante il principio secondo che l’utilizzazione di embrioni umani alle fini industriali o commerciali non ? brevettabile, precisa che questa esclusione non riguarda “le invenzioni che hanno un obiettivo terapeutico o diagnostico che si applica all’embrione umano e gli ? utili.”
61. La Corte di giustizia ha precisato che la direttiva controversa non mira a regolamentare l’utilizzazione di embrioni umani nella cornice di ricerche scientifiche: il suo oggetto si limita al brevetabilit? degli invenzioni biotechnologiques. Ha stimato poi che le invenzioni che implicano l’utilizzazione di embrioni umani restano escludeste di ogni brevetabilit? stesso quando possono rivendicarsi di una finalit? di ricerca scientifica, una tale finalit? non potendo, in materia di brevetti, essere distinta delle altre fini industriali e commerciali. La Corte di giustizia ha indicato nello stesso momento in cui le invenzioni che implicano un’utilizzazione alle fini terapeutiche o di diagnosi applicabile all’embrione umano ed utile a questo non sono riguardate da questa esclusione.
D. I finanziamenti dell’unione europea in materia di ricerca e di sviluppo tecnologico
62. Dal 1984, l’unione europea espone dei fondi per la ricerca scientifica attraverso le programma-cornici che coprono dei periodi che si stendono su parecchi anni.
63. Le parti pertinenti della decisione no 1982/2006/CE relativo alla settima programma-cornice della Comunit? europea per le azioni di ricerca, di sviluppo tecnologico e di dimostrazione (2007-2013) si leggono come segue:
Articolo 6-Principi etici
“1. Tutte le azioni di ricerca condotta a titolo della settima programma-cornice sono realizzate nel rispetto dei principi etici fondamentali.
2. Le attivit? di seguente ricerca non fanno l’oggetto di un finanziamento a titolo della settima programma-cornice:
– le attivit? di ricerca che mira al clonage umano alle fini riproduttive;
– le attivit? di ricerca che mira a modificare il patrimonio genetico di esseri umani che potrebbero rendere questa alterazione ereditaria,
– le attivit? di ricerca che mira a creare unicamente degli embrioni umani alle fini di ricerca o per l’approvvigionamento in unit? ceppi, ivi compreso con trasferimento di nocciolo di unit? somatiche.
3. Le attivit? di ricerca sulle unit? ceppi umani, adulti o embrionali, possono essere finanziate al tempo stesso in funzione del contenuto della proposta scientifica e della cornice giuridico de(s, il ?tat(s, membre(s) int?ress?(s. (…) “
64. Le parti pertinenti dell’Ordinamento no 1291/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 11 dicembre 2013 portando determinazione della programma-cornice per la ricerca e l’innovazione “Orizzonte 2020” (2014-2020) si leggono cos?:
Articolo 19-Principi etici
“1. Tutte le attivit? di ricerca e di innovazione condotta a titolo di orizzonte 2020 rispettano i principi etici e le legislazioni nazionali, europee ed internazionali pertinenti, ivi compreso la carta dei diritti fondamentali dell’unione europea, cos? come la Convenzione europea dei diritti dell’uomo ed i suoi protocolli addizionali.
(…)
3. Sono esclusi di ogni finanziamento le tenute di seguente ricerca:
ha, le attivit? di ricerca in vista del clonage umano alle fini di riproduzione;
b, le attivit? di ricerca che mira a modificare il patrimonio genetico di esseri umani che potrebbero rendere questa alterazione ereditaria;
c, le attivit? di ricerca che mira a creare unicamente degli embrioni umani alle fini di ricerca o per l’approvvigionamento in unit? ceppi, in particolare con trasferimento nucleare di unit? somatiche.
4. Le attivit? di ricerca sulle unit? ceppi umani, adulti ed embrionali, possono essere finanziate al tempo stesso in funzione del contenuto della proposta scientifica e della cornice giuridica degli Stati membri interessati. Nessuno finanziamento ? accordato alle attivit? di ricerca interdette nell’insieme degli Stati membri. Nessuna attivit? ? finanziata in un Stato membro dove questo tipo di attivit? ? vietato.
(…) “
E. La Comunicazione della Commissione europea relativa per iniziativa cittadina europea “Uno di noi” COM(2014, 355 finali (Bruxelles, 28 maggio 2014,
65. Il 10 aprile 2014, l’iniziativa cittadina “Uno di noi” aveva proposto delle modifiche legislative che tendono ad escludere dei finanziamenti europei i progetti scientifici che implicano la distruzione di embrioni umani.
66. Nella sua comunicazione del 28 maggio 2014, la Commissione europea ha considerato che non poteva fare diritto a questa domanda al motivo che la sua proposta di finanziamento dei progetti in questione teneva conto di considerazioni etiche, dei vantaggi potenziali per la salute e del sostegno dell’unione alla ricerca sugli unit? ceppi.
V. ELEMENTI DI DIRITTO INTERNAZIONALE PERTINENTE
A. Il rapporto del Comitato internazionale di bio?thique dell’UNESCO (CIB) sugli aspetti etici delle ricerche sulle unit? embrionali, 6 aprile 2001,
67. Le parti pertinenti dei conclusioni di questo rapporto si leggono come segue:
“A. Il CIB riconosce che le ricerche sulle unit? ceppi embrionali umani sono una questione sulla quale ? augurabile che un dibattito si avvia al livello nazionale per determinare quale posizione deve essere adottata a proposito di queste ricerche, anche se questa posizione mira a ci? che non siano condotte. Raccomanda che i dibattimenti si imbarcano nelle istanze nazionali adeguate, permettendo l’espressione di una pluralit? di opinioni, in vista, in tutta la misura del possibile, di giungere ad un consenso che fissa i limiti di ci? che ? accettabile in questo campo nuovo ed importando della ricerca terapeutica.
Un processo permanente di educazione e di informazione in questa tenuta dovrebbe instaurare si. Gli Stati dovrebbero prendere le misure adeguate per iniziare un dialogo continuo in seno alla societ? sulle questioni etiche sollevate da queste ricerche, associando tutti i protagonisti riguardati.
B. qualunque sia il tipo di ricerche autorizzate concernente l’embrione, delle misure dovrebbero essere prese per garantire che queste ricerche sono condotte in una cornice legislativa o regolamentare che accorderebbe il peso necessario alle considerazioni etiche e fisserebbero dei principi direttivi adeguati. Se ha intenzione di autorizzare che i doni di embrioni soprannumerari allo stadio pr?implantatoire, proveniente di trattamenti di FIV, siano acconsentiti per le ricerche sulle unit? ceppi embrionali alle fini terapeutiche, un’attenzione particolare sar? accordata alla dignit? ed ai diritti dei due genitori datori. ? essenziale dunque che il dono non abbia luogo che dopo che i datori sono stati informati pienamente delle implicazioni di queste ricerche e hanno dato il loro consenso preliminare, libero ed illuminato. Le finalit? di questo tipo di ricerche ed il modo da cui sono condotte dovrebbero essere oggetto di una valutazione coi comitati di etica adeguata che dovrebbero essere indipendenti dei ricercatori riguardati. In questo processo, bisognerebbe contemplare una valutazione ha posteriori di queste ricerche. (…) “
B. Il sentenza Murillo ed altri c. Costa Rica della Corte interamericana dei diritti dell’uomo, 28 novembre 2012,
68. In questa causa, la Corte interamericana si ? pronunciata sull’interdizione di effettuare delle fecondazioni in vitro in Costa Rica. Ha stimato, entra altri, che l’embrione non poteva essere considerato come una “persona” al senso dell’articolo 4 ? 1 della Convenzione americana relativa ai diritti dell’uomo che protegge il diritto alla vita, la “concezione” che non ha luogo che a partire da dal momento in cui l’embrione ? impiantato nell’utero.
VI. ELEMENTI DI DIRITTO COMPARATO
69. Secondo le informazione di cui la Corte dispone sulla legislazione di quaranta Stati membri in materia di utilizzazione di embrioni umani alle fini di ricerca scientifica, tre paesi, il Belgio, la Svezia ed il Regno Unito, autorizzano anche bene la ricerca scientifica su degli embrioni umani che la creazione dei tali embrioni alle fini di ricerca.
70. La creazione di embrioni per la ricerca scientifica ? vietata in quattordici paesi. La ricerca sugli embrioni soprannumerari ? permessa tuttavia, ci generalmente, sotto certe condizioni.
71. Come l’Italia, tre Stati membri, la Slovacchia, la Germania e l’Austria, vietano in particolare in principio le ricerche scientifiche sugli embrioni, autorizzandoli solamente nei casi molto ristretti, quando mirano alla protezione della salute dell’embrione o quando sono condotte su delle stirpi cellulari che provengono dall’estero.
72. In Slovacchia, le ricerche su degli embrioni sono vietate rigorosamente, salvo queste a carattere terapeutico che mira a portare un utile in termini di salute alle persone che partecipano direttamente.
73. In Germania, l’importazione e l’utilizzazione di unit? embrionali alle fini di ricerca sono in principio interdette con la legge. Sono autorizzate solamente in via eccezionale, sotto le rigorose condizioni.
74. In quanto all

Testo Tradotto

Conclusions: Exception pr?liminaire rejet?e (Article 35-1 – Epuisement des voies de recours internes D?lai de six mois)
Exception pr?liminaire rejet?e (Article 34 – Victime) Partiellement irrecevable Non-violation de l’article 8 – Droit au respect de la vie priv?e et familiale (Article 8-1 – Respect de la vie priv?e)

GRANDE CHAMBRE

AFFAIRE PARRILLO c. ITALIE

(Requ?te no 46470/11)

ARR?T

STRASBOURG

27 ao?t 2015

Cet arr?t est d?finitif. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Parrillo c. Italie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme, si?geant en une Grande Chambre compos?e de :
Dean Spielmann, pr?sident,
Josep Casadevall,
Guido Raimondi,
Mark Villiger,
Isabelle Berro,
Ineta Ziemele,
George Nicolaou,
Andr?s Saj?,
Ann Power-Forde,
Neboj?a Vu?ini?,
Ganna Yudkivska,
Vincent A. De Gaetano,
Julia Laffranque,
Paulo Pinto de Albuquerque,
Helen Keller,
Faris Vehabovi?,
Dmitry Dedov, juges,
et de Johan Callewaert, greffier adjoint de la Grande Chambre,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 18 juin 2014 et 22 avril 2015,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette derni?re date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 46470/11) dirig?e contre la R?publique italienne et dont une ressortissante de cet ?tat, Mme Adelina Parrillo (? la requ?rante ?), a saisi la Cour le 26 juillet 2011 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. La requ?rante a ?t? repr?sent?e par Mes Nicol? Paoletti, Claudia Sartori et Natalia Paoletti, avocats ? Rome. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par ses co-agents, Mme Paola Accardo et M. Gianluca Mauro Pellegrini.
3. La requ?rante all?guait en particulier que l?interdiction, ?dict?e par l?article 13 de la loi no 40 du 19 f?vrier 2004, de donner ? la recherche scientifique des embryons con?us par procr?ation m?dicalement assist?e ?tait incompatible avec son droit au respect de sa vie priv?e et son droit au respect de ses biens, prot?g?s respectivement par l?article 8 de la Convention et l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention. Elle se plaignait ?galement d?une violation de la libert? d?expression garantie par l?article 10 de la Convention, dont la recherche scientifique constitue ? ses yeux un aspect fondamental.
4. La requ?te a ?t? attribu?e ? la deuxi?me section de la Cour (article 52 ? 1 du r?glement de la Cour).
5. Le 28 mai 2013, les griefs tir?s de l?article 8 de la Convention et de l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention ont ?t? communiqu?s au Gouvernement et la requ?te a ?t? d?clar?e irrecevable pour le surplus.
6. Le 28 janvier 2014, une chambre de la deuxi?me section compos?e de I??l Karaka?, pr?sidente, Guido Raimondi, Peer Lorenzen, Dragoljub Popovi?, Andr?s Saj?, Neboj?a Vu?ini? et Paulo Pinto de Albuquerque, juges, ainsi que de Stanley Naismith, greffier de section, s?est dessaisie au profit de la Grande Chambre, aucune des parties ne s?y ?tant oppos?e (article 30 de la Convention et article 72 du r?glement).
7. La composition de la Grande Chambre a ?t? arr?t?e conform?ment ? l?article 26 ?? 4 et 5 de la Convention et ? l?article 24 du r?glement.
8. Tant la requ?rante que le Gouvernement ont d?pos? un m?moire sur la recevabilit? et sur le fond de l?affaire.
9. Le Centre europ?en pour la justice et les droits de l?homme (l?? ECLJ ?), les associations ? Movimento per la vita ?, ? Scienza e vita ?, ? Forum delle associazioni familiari ?, ? Luca Coscioni ?, ? Amica Cicogna Onlus ?, ? L?altra cicogna Onlus ?, ? Cerco bimbo ?, ? VOX ? Osservatorio italiano sui Diritti ?, ? SIFES ? Society of Fertility, Sterility and Reproductive Medicine ? et ? Cittadinanzattiva ? ainsi que quarante-six membres du Parlement italien se sont vu accorder l?autorisation d?intervenir dans la proc?dure ?crite (article 36 ? 2 de la Convention et article 44 ? 3 du r?glement).
10. Une audience s?est d?roul?e en public au Palais des droits de l?homme, ? Strasbourg, le 18 juin 2014 (article 59 ? 3 du r?glement).

Ont comparu :

? pour le Gouvernement
Mme P. ACCARDO co-agente,
M. G. MAURO PELLEGRINI co-agent,
Mme A. MORRESI, membre du Comit? national
pour la bio?thique et professeur de chimie
physique au D?partement de chimie,
biologie et biotechnologie de l?universit?
de P?rouse conseill?re,
Mme D. FEHILY, inspectrice et conseill?re technique
aupr?s du Centre national de transplantation
de Rome conseill?re ;
? pour la requ?rante
M. N. PAOLETTI ;
Mme C. SARTORI ;
Mme N. PAOLETTI, avocats, conseils,
M. M. DE LUCA, professeur de biochimie et
directeur du Centre pour la m?decine
r?g?n?rative ? Stefano Ferrari ? de
l?universit? de Mod?ne et Reggio Emilia, conseiller.

La Cour a entendu en leurs d?clarations Mme P. Accardo, Mme A. Morresi, M. N. Paoletti, M. M. De Luca et Mme C. Sartori, ainsi que Mme P. Accardo, M. G. Mauro Pellegrini, M. M. De Luca, Mme N. Paoletti et M. N. Paoletti en leurs r?ponses aux questions pos?es par les juges.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
11. La requ?rante est n?e en 1954 et r?side ? Rome.
12. En 2002, elle eut recours aux techniques de la procr?ation m?dicalement assist?e, effectuant une f?condation in vitro avec son compagnon au Centre de m?decine reproductive du European Hospital (? le centre ?) de Rome. Les cinq embryons issus de cette f?condation furent cryoconserv?s.
13. Avant qu?une implantation ne soit effectu?e, le compagnon de la requ?rante d?c?da le 12 novembre 2003 lors d?un attentat ? Nasiriya (Iraq), alors qu?il r?alisait un reportage de guerre.
14. Ayant renonc? ? d?marrer une grossesse, la requ?rante d?cida de donner ses embryons ? la recherche scientifique pour contribuer au progr?s du traitement des maladies difficilement curables.
15. D?apr?s les informations fournies lors de l?audience devant la Grande Chambre, la requ?rante formula oralement plusieurs demandes de mise ? disposition de ses embryons aupr?s du centre dans lequel ceux-ci ?taient conserv?s, en vain.
16. Par une lettre du 14 d?cembre 2011, la requ?rante demanda au directeur du centre de mettre ? sa disposition les cinq embryons cryoconserv?s afin que ceux-ci servent ? la recherche sur les cellules souches. Le directeur rejeta cette demande, indiquant que ce genre de recherches ?tait interdit et sanctionn? p?nalement en Italie, en application de l?article 13 de la loi no 40 du 19 f?vrier 2004 (? la loi no 40/2004 ?).
17. Les embryons en question sont actuellement conserv?s dans la banque cryog?nique du centre o? la f?condation in vitro a ?t? effectu?e.
II. LE DROIT ET LA PRATIQUE INTERNES PERTINENTS
A. La loi no 40 du 19 f?vrier 2004, entr?e en vigueur le 10 mars 2004 (? Normes en mati?re de f?condation m?dicalement assist?e ?)
Article 1 ? Finalit?
? 1. Afin de rem?dier aux probl?mes reproductifs d?coulant de la st?rilit? ou de l?infertilit? humaines, il est permis de recourir ? la procr?ation m?dicalement assist?e dans les conditions et selon les modalit?s pr?vues par la pr?sente loi, qui garantit les droits de toutes les personnes concern?es, y compris ceux du sujet ainsi con?u. ?
Article 5 ? Conditions d?acc?s
? (…) [seuls] des couples [compos?s de personnes] majeur[e]s, de sexe diff?rent, mari?[e]s ou menant une vie commune, en ?ge de procr?er et vivantes peuvent recourir aux techniques de la procr?ation m?dicalement assist?e. ?
Article 13 ? Exp?rimentation sur l?embryon humain
? 1. Toute exp?rimentation sur l?embryon humain est interdite.
2. La recherche clinique et exp?rimentale sur l?embryon humain ne peut ?tre autoris?e que si elle poursuit exclusivement des finalit?s th?rapeutiques et diagnostiques tendant ? la protection de la sant? ainsi qu?au d?veloppement de l?embryon et s?il n?existe pas d?autres m?thodes.
(…)
4. La violation de l?interdiction pr?vue ? l?alin?a 1er est punie d?une peine de deux ? six ans d?emprisonnement et d?une amende de 50 000 ? 150 000 euros. (…)
5. Tout professionnel de la sant? condamn? pour une infraction pr?vue au pr?sent article fera l?objet d?une suspension d?exercice professionnel pour une dur?e de un ? trois ans. ?
Article 14 ? Limites ? l?application des techniques sur l?embryon
? 1. La cryoconservation et la suppression d?embryons sont interdites, sans pr?judice des dispositions de la loi no 194 du 22 mai 1978 [normes sur la protection sociale de la maternit? et sur l?interruption volontaire de grossesse].
2. Les techniques de production d?embryons ne peuvent conduire ? la cr?ation d?un nombre d?embryons sup?rieur ? celui strictement n?cessaire ? la r?alisation d?une implantation unique et simultan?e, ce nombre ne pouvant en aucun cas ?tre sup?rieur ? trois.
3. Lorsque le transfert des embryons dans l?ut?rus est impossible pour des causes de force majeure grave et prouv?e concernant l??tat de sant? de la femme qui n??taient pas pr?visibles au moment de la f?condation, la cryoconservation des embryons est autoris?e jusqu?? la date du transfert, qui sera effectu? aussit?t que possible. ?
18. Par un arr?t no 151 du 1er avril 2009 (voir les paragraphes 29-31 ci-dessous), la Cour constitutionnelle d?clara inconstitutionnelle la disposition du deuxi?me alin?a de l?article 14 de la loi no 40/2004 selon laquelle les techniques de production d?embryons ne peuvent conduire ? la cr?ation d?un nombre d?embryons sup?rieur ? celui strictement n?cessaire ? ? la r?alisation d?une implantation unique et simultan?e, ce nombre ne pouvant en aucun cas ?tre sup?rieur ? trois ?. Elle jugea inconstitutionnel l?alin?a 3 du m?me article au motif qu?il ne pr?voyait pas que le transfert des embryons devait ?tre effectu? sans porter pr?judice ? la sant? de la femme.
B. L?avis du Comit? national pour la bio?thique concernant l?adoption pour la naissance (? ADP ?) (18 novembre 2005)
19. ? la suite de l?adoption de la loi no 40/2004, le Comit? national pour la bio?thique s?est pench? sur la question du sort des embryons cryoconserv?s en ?tat d?abandon, la loi ne pr?voyant aucune disposition sp?cifique ? ce sujet, se limitant ? interdire implicitement l?utilisation des embryons surnum?raires ? des fins de recherche scientifique.
20. ? cet ?gard, le Comit? a ?mis un avis favorable ? l?? adoption pour la naissance ?, pratique consistant pour un couple ou une femme ? adopter des embryons surnum?raires ? des fins d?implantation et permettant d?utiliser les embryons en question dans une perspective de vie et de r?alisation d?un projet familial.
C. Le d?cret du minist?re de la Sant? du 11 avril 2008 (? Notes explicatives en mati?re de procr?ation m?dicalement assist?e ?)
? (…) Cryoconservation des embryons : Deux cat?gories d?embryons sont susceptibles de faire l?objet d?une cryoconservation : la premi?re est celle des embryons qui sont en attente d?une implantation, y compris ceux ayant fait l?objet d?une cryoconservation avant l?entr?e en vigueur de la loi no 40 de 2004 ; la deuxi?me est celle des embryons dont l??tat d?abandon a ?t? certifi? (…). ?
D. Le rapport final de la ? Commission d??tude sur les embryons ? du 8 janvier 2010
21. Par un d?cret du 25 juin 2009, le minist?re de la Sant? institua une Commission d??tude sur les embryons cryoconserv?s dans les centres de procr?ation m?dicalement assist?e. Le rapport final de cette commission, adopt? ? la majorit? le 8 janvier 2010, expose ce qui suit :
? L?interdiction l?gale de supprimer les embryons doit ?tre comprise comme signifiant que la cryoconservation ne peut ?tre interrompue que dans deux cas : lorsqu?on peut implanter l?embryon d?congel? dans l?ut?rus de la m?re ou d?une femme dispos?e ? l?accueillir, ou lorsqu?il est possible d?en certifier scientifiquement la mort naturelle ou la perte d?finitive de viabilit? en tant qu?organisme. En l??tat actuel des connaissances [scientifiques], on ne peut s?assurer de la viabilit? d?un embryon qu?en le d?congelant, situation paradoxale puisqu?un embryon d?congel? ne peut ?tre recongel? et qu?il mourra in?vitablement s?il n?est pas imm?diatement implant? in utero. D?o? la perspective tutioriste d?une possible conservation sans limite de temps des embryons congel?s. Quoiqu?il en soit, il y a lieu de noter que le progr?s de la recherche scientifique permettra de conna?tre les crit?res et les m?thodologies pour diagnostiquer la mort ou ? tout le moins la perte de viabilit? d?embryons cryoconserv?s : il sera ainsi possible de surmonter le paradoxe actuel, in?vitable du point de vue l?gal, d?une cryoconservation qui pourrait ne jamais avoir de fin. Dans l?attente de ces r?sultats, [il convient de r?affirmer] que l?on ne peut ignorer que l?article 14 de la loi no 40 de 2004 interdit express?ment la suppression d?embryons, y compris ceux qui sont cryoconserv?s. ? cela s?ajoute que, pour ce qui est du sort des embryons surnum?raires, le l?gislateur de la loi no 40 a choisi leur conservation et non pas leur destruction, faisait ainsi pr?valoir l?objectif de leur maintien en vie, m?me lorsque leur sort est incertain. ?
E. La Constitution de la R?publique italienne
22. Les articles pertinents de la Constitution se lisent ainsi :
Article 9
? La R?publique promeut le d?veloppement de la culture et de la recherche scientifique et technique. (…) ?
Article 32
? La R?publique prot?ge la sant? en tant que droit fondamental de l?individu et int?r?t de la collectivit?. (…) ?
Article 117
? Le pouvoir l?gislatif est exerc? par l??tat et les R?gions dans le respect de la Constitution, aussi bien que des contraintes d?coulant de l?ordre juridique communautaire et des obligations internationales. (…) ?
F. Les arr?ts de la Cour constitutionnelle nos 348 et 349 du 24 octobre 2007
23. Ces arr?ts r?pondent ? des questions que la Cour de cassation et une cour territoriale avaient soulev?es quant ? la compatibilit? du d?cret-loi no 333 du 11 juillet 1992 relatif aux crit?res de calcul des indemnit?s d?expropriation avec la Constitution et avec l?article 6 ? 1 de la Convention et l?article 1 du Protocole no 1 ? la Convention. Ils tiennent compte de l?arr?t Scordino c. Italie (no 1) ([GC], no 36813/97, CEDH 2006 V) rendu par la Grande Chambre de la Cour.
24. Dans ces arr?ts, apr?s avoir rappel? l?obligation pour le l?gislateur de respecter les obligations internationales (article 117 de la Constitution), la Cour constitutionnelle a d?fini la place accord?e ? la Convention des droits de l?homme dans les sources du droit interne, consid?rant que celle-ci ?tait une norme de rang interm?diaire entre la loi ordinaire et la Constitution. En outre, elle a pr?cis? qu?il appartenait au juge du fond d?interpr?ter la norme interne de mani?re conforme ? la Convention des droits de l?homme et ? la jurisprudence de la Cour (voir l?arr?t no 349, paragraphe 26, point 6.2, ci-dessous) et que, lorsqu?une telle interpr?tation se r?v?lait impossible ou que celui-ci avait des doutes quant ? la compatibilit? de la norme interne avec la Convention, il ?tait tenu de soulever une question de constitutionnalit? devant elle.
25. Les passages pertinents de l?arr?t no 348 du 24 octobre 2007 se lisent comme suit :
? 4.2. (…) Il est n?cessaire de d?finir le rang et le r?le des normes de la Convention europ?enne des droits de l?homme afin de d?terminer, ? la lumi?re de [l?article 117 de la Constitution], quelle est leur incidence sur l?ordre juridique italien. (…)
4.3. [En effet], si d?un c?t? [ces normes] compl?tent la protection des droits fondamentaux et contribuent ainsi ? la mise en ?uvre des valeurs et des principes fondamentaux prot?g?s aussi par la Constitution italienne, d?un autre c?t?, elles restent formellement de simples sources de rang primaire. (…)
Aujourd?hui, la Cour constitutionnelle est donc appel?e ? clarifier la question normative et institutionnelle [pos?e ci-dessus], qui a d?importantes cons?quences pratiques pour le travail quotidien des op?rateurs du droit. (…)
Le juge ordinaire ne saurait d?cider d??carter une disposition de la loi ordinaire jug?e par lui incompatible avec une norme de la Convention europ?enne des droits de l?homme, car cette incompatibilit? pr?sum?e soul?ve une question de constitutionnalit? portant sur la violation ?ventuelle du premier alin?a de l?article 117 de la Constitution et relevant [? ce titre] de la comp?tence exclusive du juge des lois. (…)
4.5. (…) Le principe ?nonc? au premier alin?a de l?article 117 de la Constitution ne peut devenir concr?tement op?rationnel que si ? les obligations internationales ? contraignantes pour les pouvoirs l?gislatifs de l??tat et des R?gions sont d?ment d?finies. (…)
4.6. [Or] par rapport aux autres trait?s internationaux, la Convention europ?enne des droits de l?homme pr?sente la particularit? d?avoir institu? un organe juridictionnel, la Cour europ?enne des droits de l?homme, ayant comp?tence pour interpr?ter les normes de la Convention. En effet, l?article 32 ? 1 [de la Convention] pr?voit que ? la comp?tence de la Cour s??tend ? toutes les questions concernant l?interpr?tation et l?application de la Convention et de ses Protocoles qui lui seront soumises dans les conditions pr?vues par les articles 33, 34, 46 et 47. ?.
D?s lors que les normes juridiques acqui?rent leur sens (vivono) au travers de l?interpr?tation qui leur est donn?e par les op?rateurs du droit, au premier chef les juges, il d?coule naturellement de l?article 32 ? 1 de la Convention que, en signant la Convention europ?enne des droits de l?homme et en la ratifiant, l?Italie s?est notamment engag?e, au titre de ses obligations internationales, ? adapter sa l?gislation aux normes de la Convention selon la signification que leur attribue la Cour [europ?enne des droits de l?homme], laquelle a ?t? institu?e dans le but de les interpr?ter et de les appliquer. On ne saurait donc parler d?une comp?tence juridictionnelle qui s?ajouterait ? celle des organes judiciaires de l??tat, mais plut?t d?une fonction interpr?tative ?minente que les ?tats contractants ont reconnue ? la Cour europ?enne, contribuant ainsi ? pr?ciser leurs obligations internationales en la mati?re.
4.7. Il ne faut pas en d?duire que les dispositions de la Convention europ?enne des droits de l?homme, telles qu?interpr?t?es par la Cour de Strasbourg, ont valeur de normes constitutionnelles et qu?elles ?chappent ? ce titre au contr?le de constitutionnalit? exerc? par la Cour constitutionnelle. Il est d?autant plus n?cessaire que les normes en question soient conformes ? la Constitution qu?elles compl?tent des principes constitutionnels tout en restant des normes de rang infra-constitutionnel. (…)
D?s lors que, comme indiqu? ci-dessus, les dispositions de la Convention europ?enne des droits de l?homme acqui?rent leur sens au travers de l?interpr?tation qui leur est donn?e par la Cour europ?enne, le contr?le de constitutionnalit? doit porter sur les normes produites par cette interpr?tation, non sur ces dispositions consid?r?es en elles-m?mes. Par ailleurs, les d?cisions de la Cour de Strasbourg ne sont pas inconditionnellement contraignantes aux fins du contr?le de constitutionnalit? des lois nationales. Ledit contr?le doit toujours chercher ? mettre en balance la contrainte d?coulant des obligations internationales impos?e par le premier alin?a de l?article 117 de la Constitution d?une part, et la protection des int?r?ts b?n?ficiant d?une garantie constitutionnelle reconnue par d?autres articles de la Constitution d?autre part. (…)
5. Il ressort des principes m?thodologiques expos?s ci-dessus que, pour proc?der au contr?le de constitutionnalit? demand? par la cour de renvoi, il convient de rechercher a) s?il y a une contradiction qui ne peut ?tre surmont?e par voie d?interpr?tation entre la disposition nationale en cause et les normes de la Convention europ?enne des droits de l?homme, telles qu?interpr?t?es par la Cour europ?enne et consid?r?es comme des sources compl?mentaires du principe constitutionnel ?nonc? au premier alin?a de l?article 117 de la Constitution, et b) si les normes de la Convention europ?enne des droits de l?homme suppos?es int?grer ce principe et comprises selon l?interpr?tation que leur attribue la Cour [europ?enne] sont compatibles avec l?ordre constitutionnel italien. (…) ?
26. Les parties pertinentes de l?arr?t no 349 du 24 octobre 2007 sont reproduites ci-apr?s :
? 6.2 (…) [Le principe ?nonc?] au premier alin?a de l?article 117 de la Constitution [n?implique pas] que les normes issues d?accords internationaux doivent ?tre consid?r?es comme ayant valeur constitutionnelle car celles-ci font l?objet d?une loi ordinaire d?incorporation, comme c?est le cas pour les normes de la Convention europ?enne des droits de l?homme. Le principe constitutionnel sous examen obligeant le l?gislateur ordinaire ? respecter ces normes, une disposition nationale qui serait incompatible avec une norme de la Convention europ?enne des droits de l?homme ? et donc avec les ? obligations internationales ? mentionn?es au premier alin?a de l?article 117 de la Constitution ? porterait en soi atteinte au principe constitutionnel en question. En d?finitive, le premier alin?a de l?article 117 de la Constitution op?re un renvoi ? la norme conventionnelle qui se trouve en cause dans tel ou tel cas, laquelle conf?re un sens (d? vita) et un contenu aux obligations internationales ?voqu?es de mani?re g?n?rale ainsi qu?au principe [constitutionnel sous-jacent], au point d??tre g?n?ralement qualifi?e de ? norme interpos?e ?, et qui fait ? son tour l?objet d?un contr?le de compatibilit? avec les normes de la Constitution, comme nous le pr?ciserons ci-dessous.
Il s?ensuit qu?il appartient au juge ordinaire d?interpr?ter la norme interne conform?ment ? la disposition internationale (…). Lorsque pareille interpr?tation est impossible ou que des doutes existent quant ? la compatibilit? de la norme interne avec la disposition conventionnelle ? interpos?e ?, le juge est tenu de soulever devant la Cour constitutionnelle une question de constitutionnalit? au regard du premier alin?a de l?article 117 de la Constitution (…).
Concernant la Convention europ?enne des droits de l?homme, il y a lieu de tenir compte du fait qu?elle pr?sente une particularit? par rapport aux autres accords internationaux en ce qu?elle d?passe le cadre d?une simple liste de droits et obligations r?ciproques des ?tats contractants. Ces derniers ont institu? un syst?me de protection uniforme des droits fondamentaux. L?application et l?interpr?tation de ce syst?me de normes incombent ?videmment au premier chef aux juges des ?tats membres, qui sont les juges de droit commun de la Convention. Cela ?tant, l?application uniforme des normes en question est garantie en dernier ressort par l?interpr?tation centralis?e de la Convention europ?enne, t?che attribu?e ? la Cour europ?enne des droits de l?homme de Strasbourg, qui a le dernier mot et dont la comp?tence ? s??tend ? toutes les questions concernant l?interpr?tation et l?application de la Convention et de ses Protocoles qui lui seront soumises dans les conditions pr?vues par [celle-ci] ? (article 32 ? 1 de la Convention). (…)
La Cour constitutionnelle et la Cour de Strasbourg ont en d?finitive des r?les diff?rents, bien qu?elles visent l?une et l?autre ? prot?ger au mieux les droits fondamentaux. L?interpr?tation de la Convention de Rome et de ses Protocoles rel?ve de la comp?tence de la Cour de Strasbourg, ce qui garantit l?application d?un niveau uniforme de protection dans l?ensemble des ?tats membres.
En revanche, lorsque la Cour constitutionnelle est saisie de la question de la constitutionnalit? d?une norme nationale au regard du premier alin?a de l?article 117 de la Constitution, [et que cette question] porte sur une incompatibilit? avec une ou plusieurs normes de la Convention europ?enne des droits de l?homme qui ne peut ?tre r?solue par voie d?interpr?tation, il lui appartient de rechercher si l?incompatibilit? en question est av?r?e et, [dans l?affirmative], de v?rifier si les normes m?mes de la Convention europ?enne des droits de l?homme, telles qu?interpr?t?es par la Cour de Strasbourg, garantissent une protection des droits fondamentaux ? tout le moins ?quivalente ? celle offerte par la Constitution italienne.
Il ne s?agit pas en fait de juger de l?interpr?tation que la Cour de Strasbourg donne ? telle ou telle norme de la Convention europ?enne des droits de l?homme (…) mais de v?rifier si cette norme, telle qu?interpr?t?e par la juridiction ? laquelle les ?tats membres ont express?ment attribu? cette comp?tence, est compatible avec les normes pertinentes de la Constitution. Ainsi le devoir de garantir le respect des obligations internationales impos? par la Constitution est-il correctement mis en balance avec la n?cessit? d??viter que ce devoir ne porte atteinte ? la Constitution elle-m?me. ?
G. La jurisprudence de la Cour constitutionnelle
1. L?ordonnance de la Cour constitutionnelle no 396 du 24 octobre 2006
27. Par cette ordonnance, la Cour constitutionnelle d?clara irrecevable une question de constitutionnalit? soulev?e par le tribunal de Cagliari relativement ? l?article 13 de loi no 40/2004, qui interdit le recours au diagnostic pr?implantatoire.
28. Pour se prononcer ainsi, la Cour constitutionnelle releva que le juge de renvoi s??tait limit? ? soulever la question de la constitutionnalit? du seul article 13 de la loi no 40/2004 alors que, selon le contenu du renvoi, l?interdiction du diagnostic pr?implantatoire d?coulait aussi d?autres dispositions de la m?me loi, notamment de l?alin?a 3 de son article 14.
2. L?arr?t de la Cour constitutionnelle no 151 du 1er avril 2009
29. Cet arr?t porte sur la constitutionnalit? des dispositions des alin?as 2 et 3 de l?article 14 de la loi no 40/2004 qui pr?voient, d?une part, la cr?ation d?un nombre limit? d?embryons (non sup?rieur ? trois) et l?obligation de les implanter simultan?ment et, d?autre part, l?interdiction de cryoconserver les embryons surnum?raires.
30. La Cour constitutionnelle jugea que les alin?as en question ?taient inconstitutionnels parce qu?ils portaient pr?judice ? la sant? des femmes en les obligeant, d?une part, ? subir plusieurs cycles de stimulation ovarienne et, de l?autre part, ? s?exposer aux risques li?s aux grossesses multiples du fait de l?interdiction de l?interruption s?lective de grossesse.
31. Dans le texte de l?arr?t, aucune r?f?rence n?est faite ? la Convention europ?enne des droits de l?homme, laquelle n?avait pas non plus ?t? cit?e par les juridictions (tribunal administratif r?gional du Latium et tribunal de Florence) qui avaient soulev? la question.
3. L?ordonnance de la Cour constitutionnelle no 97 du 8 mars 2010
32. Par cette ordonnance, la Cour constitutionnelle d?clara irrecevables les questions de constitutionnalit? que le tribunal de Milan avait soulev?es devant elle, celles-ci ayant d?j? ?t? trait?es dans son arr?t no 151/2009.
4. L?ordonnance de la Cour constitutionnelle no 150 du 22 mai 2012
33. Par cette ordonnance, qui se r?f?rait ? l?arr?t S.H. et autres c. Autriche ([GC], no 57813/00, CEDH 2011), la Cour constitutionnelle renvoya devant le juge du fond l?affaire qui avait ?t? port?e devant elle et qui concernait l?interdiction du recours ? la f?condation h?t?rologue ?dict?e par la loi no 40/2004.
5. L?arr?t de la Cour constitutionnelle no 162 du 10 juin 2014
34. Cet arr?t porte sur la constitutionnalit? de l?interdiction absolue d?acc?der ? la f?condation h?t?rologue en cas de st?rilit? ou d?infertilit? m?dicalement prouv?e, telle que pr?vue par la loi no 40/2004.
35. Trois juridictions de droit commun avaient saisi la Cour constitutionnelle de la question de savoir si la loi litigieuse ?tait compatible avec les articles 2 (droits inviolables), 3 (principe d??galit?), 29 (droit de la famille), 31 (obligations de l??tat pour la protection du droit de la famille) et 32 (droit ? la sant?) de la Constitution. L?une d?entre elles, le tribunal de Milan, avait aussi demand? ? la Cour de se prononcer sur la compatibilit? de la loi en question avec les articles 8 et 14 de la Convention.
36. La Cour constitutionnelle jugea inconstitutionnelles les dispositions l?gislatives pertinentes.
37. Elle consid?ra notamment que le choix des demandeurs ? l?instance de devenir parents et de fonder une famille avec des enfants relevait de leur libert? d?autod?termination concernant la sph?re de leur vie priv?e et familiale et prot?g?e en tant que telle par les articles 2, 3 et 31 de la Constitution. Elle pr?cisa ?galement que ceux qui ?taient atteints d?infertilit? ou de st?rilit? totale ?taient titulaires d?un droit ? la protection de leur sant? (article 32 de la Constitution).
38. Elle estima que si les droits en question pouvaient faire l?objet de limitations inspir?es par des consid?rations d?ordre ?thique, ces limitations ne pouvaient se traduire en une interdiction absolue, sauf s?il s?av?rait impossible de prot?ger autrement d?autres libert?s constitutionnellement garanties.
39. Pour ce qui est de la compatibilit? des dispositions l?gislatives en cause avec les articles 8 et 14 de la Convention, la Cour constitutionnelle se borna ? observer que les questions y relatives ?taient couvertes par les conclusions auxquelles elle ?tait parvenue sur la constitutionnalit? des dispositions en question (voir ci-dessus).
H. Les ordonnances des tribunaux nationaux en mati?re d?acc?s au diagnostic pr?implantatoire
1. L?ordonnance du tribunal de Cagliari du 22 septembre 2007
40. Dans cette ordonnance, le tribunal de Cagliari rappela que les demandeurs avaient d?abord introduit une proc?dure en urgence, dans le cadre de laquelle une question de constitutionnalit? avait ?t? soulev?e. Il ajouta que cette question avait ensuite ?t? d?clar?e irrecevable par une ordonnance no 396 de la Cour constitutionnelle rendue le 24 octobre 2006 (voir les paragraphes 27-28 ci-dessus), et que cette ordonnance n?avait donc fourni aucune indication quant ? l?interpr?tation qu?il convenait de donner au droit interne ? la lumi?re de la Constitution.
41. Quant ? la proc?dure civile introduite devant lui, il releva qu?il n?existait pas, en droit interne, d?interdiction expresse d?acc?s au diagnostic pr?implantatoire, et qu?une interpr?tation de la loi concluant ? l?existence d?une telle interdiction aurait ?t? contraire au droit des demandeurs d??tre d?ment inform?s du traitement m?dical qu?ils entendaient entreprendre.
42. En outre, il nota que des interdictions de recourir au diagnostic pr?implantatoire avait ?t? introduites ult?rieurement par une norme de rang secondaire, ? savoir le d?cret du minist?re de la Sant? no 15165 du 21 juillet 2004 (notamment dans la partie o? celui-ci dispose que ? [les] examens de l??tat de sant? d?embryons cr??s in vitro, au sens de l?article 14, alin?a 5 [de la loi no 40 de 2004], ne peuvent viser qu?? l?observation de ceux-ci ? ? dovr? essere di tipo osservazionale ? -). Il estima que cela ?tait contraire au principe de l?galit? ainsi qu?? la ? Convention d?Oviedo ? du Conseil de l?Europe.
43. Il releva enfin qu?une interpr?tation de la loi no 40/2004 permettant l?acc?s au diagnostic pr?implantatoire ?tait conforme au droit ? la sant? reconnu ? la m?re. En cons?quence, il autorisa les demandeurs ? acc?der au diagnostic pr?implantatoire.
2. L?ordonnance du tribunal de Florence du 17 d?cembre 2007
44. Dans cette ordonnance, le tribunal de Florence se r?f?ra ? l?ordonnance du tribunal de Cagliari cit?e ci-dessus et d?clara partager l?interpr?tation que celui-ci avait donn?e du droit interne. En cons?quence, il autorisa les demandeurs ? acc?der au diagnostic pr?implantatoire.
3. L?ordonnance du tribunal de Bologne du 29 juin 2009
45. Par cette ordonnance, le tribunal de Bologne autorisa les demandeurs ? acc?der au diagnostic pr?implantatoire, indiquant que cette pratique se conciliait avec la protection de la sant? de la femme reconnue par l?interpr?tation que la Cour constitutionnelle avait donn?e du droit interne dans son arr?t no 151 du 1er avril 2009 (voir les paragraphes 29-31 ci-dessus).
4. L?ordonnance du tribunal de Salerne du 9 janvier 2010
46. Dans cette ordonnance, rendue ? l?issue d?une proc?dure en r?f?r?, le tribunal de Salerne rappela les nouveaut?s introduites par le d?cret du minist?re de la Sant? no 31639 du 11 avril 2008, ? savoir le fait que les examens de l??tat de sant? d?embryons cr??s in vitro n??taient plus limit?s ? l?observation de ceux-ci et que l?acc?s ? la procr?ation assist?e ?tait autoris? pour les couples dont l?homme ?tait porteur de maladies virales sexuellement transmissibles.
47. Il en d?duisit que le diagnostic pr?implantatoire ne pouvait ?tre consid?r? que comme l?une des techniques de surveillance pr?natale visant ? conna?tre l??tat de sant? de l?embryon.
48. En cons?quence, il autorisa la r?alisation d?un diagnostic pr?implantatoire sur l?embryon in vitro des demandeurs.
5. L?ordonnance du tribunal de Cagliari du 9 novembre 2012
49. Dans cette ordonnance, le tribunal de Cagliari renvoya aux consid?rations d?velopp?es dans les ordonnances cit?es ci-dessus. En outre, il indiqua qu?il ressortait des arr?ts nos 348 et 349 rendus par la Cour constitutionnelle le 24 octobre 2007 qu?une interpr?tation de la loi visant ? garantir l?acc?s au diagnostic pr?implantatoire se conciliait avec la Convention europ?enne des droits de l?homme, compte tenu notamment de l?arr?t rendu par la Cour de Strasbourg dans l?affaire Costa et Pavan c. Italie (no 54270/10, 28 ao?t 2012).
6. L?ordonnance du tribunal de Rome du 15 janvier 2014
50. Par cette ordonnance, le tribunal souleva la question de la constitutionnalit? des articles 1, alin?as 1 et 2, et 4, alin?a 1 de la loi no 40/2004, dispositions interdisant aux couples non st?riles et non infertiles d?avoir recours aux techniques de la procr?ation m?dicalement assist?e en vue de r?aliser un diagnostic pr?implantatoire. Il se pla?a aussi sur le terrain des articles 8 et 14 de la Convention.
51. Tout en tenant compte de l?arr?t Costa et Pavan c. Italie (pr?cit?), il estima qu?on ne pouvait proc?der ? une interpr?tation extensive de la loi, laquelle ?non?ait express?ment que l?acc?s aux techniques de procr?ation m?dicalement assist?e ?tait r?serv? aux couples st?riles ou infertiles.
I. La question de la constitutionnalit? de l?article 13 de la loi no 40/2004 soulev?e par le tribunal de Florence
52. Par une d?cision du 7 d?cembre 2012, le tribunal de Florence souleva la question de la constitutionnalit? de l?interdiction du don d?embryons surnum?raires ? la recherche scientifique d?coulant de l?article 13 de la loi no 40/2004 au regard des articles 9 et 32 de la Constitution, lesquels garantissent respectivement la libert? de la recherche scientifique et le droit ? la sant?.
53. Le 19 mars 2014, le pr?sident de la Cour constitutionnelle a ajourn? l?examen de cette affaire dans l?attente de la d?cision que la Grande Chambre prendra sur la requ?te Parrillo c. Italie no 46470/11.
III. DOCUMENTS DU CONSEIL DE L?EUROPE
A. Recommandation 1046 (1986) de l?Assembl?e parlementaire du Conseil de l?Europe relative ? l?utilisation d?embryons et f?tus humains ? des fins diagnostiques, th?rapeutiques, scientifiques, industrielles et commerciales
? (…) 6. [L?Assembl?e parlementaire] Consciente de ce que [le] progr?s [de la science et de la technologie m?dicale] a rendu particuli?rement pr?caire la condition juridique de l?embryon et du f?tus, et que leur statut juridique n?est actuellement pas d?termin? par la loi ;
7. Consciente de ce qu?il n?existe pas de dispositions ad?quates r?glant l?utilisation d?embryons et f?tus vivants ou morts ;
8. Convaincue de ce que, face au progr?s scientifique qui permet d?intervenir d?s la f?condation sur la vie humaine en d?veloppement, il est urgent de d?terminer le degr? de sa protection juridique ;
9. Tenant compte du pluralisme des opinions s?exprimant sur le plan ?thique ? propos de l?utilisation d?embryons ou de f?tus, ou de leurs tissus, et des conflits de valeurs qu?il provoque ;
10. Consid?rant que l?embryon et le f?tus humains doivent b?n?ficier en toutes circonstances du respect d? ? la dignit? humaine, et que l?utilisation de leurs produits et tissus doit ?tre limit?e de mani?re stricte et r?glement?e (…) en vue de fins purement th?rapeutiques et ne pouvant ?tre atteintes par d?autres moyens ; (…)
13. Soulignant la n?cessit? d?une coop?ration europ?enne,
14. Recommande au Comit? des Ministres :
A. d?inviter les gouvernements des ?tats membres :
(…)
ii. ? limiter l?utilisation industrielle des embryons et de f?tus humains, ainsi que de leurs produits et tissus, ? des fins strictement th?rapeutiques et ne pouvant ?tre atteintes par d?autres moyens, selon les principes mentionn?s en annexe, et ? conformer leur droit ? ceux-ci, ou ? adopter des r?gles conformes, ces r?gles devant notamment pr?ciser les conditions dans lesquelles le pr?l?vement et l?utilisation dans un but diagnostique ou th?rapeutique peuvent ?tre effectu?s ;
iii. ? interdire toute cr?ation d?embryons humains par f?condation in vitro ? des fins de recherche de leur vivant ou apr?s leur mort ;
iv. ? interdire tout ce qu?on pourrait d?finir comme des manipulations ou d?viations non d?sirables de ces techniques, entre autres :
(…)
– la recherche sur des embryons humains viables ;
– l?exp?rimentation sur des embryons vivants, viables ou non (…) ?
B. Recommandation 1100 (1989) de l?Assembl?e parlementaire du Conseil de l?Europe sur l?utilisation des embryons et f?tus humains dans la recherche scientifique
? (…) 7. Consid?rant que l?embryon humain, bien qu?il se d?veloppe en phases successives indiqu?es par diverses d?nominations (…), manifeste aussi une diff?renciation progressive de son organisme et maintient n?anmoins en continuit? son identit? biologique et g?n?tique,
8. Rappelant la n?cessit? d?une coop?ration europ?enne et d?une r?glementation aussi large que possible qui permettent de surmonter les contradictions, les risques et l?inefficacit? pr?visible de normes exclusivement nationales dans les domaines concern?s,
(…)
21. La cr?ation et/ou le maintien en vie intentionnels d?embryons ou f?tus, in vitro ou in utero, dans un but de recherche scientifique, par exemple pour en pr?lever du mat?riel g?n?tique, des cellules, des tissus ou des organes, doivent ?tre interdits. (…) ?
54. Les passages pertinents de l?annexe ? cette recommandation se lisent ainsi :
? B. Sur des embryons pr?implantatoires vivants : (…)
4. Conform?ment aux Recommandations 934 (1982) et 1046 (1986), les recherches in vitro sur des embryons viables ne doivent ?tre autoris?es que:
? s?il s?agit de recherches appliqu?es de caract?re diagnostique ou effectu?es ? des fins pr?ventives ou th?rapeutiques;
? si elles n?interviennent pas sur leur patrimoine g?n?tique non pathologique.
5. (…) les recherches sur les embryons vivants doivent ?tre interdites, notamment:
? si l?embryon est viable;
? s?il y a la possibilit? d?utiliser un mod?le animal;
? si ce n?est pas pr?vu dans le cadre de projets d?ment pr?sent?s et autoris?s par les autorit?s sanitaires ou scientifiques comp?tentes ou, par d?l?gation, par la commission nationale multidisciplinaire concern?e;
? si elles ne respectent pas les d?lais prescrits par les autorit?s susdites.
(…)
H. Don d??l?ments du mat?riel embryonnaire humain : (…)
20. Le don d??l?ments du mat?riel embryonnaire humain doit ?tre autoris? uniquement s?il a pour but la recherche scientifique, ? des fins diagnostiques, pr?ventives ou th?rapeutiques. Sa vente sera interdite.
21. La cr?ation et/ou le maintien en vie intentionnels d?embryons ou f?tus, in vitro ou in utero, dans un but de recherche scientifique, par exemple pour en pr?lever du mat?riel g?n?tique, des cellules, des tissus ou des organes, doivent ?tre interdits.
22. Le don et l?utilisation d??l?ments du mat?riel embryonnaire humain ne doivent ?tre permis que si les g?niteurs ont donn? librement et par ?crit leur consentement pr?alable.
23. Le don d?organes doit ?tre d?pourvu de tout caract?re mercantile. L?achat et la vente d?embryons, de f?tus ou de leurs composants par les g?niteurs ou des tiers, de m?me que leur importation ou leur exportation, doivent ?galement ?tre interdits.
24. Le don et l?emploi de mat?riels embryonnaires humains dans la fabrication d?armes biologiques dangereuses et exterminatrices doivent ?tre interdits.
25. Pour l?ensemble de la pr?sente recommandation, par ? viables ? on entend les embryons qui ne pr?sentent pas de caract?ristiques biologiques susceptibles d?emp?cher leur d?veloppement; d?autre part, la non-viabilit? des embryons et des f?tus humains devra ?tre d?termin?e exclusivement par des crit?res biologiques objectifs, fond?s sur les d?fectuosit?s intrins?ques de l?embryon. ?
C. La Convention du Conseil de l?Europe sur les droits de l?homme et la biom?decine (? Convention d?Oviedo ?) du 4 avril 1997
Article 2 ? Primaut? de l??tre humain
? L?int?r?t et le bien de l??tre humain doivent pr?valoir sur le seul int?r?t de la soci?t? ou de la science. ?
Article 18 ? Recherche sur les embryons in vitro
? 1. Lorsque la recherche sur les embryons in vitro est admise par la loi, celle-ci assure une protection ad?quate de l?embryon.
2. La constitution d?embryons humains aux fins de recherche est interdite. ?
Article 27 ? Protection plus ?tendue
? Aucune des dispositions de la pr?sente Convention ne sera interpr?t?e comme limitant ou portant atteinte ? la facult? pour chaque Partie d?accorder une protection plus ?tendue ? l??gard des applications de la biologie et de la m?decine que celle pr?vue par la pr?sente Convention. ?
D. Protocole additionnel ? la Convention d?Oviedo, relatif ? la recherche biom?dicale du 25 janvier 2005
Article 2 ? Champ d?application
? 1. Le pr?sent Protocole s?applique ? l?ensemble des activit?s de recherche dans le domaine de la sant? impliquant une intervention sur l??tre humain.
2. Le Protocole ne s?applique pas ? la recherche sur les embryons in vitro. Il s?applique ? la recherche sur les f?tus et les embryons in vivo.
(…) ?
E. Le rapport du groupe de travail sur la protection de l?embryon et du f?tus humains du Comit? directeur pour la bio?thique, rendu public le 19 juin 2003 ? Conclusion
? Ce rapport a pour but de pr?senter une vue d?ensemble des positions actuelles en Europe sur la protection de l?embryon humain in vitro et des arguments qui les sous-tendent.
Il montre un large consensus sur la n?cessit? d?une protection de l?embryon in vitro. N?anmoins, la d?finition du statut de l?embryon reste un domaine o? l?on rencontre des diff?rences fondamentales reposant sur des arguments forts. Ces divergences sont, dans une large mesure, ? l?origine de celles rencontr?es sur les questions ayant trait ? la protection de l?embryon in vitro.
Toutefois, m?me en l?absence d?accord sur le statut de l?embryon, la possibilit? de r?examiner certaines questions ? la lumi?re des r?cents d?veloppements dans le domaine biom?dical et des avanc?es th?rapeutiques potentielles, pourrait ?tre envisag?e. Dans ce contexte, tout en reconnaissant et respectant les choix fondamentaux des diff?rents pays, il semble possible et souhaitable ? au regard de la n?cessit? de prot?ger l?embryon in vitro reconnue par tous les pays ? d?identifier des approches communes afin d?assurer des conditions ad?quates d?application des proc?dures impliquant la constitution et l?utilisation d?embryons in vitro. Ce rapport se veut une aide ? la r?flexion vers cet objectif. ?
F. R?solution 1352 (2003) de l?Assembl?e parlementaire du Conseil de l?Europe concernant la recherche sur les cellules souches humaines
? (…) 3. Les cellules souches humaines peuvent provenir d?un nombre croissant de tissus et de fluides pr?sents dans le corps d??tres humains de tous ?ges, et pas seulement de sources embryonnaires.
(…)
5. Le pr?l?vement de cellules souches embryonnaires implique pour le moment la destruction d?embryons humains.
(…)
7. L?Assembl?e fait observer que nombre de lign?es de cellules souches embryonnaires humaines susceptibles de servir ? la recherche scientifique sont d?j? disponibles dans le monde.
(…)
10. La destruction d??tres humains ? des fins de recherche est contraire au droit de tout ?tre humain ? la vie et ? l?interdiction morale de toute instrumentalisation de l??tre humain.
11. En cons?quence, l?Assembl?e invite les ?tats membres:
i. ? favoriser la recherche sur les cellules souches ? condition qu?elle respecte la vie des ?tres humains ? tous les stades de leur d?veloppement;
ii. ? encourager les techniques scientifiques qui ne sont pas controvers?es des points de vue social et ?thique afin de tirer un meilleur parti de la pluripotence cellulaire et de mettre au point de nouvelles m?thodes de m?decine r?g?n?rative;
iii. ? signer et ? ratifier la Convention d?Oviedo pour rendre effective l?interdiction de la constitution d?embryons humains aux fins de recherche;
iv. ? promouvoir des programmes de recherche fondamentale europ?ens communs portant sur les cellules souches adultes;
v. ? garantir que, dans les pays o? de telles recherches sont admises, toute recherche sur des cellules souches impliquant la destruction d?embryons humains est d?ment autoris?e et surveill?e par les instances nationales appropri?es;
vi. ? respecter les d?cisions des pays lorsque ceux-ci choisissent de ne pas participer ? des programmes internationaux de recherche contraires aux valeurs ?thiques consacr?es par leur l?gislation nationale et ? ne pas escompter que ces pays contribuent directement ou indirectement ? ces recherches;
vii. ? privil?gier l??thique de la recherche plut?t que les aspects purement utilitaires et financiers;
viii. ? promouvoir la cr?ation de structures permettant ? des scientifiques et ? des repr?sentants de la soci?t? civile d?examiner diff?rents types de projets de recherche sur les cellules souches humaines, en vue d?augmenter la transparence et la responsabilit? d?mocratique. ?
G. Recommandation du Comit? des Ministres aux ?tats membres sur la recherche utilisant du mat?riel biologique d?origine humaine (Rec (2006)4, adopt?e par le Comit? des Ministres le 15 mars 2006)
55. Cette recommandation, qui ne s?applique pas aux mat?riels biologiques embryonnaires et f?taux (article 2 ? 3), a pour but de sauvegarder les droits fondamentaux des personnes dont le mat?riel biologique pourrait ?tre inclus dans un projet de recherche apr?s avoir ?t? recueilli et stock? i) pour un projet de recherche sp?cifique ant?rieur ? l?adoption de la recommandation, ii) pour des recherches futures non sp?cifi?es ou iii) comme mat?riel r?siduel initialement pr?lev? ? des fins cliniques ou m?dico-l?gales. Cette recommandation vise, entre autres, ? promouvoir la mise en place de codes de bonnes pratiques de la part des ?tats membres et ? r?duire au minimum les risques li?s aux activit?s de recherche concernant la vie priv?e des personnes. Elle fixe ?galement des r?gles r?gissant l?obtention et les collections de mat?riel biologique.
H. ? L??thique dans la science et la technologie ?, R?solution 1934 (2013) de l?Assembl?e parlementaire du Conseil de l?Europe
? 2. …) l?Assembl?e estime qu?une r?flexion ?thique plus concert?e devrait ?tre men?e aux niveaux national, suprar?gional et mondial sur les objectifs et les usages de la science et de la technologie, sur les instruments et m?thodes qu?elles emploient, sur leurs possibles cons?quences et effets indirects, et sur le syst?me global de r?gles et de comportements dans lequel elles s?inscrivent.
3. L?Assembl?e consid?re qu?une structure permanente de r?flexion ?thique au niveau mondial permettrait de traiter les questions ?thiques comme une ? cible mouvante?, au lieu de fixer un ? code ?thique ?, et de remettre ? plat, de mani?re p?riodique, les concepts en vigueur, m?me les plus fondamentaux, comme la d?finition de l?? identit? humaine ? ou de la ? dignit? humaine ?.
4 L?Assembl?e salue l?initiative de l?UNESCO qui a cr?? la Commission mondiale d??thique des connaissances scientifiques et des technologies (COMEST) en vue d?engager une r?flexion ?thique permanente et d??tudier les possibilit?s de r?diger et de r?viser p?riodiquement un ensemble de principes ?thiques fondamentaux fond?s sur la D?claration universelle des droits de l?homme. Elle consid?re que le Conseil de l?Europe devrait contribuer ? ce processus.
5. ? cet ?gard, l?Assembl?e recommande au Secr?taire G?n?ral du Conseil de l?Europe d?envisager la cr?ation d?une structure souple et informelle de r?flexion ?thique, par le biais d?une coop?ration entre les commissions comp?tentes de l?Assembl?e et les membres des comit?s d?experts concern?s, parmi lesquels le Comit? de bio?thique (DH-BIO), en vue d?identifier les nouveaux enjeux ?thiques et les principes ?thiques fondamentaux susceptibles d?orienter l?action politique et juridique en Europe.
6. Pour renforcer le cadre europ?en commun d??thique dans la science et la technologie, l?Assembl?e recommande aux ?tats membres qui ne l?ont pas encore fait de signer et de ratifier la Convention pour la protection des droits de l?homme et de la dignit? de l??tre humain ? l??gard des applications de la biologie et de la m?decine : Convention sur les droits de l?homme et la biom?decine (STE no 164, ? Convention d?Oviedo ?) et ses protocoles, et de participer pleinement aux travaux du Comit? de bio?thique.
(…)
10. L?Assembl?e invite l?Union europ?enne et l?UNESCO ? coop?rer avec le Conseil de l?Europe pour renforcer le cadre europ?en commun d??thique dans la science et la technologie, et, ? cette fin:
10.1. ? cr?er des plates-formes europ?ennes et r?gionales permettant d??changer r?guli?rement des exp?riences et des bonnes pratiques couvrant tous les domaines de la science et de la technologie, en utilisant l?exp?rience acquise dans le cadre de la Conf?rence europ?enne des comit?s nationaux d??thique (COMETH) lanc?e par le Conseil de l?Europe et, plus r?cemment, du Forum des comit?s nationaux d??thique (Forum des CNE) financ? par la Commission europ?enne, et des r?unions du Comit? de bio?thique du Conseil de l?Europe;
10.2. ? r?diger et ? r?viser p?riodiquement un ensemble de principes ?thiques fondamentaux ? appliquer dans tous les domaines de la science et de la technologie;
10.3. ? proposer des orientations suppl?mentaires pour aider les ?tats membres ? harmoniser les r?gles ?thiques et les proc?dures de suivi, en s?appuyant sur les effets positifs des exigences ?thiques ?nonc?es dans le septi?me programme-cadre de la Commission europ?enne pour des actions de recherche et de d?veloppement technologique (2007-2013) (7e PC). ?
IV. DROIT ET ?L?MENTS PERTINENTS DE L?UNION EUROP?ENNE
A. Le Groupe europ?en d??thique des sciences et des nouvelles technologies (GEE) aupr?s de la Commission europ?enne
56. Mis en place en 1991 par la Commission europ?enne, le GEE est un organisme ind?pendant compos? d?experts ayant pour mission de soumettre des avis ? la Commission europ?enne sur les questions ?thiques li?es ? la science et aux nouvelles technologies. Le GEE a rendu deux avis concernant l?utilisation d?embryons in vitro ? fins de recherche.
1. Avis no 12 : Les aspects ?thiques de la recherche impliquant l?utilisation d?embryons humains dans le contexte du V?me programme-cadre de recherche, 14 novembre 1998
57. Cet avis a ?t? publi? ? la demande de la Commission europ?enne ? la suite de la proposition du Parlement europ?en d?exclure des financements europ?ens les projets de recherche impliquant la destruction d?embryons humains dans le cadre du cinqui?me programme-cadre. Ses passages pertinents se lisent comme suit :
? (…) 2.6. (…) Dans le cadre des programmes de recherche europ?ens, la question de la recherche sur l?embryon humain doit ?tre envisag?e tant du point de vue du respect des principes ?thiques fondamentaux communs ? tous les ?tats membres qu?en tenant compte de la diversit? des conceptions philosophiques et ?thiques exprim?es ? travers les diff?rentes pratiques et r?glementations nationales en vigueur en ce domaine. (…)
2.8. A la lumi?re des principes et pr?cisions pr?c?demment ?voqu?s, le Groupe estime qu?il est conforme ? la dimension ?thique du cinqui?me programme-cadre communautaire de ne pas exclure a priori des financements communautaires les recherches sur l?embryon humain qui font l?objet de choix ?thiques divergents selon les pays. […] ?
2. Avis no 15 : Aspects ?thiques de la recherche sur les cellules souches humaines et leur utilisation, 14 novembre 2000
58. Les passages pertinents de cet avis sont ainsi libell?s :
? 2.3. Pluralisme et ?thique europ?enne
(…) Dans le contexte du pluralisme europ?en, il appartient ? chaque ?tat membre d?interdire ou d?autoriser les recherches sur l?embryon. Dans ce dernier cas, le respect de la dignit? humaine implique que l?on r?glemente les recherches sur l?embryon et que l?on pr?voie des garanties contre le risque d?exp?rimentation arbitraire et d?instrumentalisation de l?embryon humain.
2.5. Acceptabilit? ?thique du domaine de recherche concern?
Le Groupe note que, dans certains pays, la recherche sur l?embryon est interdite. En revanche, dans les pays o? elle est autoris?e afin d?am?liorer le traitement de l?infertilit?, on peut difficilement trouver un argument ? invoquer pour une extension du champ de ces recherches visant ? mettre au point de nouveaux traitements contre les maladies ou l?sions graves. En effet, comme dans le cas de la recherche sur l?infertilit?, la recherche sur les cellules souches vise ? soulager la souffrance humaine. Dans tous les cas, les embryons qui ont servi pour des travaux de recherche sont destin?s ? ?tre d?truits. Par cons?quent, il n?y a pas d?argument pour exclure le financement de ce type de recherches au titre du programme-cadre de recherche de l?Union europ?enne si elles satisfont aux exigences ?thique et l?gales d?finies dans ce programme. ?
B. R?glement no 1394/2007 du Parlement europ?en et du Conseil du 13 novembre 2007 concernant les m?dicaments de th?rapie innovante et modifiant la directive 2001/83/CE ainsi que le r?glement (CE) no 726/2004
? (7) Il importe que la r?glementation des m?dicaments de th?rapie innovante au niveau communautaire ne porte pas atteinte aux d?cisions prises par les ?tats membres concernant l?opportunit? d?autoriser l?utilisation de tel ou tel type de cellules humaines, par exemple les cellules souches embryonnaires, ou de cellules animales. Il convient qu?elle n?influence pas non plus l?application des l?gislations nationales interdisant ou limitant la vente, la distribution ou l?utilisation de m?dicaments contenant de telles cellules, consistant dans de telles cellules ou issus de celles-ci. ?
C. L?arr?t de la Cour de justice de l?Union europ?enne du 18 octobre 2011 (C-34/10 Oliver Br?stle c. Greenpeace eV)
59. Par cet arr?t, rendu sur renvoi pr?judiciel de la Cour f?d?rale de justice (Bundesgerichtshof) allemande, la Cour de justice de l?Union europ?enne s?est prononc?e sur l?interpr?tation ? donner ? la directive 98/44/CE du Parlement europ?en et du Conseil du 6 juillet 1998 relative ? la protection juridique des inventions biotechnologiques.
60. La partie de la directive en cause ?tait celle qui, temp?rant le principe selon lequel l?utilisation d?embryons humains ? des fins industrielles ou commerciales n?est pas brevetable, pr?cise que cette exclusion ne concerne pas ? les inventions ayant un objectif th?rapeutique ou diagnostique qui s?appliquent ? l?embryon humain et lui sont utiles ?.
61. La Cour de justice a pr?cis? que la directive litigieuse ne vise pas ? r?glementer l?utilisation d?embryons humains dans le cadre de recherches scientifiques : son objet se limite ? la brevetabilit? des inventions biotechnologiques. Elle a ensuite estim? que les inventions qui impliquent l?utilisation d?embryons humains restent exclues de toute brevetabilit? m?me lorsqu?elles peuvent se revendiquer d?une finalit? de recherche scientifique (une telle finalit? ne pouvant pas, en mati?re de brevets, ?tre distingu?e des autres fins industrielles et commerciales). La Cour de justice a indiqu? en m?me temps que les inventions impliquant une utilisation ? des fins th?rapeutiques ou de diagnostic applicable ? l?embryon humain et utile ? celui-ci ne sont pas concern?es par cette exclusion.
D. Les financements de l?Union europ?enne en mati?re de recherche et de d?veloppement technologique
62. Depuis 1984, l?Union europ?enne d?ploie des fonds pour la recherche scientifique ? travers des programmes-cadres couvrant des p?riodes qui s??talent sur plusieurs ann?es.
63. Les parties pertinentes de la d?cision no 1982/2006/CE relative au septi?me programme-cadre de la Communaut? europ?enne pour des actions de recherche, de d?veloppement technologique et de d?monstration (2007-2013) se lisent comme suit :
Article 6 ? Principes ?thiques
? 1. Toutes les actions de recherche men?es au titre du septi?me programme-cadre sont r?alis?es dans le respect des principes ?thiques fondamentaux.
2. Les activit?s de recherche suivantes ne font pas l?objet d?un financement au titre du septi?me programme-cadre:
– les activit?s de recherche visant au clonage humain ? des fins reproductives;
– les activit?s de recherche visant ? modifier le patrimoine g?n?tique d??tres humains, qui pourraient rendre cette alt?ration h?r?ditaire,
– les activit?s de recherche visant ? cr?er des embryons humains uniquement ? des fins de recherche ou pour l?approvisionnement en cellules souches, y compris par transfert de noyau de cellules somatiques.
3. Les activit?s de recherche sur les cellules souches humaines, adultes ou embryonnaires, peuvent ?tre financ?es en fonction ? la fois du contenu de la proposition scientifique et du cadre juridique de(s) l??tat(s) membre(s) int?ress?(s). (…) ?
64. Les parties pertinentes du R?glement no 1291/2013 du Parlement europ?en et du Conseil du 11 d?cembre 2013 portant ?tablissement du programme-cadre pour la recherche et l?innovation ? Horizon 2020 ? (2014-2020) se lisent ainsi :
Article 19 ? Principes ?thiques
? 1. Toutes les activit?s de recherche et d?innovation men?es au titre d?Horizon 2020 respectent les principes ?thiques et les l?gislations nationales, europ?ennes et internationales pertinentes, y compris la charte des droits fondamentaux de l?Union europ?enne, ainsi que la Convention europ?enne des droits de l?homme et ses protocoles additionnels (…).
(…)
3. Sont exclus de tout financement les domaines de recherche suivants:
a) les activit?s de recherche en vue du clonage humain ? des fins de reproduction;
b) les activit?s de recherche visant ? modifier le patrimoine g?n?tique d??tres humains, qui pourraient rendre cette alt?ration h?r?ditaire ;
c) les activit?s de recherche visant ? cr?er des embryons humains uniquement ? des fins de recherche ou pour l?approvisionnement en cellules souches, notamment par transfert nucl?aire de cellules somatiques.
4. Les activit?s de recherche sur les cellules souches humaines, adultes et embryonnaires, peuvent ?tre financ?es en fonction ? la fois du contenu de la proposition scientifique et du cadre juridique des ?tats membres int?ress?s. Aucun financement n?est accord? aux activit?s de recherche interdites dans l?ensemble des ?tats membres. Aucune activit? n?est financ?e dans un ?tat membre o? ce type d?activit?s est interdit.
(…) ?
E. La Communication de la Commission europ?enne relative ? l?initiative citoyenne europ?enne ? Un de nous ? COM(2014) 355 final (Bruxelles, 28 mai 2014)
65. Le 10 avril 2014, l?initiative citoyenne ? Un de nous ? avait propos? des modifications l?gislatives tendant ? exclure des financements europ?ens les projets scientifiques impliquant la destruction d?embryons humains.
66. Dans sa communication du 28 mai 2014, la Commission europ?enne a consid?r? qu?elle ne pouvait pas faire droit ? cette demande au motif que sa proposition de financement des projets en question tenait compte de consid?rations ?thiques, des avantages potentiels pour la sant? et du soutien de l?Union ? la recherche sur les cellules souches.
V. ELEMENTS DE DROIT INTERNATIONAL PERTINENTS
A. Le rapport du Comit? international de bio?thique de l?UNESCO (CIB) sur les aspects ?thiques des recherches sur les cellules embryonnaires (6 avril 2001)
67. Les parties pertinentes des conclusions de ce rapport se lisent comme suit:
? A. Le CIB reconna?t que les recherches sur les cellules souches embryonnaires humaines sont une question sur laquelle il est souhaitable qu?un d?bat s?engage au niveau national pour d?terminer quelle position doit ?tre adopt?e au sujet de ces recherches, m?me si cette position vise ? ce qu?elles ne soient pas men?es. Il pr?conise que des d?bats s?engagent dans les instances nationales appropri?es, permettant l?expression d?une pluralit? d?opinions, en vue, dans toute la mesure du possible, de parvenir ? un consensus fixant les limites de ce qui est acceptable dans ce champ nouveau et important de la recherche th?rapeutique.
Un processus permanent d??ducation et d?information dans ce domaine devrait s?instaurer. Les ?tats devraient prendre les mesures appropri?es pour amorcer un dialogue continu au sein de la soci?t? sur les questions ?thiques soulev?es par ces recherches, associant tous les acteurs concern?s.
B. Quel que soit le type de recherches autoris? concernant l?embryon, des mesures devraient ?tre prises pour garantir que ces recherches sont men?es dans un cadre l?gislatif ou r?glementaire qui accorderait le poids n?cessaire aux consid?rations ?thiques et fixerait des principes directeurs ad?quats. Si l?on envisage d?autoriser que des dons d?embryons surnum?raires au stade pr?implantatoire, provenant de traitements de FIV, soient consentis pour des recherches sur les cellules souches embryonnaires ? des fins th?rapeutiques, une attention particuli?re sera accord?e ? la dignit? et aux droits des deux parents donneurs. Il est donc essentiel que le don n?ait lieu qu?apr?s que les donneurs ont ?t? pleinement inform?s des implications de ces recherches et ont donn? leur consentement pr?alable, libre et ?clair?. Les finalit?s de ce type de recherches et la mani?re dont elles sont conduites devraient faire l?objet d?une ?valuation par les comit?s d??thique appropri?s, qui devraient ?tre ind?pendants des chercheurs concern?s. Dans ce processus, il faudrait pr?voir une ?valuation a posteriori de ces recherches. (…) ?
B. L?arr?t Murillo et autres c. Costa Rica de la Cour interam?ricaine des droits de l?homme (28 novembre 2012)
68. Dans cette affaire, la Cour interam?ricaine s?est prononc?e sur l?interdiction d?effectuer des f?condations in vitro au Costa Rica. Elle a estim?, entre autres, que l?embryon ne pouvait pas ?tre consid?r? comme une ? personne ? au sens de l?article 4 ? 1 de la Convention am?ricaine relative aux droits de l?homme (qui prot?ge le droit ? la vie), la ? conception ? n?ayant lieu qu?? partir du moment o? l?embryon est implant? dans l?ut?rus.
VI. ?L?MENTS DE DROIT COMPAR?
69. D?apr?s les informations dont la Cour dispose sur la l?gislation de quarante ?tats membres en mati?re d?utilisation d?embryons humains ? des fins de recherche scientifique, trois pays (la Belgique, la Su?de et le Royaume-Uni) autorisent la recherche scientifique sur des embryons humains aussi bien que la cr?ation de tels embryons ? des fins de recherche.
70. La cr?ation d?embryons pour la recherche scientifique est interdite dans quatorze pays . Toutefois, la recherche sur les embryons surnum?raires y est g?n?ralement permise, sous certaines conditions.
71. ? l?instar de l?Italie, trois ?tats membres (la Slovaquie, l?Allemagne et l?Autriche) interdisent en principe les recherches scientifiques sur les embryons, ne les autorisant que dans des cas tr?s restreints, notamment lorsqu?elles visent ? la protection de la sant? de l?embryon ou lorsqu?elles sont men?es sur des lign?es cellulaires provenant de l??tranger.
72. En Slovaquie, les recherches sur des embryons sont strictement interdites, sauf celles ? caract?re th?rapeutique qui visent ? apporter un b?n?fice en termes de sant? aux personnes qui y participent directement.
73. En Allemagne, l?importation et l?utilisation de cellules embryonnaires ? des fins de recherche sont en principe interdites par la loi. Elles ne sont autoris?es qu?? titre exceptionnel

A chi rivolgersi e i costi dell'assistenza

Il Diritto dell'Espropriazione è una materia molto complessa e poco conosciuta, che "ingloba" parti importanti di molteplici rami del diritto. Per tutelarsi è quindi essenziale farsi assistere da un Professionista (con il quale si consiglia di concordare in anticipo i costi da sostenere, come ormai consentito dalle leggi in vigore).

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Per capire come funziona la procedura, quando intervenire e i costi da sostenere, si consiglia di consultare la Sezione B.6 - Come tutelarsi e i Costi da sostenere in TRE Passi.

  • La consulenza iniziale, con esame di atti e consigli, è sempre gratuita
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Se l'espropriato è assistito da un Professionista aderente all'Associazione pagherà solo a risultato raggiunto, "con i soldi" dell'Amministrazione. Non si deve pagare se non si ottiene il risultato stabilito. Tutto ciò viene pattuito, a garanzia dell'espropriato, con un contratto scritto. è ammesso solo un rimborso spese da concordare: ad. es. 1.000 euro per il DAP (tutelarsi e opporsi senza contenzioso) o 2.000 euro per il contenzioso. Per maggiori dettagli si veda la pagina 20 del nostro Vademecum gratuito.

La data dell'ultimo controllo di validità dei testi è la seguente: 18/09/2024