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Testo originale e tradotto della sentenza selezionata

AFFAIRE NARJIS c. ITALIE

Tipologia: Sentenza
Importanza: 3
Articoli: 08
Numero: 57433/15/2019
Stato: Italia
Data: 2019-02-14 00:00:00
Organo: Grande Camera
Testo Originale

Conclusioni:
No-violazione dell’articolo 8 – Diritto al rispetto della vita privata e familiare, Articolo 8-1 – Rispetto della vita privata,

PRIMA SEZIONE

CAUSA NARJIS C. ITALIA

, Richiesta no 57433/15,

SENTENZA

STRASBURGO

14 febbraio 2019

Questa sentenza diventer? definitiva nelle condizioni definite all’articolo 44 ? 2 della Convenzione. Pu? subire dei ritocchi di forma.

Nel causa Narjis c. Italia,
La Corte europea dei diritti dell’uomo, prima sezione, riunendosi in una camera composta di:
Linos-Alexandre Sicilianos, presidente,
Ksenija Turkovi?,
Guido Raimondi,
Krzysztof Wojtyczek,
Armen Harutyunyan,
Tim Eicke,
Gilberto Felici, giudici,
e di Abele Campos, cancelliere di sezione,
Dopo avere deliberato in camera del consiglio il 22 gennaio 2019,
Rende la sentenza che ha, adottata a questa data,:
PROCEDIMENTO
1. All’origine della causa si trova una richiesta (no 57433/15) diretta contro la Repubblica italiana e di cui un cittadino marocchino, il OMISSIS (“il richiedente”), ha investito la Corte il 11 novembre 2015 in virt? dell’articolo 34 della Convenzione di salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libert? fondamentali (“la Convenzione”).
2. Il richiedente ? stato rappresentato da OMISSIS, avvocato che esercita a Milano. Il governo italiano (“il Governo”) ? stato rappresentato dal suo agente, la Sig.ra E. Spatafora.
3. Il richiedente adduce che il suo sfratto verso il Marocco ha recato offesa al suo diritto al rispetto della vita privata e familiare.
4. Il 23 febbraio 2017, la richiesta ? stata comunicata al Governo.
IN FATTO
I. LE CIRCOSTANZE DI LO SPECIFICO
5. Il richiedente ? nato nel 1979 e ha risieduto in Marocco.
6. Fu ammesso in Italia, nel 1989, sulla base di un raggruppamento familiare. Suo padre aveva ottenuto un titolo di soggiorno in quanto commerciante ambulante. Nel 1995, il richiedente abbandon? la scuola e cominci? a fare uso di stupefacenti. Nel 1996, gli fu concesso un titolo di soggiorno personale per ragioni familiari. Dopo il decesso del padre, nel 2009, il commercio fu ripreso dalla madre, poi con una delle sorelle del richiedente. La famiglia risiedeva nella provincia di Milano.
7. Il 16 gennaio 2010, mentre si trovava in detenzione nella cornice di una condanna ad un anno e 10 mesi di prigione per una sterzata, il richiedente deposit? una domanda di rinnovo di un titolo di soggiorno per lavoratrice salariata attesa di impiego che aveva ottenuto nel novembre 2000 e che era scaduto nel novembre 2001.
8. La domanda fu respinta dal capo della Polizia di Milano (Questore, il 17 marzo 2010,). La decisione indicava che il richiedente costituiva una minaccia per la societ? allo visto delle numerose condanne penali che aveva subito dal 1994 per una serie di reati contro i beni e le persone e della quarantina di connotati di polizia di cui faceva l’oggetto. La decisione sottolineava anche che, con un’ordinanza del 3 novembre 2009, il tribunale per l’applicazione delle pene di Milano, Tribunale di Sorveglianza, aveva rifiutato una domanda del richiedente di beneficiare di un collocamento sotto controllo terapeutico, affidamento terapeutico, perch? il richiedente era stato condannato gi? tre volte per evasione. La decisione di no-rinnovo indicava, infine, che il richiedente non aveva giustificato di un qualsiasi impiego dal 2003.
9. Risulta dai documenti versati alla pratica col richiedente che questo ha beneficiato di alcuni contratti di lavoro interinale in 2001 e 2002, sebbene il suo libretto di lavoro, rilasciato nel 1998, non comprendere nessuna menzione.
10. Il 31 maggio 2010, il richiedente interpose presso appello di questa decisione del tribunale amministrativo della Regione Lombardia, il “TAR”).
11. Il 3 luglio 2010, il prefetto di Milano ordin? lo sfratto del richiedente del territorio nazionale. Questa decisione fu attaccata dal richiedente, dinnanzi al giudice conciliatore di Milano, il 8 luglio 2010.
12. Alla stessa data, il capo della polizia di Milano constat? l’impossibilit? di procedere immediatamente allo sfratto del richiedente per i seguenti motivi: il richiedente non era in possesso di un passaporto valido; era necessario procedere ad una verifica ulteriore della sua identit?; nessuno mezzo di trasporto adeguato non era disponibile. Ordin? di conseguenza presso il trasferimento del richiedente del Centro di identificazione e di sfratto (“C.I.E. “) di Milano.
13. Il 6 luglio 2010, il TAR ordin? la sospensione della decisione di no-rinnovo del titolo di soggiorno del richiedente e di tutti gli atti ci relativi, considerando che, nel loro esame della situazione del richiedente, le autorit? di polizia non avevano preso in conto i suoi legami familiari e la durata del suo soggiorno in Italia, siccome l’esigeva la giurisprudenza della Corte.
14. Il 20 luglio 2010, il capo della Polizia di Milano adott? una nuova decisione di no-rinnovo dopo avere esaminato esplicitamente la situazione del richiedente alla luce delle indicazioni del TAR e dell’articolo 8 della Convenzione. La decisione ricordava che il richiedente non era sposato e non aveva bambini in Italia e che, allo visto del numero di condanne e della sua propensione a commettere dei reati penali gravi, costituiva un pericolo per la societ?.
La decisione sottolineava, ancora una volta, che non risultava da periodi di impiego che giustifica la concessione al richiedente di un permesso di lavoro.
Il fatto che il richiedente non lavorava e non aveva nessuno spettato legittimo non permetteva, inoltre, di considerare che la sua presenza sul territorio italiano era necessaria per provvedere ai bisogni di sua madre e dei suoi due sorelle, tutti tre titolari di un permesso di lavoro, cos? come di suo fratello, s? sotto i colpi di una misura di sfratto per i fatti di traffico di stupefacenti, volo, e colpi e lesioni.
15. Il 22 luglio 2010, il richiedente deposit? delle osservazioni supplementari dinnanzi al TAR.
16. Il 23 luglio 2010, il giudice conciliatore di Milano sospese il procedimento aperto dal richiedente il 8 luglio, considerando che il procedimento dinnanzi al TAR era di natura pregiudiziale rispetto alla sua propria decisione.
17. Il 10 agosto 2010, il richiedente potuto lasciare il C.I.E, seguito ad una decisione del giudice conciliatore di Milano del 31 luglio 2010. Fu arrestato immediatamente per volo aggravato e fu condannato dal tribunale di Milano a quattro mesi di detenzione. Alla sua uscita della prigione di Alba, il 9 dicembre 2010, il richiedente si vide notificare un nuovo decreto di sfratto firmato dal prefetto di Cuneo e fu rinviato al C.I.E. di Milano.
18. Il richiedente attacc? il nuovo decreto di sfratto dinnanzi al giudice conciliatore di Cuneo. Nel suo ricorso, riconobbe la gravit? dei reati penali per che era stato condannato, ivi compreso quando era minorenne.
19. Il 9 maggio 2011, il giudice conciliatore di Cuneo sospese il procedimento nell’attesa della decisione del TAR. Precis? che il decreto di sfratto restava esecutivo. Tra tempi, il richiedente aveva lasciato il territorio italiano per andare in Marocco.
20. Il 14 febbraio 2012, il TAR respinse il ricorso principale ed il ricorso supplementare del richiedente che considera che, seguito alla sua decisione del 6 luglio 2010, le autorit? di polizia si erano conformate alle esigenze dell’articolo 8 della Convenzione, procedendo al collocamento in bilancia dei differenti interessi in gioco e prendendo debitamente in conto la durata di soggiorno del richiedente in Italia, la sua posizione familiare ed i legami sociali che aveva tessuto nel paese.
21. Il richiedente fece presso appello di questo giudizio del Consiglio di stato che, dopo avere anche egli procedimento ad un esame dettagliato della situazione del richiedente ed ad un collocamento in bilancia dei differenti interessi in gioco, riferendosi esplicitamente all’articolo 8 della Convenzione, lo respinse con una sentenza del 9 aprile 2015, depositato alla cancelleria il 25 maggio dello stesso anno.
22. La copia del casellario giudiziario del richiedente, versata alla pratica, comprenda 19 menzioni. Ne risulta che, ne pi? delle condanne subite quando era minorenne, all’et? adulta il richiedente ? stato condannato tra altri per volo, tentativo di volo, volo aggravato, volo con arma, ricettazione, detenzione e porto di armi proibite, evasione, volo con violenza, volo in abitazione, ribellione.
23. Il 20 aprile 2016, un nuovo parere di ricerca fu emesso contro il richiedente in applicazione di una condanna a quattro anni e sette mesi di detenzione per ricettazione. Il richiedente si trova sempre in Marocco.
II. IL DIRITTO INTERNO PERTINENTE
24. La decreto-legge, decreto legislativo, del 25 luglio 1998, no 286/98 che cade Testo unico delle disposizioni concernente il regolamento dell’immigrazione e le norme sullo statuto degli estero (qui di seguito, il “Testo unico”), nella sua redazione in vigore al momento dei fatti:
Articolo 4
Entrata sul territorio nazionale
“(…)
3. Conformemente agli impegni che ha preso aderendo a certi accordi internazionali, l’Italia autorizzer?, sotto riserva delle disposizioni dell’articolo 3 ? 4, l’entrata sul suo territorio di ogni cittadino estero in grado di provare che ? in possesso dei documenti richiesi attestando l’oggetto e le condizioni del suo soggiorno e che dispone di mezzi di sussistenza basta per la durata di questo cos? come per il ritorno verso il paese di origine, salvo in caso di permesso di soggiorno rilasciato alle fini professionali.
(…)
Non pu? essere ammesso in Italia il cittadino estero che non assolve queste condizioni che sono considerate come rappresentante una minaccia per l’ordine pubblico o per la sicurezza dello stato o che ha fatto l’oggetto di una condanna, anche non definitiva o pronunziata con via detta “di negoziato” al senso dell’articolo 444 del codice di procedimento penale, per i reati previsti dall’articolo 380 ?? 1 e 2 del codice di procedimento penale, “
Articolo 5
Permessi di soggiorno.
“1. Possono soggiornare sul territorio nazionale i cittadini esteri che sono entrati ci regolarmente al senso dell’articolo 4 e che sono muniti di una carta di soggiorno o di un permesso di soggiorno durante validit? rilasciata in applicazione del presente testo unico o di un titolo equivalente rilasciato dalle autorit? competenti di un Stato membro dell’unione europea, nei limiti e nelle condizioni previste dagli accordi pertinenti.
(…)
3-bis. Il permesso di soggiorno per motivi professionali ? rilasciato dopo la stipulazione di un contratto di soggiorno per motivi professionali come previsto con l’articolo 5-bis. La durata del permesso di soggiorno ? fissata dal contratto di soggiorno e non pu? superare in nessun caso:
(…)
b, la durata di un anno per un contratto di lavoro salariato a durata determinata;
(…)
4. Il rinnovo del permesso di soggiorno deve essere chiesto dal cittadino estero al capo della polizia [questore] della provincia nella quale risiede almeno sessanta giorni prima della scadenza del documento. Suppone che le condizioni previste per il rilascio di un tale titolo e le condizioni particolari definite dal presente testo unico siano riunite.
Sotto riserva dei termini particolari previsti col presente testo unico e con l’ordinamento di applicazione, il permesso di soggiorno ? rinnovato per una durata non superiora a quella stabilito all’epoca del rilascio iniziale.
(…)
5. Quando le condizioni richieste per l’entrata ed il soggiorno sul territorio nazionale non sono soddisfatte, o che non lo sono pi?, il permesso di soggiorno o il suo rinnovo sono rifiutati e, se il permesso di soggiorno ? stato rilasciato gi?, questo ? revocato, sotto riserva delle disposizioni dell’articolo 22 ? 9 ed a meno che dei nuovi elementi ne non permettono il rilascio o che si trattasse di irregolarit? amministrative alle quali pu? essere ovviato. Quando nega di rilasciare un permesso di soggiorno ad un cittadino estero che ha esercitato il suo diritto al raggruppamento familiare o ad un membro della famiglia raggruppata al senso dell’articolo 29, che lo revoca o che nega di rinnovarlo, l’autorit? competente deve tenere anche conto della natura e dell’effettivit? dei legami familiari dell’interessato e dell’esistenza di legami familiari e sociali col suo paese di origine cos? come, se il cittadino estero ? gi? presente sul territorio nazionale, della durata del suo soggiorno su suddetto territorio nazionale.
5-bis. La valutazione della pericolosit? del cittadino estero per l’ordine pubblico e la sicurezza dello stato alle fini dell’adozione di una decisione di revoca o di rifiuto di rinnovo del permesso di soggiorno per motivi familiari deve tenere anche conto delle eventuali condanne pronunciate al riguardo dell’interessato per i reati previsti dagli articoli 380 ?? 1 e 2 e 407 ? 2 ha, del codice di procedimento penale o per i reati previsti dall’articolo 12 ?? 1 e 3. (6)”
Articolo 13
“1. Per le ragioni di ordine pubblico o di sicurezza dello stato, il ministro degli Interni pu? ordinare lo sfratto dell’estero anche se questo non ? residente sul territorio dello stato, informando a priori il presidente del Consiglio dei ministri ed il ministro delle Cause estere.
2. Il prefetto ordina lo sfratto quando l’estero:
ha, ? ritornato sul territorio dello stato sottrarsisi ai controlli di frontiera ;
b, ? restato sul territorio dello stato senza avere chiesto di permesso di soggiorno nel termine assegnato, salvo se il ritardo ? con la forza imputabile alle ragioni maggiori, o [si ? mantenuto] mentre il permesso ? stato revocato o annullato o che ? scaduto da pi? di sessanta giorni e che il suo rinnovo non ? stato chiesto. (…) “
IN DIRITTO
I. SU LA VIOLAZIONE ADDOTTA DI L’ARTICOLO 8 DI LA CONVENZIONE
25. Invocando l’articolo 8 della Convenzione, il richiedente adduce che il suo sfratto verso il Marocco ha provocato la violazione del suo diritto al rispetto della sua vita privata e familiare perch? ? stato obbligato a lasciare sua madre, suo fratello ed i suoi s?urs residenti in Italia. Questo articolo ? formulato cos?:
“1. Ogni persona ha diritto al rispetto della sua vita privata e familiare.
2. Non pu? avere ingerenza di un’autorit? pubblica nell’esercizio di questo diritto che per quanto questa ingerenza ? prevista dalla legge e che costituisce una misura che, in una societ? democratica, ? necessario alla sicurezza nazionale, alla sicurezza pubblica, al benessere economico del paese, alla difesa dell’ordine ed alla prevenzione dei reati penali, alla protezione della salute o della morale, o alla protezione dei diritti e libert? di altrui. “
A. Sull’ammissibilit?
26. Constatando che la richiesta non ? manifestamente male fondata al senso dell’articolo 35 ? 3 ha, della Convenzione e che non cozza peraltro contro nessuno altro motivo di inammissibilit?, la Corte la dichiara ammissibile.
B. Sul fondo
1. Le tesi delle parti
ha, Il richiedente
27. Il richiedente ricorda che essendo passato la maggior parte della sua vita in Italia, ? in questo paese e non nel Marocco che ? annesso tutti i suoi legami familiari e sociali. Considera che le autorit? italiane non hanno preso sufficientemente questo elemento in conto nell’esercizio di collocamento in bilancia dei differenti interessi in gioco esatto dalla giurisprudenza della Corte.
28. Indica, peraltro che la maggior parte dei reati penali per che ? stato condannato sono stati commessi quando era minorenne, sotto l’ascendente di cocaina, e che non ha recato mai offesa all’integrit? delle persone. Di conseguenza, i reati di cui si ? reso colpevole, e di cui riconosce tuttavia la gravit?, non avrebbero dovuto condurre le autorit? italiane a fare prevalere l’interesse dello stato alla protezione della sicurezza nazionale sul suo diritto alla protezione della sua vita privata e familiare.
29. Infine, il richiedente sottolinea che non ha subito nessuna condanna per i fatti commessi dopo l’introduzione della presente richiesta e che il parere di ricerca emise il 20 aprile 2016, paragrafo 23 sopra, riferisciti ad un cumulo di condanne per i fatti commessi in 2006 e 2008.
b, Il Governo,
30. Il Governo ricorda che, nelle loro decisioni di non rinnovare il titolo di soggiorno del richiedente, le autorit? di polizia di prima, ed i tribunali poi, hanno esaminato debitamente i differenti interessi in gioco e hanno concluso legittimamente che, allo visto del numero considerevole di condanne penali del richiedente e della sua tendenza a ricadere ed a non integrarsi nella societ? italiana, le considerazioni legate alla protezione dell’ordine pubblico dovevano prevalere su queste relative alla vita privata e familiare del richiedente.
Sottolinea che il richiedente ? stato arrestato e condannato per i reati penali incidi anche dopo avere introdotto il suo ricorso contro il decreto di sfratto, ci? che sarebbe il riflesso di una “personalit? criminale” incapace di giudizio.
31. Peraltro, il Governo non contesta che il richiedente sembra non avere legami particolari col suo paese di origine, il Marocco.
32. Indica infine che il richiedente ha lasciato l’Italia per sfuggire alla prigione e che, se dovesse tornare l?, sarebbe arrestato immediatamente ed incarcerato seguito al parere di ricerca del 20 aprile 2016, paragrafi 23 e 29 sopra.
2. La valutazione della Corte
ha, Ingerenza nel diritto protetto dall’articolo 8
33. La Corte ricorda che la Convenzione non garantisce nessuno diritto per un estero di entrare o di risiedere sul territorio di un Stato. Tuttavia, escludere una persona di un paese dove vivono i suoi parenti stretti pu? costituire un’ingerenza nel diritto al rispetto della sua vita familiare, come protetto con l’articolo 8 ? 1 della Convenzione, Moustaquim c. Belgio, 18 febbraio 1991, ? 16, serie Ha no 193.
34. La Corte osserva inoltre che, nella sua giurisprudenza, ha considerato anche bene lo sfratto di residenti di lunga data sotto il risvolto della “vita privata” che sotto quello della “vita familiare”, una certa importanza essendo accordata su questo piano al grado di integrazione sociale degli interessati (vedere, per esempio, il sentenza Dalia c. Francia, 19 febbraio 1998, ?? 42 45, Raccolta delle sentenze e decisioni 1998-I.
35. Inoltre, la Corte ricorda che tutti gli immigrati invalsi, a prescindere della durata della loro residenza nel paese di cui sono supposti essere espulsi, non hanno necessariamente una “vita familiare” al senso dell’articolo 8. Tuttavia, dal momento che l’articolo 8 protegge anche il diritto di annodare e di intrattenere dei legami coi suoi simili e col mondo esterno e che ingloba degli aspetti dell’identit? sociale di un individuo talvolta, bisogna accettare che l’insieme dei legami sociali tra gli immigrati invalsi e le comunit? nella quale vivono faccia parte integrante della nozione di “vita privata” al senso dell’articolo 8. A prescindere dell’esistenza o no di una “vita familiare”, lo sfratto di un estero stabilito si analizza in un attentato al suo diritto al rispetto della sua vita privata. Sono in funzione delle circostanze della causa portata dinnanzi a lei che la Corte decider? se conviene mettere l’accento sull’aspetto “vita familiare” piuttosto che sull’aspetto “vita privata”, ?ner c. Paesi Bassi [GC], no 46410/99, ? 59, CEDH 2006-XII.
36. Nello specifico, la Corte stima che, in ragione della molto lunga durata del soggiorno del richiedente in Italia, vent’ anni, il rifiuto di rinnovare il suo permesso di soggiorno e la decisione di rinviarlo del territorio costituisce un’ingerenza nel suo diritto al rispetto della vita “privata”, Hasanbasic c. Svizzera, no 52166/09, ? 49, 11 giugno 2013 e K.M. c. Svizzera, no 6009/10, ? 47, 2 giugno 2015.
37. In compenso, considerando che il richiedente non ? n? un minore, n? un “giovane adulto”, ha contrario, Maslov c. Austria [GC], no 1638/03, ? 62, CEDH 2008, ma un adulto di 39 anni, no-sposato, senza bambino e che non ha dimostrato l’esistenza di elementi supplementari di dipendenza, altri che i legami affettivi normali, nei confronti sua madre, dei suoi s?urs e di suo fratello, ogni adulto, la Corte non esaminer? il suo motivo di appello sotto il risvolto della vita “familiare”, Slivenko c. Lettonia [GC], no 48321/99, ? 97, CEDH 2003 X.
b, Giustificazione dell’ingerenza
38. Uguale ingerenza infrange la Convenzione se non assolve le esigenze del paragrafo 2 dell’articolo 8. Bisogna ricercare dunque se era “prevista dalla legge”, giustificata con uno o parecchi scopi legittimi allo sguardo di suddetto paragrafo, e “necessario, in una societ? democratica.”
i. “Prevista dalla legge”
39. Non ? contestato che il rifiuto di rinnovare il permesso di soggiorno del richiedente e l’obbligo di lasciare il territorio italiano era previsto dalla legge. La Corte rileva peraltro che le disposizioni pertinenti del Testo unico, paragrafo 24 sopra, sono sufficientemente chiare e precise.
ii. Scopo legittimo
40. Non ? di pi? controverso che l’ingerenza in causa prevedeva delle fini pienamente compatibili con la Convenzione, a sapere in particolare “la difesa dell’ordine” e la “prevenzione dei reati penali”.
iii. Necessitato della misura in una societ? democratica
?) Principi generali
41. La questione essenziale a decidere nello specifico ? quella di sapere se l’ingerenza era “necessaria in una societ? democratica.” I principi fondamentali in ci? che riguarda lo sfratto di una persona essendo passati una durata considerevole in un paese ospite di cui dovrebbe essere espulsa in seguito alla commissione dei reati penali sono buoni stabilisco nella giurisprudenza della Corte, vedere particolarmente ?ner, precitato, ?? 54-55 e 57-58; Maslov c. Austria [GC], no 1638/03, ?? 68 76, CEDH 2008; e K.M. c. Svizzera, precitato). Nel causa ?ner, la Corte ha avuto l’occasione di riassumere i criteri dinnanzi a guidare le istanze nazionali nelle tali cause, ?? 57 e suiv.) :
-la natura e la gravit? del reato commesso dal richiedente;
-la durata del soggiorno dell’interessato nel paese di cui deve essere espulso;
-il lasso di tempo che ha trascorso dal reato, e la condotta del richiedente durante questo periodo;
-la nazionalit? delle diverse persone riguardate;
-la situazione familiare del richiedente, ed in particolare, all’occorrenza, la durata del suo matrimonio, e di altri fattori che testimoniano dell’effettivit? di una vita familiare in seno ad una coppia;
-la questione di sapere se lo congiunge aveva cognizione del reato all’epoca della creazione della relazione familiare;
-la questione di sapere se dei bambini sono issus del matrimonio e, in questo caso, la loro et?,;
-la gravit? delle difficolt? che il coniuge rischia di incontrare nel paese verso che il richiedente deve essere espulso;
-l’interesse ed il benessere dei bambini, in particolare la gravit? delle difficolt? che i bambini del richiedente sono suscettibili di incontrare nel paese verso che l’interessato deve essere espulso; e
-la solidit? dei legami sociali, culturali e familiari col paese ospite e col paese di destinazione.
42. La Corte ricorda anche che le autorit? nazionali godono di un certo margine di valutazione per pronunciarsi sulla necessit?, in una societ? democratica, di un’ingerenza nell’esercizio di un diritto protetto dall’articolo 8 e sulla proporzionalit? della misura in questione allo scopo legittimo perseguito (Slivenko, precitato, ? 113. Questo margine di valutazione va di pari in passo con un controllo europeo che cade al tempo stesso sulla legge e sulle decisioni che l’applicano, anche quando provengono di una giurisdizione indipendente (vedere ? 76 Maslov, precitato,). La Corte ha competenza per deliberare sul punto di sapere da ultimo dunque se una misura di allontanamento di una persona si concilia con l’articolo 8 e, in particolare, se era necessaria in una societ? democratica, questo essere-a-argomento essere giustificata da un bisogno sociale imperioso e proporzionato allo scopo legittimo perseguito, Mehemi c. Francia, 26 settembre 1997, ? 34, Raccolta 1997-VI; Dalia, precitato, ? 52; Boultif c. Svizzera, no 54273/00, ? 46, CEDH 2001 IX.
43. Ci? che ?, l’obbligo di un “controllo europeo” non notifica che quando ? portata a determinare se una misura controversa ha predisposto un giusto equilibro tra gli interessi in presenza, la Corte debba valutare necessariamente di nuovo la proporzionalit? dell’attentato portato ai diritti garantiti dall’articolo 8. Al contrario, nelle cause che trattano dell’articolo 8, la Corte considera generalmente che dal momento che le giurisdizioni interne hanno esaminato i fatti con cura, in ogni indipendenza ed imparzialit?, che hanno applicato, nel rispetto della Convenzione e della sua giurisprudenza, le norme applicabili in materia di diritti dell’uomo e che hanno predisposto un giusto equilibro tra gli interessi personali del richiedente e l’interesse generale, non ha a sostituire la sua propria valutazione del fondo della causa (in particolare, la sua propria valutazione degli elementi factuels relativi alla questione della proporzionalit?, a quella delle autorit? nazionali competenti. Soli fanno eccezione a questa regola i casi dove ? dimostrato che le ragioni serie giustificano di derogare, Ndidi c. Regno Unito, no 41215/14, ? 76, 14 settembre 2017.
?) Applicazione dei principi suddetti al caso di specifico
44. La Corte rileva che il casellario giudiziario del richiedente comprende una serie di condanne definitive per i fatti gravi come volo aggravato, volo in abitazione, volo con arma, volo con violenza, parecchi fatti di ricettazione, porto di armi proibite ed evasione (paragrafo 22) sopra) che denotano, siccome l’indicano le giurisdizioni nazionali ed il Governo, una tendenza manifesta e crescente alla recidiva.
Anche dopo essere stato oggetto di una prima misura di sfratto, motivata precisamente con la sua tendenza a ricadere, il richiedente fu arrestato di nuovo, alla sua uscita del C.I.E. di Milano, ed ancora un volte condannato per volo aggravato (paragrafo 17) sopra).
45. ? vero che il richiedente ha soggiornato da molto in Italia con sua madre, i suoi due s?urs e suo fratello.
46. Non ? contestato neanche che, all’epoca dei fatti, sebbene essendo passato il pi? parte della sua infanzia nel Marocco, prima di raggiungere suo padre in Italia all’et? di dieci anni, il richiedente non sembrava avere di legami particolari col suo paese, altri che la sua cultura e la sua nazionalit?.
47. Ci? che ?, la Corte ricorda che il richiedente ? un adulto di 39 anni, non sposato, senza bambino e senza legami di dipendenza particolare nei confronti la sua famiglia (paragrafo 38) sopra).
48. Inoltre, allo visto del suo percorso da delitto, dell’uso che decorre di stupefacenti e della sua apparente incapacit? ad integrarsi nel mondo del lavoro, le autorit? italiane hanno potuto dubitare legittimamente della solidit? dei suoi legami sociali e culturali nel paese ospite.
La Corte rileva del resto che, siccome indicalo il Governo, se il richiedente dovesse tornare in Italia, sarebbe arrestato immediatamente ed incarcerato per scontare una pena di quattro anni e sette mesi di prigione per ricettazione, paragrafi 23 e 29 sopra.
49. La Corte nota che il Consiglio di stato, in una sentenza a lungo motivato, non rivelando nessuna traccia di arbitrariet? e riferendosi esplicitamente all’articolo 8 della Convenzione, ha preso tutte queste circostanze in conto per mettere in bilancia l’interesse del richiedente alla protezione della sua vita privata con l’interesse dello stato alla salvaguardia dell’ordine pubblico, in applicazione dei criteri stabiliti sopra dalla Corte (paragrafo 41)).
50. Questa sentenza fu pronunciata seguito ad un lungo procedimento durante la quale il TAR di Milano, esercitando pienamente il suo ruolo di giudice convenzionale, aveva una prima volta sospesa la decisione di non rinnovo del titolo di soggiorno del richiedente, considerando che le autorit? di polizia non avevano proceduto ad un esercizio sufficiente di collocamento in bilancia dei differenti interessi in gioco, siccome l’esigeva sopra la giurisprudenza della Corte (paragrafo 13)).
In un secondo tempo, il 14 febbraio 2012, il TAR aveva considerato che le autorit? di polizia, in applicazione della sua prima decisione, si erano conformate alle esigenze dell’articolo 8 della Convenzione, procedendo al collocamento in bilancia dei differenti interessi in gioco e prendendo debitamente in conto la durata di soggiorno del richiedente in Italia, la sua posizione familiare ed i legami sociali che aveva tessuto sopra nel paese (paragrafo 20)).
51. Nelle uguali circostanze, la Corte non vede nessuna ragione seria che lo porta a sostituire il suo parere a quello delle giurisdizioni interne, Ndidi precitato, ? 81 e Levakovic c. Danimarca, no 7841/14, ? 45, 23 ottobre 2018.
52. Allo visto di ci? che precede, la Corte conclude che non c’? stata violazione dell’articolo 8 della Convenzione.
LA CORTE, ALL’UNANIMIT?,
1. Dichiara la richiesta ammissibile;

2. Dice che non c’? stata violazione dell’articolo 8 della Convenzione.
Fatto in francese, poi comunicato per iscritto il 14 febbraio 2019, in applicazione dell’articolo 77 ?? 2 e 3 dell’ordinamento della Corte.
Abele Campos Linos-Alexandre Sicilianos
Cancelliere Presidente

Testo Tradotto

PREMI?RE SECTION

AFFAIRE NARJIS c. ITALIE

(Requ?te no 57433/15)

ARR?T

STRASBOURG

14 f?vrier 2019

Cet arr?t deviendra d?finitif dans les conditions d?finies ? l?article 44 ? 2 de la Convention. Il peut subir des retouches de forme.

En l?affaire Narjis c. Italie,
La Cour europ?enne des droits de l?homme (premi?re section), si?geant en une chambre compos?e de :
Linos-Alexandre Sicilianos, pr?sident,
Ksenija Turkovi?,
Guido Raimondi,
Krzysztof Wojtyczek,
Armen Harutyunyan,
Tim Eicke,
Gilberto Felici, juges,
et de Abel Campos, greffier de section,
Apr?s en avoir d?lib?r? en chambre du conseil le 22 janvier 2019,
Rend l?arr?t que voici, adopt? ? cette date :
PROC?DURE
1. ? l?origine de l?affaire se trouve une requ?te (no 57433/15) dirig?e contre la R?publique italienne et dont un ressortissant marocain, OMISSIS (? le requ?rant ?), a saisi la Cour le 11 novembre 2015 en vertu de l?article 34 de la Convention de sauvegarde des droits de l?homme et des libert?s fondamentales (? la Convention ?).
2. Le requ?rant a ?t? repr?sent? par OMISSIS, avocat exer?ant ? Milan. Le gouvernement italien (? le Gouvernement ?) a ?t? repr?sent? par son agent, Mme E. Spatafora.
3. Le requ?rant all?gue que son expulsion vers le Maroc a port? atteinte ? son droit au respect de la vie priv?e et familiale.
4. Le 23 f?vrier 2017, la requ?te a ?t? communiqu?e au Gouvernement.
EN FAIT
I. LES CIRCONSTANCES DE L?ESP?CE
5. Le requ?rant est n? en 1979 et r?side au Maroc.
6. Il fut admis en Italie, en 1989, sur la base d?un regroupement familial. Son p?re avait obtenu un titre de s?jour en tant que commer?ant ambulant. En 1995, le requ?rant abandonna l??cole et commen?a ? faire usage de stup?fiants. En 1996, il lui fut octroy? un titre de s?jour personnel pour raisons familiales. Apr?s le d?c?s du p?re, en 2009, le commerce fut repris par la m?re, puis par l?une des s?urs du requ?rant. La famille r?sidait dans la province de Milan.
7. Le 16 janvier 2010, alors qu?il se trouvait en d?tention dans le cadre d?une condamnation ? un an et 10 mois de prison pour un braquage, le requ?rant d?posa une demande de renouvellement d?un titre de s?jour pour travailleur salari? en attente d?emploi qu?il avait obtenu en novembre 2000 et qui avait expir? en novembre 2001.
8. La demande fut rejet?e par le chef de la Police de Milan (Questore) le 17 mars 2010. La d?cision indiquait que le requ?rant constituait une menace pour la soci?t? au vu des nombreuses condamnations p?nales qu?il avait subies depuis 1994 pour une s?rie de d?lits contre les biens et les personnes et de la quarantaine de signalements de police dont il faisait l?objet. La d?cision soulignait ?galement que, par une ordonnance du 3 novembre 2009, le tribunal pour l?application des peines de Milan (Tribunale di Sorveglianza) avait refus? une demande du requ?rant de b?n?ficier d?une mise sous contr?le th?rapeutique (affidamento terapeutico) car le requ?rant avait ?t? condamn? d?j? trois fois pour ?vasion. La d?cision de non-renouvellement indiquait, enfin, que le requ?rant n?avait pas justifi? d?un quelconque emploi depuis 2003.
9. Il r?sulte des pi?ces vers?es au dossier par le requ?rant que celui-ci a b?n?fici? de quelques contrats de travail int?rimaire en 2001 et 2002, bien que son livret de travail, d?livr? en 1998, ne comporte aucune mention.
10. Le 31 mai 2010, le requ?rant interjeta appel de cette d?cision aupr?s du tribunal administratif de la R?gion Lombardie (le ? TAR ?).
11. Le 3 juillet 2010, le pr?fet de Milan ordonna l?expulsion du requ?rant du territoire national. Cette d?cision fut attaqu?e par le requ?rant, devant le juge de paix de Milan, le 8 juillet 2010.
12. A la m?me date, le chef de la police de Milan constata l?impossibilit? de proc?der imm?diatement ? l?expulsion du requ?rant pour les motifs suivants : le requ?rant n??tait pas en possession d?un passeport valable ; il ?tait n?cessaire de proc?der ? une v?rification ult?rieure de son identit? ; aucun moyen de transport ad?quat n??tait disponible. Il ordonna par cons?quent le transfert du requ?rant aupr?s du Centre d?Identification et d?Expulsion (? C.I.E. ?) de Milan.
13. Le 6 juillet 2010, le TAR ordonna la suspension de la d?cision de non-renouvellement du titre de s?jour du requ?rant et de tous les actes y relatifs, consid?rant que, dans leur examen de la situation du requ?rant, les autorit?s de police n?avaient pas pris en compte ses liens familiaux et la dur?e de son s?jour en Italie, comme l?exigeait la jurisprudence de la Cour.
14. Le 20 juillet 2010, le chef de la Police de Milan adopta une nouvelle d?cision de non-renouvellement apr?s avoir explicitement examin? la situation du requ?rant ? la lumi?re des indications du TAR et de l?article 8 de la Convention. La d?cision rappelait que le requ?rant n??tait pas mari? et n?avait pas d?enfants en Italie et que, au vu du nombre de condamnations et de sa propension ? commettre des infractions p?nales graves, il constituait un danger pour la soci?t?.
La d?cision soulignait, encore une fois, qu?il ne r?sultait pas de p?riodes d?emploi justifiant l?octroi au requ?rant d?un permis de travail.
Le fait que le requ?rant ne travaillait pas et n?avait aucun revenu l?gitime ne permettait pas, en outre, de consid?rer que sa pr?sence sur le territoire italien ?tait n?cessaire pour subvenir aux besoins de sa m?re et de ses deux s?urs, toutes trois titulaires d?un permis de travail, ainsi que de son fr?re, lui-m?me sous les coups d?une mesure d?expulsion pour des faits de trafic de stup?fiants, de vol, et de coups et blessures.
15. Le 22 juillet 2010, le requ?rant d?posa des observations suppl?mentaires devant le TAR.
16. Le 23 juillet 2010, le juge de paix de Milan suspendit la proc?dure ouverte par le requ?rant le 8 juillet, consid?rant que la proc?dure devant le TAR ?tait de nature pr?judicielle par rapport ? sa propre d?cision.
17. Le 10 ao?t 2010, le requ?rant pu quitter le C.I.E, suite ? une d?cision du juge de paix de Milan du 31 juillet 2010. Il fut imm?diatement arr?t? pour vol aggrav? et condamn? par le tribunal de Milan ? quatre mois de d?tention. A sa sortie de la prison d?Alba, le 9 d?cembre 2010, le requ?rant se vit notifier un nouveau d?cret d?expulsion sign? par le pr?fet de Cuneo et fut renvoy? au C.I.E. de Milan.
18. Le requ?rant attaqua le nouveau d?cret d?expulsion devant le juge de paix de Cuneo. Dans son recours, il reconnut la gravit? des infractions p?nales pour lesquelles il avait ?t? condamn?, y compris lorsqu?il ?tait mineur.
19. Le 9 mai 2011, le juge de paix de Cuneo suspendit la proc?dure dans l?attente de la d?cision du TAR. Il pr?cisa que le d?cret d?expulsion restait ex?cutoire. Entre temps, le requ?rant avait quitt? le territoire italien pour se rendre au Maroc.
20. Le 14 f?vrier 2012, le TAR rejeta le recours principal et le recours suppl?mentaire du requ?rant consid?rant que, suite ? sa d?cision du 6 juillet 2010, les autorit?s de police s??taient conform?es aux exigences de l?article 8 de la Convention, en proc?dant ? la mise en balance des diff?rents int?r?ts en jeu et en prenant d?ment en compte la dur?e de s?jour du requ?rant en Italie, sa position familiale et les liens sociaux qu?il avait tiss?s dans le pays.
21. Le requ?rant fit appel de ce jugement aupr?s du Conseil d??tat qui, apr?s avoir lui aussi proc?d? ? un examen d?taill? de la situation du requ?rant et ? une mise en balance des diff?rents int?r?ts en jeu, se r?f?rant explicitement ? l?article 8 de la Convention, le rejeta par un arr?t du 9 avril 2015, d?pos? au greffe le 25 mai de la m?me ann?e.
22. La copie du casier judiciaire du requ?rant, vers?e au dossier, comporte 19 mentions. Il en r?sulte que, en plus des condamnations subies lorsqu?il ?tait mineur, ? l??ge adulte le requ?rant a ?t? condamn? entre autre pour vol, tentative de vol, vol aggrav?, vol avec arme, recel, d?tention et port d?armes prohib?es, ?vasion, vol avec violence, vol en habitation, r?bellion.
23. Le 20 avril 2016, un nouvel avis de recherche fut ?mis ? l?encontre du requ?rant en application d?une condamnation ? quatre ans et sept mois de d?tention pour recel. Le requ?rant se trouve toujours au Maroc.
II. LE DROIT INTERNE PERTINENT
24. Le d?cret-loi (decreto legislativo) du 25 juillet 1998, no 286/98 portant Texte unique des dispositions concernant la r?glementation de l?immigration et les normes sur le statut des ?trangers (ci-apr?s, le ? Texte unique?), dans sa r?daction en vigueur au moment des faits :
Article 4
Entr?e sur le territoire national
? (…)
3. Conform?ment aux engagements qu?elle a pris en adh?rant ? certains accords internationaux, l?Italie autorisera, sous r?serve des dispositions de l?article 3 ? 4, l?entr?e sur son territoire de tout ressortissant ?tranger ? m?me de prouver qu?il est en possession des documents requis attestant l?objet et les conditions de son s?jour et qu?il dispose de moyens de subsistance suffisants pour la dur?e de celui-ci ainsi que pour le retour vers le pays d?origine, sauf en cas de permis de s?jour d?livr? ? des fins professionnelles.
(…)
Ne peut ?tre admis en Italie le ressortissant ?tranger qui ne remplit pas ces conditions, qui est consid?r? comme repr?sentant une menace pour l?ordre public ou pour la s?curit? de l??tat (…) ou qui a fait l?objet d?une condamnation, m?me non d?finitive ou prononc?e par voie dite ? de n?gociation ? au sens de l?article 444 du code de proc?dure p?nale, pour des infractions pr?vues par l?article 380 ?? 1 et 2 du code de proc?dure p?nale (…) ?
Article 5
Permis de s?jour.
? 1. Peuvent s?journer sur le territoire national les ressortissants ?trangers qui y sont entr?s r?guli?rement au sens de l?article 4 et qui sont munis d?une carte de s?jour ou d?un permis de s?jour en cours de validit? d?livr? en application du pr?sent texte unique ou d?un titre ?quivalent d?livr? par les autorit?s comp?tentes d?un ?tat membre de l?Union europ?enne, dans les limites et dans les conditions pr?vues par les accords pertinents.
(…)
3-bis. Le permis de s?jour pour motifs professionnels est d?livr? apr?s la stipulation d?un contrat de s?jour pour motifs professionnels tel que pr?vu par l?article 5-bis. La dur?e du permis de s?jour est fix?e par le contrat de s?jour et ne peut en aucun cas exc?der :
(…)
b) la dur?e d?un an pour un contrat de travail salari? ? dur?e d?termin?e ;
(…)
4. Le renouvellement du permis de s?jour doit ?tre demand? par le ressortissant ?tranger au chef de la police [questore] de la province dans laquelle il r?side au moins soixante jours avant l?expiration du document. Il suppose que les conditions pr?vues pour la d?livrance d?un tel titre et les conditions particuli?res d?finies par le pr?sent texte unique soient r?unies.
Sous r?serve des d?lais particuliers pr?vus par le pr?sent texte unique et par le r?glement d?application, le permis de s?jour est renouvel? pour une dur?e non sup?rieure ? celle ?tablie lors de la d?livrance initiale.
(…)
5. Lorsque les conditions requises pour l?entr?e et le s?jour sur le territoire national ne sont pas satisfaites, ou qu?elles ne le sont plus, le permis de s?jour ou son renouvellement sont refus?s et, si le permis de s?jour a d?j? ?t? d?livr?, celui-ci est r?voqu?, sous r?serve des dispositions de l?article 22 ? 9 et ? moins que de nouveaux ?l?ments n?en permettent la d?livrance ou qu?il s?agisse d?irr?gularit?s administratives auxquelles il peut ?tre rem?di?. Lorsqu?elle refuse de d?livrer un permis de s?jour ? un ressortissant ?tranger qui a exerc? son droit au regroupement familial ou ? un membre de la famille regroup?e au sens de l?article 29, qu?elle le r?voque ou qu?elle refuse de le renouveler, l?autorit? comp?tente doit ?galement tenir compte de la nature et de l?effectivit? des liens familiaux de l?int?ress? et de l?existence d?attaches familiales et sociales avec son pays d?origine ainsi que, si le ressortissant ?tranger est d?j? pr?sent sur le territoire national, de la dur?e de son s?jour sur ledit territoire national.
5-bis. L?appr?ciation de la dangerosit? du ressortissant ?tranger pour l?ordre public et la s?curit? de l??tat (…) aux fins de l?adoption d?une d?cision de r?vocation ou de refus de renouvellement du permis de s?jour pour motifs familiaux doit ?galement tenir compte d??ventuelles condamnations prononc?es ? l??gard de l?int?ress? pour des infractions pr?vues par les articles 380 ?? 1 et 2 et 407 ? 2 a) du code de proc?dure p?nale ou pour des infractions pr?vues par l?article 12 ?? 1 et 3. (6) ?
Article 13
? 1. Pour des raisons d?ordre public ou de s?curit? de l??tat, le ministre de l?Int?rieur peut ordonner l?expulsion de l??tranger m?me si celui-ci n?est pas r?sident sur le territoire de l??tat, en informant pr?alablement le pr?sident du Conseil des ministres et le ministre des Affaires ?trang?res.
2. Le pr?fet ordonne l?expulsion lorsque l??tranger :
a) est rentr? sur le territoire de l??tat en se soustrayant aux contr?les de fronti?re (…) ;
b) est rest? sur le territoire de l??tat sans avoir demand? de permis de s?jour dans le d?lai imparti, sauf si le retard est imputable ? des raisons de force majeure, ou bien [s?y est maintenu] alors que le permis a ?t? r?voqu? ou annul? ou qu?il est expir? depuis plus de soixante jours et que son renouvellement n?a pas ?t? demand?. (…) ?
EN DROIT
I. SUR LA VIOLATION ALL?GU?E DE L?ARTICLE 8 DE LA CONVENTION
25. Invoquant l?article 8 de la Convention, le requ?rant all?gue que son expulsion vers le Maroc a entra?n? la violation de son droit au respect de sa vie priv?e et familiale car il a ?t? oblig? de quitter sa m?re, son fr?re et ses s?urs r?sidant en Italie. Cet article est ainsi libell? :
? 1. Toute personne a droit au respect de sa vie priv?e et familiale (…).
2. Il ne peut y avoir ing?rence d?une autorit? publique dans l?exercice de ce droit que pour autant que cette ing?rence est pr?vue par la loi et qu?elle constitue une mesure qui, dans une soci?t? d?mocratique, est n?cessaire ? la s?curit? nationale, ? la s?ret? publique, au bien-?tre ?conomique du pays, ? la d?fense de l?ordre et ? la pr?vention des infractions p?nales, ? la protection de la sant? ou de la morale, ou ? la protection des droits et libert?s d?autrui. ?
A. Sur la recevabilit?
26. Constatant que la requ?te n?est pas manifestement mal fond?e au sens de l?article 35 ? 3 a) de la Convention et qu?elle ne se heurte par ailleurs ? aucun autre motif d?irrecevabilit?, la Cour la d?clare recevable.
B. Sur le fond
1. Les th?ses des parties
a) Le requ?rant
27. Le requ?rant rappelle qu?ayant pass? la plupart de sa vie en Italie, c?est en ce pays et non au Maroc que sont rattach?s tous ses liens familiaux et sociaux. Il consid?re que les autorit?s italiennes n?ont pas pris cet ?l?ment suffisamment en compte dans l?exercice de mise en balance des diff?rents int?r?ts en jeu exig? par la jurisprudence de la Cour.
28. Il indique, par ailleurs, que la plupart des infractions p?nales pour lesquelles il a ?t? condamn? ont ?t? commises lorsqu?il ?tait mineur, sous l?emprise de coca?ne, et qu?il n?a jamais port? atteinte ? l?int?grit? des personnes. Par cons?quent, les d?lits dont il s?est rendu coupable, et dont il reconnait n?anmoins la gravit?, n?auraient pas d? conduire les autorit?s italiennes ? faire pr?valoir l?int?r?t de l??tat ? la protection de la s?curit? nationale sur son droit ? la protection de sa vie priv?e et familiale.
29. Enfin, le requ?rant souligne qu?il n?a subi aucune condamnation pour des faits commis apr?s l?introduction de la pr?sente requ?te et que l?avis de recherche ?mis le 20 avril 2016 (paragraphe 23 ci-dessus) se r?f?re ? un cumul de condamnations pour des faits commis en 2006 et 2008.
b) Le Gouvernement
30. Le Gouvernement rappelle que, dans leurs d?cisions de ne pas renouveler le titre de s?jour du requ?rant, les autorit?s de police d?abord, et les tribunaux ensuite, ont d?ment examin? les diff?rents int?r?ts en jeu et ont l?gitimement conclu que, au vu du nombre consid?rable de condamnations p?nales du requ?rant et de sa tendance ? r?cidiver et ? ne pas s?int?grer dans la soci?t? italienne, les consid?rations li?es ? la protection de l?ordre public devaient primer sur celles relatives ? la vie priv?e et familiale du requ?rant.
Il souligne que le requ?rant a ?t? arr?t? et condamn? pour des infractions p?nales graves m?me apr?s avoir introduit son recours contre le d?cret d?expulsion, ce qui serait le reflet d?une ? personnalit? criminelle ? incapable de repentance.
31. Par ailleurs, le Gouvernement ne conteste pas que le requ?rant semble ne pas avoir d?attaches particuli?res avec son pays d?origine, le Maroc.
32. Il indique enfin que le requ?rant a quitt? l?Italie pour ?chapper ? la prison et que, s?il devait y retourner, il serait imm?diatement arr?t? et emprisonn? suite ? l?avis de recherche du 20 avril 2016 (paragraphes 23 et 29 ci-dessus).
2. L?appr?ciation de la Cour
a) Ing?rence dans le droit prot?g? par l?article 8
33. La Cour rappelle que la Convention ne garantit aucun droit pour un ?tranger d?entrer ou de r?sider sur le territoire d?un ?tat. Toutefois, exclure une personne d?un pays o? vivent ses proches parents peut constituer une ing?rence dans le droit au respect de sa vie familiale, tel que prot?g? par l?article 8 ? 1 de la Convention (Moustaquim c. Belgique, 18 f?vrier 1991, ? 16, s?rie A no 193).
34. La Cour observe en outre que, dans sa jurisprudence, elle a envisag? l?expulsion de r?sidents de longue date aussi bien sous le volet de la ? vie priv?e ? que sous celui de la ? vie familiale ?, une certaine importance ?tant accord?e sur ce plan au degr? d?int?gration sociale des int?ress?s (voir, par exemple, l?arr?t Dalia c. France, 19 f?vrier 1998, ?? 42 45, Recueil des arr?ts et d?cisions 1998-I).
35. En outre, la Cour rappelle que tous les immigr?s ?tablis, ind?pendamment de la dur?e de leur r?sidence dans le pays dont ils sont cens?s ?tre expuls?s, n?ont pas n?cessairement une ? vie familiale ? au sens de l?article 8. Toutefois, d?s lors que l?article 8 prot?ge ?galement le droit de nouer et d?entretenir des liens avec ses semblables et avec le monde ext?rieur et qu?il englobe parfois des aspects de l?identit? sociale d?un individu, il faut accepter que l?ensemble des liens sociaux entre les immigr?s ?tablis et la communaut? dans laquelle ils vivent fasse partie int?grante de la notion de ? vie priv?e ? au sens de l?article 8. Ind?pendamment de l?existence ou non d?une ? vie familiale ?, l?expulsion d?un ?tranger ?tabli s?analyse en une atteinte ? son droit au respect de sa vie priv?e. C?est en fonction des circonstances de l?affaire port?e devant elle que la Cour d?cidera s?il convient de mettre l?accent sur l?aspect ? vie familiale ? plut?t que sur l?aspect ? vie priv?e ? (?ner c. Pays-Bas [GC], no 46410/99, ? 59, CEDH 2006-XII).
36. En l?esp?ce, la Cour estime que, en raison de la tr?s longue dur?e du s?jour du requ?rant en Italie (vingt ans), le refus de renouveler son permis de s?jour et la d?cision de le renvoyer du territoire constituent une ing?rence dans son droit au respect de la vie ? priv?e ? (Hasanbasic c. Suisse, no 52166/09, ? 49, 11 juin 2013 et K.M. c. Suisse, no 6009/10, ? 47, 2 juin 2015).
37. En revanche, consid?rant que le requ?rant n?est ni un mineur, ni un ? jeune adulte ? (a contrario, Maslov c. Autriche [GC], no 1638/03, ? 62, CEDH 2008), mais un adulte de 39 ans, non-mari?, sans enfants et qu?il n?a pas d?montr? l?existence d??l?ments suppl?mentaires de d?pendance, autres que des liens affectifs normaux, vis-?-vis de sa m?re, de ses s?urs et de son fr?re, tous adultes, la Cour n?examinera pas son grief sous le volet de la vie ? familiale ? (Slivenko c. Lettonie [GC], no 48321/99, ? 97, CEDH 2003 X).
b) Justification de l?ing?rence
38. Pareille ing?rence enfreint la Convention si elle ne remplit pas les exigences du paragraphe 2 de l?article 8. Il faut donc rechercher si elle ?tait ? pr?vue par la loi ?, justifi?e par un ou plusieurs buts l?gitimes au regard dudit paragraphe, et ? n?cessaire, dans une soci?t? d?mocratique ?.
i. ? Pr?vue par la loi ?
39. Il n?est pas contest? que le refus de renouveler le permis de s?jour du requ?rant et l?obligation de quitter le territoire italien ?taient pr?vus par la loi. La Cour rel?ve par ailleurs que les dispositions pertinentes du Texte unique (paragraphe 24 ci-dessus) sont suffisamment claires et pr?cises.
ii. But l?gitime
40. Il n?est pas davantage controvers? que l?ing?rence en cause visait des fins pleinement compatibles avec la Convention, ? savoir notamment ? la d?fense de l?ordre ? et la ? pr?vention des infractions p?nales ?.
iii. N?cessit? de la mesure dans une soci?t? d?mocratique
?) Principes g?n?raux
41. La question essentielle ? trancher en l?esp?ce est celle de savoir si l?ing?rence ?tait ? n?cessaire dans une soci?t? d?mocratique ?. Les principes fondamentaux en ce qui concerne l?expulsion d?une personne ayant pass? une dur?e consid?rable dans un pays h?te dont elle devrait ?tre expuls?e ? la suite de la commission des infractions p?nales sont bien ?tablis dans la jurisprudence de la Cour (voir notamment ?ner, pr?cit?, ?? 54-55 et 57-58 ; Maslov c. Autriche [GC] (no 1638/03, ?? 68 76, CEDH 2008 ; et K.M. c. Suisse, pr?cit?). Dans l?affaire ?ner, la Cour a eu l?occasion de r?sumer les crit?res devant guider les instances nationales dans de telles affaires (?? 57 et suiv.) :
? la nature et la gravit? de l?infraction commise par le requ?rant ;
? la dur?e du s?jour de l?int?ress? dans le pays dont il doit ?tre expuls? ;
? le laps de temps qui s?est ?coul? depuis l?infraction, et la conduite du requ?rant pendant cette p?riode ;
? la nationalit? des diverses personnes concern?es ;
? la situation familiale du requ?rant, et notamment, le cas ?ch?ant, la dur?e de son mariage, et d?autres facteurs t?moignant de l?effectivit? d?une vie familiale au sein d?un couple ;
? la question de savoir si le conjoint avait connaissance de l?infraction ? l??poque de la cr?ation de la relation familiale ;
? la question de savoir si des enfants sont issus du mariage et, dans ce cas, leur ?ge ;
? la gravit? des difficult?s que le conjoint risque de rencontrer dans le pays vers lequel le requ?rant doit ?tre expuls? ;
? l?int?r?t et le bien-?tre des enfants, en particulier la gravit? des difficult?s que les enfants du requ?rant sont susceptibles de rencontrer dans le pays vers lequel l?int?ress? doit ?tre expuls? ; et
? la solidit? des liens sociaux, culturels et familiaux avec le pays h?te et avec le pays de destination.
42. La Cour rappelle ?galement que les autorit?s nationales jouissent d?une certaine marge d?appr?ciation pour se prononcer sur la n?cessit?, dans une soci?t? d?mocratique, d?une ing?rence dans l?exercice d?un droit prot?g? par l?article 8 et sur la proportionnalit? de la mesure en question au but l?gitime poursuivi (Slivenko, pr?cit?, ? 113). Cette marge d?appr?ciation va de pair avec un contr?le europ?en portant ? la fois sur la loi et sur les d?cisions qui l?appliquent, m?me quand elles ?manent d?une juridiction ind?pendante (voir Maslov, pr?cit?, ? 76). La Cour a donc comp?tence pour statuer en dernier lieu sur le point de savoir si une mesure d??loignement d?une personne se concilie avec l?article 8 et, en particulier, si elle ?tait n?cessaire dans une soci?t? d?mocratique, c?est-?-dire ?tre justifi?e par un besoin social imp?rieux et proportionn?e au but l?gitime poursuivi (Mehemi c. France, 26 septembre 1997, ? 34, Recueil 1997-VI ; Dalia, pr?cit?, ? 52 ; Boultif c. Suisse, no 54273/00, ? 46, CEDH 2001 IX).
43. Cela ?tant, l?obligation d?un ? contr?le europ?en ? ne signifie pas que lorsqu?elle est amen?e ? d?terminer si une mesure litigieuse a m?nag? un juste ?quilibre entre les int?r?ts en pr?sence, la Cour doive n?cessairement appr?cier de nouveau la proportionnalit? de l?atteinte port?e aux droits garantis par l?article 8. Au contraire, dans les affaires qui traitent de l?article 8, la Cour consid?re g?n?ralement que d?s lors que les juridictions internes ont examin? les faits avec soin, en toute ind?pendance et impartialit?, qu?elles ont appliqu?, dans le respect de la Convention et de sa jurisprudence, les normes applicables en mati?re de droits de l?homme et qu?elles ont m?nag? un juste ?quilibre entre les int?r?ts personnels du requ?rant et l?int?r?t g?n?ral, elle n?a pas ? substituer sa propre appr?ciation du fond de l?affaire (en particulier, sa propre appr?ciation des ?l?ments factuels relatifs ? la question de la proportionnalit?) ? celle des autorit?s nationales comp?tentes. Seuls font exception ? cette r?gle les cas o? il est d?montr? que des raisons s?rieuses justifient d?y d?roger (Ndidi c. Royaume-Uni, no 41215/14, ? 76, 14 septembre 2017).
?) Application des principes susmentionn?s au cas d?esp?ce
44. La Cour rel?ve que le casier judiciaire du requ?rant comporte une s?rie de condamnations d?finitives pour des faits graves tels que vol aggrav?, vol en habitation, vol avec arme, vol avec violence, plusieurs faits de recel, port d?armes prohib?es et ?vasion (paragraphe 22, ci-dessus), qui d?notent, comme l?indiquent les juridictions nationales et le Gouvernement, une tendance manifeste et croissante ? la r?cidive.
M?me apr?s avoir fait l?objet d?une premi?re mesure d?expulsion, motiv?e pr?cis?ment par sa tendance ? r?cidiver, le requ?rant fut ? nouveau arr?t?, ? sa sortie du C.I.E. de Milan, et encore une fois condamn? pour vol aggrav? (paragraphe 17, ci-dessus).
45. Il est vrai que le requ?rant a s?journ? en Italie depuis longtemps avec sa m?re, ses deux s?urs et son fr?re.
46. Il n?est pas non plus contest? que, ? l??poque des faits, bien qu?ayant pass? la plus part de son enfance au Maroc, avant de rejoindre son p?re en Italie ? l??ge de dix ans, le requ?rant ne semblait pas avoir d?attaches particuli?res avec son pays, autres que sa culture et sa nationalit?.
47. Cela ?tant, la Cour rappelle que le requ?rant est un adulte de 39 ans, non mari?, sans enfants et sans liens de d?pendance particuliers vis-?-vis de sa famille (paragraphe 38, ci-dessus).
48. En outre, au vu de son parcours d?lictuel, de l?usage courant de stup?fiants et de son apparente incapacit? ? s?int?grer dans le monde du travail, les autorit?s italiennes ont pu l?gitimement douter de la solidit? de ses liens sociaux et culturels dans le pays h?te.
La Cour rel?ve d?ailleurs que, comme l?indique le Gouvernement, si le requ?rant devait retourner en Italie, il serait imm?diatement arr?t? et emprisonn? pour purger une peine de quatre ans et sept mois de prison pour recel (paragraphes 23 et 29 ci-dessus).
49. La Cour note que le Conseil d??tat, dans un arr?t longuement motiv?, ne r?v?lant aucune trace d?arbitraire et se r?f?rant explicitement ? l?article 8 de la Convention, a pris toutes ces circonstances en compte pour mettre en balance l?int?r?t du requ?rant ? la protection de sa vie priv?e avec l?int?r?t de l??tat ? la sauvegarde de l?ordre public, en application des crit?res ?tablis par la Cour (paragraphe 41, ci-dessus).
50. Cet arr?t fut prononc? suite ? une longue proc?dure au cours de laquelle le TAR de Milan, exer?ant pleinement son r?le de juge conventionnel, avait une premi?re fois suspendu la d?cision de non renouvellement du titre de s?jour du requ?rant, consid?rant que les autorit?s de police n?avaient pas proc?d? ? un exercice suffisant de mise en balance des diff?rents int?r?ts en jeu, comme l?exigeait la jurisprudence de la Cour (paragraphe 13, ci-dessus).
Dans un deuxi?me temps, le 14 f?vrier 2012, le TAR avait consid?r? que les autorit?s de police, en application de sa premi?re d?cision, s??taient conform?es aux exigences de l?article 8 de la Convention, en proc?dant ? la mise en balance des diff?rents int?r?ts en jeu et en prenant d?ment en compte la dur?e de s?jour du requ?rant en Italie, sa position familiale et les liens sociaux qu?il avait tiss?s dans le pays (paragraphe 20, ci-dessus).
51. Dans de pareilles circonstances, la Cour n?aper?oit aucune raison s?rieuse l?amenant ? substituer son avis ? celui des juridictions internes (Ndidi pr?cit?, ? 81 et Levakovic c. Danemark, no 7841/14, ? 45, 23 octobre 2018).
52. Au vu de ce qui pr?c?de, la Cour conclut qu?il n?y a pas eu violation de l?article 8 de la Convention.
LA COUR, ? L?UNANIMIT?,
1. D?clare la requ?te recevable ;

2. Dit qu?il n?y a pas eu violation de l?article 8 de la Convention.
Fait en fran?ais, puis communiqu? par ?crit le 14 f?vrier 2019, en application de l?article 77 ?? 2 et 3 du r?glement de la Cour.
Abel Campos Linos-Alexandre Sicilianos
Greffier Pr?sident

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